Estratto Scienza E Conoscenza N 30 2009

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Scienza e Conoscenza, Editing snc, trimestrale, novembre 2009 , n.30, Poste Italiane SPA, Sped. in Abb. Post. DL 353/2003 (Conv. in L. 27/02/04 art.1 Comma 1. DCB Forlì n. 67/2009 Anno 8 Numero 30 - IV trimestre 2009 - 7,40

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Anno 8 Numero 30 - IV trimestre 2009 - € 7,40

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ditoriale di Elsa MasettieLa morte è stata definita dal giornalista Michael Brooks

una delle 13 anomalie scientifiche a suo parere piùintriganti o come meglio specifica nel suo libro una

delle 13 cose che non hanno senso (13 things that don’t makesense, ed. Profile Books).E la vita ce l’ha? Vasco Rossi in una delle sue note canzonidice di no. Certo Vasco Rossi non è uno scienziato oppure asuo modo lo è, come tutti noi, come abilmente ci sollecita apensare Giovanni Degli Antoni nel suo articolo, all’interno diquesto numero. Scrive inoltre il giornalista di cui sopra: “Nella scienza un’im-passe può essere segno che stai per fare un gran passo avanti.

Le cose che non hanno senso, in un certo qualmodo, sono lesole che importino”. Scienza e Conoscenza ama indagare que-sto tipo di impasse, ama esplorare le cose che importano oquelle che non hanno senso. Per dare loro un senso? No, piut-tosto per stimolare intorno a tali “cose” dei gesti sensati.La scienza, dicono alcuni, ha da interessarsi di morte biologi-ca, ovvero del cessare dei battiti, e la conoscenza? Convienesepararle o piuttosto, è sensato?E conviene separare la scienza del vivere e quella del morire,quando chi muore è il vivo? Finisce la scienza del morire lad-

dove viene registrata la morte biologica dei battiti? O quella cerebrale? Sembra di no, poiché non possiamo igno-rare grandi tradizioni tanatologiche seppure d’oriente – vistoche si è persa l’efficacia fisiologico-anatomica e di accompa-gnamento della nostra estrema unzione – che come propone labreve testimonianza a pag. 57: «quando l’Occidente crede cheil malato “non senta” e “non capisca” più niente, per noi inve-ce egli sente e capisce, con modalità che progressivamentemutano a mano a mano che la vita si ritira…». Ops direte voi,si finisce nel campo religioso. No, se per religione s’intendeciò che religa, riunisce, in questo caso la vita e la morte. E non c’è niente di religioso nel senso comune del termine

nelle ricerche e negli esperimenti scientifici di unDan Winter, che parla anche di successfull death(morire bene, N.d.R.) nella lunga intervista dedicataai suoi studi.Quando si parla di morte, o si preferisce parlarne ilmeno possibile (a parte il reality show mediatico) o siopta per affidare il discorso a un misterioso-intrigan-te-consolante reame soprannaturale dove solo la con-fessione istituzionalizzata può far da padrona. Non èin questo modo che affronta l’argomento VittorioMarchi, riportando sperimentazioni con sofisticatimacchinari scientifici che provano il continuum dellavita, sancito oggi perfino dagli studi della fisicaquantistica. Ignorare la necessità di una scienza del vivere e delmorire vuol dire negare alla morte il suo essere “seg-mento di vita”, come dice Marco Ferrini, che vivel’esperienza di accompagnamento dei malati termina-li e ben argomenta nel suo articolo il fatto che: “Nelcomplesso contesto umano, sociale e scientificodiventa sempre più importante, e oramai urgente,offrire informazioni e insegnamenti sul processo delmorire […]. Operando con sensibilità e riguardo,affinché ciascuno possa costruirsi – liberato da intru-sioni o pregiudizi culturali – una chiara visione delproprio volere e darne esplicita ed altrettanto chiaraindicazione attraverso il testamento biologico e altriutili strumenti che la società potrà individuare e desti-nare a questo scopo”.

Lungi dal voler creare un ennesimo concetto della morte ciauguriamo, tra l’altro, di contribuire a sfatare quel luogocomune che vede la morte come una disgrazia: «È morto, chesfortunato!». Dimenticando, che ha avuto la fortuna di vivere e… di mori-re. E di apprendere, come ci ricorda Ignazio Licata, cheaffronta, apparentemente, tutt’altro argomento.

Scienza e Conoscenza 1

Per una scienza del

vivere e del morire

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Scienza e Conoscenza 5

Il nostro periodico è aperto a tutti coloro che desiderino collaborare nel rispetto dell’articolo 21 della Costituzione che così re-cita: «Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione», non costi-tuendo pertanto tale collaborazione gratuita alcun rapporto di lavoro dipendente o di collaborazione autonoma.

LA FACCENDA DELL’ETEREa cura di Vincent Gambino 6

VIBRAZIONI PARANORMALIMassimo Corbucci 18

INPHINITOA cura di Elsa Masetti 26

IL SEMPRE VIVENTE Vittorio Marchi 34

QUEL BLEEP DI UN BARDOAnnalisa Faliva 38

FUMETTI PER LA MENTEGiovanni Degli Antoni 46

A SCUOLA DI COMPLESSITÀIgnazio Licata 50

DNA ED EVOLUZIONEA cura di Mario Di Felice 58

IL RUOLO DELLA FITOTERAPIAA cura di Valerio Pignatta 62

DOSSIER INFLUENZAA cura di Giorgio Gustavo Rosso 68

VIAGGI NEL TEMPO, REALTÀ O ILLUSIONE?Samantha Fumagalli e Flavio Gandini 74

FORME DI VITA ESTREMAA cura di Corrado Ruscica 13

I NEURONI DEL BUONUMOREA cura di Laura Mazzolini 16

SEGMENTI DI VITAMarco Ferrini 32

CONSIGLI DI LETTURAA cura di Macrolibrarsi 42

EMPATIAA cura della Redazione 57

APPUNTI SULLA COERENZAA cura di Davide Fiscaletti 72

NOVITÀ IN LIBRERIA A cura di Macro Edizioni 14A cura di Bis Edizioni 24A cura di Arianna Editrice 44A cura di Macro Video 45

INDICE

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A conversazione con Roberto Monti�

La faccendadell’Et

E altre faccende, come il modello dellʼatomo, la tavola periodica, la trasmutazione degli elementi,compresi quelli che costituiscono le scorie radioattive

Èpassato circa un anno dal mio ultimo incontrocon Roberto Monti, il fisico eretico che hafatto più volte parlare di sé per le sue teorie e i

risultati sconcertanti che violano più di uno deipostulati della scienza contemporanea. Megliorinfrescarci la memoria... Lessi di Roberto Monti laprima volta sulla rivista Nexus, un breve articolo incui rivelava poco di sé, ma suggeriva un insolitoesperimento pratico per trasmutare del mercurio inoro. L’esperimento era semplice e ripetibile dachiunque con pochi mezzi, e dal punto di vista dellascienza ufficiale aveva del rivoluzionario, perché nonsolo contraddiceva le leggi di Lavoiser, ma riaprivaun capitolo di storia ritenuto chiuso dagli scienziati,o scientisti, contemporanei: l’Alchimia.Ho avuto modo di incontrare Roberto Monti e dipoterlo conoscere un po’ meglio. E’ un uomo senzapeli sulla lingua, parlandogli traspare subito laprofonda conoscenza della materia fisica e della suastoria. Probabilmente è uno dei pochi fisicicontemporanei che sostiene l’esistenza dell’Etere,quel mezzo onnipervadente che incredibilmente daEinstein in poi viene archiviato come fantasiaarcaica, precludendo gli sviluppi della “Free energy”e molto altro.Il dott. Monti sostiene le sue idee basandole su unaconoscenza che riposa su fatti concreti che possanoessere misurati e riprodotti, anche quando si tratta diconcetti e fenomeni che la maggior parte dei fisiciteorici contemporanei reputano impossibili.Così il suo studio dell’Etere non è vago e confuso,scopro che vi sono proprietà, metrologie precise eformule studiate e conosciute dell’etere; e la suaalchimia, che dell’Ars Regia ha tuttavia solo una

piccola parte, è scienza sperimentale che lo portatramite l’intuizione e la sperimentazione a risultatiche hanno dell’incredibile e dell’incredibilmenteutile, quali l’abbattimento completo delle scorieradioattive. Chi legge troverà nella figura del dottor Monti ilcoraggio del libero ricercatore e la sua ebrezza.

S&C: Quando è iniziata la sua ricerca e quali sonostati da subito gli argomenti che l’hanno toccatadi più?RM: Ho iniziato a occuparmi dei temi che più miaffascinavano sin dal liceo, avendo a disposizionenella biblioteca scolastica dei testi sia di fisicaatomica che di relatività.Di seguito ho poi deciso di studiare fisica ed arrivatoal secondo anno, raggiunta una libertà di studiomaggiore, potei affrontare questi argomenti in mododiretto.Uno era la relatività, in quanto mi aveva seccatol’idea che non si potesse superare la velocità dellaluce e volevo vedere quali fossero stati i motividietro questa affermazione.L’altro riguardava la fisica atomica; visto che volevofare diverse cose in fisica atomica ricordo chequando lessi per la prima volta, mi pare Bohr, nonc’era niente che mi andasse nel suo modellod’atomo.Quindi, atteso il secondo anno, cominciai allora daun testo di Baker che comprendeva un capitolo sullarelatività. Finalmente giunsi in contatto con quelloche era ed è tutt’ora considerato il fondamento dellarelatività, ovvero l’esperimento di Michelson eMorley. Ora, avevo preso come abitudine ogni

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A cura di Vincent Gambino

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qualvolta mi trovavo di fronte ad un problema, dirifare completamente il calcolo da solo. Partivo dalpunto di domanda e sviluppavo il calcolo fino alla fine.

S&C: Mi ricordacosa cercava dicalcolare questoesperimento?RM: La possibilitàdi misurare lavelocità della terraattorno al sole. Quelche a me nontornava era la stessaformula con la qualeMichelson prima eMichelson-Morleypoi calcolavano lavariazione dellefranged’interferenza.Secondo loro,questa dipendevadalla somma deicammini ottici.Secondo me invecedipendeva dalla differenza dei cammini ottici, infatti,così diventava semplice comprendere come maiutilizzando braccia uguali per questo esperimento, ilrisultato fosse piccolo. Non solo questo, nessuno deirisultati degli esperimenti che successivamenteavevano sviluppato aveva niente a che fare con leformule che loro stessi avevano elaborato all’inizio.

S&C: L’etere, che è qualcosa di universalmenteaccettato e suggerito da ogni tradizione,soprattutto da quelle più antiche… esiste o nonesiste?! Lei mi può spiegare un po’ meglio di checosa si tratta?RM: È un mezzo che ha delle proprietà fisiche equeste sono misurabili!

Dell’Etere noi possiamo misurare delle proprietà!Cioè la permittività elettrica dell’Etere0 (epsilon –zero) e la permeabilità magnetica dell’Etere0 (mu –zero). Precisamente: V = 1/00. E ce n’è anche unaterza nota oltretutto.

S&C: E che cos’è esattamente?RM: Cos’è di preciso nessuno lo sa, anche perché daEinstein in poi sono stati bloccati tutti gli studisull’Etere.All’epoca di Michelson le due proprietà conosciuteerano appunto epsilon – zero e mu – zero. Poi se neintrodusse un’altra, precisamente la conducibilitàelettrica, sigma zero, che è misurabile, io l’homisurata.Nelle equazioni di Maxwell ci sono tutte e tre questeformule, ma la terza è trascurata, anche perché simisura solo quando si costata che le galassie hannouno spostamento verso il rosso, che dal punto divista della fisica elementare dell’epoca era bencomprensibile. Il mezzo esiste e quindi la luce chenon è un moto perpetuo, perde un po’ di energia nel

suo percorso, acausa dellaresistenza dell’etere. Se parteblu, mettiamo, dopomilioni di anni diventarossa. Il Red Shiftviene scopertointorno al 1912.

S&C: QuindiEinstein dipingeuno spazio che è unvuoto astratto,sprovvisto di unmezzo...RM: Esatto, diceche l’etere nonesiste!

S&C: Ad oggistiamo vedendo che

per calcolo matematico deve esserci una forma di materia ed energia “oscure” altrimenti i calcoli non tornerebbero, lei che cosa ne pensa?RM: I calcoli... Qui non torna proprio un bel niente!Semplicemente osservano qualcosa che non sannomisurare e ostinatamente restano su posizionisbagliate.Ricapitolando, quello che Einstein ha fatto è dibasare la sua teoria su un esperimento (Michelson e Morley) che sappiamo benissimo nonessere mai stato nullo, e per giustificare questa suateoria aggiunge che i tempi di andata e ritorno della luce sono identici, per definizione, ovverosenza alcuna verifica sperimentale, altrimenti

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A conversazione con Roberto Monti�

sarebbe possibile sapere se si sta andando in una direzione o in un’altra. Non esiste, di fatto,alcuna verifica sperimentale che evidenzi che lavelocità della luce sia insuperabile.

S&C: Che cosa cambierebbe se l’etere fossereintrodotto nella fisica contemporanea?RM: Che ci sarebbe da ritornare su i propri passi eriprendere tutti i lavori di Throwbridge e di Tesla.Nel 1897 John Trowbridge il cui nome Einsteinavrebbe potuto incontrare nell’ultima pagina dellavoro di Michelson Morley comunica l’indagine:The electrical conductivity of the Ether alPhilosophical Magazine. La conduttività elettrica dell’Etere fu consideratatrascurabile da Maxwell. Inoltre crollerebbe la teoriadel Big Bang. Infatti Einstein all’inizio fece una teoria che descriveva un universo stazionario, cosaabbastanza evidente, e fu solo dopo la scoperta deiRedshift che il suo universo si mise in moto. Avevasolo due possibilità per salvarsi, o accettava che iRedshift dipendessero da una proprietà fisicadell’etere, sigma zero, o accettava l’espansionedell’universo ovvero l’interpretazione dell’effettoDoppler, che mostra ancora una volta una grossolanaignoranza. Questo, Infatti, dipende dalle proprietàfisiche dell’Etere. Le formule di Doppler nonpossono prescindere dalle proprietà

epsilon zero e mu zero, che sono a tutti gli effettiproprietà comprovate dell’etere.

S&C: E quindi cosmologicamente parlandol’universo che prevede il concetto di Etere...RM: Non ha una fine né un inizio, concetto nonsemplice da accettare... L’universo non si espande da nessuna parte.

S&C: Ed è finito o infinito?RM: Infinito presumibilmente, ma questo non ciinteressa in questo momento, ci interessa sapere cheha delle proprietà fisiche e quindi ci sono tutta unaserie di esperimenti da fare, e sono tanti, bloccatidalla teoria di Einstein, che ha indirizzato la scienza nella direzione sbagliata.

S&C: Di Tesla che mi può dire? Trova sia statouno scienziato interessante?RM (Ride annuendo): Certo, infatti Tesla – come ilgrande fisico Walter Nernst (Nerst dimostra che unmezzo esiste e che la luce perde un po’ di energianello spostarsi attraverso tale mezzo) – non ha mai preso in considerazione la teoria di Einstein, la trovava semplicemente ridicola.

Come poteva altrimenti, uno che con l’etere ci lavorava? Addirittura era riuscito a far andare una macchina sfruttando l’Etere! (E tra le altre cose pare dalle prestazioni notevoli in termini di velocità, N.d.A.).

S&C: Questo come è possibile?RM: Perché l’etere è una fonte di energia illimitata.L’universo è pieno di energia che non cogliamo mache nondimeno c’è! Non a caso era capace digenerare quei fulmini megagalattici, hai mai vistoqualche foto? Dove credi che la prendessequell’energia lì?È questione di trovare le giuste frequenze e raccogliere energia. Si tratta di una forma di energia che può essere trasformata in energia elettrica.

S&C: Ma che energia è esattamente? Non èmagnetica o elettrica, quindi?RM: È un’energia che sicuramente pervade tutto lospazio esistente, anche i nostri corpi.Un’ultima cosa, Einstein riteneva teoreticamenteimpossibile un giroscopio ottico. Cosa che sappiamobene non essere vera. Infatti adesso questi aggeggiche violano costantemente i postulati di Einsteinstanno nel palmo di una mano!!!! Quella che viene

Non esiste, di fatto, alcuna verifica sperimentaleche evidenzi che la velocità della luce siainsuperabile

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misurata è la variazione della luminosità dei fasci diinterferenza. Tutti gli aerei contemporanei montano i giroscopi ottici! Nati per scopi militari, per anni sono stati tenuti top secret, venduti solo a nazioni amichedagli americani e senza mai rivelare tutti i dettagli.Nell’87 avevo concluso le mie ricerche sulla base“traballante” della relatività e decisi di occuparmi

della struttura dell’atomo.Consultai tutti i testi a riguardo e mi resi conto chefacevano acqua da tutte le parti. Soprattutto ilmodello planetario, impostosi a partire da Bohr, daun punto di vista chimico, non sta né in cielo né interra. Innanzitutto dobbiamo dire una cosa; glielettroni furono messi in orbita perché carichinegativamente e quindi il nucleo positivo dell’atomoli avrebbe risucchiati, e l’unico modo per farli stare in piedi fu metterli in moto, così che la forzacentrifuga li avrebbe mantenuti lontani. E qui c’è un piccolo particolare. Una carica in movimento crea delle ondeelettromagnetiche. Perché gli elettroni in orbita nonle emettevano? A questo punto Bohr ebbe una pensata tipo quelle diEinstein. Per Definizione, se gli elettroni stannoentro orbite predefinite non emettono energia. Questo, naturalmente, fu criticato dai fisici classici inquanto si sapeva benissimo che una carica elettrica inmovimento emette onde elettromagnetiche. Bohr sela cavò alla Einstein, Per Definizione.Andò contro l’evidenza sperimentale. Ora, il suomodello funzionava per un atomo d’idrogeno, cioècon un elettrone solo. Già con un atomo di eliodiventava un gran casino, visto che erano due Pensa invece all’uranio che di elettroni ne ha 20!Un miscuglio incredibile senza senso. Ho solo immaginato un modello di atomo tale chepotesse soddisfare una reazione chimica, perché,vista la velocità con cui avviene il mescolamento didue liquidi in un bicchiere, di differenti qualità,colore etc. la velocità di mescolamento è tale chepensare che tutti gli elettroni in orbita si debbanofermare per fare la reazione chimica per me è semplicemente ridicolo.Non solo, all’epoca avevo fatto già tre anni diesperienza in un istituto di chimica, lavorando con iraggi x, e ai raggi x potevo benissimo costatare chegli elettroni sembravano belli stabili intorno al nucleo. Così m’immaginai un atomo senza elettroniin orbita, costituito di pezzi, molto ben definiti esemplici che potessero combinarsi in modoaltrettanto semplice.Gruppi strutturali di protoni, elettroni e neutroni.

Mi occorreva un solo dato sperimentale, come fare aprodurre neutroni.

S&C: Mi scusi ma vorrei interromperla un attimo,ma come fanno allora gli elettroni a non venirerisucchiati dal nucleo atomico se non stanno inorbita?

RM:Vedi, allora è stata trascurata una cosafondamentale, una proprietà di elettroni e protoni.Sono muniti di campo magnetico e quindi seposizioni di equilibrio elettrostatico non sono possibili, posizioni di equilibrio elettromagnetico lo sono!La prima domanda che mi venne in mente fu: “Checosa è un neutrone?”. Sapevo che aveva vita breve edecadeva in un protone + elettrone. La cosa piùbanale era anche che si potesse formare con unprotone + un elettrone, dovevo provare taleaffermazione. Prima di me vi fu un altro ricercatore che avevaprovato, Don Borghi, fisico e prete del secolo scorso.Suscitò grandissimo scandalo nel mondo scientifico alui contemporaneo. Don Borghi riuscì a formareneutroni facendo passare delle frequenzeelettromagnetiche particolari tra protoni ed elettroni,generando così neutroni. Riuscì nei primi test everificava, vedendo che questi neutroni, che sonoestremamente reattivi, producevano degli elementinuovi una volta formati. Naturalmente questa cosa non fu accettata, neanchequando la riproposi nell’89 e Don Borghi, che fu inseguito allontanato dall’Italia, dopo la sua morte èstato praticamente dimenticato.Continuando nella mia ricerca ho avuto modo diconoscere i testi di Kervran, quali Prove delletrasmutazioni a debole energia in biologia e infisica, e altri. Mi accorsi subito della lorostraordinaria coerenza. Soprattutto perchépresentavano un modello di atomo assolutamentedifferente da quello comunemente accettato: elettronie protoni stabili intorno al nucleo. Contemporaneamente Oshawa, ricercatoregiapponese era riuscito con successo a produrre delferro partendo da carbonio + ossigeno con l’utilizzodi una piccola corrente elettrica. Uno dei primi esempi di sperimentazione dellafusione fredda, o meglio relativamente calda perché utilizzava un po’ di corrente elettrica, ma niente rispetto ai milioni di volt supposti per questo tipo di reazione. Carbonio più ossigeno uguale ferro, midissi: «proviamo!». Iniziai anche a studiare vari testidi alchimia, con mia grande soddisfazioni trovai un

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Non ha una fine né un inizio, concetto nonsemplice da accettare...L’universo non si espande da nessuna parte

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senso, una logica in quel che veniva proposto,fisicamente parlando.Pur venendo da un’educazione fisica classica decisi almeno di provare alcuni degli esperimenti suggeritie ebbi successo!Ebbi occasione in quel periodo di incontrare John Bokris, un chimico di fama internazionale, e grazieai sui contatti di partecipare a delle sperimentazioninegli USA.Ora, c’è da dire che io partecipavo agli esperimentima non li dirigevo, e chi li dirigeva sfortunatamente,non ne sapeva molto di alchimia. Io, allora dinascosto agli operai facevo diverse modifiche e irisultati arrivavano. Da prima una pallina d’oro, poiuna bella mazzetta. Ma ancora niente dicommercialmente proponibile, costava in sostanzapiù farlo che comprarlo.In tutti i testi alchemici si trovano riferimenti aglieffetti stagionali! Primaverili e autunnali etc., percerti tipi di esperimenti.Quando arrivai in USA era l’aprile del 1992,stagione giusta...

S&C: Da che dipendono, questi effetti?RM: Ah, questo non lo so, però ci sono! (ride)Per un fisico è una cosa impensabile, ma la natura neoffre a iosa di esempi come questi, basti pensare allanascita e maturazione dei frutti, come suggerito daKervran. Tradizionalmente è cosa comune e risaputa,un anno semini e cresci delle piante e l’anno dopodevi cambiare coltura, in quanto hai esaurito ilterreno di una certa componente ma l’hai arricchitodi un’altra. Iniziai a collezionare i vari testi

alchemici disponibili, adesso ho una biblioteca quasicompleta; come la Storia dei Filosofi Chimicipubblicata nel 1646 all’incirca.Testi ben noti a Lavoiser! È incredibile pensare comeLavoiser potesse dire che questi “poveri illusi” eranofolli a pensare di poter trasmutare metalli menonobili in oro, e che gli elementi non trasmutano!Gli studi di alchimia iniziarono a essere ridicolizzatiintorno a quel periodo, precedentemente erano moltodiffusi e vi era una grande mole di conoscenza. Questi alchimisti tentarono anche di far trapelarequalche cosa, ma era troppo per la maggioranza diquelle epoche. Con la Pietra Filosofale non solo sitrasmutavano gli elementi in Oro, ma si potevanoottenere dei risultati terapeutici strabilianti, roba darivoluzionare l’intera storia del pianeta!!!Tra i vari testi consultati ho potuto conoscere lafigura di quello che viene chiamato Geber, in realtànon è l’arabo Geber, ma un francescano di nomePaolo di Taranto. Scrisse un testo meraviglioso dialchimia sperimentale.Consigli pratici su esperimenti alchemici che hopotuto ripetere con mia grande soddisfazione,costatandone la veridicità. In quel periodo ero preso tra le altre cosedall’abbattimento delle scorie radioattive.Infatti già allora sapevo abbattere le scorieradioattive. Partendo da una preparazione chimica,mediamente in tre giorni le scorie radioattive trattate scompaiono, lasciando al loro posto altri elementi. In particolare delle grandi quantità diArgento!

...l’etere è una fonte di energia illimitata. L’universo è pieno di energia che non cogliamo ma che nondimeno c’è!

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Per approfondire i dettagli dell’esperimentoMichelson-Morley – uno dei più famosi esperimentidella storia della fisica – e di seguito l’indagine e iltipo di calcoli e formule attraverso cui il fisicoRoberto Monti lo destruttura, mettendo in dubbio ilrisultato, leggere su:http://www.pluriversity.com/allegati/therealeinsteinit.pdf

Leggo e approfondisco

Ogni giorno richiede immancabilmente nuove deci-sioni e nuovi obiettivi. Spesso non abbiamo le ideechiare sul da farsi, perdiamo la capacità di affrontarele cose con giocosità e fiducia e non utilizziamo lanostra componente intuitiva. Ci capita dunque dirimandare, di accontentarci del nostro quotidiano, nontrovando il coraggio di coltivare nuovi obiettivi chepotrebbero ridare gioia alla nostra vita. In realtà, è la vita stessa che racchiude in sé il cam-biamento: niente rimane immutato, tutto si trasfor-ma. Cambiamento significa crescita; il cambiamentocreativo è evoluzione e la sua mancanza comporta in uncerto qual modo una perdita di interessi, conoscenza,capacità vitale, nella stessa misura in cui qualsiasi orga-nismo biologico decade quando non riceve più nuoveinformazioni. L’unica vera conoscenza alla quale ènecessario ambire, dunque, è l’auto-conoscenza.L’evoluzione si manifesta solamente se siamo noistessi a cambiare e il nostro cambiamento dipende asua volta dall’uso consapevole della nostra forzacreatrice. Con i nostri pensieri e le nostre azionicostruiamo la nostra realtà e siamo creatori dellanostra vita. E quando ne diventiamo consapevoli, cioccorre solamente un passo per raggiungere il nostroobiettivo più alto: prendere in mano la nostra vitae farne un capolavoro...Con CreativEvolution ti offriamo un metodo assolu-tamente geniale ed innovativo che facilita l’accesso altuo enorme potenziale di risorse.La tecnica è rapidamente assimilabile nel corso di unseminario intensivo di 3 giorni e mezzo, in cui vieneinsegnato come sincronizzare l’emisfero cerebralesinistro razionale-analitico, con quello destro imma-ginifico-intuitivo. Ciò consente di modulare l’atten-zione verso campi morfici individuali e collettivi alloscopo di ricevere informazioni di ordine superiore, alta-mente risolutive nei confronti di problematiche cheinvestono il quotidiano.Tra i molti vantaggi ottenibili: individuare e rag-giungere gli obiettivi in modo ottimale; scoprire e sti-molare talenti nascosti; aumentare sensibilmente lacreatività e la capacità di risolvere problemi; speri-mentare a livello psichico diverse esperienze possibi-li per scegliere quella ideale.

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S&C: Mi può parlare, per favore della sua tavolaperiodica?RM: Quando facevo la tavola periodica avevo troppineutroni che non sapevo dove mettere.Pensai a quella canzoncina: 44 gatti in fila per 6 colresto di 2… Mi venne un lampo! Era semplicissimo, ecosì li misi in fila per 4, ecco il tetraneutrone!E tornava tutto, si spiegava come si formavano glielementi, in quale serie, perché certi elementi erano adalto potenziale energetico e altri no...Insomma, fu il quattro che mi colpì, infatti, sonoquattro particelle formulate: tetraneutrone, trineutrone,il dineutrone e l’altro è il mononeutrone o neutrone.E poi, c’è un’altra immagine che mi ha moltoaffascinato, il cubo di Rubik. Semplice e intuitivo, unmeccanismo simile avviene con gli atomi.Tu cambi struttura e muta la proprietà degli elementi!Sposti i componenti di questo microscopico lego chesono gli atomi, e hai nuovi elementi!

S&C: Curioso, tavola periodica con periodo 4…4per 4 = 16 per 4 = 64 come gli elementi dei geniformatori della tradizione cinese... E poi come èarrivato alla codificazione dell’abbattimento delle scorie?RM: Vedevo quali erano gli elementi necessari allacreazione di altri elementi e poi, naturalmente,attraverso la sperimentazione, che niente puòsostituire, io provavo e vedevo i risultati reali.

S&C: Cosa è riuscito ad abbattere?RM: Il Torio, l’Uranio, che mi procuravo tramite l’Enea. Ho tutti i risultati sperimentali dettagliati edisponibili. Il Plutonio è difficile da trovare in quantoviene riciclato e quasi nessuno te lo venderebbe!Per quel che riguarda il Torio riesco ad abbatterel’80% subito con il primo passaggio.All’inizio della sperimentazione arrivavo solo al 30%,poi cambiai gli elementi della formula di partenza eottenni più del 50%, basta poi ripetere l’operazioneper un abbattimento totale delle scorie. Si tratta di unaserie di passaggi.

S&C: Qual è il prospetto dei futuri cambiamentinella scienza grazie alle sue scoperte?RM: Tutto da rifare!!!

Il sito di Roberto Monti: http://www.lowenergytransmutations.org/

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80 Scienza e Conoscenza - n. 30, ottobre/novembre/dicembre 2009

Scienza e Conoscenza- rivista trimestrale

- vendita per abbonamento postale, nelle principali librerie

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- Poste Italiane SPA, Sped. in Abb. Post. DL 353/2003

(Conv. in L. 27/02/04 art.1 Comma 1. DCB Forlì n. 67/2009

- Iscrizione al Tribunale della Provincia di Forlì, numero 21

dell’8 luglio 2002

- Direttore Responsabile: Elsa Masetti

curata da:

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