Io Come Artista 19

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Foto by Dina Nerino Anno 2 N.19 Aprile 2012 - Periodico quindicinale - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011. Bartolo Curva Maurizio Manzieri Ilaria Ricci L’arte nel ‘900 Il restauro: prima e dopo llustrazione di Maurizio Manzieri: The Year’s Top Short SF Novels, - Digital – (Infinivox Audio CD, USA 2011). numero 19 www.iocome.it

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Rivista dedicata agli artisti, fotografi, designers, illustratori e atutto il mondo dell'arte

Transcript of Io Come Artista 19

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Foto byDina Nerino

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Bartolo Curva Maurizio Manzieri

Ilaria Ricci L’arte nel ‘900 Il restauro: prima e dopo

llustrazione di Maurizio Manzieri: The Year’s Top Short SF Novels, - Digital – (Infinivox Audio CD, USA 2011).

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sommario

in copertinaOpera di Maurzio Manzieri

The Year’s Top Short SF Novels

Le Civettedi Daniela Canale“Sotto l’abito ella ha un corpo”

IllustratoreMaurizio ManzieriMilanoAutoclassica

FotografaIlaria SanchoTra Foto e Moda

Eventi del ½ meseMilano - Viareggio - Faenzaun viaggio nell’arte

ArtistaBartolo CurvaDipingo le mie emozioni.

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La cura dell’arteRestauratriceI Fiammenghini, fratelli di talento

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editoriale

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Siamo tutti pazzi. Beninteso, ognuno con un grado differente, ma co-munque tutti pazzi. Un seme di pazzia alberga in ognuno di noi, pena l’estinzione; è la pazzia a garantirci la sopravvivenza.Basta guardarsi intorno, in qualsiasi luogo ci capita di essere, per trovarne traccia. In tram, in fila allo sportello di una banca, o in posta, in un ristorante, sul marciapiede di una grande città o di un paese di periferia.

Se vogliamo essere ancora più colpiti dal fenomeno, basta aprire le pagine di un quotidiano, seguire un telegiornale per più di venti minuti, sbirciare uno de-gli innumerevoli talk-show su una delle tante reti televisive. Basterebbe anche ascoltare la radio, tra una canzone e l’altra.

Non so cosa induca la pazzia; forse un maligno gene specifico, forse un mec-canismo di difesa immunitaria. Il guaio non è la pazzia in quanto tale, ma l’in-capacità di governo da parte dell’individuo. Mi si obietterà che la pazzia –in quanto tale – è ingovernabile dall’individuo.

Eppure c’è una parte della nostra mente che opera in tal senso e usa la pazzia non per farci divorare, ma per avviare l’oscuro istinto alla creazione artistica. Con i risultati che a volte, spesso, ben vediamo, racchiusi e ordinati in un mu-seo, in una mostra, in una galleria. Etichettati, schedati, sedati.

L’arte è comunque il modo migliore per governare la pazzia.

Giorgio Ginelli

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ManuelaLa cura dell’arte

Sono una restauratrice di 30 anni a spasso per l’Italia. Vado dove mi porta il lavoro, che è la mia passione più grande. Le mie mani somigliano spesso a quelle di un muratore, così come il mio abbigliamento, ma sono gentili e precise come quelle di un chirurgo.

Restauratrice

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I Fiammenghini,fratelli di talento

La cura dell’arte

Sono passati alla Storia con il nome di Fiammen-ghini, perchè il loro babbo era di Anversa. Sono vissuti nel ‘600, Giovan Mauro Della Rovere e il fratello Giovan Battista, e il Rinascimento scorre-va loro nelle vene e si tramutava in dipinti. Dida-scalici, commissionati dalla Chiesa, ovviamente. Fumetti di sedici metri quadrati l’uno, due tele enormi che raccontano, in quattro scene ciascu-no, i momenti salienti della vita di San Fran-cesco d’Assisi, racconti illustrati per il popolo dipinti nel 1640.Due tele che appartengono a Brera (sì, quella di Milano) e che sono appesi da sempre alla chie-sa di Boffalora (sì, Sopra Ticino), lungo il Naviglio Grande. E sono lì “per colpa” di Napoleone, che quando era re d’Italia voleva costruire il più gran-de museo dell’arte cisalpina, e ancora prima di farlo aveva accumulato opere su opere, che poi Brera ha dovuto smistare per non perdere (e chis-

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Un momento della presentazione del prof. Carmelo Lo Sardo sul restauro dei dipinti alla chiesa di Santa Maria Della Neve di Boffalora

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ManuelaLa cura dell’arte

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Prima

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sà quante poi hanno preso al-tre destinazioni). Anzi, molte di queste (circa trecento) giaccio-no ancora nei suoi magazzini, emblema di quest’Italia che non sa quasi che farsene di un’arte inestimabile.Due tele che nessuno conosce-va più, appese fino a due secoli fa in una grande chiesa di Milano che oggi non esiste più, prima degradata a stalla e poi distrut-ta. Annerite dalla cenere delle candele, dai fumi del riscalda-mento al petrolio, da polvere e detriti che l’umidità ha comple-tamente nascosto, strappate e stuccate grossolanamente.Che sorpresa, quindi, risco-prire certi colori, che sorpresa ritrovare volumi e vesti ricche, pose classiche e prospettive inedite e paesaggi fiabeschi. Pulire delicatamente la tela, la-sciando prima dei tasselli, delle porzioni intatte, per capire come ha agito il tempo, per capire come questo sia penetrato in profondità e valutare i passi da fare. Come reintegrare. Come recuperare la cornice.Che finezza rendersi conto di quante mani hanno lavorato a bottega, di quali e quanti tratti

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Particolari

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diversi vi si riconoscono. Trova-re, in un angolo, un cane, sim-bolo di fedeltà e comparso già in un’altra opera probabilmente di fattura di Giovan Mauro.Che bello sapere che questo re-stauro è tutto merito del gesto gentile di un prete prossimo alla “pensione”, che vuole solo fare un omaggio al suo paese.

O forse no, non serve a nulla. O forse Napoleone avrebbe fatto meglio a portarsi tutto via. For-se non ci meritiamo neanche questi due Fiammenghini, di cui non sapremo mai molte, molte cose. Lo dimostra lo stupore dei Boffaloresi che si sono ritrovati qualche sabato sera fa proprio nella chiesa di Santa Maria Del-la Neve ad ascoltare stupiti le fasi del restauro, illustrate dal prof. Carmelo Lo Sardo con molti “prima” e “dopo”, testi-moni di una scoperta. Scoperta celebrata con il Corpo Musicale dello splendido borgo adagiato lungo il Naviglio e il Coro Vocal Ensamble XXI, che ha polifoni-camente interpretato le arie del tempo degli artisti.

Manuela Carrozza

ManuelaLa cura dell’arte

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Particolari

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Bartolo Cuva Artista

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Sono nato in provincia, tra Siracusa e Catania, (alcuni dicono che abbiamo preso geneticamente l’adrenalina inte-riore dei catanesi soffocata dalla flem-ma dei siracusani)!Diploma di maturità artistica in pittura; un vano tentativo universitario; abban-dono la pittura e faccio diversi mestieri, dal lavapiatti all’operaio in fabbrica in Germania; dal netturbino al bidello.Dal 2003 assistente tecnico di labora-torio pittura in un liceo artistico.Dal 2004 inizio a riprendere i pennelli in mano…terrore!! La mia mano si era anchilosata, non ri-uscivo più a disegnare ne a dipingere; inizio un nuovo percorso, fatto di stu-dio, esercizi grafici, di copie dal vero, complicato, difficile, estenuante, a trat-ti mortificante e deprimente…ma affa-scinante sfida con me stesso e la gran-de riscoperta della pittura, del rapporto col colore. Il lavoro al Liceo è entusia-smante, soprattutto per gli stimoli cul-turali e visivi quotidiani!

Bartolo Cuva Artista

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SEMPLY LOVE

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Dipingo, e metto in pratica anche la tecnica della tessitura acquisita anni prima, un bel connubio: pittura e tessi-tura, sensazione visiva e tattile.Realizzo diversi lavori con questa tec-nica, mi piace, ho buoni risultati, mi permette di rilassarmi, riflettere, pen-sarmi; ma è una tecnica con un lavoro preliminare complesso, fatto di rimet-taggio e pedalate, bisogna seguire de-gli schemi ben precisi e il lavoro proce-de lentamente, ed il senso di libertà viene meno.Quello che mi interessa è l’immedia-tezza nel decodificare le mie emozioni e posso farlo solo col libero colore, ecco che nascono i miei astratti. Pen-sieri ed emozioni scavati e ritrovati at-traverso quel “io osservante” (Freud) che guardando interiormente permette di entrare, attraverso un varco, nella storia della propria anima.Tutto non è sempre chiaro, messo a fuoco, attraverso forme e colori tradu-co lo stato d’animo in un linguaggio pittorico immediato e quasi istintivo lasciandone viva l’essenza; realizzo al-lora tele e cartoni coi colori della mia anima, e senza rendermene conto coi colori del mia terra, i gialli, i blu, i verdi, le terre, i rossi irradiati di luce e mezze ombre.

Bartolo Cuva Artista

IL CIELO NEL DESERTO

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Finora ho dipinto solo per me, per sod-disfare un mio bisogno, ora è giunto il momento di condividere con “altri” i miei pensieri e gli “altri” sono fonte speciale ed inesauribile di stimoli.

Ma come condividere con altri?Nel vostro giornale leggo il punto di vi-sta della gallerista Raffaella Silberna-gl…mi confondo e mi stimola allo stes-so tempo; io non sono giovane, non ho mai avuto una recensione, nessun cri-tico mi conosce, non sono bello o fa-moso, non piaccio alle veline, non sono mai stato in televisione e sono clikkato su Facebook solo da alcuni amici, for-se solo per cortesia.Che faccio allora?Come posso comunicare agli altri la mia anima?Collettive o personali, ci vogliono posti giusti, situazioni giuste e comunque ci vuole denaro!Il magazine web “io come artista” me ne potrebbe dare da la possibilità, beh…ci provo!va bene, non ho i requisiti sopra de-scritti ma in fondo che ho da perdere? tentare non costa niente, potrebbe es-sere la volta buona!!

Vivo e lavoro attualmente nel luogo di nascita .

Bartolo Cuva Artista

UNTITLED (XY

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I was born in the province, between Syracuse and Catania, (some say that genetically we took the interior of the adrenaline of Catania choked by phlegm of Syracuse)!Diploma of artistic maturity in painting, a vain attempt college; abandoned painting and do various jobs, from di-shwasher to the worker at the factory in Germany, from garbage man to the janitor.Since 2003, assistant laboratory tech-nician painting in a art school.From early 2004 to take up the brush in hand... terror!My hand was stiff, I could not draw it to paint, start a new path, because of stu-dy, exercises, charts, copies of the real, complicated, difficult, exhausting, so-metimes humiliating and depressing but fascinating challenge to me ... himself and the great rediscovery of painting, the relationship with color. The work at the high school is exciting, especially for the cultural and visual stimuli newspapers!I paint, and put into practice the tech-nique of weaving first year experience, a nice combination: painting and wea-ving, visual and tactile sensation.

Bartolo Cuva Artista

VIAGGIO..MA MAI IN BIANCONERO

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I realize several works with this techni-que, I like, I have good results, it allows me to relax, reflect, think, but it is a complex technique with a preliminary work, done rimettaggio and cycling, you must follow very specific patterns and the work proceeds slowly ... and the sense of freedom and is not.What interests me is the immediacy in decoding my emotions and I can only do so with free color, who are born here is my abstract. Thoughts and emotions dug through and found that “observing ego” (Freud) that allows you to look inwardly to enter through an opening in the history of his soul.Everything is not always clear, focused, through forms and colors translate the mood in an immediate and almost in-stinctive pictorial language leaving ali-ve the essence, then realized canvases and boxes with the colors of my soul, and without realizing it the colors of my land, yellows, blues, greens, the earths, the irradiated red light and half sha-dow.So far I have painted just for me to sa-tisfy my need, now is the time to share with “other” my thoughts and the “others” are special and inexhaustible source of stimuli.

Bartolo Cuva Artista

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NELL’OCEANO DELLA VITA IL PASSAGGIO DEL SENTIMENTO E DELL’EMOzIONE SONO INTENSI E PROFONDI MOMENTI!

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But how to share with others?In your newspaper, I read the views of the Galleria Raffaella Silbernagl ... I am confused and I stimulates at the same time, I’m not young, I never had a re-view, no critic I know, are not beautiful or famous, do not like the showgilrs, I’ve never been on television and are just clik on Facebook by friends,

perhaps only out of politeness.

What do I do then? How can I com-municate to others my soul?Collective and personal ... it takes the right places, situations, and in any case we just want money ...!The web magazine, “I as an artist” I could give the chance, well ... I try!

Bartolo Cuva Artista

okay, I do not have the above criteria but basically I have to lose? groped costs nothing, could be the right time! I live and work today in the place of birth.

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okay, I do not have the above criteria but basically I have to lose? groped costs nothing, could be the right time! I live and work today in the place of birth. AUTUNNO

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Bartolo Cuva Artista

[email protected]/greenskyhttps://www.facebook.com/profile.php?id=1407347174

TANGO

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[email protected]/greenskyhttps://www.facebook.com/profile.php?id=1407347174

SITOGRAFIAhttp://www.gigarte.com/iscritto/index.php?username=bartolocuva

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Bartolo Cuva Artista

jAzz IN UN TRAMONTO INCISO

www.gigarte.com

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APRI QUELLA PORTAwww.gigarte.com

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le civettele civette

Di origine ucraina, Sonia Terk arrivò a Parigi nel 1905 dove, a soli 20 anni, cominciò a di-pingere opere d’ispirazione espressionista e dove, solo cinque anni più tardi, sposò il pit-tore Robert Delaunay con il quale iniziò anche un appassionato sodalizio artistico interrotto solo dalla morte di lui, avvenuta nel 1941.

La ricerca dei due artisti si diresse verso le te-orie del colore di Chevreul e sugli effetti della rifrazione della luce, ricerche che li portarono, nel 1912, a creare una nuova corrente all’inter-no del movimento cubista, l’Orfismo (termine che deriva da Orfeo, mitico musico della mi-tologia greca) che intendeva esaltare l’intima

Una delle caratteristiche dell’Arte del Novecento è di aver esteso il con-cetto di pittura e scul-tura anche a quelle di-mensioni espressive che prima erano relegate nel mondo delle arti minori o dell’artigianato, e così si è assistito ad uno scam-bio sempre più proficuo tra il Design, la Moda, la Decorazione e le forme tradizionalmente proprie dell’Arte più strettamente intesa.

Una delle pro-tagoniste indi-scusse di questo passaggio è sta-ta l’artista Sonia Terk Dealunay, alla quale la Fon-dazione Marconi di Milano ha de-dicato, in questi giorni, la mostra “Sonia Delaunay, Atelier simultanè 1923-1934”.

“SOTTO L’ABITO ELLA HA UN CORPO”( Blaise Cendrars 1914)

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Sonia Delaunay indossa una sua creazione

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natura musicale in cui le scompo-sizioni del colore, con i loro effetti di compenetrazione, simultaneità e dinamismo, acquistano un valore autonomo, indipendente dagli oggetti rappre-sentati.

Sonia cercò di portare l’Orfismo oltre i con-fini della pittura e dal 1913 realizzò le prime creazioni astratte di carta e tessuto e le prime produzioni “simultanee” nell’ambito dell’abbi-gliamento tanto che l’amico e poeta Guillame Apollinaire sul Mercure de France parigino nel 1914 scrisse “LOrfismo simultaneo ha pro-dotto delle novità vestiarie che non sono da trascurare… Il Signore e la Signora De-launay sono dei novatori. Non si preoccu-pano dell’imitazione delle mode antiche, e, giacchè vogliono essere del loro tempo, non cercano affatto di innovare nella forma del taglio degli abiti, seguendo in questo la moda del giorno, ma cercano d’influenza-re utilizzando materie nuove infinitamente variate nei colori”Nota curiosa ed interessante è che, con que-sto articolo, Apollinaire si pose in polemica con il “Manifesto del Vestito Antineutrale” pubblicato da Balla nel maggio dello stesso

anno, negando così l’originali-tà delle proposte del futurista italiano ed evidenziando inve-ce il primato delle ricerche dei Delaunay.Nel 1923 Sonia fu chiama-ta da una Casa di Lione in-teressata ai suoi disegni di stoffe, abiti ed ambienti si-multanei e al Salon D’Au-tomne parigino del 1924 propose la “Presentazione cinematica simultanea” delle sue stoffe, realizza-ta in modo cinetico utiliz-zando un dispositivo di

rulli verticali che “permettono uno svolgimento simultaneo di forme co-lorate all’infinito”. Nello stesso anno l’artista aprì il suo Atelier Si-multanè, un laboratorio dove venivano abbat-tute le tradizionali frontiere tra i diversi settori, in una perfetta armonia creativa.Ed è proprio a questa intensa ricerca che si ri-volge la mostra alla Fondazione Marconi, che pertanto non risulta essere indirizzata solo agli appassionati d’arte ma anche a chi opera nel “settore Moda”.

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le civettele civette

In esposizione, infatti, moltissime gouaches, provenienti da numerosi collezionisti, di textu-re tessili ispirate sia a giochi geometrici che a divagazioni floreali e realizzate su supporti differenti, come la velina, la carta da spolvero o il cartoncino, attraverso l’uso sapiente del bianco e nero e di una ben calibrata gamma di colori. Tutte le opere sono rigorosamente completate da cornici che riprendono in modo raffina-to le tinte dominanti del tessuto riprodotto e che ri-mandano al sapiente mestiere della famiglia Marconi.

Gli studi della Delaunay, elaborati fra il 1923 e il 1934, sono raccolti anche nei suoi “Libri n e r i ” che costituiscono un patrimonio

inesauribile di progetti di grande fantasia combinatoria, anticipan-do persino soluzioni della ricerca pittorica non figurativa dei de-cenni a noi più vicini.In mostra si possono vedere an-che alcuni figurini sia originali, sia riprodotti in serie nel 1977 e numerati per formare un “ca-deau d’Artiste” a ricordo del-la rappresentazione teatrale “Le coeur à gaz” dell’amico Tristan Tzara, nonché altre riproduzioni di “arte simul-tanea”.In particolare queste ri-produzioni sono propo-ste nella Galleria Studio

Marconi ’65, autorizzata alla vendita di serigrafie numerate e

curate dall’Artista stessa prima della sua mor-te, avvenuta nel 1979. Donna di grande talen-to, la Delaunay è stata prima di tutto pittrice e contemporaneamente creatrice di tessuti, abiti, arredi, costumi, scene teatrali e persino libri per i suoi amici poeti. Il suo sguardo si è sempre spinto al di là delle convenzioni, pro-iettandosi di volta in volta su territori diversi ma soprattutto anticipando i tempi e le “mode”.

Daniela Canali

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Maurizio Manzieri

illustratore

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Maurizio Manzieri

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Maurizio Manzieri è un illustratore free-lance che si è affermato nel campo del-la letteratura fantastica. Lo Studio dove sogna i suoi universi è una piccola oasi all’interno di un appartamento nel cuo-re di Torino. Il suo angolo lavoro appare molto tecnologico: accanto a una libre-ria rifornita di volumi d’arte, ci sono ri-sme di carte per schizzare con matite e pennarelli, uno scanner, un potente i-Mac, diversi portatili e una tavoletta da disegno Wacom Intuos.

La sua produzione è apparsa sulle co-pertine di molte prestigiose riviste e li-bri di importanti case editrici sia in Italia che all’estero: Mondadori, Longanesi, TEA, Editrice Nord, Fanucci, Interzone, The Magazine of Fantasy & Science Fiction, Asimov’s SF, Putnam/Berkley e Subterranean Press.

Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Pre-mio Europa, due volte il Premio Italia e nel 2003 il Chesley Award, conferito

Maurizio Manzieri

illustratore

FIVE ThRILLERS BY RO-BERT REED – Digital –2009 Chesley Award No-minee (The Magazine of Fantasy andScience Fiction,USA, 2008)

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negli Stati Uniti da ASFA, l’Associazio-ne degli Artisti di Fantascienza e Fan-tasy. I suoi dipinti digitali, periodica-mente selezionati per annuari di settore, tra cui Spectrum, the Best in Contem-porary Fantastic Art, sono stati esposti in mostre intorno al mondo, dall’Ameri-ca, all’India. Se desiderate saperne di più sull’artista, potete visitare il suo sito ufficiale (www.manzieri.com). Tra i di-versi canali d’informazione c’è anche una pagina Facebook dove l’Artista po-sta per i fan le sue creazioni digitali più recenti.

Il Portfolio

Le donne di Manzieri sono spesso un ibrido tra esseri umani e macchine, pronte a sfruttare il loro aspetto este-riore, potenziato grazie a interventi ci-bernetici di una tecnologia avanzata. I concetti di bellezza, sesso e identità sono stati studiati e sublimati nel futu-ro, divenendo una scelta di vita. I suoi personaggi sono assorti, impegnati

Maurizio Manzieri

illustratore

LázARO Y ANTONIO BY MARTA RANDALL– Digital – 2008 Chesley Award Nominee (The Magazine of Fantasy and Science Fiction, USA, 2007)

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nelle professioni di pilota d’astronave, mercenario o principessa di una corte interstellare, e all’artista piace ritrarli in istantanee su altri pianeti, mostrando la loro personalità dietro uno sguardo pe-netrante, concedendo allo stesso tem-po visioni su scenari di stazioni spazia-li e architetture aliene.

Manzieri è sempre stato affascinato dal concetto di Bellezza. È qualcosa di astratto che siamo in grado di ricono-scere nelle persone, in oggetti creati dall’umanità, o in un tramonto, o in im-magini che arrivano a noi dal telesco-pio hubble… Nelle donne la bellezza è il risultato della selezione genetica, tut-tavia la corretta composizione degli elementi che caratterizzano un viso modificano il livello di percezione e ap-prezzamento del loro dono.

Questo processo un giorno sarà artifi-ciale e facilmente disponibile come un avatar virtuale usa-e-getta. Scienziati e artisti saranno in grado di costruirla.

Maurizio Manzieri

illustratore

ThE ANTS OF FLAN-DERS BY ROBERT REED – Digital – (The Magazine of Fantasy and Science Fiction, USA, 2011)

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Maurizio Manzieri is a freelance illu-strator renowned in the field of the fantastic literature. The Art Studio where he dreams his Universes is a small oasis in a flat in the heart of the town of Turin, Italy. The working cor-ner is highly technological: beside a great library with a collection of art volumes, there are loads of paper for sketching with pencils and felt pens, a scanner, a powerful iMac, several laptops and a drawing tablet Wacom Intuos.

His artwork has appeared on the co-vers of the most prestigious magazi-nes and books of leading Italian and International publishing companies: Mondadori, Longanesi, TEA, Editrice Nord, Fanucci, Interzone, The Maga-zine of Fantasy & Science Fiction, Asimov’s SF, Putnam/Berkley, and Subterranean Press.

During the course of his career he has received countless honors, including

Maurizio Manzieri

illustratore

PICTURES FROM AN EX-PEDITION BY ALEX IRVINE – Digital – (The Magazine of Fantasy and Science Fic-tion, USA, 2003 / Spectrum, The Best in Contemporary Fantastic Art, USA, 2004)

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the Europe Award, the Premio Italia (twice) and, in 2003, the Chesley Award, conferred in the United States by ASFA, the Association of Science Fiction & Fantasy Artists. His digital paintings, periodically chosen for an-nuals, including Spectrum, The Best in Contemporary Fantastic Art, have appeared in many exhibitions around the world, from America to India. If you want to know something more about the artist, visit his official web-site (www.manzieri.com). He has got a Facebook page too, where he ke-eps posting for the fans his latest di-gital creations.

The Gallery

The women of Manzieri are often a hybrid of human beings and machi-nes taking advantage of their exterior features, enhanced thanks to cyber interventions of an advanced techno-logy. The concepts of ‘beauty’, ‘sex’ and ‘identity’ has been studied and

Maurizio Manzieri

illustratore

ThE ChASE BY CLIVE CUSSLER – Digital – (Putnam/Berkley,USA, 2007).

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isolated in the future, becoming a choice of life. His characters are wistful and busy in their professions as starship pilots, mercenaries or princesses of an interstellar court. The artist likes to portrait them in snapshots on other planets, showing their personality in a deep gaze, con-ceding at the same time a glimpse to a background of space stations and alien architectures.

Manzieri has always been very fasci-nated with the concept of Beauty. It’s something abstract that we are able to recognize in people, or in objects created by people, or in a sunset, or in pictures arriving from the Hubble telescope… In women beauty is the result of genetic selection, yet the correct assemblage of the lines in their face features changes the de-gree of perception and appreciation of their gift. This process one day will be artificial and easily available as a disposable virtual avatar. Scientists and artists will be able to engineer beauty.

Maurizio Manzieri

illustratore

ALPhA AND OMEGA BY PATRICIA BRIGGS – Digital - (Subterranean Press, USA, 2009 / Bragelonne, France, 2011)

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Maurizio Manzieri

illustratore

www.manzieri.com

IKLAWA BY DONALD MEAD– Digital – (The Magazine of Fan-

tasy and Science Fiction,USA, 2006)

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Maurizio Manzieri

illustratore

WE, ROBOTS – Digital – (Infi-

nivox Audio CD, USA 2010)

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LADY OF ThE YEAR 2800 - Digi-tal – (Interzo-ne, UK, 1995/ e-ma-gazine Lightspeed, USA, 2011)

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Maurizio Manzieri

illustratore

BRIONY, PRINCESS OF ShADOWMARCh

– Digital - 2003 Chesley Award Nominee

(Asimov’s Science Fic-tion, USA, 2011)

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Maurizio Manzieri

illustratore

www.manzieri.com

ThE YEAR’S TOP TEN TALES OF SCIENCE FICTION 3 – Digital – (Infinivox Audio CD, USA 2011)

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10 muri per 10 donne. Da Marlene Dietrich alla body artist, dalla punk metropo-litana alla procace bellezza felliniana: donne famose e sconosciute, reali e imma-ginarie si rincorrono nella selezione di opere dell’artista milanese Anna la Stella, in mostra dal 5 aprile al 4 maggio 2012, al Bistrò del Tempo Ritrovato di Milano.Accanto alle donne, protagonisti sono i muri, da sempre la passione e il fil rouge della produzione artistica di Anna. Muri metropolitani, che parlano al mondo. Se-gnati dal tempo e spesso di-segnati dall’uomo, con graffiti e murales. Scoperti e fotografati durante i suoi itinerari urbani, i muri diventano idealmente la tela viva – incisa di crepe e rilievi- su cui l’artista crea le sue opere, combinando e lavorando diversi scatti fotografici. Per assonanze misteriose di forme e colori, ogni fram-mento di muro “chiama” a compenetrarlo un’altra immagine (scatti che ritraggono persone e scorci urbani): il risultato è una nuova realtà.

DONNE AL MUROmostra di Anna la Stella

A IL BISTRò DEL TEMPO RITROVATO

MILANO, VIA FOPPA 4

DAL 5 APRILE AL 4 MAGGIO 2012

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Sede: Bistrò del Tempo Ritrovato, via Vincenzo Foppa, 4 MilanoOrari: Lu-Sa: 06.30-20.00; Do.: 07.30-19.00Informazioni al pubblico: 02 36503146, www.bistrodeltemporitrovato.it

Ufficio stampa: Ink-Studio giornalistico Associatovia Fara 8, 20124 Milano, tel. 02 92802705; [email protected]

Anna La StellaNata a Milano, giornalista, Anna La Stella fotografa dagli anni Settanta. Dai ritratti in bianco e nero il suo obiettivo si è spostato gradualmente su scorci del vivere urbano e, in particolare, sul paesaggio duro e irriverente delle pe-riferie. I suoi soggetti preferiti sono i muri: luoghi tanto esposti da non essere più visti.http://annalastella.com e www.facebook.com/anna.lastella

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Nei balloons dei fumetti, l’immagine di una lampadina accesa ci fa capire con immediatezza che il personaggio in questione è stato colto da un’idea lumino-sa. Un’ampia rete di operatori attivi nelle più diverse discipline, collegati tra loro, danno origine ad un’energia creativa che l’associazione culturale BAU mette in circolo dal 2004 tramite la rivista-laboratorio BAU Contenitore di Cultura Contem-poranea, un cofanetto formato UniA4 edito a cadenza annuale con contributi ori-ginali di autori internazionali impegnati nella sperimentazione di nuovi linguaggi. Electro BAU è l’espressione che meglio fotografa questa situazione ed è anche il titolo del nuovo numero Nove che verrà presentato in anteprima alla GAMC di Viareggio, a cura della redazione BAU, domenica 22 Aprile dalle ore 17.00 alle 19.30, con un ricco programma di performance, interventi sonori, installazioni e video di alcuni dei novantatre autori inclusi nella “scatola”.

ELECTRO BAUpresentazione del numero Nove di BAU Contenitore

di Cultura ContemporaneaDOMENICA

22 APRILE 2012

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Sede: GAMC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea“Lorenzo Viani” - Palazzo delle Muse - Piazza Mazzini - ViareggioOrari: ore 17.00 - 19.30 - ingresso liberoInformazioni: GAMC Viareggio tel. 0584 581118www.gamc.it - [email protected]  BAU Associazione Culturalevia A. Pucci 109, 55049 Viareggio tel. 0584 944546 - 0584 963918www.bauprogetto.net - [email protected]

Intervengono:Paolo Albani - poesie elettro-frizzanti | Silvia Ancillotti - aforismi museali | Mauro Andreani - Idea per noi, video | Artifex Mumia, Stefano Baldini e Mirco Mugnaini - performance Il santo Mila vestito di tela | Francesco Barbieri - Suburban Blues Action, disegno dal vivo | Vittore Baroni e Antonino Bove - Parole parole, per-formance | Paolo Bottari - “Rapían gli amici una favilla al Sole…”, performance-installazione | Stefania Brandinelli - azione | Daniele Ciullini - Il bacio della sirena, azione sonora | Graziano Dovichi - Make Contact, azione con musica di Stefano Giannotti | Raffaella Formenti - Grafite > Grafene > gRaffane, blog | Kiki France-schi - lettura poetica | Luca Leggero e Luca Giorgi - Elettricità, azione sonora | Margherita Levo Rosenberg - Radiografia di un incontro - BAU Viareggio 2012, opera collettiva | Ruggero Maggi - Nelle pieghe del tempo e dello spazio, video | Tommaso Meozzi - lettura poetica | Virginia Panichi - Dolce seno, installazione | Manuel Perna - Centrale elettrica, installazione | Massimo Salvoni - In Umbra Ar-boris, performance | Tommaso Vassalle - 200 mani elettriche, proiezione | Tatiana Villani - Körperland, video.

Il Contenitore BAU - presente in prestigiosi Musei, biblioteche e collezioni private nazionali e internazionali - si inserisce nella vasta tradizione delle riviste d’artista e ad assemblaggio sviluppatasi fin dagli anni Sessanta. In un’ottica relazionale e non competitiva, sensibile ai rapporti tra arte, scienza, politica e ambiente, BAU è un punto d’incontro che stimola dialoghi, confronti e scambi tra le più varie discipline: grafica, collage, fotografia e arti visuali in genere, ma anche ricerche poetiche e narrative, esperienze acustiche e performative, documenti legati al mondo della moda e del design, ecc. La rete operativa di BAU si esprime anche nella progettazione di mostre, convegni, rassegne ed eventi.

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Sede: Museo Internazionale delle CeramicheViale Alfredo Baccarini, 19, FaenzaInformazioni al pubblico: Costo: ridotto 5 euro - intero 8 euroSito: http://www.micfaenza.org - [email protected]: +39 0546 69 73 11

La scultura ceramica all’epocadi adolfo wildt

MUSEO INTERNAzIONALEDELLE CERAMIChE

FINO AL 17/06/2012 

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In concomitanza alla mostra dedicata a Wildt ai Musei di San Domenico di Forlì, il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza inaugura, il 27 gennaio,un per-corso collegato agli artisti allievi del suo tempo. Quando si parla dell’arte di Adolfo Wildt si intende necessariamente ripercorrere i grandi ambiti delle vicende artisti-che novecentesche (Simbolismo, Art Nouveau, Futurismo, Novecento, Realismo Magico). Il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, in concomitanza con la grande mostra «Adolfo Wildt. L’anima e la forma tra Michelangelo e Klimt», a Forlì fino al 17 giugno, propone un percorso all’interno della propria Collezione del Novecento alla scoperta delle opere di artisti che hanno avuto stretti rapporti con Wildt o che sono stati a lui contemporanei.Sono esposte le opere degli allievi Fausto Melotti, Lucio Fontana e l’adorato Do-menico Rambelli, poi il Liberty con Galileo Chini, Achille Calzi, Francesco Nonni, Domenico Baccarini, i contemporanei con sculture di Arturo Martini, Duilio Cam-bellotti Ercole Drei, Pietro Melandri, Giò Ponti, Anselmo Bucci e infine, giungendo agli esatti opposti in termini di poetica e di personalità, i futuristi con esperimenti di Giacomo Balla, Benedetta e Filippo Tommaso Marinetti al momento della loro esperienza ceramica faentina (1928-29) o di Albissola, dal 1929 in poi.Il percorso, curato da Claudia Casali, illustra una sorta di spaccato di eccellenza dell’arte italiana dei primi 30 anni del Novecento. La visita ruota intorno alle figure centrali di Fausto Melotti e Lucio Fontana, allievi di Wildt all’Accademia di Brera, indiscussi protagonisti di una nuova e moderna concezione di scultura. Mentre nel-la carrellata dei “grandi” nell’ambito Art Nouveau-Decò un ruolo centrale occupa Galileo Chini, di cui il Museo faentino possiede un importante patrimonio che per l’occasione verrà interamente messo in mostra, rispolverando anche alcune opere dai depositi. Qualche inedita corrispondenza riguarda invece Domenico Rambelli, straordinario scultore faentino, noto per i grandi interventi pubblici, per cui Wildt serbava una grande ammirazione.

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Ilaria SanchoFotografa

Nei primi anni 90 uno dei giochi più desi-derati dalle bambine era “Gira la Moda”, una specie di mega disco di plastica col quale potevi divertirti a comporre modellini di abiti e sentirti una piccola stilista.Credo che la mia storia nasca proprio da qui. Sin da ragazzina (devo dire ragazzi-na perchè adesso non sono molto di più, sono una giovane donna di 26 anni) ho sempre avuto la passione per la moda, la figura femminile e l’immagine intesa come disegno e fotografia.

Dopo il liceo (linguistico, non artistico come avrei sperato) ho iniziato subito a lavorare come commessa e vetrinista in vari negozi di abbigliamento della mia zona.Ma i vestiti e i manichini non mi bastavano più, non mi sentivo appagata, c’era qual-cosa che mancava.Nell’ottobre del 2010, tornando da Londra,

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Fotografa

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ascoltando alla radio una canzone degli Stooges, decisi che era l’ora di dare una svolta alla mia vita. ho lasciato il lavoro e mi sono dedicata alla cosa che da sempre mi ha fatto battere il cuore: la fotografia.I miei scatti sono frutto di tutta la mia esperienza; moda, immagine e femminilità. Curo io stessa la parte del makeup, hai-rstyle e la scelta dei look.Non sono solita parlare delle mie foto...amo farle, amo crearle e amo guardare il risul-tato finale. Citando sicuramente qualcuno, non è detto che un’opera abbia un signifi-cato ... a volte l’arte è fatta solo per essere ammirata. In attesa del mio sito personale se volete seguirmi potete farlo tramite Fa-cebook (Gail Ilaria Sancho) o seguendo il mio blog ( http://ilariasancho.tumblr.com/ ).

In the early 90’s there was one amazing toy for little girls, that so-called “Gira-la-moda” (“Turn Vogue”): a big plastic disc by wich you could create dress-sketches and have fun feeling like a young fashion desi-gner.I think this is the dawning of my artistic life.I’ve always been fashion-addicted and always had a sort of fixation for female body and images, wether these were dra-wings or pictures, since I was a very young girl (I say “very young” because now I am a young twentysix years old girl).After the high-school (linguistic courses, not artistic as I wanted) I started working

Ilaria SanchoFotografa

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Ilaria SanchoFotografa

as a shop-assistant and a window-dresser in many clothes shop around my town, but...Dresses and mannequins started fit-ting me no more: I was not satisfied by the work I has, something was missing.On October 2010, flying back from London while listening to Stooges songs, I decided my life had to change.My shots are soaked with all my experien-ces: vogue, femininity and imagery.I personally take care of everything for my models: makeup, hairstyle and outfits.I’m not definetely into talking about my pictures...I like shooting, I like creating and I love contemplating the final result.Someone said once that a masterpiece is not always supposed to have a meaning...Sometimes art is created just for being ad-mired.

Waiting for my personal website you can follow me through Facebook (Gail Ilaria Sancho) or following on my Tumblr blog (http://ilariasancho.tumblr.com/ )

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Ilaria SanchoFotografa

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Stefano BonFotografo

The music of the EyesNotes about LightIlaria Sancho Fotografa

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Ilaria Sancho Fotografa

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Ilaria Sancho

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Ilaria SanchoFotografa

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Ilaria Sancho Fotografa

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