Storia personale dell'industria IT in Itaila

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STORIA PERSONALE DELL’INDUSTRIA IT IN ITALIA Mario Bolognani

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Università degli Studi di Roma "La Sapienza", Dipartimento di Informatica e Sistemistica "Antonio Ruberti": Corso di Storia dell'Informatica (Mario Bolognani)

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STORIA PERSONALEDELL’INDUSTRIA IT IN ITALIA

Mario Bolognani

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2 Mario Bolognani 2006

L’anno zero del makeIl primo computer commerciale del mondo - l’Univac - fuconsegnato ai clienti nel 1951Il matematico napoletano Mauro Picone fin dal 1934 siteneva al corrente sugli sviluppi della nascente industriae premeva perché si costruisse qualcosa in ItaliaIl probabilista Bruno De Finetti (professore a La Sapienza)fu molto influente fin dal 1952 con il saggio “Macchine“che pensano” (e che fanno pensare)” e introdussenell’uso scientifico la meccanografia pre-informaticaFermi in Italia nel 1954 scrive al rettore dell’Università diPisa: “…tra le varie possibilità di impiego di tale somma[stanziata dalle province di Pisa, Lucca e Livorno] quelladi costruire a Pisa una macchina calcolatrice elettronicami è sembrata… la migliore”: nasce la CEP

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Fermi a Varenna nel 1954

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La fase pionieristica dell’informatica italiana

il primo calcolatore scientifico: CEP (CalcolatriceElettronica Programmabile) 1955-1961Olivetti collabora con l’Università di Pisa e dàvita al Laboratorio di Barbaricina (Pisa)il primo calcolatore commerciale : Elea 9003inaugurato dalla Olivetti nel 1959 (primosuccesso USA con IBM 650 nel 1953, con già 40concorrenti), poi Elea 6001 e 4001Olivetti cede divisione elettronica alla GeneralElectric nel 1964

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Il gruppo dei progettisti a Barbaricina(Pisa) nel 1957

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Adriano Olivetti

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Un “neo da estirpare”

Dopo la prematura scomparsa di AdrianoOlivetti e di Mario Tchou (‘60-61) il “gruppod’intervento” guidato da Valletta e Cuccia (Fiate Mediobanca) obbligò la proprietà a liquidarela Divisione Elettronica

Arrivarono gli americani della GE e fino al 1967-68 l’Olivetti spense la luce sull’informatica (aparte gli sforzi solitari di Pier Giorgio Perotto)

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I primi anni

Negli anni ‘50 si vendeva hardware: i prodottie i servizi erano incorporati (bundled)Il termine software diventa di uso generaleintorno al 1958-60Negli anni ‘60 emergono negli Usa le primesocietà indipendenti di prodotto(principalmente tools di sistema) che operanoin nicchie trascurate dai costruttori (Ibm).Molte operano su contratti della difesa

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Il mercato in Italia e in Europa degli anni 60

Fonte: Un. Bocconi - Eleusi

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I costi dello sviluppo negli anni 60

Fonte: Un. Bocconi - Eleusi

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Il Laboratorio di ricerca di Pregnana Milanese dellaOlivetti GE con il progetto di Le Corbusier

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Il GE 115

Ne vendettero 4000 esemplari (il 60% negli Usa)

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Italiani nel cuore dell’industria informaticamondiale

Con la nuova linea GE: macchine Algol, Common CompilerDesign… Parigi, Phoenix (Arizona) e Fort Lauderdale (Florida)“a Parigi incontro un mito, Mauro Pacelli, un matematicofiorentino che aveva fatto parte del “gruppo di Barbaricina” ilfondatore del software italiano e inizio a lavorare con lui…”“Nell’estate del 1969, in Florida, Richard Bloch, responsabiledel progetto, ci comunica su due piedi, in perfetto stileyankee, che la General Electric aveva deciso di uscire dalsettore dei calcolatori…”“È la fine di un sogno. Pochi mesi dopo, nel 1970, la GeneralElectric vende tutto alla Honeywell.”

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Il fondatore del software italiano

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Smobilitazione (1969)

“Rientro a Pregnana e trovo un clima generale dismobilitazione: chi decide di rispondere ai richiamiche arrivano da Ivrea, dove nel frattempo l’Olivettiaveva deciso di investire nella piccola informatica,chi cerca nuove soluzioni nella nascente industrianel software…. erano gli anni dell’unbundling…”Volo a Londra dalla Computer Science Corporationche mi assume immediatamente…Mentre preparo la trasferta mi telefona Pacelli…

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L’unbundling

Nascono i computer Ibm compatibili (RCA), ilDipartimento di giustizia USA esercita una forte pressionesu Ibm per le sue pratiche anticoncorrenziali (p. e.obbliga a vendere separatamente pezzi di ricambio eassistenza tecnica e a fornire informazioni per lamanutenzione)nel 1968 l’annuncio della decisione, presa da Ibm, divendere il software separatamente dall’hardware(unbundling) dal 1970

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Conseguenze dell’unbundling

Il software si paga a parte (timore di Ibm di perderequesta voce di entrata al cambio di computer), a parteOS che viene venduto “bundled”Nascono le imprese che producono software Ibm-compatibileproliferano in tutto il mondo le società di prodottisoftware e servizi in informatica (Spssi): nel 1972 sono già81, è iniziata l’era del software

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Anche in Italia dall’hardware al software e servizi(anni ‘70)

Olivetti ritorna nell’informatica nel 1968 (neuscirà 30 anni dopo nel 1998 con la cessione diOlivetti Soluzioni e servizi informatici (Olsy) allaamericana Wang)la prima società italiana di servizi di informatica(Syntax Processing di Olivetti) è del 1961dopo l’annuncio dell’unbundling in Italia nasceItalsiel, nel 1969, su iniziativa del gruppo Iri:cresce fino a diventare una delle maggiori Sssid’Europa (poi Finsiel)

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Il software di Stato

Mentre tutta Europa dibatte sul computer dibandiera e sulle industrie campioni nazionali,in Italia l’Iri, su impulso di Pasquale Saraceno,dà vita allla Italsiel, scegliendo la via delsoftware e dei servizi di informaticaMosse grandiose: “ritorno dei cervelli”,selezione di talenti, stipendi superiori allamedia, Pacelli ritorna dagli Usa e mi chiamaa Roma alla Direzione Sistemi (l’unità diricerca dell’azienda)

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Sviluppo distorto di Italsiel-Finsiel

“Insieme ai semi fecondi dello sviluppo della nuovaindustria, i fondatori mescolano il loglio della decadenzae della crisi…”Al vertice di Italsiel Carlo Santacroce, ex-dirigente Ibm,modesta esperienza internazionale e nessuna di tipoindustriale, un lobbista di alto livello“Ben presto l’azienda si divide in due schieramenti: ilgruppo maggioritario che si riconosce nelle pratichelobbistiche e che lascia le scelte tecniche ai fornitori disistemi (Ibm, in primo luogo), da una parte, e, dall’altra,una minoranza di illusi che pensavano di progettare ilfuturo di una nuova industria nazionale…”

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Un china pericolosaLa Finsiel diventa il monopolista per i progetti strategicidello Stato: cresce fino al 10% del mercato (oltre 10.000addetti in Italia)Progetti pagati a pie’ di lista senza concorrenti (clausola“a prevalente capitale pubblico”)Crescita senza sviluppoIntrecci con il potere politico e con esponenti chiavedella loggia P2 (Stammati, Cosentino)Ingresso in Italia dei grandi gruppi americani ed europeie liberalizzazione dei mercati hanno progressivamenteobbligato al confronto la Finsiel, smantellandoneprogressivamente le nicchie protette eridimensionandone la presenza sul mercato

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Una nuova linea a Ivrea (primi anni ‘70)

Ritrovo il gruppo cosmopolita di software cheavevo conosciuto negli Usa che riprende le ideedella abortita linea GE ed il lavoro riprendecome se non fosse mai stato interrottoMa Ivrea nel 1972 non è più quella di Adriano: iricercatori timbrano il cartellino 4 volte al giornoin un clima da fabbrica metalmeccanica anni50, i servizi sociali sono scadenti, gliappartamenti in affitto sono a peso d’oro…alloggio precariamente la mia famiglia nelresidence per impiegati in trasferta…

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Sviluppo dell’industria del software (gli anni ‘80)

Alla fine del ‘79 entro come direttore tecnico e poidirettore generale in una delle maggiori società disoftware del tempo (diventerà la Eds) guidata da un ex-collega di Olivetti e ItalsielCominciano gli anni dell’intreccio politica-affari e il mioamico è molto attivo in quel campo e utilizza anche lamia esperienza politica oltre a quella tecnica…Io lo ammonisco: “… prima o poi ti chiedono il conto…”Nasce il I° progetto finalizzato informatica del CNR (Meo)Fondo un centro di ricerca a Pisa e l’assessore ci vuolmandare nella zona industriale…Invece affittiamo un appartamento in una zonaresidenziale e creiamo in cucina la “Software kitchen”con il Pdp 11…

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La crisi degli anni 90 e il tracollo dell’Olivetti

La prima crisi ciclica dell’informatica (92-93) ciprese di sorpresa, diversamente da quella del2001-2003: molti si trovarono a spasso e costrettia vivere di “marchette”Nell’89 Ivrea taglia la nuova linea sulla qualelavoravo come consulente e dal 90 bilanci inrosso, prepensionamenti, chiusura di stabilimenti,cessione di aziende…Il software e i servizi indicati da Ivrea come laminiera del valore aggiunto, ma non si trovano iminatori…

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Una lettera drammatica a Il Sole 24 Ore (1994)

“Guadagnavo bene, vivevo bene senza essermi arricchito, eritenevo che il futuro prevedesse un ulteriore decennio di lavoro euna dignitosa pensione... Nella mia qualità di manager mi è statochiesto di licenziare il personale, mettere in liquidazione la società eal 31 dicembre scorso, con tanti ringraziamenti e una decentetacitazione, sono tornato tranquillamente a casa... Ho lavorato be-ne e assiduamente e ho pagato fino all’ultima lira tasse, contributi equant’altro. Cosa voglio? Niente. Voglio una risposta alla miadomanda quotidiana: da che parte dirigo i miei passi stamattina?Dove vado? Uscendo dal garage, giro a destra o a sinistra? O devoandare dritto... contro il muro di fronte. Io a cinquantaquattro annimi sono perso. Ho perso la strada che ho perseguito per tanti anni.Quella di una carriera basata sul sapere e sull’onestà, sul lavorodipendente a vari livelli di responsabilità, e non so più dove andare.Non so più dove mi trovo e su che cosa devo fare riferimento.”Anch’io avevo compiuto cinquantaquattro anni, in quei giorni.

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L’araba fenice del polo del software italiano

Nel 1973 (Convegno del Pci di Frattocchie) Colajanni propone illancio di un piano calcolo italiano per produrre “grosse macchine…[mediante] una società a partecipazione statale… Dovrebbededicare al software una parte notevole della propria attività”…Nel 1985, il prof. Gerace (uno dei progettisti principali della Cep) inun convegno politico propone il polo pubblico del software italianocon Finsiel, Enidata, Efimdata (si parlò allora di Enisiel)Nell’ottobre 1991 Olivetti Information Services annuncia l’intenzionedi acquisire Finsiel…Manovre attorno alla cessione di Finsiel (anni recenti)…Nel 2005 Finmeccanica crea un polo del software militare-aerospaziale (Elsag, Datamat)…

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Dopo il polo del software la discesa di Finsiel

Nel 1991, in testa Ibm, poi i dirigenti della Finsiel e vari boiardidi Stato si opposero con motivazioni risibili: indipendenza daicostruttori di hardware (Olivetti), “nani che compranogiganti”, l’Iri fa bene a essere prudente…Il Ministro Pandolfi giunse a invocare la “collaborazione conqualche compagnia statunitense”…L’iniziativa, battezzata Olisiel, abortisce e non se ne fa nullaDopo Tangentopoli 92-93 per alleggerire l’indebitamentodell’Iri Finsiel viene acquistata dalla finanziaria pubblica delletlc Stet per circa 700 miliardi di Lire…Con l’Opa Telecom la società esce dall’orbita pubblica edecade rapidamente fino ad essere acquistata nel 2005 daun imprenditore di call center per 160 milioni di euro (menodella metà di quanto pagato a suo tempo dalla Stet)…

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La parabola non è finitaNel 1998 l’Olivetti avrebbe completato la liquidazionedell’informatica cedendo la componente software eservizi alla resistibile Wang che poco dopo sarà acquisitadall’olandese Getronics (che oggi, dopo pesantiperdite, ha deciso di vendere la sua consociata italianaad Eutelia, società di telecomunicazioni di Arezzo)Nel 2003 Olivetti viene cancellata dal registro delleimpreseMi impegno sul fronte della politica per far capire checiò che non si vede (fabbriche invisibili) e non faopinione è invece il business del presente per molti Paesie del futuro per il nostro: i treni tecnologici continuano apassare…E ora?

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Numero di imprese IT e fatturato inEuropa (2003)

n. imprese

IT

Mercato IT

(miliardi !)

Fatturato

medio (!)

Francia 66.000 48,1 729.000

Germania 61.000 64,4 1.056.000

Regno Unito 152.000 53,1 349.000

Spagna 35.000 11,9 335.000

Italia 75.000 20 267.000

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Crescita delle società di prodotti software eservizi in Italia

Nel periodo 1991-2003 il numero delle societò di softwaree servizi passa da circa 30.000 a 60.000 unità attive, conuna crescita del 100%la quota di queste aziende è oltre il 71% dell’interosettore IctSe includiamo le imprese del “canale indiretto” (iconcessionari) che sono il 15%, le unità attive diventano73.000Prevalgono le microimprese: il fatturato medio è di270.000€

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Le maggiori Società di software e servizi del mondo

FranciaServizi8.580Capgemini10

GermaniaServizi9.313SAP9

GiapponeServizi tlc9.490Hitachi8

UsaProdotti eservizi

10.156Oracle7

UsaServizi13.788HP6

UsaServizi15.113Accenture5

UsaServizi15.188CSC4

UsaServizi20.669EDS3

UsaProdotti sw33.969Microsoft2

UsaServer eservizi

61.307IBM1

OriginePrinc. areadi business

Fatturato 2004sw e servizi

Valori inmilioni di $

(Fonte: Software Magazine)

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Le maggiori società italiane di software e servizi

Germania1.043268Siemens BusinessServices

10 (10)

Olanda2.000280Getronics9 (6)

Germania2.894310Atos Origin8 (8)

ItaliaN.D.316Elsag7 (7)

Italia3.000335Engineering6 (9)

Usa3.332442,4Eds5 (4)

Usan.d.563Microsoft4 (5)

Italia3.603661Finsiel3 (2)

Usa5.300666Accenture2 (3)

Usa3.5002.125Ibm1 (1)

OrigineAddetti

sw eservizi

Fatturato2004 sw e

serviziValori in milionidi €

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Occupazione nel software e servizi diinformatica

circa 340.000 occupati nelle società disoftware e servizi, con una crescita, neldecennio, pari ad oltre l’87%circa 400.000 specialisti nelle società eamministrazioni utenti1.700.000 “power user” che usanosoftware tutti i giorni per lavoro

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Dove stanno gli occupati in Italia?

93%

5,80%0,70% 0,10%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

1-9 addetti 10-49 addetti 50-249 addetti >250 addetti

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Concentrazione e frammentazione:bipolarismo

nel 2004 i primi 5 operatori controllano il 36% del mercatoe i primi 150 circa il 90%75.000 imprese si contendono l’altro 10% del mercatoCon la crisi e il declino di alcune grandi imprese (Finsiel,Getronics, Datamat, Etnoteam, Elsag) il processo diconcentrazione si è fermato (nel 2001 i primi cinqueoperatori controllavano il 45% del mercato)

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Concentrazione del mercato

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Terreno di conquista

i maggiori operatori, sono per lo più filiali di gruppimultinazionali americani e europei, quali Ibm, Eds,Getronics (oggi però in crisi), Atos Origin, Accenture,Microsoft, Oracle, SiemensIbm ha accentuato la sua posizione dominantetra le prime 10 maggiori imprese soltanto tre sonoespressione dell’imprenditoria italiana: Cos-Finsiel,Engineering e Elsag (Finmeccanica)solo Engineering e Datamat sono quotate in borsasolo l’8,4 delle imprese svolge attività all’estero (nel 2003saldo passivo della bilancia dei pagamenti pari a 5,4miliardi di euro)

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Un mercato oligopolistico

nelle grandi commesse, i piccoli sono subfornitoridei gruppi maggiorile maggiori imprese agiscono spesso secondoaccordi generali o specifici, tra loro o con iclienti, che riducono la concorrenza tra leimprese rafforzando ulteriormente la tendenzabipolaresul mercato opera un oligopolio collusivo, conregole non scritte che favoriscono la ripartizionedei mercati, talvolta ai danni delle impreseminori (comportamento da monopolisti)

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Fattori del mercato It in Italia chefavoriscono la collusione

C’è un’impresa dominante (Ibm)Ci sono poche imprese che si conoscono a vicendaNon ci sono segreti riguardo a costi e tecniche diproduzioneLe imprese hanno tecniche di produzione e costi medisimiliLe imprese forniscono servizi similiCi sono barriere all’entrata e quindi scarsa concorrenzadi nuovi entrantiIl mercato è relativamente stabile

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Un carteggio rivelatoreBolognani a Piol: Perché le tecnologie software non sono mai a fuoco nelvostro orizzonte?… Lei accenna di sfuggita al ruolo avuto da Mauro Pacellinello sviluppo del software per Elea: aveva un approccio da ricercatoreuniversitario! Ma non è così che nascono quelle che lei chiama "tecnologiedestabilizzanti”? (20-12-2004)Risposta di Piol: Per quanto riguarda Mauro Pacelli è vero che al tempo loconsideravamo non solo un “professore”… che buttava via i soldidell’azienda per creare linguaggi (PAC e PALGO) che non servivano aniente. Ovviamente mi sbagliavo…Purtroppo anche qui (anni ‘80) vennefatto un grande errore: si capì l’enorme importanza di avere unasignificativa attività software, e io feci alcune acquisizioni significative, maFranco Debenedetti, a cui questa responsabilità venneハpoi affidata,affrontò il problema in modo sbagliato e conflittuale con la Olivetti. E poitutto finì… (11-1-2005)Risposta di Pacelli: La mia opinione? L'approccio del Tchou era giustoperche' se volevamo diventare qualcuno non si poteva competere conl"IBM vendendo gli stessi prodotti della IBM (approccio di Piol). Ma al tempostesso occorreva mettere in piedi una sotto-organizzazione per fare dellecose tradizionali tanto per agganciare qualche cliente in attesa deiprodotti "eccellenti” (12-1-2005)

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Messaggi nella bottiglia: per la strategiaComprendere la rilevanza strategica specificadel settore software: alta intensità di lavoro qualificato (anche

femminile) effetti sulla produttività generale ruolo nell’innovazione di prodotto e

processo, ruolo chiave del funzionamento dello stato e

delle imprese presenza diffusa nel territorio

Collocare il settore al centro del modello dispecializzazione delle regioni e del paese

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Messaggi nella bottiglia: per le politiche di settore

Incoraggiare la formazione di imprese ibride (prodotti eservizi)Sperimentare nuovi modelli di business (p. e. opensource, Google…)Incentivare lo sviluppo di prodotti e servizi innovativiFavorire la ricomposizione, la crescita e la concorrenzaFavorire lo sviluppo del management e dellecompetenzeFavorire la formazione di imprese transnazionaliIncoraggiare la formazione di distretti creativiFavorire la crescita della produttività commerciale

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Riferimenti

M. Bolognani, Gestione delle società di software, EdizioniScientifiche Italiane, Napoli, 2003M. Bolognani, Bit Generation, Editori Riuniti, 2004M. Bolognani et al., 25 anni di informatica italiana - Lastoria di Engineering II, Il Sole - 24 Ore, 2005E. Piol, Il sogno di un’impresa, Il Sole - 24 Ore, 2004F. Novara (curatore), Uomini e lavoro alla Olivetti, BrunoMondadori, 2005A. Guerraggio (curatore), 50 anni di informatica in Italia,12-13 Pristem/Storia, Un. Bocconi, 2005