Rimini IN Magazine 05/12

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 20/12/2000 n. 34- E 3,00 Anno XII - N. 5 - NOVEMBRE 2012 Rimini www.inmagazine.it Deejay in rosa Le signore dell’onda Grandi eventi Chi c’è dietro le quinte I Tre Re Alchimie di sapori Sci Club Insieme sulla neve

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Rimini IN Magazine 05/12

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Anno XII - N. 5 - NOVEMBRE 2012

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Deejayin rosa

Le signore dell’onda

Grandi eventi Chi c’è dietro le quinteI Tre Re Alchimie di sapori

Sci Club Insieme sulla neve

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Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (RN)

Direttore Responsabile:

Andrea Masotti

Redazione centrale:

Roberta Brunazzi, Serena Focaccia

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri

Impaginazione: Marica Graziani

Controllo produzione e qualità: Isabella Fazioli

Ufficio commerciale: Irena Coso

Coordinatrice redazione di Rimini: Irena Coso

Collaboratori: Cinzia Bauzone, Alberto Crescentini, Claudia Gelmini, Giorgia Gianni, Marina Giannini, Marianna Giannoni, Alessandra Leardini, Lucia Lombardi, Milena Massani, Stefano Rossini, Lucia Rughi. Fotografi: Riccardo Gallini, Studio Paritani

Chiuso per la stampa il 19/11/2012

| EDITORIALE di Andrea Masotti |

Sommario

Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.

Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47100 Forlì tel. 0543.798463 - fax 0543.774044

[email protected]

Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e in ogni caso citando la fonte.

Le loro voci accompagnano le nostre giornate, i loro volti aprono questo nuovo numero di Rimini IN. Sono Betty Miranda, Patrizia Santini, Tama-ra Cantelli e Mirella Donati, deejay in rosa delle emittenti locali che si raccontano tra aneddoti e curiosità. Gli organizzatori di grandi eventi sul territorio sono invece i protagonisti dell’articolo successivo, seguiti dagli chef e produttori legati al ristorante I Tre Re di Poggio Berni. Uno sguardo sul mondo lo regala il reportage in Africa di Marianna Giannoni, men-tre torniamo al fresco con le attività invernali proposte dagli Sci Club del territorio. I progetti architettonici di Elisa Burnazzi e Davide Feltrin apro-

no uno spaccato sull’architettura contemporanea, seguito da un viag-gio tra i cartelloni di prosa presentati dai teatri del territorio. Parliamo di sport con la Rimini Pallamano e l’im-pegno concreto dei suoi partecipan-ti, per proseguire con l’attività del manager Gianfranco Sanchi e con gli originali abiti creati da Tiziana Cancellieri. Dora Morolli presenta quindi il suo lavoro alla Rainbow e Lorenzo Sebastiani racconta la sua esperienza con la band degli Huma-na; Cinzia Bauzone ci parla del suo libro di cucina con ricette anticrisi e il pasticcere Massimiliano Tontini mostra i suoi allegri dolci decorati, personale ricetta per la felicità.

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18

26

16 Annotare Brevi IN18 Essere Deejay in rosa26 Organizzare Grandi eventi32 Assaporare I Tre Re36 Viaggiare L’Africa meridionale40 Sciare Sci Club45 Progettare Elisa Burnazzi e Davide Feltrin51 Applaudire Stagioni di prosa

54 Giocare

Rimini Pallamano56 Dirigere

Gianfranco Sanchi58 Creare

Tiziana Cancellieri60 Inventare

Dora Morolli62 Comporre

Lorenzo Sebastiani64 Scrivere

Cinzia Bauzone

66 Gustare

Massimiliano Tontini

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Fellinianno 2013 in onore del Maestro

Rimini - Con l’inaugurazione della sala riservata al Libro dei sogni,

si è aperta al Museo della Città la stagione dedicata a Federico Fellini.

Una girandola di occasioni che il Comune di Rimini intende

festeggiare da qui alla fine dell’anno prossimo con proiezioni, concerti,

rassegne, spettacoli e mostre, che saranno promosse sotto la sigla di “fellinianno 2013”. Si comincia con l’esposizione al Museo della Città del “Libro dei sogni”, i due album

originali su cui Fellini ha appuntato e schizzato, dall’inizio degli anni ‘60

al 1990, le invenzioni della sua fervida attività onirica, repertorio di figure,

circostanze e temi che riaffiorano e popolano i suoi film.

Da Soleluna i jeans Snelli & Belli

Riccione - Nuovo prodotto Made in Italy al centro benessere Soleluna,

in viale Ceccarini a Riccione. A disposizione della clientela è

arrivato il jeans Snelli & Belli, dalla taglia 38 alla 54. Si tratta del primo

jeans anticellulite che permette, dopo sole tre settimane di trattamento,

di perdere fino a 2 centimetri di circonferenza. Il prodotto è “notificato”

al Ministero della Salute in Italia e formulato secondo le direttive di legge europee sui cosmetici.

(Nella foto la titolare del centro, Francesca Falcioni).

iPersonalTrainer™

il futuro è OggiRimini - iFunctionalWall™: la so-luzione innovativa per Studi PT e Centri fitness. Inizia il countdown del prodotto di casa iPersonalTrai-ner™, pronto ad essere lanciato sul mercato! Il team riminese (Sorbino, Pizzi, Borrelli) ha realizzato una parete attrezzata, un applicatore per strumenti utili al work out che diventa un vero e proprio spazio

di lavoro. Dunque allenamento in sospensione con un braccio ottica-mente invisibile, solidi ripiani per esercizi pliometrici, occhielli e ma-niglie per attraccare resistenze ela-stiche. Il primo feedback arriverà ad aprile, dove il “Wall” verrà pre-sentato al FIBO, la fiera di fitness tedesca più importante d’Europa. www.ipersonaltrainer.it

Cascata di premi nel 2012 Anno d’oro per Oltremateria

San Giovanni in Marignano - Il 2012 ha portato importanti riconoscimen-ti ad Oltremateria, azienda riminese

attiva da anni nel settore dei mate-riali innovativi e dei rivestimenti re-sinosi. Tra i premi assegnati ci sono il grandesignEtico International Award 2012 e il primo premio Eco-nomia Verde di Legambiente 2012 per la categoria industria. Ad Eco-mondo sono stati anche inseriti nella top ten delle imprese della Green Economy Made in Italy, selezionate tra tutte le aziende partecipanti al premio Sviluppo Sostenibile 2012 promosso dalla omonima Fondazio-ne. (Nella foto, Loris Casalboni con l’ex Ministro Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile).

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Settima generazione per la Nuova Golf

San Marino - In occasione dell’uscita della nuova Volkswa-gen Golf 7, lo scorso 8 novembre la Concessionaria Reggini ha organizzato una presentazione in anteprima dedicata ai propri clienti vip. Durante la serata, seguita da un’esclu-siva cena a buffet, è stato presentato l’ultimo modello Golf che, dopo 38 anni di successi mondiali e progressi tecnici, si è rinnovato ancor di più all’insegna del design, dell’af-fidabilità e dell’avanzamento tecnologico. Tra le auto più vendute al mondo, la Golf rimane un mito senza fine.

Quartopiano, menù d’Autunno

Rimini - Lo scorso 26 ottobre al Quartopiano Suite Re-staurant si è tenuto un incontro con i giornalisti e lo chef Silver per presentare le nuove proposte dell’autunno inverno 2012-2012. Da dicembre l’offerta si amplia con menu (comprensivi di antipasto, primo e secondo) vega-ni e vegetariani. All’incontro erano presenti il respon-sabile commerciale e marketing Andrea Tani, il respon-sabile di sala Fabrizio Timpanaro, lo chef Silver Succi e la signora Micaela Dionigi. La giornata è terminata con una degustazione di piatti vari tra cui i “classici” di Silver, come la tartare di crostacei al vapore, il tramezzino di triglia e la calamarata di Gragnano.

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Challenge Vincenzo Muccioli, miglior concorso

San Patrignano - Miglior concorso ippico del mondo per la terza volta.

Il “Challenge Vincenzo Muccioli” si aggiudica nuovamente, dopo il 2006

e il 2010, il riconoscimento come migliore manifestazione di salto

ad ostacoli a livello internazionale. A decidere di premiare questo

concorso come “Best Event of the Year Award 2012” sono stati i cavalieri

dell’International Jumping Riders Club e i lettori della rivista olandese Horse International, la più influente a livello

mondiale nel settore dell’equitazione. La premiazione si svolgerà a Londra

il prossimo 21 dicembre.

Grandi fiere in Europa, si rafforza Emeca

Rimini - Cresce l’Emeca (European Major Exhibition Centres Association),

associazione dei maggiori centri fieristici europei di cui fa parte anche

Rimini Fiera, e che attualmente è presieduta proprio dal suo direttore

generale, Piero Venturelli (nella foto). L’associazione, composta da 19 grandi fiere europee, ha infatti visto

recentemente l’ingresso tra i suoi soci dell’importante Expocentr di Mosca.

“Oggi, in Europa - spiega Venturelli - non esistono più mercati fieristici

nazionali ma un unico mercato europeo. L’obiettivo di EMECA, fissato

nell’atto costitutivo del ’92, è quello di fare emergere il potenziale dei

mercati nazionali europei”. www.emeca.com

Perla Verde Calcio, progetto Vincente

Riccione - Duecento tesserati per il settore giovanile, quasi la stessa cifra per gli amatori, e l’idea di fare calcio insieme, unendo società vicine come la Polisportiva Dilettantistica Fonta-nelle, F.C. Fontanelle, Asar e Pun-to Giovane, Perla Verde e società di calcio Femminile. Sei realtà per un unico progetto, Perla Verde Calcio Riccione, presentato recentemente al PalaTerme. Il presidente è Marco Morina (nella foto), vice Marco Bracci e segretario generale Roberto Fab-bri, noto per aver ricoperto un ana-logo ruolo nel Riccione.

Arte Pura, evento con le signore del Lions Club

Riccione - Il paradiso dov’è? Qual-cuno è certo di sapere dove si trova, qualcun altro pensa che non esista. Arte Pura è… di fianco al paradiso. Nella galleria PalaCongressi a Riccio-ne, inaugurato ad inizio estate, Arte Pura Store ridisegna il concetto di shopping abbinato allo “star bene”. Un ambiente unico nato dalla creativi-tà di Daniela Dallavalle in cui design, arte e intimità si uniscono per rega-lare momenti in cui ci si sente acca-rezzare l’anima. Da questa filosofia è nato l’evento del 16 novembre scorso,

dedicato alle signore del Lions Club Riccione. Chi avrebbe mai pensato di far rivivere due volte una vecchia camicia da notte della nonna, una bottiglia vuota che sarebbe finita nel cassonetto del riciclo del vetro o della posateria inutilizzata? Il riuso di que-sti oggetti, per noi così inutili ed insi-gnificanti, attraverso i percorsi creativi presentati da Daniela Dellavalle e dal suo team all’interno del corner Arte Pura, è diventato qualcosa di prezioso, totalmente nuovo e affascinante per preparare la tavola delle feste. (M.G.)

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Baby Bounty, insieme sul vascello

Rimini - Se la domenica si trascorre da sempre in famiglia, la novità

di quest’inverno è targata Bounty, con domeniche pomeriggio speciali per tutta la famiglia, a disposizione gratuitamente ogni settimana. Si va

dalle attività di gruppo con assistenza specializzata alle postazioni trucca-

bimbi, dalle sculture gonfiabili alla baby dance. Anche la ristorazione

diventa baby, con piatti ispirati agli eroi delle favole che rendono anche la tavola un gioco e una bella avventura.

Frequentatissima la domenica del Bounty anche per compleanni e feste.

www.bountyrimini.it

Blanco in mostra all’Ambasciata

San Marino - “Limen, la pittura oltre il confine” è il simbolico titolo

dell’esposizione che Leonardo Blanco ha allestito negli spazi

dell’Ambasciata d’Italia a San Marino, esponendo al pubblico 30 opere

vibranti di energia e frutto di minuziosi studi, relative al triennio 2009-12.

Grazie a questa monografica si ha la possibilità di cogliere il valore di

Blanco (nella foto con l’ambasciatore Marini) superfici che palpitano, mosse

da refoli impercettibili, divengono grafie intelligibili dell’anima, poste al

limen tra mistica e scienza. La mostra è visitabile su appuntamento fino al 21

dicembre (tel. 0549 991146). (L.L.)

La stanza del sale, benessere da Respirare

Rimini - Aquadirose, wellness care de Le Rose Suite Hotel di Rimini, invita a provare il sale che fa bene. Beneficiamo delle proprietà curative del sale ogni volta che al mare “re-spiriamo” la salsedine. La stanza del sale garantisce gli stessi vantaggi fuo-ri stagione: 30 minuti valgono come 3 giorni al mare. Il trattamento non ha controindicazioni ed è consigliato

per ridurre i problemi dell’apparato respiratorio, migliorare le prestazio-ni degli sportivi, curare dermatiti, psoriasi e allergie, eliminare le tos-sine e le intossicazioni come quella di catramina. La stanza del sale è un ambiente ipoallergenico in cui si respirano particelle di sale e iodio, dove suggestivi giochi di luce riduco-no stress e tensioni muscolari.

Gustose degustazioni e compleanno di Opera 01

Cattolica - Oper’bacco ha varato a Cattolica un ciclo di accattivanti degustazioni. Il prossimo appun-tamento è per l’11 dicembre con il compleanno di Opera 01, che vedrà la creazione del cocktail dal nome Opera 01 e la presentazione di birre artigianali del birrificio 32 Via Dei Birrai, presentate assieme a Lore-no Michelin. Il ciclo di degustazio-ni prosegue in gennaio all’insegna

delle bollicine, con assaggi dei vini della cantina di Franciacorta La Montina. Le serate si svolgono in collaborazione con e presso Opera 01 Maison de Charme, via del Prete 82 Cattolica, dalle ore 20,30; info e prenotazioni tel. 0541 413755; 347 6867359. (Nella foto, da sinistra, Gin-franco Marchesan, Marco Del Bianco, Lorena De Gennaro, Andrea Zapis, Al-berto Pecci e Alessandro Gabrielli).

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Premio Fair Play per Pol e Aleix Espargarò

Valencia - Assegnato ai piloti Pol e Aleix Espargarò il Premio Fair Play 2012 intitolato a Shoya Tomizawa, pilota giapponese deceduto al Gran Premio di San Marino e della Rivie-ra di Rimini il 5 settembre 2010. I promotori dell’evento - Repubblica di San Marino, Provincia di Rimini e Santa Monica Spa - assieme a Dor-na ricordano con questo premio il giovane campione tragicamente scomparso, segnalando ogni anno

personaggi che si sono distinti per la loro sportività. Il premio a Pol e Aleix Espargaro, fratelli ed entrambi per-sonaggi di grande spessore morale, è stato consegnato nell’ambito di Fim Awards 2012, nella serata conclusiva del campionato svoltasi a Valencia. A rappresentare i promotori è stato il vicepresidente di Santa Monica Spa Umberto Trevi (nella foto assieme ai due premiati), salito sul palco per la consegna del premio.

Wedding Dayal Centro congressi SGR

Rimini - Prima edizione di Wedding Day al Centro Congressi SGR di Ri-mini, andata in scena nella giornata di domenica 18 novembre, ad in-gresso libero. Qui i futuri sposi han-no potuto organizzare il loro giorno più bello: oltre trenta gli espositori riuniti, selezionati tra le eccellenze del territorio e rappresentativi di vari settori merceologici, dagli abiti da sposa all’agenzia viaggi, dal foto-grafo al fioraio, dalle bomboniere ai pasticceri sino ai fuochi d’artificio. A chiudere la giornata è stata una cena degustazione al Quartopiano Suite Restaurant.

Riccione Stream video contest, i vincitori

Riccione - Prospettive inedite sulla città arrivano dal “Riccione Stream video contest”, innovativo concorso partito il 25 giugno suddiviso in due categorie: Instant Video (60 secondi

di durata massima) e Short Video (180 secondi). Due distinte giurie - una

composta da esperti del settore ed una dall’intera comunità di Facebook,

chiamata a votare col “mi piace” - hanno scelto i video migliori, premiati

lo scorso 19 ottobre al Palazzo dei Congressi di Riccione. Il vincitore è Luca Pellizzari, per la categoria Instant e Short. Premio anche per

Giorgia Matteini Palmerini, assegnato dalla giuria di qualità. (C.B.)

Foyer metropolitano per il Teatro del Mare

Riccione - Nuova metamorfosi per il foyer del Teatro del Mare di Riccione, che ad ogni inizio di stagione si rinnova grazie alle cure dei designer riccionesi

di Emporium arteArtigianato. Per l’allestimento 2012/2013 del foyer

e della galleria è stato scelto un concept metropolitano made in

Riccione, con il contributo artistico dei writers selezionati dall’associazione

culturale smART e delle Bici-Sculture di Roberto Galassi. Colorati graffiti,

oggetti di design realizzati con materiali di recupero, video

e installazioni interattive, per una connessione sempre più stretta

tra il palcoscenico e la città.

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Essere | Deejay in rosa

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Betty Miranda, Patrizia Santini, Tamara Cantelli, Mirella Donati. Sono le voci femminili della radio, che ogni giorno trasmettono dalle emittenti locali. Brillanti deejay in rosa tra musica, interviste e tante emozioni.

testo Lucia Lombardi - foto Studio Paritani

“Take me to the top”, portami in alto, cantava Betty Miranda in una super hit del 1984. Titolo altamente meta-forico per chi, come lei, lavorava e lavora in radio, sintomatico di un sentire comune di quegli anni rug-genti in cui le radio libere italiane avevano preso, da poco meno di un decennio, larga diffusione, dive-nendo talvolta network su scala na-zionale, in cui fermento creativo e libertà di espressione erano al top.Da questa voglia di comunicare, di condividere passioni, musica e parole attraverso il mezzo radio-fonico sono state attratte quattro delle conduttrici storiche della radiofonia locale: Betty Miranda, Patrizia Santini, Tamara Cantelli e Mirella Donati.“Ho iniziato nel ‘76 casualmente. Mi sono infilata in una porta sba-gliata rispetto a quella in cui sarei dovuta entrare, ritrovandomi invo-lontariamente in una rudimentale sala di regia, e il gioco è stato fat-to!”. Una sorta di sliding doors è stato

l’inizio di Betty Miranda, chiamata forse dal destino, se ci si crede!“Inizialmente - racconta Betty - si trasmetteva con mezzi di fortuna. C’era anche molta incoscienza, ognuno portava dei dischi in vini-le, la musica non circolava con la facilità di oggi, io giravo sempre con una radiolina portatile per captare le rare trasmissioni musi-cali che giungevano con le novità. All’epoca non si usava il termine mixare, bensì si cambiavano i di-schi a mano e si coprivano le pau-se col parlato nel microfono. C’era molta freschezza in quello che si faceva, col disco il rapporto era più fisico, lo ascoltavi tutto, leggevi i testi, vedevi le foto... Oggi ti ar-riva freddamente un file con un nome e la scaletta non dipende più dalle tue scelte, sempre diverse e personali. Di quegli anni mi por-to dietro lo stimolo di essere come ero, pronta a buttarmi. Molte delle cose che mi sono accadute non le ho cercate, mi sono capitate”.

Le signore dell’Onda

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Nel corso della manifestazione “Di-sco Estate ‘82” Betty vince il concor-so tra dj indetto dalla Associazione Italiana Disc-jockey per Rai Tre. E sempre nell’82 partecipa all’avvio di Radio DeeJay di Milano, con Clau-dio Cecchetto e Gerry Scotti. Ha vinto il concorso nazionale “Su-persfida DJ” per RAI Radio Uno, conducendo il programma nella fascia serale. Nello stesso periodo era l’unica donna in un gruppo di dieci deejay (la Band of Jocks) e ha condotto trasmissioni musicali in Tv su Rai Tre (“Hit ’83” e “digei mu-sica”) e su Canale 5 (Pop corn). Ha inciso tre singoli con la band (“Let’s alla dance”,”Good times”, “Music in my heart”) e altrettanti come soli-sta (“Take me to the top”, “Dance”, “SOS”). Il primo singolo, “Take me to the top”, ha vinto il disco d’oro nell’84 in Francia, portandola in una tournée di 40 serate. Betty Miranda è stata una delle prime deejay donna a lavorare in discoteca, sia in zona (Barcelona, Paradiso, Rock Island, ecc) che in giro per l’Italia con l’agenzia Top Agency. Nel 1990 è stata ospite fissa nel programma “Piacere Rai Uno”, trasmesso da Rimini. A Mi-lano ha lavorato anche per vari stu-di pubblicitari, prestando la voce per spot nazionali (Maggi, Misura, Garnier, Finish).“Attraverso la radio potevo essere me stessa” afferma Patrizia Santini, altra prima donna della radiofonia. “Ho iniziato nel ’75 a radio Anten-na Tuscolo a Roma, poi sono stata a Milano dove ho lavorato come speaker e doppiatrice. I primi anni in radio sono stati emozionanti, un

tempo la scaletta era personalizza-ta, seguiva il sentire del dj. Sono entrata a Radio Rimini nel ’78, ri-manendo su quelle frequenze sino all’84. Poi sono passata a Radio Miramare, Sabbia, Argento. Dal ‘93 al 2012 ho lavorato a San Mari-no. La radio - spiega Patrizia - è un mezzo potente per far scaturire le emozioni, di cui molti hanno pau-ra. E la musica in questo aveva un ruolo importante, seguiva il mood del momento, non era affatto stan-dardizzata. Ho caratterizzato le mie rubriche - prosegue - facendo la conduttrice, intervistando per-sonaggi al fine di raccontare del-le storie; ho sempre condotto in

Sopra, Patrizia Santini alla consolle. In apertura, da sinistra, Betty Miranda, Mirella Donati e Tamara Cantelli

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funzione della gente. Per esempio ricordo una volta in cui riuscii ad ottenere un’intervista con Piero Angela che non ne rilasciava mai. Alla fine mi ringraziò e non finiva più di raccontarsi, si era creata una grande empatia”.Tamara Cantelli, voce fedele di ra-dio Gamma, si è lanciata in caduta libera verso questa passione che si è sviluppata in attività lavorativa. “Mi sono sempre considerata una privilegiata. Potevo fare ciò che ve-ramente mi piaceva. Protetta dagli studi della radio ogni imbarazzo svaniva, m’immaginavo di stare da-

vanti a tanti amici da intrattenere. Poter comunicare in maniera di-retta, riuscendo a crescere con gli ascoltatori e per gli ascoltatori, ha favorito la continua crescita, senza fossilizzarmi mai. La tecnologia di oggi semplifica molti passaggi ma non deve mai mancare l’anima; la radio non è solo diffusione, lo spe-aker rende umana la tecnologia. Oggi i tempi di conduzione sono più pressanti, veloci, dinamici... bi-sogna accordarsi alle nuove esigen-ze senza sacrificare ovviamente il filo diretto con gli ascoltatori, che crea una grande sintonia. Oltre ai programmi di intrattenimento se-guo anche rubriche dedicate alle letture e agli spettacoli dando in-formazioni specifiche, trattando i temi in maniera personalizzata”. Una voce radiofonica deve chiara-mente essere comunicativa, natu-rale, ricca di sfumature. Ma solo la spontaneità e la naturalezza rag-giungono veramente l’ascoltatore.“Negli anni - conclude - con alcuni ospiti della radio sono nati rappor-ti di grande stima professionale. Jovanotti, per esempio, che io ado-ro, si è dimostrato anche nel priva-to un grande comunicatore”.“Gianni Indino, Catia Galassi, Mauro Variale, Betty Miranda, mi hanno svelato gli arcani del me-stiere” svela Mirella Donati. “Nel 1984 sono giunta a radio Rimini casualmente, avevo una gran pas-sione per il mezzo e per la musica, così un’amica mi ha presentato Indino. Poi sono passata a Radio Sabbia. Ricordo ancora il provino: era una splendida giornata di pri-mavera. La sede era a Riccione in

Deejay agli esordi: in alto Betty Miranda assieme ad Alberto Camerini e Renzo Arbore. Sotto, Mirella Donati negli studi di Radio Rimini.

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un attico al settimo piano, il viag-gio in ascensore non finiva mai... All’arrivo mi ha aperto la porta un mito: Enrico il pazzo, pensavo di svenire! Poi ho registrato le tre battute che dovevo pronunciare per tutto il pomeriggio, fino a che non sono venuti a chiedermi lo studio perché dovevano andare in onda. Mi diedero un programma di intrattenimento, spumeggiante, ironico, caratteristiche che ancora oggi identificano l’emittente. C’era una sorta di autogestione etica. Il direttore di allora m’insegnò che, in mancanza di battute, sarebbe stato meglio contare sino a 10 o mandare un jungle. Ancora oggi è un consiglio valido!”.Mirella ci svela anche un aned-doto interessante: “Alla fine degli anni ’80 ebbi un appuntamento per un’intervista col grande Va-sco Rossi. Lo raggiungemmo nei camerini, stava mangiando pane e formaggio sorseggiando vino. Involontariamente tenni il volu-me a zero durante la registrazione dell’intervista e non venne inciso nulla... Credo di non aver ancora superato il trauma!”.Quale dev’essere la principale dote del deejay?“Ciò che conta prima della voce stessa - risponde Mirella - è il modo di porsi, la capacità di comunica-re con l’ascoltatore, intrattenere senza essere boriosi, non parlarsi addosso, con una modestia un po’ alla Arbore, mio punto di riferi-mento da sempre. All’epoca ci si poteva permettere di sbagliare, si cresceva col mezzo stesso, oggi è tutto molto più schematizzato.

Ora la divisione dei ruoli è netta: ci sono programmatori e conduttori, mentre fino agli anni ‘90 il doppio ruolo era svolto dal deejay. Noi cer-chiamo di far sognare, pensare e sorridere le persone che spesso ci ricambiano con un affetto smisu-rato. Tanto che sento una grande responsabilità nei loro confronti quando arrivano lettere in cui scri-vono che sei parte della loro vita. Alcuni ti aprono proprio il loro cuore, tutto ciò ripaga di ogni fati-ca, e quando si crea questa empatia significa che hai seminato bene!”.“Forse è per questo che hanno in-ventato la radio”, cantavano gli Stadio. Forse è per farci librare dal cuore un’emozione, come quelle che da decenni ci fanno provare le “nostre” voci in rosa. IN

Dall’album dei ricordi: in alto, Tamara Cantelli a Radio Gamma con Nek. Sotto, Patrizia Santini a Radio Rimini.

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Concerti, convention, manifestazioni sportive, spettacoli teatrali. Dietro ad ogni grande evento messo in scena c’è una macchina organizzatrice ben funzionante, diretta da personalità di spicco del territorio.

testo Alessandra Leardini - foto Riccardo Gallini

Che sia un concerto, una pièce teatrale, un match ad alto tasso d’adrenalina o un’esposizione ar-tistica, l’obiettivo per chi sta “die-tro le quinte” non cambia. Sono loro, i “fabbricatori” di emozioni, a muovere le fila di tutto ciò che rien-tra nella parola “evento”: dall’idea alla rappresentazione, la macchi-na organizzativa marcia spedita facendo attenzione a non dimen-ticare nessun dettaglio. Di volta in volta c’è un pubblico da divertire, commuovere, stupire.Sono trascorsi mesi da quella sera del 25 agosto quando, davanti ad oltre 10mila persone, la musica di Ennio Morricone ha incantato piazzale Fellini. Ma per le emozio-ni scaturite dalle note del maestro il sipario non è chiuso. All’orga-nizzatore, Gianni Succi, continua-no ancora ad arrivare messaggi di ringraziamento. Portare a Rimini il premio Oscar è stato un’impresa, così come coinvolge-re in tempi record gli sponsor nel co-finanziamento di una serata costata 350mila euro. Ripetersi

sarà ostico, eppure Succi è già al lavoro per bissare la prossima estate. “Voglio che sia un evento almeno dello stesso livello emo-zionale”, è l’unica anticipazione che può fare per ora. “Sono in-namorato di piazzale Fellini e, se possibile, vorrei tanto riproporre l’evento in quella location”. Una cosa è certa, assicura Succi: “Se tutto riuscirà ad incastrarsi, sarà qualcosa di spettacolare”.Concerti, convention e manifesta-zioni sportive scandiscono il car-tellone del 105 Stadium, la strut-tura, ormai prossima al suo decimo compleanno, che “ha fatto di Ri-mini la tappa di riferimento, dopo Bologna, dei principali tour che transitano in regione. Anche per alcune “date zero” come quelle di Jovanotti, Ramazzotti e Laura Pausini. L’Ad Ernesto De Filippis, pur non nascondendo le difficoltà dell’inizio, quando la concorrenza di Pesaro sembrava insormontabi-le, si dichiara più che soddisfatto del lavoro svolto dalla sua èquipe. Oggi il 105 si attesta sui 60 giorni

di eventi l’anno, 150 includendo quelli di allestimento e disallesti-mento. Molti anche gli eventi a capienza inferiore, da teatro, che altrimenti non troverebbero spa-zio a Rimini. Un rammarico ar-riva dal vuoto lasciato dal basket riminese, ma grazie alla collabo-razione con l’attuale amministra-zione comunale si punta ad eventi internazionali come la Fed Cup (9 e 10 febbraio), versione femmini-le della Coppa Davis. “Porteremo

Chi c’è dietro le Quinte

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Organizzare | Grandi eventi

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5mila persone - sottolinea De Fi-lippis - senza contare la visibilità mondiale”. Stesso discorso per il Galà del pattinaggio sul ghiaccio, che il 29 aprile ha portato 4.500 persone: si ripete il 31 dicembre con differita su Italia 1 in prima serata il primo gennaio. Anche il Premio “Ilaria Alpi”, nato nel 1995 da un’idea dell’associa-zione Comunità Aperta di Riccione, ha vinto una scommessa. Quella di fare della “Perla verde” la capi-

tale del giornalismo d’inchiesta. Oltre a premiare i migliori servizi televisivi dell’anno, il Premio tie-ne alta la memoria dell’inviata Rai uccisa a Mogadiscio nel 1994 con il suo operatore Miran Hrovatin. Un duplice omicidio che non ha ancora ottenuto giustizia. In nome di Ilaria l’evento riccionese si pone ogni anno come un momento di ri-flessione e dibattito su temi di forte attualità, ospitando grandi nomi del giornalismo italiano e inter-

Sopra, il manager Gianni Succi con l’attrice Claudia Cardinale e il maestro Ennio Morricone.

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In alto, a sinistra, Ernesto De Filippis, Ad del 105 Stadium. A fianco, Otello Cenci, direttore artistico del Meeting. Sotto, il direttore del “Premio Ilaria Alpi” Francesco Cavalli, sul palco assieme ad alcune premiate nell’edizione di quest’anno.

nazionale. Tra gli ospiti di questi anni Enzo Biagi, Giorgio Bocca, Roberto Morrione, Riszard Kapu-scinsky, Amira Hass, Adriano Sofri e Corrado Formigli, le attrici Gio-vanna Mezzogiorno, Lella Costa e Isabella Ragonese, l’artista Vinicio Capossela, oltre ad un ricco parter-re di magistrati e politici. “La chia-ve - spiega il direttore, Francesco Cavalli - è lo spirito associativo con cui siamo nati e cresciuti”. Molti i volontari, in ruoli di responsabili-tà (è il caso dello stesso direttore scientifico Andrea Vianello) e in ruoli più operativi. In cinquanta hanno dato man forte all’ultima edizione (dal 6 all’8 settembre), che ha visto 39mila persone con-tattate solo su Facebook. Altro nome di spicco tra gli orga-nizzatori di eventi è quello di Otel-lo Cenci, che già nel 1999 era riu-scito a portare Ennio Morricone a Rimini in occasione del Meeting per l’Amicizia fra i popoli, di cui Cenci è direttore artistico. Per il regista, attore e creativo riminese, il cartellone della kermesse di CL è solo uno degli impegni che oggi cura con la sua Officina Creativa “Made”. Cenci ha prodotto, diretto e rappresentato sul palco centina-ia di spettacoli, collaborando con

artisti e compagnie di fama inter-nazionale. Sempre per il Meeting ha portato a Rimini - tra gli altri - Riccardo Muti, Giancarlo Gianni-ni, Alessandro Preziosi e Massimo D’apporto. “Ora sto curando la re-gia di un progetto internazionale - racconta - l’opera lirica ‘Serenata al vento’, composta da Aldo Finzi nel 1931, che, ad oggi, nessuno ha ancora potuto ascoltare”. Andrà in scena il primo dicembre al Teatro Donizetti di Bergamo, con un’or-chestra di oltre 60 elementi e 15 tra attori e artisti.Forte lavoro di squadra anche per Misano Eventi, che conta 25 soci tra

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In alto, il presidente di Misano Eventi Luigi Bellettini insieme a Valentino Rossi. Sotto, Michaela Bottcher, di Ricordi in soffitta.

alberghi, bagnini e pubblici eserci-zi. Tutti uniti per portare presenze turistiche e a promuovere il nome della città. “Siamo nati nel 2009, inizialmente per gestire Dedikato e altri eventi collaterali al Moto GP”, racconta il presidente Luigi Bellettini. “Oggi l’attività si esten-de ad una serie di appuntamenti come la World Ducati Week a giu-gno, il Festival della Pallamano di luglio e la Misano World Weekend a settembre”. Dedikato resta l’even-to principe insieme alla missione solidale che l’accompagna. Set-tantamila euro sono stati devoluti in quattro anni alla Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica di Matteo Marzotto, e quest’anno 21mila euro sono stati raccolti per la Fondazione Marco Simoncelli. “Si punta a coinvolgere sempre più i privati, visto che il contributo del Comune copre solo il 10% del bud-get. Si sta capendo l’importanza di fare squadra. Il vantaggio - conclu-de Bellettini - oltre alle presenze turistiche è quello di portare lavo-ro ai fornitori, che oggi sono tutti della nostra provincia”.Un’esperienza più giovane ma non meno dinamica è quella di Ricordi in soffitta, che organizza eventi versatili di antiquariato, artigianato e hobbistica. La prima mostra scambio a Riccione risale al giugno 2009, racconta Michaela Bottcher. Da allora si ripete ogni prima domenica del mese (esclu-so dicembre) in piazzale Ceccari-ni. Frutto del lavoro di Michela e del suo staff sono anche la “Movi-da de Pais” e “Millemetri”, le do-meniche di dicembre, con artisti

di strada, auto d’epoca, musica e mostre mercato. Da Riccione i confini si sono allargati a San Giu-liano (con il mercatino estivo alla Darsena) e a Rimini, dove a Nata-le debutterà sul porto canale un mercatino. Fondamentale l’incon-tro tra due mondi: la tradizione dei vecchi mestieri e l’innovazio-ne di artisti che non hanno grandi occasioni per esporre. Un ponte tra giovani e vecchie generazioni che hanno voglia di rimettere il proprio talento in mostra. IN

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Assaporare | I Tre Re

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Il giusto equilibrio tra invenzione e tradizione rende unico il ristorante I Tre Re di Poggio Berni. Anche grazie a produttori doc come la Bottega della Carne di Novafeltria e La Vischia di Sogliano.

testo Stefano Rossini - foto Riccardo Gallini

La quintessenza della cucina è l’equilibrio. È una virtù, come dicevano gli antichi, la capacità di soddisfare e stupire il palato senza stancarlo o infastidirlo. Il punto preciso, equidistante, tra la semplicità e la ricercatezza, tra la singola esaltazione di un sapore e l’amalgama di più componenti, tra la capacità di preservare intatte le caratteristiche della materia prima e la voglia di trasformarla. È diffici-le da trovare, quanto un elisir o la pietra filosofale. L’enogastronomia come l’alchimia? Perché no? Se non per la teoria, le due discipline sono sicuramente apparentate per il loro ambiente di lavoro fatto di fuochi, pentole - raramente gli alambicchi, ma non mi stupirei di trovarli in qualche cucina - e materie in tra-sformazione, per la ricerca di una soluzione che faccia stare bene o migliorare la vita delle persone. Per questo - a mio modesto pare-re - i tentativi di dar vita ad una cucina innovativa sono sempre i benvenuti, e, quando mi è arrivata all’orecchio la notizia che la nuova gestione del ristorante I Tre Re di Poggio Berni, oltre a portare avanti una cucina personale e interessan-te, ha deciso di riproporre piatti

della tradizione, in parte rivisita-ti, completamente scomparsi dalle tavole nostrane come la trippa, le tagliatelle con le rigaglie, salsiccia e gobbi e pesci poveri, beh, ho pensa-to che non si poteva lasciar correre questa informazione senza appro-fondirla. Ma andiamo con ordine.I Tre Re è un pezzo di storia del-la ristorazione locale. Oltre ad aver sempre offerto una cucina piacevole, gode di un’ubicazione davvero incantevole. Già dal me-dioevo, come testimoniano i pa-lazzi storici così come le ville più moderne, Poggio Berni è sempre stato amato per i panorami rega-lati dalla terrazza che sorge alle spalle di Santarcangelo sulla riva sinistra del Marecchia, nell’ul-timo tratto del suo percorso. Capita anche che ci s’innamori dopo qualche visita. È successo ad un imprenditore di Monza, Nadir Novasconi, che ha deciso, dopo numerose visite in Romagna, di rilevare un albergo ristorante su queste colline ed ha avuto l’oc-casione di farlo con I Tre Re. A quel punto ha chiamato Antonella Celli, che l’ha avuto in gestione fino al 2008 e qui aveva lasciato il cuore. Antonella ha accettato

ed è ricominciata l’avventura. A completare il nuovo staff è arriva-to Stefano Ciavatti, chef riminese allievo dei bravi Gino Angelini e Vincenzo Cammerucci, e il maitre Giovanni Chiarelli, già nello staff di Pinchiorri e del Circolino del Molo. Tutti sono accomunati dal fatto che non ci hanno pensato due volte. Il posto vale, questa è la loro idea. Allo stesso modo è chia-ra anche la loro filosofia del cibo: prodotti del territorio, ricette re-cuperate e rivisitate, produttori scelti e fidati e stagionalità.Il menù presenta una bella sor-presa. All’interno, oltre alla carta stagionale, c’è un foglio che pro-pone “La tradizione all’uso di Ro-magna”. Si scorre con piacere una lista di piatti davvero rari. Se è facile trovare le tagliatelle al ragù o i sardoncini alla griglia in altri ristoranti, è più faticoso farsi por-tare altrove delle pappardelle con le rigaglie, la tagliata di galletto alla diavola o la trippa, il risotto all’anatra; oppure, per il pesce, le vongole aperte sul testo. Qualcu-no ricorderà di piatti dimenticati come la sfoglia lorda, o minestra sporca, brodo servito con i rima-sugli della pasta dei cappelletti.

Alchimie di Sapori

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E adesso è il momento di sceglie-re nel dettaglio, osservando da vicino - e assaggiando - due piatti scelti e proposti da Stefano. Uno di carne e uno di pesce.Il primo è la salsiccia coi cardi, o gobbi. Piatto tipico e povero di queste zone. Un piatto semplice, troppo, verrebbe da pensare. C’è la salsiccia tagliata a cubetti e i cardi serviti assieme. Non così in fretta. Nella rivisitazione di Stefa-no la salsiccia - rigorosamente di mora romagnola - viene impastata a mano con aggiunta di un po’ di olio extravergine di oliva e di gras-so, e poi rinsaccata in un budel-lo più grande. Viene poi tagliata a fette sottili, arrotolata come un cannolo, resa croccante, farcita con una purea di cardi e servita su un purè di patate con il sugo di cottura dei gobbi, spolverata con del pecorino di grotta.Un modo davvero originale di ri-vedere una ricetta. Non è da meno il pesce. Stefano propone il pesce San Pietro al forno con lumachine di mare ed erbe. Il pesce viene sfi-lettato e con le carcasse si fa il bro-do. Le lumachine sono sgusciate e preparate in guazzetto col finoc-chietto selvatico e gli odori. È il momento di cuocere il pesce. La trovata è geniale. Viene impanato in una farina di ciccioli di mora romagnola artigianali preparati dallo chef, sbriciolati al momento, e poi scottato in padella, solo per un attimo. Infine, si compone il piatto col guazzetto sul fondo, le erbe dolci e amare di campo e il pesce, passato in forno.

I PRODuTTORINel menù dei Tre Re, oltre al foglio con le proposte della tradizione all’uso di Romagna, viene indica-ta anche la provenienza dei pro-dotti e alcuni produttori. Per farsi un’idea precisa di quella che viene chiamata la filiera.E anche i produttori hanno sto-rie interessanti, in particolare la Bottega della Carne e norcineria di Domenico Celli di Novafeltria e l’al-levamento di ovini e caseificio La Vischia di Sogliano. Due percorsi completamente diversi.La prima è la classica storia di famiglia. La bottega di Domenico Celli è attiva dal 1959 e propone carni e salumi del territorio. Dal ‘97 la carne bovina è solo di razza marchigiana Igp proveniente da Perticara, pascolata all’aperto da marzo a novembre e alimentata con foraggio no ogm per l’inverno. I maiali, invece, vengono da Carpe-gna. E non prima di aver compiu-

to i due anni, in modo da arrivare ad un buon peso e maturare carni forti e grasso dolce. Tutte caratte-ristiche che nei salumi si sentono, come il prosciutto di spalla, il Man-dolino, preparato con la parte no-bile, o il lombetto colonnato.Mariaelena Moroncelli, de La Vi-schia di Sogliano, non ha una lunga tradizione familiare alle spalle. È una ragazza giovane, di Santarcangelo, di poco più di 30 anni, che all’inizio del millennio ha deciso di vivere in campagna. Ha acquistato un terreno nella valle dell’Uso, in territorio so-glianese, e lì ha cominciato ad allevare ovini da latte di razza sarda, alimentati solo con misce-le di orzo biologico, piselli e semi di lino biologici. E questa scelta nelle carni si sente, così come nel latte, profumato e buono, che vie-ne trasformato fresco quotidiana-mente in ricotte, raviggiolo, yo-gurt e pecorini affinati. IN

A fianco, lo staff raccolto attorno al grande camino. Sotto, Domenico Celli nella sua

“Bottega della Carne” di Novafeltria. In apertura, da sinistra, lo chef Stefano

Ciavatti, Antonella Celli, il maitre Giovanni Chiarelli e Nadir Novasconi.

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Deserti di sabbia e savana sconfinata. In due sulle

strade di Namibia e Botswana, alla scoperta

dell’Africa meridionale.

Dall’alba al tramonto, dall’infanzia alla vecchiaia, dal mare alle mon-tagne. Nell’Africa meridionale tutto segue i ritmi primordiali e ci consen-te di cogliere il senso più profondo della nostra esistenza. Le giornate iniziano alle prime luci e terminano davanti al fuoco all’imbrunire. Vec-chi e bambini convivono allegra-mente nei villaggi. Le montagne di sabbia muoiono tra le onde dell’o-ceano. Il silenzio del deserto è in-terrotto dai canti delle popolazioni indigene e dai ruggiti degli animali.

Io e mio marito Giovanni abbiamo viaggiato molto in questi anni, alla scoperta degli angoli più remoti del nostro continente. In Africa, però, eravamo andati solo due volte: prima in Tunisia poi in Marocco. Quest’anno abbiamo deciso di an-dare in Namibia e Botswana senza un motivo particolare. Sapevamo che queste nazioni sono scarsamen-te popolate e noi in vacanza amia-mo fare vita da eremiti. Abbiamo deciso di prenotare tutto da soli tramite internet, come facciamo

testo e foto Marianna Giannoni

Lo specchio dell’Immensità

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Viaggiare | L’Africa meridionale

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abitualmente. Ci siamo accorti che i voli più convenienti dall’Italia erano con partenza da Venezia ed arrivo a Johannesburg. Abbiamo acquistato i biglietti e prenotato un fuoristrada adibito camper, con cui siamo partiti per il nostro viaggio avventura. Prima di partire aveva-mo acquistato varie carte stradali e c’eravamo fatti un percorso di mas-sima sul navigatore satellitare, inse-rendo i punti d’interesse consigliati da altri viaggiatori e dalle guide Lo-nely Planet. Le prime tappe sono

state di trasferimento per raggiun-gere il deserto del Namib. Nella Na-mibia meridionale abbiamo subito esplorato il Fish River Canyon, un gustoso antipasto paesaggistico de-gli splendidi panorami della parte centrale e settentrionale. Abbiamo poi percorso la desolata Skeleton Coast, definita così perché in teoria ci dovrebbero essere gli “scheletri” di tante imbarcazioni naufragate, ma in realtà sono veramente pochi. L’ambiente però, sempre avvolto da una leggera nebbiolina, sembra

appartenere ad un girone dante-sco, centinaia di chilometri tra mare e dune senza incontrare una sola persona. Ci siamo fermati in una spiaggia e ci sono venuti incontro due ragazzi che ci hanno chiesto ac-qua e cibo... non denaro, solo vive-ri. Nel nulla più assoluto i soldi non hanno il benché minimo valore. Se non ci sono negozi in cui acquistare generi di prima necessità, il denaro ha il valore del vento. La gente del deserto è abituata ad affrontare le intemperie della vita come le tan-tissime foche della colonia di Cape Cross, che entrano ed escono dalle gelide acque dell’oceano. Abbiamo proseguito il viaggio lungo la costa divertendoci sulle dune e giungen-do poi all’oasi di Sossusvley, nel cuore del deserto. Fino a quel mo-mento non avevamo visto molti ani-mali selvatici ma appena ci siamo addentrati le zebre, le gazzelle e gli impala ci hanno tenuto compagnia quasi ogni giorno. Nell’entroterra abbiamo incontrato e conosciuto le popolazioni locali. La più pittoresca e simpatica è quella della etnia Him-ba, con donne dal seno scoperto e la pelle ricoperta con una pasta fatta di ocra e grasso. È facile familiarizzare con gli himba: basta pronunciare la parola “moro” che significa “ciao” e donargli del cibo, o ancor meglio del tabacco. Hanno case di terra ma non sono poveri, hanno il be-stiame per la sussistenza, le pompe per l’acqua e qualche volta perfino un telefonino, che caricano con i pannelli solari. Sono mendicanti per cultura, non per necessità. Le donne possono fare fino a 20 figli, anche con uomini diversi. Possono

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A fianco, Marianna e Giovanni con la bandiera di San Marino al tropico del Capricorno. Sotto e in apertura, immagini tratte dall’album di viaggio in Africa della coppia sammarinese.

sembrare dei primitivi ma è la loro vita, le loro tradizioni che vogliono assolutamente preservare. Andia-mo poi a visitare l’Etosha, il parco più grande della Namibia in cui av-vistiamo splendidi leoni, una tigre, zebre, elefanti, giraffe. Il parco è magnifico ma c’è molta gente, è troppo turistico. Dopo due giorni ci dirigiamo verso un altro parco, il più estremo: il Kaudom. Si può percorrere solo con auto a 4 ruote

motrici e il guidatore deve essere molto abile nella guida. Fortunata-mente mio marito è sempre stato bravo al volante ed ha una buona esperienza anche in condizioni proibitive. Vediamo qualche giraffa, un paio di elefanti ma il paesaggio è mozzafiato. Siamo completamente soli, nessuno si è spinto fin quas-sù. Ci fermiamo in un campeggio molto spartano e come ogni sera raccogliamo la legna per accendere

il fuoco, fondamentale per cucina-re e per tenere lontani gli animali selvatici. All’imbrunire si ferma un altro fuoristrada. A bordo un ragaz-zo tedesco, partito da Monaco di Baviera e diretto a Città del Capo. Parla perfettamente l’italiano e trascorriamo la serata con lui, a parlare di viaggi sorseggiando una birra. Attraversiamo poi il Capriviri ed entriamo in Botswana, una na-zione completamente diversa dalla Namibia. La popolazione è molto più fredda, il paesaggio meno affa-scinante, le strade più difficili ma ci sono molti più animali selvatici. Visitiamo tutti i parchi principali incontrando i famosi “big five”: ele-fanti, bufali, leoni, rinoceronti e le-opardi. Non mancano le giraffe, le splendide zebre e gli ippopotami, presenti in tutte le pozze d’acqua. Gli animali normalmente sono mansueti ma gli elefanti talvolta ri-escono ad essere molto esuberanti. Nella Moremi Game Reserve siamo stati circondati da un grosso bran-co di elefanti piuttosto irascibili ed abbiamo temuto che ribaltassero il nostro fuoristrada. Abbiamo atteso immobili che si diradassero e appe-na si è aperto un varco siamo fuggi-ti. Ci siamo poi diretti nel Central Kalahari Game Reserve: lo spec-chio dell’immensità. Lo sguardo si perde nell’infinita savana, ci sono pochi animali, pochissimi turisti ma è splendido. Ci sentiamo pic-coli ma nella grandiosità di questa terra. Il Kalahari racchiude in sé l’anima dell’ Africa meridionale: potenza, forza e quiete. IN

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L’Agrumaia locanda - Via Ruggeri, 32 • Santarcangelo di RomagnaTel. 0541.622173 • www.agrumaia.it • [email protected]

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testo Giorgia Gianni

Insieme sulla Neve

Escursioni e ciaspolate, snowkite e snowboard: l’inverno regala emozioni forti agli Sci Club del territorio, impegnati nella promozione della pratica sportiva e del rispetto per l’ambiente naturalistico.

Sciare | Sci Club

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Era il 1894 quando Sir Arthur Co-nan Doyle, il creatore di Sherlock Holmes, scivolava sulle nevi di Da-vos in completo di tweed, con ai pie-di sci di legno lunghi due metri e mezzo, vero pioniere dello sci. Oggi sono cambiati materiali, tecniche e design, ma l’emozione che si prova sulle distese bianche fra le cime è ancora la stessa. Un’emozione che gli sci club creati in questi anni in tutto il territorio riminese aiutano a condividere con altri amanti del-la neve e a diffondere tra il grande pubblico. Ultimo nato, lo Sci club Rimini, presentato ufficialmente nel

maggio scorso con un ospite d’ec-cezione come il campione azzurro Max Blardone. Lo Sci Club Rimini vuole essere un punto di riferimento di tutti gli amanti della neve, dallo sci alle ciaspole allo snowkite, spiega la presidente Sabrina Pace. “Contiamo ad oggi circa 300 tesserati, promuo-viamo lo sci alpino, lo snowboard e le altre discipline legate all’am-biente montano a livello amatoriale e agonistico, per adulti e bambini. Crediamo sia importante non solo raggiungere un buon risultato ago-nistico ma anche frequentare un ambiente sano, condividendo i va-lori dell’etica sportiva. Per questo anche l’aspetto aggregativo e socia-le è rilevante. Il nostro calendario è ricco di gite, uscite di allenamento, competizioni nelle località dell’arco alpino e dell’Appennino, gemellag-gi con le località di montagna, come Folgaria. Grande successo hanno inoltre i domenicali con le scuole”. Tra i prossimi appuntamenti dello Sci Club Rimini c’è La Villa a dicem-bre, per seguire la Coppa del mon-do di sci e le gare del campionato interprovinciale in gennaio.Tra i sodalizi “storici” c’è poi lo Sci Club Coriano, nato nel 1980 grazie ad un piccolo gruppo di appassio-nati e divenuto oggi una realtà con circa 500 soci nella scorsa stagione. “Durante l’inverno - afferma il pre-sidente Flavio Galli - se è possibi-le sfruttiamo le piste di Eremo di Carpegna per gli allenamenti con i nostri accompagnatori-allenatori, e abbiamo un maestro che cura l’allenamento e preparazione dei ragazzi. Il momento più importan-te della stagione sono le gare socia-

In alto, la presidente dello Sci Club Rimini Sabrina Pace assieme ad alcuni aderenti al sodalizio, nella foto sotto al gran completo.

In apertura, una ciaspolata in Carpegna organizzata dal CAI. Nella pagina seguente,

il gruppo Sci Club Coriano gare sociali.

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li. Prendiamo parte al campionato interprovinciale e la nostra squadra partecipa a gare FISI di sci alpino, speciali-tà Super G. Durante l’estate organizziamo una settimana bianca sul ghiacciaio, mentre d’inverno portiamo a sciare tante persone e organizziamo diverse iniziative. Nell’a-prile 2013, a chiusura della stagione, parteciperemo alla gara a squadre Reine Blanche a Cervinia-Valtournanche”.A Misano il nuovo Sci Club-Snowboard Club ha invece pre-sentato a fine ottobre la stagione invernale con una festa in piazza, mentre nella zona nord è attivo lo Sci Club Bellaria Igea Marina. A Rimini il Club Alpino Italiano (CAI) conta 650 soci ed è partner, con i CAI di Ravenna e Arezzo, della scuola di sci-escursionismo intitolata a Francesco Negri, gesuita ravennate che nel 1633 compì il lungo viaggio dal mare Adriatico alla remota Lapponia scoprendo per primo in Italia l’uso dei “legni per strisciare sulla neve”. “Il no-stro obiettivo - sottolinea la presidente Imara Castaldi - è quello di favorire la frequentazione della montagna nel rispetto delle regole, unendo una base di preparazione fisica e atletica ad un taglio culturale e formativo”. “Lo sci di fondo escursionismo è il ritorno allo sci originario, quale semplice mezzo per muoversi sulla neve”, aggiunge Roberto Battaglia, responsabile dell’attività. “Risponde alle aspirazioni di chi cerca un’evasione più completa, un intimo contatto con la natura ed una conoscenza approfondita dell’ambiente invernale anche sulle nostre montagne vicino a casa, a due passi dal mare. Sciare in sicurezza è l’obiettivo della scuola intersezionale del CAI: da gennaio saranno promossi due corsi e se il meteo ci assisterà il Monte Carpegna sarà la meta ideale”. IN

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UNA MAISON DE CHARME NEL CUORE DI CATTOLICA

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La passione per la progettazione unisce la vita pubblica e privata dei due progettisti Elisa Burnazzi e Da-vide Feltrin, che stanno mietendo premi de rang. I loro lavori appaio-no su libri e riviste prestigiosi. Non ultima la loro partecipazione alla Biennale di Architettura di Venezia.Quando si è costituito lo studio e come?“Ci siamo conosciuti alla Facoltà di Architettura di Venezia, laureando-ci insieme nel 2001. Dopo aver col-laborato separatamente con impor-tanti studi di architettura, Davide presso lo studio di Karl Spitaler in val Venosta, io nello studio di Paola Benzi a Rimini e nello studio Land di Milano di Andreas Kipar, nel 2004 abbiamo fondato lo studio Burnazzi

Feltrin Architetti, dando vita ad una collaborazione resa solida dal con-fronto libero e continuo tra le no-stre idee, competenze ed attitudini”. Com’è essere una coppia nella vita e sul lavoro?“L’architettura è una cosa che ci unisce tanto ed essendo una pas-sione totalizzante ci fa superare an-che i momenti più difficili. Per non essere risucchiati dal lavoro, però, nei momenti di relax cerchiamo di tenerlo fuori dalla porta. E per rimanere in equilibrio rispettiamo le nostre individualità”.Quali sono i vostri riferimenti ar-chitettonici?“Ci piace quando in un progetto rintracciamo una poetica specifica, un fine ultimo da raggiungere che

Giovani e talentuosi, Elisa Burnazzi e Davide

Feltrin fanno coppia nella vita e nel lavoro.

Unendo le forze e le idee per un’architettura

in grado di esprimere valori collettivi.

testo Lucia Lombardi

Costruire a quattro Mani

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Progettare | Elisa Burnazzi e Davide Feltrin

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non sia solo prestazionale, funzio-nale, materiale, ma un qualcosa in più, che non è solo bellezza. Seguia-mo con molta passione l’architet-tura del giapponese Kengo Kuma, troviamo in lui valori molto alti”.Quali materiali si confanno di più al vostro estro creativo?“Il legno è uno di quelli più utiliz-zati. Non che sia più idoneo di altri. L’idea dell’equilibrio che ricerchia-mo si ricollega alla poetica giappo-nese, ci piace quando coesistono elementi contrapposti. Ci piace che uno spazio restituisca contrasti tra elementi materiali e immateriali, tra luci e ombre”.Vi state destreggiando su varie tipologie di commissioni e in dif-ferenti ambiti geografici: dalla bioedilizia ai restauri, all’interior design, passando per complessi edilizi più articolati...“Siamo molto curiosi, ci piace cam-biare, metterci alla prova in campi non ancora battuti. Chi si rivolge a noi conosce il nostro linguaggio, la nostra modalità espressiva. Col committente ci si confronta, ponen-do reciproco impegno intellettuale. È bello quando ognuno dà del suo senza risparmiarsi, mettendo a di-sposizione la propria sensibilità”.Come descriveresti l’esperienza della Biennale di Architettura?“È stata molto significativa. Quan-do ero studente sognavo di poter esporre lì un mio lavoro. Abbiamo conosciuto gli altri giovani studi un-der 40 selezionati con cui abbiamo scambiato idee, opinioni... Sono momenti di grande crescita”. Cosa significa fare architettura oggi?“Fare qualcosa che nasce dal con-

nubio di forze e interessi della società intera, manifestazione di valori collettivi. Un ‘Common ground’, come nell’intento del direttore Chipperfield della Bien-nale a cui abbiamo partecipato. Bisogna pensare ad un’architet-tura per la comunità con una vi-sione più etica e di confronto at-traverso i concorsi. Sarebbe utile anche valorizzare giovani talenti che hanno nuove metodologie di approccio alla professione”.Avete un progetto nel cassetto? “Ci piacerebbe veder partire il can-tiere del Centro di Aggregazione

per giovani e anziani di Poggio Pi-cenze, comune aquilano colpito da terremoto nel 2009, progetto promosso dall’associazione Nazio-nale Cantanti, associazione Amici del cuore e dal Quotidiano edito-riale Spa. Ci coinvolge molto dal punto di vista emotivo; abbiamo la-vorato a rimborso spese, cercando di ridare speranza ai cittadini nella natura e nell’uomo tramite il sim-bolico gesto, da parte dei fruitori del centro, di mantenimento della vegetazione della copertura e delle pareti perimetrali. Speriamo serva per ridare fiducia nel futuro!”. IN

A fianco, alcuni progetti firmati dagli architetti Burnazzi e Feltrin, ritratti nella

pagina precedente.

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Nel campo dei serramenti di pregio per ambienti pubblici, pri-vati e commerciali è sinonimo di affidabilità e solidità. Infistil è un’azienda presente sul mercato da ben 50 anni, che in tempo di crisi investe i propri utili in ricerca e qualità. Se il mercato si evolve e si fa più esigente Infistil risponde, grazie alla sua duttilità artigiana e all’alta innovazione dei prodotti proposti. Oltre ad un miglioramento qualitativo degli infissi in PVC, insieme ai propri partner Infistil è impegnata nell’utilizzo di materiali ecosostenibili puntando anche ad un affinamento estetico del serramento. Grande attenzione è rivolta agli angoli, punto critico di questo tipo di chiusura: insieme ad una azienda modenese è stato brevettato un macchinario apposito per ot-

tenere un effetto finale più raffinato, ove la continuità delicata dell’anta in PVC appaia anche in quel punto armonica, raggiun-gendo un risultato estetico di grande uniformità. L’azienda, con uno store aperto al pubblico a Misano Adriatico, è stata la prima del settore ad aprire un’esposi-zione per il cliente finale, con ambientazioni su larga scala, dal rustico al moderno, al fine di rendere più efficace la presenta-zione dei prodotti anche ai non addetti ai lavori. Tra gli innumerevoli progetti di Infistil c’è quello di aprire due nuovi showroom a Rimini ad inizio 2013, e a Pesaro, a fine 2012. Per rendere edotti i tecnici sul mondo dei serramenti e su come identificare la qualità e le giuste

performance offerte, con l’ordine dei geometri di Rimini l’a-zienda ha creato anche una serie di seminari monografici su differenti tematiche afferenti il PVC e le chiusure in genere, dalle nuove norme legislative al montaggio.Lo spirito lungimirante di questa azienda italiana è quello di as-secondare sempre più le esigenze del cliente finale dal punto di vista qualitativo e innovativo, coniugandole con la propria espe-rienza artigiana che dona all’attività quel valore aggiunto che fa la differenza, grazie alla possibilità di creare prodotti ad hoc. Da gennaio 2013 Infistil proporrà una nuova gamma di prodotti altamente competitivi, adatti alle esigenze del territorio nazionale. L’eccezionale isolamento termico dei profili, ottenuto grazie ai rinforzi in fibra di vetro, coniugato a stabilizzanti ecologici e materiali di prima qualità, permette di creare serramenti molto performanti sia termicamente che acusticamente, con un’alta resistenza al carico del vento, il tutto certificato dai principali Istituti Europei. La cura del design di ogni singolo elemento e la ricercatezza nella scelta di finiture e colori rendono il nuovo prodotto ve-ramente soddisfacente dal punto di vista estetico, anche a clienti cultori del perfezionismo.Infistil ha aderito al consorzio per la tutela del made in Italy, acquistando nuovi macchinari all’avanguardia e puntando

su una produzione nazionale al fine di salvaguardare la qualità produttiva e il rispetto della corretta applicazione delle normati-ve italiane, che spesso vengono eluse dalle produzioni d’oltralpe.L’azienda offre inoltre consulenze a 360 gradi: negli show-room vengono proposti prodotti sicuri, tecnologici e control-lati, e il cliente è seguito con professionalità anche nel post vendita. La lunga storia che caratterizza le produzioni Infistil dona all’acquisto maggiore fiducia e garanzia. L’incontro tra domanda e offerta qui è più che fruttifero: l’azienda, infat-ti, investe i propri utili in partnership proficue, cercando di trasmettere ai più il valore del proprio operato e donando al cliente la possibilità di una scelta consapevole.In un momento storico in cui tutti decentrano le produzioni è bene far luce sulle aziende virtuose, che credono in un futuro industriale italiano fondato su valori veri dell’alta artigianalità.

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Nel campo dei serramenti di pregio per ambienti pubblici, pri-vati e commerciali è sinonimo di affidabilità e solidità. Infistil è un’azienda presente sul mercato da ben 50 anni, che in tempo di crisi investe i propri utili in ricerca e qualità. Se il mercato si evolve e si fa più esigente Infistil risponde, grazie alla sua duttilità artigiana e all’alta innovazione dei prodotti proposti. Oltre ad un miglioramento qualitativo degli infissi in PVC, insieme ai propri partner Infistil è impegnata nell’utilizzo di materiali ecosostenibili puntando anche ad un affinamento estetico del serramento. Grande attenzione è rivolta agli angoli, punto critico di questo tipo di chiusura: insieme ad una azienda modenese è stato brevettato un macchinario apposito per ot-

tenere un effetto finale più raffinato, ove la continuità delicata dell’anta in PVC appaia anche in quel punto armonica, raggiun-gendo un risultato estetico di grande uniformità. L’azienda, con uno store aperto al pubblico a Misano Adriatico, è stata la prima del settore ad aprire un’esposi-zione per il cliente finale, con ambientazioni su larga scala, dal rustico al moderno, al fine di rendere più efficace la presenta-zione dei prodotti anche ai non addetti ai lavori. Tra gli innumerevoli progetti di Infistil c’è quello di aprire due nuovi showroom a Rimini ad inizio 2013, e a Pesaro, a fine 2012. Per rendere edotti i tecnici sul mondo dei serramenti e su come identificare la qualità e le giuste

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“Ludus animo debet aliquando dari, ad cogitandum melior ut redeat tibi”, di tanto in tanto bisogna dar riposo all’a-nimo, affinché poi sia più sveglio nel pensare (Fedro). Facciamo nostra questa massima e avviciniamoci alle varie manifestazioni teatrali per cogitare sul valore dei com-portamenti umani che ritraggono la società nelle variopinte pieces, esortandoci ad un salutare esame di coscienza. Al Teatro Novelli di Rimini assisteremo ad uno spetta-colo di grande spessore, “Così è se vi pare” di Pirandello, per la regia di Michele Placido (dall’11 al 13 dicembre). Anna Bonaiuto, attrice in stato di grazia, sarà invece il 18 gennaio “La belle joyese”, ovvero Cristina di Belgioioso. Il ricavato

dello spettacolo andrà alle attivi-tà teatrali delle zone terremotate dell’Emilia. Il 22, 23 e 24 febbraio va quindi in scena “La governan-te” di Vitaliano Brancati diretta da Maurizio Scaparro, con gli attori del Teatro Stabile di Catania. “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo impegnerà Giuseppe Pambieri, sempre per la regia di Scaparro (12, 13 e 14 marzo). Il 7 marzo, im-perdibile, “Mi chiedete di parlare” di e con Monica Guerritore, in cui l’attrice incarna Oriana Fallaci. Il taglio del nastro del 19 novem-bre al Teatro Nuovo di Dogana ha dato il via alla nuova stagione di San Marino Teatro, con il “Re Lear” di Shakespeare interpretato e diretto da Michele Placido. Sul

Le stagioni di prosa del territorio regalano tante

occasioni si svago e approfondimento culturale.

Dal Novelli al San Marino Teatro, dalla Regina

al Teatro del Mare, fino a Corte Coriano.

testo Milena Massani

Una poltrona in Platea

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Applaudire | Stagioni di prosa

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palco sammarinese si avvicende-ranno per “A piedi nudi nel parco” (10 dicembre) Gaia De Laurentis, Valeria Ciangottini e l’abile Ste-fano Artissunch, impegnati nella pièce di Neil Simon. Il 18 gennaio i musicisti Roberto Monti e Marco Tamburini creano paesaggi sonori per le foto di un gruppo di arti-sti sammarinesi, con lo spettacolo “Resonance Ensamble”. Il 22 feb-braio approda invece sul palco il rinomato duo “Musica nuda: P. Magoni e F. Spinetti” e, a segui-re, altre perle, con un omaggio a Duke Ellington di Simone La Mai-

da, Off Corse Big Band e la Corale San Marino, fondata dal compian-to Cesare Franchini Tassini, che eseguirà “The Sacred concert”. Il Teatro Massari di San Giovanni in Marignano presenta la rasse-gna “Intermittenze”, che il 24 no-vembre propone Voci nel deserto, per la Giornata contro la violen-za alle donne, “Rompi il silenzio: centro anti-violenza della Provin-cia di Rimini”. Il 14 dicembre gli spettatori diven-tano poi protagonisti scegliendo da una lista di testi ciò che l’attore Giovanni Balzaretti dovrà recitare.

Il 21 dicembre parodia e musica per “La fine del mondo” prevista dai Maya, con lo staff del Fuera. Focus sul laboratorio per l’8 marzo: “Pane e Rose” rievocando i fatti di New York in cui morirono 129 operaie nella fabbrica di Washinton Square. Al Teatro della Regina di Cattolica applaudiamo invece il 28 genna-io “La ballata di uomini e cani”, dedicata a Jack London con Mar-co Paolini. Il 19 febbraio arriva “L’oscura immensità”, tratta dal romanzo di Carlotto per la regia di Alessandro Gassman. Passione, gelosia e tormento nella Parigi di fine Ottocento in scena il 27 feb-braio, con “Un amore di Swann” di Marcel Proust, diretta da Tiez-zi, con S. Lombardi, F. Sinisi, E. Ghiaurov, I. Forte.Il Teatro del Mare di Riccione vede in scena il 15 dicembre Paolo Ce-voli, impegnato nel divertente mo-nologo “La penultima cena”. Il 30 gennaio Ascanio Celestini presenta i “Discorsi alla nazione”, originale testo che fa il verso ai tiranni. Il 23 febbraio è quindi la volta di “Io pro-vo a volare”, omaggio a Modugno di Gaetano Berardi, ospite di Radio3. A Corte Coriano i Fratelli di Taglia presentano invece “Basta con le solite facce”, show di Gabriella Germani accompagnata al piano-forte da Alessandro Gwis (1° di-cembre). Il 7 dicembre happening di Michele Cafaggi con la magia de “L’Omino della pioggia”. L’11 gennaio omaggio a De Andrè con la Amati&band e, dulcis in fundo, torna in zona Davide Enia, col ro-manzo d’esordio “Così in terra” (26 gennaio). IN

A fianco, Valeria Contadino ne “La Governante”, a febbraio al Teatro Novelli. Sotto, Michele Cafaggi è “L’omino della pioggia”, il 7 dicembre a corte Coriano. In apertura, il Teatro Massari di San Giovanni in Marignano.

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Salva sul campo di A2, la Rimini Pallamano sceglie l’iscrizione alla più economica serie B. Pagata da giocatori, tecnici e dirigenti. Uniti dalla voglia di giocare ancora, per mantenere viva questa storica squadra.

testo Alberto Crescentini - foto Riccardo Gallini

Insieme per Sport

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Giocare | Rimini Pallamano

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In un mondo dello sport spesso subordinato al ‘dio denaro’, dove i calciatori più acclamati ogni anno baciano una maglia diver-sa e promettono amore eterno al club che li foraggia finché un’al-tra società non gli offre un più consistente gruzzolo di soldi, la storia della Rimini Pallamano rap-presenta una bella boccata d’aria pura. Una squadra che la passa-ta stagione frequentava più che dignitosamente il campionato di A2. Nonostante si fosse salvata sul campo, la formazione adria-tica, rimasta nel frattempo senza sponsor, decise poi di rinuncia-re, seppur a malincuore, a questa impegnativa (e più esosa) catego-ria. Non voleva però sparire dalla scena: così, nonostante la cronica carenza di risorse economiche, Rimini si è iscritta alla serie B. E per farlo, dopo lunghe riflessio-ni, giocatori, tecnici e dirigenti hanno messo mano al portafoglio, autotassandosi. “L’idea è venuta ai ragazzi, non ce n’era uno che non fosse d’accordo, solo io la pensavo diversamente”, racconta Tony Pasolini, 68 anni, insegnante di educazione fisica in pensione che dal remoto 1972 allena que-sta squadra occupandosi pure di altre svariate faccende societarie. “Abbiamo messo 300 euro a testa, raccogliendone circa 5mila. Con quei soldi abbiamo coperto le pri-me spese: palestra, iscrizione, af-filiazione, tesseramento, vecchie multe... La speranza è quella di trovare un main sponsor, ma il mo-mento è critico. Noi cerchiamo di risparmiare un po’ dappertutto:

al palasport Flaminio, ad esem-pio, ci alleniamo solo due volte a settimana, però il rischio di dover sganciare altri quattrini è concre-to...”, sospira l’anima della Rimini Pallamano.Questa però è passione vera, la faccia romantica dello sport. “In serie A i sacrifici si facevano più volentieri, c’era l’orgoglio di es-sere lì, in lizza con i migliori. Qui è diverso, giochiamo su campetti poco rappresentativi, palestrine. La disponibilità dei giocatori, complici il lavoro, la famiglia, gli immancabili acciacchi, è limita-

ta, ma nessuno voleva chiamarsi fuori. E anch’io, chiaramente, voglio tenerla viva questa società, non è certo mia intenzione farla ‘morire’. Però è dura, accidenti se è dura”.Formazione matura, quella rimi-nese, tanto che le colonne portanti sono tre over 40: il bomber Bugli (classe ‘70), il tuttofare Galli (‘69) e quel Gianluca Brasini (‘68) che ricopre pure l’incarico di asses-sore al bilancio e allo sport nel Comune di Rimini. Un Brasini che, nonostante faccia fatica ad allenarsi per i pressanti impegni, di smettere non ci pensa nemme-no. Eppure parliamo di un gioca-tore che può esibire uno scudetto vinto con la casacca del Prato nel-la stagione 98/99, senza dimen-ticare i suoi trascorsi in maglia azzurra. “Il nostro sport - attacca

‘Braso’ -non è solo dilettantistico, è di più. Lo spirito che ci anima è puramente quello della passio-ne. Purtroppo il tempo è sempre meno... Per quel che mi riguarda la precedenza ce l’hanno gli im-pegni istituzionali poi viene il la-voro, la famiglia, mentre una vol-ta la pallamano aveva la priorità. Però la voglia di scendere ancora in campo è sempre la stessa”.Il torneo cadetto conduce il Rimini a giocare in Emilia Romagna e Mar-che, ma in passato la compagine adriatica prese parte alle coppe europee.

“Già, e a Oporto vincemmo pure. Poi i portoghesi vennero a ban-chettare a casa nostra e ci eli-minarono, ma la soddisfazione rimane”, sfoglia nell’album dei ricordi Pasolini, che non può cer-to dimenticare quei brillanti cam-pionati di serie A tra gli anni Set-tanta e Ottanta. “Arrivammo terzi per ben tre volte. E se non fosse morto Franco Zavatta, che era il nostro sponsor, sono sicuro che avremmo conquistato almeno un titolo”, è il rimpianto di Tony, che in palestra dev’essere abile a gesti-re i suoi ‘eterni ragazzi’. “A volte devo dirgli di rallentare un po’ per evitare infortuni. Poi ci sono le partite. E lì, non avendo troppi cambi a disposizione, i ‘vecchiet-ti’ rischiano di rimanere in cam-po molto, troppo. Se qualcuno si fa male, per noi è una rovina”. IN

Gli eterni ragazzi di Tony Pasolini

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Trovare finanziamenti per nuove idee

imprenditoriali. È l’attività di Fin Project, guidata

dal manager Gianfranco Sanchi e soci.

Affiancare l’azienda, ascoltare l’imprenditore, ricercare e proget-tare. Sono le tre regole d’oro della Fin Project, uno studio capace di decodificare i lacci e lacciuoli dei regolamenti istituzionali in mate-ria di finanza agevolata. Ne par-liamo con uno dei soci fondatori, Gianfranco Sanchi, che spiega come si può generare business an-che in tempi di recessione.La Fin Project nasce per facilitare l’accesso al credito?“Per finanza agevolata s’intende il complesso di strumenti finalizzati allo sviluppo di progetti aziendali, coprendo, per quanto possibile, il fabbisogno finanziario mediante l’ottenimento di agevolazioni co-munitarie, nazionali, regionali. Noi interveniamo indirettamente all’ac-cesso al credito: progettando la pre-sentazione a bandi di finanza agevo-lata sono redatti dei progetti molto particolareggiati, fornendo al futu-ro imprenditore una serie di dati molto importanti per affacciarsi al credito bancario e illustrare la soste-nibilità finanziaria del proprio pro-

getto d’impresa o d’investimento”.Ci può fare un esempio di una proce-dura andata a buon fine?“Fortunatamente sono tanti i succes-si. Grazie all’intervento del credito agevolato e alla nostra consulenza, siamo riusciti a rilanciare imprese e promuovere nuovi progetti. Nu-merose realtà artigianali sono oggi attività aziendali fiorenti grazie all’utilizzo degli strumenti messi a disposizione. Ad esempio, Gelateria Primo Bacio Rimini o Erreci moda design. Nel nostro territorio abbia-mo inoltre aiutato a creare progetti condivisi per reti d’impresa. Affian-chiamo inoltre enti pubblici come i comuni creando progettazioni di bandi comunitari al fine di accedere ad opportunità finanziarie dirette e

indirette derivanti dall’interazione di realtà europee”.Ci sono richieste di startup da par-te di giovani?“Moltissime. I giovani hanno molti progetti e molte competenze spe-cifiche, siamo ancora oggi, a mio parere, un popolo di ‘inventori di mestieri’. Purtroppo a volte manca la ‘benzina’ per partire e noi cer-chiamo quella benzina, non sempre ci riusciamo, ma cerchiamo di fare tutto il possibile. Ci sono opportu-nità che finanziano il 100% dello start up d’impresa, crediti mirati al giovane laureato che vuole aprire uno studio professionale ma anche un nuovo bar, un centro estetico o un negozio di telefonia, piuttosto che un’impresa artigiana”. IN

testo Lucia Rughi - foto Riccardo Gallini

Dar fondi alle Idee

L’attività di Fin Project

Fin Project è un’équipe di professionisti con sede a Rimini, formata da Gianfranco Sanchi, Alessandro Anghileri, Andrea Biancoli, Daniela Galli e Ognjen Tomic. Si occupa di finanza agevolata, ovvero di qualsiasi strumento il legislatore metta a disposizione delle imprese al fine di fornire loro un vantaggio competitivo che incida sullo sviluppo aziendale e sul rilancio. Tra i partner più significativi dello studio ci sono Italia in Miniatura, Mec3, Cna, Cdo e Comune di Rimini.

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Dirigere | Gianfranco Sanchi

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Ricerca geometrica e sensibilità artistica caratterizzano i capi di Tiziana Cancellieri. Che non necessitano di cuciture ma prendono forma grazie a tagli sapienti, nodi e drappeggi.

Quello di Tiziana Cancellieri è un talento che ha dell’epifania. Come una rivelazione inaspettata. Pren-de un tessuto, ne avverte la bellezza interiore e non riesce ad evitare di farne uno straordinario capo d’ab-bigliamento. Un po’ come Geppetto con il blocco di legno da cui nacque Pinocchio. È un dono talmente sor-prendente che la sua prima sfilata la scorsa estate al Grand Hotel di Rimini ha avuto un successo che lei stessa definisce “una sorpresa ina-spettata”. Prima di far salire le sue creazioni sulla passerella, Tiziana si divertiva ad esercitare le forbici per le clienti dell’attività che da 25 anni porta avanti con la madre in via Sella 10, nel centro storico. Tes-suti Morettin è infatti indirizzo noto a sartorie professioniste e dilettan-ti per la varietà delle stoffe dispo-nibili. “La sfida - spiega la stilista, mentre indossa un abito incrociato

nero in maglina di viscosa - sta nel capire cosa si può fare di un tessuto senza cucirlo, fare in modo che di-venti un abito innovativo, diverso, con una sua struttura”. Con sapien-te maestria di taglio e calcolando le proporzioni a occhio, Tiziana sperimenta su magline, chiffon di seta, plissettati. “Non sono stata io ad inventare la tecnica, la storia c’insegna i drappeggi delle toghe romane, l’arte di annodare. Sui tessuti moderni più performanti la cucitura è quasi superflua”.Per il clima invernale, invece, la pesantezza dei materiali richiede a volte qualche punto invisibile. “Ab-biamo sempre la maglia di lana ma anche trame rigide per cappotti-ve-staglia, cappe, oppure l’eco pelliccia per gilet cilindrici”. Sono capi facili, comodi, tuttavia sottendono un’ele-ganza fatta di ricerca geometrica e sensibilità artistica. E contrariamen-

te a quanto si potrebbe supporre, le creazioni sono abbordabilissime. “Il costo è quello del tessuto”, specifica Tiziana. “Al limite, si tratta di ag-giungere un piccolo contributo per il taglio. L’idea è gratis”. IN

testo Lucia Rughi - foto Riccardo Gallini

Nelle pieghe del Tessuto

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Creare | Tiziana Cancellieri

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In anteprima presso il centro Benessere Soleluna i nuovi cosme-tici Skin Regimen di [comfort zone]: le nuove frontiere della cosmesi basate su un approccio olistico evoluto supportato da solide basi scientifiche. Grazie infatti al supporto di uno straor-dinario team di esperti medici e ricercatori, [ comfort zone ] ha creato un’innovativa risposta integrata all’invecchiamento, una dieta anti-età per la pelle. Cosmetici all’avanguardia, grazie all’esclusiva combinazione di ingredienti attivi dai superfoods LONGEVITY COMPLEX™ e high tech; compresi nel trattamento un integratore di ultima generazione con omega3 e preziose in-dicazioni di lifestyle e alimentazione raccolte in un interessante pubblicazione, tutto con l’obiettivo di donare giovinezza e salute

alla pelle e assicurare una visibile riduzione dei segni dell’età. I test infatti dimostrano una diminuzione delle rughe del 17% ed un incremento dell’idratazione del 26%. Nel centro Benessere Soleuna sarà presente anche il trattamento viso LONGEVITY™ che rivoluziona l’offerta professionale offrendo risultati visibili in metà tempo rispetto ad un trattamento tradizionale. Trenta minuti per rinnovare, rassodare e riposizionare i tratti del viso per un aspetto rivitalizzato e ringiovanito. L’efficacia degli atti-vi è massimizzata dalla manualità ispirata al Kabat, un metodo di riabilitazione neuromuscolare che rinforza i tessuti cutanei e l’elasticità dei muscoli. Tutta la gamma è dermatologicamente testata e prodotta con energia da fonti rinnovabili.

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Tra i nomi dei professionisti creatori del

film “Gladiatori di Roma in 3D”c’è anche quello

della riminese Dora Morolli, sviluppatrice

software alla Rainbow.

C’erano Luca Argentero, Laura Chiatti, Francesco Totti e Belen Rodriguez. E a ricevere gli applausi alla première di Gladiatori di Roma 3D, il 13 ottobre al cinema Adriano nella capitale, c’era anche la rimi-nese Dora Morolli. Ventisei anni, una laurea in Scienze dei media e delle comunicazioni a Tor Vergata e una passione per i computer sin da bambina, Dora è già da tre anni sviluppatrice software alla Rain-bow, la casa di produzione fondata da Iginio Straffi, creatore del feno-meno Winx. Proprio “Winx, magica avventura” è stato il primo film di animazione a cui ha lavorato la gio-vane sviluppatrice riminese, avendo la soddisfazione di vedere inserito il proprio nome nei titoli di coda dopo appena sei mesi di stage.La Rainbow è l’unica casa di pro-duzione italiana in grado di realiz-zare film in 3D stereoscopico e di sviluppare internamente tutte le fasi di produzione di un cartone animato. Grande creatività unita

alle più avanzate tecnologie: il la-voro di Dora Morolli, che dopo lo stage ha avuto il primo contratto, non è di quelli da riassumere in due parole. “Lavoro in Rainbow CGI nel dipartimento di ricerca e svi-luppo: mi occupo della ‘pipeline’, ovvero una raccolta di strumenti, programmi, idee che aiutano il la-voro degli artisti del 3D. Non è solo disegnare grafici e tabelle su una marea di fogli ed infine scrivere il codice per creare lo strumento ri-chiesto, ma anche essere continua-mente in sfida con me stessa per cercare una soluzione migliore di quella che inizialmente avevo pro-gettato. Sono molto soddisfatta di fare parte di un team che è riuscito nell’impresa di realizzare in Italia dei film completamente in compu-ter-generated imagery, e che ne ha innalzato il livello di qualità”.Il computer ha sempre affascina-to Dora, ma la svolta è arrivata con l’università a Roma. “Da piccola sa-rei voluta diventare un ‘inventore’,

oppure una scienziata. Avendo un padre fanatico di elettronica e in-formatica, innamorarmi di quella scatola è stato un passaggio obbli-gato. All’inizio erano solo giochi, poi è arrivato il magico mondo di Internet. Dopo il liceo ho optato per Scienze dei Media, che oltre a matematica mi ha dato anche no-zioni di fisica, informatica e pro-grammazione, grafica e comuni-cazione. Prima ancora di scegliere cosa studiare ho deciso la città in cui farlo, Roma. Sentivo l’esigenza di staccarmi dall’ambiente fami-liare riminese e anche Bologna mi sarebbe sembrata troppo vicina”.E il futuro? “Continuo a studia-re con workshop e corsi online, e l’idea di lavorare all’estero mi alletta da tanto tempo. Ma una ogni mese o due, devo tornare a casa a Rimini. I passi obbligatori sono tre: salutare gli amici, anda-re a vedere il ‘mio’ mare e farmi cucinare una marea di cose buone dalla nonna”. IN

testo Giorgia Gianni

Una carriera partita in 3D

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Inventare | Dora Morolli

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Produttore, arrangiatore, compositore, presto in tour con il gruppo

degli Humana. Lorenzo Sebastiani racconta la

sua esperienza sempre più diretta con la musica.

Da Jovanotti in poi.

Uno studio-tana immerso nella campagna santarcangiolese dove fra tastiere, mixer e pc lavora Lo-renzo Sebastiani, talentuoso pro-duttore artistico e arrangiatore per grandi della musica italiana. Pava-rotti, Jovanotti, Mietta, Marcella e Gianni Bella, solo per citarne qual-cuno. Ora Sebastiani si è catapulta-to dall’altra parte della barricata, passando dal ruolo di compositore a quello di artista con il gruppo musicale degli Humana, di cui è ap-pena uscito il cd (produzione ese-cutiva DML, distribuito dalla Hali-don). All’interno c’è anche la cover del successo anni ‘80 di Alberto Ca-merini “Rock ‘n’roll robot”, che ol-tre ai complimenti del cantante ha intascato ben 250 mila visualizza-zioni del videoclip e 11.500 like su facebook. A breve la band partirà in tour, con tappe nel centro-sud per poi risalire verso i nostri lidi.“Il live mi trasmette una grande

energia. Il rapporto col pubblico è l’essenza della musica”, afferma convinto Lorenzo. Il gruppo si è formato per caso, come avviene tante volte in ambito musicale. I testi scritti dal frontman, Daniele Iudicone, sono introspettivi e me-tropolitani, le musiche sono molto street, la cover dal titolo “Perso” è portatrice sana di puro punk elet-tronico, con video firmato da Cosi-mo Alemà. “Quando creo mi estra-neo da tutto e tutti, sono capace di comporre per dieci ore di fila.”Il sogno di Lorenzo è sempre sta-to quello di fare musica: fino ai 13 anni suona la fisarmonica, poi pas-sa alle tastiere. Nel ’95 lavora con Jovanotti per l’album “L’ombelico del mondo”, rimanendo affasci-nato dalla sua energia. “Più che la tecnica in sé - dice Sebastiani - è importante ciò che l’artista riesce a trasmettere. E io ho sempre voluto fare musica! IN

testo Lucia Lombardi

La mia banda elettro Rock

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Comporre | Lorenzo Sebastiani

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Ricette semplici e a basso costo raccontate da alcuni riminesi e raccolte nel libro “In cucina contro la crisi”, di Cinzia Bauzone.

“In cucina contro la crisi” è il titolo del libro di Cinzia Bauzone pubbli-cato da Raffaelli Editore di Rimini, in uscita a dicembre nelle librerie. Il volume parla di cucina e offre una serie di ricette semplici a basso costo, che da alcune persone del-la città hanno voluto condividere con i lettori. Piccole attenzioni e accorgimenti che testimoniano come una famiglia di quattro per-sone possa consumare un pasto con meno di cinque euro senza lasciar-si andare al pessimismo, senza ri-nunciare alla qualità e ai piaceri del palato.Da un lato, il libro raccoglie la sa-pienza tradizionale delle nonne che avevano imparato ad utilizza-re al meglio i poveri alimenti di-

sponibili nel dopoguerra, dall’al-tro fa luce sui modelli di consumo delle nuove generazioni, sempre più orientate verso stili di vita di risparmio e responsabilità. Gli ef-fetti della crisi economica, i pro-blemi legati al mondo del lavoro, l’incessante aumento dei prezzi fanno sentire sempre di più il loro peso: Cinzia si concentra sul fatto che, proprio momenti di crisi, si scoprono nuove risorse non valu-tate prima, a causa di un consumi-smo eccessivo al quale siamo stati indirizzati. “Riconsiderare alcune nostre abitudini - scrive - come fare la spesa in modo ragionato, riducendo gli sprechi, riutilizzan-do gli avanzi e dedicando magari qualche minuto in più a pentole e fornelli può essere d’aiuto, rivalu-tando inoltre la sacralità del cibo, l’importanza di sedersi a tavola in compagnia davanti a piatti gustosi in un’atmosfera serena e senza fre-nesia. Perché il cibo è un elemen-to che rallegra, unisce e appassio-na, parla di noi in tanti modi e si intreccia alla nostra storia e alla

nostra cultura”. Le ricette presen-tano tutte le informazioni per una perfetta esecuzione in un servizio fotografico di Daniele Marzocchi e sono inoltre arricchite dalla die-tista Anna Maria Cesarini, che ne ha curato l’aspetto nutrizionale. Il libro, stuzzicante e originale, rap-presenta un’occasione per trovare valori dove, forse, non ci si aspetta di trovarli. IN

testo Marina Giannini

Il buon sapore della Convenienza

64 | IN Magazine

Scrivere | Cinzia Bauzone

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Da New York a Marrakech, Massimiliano Tontini e la moglie Silvana viaggiano in cerca di nuovi sapori da tradurre nei loro capolavori. Presentati in vetrina nella pasticceria Il Duomo.

“Dai francesi puoi imparare la raf-finatezza, dagli americani la pom-posità. Ma in quanto a gusto, i veri maestri siamo noi italiani”. No, non siamo sotto i riflettori dell’al-ta moda e non è uno stilista colui che sottolinea l’orgoglio del “made in Italy”. Ci troviamo all’ombra del Tempio Malatestiano, in una delle pasticcerie più rinomate di Rimini.Un tranquillo pomeriggio d’au-tunno, è l’ora del the. Massimi-liano Tontini ci accoglie nel calore del suo locale, “Il Duomo”, mentre un po’ alla volta giungono clienti affezionati e turisti attirati dalle vetrine invitanti. Intervista a rischio dieta, circondati da paste e mignon di ogni gusto e colore, torte, semifreddi, confetti e cesti di funghi porcini di meringa.

“Il giorno di San Valentino di 25 anni fa - racconta Massimiliano - io e mia moglie Silvana, allora ancora fidanzati, iniziammo la nostra av-ventura imprenditoriale. Il locale si chiamava ‘Pasticceria Siciliana’ e si trovava qui di fronte. Io avevo appena 24 anni ma tanta passione e un’esperienza decennale iniziata come fattorino, approfondita poi lavorando coi migliori pasticcieri di Riccione e Rimini. In seguito ho frequentato corsi di perfeziona-mento in Italia, con maestri di tutta Europa. Ancora oggi non mi riten-go ‘arrivato’: pur consapevole che in fatto di dolci il nostro Paese ha una grande tradizione, sono aperto ai suggerimenti di altre culture ga-stronomiche. Per migliorare e sor-prendere il cliente, che è influen-

zato anche dalla tv e da internet”.Amanti dei viaggi, Massimiliano e Silvana, insieme nella foto, vanno a cercare ispirazione girando il mon-do. Sono andati a conoscere Bud-dy, il rinomato “boss delle torte” televisivo, ma anche la pasticceria “Magnolia” di New York, rifugio consolatorio delle protagoniste di “Sex and the city” e la notissima “Peggy Porschen”, nel cuore chic di Londra. Ogni volta portando a casa qual-cosa di nuovo. Come il panettone arricchito con cannella e datteri imparato a Marrakech, gustato e apprezzato lo scorso Natale dai clienti riminesi, che ringraziano. In attesa del souvenir da Istanbul, prossima visita della pasticceria “Il Duomo”. IN

testo Claudia Gelmini - foto Riccardo Gallini

Dolcezze dal Mondo

66 | IN Magazine

Gustare | Massimiliano Tontini

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