La virtv : dialogo di Camillo Agrippa milanese, sopra la … · 2017. 1. 7. ·...

Post on 25-Apr-2021

2 views 0 download

Transcript of La virtv : dialogo di Camillo Agrippa milanese, sopra la … · 2017. 1. 7. ·...

3?

Digitized by thè Internet Archive

in 2017 with funding from

Getty Research Institute

https://archive.org/details/lavirtvdialogodiOOagri

IRTDIALOGO

DI CAMILLO AGRIPPAMILANESE

SOPRA LA DICHIARATIONE DE LA CAVSAde’Moti , tolti da le parole fcritte nel Dialogo

de* Venti.

IN ROMAAppreso Stefano Paoliai, M D X C V 1 1 1

.

Con licenzia de Superiori^

t

ALLA SANTITÀ DI N, S.

PAPA

ENTE Vili,PRINCIPE DE PRINCIPI

OTTIMO MASSIMO.

ME pare, PRINCIPE DE* PRINCIPI,chefia cofa ragioneuole il fare lecofeconpiuragione che ha pofTibile

, per fodisfare alla_.

giuftitia, cofi farà ben dato queEo titolo dV. B. per trattare di cofe tanto alte , efìendo

Leifopra tutti i Principi, (i come queft* ope-ra tratta della Caiifa delle caufejA'Iì dichiara

le cofe, che lopera narra ; e tanto più da vn fi

nobit intelletto come era rilluftrifiimo Signor Don A luigi Cardinald’ Elle , fi grato , & amoreuole-» • Però à V. B. fé li conuienc noii_>

folo per taf opera5quanto per la grandezza d’ vn tal perfonaggio.

Et fon cerco , che (i degnerà accettarla da me che fon minimo, & de-Tiderofo di fodisfare in tutto alla fublimità di V. Sancita , alia quale./

con ogni humiltd le bacio il Santo Piede ; pregando N. S. Iddio , chela feliciti nella fiia gratia, & la profperi in lunga ,

DiV. Beatitudine.

Humilifr.& deiiotif]’. feruo

Camillo Agrippa*

ALLI LETTORI

Benigni Lettori, io Ipero che voi leggerete piu dVna vol-

ta quelli ragionamenti, e tanto piu volentieri, per interuenir-

ci à ragionare la virtù di fi gran Principe, come dichiarerà

il dialogo,6c fi perche tratta di cofe aliai rare , al parer mio

,

fperando da voi, come cortei], che gli accrefcerete alcune colo, per

effere naturalmente il delio pronto d'agumentare le cofe dette ; & io '

venereftaròconmolto obligo, rcftando a tutti amico* Yiuiamofelici.

ha yirtù delT llluHriJJtmo $ig. T>, jtloigi Cardinal d^Efle » dimanda^

fopra quelle parole del Dialogo de*Ventiydal moto,dal quale

nafeono tutte le cofe.nafcono ancora i pienti

,

qual moto s’intenda^.

Interlocutori ;

C

La VIRTV, & CAMILLO AGRIPPA.

ITEMI, qual moto Intendete voi in quel luo-

go del Dialogo de i Venti, doue fcriuece, chodal moto dal quale nafeono tutte lo cofe > na-

feono ancora i Venti,

Io n’hauerei da dire molti de’motisma fe vo-

lete ch*io dia principio al principio de’ moti,

cominciarò col principio fenza principio,

&

verrò poi diftinguendo i moti coi fuo principio.

V. Hordite^'.

G. Chiara cofa è,che la mente interna ha il moto fenza principio, c

lenza fine in fe medefima, la quale è mente viua/&: interna,& immutabile,& caufatricc d ogni cofa-»,

V. Come la chiamarefte voi per nome , ancorché non fe li può dar

nomo ?

C. Io m’accoftarei con quefii tre nomi,Mente, Intelletto, & Volon-

tà, cioè Mente è il moto viuo in fe medefimo; fi ntellecco è lo flato

di tutte rintelligenzei la Volontà è il confeguirlc, & amminiflrar-

Je ; & tutte tre fono vna foftanza fola , da la quale fono venuti tut-

ti quelli monache qui lotto narraremo , ma prima mi direte quello

che voi ifintendcto.

V. Sin’horalon’affaifatisfattaj&credoche vogliate efporre molti

moti diuerfi in vifordine folo, perche già comincio a intendere da

le cofe dette,che vogliate tutte le cofe che fanno moto, habbino o-

rigine da la caufa fopradetta,& che non fia altra eh’ vna volontà fo

la in tutti 1 moti,! quali per diuerfità, & contrarietà , mantengonoTefiere di tutto Tordine,-!! quale è mantenuto dalla mente,applica-

to dali*intelletto,goucrnato dalla volontà ; fi che io comincio à fea

tire propofitioni, in diftinguerc quelle qualità di moti diuerfi,molto diletteuoli;ma come darete principio a quefl’ordino ?

C. In quello modo , Che la mente diuina pofia tutte le cofe, e che-»

tutto bordine fia in fe medefima, tk di fe medefima; perche effendo

cfrainfiaita,non può effer ordine che non fia nelf infinito i quello

ordine e creato di concrarij, c per contrarij fi|nutrifce tutto quello

che

6che la métite ha ordinato , c’habbla d far Tordlne ] cioè il compor-re, difcomporre tutti gli accidenti,eh e fono in quello ordino.

V. Hor dite fu quelle contrarietà,

C, La prima è di non cfTere , elTere , Taltra di Ilare , & mouerfi, la

terza di chiaro,& ofcurojcioè dÌ 5& notte ; la quarta piu grando,e men grandej piu grane, & nten graue

;piu ftabile , e piu mobilo j

piu caldo,e piu freddo; piu humido,& piu fecce ; con tutti quegli

altri contrarijjche rordine oprando dimoflra quali fono, tali, e ta-

ti , che non fi poifono efprimere.

V. Cominciate à dichiarare quei più chiari,che conofeete.

C, Io diro prima vna co fi, che contiene rutta f incatenatura choha r ordine in fé medeflmo,cioe eh’ ogni della habbia in terra vnafpecie fottopoilaà lei ; & che li pianeti habbino imperio in tutto

quello che dipende dalfordine , & che per lo moto fcambieuolotra loro ,& li manto delle delle habbino dentro genij tali, chofaccino crefeere, & diminuire tutta l’vniuefdtà delle fpetie , fa-

cendole combattere Tempre , fi nel venire, come nell’ andare, fi

nel comporre, come nel difcomporre ; Sedi più qued’ altro pafTo

particolare, chefiano la metà da vna banda, e l’altra dall* altra ;

Òc cofi vn’ Emisfero de’ cieli da vna banda, & 1’ altro dall’ al-

tra-. , à vfo di contrari] vniuerfali , cioè che Venere fia capo dc-»

la parte benigna , Se amorofa ; & Marte fia capo della parte rigi-

da 5 de crudele ,* Se che per due contrari] vnendofi infieme fi com-pongono le cofe , come dal chiaro allo feuro, dal di alla notto;

quali andando fempre intorno in diuerfi modi, come s’è detto nel

Dialogo de’ Venti; cioè che mouendofi il Sole dal Tropico di

Cancro, alTropico di Capricorno, fa che tutti i contrari] fanno

il loro vffitio, Se per queflo il Sole principale agente della naturaL^,

caufa fempre nouità nelle cofe;6<: qiiefto fu il primo apparente eoa

trario,chiaro,& ofeuro.

V. Horfuhauetc detto affai circa l’ intefiimento di tutto l’ ordi-

ne, diuifo in due parti; ma come dichiararete quefli due contra-

ri] , che fanno tanto diuerfi , Se contrari] effetti, & che nome li da-

rete?

C: Io dirò lotto le faiiole poetiche quello ,che Amore fenz’ occhi

fia figliuol di Venere ,& che Amor con gnocchi fia figliuolo di

Marte; e dirò la caufa perche i’vn di quelli è cieco , & l’altro ve-

de.

V. Dite,che qiieft e bello il dillinguere le caufe da gl’ effeti coll oc-

cultisi darne ragione; dite sii.

r C.Ima-

C. Imaginateuij chcadeflb cominci il principio dell órdine , di /

non eifere ad edere; di dare, amuouerfi,*& quefto è il primo

mouente, dal quale viene il primo moto ; dal qual moto na-

feono i Venti, come s’ è detto nel Dialogo; & quefto è il deft-

deno di Venere , il quale è Aiiìor Tuo figliuolo ; il quale poi

facendo la cofa ,* la cola che vien fatta ha gli occhi , &: quefto è

Amore figliuolo di Marto : & quefti fono i due figliuoli di due^

contrari jvniuerfali , cioè , che hanno per capo Venere detea^

Dead’ Amoro Marte Dio deir Armi: &queftidue figliuoli

imitano la narura de’ior Padri , cio;è vn tutto benigno , tutto a-

morofo, tutto affabile , &raltr0=futto iracondo , homicidialo»,

& difturbatore della quieto; fomigliancc tutti due alla natu—' radei lor padri: vno piaceuole, & buono; T altro difpiaceuo—

le, e reo, figliuoli legitimi ambi due dei primi due centrar ij ; al-

loggiano infieme , viuono indemo con lordine , col padre,& coil^

la madre ; il quale è il fentimento, e rvnione di tutto!’ ordi-

no I

V. E affai quefto; ma ditemi i nomi de* moti ad vno ad vno coa^

le ragioni;perche coli hauete cominciato à far di fopra

,

C. E il vero ; & il primo è il defio che hanno i Cieli , & ,le Stello

di venire à baffo per la loro grauezza , & non potendo venire,pre-

fero il moto in giro per trauerfo: & quefto èil primo moto dal

Leuante,al Ponente, dopo il primo della mente viua_, . Il fecon-

do è quello che fanno da Ponente à Leuanto . 11 terzo è quello

dalPArtico airAntartico. il quarto è quello pili , e meno f vno

dell’altro, 11 quinto è quello che fanno i pianeti , come ftationo,

retrogradatione, per far che i contrari] fi temprino, & che fi con-

feruino tutti i Viuenti, de’quali hanno l’ eftere,prima dalla men-

te viua.^; & da quefti moti, e da li geni] loro, nafee il manteni-

mento di tutti i viuenti. Il fefto moto è de gli elementi in acco-

modarfi al placito della mente prima caufatrice delii moti fopra*

detti,& à li geni] diuerfi di tutte le parti diftinte,& infieme con tut-

to lordine, che vien gouernato,5c amminiftrato dalle volontà fo-

pradette.

V. Io v’hò intefo;ma dite pur via,che voi direte cofe, che mi piace-ranno affai.

C. L’hò àcaro, acciò poftiamo fodisfar anco àgli altri, peròfentite. Il defio della terra èdifarfi acqua^ , aria_^, fuoco,Cieli , Stelle , in fomma farfi il tutto , per darfi pace; &cofi l’acqua ha il medefimq defio, l’aria il fimiie, il fuoco,

icic-

?...i cieli il fimile,le fl:elle,i pianeti il limile,cioè di conuertlrfi in tuttele parti,& farli tutti vna follan2a,& vna fimilitudine per darli pace.*perche il far dellVniuerfo altro non è,che cercando il fine far il moto vniuerfale; & quello è il moto delfordine per le lue contrarietà,

& quello è tempo, il fello è eternità.-li che le parti di quello per dar-li pace,vanno cercando in fretta il fuo line , che è la pace interna

,

come era prima i ma perche non è in poter loro , fon forzati far il

lor corfo per fin che tal lìa il diuin placito , & quello dilio, che han-no tutti i concrar

i jè amor,e fuoco,che da lo fpirito a tutti i viuen-

ti vilibili,& inuilibili in tutti i luoghi.

V • E aliai quello ; ma che direte della parte de* contrarij ?

C. Io dirò,che da la parte di Venere, vi fara Mercurio, e Gioue ; &dalapartedi Marte, laLiina,eSaturno;e’l Sole lia foprallantc dela natura vilibile,8c inuifibile de le cofe create^;,

V. Ditemi,qual parte de*cieii,e delle llelie darete à Marte, e qualofarà quella di Venero ?

C, Io direi quello,che l’EmisfcrOìC’hauerà Venere,farà dalla partedi Venere -/k rEmisfero c’hauerà Marte,farà dalla fua,e tutti quel-

li,che fono in quelli due Emisferi,faranao da li fuoi principijd’vno

diretto in contrario ali’akTO,recondo,che vanno per i moti diuerlì

d intelTerfi inlìenie,onde 11 faccino i tanti ftrauaganti eHetti de li

differenti che li truouano in tutte le creature, de le fpetie vniuer-

fali;&: che fecondo li due contrarij vadino fempre mouendoh, & co

sìli muouino i pender i,perche fi m none la fohanza. ne li compolli

vniuerfali:Et per elTcmpio , coli fa il triangolo di vetro a rocchio

nollro nel mollrari colori diuerfi,crerceado,& fminiiendo, perche

io prefuppongo , che fvno fofie di diretto in contrario dell’ altro

,

cioè l’vno nel mezo di, k falrro in meza notte,cioè Venere nel chia

ro,& Marte nell’ombra, per elfer più difiìmili,e contrarij,come s’è

dettOi& quelli furono i due primi contrarij maggiori, perche con-

tengono tutto Tordine de’motJ,e de’gcnij,cioè moti vifibili, e genij

inuiiibili,da minore à maggiore,!! deli’vno,come deiraltro,!! comevoi hauete intefoje potete confiderare peri ragionamenti fopra-

detti.

V. Io hò fentiti li moti, e genij occulti, che feruono per moti, mouedo tutto l’vniuerfoin fe medefimo, cioè tutte le parti deU’ordine, c

di tutti li compofii di quailiuoglia femplice Tetto à quello,* fi che->

io ne rello affai fodisfatta;ma ditemi,che intendete voi che fia ul

cano,& quelli che battono alla fucina di Vulcano, eqiial fuoco è

quello,e quale è la rete , che fono quei dardi , è quelle faette che fa

V ulcaiio?

C, Voi volete ch’io dica vu’altra volta,quel c’hò già detto,à me par

che

rhe perle ragioni date facilmente fi può intendere tutto ciò che

dimandate. -

V. Hor fi che quefioèbeHo , che vogliate farmi credere che-»

habbiate detto quel che non hò intefo , ne hauete detto ; 6c fa-

rà afiUi fe voi prouarete quello che hauete detto eflcr que-fto,

C. Sentite,che adeflo vcl prono ; Vulcano s'intende rordino,il quale abbraccia tutte Tattionj thè hanno da eflere dal prin-

cipio ai fine , fabricator fempre in ogni luogo infine nelle mi-nere. Li tre che batteno con cflb , fono i due contrari; ,cIVnione, che fanno infieme ; fi che vengono tutti quattro vai-

ti in vn ordine . II fuoco è r amore dello fpirito vniucrfale»

ifqu ale concatena l'ordine con li contrari;; il qual non è al-

tro che il deliderio, & mantenimento dell* efierc vniucrfale ; Se

la rete altro non è che la mente interna vnita con l'ordine;

la quale prende, c comprende ogni cofa»* . I dardi altro non-»

fono che i' operationi deirordine, per contrario , & per fimi-

Jitudine ^ Per fimilitudine fono i dardi d' Amore fenka oc-chi , figliuolo di Venere» cioè Venere calda, & Marte caldo.

Per contrarierà fon quelli , che fi fanno per fecco, & humido»quali fono d'Amor con glocc hi figliuolo di Marte , intenden-do fempre che ci fiano da quefte due parti tutte le compa-«gniedi tutti li contrari; fopradetti , che abbraccino tutto l'or-

dine , cioè la potenza di Vulcano coli nominata-* ; ma ve-*

rqè, che quello è il Tuo vero nome cioè ordine ; perche 1* or-dine contiene il far tutte le cofe j&quefta è la fucina , douo$ intende la fabbrica deH'ordinc deli'vniucrfalità ; fi che voihauete intefo come fiviuTcono tutte quefte cofe diuerfe fottolordine mutabile, proportionando , & diTproportionandotutte le Gperationi deh’ ordine, perii contrari; che fono mu-tabilicrà loro ; A quefioè quelche fa amare , & disamare , Segli sdegni finalmente terminando nella ^iftblutione dei cempo-fìi,&di nuouorifacendohicomefapcte chefala fucina di Vul-cano,cioè i ordine.

V . Io ho intefo quello che hauete detto , Se in vero è af-

fai, & al parer miofodisfarà à molti ; Ma che direte del-la fauola di Atlante

, qual foftiené il mondo fopra le fpal-

C. lo dirò eh’,egli è il centro di tutti gli ordini , qual

B regge.

regge, cfo (lenta gli Elementi , .ì Cieli , e tutto quello eh e regò-lato fopraeffo da la mente infrnita ; fiche il centro c Tiftella

mente fono Atlante , & li mifuratori de le ftcllc , fono fimagine,6c fimi litudine d’iddio, cioèriiuomo; lo qual mifura dentro

,

de di fuora, per entro, come dando nel centro con inftromentimatematici, di fuora con la mente che è fimile al Tuo creatore,

qual dà dentro, & fuora; fi che-laimagine, fimilirudine di

Iddio , va à veder Topre del padre di tutte le creature per la Tuafimilitudine ; e da qui fon nate tutte le feientie principali

.

V * Mi piace ; ma che diretedi quel che vi dimanderò bora ,

C. Ancor non fei contenta;V • Non fé può mai eder contento in tutto •

C. Non è miraaigha; perche nè defio nè contento può finire,

finche ritorni l'ordine tutto ne la mente interna , come s*è dettoprima. Dite dunque quel che voi volete. ^

Vr Io vorei fapere , come fi può vedere nelfaria vn Toro, vri

Drago , vn elTercito à caaallo , e à piedi, citanti drauaganti ap-parenti Moda altre diuerfe cole

.

C . lo dirò d’hauerlo quali detto , anzi vcranaente Thò detto; maadefib il dirò piu chiaro. Voihauecc già intefo eh ogni della

ha vna spetie in protettionc. ^

V . E vero . ma che importa , in queda dimanda

.

C. Importa, percioches e detto , ch’ogni cofa mida corrom-pendoli èobligata à tornar à quelle cofe de le quali è compoda ;

fi che quel che hà riceuuto è tenuto à rendere , & quel che hd da-to d riceuere, coli Tempre fabricando , & didruggendo, & quedpè il moto perpetuo , mentre durerà l’ordine de le forme , & ma-terie , & queda è la caiifa del mantenimento , con la qual fi pro-

ucrà tutto ciòxhe adimandate , & hora vcjie darò vn efiempio

,

che feruird per tutti . lo^ cominciarò col Tauro , de dirò che il

Tauro morendo in luogo alpedre , & corrompendoli , le lue par-

ti fi fciolgono, li che la terra vd d la terra> 1* acqua all* acqua, l'a-

ria all’aria, il fuoco al fuoco , de il genio , de aiuto dato da’cic-

li a’i cieli , è Teffigie del Tauro d ladella'fua come s’è detto,

quando s’è de,tto che per la linea centrale de l’ombra de la terra,

tutte le gratie che le delle, è i cieli danno d le cofe , ritornano al

fuo luogo , doue trouandofi rariatranquilla, può occorrere,

che tutti infieme faccino l'apparenza del Tauroin aere , cioè ci-

rali dola della fopradante al Tauro , rimagìne di elfo Tauro à

fe , fi che accompagnando l’cfalatione tcrredre, l’acqua l’aria il

fuoco

/uoco detta imagìnc,poflbno far tal eorpo , che rapprcfcnti il

Tauro nell* aria , & faiendo piu alto detta imaginc di mano in

mano vanno fciogl icndofi gli clementi per tornare à luoghi loroi

òc rimaginc ni: la Tua ftclla ; & qucfl’è imitatione de la fenice

che (ì rinouaogni tanti anni fi che haucte intc^o,pe^qucftorcn-'^ der che fanno tutte le cofe à quelle che hanno impreftato , vicn

ad eifere maiiifefto in qual modo polTa comparire vn Tauro, vnDrago, vn ciTcrcito , Òi qual fi voglia altra imaginc ne l’aria , (i

come narrano Thiftorio

.

V. lo ho intefo quanto haucre detto , & mi par che voi andate

organizzando; che tutte le cofe habbino infieme conuenienza, &che tutte offitianq infiéme per mantenere, & confeguir quello

ordine, ma ditemi la natura de le comete , c là dipendenza loro

.

C, Io dirci, che dalle ragionidette, fe ne trarrà ancor quefta

intelligenza, &vn altro aiuto, & benefitio particolare.

V . Mi piace , che vogliate anco applicare altre cofe in compa-gnia,incominciate .

^

C. Voi fete chiara che li pianeti, fono li reali rettori de la na-tura vniuerfalo • ^

Vi* Che volete dir per quefto .

C . lo voglio dire, che li pianeti hanno vna minerà per ciafeuno

ne la terra, la qual minerà accrefee» ficoncuocc, & fuma,&spira verfo il ciclo, da l:i qual fumoficà, &falita, fi poflbno ge-

nerar Cometediiferenti , fecondo le minere, dalle quali fi fanno,

e fecondo il genio de pianeti , da quali fono dominare quelle mi-nerc, & perche fono differenti ì geni] da’i pianeti , fono anco dif-

ferenti i metalli fottopofti à efH, &però anco difìbrentii fumieh’ indi efeono , & le foRaiize che vanno infieme tirate da eflì , òc

dalla fpirationejc dal genio del pianeta che tira la fofianzadel-la fua imaginc,dando la forma di cometa i li fumi , le qualico-metc s’inalzano piu,& meno,&: fono piu grandi, & piu piccolo,fecondo la difpofitiohe delle minere,& delle fielh; & fono piu di-rette,& piu torte,fecondo, la benignità,Sc malignità de’ fuoi con~trarij,come s’è detto di fopra.

V.- Incominciate àprouare la conditione de le cometefottoadue contrari).

C. - Io cominciarò dalle comete piu grandi,piu lucide, S: piu bel-le,& di maggior rplendore,le quali vengono dalle parti piu be- Com§nigne,cioè da Venereda quale hauerà grandifii^na apparenza»^ , to& grandiffimacoda;la qual cometa, precede di grandezza tut-

B i te

te Taltre, fi come Venere precede nelle cofe di amore tutti gli

altri pianeti. L'altra farà quella di Gioue, ancor lei moltobella in apparenza, L)ipoi quella di Mercurio, alquanto va-ria , conforme alla natura del ino pianeta, lo qual applican-dofi al bene , fa bene ; & al male, fa male. Circa mò Io inalzar-

li piu,e manco farà quefìo, fecondo, che fi troueranno le difpo-

litioni de' pianeti, delle (Ielle , de'cieli ,& degli clementi ; i qua-li potranno per quefii accompa,gniamentifalir dentro a ixieli

perche trouandofene alcune di quefie compofte dell’ vnioiio,

& benignità di quefii tre pianeti i volendo tirare detti pia-

neti li Tuoi genij à fé , che abbandonando i vapori i genij ,

che i genij coi refìelfo jiella luce poflino fare apparire vna-.

Cometa nelli Cieli ; tantapiuche quell’ iftelTa ftella col fuogenio, & fua luco , ha caufata quella minerà interra.^, &però può generare , & caufare quefia in cielo> la quale fin#

che nonfidilTolua il componimento de i genij^de i tre piane-

ti amorofi , fi riflettono infieme , fi come fanno le cometo ;

kquali difibluendofi ritorna ogni pente del componimento al

^ fuo luogo doue difparifcc la cometa. _V. Che direte voi deU’altrc forti di comete?

C* lodiròilmedefimo; Che gli alctri tre pianeti , Luna , Mar-^^Itre te , & Saturno faranno dell’ altre forti di comete maligne , &Come con altro afpetco, fecondoilor metalli, minerali, & cho

nepoflinofarcompofii di tutti tre, come di fopra-. , & ancoognVnoper fe,fi di quefti tre, come di quelli tre farne vna ap-

^

partataper vno. Et di piu,che fi pollino fare alcune cometo,che parcicipinoi genij de i tre pianeti di fopro-,, Mercurio

Giouc,& Venere vnendofi infieme con i genij della Luna,di Mar-te, e Saturno; che vengono a efler comete di genij mifti , &digenij femplici ;&daqueftamifiione,ac fimplicità,nafce la tanta

diuerficà di effetti, che fogliano feguirc doppo l’apparenza di

dette comete.,

Virtù. Et il Sole , del quale non hauete parlato , chofa-. ?

C. Anco lui fa particolari comete, piu rare,piu nobile,^ fccon-

l4ltre de; oltre che fa concordanza con tutti gl’ altri, perl’attrat-

Come rione che fa de* vapori dfHa terra, accompagnandofi conimi-

le. nerali di ogni genere ; & fecondo che haueranno piu dell* ac-

compagnamento del fò*tanto ftranno manco reL & piu beni-.

\ i

^

^ " gui#

'

iy 9gni Ma perche à voler determinar quefto fatto , farebbe co-

fa infinita, & impoflibilc , lafciaraffi fi campo aperto ad ogu*

uno.Che elTempio mi darete di quefta propofitione

.

C. Io direi quefto ; che per Teflempio de’folgori fi troua la ra-

gione di quanto habbiamo dc:to •

V . Ditela_>

.

C i Io dico^che deToIgori vno forbifce roro,& non la borfa ; vnola rpada,& non il fodero;vno il fodcrOj& non fpada^vn l’argento^

& non Toro,vno ammazza,& l’altro nò,vno vota le botti, & fuc-

chia le voua,& tante altre cofe^che non dico,qual fi leggono nel-

: fiftorie. Et quello accade per la diuerfità, de* loro genij, &forza , che ha ogn* vno.per fe di abbracciare il fuo fimile

,per

volere dar fine, e tcrminatione,da poter quietare, & fermarli

in fe medefìmo , il che non può far per la ragione detta di fo-

pra.

V. A quello modo dunque tutte le colè hanno in loro quella con-,

trarietà, e quell' uniono

.

C . Non vi ricordate , che hauemo detto di fopra, che la fucina»*

di Vulcano è quello, cioerordihe; &quell’è il fuoobligoperconleguir quanto iì voler de la mente interna , la quale è caufa-trice , & amfhiuiftratrice vniucrfale del tutto ; hora fete mò fo -

disfatta ?

V . Io farei quanto à me , ma non fiauete detto di voler prouarovn alca virtù , che dipende da la gèncrationc di quelle come-to.~

C . E vero ma m'cra fcordato , in fatti qando s entra in pcnficricant'alti , fi fcordano alcuna volta le promefiè

,

V. Ben è vero-i ma ve he ricordate?

V.. Dircsù.C . lo voleua dire , che dalli medcfimi metalli, che fi generano

lotto terra, come s*è detto, pafiando per effi il corfo dcU'acquej

pigliano di quella virtù , della quale vengano celebrati i ba-gni; quali bagni, per felpcfienza approuaodoli à calo, fo; o fla-ti trouati di tante virtù , atte à guarire ogni grande infcrmi-

. Dite quali infirmità guarifeono, c la natura loro.

^lo dirò de* bagtìeomcho anco detto delle comete , che 1 Bi-

bagni gw/.

*4bagnrfiano buoni* , Se appropriati come la natura: de*fòIgori atti

a leuar rinfirmitd , cornee Iena il fuo fimile il folgore , cioè il Sole

Toro, la Luna l’argento,Marte la fpada , Venere il fodero , & il

fimile de gli altri . Cefi fanno i bagni à Tinfirmità,quando fon

ben difpofli , Se proportionari , a tale imprefa , ma perche i ba-gni vengono diftemperati fecondo fi diftemperano i gcnij de pianeti tra loro , viene anco alterata la fumofità de le minere, &cefi vengono i bagni più , e meno appropriati ò contrari) à Tin-

firmità per la corrifpondenza che hanno con i Tuoi geni) , & i lo-

ro contrarij , 6c cofi fi altereggia ogni forte di femplicf. Se il fil-

mile pur fi dee dire delle infirmitd , & da qui viene che le regole:^

de i medicamenti patifeono affai eccettioni, fi che per quelle

caufe molte operationi di medici vengono fallaci,petche è im-

pòfiibile à tfouar regola ferma à tanta alteratione , iì come ha-

uete intefo dell’arinor benigno , & del reo,per l’attioni de i due

contrarij Venere , e Marte coni loro compagni,perche corri-

fponde cofi fotte terra come altroue la forza deirvnionc, &dif-

unione. Horquefioè quel che io haueua determinato di dirui

di più , che ne dite ? t

V . Affai bene , ma non ci farebbe ragione,perche vn bagno am-

mazza vno infermo, A: guarifee faltro?

C. Sarebbe fottìi penfiero à voler difcorrer mò le parti ad vna ad

vna , 5c il crefeimento , & il difcrefcimento^, e i fuoi contrarij •

Ma direi cheì fecrcto fuife,^he fecondo T infermità che depen-.

dano dal medefimo genio di pianeti,ò dalle flelle,tfouando il ba/

gno dcl medefimo genio, che i’infirmitàguarifca per l’attrattio-

ne,che fa il bagnò delle cofe ree , nell’infirmità , & giungendoui

dentro la virtù della medefìma proportionejche’i genio dell’huo/

mocheèfotro quel pianeta,doue corrifpondendoil genio della,

virtù vinta tra’l pianeta,& il genie, la minera>& il Bagno faccia—,

tale effetto à la perfona inferma,che e fottopofta à tal pianeta- ,.

& quando da in bagno contrarlo , che quello fia atto ad ammaz-zarlo.

.

^ ;-

V. -Io hò intefo quello che haucte detto ; Se in vero non mi di-

fpiace , &c conofeb che voi vorrefle dir altre cofe , ina percho_

vi par di dir troppo alto , non. volete dir più ; ditemi non è

cofi ?

C. E verojma à dhe ve ne fete accorta.

'V. ' A molte cofe, .

C, Accennatele breuemente.V. DI-

/

V. Dico che hanere abbrcuiatoj& lafciato moke co/e. Ma che

direte voi , fe io dirò alcune di quelle che vireftano nel penfic-

ro,

Cr O fi che quello farà affai.

Sen tire. Voi voleuate dire , che ne li laghi , che non hanno

bocca, le piogge fecero i peruigi fotto terra,che porcauano via

Tacquaal mare, ò alcroue, facendo vna profondità grande, &:

poi col tempo il corfodcll’acque, nel cauare riempì , &ftoppò

i pertugi j & cofi furono fatti! laghi fopradetti ; è vero que-

fto? .

C. Everiffimo.'" ^V, Voleuate dir anco , che prima che Io ftretto di G ibe! terra

fuffe aperto,era dal principio del mar Mediterraneo fino al mar to di

Maggiore,fopraCofiancinopoiicome vn lagofoloj & quello

vero, ò nò. ^ terrA

C. Verifiimo,e di pili. ir

V.' Nòynò,lafciate dir*à me:

C.* Dice su,che voi mi leuate la fatica;

V.- Di piiìcffendo ferrato lo llretto di GibeIterra,conuenne , cheTacque foffero tane’ alte, chefipoteffero generar dentro per il

corfodelfacque piouane,flufiì,& reflufil,&: turbini di venti,monti dicrcta,& comporli con carboni,teIline, cocchiglie, barche^,&tant’a!trecofemarauiglipfe,come fene fono trouate in ter-

ra ferma,& fe ne trouanoi& che Tacque affai col tempo apriffero

lo llretto di Gibelterra,&'abbaffaffero poi Tacque al par del ma-re Occidentale,ditenri volete dir quello.

C. Si,nolpoffo negarejpercheglièragioncuolej & vi darò vn*ef-

Tempio. ' ^V. Piànpiaho tocca à me.C. Haiiete ragione,dite SII.

V. Si che dalle fopradette caule de* corfi dell* acque per diuerfe

pard,e refiafil,& venti diaerfi, furono fatti fcogli, Ifole,

& diuerfe caue nella terra^ , Srrellorno in terra i monti tondi

,

diuerfe coIline,& monticelìi,alti,& baffi in diuerfi modi , che io

non voglio nominareiben Agrippa,che direte adeffo ?

C. Io taccio,mà Teffempio.

V. Hora lo dico, limar Cafpio è vn di quelli , che furono fatti

nel principiodelpiouerc, & non è ancor aperto,& col tempo fi

potrà aprire,& far il Umile.

C. Queftoballa^oimc che m*huuctc fatto dire, à Dio à Dio, che

s*io

s’jo à fcntiVeVmi rcophVcfic tì'oppo gra^^

Sentite anco quefto, ^ t-

C. Non poiìopiu, fatemi gratia ch*io ftia in buona grana di

quefti gentirhnqmini 5 & che accettino qucfti difcorii con amo-re, poiché con amore grhabbiamo trattati, vn altra volta poidirete quel che voleuate dire • à Dio à Dio.

V. A Dio Agrippa.C. In pace Tempre

.

V. Hora che dite; è tempo adeflb ?

C. Signora sì dite su •

V . Che miglior ragione potrefte dare, che fuflero Hate 1 acquo#che hauefTcro fatti quefti monti ? ,

C . lo direi che Tacque piouane Tufferò cagione ancor loro del

mar Roffo; &: che quadoquefti mari,non haueano aperto le boc-che, che*l mar Roto col mare Mediterraneo, inficme con tutti

quelli altri. Tufferò tutt*uno, douc gliilrettichcTonofraTuno

e Taltro gli èinno dimandar cqn diuerfi nomi, cioè TArcipelago,

il mar Mediterraneo, mar Adriatico, mar Maggiore, mar Roto,& che tutti quelli Tondi foffero farti dal corfode fiumi che in-

dentro à lo llrctto di Gibeitcrra à torno a torno à quelli mari,

Inlino à lo llrettò di Gibekerra al fine dell’Affrica ,* cioè comin-

ciando dalla Spagna , ronq in effa quelli fiumi , Guadar© , Scgu*?

ra, BbrOjTago.NelIa Francia quelli altri, la Sona-., & il Varo,

NelTJtalia quelli , la Macra,rArno , TOmbrone, Albegno, Fio^

re, Marta,Teucre , Garigliano.Vulturno, & Silaro , & tutti que-

lli sboccano nel mare Mediterraneo . Di poi il Seno,Acre , Ba-

fento , Brandano , Lofanro , Pefeara , Vernano , lordino , Tron-

to,Teline, Mincio , Foglia, Merdia. Nella Lombardia quelli,

il Pò, la Brenta, TAdice, la Piane, il Tagliamento, TortoArfa. Ne la Schiauonia quelli , Poie, Zclina, Narènta, Boia-

no, Drillo ,Lifano ,Argenta, PrinazEa , Polino , & Labich, &tutti quelli sboccano nelTAdrkatico . Li quali fiumi faranno il

mare Adriatico campagne , come quelle di Padouacon il tem -

po verfo Venctia^. Nella Morea quelli, Darbono,Spirna2Ea,V ^

ichi , Polamo , e Teira. NelTArcipelago Ofqp , Afambaba, Ca-

noro, Vardaro, Veradafer, Strumona, & Marira Nel mar

Maggiore ; il Danubio , il Tanai,Ciócop, Taffo. Nell Affrica il

Nilo. Nella coda di Barberia, Caps,Ma'gerada,Guadilabar,

Ladog,ÌRfegmare,T£ra, Maggior, Setaf , Mina,^efis, Efin,

Mulu^ , &Hoccorc , con infimjciakri fiumicini à quali nondiamo

tt^

diamo nome , &.di pm , i fonti , il coiTo dfe’Iaghi Tacque furgenci

vanno nel mare fenza fine ; e tutti quei fiti clle piouano ,c penda-

no dentro in quell i man dentro a lo ftretto di Gibelterra, quali

fi podano vedere ne la Coimografia . Di piu quei acque piouanc,

che cadano intorno , & dentro al mar Rodo

.

V. Io ho intedb quanto a’fìumi, cpioggie, e paefi che fcolano in

quelli mari . Ma come prouaretc , che il mar Rodo fiiffe vnito

con quclTaltri mari •

C* Io lo prouerò in quedo modo,che*I mar Rodo, è’I mare Adria-tico ftan dritto per Sirocco , & Maeftro , & che Sirocco con le

piogge habbia battuto i cord de'fonti , mediante il contrailo di

Tramontana e Maeftro vpcr far dudb , c redudb, & che il Sito

* eh e tra 1 mar Rodb» filmare Mediterraneo era piu bado , clic

non era la bocca deTmar Rodo , nc de lo drctto di Gibelterra-, ,^

quando erano ferrate tutte due ^ & che per quello fudero vnitì

- il mar Rodo con tutti quelli mari fopradetei , edendo alThora-.

più alni mari, aprendod poi le due bocche, .cioè la bocca del

-inar Rodo, & quella del mare Mediterraneo, che le acque li ab-badadero , & che rimanedero fopra quelle acque , tutte quelle-#

cofé modruofe che d fono dette, & d dì nife il mar Rodo dal ma»re Mediterraneo , cornea ha fatto dopo , feparando la Sicilia.#

daTitalia-,, . '

V . Secondo le concludoni che haucte fatte per il Dialogo che-#fiano fatti i monti , le valli, i laghi , e i dumi , & fatti li talgli ne_> ‘

laterradalepioggie, voi diteche il primo aratro e folcatordcla terra fusero lé piogge , & che fempre quello aranso. farà noui-.

- tà , & hìioiìeiboccìie^cangiàirdò là terra da vn luogaà Taltròl, >

riuòlt-andola fottofopra , cofìie fanno i coltiuatori che accoiirciano le campagne j bora non voleuatedir éod ? ^

C . Voglio, e>c che i minili ri di queftò aratro dano il ciclo, jl Sole,la Luna, le Stelle, igenij,& il motoloro, i quali farann® fem^"pì-eJ qUefro vffitio, dnche duri lordine^ cioè il diuxn piaci-•tO .

^'

V . Noif'^iu cLc non ia finiremmo nsai , fe vòlelfimo llar.sù din--tellìgch^svriiu^rfali. ' i-. . "/b

: .V^ balla coli , rellandoin buona grana di quelli

«àlieri amici itortrl, rédateitìpace, & viùerc fdici, à Dio, /Ja Dio. ,

V . Io defidero fapere da voi altre cofe , de qualo vi pareranno . /uraua^aoti.

C C. Dica

nC. DièaV.S; *

V. Io ho vifto la Coglia di S.Pictro,che IH da vna banda , & nonCtt- nel mezzo del Tuo poramento,& mi ofFende affai; farla poffibiJ^gita à metterla in mezzo feiiza far Cafteili.diS.C. A me pare di j(i*

T/e- V. Ditelo con breui parole.ira. C. lo farei fare due curri di metallo, piu grolH vff oncia del Tuo

vano della guglia à i torrioni che la reggano; & li farei fare in tcHa alli curri vna quadratura da pofferli girare, per farli portarela guglia al Aio luogo. Di poi farei piantare gli argani nella piaz2a,lontano,& attaccare le corde appreffo alla pùnta vna canna ,& dall’altra banda farei attaccarepure il medcAmo

,per poter-

la far ninnare tanto alta,che fi potcffe metter fotte il curro ; &meffo che gli haueffe fottotutti dhc licurrijfarei voltare li curri& portar la guglia al Aio luogo.Di poi ferei tirarla con gli arga-ni da vna banda,& far leuare vn curro, & poi dall’ altra banda il

medefimo,& leuar via l’altro curro:»

V. Nonmidifpiacecofi;& volendola mettere innanzi farefii il

medefimo > ^

X2m signora fi., che volete domandarmi altro.

V# Vorrei domandami,fé voleAe alzar la guglia con il Aio pofa-mcnto,& metterli fotto il Torneo di s.Pietro,chc hauete fcritto

nel trattato del trafportar la guglia,che via terreAi.

C» Signora,farei fare quel medefimo caAello, che io fcriffi da al-

zarla nel medefimo luogo doue ella era-.%

V. Datemene.qualche ragione.

Ciu Io farei fare il medefimo caAelto,5c alzarei la guglia con le le-

ue,chc già s’è detto, palmi venti,& doppo con altre lene fotto àquelle farei alzare il Aio pofamento,chc ci è adeffo su lotto alla

guglia,8c poi farei mettere fotto il Torneo di s. Pietro al luogo

fuo>& poi farei calare il pofamento della guglia,& dipoi farei ca

lare la guglia al Aio luogo. Mora eccola meffa al Aio luogo con

il Torneo di s.Pietro,che è fedici palmi di piiì,che coli era termi

nato nel trattato del portar la guglia;ben fignorache dite?

V* Bene,& mi piace di fentir queAo modo di procedere con bre-

uità,

C. Signora ui ringratio affai,& diamoci -pace in quefia, noAra-.

guerra, più che fi può.

Y. * Coli faremo^ Dio,à Dio Agrippa-»*

0

p

C. Signóra voi m’hanetc domandato cole alt:;c>le quali m inuita-

no à dirne anco vn’altra-..

V. Ditesiu. .et

e. Io voglio dire la minor cofa,e la maggiore , chefia al mon-

do*

V. Hor fi che quella è bella, dite su ;

C . La minor cola che fia al mondo , di la maggioro è il centro

chiamato Atlante; pcrclteil centro della natura è indiuifibilo;

a tal che gli èlammor cofa, & è la maggiore perche dimoltra^

il mezo dello infinito,perche da lui fe piglia il principio de mi-

furar la terra , laria , il fuoco , i cieli , infino al fine delle crea-

ture , & da ragione , & cogiiitionc deH'infiuito.

V . Io ho intefo , c non fi può ncgare^che non fij veramente quel

che voi dite, & mibafatisfattoafiai ancor quello.

C. Io ancora hò hauuto gran fatisfattione della grata audienza-.

datami da V . S . la quale degnandoli d afcokarmi li dirò an-

cora cofa maggioro

.

V. Ditegli.

G . Voglio dirle che dal Mare Cafpio , nafeono li fonti del Nilo , Tiitó

& che eflb mare fia caufa deU’inondationi nell’ Egitto piu , de me-- no , come in effetto fa ,& dargli ragione de ciò , & anco dirglila

caufa perche quello fucccda;perche cominci in vn tempo,& for-

nifea in tanto tcmpo;però larà dibifogao,che la cagione,& cau-

fa di tali effetti fij la medefima,ne mai varij il tempo; Et per di-

re, dirò, chcì fole viene in Cancro ogni anno,& non manca mai,

coll non manca d’incominciare à inondare il Nilo;fi che feopren

do il Sole le neui verfo l’Artico,& fciogliendole fa i fiumi grandi

cioè quelli che uanno nel mar Cafpio,! quali fon quelli , i Setten

trionali,la Volgajaich, laicubi,& Chefel;gli Occidètali TArais;

gli Orientali,la Tina,Abiamu; quegli verfo Mezzo giorno. Abili

rin,Abitorne,i6c Alixi: & vanno fotte terra à i fonti del Nilo d fa

re l’inondationi come è manifello, & fecondo, che pili e meno li

detti fiumi vengono d ingroifarfi per la quantità di elTa neuo

,

cofifapiu inondatione,& meno il Nilo, & quella èia caufa del

. più,e manco,Ia qual viene dalie llagioni del mouimento della-*

Luna, portando più , e meno neui verfo detto Artico

,perche-#

; la Luna fa piu larga, & piu llretta la fua Zona,& feconde,che^fa la Zona fua più larga , & più llretta , coli porta più neue , &men neue, & di qui viene il manco cì più dell’ inondacione deL,Nilcr, f

C a V.Co-

10V. Comi potrete yoi far prona,che’l mar Cafpió faccia Je fonti'

del Nilo?

Saccone, In queflo modo ; metterei vn Tacco di miglio nel detto mare,di mi che quando fude a baffo nella voragine fi apri{re,& aperto andafglso. fe nella voragine,oiie corre,& finilcifce la mole acqua , & giun-

gendo oe i Tonti del Nilo, faremmo certi di quanto habbiamodetto,

V. Ma ditemi, poerefti voi togliere detto Nilio all'Egitto?C. E chi ne dubi ta?

V. Io non folo ne dubito, ma Io tengo imponibile;€r Signora,quando intenderete il modo , ve ne varrete di quefta

opinione.

V. Dite fu il modo,che fe fard tale,fard affai. . /

C, Sentite Signora, lo farei vn ballone di fienojmolto più granBaUo- de di detta voragine, nel mezzo del quale vi metterei de’faffine di grolli;perche Io tirafiino al fondo, & con vna corda f accompa-jfienù, gnarci con barche, per andare a trouare la detta voragine;

come il detto ballone gittate in detto mare Cafpio , trouaffe il

' corfo deir acque della voragine , lo porterebbe via , che rroua*to il primo firetto non poten do paffare impediria l’ efito ali’ac-

qua,& mancarebbe l’inondatione del Nilo , che ne dite bora Si^

gnora ?

V. lorefto fodisfatta,& cofi per le ragioni che hauetc detto,crc-

dojche trouerefie anco il modo di rendere all* Egitto il Nilo.

C. £ vero,md bjfogna far gfartifieij atti a quello,perche il fatto

paffato non lo potrebbe leuarCi

V. Dite su,& fate di nuouo per far quello effetto.

C. Quando io vokfll di nuouo dare ali' Egitto il Nilo , farci vnSaffo- ballone di neue ben battuta,& lo coprirci pur di fieno , con met-ne di terni dentro falli grofil,che Io tirafiino al fondo; quello accora-

nme* pagiiaret come prima fin che entralfe in detta Voragine, il qua-

le farebbe l’effetto come prima dillruggendofi la neue à pocoàpoco, fi disfarebbe il ballone >c’l Nilo tornarebbe al Tuolup-

go-. . . ^

V. In vero quella è (lata vna bella inuentione, & mi piacc,« ra-

ràcennea piu ragioneuolecheq'iella degl’anctchi

.

C. Di che opinione furono gli antichi circa quello particolare?

V. Diiierfa dalla vo Ira,^ era loro difeordi.

Q, Ditem-ie di grada,- ^

; V.Sap.

V. Sappiate,che tre furono ropinìoni; IVna fu, che alcuni differo

che erano le acque deirEtiopia,altri i venti Tifei , & i terzi difle

ro le neui de*monti della Luna^& quello dicano,che dileguando^

fi,ò fciogliendofì la neue facefle rinondatione del Nilo.

C. Signora per quello,che io conofeo non ponno (lare quede ra-

gioni. ' La prima è che non pione Tempre in tempo, quanto alle

acque delTEciopia , & non piouendo Tempre in tempo , non puòclfere^perche il Nilo comincia Tempre in tempo, quando il Toie-»

entra nel principio del Cancer . La Teconda è de’ venti TiTei

,

che dicano che non tirano Tempre in tempo , & però non ponnoclTcr manco quelli. Ecla terza che è della Neue de* monti delia

Luna,non può elTere,perche la neue lì Tcioglic,quando il Tolc è in

. PeTce,airhora è per Zenit Topra i'monti della Luna,& alT bora li ;

- fciogliano le dette neui; adunque non ponno elTerc quelle le ac-

que che facciano Tinondatione del NiIo;perche vi corre dal Pe-

^ Tee al Cancer in circa da quattro mell;adunquc non è vero chofiano le neui delli monti della Luna , che faccino dette inonda-tioni.

.

V . CertOjChe per le ragioni da voi addotte,mi atterrò Tempre al -

1* opinione Tua , con la quale mi hauetc affai fodisfac-ta^. ^ ^

C. Adunque mi poffo conten tare,poiché voi ditc,effer Todisfattadelche non Tara poco Te gli altri T intenderanno a quello mo-do.

V. Ditemi di più,le col tempo li ftoppaffe la voragine cheva_.a i fonti del Nilo , che effetto luccedcrebbe al mare Ca*Tpio?

C. Verrebbe ad alzarli tanto col corfo de*fiumi , che gli entranodentro , che verrebbe à fare vna bocca Tiiperficialc nella par-te piu baffa,chefoffe incorno, & li farebbe vn fiume grandini*mo.

V. C^ual Taria la parte più baffa del mar Cafpio, & da qual bandaandarebbe?

C. Quello e male farne gtuditto,nodimeno d dcfcritionc del mioincelIecto,io crederla che sboccaffe nel mar Maggiore di Coflaiitinopoli.

V. Che effetto farebbe qiieflo accidenrc nono.C. Potria col tempo atterrar Coflaatinopoli.

Con qual ragione?

CPcr-

\o^ c

l - .

It'^

C. '^ Perche Coftannnopolf è vnoflfctto"i <& ha gran fondo , 5che quafi ftd nell’aria , adefTo per quello che hò fentico difcprre^

re in ragionamento vniuerfalo *

V. Voi volete conchiudere che mediante il crefeere d*un tanto

gran fiume che nafee da tanti iìiumi , canaria lotto e dalle ban- ?

de , non volete voi dir così ?

C. Si Signora, non è cofa ragioneuole nelfacquc doue corronorodano, & confumano. Sili fanno via più larga, & per quello

porrebbe minare , mediante il longo tempo •

V* Ancor quello non mi difpiace : ma ditemi crefccndo l’acqua

nel mar Cafpio , & raccogliendofeli, ve tanta quantità , che ef-

fetto farebbe quell’acqua^

.

C « L*aggràuaria piu in quella banda,& faria trepidar la terra in

fui centro magno, perche ogni graue tira al centro , & fequili-

bra fui centro, come io ho già Icritto ne’miei libri , non mi oc-

corre dar altra ragiono . Adunque coiitentatcui di quello

peradelTo.

V • Non folamente me ne contento , ma fon fatisfatta affai •

IL FINE

M A G G I O»

^ •>

5'V^LCtAL r4-B

IU)Ì

IH£ GEITY C£«imLlRP/'py