EQUILIBRI - CONOU · L’allarme del Report “Materia Rinnovata”: dati non trasparenti sul 90%...

18
E Q UILIBRI Periodico trimestrale del Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati - Regis74 78 - Giugno 2016 - Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB Roma 88 AL FORUM RIFIUTI LE ESPERIENZE VIRTUOSE DELL’ECONOMIA CIRCOLARE sviluppo e ambiente

Transcript of EQUILIBRI - CONOU · L’allarme del Report “Materia Rinnovata”: dati non trasparenti sul 90%...

Page 1: EQUILIBRI - CONOU · L’allarme del Report “Materia Rinnovata”: dati non trasparenti sul 90% dei rifiuti ... è del maggio 2015 l’approva - zione della legge sugli ecoreati,

EQUILIBRIPeriodico trimestrale del C

onsorzio Obbligatorio degli Oli Usati - Regis74 78 - Giugno 2016 - Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonam

ento postale - 70% - DCB

Rom

a

88AL FORUM RIFIUTILE ESPERIENZE VIRTUOSE

DELL’ECONOMIA CIRCOLARE

sviluppo e ambiente

Page 2: EQUILIBRI - CONOU · L’allarme del Report “Materia Rinnovata”: dati non trasparenti sul 90% dei rifiuti ... è del maggio 2015 l’approva - zione della legge sugli ecoreati,

Periodico trimestrale del Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati

Registrazione Tribunale di Roma n. 374/89 del 21/06/1989

Direttore Responsabile:Paolo Tomasi

Segreteria di redazione:Domenico Zaccaria

Anno XXVINumero 88Giugno 2016

Direzione, redazione, amministrazione: Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati Via Virgilio Maroso, 50 - 00142 Roma

Progetto grafico e realizzazione:eprcomunicazione Via Arenula, 29 - 00186 Roma

Stampa: Piramide ComunicationRoma

Stampato nel mese di Luglio 2016

EDITORIALE 3L’economia circolare italianae le sfide del cambiamento

PRIMA PAGINA 4Il mondo della circular economyal centro del Forum Rifiuti:“Chiave per un futuro sostenibile”

TEMI 6Risparmio, benefici ambientali e lavoro: 200mila posti con l’economia circolare

L’olio rigenerato, una preziosa risorsaper la Pubblica Amministrazione green

Cresce la sensibilità ambientale,italiani sempre più pronti ai cambiamenti

L’allarme del Report “Materia Rinnovata”:dati non trasparenti sul 90% dei rifiuti

Premiazione Comuni Ricicloni 2016:in Italia aumentano i centri rifiuti free

LIBRI 14EquiLibri

INDICE

Page 3: EQUILIBRI - CONOU · L’allarme del Report “Materia Rinnovata”: dati non trasparenti sul 90% dei rifiuti ... è del maggio 2015 l’approva - zione della legge sugli ecoreati,

A volte basta poco per inquinare tanto: un cambio d’olio dell’auto gettato inun tombino o in un prato. Un gesto insensato che rischia di inquinare unasuperfice enorme di 5000 metri quadri. Invece se raccolto correttamente l’oliousato è una preziosa risorsa perché con il riciclo diventa nuovo lubrificante.Così si risparmia sull’importazione del petrolio e anche l’ambiente ci guadagna.Aiutaci a raccoglierlo, non mandare a fondo il nostro futuro: numero verde800.863.048 - www.coou.it

RACCOGLIAMO L’OLIO USATO. DIFENDIAMO L’AMBIENTE.

SE GETTI VIA L’OLIO USATODELLA TUA AUTO INQUINI

SEI PISCINE OLIMPICHE.

IN COLLABORAZIONE CON LA NAZIONALEITALIANA DI PALLANUOTO

Page 4: EQUILIBRI - CONOU · L’allarme del Report “Materia Rinnovata”: dati non trasparenti sul 90% dei rifiuti ... è del maggio 2015 l’approva - zione della legge sugli ecoreati,

“L’economia circolare made in Italy”. È stato questo il tito-lo scelto per la terza edizione del Forum Rifiuti, organizza-to da Legambiente, Editoriale La Nuova Ecologia e KyotoClub in partenariato con il Consorzio Obbligatorio degli OliUsati, che si è tenuto a Roma dal 21 al 23 giugno scorsi.Una frase decisamente evocativa, perché questo importan-te appuntamento ha passato in rassegna per tre giorni iprotagonisti dell’economia circolare italiana, mettendo aconfronto le più innovative iniziative imprenditoriali e glienti locali più virtuosi con i rappresentanti delle istituzioninazionali. Il Forum Rifiuti è una manifestazione “giovane”ma che, nei suoi soli tre anni di vita, ha saputo imporsiall’attenzione dei media e dei decisori pubblici per il note-vole livello quantitativo e qualitativo degli interventi e degliargomenti trattati.Un momento di confronto ancora più importante in unafase storica in cui, in Europa, il pacchetto sulla circular eco-nomy appare in una fase avanzata di definizione: si trattadi una serie di misure destinate a cambiare il modo in cuiprodurremo, utilizzeremo e smaltiremo i nostri prodotti inun futuro tutt’altro che lontano; una rivoluzione rispettoalla quale l’Italia, che sembra essersi finalmente lasciata allespalle le stagioni caratterizzate dalle gravi emergenze suirifiuti, può contare oggi su diverse esperienze di leadershipa livello internazionale, spesso poco conosciute e non ade-guatamente pubblicizzate.Una di queste è rappresentata proprio dalla filiera degli oli

usati, che da 32 anni costituisce un concreto esempio dieconomia circolare. Dal 1984 ad oggi il COOU ha raccolto5.3 milioni di tonnellate di olio lubrificante usato, il 90%delle quali avviate alla rigenerazione per la produzione dinuove basi lubrificanti: il riutilizzo di un rifiuto pericolosoper l’ambiente come l’olio lubrificante usato ha consentitoun risparmio complessivo sulle importazioni di petrolio delPaese di 3 miliardi di euro. La nostra filiera, in sostanza, hainiziato a fare circular economy quando questo concettoera ancora poco noto persino fra gli addetti ai lavori. Per questo motivo abbiamo deciso di affiancare ancora unavolta Legambiente nell’organizzazione del Forum Rifiuti:per presentare le nostre esperienze e il know-how accumu-lato in tutti questi anni, ma soprattutto per metterci a con-fronto con altre filiere e realtà virtuose del Paese. Dai dibat-titi è emerso, purtroppo, come i decisori pubblici spessonon solo non favoriscano il lavoro di chi quotidianamenteopera in questo campo, ma finiscano in qualche modo perostacolarlo. Per cogliere le sfide del cambiamento in atto,oggi più che mai è necessario poter contare su un impian-to normativo adeguato che supporti le aziende “green”della Penisola: questo è l’appello lanciato al Forum dai pro-tagonisti dell’economia circolare italiana. Ci auguriamo chevenga accolto.

Paolo Tomasi

L’economia circolare italianae le sfide del cambiamento

LIBRIEDITORIALE TEMIPRIMA PAGINA

Page 5: EQUILIBRI - CONOU · L’allarme del Report “Materia Rinnovata”: dati non trasparenti sul 90% dei rifiuti ... è del maggio 2015 l’approva - zione della legge sugli ecoreati,

4

conomia circolare, cultura delrecupero, cooperazione trapubblico e privato. Sono questii temi principali affrontati nel

corso del Forum Rifiuti 2016. Lamanifestazione organizzata daLegambiente, Editoriale La NuovaEcologia e Kyoto Club in partenaria-to con il Consorzio Obbligatoriodegli Oli Usati, quest’anno giuntaalla sua terza edizione, è stata occa-sione per sviluppare un argomentocomplesso quale quello della gestio-ne e trattamento dei rifiuti tramite ilconfronto tra i diversi soggetti edesperienze che compongono lo sce-nario attuale nazionale sul tema.Consorzi (fra i quali, oltre al COOU,COBAT, Conai ed Ecopneus), rappre-sentanti delle amministrazioni locali,politici nazionali e addetti ai lavori, sisono alternati in tavole rotonde chehanno approfondito tutti gli aspetticonnessi al ciclo dei rifiuti. Tanti i contenuti di cui si è discussodurante le prime due giornate didibattito: dall’emergenza che hacaratterizzato gli ultimi anni alle inno-vazioni tecnologiche e industriali diriciclo, dalla necessità di creare sinergietra amministrazione pubblica, imprese

e cittadinanza alle politiche per la pre-venzione, fino all’impatto dell’illegalitàsul sistema economico; il terzo giornodi lavori è stato invece dedicato allaconsueta premiazione dei “ComuniRicicloni”, le realtà locali italiane mag-giormente impegnate nel campo dellepolitiche verdi. L’Italia ad oggi, a diffe-renza di quanto si potrebbe supporre,rappresenta nel contesto europeo un

Paese foriero di numerose best practi-ce e dotato di strumenti legislativi evo-luti. Per citare i più recenti provvedi-menti, è del maggio 2015 l’approva-zione della legge sugli ecoreati, segui-ta nel dicembre dello stesso anno dalcollegato ambientale, mentre nel giu-gno scorso ha visto la luce la legge disistema delle agenzie ambientali.

Il nostro Paese inoltre può disporredei “dati più attendibili in Europainsieme alla Francia” sul recuperodegli imballaggi, come ha spiegatoRoberto De Santis, presidente delConai. Per quanto concerne invece ilriciclo dell’olio lubrificante usato, inItalia “la filiera è garantita integral-mente a differenza di quanto avvie-ne in Germania e Francia, dove oggila raccolta non si opera praticamen-te più”, ha evidenziato Paolo Tomasi,presidente del COOU. La rigenera-zione della materia usata, principioalla base dell’economia circolare, è ilsistema migliore per contribuire allasostenibilità ambientale e socialeperché consente di ottenere, da unrifiuto, un bene primo secondario diqualità e riutilizzabile in processi pro-duttivi ed impieghi della stessa o dialtra natura. Tomasi ha evidenziatoanche i vantaggi economici che deri-vano dall’adozione di buone pratichedi recupero: il COOU, grazie alla suaattività di coordinamento della filieradegli oli minerali usati, ha consentitoal Paese di risparmiare “circa tremiliardi di euro di importazionipetrolifere” e nel contempo ha svol-to, con la campagna educativa itine-

E

IL MONDO DELLA CIRCULAR ECONOMYAL CENTRO DEL FORUM RIFIUTI:“CHIAVE PER UN FUTURO SOSTENIBILE”

L’economia circolare siconfigura oggi comestrada maestra, concretapossibilità di soluzionedelle crisi ambientaliche ci affliggono

LIBRIEDITORIALE TEMIPRIMA PAGINA

Page 6: EQUILIBRI - CONOU · L’allarme del Report “Materia Rinnovata”: dati non trasparenti sul 90% dei rifiuti ... è del maggio 2015 l’approva - zione della legge sugli ecoreati,

rante “CircOLIamo”, un’attività disensibilizzazione capillare in favoredella tutela dell’ambiente e del dia-logo tra cittadini e tessuto imprendi-toriale. Molteplici sono le iniziative impren-ditoriali d’avanguardia attive nel set-tore della raccolta e del riciclo deirifiuti, e nella tre giorni romana nonsono mancate le testimonianze diamministratori pubblici locali prove-nienti da tutta la Penisola che hannofatto proprio il sistema valoriale del-l’economia del riciclo, implementan-do rispettivamente piani industriali einterventi ispirati al rispetto dell’am-biente. Tra queste Viscolube, azien-da italiana leader nel settore dellarigenerazione di oli lubrificanti usati:“Totale recupero degli oli lubrificantiusati e riduzione di emissioni di CO2

e dell’impiego di risorse fossili”,sono i benefici per l’ambiente suiquali si è soffermato l’intervento del-l’amministratore delegato AntonioLazzarinetti, che ha spiegato comedalla riraffinazione dell’olio lubrifi-cante usato l’azienda riesca ad otte-nere un prodotto di elevata qualità ead alto grado di efficienza. “Se laPubblica Amministrazione divenisseacquirente della nostra commoditypotrebbe partecipare attivamente alcambiamento creando un’economiadel riciclo estesa”, ha aggiuntoLazzarinetti auspicando l’opportu-nità di collaborazione che potrebbeessere avviata tra pubblico e privatoa vantaggio della collettività.Seppure nella specificità e diversitàdei contributi offerti, il Forum Rifiuti2016 ha fatto emergere alcuniorientamenti condivisi. Su tutti ilconcetto che l’economia circolare siconfiguri oggi come strada maestra,concreta possibilità di soluzionedelle crisi ambientali che ci affliggo-no, a condizione però che il cambia-mento sia condiviso e intrapreso datutte le parti in causa, senza esclu-sioni. I cittadini stessi in primo luogosono chiamati a farsi promotori delnuovo modo di intendere il sistemaeconomico perché è su di essi chericade la responsabilità delle azioniquotidiane. Ma se molti passi inavanti sono stati fatti in Italia, anchein riferimento alla sensibilità sulletematiche ambientali (come ha rile-vato il sondaggio condotto da Lorien

Consulting, il 93% degli italianidichiara di essere propenso a fare laraccolta differenziata), permangonoancora ampi margini di migliora-mento. Il quadro normativo nazio-nale appare infatti ancora contraddi-torio e, come sottolineato in apertu-ra dei lavori da Stefano Ciafani,direttore generale di Legambiente, i“tanti campioni dell’economia circo-lare” dovrebbero essere messi nellecondizioni di poter operare sottoregolamentazioni “certe e condivi-se”. A livello nazionale, si è eviden-ziato infatti da più parti il bisogno di“fare rete” tra gli attori coinvolti, inparticolare imprese e istituzioni,mentre il sistema risulta oggi forte-

mente rallentato e a volte interrottoda un eccesso di burocrazia. “L’economia circolare è una nuovaprospettiva di vedere le cose e vuoldire partecipazione di tutti”, hasostenuto il presidente del COOUTomasi, che nel suo intervento haribadito come “mercato e velocità”siano “condizioni essenziali per farfunzionare bene” tutta la filiera eper contrastare la lentezza degliapparati statali. Tomasi ha inoltrericordato a riguardo l’importanzadell’impiego di competenze tecni-che specifiche all’interno della pub-blica amministrazione e della coope-razione tra società civile e rappre-sentanze istituzionali. Una convin-

zione, questa, condivisa anche dalpresidente di Legambiente RossellaMuroni che, estendendo il discorsoal piano internazionale, ha sottoli-neato quanto sia decisivo l’avvio diun coordinamento su base europeain tema di gestione e riciclo dei rifiu-ti e più in generale di difesa dell’am-biente. In quest’ottica, l’Italia è chia-mata a svolgere un ruolo di “primopiano in Europa nella richiesta dimaggiori tutele per l’ambiente, manel frattempo il Governo Nazionale -ha aggiunto Muroni - dovrebbemostrare più convinzione nell’ado-zione di politiche volte a sostenerel’economia circolare”. Nel corso dei lavori si è trattato dif-

fusamente anche il tema dell’illega-lità presente nel comparto dellagestione dei rifiuti, che troppo spes-so si è trovato sotto l’influenza oaddirittura il controllo della crimina-lità organizzata. Una riflessione cheè stata ulteriore occasione per riaf-fermare come, in un contesto pur-troppo non esente da criticità, laconsapevolezza culturale, il coinvol-gimento e l’azione di controllo eser-citata dai cittadini e dalle forze dellasocietà civile possa essere fattore diprevenzione e contrasto dei feno-meni illegali e di speculazione aidanni dell’ecosistema.

Mattia Piola

LIBRIEDITORIALE TEMIPRIMA PAGINA

Page 7: EQUILIBRI - CONOU · L’allarme del Report “Materia Rinnovata”: dati non trasparenti sul 90% dei rifiuti ... è del maggio 2015 l’approva - zione della legge sugli ecoreati,

6

arebbero 199mila, secondouna stima prudenziale, i nuoviposti di lavoro creati in Italiadall’economia circolare, al

netto dei posti persi a causa delsuperamento del modello produtti-vo precedente.L’Italia potrebbe far leva soprattut-to su riciclo e rigenerazione, sullabioeconomia, sull’innovazione nel-l’industria alimentare, chimica, far-maceutica, dei prodotti confeziona-ti di largo consumo e nell’industriabiotecnologica.Ma il nostro Paese ha anche un set-tore agricolo molto sviluppato cheproduce annualmente 9 milioni ditonnellate di rifiuti e 20 milioni ditonnellate di residui agricoli chepotrebbero trovare un riutilizzovantaggioso nel compostaggio, ladigestione anaerobica e la bioraffi-nazione, mentre un ulteriore svilup-po occupazionale ed economicopotrebbe venire dal settore attual-mente in crescita delle bioplastiche(green-alliance.org.uk/).Altre stime parlano di 400milanuovi posti di lavoro in Europa, chesi creerebbero grazie all’applicazio-ne rigorosa dell’attuale legislazione

sui rifiuti e altri 180mila verrebberodall’applicazione del pacchetto sul-l’economia circolare del luglio 2014(secondo le stime della valutazioned’impatto della CommissioneEuropea al 2030), mentre per lostesso orizzonte temporale, unostudio del settembre 2015dell’Organizzazione non Governativabritannica Wrap, ipotizzerebbe

addirittura 3 milioni di nuovi postidi lavoro tra diretti e indotto. Ciòche è certo, è che un’economia piùattenta all’uso delle risorse genere-rebbe benefici sostanziali non soloin termini economici ma ancheoccupazionali e ambientali. In Europa il pacchetto sull’econo-

mia circolare è in una fase avanzatadi definizione. L’Italia si sta lascian-do alle spalle le stagioni caratteriz-zate dalle gravi emergenze rifiuti epuò contare su diverse esperienzeleader a livello internazionale.L’uso efficiente delle risorse è unodei principali fattori di competitivitàdelle imprese, considerato che il40% dei costi che il settore mani-fatturiero europeo mediamentesostiene è attribuibile alle materieprime, una quota che con i costidell’acqua e dell’energia arriva finoal 50% del costo di fabbricazione,rispetto al 20% attribuibile al costodel lavoro.Per questa ragione è indispensa-bile aumentare almeno del 30%entro il 2030 la produttività dellerisorse, misurata in base al rap-porto tra prodotto interno lordo econsumo di materie prime. Laprevenzione dei rifiuti, la rigene-razione, la riparazione e il rici-claggio possono generare rispar-mi netti per le imprese europeepari a 600 miliardi di euro, ossial’8% del fatturato annuo, ridu-cendo nel contempo l’emissionedi gas serra del 2-4%.

S

RISPARMIO, BENEFICI AMBIENTALI E LAVORO: 200MILA POSTI CON L’ECONOMIA CIRCOLARE

L’Italia potrebbe far levasulla bioeconomia, su riciclo e rigenerazione,sull’industria biotecno-logica e sull’innovazionenell’industria alimentare,chimica e farmaceutica

LIBRIEDITORIALE TEMIPRIMA PAGINA

Page 8: EQUILIBRI - CONOU · L’allarme del Report “Materia Rinnovata”: dati non trasparenti sul 90% dei rifiuti ... è del maggio 2015 l’approva - zione della legge sugli ecoreati,

nserire anche gli oli lubrificantirigenerati fra i prodotti che,secondo il Piano d’AzioneNazionale per gli Acquisti Verdi,

la Pubblica Amministrazione dovreb-be preferire per il loro minore impat-to ambientale: è stata questa l’esi-genza emersa nel corso del conve-gno “Materie prime seconde eacquisti verdi: vincoli normativi eopportunità imprenditoriali”.Gli oli lubrificanti rigenerati, che siottengono dall’olio usato attraversoun processo di riraffinazione, rap-presentano una preziosa risorsa perl’economia circolare: negli ultimi 32anni, la rigenerazione degli oli usatiha consentito all’Italia di evitare l’im-portazione di quasi 34 milioni dibarili di petrolio per la produzione dibasi lubrificanti nuove, con unrisparmio economico per il Paesequantificato in 1.350 milioni di euro.In termini di impatto ambientale,per ogni tonnellata di olio rigenera-to si registra un risparmio netto del40% di CO2 rispetto alle emissioniprovenienti dal ciclo produttivo deglioli di prima raffinazione; e anche dalpunto di vista tecnologico, le basilubrificanti rigenerate hanno ormai

da tempo raggiunto livelli qualitativicomparabili a quelli delle basi diprima raffinazione.Circa il 30% delle basi lubrificanticonsumate in Italia sono rigenerate:è come se il nostro Paese, ogni 4anni, non importasse nemmeno unagoccia di greggio normalmenteimpiegato per la produzione di basilubrificanti; eppure in Italia, e più ingenerale in Europa, il valore “green”degli oli lubrificanti che contengonouna quota percentuale di basi rige-nerate non viene adeguatamentevalorizzato e i consumatori non nesono a conoscenza. “Qualità delprodotto, elevate performanceambientali ed elevati livelli nel recu-pero della materia che comportinouna pressoché totale eliminazionedell’avvio a smaltimento - ha spiega-to Antonio Lazzarinetti, AD diViscolube - rappresentano i tre fat-tori sui quali è necessario fare levaper un utilizzo esteso delle basi rige-nerate. Oggi più che mai è importan-te che le Pubbliche Amministrazionidiventino protagoniste dell’econo-mia circolare, favorendo lo sviluppodi un mercato di prodotti e servizi aridotto impatto ambientale”.

Gli Acquisti Verdi delle PubblicheAmministrazioni potrebbero quindicostituire un volano alla domandadi mercato di oli lubrificanti rigene-rati, da utilizzare nel trasporto pub-blico e negli automezzi dedicati alservizio d’igiene urbana e al tra-sporto scolastico. L’uso di oli rige-nerati nei trasporti pubblici e neiservizi per la raccolta dei rifiutipotrebbe rappresentare un’oppor-tunità per tutte le parti in causa:per gli utilizzatori, perché assicuraefficienza ai motori e risparmi suicosti; per i produttori, perché alricavo delle vendite si aggiunge unamaggiore visibilità in termini di sen-sibilità ambientale; per la societànel suo complesso, perché si ridu-cono gli impatti sull’ambiente.“L’iscrizione nel registro degliAcquisti Verdi degli oli lubrificantiformulati con una certa percentua-le di basi rigenerate - ha conclusoLazzarinetti - è quindi un passo fon-damentale per consolidare il contri-buto della rigenerazione alla greeneconomy nazionale e per migliorarel’impronta ecologica delle pubbli-che amministrazioni senza perderein qualità”.

I

L’OLIO RIGENERATO, UNA PREZIOSA RISORSAPER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE GREEN

LIBRIEDITORIALE TEMIPRIMA PAGINA

Page 9: EQUILIBRI - CONOU · L’allarme del Report “Materia Rinnovata”: dati non trasparenti sul 90% dei rifiuti ... è del maggio 2015 l’approva - zione della legge sugli ecoreati,

isoccupazione, immigrazionee terrorismo sono, nell’ordi-ne, le questioni che preoccu-pano più gli italiani, ma cre-

sce anche l’inquietudine per i temiambientali. I dati sono raccolti daLorien Consulting - una rilevazionesulla sensibilità ambientale degli ita-liani e su opinioni e comportamentiin tema di rifiuti, in continuità con ilpluriennale monitoraggio sui temiambientali che Lorien conduce nel-l’ambito del suo Osservatorio - e pre-sentati dall’amministratore delegatoAntonio Valente al Forum Rifiuti.La preoccupazione degli italiani neiconfronti delle tematiche ambientalitorna complessivamente ai livelli didue anni fa, raggiungendo il 35%.Gli italiani ritengono che per contra-stare i danni ambientali siano neces-sari investimenti strutturali piuttostoche semplici interventi contingenti,a partire dalla riconversione energe-tica verso le fonti rinnovabili e lamessa in sicurezza del territorio.I cittadini ritengono che i principaliresponsabili della salvaguardia del-l’ambiente siano proprio loro stessi(57%), più di qualunque altra istitu-zione o realtà organizzata; e oltre a

ritenersi informati sulle tematicheambientali, si sentono responsabiliin prima persona e sono sempre piùdisposti a impegnarsi per un cam-biamento (+ 0,6 punti su una scalada 1 a 10 solo nell’ultimo anno).Ritengono inoltre l’inefficientegestione dei rifiuti una delle piùimportanti minacce ambientali(28%), subito dietro a inquinamentoe cambiamenti climatici (30%),inquinamento industriale di acque,terreni e aria (34%) e inquinamentoatmosferico (44%). Oltre il 50% siritiene informato sul tema della rac-colta differenziata e del riciclo: il93% fa la raccolta differenziata (soloil 7% dichiara di non farla) e di que-sti il 59% lo fa perché la ritiene un’a-zione importante, non per obbligo dilegge. Tra chi non la fa, invece, silamenta soprattutto la mancanza diinfrastrutture adeguate, a partiredalla mancanza di cassonetti.Ad oggi la situazione in Italia èequamente suddivisa tra raccoltaporta a porta (43%), raccolta stra-dale (46%) e mista (11%), mentrecala la sensazione che la prima rap-presenti a tutti gli effetti il migliorsistema. La ricerca evidenza anche

che gli italiani (92%) sono forte-mente orientati verso un modello dieconomia circolare nel quale nonesistono scarti e dove i nuovi pro-dotti si realizzano attraverso mate-riali riciclati, creando un notevolevantaggio economico per il Paese.“Una buona notizia - secondo lapresidente di Legambiente RossellaMuroni - che rispecchia peraltro unatendenza già in corso: nel settoredell'economia circolare il nostropaese si sta già impegnando, conprogressi crescenti. Per ogni milionedi euro di Pil, infatti, produciamo 42tonnellate di rifiuti a fronte delle 65prodotte dalla Germania, grazie allacapacità di recupero e riuso dei rifiu-ti nel settore produttivo, un settoreche è piuttosto sviluppato, anche sela situazione si presenta molto diver-sa da regione a regione, con areeche sono campioni a livello europeoe altre che continuano a investire indiscariche e inceneritori. Ora occorresottrarre alla discarica tutto quelloche può essere destinato al riuso e alriciclo, e i risultati della ricerca Lorienlasciano ben sperare per il futuro diun obiettivo non più derogabile”.“I dati che emergono - ha spiegato

D

CRESCE LA SENSIBILITÀ AMBIENTALE,ITALIANI SEMPRE PIÙ PRONTI AI CAMBIAMENTI

LIBRIEDITORIALE TEMIPRIMA PAGINA

Page 10: EQUILIBRI - CONOU · L’allarme del Report “Materia Rinnovata”: dati non trasparenti sul 90% dei rifiuti ... è del maggio 2015 l’approva - zione della legge sugli ecoreati,

MINACCE AMBIENTALI: LE PERCENTUALI DELL'IMPORTANZA PER GLI ITALIANI

50

40

30

20

10

0

%

Gestione inefficiente dei rifiuti

Inquinamento e cambiamenti climatici

Inquinamento industriale di acque, terreni e aria

Inquinamento atmosferico

il presidente del ConsorzioObbligatorio degli Oli Usati, PaoloTomasi - dimostrano la bontà dellavoro svolto in questi anni daiConsorzi di filiera insieme alle asso-ciazioni ambientaliste. Questocostante impegno di comunicazionee sensibilizzazione ha contribuito adaccrescere l’attenzione degli italianiverso le tematiche ambientali e, inparticolar modo, la consapevolezzadell’importanza dei comportamentiindividuali nella tutela dell’ecosiste-

ma. Oggi ben il 92% degli intervi-stati considera l’economia circolareun vantaggio per il Paese: un tra-guardo importante per chi, come ilCOOU, da ben 32 anni opera quoti-dianamente per raccogliere un rifiu-to pericoloso come l’olio lubrificanteusato e per trasformarlo in unanuova risorsa”.“Insieme alla sensibilità ambientale -ha detto Francesco Ferrante, vicepre-sidente del Kyoto club - ciò che cre-sce è la consapevolezza che l’econo-

mia circolare è anche la scelta piùconveniente per il nostro sistema diimprese. Siamo il secondo paesemanifatturiero d’Europa, povero dimaterie prime: è evidente che gestio-ne integrata dei rifiuti, chimicaverde, green public procurementdebbano essere gli strumenti per unapolitica industriale in grado di darerisposte alle nuove sfide di un’eco-nomia sempre più globalizzata”.

A Forum Rifiuti è stato presentatoanche il Rapporto dell’osservatorioRecycle di Legambiente sulla sfidanel settore delle costruzioni, che fail punto sull’innovazione nei cantie-ri e nei capitolati per ridurre il pre-lievo da cava e gli impatti sull’am-biente. Un rilancio del settore chepermetta di ridurre l’impatto sugliecosistemi e al contempo di crearelavoro e ricerca applicata è concre-tamente possibile, come benedimostra la trentina di esempi dicantieri raccolti nel dossier, di edifi-ci e infrastrutture dove sono statiimpiegati materiali provenienti dalriciclo (come lo Juventus Stadium eil Palaghiaccio di Torino). Queste ele altre esperienze raccontate nelRapporto dimostrano come esista-no oggi norme codificate basatesulle prestazioni, che permettono aimateriali da riciclo di poter compe-tere sul piano tecnico e anche delprezzo, spinto dalla Direttiva2008/98/CE che prevede che al2020 si raggiunga un obiettivo pari

al 70% del riciclo dei rifiuti dacostruzione e demolizione. I vantaggi che questa prospettivaapre sono rilevanti. In primo luogo,in termini di lavoro e attivitàimprenditoriali, perché le esperien-ze europee dimostrano che aumen-tano sia l’occupazione che il nume-ro delle imprese attraverso la nasci-ta di filiere specializzate. In secondoluogo, nella riduzione del prelievoda cava. In Italia esistono oggi circa2.500 cave da inerti e almeno15.000 abbandonate, di cui oltre lametà sono ex cave di sabbia eghiaia. Arrivando al 70% di riciclodi materiali di recupero si genere-rebbero oltre 23 milioni di tonnella-te di materiali che permetterebberodi chiudere almeno 100 cave disabbia e ghiaia per un anno. Infine,da un punto di vista della riduzionedi emissioni di gas serra: aumentan-do, ad esempio, la quantità dipneumatici fuori uso recuperati eutilizzati fino a raddoppiarla al2020, diventerebbe possibile ria-

sfaltare 26.000 km di strade. Ilrisparmio energetico ottenuto, con-siderando che non si userebberopiù materiali derivati dal petrolio,sarebbe di oltre 400.000 MWh:ovvero il consumo in più di dueanni di una città come ReggioEmilia, con un taglio alle emissionidi CO2 pari a 225.000 tonnellate.Una nota dolente nel quadro attua-le è sicuramente, l’assenza dinumeri certi sui rifiuti prodotti dalleattività di costruzione e demolizio-ne. In molte Regioni non esistealcun controllo o filiera organizzatadel recupero e non si conteggia losmaltimento illegale, per cui in Italiasi arriva a riciclare appena il 9% deirifiuti da costruzione e demolizio-ne, secondo i dati Eurostat, a dif-ferenza di Olanda, Germania eDanimarca che sono sopra il 90%,grazie all’attuazione di precise poli-tiche per aiutare la filiera del riciclo,e in questo modo hanno ridotto ilprelievo da cava e l’impatto sul-l’ambiente.

I DATI DELL’OSSERVATORIO RECYCLE

LIBRIEDITORIALE TEMIPRIMA PAGINA

Page 11: EQUILIBRI - CONOU · L’allarme del Report “Materia Rinnovata”: dati non trasparenti sul 90% dei rifiuti ... è del maggio 2015 l’approva - zione della legge sugli ecoreati,

ar emergere e utilizzare ledecine di milioni di ton-nellate di materia chesfuggono all’attenzione,

perché il loro uso potrebbe valere inEuropa il 7% Pil”. A lanciare l’allar-me per un vuoto di informazione - equindi di azione - che rischia di col-locare il nostro Paese in seconda filanella griglia di partenza delle nuoveforme di economia, è lo ShortReport “Materia rinnovata. Quantoè circolare l’economia: l’Italia allasfida dei dati”, elaborato dallarivista Materia Rinnovabile (EdizioniAmbiente) e presentato al ForumRifiuti.Su nove decimi dei rifiuti che com-plessivamente si producono in Italiasi hanno infatti informazioni pocochiare o contrastanti. In alcuni setto-ri produttivi non ci sono dati sulla destinazione degli scarti, inmolti altri i conti non tornano.L’attendibilità delle cifre diventasfuggente a causa di autocertifica-zioni, deroghe, rischi di doppio con-teggio. Poco sappiamo soprattuttodel destino dei circa 130 milioni ditonnellate di materiali che fuoriesco-no da aziende e altri settori produt-

tivi: l’attenzione è concentrata solosu una parte dei 30 milioni di ton-nellate di scarti che vengono dallecittà, su un totale complessivo di161 milioni di tonnellate di rifiuti.Ma in quel quasi 90% dei rifiuti cherimane nel cono d’ombra è conte-nuta non solo una potenzialebomba ambientale, ma anche unavera e propria miniera di materie riu-tilizzabili per cui si rende invece dif-ficile una ‘second life’. Un consisten-te handicap di partenza per l’econo-mia circolare - oggetto di un indiriz-zo politico della Ue che deve esseretrasformata in azioni da tutti i paesimembri - che vale una crescita del7% del PIL europeo, secondo le stime di Ellen MacArthurFoundation e McKinsey Center forBusiness and Environment.

Rifiuti urbaniDei 30 milioni di tonnellate dei rifiu-ti urbani, come è noto, la raccoltadifferenziata si attesta a una percen-tuale appena superiore al 40%, con-tro un obiettivo di legge del 65%. Afare la parte del leone in questa ope-razione di riciclo sono i Consorzi e i‘sistemi collettivi’, sostenuti dai pro-

duttori delle materie che poi vengo-no raccolte. Ma stiamo parlandosolo di alcune tipologie di rifiuti:imballaggi, pneumatici, RAEE, oliminerali e vegetali, batterie, frazioneorganica dei rifiuti urbani. A risulta-re mancanti o a essere ancora di dif-ficile accesso sono in particolare idati di alcune famiglie di rifiuti: e qui- rileva lo Short Report - si annidanon solo una enorme quantità dimateria che grava in quanto scartosul nostro ambiente e sui nostri pae-saggi, oltre che nello sviluppo diun’economia illegale. In quel“resto” c’è la possibilità, a livelloeuropeo, di risparmi di ben 600miliardi di euro per i settori produtti-vi, di 580 mila nuovi posti di lavoro,di un taglio del 2-4 % delle emissio-ni serra. I conti, insomma, sono pre-sto fatti. In Italia il sistema produtti-vo ha un input complessivo di 560milioni di tonnellate annue di mate-ria prima (dato 2012) e un outputche negli ultimi anni oscilla attornoai 160 milioni di rifiuti: ci sono quin-di 400 milioni di tonnellate di mate-ria che possono riapparire sottoforma di prodotti; oppure evaporare(fisicamente o metaforicamente)

“F

L’ALLARME DEL REPORT “MATERIA RINNOVATA”:DATI NON TRASPARENTI SUL 90% DEI RIFIUTI

LIBRIEDITORIALE TEMIPRIMA PAGINA

Page 12: EQUILIBRI - CONOU · L’allarme del Report “Materia Rinnovata”: dati non trasparenti sul 90% dei rifiuti ... è del maggio 2015 l’approva - zione della legge sugli ecoreati,

LIBRIEDITORIALE TEMIPRIMA PAGINA

Rifiuti da costruzione e demolizioneDal cemento armato ai mattoni, dai telai delle fine-stre ai vetri, dai cavi del circuito elettrico alle tuba-zioni, dalle ceramiche all’asfalto: il comparto“costruzione e demolizione” vale circa un terzo deirifiuti speciali che in Europa sono 820 milioni ditonnellate, la voce più rilevante su una produzionetotale di rifiuti pari a circa 2,5 miliardi di tonnella-te. In Italia, secondo dati Eurostat per il 2012, ilsettore produce 53 milioni di tonnellate e più del70% dei rifiuti viene riciclato. Sembrerebbe unbuon quadro. Ma se confrontiamo la situazioneitaliana con quella di altri Paesi europei vediamoche anche in questo caso i numeri non tornano. IPaesi Bassi, con una popolazione oltre quattrovolte minore della nostra arrivano a 81 milioni ditonnellate da C&D, la Germania a 197 milioni, laFrancia a 247 milioni, il Belgio a 24 milioni, la GranBretagna a 100 milioni. “In Italia abbiamo unmovimento pro capite di materiali in edilizia 6 volteinferiore a quello dei Paesi Bassi? Oppure siamomeno interessati al recupero?”, è il quesito che emerge nel report. In realtà, secondoLegambiente, basterebbe effettivamente arrivare al70% di riciclo dei materiali di recupero (nel 2008era fermo al 10%) per ottenere molti benefici:primo tra tutti, la chiusura di almeno 100 cave dighiaia e sabbia.

Rifiuti organiciOggi si recupera il 43% della frazione organica deirifiuti urbani, che viene trasformata in un milione emezzo di tonnellate di compost. Ma ci sono milionidi tonnellate di scarti prodotte dal sistema agroali-mentare, una delle eccellenze del Paese, che sfuggo-no ai radar perché non compaiono nei dati aggrega-ti delle statistiche. Gestire meglio i flussi dell’organi-co vuol dire ottenere la materia prima per il compar-to della chimica verde; un comparto che vede l’Italiagiocare un ruolo di primo piano a livello europeo eche rappresenta la parte tecnologicamente più avan-zata della bioeconomia: una componente della cir-cular economy che per l’Europa vale da sola 2mila

importanza per il Paese: quello del riciclo della fra-zione organica non urbana dei rifiuti e l’enormemole prodotta dall’edilizia, due settori su cui appun-to i dati latitano o sono semplicemente in contrastofra loro.

durante i processi di lavorazione, di consumo, di traspor-to. Una vera e propria miniera di materie prime a cuiancora difficilmente si attinge o addirittura si pensa.Il rapporto punta l’indice su due comparti di centrale

miliardi di euro e che ha una formidabile prospettiva dicrescita. Secondo le previsioni Ocse, nel 2030 il 35%dei prodotti chimici e dei materiali deriverà da fontibiologiche.

Page 13: EQUILIBRI - CONOU · L’allarme del Report “Materia Rinnovata”: dati non trasparenti sul 90% dei rifiuti ... è del maggio 2015 l’approva - zione della legge sugli ecoreati,

uest’anno il Premio ComuniRicicloni 2016 di Lega-mbiente riserva un’inaspet-tata sorpresa, che lascia ben

sperare per un’Italia libera dai rifiuti.Crescono, infatti, i comuni “Rifiutifree”, quelli che oltre ad essere rici-cloni, hanno deciso di puntare sullariduzione del residuo non riciclabileda avviare a smaltimento. Sono ben525, contro i 356 dello scorso anno,le realtà che producono meno di 75chilogrammi annui per abitante dirifiuto secco indifferenziato, (7% deltotale nazionale), per una popolazio-ne che sfiora i 3 milioni di cittadini.Risultati ottenuti con ricette diversema con un denominatore comune: laresponsabilizzazione dei cittadiniattraverso una raccolta domiciliare,una comunicazione efficace e conpolitiche anche tariffarie che premia-no il cittadino virtuoso. Per un’Italia “Rifiuti free” e per farvincere l’economia circolare, secon-do Legambiente serve l’ultimo sprintfinale per far diventare queste buonepratiche uno standard su tutto il ter-ritorio nazionale a partire dalla diffu-sione su larga scala di un sistema ditariffazione puntuale. “I risultati emersi in questa edizionedel nostro rapporto - dichiaraRossella Muroni, presidente nazio-nale di Legambiente - sono assoluta-mente incoraggianti. Quella deiComuni ricicloni e quella dei “Rifiuti

free” è una rivoluzione e una rifor-ma anti-spreco che fa bene al Paese,perché dimostra che l’economia cir-colare è già in parte in atto e cheun’Italia libera dai rifiuti è un sognorealizzabile. Abbiamo comuni vir-tuosi nella raccolta differenziata edeccellenze che hanno quasi annulla-to la necessità di smaltimento diquasi tutti i rifiuti normalmente pro-dotti. Ora la vera scommessa è quel-la far diventare nei prossimi 3 annitutta l’Italia “Rifiuti free”, traghet-tando i tanti comuni ricicloni verso lanuova sfida della riduzione del seccoresiduo da avviare in impianti diincenerimento e in discarica, peraccompagnarli verso la rottamazio-ne di questo sistema impiantisticoche ha caratterizzato gli anni ‘90 e2000. Per realizzarlo oltre all’impe-gno delle amministrazioni e dei cit-tadini, è importante che anche lapolitica faccia la sua parte attraversol’introduzione di un sistema di tarif-fazione puntuale su larga scala,dicendo stop ai nuovi inceneritori eavviando una graduale dismissione apartire dagli impianti più obsoleti.Ed ancora replicando le buone prati-che su tutto il territorio e definendoun nuovo sistema di incentivi e disin-centivi per far in modo che la pre-venzione e il riciclo siano sempre piùconvenienti”. Comuni “Rifiuti free” e consorzi -Sono quattro le regioni che superano

la media nazionale del 7% di “Rifiutifree” rispetto al totale. In particolareil Veneto si distingue per ben 204comuni “liberi dai rifiuti”, seguitodalla Lombardia con 76 comuni (gra-zie soprattutto alla provincia diMantova che rappresentano il 5%del totale dei comuni lombardi).Importanti numeri arrivano anchedal Friuli-Venezia Giulia (63 comuni),dal Trentino Alto Adige (56) e dallaCampania con le sue 50 realtà vir-tuose su 550 comuni totali.Indietreggia il Piemonte che que-st’anno conta solo 8 comuni “targa-ti Rifiuti free”. Oltre ai territori di eccellenza, ci sonoanche le tante esperienze dellegestioni consortili che confermanoancora una volta la loro validità edefficacia: praticamente tutti i “Rifiutifree”, con pochissime eccezioni,fanno parte di un consorzio o di unacomunità montana. A guidare laclassifica dei Consorzi “Rifiuti free”al di sopra dei 100mila abitanti è ilConsiglio di Bacino Priula (Tv) chepuò vantare per i suoi 556mila abi-tanti quasi l’83% di differenziata afronte di poco più di 50 kg/abitan-te/anno di secco residuo. Tra quelli aldi sotto dei 100mila abitanti si distin-gue invece Amnu, in provincia di Trento, con quasi 43 kg/abitan-te/anno. Gran parte dei consorzi sitrovano in Triveneto. È quanto emerge dal rapporto

Q

MONSUMMANO/TOSCANA PALENA/ABRUZZO

PREMIAZIONE COMUNI RICICLONI 2016:IN ITALIA AUMENTANO I CENTRI RIFIUTI FREE

LIBRIEDITORIALE TEMIPRIMA PAGINA

Page 14: EQUILIBRI - CONOU · L’allarme del Report “Materia Rinnovata”: dati non trasparenti sul 90% dei rifiuti ... è del maggio 2015 l’approva - zione della legge sugli ecoreati,

VALDA/TRENTINO TORTOLÌ/SARDEGNA

Comuni ricicloni 2016 di Lega-mbiente presentato nell’ambito dellatre giorni del Forum Rifiuti realizzatocon Editoriale La Nuova Ecologia eKyoto Club e in partenariato con ilCOOU, durante il quale sono statipremiati i comuni “Rifiuti free”. Allapresentazione hanno partecipatoRossella Muroni presidente diLegambiente, Massimo Caleo, vice-presidente Commissione AmbienteSenato della Repubblica, SalvatoreMicillo, Commissione AmbienteCamera dei Deputati, SerenaPellegrino, Vicepresidente dellaCommissione Ambiente dellaCamera dei Deputati e Silvia Velo,sottosegretario Ministero Ambientee della Tutela del Territorio e delMare.Quest’anno Legambiente ha intro-dotto nuovi criteri nella classifica:per entrare nella rosa della gestio-ne sostenibile dei rifiuti di Comuniricicloni, non solo si deve rispetta-re l’obiettivo di legge del 65%sulla raccolta differenziata ma sideve anche puntare sulla qualità esulle politiche di prevenzione.Nelle graduatorie compaiono soloquei comuni i cui cittadini hannoconferito nel contenitore del seccomeno di 75 Kg all’anno di rifiutonon riciclabile. Proposte Legambiente - Per un’Italialibera dall’emergenza rifiuti,Legambiente rilancia sei delle dieciproposte contenute nel Manifesto“Rifiuti free” (le altre quattro sonogià realtà) e torna a ribadire l’impor-tanza di introdurre l’obbligo di tarif-fazione puntuale su tutto il territorio

nazionale. Anche se ad oggi ci sonostati diversi passi avanti, dal punto divista normativo, (vedi la legge sulleagenzie ambientali, quella sugli eco-reati e il collegato ambientale, lalegge della Regione Marche sul tri-buto speciale sullo smaltimento indiscarica e quella della RegioneEmilia Romagna verso rifiuti zero),per promuovere riciclo e prevenzionebisogna fare di più. In particolareoccorre: 1) utilizzare i proventi dell’e-cotassa per politiche di prevenzione,riuso e riciclo; 2) premiare i comunivirtuosi e le popolazioni con sistemadi tariffazione; 3) eliminare gli incenti-vi per il recupero energetico dai rifiuti;

4) completare la rete impiantisticaitaliana per il riciclaggio e il riuso deirifiuti con gli impianti anaerobici eaerobici per trattare l’organico, quel-li di riciclo di tutte le filiere e frazioninelle regioni ancora sprovviste, i sitiproduttivi per la preparazione per ilriutilizzo e tutte le innovazioni tecno-logiche che sono in grado di recupe-rare materia dai rifiuti consideratifino a ieri irriciclabili; 5) “Chi inquinapaga”: lotta allo spreco e prevenzio-ne della produzione di rifiuti; 6) stop

a qualsiasi commissariamento perl’emergenza rifiuti. Per l’associazioneambientalista sono tutti obiettivi chesi possono raggiungere e che l’Italiaè in grado di fare, come dimostranole esperienze nel rapporto. Esperienze green - Non potevamancare un passaggio sulle storie dieccellenza, come l’Emilia Romagnache continua il suo percorso green afavore dell’ambiente. La nuovalegge regionale dell’autunno 2015 eil conseguente piano sull’economiacircolare, prevede un innovativo econdivisibile sistema di premialità epenalità che si basa sul quantitativodi secco residuo avviato a smalti-mento e non sulla percentuale diraccolta differenziata. Tra le cittàdell’Emilia Romagna, si distingue inmodo particolare Parma, tra i capo-luoghi decretati “Ricicloni” nel2015, che dal 1 luglio 2015 ha atti-vato una tariffazione puntuale sututta la città incentivando i cittadinia un comportamento virtuoso erispettoso dell’ambiente, con unariduzione del costo della bolletta. Inparticolare sono oltre 92mila lefamiglie che ne hanno beneficiato.Altra esperienza positiva arriva que-sta volta dal Sud, dalla Calabria,dove il comune di Catanzaro haavviato con successo la raccolta dif-ferenziata domiciliare. Il Comune,che partiva dal 10% di raccolta dif-ferenziata nel 2015, a maggio diquest’anno ha raggiunto una mediadi raccolta differenziata pari all’80%nelle prime due aree servite, elevan-do la percentuale complessiva dellaraccolta cittadina al 32%.

Sono 525 le realtà chesuperano il 65% di differenziata e produconomeno di 75 Kg annuiper abitante di rifiutosecco indifferenziato

LIBRIEDITORIALE TEMIPRIMA PAGINA

Page 15: EQUILIBRI - CONOU · L’allarme del Report “Materia Rinnovata”: dati non trasparenti sul 90% dei rifiuti ... è del maggio 2015 l’approva - zione della legge sugli ecoreati,

14

Che cosa è l’Economia Circolare di Emanuele Bompan e Ilaria Nicoletta Brambilla

’economia Circolare” è stato scritto daEmanuele Bompan e Ilaria Nicoletta Brambilla,che hanno lavorato insieme ad uno dei piùesperti giornalisti italiani in tema di ambientee sostenibilità, inviato di Repubblica Antonio

Cianciullo, qui nella veste di direttore del bimestrale“Materia Rinnovabile”, rivista internazionale che docu-

menta l’evoluzionedel rapporto traeconomia, societàe ambiente. In 160pagine gli autorioffrono un ritrattoe s t r e m a m e n t echiaro di come ilconcetto si è for-mato e di cosasignifica oggi,riportando nume-rosi esempi dellasua applicazione inprogetti industrialidei più diversi set-tori e nelle politi-che. Il testo è arric-chito da alcune

interviste ai “guru” internazionali dell’innovazione soste-nibile in economia. “L’economia circolare” definisce conmolta nettezza cosa è e cosa non è economia circolare,fornendo al lettore indicazioni per districarsi nell’uso giàmolto diffuso che si fa di questo termine oggi sempre più“in voga”. Fino a qualche anno fa l’assunto di base diogni modello economico era “produci, consuma, dismet-ti” stabilito all’alba della Rivoluzione industriale. Un pro-cesso teleologico, inarrestabile, di vita e morte della mate-ria, estratta, lavorata, abbandonata.

Economia Innovatricedi Andrea di Stefano e Massimiliano Lepratti

a cifra dominante del nuovo millennio è quella del-l’incertezza; incertezza finanziaria, economica, esociale. Alcune di queste incertezze sono già stateaffrontate periodicamente nel corso della storiacontemporanea, ma l’incertezza ambientale è una

novità assoluta, e sta minacciando la sopravvivenza stes-sa di gran parte della specie umana. Per affrontarla,occorre partire da un’analisi che integri tutti gli aspetti efaccia parlare tra loro mondi finora separati, come quellodegli ecologisti e quello degli economisti. La tesi degli

autori è che la sen-sibilizzazione del-l’opinione pubblicasul dibattito econo-mico sia una pre-condizione per unamaggiore demo-cratizzazione dellescelte pubbliche euna responsabiliz-zazione di quelleprivate. Il tentativoè quello di indivi-duare i meccanismistrutturali in gradodi connettere i duepiani, pubblico eprivato, per daredignità globale alcambiamento. Per

introdurre una conversione così complessa, sono necessa-rie alcune premesse, alcune questioni aperte su cui gliautori articolano un proprio punto di vista e che scandi-scono in quattro sezioni l’argomentazione della primaparte del volume: la necessità della circolarità sistemica, ilrapporto tra ecologia e lavoro, la relazione necessaria traecologia e industria e il ruolo dell’economia pubblica.

L“L

EQUILIBRI

LIBRIEDITORIALE TEMIPRIMA PAGINA

Page 16: EQUILIBRI - CONOU · L’allarme del Report “Materia Rinnovata”: dati non trasparenti sul 90% dei rifiuti ... è del maggio 2015 l’approva - zione della legge sugli ecoreati,

Rapporto Ambiente Italia 2016di Edoardo Zanchini, Sebastiano Venneri e Giorgio Zampetti

ambia pelle ancora una volta il rapporto annualedi Legambiente, Ambiente Italia, che dal 1989documenta la situazione ambientale del nostroPaese, evidenziandone le criticità e i progressiverso una gestione realmente sostenibile. Per il

2016 il rapporto si concentra su un solo tema, particolar-mente denso di significati per il nostro Paese: la situazio-

ne della lineacostiera, oltre7.000 chilometri di territorio cherappresentano unaconsiderevole ric-chezza ambientaleed economica.Su questo grandepatrimonio si ad-densano diverseminacce: erosione,abusivismo e ceme-ntificazione, inqui-namento e, percompletare il qua-dro, gli effetti delcambiamento cli-matico: desertifica-zione, innalzamen-to del livello deimari e crescita della

frequenza e intensità dei fenomeni atmosferici estremi.Come può reagire un Paese che sulla bellezza delle pro-prie coste si gioca parecchi punti di Prodotto internolordo? Con il consueto coinvolgimento degli esperti piùautorevoli, il Rapporto Ambiente Italia 2016 prova a trac-ciare degli scenari credibili e a proporre idee utili alla rea-lizzazione di azioni concrete di tutela e valorizzazione diuna delle parti più preziose e delicate del nostro territorio.

Ecomafia 2016a cura di Legambiente

dopo vent’anni una fondamentale battaglia èstata vinta: a metà dello scorso anno è stataapprovata la legge sugli ecoreati (Legge 68/2015del 22 maggio 2015). Ecomafia 2016 è quindi ilprimo rapporto in grado di documentare l’impat-

to di questa legge sulle attività contro l’ambiente e il ter-ritorio attuate dalla criminalità organizzata. Cosa è cam-biato? La legge si sta rivelando quell’efficace strumento dicontrasto per cui ci si è tanto battuti? Le organizzazionicriminali hanno già preso contromisure? Ecomafia 2016offre il ritratto di un “anno a metà”, con il consuetoapparato di dati e di analisi su tutto il territorio nazionale.

“Alla fine ci riusciremo a capirlo. A capire che lotta allamafia significa difesa dell’ambiente, della salute e dell’e-conomia e viceversa. E soprattutto a capire che non c’è

più tempo. Certo,p r o b a b i l m e n t epotevamo capirlovent’anni fa, allalettura del primorapporto Ecomafia.Di sicuro non avre-mo altri vent’anniper farlo”.

Carlo Lucarelli

“Questo dossier èla prova che percontrastare sprechie crisi è necessariosmantellare le eco-nomie ecomafiose.Prendere i lorocapitali, difendere ilPaese. Sempre”.Roberto Saviano

C E

LIBRIEDITORIALE TEMIPRIMA PAGINA

Page 17: EQUILIBRI - CONOU · L’allarme del Report “Materia Rinnovata”: dati non trasparenti sul 90% dei rifiuti ... è del maggio 2015 l’approva - zione della legge sugli ecoreati,

AGLI ABBONATIInformativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs.196/2003

Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs.196/2003, in materia di protezione datipersonali, la informiamo che i dati rac-colti vengono trattati nel rispetto dellalegge. Il trattamento sarà correlatoall’adempimento di finalità gestionali,amministrative, statistiche, di recuperocrediti, ricerche di mercato, commer-ciali e promozionali su iniziative offerte

dall’Editore, e avverrà secondo criteri diriservatezza, correttezza, liceità e tra-sparenza, anche mediante l’ausilio dimezzi elettronici e/o automatizzati. I datiraccolti potranno essere comunicati apartner commerciali dell’Editore, il cuielenco è disponibile presso il Respon-sabile Dati. Il conferimento dei dati èfacoltativo. Tuttavia il mancato conferi-mento degli stessi comporterà la man-cata elargizione dei servizi. In ognimomento si potranno esercitare i dirittidi cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/2003, fra

cui cancellare i dati od opporsi al loroutilizzo per finalità commerciali, rivol-gendosi al Responsabile Dati dell’edi-tore: Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati,Via Virgilio Maroso, 50 - 00142 Roma, oanche via fax 065413432.

La informiamo infine che il Titolare del tratta-mento complessivo è il Consorzio Obbligatoriodegli Oli Usati nella persona del presidente consede in Roma in Via Virgilio Maroso, 50.

www.coou.it

Page 18: EQUILIBRI - CONOU · L’allarme del Report “Materia Rinnovata”: dati non trasparenti sul 90% dei rifiuti ... è del maggio 2015 l’approva - zione della legge sugli ecoreati,