UMBRIANOISE N.13

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SAD/KPANIC/MEET ME AT THE ZOO/RAW TAPE STUDIO/YOUNG JAZZ/ELIO E LE STORIE TESE

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..rivista di musica umbra..

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SAD/KpAnic/Meet Me At the zoo/RAw tApe StuDio/Young JAzz/elio e le StoRie teSe

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UMBRIANOISEDirettore responsabileDANILO NARDONI

RedazioneDANILO NARDONI, RIccARDO cORRADINI, cLARA VINceNtI, SARA PetRuzzI [email protected] collaboratoANDReA LANzILOttO, LucA FARINeLLA, MIcheLe BeLLuccI, RIccARDO RuSPI, uLIANA PIRO, MAtteO SchIFANOIA, GIAcOMO cALDAReLLI, VALeRIA PIeRINI, ANGIe BAcKtOMONO, VeRONIcA BORDAcchINI

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testata giornalistica registrata c/o il tribunale di Perugia n. 3/2012 del 3 Febbraio 2012umbrianoise è un marchio registrato.Marchi - Altri prodotti e nomi usati possono essere registrati ed appartenere ai rispettivi proprietariumbrianoise è l'organo di stampa dell'Associazione "club Noise" in collaborazione con "l'Accademia perugina della musica e della cultura Luca Marenzio".testi e fotografie non possono essere riprodotti, neppure parzialmente, senza l'autorizzazione dei rispettivi titolari dei diritti.L'editore e la redazione sono esonerati da ogni e qualsiasi responsabilità, diretta o indiretta, verso gli organizzatori, i lettori e ogni altro soggetto a qualsiasi titolo interessato, per l'esattezza, la completezza e l'aggiornamento di dati, notizie e informazioni relativi ad eventi, manifestazioni, iniziative. Si consiglia di ottenere direttamente dagli organizzatori preventiva conferma di date, orari luoghi e programmi.

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Numero maggiolino. L’aria si sta scaldando, i locali “sparano” gli ultimi colpi e iniziano le prime manifestazioni primaverili, con i musicisti che iniziano a suonare anche all’aperto. “Young Jazz Festival” (dal 22 al 26 maggio) è la prima manifestazione di un

certo livello a sbocciare, di cui vi diamo tutte le informazioni del caso. Foligno ancora protagonista in questo nuovo numero di Umbria Noise (per la verità succede ormai spesso da un po’ di tempo, per merito delle grandi idee che arrivano dal “centro de lu munnu”), con le prime anticipazioni di Dancity, festival di musica elettronica previsto a giugno e che consigliamo di seguire.Ma l’inizio, a partire dalla copertina realizzata da Davide Minciaroni, è tutto per i tipi del SAD: dalla musica alla poesia, dalla pittura alla fotografia, sono diversi gli ambiti in cui si muove questo giovane collettivo d'artisti “Sempre Allegri Dentro”, indipendenti e autoprodotti. Del collettivo fanno parte anche gli eugubini TheGeneration, band che abbiamo intervistato. Non sono però l’unica formazione a cui abbiamo rivolto i nostri microfoni. Di Perugia sono i Kpanic, band nata dalle ceneri di storiche band come Gpu, Si.s.m.a. e Auslander, mentre dalle verdi colline tra Massa Martana e Montefalco arrivano i Meet me at the zoo. Questi ultimi hanno realizzato il loro disco a Perugia presso il “Raw tape studio”, una “casa” di registrazione e missaggio dedicata in particolare all'incisione analogica, ideata dai membri dei Matta-Clast e di cui vi sveliamo tutti i segreti.Per “Guardiamoci alle spalle” invece ecco un nuovo sguardo rivolto al passato, ma anche al futuro, in compagnia del batterista di Elio e le Storie Tese, Christian Meyer, intervistato dopo il concerto che la band ha tenuto al teatro Lyrick di Assisi per la Stagione d’Autore. Altro concerto della stagione organizzata dalla Musical Box Eventi di Sergio Piazzoli che vi raccontiamo è quello “irripetibile” che ha visto insieme sullo stesso palco, quello del Teatro Morlacchi, artisti come Ginevra Di Marco, Cristina Donà, Dente e Brunori Sas. A proposito di concerti seguiti e di report, ancora tra parole e fotografia, abbiamo dato spazio anche al magnifico live di Hugo Race al Serendipity, forse uno dei più belli (senza togliere niente a tutti gli altri) visti nel mese di aprile dalla redazione di Umbria Noise.Infine, tutte le nostre rubriche al completo. E allora buona lettura.

EDITORIALE

umbria Noise è stampato su carta riciclata

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Di DAnilo nARDoni

SAD .........................................#4TheGeneration ......................#5KPanic ....................................#6Meet me at the zoo ...............#8Raw Tape studio ..................#10Stazioni Lunari ...................#11Elio e le storie tese .............#12Agenda .................................#14

Young Jazz .........................#16Dancity ................................#17Short Noise .........................#21Parole dall'underground ...#22Cortina di Ferro .................#24Cinevisioni ..........................#25Photo ...................................#26Punk in fundo .....................#27

INDICEsupport your local noise

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Di DAnilo nARDoni

Sempre allegri dentro. Sono così e si sentono così i tipi del SAD, un collettivo d'artisti indipen-denti e autoprodotti, “scritturati, alieni, zombie e quant’altro”. L’associazione “SAD – Sempre Allegri Dentro”, con sede a Perugia, è stata fondata da Richi Spennato, Valérie Coquéricots, Anfragiu e Ennio Farina Scabissi nel mese di ottobre 2012: “Era già, comunque, nella nostra mente da circa due anni – raccontano i fondato-ri -, il progetto di un gruppo che si sviluppasse nei canali dedicati a tutti gli ambiti artistici: dal-la musica alla poesia, dalla pittura alla fotogra-fia”. Attualmente, l’associazione ha sotto la sua ala protettiva circa 8 gruppi musicali, che han-no, dunque, la possibilità di farsi conoscere e di implementare il proprio percorso creativo sul “palco” di SAD. Allo stesso modo, i soci che appartengono al canale pittura, espongono i propri lavori ed esprimono la propria creativi-tà. “Il risultato di ogni iniziativa organizzata da SAD – spiegano i ragazzi – è quello di un’affluenza corposa e attenta alle nuove direzioni dell’arte, ma anche desiderosa di restituire al centro storico perugi-no un’atmosfera di novità e di partecipazione”. Molti degli eventi dell’associazione (come ad esempio la “Befana progressive” ed il “Carne-vale trash”), infatti, si sono svolti presso lo storico negozio di dischi “Musica&Musica”, “attività che costituisce una fibra essenziale e tradizionale della vita del centro di Perugia”

Dalla musica alla poesia, Dalla pittura alla fotografia, sono Diversi gli ambiti in cui si muove questo giovane collettivo D'artisti “sempre allegri Dentro”, inDipenDenti e autoproDotti

sottolineano, o al Loop Cafè, “che da anni ormai rappresenta un punto di riferimento per chi ama trascorrere una serata all’insegna della buona musica” aggiungono i SAD. Tutto il progetto ha quindi un obiettivo ben preci-so: farsi veicolo di talenti e di passione per l’arte, ampliando quest’ultima ad un contesto che vada ben oltre quello locale. SAD, infatti, ha stabilito anche una collaborazione con dei locali di Roma e Cassino, interessati specialmente ad esposizio-ni pittoriche, esibizioni acustiche, e reading di poesie. Attualmente i SAD stanno preparando la compilation con tutti i loro gruppi. E a maggio verranno a registrare a Perugia anche i Dancing Puppets, una band di Terni. Intanto il loro attua-le “catalogo” è composto da Tommaso Blablabla

(“Nuovària”), Le Caramelle Degli Sconosciuti (“Acanto”), Shock/Wave, oltre che dai Thegeneration (“Erostrato”) che abbiamo intervi-stato proprio qui di seguito.Uno dei due loghi SAD è una sorta

di faccetta vuota che urla, “ed è un disegno – sottolineano – dove esiste praticamente solo il contorno perché ogni persona che vuole perso-nalizzarlo lo può fare”. È un po’ questa l'idea che sta dietro al collettivo: “Tutti diversi ma sotto lo stesso tetto”. Questo disegno e quest'idea della faccia che urla, i ragazzi del collettivo l’hanno creata assieme a Davide Toffolo (cantante e chitarrista dei Tre Al-legri Ragazzi Morti, nonché fumettista e respon-sabile del collettivo e dell'eetichetta indipenden-te La Tempesta Dischi), che inizialmente li ha aiutati a mettere in ordine le idee riguardo SAD: “Il fatto che Davide ci abbia aiutato è un nostro piccolo orgoglio” affermano i ragazzi.Infatti, è evidente come SAD voglia riprendere la formula vincente de La Tempesta, estendendola a tutti i campi artistici. E le qualità e la forza per riuscire nel loro intento non gli mancano di certo.

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Si impegnano ad esprimere la decadenza (“dege-nerazione”) della loro generazione, con il tenta-tivo di coglierne il lato positivo, creativo ed in-novativo. Questo in sostanza è l’agire musicale dei TheGeneration, nati a Gubbio nel 2008 e con un nome ispirato all’opera “Il Tramonto dell’Oc-cidente” di Oswald Spengler. Umbria Noise li ha incontrati anche grazie alla collaborazione che questi musicisti hanno instaurato con il collet-tivo SAD. Il tutto, raccontano, “è nato nel 2012 grazie ai contatti dei membri della band con alcuni degli ideatori del progetto SAD. In parti-colare sono state già organizzate diverse serate a Perugia ed altri eventi sono previsti anche fuori dall’Umbria”. Per quanto riguarda il Live Painting, i TheGeneration hanno già organizza-to due serate che affiancavano musica e disegno dal vivo, entrambe con le opere di Emanuele Co-pernico, membro anche lui del collettivo SAD ed autore, tra l’altro, della copertina del loro primo Ep “Erostrato”. Dopo un periodo iniziale ispirato ai grandi classici della musica rock internazio-nale e dopo alcuni cambiamenti di formazione (la band è composta da Luigi Riccardini, Chitar-ra, Giovanni Fioroni, Voce e Chitarra, Giacomo Castellani, Basso,, Lorenzo Rossi, Batteria, An-drea Fioroni, Tastiere, Lucrezia Sannipoli, Vio-lino), nell’estate 2011 vengono alla luce i veri TheGeneration, ormai indirizzati ad un genere molto vicino al Progressive italiano, iniziando il progetto che li porterà, esattamente un anno dopo, a produrre e presentare la loro prima fa-tica. L’Ep “Erostrato”, recentemente recensito ed apprezzato in alcuni blog italiani ed interna-zionali, è frutto di un’autoproduzione (editing e missaggio di Walter Lanzara Basso) che ha te-

nuto impegnato il gruppo per diversi mesi, pri-ma dell’estate 2012. Risente sicuramente delle influenze dei grandi gruppi progressive italiani degli anni ’70, P.F.M. e Area su tutti, abbando-nando però i virtuosismi tipici del Progressive tradizionale e cercando di dare risalto a sonori-tà più moderne, intrecciando questo genere con la musica elettronica e alternativa ispirata a Franco Battiato, Subsonica, Muse. Si viene così a creare un genere che lascia spa-

zio anche alle personali influenze di ogni singolo membro della band, dove chitarre moderne (di ispirazione Alternative Rock) e groove ricchi e potenti accompagnano flauto, violino e tastiere dando origine ad un progressive più attuale.“In sala prove – spiegano i giovani musicisti – siamo sei amici che condividono la passione e la voglia di pronunciarci sul panorama musicale ita-liano ed internazionale, e che lavorano con sere-nità e serietà. I nostri brani nascono da improv-visazioni, idee personali e spunti che vengono poi condivisi e sviluppati collettivamente. Perciò la creazione dei brani non segue una struttura ben delineata: talvolta si parte dal testo, altre volte dalla musica, altre ancora lavorando parallela-mente”. “I testi – aggiungono – nascono spesso dalle idee del chitarrista Luigi, le musiche dalla collaborazione di ogni singolo componente, ognu-no dei quali lavora poi in particolare sulle sue parti”. I TheGeneration già guardano al futuro. Stanno infatti lavorando ad un dvd live in studio (registrato proprio poche settimane fa), in cui saranno presentati 4 nuovi brani e una versione live di “Icarus”, bonus track in “Erostrato”. Ma le nuove idee al gruppo non mancano, vista anche la collaborazione con il duo eugubino “La Visione l’Ombra e le Forme”. Le prossime tappe più im-portanti per il gruppo sono, dopo il concerto del 3 maggio a “La Caciara” (Costacciaro) dove il grup-po ha aperto la serata ai “Kafka On The Shore”, la partecipazione il 24 giugno al Prog Monday a Trevi, in occasione dell’Antifestival, e il consue-to appuntamento con il Gubbstock (luglio 2013 presso il Teatro Romano di Gubbio), che sta già impegnando il gruppo con le selezioni.

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la banD eugubina è una Delle formazioni che fa parte Del collettivo saD

theGeneration il lato positivo e creativo Della “DeGenerazione”

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Di DAnilo nARDonie RiccARDo coRRADini

La lineup l’hanno trovata dall’unione di mu-sicisti provenienti da diversi storici progetti rock del perugino (GPU, Si.S.M.A., AUSLAN-DER). I Kpanic nascono così nel gennaio del 2012. A precisare come si è arrivati a tutto ciò è Dave Tavanti: “La formazione attuale è stata raggiunta dopo due anni e mezzo di tentativi, soltanto a gennaio 2012. Questa vede Marco Riccio alla voce, Michele Tassino alla chitarra, Simone Migliorati alla batteria, e me al basso. Michele, Simone ed io ci cono-scevamo già, visto che proveniamo rispetti-vamente da Si.S.M.A., AUSLANDER e GPU ed era capitato più volte di condividere il palco, in un modo o nell'altro, frequentando un am-biente musicale in qualche misura comune”.Marco invece è stato per gli altri tre una “no-vità”: proveniente infatti da esperienze molto diverse (cantante-bassista dei SAaRA e con alle spalle varie esperienze come 'turnista') ha un background musicale molto meno 'he-avy' e più orientato al rock melodico e al pop.“Questa forma di eterogeneità insita nel pro-getto – spiega Dave – ha generato non poche perplessità nel malcapitato cantante, che

spesso si è trovato a dover cantare 'dove mai avrebbe immaginato'. Secondo me c'è riuscito, ed è forse proprio questo connubio tra sonori-tà d'impatto e cantato melodico la caratteristi-ca principale dei Kpanic”.La passione per il genere che fanno è sicura-mente in loro da sempre, perché probabilmen-te, sottolinea Simone, “ciascuno di noi l'aveva espressa alla propria maniera nei progetti precedenti. Le sonorità pesanti ed incisive ma con uno sguardo al lato melodico sono quello che caratterizza la nostra ricerca sonora. E' chiaro che all'interno della band convivono diverse interpretazioni dello stesso concetto, ma siamo pressoché d'accordo sul fatto che l'impatto e l'energia non debbano mai mancare nei nostri brani”.A svelare pregi e difetti del gruppo perugino è poi sempre Simone: “Crediamo che il grande punto di forza della band sia la tranquillità e la coesione con cui mettiamo insieme le idee per i pezzi. Cerchiamo spesso di far convivere in-tenzioni molto diverse tra loro, cercando però di arrivare sempre ad un prodotto coerente e ci auguriamo, credibile. Il difetto credo pos-

intervista alla formazione perugina che nasce Da storici progetti come gpu, si.s.m.a. e auslanDerKpanic meloDici e D’impatto

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sa essere trovato nell'ancora non raggiunta maturità del progetto: il nostro primo disco segna delle linee guida ma di certo non può essere del tutto rappresentativo di quello che sarà la musica dei Kpanic. Quattro persone che hanno un lavoro a tempo pieno, prove-nienti come dicevamo da background diversi, che in un anno iniziano a provare, trovano una linea comune, scrivono 11 pezzi e li re-gistrano, difficilmente possono esprimersi al meglio al primo tentativo. Non dico non sia un bel lavoro, dico che faremo di meglio, per-chè c'è margine di miglioramento”.E a proposito di album di debutto a parlarne è anche Marco, il cantante: “L'album è difficile da catalogare, frutto come è di influenze mol-to diverse tra loro. Non si può definire metal... direi che possiamo nasconderci dietro alla pa-rola 'crossover' che significa tutto e niente, e così passare impuniti alla prossima domanda. Di certo questo primo lavoro può essere visto come un'introduzione a quello che in futuro andremo a fare. Infatti, visto che il proget-to ha preso piede da solamente un anno si può considerare il lavoro come una specie di punto zero della band. Crediamo comunque che porti con sé impatto, genuinità e confi-diamo almeno un po' di freschezza, dato che il nostro sforzo maggiore è quello di inserire qualcosa di personale nel nostro lavoro”.A causa dei numerosi impegni di ciascuno di

loro, il tempo che la band trascorre in-sieme in sala prove è dav-vero poco, per cui “lavoria-mo parecchio singolarmente ed in maniera a s i n c r o n a ” afferma Mi-chele. “Le idee

per i nuovi pezzi – aggiunge – nascono spesso in vari momenti della giornata, (spesso improbabi-li), magari alle 6 del mattino prima di andare al lavoro, o in altre situazioni non propriamente ti-piche della vita da rocker. Insomma niente notta-te in bianco, piuttosto sveglia all'alba, o registra-zioni di chitarre in pausa pranzo. A questo segue lo scambio di idee e di materiale usando internet. Chiaro è che poi resta fondamentale il lavoro del gruppo in sala prove, ma il punto importante è che ci arriviamo sempre con parecchia roba su cui mettere mano”.Il pubblico umbro li conosce quindi singolarmen-te in quanto hanno tutti una buona esperienza alle spalle con altri progetti della zona. “Ovvia-mente i Kpanic intesi come band – dice Michele – escono di casa solo ora, per cui il bello viene adesso. Difficile fare previsioni: siamo natural-mente consapevoli di non far parte di tutto ciò che attualmente fa tendenza in ambito 'rock', per cui, al solito, ho idea che non sarà facilissimo. Ma

non vediamo l'ora di vede-re cosa succederà”.Finora i Kpanic erano in attesa di avere il cd pron-to per iniziare la promo-zione, e dopo aver suonato solo in qualche serata che ha fatto da “prova gene-rale”, sono pronti a salire sopra i palchi di tutta la regione. Per chi li volesse seguire può trovare nel loro sito (www.kpanic.it) o sulla pagina facebook

(www.facebook.com/kpa-nicpage) le informazioni sulle prossime date.

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intervista alla formazione perugina che nasce Da storici progetti come gpu, si.s.m.a. e auslanDer

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È un trio “psych-blues” quello che ci tro-viamo di fronte, che si muove tra generi musicali diversi con l'intento di sperimen-tare un mix tra rock, blues, elettronica e noise. Essenzialmente dunque cercano di creare qualcosa di originale, in fase compo-sitiva, puntando alla fusione di più generi. Ad influenzare la loro musica, c'è quindi del blues, del rock, “ma anche jazz e la classica, oltre al cinema, i vitigni, i rumori” spiegano i tre ragazzi. Da tutto questo, ma non solo, nasce il loro suono istintivo senza tante formalità, tanto autentico quanto crudo e “sporco”. E attraverso musica e testi il loro solo obiettivo è quello di “divertirsi suonan-do, tutto qui!”. Sei mesi di discussione poi sul nome, ed ora non si ricordano più per-ché lo hanno scelto. “Veramente” dicono. Sta di fatto che il nome c’è, Meet me at the zoo, ed è molto originale non c’è che dire. Ma oltre al fumo, in questo trio nato nelle colline tra Massa Martana e Montefalco c’è anche del bell’arrosto. E ci riescono ecco-me ad esprimere al meglio la loro energia e forza musicale. Nascono prima come duo acustico: Simone Quartucci alla voce, armo-nica, chitarra e Artur Petrov alla chitarra.

“Ci conosciamo da sempre – af-fermano – ed ab-biamo passato la nostra infan-zia suonando e ascoltando mol-tissima musica, ossessivamente Zappa e Beefhe-art, discutendo su chi fosse il migliore, chiacchiere inutili. Suonavamo al-cune cover, poi decidemmo di scrivere pezzi nostri e di utilizzare synth, armonica distor-ta, chitarre elettriche e di assoldare un bat-terista che è Riccardo Fraolini. L'avevamo sentito varie volte con diversi gruppi, è il migliore della zona!”.Dopo le canzoni racchiuse nel primo Ep, per i Meet me at the zoo la produzione va avanti e le idee non mancano, anche in fase com-positiva: “Anche se abbiamo iniziato da poco questo progetto musicale, abbiamo già un discreto materiale scritto in un anno, e da qui possiamo tirar fuori qualcosa di davvero interessante!”.

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meet me at the zoo“suonare su un palco è Distaccarsi Dal monDo vomitanDo buDella”

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Di DAnilo nARDoni

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Nel 2012 i Meet me at the zoo hanno inciso il primo omonimo ep autoprodotto, registrato in analogico presso il Raw tape Studio di Perugia, con l'idea di ricercare un suono più “vero” e più adatto alla loro musica. “Lo abbiamo registrato tutto in analo-gico – ricordano –, suono ruvido e pasta stupenda in compagnia dei componenti dei Matta-clast. ci siamo divertiti moltissimo. I pezzi li abbiamo scelti perché al momento erano quelli che preferivamo, e perchè sono quelli che hanno più impatto”. “È stata una splendida esperienza, abbiamo registrato con un'ottima strumentazione e abbiamo lavorato bene grazie alla professionalità dei tre Matta-clast”: così i Meet me at the zoo raccontano la loro esperienza. I tre ragazzi non hanno quindi scelto un luogo qual-siasi, ma il Raw tape, lo studio di registrazione e missaggio con sede a Perugia dedicato in partico-lare all'incisione analogica, nato nel settembre 2012 grazie appunto all'esperienza della band perugina dei Matta-clast. “La scelta è ricaduta su questo studio – proseguono – anche perché i Matta-clast sono in tre come noi e non hanno il basso, di conse-guenza consapevoli delle nostre esigenze. Anche nella ricerca del suono sono stati molto scrupolosi nel soddisfare la nostra ricerca”. “Abbiamo avuto

al “raw tape stuDio” Di peruGia è nato il loro primo lavoroil piacere di ospitare i Meet Me at the zoo – spie-gano invece i ragazzi dello studio perugino – una band perfetta per la filosofia dello studio, sia per il sound sporco, fresco e istintivo che per la mentalità dei membri del gruppo che hanno saputo cogliere in pieno le possibilità della registrazione su nastro. Le sessioni di registrazione sono durate due giorni e mezzo e la musica è stata incisa in presa diretta con pochissime sovra incisioni. Poi sono state re-gistrate le voci e in alcuni casi abbiamo usato un microfono per armonica per effettare la voce senza così ricorrere all’uso di plug in. Per la chitarra è sta-to fatto un uso massiccio di fuzz per sopperire alla mancanza del basso ed è stata registrata in modo assolutamente tradizionale come del resto la batte-ria: solo tre microfoni, cassa e due panoramici”. In-somma, un po’ come si faceva qualche decennio fa.“Nel mix – aggiunge Nicola, il responsabile del mis-saggio – ho cercato di essere più neutrale possibile rispetto al suono dei Meet Me. Pochissimo uso di plug in se non quelli necessari per il riversamento in digitale e quasi assenza di equalizzazione a poste-riori, proprio per lasciare il suono autentico e crudo. Del resto sono una band rock!”.

Punto di forza è il synth vocale di Fraolini, “timbriche identiche al korg ms-20!”, mentre il punto debole “il buon vino dei nostri vigne-ti”. Ascoltandoli è evidente, e si sente bene, l’impatto di un classico trio rock, anche se senza basso. Come si dice il numero ideale, anche nei fraseggi musicali. Ma se si tratta di ampliare la formazione hanno le idee chia-re: “Le possibilità di un trio sono infinite, per questo non abbiamo mai pensato a qualcun altro”. “A breve registreremo altri brani, si-curamente più meditati, mantenendo però la stessa direzione, quella che porta le idee dei singoli ad essere sviluppate collettivamente. Concerti per ora niente, stiamo scrivendo pezzi nuovi. Ma l’intenzione è quella di suo-nare dappertutto, asili, officine meccaniche, frantoi ecc...”. Ed il pubblico è generalmente attento ai loro live, “pare che siano inte-

e i loro enerGici suoni “psych-blues”

ressanti le nostre interiora” affermano loro stessi, ed aggiungono: “Suonare su un palco è distaccarsi dal mondo vomitando budella”. Ci lasciano poi con una loro chiara dichiarazione di intenti: “La musica è vita, la vita è cercare di vivere nel presente. Al futuro non pensia-mo quando suoniamo”.

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Il Raw Tape è uno studio di registrazione e mis-saggio con sede a Perugia dedicato in particolare all’incisione analogica reel to reel, anche se offre la possibilità di incidere in digitale su sistema Pro Tools. L’attrezzatura che si può trovare qui dentro comprende microfoni, effetti e strumenti tutti in-dirizzati verso il suono analogico, adatto per tutti i musicisti. Questa predilezione ha guidato le scelte fatte sia nella formazione dello studio che nella scelta delle apparecchiature. Dal rock al jazz alla musica popolare molti sono i generi che possono trovare il giusto ambiente al Raw Tape. Lo Studio è nato quindi dalla progressiva autarchia che i tre responsabili, Nicola, Tommaso e Paolo, come com-ponenti dei Matta-Clast, hanno cercato negli anni. E questa “autarchia” ce la spiega meglio Nicola: “L’intenzione era quella di occuparci come band di tutti i processi che portano alla realizzazione di un disco, dalla scrittura e arrangiamento dei brani alla loro incisione, dal mix all’editing. Poi ci siamo accorti che quello che avevamo realizzato poteva essere uno studio funzionale anche per al-tre band”. La scelta di incidere su nastro è stata poi dettata “da motivi di qualità e di gusto”. “Con i registratori analogici multi-traccia si ottiene un calore e una dimensione sonora difficilmente rag-giungibile con il digitale, e questo vale per tutti i generi musicali al di fuori dell’elettronica. Ma in particolare per il rock il nastro è la tecnologia mi-gliore, per la dinamica, la robustezza e il ‘grasso’

del suono, per l’impasto morbido e scuro che regala. Inoltre il nastro ha quella dimensione artigianale, di lavorio con le mani e non tanto con lo sguardo, del tutto estranea al digitale. E in più condiziona anche il comportamento dei musicisti! Niente tracce sepa-rate, tutto in presa diretta (a parte le voci), nien-te undo o redo! Si fanno varie take e si sceglie la migliore… ma non quella che contiene zero o meno errori, ma quella che ha più groove, quella in cui l’a-nima della band si esprime al meglio”. Nell’analogico, come è chiaro, le possibilità di editing sono ridotte al minimo, quindi qualche errore in fase conclusiva rimane sempre. Niente di preoccupante per loro: “Quello che conta non è ottenere un brano privo di errori, perfetto nell’esecuzione ma un brano dove ci sia qualche segno di, passami il termine, umanità! Un brano che mi porta dentro una situazione sonora che mi fa dire sto ascoltando dei musicisti suonare e non delle macchine. Lo studio possiede una sola sala di incisione ed è lì che la band, a prescindere dal numero dei componenti, si ritrova tutta assieme a suonare. Non c’è separazione ma unione, fisica e concreta”. Ognuno dei tre gestori dello studio ha poi un proprio ruolo preciso ma sono anche abbastanza complementari. In particolare Tommaso e Paolo si occupano delle riprese e Nicola del mix. Al momento, con inizio attività nel settembre 2012 con i Noobs, hanno ospitato solo tre band, tra cui i Meet me at the zoo (di cui già abbiamo parlato nelle pagine preceden-ti di Umbria Noise). Ora stanno registrando anche

loro tre un nuovo ep come Matta-Clast. “La prospettiva futura è quella di ampliarci sempre di più sia a livello di attrez-zatura e di device audio, sia a livello di competenze tecniche per garantire un servizio professionale” concludono i ragazzi dello Studio. Pertanto, tutte le band interessate possono contattarli per visitare lo studio o per fare una chiac-chierata con i fonici.

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raw tape stuDiotutti i “segreti” Dello stuDio Di registrazione e missaggio perugino DeDicato in particolare all'incisione analogica

Dove i brani hanno seGni Di “umanità”

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Brunori Sas, Cristina Donà e Dente, disposti su tre diverse pedane che abbracciano virtualmente Ginevra Di Marco e la sua band, interagiscono con lei e tra di loro, in una fusione musicale che travalica stili e generi. Ogni musicista, dalla pro-pria stazione, liberamente interagire con ciò che sta succedendo: c’è chi suona, chi contrappunta, chi armonizza con la voce, chi improvvisa, chi semplicemente sorride o si concentra nell’ascol-to dell’altro. Uno spettacolo bellissimo quello che è andato in scena lo scorso 20 aprile al Teatro Morlacchi di Perugia, davvero unico poiché irripetibile. “Un augurio di buona fortuna alle nuove generazioni, ma anche un ironico motto relativo ai tempi duri che stiamo vivendo”. È così spiegato quel “Buon

anno ragazzi” che fa da titolo al nuovo spettacolo di “Stazioni lunari”, iniziativa ideata da Francesco Magnelli (insieme alla Di Marco era nei Pgr di Gio-vanni Lindo Ferretti), che, per la sua data perugina, ha visto tutti insieme questi quattro grandi artisti, tra i più interessanti della scena musicale e cantau-torale italiana.Dallo spettacolo è emersa forte l’idea di partecipazio-ne collettiva: i testi, le musiche, i gesti, le testimo-nianze, le voci, e la voglia di andare a scavare là dove si sono depositate le nostre memorie, di recuperarle, studiarle, valorizzarle e farle conoscere. E fra inter-sezioni artistiche, omaggi e gentilezze era evidente il piacere di trovarsi lì: una gioia di cantare e suonare insieme che è davvero raro riscontrare.

le stazioni lunari Di Ginevra Di marco, cristina Donà, brunori sas e Dente

Di DAnilo nARDoni

foto di: Riccardo Ruspi

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“Io all'epoca ero poco più di un bambino - pre-cisa il solare Christian, classe '63 - ma la mia passione per la batteria era già grande. I miei coetanei, almeno quelli ‘più standard’, ascol-tavano già Deep Purple, Led Zeppelin, King Crimson, Cream… quello c'era in giro, ma io ero focalizzato sugli eroi della batteria! John Bonham non era ancora diventato un eroe e l'ispirazione per quelli come me arrivava da artisti come Chick Webb, uno dei padri dello swing. Del resto quando dicevo ai grandi che mi piaceva la batteria loro suggerivano ‘ascol-tati Buddy Rich e Gene Krupa!’”. Che Meyer oltre ad uno stile eccezionale abbia anche una personalità “ben poco standard” è facile capirlo mentre si esibisce a fianco di

Elio e le altre Storie Tese, dei quali fa parte da oltre 20 anni. Non è difficile immaginare che anche da bambino avesse mostrato un'indole “alternativa”: “Avevo il sogno di poter suonare, ma quando sei piccolo vieni trasportato dagli eventi. I miei mi hanno detto ‘vai a imparare le lingue fuori Italia, fuori dalle balle!’ e sono andato in collegio. Nel frattempo però la passio-ne e il fuoco che già mi dominava continuava a lavorare dentro di me. Ho avuto la fortuna di studiare col Maestro Lucchini e mi sono trovato nel ‘tempio del jazz del nord Italia’; si parlava di jazz, si viveva di jazz!”. È in quegli anni che Christian Meyer ha sco-perto quello che considera uno dei più grandi piaceri della sua vita: “Si partiva con gli amici

e si andava a dischi insieme! - ricorda - Pre-sente dopo la scuola, dopo due compiti fatti di corsa si usciva e si andava per esempio da Buscemi a Milano a comprare dischi. Uscivamo la sera dopo ore, ovviamente senza più una lira in tasca! Immagina, dopo un mese di attesa trovavi finalmente i soldi e ti

Siete pronti a vivere per qualche istante in un mondo dove personaggi come Buddy Rich, Chick Webb e Gene Krupa sono considerati alla stregua di Super Eroi? Si tratta di un universo in cui lo swing, inteso nella sua eccezione più radicale, è l'i-spirazione per giovani batteristi in erba che sognano un giorno di poter esprimere il proprio inarrestabile "groove interiore" dietro alle follie musicali di gente come Count Basie e Duke Ellington. Se la risposta è sì, potrete affidarvi ad una guida d'eccezione, Christian Meyer, batterista di Elio e le Storie Tese (lo scorso mese di aprile Umbria Noise li ha seguiti durante lo straordinario concerto che hanno tenu-to ad Assisi per la Stagione d’Autore della Musical Box Eventi) nonché protagonista di questo appuntamento con le interviste realizzate, idealmente, 30 anni fa.

Guar

Diamo

ci

alle s

palle Di Michele Bellucci

un nuovo sguarDo rivolto al passato, ma anche al futuro, in compagnia Del batterista Di elio e le storie tese, christian meyer

"non poter veDere ma Dover solo immaGinare forse ci ha fatto sviluppare la fantasia"

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andavi a comprare quegli LP, poi uscivi con quel-la busta a forma di disco… e subito si andava ad ascoltarli a casa di uno di noi”. Questa passione non ha abbandonato Meyer che ancora adesso ammette di non badare a spese quando si tratta di dischi, che trova soprattutto durante i viaggi all'estero: “Il disco originale è qualcosa di unico, è come gustare un sigaro top per un fumatore. È un vero godimento mentale, un concerto: ti siedi, leggi la copertina, ascolti e vivi quelle emozioni”. In effetti a quei tempi immaginare una certa evoluzione della musica era difficile anche per un sognatore come Christian: “L'arrivo del cd è stato uno shock enorme, come cambiare di col-po e lasciare una parte della mia vita. E' stato difficile ma ora il cd è il mio LP. Poi internet è arrivato a una velocità tale che mi ha sconvolto. Se ci fosse stato YouTube all'epoca avrei imme-diatamente cercato le immagini di Chick Webb mentre suonava ad Harlem, nonostante la sua poliomielite. Eppure non poter vedere ma dover solo immaginare forse ci ha fatto vivere come un sogno, sviluppando la fantasia. Del resto il cer-vello proietta delle immagini, quindi ascoltando un disco immaginavamo le diteggiature che sta-vano facendo e cercavamo di emulare quei mo-stri sacri. Poi magari ti accorgevi che non erano quelle le posizioni corrette ma in un certo senso ci avevamo messo la nostra originalità”. L'intervista a Christian Meyer si chiude con un balzo avanti di 30 anni, “come pensi che sarà la scena musicale italiana nel 2043?”. La risposta arriva di getto: “Penso che ci vorranno tantissi-

mi anni per togliere agli uomini il gusto di sedersi e ascoltare musicisti che in tempo reale suonano una cosa. Non dico che sarà eterna ma spero che potrà durare tantis-simi anni! Ora faranno concerti con musicisti sparsi per il mondo che suonano in tempo reale la stessa cosa, ma dal punto di vista del godi-mento, del contatto uma-

no… sarebbe come dire ‘fai l'amore con una donna in maniera virtuale’. Possono esserci forme alternative, ma il contatto che ti attra-versa è come la vibrazione di una tromba che ti viene suonata in faccia… quelle vibrazioni sono dure da sostituire!”.

Michele Bellucci, giornalista e scrittore, collabora con Il Messaggero dal 2001. È direttore artistico del The Place di Roma. Molte sue interviste sono raccolte sul sito www.michelebellucci.com

NOTA SULL'AUTORE

foto di: Riccardo Ruspi al Lyrick Theatre di Assisi

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█ Sabato 4SEGNALI 2013 arti audiovisive e performanceConservatorio di Perugia, Cinema Zenith e spazio Azimuth PERUGIA

FESTA UMBRAsonidumbra tetraktis percussioniTerni - TERNI

A Hawk and A HacksawOfficina 34 - FOLIGNO

Rhyme Rock'n'Roll Perugia - PERUGIA

METAL ACADEMY strengthcode / zombie scarsMusical Academy - TERNI

Management del Dolore Post-OperatorioLa Darsena - CASTIGLIONE DEL LAGO

WOMEN ROCK IT BETTERironic (alanis morissette tribute) / giulia salviAfterlife Club - PERUGIA

On the night (Dire Straits Tribute) / Crossroads (Eric Clapton Tribute)Urban Club - PERUGIA

SbarakkobabaSt. Mary Live - CITTA' DI CASTELLO

PetramanteLoop Cafè - PERUGIA

MassiveEl Barrio Social Club - FOLIGNO

Martin's Gumbo Blues BandPizzeria il Salice - PERUGIA

Ionio / HYSM? duo / GueRRRaC.S.A. Germinal Cimarelli - TERNI

█ Domenica 5MotorinoFesta Pietrafitta - PIEGARO

RALF presenta BELLACIAOUrban Club - PERUGIA

Palme-RiniCiao Rino - PERUGIA

█ Giovedì 9Stupendo (Vasco Tribute)Pellicano Pub - CASTIGLIONE DEL LAGO

The Soul Sailor & The FuckersTrottamundo Kafe Libreria - PERUGIA

AndMassIl Salice - PERUGIA

█ Venerdì 10AcquaraggiaCafè degli Artisti - CITTA' DELLA PIEVE

Maybe I'mLa Caciara - COSTACCIARO

Gazebo Penguins Serendipity - FOLIGNO

Narayan & the ReptiliansRicomincio da Tre - CORCIANO

Il Traffico dei PinguiniEl Barrio Social Club - FOLIGNO

Ramberto Ciammarughi & Ensemble NovamusicaGalleria Nazionale dell'Umbria - PERUGIA

█ Sabato 11RockEGGIando 2013 watcher / fallen fuckin' angels / hot rod / ibridoma / the shiver / playgrounded / subliminal crusherEggi di Spoleto - SPOLETO

Concerto dei CentenariChiesa di S. Antonio - PERUGIA

I Gatti MèzziLa Darsena - CASTIGLIONE DEL LAGO

SnakebiteRock'n'Roll Perugia - PERUGIA

Puscibaua El Barrio Social Club - FOLIGNO

The NoobsLittle Garden - TODI

IL BORGO RISUONA aligi alibrandi e ala botti caselliTeatro Cesare Caporali - PANICALE

agenda maggio

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tutti gli eventi aggiornati suwww.umbrianoise.it

█ Domenica 12Chamber Orchestra of EuropeTeatro Morlacchi - PERUGIA

Liga +DàDàndo - PERUGIA

█ Venerdì 17Scenario Jazz The Beatlesalberto marsico trioricomincio da Tre - CORCIANO

Dr.URock'n'Roll Perugia - PERUGIA

I JaguariCafè degli Artisti - CITTA' DELLA PIEVE

Muddy Shuffle TownCaffè Cavour - ORVIETO

The Rust and the FuryLa Caciara - COSTACCIARO

Davide RinaldiniEl Barrio Social Club - FOLIGNO

█ Sabato 18 KayamamaFree Revolution - CITTA' DI CASTELLO

Eterea Post Bong BandLa Darsena - CASTIGLIONE DEL LAGO

True Lie / AdamasRock'n'Roll Perugia - PERUGIA

Maurino e la sua BandUrban Club - PERUGIA

RadiolariEl Barrio Social Club - FOLIGNO

█ Domenica 19ROCKAMBOLESCOmeet me at the zoo / the mighties / shadowbreacker / soundsickSan Terenziano - GUALDO CATTANEO

█ Mercoledì 22YOUNG JAZZ FESTIVAL13www.youngjazz.itFoligno - FOLIGNO

█ Giovedì 23YOUNG JAZZ FESTIVAL13www.youngjazz.itFoligno - FOLIGNO

█ Venerdì 24YOUNG JAZZ FESTIVAL13www.youngjazz.itFoligno - FOLIGNO

I CosiRock'n'Roll Perugia - PERUGIA

Matteo ToniLa Caciara - COSTACCIARO

Tributo a Bob DylanRicomincio da Tre - CORCIANO

Lil'Cora and the Soulful GangFesta San Biagio della Valle - MARSCIANO

█ Sabato 25YOUNG JAZZ FESTIVAL13www.youngjazz.itFoligno - FOLIGNO

"Perugia Soul Night"Bar Chupito - PERUGIA

Cheap WineRock'n'Roll Perugia - PERUGIA

GiuradeiLa Darsena - CASTIGLIONE DEL LAGO

This HarmonyTeatro Morlacchi - PERUGIA

█ Domenica 26YOUNG JAZZ FESTIVAL13www.youngjazz.itFoligno - FOLIGNO

Maurino e la sua BandFesta San Biagio della Valle - MARSCIANO

█ Mercoledì 29SoleySerendipity - FOLIGNO

█ Venerdì 31Blue Jade feat. Glenn Hughes & Matt FilippiniCharly Disco Club - GUBBIO

Twiggy è MortaLa Caciara - COSTACCIARO

The Soul Sailor & The Fuckers / Lovecraft in BrooklynRock'n'Roll Perugia - PERUGIA

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la musica Delle “nuove Generazioni” e Di “nuova Generazione” sempre sotto il seGno Di younG Jazz festival

Grandi musicisti, italiani e stranieri, ma giovani anagraficamente, sono attesi anche quest’anno allo Young Jazz Festival, in programma a Foligno dal 22 al 26 maggio 2013. Un festival che, pure per la sua IX edizione, ricca anche di importanti novità, conferma le caratteristiche di freschezza, dinamicità ed intraprendenza, sempre nel segno della musica delle “nuove generazioni” e di “nuo-va generazione”. La manifestazione, nel corso degli anni infatti, si è affermata a livello regio-nale come una delle più innovative e a livello na-zionale ed internazionale come l’unico evento nel suo genere nato per dare spazio a giovani artisti e al jazz più contemporaneo. Non a caso, e per il quinto anno consecutivo, anche Umbria Jazz, attraverso la Fondazione di Partecipazione, ha concesso il patrocino alla kermesse folignate. La prossima edizione di Young Jazz Festival, inol-tre, sarà l’occasione per riprendere una vecchia collaborazione che la manifestazione aveva già in passato messo in piedi con l’Ambasciata di Norvegia. Stavolta sarà proposta un’intera gior-nata, “Norwegian Day”, con i concerti di artisti norvegesi accompagnati con alcune degustazioni di prodotti tipici del paese scandinavo. Il tutto si svolgerà il 24 maggio, con le esibizioni di artisti come Bjorn Torske, Steinar Raknes, Arve Hen-riksen, Jan Bang Duo, Sidsel Endresen, Erik Honorè Trio. Ad affiancare questo “focus” sulla nuova musica jazz norvegese, il classico cartellone con i concer-ti di artisti e formazioni come Cristiano Arcelli Quartet (23 maggio, ore 18.30, corte di Palazzo Deli), Guano Padano (23 maggio, ore 21.30, corte Palazzo Trinci), Mauro Ottolini & Trio Marrano (tributo per i 100 anni di Gorni Kramer, 23 maggio, ore 23, Ta-verna Ammanniti), Rainer Davies Trio (25 maggio, ore 12, Taverna Ammanniti), Dinamitri Jazz Folk-lore (25 maggio, ore 23, piazza Don Minzoni). Anche quest’anno non mancherà la street band che si esibirà per le vie del centro sto-rico della città di Foligno: protago-nista sarà la P-Funking Band (25 maggio, Parco dei Canapè, ore 16,

e Centro Storico, ore 18).Vicoli, corti, taverne e teatri si vestono a festa per l’occasione, al culmine della primavera; le strade si riempiono di vita, di colori, di odori e di musica. E non solo musica, ma anche workshop (seminario in “Legislazione dello spettacolo”), mostre (“It’s a jungle in here” di Andrea Pinchi), punto ristoro (“Osteria delle 7 spighe” ideato in collaborazione con l’Antifestival di Trevi), visite guidate ai musei, pacchetti “Jazz tour”. Inoltre, “Jazz Zone”, il progetto in collaborazione con i commercianti del Centro storico che trasforma il centro della città in un palcoscenico a cielo aperto. Ed in più “Jazz Community”, l’evento nell’evento, con la musica – linguaggio unico e universale – che entra nel sociale, unendo e dando voce a tutta la città, dagli anziani ai bam-bini, dai disabili agli stranieri, puntando le note anche sulla sensibilizzazione verso importanti tematiche sociali. Sono l’energia e il potere del-la musica jazz che rendono possibile l’incontro tra “diversi”, apparentemente insolito, ma che in realtà diventa naturale e meraviglioso. Per il suo terzo anno il “jazz della comunità” tratterà sia la disabilitá fisica, attraverso il concerto della Li-berorchestra (25 maggio, ore 21.30, Auditorium San Domenico), che mentale, grazie allo spetta-colo teatrale dei Giezzisti.2 (22 maggio, ore 21, Auditorium San Domenico). E poi ancora Cantine Aperte, un evento che in questo dedalo impetuoso di umori incontra lo Young Jazz Festival nell’ulti-ma domenica di maggio con il concerto dei Jellico presso la cantina Scacciadiavoli di Montefalco.

foligno – Dal 22 al 26 maggio 2013

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jazz

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la musica Delle “nuove Generazioni” e Di “nuova Generazione” sempre sotto il seGno Di younG Jazz festival

Il tema di quest’anno è “A Unitary Urbanism”, concetto che si ispira a quella corrente del Si-tuazionismo che punta a valorizzare la città e la società che la vive attraverso un’irruzio-ne dell’arte nei luoghi (anche metaforici) del quotidiano. E ad aprire l’ottava edizione del Dancity Festival 2013, manifestazione legata alla musica elettronica e alle arti digitali che si svolgerà a Foligno il 27, 28 e 29 giugno prossimi, sarà proprio un progetto legato al territorio, una prima assoluta che vedrà l’esibizione di Shackleton, uno dei più in-fluenti produttori di musica elettronica a livello mondiale, con i tamburini della Gio-stra della Quintana, per una performance speciale che sarà realizzata in occasione del quattrocentesimo anno del torneo fo-lignate. L’evento, che avrà luogo giovedì 27 giugno in Piazza S. Domenico, intende decontestualizzare il simbolo culturale cittadino riproponendolo in una nuova veste contemporanea e sperimentale.Tante quindi le novità di quest’anno per il Festival, a partire dalla scelta di tor-nare alla “vecchia” formula di tre gior-ni, scanditi da una serie di performance e progetti originali in location sugge-stive del centro storico, quali Palazzo Trinci, Palazzo Candiotti, Auditorium S. Domenico e la rinnovata Piazza S. Domenico, e il club d’avanguardia Serendipity.Sempre la sera del 27 giugno, presso Palazzo Can-diotti, ci sarà l’attesissimo concerto dei Deerhun-ter, di cui a maggio uscirà il nuovo album “Mo-nomania”, con l’apertura dei francesi Chromb!, mentre a seguire ci sarà il live di Shackleton, dun-que presente con due performance.Tra gli altri artisti presenti nei giorni succes-sivi, anche il nuovo progetto di Vincenzo Vasi, “Dervishi”, i live di Andy Stott e Sven Kacirek, l'anteprima mondiale con il duo composto dall'ac-clamato pianista armeno Tigran Hamasyan e LV (Hyerdub), uno dei migliori live al mondo, quello di Mathew Jonson, e i Metro Area. Ci saranno anche i set di Robert Hood, Ben Klock, Claro Intelecto e James Golden.

Ma questi sono solo alcuni dei tanti artisti internazionali e delle tante sorprese del Dancity Festival 2013, che, realizzato da venti volontari componenti l’omonima asso-ciazione, continua a crescere e a porsi come punto di riferimento a livello internazionale per le avanguardie, l’innovazione e la quali-tà musicale, senza perdere di vista il forte legame con il territorio. Il Dancity Festival 2013 sarà così un “urbanismo unitario” che coinvolgerà le arti e la città e che offrirà al proprio pubblico una nuova esperienza senso-riale ed intellettuale, per osservare e fruire di nuove creatività.

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city

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l’urbanismo unitario Del Dancity festivalfoligno – Dal 27 al 29 giugno

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ricc

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Per info: [email protected]

storie Di uomini sopra le riGhe

fotoGrafia e narrazione nella musica contemporanea

mostra fotografica Di riccarDo ruspi al ciao rino Di perugia fino al 24 maggio

Al giovane fotografo eugubino Riccardo Ruspi non piace parlare di sé, preferisce far parlare le foto al posto suo. Per poter ammirare così il suo stile e per poter vedere come è molto forte in lui il legame tra musica e fotografia, una suggestiva occasione è quella della sua mostra personale dal titolo "Sottosuono. Storie di uomini sopra le righe". L’esposizione dei suoi scatti, allestita al Ciao Rino di Perugia e la quinta personale della sua giovane carriera, andrà avanti fino al 24 maggio (dopo il Ciao Rino l'esposizione toccherà altri spazi, tra Perugia, Gubbio e Costacciaro). La mostra, che consiste in 12 stampe con musicisti raccontati sul palco ma soprattutto nel backstage dei loro concerti, è accompagnata da un catalogo (circa 50 gli artisti presenti) contenente anche il meglio del lavoro che Riccardo Ruspi ha fatto negli ultimi cinque anni. Tra gli artisti fotografati da Ruspi, durante i numerosi concerti che ha seguito fino ad oggi in giro per l’Italia, si possono trovare sia gruppi umbri che musicisti di livello nazionale e internazionale. In mostra e nel catalogo si possono ammirare, tra le altre, foto di Skaouts, Teatro degli Orrori, Mark Lanegan, Micah P. Hinson, Arbouretum, The Zen Circus, Dino Fumaretto, Cristiano Godano dei Marlene Kuntz, Enrico Gabrielli dei Calibro 35, Fabrizio Bosso, Nina Zilli, Damien Rice, Patti Smith, Afterhours, Verdena, Subsonica, Dente e Bugo. Ed è proprio quest’ultimo ad aver scritto una delle due importanti prefazioni del catalogo (l’altra è ad opera di Matteo Schifanoia).

Il percorso dal titolo “Storytelling” mira ad esulare dalla concezione classica di fotografia musicale volgendo l’attenzione sulla musica come un elemento di indagine creativa e autoriale. Partendo dal tentativo di definire cosa fa un fotografo che usa la musica come materia ispiratrice passando per cenni di storia dell’arte e per l’analisi di alcuni autori, si arriva a delineare come si costruisce un lavoro concettualmente e visivamente strutturato. Da qui si procederà all’ideazione dei portfoli personali che tramite un percorso di sintesi e scelta mirerà a formare la mostra finale, che verrà inaugurata sabato 22 giugno ed andrà avanti fino ad ottobre 2013. Il tutto si svolgerà presso l’Accademia musicale ‘Luca Marenzio’ e le quattro lezioni saranno di due ore ciascuna, dalle 21.00 alle 23.00, sempre di lunedì. La prima è prevista per il 13 maggio, la seconda il 20 maggio, la terza il 27 maggio e la quarta il 3 giugno. Il corso è tenuto da Valeria Pierini, fotografa che da anni lavora con la musica, ha fotografato decine

sottosuono

Workshop + mostra finale a cura Di valeria pierini presso l’accaDemia musicale luca marenzio

storytellinG

di band del panorama nazionale e non e collabora con numerose riviste e webzine.Per iscriversi (il costo del corso è di 70 euro) c’è tempo fino al 14 maggio (presso l’Accademia musicale ‘Luca Marenzio’ dalle 15.00 alle 19.00 dal lunedì al venerdì), mentre i requisiti per partecipare sono la conoscenza di base del mezzo fotografico e avere una reflex digitale.

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Per info: [email protected]

Hugo Race – giovedì 4 aprile, Serendipity, Foligno

"fuzzz" – huGo raceecco qui un estratto Del più ampio sketchbook curato Da valeria pierini e angie backtomono pubblicato su mola mola Webzine nella sezione live e interviste.

Un nenia piacevolissima, da non volere che smetta, da volere sentirla di continuo. Come durante le tue giornate senti i bambini del piano di sopra che piangono, ascolti attimi di silenzio, il motore della macchina che si accende, la porta che sbatte – immagina invece di tutto questo – o mentre ascolti tutto questo - di sentire lui e le sue chitarre ruvide che scivolano via carezzevoli alle tue orecchie.Immagina di vedere e ascoltare Hugo Race. Questo è un concerto di Hugo Race.Dice che si è trovato molto bene qui. Durante il live racconta aneddoti (sopra tutti va ricordato quello in cui il padre gli ricordava di accendere sempre i fari) che introducono i pezzi. La band lo accompagna egregiamente il batterista suona anche le percussioni, il chitarrista a tratti si rimbalza i fraseggi con Hugo - se la intendono bene. Il finale è con il sax.

Valeria Pierini

La fascinazione della musica di Hugo Race passa potentemente attraverso la seduzione dell’individuo: questo maudit d’eccezione emana consapevolmente una sensualità decadente, la cui malia conferisce irresistibile attrattiva al florilegio di canzoni che sciorina con indolenza. I Sacri Cuori, assunto il ruolo di Fatalists, regalano un paesaggio sonoro ombroso che espande il magnetismo personale del frontman: chitarre desertiche amplificano e reduplicano la qualità materica di una voce naturalmente densa e corporea, allestendo un rituale voodoo dalla vastità cinematografica. Nelle sue corde vocali logorate, persino Never Say Never dei Romeo Void abbandona il nervoso wave-pop originario, per venire alterata in un’invocazione di romantica lussuria.

Angie BacktoMono

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Nell’ambito della manifestazione “SOTTOSUOLO SPRING FESTIVAL” - organizzata da Coop. Soc. Nuova Dimensione, circolo ARCI Rework, Centri Giovani del Comune di Perugia, Centro Servizio Gio-vani, Servizio Informagiovani e Politiche giovanili, Comune di Perugia - è stato indetto un concorso aperto a tutti i gruppi musicali e dj/vj della città di Perugia e della provincia, finalizzato all’emersione di giovani talenti in ambito musicale e artistico.Le selezioni avranno inizio dalla seconda settimana di maggio 2013, ma le iscrizioni rimarranno comun-que aperte e chi fosse interessato al concorso potrà presentare il modulo di partecipazione fino al 30 maggio 2013. Il modulo di partecipazione dovrà essere presentato via e-mail all’indirizzo [email protected] ed in cartaceo consegnato a mano al Centro Servizio Giovani, via Sette-valli 11 – 06124 Perugia – dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.00, con l’indi-

Si terrà sabato primo giugno al Rocolo, nel verde del Colle della Trinità, la prima edizione di Give Your Voice, il concorso musicale aperto a cantauto-ri, band con proposte inedite, cover e tribute band, ideato dal Gruppo Giovani di Telethon Umbria e fina-lizzato alla raccolta fondi, ma soprattutto a portare l’argomento della ricerca sulle malattie genetiche in mezzo ai giovani, con gli strumenti e i modi dei giovani. Le esibizioni saranno rigorosamente dal vivo e ogni partecipante sarà valutato da una giuria di esperti, formata da musicisti, giornalisti e docenti, che de-creterà i vincitori, i quali avranno l’opportunità di

cazione del mittente e la dicitura “Contiene modulodi partecipazione al concorso SOTTOSUOLO SPRING FESTIVAL”. Il modulo di partecipazione è scari-cabile dai siti, informagiovani.comune.perugia.it, www.culturerework.org. Le iscrizioni potranno es-sere effettuate e consegnate anche presso i Centri Giovani del Comune di Perugia di Ponte San Giovan-ni, di Ponte Felcino, di Castel del Piano, di Ponte Valleceppi. Possono partecipare al concorso tutti igiovani residenti nella provincia di Perugia, compre-si nella fascia di età 14-35 anni.

incidere il proprio brano e di esibirsi live in serate successive al concorso. Per iscriversi a Give Your Voice c’è tempo fino al 18 maggio prossimo e tutte le informazioni e il regola-mento del concorso si possono trovare su Facebook alla pagina Give Your Voice Vol. I 2013 e su Twitter, seguendo Give Your Voice. Il Gruppo Giovani di Telethon Umbria si è ufficial-mente costituito nel mese di marzo, ma è dall’inver-no scorso, in occasione della Maratona Telethon che questi ragazzi, una ventina, tutti o quasi studenti universitari, si stanno dando impegnando per la causa della ricerca sulle malattie genetiche.

in attesa Del “sottosuolo sprinG festival” ecco il concorso per Giovani talenti

Give your voice 2013fai sentire la tua voce con telethon

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ShoRt noiSe

Molte le novità del contest nell'edizione 2013. Oltre al primo pre-mio di 500 euro, è stata istituita una sezione dedicata alle Cover,

una agli Inediti ed una agli Under 14. Chi è interessato a partecipare può iscriversi su www.rockinjune.com. Per info: 0743.521392

Appuntamento di prestigio a Gubbio. Per la prima volta in Umbria arriva una straordinaria icona del

rock mondiale: “The voice of rock” Glenn Hughes (Deep Purple, Black Sabbath, Trapeze). Il musicista suo-nerà il 31 maggio con la band umbro/marchigiana Blue Jade, che con questo live allungano ulteriormente la lista di ospiti nei loro concerti (per citarne alcuni: Ian Paice, Cesareo, Alex de Rosso, Giacomo Castellano, William Stravato, Roberto Tiranti). L'evento, organizzato da Francesco Fagiani e Michele Baccarini, si av-vale della collaborazione di “Al Fondino Corsi”, di Gu.Fo Comunicazione Visuale e della discoteca Charly Disco Club, dove si svolgerà il concerto (evento patrocinato dal Comune di Gubbio).www.inumbria.net - Per info: 335.5249458 - 348.064398

In totale sono stati nove i gruppi in gara nella seconda edizione del MAP Contest, che si è articolata in due semifinali e una finalissima. A

classificarsi per primi, I Prolet, che si sono aggiudicati l'accesso alle semifinali del concorso nazionale Star Music Festival (Roma, novembre 2013) e 4 lezioni preparatorie con il chitarrista Alessandro Magnalasche (docente MAP). La band è formata da Matteo Brandimarte (chitarra acustica), Alessandro Favilli (chitarra elettrica) e Andrea Salvatori (chitarra acustica). Al secondo gradino del podio si sono classificati I Punto E A Capo, che potranno realizzare due incisioni musicali presso gli Studi della Musical Academy, mentre i Surfin' Monkeys (3)avranno la possibilità di effettuare prove gratuite per un mese.

“Bless the Ladies” è un progetto di

Al Castellana e Daniele Dibiaggio che riunisce nove tra le più promettenti artiste emergenti del soul italiano in un unico, pregevole disco di inediti. Pubblicato grazie alla partnership con BM Records e Lademoto Records è uscito a fine aprile ed è già in testa alla classifica di vendite iTunes per la categoria soul. Tra le artiste presenti nel disco la nostra Lil' Cora (il suo è il secondo singolo estratto ed il video si trova anche online) insieme a nomi come Joy Jenkins, Lady Drumha (Fvg Gospel Choir), Dorina (XFactor). Il disco contiene 12 tracce ed è un vero e proprio omaggio alla Donna e all’artisticità femminile. In lavorazione anche il primo disco di Lil' Cora come solista.

“Ciò che a voi sembra osceno a me pare cielo” è il titolo dell’ultima fa-

tica dei Petramante, disco uscito il 20 aprile scorso e che arriva dopo l'esordio “E’ per mangiarti meglio” che ha permesso alla band orvietana di mettersi in evidenza all'interno della scena musicale italiana e non solo. Ora il gruppo sta affrontando il tour di presentazione del disco, pieno di rock incisivo ma mai invadente e dai tanti riferimenti, ma anche ricco di molta originalità e di un personalissimo cantautorato che si arricchisce di inaspettati echi shoegazer. A credere nel progetto c’è Paolo Benvegnù, che prima li guida e poi ci mette del suo, scrivendo e suonando in questo lavoro.

È uscito il 27 aprile scorso, per la Black Vagi-na Record, “Goodbye Neil”, secondo disco dei

giovani e promettenti Ground Wave. Si tratta di un concept album su un viaggio nello sconfinato universo, tra momenti impegnati ed altri estremamente giocosi. Questo lavoro è il primo con la rinnovata formazione che conferisce al disco un sound in bilico tra post rock, melodiche dissonanze e un'insolita leggerezza libe-ramente ispirata ai passi degli astronauti alla scoperta di nuovi pianeti, in totale assenza di gravità. La libertà interpretativa è alla base delle nuove canzoni del gruppo, che oltre ad avere testi in lingua inglese, presentano una struttura volutamente irregolare dove liriche e impennate sonore si alternano.

L’etichetta discografica Black Vagina records, di stan-za nella Valle Umbra Sud, è sbarcata anche nel campo

dell'alta moda, con spiritosi gadget presentati in anteprima in occasione del Record Store day (20 aprile) con una sensazionale sfilata. Nella suggestiva atmosfera dell’Officina 34, i principali artisti dell’etichetta si sono improvvisati modelli per una sera, guidati dall’integerrima figura del presidente dell’etichetta Mirko Maria Castellani detto Chicco. Intimo maschile e femminile, pettini di vari formati, teli da mare, canottiere, ma-gliette celebrative: questo è l’intero corredo offerto dalla Black Vagina. Con una chicca su tutte: una fiaschetta da alcolici con l’autografo inciso di Blue Dean Carcione, l’uomo ukulele più famoso d’Italia, nonché punta di diamante dell’etichetta. Tutti questi prodotti saranno in vendita a partite dai primi di giugno e sicuramente allieteranno le vacanze più della classica scappatella col bagnino. Black Vagina Records dimostra ancora di più di essere un’etichetta al passo coi tempi, vicina al popolo ma con forme espressive tipicamente nobiliari.

rocK in June 2013

Glenn huGhes a Gubbio il 31 maGGio

i vincitori Del map contest 2013

“bless the laDies”, tra le artiste emerGenti Del soul italiano c’è anche lil' cora

è uscito il 20 aprile il nuovo album DeGli orvietani petramante

arriva “GooDbye neil”, seconDo album Dei GrounD wave

la blacK vaGina recorDs si Dà all’alta moDa

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PAROLE DALL'UNDERGROUNDDi MAtteo SchiFAnoiA

Guardo il vento che scrive,per ogni nuvola di passaggio,un augurio per la vita, un epitaffio.E mi sento più piena, più sicura:anche il cielo ha una sua letteratura.

Lott

a che

svuo

taC

onos

co il

mod

o di

fare

di ch

i vuo

le ar

rivar

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chi è

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to co

m'è.

Barbara Bracci (Perugia), pubblicata nella rivista “Poesia” Crocetti Editore- n°276

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hele

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Quando il film l’avevo visto per l’ennesima volta, allora cominciavo ad osservare le persone sedute in sala, ignare della mia presenza sopra le loro teste. Guardavo le loro reazioni di fronte a quel che accadeva a un certo punto del film e constatavo che non sempre la gente rideva, si commuoveva, s’infastidiva sugli stessi punti del film dove invece qualcun altro si era emozionato, spesso erano diversi i tempi e i modi di reazione delle persone.A volte, mi commuovevo vedendo le lacrime delle persone durante un film, m’impressionava poter vedere di nascosto, senza pudore e senza vergogna, la loro umanità esibita inconsapevolmente davanti a me. Ho un’immagine molto poetica di quel periodo; poi crescendo, con l’adolescenza, mi capitava di notare anche altre cose... credo che la metà dei ventenni di oggi sia stata concepita nei palchetti del Pavone!

da "...Intanto Johnny Depp non sbaglia un film - diario di un proiezionista" di Mirco Gatti (Midgard 2011)

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Chiara aveva nove grammi di carezze nella tasca destra dei suoi jeans. Era rientrata a casa pensando che potessero bastare. La signora delle ricette in tv ne consigliava un paio in più ma a Chiara andava bene lo stesso. La cucina non era il suo forte. La prima volta che aveva preparato un piatto il risultato era stato

un disastro. Dosi sballate, superfici bruciacchiate, cattivo sapore. Ma di quelle carezze parlavano veramente bene. Dicevano che avrebbero rivoluzionato il modo di mangiare. E poi erano facili da preparare, potevano riuscirci tutti senza avere doti da grandi chef. Bastava aggiungerle a qualsiasi altro ingrediente – dolce, salato o piccante non faceva differenza – lasciarle amalgamare bene a fuoco lento et voilà. Pronte in pochi minuti. Miracolose più dell’olio. Essenziali più del sale. Ricercate più del caviale. Le carezze erano capaci di assecondare ogni palato e soddisfare il gusto di chiunque. Chiara non le aveva mai usate prima. Quel giorno al supermercato – dove le vendevano sfuse, tra il bancone dei surgelati e lo scaffale dell’acqua minerale – le aveva scelte con cura e infilate nella busta trasparente tenendo d’occhio il cartellino con il prezzo. Erano in offerta e la gente non sembrava poi così interessata. Chiara però era curiosa di provare. Un grammo alla volta, carezza dopo carezza, aveva svuotato la busta e riempito il tegame antiaderente, facendo attenzione alle istruzioni date alla tv. Aveva mescolato e posto sopra il coperchio, lasciando solo una fessura per far evaporare l’acqua di cottura. Mentre aspettava che il timer suonasse, Chiara pensava a quello che sarebbe stato, al sapore che avrebbe avuto, all’armonia dei colori che le carezze avrebbero sprigionato una volta sistemate sul piatto. E si immaginava già la foto che avrebbe scattato e condiviso in rete con le amiche. Finchè il suono impazzito del timer tagliò il filo di ogni pensiero nella mente di Chiara. Era il momento di sollevare il coperchio. Le carezze erano pronte e Chiara era impaziente. Nella scoperta di quel momento aveva riposto l’attesa di qualcosa che avrebbe cambiato la percezione dei suoi sensi. Qualcosa che l’avrebbe saziata facilmente e senza troppo sforzo. E poi “carezze”, che bel suono che aveva quel nome. Con il pollice e l’indice stretti sul pomello del coperchio, Chiara tirò su di scatto. Il vapore le rimbalzò sulle lenti degli occhiali da vista appanandole tutte. Ma riuscì a vedere lo stesso. Il fondo della pentola era completamente vuoto. Nulla, non c’era rimasto nulla. Nemmeno la più piccola sostanza della più piccola carezza. Seduta con la sguardo fisso sul piatto nudo, Chiara capì che le carezze a prezzo scontato, alla portata di tutti e assaporabili in fretta non avrebbero mai rivoluzionato il gusto del mondo.

Scritto da Chiara Santilli

nove Grammi Di carezzeil racconto del mese

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lAuRA MvulA – Sing to the Moon

eRic BuRDon – ‘til YouR RiveR RunS DRY

L’Inghilterra è da sempre terra fertile per grandi voci femminili e tutto il mercato è molto sensibile ai nuovi fenomeni. Laura Mvula è l’ultima di una lunga e fortunata serie di artiste, che partendo dall’isola di Sua Maestà approdano al mercato mondiale e in cima alle principali classifiche. Anche se in questo caso non si tratta del classico prodotto pop, determinate caratteristiche potrebbero tenerlo distante dagli aspetti negativi del mainstream. Un album preceduto dal singolo “She”, che è stato osannato dai media britannici e che in realtà fece subito intuire le qualità della cantante di Birmingham. Ora “Sing To The Moon” dove vengono ampiamente confermate le prime impressioni e dove le radici gospel e black vengono fuori con decisione e forza. Tredici brani dove le melodie eleganti e coinvolgenti si uniscono ai testi dedica-ti ai sentimenti, ai problemi familiari e alla ricerca di identità di una giovane donna.

marvellous islanD festival

optimus primavera sounD

festival in Giro per il monDo

Parigi: 7/11 maggio, in un’isola del Lac des Minimes, il meglio della musica elettronica mondiale (www.marvellous-island.fr)

Porto: dal 30 maggio all’1 giugno, programma vasto e ricco di nomi illustri (www.optimusprimaverasound.com)

Classe 1941, Eric Burdon ha trascorso gran parte della sua vita sul palcoscenico. Nel suo passato gli Animals, il rock degli anni ’60 made in UK, ma soprattutto i War, un pezzo di storia del funk americano interraziale. Gli ultimi anni non gli hanno riservato le stesse fortune artistiche, ma ora torna con un album che racconta una vita da giramondo e professionista della musica. Dieci canzo-ni cariche inevitabilmente di passione e che fanno trasparire un talento ancora vivace e autentico. Da sempre restio alle regole del mercato, sintetizza con questo lavoro il suo concetto di musica, compiendo un viaggio artistico che racchiude i generi ed i suoni di una intera esistenza, fatta di blues, rock e funk. La sua voce arricchisce il tutto e regala emozioni profonde come il suo timbro e importanti come la sua biografia. Il passato che incontra il pre-sente, un album che conferma la grandezza di Burdon, un buon motivo per tornare ad ascoltarlo e conoscerlo.

coRtinADiFeRRoSconFinAMenti Di uMBRiA noiSe

di anDrea lanzilotto

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Di láSzló KovácS

mille e più non replico!!!ra

sseGn

e rasseGnazioni

«Solo per questa volta cambio registro. Non più mille battute per un film, ma mille battute per una serie di film. Non più mille battute di contrasto alla serie di film ma il, lungo e rassegnato, racconto di un sogno. Se volete, commentate o sbeffeggiate i miei pensieri su laszlokovacsblog.blogspot.it».

Eppur si muove! È tempo di Segnali 2013 e arriva al cinema Il gabinetto del dr. Caligari di Robert Weine, colonna sonora, live performance computer, a cura di Edison Studio (2/05). Il primo thriller psicologico della storia del cinema, fermento espressionista, film culto, per una serata degna della Cinémathèque française. Si agita ancora! Ed ecco il Retro film festival. Sul grande schermo LA NOTTE di Michelangelo Antonioni, lo scrivo in maiuscolo e non commento. Invidio chi lo vedrà per la prima volta (8/05). Respira! Il C%!#nema che ci pare... un “manipolo” di studenti (scuole superiori) ben armati, seleziona e proietta film per la Città. Film scelti da ragazzi, non film da «ragazzi». Ed Wood di Tim Burton (4/05) e L’odio di Mathieu Kassovitz (18/05). Il cinema è vivo! Kill.it vol. 2. Ode al cinema italiano disperso nel supermercato cinematografico. Segnalo L’intervallo di Leonardo di Costanzo, opera prima che ha incantato Venezia 2012 (28/05). Accade a Perugia. Accade al Cinema Zenith. MAGGIO DA CINETECA.

Perugia nel gotha delle capitali? Perché no? Occasione irripetibile! Ripensiamo la città. Smontiamo e rimontiamo a misura d’uomo. L’utopia della cultura al potere. Sogno: cineteca, centro studi, cinema... sale cinematografiche. E poi mi sveglio. Cernicchi alla radio che canta... «tu mi fai girar, tu mi fai girar..». Sono le tre meno un quarto. Bracalente nella mia stanza, danza leggiadro... demi pliè e salta giù dalla finestra. Panico. Boccali e Ricci: corvi coi visi da sindaci!!! Mi sveglio ancora, tremo. Stavolta è reale. La bocca spalancata, zero saliva. Brucio. Afferro l’acqua sul comodino. Accendo la luce. È tutto chiaro: Inception, dopo la parmigiana, visto sullo schermo del portatile. Mai più! Senza cinema e senza speranze. Che sia questo il messaggio del mio sogno nel sogno? In attesa dello psicanalista mi guardo intorno e mi accorgo che, in questi mesi di candidatura a Capitale Europea della Cultura 2019, vissuti in maniera più o meno stimolante, non ho ancora ascoltato alcuno mettere in agenda di PerugiAssisi il mondo dell’audiovisivo. Eppure Perugia è terra di Immaginario, di Festival Internazionale del Giornalismo, di festival minori, ma non meno necessari, e di tante rassegne che con costanza offrono alla Città e alla regione ospiti autorevoli e visioni non consuete. Sarò di parte, ma possibile che in questo progetto non si evidenzino bisogni e criticità del mondo dell'audiovisivo? Possibile che per il futuro nessuno abbia pensato, non dico al Palazzo della Cultura Cinematografica di stampo Sovietico, ma almeno ad un luogo di studio e confronto che riunisca al suo interno tutti i titoli sul tema già presenti nelle biblioteche comunali. Oppure ad uno spazio nuovo, con una, due, tre "sale cinematografiche", capace di dare slancio e vitalità allo storico Centro Studi del Teatro Stabile. Serve una dimora. Un luogo capace di riaggregare la galassia di piccole iniziative private che si perdono nel chiuso di un garage o nella sede di qualche associazione. È mai possibile che in questa città chi vuol vedere un film “leggermente off ” sia costretto a nascondersi dietro allo schermo di un computer? Troppo e bene fanno le due sale cittadine. Che debbano chiudere, per mostrare alla città, il loro reale valore? BASTA QUESITI, FUORI LE IDEE.

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•Max Gazzè @ urban club di Uliana Piro

•Marta sui tubi @ Afterlife di Amedeo Ferrante

•Appino @ urban club di Riccardo Ruspi

•Monozid @ Rework di Letizia Frattegiani

•SRL @ Rock 'n'roll di Veronica Bordacchini

•Benvegnù-Onorato @ Loop di Uliana Piro

In senso orario partendo da qui:

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di bernhPUNK IN FUNDO...Anno 2013, nel panorama musicale italiano c’è un disperso, si chiama Punk. Dove è finito quel genere musicale che tanto aveva rivoluzionato la società ormai più di 35 anni or sono e che fino a qualche primavera fa era ancora tra noi? Altri “movimenti” godono comunque di una certa salute no? Penso al sempreverde metal o alla musica elettronica da club, o anche a quello sterminato mondo di band che non trovano di meglio che definirsi “indie” e che in pieno stile politicamente corretto si tengono al centro, né zuppa né pan bagnato ma un meraviglioso pancotto che può andare bene in ogni situazione da club-pop-rock core. Se guardiamo al mondo giovanile di oggi è facile capire perchè il punk sia tendenzialmente morto tranne che nelle serate revival romagnole dove ancora si possono ammirare ragazzini 18enni che inspiegabilmente vanno a concerti di e indossano magliette di gruppi che erano già un po’ passati dieci anni fa e che ora hanno ormai popolarità quasi zero. Una musica come il punk era, potremmo dire, totalitaria. Sì perchè chiunque si addentrasse in quel mondo doveva viverlo a pieno e quotidianamente. Non potevi né volevi certamente ascoltare testi politicamente e socialmente impegnati alla Bad religion o alla Sick of it all e poi magari andartene tranquillamente a ballare in una discoteca qualsiasi. Magari c’era chi lo faceva anche solo per poter dire “hey io sono uno che si adatta” ma in generale un cultore del punk non aveva proprio interesse per musiche o comunque eventi al di fuori di quella cerchia; “sono quello che ascolto” sembrava essere il motto di una generazione che ci teneva ad esternare tutto del suo stile di vita, anche solo per dimostrare che si facesse parte di qualcosa i cui confini in fondo non erano mai ben definiti. Adesso invece nessun ragazzo sarebbe più disposto a precludersi delle possibilità per il misero motivo di identificarsi in una corrente musicale o simile...perchè mai? Cosa può fregare al mondo di chi o cosa ascolto? Un amico rockettaro (alla evidente e disperata ricerca di f..a) un giorno mi disse “la musica che ti piace te la ascolti a casa”... non mi sono mai dimenticato quella frase e più ci ripenso più mi rendo conto di non essere mai stato disposto ad accettarla. La musica che mi piace mi piace e basta e la ricerco anche fuori da casa, anche solo per sapere di essere in un posto dove c’è chi è come me. Si chiama “identificarsi” e quando a nessuno frega più niente di farlo allora le correnti musicali sono destinate a morire. Poi vai ai concerti e vedi gruppi di ragazzi rrrock che fanno stage diving ogni tre minuti e la gente che li guarda apre la bocca sorridente e dice “che matti! Ah ah ah che forti!”... e te che invece resti lì e pensi a dove sono stati per tutti questi anni questi che ancora si emozionano per uno che si butta sulla gente mentre suona. Un atto rivoluzionario e nuovo come un assolo di un guitar hero, che effettivamente può emozionare ancora due sole categorie di ascoltatori: nostalgici o sprovveduti. Veniamo al dunque: i giovani fanno bene a fare quello che fanno, quando tutta una società va verso una direzione allora non ha colpa chi pensa giustamente a divertirsi con gli amici al di là della musica e delle situazioni. Però che due palle no? Prima o poi la ruota girerà e questo periodo di melting pot se ne andrà per lasciare spazio a nuove sacrosante divisioni e identificazioni musicali. Basta con il “volemose bbene” , torniamo al “fottetevi tutti” e che il punk torni un po’ tra noi... ne abbiamo bisogno.

Canzone del mese: The Brews – NOFX (Roba da nostalgici ma di certo non sprovveduti!) #27

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