Io Come Autore 22

35
autore www.iocome.it 22 numero 100% free 100% free Copertina di Maria Pia Luly Jones Anno 1 N. 22 / SETTEMBRE 2011 - Periodico settimanale - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011. Ettore Bucci PAGINA UNO La potenza dell’arte “Piccoli suicidi tra amici” L’angolo della poesia Potterologia

description

Rivista dedicata agli autori

Transcript of Io Come Autore 22

Page 1: Io Come Autore 22

autorewww.iocome.it

22num

ero

100%free

100%free

Copertina di Maria Pia Luly Jones

Anno

1 N

. 22

/ SET

TEM

BRE

2011

- P

erio

dico

set

timan

ale

- Ed

itore

e P

ropr

ieta

rio: e

Book

serv

ice

srl C

.F./P

.I. :

0719

3470

965-

REA:

MI-1

9422

27. I

scr.

Trib

unal

e di

Mila

no n

. 324

del

10.

6.20

11.

Ettore BucciPAGINA UNO

La potenza dell’arte

“Piccoli suicidi tra amici”

L’angolo della poesia

Potterologia

Page 2: Io Come Autore 22

22num

ero

IN COPERTINAMARIA PIA LULY JONESArtistA.

Nata ad Dosolo (Mantova) il 24 dicembre 1954 vive e lavora a Bordighera (Imperia - Italia)Frequenta i primi anni di studio al Liceo Artistico di Via Ripetta a Roma e l’ultimo anno a Brera a Milano.Collabora con lo Studio Zagara di Nizza (Francia)dove disegna soggetti floreali per tessuti di arredamento.Realizza la sua personale ricerca pittorica spinta dalla passione per i fiori ed i soggetti naturalistici; affascinata dall’iconografia botanica storica e attenta osservatrice dei soggetti dal vero, dipinge piante e fiori con una cura cromatica ed espressiva del dettaglio unica. Tecnica: acquerello e matita su carta acquerello.Esposizione personale: 2011 “A Passion for Flowers” - Museo Clarence Bicknell - Bordighera. Catalogo mostra disponibile.

[email protected]

Page 3: Io Come Autore 22

in copertina Maria Pia Luly Jones

Io Come Autore ringrazia l’artista che ha concesso tutte le opere presenti su questo numero:©Maria Pia Luly Jones

Page 4: Io Come Autore 22

som

mar

iorubricheLibri con la D maiuscola | 6di Patrizia Bellinelli

Consigli di lettura | 10Concorso letterario DEd’A | 14L’angolo della poesia | 16La potenza dell’arte | 18Informazione letteraria | 24Potterologia

Estratto di Andrea Mazzacavallo | 26Appuntamenti | 32Il circolo dei lettori3 conferenze sull’Egitto dei Faraoni

Donatella Ariotti | 8Il ritmo della vita

Andrea Mazzacavallo | 12Ticket: parole in musica

22autori num

ero

Page 5: Io Come Autore 22

editoriale

www.iocome.it 5

Libri con la D maiuscola | 6di Patrizia Bellinelli

Consigli di lettura | 10Concorso letterario DEd’A | 14L’angolo della poesia | 16La potenza dell’arte | 18Informazione letteraria | 24Potterologia

Estratto di Andrea Mazzacavallo | 26Appuntamenti | 32Il circolo dei lettori3 conferenze sull’Egitto dei Faraoni

Donatella Ariotti | 8Il ritmo della vita

Andrea Mazzacavallo | 12Ticket: parole in musica

Cos’è la creatività? Una soluzio-ne originale a un problema bana-le. Aldilà della definizione da dizio-nario, se proviamo ad approfondire un pochino il concetto; notiamo che spesso la creatività nasce dall’ela-borazione o dalla somatizzazione di una situazione difficoltosa e perché no, a volte dolorosa.A volte essere creativi in senso ar-tistico sembra un escamotage ov-vero attraverso un altro linguaggio, non quotidiano; troviamo il modo di far uscire da noi una sorta di parte oscura, ma in modo positivo. Per la psicologia, la creatività è una delle funzioni cognitive che permette un migliore adattamento all’ambien-te in cui viviamo. Essere creativi significa innanzitutto spostare il punto di vista. Come diceva una fa-mosa canzone: “da che punto guardi il mondo, tutto dipende”.

Credo che nonostante tutte le diffi-coltà, il punto di vista da cui guar-dare dovrebbe sempre contemplare l’ottimismo e la luce del sole. Qua-lunque cosa capiti, prima o poi passe-rà; resistiamo con creatività e diamo sfogo alle nostre emozioni proprio come hanno fatto Andrea Mazzaca-vallo, Donatella Ariotti e Geralda Antonella Quattrone. Poesia, arte e teatro sono una delle migliore vie per sentirsi nuovamente vivi.L’arte è meglio di una medicina e una “terapia” molto più divertente!

Buona Lettura!M. B.

Marika Barbanti

Page 6: Io Come Autore 22

6

num

ero22libri con la

D maiuscola.

Il segnalibro rosa di Open AR.S.

Patrizia BellinelliNata a Torino nel 1976, Laureata in Giurisprudenza all’Università di Tori-no, dopo quasi 10 anni come pratican-te avvocato in studi legali, grazie ad un uomo speciale, ha deciso di ascoltare il richiamo di alcune sue grandi passioni: la lettura e la scrittura. Ha fondato il blog Open AR.S.-A spasso tra i libri, in cui le emozioni della parola si fondo-no con quelle della fotografia: perché i libri si leggono, si recensiscono, si ascoltano e si osservano con profondo rispetto. Organizza e cura eventi cultu-rali ed un canale web tematico dedica-to a libri e lettori.

Approfondimento e recensione sul blog: www.openars.it/?p=1029sezione Osservato speciale. www.aspassotrailibri.it

Page 7: Io Come Autore 22

7

di Patrizia Bellinelli

Il mio segnalibro è inserito in un romanzo per ragazzi, che non lascia certo indifferen-ti per la sua originalità. Pur avendo oltre-passato quella soglia secondo la quale non rientro più (anagraficamente s’intende!) nella categoria Junior, sono affascinata e incuriosita dalla letteratura per ragazzi. È spulciando tra i vari titoli, noti e meno noti, che ho conosciuto, anche personalmente, la scrittrice Francesca Gallo. Dedita per molto tempo alle fiabe, ha pubblicato nel 2010 il suo primo romanzo, Kahuna.Un viaggio del lettore in compagnia della Kahuna (sciamana) Stella e dei suoi amici attraverso i continenti alla scoperta di terre lontane, di preziose tavolette e delle proprie origini. Un viaggio geografico, archeologico, storico, che intreccia senza lacune la fanta-sia con la realtà. La fantasia è l’elemento imprescindibile di un romanzo per ragazzi e la realtà deve necessariamente essere di supporto, qualora il romanzo voglia anche insegnare qualcosa (senza pretese di sorta) ai giovani lettori. Ebbene, Kahuna è il risul-tato di un ottimo lavoro di cesello che conse-gna alle stampe un’opera che non si fatica a definire verosimile (seppur traboccante del-la più fresca e fervida fantasia). Alla base di queste pagine in cui amore, amicizia, miste-ri, intrighi internazionali, uomini e animali con il dono della parola, tessono una trama ricca di spunti storici e ambientazioni più che mai reali, c’è un corposo lavoro di docu-mentazione da parte della scrittrice che si percepisce in tutto il romanzo.A incorniciare un testo degno di nota ci pen-sa lo studio grafico, che consegna al letto-re pagine scritte in Corpo 16 e carattere EasyReading, nonché l’allegato CDmp3 in cui l’intera opera è letta da splendide voci narranti, per fornire adeguati strumenti di lettura anche ai ragazzi dislessici.

Incipit“- Pronto… - Caroline… mi dispiace svegliar-ti nel cuore della notte, ma ho una brutta no-tizia da darti: l’elicottero di John non è mai arrivato a Mérida. Le ricerche di soccorso sono già iniziate.Caroline Lunos, la famosa stilista proprie-taria della casa di moda C.L., si sveglia di soprassalto, guarda il telefono muto sul suo comodino e si alza, spostando le lenzuola con un gesto di stizza.- È stato un incubo!Infila la lunga vestaglia e raggiunta la cuci-na si prepara una tisana per calmare i nervi scossi dai ricordi di quella terribile notte di undici anni prima”.

Kahuna di Francesca Gallo

Isbn 978-88-6204-075-4

Pagine 448 • € 24,00

Page 8: Io Come Autore 22

8

num

ero22

Tanto tanto tempo fa ha stipulato un patto con i Maestri Esigenti e Compassionevoli dell’Universo:

avrebbe occupato un piccolo tempo e un ancor più piccolo spazio sul piane-ta Terra, perché è lì che si usano le parole.

E attraverso le parole sarebbe nata, cresciuta, fiorita, e attraverso il verbo si sarebbe fatta carne per modulare spazi molto più ampi tramite il suo lieve sof-fio.Da bambina, prima che le insegnassero a leggere, guardava con sconfinato de-siderio i libri... lì, lo capiva, le persone trovavano le chiavi per decifrare i tempi e gli spazi assegnati a ciascuno. Tra le pagine le persone sembravano vo-lare in mondi sempre diversi e sempre esprimibili.

Mi chiamo Donatella Ariotti, e non smet-to mai di parlare (molti si disperano, sentendo questa minaccia solo appa-rentemente edulcorata dal fatto di pre-sentarla come dichiarazione d’intenti, o ...dono). Parlo con me stessa, con i miei respiri, con gli alberi, con le gat-te che vivono nel mio giardino.

num

ero

Autori

Il rItmo della vItaAccarezzarti nel cuore con la poesia

Il lettore è chiamato a condividere un percorso che l’autrice riconosce come tipico di ogni essere umano traducendolo a volte come inquieto rifuto, altre in serena condivisione e dono di sé. Il filo conduttore è la natura che, spesso intesa come presenza magica, diviene poi più accessibile in impersonificazioni familiari (la nonna Leonilda che racconta le fiabe). Timori, speranze, rabbia e passione si accendono in fiamme che divampano al cospetto di un giudice che dimora molto più spesso nell’autrice che altrove. Nel nome di una ricerca artistica percorsa quasi a guisa di farfalla che vola tra le righe, l’autrice si arriva ad accettarsi e con lei la folla variegata che l’accompagna.

alla corte della noce e altre poesIe

Isbn

978

-88-

5673

-945

-9

Pagine 70 • € 11,50

Page 9: Io Come Autore 22

9www.iocome.it

Donatella Ariotti

E, naturalmente, con le persone. Sem-pre. Soprattutto quando non apro boc-ca.E in quel parlare o tacere si forma la poesia. A volte ho pensato che la poesia non facesse più parte del mio esistere, che fosse andata altrove, a dare parola e senso a tempi e spazi impiegati più “produttivamente”, che a un bivio aves-se lasciato la mia mano per seguire sen-tieri più chiaramente tracciati di quelli che percorrevo io. - Dolore, questa è la parola giusta -.

Sì, perché per me “essere senza poe-sia” è essere senza ritmo, senza aria, senza natura, senza armonia, senza cibo e senza ossigeno. Senza sangue e senza amore.

Sarei morta se avessi veramente credu-to di non essere la piccola poesia della mia stessa vita. In qualche angolo della mia fiducia spesso vacillante e dubbio-sa su tutto “il resto” c’è una colonna portante dove è nata e vive la mia certezza che la poesia non va e non vie-ne, che non sono io a cercarla o a tro-varla chissà dove, chissà in chi o cosa. Semplicemente sarà in me finché avrò fiato per dire, occhi per vedere, cuore per amare. E forse anche dopo.I Maestri Esigenti e Compassionevoli non me l’hanno mai rivelato ma sono

convinta che la vita sia stata pronuncia-ta con un certo ritmo, e che solo così ab-bia potuto nascere, dai versi insufflati in agglomerati di masse incandescenti che via via si raffreddavano…

E così quella bambina riempiva quader-ni e fogli, pensieri, occhi, anime e cuori. E via via qualcosa è rimasto, qualcosa anche per voi che ora avete un piccolo spazio e un piccolo attimo che state de-dicando a me.

Non ho mai pensato di scrivere per es-sere “premiata” o “riconosciuta come autrice di successo”. Quel che cerco è il filo d’erba che nasce tra le crepe dell’asfalto, è l’emozione che si accen-de negli occhi di chi è stato accarezzato nel cuore da una mia parola.

La strada che porta a voi sta ora passan-do nel paesaggio delle pubblicazioni, degli articoli, della promozione, delle presentazioni del mio libro. Sono felice di percorrerla e di potere incrocia-re tanta gente che per i più svariati motivi sta camminando qui su que-ste pagine, ora, insieme a me.La parola che il mio cuore sta ritmando e vuole donarvi, adesso, è “gratitudine”.

Donatella Ariotti

Quel che cerco è il filo d’erba che nasce tra le crepe dell’asfalto...

Page 10: Io Come Autore 22

10

num

ero22consigli di lettura

Duri di cuore di Alfredo ColittoHo trovato che gli elementi per essere un bel libro ci sono tutti, i protagonisti: Carmine bello e tenebroso con un passa-to misterioso, Laura la ladra con i tacchi e un grande segreto e Vlastar un cattivo vero, un duro che non guarda in faccia a nessuno.Però per quanto sia breve più che un li-bro è un racconto, tutta la storia non vie-ne approfondita come merita, peccato perché penso che Alfredo Colitto scriva veramente bene e crei storie avvincenti che ti catapultano nel libro … finché non leggi come va a finire.

Giorgia Sorrentino

Piccoli suicidi tra amici di

Arto Paasilinna Quando l’importante non è la meta ma il viaggio. Un matrimo-nio fallito e ripetuti insuccessi spingono Onni Rellonen a metter fine alla propria esistenza. Cari-cata la pistola con cui infligger-si il colpo mortale, si dirige verso il fienile scelto per l’ultimo atto della sua vita. Non immagina che lo stesso fienile è già occupato dal colonnello Kemppainen, an-che egli in procinto di abbando-nare questo mondo. Dall’amicizia tra i due nasce l’idea di riunire tanti altri finlandesi nelle stesse condizioni che insieme compiono l’ultimo esilarante tour alla ricer-ca del miglior crepaccio d’Europa in cui gettarsi. Un viaggio che li riporterà inevitabilmente verso la riscoperta di sé e del valore della vita attraverso una prosa ironica e gioiosa.

Silvia Di Muziohttp://www.anobii.

com/01b12f134e1402d535/books

Isbn

978

-88-

7091

-139

-8

Isbn

978

-88-

8372

-458

-9

Pagine 259 • € 14,00

Pagine 128 • € 9,00

Page 11: Io Come Autore 22
Page 12: Io Come Autore 22

12

num

ero22

Andrea Mazzacavallo comincia all’età di nove anni i suoi studi musicali, prima di pianoforte e poi

di canto.

Nel 1995 vince il premio dedicato a Demetrio Stratos Cantare la voce. Nel 2000 pubblica il suo primo album omonimo con il quale partecipa a San-remo con al canzone Nord-Est, classifi-candosi ultimo.

Laureato in storia e filosofia all’universi-tà di Bologna con una tesi dal titolo Gio-co di simulazione e conoscenza umana. Successivamente pubblica un secondo album intitolato Low-fi.

Andrea partecipa al festival della mu-sica uzbeka a Taskent e insegna spe-rimentazione vocale e pianoforte a Bologna. Contemporaneamente inizia la sua attività di compositore di colonne sonore per teatro, televisione e cinema.

Il 2006 lo vede vincitore del Leoncino d’oro alla Biennale teatro di Venezia con la colonna sonora dello spettacolo di Carlo Gozzi Il Corvo. La sua carriera avanza passo dopo passo e nel 2007 tiene un seminario su Mu-

num

ero

Autori

tIcket: parole In musIca

Un divertente progetto di Action Writing sul tema del gioco.

Undici racconti a cui corrispondono undici brani musicali.

È sufficiente la lettura del primo racconto per capire di cosa si tratta...

tIcketIs

bn 9

78-8

8-64

38-0

51-3

Pagine 56 • € 15,00

Page 13: Io Come Autore 22

sica e vocalità nella Commedia dell’ar-te presso l’università coreana di Seoul. Lo stesso anno firma la colonna sonora dello spettacolo scritto da Tiziano Scar-pa L’ultima casa che vince il premio Chi è di scena alla Biennale di Venezia.

Realizza la musica dello spettaco-lo di circo-teatro Cirk per la regia dell’olandese Ted Keijser e lavora con la poetessa e scrittrice finlandese Stella Parland allo spettacolo teatrale sul da-daismo “Kalla Kalkoon”.

Nel 2010 firma la regia di 10 cortome-traggi per il Premio Nazionale del La-voro in onda su Rai 1. Sempre nel 2010 pubblica per la casa editrice Zona la raccolta di racconti con colonna sonora intitolata Ticket a cui è legato l’omonimo spettacolo teatrale.

Andrea Mazzacavallo

Andrea MazzacavalloTiziano Scarpa

dice di lui:

“Le melodie di Andrea Mazzacavallo, oltre che belle e geniali, son in-

telligenti perché intrin-sicamente ritmiche: il

che vuol dire cheascoltano se stesse.

Questo, credo, sia il motivo per cui suona-no così classiche, così

definitive: non dipen-dono dagli arrangia-menti, non contano

soltanto sull’aiuto degli effetti timbrici (an-

che se li sanno sfuttare sapientemente). Sono

scoperte musicaliassolute”.

Page 14: Io Come Autore 22

22num

ero

concorso letterario

Identikit di Ettore Bucci – L’ultima corsa. Sentimenti in garaPer votare Ettore

www.dedaedizioni.com/index.php?option=com_content&view=category&id=48&Itemid=130

BucciEttore

Pizzetto magico (appare

e scompare per magia)

Impiegato in una multinazionale

DoVeGoVo= Dolo/Venezia/

Godiasco/Voghera e non è una battuta.

Mio figlio Nicolò, mia moglie Lisa e la mia aman-

te Honda CBR 600. Scrivere quello che mi gira per la testa.

Hi Tech, narrativa,

musica, dituttounpo’.

Mi piego ma non mi spez-

zo... Ma fate piano che ho il colpo della strega!

Bisogna avere il

caos dentro di sè per generare una stella danzante.

Ettore Bucci

Vota Bucci

Page 15: Io Come Autore 22

DEd’A edizioni

15

Be’, dovrei essere uno scrittore per poterlo dire e non mi reputo tale visto che sono orgogliosamente un metal-meccanico con la passione di raccontare delle storie. Un “metalnarratore” insomma. Tutto è cominciato proba-bilmente per noia (quando ancora conoscevo cos’era la noia) una sera di parecchi anni fa, in un altro millennio, meno frenetico e più lento. Quella sera, invece di leg-gere o accendere la televisione, ho iniziato a scrivere una storia senza sapere dove sarei arrivato. Premevo le lettere sulla tastiera quando, ad un tratto, i pensie-ri hanno iniziato a correre più veloci delle parole che digitavo e faticavo a stargli dietro, come un fiume in piena le righe si riempivano e finalmente la mia testa si svuotava. Alla fine leggere sullo schermo quello che era compresso nel mio cervello, schiacciato da altre mille idee, è stata una sensazione incredibilmente ap-pagante, mi sono sentito “leggero”, avevo un sorriso cretino stampato sulle labbra e, diavolo, quelle parole una dietro l’altra “suonavano” bene: era un raccon-to. L’ho fatto leggere alla persona che da allora per prima ha “l’onore” di perdere un po’ del suo tempo con i miei scritti, la mia fidanzata (ora moglie) che non ha mai smesso di consigliarmi, bacchettarmi e farmi le correzioni. Ecco, forse un riconoscimento se lo merita più lei per la pazienza con la quale mi sopporta e ogni volta, anche quando tutto sem-bra perduto, mi incita e mi spinge per giungere a quella fatidica piccola parola che decreta l’arrivo al traguardo, la parolina magica: fine.

Identikit di Ettore Bucci – L’ultima corsa. Sentimenti in gara

15

Raccontaci come e perché sei diventato uno scrittore

Per votare Ettorewww.dedaedizioni.com/index.php?option=com_content&view=category&id=48&Itemid=130

Ettore Bucci

Vota Bucci

CLICCA QUI

Page 16: Io Come Autore 22

16

num

ero22l’angolo della poesia

AMABILE INDEFINITO

Alla voltadell’indefinibileamabile meta.

Come bevutada calice d’assenzio

che scorre nelle vene.

Reminiscenza illesamaestra taumaturgicadi visioni che furono.

Memoria prodigaa dettar sentenzeai poveri giorniattraversati laceri

da fiume che decompone gli argini.

Lampi improvvisiriflessioni inermi

tacite e sicuretimide ingombrantiriposte miserabili.

Saettano al pettocrepe essenziali

e scindono l’essereservo oramai arreso

di un corpo cancelliere.

L’indefinito è amabile poiché genera spazi che non hanno limiti di coscien-za e potenza. Nell’indefinito, sanci-

to da filosofi come Fichte, sono insite la forza e la ragion d’essere del mondo e dell’universo intero.

L’universo è un prodotto dell’“Io Infinito” paradigma dell’Onnipotente. Per questo motivo l’infinito indefinito è amabile, non potrebbe essere altro!

L’infinito è un principio spirituale creativo che Fichte chiamò “Io”, Schelling “Assolu-to” Hegel “Idea”. Comunque lo si chiami, tuttavia, il principio infinito è unanime-mente considerato dai romantici come coscienza e capacità di creazione inces-sante. Abbiamo tutti all’interno del nostro

L’infinito definito

Page 17: Io Come Autore 22

Geralda Antonella Quattroneanimo il marchio dell’infinito, definito circoscritto come il risultato di un’e-quazione, siamo il frutto dell’“Io Asso-luto”, e ciò genera nell’animo umano un processo volto a rivelare i messaggi che l’anima, unica mediatrice tra l’uomo de-finito e il creatore “Io Assoluto Indefini-to”. Essa comunica con noi, attraverso la genesi dei pensieri e delle riflessioni.

Identifico il mio pensiero a riguardo con i romantici per ciò che riguarda il senti-mento. L’infinito è anche sentimento, Schlegel infatti pensava ad esso come al di fuori e al di sopra della razionalità, come infinità di sentimento.

Indi l’infinito in quanto sentimento si rivela meglio nell’arte che nella filoso-fia, essa è razionalità, l’arte invece è alta espressione del sentimento. Filosofi romantici come Schelling rite-nevano che la migliore manifestazione dell’Assoluto si riscontrasse nell’arte quindi ne valeva che l’esperienza arti-stica fosse per l’uomo il mezzo efficace per avvicinarsi all’Assoluto.

La poesia è arte, è ponte intangibile tra “l’Io determinato costituito” e ”l’Io As-soluto Indefinito” il sentimento che lega la prima identità (L’Io determinato costi-tuito) alla seconda (L’Io Assoluto Indefi-nito) è la passione usata e la capacità di adattare il proprio essere all’ascolto dell’anima.

L’esperienza artistica è per l’uomo un mezzo efficace per avvicinarsi all’Assoluto, attraverso la creatività tale esperienza si concretizza. In fondo siamo fatti in parte della stessa sostanza “dell’Io Assoluto Indefinito”, arriviamo alla comprensione e alla co-

noscenza non solo attraverso la ragione ma inconsciamente attraverso l’empa-tia, “la comunione empatica” che lega l’essere determinato e la sostanza ete-rea (l’anima) di cui è composto, “all’Io Assoluto Indefinito” creatore di tale so-stanza.La nostra anima è composta di Assolu-to che dobbiamo cercare in noi, come sostanza non sostanza che ci appartie-ne, essa è insita nel nostro essere, ecco perché L’infinito definito è la silloge at-traverso la quale ho cercato disperata-mente di definire l’infinito all’interno del mio animo, per cercare di arriva-re a toccare, a sfiorare “L’Indefinito Amabile”.

Geralda A. Quattrone

Pagine 100 • € 12,50

Page 18: Io Come Autore 22

Nella comunicazione, l’immagine ha avuto da sempre una vita propria, ri-spetto alla parola, scritta o verbale che la si voglia considerare. Forse perché è nata sicuramente prima, con un gruppo di uo-mini del paleolitico che pensa di illustra-re le pareti di una grotta con immagini di caccia.

Il tempo passa, si esce dalle caverne e qual-cuno si inventa il modo di dipingere anche le stoffe, che nel frattempo qualcun’altra ha imparato a tessere. Da lì a usare i pig-menti per imbrattare le tele il passo è bre-ve, ma è sempre l’immagine che fa tutto. Il tempo galoppa inesorabile e si trova il modo di fissare ciò che lo sguardo cattura su una lastra e il mondo viene riprodotto fedelmente, prima nei toni di grigio e poi a milioni di colori; poi le immagini inizia-no a muoversi e in un attimo abbiamo fatto un balzo di 15.000 anni.

Ma la comunicazione fatta con l’imma-gine è sempre semplice, immediata e potente. Ciò che è diventato sempre più sofisticato è solo il mezzo di riproduzione, che in questo momento non ci interessa.Il secolo passato ha visto l’affermarsi della comunicazione d’immagine su più livelli; il testimone è presto passato dalla pittura

Potenza divinadi Giorgio Ginelli

18

la potenza dell’arte

alla fotografia, ma il concetto di base non è cambiato. L’immagine congela ciò che l’occhio della mente dell’artista cattura e lo propone. E questa immagine colpisce chi la guarda in modo differenziato, andando per ognuno a solleticare corde personali e recondite.Così, la stessa immagine può dare piacere o repulsione, scatenare sconcerto oppure sfrenata ammirazione, a seconda di chi è lo spettatore.

Basti pensare al differente atteggiamento che manifestano persone diverse davanti a uno stesso quadro, a una stessa scultura, o a una fotografia. E ciò può essere vero sia parlando di Pablo Picasso, così come alle provocazioni fotografiche di Oliviero Toscani.L’immagine, nella sua semplice essenza, da sempre racchiude la potenza quasi di-vina di suscitare un’emozione; la positi-

Page 19: Io Come Autore 22

22num

ero

la potenza dell’arte

Umberta RuffiniGatto che dorme

http://www.umbertaruffini.com/

Page 20: Io Come Autore 22

20

la potenza dell’arte

vità o la negatività che un’immagine può provocare in noi osservatori è perciò forse poco significativa, perché estremamente soggettiva. Quello che osserviamo è ciò che l’artista si è degnato di svelare alla nostra vista; è solo una parte della visione complessa e articolata che ha catturato la sua attenzione.

Esistono artisti che con la loro semplicità a volte sfiorano la complessità, come ad esempio i quadri di Umberta Ruffini, la quale intenzionalmente non fornisce mai una chiave di lettura, proprio in onore del fatto che l’interpretazione di qualsiasi opera deve essere libera, personale e me-diata solo dagli occhi dell’anima.

Ne esistono altri che invece ci propongo-no l’arte come la precisa rappresentazio-ne del dato reale: ad esempio Monia So-gni, con la sua forma espressiva conduce chi guarda le sue opere a riflettere un mo-mento sulla realtà congelata: chi guarda si deve porre il problema che ciò che vede non è finzione.

Ciò che risulta evidente è la capacità dell’immagine di darci un’informazione immediata, che alcuni chiamano arte, altri visione, altri ancora semplicemente emo-zione.

Se questa non è potenza…!

Page 21: Io Come Autore 22

22num

ero

la potenza dell’arte di Giorgio Ginelli

Monia SogniDestroying beauty

http://moniasogni.wordpress.com/

Page 22: Io Come Autore 22
Page 23: Io Come Autore 22
Page 24: Io Come Autore 22

22num

ero

informazione letteraria

Cosa accade se si riunisce in un solo volume un gruppo di esperti potteriani?

Si ottiene un lavoro caleidoscopico come quello che avete in mano ora. Dieci colori e sapori diversi, insoliti, innovativi, disposti secondo una for-mula, quella antologica, ancora ine-dita per il panorama potterico italia-no.

Agili ma approfonditi, questi mini-saggi gettano luce su aspetti ancora insondati del mondo di Harry Potter e il lettore si troverà dunque a con-templare una girandola di spunti in grado di prolungare ancora un po’ il piacere di essere immerso nel fanta-stico universo creato da J.K. Rowling.Gli orizzonti si schiudono su un pa-norama variegato quanto le famose Gelatine Tuttigusti+1: da uno sguar-do alle Ombre oscure della vicenda a quello sulle numerose figure ma-terne; dagli eterei segreti alchemici a quelli più prosaici, ma non meno interessanti, di una traduzione ben riuscita; dai trucchi per una perfet-ta resa cinematografica delle com-plesse sfaccettature di Voldemort, all’approccio naturalistico ed eco-etologico agli animali della saga; dall’umorismo che permea sottil-

mente i libri, alla disamina artistica delle illustrazioni che fanno loro da complemento; infine, dall’esame dei modelli familiari che costellano la storia a quello delle solide amicizie di cui è altrettanto ricca.

Un modo per omaggiare e salutare, con un filo di dolce-amara nostalgia, i romanzi e i film ormai conclusi e per accendere un piccolo Lumos in punta di bacchetta anche per i bimbi oggetto delle cure della Fondazione Theodora (www.theodora.it), a fa-vore della quale verranno devoluti i proventi dei diritti d’autore di que-sto libro.

Potterologia: dieci saggi rileggo-no la creazione di J.K. Rowling…Sono ormai molti i volumi in lingua italiana, originali o tradotti, sul va-riegato mondo di Harry Potter. Un parco autori piuttosto vasto dove, però, ognuno è un'isola a sé. Perché, allora, non fare ciò che, potterica-mente, sinora non era mai stato fat-to nel nostro Paese? E cioè chiamare a raccolta una decina fra gli esperti della materia, a combinare empati-camente le forze in unico volume dal contenuto eterogeneo, con scelta del tema a discrezione degli interessati?

Potterologia

24

Page 25: Io Come Autore 22

J. K. Rowling

2525

In sostanza, creare specie di puzzle all'inverso, dove in partenza si co-noscono solo le singole tessere, ma non si saprà che disegno andranno a comporre finché non si saranno in-castrate le une nelle altre... È ciò che ha fatto la casa editrice CameloZampa con il volume ‘Potte-rologia: dieci as-saggi dell’universo di J.K. Rowling’, in uscita il 3 ottobre 2011, che raccoglie i lavori di Chiara Codecà, Amneris Di Cesare, Fran-cesca Cosi &Alessandra Repossi, Pa-olo Gulisano, Ilaria Katerinov, Ma-rina Lenti, Valentina Oppezzo, Rita Ricci, Chiara Valentina Segrè, Luisa Vassallo.

… e accendono una fiammella per i bambini ospedalizzati. E ancora, perché non destinare il ri-cavato di tale sforzo comune a un'as-sociazione di beneficenza a favore dell'infanzia? Dopotutto, anche se apprezzatissimo dagli adulti, Harry Potter nasce come letteratura desti-nata ai ragazzi. Senza contare che Harry Potter è legato all'infanzia an-che per l'impegno in prima persona, da parte della sua creatrice, a favore delle associazioni benefiche Comics Relief e Children's High Level Group (oggi ribattezzato con l'evocativo nome di Lumos), finanziati grazie ai volumetti 'Gli animali fantastici - Dove Trovarli'. ' Il Quidditch attraverso i secoli' e ‘Le Fiabe di Beda il Bardo’. Pertanto, i proventi del diritto d’autore di questa anto-logia saranno devoluti interamente alla Fondazione Theodora (www.the-odora.it ) il cui staff, composto dagli allegri Dottor Sogni, si

occupa di supportare i bambini ospe-dalizzati attraverso la terapia del riso ispirata alla filosofia di Patch Adams. Una potente suggestione che, grazie al suo potere di combattere quelle Creature Oscure rappresentate dal-le malattie, ci ricorda tanto la magia dell’incantesimo Riddikulus.

Potterologia fa rima anche con ecologia. Per diminuire l’impatto ecologico, il volume sarà inoltre stampato su car-ta certificata FSC. La stessa scelta era stata operata dall’editore ameri-cano Scholastic per la prima stam-pa di Harry Potter e Il Principe Mez-zosangue e di Harry Potter e I Doni della Morte e questo ci è sembrato un ulteriore elemento di continuità con lo spirito della saga che, oltre a prodigarsi in beneficenza, intende rispettare anche le foreste babbane.

Isbn

978

-88-

9058

-780

-1

Pagine 150 • € 10,00

Page 26: Io Come Autore 22

22num

eroEstratto da

Grafica © Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011.Copyright: Tutti i diritti di proprietà intellettuali relativi ai contributi inviati alla Redazione sono soggetti al © dei rispettivi autori e delle Case Editrici che ne detengono i diritti.

Quod non fecerunt barbarI

Page 27: Io Come Autore 22

27www.iocome.it

Accade raramente, ma accade tal-volta di incontrare una storia talmente interessante e bizzarra che le giorna-te ti sembrano ore di luce più lunghe e l’oscurità perde un poco la possibilità del sonno quieto. Tutto assume, dal mo-mento della conoscenza di certe vicen-de, un’atmosfera elettrica.

Ci sono storie resinose, ti si appicci-cano addosso e ti fanno sentire come un piccolo insettino giurassico in un gioiello di ambra, testimone di un se-greto e di un’informazione fondamen-tale. Da quel momento in poi diventa indispensabile liberarsi di quella storia così come ci si vorrebbe liberare da una nevrosi parlandone, un po’ come fanno quei sogget-ti alterati dalle proprie disavventure amorose e che continuamen-te ti assillano con la cronaca del loro perduto amore e con interpretazioni pin-dariche sulle reali intenzioni sommerse della loro ex. Parla-re di questa storia ri-sponde quindi alla ne-cessità di esorcizzare la sua stessa bellezza, ren-dere pubblica la vicenda è il percorso obbligato per liberarsi da una conoscenza troppo ingombrante per essere vissuta da soli nel silenzio.

L’incontro a cui mi riferisco è la let-tura di un saggio di Ejzenštejn intitola-to “Teoria generale del montaggio”.

Il regista russo Sergej Michajlovič Ejzenštejn, oltre ad essere considerato uno dei primi registi moderni, è stato anche un importante teorico del cine-ma. Si può pensare a lui come ad uno di quegli intellettuali che sanno tutto, una sorta di Borges del cinema, uno di que-gli artisti che ti danno la sensazione di avere veramente le risposte giuste, che hanno scritto su tutto e letto ogni cosa oltre che prodotto numerosi film e spet-tacoli teatrali. Alcuni studiosi hanno in-

fatti calcolato che Ejzenštejn, avendo vissuto solo 50 anni, per realizzare

la sua sterminata produzione deve non aver dormito per al-

meno quindici anni. L’e-clettismo di interessi

e la poliedricità più parossistica sembrano essere tra le sue caratte-

ristiche maggior-mente significative.

A ciò si deve ag-giungere la sua straordinaria

voglia di di-vulgare la conoscen-za, come

di Andrea Mazzacavallo

Page 28: Io Come Autore 22

28

22num

ero

estratto di Andrea Mazzacavallo

se ognuno potesse di-ventare un artista sem-plicemente esponendosi ai suoi stimoli e appro-fondendo alcune compe-tenze. La sua generosità intellettuale ha del me-raviglioso, la semplicità con cui spiega stratificazioni di si-gnificato complesse ha del miraco-loso. Viene spesso considerato come il regista della rivoluzione e ciò risponde al vero, ma è altrettanto vero che veniva dal regime considerato un intellettuale e un artista scomodo proprio per le sue capacità interdisciplinari e per il suo es-sere una figura libera e internazionale.

È significativo ricordare gli eventi e il contesto storico-politico del periodo in-torno alla II Guerra Mondiale, lasso di tempo in cui il regista era impegnato a re-alizzare il film in due puntate “Ivan il ter-ribile”. La prima puntata uscì nel 1943 e riscosse un notevole successo di pubbli-co. Successivamente il regista si dedicò per 5 anni alla produzione della secon-da puntata in cui sono presenti allusio-ni metaforiche alla tirannia vigente. Alla fine della lavorazione e del montaggio andarono con tutta la troupe all’albergo Dobroy Nochi di Mosca per festeggiare quando, durante la cena, giunse una te-lefonata dal Cremlino in cui chiedevano del signor Ejzenštejn. Andò alla cornetta felice ma gli comunicarono che il film era stato censurato dalla commissione di

vigilanza e che non sarebbe stato distribuito nelle sale.

Qualche anno prima scri-ve il saggio “Teoria gene-rale del montaggio”(1937), in cui spiega alcune opere

d’arte che costituiscono esempi di montaggio pre-cinematografico. Tra le al-

tre opere il regista analizza l’imponente baldacchino di

Gian Lorenzo Bernini collo-cato al centro della Basilica

di San Pietro a Roma. Si tratta di un altare in cui recita messa solo il

Papa e solo in occasione di particolari ricorrenze religiose. L’altare, alto 11 metri e sormontato da quattro colon-ne tortili, fu progettato e costruito dal Bernini intorno al 1633 su commissio-ne del papa Urbano VIII, Papa della fa-mosa e potente famiglia Barberini. Per costruire tale monumento furono fatte fondere anche alcune statue in bronzo del Pantheon, il tempio degli dei. Da ciò il noto detto romano attribuito al sarto Pasquino “Quello che non fece-ro i barbari, fecero i Barberini”. Infatti spesso questa famiglia di committenti utilizzava con una certa disinvoltura anche materiali di edifici più antichi per risparmiare sulla costruzione di quelli nuovi.

Ma tornando all’altare. Alla base delle quattro colonne sono presenti otto bassorilievi, due per ogni colon-na. Queste sculture rappresentano lo stemma araldico della famiglia Barbe-rini raffigurante tre api, simbolo della

Page 29: Io Come Autore 22

29www.iocome.it

Quod non fecerunt barbari

laboriosità della suddetta famiglia. Gli otto bassorilievi sembrano identici e in-vece sono tutti diversi e tutti legati tra di loro a raccontare una storia che ha dell’incredibile. Un piccolo film preci-nematografico è stato inciso nel cuore della basilica romana. Ejzenštejn cita a tal proposito numerosi critici d’arte e storici in quanto dal momento in cui questo monumento fu realizzato, ha ca-talizzato l’interesse degli specialisti di tutto il mondo. Alla base di questi stemmi apparentemente iden-tici c’è infatti la rappresen-tazione anatomica dell’utero femminile durante le diverse fasi della gravidanza. Tale rap-presentazione composta dalle pieghe di un tessuto marmoreo, testimonia l’elevatissimo grado di competenza ana-tomica del Bernini. Ma non basta. Sopra ad ogni stemma è raf-figurato il viso di una donna che inizialmente ha un’espressione rilas-sata, ma progressivamente questa espressione si fa più dolorante fino alla smorfia dello strazio e dell’orrore. Alla fine, al posto del viso di donna, c’è il volto di un putto, del figlio da lei avuto.

Ebbene tutti i critici, gli storici e i gi-necologi concordano sulla rappresenta-zione che il Bernini ha compiuto della maternità, ma la storia che ribolle sotto l’altare e dal regista riportata è tanto bizzarra quanto praticamente scono-sciuta.

Sembra infatti che la sorella minore di un giovane scalpellino che lavorava per il Bernini fosse stata messa incinta da Taddeo Barberini, nipote del Papa Urbano VIII.

È bello immaginare che il Bernini fos-se un artista superbo e spocchioso, un uomo cinico e insopportabile a cui in-teressavano solo i suoi progetti archi-tettonici ed artistici. Per nessuno aveva

tempo, neppure per il Papa. Bernini era un artista superlativo ma un uomo antipatico, avido e senza scrupoli.Solo per la piccola Maria Pia ave-

va umanità. Solo per lei, che aveva visto crescere nella sua dolcezza, aveva cuore. In sua presenza l’ar-roganza e il sarcasmo trovavano sospensione. Quando il fratello di

Maria Pia la portava nei can-tieri, il rude Bernini la tene-va sulle ginocchia come un padre, la faceva giocare e

ridere. Ma divenuta più grande Maria

si fece abbindolare da quel mar-pione senza religione di Taddeo. Al Bernini partì un embolo di rab-bia che quasi gli occluse la giugu-lare. L’unica persona in grado di intenerire il suo cuore granitico

era finita tra le braccia lussuriose

Page 30: Io Come Autore 22

30

22num

ero

estratto di Andrea Mazzacavallo

di un Taddeo che fingeva di non sapere nulla e si nascondeva tra le pieghe del-la sua potente coperta familiare. Il Ber-nini andò da Urbano per intercedere in nome della giovane ragazza. Il Papa, chiaramente, un po’ spiegò e un po’ sfot-té. Come poteva un Barberini sposare la sorella di uno scalpellino?

Ebbene il grande artista decise in fret-ta, scolpì, piantò un chiodo profondo e inossidabile proprio nel luogo in cui tutti lo potevano vedere, nel centro, nell’om-belico stesso della Basilica. La Madre Chiesa non aveva nessun appiglio, nes-suna possibilità di modificare quella si-tuazione, l’altare era già terminato, il pagamento già effettuato, il nome della famiglia già segnato nell’eternità della pietra. Una burla!

Ejzenštejn intanto è in quell’albergo di Mosca a festeggiare la fine della lavora-zione, sono tutti contenti, hanno fatto un grande lavoro anche questa volta. Non vede l’ora che il pubblico si faccia travol-gere dal ritmo del suo nuovo film. Squilla il telefono. Lo cercano. È il Crem- l ino , è il compagno Stalin.

Gli censurano il film e con parole che non lasciano dubbi gli descrivono i confini di una strada stretta, di un’ar-teria in cui solo può scorrere il san-gue. Sergej Michajlovič ha un infarto improvviso e muore in pochi minuti sul pavimento in ceramica damascata del Dobroy Nochi Hotel di Mosca.

Poco dopo la telefonata il dittatore decide di farne una seconda. Il compa-gno Stalin decide di telefonare ad Ur-bano VIII, ci si deve sempre aiutare tra colleghi, pensa. Bisogna avvertirlo, il Bernini lo sta infinocchiando. Quando il potere si lascia raggirare non è mai un bene, qualsiasi sia il colore del do-minio, esso va tutelato dall’entropia e dalla barbarie sempre in agguato.

Prende il telefono. Compone il nu-mero nel tempo ma purtroppo trova occupato. La storia compie così il suo declino.

Page 31: Io Come Autore 22

LIVE CONCERTV I D E O C L I P

VID

EOIN

STA

LLA

ZIO

NI

RAPPRESENTAZIONI TEATRALIVIDEO AZIENDALI

CORTOMETRAGGI e DOCUMENTARIprogettazione video

pia

ni di p

rod

uzione

sto

ryb

oa

rdsceneggiature

alle

stim

ent

o s

et

ca

stin

g

studi sull’illuminazione

EVENTI

mo

nta

gg

io v

ide

o

digital composing

effetti speciali

motion

grap

hic

correzionecolore

titolazione a n i m a t a

rea

lizza

zione

dvd c

rea

zione

pa

cka

ging

Seventh [email protected]/7271356Largo Brugnatelli 13/6Buccinasco (MI)

SEVENTh ART VI OffRE LA POSSIBILITà DI REALIzzARE A PREzzI ASSOLuTAMENTE CONCORRENzIALI VIDEO PROfESSIONALI DIALTA quALITà PER OgNI TIPO DI ESIgENzE.SCOPRI NEL DETTAgLIO I NOSTRI SERVIzI:

Page 32: Io Come Autore 22

Due giorni per chi i libri li fa, li leg-ge, li scrive. L’8 e il 9 ottobre 2011, spazi espositivi, workshop, dibatti-ti e incontri per conoscere di per-sona gli addetti ai lavori editoriali e orientarsi nel misterioso mondo

dell’editoria in maniera utile e divertente. Insieme a musica, spettacoli, cibi deliziosi e tante storie.

I PRESUPPOSTI:Come mai dopo 600 anni migliaia

di giovani istruiti, talentuosi, meri-tevoli, s’innamorano ancora perdu-tamente del mezzo di comunicazio-ne più antico del mondo? Come mai, mentre assistiamo a una crescita inedita e sorprendente delle case editrici in Italia e delle scuole di scrittura ed editoria, i dati di ven-dita dei libri scendono? Che cosa pensa chi si iscrive oggi a un corso per redattori? E che cosa si aspetta l’editore che dovrebbe assumerlo in un futuro molto prossimo? E anco-ra: quante cose i lettori sanno degli editori, e quante gli editori dei let-tori? Tutte queste domande hanno portato all’ideazione di Mal di Libri: una festa dedicata a chi ha il chiodo fisso dei libri e della lettura, nella speranza di trovare più risposte (e più soluzioni) possibili attraverso l’incontro reale e funzionale con gli addetti ai lavori. Un fine settimana per chiarirci le idee e provare ad af-frontare la crisi che minaccia di tra-volgere anche i libri e la fantasia di ognuno di noi.

IL CIRCOLO DEI LETTORI

22num

ero

appuntamenti

Per informazioni:ARCI FORTEBRACCIO, ARCI FORTE FAN-FULLA E ARCI ROMASabato 8 e domenica 9 ottobre 2011 dalle 11 alle 22.Info: Chiara Di Domenico tel. 338 9350282 – [email protected]://www.arci.it/associarsi/le_convenzioni_locali_di_interesse_nazionale/convenzioni_lo-cali_di_interesse_nazionale/index.html

8OTTO-BRE

32

Page 33: Io Come Autore 22

33

3 CONFERENZE SULL’EGITTO DEI FARAONI

DA OTTO-BRE

K E M E TA T R I E S T E

C O M I T A T O

Meraviglie ed enigmi di un capolavoro del Rina-scimento egiziano. Dal 1996 la Missione archeo-logica italiana a Luxor/Tebe, Egitto, è impegnata nello scavo del Complesso di Harwa e Akhimenru.Si tratta di due sepolcri della prima meta del sec VII a.C., periodo che corrisponde alla fase finale del dominio sull’Egitto di sovrani di stirpe nubiana (XXV dinastia). Le ricerche effettuate finora hanno consen- tito di riportare alla luce decorazioni di fattu- ra e delicatezza mirabili ispirate al passato della Civilta Egizia, che hanno portato a definire “Rinascimento egiziano” l’epoca in cui furono prodotte. La vastita della Tomba di Harwa (4.000 Mq) è una prova dell’importanza di questo personaggio. Nel corso degli scavi e stata trovata una statuina funeraria che lo ritrae, con in mano le insegne della regalita faraonica. L’egittologo Francesco Tiradritti è il direttore della Missione. Ha compiuto scavi in Italia, Sudan e Egitto, dove lavora dal 1988. È stato consulente per 13 anni della collezione egizia delle Civiche Raccolte Archeologiche di Milano e ha insegnato presso gli Istituti Universitari di Napoli e di Foggia. Ha ottenuto la cattedra di eccellenza in Storia dell’Arte all’Universita di Memphis. Ha organizzato mostre egittologiche in Italia, Egitto, Spagna e Slovenia.

Per informazioniFrancesco Tiradritti | 7 ottobre 2011 | ore 17.30 Dove: Sala San Nicolo - Palace Suite Trieste, via Dante 6Tel: + 39 392 9134123www.percorsidicultura.it - [email protected] libero, accessibilita fino a esaurimento dei posti

Page 34: Io Come Autore 22

34 Io come Autore

Page 35: Io Come Autore 22

www.iocome.it 35

Io Come Autore

È una rivista di EbooksErvicE srl

rEdazionE-amministrazionE dirEttorE rEsponsabilE: GiorGio GinElli

rEsponsabilE EditorialE: marika barbanti

rEsponsabilE approfondimEnti: @Eldica66art dirEctor: simona Gornati

corrEzionE bozzE E Graphic dEsiGnEr: laura rinaldi

via po, 44 - 20010 prEGnana milanEsE

tEl. 02/93590424 - fax 02/[email protected]

ufficio pubblicità:tEl 02/93590424 - fax 02/[email protected]

avvErtEnza

EbooksErvicE srl non si assume la responsabilità sul contenuto degli articoli che resta a carico degli au-tori, i quali lo inviano a titolo gratuito senza ricevere alcuna ricompensa in merito. In caso di pubblicazioni parziali del testo, resta l’impegno della Redazione di non modificare i dati o distorcerne il significato. Ebo-okservice Srl sarà libera di non pubblicare testi in contrasto con le leggi italiane vigenti.

copyriGhtTutti i diritti di proprietà intellettuali relativi ai contributi inviati alla Redazione (testi e immagi-ni); sono soggetti al copyright dei rispettivi auto-ri e delle Case Editrici che ne detengono i diritti. Testi e fotografie non saranno restituiti.