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13 Martedì 3 Novembre 2009 NUOVO Gentleman + Ladies due riviste a soli 3,50 IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ NUOVO Marketing ESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ Gentleman + Ladies due riviste a soli 3,50 Oggi La strategia di diversiicazione del magnate inglese. Che in Inghilterra studia il lancio di una banca Virgin games, l’asso di Branson La società di giochi online punta al 5% del mercato italiano DI IRENE GREGUOLI VENINI A lla strategia di espan- sione di Virgin Group si va ad aggiungere un altro tassello con l’ingresso in Italia di Virgin Games, società attiva nel bu- siness dei giochi online, di cui è stato lanciato su territorio tricolore a settembre il primo prodotto, VirginPoker.it. Si continua inoltre a consolidare la presenza dell’azienda nella Penisola nel settore del fitness con l’apertura di nuovi centri a insegna Virgin Active, men- tre l’anno prossimo il gruppo britannico, presente nel mon- do con 200 società, creerà una banca nel Regno Unito, con l’intenzione, un domani, di portarla magari anche in Italia. Accanto alla musica, ai viaggi aerei e nello spazio, al turismo, alle palestre, ai ne- gozi e alla telefonia, solo per citare alcuni dei business in cui il gruppo guidato da Ri- chard Branson è presente, Vir- gin è infatti negli ultimi anni approdata anche al settore dei giochi online e, dopo un perio- do di test in Gran Bretagna, sta cominciando a esportare anche questo marchio, Virgin Games, negli altri mercati, in primis in quello italiano. Il lancio della piattaforma online per gli appassionati di poker VirginPoker.it «è il segno di un maggior impegno di Virgin nel mercato italiano, in cui siamo già presenti con 19 villaggi fitness, cui se ne aggiungeranno altri 11, e con Virgin Radio», ha dichiarato Richard Branson, fondatore e numero uno del gruppo bri- tannico che globalmente nel 2008 ha fatturato 11 miliardi di sterline (circa 12 miliardi di euro) e che è presente su territorio tricolore con l’emit- tente Virgin Radio dal 2007 e con la catena di centri fitness Virgin Active dal 2004. Ed è peraltro il business legato alle palestre quello che ha meno sofferto nell’ultimo periodo. «Le cose stanno andando meglio», ha sottolineato il magnate inglese parlando del- la crisi, «la cosa buona è che Virgin è molto diversificata. Quattro mesi fa molti busi- ness, in particolare le linee aeree, hanno subito tracolli, ma ora sono in ripresa. Però il business delle palestre non ha visto recessione, le perso- ne vogliono comunque stare in forma anche se perdono il lavoro. In Italia Virgin Active non ha conosciuto alcuna re- cessione». La Penisola è il secondo pae- se, dopo il Regno Unito, in cui è approdata Virgin Games con VirginPoker.it, per il quale è stato investito un milione di euro nella campagna di lancio che prevede telepro- mozioni e attività on- line. L’obiettivo della società (che compren- de anche il Bingo e il Casinò) è «portare via il 5% della quota di mercato», ha spiegato Si- mon Burridge, ceo di Virgin Games. Un mercato, quello del gioco, che in Italia ha raggiun- to i 47,6 miliardi di euro nel 2008 (+12,8% rispetto all’anno precedente) e che per quanto riguarda il poker online, lega- lizzato in Italia nel settembre del 2008, nel primo anno di attività ha registrato un giro d’affari di 1,6 miliardi di euro, con la previsione di arrivare a 2 miliardi entro la fine del 2009. «I 300 mila visitatori e gli oltre 8 mila utenti registra- ti ottenuti ci fanno intravede- re la possibilità di replicare in Italia il successo già ottenuto e consolidato in Inghilterra», ha aggiunto il ceo di Virgin Games, che debutterà presto anche in Francia e Spagna. Fondamentale nella strate- gia di promozione dei giochi online dell’azienda sarà pe- raltro la sinergia con le altre società del gruppo, in modo da far entrare, attraverso il poker via internet, gli utenti nel mondo Virgin: oltre ai nor- mali premi in denaro saranno messi in palio anche viaggi in- torno al mondo, biglietti per i concerti promossi da Vir- gin Radio, iscrizioni annuali ai villaggi fitness, o persino viaggi spaziali con Virgin Ga- lactic. «Credo sia importante offrire ai nostri utenti possibi- lità di gioco e promozioni che non hanno pari nello scenario italiano del poker. Il regalo di 5 euro e il programma di af- filiazione Vpoints sono solo le prime di una lunga serie di opportunità uniche per i clienti italiani, permettendo così loro di entrare sempre più nel mondo Virgin», ha infatti spiegato Branson riferendosi alla massiccia operazione pro- mozionale che prevede un bo- nus di 5 euro per gli iscritti e il programma di fidelizzazione Vpoints che consente di accu- mulare punti e di scambiarli nei tornei. Ma le novità del gruppo britannico non si esaurisco- no: con un’altra estensione del brand, il gruppo Virgin è infatti pronto a entrare nel mondo bancario. «Abbiamo accolto con favore la deci- sione del governo britannico di voler avere nuove banche nel Regno Unito. Il governo britannico vuole vedere più competizione e noi saremo uno dei competitor. Abbiamo intenzione di creare una ban- ca Virgin e guarderemo alle tre banche che devono essere privatizzate, Northern Rock, Rbs, Lloyds, per vedere se comprare qualche asset. Entro gennaio o febbraio daremo più informazioni. Prima la speri- menteremo sugli inglesi e poi al caso la porteremo in Italia», dice il multimiliardario. Per quanto riguarda inve- ce le sponsorizzazione della prossima stagione di Formu- la 1, il gruppo britannico, che quest’anno ha sponsorizzato la Brawn Gp, annuncerà i suoi piani a breve. © Riproduzione riservata Palestre, telefonia e comunicazioni via cavo, un’agenzia aerospaziale e una compagnia aerea sono alcune delle imprese irmate Virgin Altri articoli sul sito www.italia- oggi.it/virgin cavo, un’agenzia aerospaziale e una compagnia aerea sono alcune Richard Branson e l’asso del Milan, Clarence Seedorf, testimonial di un’iniziativa beneica per l’Abruzzo Palestre, telefonia e comunicazioni via ia c d p n m m t i g a v l o l n i 5 ese irmate Virgin e delle impre http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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13Martedì 3 Novembre 2009

NUOVO

Gentleman + Ladies

due riviste a soli € 3,50

IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ

NUOVOMarketingESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ

Gentleman + Ladies

due riviste a soli € 3,50Oggi

La strategia di diversii cazione del magnate inglese. Che in Inghilterra studia il lancio di una banca

Virgin games, l’asso di BransonLa società di giochi online punta al 5% del mercato italiano

DI IRENE GREGUOLI VENINI

Alla strategia di espan-sione di Virgin Group si va ad aggiungere un altro tassello con

l’ingresso in Italia di Virgin Games, società attiva nel bu-siness dei giochi online, di cui è stato lanciato su territorio tricolore a settembre il primo prodotto, VirginPoker.it. Si continua inoltre a consolidare la presenza dell’azienda nella Penisola nel settore del fitness con l’apertura di nuovi centri a insegna Virgin Active, men-tre l’anno prossimo il gruppo britannico, presente nel mon-do con 200 società, creerà una banca nel Regno Unito, con l’intenzione, un domani, di portarla magari anche in Italia.

Accanto alla musica, ai viaggi aerei e nello spazio, al turismo, alle palestre, ai ne-gozi e alla telefonia, solo per citare alcuni dei business in cui il gruppo guidato da Ri-chard Branson è presente, Vir-gin è infatti negli ultimi anni approdata anche al settore dei giochi online e, dopo un perio-do di test in Gran Bretagna, sta cominciando a esportare anche questo marchio, Virgin Games, negli altri mercati, in primis in quello italiano. Il lancio della piattaforma online per gli appassionati di poker VirginPoker.it «è il segno di un maggior impegno di Virgin nel mercato italiano,

in cui siamo già presenti con 19 villaggi fitness, cui se ne aggiungeranno altri 11, e con Virgin Radio», ha dichiarato Richard Branson, fondatore e numero uno del gruppo bri-tannico che globalmente nel 2008 ha fatturato 11 miliardi di sterline (circa 12 miliardi di euro) e che è presente su territorio tricolore con l’emit-tente Virgin Radio dal 2007 e con la catena di centri fitness Virgin Active dal 2004. Ed è peraltro il business legato alle palestre quello che ha meno sofferto nell’ultimo periodo.

«Le cose stanno andando meglio», ha sottolineato il magnate inglese parlando del-la crisi, «la cosa buona è che Virgin è molto diversificata. Quattro mesi fa molti busi-ness, in particolare le linee aeree, hanno subito tracolli, ma ora sono in ripresa. Però il business delle palestre non ha visto recessione, le perso-ne vogliono comunque stare in forma anche se perdono il lavoro. In Italia Virgin Active non ha conosciuto alcuna re-cessione».

La Penisola è il secondo pae-se, dopo il Regno Unito, in cui è approdata Virgin Games con VirginPoker.it, per il quale è stato investito un milione di euro nella campagna di lancio che prevede telepro-mozioni e attività on-line. L’obiettivo della società (che compren-

de anche il Bingo e il Casinò) è «portare via il 5% della quota di mercato», ha spiegato Si-mon Burridge, ceo di Virgin Games. Un mercato, quello del gioco, che in Italia ha raggiun-to i 47,6 miliardi di euro nel 2008 (+12,8% rispetto all’anno precedente) e che per quanto riguarda il poker online, lega-lizzato in Italia nel settembre del 2008, nel primo anno di attività ha registrato un giro d’affari di 1,6 miliardi di euro, con la previsione di arrivare

a 2 miliardi entro la fine del 2009. «I 300 mila visitatori e gli oltre 8 mila utenti registra-ti ottenuti ci fanno intravede-re la possibilità di replicare in Italia il successo già ottenuto e consolidato in Inghilterra», ha aggiunto il ceo di Virgin Games, che debutterà presto anche in Francia e Spagna.

Fondamentale nella strate-gia di promozione dei giochi online dell’azienda sarà pe-raltro la sinergia con le altre società del gruppo, in modo da far entrare, attraverso il poker via internet, gli utenti nel mondo Virgin: oltre ai nor-mali premi in denaro saranno messi in palio anche viaggi in-torno al mondo, biglietti per i concerti promossi da Vir-gin Radio, iscrizioni annuali ai villaggi fitness, o persino viaggi spaziali con Virgin Ga-lactic. «Credo sia importante offrire ai nostri utenti possibi-lità di gioco e promozioni che non hanno pari nello scenario italiano del poker. Il regalo di 5 euro e il programma di af-

filiazione Vpoints sono solo le prime di una lunga serie di opportunità uniche per i clienti italiani, permettendo così loro di entrare sempre più nel mondo Virgin», ha infatti spiegato Branson riferendosi alla massiccia operazione pro-mozionale che prevede un bo-nus di 5 euro per gli iscritti e il programma di fidelizzazione Vpoints che consente di accu-mulare punti e di scambiarli nei tornei.

Ma le novità del gruppo britannico non si esaurisco-no: con un’altra estensione del brand, il gruppo Virgin è infatti pronto a entrare nel mondo bancario. «Abbiamo accolto con favore la deci-sione del governo britannico di voler avere nuove banche nel Regno Unito. Il governo britannico vuole vedere più competizione e noi saremo uno dei competitor. Abbiamo intenzione di creare una ban-ca Virgin e guarderemo alle tre banche che devono essere privatizzate, Northern Rock, Rbs, Lloyds, per vedere se comprare qualche asset. Entro gennaio o febbraio daremo più informazioni. Prima la speri-menteremo sugli inglesi e poi al caso la porteremo in Italia», dice il multimiliardario.

Per quanto riguarda inve-ce le sponsorizzazione della prossima stagione di Formu-la 1, il gruppo britannico, che quest’anno ha sponsorizzato la Brawn Gp, annuncerà i suoi piani a breve.

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Palestre, telefonia e comunicazioni via cavo, un’agenzia aerospaziale e una compagnia aerea sono alcune delle imprese i rmate Virgin

Altri articolisul sito www.italia-oggi.it/virgin

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Richard Branson e l’asso del Milan, Clarence Seedorf, testimonial di un’iniziativa benei ca per l’Abruzzo

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14 Martedì 3 Novembre 2009 M A R K E T I N G

Negli Stati Uniti la grande distribuzione dà più spazio ai marchi innovativi

La fascia alta contro la crisiKimberly Clark si concentra sui prodotti premium

DI ALESSIO ODINI

Prodotti di fascia alta come argine alla crisi? Mai così vero. Una con-ferma arriva dagli Sta-

ti Uniti, dove Kimberly-Clark, multinazionale americana spe-cializzata nel settore dei prodot-ti in carta, ha deciso di concen-trare gli sforzi sulle categorie premium e super-premium rappresentate da Cottonelle (carta igienica), Viva (tovaglio-li) e Huggies Pure and Natural (pannolini), a discapito di Scott (Scottex nella versione italia-na). Il marchio controllato da Kimberly-Clark, infatti, è pre-sente negli stessi segmenti di mercato, ma è più esposto alla minaccia dei prodotti private label (come ad esempio quelli della grande distribuzione or-ganizzata).

I frutti di questa strategia si sono visti nel terzo trimestre dell’anno, in cui Kimblery-Clark ha registrato una crescita delle vendite organiche del 3%, superiore di un punto persino a quelle della divisione concorren-te di Procter & Gamble.

Come sempre, il discorso va contestualizzato: secondo alcu-ni analisti gli Stati Uniti, fra i più colpiti dalla crisi, mostrano oggi una disoccupazione ormai vicina al 10% e i marchi priva-ti vantano il tasso di crescita più forte nel campo in cui Kimberly-Clark e P&G sono

attive. Dunque, è in atto una forte polarizzazione delle scelte dei consumatori, fra chi non si fa mancare la qualità rappresen-

tata da marchi di alta gamma e chi invece deve rinunciarci.

Nel primo caso, i fattori trai-nanti sono sempre gli stessi: ri-cerca, diversifi cazione e innova-zione di prodotto, che ritornano

nelle parole di Thomas Falk, presidente e ceo di Kimberly-Clark: «Pensia-mo che ci sia ancora un ruolo per i tovaglioli Scott, ma probabilmente ci stia-mo concentrando più sulle

nostre risorse legate all’in-novazione, come stiamo facendo con Viva (tovaglioli, ndr), dove ci sono più opportunità di ricavi e di differenziazione».

Il riscontro viene anche dalle scelte delle catene distributive come Wal-Mart, che hanno de-ciso di dare maggiore visibilità ai prodotti premium e a quelli dai margini di crescita ritenuti più alti, sacrifi cando lo spazio dei brand di fascia media come Scott, destinati a subire un ine-vitabile calo delle vendite.

Premium sembra dunque la parola magica e indubbiamente il suo ruolo, in tempo di crisi, è ancora più importante, perché racchiude tutti i fattori di inno-vazione che spingono i consu-matori a scegliere un prodotto per i suoi contenuti, e non per il prezzo. Ma poiché le strategie si devono adattare al mercato, è curioso notare come P&G, che da sempre insiste sui prodotti dall’alto valore aggiunto, oggi in Italia scelga al contempo di allargare il portfolio dei prodotti e le fasce di prezzo, per incon-trare nuovi consumatori. Non un’inversione di tendenza, più probabilmente il tentativo di occupare spazi di mercato oggi meno presidiati.

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DI MARCEL VULPIS

Parte la comunicazione di birra Peroni, partner della Federcalcio e della Nazionale con un inve-

stimento quadriennale superiore ai 2,5 mln di euro. Ieri, a Roma, è stato presentato FantaNazionale, un gioco di simulazione calcistica completamente gratuito basato sui risultati dei soli giocatori ita-liani che partecipano alla serie A e ai tre principali campionati esteri (Premier league inglese, Liga spagnola e Bundesliga tede-sca). In palio una serie di premi (in co-marketing con le aziende partner della Figc), viaggi per seguire dal vivo gli azzurri in Sudafrica (11 giugno-11 luglio 2010) e per il vincitore finale l’iscrizione al corso di Covercia-no per allenatori insieme all’ex allenatore della Roma Luciano Spalletti (confermato testimo-nial dell’iniziativa Peroni, dopo la prima esperienza dell’Europeo austro-svizzero 2008).

«Anche in questa occasione Spalletti sarà al fi anco di Peroni e del progetto FantaNazionale, con l’obiettivo di intercettare sul portale Misterperoni.it tutti gli appassionati di calcio presenti nel nostro Paese», ha spiegato a ItaliaOggi Federico Sannella, responsabile affari aziendali di Birra Peroni. «Siamo solo all’ini-

zio di un’onda lunga di comuni-cazione, che verrà defi nita entro la prossima epifania in accordo con le iniziative per i partner della Nazionale studiate dalla Federcalcio».

Per Peroni il Sudafrica è una nazione strategica, perché il mar-chio italiano fa parte del gruppo SabMiller, che ha il quartier ge-nerale proprio a Johannesburg (sede della fi nale della competi-zione iridata).

«Le prossime attività di comu-nicazione saranno concertate con la casa madre, che avrà in loco una forte esposizione mediatica grazie all’attenzione generata dal Mondiale di calcio», ha sottoline-ato Anna Taliani, responsabile comunicazione Peroni. «Sempre in Sudafrica il nostro marchio sarà al fianco del progetto di ospitalità federale ribattezzato Casa Azzurri, così come è pre-visto, in ambito domestico, un intenso programma di pianifi-cazione su tv, carta stampata ed altri mezzi».

FantaNazionale e Peroni, infi -ne, sosterranno AriSLA, agenzia nazionale per la ricerca contro la SLA (Sclerosi Laterale Amiotro-fi ca), coinvolta nel progetto di co-municazione insieme al testimo-nial Giorgio Chiellini (difensore della Juventus e della selezione campione del mondo).

© Riproduzione riservata

Al via il progetto per Sudafrica 2010

Peroni, 2,5 mlnsulla Nazionale

MF ConferenceVia M. Burigozzo, 5 - 20122 Milano Fax 02.58.219.452/568 - email: [email protected] - www.mfconference.it

FORUM INTERNAZIONALE DELLA CONSULENZA FINANZIARIA

Il Personal Financial Planning come strumento di welfareMilano, 18-19 novembre 2009

Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano Aula Pio XI - Largo Gemelli, 1

Moderatore: GABRIELE CAPOLINO, Direttore ed Editore Associato MF/Milano Finanza

* Sono s

tati invitati a

part

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18 novembre | Orario 9.30-13.00

PERSONAL FINANCIAL PLANNING: RASSEGNA INTERNAZIONALELa crisi, la consulenza, i rimedi ed i fattori critici di successo

Intervengono:

LUIGI CAMPIGLIO Prorettore Università Cattolica del Sacro Cuore MilanoPATRICK DUFOUR Director Association Francaise des Conseils en Gestion

de Patrimoine Certifi és, IC/ISO22222FABRIZIO FORNEZZA Consigliere Delegato GFK Eurisko

PETER A. LEFFERTS Member Board of Directors Audit Committee American Express Bank FSB, IC/ISO22222

ILIANA MALINOVA IOTOVA* Deputato Commissione Europea Mercato Interno e Protezione dei Consumatori Europarlamento

RAPPRESENTANTE ISO MAURIZIO SACCONI* Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali

ROBERT SHILLER* Professor Yale University - NY, USA PIERO TORRETTA Presidente UNI

JACKIE WELLS Independent Consultant for Resolution Foundation LAUREN E. WILLIS Professor Loyola Law School - LA, USA

LIU YUN* China Financial Standardization Technical Committee, IC/ISO22222

LA PARTECIPAZIONE AI CONVEGNI È LIBERA E GRATUITALa registrazione avverrà mezz’ora prima dell’orario indicato.

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Nasce InTarget Group. In-Target.net, la società guidata da Nicola Tanzini impegnata nel search engine marketing, diventa InTarget Group e si riposiziona con quattro divisioni: InTarget.Net si oc-cuperà di search marketing, InTarget Adv, specializzata nel search e contextual adver-tising, sarà la centrale media del gruppo, mentre InTarget Intelligence si concentrerà sullo sviluppo delle analisi con particolare attenzione alla web reputation. Infi ne, InTarget Womm sarà invece impegnata sulle tematiche del social media marketing e del viral marketing.

Piaggio in crescita. Il Grup-po Piaggio registra nei primi dieci mesi del 2009 un’ulterio-re crescita della propria quota sul mercato italiano delle due ruote, attestandosi al 30% complessivo, con una crescita di 1,7 punti percentuali rispet-to al periodo gennaio-ottobre 2008. Nei primi dieci posti della classifi ca di vendita de-gli scooter over 50cc fi gurano cinque famiglie del brand di Pontedera: Piaggio Beverly e Liberty, Scarabeo, Vespa GTS e Vespa LX.

Brevi

Alcuni prodottidi Kimberly Clark

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15Martedì 3 Novembre 2009Martedì 3 Novembre 2009M E D I A

Cambio al vertice del settimanale allegato al Corriere della Sera. Diffusioni in calo del 10,3%

Io Donna, arriva Diamante D’AlessioFiorenza Vallino abbandona la direzione del femminile Rcs

DI GIOVANNI GALEONE

Cambio al timone di Io Donna, il settimanale femminile del Corriere della sera, in edicola il

sabato: Fiorenza Vallino la-scia la direzione a Diamante D’Alessio. Il nuovo direttore della testata Rcs Mediagroup ha già al suo attivo alcune esperienze professionali nel gruppo editoriale milanese: dal 2008 è a capo della pub-blicazione trimestrale Style Piccoli, ma già dal 2005 era in Rizzoli per contribuire alla fase di preparazione e di lan-cio di Style Magazine. A chia-marla è stato Carlo Monta-naro, alla guida del maschile targato Rcs.

Prima di appro-dare in via Riz-zoli, D’Alessio è ne l 2000 g i o r n a l i s t a della redazio-ne mondado-riana del Pa-norama. Nini Briglia , che coordina l’area periodici della casa editrice di Segra-

te, la porta poi al femminile Flair, offrendole il grado di caposervizio.

Non solo anni di formazione tra le fila della stampa italia-na, comunque, per Diamante D’Alessio che affronta oggi la scommessa della direzione di Io Donna. Oltre alla giovane età (classe 1969), ha collabo-rato da New York per Epoca, Grazia, Dove, Gulliver e lo stesso Panorama. Esordio e praticantato sono, però, tutti italiani con l’inizio della car-riera giornalistica ad Automo-bile, negli anni 90.

D’Alessio, nata a Londra, si è laureata in lettere all’Uni-versità Sapienza di Roma, ha superato l’esame da giorna-lista professionista nel 1994

e ha conseguito il diploma in fotografia all’Istituto europeo di design. Un percorso e una forma-zione diversi da quel-li di Fiorenza Vallino, che dirige Io Donna dal 1995, quando ancora si chiamava Donna Oggi (e solo l’anno dopo si sa-

rebbe trasformato nel ma-gazine femminile che ar-

riva oggi in edicola con il Corriere della

Sera). Secondo le ultime rile-vazioni Ads s u l l ’ a n d a -mento delle d i f fus ioni nel perio-do luglio 2008- giu-gno 2009 (r ispetto al perio-do luglio

2007-giugno 2008), Io Donna vende in media 441.381 co-pie, registrando un calo del 10,3%.

Vallino è nata a Cagliari nel 1948. Nel 1967 si trasferisce a Milano e, dopo solo due anni, inizia la carriera da giornali-sta presso il mensile Le Arti. A fine 1976 entra a far parte come praticante dell’organico del settimanale edito dall’Uni-verso, Grand Hotel. Successi-vamente è la volta di Ragazza in e Il monello.

A partire dal 1987 scrive, in-vece, per Donna Moderna del-la Mondadori, dove si ferma 5 anni e quando esce ha il gra-do di caporedattore. Vallino passa a Confidenze, nel luglio 1992, prima come vicediretto-re poi come direttore. Ed è con questa qualifica che si sposta finalmente in Rcs: è il 1995.

© Riproduzione riservata

DI SABINA RODI

Si chiude la lunga direzione di Fiorenza Vallino a Io Donna, il settimanale femminile che esce il sabato allegato al Corriere della Sera che è stata sostituita da Diamante d’Alessio, che viene da un mensile maschile dell’Rcs, Style. Una direzione cominciata alla grande, quella della Vallino, e fi nita, forse inevitabilmente, con un drammatico appassimento di una formula che era nata bene. La Vallino infatti era partita con il passo giusto perché veniva dal giornalismo femminile popo-lare (che in Francia, per intenderci, si dice, non a caso, grand public). Faceva un giornale femminile che era diretto alle donne (c’è da vergognarsi a ricordarlo, tanto dovrebbe essere ovvio). Poi, verosimilmente per la pressione imparabile subita da parte di chi ha diretto, negli anni, un giornale-marsupio, il Corriere della Sera, che è in mano a uomini di grande tem-peramento, ma di altri interessi, Io Donna, pur restando un giornale femminile, non poteva che evolvere diversamente. Piano piano, nonostante le resistenze della Vallino che non può sicuramente essersi riconosciuta nel deragliamento te-matico del suo settimanale, Io Donna è fi nito per diventare un settimanale femminile sempre più maschile. I suoi fondisti, non a caso, sono Beppe Severgnini, Aldo Caz-zullo, Franco Venturini, Claudio Sabelli Fioretti, Fabrizio Ronconi e via dicendo. Tutte fi rme di assoluto livello e di prima grandezza, non è questo il punto. Ma che dovrebbero essere semmai schierate nel Magazine, il settimanale ma-schile del giovedì del Corriere, non certo su Io Donna. Un settimanale, questo, che ha quindi smesso da tempo di essere un settimanale «di donne che parla di donne alle donne» per diventare un settimanale di uomini che, montando in catte-dra, fanno la predica alle donne. Non stupisce quindi che Io Donna sia un settimanale che ha fi nito per essere rifi utato, sia dalle donne che dagli uomini. Le prime, perché non ci trovano gli argomenti specifi ci che vorrebbero trovare in un settimanale femminile che ovvia-mente dovrebbe essere dedicato a loro (altrimenti che giorna-le femminile sarebbe?) e i secondi perché, di un settimanale femminile (anche se le sue fi rme di riferimento sono quasi tutte maschili) non sa di che farsene. C’è un edicolante, a Roma, che, ai molti che, pur di avere il Corriere, sono disposti, obtorto collo, a pagarsi anche Io Donna, ma che poi gli chiedono di tenersi il settimanale, in-sorge dicendo: «Se dovessi tenermi tutti gli allegati che chi acquista i quotidiani vuol lasciarmi, poi dovrei noleggiare un camion per portarli via. Lo tenga, tenga pure». E chi non ottiene questo sconto, perché non osa chiederlo, abbandona silenziosamente il Corriere e passa spesso, il sabato, sempre a Roma, al Tempo, al Messaggero o al Giornale. Siamo così arrivati al controsenso che un settimanale come Io Donna, che, oltre a raccogliere pubblicità specifi ca (che va benissimo anche sul Corriere della Sera, basta sfogliarlo), dovrebbe anche trainare le vendite dei quotidiano che lo vei-cola, fi nisce invece per fargliene perdere tant’è che in molte edicole fuori dall’area di massima diffusione del Corriere, l’edicolante è autorizzato a vendere il Corriere a un euro senza supplemento (anche se il supplemento, quel giorno, c’è) quando un acquirente si impunta. Questa deriva di mar-keting di Io Donna è stata aggravata anche dal taglio politico, sociologico, internazionalista, pauperista e radical schic che Io Donna, credendosi un supplemento di la Repubblica, ha assunto nel corso degli anni per cui, da una parte, parla-va delle popolazioni indie del Sud America che patiscono lo scorbuto, dall’altra degli ospedali psichiatrici abbandonati in Albania, dall’altra ancora delle macerie della Cecenia e, quando proprio cedeva ai temi religiosi, parlava del buddismo o del taoismo che, ovviamente, com’è noto a tutti, fanno il pieno dei consensi fra le lettrici del Corriere della Sera. Tutti argomenti, intendiamoci bene, validissimi, quelli indicati, ma che vanno bene sul Corriere della Sera, non su Io Donna, sul quale una donna vorrebbe leggere, possibilmente, non solo pezzi (scritti da malmaritate inacidite) sulla vita di coppia presentata quasi sempre come un disastro, ma anche articoli, possibilmente sereni e, in ogni caso, propositivi, relativi a: famiglia, sessualità, crescita ed educazione dei fi gli, opzioni scolastiche, sanità specifi ca, cucina veloce, turismo abborda-bile, problemi della terza età e così via.

© Riproduzione riservata

La deriva di un femminile diventato sempre più maschile

Più qualità e una gestione migliore contro la crisi della carta stampata che si combatte, in primo luogo, andando incontro alle esigenze dei lettori di fronte alle complessità della vita quotidiana. È la ricetta contro il calo di vendite e pubblicità nei giornali secondo l’a.d. di Poligrafi ci editoriale, Andrea Riffe-ser, commentando all’agenzia stampa Adn-kronos il grido d’allarme dagli Stati Uniti e in particolare dal New York Times con Arthur Sulzberger Jr., presidente della società edi-trice che ha ricordato il disastro del Titanic per illustrare la crisi della stampa a stelle e strisce. «Noi in Italia non siamo sul Titanic», l’editore del Giorno, il Resto del Carlino, la Nazione, Qn-Quotidiano nazionale. «Spesso sui giornali compaiono lunghi articoli scrit-ti», aggiunge Riffeser, «pensando più ai palaz-zi del potere che alle esigenze e ai problemi della vita quotidiana con cui il cittadino si confronta. Le tv e le radio durante tutto il giorno danno non più di 15, 20 notizie, noi ne pubblichiamo 300. È chiaro che quindi il giornale avrà sempre una sua utilità ma a patto che si differenzi dagli altri media». Un discorso a parte merita poi, secondo

l’editore, la questione della distribuzione dei giornali «che va sicuramente migliorata, facendola diventare più capillare, senza pun-tare a liberalizzazioni selvagge che nuocciono a tutti».Ricette facili per uscire dalla crisi della carta stampata non ne ha nessuno. L’unica ricetta vera è fare bene il proprio mestiere, fare in-chieste senza guardare in faccia nessuno è in-vece il consiglio del direttore di Libero, Mau-rizio Belpietro. Mentre a giudizio di Giorgio Poidomani, presidente e a.d. della società il Fatto, che pubblica il Fatto quotidiano: «Con il drammatico calo della pubblicità degli ul-timi due anni e il fatto che questa voce ha cessato di compensare il calo delle vendite delle copie in edicola, ormai per i giornali ’’il re è nudo’’». L’allarme del New York Times? «Io credo che la risposta della carta stampata debba essere quella di declinare il «brand» della testata in vari modi, su diversi media», ha concluso Maria Latella, direttore del settimanale A. «Noi abbiamo un blog su internet ma anche la trasmissione di cui mi occupo su Lei Tv è in stretto collegamento col settimanale».

Riffeser: noi in Italia non siamo sul Titanic

Altri articolisul sito www.italia-oggi.it/io+donna

Fiorenza Vallino

Diamante D’Alessio

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16 Martedì 3 Novembre 2009 M E D I A

I dati dell’Osservatorio Fcp relativi al periodo gennaio-settembre 2009

Stampa, pubblicità a -23%Quotidiani -20%, settimanali -28%, mensili -32%

DI GIOVANNI GALLI

Si schiarisce leggermente il panorama degli inve-stimenti pubblicitari. Lo segnalano i dati dell’Os-

servatorio stampa Fcp relativi al periodo gennaio-settembre 2009 raffrontati allo stesso pe-riodo dell’anno precedente, che evidenziano per la stampa in generale un calo del 23%. Sia i quotidiani sia le testate periodi-che, in particolare i settimanali, presentano una situazione mi-gliorata rispetto ai dati progres-sivi dei mesi precedenti.

In particolare, i quotidiani hanno registrato una diminu-zione di fatturato del -20% e una diminuzione degli spazi del 4% La tipologia commer-ciale nazionale segna un -23% di fatturato e +7% di spazio. La tipologia di servizio: -23% di fatturato e -3% di spazio. La rubricata ha segnato un calo del 8% di fatturato e del 14% in ter-mini di spazio. La commerciale locale ha ottenuto un -16% di fatturato e un -6% di spazio.

I quotidiani free press han-no segnato una contrazione del fatturato pari al 29% (-21% in spazio). Diminuisce del 29% il fatturato della commerciale na-zionale e del 27% quello della lo-cale, mentre gli spazi registrano un andamento rispettivamente del -23% e del -19%. I periodici in generale hanno registrato un fatturato in diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2008 (- 29%) e un calo degli spa-zi (- 22%). I settimanali hanno ottenuto una variazione nega-tiva del fatturato (-28%) e dello spazio (-17%).

Infi ne, i mensili hanno visto una diminuzione di fatturato di 32% e un calo degli spazi del 26%, mentre le altre periodici-tà hanno riportato una fl essio-ne sia di fatturato (-17%) che di spazio (- 22%).

Tv in albergo solo con l’autorizzazione Siae. «La comunicazione al pub-blico di opere dell’ingegno tramite i televisori nelle camere d’albergo costitu-isce violazione del diritto d’autore, in mancanza di autorizzazione da parte della Siae (Società italiana degli autori ed editori)». A stabilirlo è stato il tribunale di Torino con una senten-za emessa nei confronti dell’Hotel Royal di Ales-sandria. Per la prima volta un tribunale italiano si è pronunciato a favore degli autori in questa materia. «È una sentenza di portata storica», dichiara il presi-dente della Siae Giorgio Assumma, «e costituirà un precedente indicativo per la magistratura italiana. L’af-fermazione del tribunale infi ne è anche conforme agli indirizzi assunti in proposi-to all’Unione Europea».

Abitare, in edicola il monografico dedicato a Renzo Piano. Sarà in edicola da domani Abitare/Being Renzo Piano, l’inedi-to monografi co del mensile Abitare del Gruppo Rcs. Il mensile di architettura, design e arte, che dedica il numero di novembre all’ar-chitetto progettista Renzo Piano, sarà in abbinato al Corriere della Sera e sarà la prova d’esordio di una formula destinata a diven-tare un format della rivista Abitare.

Italia, 340 sale in 3D. Il cinema tridimensionale si consolida nel nostro pa-ese: attualmente esistono 340 sale in 3D, poco meno del 10% considerando che gli schermi sono in tutto circa 3.800. A Natale, poi, pioveranno in Italia tanti blockbuster tridimensio-nali tra cui Planet 51, 9, A Christmas Carol e Avatar. Intanto a Hollywood il for-mato 3D non solo offre una sorta di valore aggiunto al prodotto cinema, ma pare creare anche un ostacolo in più al fenomeno pirateria. La regione in testa tra le sale cinematografi che 3D resta nel nostro paese la Lombardia, seguono Emi-lia Romagna e Lazio.

Playboy Italia, Barbieri direttore editoriale. È Enrico Barbieri il nuovo di-rettore editoriale di Playboy Italia, il magazine maschile di Play Media Company. Direttore responsabile resta Alessandro Ferri, che è an-che proprietario della casa editrice insieme a Uberto Selvatico degli Estensi.

Borsa.it a Brown Edito-re. Il gruppo editoriale spe-cializzato nell’informazio-ne economico-finanziaria ha rilevato dalla società Borsa.it il ramo d’azienda relativo alle attività inter-net e offerta premium.

CHESSIDICE

Così la spesa nei primi 9 mesi

QUOTIDIANI SPAZI Fatturato netto

A Pagamento: 2008 2009 Dif. % 2008 2009 Dif. %

Commerciale nazionale 74.011 82.515 11,5% 532.176 411.063 -22,8%

Di servizio 13.008 12.672 -2,6% 156.174 120.977 -22,5%

Rubricata 22.947 19.801 -13,7% 94.976 87.181 -8,2%

Commerciale locale 289.644 275.269 -5,0% 346.143 293.798 -15,1%

Totale A Pagamento 399.610 390.257 -2,3% 1.129.469 913.019 -19,2%

Free Press:

Commerciale nazionale 11.496 8.800 -23,4% 37.885 26.694 -29,5%

Di servizio 360 238 -33,8% 909 517 -43,1%

Rubricata 21 35 66,7% 10 18 80,0%

Commerciale locale 20.306 16.454 -19,0% 19.066 14.003 -26,6%

Totale Free Press 32.183 25.527 -20,7% 57.870 41.232 -28,8%

Quotidiani:

Commerciale nazionale 85.507 91.315 6,8% 570.061 437.757 -23,2%

Di servizio 13.368 12.910 -3,4% 157.083 121.494 -22,7%

Rubricata 22.968 19.836 -13,6% 94.986 87.199 -8,2%

Commerciale locale 309.950 291.723 -5,9% 365.209 307.801 -15,7%

Totale 431.793 415.784 -3,7% 1.187.339 954.251 -19,6%

PERIODICI

Settimanali: 2008 2009 Dif. % 2008 2009 Dif. %

Tabellare 67.268 55.883 -16,9% 368.140 266.416 -27,6%

Speciale N/A N/A N/A 18.975 11.928 -37,1%

Totale Settimanali 67.268 55.883 -16,9% 387.115 278.344 -28,1%

Mensili:

Tabellare 67.020 49.354 -26,4% 294.920 198.962 -32,5%

Speciale N/A N/A N/A 26.519 18.798 -29,1%

Totale Mensili 67.020 49.354 -26,4% 321.439 217.760 -32,3%

Altre periodicità:

Tabellare 6.360 4.989 -21,6% 19.007 15.472 -18,6%

Speciale N/A N/A N/A 6.307 5.441 -13,7%

Totale Altre periodicità 6.360 4.989 -21,6% 25.314 20.913 -17,4%

Periodici:

Tabellare 140.648 110.226 -21,6% 682.067 480.850 -29,5%

Speciale N/A N/A N/A 51.801 36.167 -30,2%

Totale Periodici 140.648 110.226 -21,6% 733.868 517.017 -29,5%

Fatturato Totale (Quotidiani e Periodici) 1.921.207 1.471.268 -23,4%

(migliaia di euro)

Prevalgono le venditeIndice Chiusura Var. % Var. % 30/12/08

FTSE IT ALL SHARE 22.774,32 1,09 14,76

DJ MEDIA 102,69 -0,12 1,63

Editoria in Piazza Affari

Titolo Rif. Var. Var. % Capitaliz. % 30/12/08 (mln €)

Buongiorno 1,1830 -2,15 93,93 125,8

Cairo Communication 2,5250 -1,37 34,57 197,8

Caltagirone Editore 2,0000 -1,48 -9,19 250,0

Class Editori 0,7240 -0,82 5,31 74,3

Espresso 1,9500 0,52 68,39 798,3

Il Sole 24 Ore 2,2200 6,35 -2,20 96,2

Mediaset 4,4175 -0,23 18,85 5.218,1

Mondadori 3,1550 0,88 -9,40 818,5

Monrif 0,4300 2,38 -3,37 64,5

Poligrai ci 0,4415 -1,56 16,64 58,3

Rcs Mediagroup 1,2250 -0,16 26,03 897,5

Seat Pagine Gialle 0,1943 0,31 -58,90 374,4

Telecom Italia Media 0,1186 -0,50 34,31 390,8

LA VIGNETTA DEL GIORNO

Di Vincino per Corriere della Sera

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17Martedì 3 Novembre 2009Martedì 3 Novembre 2009M E D I A

L’allarme degli editori sull’attribuzione automatica dei canali in digitale terrestre ricevuti dai decoder

Dtt, tv locali a rischio telecomandoI tasti da 1 a 9 alle emittenti nazionali? No, intervenga l’Agcom

DI CLAUDIO PLAZZOTTA

C’è una specie di spada di Damocle che pen-de sui destini delle tv locali in Italia. Si

nasconde dietro una sigla, Lcn, che sta a indicare il meccanismo della numerazione automatica dei canali. Col passaggio al digita-le terrestre (Dtt), infatti, i decoder attribuiranno una numerazione automatica a tutti i canali rice-vuti. E potrebbe, quindi, accadere che tv locali che con fatica aveva-no conquistato posizioni strate-giche sui tasti del telecomando (per esempio i numeri 7, 8 o 9) si ritrovino buttate, in automatico, al numero 234, e quindi, fuori dai giochi, alla periferia dell’impero.

«È un po’ come se uno avesse un nego-zio in via del Corso a Roma», dice Rosa-rio Alfredo Do-nato, direttore di Frt, Federazione radio televisioni, «e poi se lo ritro-vasse in aperta campagna». La posi-

zione sui tasti del telecomando si può considerare una sorta di avviamento, che con la rivoluzio-ne del digitale terrestre potrebbe andare perso. Canali come Vide-olina in Sardegna, Telenorba in Puglia, Telelombardia o Anten-natre in Lombardia, Primocana-le in Liguria, eccetera, ovvero le tv locali spesso sintonizzate sui tasti 7-8-9 nelle rispettive regioni,

rischiano, quindi, di es-sere notevolmente penalizzate dal passaggio in Dtt. E quello che sta succedendo nelle prime aree già completamente in

Dtt (Sardegna, Val-le d’Aosta,

Trenti-no, Pie-monte occidenta-le) non lascia presa-g i r e nulla

di po-sitivo.

«È una

situazione di abuso e di violen-za esercitata verso le tv locali, contro il diritto dei cittadini di scegliere e contro la libera con-correnza», sbotta Luca Montro-ne, presidente dell’associazione di categoria Alpi e di Telenorba. Certo, il singolo utente potrà poi riprogrammare la numerazione dei canali come preferisce, sma-nettando sul decoder o sul tele-comando. Ma è sicuro che molti telespettatori pigri lasceranno la sequenza dei canali così come impostata in automatico dal decoder, adeguandosi. L’as-sociazione Dgtvì, che si oc-cupa del passaggio al digita-le terrestre e che raggruppa Rai, Mediaset, Timedia, Frt, Dfree, Aeranti-Corallo, ha raggiunto una intesa in base alla quale i nu-meri dall’1 al 9 andranno a canali nazio-nali, mentre quelli dal 10 al 19 saran-no destinati alle tv loca-li. «Ma a me

non sta bene», ribatte Montrone, «perché Telenorba, in Puglia, sta nel 95% dei casi tra l’1 e il 9. Ci sono altri imprenditori, in Sarde-gna e in Piemonte, che non hanno protestato e hanno accettato, un po’ passivamente, questa situa-zione. Mi risulta che Videolina, col passaggio in Dtt, abbia perso il 30% degli ascolti in Sardegna. Qui in Puglia non passerà que-sta linea, ci opporremo in ogni

modo». Il problema più gros-

so è la frammentazio-ne di interessi, che rende quasi impos-sibile una soluzione accettata da tutti. «Il

tema è stato sviscera-to da ogni angolo», am-

mette Donato di Frt, «e il si-stema non è capace di auto-r e g o l a -mentarsi. Serve un intervento superiore, dalla Au-torità per

le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), altrimenti sono guai».

Oggi, a Milano, presso la Casa dell’energia in Piazza Po 3, l’asso-ciazione Aeranti-Corallo organiz-za una giornata sulla transizione alla tv digitale terrestre. E il pre-sidente dell’Associazione, Marco Rossignoli, riassume così la sua posizione: «È certamente impor-tante che vi sia una decisione dell’Agcom, perché quello che sta accadendo in Piemonte e che sta per accadere nel Lazio ci preoc-cupa moltissimo. Ma voglio ricor-dare anche che è fondamentale trovare una soluzione in cui vi sia una chiara identifi cabilità delle tv locali. Cioè, per esempio, che vi sia il maggior numero possibile di tv locali nel primo blocco di numera-zione (poniamo, dal 10 al 30, ndr), che il numero del canale sia fi sso e non cambi nel tempo, in modo da poter fare investimenti in comu-nicazione su questo fronte. Ovvio che poi gli editori non devono pen-sare di salvarsi solo attraverso il numero, ma sono obbligati a po-tenziare e valorizzare i contenuti, in particolare per quanto riguar-da l’informazione locale».

© Riproduzione riservata

DI MARCO A. CAPISANI

Al quotidiano economico il Sole 24 Ore è difficile parlare di numeri in questo pe-riodo. Soprattutto se si tratta del piano di riduzione dei costi di funzionamento,

che dovrebbe portare anche alla riduzione degli organici giornalistici. La pianificazione dovreb-be partire a metà dell’anno prossimo e durare un paio d’anni, previa chiusura delle trattative sindacali tra fine 2009 e i primi mesi del 2010. Ad oggi le uscite dal quotidiano dovrebbero es-sere una trentina, circa tre dai suoi dorsi, altri tre dalla redazione on line (che fa parte in tutto e per tutto del sistema quotidiano cartaceo). Si aggiungono poi due prepensionamenti all’agen-zia Radiocor e almeno un’ottantina di uscite tra poligrafici, grafici e impiegati, a livello di tutto il gruppo. Complessivamente, a oggi, sarebbe colpiti circa 38 redattori e 80 lavoratori non giornali-stici. L’annuncio del gruppo editoriale riguarda però 200 uscite. Il resto dei tagli potrebbe, al-lora, riguardare dipendenti che devono ancora maturare i requisiti per il prepensionamento. Seguendo questa tabella di marcia, per esempio, le uscite dall’agenzia stampa raddoppierebbero a quattro.

Al momento i vertici aziendali pare abbiano de-fi nito solo un piccolo piano d’incentivi per chi ha già maturato i termini della pensione di anziani-tà. Un accordo che coinvolge già sei giornalisti.

A rendere però ogni previsione alquanto labile, potrebbero essere l’uscita più o meno annunciata dell’amministratore delegato, Claudio Calabi, verso Risanamento, e le voci persistenti sulle dimissioni del presidente Giancarlo Cerutti (di ritorno all’azienda piemontese di famiglia, le Offi cine meccaniche). Non solo, ma di conse-guenza sulla testa dei giornalisti inizierebbero

a dondolare anche altre spade di Damocle: dalla preoccupazione dei redattori per la seconda pa-gina trasformata in pagina totalmente occupata da inserzioni pubblicitarie fi no ai timori di Ra-dio 24. I 37 giornalisti radiofonici non dovrebbero al momento essere toccati dalla riduzione degli organici, così come assicurato da Calabi, ma in caso di sue dimissioni la redazione si domanda se continueranno a valere anche successivamen-te le sue garanzie. Intanto, il già atteso piano di sviluppo per l’emittente è previsto non prima del prossimo gennaio. Proprio quando i vertici aziendali sapranno se hanno raggiunto o meno la soglia desiderata di uscite. E aspettano un piano di rilancio anche i colleghi di Radiocor: il direttore del quotidiano, Gianni Riotta, aveva promesso una nuova strategia di crescita imperniata sulle sinergie tra giornale, web e agenzia stampa. Al momento tutto tace.

L’ultima parola sugli esuberi resta sicuramente quella di Riotta, che non solo vuole dare lui il placet fi nale sulle uscite ma avrebbe anche pre-annunciato battaglia pur di tenere alcuni colle-ghi prepensionandi, onde evitare che fi niscano a scrivere per la concorrenza.

Al Sole 24 Ore non produce certezze nemme-no la discussione sulla scelta del nuovo formato. Anzi, pare che nell’ultimo cda di settimana scor-sa non solo se ne sia parlato ma soprattutto gli animi si siano scaldati fi no a far volare parole e tomi di bilanci. Tra il modello Financial Times e quello di Le Figaro (e tenendo sempre valida la possibilità di mantenere le attuali dimensioni del giornale), sarebbe ritornato in auge anche il for-mato dell’inserto Plus, in edicola con il Sole ogni sabato. Una scelta che permetterebbe di sfrutta-re le attuali rotative e richiederebbe solo alcuni aggiustamenti per editare gli allegati.

© Riproduzione riservata

Il piano di uscite sarà operativo dalla metà del prossimo anno

Esuberi al Sole 24 Ore per 38 giornalisti

Luca MontroneMarco Rossignoli

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Gentleman + Ladies

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18 Martedì 3 Novembre 2009 UN PROFESSIONISTA AL GIORNO

DI MARIANGELA MODAFFERI

Ha iniziato scaricando casse di bottiglie destinate ai punti vendita e qualche anno più tardi si è ritrovato, poco più che trentenne, alla guida dell’azienda di famiglia, la Socib Spa che si occupava dell’imbottigliamento e della distribuzione

di bevande gassate per la Coca-Cola company in Calabria. Fabrizio Capua, che oggi di anni ne ha 41, nel 2008 ha ceduto la vecchia azienda e ha fondato la holding Independent Investments, di cui è amministratore delegato, con l’obiettivo di accrescere e valorizzare piccole e medie imprese italiane. «Ho sempre lavorato tenendo in mente i principi che mi aveva insegnato mio padre», spiega. «La coerenza prima di tutto, ma anche la disciplina, la correttezza e

la passione per ciò che si fa, sono tutti valori che ormai mi appartengono e mi accompagnano anche nella vita di

tutti i giorni».Dopo la laurea in economia e commercio a Messina,

Capua ha subito iniziato a lavorare: «mio padre, che aveva acquisito la Socib nel 1974, ha voluto che io conoscessi tutti i passaggi del lavoro dell’azienda», ricorda. «Ho iniziato scaricando le casse di bottiglie destinate ai negozi, poi mi ha affiancato ai nostri venditori e di seguito ai responsabili commercia-li e agli ispettori dei supermercati. Ho terminato la mia gavetta negli uffici dell’amministrazione e della produzione». Nel frattempo l’a.d. ha anche seguito un master alla Bocconi sulla successione nelle aziende familiari e, terminato questo perio-do di apprendimento in azienda, è partito per gli

Stati Uniti. «Pensavo che sarei rimasto lì», spiega. «L’azienda, infatti, all’inizio non era molto grande,

al contrario della mia famiglia. Sembrava non esserci spazio per tutti». Nel 1994, invece, il padre acquisisce la concessione anche per la Sardegna e Capua viene mandato nell’isola come assistente del direttore generale della sede. «Dopo poco, però, se ne andò e io presi il suo posto».

Cinque anni più tardi, in seguito alla morte del padre, il manager si è ritrovato alla guida di tutta l’azienda che ha ampliato in Campania, Basilicata e Puglia. «Avevamo la concessione per tutto il sud Italia, ad eccezione della Sicilia», spiega, «che valeva il 22% di tutto il mercato ita-liano». Nel 2008, però, l’a.d. decise di cedere la Socib alla multinazionale Coca Cola Hellenic Bottling Company, di cui è presidente per l’Italia e di fondare una nuova

holding, l’Independent Investments con l’obiettivo di finanziare imprese italiane per renderle più competitive. La prima operazione ha riguardato l’acquisizio-ne del 60% dell’azienda calabrese Caffè Mauro. «In un anno abbiamo rilanciato il marchio», sottolinea, «ora stiamo valutan-do altri progetti e ne dovremmo concludere uno entro fine anno. La nostra attenzione si rivolge a marchi storici, portatori di va-lori positivi e rappresentativi del made in Italy che per una qualsiasi ragione hanno perso competitività. L’intervento della hol-ding serve a rimettere il moto il marchio e ad accrescerne le potenzialità».

Capua, che dal 2005 è anche presidente di Assobibe, (associazione italiana delle in-

dustrie produttrici di bevande analcoliche) è sposato, ha due bambini e vive a Roma. «Non ho molto tempo libero», spiega, «perché vivo molto di lavoro, ma fra le mie passioni c’è l’au-tomobilismo. Non perdo mai una tappa della Formula 1». Da amante delle corse è anche amante delle Ferrari, fra i suoi desideri infatti c’è proprio un’auto di Maranello, la 480 Italia. Un’altra passione dell’a.d. è il mare, fra le sue mete preferite ci sono i Caraibi, e le barche: «quest’anno ho comprato una lobster boat del cantiere Franchini, Emozione 74». Fra gli oggetti che lo rappresentano di più c’è il suo BlackBerry Bold («è il mio ufficio portatile»). Per il suo stile, invece, sceglie solo abiti classici confe-zionati dal suo sarto di fiducia, il napoletano Mariano Rubinacci. L’a.d., infine, è anche un amante dei gemelli: «i miei preferiti», sottolinea, «sono della gioielleria Vhernier che ho ricevuto per i miei 40 anni da Carlo Traglio, mio grande amico. Sono in oro con

i due numeri 4 e 0 disegnati con dei brillantini».© Riproduzione riservata

L’autoSono un appassionato della Formula 1 e di Ferrari. Fra le auto che mi piacerebbe guidare c’è la Ferrari 480 Italia

Il cellulareL’oggetto che mi rappresenta di più forse è il mio BlackBerry Bold. È il mio ufi cio portatile

La barcaQuest’anno ho acquistato una lobster boat, è una Franchini

bianca e blu da 74 piedi, modello

Emozione

Lo stileSul lavoro vesto sempre in modo classico. I miei abiti sono tutti confezionati dal sarto napoletano Mariano Rubinacci. Mentre per le scarpe preferisco le inglesi John Lobb

La vita e la carriera di Fabrizio Capua, amministratore delegato di Independent Investments

Imprenditore per passioneDa mio padre ho imparato la coerenza e la disciplinaOra rilanciamo i marchi storici del made in Italy

I viaggiAmo il mare e

fra le mie mete preferite ci sono

i Caraibi

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L’auto

Afra

pref

dustrie produttricib bi i i R

nome

Fabrizio Capuanato a

Reggio Calabriail

11 dicembre 1967professioneamministratore delegato di IndependentInvestments

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