Dalla strategia alla delivery quotidiana
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Mafe de Baggis - [email protected]
Dalla strategia alla delivery quotidiana: laboratorio di social media applicati
Mafe de Baggis [email protected]
Social media lab - Strategy Lab
28 settembre-23 ottobre 2009, IULMMafe de Baggis - [email protected]
Social media lab28 settembre-30 ottobre, IULM
Mafe de Baggis - [email protected]
Mafe de Baggis - [email protected]
Chi sono?
laurea in relazioni pubbliche (qui allo IULM), 2 anni di organizzazioni eventi, 4 anni come copywriter, 11 anni di esperienza nella progettazione e gestione di online community e di strategie di digital marketing
creatività, scrittura, empatia
4 libri, una rubrica su Punto Informatico, un blog semiserio, ore e ore perse su FriendFeed
Per i clienti
Mafe de Baggis - [email protected]
Chi sono?
donna, bianca, 35/45, buona scolarizzazione, centro città (più di un milione di abitanti), libera professionista, reddito medio, 2 carte di credito, buona capacità di spesa, proprietaria di immobili, alto consumo culturale, niente macchina, < 3 viaggi l’anno, acquista online
Per le aziende
Mafe de Baggis - [email protected]
Cosa sono i social media?
aka Digitalaka Unconventionalaka Tribalaka Community
Guerrilla - Viral - Buzz - 2.0Next thing
Mafe de Baggis - [email protected]
Cosa manca per attivarli?
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Strumenti e strategie per far emergere la personalità di un prodotto ed essere più felici (tutti, aziende e clienti)
blogsocial network
share
fascino
personalità
utiletribù
reti
widgetrss
win win
oralità
asincrono orizzontale
You
My
scrittura
always onempatiafindability
community
buzz
social mediastatus
Mafe de Baggis - [email protected]
Per le aziende nel 2009 la felicità è quello che è stata la qualità negli anni ’80
blogsocial network
share
fascino
personalità
utiletribù
reti
widgetrss
win win
oralità
asincrono orizzontale
You
My
scrittura
always onempatiafindability
community
buzz
social mediastatus
Mafe de Baggis - [email protected]
Per parlare alle personecon le personeper ascoltareper farsi trovare
blogsocial network
share
fascino
personalità
utiletribù
reti
widgetrss
win win
oralità
asincrono orizzontale
You
My
scrittura
always onempatiafindability
community
buzz
social mediastatus
Mafe de Baggis - [email protected]
blogsocial network
share
fascino
personalità
utiletribù
reti
widgetrss
win win
oralità
asincrono orizzontale
You
My
scrittura
always onempatia
findability
community
buzz
social media
status
Mafe de Baggis - [email protected]
blogsocial network
share
fascino
personalità
utiletribù
reti
widgetrss
win win
oralità
asincrono orizzontale
You
My
scrittura
always onempatia
findability
community
buzz
social media
status
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Il marketing non convenzionale, cioè il marketing tout court
Mafe de Baggis [email protected]
Social media lab - Strategy Lab
28 settembre-23 ottobre 2009, IULMMafe de Baggis - [email protected]
Social media lab28 settembre-23 ottobre, IULM
Mafe de Baggis - [email protected]
Marketing non convenzionale
Quando parliamo di Marketing non convenzionale NON parliamo di comunicazione digitale
Marketing mix
Product
Placement
Promotion
Price
People
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Marketing non convenzionale
Parliamo di un marketing mix con pesi diversi
Marketing mix
Product
Placement
Promotion
Price
People
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Marketing non convenzionale
Parliamo di un marketing mix senza brand
Marketing mix
Product
Placement
Promotion
Price
People
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Offline Online Always onPromotion Product
People (community)Price
Product (service)People (social network)Placement (on/off)Price
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Omogeneità culturale e linguistica
Target Comunità
Sottocultura Stili di vita
Tribù
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Che cosa si deve sapere di Internet (e non si dice mai)
è un metamedium personale
vive di “user generated stream”
è basato sull’economia del dono
vede una sovrapposizione crescente tra online e offline
nessuno la possiede, tutti la possono migliorare
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I codici di comportamento
Le tribù sono sistemi dinamici emergenti
I comportamenti sociali delle tribù sono regolate dall’economia del dono
Condivisione | Attenzione | Passione | Generosità
Libertà | Autonomia | Autoorganizzazione |
Tribù
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Le tribù come sistemi emergenti
Le tribù sono un terreno di coltura particolarmente adatto allo sviluppo di dinamiche virtuose di autorganizzazione e di crescita spontanea di valore
L’assenza di un centro di potere esterno favorisce l’autoregolamentazione
Chiunque giochi al gioco in corso può partecipare
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Online e offline: mondi separati?
I rapporti nati in rete fino al 2000 hanno avuto caratteristiche ben distinte da quelli nati nel “meatspace”
Online ci si conosce per affinità di interessi, di linguaggi e di obiettivi; offline per affinità sociodemografiche e per conoscenze comuni
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Online e offline: mondi convergenti
Le interazioni online non erano interessanti per tutti, soprattutto quando sono basate più sullo scambio di contenuti che sulla creazione di un rapporto
Sempre più spesso, però, si usa la rete anche come strumento di comunicazione “normale”. I confini si stanno dissolvendo e le diffidenze diminuiscono.
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La fiducia come collante sociale
"Se è amico di un mio amico, posso fidarmi".
"Se ha lavorato con un mio cliente esigente, che accetta di metterlo nella sua lista di contatti, posso fidarmi."
Gli amici fidati: è questo l'elemento di novità che ha permesso di superare la diffidenza residua nei confronti di un medium che consente di familiarizzare con degli sconosciuti.
Mafe de Baggis - [email protected]
Metodologia di progettazione
Mafe de Baggis [email protected]
Social media lab - Strategy Lab
30 settembre-23 ottobre 2009, IULMMafe de Baggis - [email protected]
Social media lab28 settembre-23 ottobre, IULM
Mafe de Baggis - [email protected]
Se non c’è, non c’è
Dalla latenza alla partecipazioneProgettare una community significa creare le condizioni che consentano di trasformare l’adesione latente a un brand/prodotto/servizio - se c’è - in partecipazione attiva.
Attivare
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Se è passiva, non è community
A ognuno la sua personale esperienzaIn Rete, nel 2009, partecipazione attiva significa creazione di una propria personale esperienza cogliendo e ricombinando il meglio che la Rete (o un singolo sito) può offrire.
Individui
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I did it, my way
A ognuno la sua personale esperienzaSviluppare una community significa permettere a ogni singolo utente di personalizzare la propria esperienza.
Individui
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’70/90: Usenet e le web community 2002: i social network 2010: l’identità digitale
guidate da interessi comuni
guidate dalle reti sociali preesistenti
Usate anche passivamente (l’elenco del telefono)
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1999: i siti 2005: i feed 2009: il real time webPagine statiche
Contenuti statici
Il link come unico elemento di relazione tra siti/sezioni
Pagine statiche
Contenuti dinamici
RSS come elemento di relazione e condivisione di contenuti
Pagine dinamiche
Contenuti dinamici
Interoperabilità e news feed come elemento di relazione e condivisione tra persone
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2000: As is 2003: Quel che voglio di quel che mi offri tu
2007: Il meglio, insieme
Poca scelta
Poche opzioni
Un unico template
Concorrenza
Personalizzazione di monadi
Customizzazione grafica per competenti
Vivaio
Customizzazione sociale
Aggregazione personalizzata
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2009: nessuno vive la stessa esperienza
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Se qualcosa può andar bene, lo farà
Liberare le energieIntegrare nel proprio sito contenuti generati dagli utenti significa un allargamento esponenziale dello staff con un’enorme delega di fiducia.
Liberare
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Se incontri il Budda online, linkalo
E’ necessario accettare di perdere il controllo per poterlo mantenere. Gestire una community significa progettare l’emersione del valore, ogni giorno.
Liberare
Liberare le energie
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La teoria di Chris Anderson sul valore e il peso delle micronicchie
Soddisfare le nicchieContenuti professionali di elevata qualità + esperienze personalizzate = copertura efficiente di tutte le singole esigenze.
Long Tail
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Soddisfare le nicchieValorizzare una community significa soddisfare anche la Long Tail degli utenti, rispondendo anche a richieste implicite o inespresse.
Long TailLa teoria di Chris Anderson sul valore e il peso delle micronicchie
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latenza partecipazione indipendenza “autorganizzazione” long tail
Design Sviluppo Gestione Valorizzazione
Dove siamo?
The never ending story
Mafe de Baggis - [email protected] Kathy Sierra
Il ROI dei social media
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Content, context, user
I tre ingredienti fondamentali
Content: non c’è “long tail” senza “short tail”
Context: chiavi sociali
User: i contenuti sono le (vite delle) persone
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S-branding :-)
User experience design
de-branding
e-branding
re-branding
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Prendi il tuo brand
Analizza i suoi valoriChiediti se ci credi davvero (di testa e di pancia)
Pensa a una conversazione reale, tra blog o intorno a un tavolo
Step 1 de-branding
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Adesso dimentica il tuo brand
Fai attenzione a quello che le persone desiderano e a cui tengono
Chiediti se il tuo prodotto migliorerà le loro viteCi credi davvero?
If you don’t, they won’t
Step 2 e-branding
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Metti insieme i valori del tuo brand e i bisogni delle persone reali
Crea qualcosa di nuovo, che sia nuova in ogni istante e che sia eccitante o utile o divertenteLose control and gain trust
Step 3re-branding
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Il social concept
Il frutto del re-branding deve essere formulato in termini di “social concept”, che è la “reason why” dei social media
“Vendiamo” qualcosa che fa sentire più vicine due persone che lo scelgono?
Perché parlarne? In che termini?
Che bisogno soddisfa? In che modo migliora le nostre vite?
E’ qualcosa che consiglierei a un amico? Come posso renderlo più semplice?
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Il community mix
Un po’ di:
blog
forum
social network
chat
API
widget
ben integrati insieme, con single sign on e una pagina utente ad aggregare tutto?
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La tecnologia è una commodity
Un po’ di:
blog
forum
social network
chat
API
widget
ben integrati insieme, con single sign on e una pagina utente ad aggregare tutto?
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Il community mix
La user experience dei social media va definita in termini di percentuali di:
Utilità
Socialità
Collaborazione
Espressione del proprio talento
Narcisismo (identità)
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Prossimo step: impostare i deliverableMafe de Baggis - [email protected]
Mafe de Baggis [email protected]
30 settenbre 2009
Mafe de Baggis - [email protected]
I deliverable
Il nostro progetto deve prendere corpo in quattro documenti:
Briefing (testo)
Strategia (testo)
User experience (scenari, personas, user story e wireframe se prevediamo onsite - slide)
Manuale di stile (testo)
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I deliverable: ruoli
Le responsabilità per ruolo:
Briefing: cliente
Strategia: strategist
User experience: web designer
Manuale di stile: cc manager
Coordinamento: project manager
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Briefing
Un buon documento di briefing deve rispettare questa scaletta:
Descrizione del prodotto/servizio
Durata prevista
Obiettivi
Vincoli
Metriche di misurazione
Budget
Allegati: materiali per la corporate image
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Strategia
Un buon documento di strategia deve rispettare questa scaletta:
Sintesi del briefing e indicazione obiettivi compatibili e metriche condivise
Audience (non target di clienti finali)
re-branding (definizione social object e concept)
Community mix (onsite/offsite)
In cosa consiste il progetto (budget)
Il lancio (budget)
La gestione (budget)
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User experience
Un buon documento di user experience deve rispettare questa scaletta:
Scenari (almeno 3)
Personas (almeno 5)
User story (tutte quelle necessarie)
Wireframe (tutti quelli necessari)
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Manuale di stile
Un buon manuale di stile deve rispettare questa scaletta:
Stile di relazione
Tono di voce
Microtesti
Strategia SEO
Tag cloud delle parole vietate
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Schema riassuntivoMafe de Baggis - [email protected]
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29 settenbre 2009
Mafe de Baggis - [email protected]
Il community mix
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Contenuto editoriale e contenuto sociale: le differenzeMafe de Baggis - [email protected]
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30 settenbre 2009
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Case study: Condé Nast
Tre siti estremamente specializzati ma rivolti al grande pubblico
Per le aziende
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L’offerta editoriale
Style.it, Menstyle.it e Wired.it offrono:
contenuti specializzati di eccellenza
contenuti (e servizi) prodotti e proposti in modo da soddisfare nicchie ben caratterizzate di persone già intensamente interessate a un tema, che sia l'innovazione tecnologica, la moda, il gossip o il godersi la vita.
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L’offerta editoriale
Sono contenuti che possiamo considerare "tecnici", perché richiedono:
un'elevata specializzazione dei redattori coinvolti
entrature negli ambienti relativi
Queste caratteristiche sono complementari alla passione e alla dedizione di chi si occupa amatorialmente di questi argomenti, come tipico dei social media.
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I social media
I social media sono:
un’aggregazione di produzioni editoriali personali
un ambiente caratterizzato da una profonda e complessa dinamica di socializzazione tra gli autori, che integrano a vicenda i contenuti prodotti a diversi livelli di profondità, dal semplice "like" al commento fino alla riscrittura tipica dei wiki.
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I social media
I contenuti prodotti sono raramente di valore giornalistico o autoriale.
Quasi sempre il valore è sociale, cioè di scambio di informazioni tra persone che tengono le une alle altre.
Nel caso dei contenuti di moda, per esempio, l'informazione non è quasi mai "guarda questa borsa" ma "ecco la borsa che metterò al matrimonio di mia sorella".
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I social media: spazi tabellari
I social media non a caso sono quasi privi di spazi tabellari di comunicazione rilevanti.
La presenza aziendale è:
malvista se usa le modalità invasive dell’advertising
accettata se rispetta le dinamiche di socializzazione paritaria e di produzione di contenuti nello stile del mezzo.
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L’elemento di attenzioneUna qualunque strategia di presenza nei social media deve avere come obiettivo
nel breve periodo, la produzione di contenuti rilevanti offsite
nel medio-lungo, lo sviluppo di traffico onsite.
Prima branding, poi passaparola
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L’elemento di attenzionePer contenuti rilevanti intendiamo:
contenuti editoriali propriamente detti, soprattutto news, consigli, foto e video
contenuti capaci di intessere legami diretti e personali con le nicchie non ancora raggiunte dai siti Condé Nast
contenuti capace di dare spessore e amplificare la personalità dello stile Condé Nast
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Nicchie non raggiunteOffsite c’è un pubblico potenziale che non visita questi siti per motivi molto diversi:
ignoranza: non sanno che esistono
pregiudizio ignorante: non conoscono l’offerta (ma pensano di)
pregiudizio consapevole: pensano di non essere interessati a contenuti che invece, incontrati "a casa propria", suscitano il loro interesse
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Perché farloI social media sono importanti
nel breve periodo qualitativamente (branding)
nel medio-lungo periodo quantitativamente (nuovo traffico)
proprio perché permettono di raggiungere nel loro ambiente persone non già interessate, o che non sanno di esserlo
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La strada strettaLa relazione va coltivata offsite per tutto il tempo necessario per permettere a queste nuove nicchie di valutare:
la personalità del brand
la rilevanza (informativa e sociale) dei contenuti
fino a decidere di uscire dal proprio contesto (il proprio gruppo di amici, a prescindere dall'ambiente in cui abita) e di visitare un sito esterno.
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Come farloMafe de Baggis - [email protected]
Mafe de Baggis [email protected]
15 luglio 2009
Mafe de Baggis - [email protected]
Due stradeSocializzare la redazione
si individuano la/le persone adatte
si definisce un piano editoriale ad hoc
si lasciano le risorse interne libere di interpretarlo
Creare dei personaggi
si progettano uno o più personaggi capace di incarnare il brand editoriale relativo
si definisce un piano editoriale ad hoc
si delega la persona incaricata a dargli vita nei social media rilevanti
Mafe de Baggis - [email protected]
La strada consigliataCreare dei personaggi
maggiore libertà di espressione e di movimento
minore impatto sulla redazione in termini di tempo e di apprendimento
minore caratterizzazione iniziale legata al brand, per evitare i pregiudizi e le false convinzioni
Mafe de Baggis - [email protected]
It’s the end of the world as we know it (and I feel fine)