Estratto da Scienza e Conoscenza n. 42

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Anno 11° - € 6,90 Scienza e Conoscenza, Editing snc, trimestrale, novembre 2012, n.42, Poste Italiane SPA, Sped. in Abb. Post. DL 353/2003 (Conv. in L. 27/02/04 art.1 Comma 1. DCB Forlì n. 67/2009

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Un interessante estratto da Scienza e Conoscenza n. 42 - Il suono che cura

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Anno 11° - € 6,90

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TM Scienza e Conoscenza - n. 42, ottobre/novembre/dicembre 2012 www.scienzaeconoscenza.it - Scienza e Conoscenza 1

T um tum, tum tum, tum tum: il batti-to del cuore della mamma è uno dei primi suoni percepiti dal feto nell’u-tero. Quale migliore auspicio sonoro della musica forte, sicura e ritmata del

muscolo cardiaco materno per l’inizio di una nuova vita! Oggi sappiamo che le percezioni uditive, legate alla maturazione anatomica e funzionale dell’orecchio medio, iniziano a otto settimane e si perfezionano gra-dualmente fino all’ottavo mese di gestazione quando si completa anche lo sviluppo della coclea, nell’orecchio interno. L’ambiente sonoro in cui il feto è immerso è ricco di stimoli provenienti dal corpo materno - il bat-tito del cuore in primis, ma anche i rumori legati alla digestione - e, a partire dalla trentesima settimana, di stimoli provenienti dall’ambiente esterno cui il bam-bino reagisce in maniera diversa. Negli ultimi mesi il feto in utero percepisce chiaramente le voci di mamma e papà, impara ad identificarle per poi riconoscerle e ritrovarle dopo la nascita. La voce della mamma è per il bambino appena nato un faro nella notte, un filo sottile e soave che lo guida alla scoperta del mondo. Il bambino è sensibilissimo alle sfumature della voce materna: si tranquillizza se la voce della mamma è calma, serena, avvolgente come una coccola; al con-trario reagisce con il pianto quando la voce è alterata e manifesta insofferenza, nervosismo, stress e rabbia. È facile ed intuitivo capire come l’ambiente sonoro in cui siamo immersi condiziona il nostro vivere e il nostro benessere. Scientificamente sappiamo che “le cellule - spiega Federica Gorni nell’articolo sul

Para-Tan - comunicano l’una con l’altra tramite il loro campo magnetico, inviando e ricevendo le infor-mazioni necessarie a svolgere specifiche funzioni. Tale campo magnetico può essere considerato la memoria della singola cellula. Il movimento vibratorio degli elettroni presenti nel nucleo della cellula determina cambiamenti nel campo magnetico della cellula, e di conseguenza ne modifica il comportamento o la funzione. Ne consegue che sottoponendo le cellule a specifiche vibrazioni è possibile cambiare il com-portamento della cellula stessa come vogliamo”. Per questo il suono ci può aiutare nella strada verso la guarigione, per raggiungere uno stato di benessere psico-fisico armonico e duraturo: “suoni - scrive Diego Vellam nell’articolo sulla diapasonterapia - che penetrano dolcemente, non inducono nella persona resistenza o disagio alcuno, e arrivano nel profon-do, lì dove il cambiamento attende di aver luogo”. In questo nuovo fascicolo di Scienza e Conoscenza questi e altri esperti ci guidano alla scoperta dell’af-fascinante mondo dei suoni che guariscono, siano essi prodotti dalle innumerevoli sfumature della voce umana - come nel metodo Soul Voice di Karina Schelde - dalla potenza dei Mantra - come nella pratica del Para Tan; o dalle frequenze dei diapason terapeutici. Accanto a questo percorso, si snoda un approfondimento sulla fisica del suono e sul perché la musica suscita in noi emozioni.

Buona lettura... ad alta voce!Marianna Gualazzi

il suono che guarisce

Editoriale

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Scienza e Conoscenza è un marchio

Macro Soc. Coop.Via Bachelet 65,

47522 Cesena (FC)www.macroedizioni.it

Ideatore del progetto Scienza e ConoscenzaGiorgio Gustavo Rosso

EditoreEditing snc

Direttore ResponsabileMarianna Gualazzi

Direzione e CoordinamentoRomina AlessandriErica Gattamorta

Comitato ScientificoMassimo Corbucci(Fisico e Medico)Valerio Pignatta

(Naturopata)Corrado Ruscica

(Astronomo)

Direzione, grafica e ufficio abbonamenti a cura di Editing snc

Tel. 0547 [email protected]

Hanno contribuito alla realizzazione

di questo numero:Davide Fiscaletti

Diego VellamUrbano Baldari

Maria Cristina FranzoniCorrado Ruscica

Paola Ulrico CitterioMarco Capozza

Laura PeroniAlessandro Silva

Mariagrazia CostaGiorgio Papeschi

Mara LariniVincenzo Valesi

Elsa MasettiSabrina Bigi

Sabrina MugnosFederica Gorni

Immaginiwww.shutterstock.com

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StampaLineagrafica,

Città di Castello

Distribuzione in edicolaME.PE. (Milano)

Autoriz. Trib. Forlì N. 21 dell’8 luglio 2002

Numero 42ottobre/dicembre 2012

IV° trimestre

Le informazioni scientifiche, sanitarie, psicologiche, dietetiche e alimentari fornite nella rivi-sta Scienza e Conoscenza non comportano alcuna responsabilità da parte dell’Editore e del Direttore Responsabile circa la loro efficacia e sicurezza in caso di utilizzo da parte dei lettori. Ognuno è tenuto a valutare con buon senso e saggezza appropriate. Ognuno è te-nuto ad assumere tutte le informazioni necessarie, confrontando rischi e benefici delle diverse terapie. Scienza e Conoscenza non dispone di notizie o dati diversi da quelli qui pubblicati.

La cellulosa utilizzata per la produzione della carta su cui è stata stampata questa rivista è sbian-cata senza l’uso di cloro. Questa carta è riciclabile

La cellulosa utilizzata per la produzione della carta su cui è stata stampata questa rivi-sta proviene da fore-ste amministrate

Il suono Un’indagine criticaDavide Fiscaletti 4

La musica delbosone di HiggsDavide Fiscaletti 12

Quel motivetto che mi piace tanto Marco Capozza e Laura Pieroni 14

L’orchestra sinfonica fetalePaola Ulrico Citterio 20

Diapasonterapia,il Suono, la GuarigioneDiego Vellam 24

Alfred Tomatis el’AudiopsicofonologiaAlessandro Silva 28

Para-Tan Mantra che cura Federica Gorni 30

Dar voce alla voce dell’animaMaria Cristina Franzoni 34

La musica del Cosmo Corrado Ruscica 38

Storm-glass: strani barometriche non predicono il tempoMariagrazia Costa, Giorgio Papeschi, Mara Larini 41

21 dicembre 2012Ultimo atto Sabrina Mugnos 48

Sono-fotodinamicaSabrina Bigi 60

Mal di testa, addio!Urbano Baldari 65

Il dottor ValesirispondeVincenzo Valesi 72

Intervista a Bert HellingerElsa Masetti 75

INDICE

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il suonoun’indagine

critica Un viaggio tra fisica e psicofisica per capire le

caratteristiche e la natura del suono

Davide Fiscaletti

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Il suono può essere interpretato sia come fenome-no ondulatorio nell’aria o in altri mezzi elastici (stimolo) sia come eccitazione del meccanismo uditivo che da luogo alla percezione acustica (sensazione). La scelta dell’uno o dell’altro punto

di vista da luogo a due aspetti dell’acustica, la fisica e la psicofisica, a cui corrispondono diverse grandezze: frequenza e altezza, intensità sonora e sensazione sono-ra, forma d’onda (o spettro equivalente) e timbro. Ecco un breve esempio: per le frequenze basse l’orecchio umano percepisce un’altezza differente a intensità differenti, aumentando il volume l’altezza scende. Note pure di frequenza 168 e 318 Hz a basso volume risultano discordanti sgradevoli, a volumi più alti tuttavia l’orecchio li percepisce come in relazione di ottava (come fossero 150 e 300 Hz). Questo per far capire come l’orecchio umano non sia uno strumento di misura esatto, anche se estremamente sensibile. La psicoacustica studia le modalità con cui il sistema udi-tivo e il cervello elaborano suoni e rumori.Uno studio sperimentale sistematico dei fenomeni sonori ha inizio con G. Galilei, cui risalgono idee e

ricerche sulla natura del suono e sui suoi caratteri, sulle proprietà delle corde vibranti, sui metodi per la determinazione della velocità del suono nell’aria, ecc…; a lui è dovuto in particolare l’aver riconosciuto nell’altezza d’un suono un elemento legato alla fre-quenza di vibrazione della sorgente sonora e di aver intuito la natura composita del suono delle corde. Quasi contemporanee all’opera di Galilei sono quelle di G. Benedetti, di G.F. Sagredo, che nel 1615 dimo-stra che il mezzo di trasmissione del suono è l’aria; di M. Mersenne, che effettua una prima determinazione della velocità del suono; e di P. Gassendi, cui è dovuta l’osservazione dell’indipendenza della velocità dall’al-tezza del suono. Nel 1663 O. von Guericke dimostra che il suono si propaga non solo nell’aria ma anche nei liquidi e nei solidi. Le ricerche del XIX secolo approfondiscono, soprattutto a opera di H. von Helmholtz e Lord Rayleigh, lo studio della propaga-zione ondosa e, in particolare, degli aspetti energetici di questa, mentre l’invenzione del fonografo e del microfono (1877) pone per la prima volta il proble-ma della registrazione e della riproduzione dei suoni,

nonché della loro trasduzione elettrica, problema che costituisce l’oggetto principale dell’elettroacustica. In quest’ultimo settore, crescendo l’importanza delle informazioni sonore nel quadro dei moderni mass media, e nel collegato settore dell’acustica architetto-nica, si sono avuti i maggiori sviluppi. Per quanto riguarda la fisica del suono, va anzitut-to detto che le onde sonore sono onde meccaniche (vale a dire hanno bisogno di materia per propagarsi) longitudinali (vale a dire il movimento delle parti-celle avviene nella stessa direzione di propagazione). L’orecchio umano è in grado di essere stimolato da frequenze comprese tra 16 e 20.000 Hz. Un’onda con frequenza inferiore a quella del campo di udibilità è chiamata infrasuono, un’onda con frequenza superiore a quella del campo di udibilità è detta ultrasuono.L’onda sonora è quindi costituita da una perturbazio-ne del mezzo di trasmissione. In particolare le parti-celle dell’aria (quasi 100.000 ogni metro cubo), nella loro oscillazione, creano delle aree di compressione dove la pressione è leggermente maggiore di quella atmosferica, e delle sacche di rarefazione, dove la pres-sione è leggermente inferiore a quella atmosferica. I segnali trasmessi dalla voce e dalla musica sono quindi

Che cos’è il suono

I segnali trasmessi dalla voce e dalla musica sono lievi increspature che si sovrappongono alla pressione atmosferica

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la musica delbosone di HiggsGrazie a una tecnica a metà strada tra arte e scienza, i ricercatori hanno convertito in note i risultati dell’esperimento Atlas che ha scovato la sfuggente particella

Davide Fiscaletti

«A differenza di quanto avvenuto con i neutrini superluminari qui la scoperta c’è: abbiamo trovato una nuova particella, mai vista prima, questo è certo. Non ci potranno

essere smentite»: sono alcune delle parole di Fabiola Gianotti, la ricercatrice del Cern che ha annunciato lo scorso 4 luglio 2012 la scoperta del bosone di Higgs. La quale aggiungeva, però: «Ora si tratta solo di capire se è il bosone standard o se la faccenda è più complicata». È possibile infatti che il bosone di Higgs non sia esatta-mente come i ricercatori se lo erano immaginato. Come sottolinea la Gianotti, è presto per trarre conclusioni. Quanto siamo certi che sia proprio la particella a lungo cercata? Difficile rispondere. I dati sperimentali a disposizione sembrano indicare con certezza che la particella rivelata al Cern il 4 luglio è compatibile con il bosone di Higgs secondo quanto previsto dal Modello Standard. Non ci sono motivi, al momen-to, per sospettare che sia qualcosa di diverso. Però potrebbero anche esistere molti tipi diversi di bosone di Higgs. Come spiegano i ricercatori del Cern, alcune proprietà sono coerenti con le predizioni del modello teorico: il punto (i canali) in cui è stato osservato e la massa, suggerita anche da altre misure indirette. Nei prossimi mesi i gruppi di lavoro del Large Hadron Collider cercheranno di chiarire se questo è davvero il bosone di Higgs, se è una prima particella di una grande famiglia o se si tratti di qualcosa di comple-tamente diverso. Per la fine dell’anno si dovrebbero avere le prime prove che alcune sue caratteristiche sono le stesse attese per il bosone di Higgs.

Dai grafici sperimentali alla melodiaL’eclettico bosone di Higgs, che potrebbe rivoluzio-nare la fisica, è adesso in grado anche di deliziare le orecchie con il suo suono trillante. Grazie a una tecnica a metà strada tra arte e scienza, la sonificazio-ne, gli scienziati hanno convertito in note i risultati dell’esperimento Atlas (uno dei due esperimenti che hanno dato la caccia al bosone di Higgs) che ha sco-vato la sfuggente particella. I fisici hanno eseguito una sonificazione, cioè hanno associato i dati indicati dal grafico a delle note, ottenendo una musica. Di per sé l’idea di “criptare” un’informazione scienti-fica desumibile da dei grafici mediante dei suoni non è affatto nuova. In fondo sono forme di sonificazione anche i tamburi parlanti africani, o gli squilli di trom-ba che indicavano alle truppe cosa fare sul campo di battaglia. Ma la declinazione scientifica di questo stru-mento antichissimo utilizza tecnologie avveniristiche.In teoria il principio è molto semplice: a ogni dato dell’immagine prodotta dall’esperimento Atlas è stata associata una nota. Sembra un gioco ma non lo è. Per ottenere “la musica del bosone” si è dovuto scegliere tra una infinità di alternative diverse, selezionan-do il criterio migliore per rendere la traduzione da dati a note allo stesso tempo fedele e gradevole. Il nuovo risultato è condivisibile e apprezzabile anche dal pubblico dei meno esperti. Per questa specia-le traduzione il requisito fondamentale è avere a disposizione una potenza computazionale enorme. «Per la riuscita di questa sonificazione è stato fon-damentale far lavorare in parallelo un gran numero di computer connessi da una rete molto veloce»

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Marco Capozza e Laura Pieroni

quel motivetto Perché ci emozioniamo quando ascoltiamo la musica?

Di tutte le arti la musica è quella più capace di evocare emozioni. Che sia gioia, com-mozione, serenità, eccitamento, malin-conia, nessuna emozione è assente dalla tavolozza della musica, e non vi è nessuno

che non abbia provato uno speciale sentimento all’a-scolto di uno speciale brano. La musica può arrivare a coinvolgere il corpo, a suscitare voglia di muoversi: il ballo, le marce militari, le danze tribali non esistono a caso. L’associazione di musica e poesia in una bella canzone può farci piangere come bambini. Nessun’altra arte – pittura, scultura, poesia o letteratura, per quanto apprezzata e seguita, s’avvicina neanche lontanamente alle capacità emotive della musica.Perché? Cos’ha di speciale questa arte? A quali parti di noi parla così forte? E come fa?Certi brani musicali suscitano emozione in quanto legati a momenti significativi della nostra vita. Questo caso è semplice da spiegare: la musica rievoca i ricordi e questi, a loro volta evocano le emozioni. Sono i ricordi più che la musica, a suscitare l’emozione. Questo è facilmente comprensibile e non ne parleremo ulteriormente.Ma una musica può evocare emozioni anche quando la sentiamo per la prima volta: le evoca “per come è”, non perché già legata a nostre precedenti esperienze. Avviene anche spesso che ascoltatori diversi senza background comune giudichino nello stesso modo – allegra o triste, serena o angosciosa, consonante o dissonante, ecc. – una medesima musica ascoltata per la prima volta. Tutto ciò suggerisce che la musica “parla” a parti di noi che abbia-

mo in comune semplicemente in quanto esseri umani, indifferentemente dal sesso, esperienza, conoscenze, sco-larità, censo, educazione musicale, gusti, tendenze, ecc. È questo il caso che riteniamo più interessante, e di cui parleremo in questo articolo. Cominciamo col parlare delle emozioni.

EmozioniNon daremo qui una definizione o un elenco delle emozioni; chiunque ne ha una esperienza diretta ben superiore a qualsiasi definizione. Sottolineiamo invece alcuni aspetti che ci verranno utili in seguito.Le emozioni inducono modificazioni a tre livelli: 1) fisico-fisiologico (aumento o diminuzione del respiro, della pressione arteriosa, del battito cardiaco, della ten-sione muscolare, delle secrezioni ed escrezioni); 2) com-portamentale (attacco, fuga, panico, “blocco”, approccio sessuale, variazioni della postura, della mimica e della voce); 3) mentale, consistente nell’esperienza soggettiva cosciente che abbiamo dell’emozione e nelle sue conse-guenze sul nostro pensiero e cognizione. Le modifica-zioni fisiche e comportamentali sono automatiche, indi-pendenti dalla volontà e dalla coscienza, come quando accade di ridere o piangere ad onta di ogni sforzo per trattenersi. Quando l’emozione diventa cosciente parlia-mo di sentimento.Le emozioni più potenti, quelle con gli effetti fisici e comportamentali più forti, sono innate, universali, comuni a tutte le popolazioni umane, indipendenti dalla cultura e dall’esperienza di vita individuale. Queste sono

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che mi piace tanto

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Ascoltiamo e parliamo con tutto il corpo. Tutti noi produciamo e recepiamo onde e vibrazioni. L’insieme di questi flussi deter-mina il nostro suono unico e particolare. Esistono dunque delle corrispondenze pre-

cise tra vibrazioni, energia, emozione e benessere. Percepire queste sensazioni in acqua è un’esperienza unica, avvolgente, coinvolgente e assolutamente pia-cevole. Tutto ciò è possibile proprio perché quando siamo in acqua, in una situazione di relax, l’elemento avvolgente “culla-acqua”, con le sue proprietà distensi-ve ed energizzanti, insieme all’uso di alcuni strumenti musicali, ci rinvia nel luogo dove tutto ha inizio: l’utero materno. L’acqua rappresenta la totalità, il più fecondo degli elementi, il mutamento continuo e la forza vitale della terra. Muoversi in acqua significa vivere la fluidità, non opporsi alle sue caratteristiche ma conoscerle e pren-

derne atto. L’acqua è lo strumento mediatore per eccel-lenza nella relazione interpersonale, perché permette un contatto con noi stessi più nel profondo; amplifica il bisogno di sicurezza, di appagamento affettivo, di percezione dell’io e di presa di coscienza del proprio vis-suto esperenziale. In quanto simbolo materno, favorisce l’unione, la separazione, l’identità, il gioco, la sperimen-tazione corporea e il movimento del neonato. Ho iniziato ad interessarmi di musicoterapia parecchi anni fa. L’essere musicista, musicologa, musicoterapista in continua evoluzione, mi ha portato ad allargare i miei orizzonti verso il settore prenatale, ossia verso l’origine del “caos sonoro ed emotivo” della vita. Il mio lavoro consiste nell’apportare benessere al nascituro e alla mamma che lo accoglie, grazie all’utilizzo di un “metodo musicoterapico preventivo” di mia ideazione. Durante la gravidanza, la gestante vive dei momenti caratterizzati da processi psicologici diversi, il cui svol-

L’orchestrasinfonica fetale

L’avventura musicoterapica in acqua per lo sviluppo armonico del nascituro,

a livello relazionale e neurologico

Paola Ulrica Citterio

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Diapasonterapiail Suono, la Guarigione

Uno stimolo importante per facilitare il processo di cambiamento nella persona

Diego Vellam

“Ci sono due modi di vivere la vita. Uno è pensare che niente è un miracolo. L’altro è pensare che ogni cosa è un miracolo. Io preferisco il secondo.” Albert Einstein (1879 – 1955)

“Io so di non sapere.” Socrate (470 – 399 a.C.)

In tutti questi anni di appassionato utilizzo, divulgazio-ne e insegnamento delle risorse della Diapasonterapia, ovverosia della Suonoterapia con i Diapason, tre sono le domande che ci vengono poste più comune-mente: “A quali note corrispondono i Diapason?”;

“I Diapason sono accordati a 432 Hz?”; “Quali fre-quenze impiegano?”. All’inizio dell’apposito Corso di Formazione in Diapasonterapia i partecipanti hanno modo di apprendere come ciascuna di queste tre doman-de, che possono apparire fondate se non addirittura competenti, risultino in effetti prive di senso nell’ambito specifico. Tale comprensione consente allora di accedere al reale potere di guarigione del suono.

Tre quesiti... senza sensoSe non è evidentemente possibile racchiudere in tale breve articolo quanto svolto all’interno del Corso di Formazione in Diapasonterapia, cerchiamo perlo-meno di comprendere perché tali domande risultino prive di significato, e questo ci fornirà automatica-mente le chiavi per meglio comprendere il senso e la portata della Diapasonterapia.Dunque a quali note corrispondono i Diapason utilizzati nella Diapasonterapia? Tale aspettativa (che, per di più, fa normalmente riferimento a sette e non a dodici note) equivale a ritenere che l’universo dei suoni sia riducibile ai tasti di un pianoforte (addirittura ai suoi soli tasti

bianchi), assumendo così implicitamente che le frequenze intermedie, fra nota e nota, risultino “proibite”. Tale proibizione, che può valere in alcuni contesti musicali, non vale nella Diapasonterapia, e quindi i Diapason per la Suonoterapia sono sviluppati assumendo, come fre-quenze armoniche di base, valori che sono indipendenti dalla loro corrispondenza o meno con delle note musicali.Ma i Diapason sono accordati a 432 Hz? In fondo a tale domanda già rispondono le considerazioni del para-grafo precedente, tuttavia l’argomento merita qui un approfondimento. Premetto che stimo molto il lavoro originale svolto vari anni fa dalla ricercatrice e musicista tedesca Maria Renold (1) (1917 – 2003), e gli stru-menti musicali che utilizzo personalmente sono tutti accordati in relazione ai suoi studi con il La 4 a 432 Hz. Negli ultimi anni una banalizzazione del problema dell’intonazione musicale, spesso ridotta ad una mistica del numero 432, porta però alcuni a ritenere che il pro-blema si risolva semplicemente abbassando il La dello strumento, e addirittura che la musica eseguita con un La a 432 Hz sia per definizione “buona” mentre quella con altre intonazioni sia invece “cattiva”. Come sopra indicato in Diapasonterapia si utilizzano Diapason terapeutici, non musicali che, in quanto tali, non sono affatto vincolati ad alcun sistema musicale, ma possono attingere in modo continuo allo spettro delle frequenze disponibili. La richiesta di una loro intonazione speci-fica con un La qualsiasi (corrispondente o meno a 432 Hz) è quindi del tutto priva di senso.E, dunque, quali frequenze utilizzano i Diapason? Questa sembra essere la domanda finale: se possiedo le corrispondenti frequenze, allora ho “scientificamente” definito lo strumento della Diapasonterapia! Peccato (o per meglio dire, meno male) che la realtà risulti ben più ampia e ricca di possibilità.

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Alfred Tomatis, medico, scienziato e umani-sta, nacque a Nizza il 1 gennaio del 1920 da un padre di origine italiana, noto can-tante lirico all’Opera di Parigi. Proprio la familiarità con il mondo della musica ebbe

un ruolo importantissimo nella crescita umana e pro-fessionale di Tomatis che, partendo da studi sulle sor-dità degli aviatori e sui disturbi della voce nei cantanti lirici, ipotizzò l’esistenza di un legame tra lo sviluppo psichico della personalità e l’esperienza dell’ascolto, alla base dell’Audiopsicofonologia. Questa nuova disciplina si fonda sulle tre leggi dell’Effetto Tomatis, depositate all’Accademia delle Scienze della Sorbona nel 1957. La prima legge sostiene che la voce emessa da una per-sona contiene solamente frequenze che il suo orecchio è in grado di ascoltare. Nella seconda legge si afferma come la correzione delle frequenze alterate migliora istantaneamente l’emissione vocale. La terza legge, infine, prevede la possibilità di modificare in modo duraturo l’emissione vocale se la stimolazione uditiva è mantenuta per un certo tempo. La correzione delle frequenze alterate si può realizzare attraverso una sti-molazione specifica utilizzando un apparecchio chia-mato “orecchio elettronico”.

Le conoscenze scientifiche alla base dell’audiopsicofonologiaL’udito è il primo dei cinque sensi a svilupparsi nel feto, permettendogli di entrare in contatto con il mondo esterno. L’elemento chiave di questo sistema è l’orec-chio, l’organo deputato a captare i suoni e a tradurli in impulsi elettrici poi trasmessi, per mezzo di fibre ner-vose (il nervo acustico), al cervello, dove vengono ana-lizzati ed interpretati. Secondo Tomatis l’orecchio rap-presenterebbe una “unità funzionale psicocorporea depu-tata all’ascolto” prodotta dall’interazione delle sue tre funzioni principali. La prima funzione sarebbe uditiva

(ossia la ricezione e l’analisi dei suoni) legata alla posi-zione relativa di martello, incudine e staffa, i tre ossicini dell’orecchio medio; mentre la seconda funzione è quel-la labirinto-vestibolare (che comporta il controllo della postura e il mantenimento dell’equilibrio) svolta dall’o-recchio interno, o vestibolo. La terza e ultima funzione è energetica e prevede una sollecitazione della corteccia cerebrale, attraverso gli stimoli sonori che svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo del sistema nervoso. La stessa qualità dell’ascolto, dipendente dalla sinergia tra sistema cocleare e vestibolare e il loro regolare fun-zionamento, consente non solo lo sviluppo somatico ma anche quello psichico e sociale.

L’orecchio elettronicoLa ricerca di Tomatis gli permise di sviluppare un complesso strumento chiamato Orecchio Elettronico, capace di modificare il modo in cui un soggetto ascol-ta e, di conseguenza, la fonazione. Lo scopo ultimo era quello di elaborare un condizionamento audio-vocale educando l’organo uditivo, danneggiato da una qua-lunque causa, a riacquisire la capacità di elaborare sti-moli sonori “puliti” e “vitali”. Tale capacità di “acco-modazione” è normalmente governata dai muscoli che s’inseriscono su martello e staffa. Proprio su questi l’Orecchio Elettronico inizialmente agisce, inducendo alternativamente uno stato di tensione e rilassamen-to muscolare che si riflette sia in modificazioni della curvatura del timpano che in una diversa pressione esercitata sull’orecchio interno. La conseguente toni-ficazione dei muscoli (con la capacità di selezionare i suoni in entrata) e un adattamento agli stimoli esterni (che permettono al soggetto di prepararsi all’arrivo dei suoni), porta a un miglioramento nello sviluppo della funzione di ascolto che assicura non solo un miglior controllo della voce parlata e cantata, ma anche un riequilibrio della dimensione psicologica.

Alfred Tomatis el’AudiopsicofonologiaIl legame tra lo sviluppo psichico della personalità e l’esperienza dell’ascolto

Alessandro Silva

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Para-TanMantra che curaLa Scienza delle vibrazioni dei Mantra Tantrici per ritrovare equilibrio, salute e riarmonizzare Corpo, Mente e Spirito

Federica Gorni

Numerose ricerche scientifiche hanno ampiamente dimostrato che il corpo umano, come ogni altro essere vivente sulla terra ed ogni oggetto, ha sue spe-cifiche vibrazioni e si sintonizza su varie

frequenze. Per questo motivo il nostro organismo è molto sensibile alle vibrazioni dei suoni, che possono influenzare il nostro corpo e le nostre emozioni sia negativamente che positivamente. Pensate sempli-cemente: come vi sentite ascoltando musica heavy metal o musica classica? Come state quando siete in un parco col cinguettio degli uccelli o nel frastuono del traffico cittadino? I suoni hanno un impatto note-vole sul nostro umore ma, in realtà, anche sul nostro corpo, la nostra mente e la nostra salute. Come mai?Ogni cellula del nostro organismo è dotata di un campo magnetico, rilevabile con specifici strumenti. Le cellule comunicano l’una con l’altra tramite il loro campo magnetico, inviando e ricevendo le informazio-ni necessarie a svolgere specifiche funzioni. Tale campo magnetico può essere considerato la memoria della singola cellula. Il movimento vibratorio degli elettroni presenti nel nucleo della cellula determina cambiamenti nel campo magnetico della cellula e, di conseguenza, ne modifica il comportamento o la funzione. Ne consegue che, sottoponendo le cellule a specifiche vibrazioni, come quelle potenti dei Mantra, è possibile cambiare il comportamento della cellula stessa come vogliamo.Inoltre nel nostro corpo esistono proteine con fun-zione di microantenne, estremamente sofisticate, che sono direttamente collegate con il DNA e che fun-zionano da trasmettitore e ricevitore di frequenze. Scienziati dell’Istituto HeartMath (www.heartmath.org), e di altri istituti di ricerca, hanno scoperto che queste microantenne presenti sul DNA vengono atti-vate o disattivate dalle frequenze filtrate attraverso il DNA. Le emozioni, i pensieri e le parole hanno una

loro frequenza vibrazionale, cioè generano lunghezze d’onda di varie velocità e durata, che vengono tra-smesse grazie al campo magnetico del corpo umano e delle singole cellule, e che possono attivare queste microantenne. Emozioni negative (paura, ansia, rab-bia e simili) attivano solo alcune di queste “antenne”. Mentre le emozioni positive attivano un numero molto più elevato di “antenne” perché generano una lunghezza d’onda veloce e corta. Un’altra importante recente ricerca scientifica (1) russa prova che il DNA può essere influenzato e ripro-grammato dalle parole e dalle frequenze. Riunendo linguisti e genetisti, i ricercatori russi hanno scoperto che il codice genetico, specialmente in quel 90% apparentemente inutile, segue le stesse regole di tutte le nostre lingue umane. Confrontando le regole della sintassi, la semantica e le regole grammaticali di base, hanno scoperto che i codoni del DNA seguono una grammatica regolare e hanno regole fisse come avviene nelle nostre lingue. Il biofisico e biologo molecolare russo Pjotr Garjajev e i suoi colleghi hanno esplorato il comportamento vibratorio del DNA e, modulando certi modelli di frequenza (suoni) con un raggio laser, sono riusciti a influenzare la frequenza del DNA e quindi l’informazione genetica stessa. Certamente la frequenza deve essere quella corretta e a questo si deve il fatto che non tutti hanno lo stesso risultato o possano farlo sempre con la stessa forza. Tutto questo spiega come le vibrazioni sonore agiscano veramente nel profondo, a livello cellulare e addirittura di DNA.Altri studi scientifici hanno dimostrato che certe onde di suono hanno la capacità di attivare la guarigione cellulare quando rivolte su ferite del corpo e sono in grado di promuovere e velocizzare la guarigione. Ricerche mediche svolte all’Università di Parigi hanno scoperto che certi suoni ripetitivi rivolti ad una cellula cancerogena distruggono la cellula.

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34 Scienza e Conoscenza - n. 42, ottobre/novembre/dicembre 2012 www.scienzaeconoscenza.it - Scienza e Conoscenza 35

Tra le più qualificate terapeu-te della voce presenti al mondo, Karina Schelde, in questa intervi-sta esclusiva per S&C, ci accom-pagna in un viaggio alla scoperta del metodo Soul Voice® – La Voce dell’Anima da lei messo a punto. La struttuta profonda delle cose è sonora e vibrazionale e attraverso il lavoro con la voce secondo il meto-do Soul Voice® possiamo liberare l’anima da ciò che è sommerso; ren-dere noto l’ignoto, lo sconosciuto, il pauroso; sciogliere i nodi più stretti e i blocchi più angosciosi. Per pote-re portare nel mondo la nostra vera voce: una voce che parla di chiarez-za, verità e consapevolezza. La voce del nostro cuore, della nostra anima.

Come e perchè è nato il metodo Soul Voice®?Già al termine della mia adolescenza ero molto affasci-nata dal modo in cui le persone parlano e camminano, come se fosse nei movimenti e nei suoni della voce che le persone mostrano la loro peculiare unicità. È stato questo che mi ha spinto verso gli studi di psi-cologia, a cui mi sono dedicata prima di addentrarmi in quelli teatrali a Parigi, dove per quattro anni ho lavorato sopratutto con le maschere. E tornando a Copenhagen, ormai venticinquina anni fa, ho capito chiaramente di avere un incredibile impulso teso verso lo svelamento della verità che quelle maschere nascon-dono, maschere che tutte le persone indossano e in cui ci nascondiamo, ci nascondiamo sopprimendoci senza manifestare quello che veramente siamo, senza essere onesti con noi stessi. Ho sentito un impulso verso una trasformazione dell’umanità profonda e radicale e mi sono resa conto di aver bisogno di lavorare con le persone in modo più intimo e ravvicinato per poter veramente “agire” questa trasformazione. Così ho stravolto la mia carriera e sono diventata consuelor, body worker e psicoterapeuta ed è stato attraverso queste professioni nel mondo del benessere naturale e alternativo che ho scoperto l’importanza della voce. Questo per me è stato la mia iniziazione all’ascolto di ciò che è più profondo e che non riusciamo normalmente a contattare con le parole o l’uso delle mani o il respiro o

Maria Cristina Franzoni

Dar voce

alla voce

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34 Scienza e Conoscenza - n. 42, ottobre/novembre/dicembre 2012 www.scienzaeconoscenza.it - Scienza e Conoscenza 35

Soul Voice®

qualsiasi altro metodo o strumento utilizziamo. Penso che questo sia successo grazie alla mia precedente formazione come attrice e agli studi fatti nel campo dell’espressione creativa. Così quando ho stabilizzato la mia attività professionale nel mondo della salute e del benessere e i suoni hanno cominciato a venire attraver-so di me, è stato come se facessi una esperienza di deja vu, come se tutto il mio essere già sapesse.

Vorrei approfondire il modo in cui la voce lavora. Che relazione c’è tra la voce, il corpo, il movimento del corpo, la profondità dell’anima e l’essenza della persona. Che ruolo svolge in tutto questo la voce?C’è una qualità speciale nella nostra voce quando la liberiamo e ci permettiamo di esprimerla in una modalità di rilascio, che poi è essenza di ciò che la voce è, di abbandono del controllo, quando ci permettiamo di andare oltre quella che chiamiamo la mente conscia che ci contiene, alle volte troppo, all’interno di una struttura lineare. Allora, il suono della persona che si trova in quello spazio liberatorio e quindi disponibile a ricevere, porterà informazioni più intime e vibrazioni di qualità più elevata, superiore, informazioni che provengono dal subconscio più pro-fondo, ed è nel subconscio che abitano i nostri sogni e le nostre verità, è li che abita ciò che ancora deve essere scoperto. Ma quello è anche il luogo dove abi-

tano le cose che non riusciamo a digerire o integrare o esprimere, tutto quello che sopprimiamo è nascosto lì. Come ormai molte scoperte scientifiche dimostrano, tutto ciò che esiste è vibrazione, frequenza sonora, i nostri organi, le nostre ossa, le piante e i minerali sono vibrazione. Il suono è in sé la trama che costruisce le cose, che compone la struttura della materia di tutto ciò che esiste. Ogni cosa è energia vibrazionale: il campo energetico in noi e fuori di noi è creato dalle frequenze sonore. Attraverso le frequenze sonore pos-siamo prendere contatto con ciò che abita nel nostro subconscio ed elaborarlo con la guida del nostro cuore e delle nostre intenzioni positive e così smuovere ciò che è pesante, i blocchi, le problematiche, le malat-tie, i disagi, qualsiasi cosa si voglia svelare e portare ad espressione. Nel nuovo libro che sto scrivendo approfondisco una serie di considerazioni relative agli studi più recenti nel campo della ricerca sull’energia vibrazionale, tra cui ciò che il lavoro di Masaru Emoto ha messo in evidenza. Questo ricercatore giapponese dimostra come possiamo condizionare la struttura dell’acqua attraverso la preghiera o l’espressione di intenzioni positive rivolte verso di essa. Ora, c’è da considerare che noi siamo fatti quasi al 90% di acqua e al tempo stesso siamo frequenza vibratoria, vibra-zione sonora. Risulta evidente come possiamo facil-mente intervenire sulla nostra composizione interiore

dell’anima

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38 Scienza e Conoscenza - n. 42, ottobre/novembre/dicembre 2012 www.scienzaeconoscenza.it - Scienza e Conoscenza 3938 Scienza e Conoscenza - n. 42, ottobre/novembre/dicembre 2012

La musica

Dalla radiazione fossile alla sinfonia delle stelle e dei pianeti

del Cosmo

Corrado Ruscica

Se alziamo lo sguardo al cielo in una notte buia stando lontani da ogni rumore citta-dino, ci rendiamo subito conto non solo della vastità dello spazio, ma soprattutto del suo silenzio surreale. Già perché dal

cielo l’informazione viene trasportata principalmente dalla luce, cioè dalle onde elettromagnetiche di cui l’occhio umano percepisce solo una parte. Se ciò lo paragoniamo ad un esempio canoro, sarebbe come ascoltare una melodia con un filtro nelle orecchie che lascia passare solo alcune note musicali. In questo modo diventa difficile indovinare la canzone che stia-mo ascoltando per cui il suo motivo diventerà incom-prensibile. Questo problema era analogo a quello che dovevano affrontare gli astronomi circa cinquant’anni fa quando essi si limitavano, appunto, ad osservare il cielo solo attraverso la luce visibile. Oggi, grazie ai progressi nel campo della tecnologia, si sono aperte tutta una serie di “finestre osservative” dello spettro elettromagnetico per cui disponiamo di una visione più moderna e più completa dell’Universo. In partico-

lare, possiamo osservare un oggetto celeste a lunghezze d’onda, o frequenze, diverse in modo da studiarne le sue caratteristiche e proprietà fisiche ricostruendo il suo passato e magari prevedendo la sua futura evolu-zione, come avviene per esempio nel caso delle stelle. Ora, mentre le onde elettromagnetiche possono essere trasformate in percezioni visibili dall’occhio umano, in natura esistono anche le onde sonore, cioè onde di densità, che sono prodotte da qualche sorgente e pos-sono essere interpretate come deformazioni temporali dello spazio: un esempio è la voce (la sorgente) le cui onde acustiche si propagano nell’aria (lo spazio) per poi raggiungere l’orecchio umano. In generale, i corpi celesti possono produrre le onde sonore che si propa-gano dall’interno fino alla superficie: la deformazione che esse producono si può misurare e permette di avere informazioni indirette sulle loro proprietà fisiche. Ma una volta giunte in superficie, le onde sonore non pos-sono più propagarsi nel vuoto, a differenza delle onde elettromagnetiche, poiché la densità del mezzo risulta troppo bassa e perciò non si formano onde di densità.

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I consigli di Lettura di www.MacroLibrarsi.it

Sabrina MugnosCatastrofi Naturali La natura sta davvero minaccian-do l’Umanità? Terremoti - Tsuna-mi - Tempeste Solari - Anomalie del Campo magnetico – Cambia-menti climaticiCosa sta accadendo, dunque? Il no-stro pianeta si sta forse accanendo contro di noi? E può qualcuno di questi fenomeni naturali produrre eventi che possano

cancellare la nostra civiltà? Scatenare, insomma, la famigerata “Fine del mondo”? E quanto ne saremmo responsabili? In questa nuova e straordinaria opera Sabrina Mugnos risponde a queste domande, spiegando la dinamica di gran parte dei fenomeni na-turali che ci affliggono in un linguaggio semplice ed accessibile.

Pagine 336 f € 18,00 f Macro Edizioni

James Oschman Medicina Energetica Per le terapie e per migliorare le performance fisicheIl filo conduttore di questa collana, nata dalla collaborazione tra Macro Edizioni e Somatica Edizioni, è che l’intelligenza, il pensiero e la mente non sono esclusiva preroga-tiva del cervello. L’idea che il pen-siero nasca non solo dal cervello ma anche dai diversi e complessi sistemi del corpo, apre nuovi cam-

pi di esplorazione e collega diverse discipline, dalle neuro-scienze alla psicologia, dall’educazione al movimento, alla filosofia. Una proposta editoriale nuova, rivolta a tutti coloro che si occupano olisticamente della cura e del mantenimento della salute.

Pagine 380 f € 20,00 f Macro Edizioni

John D. BarrowIl Libro degli Universi Guida completa agli universi possibiliL’universo è per definizione uno e tutto, ma la storia della scienza ha conosciuto una pluralità di univer-si: quelli dei modelli cosmologici del passato, con tutti i limiti dovuti ai pregiudizi religiosi e filosofici dei loro ideatori, da Aristotele a Tolomeo, a Copernico, e quelli dei modelli più recenti, derivati

dalla teoria della relatività. John D. Barrow ci accompagna attraverso la lunga e affascinante galleria di universi che ne è scaturita, illustrandone nei dettagli le molteplici caratteri-stiche e le leggi che li governano.

Pagine 360 f € 20,00 f Mondadori

John D. Barrow100 Cose Essenziali che non Sapevate di non Sapere I meccanismi segreti del mondo che ci circonda Perché, quando siamo in coda, la fila accanto è sempre più veloce della nostra? Qual è stata la partita più bizzarra della storia del calcio? Perché la forma del “giro della morte” sulle montagne russe non è perfettamente circolare? A questi e

ad altri novantasette interrogativi risponde John D. Barrow. Ogni singola domanda, infatti, diventa il pretesto, o meglio l’opportunità, per aprire una finestra su una dimensione del reale. Barrow riesce così a dimostrare che la matematica è la quintessenza stessa della realtà, poiché è alla base di ogni fenomeno naturale e di ogni aspetto della vita quotidiana.

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Monica Marelli C’era un Gatto che non c’era Misteri e meraviglie della fisica quantistica Misteri e meraviglie della fisica quantistica L’esperimento mentale del gatto di Schroedinger è diventato il simbo-lo della bizzarra fisica quantistica Ma... qualcuno ha mai parlato con il gatto? Ecco, qui potete leggere un racconto in cui, con la scusa di incontrare il micio più famoso del-

la storia della scienza (anche se non è mai esistito), l’autrice racconta che cosa è la fisica quantistica, perché è strana, per-ché ha “disturbato” la fisica classica e si è indissolubilmente legata con la filosofia e con il concetto di realtà.

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Margherita Hack Il Mio Infinito Dio, la vita e l’universo nelle riflessioni di una scienziata ateaQuesto libro racconta come si è evo-luta la nostra capacità di leggere il cielo e con essa la visione scien-tifica del mondo, dagli astronomi della Grecia classica alla nascita della scienza moderna con Galileo e Ke-plero alle scoperte di Newton, per arrivare all’astronomia e alla fisica quantistica dopo le rivoluzioni del

Novecento. Ci pone di fronte ai problemi cui ancora la scienza non sa rispondere: l’origine dell’universo e della vita. Ci interro-ga sulla natura del nostro universo: è tutto ciò che esiste? E finito o infinito nel tempo e nello spazio? E uno fra tanti?

Pagine 207 f € 8,90 f Baldini & Castoldi

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I consigli di Lettura di www.MacroLibrarsi.it

Antonio MarcianòInterazione tra Campi - Struttu-ra Atomica e Caetalisi Descrizione dell’interazione tra due o più campiSiano (A’) e (A”) due punti dello spazio e centri di due campi , cui si possono associare, in seguito, corpuscoli, propagazioni ondula-torie, cariche elettriche, momenti angolari etc. Tali campi hanno l’u-no rispetto all’altro un problema di

«orientamento». Immaginiamo che le onde di propagazione siano come un rotismo fornito di ingranaggi: una rotazione polare di due ingranaggi è concorde se ha lo stesso senso; una rotazione equatoriale se ha senso contrario. Il moto di orientamento si compie attraverso una fase reiettiva, per esempio tra poli uguali di una calamita.

Pagine 59 f € 26,00 f Andromeda Edizioni

Dean RadinFenomeni Impossibili - The Conscious Universe La verità scientifica sugli eventi para-normaliÈ possibile avere esperienze di pre-morte? Come fare per uscire fuori dal corpo? Esiste la chiaroveggenza? Possiamo reincarnarci? L’autorevole scienziato e conferenziere Dean Ra-din in questa sua straordinaria opera spiega, in maniera completa, quei

fenomeni – definiti come impossibili – che sempre più spesso ci troviamo di fronte nella nostra vita. Frutto del rigore scientifico dell’autore, queste pagine forniscono risposte sbalorditive alle più comuni domande, svelando la verità scientifica su questi eventi spesso considerati paradossali o anomali, quali ad esem-pio la telepatia, la telecinesi, la precognizione, ecc.

Pagine 480 f € 17,50 f Macro Edizioni

Andrea Wulf Il Passaggio di Venere La nascita della comunità scientifica internazionale attraverso una straordinaria avventura astronomicaNel Settecento, mentre le potenze europee continuavano a farsi la guerra per estendere gli imperi, lo scienziato Edmond Halley lanciò un appello ai colleghi astronomi di tutto il mondo affinché unissero le

forze per un’impresa comune: l’osservazione del transito di Venere davanti al Sole, uno degli eventi astronomici preve-dibili più rari, che avviene sempre a coppie separate da un intervallo di otto anni, nell’arco di oltre un secolo.

Pagine 391 f € 23,00 f Ponte alle Grazie

Adrián Paenza Non si può Dividere per Zero! Storie di Matematica da passeggio Parlare di matematica non è sol-tanto dimostrare il teorema di Pi-tagora: è anche parlare d’amore e raccontare storie di principesse. Anche nella matematica c’è bel-lezza. Coi numeri si può giocare, anzi è consigliabile farlo, sia per tenere in allenamento il cervello sia, semplicemente, per divertirsi. È questo il motivo che ha spinto

Adrián Paenza a scrivere questo libro inusuale; un modo per sconfiggere il timore reverenziale che la matematica troppo spesso porta con sé e mostrare come in realtà si tratti di una disciplina irresistibilmente affascinante.

Pagine 217 f € 14,00 f Bollati Boringhieri

Fabio Nocentini, Federico Jeantet Iniziazione alle Acque VibrazionaliUn manuale completo su quelle acque che possiedono particolari qualità energetiche, provenienti da vari Paesi e anche create attraverso procedimenti diversi. Alle acque dei santuari o dei templi più o meno famosi, non solo di fede cristiana - da Lourdes al tempio giapponese di Kibune, da Fatima e Loreto a siti archeologici come

Machu Picchu - si aggiungono quelle reperite in luoghi naturali oppure ottenute in altro modo. L’argomento viene affrontato dettagliatamente, con 70 schede descrittive, una per ogni acqua trattata.

Pagine 162 f €7,95 f Mediterranee Editore

Lynne McTaggart The Bond - Il Legame Quantico La mappa per cambiare la tua vita e vivere in armonia con gli altri e la naturaLa brillante e famosa autrice del bestseller La Scienza dell’Inten-zione, Lynne McTaggart, torna con una nuova e straordinaria opera che riscrive la nostra storia scien-tifica. Siamo arrivati alla fine di qualcosa. Ci stiamo chiedendo il

significato della crisi collettiva che abbraccia tutti i settori della nostra vita. Il mondo come noi lo conosciamo sta an-dando a rotoli. Ma questa crisi è il sintomo di un problema molto più profondo, è la conseguenza della differenza tra come ci definiamo e la nostra vera essenza.

Pagine 368 f € 18,00 f Macro Edizioni

Page 22: Estratto da Scienza e Conoscenza n. 42

Il Cuore e le malattie cardiovascolari •The Sinatra Solution: guarire il cuore con il metodo della cardiologia metabolica.• Le ricerche d’avanguardia della medicina alternativa sulla prevenzione delle malattie

cardiovascolari.• PNEI, stress e cuore.• Il meridiano Cuore nella medicina tradizionale cinese, gli aggressori del cuore e il cuore

come canale di informazione psichica.• ESCLUSIVO: uno speciale di Gregg Braden sull’intelligenza del cuore e il potere

del suo campo elettromagnetico.

Su Scienza e Conoscenza 43 - in uscita a fine gennaio 2013!

{ Nel prossimo numero

43

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www.scienzaeconoscenza.it - Scienza e Conoscenza 47

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48 Scienza e Conoscenza - n. 42, ottobre/novembre/dicembre 2012

21 dicembre 2012 ultimo attoDai calendari Maya alla nostra misurazione del tempo, un’indagine scientifica sulla fine del mondo

Sabrina Mugnos

Siamo finalmente giunti al sospirato 2012. Su ciò che dovrebbe accadere al termine di quest’anno sono stati versati fiumi d’inchio-stro; ma il vero banco di prova è sempre e solo il presente. E ad oggi madre natura

sembra comportarsi ben più magnanimamente degli ultimi anni. Ma è anche vero che all’ora “x” mancano ancora alcuni mesi!Lungi da me l’intenzione di entrare nel coro di pom-pose disquisizioni filosofiche per stigmatizzare l’attuale credenza nelle profezie, appellandomi al fatto di essere all’alba di questo terzo millennio segnato da conquiste scientifiche e tecnologiche. Anche perché, se così faces-simo, dovremmo prima giustificare il senso di talune fumate bianche o nere nell’attuale cielo che sovrasta la Città Eterna, o dare dei creduloni a milioni di persone che passano la vita a guadagnarsi il paradiso dantesco, a sfuggire ai Cavalieri dell’Apocalisse o a venerare fram-menti di meteoriti.Togliamoci quindi dall’imbarazzo passando oltre, e illu-strando, invece, tramite l’esposizione dei fatti oggettivi, il perché tale scadenza non deve affatto spaventarci. Una delle più grandi conquiste (ed ossessioni) delle civiltà della Mesoamerica è stata comprendere la natura ciclica dei fenomeni naturali, ed in particolare degli eventi cele-sti. Erano certi (e non sbagliarono) che ciò che accadeva lassù si era già verificato e si sarebbe ripetuto ancora e ancora; e siccome taluni astri rappresentavano divinità importanti per la loro cultura, prevederne il movimento significava anche conoscere in anticipo le mosse degli dei, e pianificare la vita sociale di conseguenza.Ad esempio il pianeta Venere era identificato con

Quetzacoatl, il Serpente Piumato (la figura cardine della religione mesoamericana). Questo corpo celeste è visibile solo alla sera poche ore dopo il tramonto del Sole (quan-do è chiamato Vespero o Stella della sera) oppure all’alba prima della sua levata (allorché è chiamato Lucifero o Stella del mattino). Ma in quest’ultimo caso era conside-rato uscire dall’Inframondo, il tenebroso e minaccioso regno sotterraneo, e quindi foriero di sventure; ecco perché era raffigurato come un guerriero iracondo che scaglia dardi mortali verso la Terra. Così come nefaste erano le eclissi, raffigurate in modo macabro nell’ico-nografia con divinità mostruose sedute su troni d’ossa o impiccate alla fascia celeste.

Qui è mostrata una pagina della Tavola di Venere del Codice di Dresda dove, nell’immagine centrale, è raffigurato il dio Kukulkan o Quetzacoatl che impugna dardi mortali da lanciare sulla Terra.

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Per un paziente malato di tumore è difficile scegliere tra le varie terapie oggi proposte. Le possibilità di cura e supporto tera-peutico suggerite sono tante, ma rimane comunque difficile orientarsi ed essere in

grado di districarsi tra le varie opzioni. L’oncologia, d’altro canto, non offre varietà di trattamento ma ragiona per protocolli: la storia spesso è che si va da un oncologo e poi da un altro per il secondo parere, ma la terapia cambia di poco.Ultimamente, e sempre più spesso, terapie innovative cominciano a essere accettate anche nei reparti di oncologia come terapie di supporto alla chemioterapia e alla radioterapia, quali la psicoterapia e l’agopuntura nel trattamento del dolore. Ormai anche il medico oncologo ha capito che l’innocuità delle proposte omeopatiche, fitoterapiche e nutrizionali può solo apportare al paziente vantaggi fisici e psicologici aumentando lo stato di benessere e quindi la fiducia e la speranza di guarigione.

La sono-fotodinamicaTra le proposte terapeutiche non convenzionali ce n’è una che propone una metodica fisica in parte già sfruttata anche dalla medicina convenzionale. Si tratta della sono-fotodinamica (SPDT) utilizzata per la cura dei tumori, il cui principio sfrutta l’energia della luce e degli ultrasuoni per colpire e indurre la necrosi delle cellule maligne con l’aiuto di sostanze fotosensibili.

A oggi in Italia e nella maggior parte del mondo, la fotodinamica viene utilizzata in medicina prevalente-mente in campo dermatologico per problemi estetici (acne pustolosa, fotoinvecchiamento) e lesioni pre-cancerose e cancerose (cheratosi attiniche, malattia di Bowen ed epiteliomi basocellulari) e anche in campo oftalmologico nella forma umida della degenerazione maculare. In forma ancora sperimentale, presso numerosi centri sparsi in Italia e primo fra tutti - per notorietà - l’Isti-tuto Europeo dei Tumori (IEO) di Milano, le onde acustiche vengono utilizzate sfruttando il loro pote-re termoablativo sul tessuto tumorale in un punto di convergenza che ne distrugge la massa (terapia sonodinamica). Presso l’IEO si utilizza una mac-china denominata HIFU (High Intensity Frequency Ultrasounds) che, tramite un centraggio ecografico, produce ultrasuoni ad alta intensità e li concentra sul tumore: questi si trasformano in calore raggiungendo in loco temperature dai 60 ai 100 °C, molto maggiori di quelle utilizzate nell’ipertermia (41-45°C). Il tumore viene così distrutto per necrosi colliquativa con danno molto limitato ai tessuti sani circostanti. Il campo di utilizzo degli ultrasuoni è il trattamento di neoplasie solide (dimensioni minori ai 4 cm) al fegato, reni, tes-suti molli, ossa, seno escludendo quelle localizzazioni in cui gli ultrasuoni non possono propagarsi quali polmo-ne, intestino, vie respiratorie, cervello. Le perplessità su questa metodica sono legate al fatto che la sola diagnosi tramite esami clinici e l’intervento tramite ultrasuoni

SonoNuove prospettive per la cura del tumore

Sabrina Bigi

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60 Scienza e Conoscenza - n. 42, ottobre/novembre/dicembre 2012 www.scienzaeconoscenza.it - Scienza e Conoscenza 61

fotodinamica

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Mal di testa, addio!

Cefalee: come curarle in maniera efficace con la Medicina dell’Informazione,

senza ricorrere all’utilizzo continuo di farmaci

Urbano Baldari

La cefalea è sicuramente la situazione doloro-sa più frequentemente riscontrata al mondo, al punto da divenire un vero e proprio pro-blema sociale e…. un business, naturalmen-te: un buon farmaco antidolorifico specifico

può assicurare la fortuna della casa farmaceutica che lo produce. Parliamo di un sintomo invalidante, che spesso impedisce o ostacola molto il vivere quoti-diano, inducendo i pazienti affetti a “mandare giù” qualsiasi pillola in grado di dare sollievo. La cefalea può essere primitiva (emicrania, a grappolo, muscolo-tensiva) o secondaria (causata da: infezioni sistemiche o intracraniche, traumi cranici, ipotensione arteriosa grave, ipossia cerebrale, patologie oftalmiche, dentali, sinusitiche, nasali, auricolari, e del rachide cervicale). Del primo gruppo fanno parte quadri non gravi per la vita, ma molto invalidanti; del secondo, più raro per fortuna, forme a volte gravi o molto gravi. Dal punto di vista anatomo-patologico, può essere dovuta alla stimolazione, alla trazione o alla pressione esercitata dalle strutture della testa sensibili al dolore: tutti i tessuti che ricoprono il cranio; il 5° (trigemino), il 9° (glosso-faringeo), il 10°

(vago), tra i nervi cranici; i primi nervi che fuoriescono dai forami cer-

vicali (nervi cervicali); i grandi seni venosi intracranici; le grandi arterie della base dell’encefalo; le arterie durali e la dura madre della base del

cranio (cefalee di origine meningea).

La dilatazione o la costrizione della parete dei vasi sti-molano le terminazioni nervose e causano il sintomo doloroso. La maggior parte delle cefalee è extracrani-ca; ictus, patologie vascolari e trombosi venose sono cause intracraniche più rare di cefalea, come del resto i tumori intracranici. Le cefalee primitive si classificano in: a) Emicrania: si tratta di una cefalea che perdura per 4-72 ore, pulsante, d’intensità variabile da moderata a grave, peggiora con l’esercizio fisico ed è accom-pagnata da nausea, vomito, ipersensibilità alla luce, al suono, agli odori. Insorge a tutte le età, ma, di norma, dai 10 ai 40 anni; interessa di più il sesso femminile, e può avere una remissione completa o parziale dopo i 50 anni. Esiste una storia familiare positiva di emicrania. Viene chiamata con questo nome perché colpisce soprattutto una metà del capo. La fisiopatologia non è stata completamente spiegata. Sono presenti alterazioni del flusso ematico cerebrale e arterioso dello scalpo, sia come vasodialatazione che come vasocostrizione. È probabile che tutto inizi con una depressione della diffusione elettrica corticale (alterazione fondamentale nella corteccia cerebra-le che consiste in un picco di iperpolarizzazione seguito dalla depolarizzazione), la quale può indurre un’infiammazione del nervo, con vasodilatazione, attivazione dei globuli bianchi e permeabilità dei capillari, ovvero i classici fenomeni dell’infiamma-zione. Lo stato flogistico conduce all’irritazione delle fibre sensitive trigeminali perivascolari. Da questi

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Un’altraconsapevolezza

Intervista a Bert Hellinger

Elsa Masetti

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80 Scienza e Conoscenza - n. 42, ottobre/novembre/dicembre 2012