PM di marzo 2013

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ANNO 87 • n° 1005 • € 3,00 • Poste Italiane s.p.a. • sped. in a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, DCB VERONA mar 2013 - n. 3 www.bandapm.it CONtIENE I.P. il piccolo missionario

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Un numero primaverile del PM, tutto dedicato all’”altra metà del cielo” e alla Pasqua

Transcript of PM di marzo 2013

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Zoom Rapa Nui

Attualità India, donne in marcia

Mar 2013

P rima i dati. E i dati parlano troppo chia-ro. Secondo l’ultima indagine di Telefono Azzurro ed Eurispes condotta su bambi-

ni ed adolescenti italiani, cresce tra i minori la passione per il gioco. Da un campione di 1100 e 1523 interviste, rispettivamente a bambini tra i 7 e gli 11 anni e a ragazzi tra i 12 e i 18, il 33,7% dei minori contattati gioca spesso al Gratta & Vinci. Più preoccupanti i numeri dei piccoli frequenta-tori delle sale gioco: il 7,8% gioca al videopoker e il 6,9% alle slot-machine, mentre l’11,1% si appassiona con le sale bingo.E se l’83% degli intervistati dichiara di non aver mai giocato soldi su Internet – “ci manchereb-be!”, commentano papà e mamme – i piccoli italiani attratti dal gioco d’azzardo arriverebbero a quota 25%.Ma, allora, dov’è il problema? Perché scandaliz-zarsi tanto per dei bambini che giocano o sma-nettano con macchinette mangiasoldi per “puro divertimento”, “per passatempo” o perché “lo

hanno visto fare da parenti e amici”? Anzi, in tempi di crisi economica, vincere un po’ di soldi e raggranellare qualche spicciolo può sempre servire.Giriamo la domanda: perché mamme, papà, nonni, parenti e amici, invece di perdere tem-po e soldi al gioco, non aiutano i loro ragazzi a crescere accompagnandoli in passatempi, giochi, sport e relazioni sane e coinvolgenti? La noia, la solitudine e le frustrazioni delle fa-miglie italiane non si risolvono davanti ad una macchinetta o con biglietti da grattare, nella speranza, sempre delusa, di vincite milionarie che mai non arrivano. Se il bimbo è “d’azzar-do” è perché dietro ha una famiglia “gratta e perdi”, tutta impostata sui soldi e sul modo più rapido per farli.Quindi, cari adulti, tocca a voi: sostituite le slot e i Gratta & Vinci che avete in testa con buone dosi di responsabilità e dialogo con i vostri ragazzi! Sarà solo questa la vostra giocata vincente.

Bambini d'azzardo

KataboomContro le A.D.M.(Armi di Distrazione di Massa)

8 marzo Giornata internazionale della Donna21 marzo Giornata mondiale contro la discriminazione razziale

22 marzo Giornata mondiale dell’acqua24 marzo Giornata in memoria dei missionari martiri30 marzo Pasqua di risurrezione

... tanto x cominciare

Noi donne siamo

contagiose

... tantoper cominciare a cura di p. Elio Boscaini

C osì, chiacchierando con un’amica. Tra le altre cose, afferma che: «è bello essere trattata da uguale agli uomi-

ni. Sono felice di essere riuscita a portare avanti la mia attività professionale met-tendola d’accordo con l’educazione dei figli. Che poi a marzo ci sia una giorna-ta della donna e che ci vengano offer-ti dei fiori, quando poi contro le donne si scatena la violenza più atroce, mi sembra un’ipocrisia, quasi un tor-nare indietro...».Obietto che a me, e non solo, non spiace l’idea che ci sia una giorna-ta internazionale, l’8 marzo, che le Nazioni Unite dal 1977 hanno vo-luto dedicare alla donna. È un’oc-casione in più per impegnarsi e far capire a tutti che nel mondo ci sono ancora tante ingiustizie contro le donne: estrema povertà, fardello del lavoro domestico e agricolo non remunerato, matrimoni forzati, diritti umani elementari non rispettati...«Noi donne siamo contagiose» – conclude la mia amica. Delle parole d’amore di Renzo Arbore per Marian-gela Melato (i più piccoli si facciano spiegare da mamma chi era, ndr) quelle che mi hanno commosso di più sono: «Era più intelligente di me, approfondiva mentre io sono superficiale».Il Gesù dalla parte delle donne, di Maria Maddalena, di Marta e Maria, della sama-ritana al pozzo, della vedova che dona i soli due spiccioli che ha, della vedova che accompagna il figlio unico alla sepoltura, sceglie proprio una donna (Maria Mad-dalena) come apostola degli apostoli il mattino di Pasqua. Un messaggio eviden-te su ciò che la donna avrebbe dovuto es-sere nella Chiesa che stava per nascere?

Buona Pasqua!

Mar 2013

4Per un futuro che sia anche femminile

India, donne in marcia

Attualità a cura di Chiara Milano

L e donne dell’India sono in marcia, lo sono da molti anni. Camminano non solo fi-sicamente, mettendo un piede davanti

all’altro, ma anche per guadagnarsi ogni giorno un pezzetto di dignità e rispetto, in un paese che con loro non è molto amichevole. Ci vuole ben altro che una mimosa per riconoscere il loro va-lore, una festa come quella dell’8 marzo serve a chi vive da questa parte del mondo, per capire la fortuna che abbiamo e sentire il bisogno di non chiudere gli occhi davanti a episodi di violenza come quelli che continuano ad accadere in In-dia. Le donne hanno trovato finalmente il corag-gio di scendere per le strade e protestare, per-ché certi fatti non devono mai più accadere.

NON SI RIPAGA

CON LA STESSA MONETA!

Per quanto gravi siano le responsabilità di uo-mini colpevoli di violenza sulle donne, la pena di morte non è la soluzione! Il lavoro che va fatto è molto lungo, è fondamentale arrivare a cam-biare il modo di pensare comune, si deve arriva-re a considerare la donna alla pari dell’uomo, si deve accettare con gioia la nascita di nuovi bim-bi, maschi o femmine che siano, perché sono sempre doni. La morte non permette il perdono e la consapevolezza di aver sbagliato, con il ri-sultato che un’altra vita viene distrutta. Se Qual-cuno ci ha insegnato ad “amare il prossimo”, a

Mar 2013

India, donne in marcia

New Delhi, dicembre 2012, veglia a lume di candela per

fermare la violenza sulle donne

“fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”, per quanto sia difficile non è impossibile, ci è ri-uscito perfino Lui con mani e piedi inchiodati su una croce!

LE DONNE PER GARANTIRE

UN FUTURO

Gandhi sosteneva che le donne fossero “le natu-rali messaggere della nonviolenza”, instancabili esempi di coraggio, verità e amore senza fine, nonostante la sofferenza. Di questo devono es-sere consapevoli, per cercare di cambiare una realtà che le vede da sempre sottomesse all’uo-mo, come riporta anche il tradizionale codice di Manu, utili solo per generare figli, possibilmente tutti maschi. Per questo, non solo riguardo l’In-dia ma anche per Cina, Vietnam, Corea e Tai-wan si parla di donne mancanti, accennando a

CODICE DI MANU: Raccolta di leggi della tradizione orale indù che sanciva l’inferiorità femminile. Secondo questo codice la donna dalla nascita alla morte doveva restare sotto tutela del padre, del marito o dei figli ma-schi, che potevano disporne a piacimento, con il solo obbligo del mantenimento.

DONNE MANCANTI: Amartya Sen, premio Nobel per l’economia, stima il numero delle “donne mancanti” nel mondo in 100 milioni, soprattutto per il contributo negativo di Cina e India (37%).

POVERTÁ CAUSA DI TUTTO

L’ Asia è un continente che ha com-piuto grandi passi per la tecnolo-

gia, ma non è stata fatta una equa di-stribuzione della ricchezza. Per questo è cresciuta anche la povertà e la discri-minazione contro le donne. Alcuni stu-diosi hanno rilevato che in Asia ci sono oggi 900 milioni di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno e in alcuni paesi, come il Bangladesh, tante donne lavorano 10 ore al giorno per 18 euro al mese, spendendone 15 per pa-garsi una stanza dove dormire.

quelle che non sono nemmeno uscite dal grem-bo materno, o a quelle che non sono riuscite a sopravvivere oltre i 13 anni per mancanza di cure sanitarie, cattiva alimentazione e violenza. Forse in India è sfuggito un particolare: perché il mondo continui a girare, perché ci sia un fu-turo, c’è bisogno di bambini e bambine, con condizioni di vita tali da portarli ad essere uo-mini e donne del domani. Le nuove generazioni hanno bisogno di mamme, oltre che di papà, a meno che gli uomini indiani non abbiano sco-perto il segreto per generare nuove vite! È al-lora necessario liberarsi di credenze e proverbi che recitano “Crescere una femmina equivale ad annaffiare il giardino del vicino”. Per quanto possa essere vero che con la mancanza di eredi

maschi si estingue una famiglia, la mancanza di femmine non garantisce la nascita di nessun’al-tra famiglia! Ma qualcosa sta cambiando, perché nel 2007 è stata eletta per la prima volta una donna come Presidente dell’India e oggi sono moltissime le manager, le leader politiche e le personalità femminili di spicco nel panorama indiano.

Pratibha Devisingh Patil, la prima donna che ha ricoperto la carica di Presidente dell’India dal 2007 al 2012.6

Speciale

C’ è trambusto nel-la redazione del PM. Si discute

sull’opportunità o meno di presentare ai nostri lettori un gioco-test semiserio sull’argomen-to più serio che ci sia: la Pasqua del Si-gnore. Alla fine, con voto unanime e con un pizzico di gioiosa pazzia, decidiamo di farti giocare con il Vangelo che racconta la risurrezione di Gesù. Non prenderci per matti! Anche se qualche adulto storce-rà la bocca o arriccerà il naso perché un po’ arrabbiato per questa nostra trovata, tu lascia fare. Pensa invece alla Pasqua come un momento di gioia, come un fat-to che ha cambiato il destino della storia degli uomini. Gesù ha vinto la morte ed è vivo più che mai in mezzo a noi; proprio per questo ci sentiamo allegri e felici, “fe-lici come una Pasqua” appunto, perché abbiamo ritrovato un Amico che, siamo sicuri, non ci abbandonerà mai. E allora comincia a giocare con il Vangelo alla mano. Delle tre risposte che accompa-gnano ogni episodio, scegline una; som-ma i numeri delle risposte che, secondo te, sono esatte e confronta il risultato con le soluzioni che troverai alla fine del test.

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Gesù è arrestato. Vistosi accerchiato dalla folla che brandisce spade e bastoni il Si-gnore comanda ai suoi discepoli di usare le armi per difendersi.➊ Vero. Infatti l’incontro “discepoli contro resto del mondo” finisce per sette ricoveri a due a vantaggio dei primi.➋ Falso. Gesù invita i suoi a non usare le armi.➌ Falso. Il Sinedrio, ossia il Parlamento degli ebrei di allora, invia a Gesù un avviso di garan-zia, ma non lo arresta.

Pietro nega di conoscere Gesù perché nel trambusto dell’arresto riceve una botta in testa che gli fa perdere la memoria.➊ Falso. Pietro nega di conoscere Gesù perché in cambio di questo “favore” il Sinedrio devolve 33.000 euro alla Cefa club, l’associazione spor-tiva di cui è presidente.➋ Vero. Infatti Pietro viene trasportato d’urgen-za al Policlinico e ricoverato in neurochirurgia con sospetto trauma cranico.➌ Falso. Pietro, in un attimo di debolezza del quale poi si pentirà, finge di non conoscere Gesù perché ha paura che arrestino anche lui.

Gesù è innocente. La folla però chiede che venga crocifisso. Pilato potrebbe impedire che ciò avvenga, ma preferisce “lavarsene le mani” per non avere problemi.

elici

Mar 2013

come una Pasqua

a cura di Pablo Sartori

➊ Falso. È vero che la folla chiede la liberazione di Barabba, ma lo fa perché il bandito si pente ed entra in convento.➋ Vero. Pilato “se ne lava le mani” ignorando un biglietto della moglie che lo invita a non spar-gere il sangue innocente di Gesù.➌ Falso. Pilato si lava le mani subito dopo aver ricevuto un biglietto dalla moglie che dice: «Te-soro, lasci le impronte dappertutto!».

Gesù muore in croce. Si fa buio nella regio-ne; la terra trema e il velo del tempio di Ge-rusalemme si squarcia. I soldati romani che sono di guardia ai piedi della croce ricono-scono che Gesù «è davvero il figlio di Dio».➊ Vero. Anche uno dei ladroni crocifisso assie-me a Gesù si pente e riconosce la sua divinità.➋ Falso. Il sismografo di Betlemme, il più preci-so della Palestina, assicura che in quel famoso pomeriggio non ci sono stati terremoti.➌ Falso. I soldati di guardia non appartengono all’esercito romano, ma a un contingente di ca-schi blu dell’ONU stanziato nella zona per ga-rantire la pace tra palestinesi ed ebrei.

Nicodemo e Giuseppe di Arimatèa, proprieta-ri di una famosa ditta di pompe funebri, colgo-no al volo l’occasione per fare pubblicità alla loro impresa e seppelliscono Gesù gratuita-mente in una tomba di “seconda mano”.

➊ Vero. I due si sono appena messi in società e sono alla ricerca di un evento clamoroso per piazzarsi sul mercato.➋ Falso. Nicodemo e Giuseppe di Arimatèa vo-gliono bene a Gesù perché sono rimasti affasci-nati dalle sue parole. Dopo la morte, prendono il suo corpo, lo profumano, lo avvolgono nelle

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bende e lo seppelliscono in una tomba nuova, dove nessuno è mai stato sepolto.➌ Falso. Nicodemo e Giuseppe di Arimatèa sono due turisti americani, lontani parenti del sommo sacerdote Caifa. Cosa ci facessero lì quel giorno è ancora un mistero.

Gesù risorge il terzo giorno. I primi a fare questa scoperta sono i discepoli che, muni-ti di telecamera, sono rimasti giorno e not-te davanti alla pietra che chiude il sepolcro allo scopo di fare una “ripresa diretta” del lieto evento.

➊ Falso. La “diretta” della risurrezione di Gesù non è filmata dai discepoli, ma da una troupe della CNN che si trova lì per caso.➋ Vero. La telecamera è una marca Sogny a rag-gi infrarossi.➌ Falso. La prima a scoprire il sepolcro vuoto è Maria di Màgdala la quale, fuori di testa dalla gioia, corre a dare la felice notizia ai discepoli.

I capi dei sacerdoti, saputo che il sepolcro è vuoto, offrono soldi alle guardie perché testimonino il falso nel dire che il corpo di Gesù è stato rubato dai discepoli.➊ Falso. Le guardie accettano la losca offerta, ma quando scoprono che i capi dei sacerdoti vogliono pagare con un assegno non ci stanno più, perché hanno paura di essere fregati.➋ Vero. Ma lo fanno perché costretti.➌ Falso. I capi dei sacerdoti sono persone one-ste. Non avrebbero mai “tentato” le guardie in un simile modo, oltretutto per non correre il ri-schio di essere accusati di corruzione.

Tommaso, uno dei discepoli, è noto per la sua indecisione. Trascorre pomeriggi interi sfogliando margherite: «Ci credo, non ci cre-do, ci credo, non ci credo, ci credo...». Alla risurrezione di Gesù però ci crede subito.➊ Falso. Tommaso non sfoglia margherite. È iscritto a Legambiente Galilea e non avrebbe mai il coraggio di strappare un fiore di campo.

Se hai fatto più o meno di 25 punti…Sei un tipo spiritoso/a e simpatico/a ma anche con un po’ di confusione nella zucca! Niente paura: riprendi in mano il Vangelo e cerca di capire che cosa sia veramente successo nei giorni della Pasqua di Gesù.

Se hai fatto 25 punti esatti…Complimenti! Ti auguriamo che le cose che hai dimostrato di sapere sulla risurrezione di Gesù tu le possa anche vivere.

Il messaggio della Pasqua (questa parola significa “passaggio”), infatti, sta tutto qui: credere – anche quando non c’è più nessuna speranza – che la vita vince sempre e che dopo ogni inverno sboccia la primavera. Che i musi lunghi e sfiduciati non combinano niente. Che l’incontro con Gesù risorto, come in quel chiaro mattino di Pasqua quando ha lasciato la sua tomba per stare con noi, è sempre una festa.

E allora, buona festa del “passaggio” alla vita, a te e a tutta la tua famiglia!

➋ Falso. Tommaso non sfoglia margherite e, quando sente che Gesù risorto è apparso ai di-scepoli, si mostra incredulo.➌ Vero. Infatti il detto “sei come San Tommaso che non ci crede se non ci mette il naso” deriva proprio da questo avvenimento.

Due discepoli sono sulla strada di Emmaus e non si accorgono che l’uomo che cammina con loro è Gesù. Lo scoprono solo quando, a tavola in una locanda, il Signore “prende il pane e lo spezza per distribuirlo”; allora il loro cuore si riempie di gioia e ritornano subito a Gerusalemme per raccontare l’ac-caduto agli altri discepoli.➊ Falso. In realtà i due discepoli escono di cor-sa dalla trattoria per far pagare il conto a Gesù.➋ Vero. Riconoscono nei gesti e nelle parole dello sconosciuto ciò che Gesù aveva detto e fatto nell’ultima cena. ➌ Falso. Il cuore dei discepoli si riempie di gio-ia perché, oltre al pane, Gesù offre loro dell’ot-timo prosciutto.

Gesù ascende al cielo. In realtà si tratta di un trucco cinematografico. Il Signore, ap-profittando di un banco di nebbia, sale su un piccolo colle. In questo modo i discepoli filmano il famoso “effetto ascensione” di cui parlano gli evangelisti.

➊Vero. Però si trattava di effetti speciali “a neb-bia artificiale”.➋ Falso. Non c’è nebbia. Gesù sale verso il cielo grazie a uno speciale propulsore realizzato dal-la NASA. ➌ Falso. Dopo essere apparso per l’ultima vol-ta ai discepoli, Gesù è “innalzato fino al cielo” presso Dio. Allora i discepoli partono per porta-re dappertutto il messaggio del Vangelo.

Prima di disperdersi per il mondo, i disce-poli frequentano un corso intensivo di lingue straniere presso l’università di Gerusalem-me. Il giorno degli esami, il famoso “Pen-tecost’s day”, vengono tutti promossi e, per festeggiare, organizzano un party megaga-lattico.➊ Vero. Le loro pagelle sono tuttora custodite in Vaticano.➋ Falso. I discepoli vengono tutti bocciati, però per consolarsi il party lo fanno lo stesso. Duran-te la festa qualcuno alza un po’ il gomito e inizia a urlare in “lingue”.➌ Falso. Cinquanta giorni dopo Pasqua i disce-poli ricevono lo Spirito Santo. Così si realizza-no le promesse del Signore: i discepoli parlano prodigiosamente lingue straniere, segno che è giunto il tempo di comunicare al mondo intero i prodigi compiuti da Dio.

Mar 2013

Zoom a cura di Pablo SartoriFoto di Maria Luisa Bogoni e Piero Pigozzi

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Rapa NuiLa minuscola isola del Pacifico, ombelico del mondo

S ono qui da 3 milioni e 600mila anni. Sono lo spirito del vulcano Rano Raraku, il ven-tre da dove nascono i moai.

Sono su questo fazzoletto triangolare di terra, sperduto nell’immensità del più grande degli oceani, formato da tre vulcani che emergono dal fondo del mare.Su l’unica spiaggia di quest’isola chiamata Rapa Nui, ho visto arrivare dalle isole Marchesi, dopo una traversata di mesi a bordo di veloci cata-marani, il re Hotu Matua, il signore degli Hanao Momoko,“la gente magra come lucertole”. Era l’anno 450 dopo Cristo. Il re portò con sé figli, pian-te e animali, assieme alla cultura e alle tradizioni della Polinesia. Rapa Nui, “l’isola grande” divenne allora l’ ”ombelico del mondo” o Mata Ki Te Ran-gi, dove ci sono gli “occhi che guardano al cielo”.Con i Polinesiani arrivò anche il culto dei moai, le gigantesche statue poste sugli altari di roccia vulcanica dove riposano gli antenati. Il loro po-tere soprannaturale (mana), sprigionato dagli

occhi, ha protetto per secoli il popolo di artigia-ni, guerrieri, pescatori e contadini che ha fatto grande Rapa Nui.Purtroppo, le lotte e le divisioni tra clan, ma so-prattutto la quasi totale distruzione delle terre coltivabili e delle risorse, portarono l’isola al col-lasso. Il popolo si ribellò contro i capi, distrusse i moai e cercò di ritrovare la speranza nel futuro nel culto dell’”uomo uccello”, in onore di Make-make, la suprema divinità creatrice.Poi un giorno gli dei antichi abbandonarono l’isola e la consegnarono al capitano olandese Roggeveen. Era il 5 aprile del 1722, domenica di Pasqua. Da allora l’isola si chiama anche così.Con gli europei e gli americani arrivarono sull’isola di Pasqua avventurieri, latifondisti, commercianti, schiavisti, esploratori, missionari e studiosi. E negli ultimi anni, tanti turisti. Tutti decisi a trovare la chiave dello scrigno dei tanti misteri di Rapa Nui, l’isola specchio, antico e moderno, dell’universo.

Mar 2013

I 7 moai dell'ahu (piattaforma cerimoniale) di Akivi

Spiaggia di Anakena (“spiaggia dalla sabbia brillante”) dove sarebbero

approdati i primi esploratori provenienti dalle isole Marchesi in Polinesia

La minuscola isola del Pacifico, ombelico del mondo

Superficie: 166 km2

Capitale: Hanga Roa Popolazione: 5mila abitanti, più di 125mila turisti all’anno

Cratere del vulcano Rano Kau

“Fabbrica di moai” sul vulcano Rano Raraku

Su 1045 moai presenti a Rapa Nui, 400 sono quelli nei pressi della cava; 288 sono associati agli altari cerimoniali e gli altri sparsi un po’ ovunque sull’isola

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Mar 2013

Piattaforma in pietra lavica

I moai hanno un’altezza media di 4, 5 metri e un peso di 20-30 tonnellate

Il pukao, copricapo di 58 moai. È un cilindro di scoria vulcanica che rappresenta i capelli raccolti

dell’antenato. Può avere un diametro di 2-3 metri, e un peso compreso tra le

9 e le 20 tonnellate

Pietre magnetiche cariche di energia e di mana (potere soprannaturale)

Una delle poche oasi di vegetazione tropicale conservate sull’isola26

Fondamenta di una hare vaka, casa-barca

realizzata come una tenda ricoperta di rami e paglia

Occhi di corallo e pupille di ossidiana. Lo sguardo del moai protegge l’isola e i suoi abitanti.

Gli occhi aperti simboleggiano lo spirito che non muore

Gli isolotti dove si svolgeva il rito dell’”uomo uccello”, di fronte al villaggio cerimoniale di Orongo

LA PIù SPERDUTA

R apa Nui si trova sul ver-tice est del grande trian-

golo della Polinesia nell’oce-ano Pacifico, formato da isole Hawaii, Nuova Zelanda e Rapa Nui, appunto. Dista 4050 km da Tahiti e 3680 km dalle co-ste del Cile, nazione a cui ap-partiene politicamente.

Secoli di sfruttamento delle risorse forestali e di allevamento intensivo di pecore, bovini e cavalli

hanno portato Rapa Nui sull’orlo di un disastro ecologico

irreversibile

Mar 2013

Chasqui

La famiglia di RitaIl racconto

della vita Q uando penso alla mia vita dell’in-fanzia e gioventù, riconosco di essere stata molto fortunata.

Come dico spesso ai miei amici e parenti, a me nella vita è riuscito

tutto facile. Le difficoltà me le sono scrollate di dosso, come acqua sulle ali di un’anatra.A mio padre Adamo, ingegnere e matema-tico, devo la tenacia nell’impegno per rag-giungere gli obiettivi che mi ero prefis-sata, accompagnata da una certa facilità nell’affrontare con coraggio le inevitabili difficoltà che avrei incontrato nella rea-lizzazione dei miei progetti.Questi aspetti importanti del mio ca-rattere li tirai fuori anche in occasione dello scontro che ebbi proprio con mio padre riguardo la mia carriera profes-sionale. Egli aveva pensato per me un futuro come moglie e madre, tutta casa e famiglia. Io invece sognavo di frequentare l’università, diventare medico e così dedicarmi ad allevia-re le sofferenze delle persone. Era un impegno che avevo preso con me stessa, dopo che avevo visto morire di cancro la mia amata governante Giovanna.E proprio questa capacità di condi-videre la vita degli altri e di guar-dare la realtà con grande ottimismo, sono stati i bellissimi regali che mi ha lasciato mia madre Adele, pittrice dall’animo sensibile e positivo. Una vita spensierata e serena nonostan-te la rigidità nell’educazione, tutta all’insegna dell’arte, con mio fratello Gino scultore e architetto e mia so-

Il magazzino

delle idee

L’umanità è fatta di uomini e donne e deve essere

rappresentata da entrambi i sessi.

Nell’Ottocento e nel Novecento due cromosomi X rappresentavano

una barriera insormontabile per entrare alle scuole superiori e realizzare i

propri talenti.

Purtroppo buona parte del nostro comportamento è ancora guidata dal cervello

arcaico. Tutte le grandi tragedie, la Shoah, le guerre, il nazismo, il razzismo – sono dovute

alla prevalenza della componente emotiva su quella cognitiva. E il cervello arcaico è così

abile da indurci a pensare che tutto questo sia controllato dal nostro pensiero, quando non

è così. Il cervello arcaico ha salvato l’australopiteco ma porterà l’homo sapiens all’estinzione.

La scienza ha messo in mano all’uomo potenti armi di distruzione.

Nella ricerca scientifica conta soprattutto la totale dedizione e il chiudere gli occhi davanti

alle difficoltà.

Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella

“zona grigia” in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva. Bisogna coltivare il coraggio di

ribellarsi. Il messaggio che invio, e credo anche più importante di quello scientifico, è di affrontare la

vita con totale disinteresse alla propria persona, e con la massima attenzione verso il mondo

che ci circonda, sia quello inanimato che quello dei viventi.

Dico ai giovani: non pensate a voi stessi, pensate agli altri. Pensate al futuro che vi

aspetta, pensate a quello che potete fare, e non temete niente. Non temete le difficoltà:

io ne ho passate molte, e le ho attraversate senza paura, con totale indifferenza alla

mia persona.

Bisogna dire ai giovani quanto sono stati fortunati a nascere in questo

splendido Paese che è l’Italia.

Meglio aggiungere vita ai giorni che giorni alla vita.

rella gemella Paola, anche lei pittrice come mamma.L’unico “difetto” – se così si può chiamare… – era di appartene-re ad una famiglia ebrea; una caratteristica, questa, che negli anni precedenti alla Seconda guerra mondiale poteva procu-rare grossi problemi. E i “problemi” ben presto ar-rivarono. Si chiamavano “leg-gi razziali” fasciste contro gli ebrei; nazismo con Hitler al potere in Germania e in tutta Europa; fughe per sfuggire alle deportazioni che finivano quasi sempre nei campi di sterminio dove trovarono la morte milioni di persone.

Il 30 dicembre 2012, all’età di 103 anni, ci ha lasciato Rita Levi Montalcini. Una donna a dir poco straordinaria, ca-

pace di concentrare in sé il meglio di quanto una persona umana dovrebbe essere e potrebbe dare. Di lei è stato detto

che come poche altre persone “ha raccolto in sé intelligenza e coraggio, dolcezza e fermezza, bellezza e scienza”. Una “piccola signora dalla volontà indomita e dal piglio di principessa” che ha scelto di rinunciare a formare una famiglia tutta sua per de-

dicarsi interamente alle sue grandi pas-sioni: la scienza e la medicina. Con ri-sultati straordinari, che le hanno valso il premio Nobel per la medicina nel 1986, dopo decenni di studio e ricerca nel campo della neurobiologia.Grande nella scienza ma anche nell’im-pegno sociale verso il quale ha destina-to soldi, tempo e fatica. Con la sua Fon-dazione ha sostenuto progetti a favore di poveri, donne e giovani che, come lei, sognano una società diversa, più giusta e tollerante, in cui siano rispettati i diritti di tutti, soprattutto dei più deboli.“Malgrado l’età – ha detto di sé stessa – io non vivo nel passato, ma nel futuro!”. Un futuro in cui ogni donna potrà sce-gliere in piena libertà e senza condizio-namenti il percorso della propria vita e i modi concreti per realizzarla.

L’oggi di ieri

Parlane con ...PADOVA fr. Alberto: [email protected] sr. Lorena: [email protected] SUPERIORE (VA) p. Massimo: [email protected] sr. Betty: [email protected] p. Domenico: [email protected]

PESARO p. Renzo: [email protected]

ROMA sr Tarcisia: [email protected]

PALERMO sr. Rosmary: [email protected] Danila: [email protected] p. Enea: [email protected]

Wow! a cura di Antonio Romero

Mar 2013

A nche quest’anno, puntuale come sempre, ecco arriva il nuovo Mondiario PM. Un’agenda per

l’anno scolastico 2013-2014, che per gli argomenti che tratta potremmo defi-nire “tutta da mangiare”!Sì, perché quest’anno parliamo di ali-menti, di cibo dell’”altro mondo”, di prodotti che consumiamo sulle nostre tavole ma che, spesso, non conoscia-mo a sufficienza.Il titolo del Mondiario, quindi, sarà Cibi del mondo, grazie ai quali avre-mo uno stimolo in più per capire noi stessi (“dimmi cosa mangi…”), gli al-tri e la realtà che ci circonda.La formula del Mondiario è quella di sempre: schede tematiche, ricette, notizie, barzellette, giochi, con-corsi a premi e tanta amicizia.Per un menù bello da vedere e buono da gustare, da condivide-re in un progetto di solidarietà in favore delle centinaia di bambine e bambini di una scuola elemen-tare de El Salvador, che da anni sognano una mensa dove poter mangiare qualcosa di nutriente.

Il Mondiario è servito,

buon appetito!

Il nuovo Mondiario ... tutto da

mangiare!

Spazzascienza

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Esperimenti con le uova

All'opera!C i servono: uova. Se sono sode, si

conservano meglio e poi si pos-

sono mangiare a Pasqua. Se sono fre-

sche, attenzione a non romperle.

E poi acqua, sale, zucchero, bicchieri,

caraffe, rubinetti e altre cose di cuci-

na (compresa l’autorizzazione di chi

comanda in cucina...)D urante il periodo pasquale le uova sono

al centro di molte tradizioni popolari. Le uova sode vengono dipinte di rosso (che

ricorda la passione di Cristo) o a colori sgargianti. Le uova di cioccolato vengono regalate in segno di amicizia, oppure si nascondono in giardino e i bambini devono trovarle. Anche Spazzascienza, tradizionalmente, nel periodo pasquale propone esperimenti con le uova. Parigi, 1890. Il settimanale L’Illustration propone la rubrica “la scienza divertente”. L’autore è Tom Tit (pseudonimo dell’ingegnere Arthur Good), e viene illustrata con le incisioni di Louis Poyet. Ogni settimana Tom Tit propone esperimenti o giochi di prestigio con oggetti di uso quotidiano, in modo che tutti possano eseguire gli esperimenti. Si usano fiammiferi, tappi di sughero, bicchieri, forchette... e

anche uova. La rubrica è un gran-de successo e i volumi che raccol-gono le varie puntate superano le quaranta edizioni.

Mar 2013

a cura di Beniamino Danese

Le uova di ArchimedeUn uovo, fresco o sodo che sia, affonda

nell’acqua pura. Se l’acqua è molto sala-

ta (o zuccherata), l’uovo galleggia. La spinta

verso l’alto che riceve l’uovo è dunque mag-

giore nell’acqua salata. Infatti, secondo il

principio di Archimede, questa spinta è pari

al peso del fluido spostato – e l’acqua salata

(o zuccherata) è più pesante dell’acqua dol-

ce, così la sua spinta è maggiore.

Dosando attentamente il sale, è possibile far

rimanere l’uovo in posizione intermedia.

L’uovo di Venturi

Un uovo si trova sul fondo di un bicchiere stretto. Se apriamo il rubinetto dell’acqua e dirigiamo il getto sopra l’uovo, esso ina-spettatamente sale verso l’alto!È un’illustrazione dell’effetto Venturi, così chiamato in onore del suo scopritore, il settecentesco scienziato e sacerdote Giambattista Venturi. Questo effetto, “il paradosso idrodinamico” avviene per-ché la pressione di una corrente fluida diminuisce all’aumentare della velocità. Paradossalmente quindi, la pressione è minore sotto il getto d’acqua, per que-sto l’uovo sale! È il motivo per cui le porte o le finestre lasciate aperte si chiudono sbattendo quando entra dell’aria. L’applicazione di questo effetto, infine, è usata nella misurazione della portata di fiumi, tubi e acquedotti.