FABI Giovani Aprile/Maggio 2016 IL VENTO E LE VELE · 2011 al 97,4% del 2014 per le banche e dal...

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MY GENERATION edizione web del bimestrale d'informazione a cura del Coordinamento FABI Giovani. Registrazione Tribunale di Roma n. 209/2012 del 5 luglio 2012 Direttore Responsabile: Lando Maria Sileoni a cura del Coordinamento FABI Giovani [email protected] Aprile/Maggio 2016 IL VENTO E LE VELE SCALA 40 Lo Skype made in Italy MARKETING Internet of things SPAZIO APERTO Pet therapy: che cos’è e a cosa serve

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MY GENERATION edizione web del bimestrale d'informazione acura del Coordinamento FABI Giovani. Registrazione Tribunaledi Roma n. 209/2012 del 5 luglio 2012 Direttore Responsabile:Lando Maria Sileoni

a cura del Coordinamento FABI Giovani [email protected]/Maggio 2016

IL VENTOE LE VELE

SCALA 40Lo Skype made in Italy

MARKETINGInternet of things

SPAZIO APERTOPet therapy: che cos’èe a cosa serve

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03 EDITORIALEIl vento e le vele

05 ATTUALITÀBuoni lavoro

07 ATTUALITÀContestazioni disciplinari

09 ATTUALITÀLe scelte per un futuro attivo

10 SCALA 40Lo Skype made in Italy alla conquista del Sud del mondo

12 SICUREZZAPrevenzione incendi

13 WELFAREIl fondo pensione come gestirài miei contributi?

15 MARKETINGInternet of thingsLa rivoluzione con qualche timore

18 POETRY CORNERAvvizziscono i petali / Le luci della notte

20 LETTERATURANiccolò Ammaniti / Anna

22 MUSICA & CONCERTIFrancesca Michielin / Di20are

23 CINEMALo stagista inaspettato

24 ARTE & CULTURAVelocità e colore

26 SPAZIO APERTOPet therapy

28 SPORTGiovani esordi al Viareggio

30 ENOGASTRONOMIALe virtù conosciute degli asparagi

33 VIAGGINorwegian food

35 CITAZIONI

Direttore ResponsabileLando Maria Sileoni

Capo RedattoreLodovico Antonini

Comitato di RedazioneMattia PariPierluigi AielloRiccardo BarabaniWladimir BrottoSimone CapuaniGiovanni CorsaroAlessandro De RiccardisElisa Bianca GallinaroRoberto InchiappaGiorgio IsabellaAlberto LodaAlessio ManiscalcoSimona MisticoniFederico MostaccioLudovico PaganelliElio SfarraCaterina StramengaFrancesco UrsoAlessandra Vanoncini

CollaboratoriFlavia GamberaleSimona Sacconi

Grafica di copertinaSilvia Catalucci

Edizione webMarco Ammendola

ImpaginazioneOrione. Cultura, lavoroe comunicazione srl

CONTATTACI: [email protected]

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IL VENTOE LE VELE

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di Mattia PariCoordinatore Nazionale FABI GiovaniditorialeE

Ha soffiato molto vento nel settore in questiultimi anni, le banche del comparto ABI trail 2011 e il 2014 hanno perso circa 19.000

posti di lavoro, con una riduzione percentuale di oltre il 6%. Nello stesso periodo c’è stata una diminuzione di 2.884 sportelli dai 33.607 del 2011 ai 30.723 del 2014 (-9,4%) e un contenimento degli attivi di bi-lancio del -4,4%. In questo difficile scenario di ri-strutturazione (ancora in corso) del settore, tra i principali rischi c’era la perdita di posti di lavoro per i giovani con contratti a termine (perché non rinnovati o non stabilizzati) e la diffusione in forma massiccia di contratti atipici, che avrebbero con-sentito maggiore flessibilità negli organici alle aziende e rappresentato ulteriori incertezze per i lavoratori. L’azione della FABI e delle altre orga-

EditorialeAprile / Maggio 2016

I CAMBIAMENTI SONOINEVITABILI, MA IL SINDACATO HA

DIMOSTRATO DI SAPER FAREPOLITICHE CONTRATTUALI

INCLUSIVE E AVERE UNA VISIONEPROSPETTICA: VOGLIAMO UN

NUOVO MODELLO DI BANCA ALSERVIZIO DEL PAESE E MAGGIOREDEMOCRAZIA ECONOMICA NELLA

GESTIONE DELLE IMPRESE

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nizzazioni sindacali è stata costruita su un equilibriogenerazionale, che attraverso l’utilizzo del Fondo diSolidarietà del settore e la creazione del Fondo perl’Occupazione ha consentito uscite volontarie ed in-centivate per chi era prossimo al pensionamento e lacontestuale assunzione/stabilizzazione di giovani.Questo operato ha evitato non soltanto la perdita inmassa posti di lavoro ai giovani, ma ha anche consen-tito di arginare ulteriormente il precariato nel settore.Infatti, i contratti a tempo indeterminato sulla forzalavoro del comparto ABI, sono passati dal 96,2% del2011 al 97,4% del 2014 per le banche e dal 85% del2011 al 94% del 2014 nelle banche minori. In partico-lare, il Fondo per l’Occupazione ha finanziato tra il2012 e il 2015 circa 12.240 assunzioni/stabilizzazionidi ragazze e ragazzi. Una dimostrazione pratica diquanto può essere determinate nella vita delle persone

ditorialeE

l’azione del sindacato e che le politiche contrattualiinclusive sono possibili anche in situazioni di crisi edifficoltà, senza dover necessariamente lasciare indie-tro qualcuno. Nei prossimi mesi (e oltre) dovremo affrontare la sfidadel consolidamento del settore e l’ulteriore avanzatatecnologica. In uno studio, che arriva da Oxford e fir-mato dai ricercatori Carl Benedikt Frey e Michael A.Osborne, si analizza (rispetto al mercato del lavorostatunitense) la probabilità che, entro il prossimo ven-tennio, un mestiere venga sostituito da una macchina.Il risultato ci dice che il 47% dei mestieri è nella cate-goria ad alto rischio e, tra questi, ci sono anche i lavorid’ufficio e quelli amministrativi. Tuttavia, nell’elenco,non ci sono quelli specializzati e che richiedono com-petenze di percezione, ingegno sociale, creativo. Ecco allora che da una parte arriva la nostra propostadi Banca Hub, un nuovo modello di banca che valo-rizza il nostro mestiere, abolendo la figura del banca-rio “tuttofare” e specializzando le nostre competenzeanche attraverso l’introduzione di nuovi servizi di con-sulenza qualificata. Dall’altra parte, per affrontare la sfida del consolida-mento e il rischio concreto di finire nelle mani di in-vestitori distanti dalle esigenze dei territori, c’è la no-stra proposta di una maggiore democrazia economicae la rivendicazione di un ruolo attivo dei lavoratori –ma anche dei territori e degli azionisti - nella gestionedelle imprese attraverso una presenza qualificata negliorgani sociali. Perché le trasformazioni sono inevita-bili e non si può cambiare la direzione del vento, masi possono orientare le vele per raggiungere una nuovadestinazione. n

4 Editoriale

NEI PROSSIMI MESI (E OLTRE) DOVREMO AFFRONTARE LA SFIDA DEL

CONSOLIDAMENTO DEL SETTORE EL’ULTERIORE AVANZATA TECNOLOGICA

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5AttualitàAprile / Maggio 2016

ttualitàA di Alessio Maniscalco Esecutivo Nazionale FABI Giovani

Nel nostro Paese i confini traflessibilità e precariato so-no, spesso, labili. Tuttavia,

oltrepassare questi confini non è laregola, come spesso erroneamentesi ritiene, bensì l’applicazione. È ilcaso del sistema dei buoni lavoro(i cosiddetti voucher), nato con unobiettivo nobile, il contenimentodel lavoro nero, e distorto al con-trario per eludere le norme che re-golano il contratto di lavoro.I buoni lavoro sono destinati ai la-vori occasionali, ovvero a quei la-vori discontinui e di breve duratache, in passato, non erano tutelati

da alcuna forma di contratto tra leparti e, quindi, senz’alcuna garan-zia assicurativa e previdenziale.Questo sistema di pagamento èstrutturato in un sistema di vou-cher, acquistabili dal tabaccaio onegli uffici postali con un periododi validità di 24 mesi, che hannoun valore di 10 euro (corrispon-dente al compenso minimo diun’ora di prestazione), di cui 7,50euro costituiscono il compenso ri-cevuto dal lavoratore e 2,50 eurosono la quota versata all’Inps comecontributo per il lavoratore e al-l’Inail come assicurazione contro

gli infortuni (contribuzione pari al13% a favore della gestione sepa-rata Inps; quella in favore dell’Inailpari al 7% per l’assicurazione con-tro gli infortuni; un compenso al-l’Inps, il concessionario, per la ge-stione del servizio pari al 5%).È, inoltre, disponibile un buono“multiplo” del valore di 50 euro,equivalente a cinque buoni non se-parabili, ed un buono da 20 euro,equivalente a due buoni non sepa-rabili (il valore del buono “multi-plo” da 50 euro, cioè il corrispetti-vo netto della prestazione in favoredel lavoratore è pari a 37,50 euro;

BUONI LAVORO

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ttualitàA

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quello del buono da 20 euro è paria 15 euro).I buoni lavoro sono stati introdottinel 2003 dalla legge Biagi per ab-battere il lavoro sommerso in areenon regolamentate da contratti dilavoro, come ad esempio le ven-demmie o i lavori domestici. Dopoessere stati inizialmente impiegatinel settore dell’agricoltura, Sacconili ha liberalizzati nel 2008, esten-dendoli ad altri settori. Il Jobs Actha poi innalzato il tetto massimodi reddito annuo da 5.000 euro a

7.000. Il risultato ottenuto è statoquello di dare fuoco alla miccia. In-fatti,, l’Inps ha comunicato che ivoucher venduti l’anno scorso am-montano ad oltre 102 milioni, unaumento del 67,5% rispetto all’an-no precedente.Non siamo però gli unici ad averadottato questo sistema di paga-mento, anzi, lo abbiamo importatodagli altri Paesi europei: In Austriaci sono i dienstleistungscheck, inBelgio i titres services. La Franciautilizza da anni, con un discretosuccesso, i chèque emploi service

universel, assegni con cui il datoredi lavoro versa i contributi ai lavo-ratori che si occupano di servizi al-la persona, come badanti e baby-sitter, ma hanno un campo di ap-plicazione limitato e sono previstedelle detrazioni fiscali che incenti-vano l’utilizzo.D’altra parte il Governo intendeadottare delle misure per contra-stare l’uso distorto dei buoni lavo-ro: infatti, il ministro del LavoroPoletti ha annunciato un decretocorrettivo del Jobs Act, affinché i

buoni siano tracciati. I voucher perle prestazioni di lavoro accessoriosaranno resi pienamente traccia-bili. Le imprese che li utilizzeranno- si legge in una nota del Ministerodel Lavoro - dovranno comunicarepreventivamente, in modalità te-lematica, il nominativo ed il codicefiscale del lavoratore per il qualeverranno utilizzati, insieme conl’indicazione precisa della data edel luogo in cui svolgerà la presta-zione lavorativa e della sua dura-ta. Fermo restando il valore posi-tivo dei voucher come strumentoper favorire l’emersione del lavoronero - prosegue la nota - la norma,che introduce una modalità dicontrollo analoga a quella esisten-te per il cosiddetto “lavoro a chia-mata”, punta ad impedire possi-bili comportamenti illegali ed elu-sivi da parte di aziende che - al pa-ri di un cittadino che utilizza il bi-glietto dell’autobus solo se sale abordo il controllore- acquistano ilvoucher, comunicano l’intenzionedi utilizzarlo ma poi lo usano soloin caso di controllo da parte di unispettore del lavoro.Con i voucher non si può accederealle misure di sostegno al redditoin caso di disoccupazione, malat-tia, maternità. Il loro incremento -ha affermato l’economista e Presi-dente dell’Inps Tito Boeri - può si-gnificare problemi futuri ed è beneguardare questo fenomeno congrande attenzione. L’allarme lan-ciato da Tito Boeri è ampiamentecondiviso e incute anche il timoreche i buoni lavoro possano diven-tare la nuova frontiera del preca-riato. n

Attualità

I BUONI LAVORO SONODESTINATI AI LAVORIOCCASIONALI CHE, INPASSATO, NON ERANOTUTELATI DA ALCUNAFORMA DI CONTRATTO

TRA LE PARTI

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Verificare il corretto operato dei lavoratori bancariva bene, ma attenzione a non esagerare, alimen-tando sospetti ingiustificati e processi sommari

dettati spesso dal detestabile pregiudizio che i colleghi,quando sbagliano, lo fanno in malafede.È il fenomeno preoccupante delle contestazioni disci-plinari, che da qualche tempo sta turbando sempre piùi sonni delle lavoratrici e dei lavoratori. Un fenomenoin crescita costante e che fa pensare che al giorno d'oggi,

Attualità

ttualitàA

CONTESTAZIONIDISCIPLINARI

di Ludovico PaganelliEsecutivo Nazionale FABI Giovani

pur in presenza di comportamenti e processi posti inessere nel pieno rispetto delle regole, nessuno può con-siderarsi ragionevolmente al riparo dal ricevere unalettera di contestazione dalla propria direzione del per-sonale.C'è, quindi, da chiedersi a questo punto se i bancari sia-no diventati improvvisamente tutti incapaci di lavorare.Oppure se le singole Aziende, per coprirsi le spalle da-vanti alle lamentele della clientela o alle ispezioni, pre-feriscano punire, spesso e volentieri con sanzioni spro-porzionate, la parte più debole, cioè i dipendenti.Con questo non si vuol certo dire che tutte le sanzionisiano ingiustificate. Anzi. A volte si verificano, purtrop-po, casi gravi e indifendibili. Tuttavia, inquieta rilevarequanto ormai l’art. 7 dello Statuto dei Lavoratori, vengachiamato in causa con una frequenza tale da destarepreoccupazioni e sospetti.

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ttualitàA

Partendo dal presupposto che perlegge ognuno è soggetto all’obbligodi fedeltà e a prestare il proprio la-voro con diligenza e nell’interessedell’impresa, purtroppo a voltenell’attività di tutti i giorni si pos-sono commettere errori. Il pericoloè sempre dietro l’angolo perché or-mai si convive in modo forzoso conpressioni commerciali, clientelasempre più agguerrita, procedurelente e farraginose. Ma anchestress, carenze di personale e for-mazione inadeguata. Tutte trappoleperverse che combinate tra lorocontribuiscono a creare i presuppo-

sti per incappare accidentalmentein quell’errore, che spesso genera lacontestazione.Solo un’attenta e puntigliosa ap-plicazione delle norme e dei rego-lamenti interni crea quell’ombrel-lo capace di scongiurare qualsiasiazione di carattere disciplinare.Un concetto, questo, che può ap-parire scontato, ma che di fattonella maggior parte dei casi nonlo è. Perché nel frenetico lavoro ditutti i giorni può capitare di adot-tare, in buona fede, alcune prassiche se da un lato costituiscono unmodo per rendere un miglior ser-

vizio alla clientela fidelizzandolasempre più, dall’altro potrebberoesporre i dipendenti a rischi mag-giori.Occorre ricordarsi che nessuno puòessere licenziato per non aver rag-giunto il budget, ma è un rischio perchi, pungolato insistentemente afarlo, opera in violazione delle di-sposizioni di legge o delle normati-ve interne, non di rado con la com-piacenza dei superiori.Poi, quando capita un problema, ilmalcapitato è additato come un re-probo e colpito dalle sanzioni. n

SOLO UN’ATTENTA E PUNTIGLIOSA APPLICAZIONE DELLE NORME E DEI REGOLAMENTI INTERNI CREA QUELL’OMBRELLO CAPACE

DI SCONGIURARE QUALSIASI AZIONE DI CARATTERE DISCIPLINARE

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di Wladimir BrottoEsecutivo Nazionale FABI Giovani

Mi chiedo spesso se coinvol-gere maggiormente i gio-vani sia la soluzione per

dar loro maggior fiducia verso ilmondo del lavoro e renderli piùpartecipi alla lotta per i loro diritti,oppure se si rischia soltanto di au-mentare l’atteggiamento difensivoe di chiusura che, in alcuni casi, ca-pita di riscontrare, dovuto spessoai ricatti delle parti datoriali.Non ho ancora una risposta, anchese una parte di me è fermamenteconvinta che coinvolgere e farsisentire sia il primo passo per avereun’identità e, quindi, poter costrui-

re delle proposte sempre più rap-presentative delle esigenze specifi-che della nostra fascia d’età.Capisco, tuttavia, le perplessità diquei giovani che all’idea di mettersiin gioco fanno fatica, perché co-stantemente sotto assedio, o me-glio sotto la pressione di situazionidi precariato e instabilità.In Italia, i Neet hanno superatoi 2 milioni e il loro numero sem-bra distante dal diminuire, men-

tre chi, in qualche modo, riescead entrare nel mondo del lavorosi trova spesso a vivere situazio-ni di forte insicurezza lavorati-va. E con l’incertezza e pochi di-ritti è difficile (o impossibile)costruirsi un futuro e una fami-glia. Non so, ma tutto sommatoquesti mi sembrano ancora deibuoni motivi per decidere di es-sere parte attiva del nostro futu-ro e metterci in gioco facendosentire le nostre idee per trovaresoluzioni che ci rappresentino eche siano il risultato della nostralotta. n

9AttualitàAprile / Maggio 2016

ttualitàA

LE SCELTE PER UN futuroATTIVO

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cala 40S

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Si chiama Beentouch ed è unasorta di Skype made in Italy,creato da un team di sei sici-

liani under 30.Il software consente di effettuarechiamate audio e video, pur in pre-senza di una scarsa connettività direte, perché sfrutta un particolarealgoritmo, che permette di compri-mere i dati a farli viaggiare anchesu banda ridotta, come ad esempiola 2g, senza tuttavia compromette-re la qualità dei contenuti.Tutto è nato a cavallo tra Nord eSud. Protagonisti della storia duegiovani fidanzati: lui studente aCatania, lei a Torino. Un amore

che corre sul filo del web. Peccatoche, complice una linea internetnon delle migliori, i collegamentiVoip non ne vogliano sapere difunzionare. Telefonate brusca-mente interrotte, conversazioni di-

sturbate. Così lui, Danilo Mirabile,23 anni, studente d’Ingegneria in-formatica, adesso Ceo di Been-touch, decide di creare un softwaread hoc per poter parlare con la suaragazza e s’inventa un’architetturapeer to peer in grado di supportarele chiamate anche con una bassaconnessione. Passa qualche anno e quella cheera una trovata per tenere viva unastoria a distanza diventa una startup. Mirabile, l’ideatore del softwa-re, comincia a portare il suo pro-getto in giro per l’Italia: partecipaad alcuni programmi d’accelera-zione d’impresa, tra cui Ego della

Scala 40

alla conquista del Sud del mondo

LO SKYPEMADE IN ITALY

Storie di giovani che ce l’hanno fatta

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11Scala 40Aprile / Maggio 2016

di Flavia Gamberale

UN TEAM DI SICILIANI UNDER 30 S’INVENTA BEENTOUCH:UN SISTEMA PER CHE CONSENTE DI EFFETTUARECHIAMATE SU INTERNET PUR IN PRESENZA DI UNA

SCARSA CONNETTIVITÀ DI RETE. OBIETTIVO DEI GIOVANIÈ FARE CONCORRENZA AGLI OVER THE TOP DELLA

MESSAGGISTICA VOCALE E PENETRARE IN QUEI MERCATIDOVE ANCORA SI UTILIZZA LA CONNESSIONE 2G

Ericsson, fino ad essere seleziona-to da Wcap, incubatore della Tim,che gli consente di effettuare i pri-mi test di mercato sul sistema Be-entouch.“Adesso siamo in fase di brevetto”,spiega Mirabile, “la nostra richie-sta è stata approvata e deve soltan-to essere formalizzata”.Il servizio è disponibile da due me-si su piattaforma Android e tramaggio aprile dovrebbe sbarcareanche su iOs e sul Web.L’attenzione di BeenTouch è rivol-ta soprattutto ai Paesi del Sud delmondo, dove la connessione è an-cora 2g e gli over the top della mes-

saggistica Voip trovano difficoltà aimporsi perché le loro tecnologiedi trasmissione sono troppo sofi-sticate per le reti locali.Nel piano industriale triennale,messo a punto dalla start up, siparla della “conquista” di 10 mer-cati, tra cui quello egiziano, thai-landese, peruviano, turco, urugua-iano, messicano e venezuelano.Un progetto, per ora supportatoda Tim, che sta cercando capitali.“Vogliamo rastrellare sul mercatocirca un milione di euro. Per orasiamo in trattativa con quattrofondi di venture capital italiani estranieri. Ci auguriamo, inoltre,

d’individuare presto un partnereconomico, che ci consenta di ag-gredire i mercati esteri”, anticipaMirabile.Uno dei candidati potrebbe essereproprio Telecom, che ha incubatola start up nel suo acceleratored’impresa e che, attraverso lasponda con Telefonica, il più gran-de operatore di telecomunicazionidi Spagna e America Latina, po-trebbe agevolare l’ingresso di Be-entouch in centro e sud America.L’ambizione della start up è quelladi stringere accordi con le compa-gnie telefoniche locali per offrireservizi Voip nei Paesi latini, dove icompetitor sono meno forti e,quindi, il business potrebbe svilup-parsi con più facilità. Ma non ci so-no solo clienti esteri nel mirino deisei giovani siciliani. Un’altra fontedi guadagno per l’azienda sarà lavendita della licenza del softwarealle imprese italiane, che potrannoutilizzare il sistema per organizza-re video conferenze e presentazioniaziendali in remoto. “Uno dei vantaggi dei nostri servi-zi, oltre alla tecnologia modulare,che permette di chiamare anchecon poca rete, è senz’altro la sicu-rezza. Le informazioni sono, infat-ti, scambiate peer to peer e nontransitano attraverso nessun ser-ver. Questo fa sì che i dati scam-biati siano fortemente protetti intermini di privacy”, sottolinea ilCeo di Beentouch.Insomma, il guanto di sfida a Sky-pe, Whatsapp e Facebook è statoappena lanciato. n

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di Caterina StramengaEsecutivo Nazionale FABI Giovani

PREVENZIONE

INCENDI

icurezzaS

12 Sicurezza

L’incendio può provocare gravissimi danni allepersone sia per l’azione delle fiamme e del ca-lore sia per i fumi ed i gas che vengono sprigio-

nati in modo diretto e, indirettamente, a seguito dicrolli, esplosioni, ecc. Per far sì che un incendio abbia inizio, devono esserepresenti nel contempo tre fattori, chiamati il “Trian-golo del Fuoco”, una sostanza combustibile (es. ben-zina), una sostanza comburente (aria), una fonte diinnesco (una scintilla).Se dovesse venir meno anche solo uno di questi fattori,l’incendio non può aver luogo.Una specifica valutazione dei rischi di incendio, stabi-lita dal D.M.(decreto ministeriale) del 10 marzo 1998,impone al D.L. (datore di lavoro) di adottare i giustiprovvedimenti per la salvaguardia della sicurezza deilavoratori e delle altre persone presenti i (es. clienti)nei luoghi di lavoro.

Queste disposizioni prevedono:z le attività di prevenzione che eliminano o almeno ri-

ducano il rischio;z l’informazione dei lavoratori e delle persone presenti;z la formazione dei dipendenti;z le misure tecnico-organizzative destinate a porre in

atto le precauzioni necessarie.

Nel documento di valutazione dei rischi il D.L. deveeseguire un esame dei luoghi di lavoro classificandoquesto in una delle seguenti categorie:A) Livello di rischio elevato;B) Livello di rischio medio;C) Livello di rischio basso.

SULLA BASE DEGLI ESITI DI QUESTACLASSIFICAZIONE E DEI REQUISITILEGISLATIVI DEI DIVERSI TIPI DI AMBIENTI,VENGONO ADOTTATE MISURE SPECIFICHE DIPREVENZIONE E PROTEZIONE PER OGNIAMBIENTE CONSIDERATO.

Nelle banche, di solito, si ha un rischio basso, eccettoche negli archivi, dove, in base alla quantità di cartastoccata, si può anche arrivare al rischio elevato.È importante che in ogni punto operativo tutti i lavo-ratori siano informati del piano antincendio e sappia-no dove sono collocate le uscite di sicurezza e che siastato nominato e formato un addetto (o di più se ne-cessario) antincendio secondo quanto previsto dal D.Lgs. 81/2008.Chi viene nominato non può rifiutarsi eccetto che perragioni di salute. n

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13Aprile / Maggio 2016

elfareW

APPROFONDIAMO ALCUNIIMPORTANTI ASPETTI CHE

RIGUARDANO IL WELFARE ED INPARTICOLARE QUELLE TEMATICHECHE INTERESSANO NOI GIOVANI.CHIUNQUE VOLESSE PROPORCIDELLE ARGOMENTAZIONI DA

TRATTARE PUÒ FARLO SCRIVENDO [email protected]

IL FONDO PENSIONE

I MIEI CONTRIBUTI?COME GESTIRÀ

È VERO CHE POTREI CAMBIARELA SCELTA SULL’INVESTIMENTODEI MIEI CONTRIBUTI NEL FONDO PENSIONE?Qualora il Fondo sia dotato di più linee di investi-mento (asset class), ognuno può – sempre nei li-miti del regolamento del Fondo – variare la suascelta di investimento (ad esempio, dalla linea ob-bligazionaria a quella azionaria). La frequenza,l'eventuale numero massimo di variazioni annueconsentite nonché gli eventuali costi sono conte-nuti nel regolamento del fondo, solitamente pre-sente sul sito Internet del proprio fondo pensionedi riferimento.

a cura di Alessandro Vanoncini Esecutivo Nazionale FABI Giovanie Sergio Valvano Dipartimento Nazionale Welfare FABI

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QUALORA IL FONDO SIA DOTATO DIPIÙ LINEE DI INVESTIMENTO

OGNUNO PUÒ VARIARE LA SUASCELTA DI INVESTIMENTO

14 Welfare

elfareW

ESISTONO CONTROLLI SULLA CORRETTEZZADELLA GESTIONE DEL FONDO PENSIONE, IN CONSIDERAZIONE ANCHEDEL RUOLO SOCIALE CHE SVOLGE?Certamente. Tenuto conto dell’importan-za sociale di tale forma di risparmio, iFondi Pensioni rispondono ad una speci-fica autorità di vigilanza, la COVIP (com-missione di vigilanza sui fondi pensioni),che rappresenta l’autorità amministrativaindipendente, che ha il compito di vigilaresul buon funzionamento del sistema deifondi pensione a tutela degli aderenti edei loro risparmi destinati a previdenzacomplementare. Tale attività viene messain pratica verificando approfonditamentela correttezza dell’operato nonché la pru-dente gestione dei Fondi Pensioni. n

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Orologi, bracciali, termostati, stam-panti 3d e tantissimi altri oggettipossono oggi connettersi alla Rete,

fornirci una miriade di informazioni e ri-solverci tante situazioni. Il fenomeno sichiama Internet of Things, promette diessere dirompente, eppure il pieno suc-

cesso si fa attendereSe pensiamo che le tecnologie di-

gitali abbiano già trasformato dimolto la nostra vita e che noistessi abbiamo già assistito acambiamenti epocali nel setto-

re, vuol dire che non si ha anco-ra idea di cosa ci aspetta: il futuro

ci stupirà, infatti, ancora di più. Pen-siamo ad esempio all’Internet of

Things (Internet delle cose), feno-meno che cresce a ritmi vertiginosie che sta portando e porterà a unatotale rivoluzionare delle nostreabitudini.

di Nettuno

15Aprile / Maggio 2016 Marketing

INTERNET OF THINGS

La rivoluzione con qualche timore

arketingM

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16 Marketing

arketingM

OBIETTIVO DEGLI OGGETTICONNESSI È QUELLO DISEMPLIFICARCI LA VITA

AUTOMATIZZANDO PROCESSIO METTENDOCI A DISPOSIZIONE

INFORMAZIONI CHE PRIMANON AVEVAMO

Chiariamo qualche concetto. PerInternet of Things si intendonotutti quegli strumenti e applica-zioni che permettono non solo enon tanto alle persone di parlaree relazionarsi con le macchine,quanto agli oggetti stessi di dialo-gare direttamente tra loro e di es-sere connessi alla rete. Per chiari-re meglio, si tratta di una rete dioggetti fisici, che contengono al lo-ro interno quella tecnologia neces-saria per comunicare, segnalare illoro stato e interagire con il mon-do esterno. In pratica, con l’Inter-net of Things, il mondo reale deglioggetti e il mondo virtuale dellarete si fondono per creare nuovi

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Marketing 17Aprile / Maggio 2016

servizi e nuove esperienze. Uncambio di paradigma epocale,dunque, che può suonare strano,ma che in realtà si rivela molto uti-le. Qualunque oggetto della vitaquotidiana può essere un nododella rete dell’Internet of Things:una lampadina, un frigorifero, unrobot da cucina, una macchina peril caffè, un orologio da polso,un’automobile, un pannello foto-voltaico, etc. Le proprietà di questioggetti sono essenzialmente due:il monitoraggio e il controllo. Mo-nitoraggio vuol dire che l'oggettopuò comportarsi come sensore,essere quindi in grado di produrreinformazioni su di sé o sull'am-

Qualche esempio?La strada intelligente, o smart ro-ad, in grado di dialogare con le au-to, con i semafori e con la segnale-tica al fine di snellire i flussi ditraffico, ridurre l’inquinamento ei tempi di percorrenza.I termostati intelligenti sono ingrado, tra le altre cose, di impara-re orari ed esigenze e di sceglierela temperatura adatta per ognimomento. E attraverso smartpho-ne possono essere comandati a di-stanza.I device cosiddetti “indossabili”,che, uniti al nostro corpo, moni-torano le nostre attività, le perfor-mance o, ad esempio, il nostro sta-to di salute.Un mondo ideale dunque quellodell’Internet of Things? Fino a uncerto punto. A minarlo due rischi da non poco:la privacy e la sicurezza. Il primopunto è stretta conseguenza delmonitoraggio. Stiamo parlando dioggetti che producono dati e in-formazioni spesso sensibili e rela-tivi a persone: la manipolazione diqueste informazioni ricadrebbenel campo della trasparenza e trat-tamento dei dati personali. La sicurezza è, invece, una conse-guenza del controllo: se un oggettopuò essere comandato a distanza,potrebbe anche essere attaccatoda hacker informatici. A quale prezzo, dunque, il miglio-ramento della nostra vita? Forseun po’ alto… e forse è proprio perquesto che il pieno successo del-l’Internet of Things si fa ancora at-tendere. n

biente circostante. Controllo vuoldire, invece, che gli oggetti posso-no essere comandati a distanza at-traverso internet.Obiettivo degli oggetti connessi èquello di semplificarci la vita au-tomatizzando processi o metten-doci a disposizione informazioniche prima non avevamo.

di Nettuno

UN MONDO IDEALEDUNQUE QUELLO

DELL’INTERNET OFTHINGS? FINO A UN

CERTO PUNTO...

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Poetry Corner18

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AVVIZZISCONO I PETALIdi Gnorri

Avvizziscono i petaliche mi son rimasti addossodall’ultimo turbinedi primavera.Avvizziti e ormai avvezzial magonedei mesi stanchi…Scoppiano loro le venee cadono così dissanguatisenza aver avuto la decenzadi ricucirsiper arrivare ordinatissimiai tuoi palmi

Se fra i nostri giovani lettori ci fosse qualcuno con la vena poetica, ci invii le sue opere. La redazione pubblicherà le migliori a suo insindacabile giudizio

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19Poetry CornerAprile / Maggio 2016

LE LUCI DELLA NOTTEdi Gnorri

Le luci di questa notte fremonoe feriscono la mia rabbiainquieta.Solitario, il silenzio,si strappa da me gridandoad una ad una, le mie pauree verità, proibite.

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etteraturaL

20

Due fratelli, un amico, un cane e, soprattutto, una malattia checolpisce ed uccide gli adulti. I bambini, che ne sono fortunata-mente immuni, devono imparare a farcela. Da soli, o comunque

solo con l’aiuto del libro d’istruzioni lasciato dalla mamma prima dimorire. Questo è Anna, l’ultima creazione di Niccolò Ammaniti. Molta criticaha battezzato il testo come il migliore dello scrittore. Personalmente lotrovo all’altezza di Ammaniti nella fluidità d’espressione, nella capacitàdi rendere in modo unico il paesaggio che circonda i protagonisti, iloro stati d’animo. Ma non credo sia il suo capolavoro. Forse per la sto-ria che racconta, esasperatamente surreale. Eroina del libro è Anna, una ragazzina di circa 13 anni, che sente sullesue spalle il peso della maturità, che ancora non ha, ma che le è neces-saria per la sua sopravvivenza e, soprattutto, per quella di Astor, il fra-tello più piccolo di cui è ora responsabile. Nel libro c’è un po’ di tutto: c’è un viaggio, quello che attraversa la Si-cilia; c’è la fantasia (tanta) di una malattia che porta morte dai 14 anniin su, la Rossa; c’è l’iniziazione alla maturità; c’è la paura, di morire, dinon farcela, di deludere la mamma, di perdere il fratello; c’è il doloreper la morte dei cari; c’è l’amore. Tra visioni apocalittiche, cadaveri e malati come zombie, filtra unaluce. La speranza.

Letteratura

NICCOLÒ AMMANITIANNA

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di Simona Sacconi

Il suo primo romanzo, “Branchie”, si dice sia l’abbozzo della sua tesi inScienze Biologiche. Laurea che non conseguì mai. Niccolò Ammaniti,classe 1966, è tra gli scrittori italiani più amati. Con il padre Massimo,docente di Psicopatologia generale e dell'età evolutiva presso La Sa-pienza di Roma, ha pubblicato “Nel nome del figlio”, un saggio sui pro-blemi dell'adolescenza; nel 1996 la raccolta di racconti “Fango” e treanni dopo “Ti prendo e ti porto via”.Con il suo romanzo successivo, “Io non ho paura”, uscito per EinaudiStile Libero nel 2001, ha vinto il Premio Viareggio. Proprio quest’ultimolibro, insieme a “Come Dio comanda” (2006), vincitore del PremioStrega, compone un ideale dittico sul rapporto padre-figlio. Nel 2003 Gabriele Salvatores ha diretto “Io non ho paura”, scritto daNiccolò Ammaniti e Francesca Marciano, che ha vinto tre Nastri d'ar-gento e un David di Donatello. Molto apprezzato anche all’estero, i libri di Ammaniti sono stati tradottiin quarantotto lingue. Viva anche la sua collaborazione con riviste dicinema, viaggi e libri: i suoi articoli si possono trovare su “Ciak”, “Pulp”,“Tuttolibri”, La bestia”, “Micromega”, “Musica!” e “Amica”. Nel 1997RadioRai ha trasmesso un suo radiodramma, “Anche il sole fa schifo”.Mentre, insieme alla sorella, ha fatto un piccolo cammeo nel film “Cre-sceranno i carciofi a Mimongo”, di Fulvio Ottaviano con Valerio Ma-standrea e Daniele Liotti. Del 2015 il suo settimo romanzo, “Anna”.

21LetteraturaAprile / Maggio 2016

etteraturaL

BIOGRAFIA

ANNANICCOLÒ AMMANITI

2015, Einaudi editorepp. 280, € 19,00

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FRANCESCA MICHIELINDI20ARE

La Michielin è una perfezionista ed ha aspettato quattro annidalla sua vittoria a XFactor per salire sul palco dell’Ariston, iltempo a lei necessario per sentirsi veramente pronta. Il suo

brano “Nessun grado di separazione”, arrivato al secondo posto delFestival di Sanremo, è da mesi il più trasmesso in radio insieme adaltre canzoni contenute nell’album “di20are”. L’album è un’idea diracconto semplice e sincero della sua vita e del suo percorso di cre-scita musicale da quando ha partecipato a XFactor fino ad oggi. Nel 2015 Francesca Michelin ha riscosso un grande successo duranteil suo tour “Nice to meet you”, confermando la sua grande versatilitàe bravura, cantando e suonando ben 5 diversi strumenti. Il suo prossimo impegno la vedrà partecipare all’Eurovision songcontest a Stoccolma il 14 maggio e il brano che canterà in rappresen-tanza dell’Italia sarà il suo successo “Nessun grado di separazione”.Questa volta, come in altre rare occasioni, un talent show come XFac-tor è riuscito a portare alla luce un’interprete giovane ma con ungrande talento e un futuro ancora ricco di sorprese.

a cura di Roberto InchiappaEsecutivo Nazionale FABI Giovaniusica & concertiM

22 Musica & concerti

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a cura di Giovanni CorsaroEsecutivo Nazionale FABI Giovani

LO STAGISTA INASPETTATO

La dinamica demografica dell'ul-timo trentennio ha generato tut-

ta una serie di fenomeni che desta-no l'interesse di economisti, socio-logi e – più in generale – dell'opi-nione pubblica. Se da una parte l'al-lungamento della speranza di vitasta costringendo governi e legisla-tori a riformare i sistemi pensioni-stici, spostando sempre più inavanti l'uscita dal mondo del lavoro,si affacciano sulla ribalta i “nuovi”settantenni: pensionati, perlopiùbenestanti, ancora in buona formafisica e soprattutto con una gran-dissima voglia di sentirsi utili e at-tivi. Proprio uno di questi arzillinonnetti, interpretato da un sempreottimo Robert De Niro, è il prota-gonista della pellicola di cui parle-remo: Lo stagista inaspettato (Theintern - 121' - USA 2015). Non soddisfatto dalla tranquilla vi-ta da pensionato, tra lezioni di yogae funerali, Ben decide di parteciparead un programma di “senior inter-nship” promosso da una innovativaazienda di e-commerce guidata dal-la giovanissima Jules (Anne Hatha-way) e si rimette in gioco come sta-gista al fianco del boss. Da questasituazione iniziale la trama si svi-

luppa senza troppi scossoni tra mo-menti divertenti e situazioni com-moventi fino al finale assolutamen-te ordinario, ma comunque efficace.Il Film – una commedia sentimen-tale classica – è confezionato vera-mente bene: ottima la regia di Nan-cy Meyers, il ritmo non cala mai pertutte le due ore di proiezione. Otti-me le prove di recitazione dei pro-tagonisti: su De Niro c'è poco da di-re, un maestro sia nei ruoli dram-matici sia in quelli più “leggeri”, laHathaway è una piacevole confer-ma quando recita accanto a mostrisacri come nell'ottimo “Il diavoloveste Prada” del 2006 con MerylStreep. Efficace la colonna sonora ela fotografia. Una produzione “one-sta” che riesce a intrattenere bene emerita di essere vista. Quello che ciha colpito particolarmente è laquantità di spunti di riflessione chescaturiscono dalla visione. Per co-minciare la questione generaziona-le: l'anziano Ben si ritrova molto

Cinema

inemaC

FILMDA NONPERDERE

presto a diventare un punto di rife-rimento per i suoi giovanissimi col-leghi, dispensando consigli non so-lo di tipo professionale (molto cari-na la spiegazione dell'utilità del faz-zoletto da taschino). A dire il verola generazione dei “nativi digitali”non fa una gran bella figura al co-spetto della “vecchia scuola”, ma laregista si guarda bene dal dare ungiudizio definitivo, che viene rimes-so allo spettatore. Interessante la fi-nestra che viene aperta sulla “neweconomy” davanti ai nostri occhi simaterializza in tutta la sua potenzauna “web start-up” di successo,un'azienda che in pochi mesi dà la-voro a oltre 200 persone e dove iritmi sono a dir poco schizofrenici.Un ulteriore aspetto degno di notaè la questione di genere. Jules è unagiovane donna che ha creato dalnulla un business di successo. Ma èanche madre e moglie, e questacondizione rischia di compromet-tere la sua folgorante carriera. As-sistiamo, quindi, ad un curioso ri-baltamento dei ruoli tra la donna el'uomo che, a dispetto di un'eman-cipazione – a parole – compiuta,mette lo spettatore di fronte allastorica scelta da fare tra la famigliae il lavoro. C'è da dire che in questocaso la sceneggiatura prende unaposizione netta, a favore del secon-do, ma sull'argomento si potrebbedibattere veramente all'infinito. In definitiva una pellicola che pia-cerà a molti, giovani e meno giova-ni, uomini e soprattutto donne.Uscito in Italia alla fine del 2015 sitrova già nei circuiti di home video.Un'ottima scelta per passare unapiacevole serata. n

23Aprile / Maggio 2016

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VELOCITÀ eCOLORE

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24 Arte

Automobili Lamborghiniinaugura le celebrazioni del50° anniversario della Miura

con una mostra d’arte “Velocità eColore”, esposta fino al 30 giugnopresso il Museo storico della Casa aSant’Agata Bolognese. Ad interpre-tare la Miura e il marchio del Toroè stato chiamato un artista del ter-ritorio, Alfonso Borghi, di Campe-gine (Reggio Emilia), che nelle sue10 opere esposte in mostra ne in-terpreta l’anima, l’essenza e i colori. Caratterizzata da un linguaggio in-formale e astratto, la pittura di Bor-ghi è il risultato della rielaborazio-ne inconscia delle forme dinami-che, degli stilemi del design e del-l’innovazione nei colori che hanno

da sempre contraddistinto le su-persportive Lamborghini. Dieci te-le di grandi dimensioni (8 da200x150 cm e 2 da 180x180 cm) aolio e tecnica mista svelano lenta-mente tra forti giochi di colore adeffetto tridimensionale alcuni par-ticolari di Lamborghini di ieri e dioggi, dall’icononica Miura alla Re-ventón, dalla Sesto Elemento al-l’Aventador. Il CEO di Automobili Lamborghini,Stefano Domenicali, ha dichiarato:“L’incontro tra arte e mito automo-bilistico è un connubio vincente. Levetture Lamborghini, dalle originia oggi, sono capolavori di arte mo-toristica, dove design, maestria ar-tigianale e genio ingegneristico si

AUTOMOBILILAMBORGHINI

CELEBRA I 50 ANNIDELLA MIURA

CON UNA MOSTRAD’ARTE NEL SUOMUSEO STORICO

APERTA FINO AL 30 GIUGNO

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MUSEOLAMBORGHINISant’Agata Bolognese

VELOCITÀE COLOREsino al 30 giugnodal lunedì al sabato dalle 10 alle 17

di Frog

25ArteAprile / Maggio 2016

fondono. Con questa mostra abbia-mo voluto rendere tributo alla ric-chezza del nostro patrimonio sto-rico, ai 50 anni della Miura e intesosperimentare nuovi linguaggi estrumenti di valorizzazione cultu-rale”. L’esposizione si inserisce natural-mente e nel rispetto della prestigio-sa collezione del Museo Lambor-ghini di Sant’Agata Bolognese,inaugurato nel 2001. Un luogo uni-co frutto della volontà di Automo-bili Lamborghini di mettere in luceil suo importante patrimonio sto-rico, che coniuga la migliore tradi-zione artigianale italiana con unacostante innovazione tecnologica. Le più belle automobili progettate

e costruite a Sant’Agata Bolognese– dal 1963 sino ad oggi – sono pre-sentate agli occhi dei visitatori inuna sequenza mozzafiato: percor-rendo i due piani del Museo si pos-sono ammirare sia vetture storiche

come la 350 GT, la Miura, la Coun-tach, l’LM 002 e la Diablo, sia con-cept e vetture in serie limitata comela Reventón, la Sesto Elemento el’Urus, il concept del futuro SUVLamborghini.L’esposizione, che ha visto la colla-borazione di Automobili Lambor-ghini, Artioli 1899 (storico editoremodenese e società di eventi cultu-rali) e il Prof. Paolo Fontanesi, è ac-compagnata da un volume edito daArtioli 1899. I capitoli sul mondoLamborghini sono a cura del gior-nalista Daniele Buzzonetti e inte-grano la sezione riservata alla mo-stra con un intervento di VittorioSgarbi, che ha tenuto a battesimol’inaugurazione. n

AUTOMOBILI LAMBORGHINI,UN MITO TUTTO EMILIANOFondata nel 1963, Automobili Lamborghini ha sede aSant’Agata Bolognese. La Lamborghini Huracán LP610-4, che ha festeggiato il proprio debuttomondiale al Salone di Ginevra 2014, la HuracánSpyder e la versione LP 580-2 a trazione posterioredel 2015 sono le eredi dell’iconica Gallardo e, graziealla loro tecnologia innovativa e alle prestazionieccezionali, ridefiniscono l’esperienza di guida dellesupersportive di lusso. L’Aventador LP 700-4 el’Aventador LP 750-4 Superveloce, nelle versioniCoupé e Roadster, rappresentano il nuovo punto diriferimento nel panorama delle supersportive dilusso con motore V12. Con 135 concessionari in tuttoil mondo, in mezzo secolo di vita AutomobiliLamborghini ha creato una serie ininterrotta di autoda sogno, che annovera 350 GT, Miura, Espada,Countach, Diablo, Murciélago, e serie limitate comeReventón, Sesto Elemento e Aventador J ; VenenoCoupé, Egoista e Veneno Roadster sono state createper celebrare i 50 anni dell’azienda nel 2013, mentrela Centenario commemora i 100 anni dalla nascitadel fondatore Ferruccio Lamborghini nel 2016.

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pazio apertoS

26

Gli interventi assistiti con ani-mali, genericamente indicaticon il termine Pet Therapy,

comprendono una vasta gamma diprogetti finalizzati a migliorare lasalute e il benessere delle persone,con l’ausilio di animali da compa-gnia.Per intervento di pet therapy nons’intende un intervento terapeuti-co vero e proprio, ma un’azione co-terapeutica, vale a dire un progettoche ha come obbiettivo la facilita-zione di un processo terapeuticogià in atto. Gli obbiettivi vengono

scelti in accordo con le figure sani-tarie che si occupano del paziente,con lo scopo di migliorare il benes-sere in generale e facilitare il per-corso riabilitativo attraverso unaspecifica azione di empower-mwent, ovvero un processo di cre-scita basato sull’incremento dellastima di sé; altre volte ha l’obbiet-tivo di dare una marcatura emo-zionale e un significato differentea ciò che il soggetto sta vivendo inquella particolare situazione.L’impiego di un animale in questocampo costituisce una forte “leva

motivazionale” soprattutto per ibambini dai quali è percepita comeun gioco. È, tuttavia, compito dellospecialista utilizzare al meglio que-sto stimolo per seguire un detta-gliato e rigoroso programma edu-cativo e/o riabilitativo. La Pet Therapy è indicata per tutticoloro che presentano problemi dicomunicazione, relazione e socia-lizzazione. Questi interventi sonoimpiegati in pazienti affetti da de-pressione, autismo e disturbi ge-nerici dello sviluppo, per potenzia-re l’area della socializzazione, in

Spazio aperto

PET THERAPY

CHE COS’È E A COSA SERVE

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di Francesca CacciariRSA FABI Ferrara

27Spazio apertoAprile / Maggio 2016

pazienti affetti da disturbi psichia-trici o neurologici per accrescerel’area cognitiva, in pazienti con dif-ficoltà di adattamento e disturbidell’apprendimento per aumenta-re la sfera emotiva, in pazienti condifficoltà neuromotorie per poten-ziare l’attività motoria; infine puòessere utilizzata anche per la riabi-litazione motoria ed il recuperopsicofisico.Il Ministero della Salute, al fine dipromuovere la ricerca, di standar-dizzare i protocolli operativi e po-tenziare le collaborazioni tra me-dicina umana e veterinaria, nelgiugno 2009 ha istituito il “Centrodi referenza nazionale per gli in-terventi assistiti con gli animali epet therapy” e ha iniziato un inten-so lavoro conclusosi con l’approva-zione dell’accordo Stato-Regionirelativo alle “Linee guida nazionaliper gli interventi assistiti con glianimali (IAA)”.Per definizione gli IAA sono rivoltiprevalentemente a persone con di-sturbi della sfera fisica, neuromo-toria, mentale e psichica, dipen-

denti da qualunque causa, ma pos-sono essere indirizzati anche ad in-dividui sani. In base agli ambiti diattività si classificano in:Terapia assistita con animali(TAA): vero e proprio intervento avalenza terapeutica, personalizzatisul paziente e che richiede appositaprescrizione medica Educazione assistita con animali(EAA): intervento di tipo educativoche ha il fine di promuovere, atti-vare e sostenere le risorse e le po-tenzialità di crescita e progettualitàindividuale, di relazione e di inse-rimento sociale delle persone indifficoltà; trova applicazione in di-verse situazioni, quali ad esempio,prolungata ospedalizzazione, diffi-coltà nell’ambito relazionale nel-l’infanzia e adolescenza, disagioemozionale psicoaffettivo, situa-zioni di istituzionalizzazione di va-rio tipoAttività assistita con animali(AAA): intervento con finalità di ti-po ludico ricreativo, attraverso ilquale si promuove il miglioramen-to della qualità della vita e la cor-retta interazione uomo-animale.

LA PET THERAPY È INDICATA PER TUTTICOLORO CHEPRESENTANOPROBLEMI DICOMUNICAZIONE,RELAZIONE ESOCIALIZZAZIONE

Nonostante in Italia sia ancora esi-guo il numero di pubblicazioniscientifiche attestanti l’efficacia te-rapeutica degli IAA, i risultati di al-cuni progetti di ricerca condotti incollaborazione con il centro di re-ferenza nazionale e con l’istitutosuperiore di sanità e i successi ot-tenuti negli anni presso noti centridi eccellenza, come l’ospedale Me-yer di Firenze, sono estremamenteincoraggianti.A questo proposito è possibile farriferimento alla dott.ssa FrancescaMugnai, presidente dell’associa-zione Antropozoa e responsabiledella Pet Therapy, presso l’ospeda-le Meyer che attualmente è l’esem-pio più significativo in Italia di at-tività e terapia con gli animali, chegrazie alla Fondazione Meyer è at-tivo ormai da circa 15 anni.

Fonti:www.genitorimagazine.it“Pet Therapy” di Roberto MarchesiniLinee guida nazionali per gli interventi assistiti dagli animali (25 marzo 2015)

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Giovani, arte, lavoro28

Il mese di marzo è da sempre un mese cruciale perle squadre di calcio, si passa infatti dalla ripresadei turni delle coppe europee alle fasi in cui si ini-

ziano a definire quali saranno gli obiettivi stagionalinei vari campionati nazionali. È, inoltre, un mese im-portante per i giovani calciatori e per i loro sogni difare dello sport che praticano per divertimento, il me-stiere della vita.In questo mese, infatti, si svolge una delle maggiorimanifestazioni per i calciatori dei campionati giova-nili di tutto il mondo, il “Viareggio Cup World Foot-ball Tournament Coppa Carnevale” o più comune-

mente conosciuto come Torneo di Viareggio. Il Tor-neo di Viareggio è uno dei tornei di calcio più longevidi sempre, nasce ufficialmente nel 1949, anche se laprima edizione di “prova” era stata organizzata nel1948, e da subito viene caratterizzato da un profilointernazionale. Infatti, vengono invitate compaginiprovenienti da Bellinzona, Nizza e Mentone, oltre allaCGC Viareggio, Fiorentina, Lazio, Lucchese, Milan,una rappresentativa livornese e la Sampdoria. LaCoppa viene vinta dal Milan, che detiene ancora oggiil record di vittorie finali, che battè la Lazio nella fi-nalissima.

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Sport

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di Pierluigi Aiello e Giorgio IsabellaEsecutivo Nazionale FABI Giovani

SportAprile / Maggio 2016

Negli anni successivi si afferma la formula a 16 squa-dre, sempre su invito, sul campo dello Stadio dei Pinisi mettono in evidenza da subito quelli che saranno icampioni di domani, Trapattoni, Facchetti, Mazzola,Boninsegna solo alcuni nomi che in quegli anni daadolescenti, partecipano al torneo.Dagli anni 50 ad oggi il Torneo si è caratterizzato comevetrina internazionale per le squadre che vogliono

mettere in mostra i propri talenti, ed è frequentatissi-mo dai Talent Scout delle principali società europee.Per arrivare ai giorni nostri, il “Viareggio” è stato ilpalcoscenico per i primi goal decisivi dei vari Baggio eBatistuta nei primi anni '90, Del Piero nella finale vin-ta del 1994 dalla Juventus, Vieri e Totti nel 1995.La formula attuale, arrivata alla 68a edizione, prevedela partecipazione di 32 squadre, quest’anno ci sonostate 20 italiane e 12 straniere provenienti dal Sud eNord America, Africa, ed Europa.L’edizione 2016 si è appena conclusa con la vittoriadella Juventus che, con la nona affermazione nella ma-nifestazione, aggancia il Milan in testa all’Albo d’orodel torneo. La vittoria è, quindi, solamente sfioratadall’altra finalista, il Palermo che si arrende dopo averbattuto in semifinale i detentori del titolo, i neroaz-zurri interisti. Il cammino dei torinesi è passato dallavittoria in semifinale contro lo Spezia, battuto ai rigori,nonostante i liguri abbiano potuto usufruire del van-taggio di giocare in casa. La semifinale, infatti, si èsvolta in via eccezionale al “Picco” di La Spezia. Incompenso il Palermo può ritenersi soddisfatto, poichétra le proprie fila ha potuto metter in mostra tanti “gio-iellini” ed una squadra completamente italiana, tra cuiil miglior giocatore del torneo e capocannoniere LaGumina e il miglior portiere Marson.Visti i precedenti, siamo sicuri che anche questa edi-zione del Torneo di Viareggio sarà poi l’esordio permolti campioncini, che in futuro calcheranno i campipiù importanti dei campionati di tutto il mondo. n

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DAGLI ANNI 50 AD OGGI IL TORNEO SI ÈCARATTERIZZATO COMEVETRINA INTERNAZIONALEPER LE SQUADRE CHEVOGLIONO METTERE INMOSTRA I PROPRI TALENTI

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nogastronomiaE

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Il termine asparago o asparagioderiva dal greco aspharagos,che significa germoglio. Con

questo termine si può designare sial’intera pianta sia i germogli dellapianta Asparagus officinalis. Èuna specie dioica, che porta cioèfiori maschili e femminili su piantediverse. I frutti, che vengono pro-dotti dalle piante femminili, sonopiccole bacche rosse contenenti se-mi neri.L’origine dell’asparago è antichis-sima e individuata in Mesopota-mia. L’asparago è, infatti, origina-rio del bacino del Mediterraneo e

dell’Asia Minore. Già gli egizi due-mila anni fa lo coltivavano ed uti-lizzavano. Le prime testimonianzedella sua coltivazione in Italia risal-gono al 200 a.c., quando Catone locitò nel De agricoltura e più tardiPlinio il Vecchio nel Natutalis Hi-storia del 79 a.c. Essi descrivonoaccuratamente non solo il metododi coltivazione, ma anche quello dipreparazione. Durante il Medioevopoi fu sfruttato soprattutto per lesue doti officinali. Dal XV secolo èiniziata la coltivazione in Francia,per poi, nel XVI secolo giungereall’apice della popolarità anche in

Inghilterra. Con la scoperta delNuovo Mondo varcò l’oceano e tro-vò nuovi terreni idonei alla sua col-tivazione. A livello mondiale attual-mente il principale produttore è laCina, che con circa sei milioni ditonnellate annue di asparagi pro-dotti copre l’88% della produzionemondiale. A seguire vengono gliStati Uniti che rappresentano unmodesto 3%, il Perù, la Spagna, ilMessico, la Germania, la Francia, ilGiappone fino ad arrivare all’Italia.Nel nostro Paese le regioni chevantano la tradizione più antica dicoltivazione sono il Veneto e l’Emi-

LE VIRTÙ CONOSCIUTEDEGLI

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di Simone CapuaniEsecutivo Nazionale FABI Giovani

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lia Romagna. Importanti produ-zioni sono comunque presenti an-che in Piemonte, Liguria, Toscana,Lazio e Campania. Ne esistono cir-ca duecento varietà. Le più comunisono quattro e si può dire che sia ilcolore a definire varietà e localitàdegli asparagi, con il verde che do-mina in diffusione nell’area medi-terranea e il bianco che invece ri-sulta prediletto nel Nord Europa ein Italia nel Veneto. Seguendo cosìun criterio cromatico, possiamo di-stinguere principalmente tra aspa-ragi: bianchi (o di Bassano), imma-colati in quanto coltivati nascostida fonti di luce; verdi, che sono ipiù comuni e conosciuti, che ger-mogliano all’aperto (da cui il coloredella clorofilla); violetti, origina-riamente bianchi, ma con le punteche bucano il rifugio sotterraneoesponendosi così al sole per colo-rarsi; selvatici, di forma sottile ecolore verde uniforme, che cresco-

media per una decina d’anni. Il fu-sto sotterraneo (rizoma) producedelle gemme da cui derivano i fu-sti, chiamati turioni, che sono laparte commestibile del prodotto.Questi turioni poi crescono e si svi-luppano. Nel caso in cui crescanocon coltura forzata sottoterra, interreni appositamente preparati,in modo da restare al riparo dallaluce del sole, allora restano bian-chi, altrimenti, in pieno campo, acausa della fotosintesi clorofillia-

no spontanei. È seguendo la stessascala cromatica che si può rico-struire quella del gusto: sono in-fatti gli asparagi bianchi quelli piùdelicati, mentre i verdi e selvaticirisultano al palato più forti e i vio-letti, infine, acquistano dei toni diamaro. Molti asparagi hanno otte-nuto il riconoscimento DOP o IGP.Tra i più noti quello bianco DOP diBassano e l’IGP di Cimadolmo,quello verde IGP di Altedo e l’IGPdi Badoere.Quella dell’asparago è una piantapoliennale, che vive e produce in

na, assumono una colorazione ver-de. Sono raccolti a mano, taglian-doli alla base con un apposito col-tello. Gli asparagi vengono, quindi,refrigerati in acqua e sono com-mercializzati in mazzi legati ma-nualmente tra loro solitamente conun succhione di salìce chiamato“stroppa”.Questi ortaggi sono poco caloricicon circa 25 calorie per 100 gram-mi, mentre hanno molta fibra, vi-tamina C (in un etto ce ne sono 25mg, il che equivale a circa un terzodel fabbisogno di una persona

L’ORIGINE DELL’ASPARAGO È ANTICHISSIMA E INDIVIDUATA INMESOPOTAMIA. L’ASPARAGO È, INFATTI,ORIGINARIO DEL BACINO DELMEDITERRANEO E DELL’ASIA MINORE

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adulta), carotenoidi (i precursoridella vitamina A, che ha un’azioneantiossidante e protettiva dellapelle e delle mucose e stimolal’azione del fegato), vitamina B esali minerali, tra i quali calcio, fo-sforo e potassio. Mangiando 100

non ci sono controindicazioni valela pena di approfittarne per aiutaree eliminare il ristagno di liquidi neitessuti e, quindi, ridurre la celluli-te. In generale migliorano le fun-zioni renali accelerando la diuresie rimuovendo i sedimenti.Il periodo migliore per gustare

l’asparago è la primavera, damarzo a giugno, quando igermogli sono ancora te-

neri. Il modo miglio-re per consumaregli asparagi è a cru-

do, tagliandoli a fetti-ne piccole e unendoli all’insa-

lata, oppure al vapore. L’aspara-go può essere, comunque, servi-to in varie maniere e, a seconda

delle tradizioni locali, esisto-no diverse preparazioni tipi-

zuppe, mousse o in vellutate. Nellacultura cinese è possibile assapo-rare l’asparago fritto accoppiato apollo, gamberi o manzo. L’aspara-go, quindi, accompagna bene ognigenere di piatto, dagli antipasti aicontorni (frittate, quiches), fino aiprimi piatti (con riso e pasta).Mentre per zuppe o risotti la varie-tà bianca è ottimale, le frittate sisposano al meglio con gli asparagiselvatici raccolti nei boschi (puoipassarli prima alcuni minuti in pa-della per attenuare il caratteristicosapore molto forte).E per chi volesse approfondire laconoscenza di questo ortaggio con-siglio di visitare il Museo Europeodegli Asparagi a Schrobenhausenin Baviera. Qui sono esposti gli at-trezzi per la sua coltivazione, gli

Enogastronomia

nogastronomiaE

IL MODO MIGLIORE PER CONSUMARE GLI ASPARAGI È A CRUDO, TAGLIANDOLI A FETTINE PICCOLE E UNENDOLIALL’INSALATA, OPPURE AL VAPORE

oggetti e gli utensili per la cucina ela tavola, realizzati in porcellana ein argento. Nella stessa città in pri-mavera si celebra la sagra-mercatodegli asparagi dove i coltivatoriespongono e vendono direttamen-te gli asparagi del loro raccolto. Sepreferite rimanere in Italia, potetesempre in primavera parteciparealle numerose sagre a tema chevengono organizzate soprattutto aBassano e ad Altedo. n

grammi di asparagi si assume circail 75% della quantità quotidiananecessaria di acido folico, sostanzamolto importante per la moltipli-cazione delle cellule dell’organi-smo e per la sintesi di nuove pro-teine. Alcuni dei componenti del-l’asparago sono metabolizzati edespulsi tramite l’urina, dandole untipico e forte odore da alcuni rite-nuto sgradevole. Esso in particola-re è causato da alcuni prodotti didegradazione contenenti zolfo (inparticolare tioli e tioesteri). Graziealle loro proprietà gli asparagi so-no molto depurativi e diuretici, se

che. Gli asparagi verdi in Italia so-no spesso serviti facendoli saltarein padella previa lessatura, sempli-cemente con burro o burro e par-migiano (“asparagi alla parmigia-na”). Inoltre possono venire ac-compagnati da uova al burro e for-maggio grattugiato o sode. InFrancia e in Germania è tipico ser-vire gli asparagi bianchi con la sal-sa olandese. Gli asparagi possonoessere usati per preparare risotti,

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Un viaggio da Bergen a Capo Nord il modo migliore per capire nellamaniera più naturale ciò che la Norvegia esprime in termini di fo-od. Un itinerario, percorribile in una settimana , tappa fondamen-

tale per il gourmet in trasferta sui fiordi. Il mercato del pesce di Bergenvale da solo la visita della città: si tiene ogni mattina sulle banchine delporto antico ed è uno spettacolo. Il vero goloso vorrebbe affittare casaanziché andare in albergo per cucinare in prima persona queste delizie:enormi granchi, astici, gamberetti, salmoni (freschi, affumicati, marinatialle erbe), trote, rane pescatrici, merluzzi e halibut (una sorta di romboche può pesare oltre 70 chili) fino ad arrivare ad una specie dall’eccezio-nale valore nutritivo, che in quasi in tutto il resto del mondo è protetto,la balena. Chi ama il pesce dovrebbe innalzare un monumento al merluzzo. Perchéè buono, magro, sano. E ne può mangiare quanto ne vuole. Il fatto di sen-tirlo all’altro capo della lenza, irrimediabilmente agganciato all’amo, tra-smette una sensazione contrastante. Un misto di felicità adolescenziale edi profondo rispetto. Insomma la preda è tua, ma le devi l’onore dellearmi. Dopo tutto l’hai tirato fuori dal suo mondo, quello gelido del maredel Nord che ti sta intorno. Fiocchi di neve che scendono fitti sulle onde,

NORWEGIAN WOOD,CANTAVANO I BEATLES.MA IL LEGNO, DI OTTIMA

QUALITÀ, DA QUESTEPARTI SERVE PER

CONSERVARE OGNI SORTADI CIBO, COME UNO

SCRIGNO D’INASPETTATEPRELIBATEZZE

a cura di Simona MisticoniEsecutivo Nazionale FABI Giovani

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La pesca tradizionale vive ovviamente in simbiosi colsuo specifico indotto. Ne sono un esempio i bottai: illegno di pino con il quale gli artigiani costruiscono lebotti per la conservazione degli alimenti ( aringhe inprimis) ha naturali proprietà antibatteriche. Ecco per-ché in Norvegia, secoli fa, si usava per conservare ognisorta di cibo: dalle aringhe al burro. Come un segno adenominazione di origine controllata. n

riuscendo a formare una fluttuante patina bianca. Co-lori che non ricordi d’aver già visto tutti insieme, per-ché – dove il sole riesce a passare – il nero plumbeodell’acqua che sta sotto nubi artiche spesse chilometriconfina con le celestiali trasparenze tagliate da lamedi luce. Il suo mondo appunto. Rispetto al quale tu,invece, resti un pesce fuor d’acqua, che viene da lonta-no e che ha il privilegio di trovarsi su uno dei barchinidi pescatori di Sorvaer, isola di Soroya, circa 150 chi-lometri a ovest di Capo Nord, lontana dai flussi turisticima riserva enogastronomica per la produzione di otti-mo caviale di merluzzo. Con un peso che mediamentesi aggira sui dieci chili e un muso considerevole maper niente familiare (in effetti, a pensarci bene, stoc-cafissi e baccalà li vediamo sempre decapitati) finiràla sua avventura in un ristorante dove verrà servitolessato e abbinato a patate, qualche salsa e un olio ex-travergine d’oliva, quasi un omaggio al gusto mediter-raneo. Chi volesse seguire a ritroso la “via del merluz-zo” finirebbe per sbarcare a Kristiansund, dove la sta-tua più famosa è quella di una donna di bronzo cheguarda il porto tenendo in mano, appunto, un baccalà.E dove c’è un museo – in una manifattura di legno del‘700 – dedicato ai metodo di lavorazione: prima salatoe poi messo a essiccare su rocce levigate. E poi biso-gnerebbe fare rotta verso il Circolo Polare Artico e la-sciandoselo alle spalle giungere alle Lofoten, l’arcipe-lago più bello del paese, dove tra Febbraio e Marzofemmine e adulti di merluzzo si danno appuntamentoa decina di miglia per riprodursi. Un rito immutabile:pescherecci, uomini e pesci, in mezzo a monti che han-no l’aspetto delle Alpi, ma che emergono dal mare.

IL MERCATO DEL PESCE DI BERGENVALE DA SOLO LA VISITA DELLACITTÀ: SI TIENE OGNI MATTINASULLE BANCHINE DEL PORTO

ANTICO ED È UNO SPETTACOLO

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di BiancaneveitazioniC

“L’architettura è davvero benessere. Penso che la gentevoglia sentirsi bene in uno spazio … Da un lato si tratta di

un riparo, dall’altro si tratta anche di un piacere”. Zaha Hadid, architetto

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