Download - 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

Transcript
Page 1: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 2: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

rSLB4 e

aw,swm,3 NOTE SPIRITUALIdon Viganò ci parla

5 BREVISSIME

8 INCHIESTA BSGiovani: la difficile ricerca dei nuovi valori . Siconclude in una prospettiva di speranza l'inchie-sta sui giovani .

13 VITA SALESIANAUn paese fra miseria dittatura e speranza . Lapresenza salesiana in un paese contraddittorio co-me Haiti .

17 VITA ECCLESIALESpeciale Loreto . ll BS di questo mese dedica ottopagine al Convegno ecclesiale di Loreto con inter-viste ai suoi protagonisti e impressioni deipartecipanti .

IL BOLLETTINO SALESIANORivista fondata da san Giovanni Bosconel 1877Quindicinale di informazione e culturareligiosa edito dalla CongregazioneSalesiana di San Giovanni Bosco .

INDIRIZZOVia della Pisana 1111 - Casella post. 9092- 00163 Roma-Aurelio - Tel . 06/69 .31 .341 .Conto corr. post . n . 46 .20 .02 intestato aDirezione Generale Opere Don Bosco,Roma .

DIRETTORE RESPONSABILEGIUSEPPE COSTARedazione : Giuliana Accorsero - MarcoBongioanni - Eugenio Fizzotti - Gaetano Na-netti - Angelo Paoluzi - Cosimo Semeraro .Archivio : Guido CantoniDiffusione : Arnaldo MontecchioFotocomposizione, impaginazione e stam-pa : Officine Grafiche SEI - TorinoRegistrazione: Tribunale di Torino n . 403del 16 .2 .1949

In copertina :Haiti :

un paese fra miseriadittatura e speranza(Servizio a pag . 13)

1 GIUGNO 1985ANNO 109NUMERO 10

IL BOLLETTINO SALESIANO SI PUBBLICA• Il primo di ogni mese (undici numeri,eccetto agosto) per la Famiglia Salesiana .•

Il 15 del mese per i Cooperatori Sale-siani .Collaborazione : La Direzione invita a man-dare notizie e foto riguardanti la FamigliaSalesiana, e s'impegna a pubblicarle secon-do il loro interesse generale e la disponibili-tà di spazio.Edizione di metà mese . A cura dell'UfficioNazionale Cooperatori (Alfano, Rinaldini) -Via Marsala 42 - 00185 Roma - Tel . (06)49 .50 .185 .

25 COMUNICAZIONI SOCIALILe radio dal cuore umano . L'articolo di PierdanteGiordano fa il punto sulle radio private, «spazio»privilegiato di tanto mondo giovanile e non .

28 COMUNICAZIONI SOCIALII mass-media e la promozione dei giovani . Ilmessaggio del Papa per la Giornata Mondiale del-le Comunicazioni Sociali . Quali provocazioni perla Famiglia Salesiana?

32 STORIA SALESIANAA proposito di salesiani e movimento cattolico .Il professor Pietro Borzomati interviene su un ar-gomento di piena attualità per chi vuoi rifletteresul passato del movimento cattolico e salesiano .

34 STORIA SALESIANAFrascati : salesiani e azione cattolica . Un tentati-vo di «ricostruzione» storica in una piccola Dio-cesi .

RUBRICHEScriveteci, 4 - La lettera di Nino Barraco, 7 - I no-stri santi, 37 - I nostri morti, 38 - Solidarietà, 39 .

IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDOII BS esce nel mondo in 41 edizioni naziona-li e 20 lingue diverse (tiratura annua oltre 10milioni di copie) in : Antille (a Santo Domin-go) - Argentina - Australia - Austria - Bel-gio (in fiammingo) - Bolivia - Brasile - Ca-nada - Centro America (a San Salvador) -Cile - BS Cinese (a Hong Kong) - Colombia- Ecuador - Filippine - Francia - Germania- Giappone - Gran Bretagna - India (in in-glese, malayalam, tamil e telugú) - Irlanda- Italia - Jugoslavia (in croato e in sloveno)Korea del Sud - BS Lituano (edito a Ro-

ma) - Malta - Messico - Olanda - Paraguay- Perù - Polonia - Portogallo - Spagna -Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela - Zaire

DIFFUSIONEIl BS è dono-omaggio di Don Bosco aicomponenti la Famiglia Salesiana, agli amicie sostenitori delle sue Opere .Copie arretrate o di propaganda : a richie-sta, nei limiti dei possibile .Cambio di indirizzo : comunicare anche l'in-dirizzo vecchio .

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 3: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

Don Viganò ci parla

o

LA SOLIDARIETÀ

«Beati gli affamati»! (Mt 5, 6) .Questa Beatitudine ci rammemora facilmente la pa-

rabola del ricco epulone e del povero Lazzaro : l'umilesprovvisto di viveri, il quale nella sua indigenza sente«fame e sete della giustizia» .

L'«affamato», infatti è, qui, il povero che desidera(più ardentemente degli altri) il compimento del pianodi Dio nella condotta degli uomini .

La «giustizia», di cui parla Matteo, è appunto ilcomportamento personale e sociale in fedeltà al pro-getto del Creatore . La «Legge», i «Profeti» (Lc 16,29) e ancor più il «Vangelo» insegnano a fare la vo-lontà di Dio e ad amare il prossimo, in tal forma chela retta condotta di ognuno divenga fonte di giustizianella convivenza e nell'uso dei beni .

Il «sazio», così tipicamente rappresentato dal riccoepulone, è in piena dissonanza con questo obiettivoperché vive immerso nella concupiscenza del lusso .Gesù, al contrario, si congratula con il misero che, at-tanagliato dalla fame e dalla sete, assurge a desiderareardentemente la giustizia .

Oggi assistiamo a un vasto processo di socializza-zione della vita umana . Bisognerà favorire, nella spi-ritualità suggerita da questa Beatitudine, la dimensio-ne sociale come componente indispensabile di unabuona condotta. In tal senso converrà concentrarel'attenzione dei giovani sui valori della «Solidarietà» .

La solidarietà, infatti, è la coscienza della propriapartecipazione attiva ai vincoli che si hanno con gli al-tri . Incita a condividerne vantaggi, svantaggi e re-sponsabilità . Moltiplica la forza di comunione, faconvergere sentimenti e idee, insegna lealtà, crea am-bienti favorevoli agli ideali comuni, facilita nei singolila rettitudine dei loro comportamenti, discerne lepriorità da promuovere insieme, infonde fiducia, in-venta iniziative e stimola il coraggio . Alcuni vincoli disolidarietà sorgono in noi per nascita (essere uomini,avere una patria), altri derivano dalla speciale voca-zione di ciascuno (confessione di fede, stato ecclesia-le), altri da una scelta personale (associazioni di diver-so tipo, gruppi con svariate finalità) .

Una spiritualità evangelica dovrebbe saper svilup-pare adeguatamente questi vincoli . In una situazionedi ingiustizia sociale con tante sperequazioni e di plu-ralismo ideologico che conduce spesso al relativismo ea privilegiare la moda invece delle verità fondanti, èoggi più indispensabile che mai costruire ambienti diconsenso, di mutuo appoggio, di coscientizzazione, diinventiva, di progettazione, di riflessione e di corag-giosa collaborazione ; insomma, urge favorire con ilVangelo 'un clima di unione nel bene e nella ricercaoperante della giustizia .

I giovani sentono una inclinazione congenita versole istanze della solidarietà ; la desiderano anche persentirsi protagonisti nella loro maturazione individua-le e comunitaria .

Sarà opportuno coltivare in essi :- il senso d'appartenenza come atteggiamento dilealtà ai valori sociali della loro vita,- e la volontà d'impegno nei compiti di correspon-sabilità .

Così desidereranno più efficacemente la giustizia .

Don Egidio Viganò2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 4: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

E noi pendolari?Da molto tempo si sente parlare di «ul-timi», «emarginati», «diversi» e via diseguito .lo voglio sottolineare la presenza nelnostro territorio di una travagliatissimacategoria, di cui forse la Chiesa nonparla : i lavoratori pendolari . Anni fa ilCorriere della Sera parlava di abitantidi Desenzano del Garda che si alzanoalle 4 per lavorare poi a Milano . lo nonso se ci sia ancora questa situazione,so che anch'io sono pendolare conmeno strada .Il lavoratore pendolare è soggetto atutti i guai che possono sorgere neitrasporti pubblici, ritardi, blocchi deltraffico, gelo degli scambi dei treni, di-sorganizzazione dei trasporti .In Ufficio o dove si trova può essereappena tollerata la sua presenza epossono venire «coccolati» quelli cheabitano nei pressi del posto di lavoro .Il pendolare pone a suo carico spessopasti non troppo economici se non hamensa e si sente dire : dovresti abitarequi! Frase facile a dirsi a parole . Hoscritto esattamente quello che noto epenso. Apprezzo la Vostra pubblica-zione che continuo a ricevere . Osse-qui vivissimi .

Lettera firmata - Arenzano

Una cooperativaper il Terzo MondoSiamo una cooperativa di lavoro, co-stituitasi 3 anni fa, chiamata Kwa-Kusaidia che in lingua swahili signifi-ca: «per aiutarci» .La cooperativa si propone di svolgeresenza fine di lucro qualsiasi attivitàper la promozione e l'attuazione di ini-ziative a favore dei paesi in via di svi-luppo, nonché per la promozioneumana e sociale di chiunque si trovi inuno stato di bisogno e di emargina-zioneAl fine di una maggiore conoscenzadelle finalità della stessa vi alleghiamolo statuto .Attualmente al nostro interno vengonosvolte tre attività :a) raccolta e commercio di materiali direcuperob) ristrutturazione di un cascinale peruna futura comunità .Nello statuto è contemplato anchel'importazione e il commercio di pro-dotti dell'artigianato (qualsiasi tipo)dei paesi in via di sviluppo per favorireun mercato di vendita agli stessi .

Nel 1985 vorremmo prendere in consi-derazione tale attività .Per poter valutare il possibile sviluppoin termini di mercato (es . qualità equantità di merce disponibile, dove e achi venderla, ecc .) per fare uno studiopiù approfondito e per una riuscita del-l'iniziativa stessa, vi chiediamo gentil-mente di metterci in contatto con quel-le cooperative, gruppi, missioni natenel terzo mondo allo scopo di svilup-pare un'attività artigianale di sussi-stenza o di sviluppo .Fiduciosi in una vostra collaborazionee in attesa di vostre comunicazioni ariguardo vi auguriamo un anno di pacee gioia .

Il nostro indirizzo è. coop. Kwa-Kusaidiavia Milano n° 4 - 22048 Oggiono (Co)

Ci scrivonole Claustrali di RovigoSiamo una piccola comunità contem-plativa che ringrazia per la generositàcon cui da alcuni anni inviate il Bollet-tino Salesiano .Esso viene letto da noi tutte . Tramite ilBollettino seguiamo il vostro apostola-to e vi diciamo che il bene che fate ètanto e grande .Noi assicuriamo la nostra preghiera,affinché il Signore benedica e facciafruttificare le vostre fatiche, perché vidoni numerose vocazioni e possiateportare il messaggio della salvezza fi-no ai confini del mondo, come volevaDon Bosco .Ci permettiamo di far conoscere loscopo della nostra vocazione di dona-zione a Dio nella preghiera e nel na-scondimento «perché il Signore mandialla Sua Chiesa numerosi e santi sa-cerdoti» . Con l'offerta della nostra vitavogliamo essere accanto spiritual-mente ad ogni sacerdote, per soste-nerlo nelle difficoltà spirituali e morali,senza conoscerlo ed essere conosciu-te: perché crediamo nella comunionedei santi . Chiediamo anche a voi un ri-cordo di preghiera per noi tutte perchépossiamo rispondere sempre all'amo-re di Dio. Uniti in comunione di pre-ghiera, cordialmente salutiamo .

La Comunità claustrale Ancelle della SS . TrinitàPiazzale S. Bortolo - Rovigo

Quando in redazione giungono letterecome questa - sono molti i Monasteridi clausura che ricevono il BollettinoSalesiano - ci si sente quasi sollevatida un «peso» . Qui, infatti, alla rivista,giungono molte richieste di preghiera .Come ottemperarle? Siamo noi, care

sorelle, a dirvi grazie perché ci richia-mate a non perdere di vista che Dio èessenziale e perché grazie anche allavostra preghiera la nostra speranzanon viene meno .

Un mese in AfricaSono un exallievo dell'istituto Salesia-no di Caserta . Da «Una speranza perl'Etiopia» del B .S. gennaio 85 : «A Ma-kalè sono accampate da ottanta acentomila persone . Ogni giorno alme-no venti di queste muoiono . Cadononon per guerra o per malattia né per ilnaturale ordine delle cose : muoionoper fame» .Ho letto e riletto : non so quante volte .Ho cercato di capire, ma non vi sonoriuscito; ho cercato un abbozzo di ra-gione, l'embrione di una qualsiasispiegazione e non ne ho trovata . Nonè possibile capire, spiegarsi la morteper fame davanti ad un piatto semprepieno e senza alcuna fatica .Scrivo per sapere come fare per rag-giungere la missione salesiana di Ma-kalè o di Dilla dove voglio «vivere dauomo» il mio prossimo mese d'agosto .Vorrei essere uno dei giovani della«Spedizione agosto 85 con i Salesia-ni», anch'io «per dare una mano» o«per gustare la gioia del meglio dareche ricevere» . Voglio scoprire anch'io«la vigna del Vangelo, la terra dei po-veri, degli afflitti, di coloro che muoio-no di fame, di sete, di malaria, di tifo,di lebbra», la terra etiopica di Makalè edi Dilla così come la definisce Gaboar-di Rossano .

Lettera firmata

Sono medico e voglio andare inBrasileSono un medico chirurgo di 32 anni eda sei anni pratico l'attività odontoia-trica come libero professionista ; fre-quento anche un Reparto Ospedalierodove eseguo la piccola chirurgia ora-le . Leggevo nella Vostra rivista che inuna Vostra comunità in Brasile, 300Km a nord di Recife, sulla costa atlan-tica, necessitate di oculisti e dentisti .Forse perché ancora avverto una cer-ta stanchezza della professione libera,forse perché cerco ancora spunti e si-gnificati più autentici di vita, la cosa miinteressa .

Abbiamo provvisto a mettervi in con-tatto con gli interessati. In ogni caso,grazie!

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 5: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

ITALIA

Pace è festa a Caltanissetta

~' Anno Internazionaledella Gioventù havisto fiorire

numerose iniziative un po'dappertutto nella FamigliaSalesiana. Proprio nei giorniscorsi, a firma di SalvoLiotta ci è giunta la cronacadella Festa dei Giovaniorganizzata a Caltanissetta il14 aprile 1985. Eccola :«Il cielo coperto del 14aprile sorprende i gruppisalesiani raggiungere, daogni parte della Sicilia, illuogo dell'incontro :Caltanissetta .Ed ha inizio la marcia, unamarcia di pace, di festa, digioia e d'impegno . Il colpod'occhio è superbo : ilserpente dei giovani sicilianisi stende per le vie della cittàcon colori, striscioni, cartellie movimenti coreografici . DaPalermo, giovanisbandieratrici agitano lelettere della parola pacenell'aria, da Noto suore eragazze simbolizzano i coloridella speranza con quellidell'arcobaleno etutt'attorno Caltanissetta,elegante e pigra nellamattina di festa, osservastupita nei suoi giovani, nellesue coppie, nella sua gente ilsilenzioso avanzare deigiovani della marcia .

Nella foto :Immagini dellamanifestazione diCaltanissetta

Silenzio per esprimere, adalta voce, il desiderio dipace, per sottolineare senzaparole lo spessore delconcetto, per dire senzagridare. Una marcia nelcuore di una terra offesa daviolenze inumane . I giovanidi tutta la Sicilia, circa5.000, concludono il lorocammino nella Cattedraledove il silenzio si traduce incanto e preghiera. Le paroledell'ispettore don LilloMontanti precedono quelledi padre Bachelet,protagonista di storie diperdono, di amore e diritorno al Padre da parte deiterroristi degli anni di«piombo» .La celebrazione eucaristica èmomento atteso e centrale :accanto alle decine disacerdoti salesiani, la figuradi mons. Garsia, vescovodella città, è il segnoconcreto dell'unione dellaChiesa in tutte le suecomponenti . E dal cuore delVescovo giungono parole aigiovani, alla loro identità eal loro coraggio . «Domanisarò ciò che costruisco oggi»dice uno striscione e mons .Garsia si rivolge alla societàdi domani per affidarle,meglio per ricordarle,l'impegno gravoso estimolante di oggi .Lo sparso affluirenell'istituto a monte dellacittà e la pace diventa verafesta fatta di suoni e di gesti .I ragazzi di Palermo sulpalco con la loro musicarendono forte il momento dicomunione: si canta insieme,si vive insieme, si lottainsieme .Le parole di Don Saro Vella- missionario inMadagascar - portano leatmosfere malgascie, MariaConcetta Firrincieli - giàvolontaria - fra il pubblicoricorda Trelew e i canti dellacomunità che viene dalleFilippine rendono piùpiccolo il mondo .

Incontro con i familiari deiMissionari di Torino

1 17 marzo 1985l'Ispettoria salesianasubalpina di Torino ha

organizzato la giornataMissionaria Salesiana. Consquisita sensibilità perl'occasione sono stati invitatia Valdocco i familiari deimissionari salesiani diquell'Ispettoria .L'incontro ha certamentesuscitato nel cuore deifamiliari la gioia e l'orgogliodi sentirsi collaboratori epartecipi dell'apostolato deifigli o fratelli .

Nella foto :Gruppo ricordogenerale deipartecipanti

NTre nuovi cardinali

ell'udienza generaledel 24 aprile 1985Giovanni Paolo Il

ha comunicato i nomi di 28nuovi cardinali . Tre di essisono salesiani e precisamentemonsignor Alfons Stickler,monsignor Rosalio JosèCastillo Lara e monsignorObando Bravo. Presentandola notizia un settimanalecattolico italiano ha parlatodi «riscossa salesiana», ilrettor Maggiore don EgidioViganò, più semplicementeha dichiarato che «lacircostanza che vede tresalesiani alla dignità

cardinalizia è la prova che lanostra vocazione si situa nelcuore della chiesafavorendone la crescita e ladiffusione» .Nel rallegrarci con i neo-Cardinali proponiamo ailettori tre brevi profili inattesa di poterli ospitare piùampiamente sulla nostrarivista .Card. Alfons M . SticklerNato il 23 agosto 1910 aNeunkirchen(Niederòsterreich, Diocesi diVienna) da Michele e TeresaSchechner, è entrato a 11anni nel collegio salesiano diWien III (Hagenmùllergasse31) .A conclusione del noviziatoa Ensdorf (Germania),emette i primi voti religiosinella CongregazioneSalesiana in data 15 agosto1928 . Trascorre un anno a

Helenenberg b . Trier(1928-1929) e poi passa per iltirocinio pratico a Wien,prima nel pensionato perstudenti (1929-1930) e poi inquello per artigiani(1930-1931). Ancora cometirocinante trascorre dueanni a Fulpmes con gliaspiranti e gli artigiani . In

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 6: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

6 - 1 GIUGNO 1985

questo periodo (il 15 agosto1932) emette la professioneperpetua a Burghausen(Germania) .Compiuti i primi due anni diteologia a Benediktbeuern(Germania), passa nell'anno1935 a Torino-Crocetta e nel1936 a Roma-San Callisto .Ordinato sacerdote nellaBasilica romana di SanGiovanni in Laterano il 27marzo 1937, prende afrequentare l'UniversitàLateranense, abitando pressola comunità di Roma-SanTarcisio .Dopo essersi laureato nel1940 in utroque iure, passacome docente di DirittoCanonico al PontificioAteneo Salesiano (approvatoil 3 maggio 1940), primanella sede di Torino e poi inquella di Roma .Dal 1953 al 1958 è Decanodella Facoltà di DirittoCanonico e dal 1958 al 1966è Rettor Magnifico delPontificio Ateneo Salesiano(nelle due sedi di Torino e diRoma fino al 1965 edell'unica nuova sederomana dal 1965 al 1966) .Al termine del periodo direttorato, è nominatoPreside del PontificioIstituto di Alta Latinità,annesso al Pontificio AteneoSalesiano di Roma, caricache ricopre fino al 1968 .Ripreso l'insegnamentoordinario, viene nominato daPaolo VI il 25 marzo del1971 Prefetto dellaBiblioteca ApostolicaVaticana .L'8 settembre 1983 GiovanniPaolo Il lo nomina Pro-Bibliotecario di S .R.C. e loconsacra personalmenteVescovo nella CappellaSistina il 1 ° novembre dellostesso anno, elevandolo, inqualità di Arcivescovo, allasede titolare di Bolsena . Il 7luglio 1984 è nominato Pro-Archivista di S.R .C .

Card. Rosalio Josè CastilloLaraNato a San Casimiro(provincia di Aragua,Diocesi di Maracay,Venezuela) il 4 settembre1922 da Rosalio eGuglielmina Lara, è entratonel collegio salesiano di

Valencia nel 1934 .Conclusi gli studi umanistici,ha iniziato il noviziato aUsaquén il 6 gennaio 1941ed ha emesso i primi votireligiosi il 18 gennaio 1942 .Emessa la professioneperpetua il 18 gennaio 1945,ha iniziato gli studi diteologia a Mosquera(Colombia), conclusi conl'ordinazione sacerdotale,avvenuta a Caracas il 4settembre 1949 .Dopo aver trascorso un annonel collegio salesiano di LosTeques come consiglierescolastico, è stato inviato aTorino-Crocetta perfrequentare la Facoltà diDiritto Canonico presso ilPontificio Ateneo Salesiano .Suo docente è stato il Prof .Alfons M. Stickler,nominato anch'egliCardinale da GiovanniPaolo Il .Conclusi gli studi nel 1953, èrientrato in Venezuela ed hainsegnato per un anno allostudentato filosofico diCaracas-Altamira .Nel 1954 è stato chiamatoall'insegnamento nellaFacoltà di Diritto Canonicodel Pontificio AteneoSalesiano, prima nella sededi Torino (dal 1954 al 1957)e poi in quella di Roma (dal1957 al 1965) .Il rientro in Venezuela nel1966 è immediatamenteseguito dall'elezione aIspettore di Caracas (1966) .Ma l'anno seguente vienechiamato a far parte delConsiglio Superiore dellaCongregazione Salesiana, inqualità di ConsigliereGenerale per l'Argentina, ilParaguay, l'Uruguay, laBolivia, il Cile e il Perù :tiene la carica fino al 1971,anno del Capitolo GeneraleSpeciale, durante il qualeviene eletto Consigliere perla Pastorale Giovanile .Il 26 marzo 1973 Paolo VIlo nomina Vescovo titolaredi Precausa e Coadiutorecon diritto di successione diMons . José Leon Rojas

Chaparro, Vescovo diTrujillo in Venezuela . Laconsacrazione ha luogo aCaracas, il 24 maggio dellostesso anno .Due anni dopo, il 21febbraio 1975, Paolo VI lochiama in Italia in qualità disegretario della PontificiaCommissione per la revisionedel Codice di DirittoCanonico .Il 26 maggio 1982, aconclusione del lavoro direvisione del nuovo Codice,Giovanni Paolo 11 lopromuove Arcivescovo e lonomina Pro-Presidente dellaCommissione Pontificia perl'interpretazione autenticadel Codice di DirittoCanonico .

Card. Miguel Obando BravoNato il 2 febbraio 1926 a LaLibertad (Chontales,Prelatura di Juigalpa,suffraganea di Managua, inNicaragua) da Antonio eNicolina Bravo, è entrato a16 anni nel collegio salesianodi Granada (Nicaragua) .Completato il curriculumdegli studi umanistici, haintrapreso la vita salesianaentrando il 30 gennaio 1949nel noviziato di Ayagualo(El Salvador) econcludendolo il 31 gennaio1950 con la primaprofessione religiosa .Dal 1950 al 1952 frequenta aSan Salvador i corsi difilosofia e dal 1953 al 1955compie il tirocinio praticonella casa di Granada

(Nicaragua) .Dopo aver emesso laprofessione perpetua il 29ottobre 1955, inizia il corsoregolare di studi teologici aGuatemala, avendo negliultimi due anni tra gliinsegnanti l'attualeArcivescovo di SanSalvador, Mons. RiveraDamas .Conclusi gli studi e ricevutal'ordinazione sacerdotale adAntigua Guatemala il 10agosto 1958, viene inviatonell'aspirantato e noviziatodi Ayagualo (El Salvador) .Per i primi anni svolge ilcompito di consiglierescolastico e il 23 gennaio del1962 riceve la nomina didirettore della comunità .L'anno seguente gli aspirantivengono trasferiti a Planesde Renderos ed egli li segue,sempre come direttore, finoa quando, il 18 gennaio1968, riceve la nomina aVescovo titolare di Puzia diBizacena e ausiliare di Mons .Octavio José Calderon yPadilla, Vescovo diMatagalpa (Nicaragua) .La consacrazione ha luogo aMatagalpa il 31 marzo del1968 .Il 16 febbraio 1970 vienetrasferito con il titolo diArcivescovo alla sedemetropolitana di Managua(Nicaragua) .

GERMANIA

Amicizia e serenitàper uscire dalla droga

ealtà giovanile,

«

droga eprevenzione» : è

stato il tema di un incontrodi due giorni dei gruppi

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 7: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

Nella foto :Gruppo di partecipantial Convegno

giovanili italiani nellaGermania Federale .L'incontro si è tenuto aStommeln, presso Colonia,nel «Collegio PapaGiovanni XXIII» . Adorganizzare le due giornatedi dibattito e scambio diesperienze sono stati isalesiani . Il loro centro è aColonia, nella «Comunità»della Weissenburgstr, 14,una casa aperta a tutti, main particolare ai giovani edai loro problemi . E iproblemi tra i giovanicresciuti all'estero nonmancano: orientarsi nellasocietà tedesca è difficile e iragazzi sono spessosottoposti a tensionilaceranti, tra la famigliaattaccata al proprioambiente e ai valori dellaterra d'origine e il mondocircostante, consumista e incostante movimento . Igiovani venuti a Stommeln,oltre un centinaio, fannoparte di gruppi che credononell'amicizia e nellacomunità. Stare insiemeaiuta ad affrontare iproblemi individuali, aconoscersi e quindi adorientarsi nella vita e nellescelte di tutti i giorni .Nei piccoli centri ilfenomeno è quasisconosciuto, nella zona diWilsbaden-Francoforte si sache la droga circolaparecchio anche tra i giovaniitaliani . Il problema, si èdetto, è la prevenzione . Maper poter ragionare diprevenzione bisogna sapereche cos'è la droga e quali

sono i motivi che portanoalla tossicodipendenza . Ilcompito di illustrare questaproblematica è toccato agliinvitati italiani : tra gli altridon Sergio Pighi della«Comunità dei giovani» diVerona e il prof. FrancoPrina, del «Gruppo Abele»di Torino. Si è messol'accento sulla solitudine,una delle cause che puòspingere un giovane dallapersonalità debole a cercareun «appoggio» in gruppiemarginati e ad inserirsianche a prezzo del consumoe della schiavitù della droga .«Che cosa fare allora diconcreto nel proprioambiente per aiutare eprevenire il consumo delladroga?». L'ultima partedell'incontro è stata dedicataa questa domanda . I gruppisi sono riuniti ed hannocercato di formulare idee eproposte . Qual è stato ilrisultato? Il gruppo diSolingen ha sottolineato lanecessità dell'impegnoindividuale : avvicinare chi èsolo e aiutarlo a combatterela noia è già un modo diprevenire la droga, ha dettoil portavoce del gruppo. Econ i ragazzi che sono giàvittime della droga? Duelapidarie proposizioni delgruppo di Offenbachindicano una via disperanza : è difficile, ma nonimpossibile avvicinare undrogato, ma con amicizia esincerità si conquista anchela sua fiducia . I ragazzi sisono lasciati dandosiappuntamento ad Essen peril 9 giugno prossimo, per ilterzo meeting interregionaledei gruppi giovanili italianiin Germania che si è tenutoa Essen il 9 giugno scorso .

RIAPPROPRIARCIDELLA NOSTRA VITACarissimo,

ci siamo incontrati .Eravamo davvero tanti . E bello essere insieme, voler es-

sere insieme, volere insieme .Insieme con Lui . Insieme con i fratelli, dentro la Chiesa,

con gli ultimi soprattutto . Insieme alla ricerca di quelli chenon ci sono .

Una esperienza di preghiera, di riflessione .Abbiamo bisogno di fermarci . Ecco, ascoltare, racco-

gliere le ragioni della nostra vita, le domande più profondedi noi stessi. Fare tenda .

Corriamo tutto il giorno . Assaliti, sospinti da mille coseda fare, da mille preoccupazioni . In un mondo troppo gre-mito di rumori, di messaggi, di violenze, troppo invaso,troppo affollato .

Fermarci . Per camminare dentro di noi, per scavare afondo dentro le domande, dentro gli angoli più inesplora-ti, dentro le luci, il buio, la paura, la speranza .

Riappropriarci della nostra vita, fare memoria del per-ché, del fine per il quale ci siamo .

Chi sono? E stata la domanda del nostro incontro .Non basta sapere che ci sono . Debbo sapere se prima

della mia voce c'era già Qualcuno . Se prima di metterepiede sulla terra, Qualcuno vi aveva lasciato le sueimpronte .

Che faccio? Non basta amare . Debbo sapere chi debboamare. Perché tutti dicono di amarmi, il giornale, la tele-visione, la politica . Ma io debbo sapere se Qualcuno mi haamato per primo, se ha fatto un progetto di amore su dime .

Dove vado? Non basta vivere, se gli altri sono morti, seanch'io morirò . Debbo sapere dov'è la fermata definitiva,dov'è l'arrivo che possa finalmente ricoprirmi di felicità .

Interrogarsi è davvero l'atto fondamentale, drammati-co, della nostra vita .

Certo, ci sono tante risposte, tante proposte .Risposte e proposte valide . E però risposte e proposte

parziali . E l'uomo, invece, ha bisogno di risposte plenarie,totali ., Ha bisogno di risposte superiori alle sue stessedomande .

C'è Qualcuno - ecco la domanda - c'è una Parola,una Persona, che possa salvarmi dalla paura, dal peccato,dalla morte?

Un nome, un volto, un cuore . Ecco, Cristo .Qualcuno che conosce Dio direttamente, senza il trami-

te della legge, della cultura, del tempo .E, perciò, Qualcuno che conosce l'uomo nel suo miste-

ro, nella sua generazione, nella sua invocazione piùprofonda .

Fermarsi. Ascoltare. Fare adorazione, mistero, contem-plazione. Serbare, come Maria, questo mistero «nelcuore» .

Non si vive, non si lotta, non si ama, se non si è profon-damente pensosi .

1 GIUGNO 1985 • 7

a lettera di Nino Barraco

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 8: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

INCHIESTA BS

1985 anno internazionaledei giovani

Si allarga la «domandareligiosa» fra le nuovegenerazioni. Appannato,invece, l'ideale europeo.Bisogno di sceltedi vita globali.

Interpellati sul loro rap-porto con la religione, 50 giovanieuropei su cento si sono detti «reli-giosi» . Il 35 per cento ha invece di-chiarato di non essere «persona reli-giosa», mentre il 9 per cento si è de-finito apertamente ateo. (Il rima-nente 7 per cento non ha saputo ovoluto dare una risposta) . Questi irisultati di una indagine condottadalla Comunità economica euro-pea, diretta, nel suo complesso, adapprofondire la conoscenza dellacondizione giovanile nei Paesimembri della CEE . Sono risultatiche abbisognano, prima di essereassunti, di un abbozzo di analisi,quel tanto che è indispensabile percollocarli nella giusta luce e coglier-ne la vera portata .

Prendiamo il dato più rilevante,quel 50 per cento di giovani che si

GIOVANI:LA DIFFICILE RICERCADEI NUOVI VALORI

dice «religioso», e che si imponesenza dubbio per la sua ampiezzaquantitativa . A questo riguardo vatuttavia precisato che la domandarivolta agli interpellati aveva unapremessa, così formulata : «A pre-scindere dal fatto di essere pratican-te, ti definisci ecc . » . Ciò sta a signi-ficare che quel 50 per cento di gio-vani «religiosi»' include sia coloroche praticano una religione, cioè nefanno propria la dottrina e ne vivo-no consapevolmente i principi nelprivato oltre che nelle pubbliche at-testazioni, sia coloro che, pur la-sciando spazio, nella loro esistenza,alla dimensione del trascendente,tuttavia non appartengono a nessu-na «chiesa» . Ci troviamo pertantonell'impossibilità di scindere il datoglobale. Nondimeno, la sua ampiez-za ci dice che, quale che sia la per-centuale dei non praticanti, sonosenza dubbio molti, nei Paesi del-l'Europa occidentale, i giovani inun modo o nell'altro interessati alvalore «religione» .

D'altra parte non si sbaglia dicerto dicendo che anche coloro che,nella massa, non possono definirsi

«fedeli» di questa o quella confes-sione religiosa, rivelano, per il fattostesso di definirsi «religiosi», di tro-varsi in un atteggiamento di ricerca,magari di attesa del segno capace difavorire l'accoglienza di quel donoche è la fede . Essere «religioso» perun giovane in Europa equivale adirsi «cristiano», anche se per que-sto giovane l'adesione al cristianesi-mo è più una risposta ai valori eticievidenziati dal Vangelo, che ai con-tenuti della fede cristiana . La «do-manda di religione» di questi giova-ni - diffusa oggi più di quanto nonlo fosse in passato, quando l'ondatadi piena della secolarizzazione sem-brava non incontrare ostacoli - hasemmai bisogno di essere assecon-data e coltivata . Come? Certamentecon l'affermarsi di esperienze au-tenticamente cristiane, con la testi-monianza della verità resa a tutti ilivelli da chi ha fatto propria, nelladimensione ecclesiale, la predicazio-ne evangelica e dimostra nei fatti diavere così appagata la sua sete di vi-ta, di giustizia, di pace .

E che cosa dire, poi, di quel 35per cento che si dichiara «non reli-

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 9: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

SI CONCLUDEL'INCHIESTACon questa puntata, la nona, si

conclude la nostra inchiesta sui gio-vani dell'Europa occidentale . Neabbiamo iniziato la pubblicazionenell'ottobre del 1984 e la portiamo atermine con il numero di giugno, ametà dunque dell'Anno internazio-nale della gioventù . L'inchiesta vo-leva appunto essere il contributodel nostro giornale al perseguimen-to delle finalità proprie dell'iniziativapromossa dalle Nazioni Unite . Con-tributo di conoscenza del «mondogiovanile», delle tendenze che lopercorrono, delle speranze che viaffiorano, delle delusioni che lo sol-cano, delle attese che lo affollano .Come organo di stampa non pote-vamo che fare questo . Piuttosto,non siamo sicuri di avere raccoltotutti gli aspetti di quel complesso,variegato, contraddittorio, talvoltainafferrabile «mondo giovanile» . Di-ciamo, più semplicemente, che cisiamo sforzati di darne una visionecomplessiva, segnalandone le lucima anche le ombre, senza indulge-re sulle responsabilità degli adulti,

gioso», ma si astiene dal fare espli-cita professione di ateismo? È sicu-ramente la parte del mondo giova-nile che si dimostra più incisa dal-l'inquietudine della nostra epoca . Èforse perduta alla capacità della fe-de di essere proposta convincenteper i giovani? Se la domanda di reli-gione non viene intesa restrittiva-mente come palese esercizio di unapratica di fede, ma si allarga fino acomprendere la disponibilità ad ac-cogliere valori che sono propri dellareligione perché esprimono altret-tante ragioni di vita, allora bisognaconcludere che no, quella parte delmondo giovanile non è così lontanacome potrebbe sembrare .

Un dato concreto interviene a di-mostrarlo : il 65 per cento dei giova-ni europei afferma che fra i «beni»per i quali vale la pena di affrontaredei rischi e sopportare dei sacrifici,al primo posto c'è la pace, seguitadalla libertà dell'individuo e dai di-ritti dell'uomo . Non sono forsequesti i valori cui fa spesso riferi-mento Giovanni Paolo II nei suoifrequenti discorsi ai giovani? Non liinvita forse a contribuire alla co-

struzione di una società nuova, nel-la quale «la vita dell'uomo sia ri-spettata», «il pubblico denaro ven-ga devoluto non più per gli arma-menti ma per il progresso dei citta-dini», «il pluralismo delle idee edelle concezioni sia realmente am-

ma senza sottacere quelle dei gio-vani .

La conoscenza di ogni problema-tica è la premessa indispensabileper avviare le soluzioni . Ma di persé, ovviamente, la conoscenza nonbasta . I problemi vanno risolti nelconcreto, nei fatti . E questo è com-pito di coloro che, preposti al benepubblico, sono consapevoli dell'im-portanza che la questione - o lequestioni - giovanile riveste ai finidella costruzione di una società piùgiusta, più pacifica, più solidale . Uncompito arduo, bisogna riconoscer-lo, irto di difficoltà, che può spaven-tare anche i più coraggiosi . Ma cheva affrontato con determinazione .

Non basterà certo un anno, forsenon ne basteranno neppure due, otre . Ma da un qualche momento bi-sognerà pur cominciare . Si è co-minciato? In questi primi sei mesidell'Anno internazionale dei giovanisi è colto qua e là qualche timido se-gnale : provvedimenti in Italia e inFrancia per affrontare il preoccu-pante problema della disoccupazio-

(Foto Franco Marzi)

1 GIUGNO 1985 • 9

ne giovanile, altrove per arginare lapiaga della droga, per debellare laviolenza, per migliorare la qualitàdello studio . Ma siamo solo ai primipassi . Sarà bene dirlo allora chiara-mente: ['Anno internazionale dellagioventù passerà invano se ci si li-miterà a ripetere stancamente che«i giovani sono la speranza del futu-ro» . Vera nella sua essenza, questafrase rimarrà vuota retorica, se nonsi provvederà a rivestirla e con abitidi buona fattura e solida stoffa .

La nostra inchiesta, pur fra inne-gabili lacune, si è sforzata di evi-denziare aspetti concreti, sia di na-tura spirituale che materiale . È suquesti che bisogna incidere, con lavolontà di aiutare i giovani a supera-re le loro attuali difficoltà . Chi simetterà su questa strada può esse-re certo di avere al suo fianco l'inte-ra Famiglia salesiana, con le sueenergie, le sue strutture, il suo entu-siasmo . E questo perché, per i sale-siani, ogni anno, dal giorno in cuidon Bosco accolse accanto a sé ilprimo ragazzo, è sempre stato unanno della gioventù .

messo e rispettato », « la violenza siabandita», «la dignità umana sia ri-spettata»? È un contributo che di-venta più facile, quasi naturale, sedato alla luce dell'adesione totaleall'annuncio di Cristo, vero fattoredi liberazione dell'uomo, ma chenon perde slancio se dato in ogni ca-so con purezza d'intenti, perché av-vicina comunque al Salvatore . E ildono della fede può giungere nelleforme più imprevedibili .

La domanda di religione che saledalle nuove generazioni, quelle chehanno accantonato il disorienta-mento di qualche anno fa, devequindi essere intesa in senso ampio .Ciò non significa contrarre gli spazidella fede vissuta senza frattura fracredenza e pratica religiosa. Anzi,questa condizione di fede ha guada-gnato terreno perfino nella suaespressione più alta, quella che siconcretizza nella vocazione sacer-dotale, religiosa, missionaria . Negliultimissimi anni sembra infatti av-viata verso un lento ma graduale su-peramento la crisi vocazionale, cheaveva toccato nel 1979 il suo mo-mento più acuto .

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 10: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

10 • 1 GIUGNO 1985

Innegabilmente, l'Europa occi-dentale rimane ai margini di unacrescita vocazionale che rivela inve-ce forti capacità di recupero inAsia, in America Latina, in Africa .Tuttavia, l'inversione di tendenza èin atto anche tra i giovani europei .In Italia, in particolare, si è registra-to un aumento degli alunni di teolo-gia, i novizi, che nell'81 erano 459,sono passati nell'84 a 630, le novizienell'83 sono state 1 .066. In questiultimi anni si è assistito al promet-tente affermarsi di una efficace pa-storale vocazionale nelle Chieseparticolari, nelle comunità parroc-chiali, nei gruppi e nelle associazio-ni giovanili . Gli animatori della pa-storale vocazionale sono concordinel registrare fra le nuove genera-zioni una disponibilità, maggioreche nel recente passato, a dedicarel'esistenza a valori definitivi. In-somma, accanto ad atteggiamentigiovanili che sembrano privilegiarel'aggregazione disimpegnata, l'ab-bandono dei grandi progetti di vita,se ne riscontrano altri che manife-stano l'intenzione di rispondere alledomande sul senso da dare all'esi-stenza, di mettersi in condizione diservizio e di testimonianza .

Se c'è chi arretra davanti al «persempre», alla definitività di unascelta, non manca chi invece è at-tratto proprio dall'impegno a viverevalori definitivi, e vuole sottrarsi al-la frammentarietà imposta dalla so-cietà in cui viviamo, una società cheattribuisce ben scarso rilievo alla fe-deltà coraggiosamente vissuta . Lemotivazioni che si colgono alla base

Giovani a Roma per ilGiubileo(Le foto di queste due paginesono tratte da Una festa disperanza, Città Nuova -Pontificio Consiglio per i Laici,Roma, 1985, pp . 179)

dell'impegno assunto con scelta li-bera ma irrevocabile, sono chiare enette. Se negli anni della contesta-zione i giovani esprimevano, anchese in modo spesso caotico, il biso-gno di tentare scelte radicali e quali-ficanti, oggi, in un clima di crescen-te demotivazione, emerge il biso-gno, sorretto dalla tensione della ri-cerca, di ideali non esposti al ventomutevole del momento, il bisognodi prendere decisioni anche definiti-ve, di fare scelte di vita globali . Inquesto quadro, è di vitale importan-za creare le condizioni necessarieperché i giovani avvertano la chia-mata di Dio quando è inscritta neiloro cuori, e vi sappiano risponderecon tutto lo slancio richiesto dallegrandi decisioni .

Per i giovani dell'Europa occi-dentale, il progetto di unificazionedel vecchio Continente ha rappre-sentato negli anni passati un poloimportante di aggregazione, unideale da coltivare e portare avantifino alla completa realizzazione . Sitrattava, al termine dell'ennesimadevastante guerra combattuta fra ipopoli europei, di ricostruire ilContinente su basi completamentenuove, di amicizia, di solidarietà, diintegrazione fra le culture, per rifa-re dell'Europa un centro di civiltànel mondo . Oggi, quell'ideale risul-ta alquanto appannato . Lo stato di

crisi in cui versa la Comunità euro-pea, le diatribe fra gli Stati membrisu aspetti mercantilistici che hannofinito per avere la meglio sul dibat-tito delle idee, il rallentamento subì-to dal processo di unificazione, itentativi di assumere posizioni do-minanti o di guida, sono altrettantimotivi - ma non i soli - concor-renti ad allontanare i giovani -senza peraltro lasciare immuni gliadulti - dal «valore» Europa .

La naturale esuberanza dei giova-ni fa loro dimenticare che l'Europacomunitaria è una realtà molto re-cente, che le difficoltà da superaresull'itinerario dell'unificazione so-no molte e hanno radici profonde .Essi avrebbero voluto bruciare letappe, magari giungere di corsa allameta dell'unità, e soprattutto vederaffermati con forza dai responsabilipolitici dei Paesi membri quei valorietici che stanno alla base dell'idealeeuropeo, valori umani, sociali, ca-paci di dare un'anima al Continenteben al di sopra dei singoli egoismi,di rilanciare la sua vocazione e ilsuo ruolo storico . Oggi i giovani so-no delusi . È stato loro chiesto se inqualche momento pensano di esserecittadini europei . Solo il 15 per cen-to ha risposto «spesso», il 34 percento ha risposto «qualche volta»,il 44 per cento «mai» . Ciò vuol direche sono lontani i tempi in cui i ra-gazzi si riunivano sulle sponde delReno e gridavano «Europa!Europa! » .

Potenzialmente, tuttavia, l'idealeeuropeo ha ancora delle buone carteda giocare per risollevare l'interessee l'impegno dei giovani al di là delsemplice esercizio del voto al mo-mento di eleggere il Parlamento eu-ropeo . È quanto risulta dalle rispo-ste dei giovani alla domanda: «seifavorevole o contrario agli sforzifatti per unificare l'Europa?» . Il 23per cento si è dichiarato «molto fa-vorevole» e il 49 per cento «piutto-sto favorevole» . Solo il 10 per centosi è detto «piuttosto contrario» . In-somma, i giovani valutano comples-sivamente in positivo il progetto diunificazione europea, sarebbero an-che disponibili a impegnarsi per rea-lizzarlo, solo che da parte dei gover-nanti venissero segnali positivi, unbriciolo di entusiasmo, la volontàpolitica di andare concretamente

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 11: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

avanti senza immiserire l'ideale eu-ropeo riducendolo a piccoli interessidi bottega .

È pretesa eccessiva che i giovanisi «scaldino» quando la contropar-tita loro offerta è data dalle «mara-tone» sui prezzi agricoli, sullaquantità di latte da immettere alconsumo, sugli ettolitri di vino asse-gnati ai viticoltori dei vari Paesi .Saranno anche aspetti importanti,perché coinvolgono i portafogli de-gli agricoltori, gli interessi economi-ci dei singoli Paesi . Ma accanto aquesti aspetti di vita comunitaria, igiovani vorrebbero almeno vederrealizzati altri progetti, quelli chepiù direttamente incidono sul pro-cesso di unificazione, per affrettarei tempi in cui potremo veramentedirci cittadini europei e ci sentiremoa casa nostra quale che sia il Paesein cui ci troviamo . Lo stesso Parla-mento europeo, che pure riveste inteoria un grande significato politi-co, è stato fonte di delusione . Dal-l'elezione di un organo collocato aldi sopra degli Stati, ci si attendeva-no altri risultati . Invece, il Parla-mento europeo è rimasto, agli occhidei giovani, una struttura priva dicapacità decisionale, un foro dove,di tanto in tanto, e senza che maigiunga notizia all'elettorato, si af-frontano dibattiti su questo o queltema, magari importante, ma sem-pre incapaci di incidere sul tessutoeuropeo per renderlo più compattoe realmente unitario .

In tutto questo, i giovani non ve-dono progresso ma staticità, nonmiglioramento nei rapporti fra i po-poli membri della Comunità, madissapori e litigi, non sincera amici-zia ma tentativi di egemonia . Nonscorgono alcun segno che lasci in-travvedere la nascita di un governoeuropeo ritenuto indispensabile daalmeno il 40 per cento dei giovani .Di qui il progressivo allontanamen-to delle nuove generazioni dall'idea-le europeo . Non è difficile, al ri-guardo, scorgere le precise respon-sabilità degli adulti, in particolaredi coloro che compongono la classedi governo. Si potrebbe dire che,ancora una volta, la politica ha fal-lito nel suo approccio con i giovani .Essi si sono allontanati dalla politi-

I GIUGNO 1985 - 11

ca in sede nazionale, ma questo at-teggiamento ha finito per riflettersianche sul piano europeo. E se neisingoli Paesi questo processo com-porta gravi conseguenze nel ricam-bio generazionale e, spesso, condu-ce allo scadimento della politica daservizio ad affare di bassa lega infunzione del potere, a livello euro-peo ha riscontri ancora più graviperché priva i giovani di un valoreintrinsecamente dotato di forti e po-sitive capacità di aggregazione .

I giovani europei sono stati son-dati anche sul loro sentimento del-l'orgoglio nazionale, cioè sul sensodella Patria inteso ovviamente nonin termini di deteriore nazionali-smo . Ecco i dati dell'inchiesta con-dotta nei 10 Paesi della CEE . Il 26per cento degli interpellati si è dettoorgoglioso di appartenere alla pro-pria nazionalità (vale a dire di essereitaliano, inglese, francese ecc .) ; il 39per cento si è detto «abbastanza or-goglioso», il 17 «non molto orgo-glioso» e il 9 «per niente orgoglio-so». I dati raccolti segnalano una si-tuazione pressoché uniformementediffusa nei vari Paesi . Essi si collo-cano a un livello nettamente inferio-re al livello di orgoglio nazionale re-gistrato presso gli adulti, i quali di-cono di sentirsi molto orgogliosinella misura del 40 per cento . Mapare che in questo campo non ci sia-no molte novità rispetto al passato .Lo scarto fra giovani e adulti sem-bra essere influenzato in misura ri-levante dall'età . In altri termini, gliadulti di oggi in gioventù nutrivanoun più modesto sentimento di orgo-

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 12: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

12 • 1 GIUGNO 1985

glio nazionale, che si è andato raf-forzando con il passare del tempo .Un processo, questo, che si può ra-gionevolmente ritenere produrrà glistessi effetti sulle generazioni deiventenni di oggi .Uno sguardo che abbracci com-

plessivamente la nostra epoca ci di-ce che oggi è difficile individuarecondizioni ottimali in grado di fa-vorire la crescita dei valori tra i gio-vani . Viviamo in una società in evo-luzione, percorsa da forti correntidi trasformazione, fonte di crisi ri-correnti, dove i rapporti sociali ri-sentono di drammatiche lacerazio-ni. Milioni di giovani, nei Paesi svi-luppati, sono cresciuti nel clima del-la rivoluzione tecnologica, che, inteoria, sembra aprire nuove e pro-mettenti prospettive, possibilità dilavori nuovi, mezzi per una più ap-profondita conoscenza,del mondoattraverso un maggiore scambio diinformazioni . Al tempo stesso, ve-diamo, in pratica, allargarsi la crisid'identità delle persone e dei gruppisociali, la crisi, soprattutto, del sen-so della vita .

Ai giovani sono stati offerti inabbondanza beni materiali (ovvia-mente nei Paesi ad alto sviluppo in-dustriale), spesso con la conseguen-za di appannare i valori essenziali,quelli che stanno alla base delle scel-te da cui dipende tutta la loro esi-stenza futura . Non si deve credereche il benessere materiale escluda inradice la coltivazione dei valori e illoro affermarsi . La dicotomia inter-viene quando si dilaga nell'eccesso .Il consumismo sfrenato, quello chepone in primo piano l'egoistico sod-disfacimento dei propri desideri,questo sì è inevitabile e innegabilecausa di deterioramento, fino al-l'annullamento, dei veri valori .

È facile, soprattutto per delle co-scienze in formazione, precipitarenell'angoscia, nell'oppressione, nel-lo sfruttamento, nella paura perl'avvenire . Molti giovani vivono og-gi questa drammatica situazione,molti fra essi non sanno capire dovesta andando il mondo e, di conse-guenza, loro stessi . Incombe su que-sti ragazzi il rischio dell'emargina-zione, spesso favorita da coloro chepropongono la via della fuga dalleresponsabilità o il rifiuto a pensarealla vita di domani .

Giovani in città(Foto Saverio Stagnoli)

L'orizzonte è denso di nubi oscu-re, e tuttavia è possibile scorgere ba-gliori di luce. Ci sono segni promet-tenti di un risveglio di attenzioneverso i valori più autentici . La sensi-bilità ai valori è uno stato d'animospontaneo e naturale nei giovani .Chi più di essi è spontaneamenteportato a collocarsi in un atteggia-mento di ricerca e di scoperta, chi èpiù disponibile ad agire nel sociale,più sensibile ai richiami dell'amore,della libertà, della giustizia, dell'a-micizia, della verità? I giovani, que-sti valori, li portano in sé, sono unloro patrimonio, anche se spessonon riescono ad evidenziarli . C'è ingiro sete di valori, e anche grandedisponibilità a recepirli . Occorredunque aiutare i giovani in questaloro ricerca . Dare risposta alle nuo-ve generazioni che chiedono le ra-gioni del loro esistere, che si interro-gano sulla via che stanno percorren-do : ecco il dovere primario di tutticoloro che vivono, a qualsiasi tito-lo, in stretto contatto con i giovani .

Questi, a loro volta, non debbo-no considerarsi esentati dall'assu-mere in prima persona le loro re-sponsabilità, non debbono rimane-re semplici spettatori di ciò che ac-cade intorno ad essi . Debbono inve-

ce cooperare allo sforzo diretto adefinire un progetto di vita ancora-to ai valori di base, valori perma-nenti, che postulano il primato e lacentralità della persona, oggi soffo-cati da una società che tende a faredell'uomo un mezzo e non il fine .Giovanni Paolo Il ha in più di unaoccasione indicato ai giovani un iti-nerario di crescita e di maturazione,invitandoli a dare il loro contributoalla realizzazione di quella che il Pa-pa ha definito la più grande avven-tura spirituale cui una persona puòandare incontro: costruire la vitaumana, come individui e come so-cietà, nel rispetto per la vocazionedell'uomo . Il Papa ha esortato igiovani a scoprire i valori che mo-dellano la vita, a scoprire i popoli ele nazioni ai quali tutti siamo legatiin spirito di solidarietà, a testimo-niare tutto ciò che favorisce la vita,che riflette la dignità dell'uomo, checostruisce il mondo nella pace e nel-la giustizia .

Già oggi sono tanti i giovani chesi impegnano seriamente su questastrada, per la pace contro la violen-za, per l'ambiente contro la droga,per i fratelli poveri contro la fame .Sono giovani che stanno costruendouna nuova civiltà .

Giuseppe CostaGaetano Nanetti2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 13: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

VITA SALESIANA

Haiti

UN PAESE FRA MISERIADITTATURAE SPERANZE

Una volta alla settima-na un Boeing dell'Air France decol-la da Parigi e dopo uno scalo tecni-co alle Martiniche, se lo volete, viconduce a Port-au-Prince . La Re-pubblica di Haiti - poco più estesadella Sicilia e con quasi quattromi-lioni e mezzo di abitanti negri al60%, mulatti e bianchi per il resto- può offrire quanto il più sofisti-cato turismo consumista può dare :spiagge incontaminate, cucina digusto, colori ammalianti, belle don-ne e perfino spettacoli - quelli vu-dù - al limite dell'ignoto e del ma-gico .

Eppure sol che si abbia l'avver-tenza di guardarsi attorno, ci si ac-corge che qui il Terzo Mondo è an-cora più tragico che altrove perché

Per le «strade dei quartiere«Brooklin»» di Port au Prince(Foto Archivio StoricoSalesiano)

più camuffato di colori e di reto-rica .

Haiti è, si fa per dire, una repub-blica presidenziale .

In realtà dal 22 luglio 1971 domi-na Jean-Claude Duvalier . Né pareche un qualsiasi movimento politicopossa in qualche modo scalzarlo dalmomento che il Paese con circa 400mila profughi politici non è attra-versato da forti tensioni libertarie edemocratiche .

Aeroporto e mercati, ospedali,quando e se ci sono, scuole, qui tut-to è targato Duvalier, lui, la moglie,il padre, la madre, il nonno, il fi-glio .

1 GIUGNO 1985 - 13

Viaggio nel Paese che per primoconquistò l'indipendenza inAmerica Latina e che ora cerca unmodo per rimettersi in cammino.

Sui Duvalier abbondano la retori-ca e la cortigianeria e, purtropponon soltanto queste. In perfetto re-gime poliziesco - con o senza laconnivenza ufficiale - prosperanonuclei di sostenitori sempre in venadi smargiassate e di violenze controgli inermi avversari .

Nonostante poi alcune realizza-zioni di facciata e le insegne evocan-ti sensazioni ed immagini francesicome Le Bistrot, Le Recif o le rovi-ne del palazzo di Paolina Bonaparteoppure americane dal momento cheMiami è a pochi minuti d'aereo, quii poveri, vale a dire la quasi totalitàdella popolazione, soffrono e moltomentre pochi ricchi vivono al frescodei condizionatori e con i figli neipiù prestigiosi colleges statunitensi .

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 14: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

14 - 1 GIUGNO 1985

«Tutto questo Paese - mi ha di-chiarato un giovane sacerdote diPetionville - è sole ma la gente viveuna miseria nera» .

La capitale Port-au-Prince ha unsuo fascino anche se i piccoli, colo-ratissimi e affollatissimi pullmansche ne trasportano gli abitanti perstrade ampie ma sconnesse, ti dan-no la sensazione dell'emergenza,appena finita o incominciata nonimporta, ma resa pur sempre realedalla presenza nelle vie del centro dimendicanti, vecchi e ragazzi, uomi-ni e donne alla ricerca di aiuti e so-stegni vari .Andando alla Chiesa di San Giu-

seppe - è diretta dai Salesiani -nei pressi dell'antico e vecchio mer-cato della Capitale, fra barboni,mendicanti e quasi moribondi perfame, riesce difficile perfino entrar-vi . Vi riesco passando da una porti-cina laterale . «La porta centrale -mi dice il sacrestano - non l'apria-mo mai perché difficilmente riusci-remmo ad impedire che la chiesa di-venti dormitorio per tutta la massadi poveretti che staziona fuori» .

Guardando poi sulla destra doveuna suora francese di Madre Teresaaiutata da una consorella indianasomministra medicine a poveri esse-ri umani che si accalcano pur nonavendo la forza di farlo, viene spon-taneo pensare al Vangelo e alla pi-scina di Siloe : anche questa volta èarrivato qualcuno a portare la sal-vezza. E se non ci fossero state que-ste suore?

« Siamo qui tutti i giorni - dicela suora francese parlando con unitaliano appreso in sei mesi di sog-giorno a Roma - dalle sette delmattino alle cinque del pomeriggioininterrottamente. Abbiamo suddi-viso i nostri " clienti" in gruppi dicinquecento che si alternano unavolta alla settimana» .

Quel giorno era il turno degli am-malati di Tbc, l'indomani sarebbestato quello dei bambini e così via .Confesso che di fronte a quellospettacolo non ho avuto il coraggionemmeno di bere una bibita che pu-re il caldo tropicale reclamava e chela premura di quelle suore volevaoffrirmi .

La stessa sensazione è possibiletrovarla, con più violenza, a La Sa-line proprio di fronte al Mar dei Ca-

raibi. Subito dopo la Cité SimoneDuvalier, all'estremità ovest dellacittà è sorto un agglomerato umanoche porta fra gli altri i nomi diBrooklyn e Boston . Lo chiamaronocosì qualche anno fa e fu la fantasiadei poveri a dare nomi di localitàsognate e sperate, ma mai raggiun-te. Brooklyn, Boston, La Saline,Rue Nguve, Chancerey sono un in-sieme di baracche sorte su un terre-no rimasto acquitrinoso sottrattoad un mare che si riprende periodi-camente il mal tolto . Qui almenoduecentomila persone - Port-au-Prince ne conta quasi cinquecento-mila - si contendono il metro qua-drato guazzando nella sporcizie enel fango e spesso alla disperata ri-cerca di un po' d'acqua per lavarsi edissetarsi .

Anche qui c'è una presenza cri-stiana: è quella di due suore dellacarità che vi reggono con l'aiuto diuna fondazione tedesca un ospedalecon cinquecento posti-letto riservatisoltanto a quelli . . . che possono gua-rire senza un prolungato soggiorno .

« E gli altri?», chiedo . «Niente,aspettiamo che muoiono» . E l'uni-ca, addolorata ma possibile ri-sposta .

Intanto è anche possibile vedere

Ora di punta per il traffico alcentro di Port au Prince

gruppi di ragazzi e adulti, uomini edonne giungere al limite della rissapur di assicurarsi una doccia rinfre-scante o un po' d'acqua da bere uti-lizzando l'acqua raccolta incisterne-d'auto issate a mo' di ser-batoio: sotto quel rubinetto è un ve-ro e proprio caleidoscopio di straccicolorati .

Proprio a questi ragazzi felici dipotersi schizzare un po' d'acqua ad-dosso è diretta una formidabile ini-ziativa di promozione umana: 135piccole scuole per oltre 13 mila ra-gazzi .

«Bisogna attraversare i sentieri e icortili di questi poveri quartieri -ha scritto già nel 1979 l'arcivescovoFrangois Ligonde - e assistere inuna classe di queste piccole scuole,per comprendere. I bambini sonoavidi di sapere, ma sono poveri .Utilizzare mezzi poveri per educarei poveri è l'unica soluzione» .

Le «petites ècoles» - vengonochiamate così - sono nate dallafantasia e dal cuore d'un salesianoolandese: don Bohnen .

Ancor'oggi infatti ad Haiti non siè riusciti a spezzare il circolo viziosodell'analfabetismo : 1'85 010 della po-polazione ignora l'alfabeto .

Sebbene la gente sia volitiva edami il lavoro il Paese è probabil-mente il più povero di tutta l'Ame-rica. Perché? «È un problema di ri-sorse e di volontà politica», affer-ma don Bohnen .

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 15: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

VITA SALESIANA

Haiti

UN PAESE FRA MISERIADITTATURAE SPERANZE

Una volta alla settima-na un Boeing dell'Air France decol-la da Parigi e dopo uno scalo tecni-co alle Martiniche, se lo volete, viconduce a Port-au-Prince . La Re-pubblica di Haiti - poco più estesadella Sicilia e con quasi quattromi-lioni e mezzo di abitanti negri al60%, mulatti e bianchi per il resto- può offrire quanto il più sofisti-cato turismo consumista può dare :spiagge incontaminate, cucina digusto, colori ammalianti, belle don-ne e perfino spettacoli - quelli vu-dù - al limite dell'ignoto e del ma-gico .

Eppure sol che si abbia l'avver-tenza di guardarsi attorno, ci si ac-corge che qui il Terzo Mondo è an-cora più tragico che altrove perché

Per le «strade» dei quartiere«Brooklin» di Port au Prince(Foto Archivio StoricoSalesiano)

più camuffato di colori e di reto-rica .

Haiti è, si fa per dire, una repub-blica presidenziale .

In realtà dal 22 luglio 1971 domi-na Jean-Claude Duvalier . Né pareche un qualsiasi movimento politicopossa in qualche modo scalzarlo dalmomento che il Paese con circa 400mila profughi politici non è attra-versato da forti tensioni libertarie edemocratiche .Aeroporto e mercati, ospedali,

quando e se ci sono, scuole, qui tut-to è targato Duvalier, lui, la moglie,il padre, la madre, il nonno, il fi-glio .

I GIUGNO 1985 • 13

Viaggio nel Paese che per primoconquistò l'indipendenza inAmerica Latina e che ora cerca unmodo per rimettersi in cammino.

Sui Duvalier abbondano la retori-ca e la cortigianeria e, purtropponon soltanto queste. In perfetto re-gime poliziesco - con o senza laconnivenza ufficiale - prosperanonuclei di sostenitori sempre in venadi smargiassate e di violenze controgli inermi avversari .

Nonostante poi alcune realizza-zioni di facciata e le insegne evocan-ti sensazioni ed immagini francesicome Le Bistrot, Le Recif o le rovi-ne del palazzo di Paolina Bonaparteoppure americane dal momento cheMiami è a pochi minuti d'aereo, quii poveri, vale a dire la quasi totalitàdella popolazione, soffrono e moltomentre pochi ricchi vivono al frescodei condizionatori e con i figli neipiù prestigiosi colleges statunitensi .

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 16: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

14 - 1 GIUGNO 1985

«Tutto questo Paese - mi ha di-chiarato un giovane sacerdote diPetionville - è sole ma la gente viveuna miseria nera» .

La capitale Port-au-Prince ha unsuo fascino anche se i piccoli, colo-ratissimi e affollatissimi pullmansche ne trasportano gli abitanti perstrade ampie ma sconnesse, ti dan-no la sensazione dell'emergenza,appena finita o incominciata nonimporta, ma resa pur sempre realedalla presenza nelle vie del centro dimendicanti, vecchi e ragazzi, uomi-ni e donne alla ricerca di aiuti e so-stegni vari .

Andando alla Chiesa di San Giu-seppe - è diretta dai Salesiani -nei pressi dell'antico e vecchio mer-cato della Capitale, fra barboni,mendicanti e quasi moribondi perfame, riesce difficile perfino entrar-vi. Vi riesco passando da una porti-cina laterale . «La porta centrale -mi dice il sacrestano - non l'apria-mo mai perché difficilmente riusci-remmo ad impedire che la chiesa di-venti dormitorio per tutta la massadi poveretti che staziona fuori» .Guardando poi sulla destra dove

una suora francese di Madre Teresaaiutata da una consorella indianasomministra medicine a poveri esse-ri umani che si accalcano pur nonavendo la forza di farlo, viene spon-taneo pensare al Vangelo e alla pi-scina di Siloe : anche questa volta èarrivato qualcuno a portare la sal-vezza. E se non ci fossero state que-ste suore?

«Siamo qui tutti i giorni - dicela suora francese parlando con unitaliano appreso in sei mesi di sog-giorno a Roma - dalle sette delmattino alle cinque del pomeriggioininterrottamente. Abbiamo suddi-viso i nostri " clienti" in gruppi dicinquecento che si alternano unavolta alla settimana» .

Quel giorno era il turno degli am-malati di Tbc, l'indomani sarebbestato quello dei bambini e così via .Confesso che di fronte a quellospettacolo non ho avuto il coraggionemmeno di bere una bibita che pu-re il caldo tropicale reclamava e chela premura di quelle suore volevaoffrirmi .

La stessa sensazione è possibiletrovarla, con più violenza, a La Sa-line proprio di fronte al Mar dei Ca-

raibi. Subito dopo la Cité SimoneDuvalier, all'estremità ovest dellacittà è sorto un agglomerato umanoche porta fra gli altri i nomi diBrooklyn e Boston . Lo chiamaronocosì qualche anno fa e fu la fantasiadei poveri a dare nomi di localitàsognate e sperate, ma mai raggiun-te. Brooklyn, Boston, La Saline,Rue Nguve, Chancerey sono un in-sieme di baracche sorte su un terre-no rimasto acquitrinoso sottrattoad un mare che si riprende periodi-camente il mal tolto . Qui almenoduecentomila persone - Port-au-Prince ne conta quasi cinquecento-mila - si contendono il metro qua-drato guazzando nella sporcizie enel fango e spesso alla disperata ri-cerca di un po' d'acqua per lavarsi edissetarsi .

Anche qui c'è una presenza cri-stiana: è quella di due suore dellacarità che vi reggono con l'aiuto diuna fondazione tedesca un ospedalecon cinquecento posti-letto riservatisoltanto a quelli . . . che possono gua-rire senza un prolungato soggiorno .

«E gli altri?», chiedo . «Niente,aspettiamo che muoiono» . È l'uni-ca, addolorata ma possibile ri-sposta .

Intanto è anche possibile vedere

® Ora di punta per il traffico alcentro di Port au Prince

gruppi di ragazzi e adulti, uomini edonne giungere al limite della rissapur di assicurarsi una doccia rinfre-scante o un po' d'acqua da bere uti-lizzando l'acqua raccolta incisterne-d'auto issate a mo' di ser-batoio: sotto quel rubinetto è un ve-ro e proprio caleidoscopio di straccicolorati .

Proprio a questi ragazzi felici dipotersi schizzare un po' d'acqua ad-dosso è diretta una formidabile ini-ziativa di promozione umana: 135piccole scuole per oltre 13 mila ra-gazzi .

«Bisogna attraversare i sentieri e icortili di questi poveri quartieri -ha scritto già nel 1979 l'arcivescovoFrangois Ligonde - e assistere inuna classe di queste piccole scuole,per comprendere . I bambini sonoavidi di sapere, ma sono poveri .Utilizzare mezzi poveri per educarei poveri è l'unica soluzione» .

Le «petites ècoles» - vengonochiamate così - sono nate dallafantasia e dal cuore d'un salesianoolandese : don Bohnen .

Ancor'oggi infatti ad Haiti non siè riusciti a spezzare il circolo viziosodell'analfabetismo : 1'85% della po-polazione ignora l'alfabeto .

Sebbene la gente sia volitiva edami il lavoro il Paese è probabil-mente il più povero di tutta l'Ame-rica. Perché? « È un problema di ri-sorse e di volontà politica», affer-ma don Bohnen .

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 17: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

Una piccola scuola di donBohnen(Foto Archivio StoricoSalesiano)

È per questo che il Salesiano hacreato una vera e propria «confede-razione scolastica» che vede impe-gnati oltre cinquecento maestri or-ganizzati in «una cooperativa permigliorare la situazione materiale,pedagogica e culturale» delle stessescuole. Si tratta in realtà di un siste-ma piramidale avente alla base,sparse in 4 quartieri, 135 piccolescuole che svolgono attività didatti-che proprio negli stessi poveri am-bienti in cui vivono i ragazzi . Da quisi accede ad una delle quattro scuolecentrali costruite nei quartieri equindi è possibile passare alla scuo-la professionale per un corsobiennale .

Grazie all'aiuto di organizzazioninordamericane (Care, Food for thePoor) ed europee (Caritas olandesee Comunità Economica Europea) le«petites ècoles» con la prima alfa-betizzazione forniscono anche unpasto giornaliero .

Pensate: tutti i giorni 13 mila epiù bocche da sfamare . Se un gior-no qualcuno vorrà scrivere o filma-re la storia di questo prete venuto aPort-au-Prince dalla lontana Olan-da dove insegnava greco, non fati-cherà a trovare un titolo . Potràprenderlo a prestito dagli americanidi New York che sono soliti chia-marlo «Father Beans» . E del restolo stesso salesiano olandese quandova in giro a raccogliere aiuti è solito

domandare: «Sapete cosa significail mio cognome? » . «Bohnen - è larisposta - in olandese vuol dire fa-gioli» . «Sì, implora don Bohnen,ovunque può dirlo, fagioli per i mieiragazzi» . Ma i miracoli di questaterra non finiscono qui .

Un salto a Croix des Missions, lo-calità agricola del retroterra della

1 GIUGNO 1985 • 15

capitale, consente di conoscere unospaccato di campagna haitiana . Quila vita è un po' meno sofferta anchese i proprietari di piantagioni di ba-nane e caffè fanno ben poco pernon confondersi con i più retrivifeudatari medioevali .

I Salesiani vi tengono una parroc-chia con sede centrale a pochi chilo-metri dalla Capitale lungo la stradache porta all'interno . Il territorioparrocchiale si addentra verso igrandi campi coltivati a caffè e cosìla pastorale di questa parrocchia siarticola per tutto un vasto territoriodove i Salesiani hanno costruito pic-cole chiese, una scuola ed un grossoambulatorio affidato alle Suore del-la Carità di Portorico che diconod'essersi trovate veramente benecon lo spirito salesiano .

Dall'altra parte della Capitale, anord verso la parte più alta, c'è Pe-tionville : anche qui, scuola e attivitàsociali con in più una chiesa, insplendido stile haitiano, dedicata aDon Bosco, «santo miracoloso»quant'altri mai su queste sponde delMar dei Caraibi .

Un discorso i parte meriterebbe-

LE MIE PASSEGGIATENEI QUARTIERIDI PORT AU PRINCE

«E un'arte e certamente bisognaguardare dove non mettere i piedi edove non sbattere la testa .

Giunto in Haiti nel 1955, passeg-giando in un quartiere, ricordo viva-mente d'essere rimasto stupito esbalordito dal numero spaventosodi fanciulli in quell'agglomerato dimiseria . All'inizio mi vegognavo apassare in mezzo a loro . Vergognadi me stesso? Rabbia di non poterfar niente? E poi . . . lo sguardo diquei fanciulli! Sguardo scrutatore,inconsapevolmente accusatore .Non può lasciarvi indifferenti .

Né il loro sorriso, miscuglio di ap-proccio timido e fiducioso, fruttoamaro già dei loro pochi anni di vitae di una confidenza incantatrice .Stupenda gioia di vivere . Traboc-cante vitalità di fanciulli che osanocantare, in rivoltante contrasto conla loro situazione : la vita è bella .Forse per dire a noi di impegnarci arenderla più bella per loro .

''Padre, lei ha l'aria triste" : sì èvero, si può avere l'aria triste senzanemmeno rendersene conto . Nonc'è che un bimbo che possa rinfac-ciarvi gentilmente questo . Essi poihanno mille ragioni per sentirsi tristieppure non lo sono . Da loro ho im-parato l'arte del sorriso . Mi hannoevangelizzato. Avevo vegogna dipasseggiare in mezzo a loro . Dopotrent'anni è diventato un mio dirittoe senza vergogna .

Se qualcuno, che non è di quelleparti, incontrandomi dice " Buongiorno, bianco" pronto un altro locorregge, tutti lo correggono dicen-do: "Non è un bianco, è un padre, èil padre!" .

In quel caso subito, galoppantearriva un certo orgoglio che mi toc-ca scacciare .

D'altra parte, non ci sono che isalesiani a visitare questi quartieri .Un uomo normale non lo fa» .

don Bohnen, Haiti

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 18: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

16 - 1 GIUGNO 1985

ro C.O.H .AN, cooperativa mista(haitiana-olandese) di assistenza esviluppo fondata da don QuirinusMuth, l'Ecole Nationale des Arts etMetiers di Port-au-Prince, la Mai-son Populaire d'Education di Cap-Haitien e la Comunità formatrice diThorland .«La presenza salesiana in Haiti

- ci ha dichiarato don Louis Kè-breau, delegato salesiano per questoPaese da parte dell'Ispettore Sale-siano di Santo Domingo al qualeHaiti è annesso - è una presenza"critica" . Siamo 26 salesiani, inbuona parte haitiani, sparsi in operetutte popolari ed aperte al non certofacile contesto sociale della Nazio-ne. La gente è molto contenta deiFigli di Don Bosco perché vede quelche essi fanno . Certo non mancanoi problemi : le grandi opere caritati-ve avviate da valorosi salesiani, adesempio, hanno bisogno di conti-nuità di personale e di aiuti e forseper l'intera Famiglia Salesiana diHaiti ci vorrebbe una maggior con-sapevolezza del ruolo che ad essapuò competere in questo Paese» .

Ma gli altri cristiani che fanno?La popolazione è a maggioranza

cattolica anche se dilagano letteral-mente sette e movimenti d'ogni sor-ta. « La Chiesa - mi dice un sacer-dote - vive questa situazione conuna certa divisione interna che siproietta nella sua stessa azione» .

In. effetti la Chiesa haitiana ha deiproblemi che vanno dal pullulare disette e movimenti ai problemisociali .

Ci sono sacerdoti che non cele-brano l'Eucarestia perché il loro ve-scovo ha prescritto il 22 di ogni me-se la preghiera per Jan Claude Du-valier, dittatore figlio di un Duva-lier ancor più dittatore .

Ci sono credenti che non hannogradito la nuova sede della nunzia-tura costruita con marmi di Siena elegno canadese su posizione incan-tevole .

Ci sono ancora altri che bene am-manicati col sistema dicono che èpossibile conciliare tutto . Le voca-zioni religiose poi anche se nonmancano, sono quasi tutte da verifi-care; in un ambiente di tale povertànon è forse lecito domandarsi se so-no di comodo o autentiche?

Se la visita del Papa avvenuta il 9marzo 1983 ha comportato un po'di problemi - laggiù ci si è lamen-tati che le eccessive misure di sicu-rezza hanno impedito un reale in-contro con il popolo cristiano e lesue componenti più vivaci - tutta-via essa ha contribuito ad allargarela schiera di quanti la pensano comeil Papa che proprio in quella circo-

Attorno all'acqua c'è sempretanta gioia e speranza(Foto Archivio StoricoSalesiano)

stanza ebbe a dire : «È proprio ne-cessario che le cose cambino» .

Certo ad Haiti è possibile vederemolti frutti del Concilio. Qualcheesempio? Ecco . La liturgia in linguacreola . Per vedere un popolo prega-re, cantare e al tempo stesso danza-re bisogna proprio andare nellechiese di questo Paese .

In molti religiosi e religiose pre-senti in Haiti è nata una nuova co-scienza dello sviluppo e della pro-mozione umana : si è capito che que-ste non possono sussistere senzacondivisione e «compagnia» . Qui,più che altrove forse il detto cinesedi non dare un pesce al bisognosoma di insegnargli a pescare trovaapplicazione e qui, più che altrovel'evangelizzazione è coniugata conl'impegno per la giustizia .

Secondo alcuni ad Haiti esiste-rebbero anche scuole cattolicheasettiche ed esclusive delle quali aprima vista riesce difficile capirne ilsenso in una realtà tanto provocato-ria; anche se fosse vero è sufficientetuttavia questo per dare un giudizionegativo su istituzioni e personeche, in ogni caso, a fatica pagano dipersona per le loro scelte educative?

«Primo Stato indipendente e libe-ro dell'America Latina, primo Sta-to nero ad essersi affrancato, Haitideve dare l'esempio dell'ideale dellalibertà, dell'eguaglianza e della fra-ternità predicato dai sui avi. Pionie-ri del mondo libero, non sapremoesserlo innanzitutto tra noi» .

È questo l'inizio di un documentodell'Episcopato haitiano emanatoverso la fine del 1983 ; in esso intito-lato «Carta per la promozione uma-na» vengono affermati i principalidiritti dell'uomo per i quali la Chie-sa di Haiti ha deciso di battersi .

Dalle labbra un po' sfiduciate diun giovane haitiano ho sentito che«è difficile far pensare un popoloche raggiunge un tasso dell'80% dianalfabetismo : ci vuole necessaria-mente qualcuno che parli e decidaper tutti». Ebbene la risposta glieladanno i suoi stessi vescovi : «Per noi- dicono nel Documento - l'alfa-betizzazione è la chiave di volta ditutte le tesi contenute in questa Car-ta» . Che sia la volta buona? Èquanto speriamo .

Giuseppe Costa2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 19: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

VITA ECCLESIALE

Il Convegno di Loreto

PROFETIOLTRELEPAROLE

I protagonisti e le idee di unconvegno che ha vistopartecipe l'intera chiesaitaliana. Cosa ne pensa chici è stato. Il coraggio diguardare al futuro.

La Chiesa italiana è inattesa delle decisioni dei vescovi chedovranno indicare in che modo, eattraverso quali organismi o stru-menti, i contenuti e le suggestionidel Convegno di Loreto su «Ricon-ciliazione cristiana e comunità degliuomini» potranno continuare amantenersi vivi ed a stimolare l'ul-teriore cammino della comunità ec-clesiale nel nostro paese .

L'incontro del 9-13 aprile è statoun momento forte della storia dellaChiesa in Italia, un momento caricodi energie, di prospettive, di profe-zia . Più che indugiare su analisi delpassato, e tanto meno trasformarsiin sede di lagnanze o di recrimina-zioni, il Convegno ha saputo fissarelo sguardo in avanti, scostare tantiveli che appannavano l'orizzonte,animarsi di fiducia e di coraggio .

Il secondo Convegno ecclesiale èstato, in ogni sua fase, un modellodi stile di riconciliazione, di dialogonella Chiesa e tra la Chiesa e il mon-do. Senza sommarie condanne o ri-fiuti globali, e senza neppure sem-plicistiche accettazioni di chi inse-gue la moda e la modernità, i due-

Il Papa dà il suo contributo alConvegno

%1

4

CONVEGNOECCLESIALE

ICONjLtjz

CONIANAOMUtIT&DEGLI l 1riIN LORFiO

97) APRnf'""'I\

mila convegnisti si sono posti difronte alla società italiana contem-poranea per individuare alcune li-nee di forza di una rinnovata «pre-senza di Chiesa». Presenza che siesprima in una sempre più credibile«testimonianza di fede», in piùestroso e sentito «servizio alla cari-tà», in più coraggiosa affermazionedi «speranza», nell'ammettere lacomplessità dell'attuale società po-stindustriale si è riconosciuto cheessa offre ampio spazio all'autode-terminazione delle persone, ma checontemporaneamente presenta il ri-

1 GIUGNO 1985 - 17

schio di privarle di reale incidenza .Di qui l'esigenza di un'adeguataformazione della coscienza del cre-dente, che lo renda capace di trova-re nuovi ambiti di comunicazionenel pluralismo culturale odierno . Edi qui la proposta per la creazionedi centri diocesani per la cultura .

Della società del benessere sonostati denunciati i limiti costituiti dalconsumismo, dal materialismo, dalpragmatismo, ecc ., ma al tempostesso se n'è messo in luce il caratte-re positivo di moderna organizza-zione dello Stato, il « Welfare Sta-

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 20: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

18 • 1 GIUGNO 1985

∎All'uscitadal Palazzetto

te» che ridistribuisce le risorse se-condo giustizia . Senza nostalgie orimpianti per la «società cristiana»di un tempo, si è insistito sul doveredi formare la coscienza morale delcristiano alla duplice fedeltà a Dio eagli uomini .

Mentre si è domandata una mag-giore attenzione della Chiesa allaquestione femminile, circa il valoredella vita non ci si è limitati a ripro-porre le ovvie condanne dell'abortoe dell'eutanasia, quanto si sono cer-cate piuttosto le vie per far com-prendere anche ai non credenti chela vita è un dono . A tale propositosi è chiesto ai credenti un maggioreimpegno di partecipazione nei con-sultori pubblici e, contemporanea-mente, si è proposto di istituire nel-la Chiesa italiana un Centro per iproblemi della vita .

Quello delle «mediazioni educati-ve» è apparso spesso, nel Conve-gno, specialmente nei lavori delle 26commissioni, il problema centraledi un'epoca storica caratterizzatada grandi trasformazioni tecnologi-che, dove risulta sempre più proble-matica la comunicazione interper-sonale, e dove la mentalità e la cul-tura delle persone sono in larga mi-sura condizionate dai mass-media .«Andiamo verso una società del-

la solitudine della persona», è statoaffermato . Una società «che vede

intersecarsi diversi messaggi cultu-rali, diverse spinte ideologiche, di-versi centri di interessi e di potere» ;una società dove sono in crisi so-prattutto la famiglia e la scuola, lequali non riescono più a garantireuna funzione critica e selettiva difronte alla molteplicità dei messag-gi ; una società che però avverte inmodo acuto il bisogno di scoprire ilsenso della vita e della storia .

L'ambito della mediazione edu-cativa oggi non può più essere ridot-to soltanto alla scuola e alla fami-glia . La dimensione comunitaria -civile ed ecclesiale - dell'uomo e ilnuovo strutturarsi della società esi-gono un'opera più ampia ed artico-lata. Occorre cioè dar vita ad unmovimento propositivo di tutta la

∎ Il prof. Alberto Monticone

comunità ecclesiale, che si esprimain una rinnovata tensione nel tra-smettere il messaggio umano e cri-stiano della «verità sull'uomo» indialogo con tutte le altre componen-ti, culturali e sociali, della comunitàdegli uomini .

Tutto questo postula un forte im-pegno all'interno della comunità ec-clesiale ed una capacità di presenzadei cattolici all'esterno, ovunque alivello politico si progettino e si de-terminino le condizioni di vita per lafamiglia e per i giovani. In altre pa-role la «mediazione educativa» in-terpella la comunità ecclesiale per laformazione degli educatori : genito-ri, docenti, animatori di gruppi e diaggregazioni giovanili, operatoridei mezzi della comunicazione so-ciale .

Quanto ai giovani, si è preso attoche la maggioranza di quelli che siaccostano alla Chiesa sono quelliche appartengono alle associazionied ai movimenti, e che si tratta perlo più di studenti . Si notano anche,talora, forme di competizione fra ivari gruppi per l'adesione dell'unoo dell'altro giovane, mentre non cisi preoccupa abbastanza dei tantigiovani «lontani». L'importantecomunque, nell'avvicinare i giova-ni, non è l'organizzarli, ma il for-marli culturalmente e spiritual-mente .

Pressanti sono state le richieste diriprendere tutto il discorso sulla po-litica e l'occupazione giovanili ; diassumere la questione della paritàscolastica come banco di prova del-la maturità democratica del paese ;di promuovere una politica familia-re che influisca sull'organizzazionedella società, lasciando spazi per lafamiglia ; di pensare ad una politicadella comunicazione sociale a ga-ranzia della libertà di ciascuno e delbene comune, e a tutela, insieme, diun effettivo pluralismo, che altri-menti sarebbe mortificato o asservi-to a logiche puramente commercialie pubblicitarie .

Un altro grande tema che ha ap-passionato il Convegno di Loreto, èstato quello della riconciliazionenella Chiesa alla luce dei rapporti,spesso problematici, tra clero e lai-cato (ci sono ancora carenze nell'ac-cettazione dell'ecclesiologia del Va-ticano Il sul ruolo dei laici) e delle

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 21: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

tensioni fra gruppi, movimenti, as-sociazioni laicali .

Al riguardo ci si è augurati che,come avviene a livello diocesanodove tutte le aggregazioni vengonoammesse a far parte delle «consultedell'apostolato dei laici», anche a

Non mi sono chiare le ragioni chehanno fatto decidere di celebrare ilConvegno a Loreto. Non certamen-te la comodità delle strutture per unavvenimento di così ampia parte-cipazione .

Vorrei trarre qualche riflessioneanche dal luogo che ci ha ospitato .

Loreto, sotto il segno della santacasa, celebra la memoria di unaampia parte dei misteri della nostraRedenzione .Quanto questo santuario propone

alla meditazione del credente puòaiutare a capire il senso del Conve-gno della Chiesa italiana .

La s . casa, riconosciuta dalla tra-dizione come casa di Nazareth, cirimanda alla presenza di un Dio cheama, facendosi uomo con gli uomi-ni . Un piccolo spazio, delle poveremura hanno accolto e custoditocreature che si sono aperte piena-mente all'ascolto della volontà diDio . Per Maria un ascolto libero e ir-rinunciabile : come, chi avrebbe maipotuto assumersi la responsabilitàdi dire «no», di rinunciare all'amoredi Dio che voleva dilagare nel mon-do per la felicità di tutti?Questa casa ha visto Giuseppe e

Maria custodire, contemplare, ser-vire e proteggere il meravigliososcambio tra la proposta di Dio, fat-tosi carne in Gesù e la risposta del-l'uomo. Lì hanno abitato le impres-sioni, i giudizi, le speranze . . . deiprotagonisti della redenzione delmondo .

Ho guardato questa casa e l'hovista disadorna, semplice come lacasa della mia infanzia . Una delletante umili case della nostra gente .Ma ormai isolata, ornata d'opered'arte magnifiche, definitivamenteseparata. Volendola annunciare atutti, l'abbiamo nascosta ; nel desi-derio di circondarla di cura, l'abbia-mo di fatto in parte svuotata del suomessaggio .Collocata nel cuore di una vasta

basilica ci ha impedito di sentirciuniti, spezzandoci in molti gruppi .

Non è forse, in parte, emblemadella chiesa, quella fatta di creden-ti, in questo tempo? Occorre ritor-nare allo spirito originario di quellacasa .

livello nazionale, tutti i gruppi, mo-vimenti ed associazioni, fatte le ne-cessarie verifiche, entrino a far par-te della «Consulta generale» .

Le tensioni fra gruppi, movimen-ti ed associazioni devono risolversicon l'inserimento nel tessuto della

UN PARROCO SALESIANOLa finalità del convegno era quel-

la di collocare la chiesa nel cuoredelle vicende umane, senza sepa-rarla dalla storia, liberandola datante realtà che, ornandola, corronoil rischio di dividerla dai nuovi pro-blemi e dai futuri itinerari, renden-dola meno convinta di sé . E neces-sario farla riconciliare con se stes-sa, con la sua identità, per essere ri-conciliazione del mondo che cercao, comunque, non può fare a menodella consapevolezza che Dio loama .

Quali le prospettive per una co-munità parrocchiale?

La convivenza fraterna di tutte lecomponenti ecclesiali vissuta inquei giorni con spontaneità e con-vinzione diviene modello, esempla-re di una riconciliazione possibileda vivere in ogni esperienza di chie-sa a cui partecipiamo : vescovi e lai-ci, lavoratori e uomini di cultura, os-servatori di altre espressioni di fe-de, giornalisti . . .

Un secondo aspetto nasce dallafelice sensazione di un laicato mol-to competente, libero nella espres-sione e capace di intuire, penetrarei problemi per cogliere radici pro-fonde di bene e di male, di caducitàe di speranza .

Una fiducia fondata, allora, chel'impegno assunto di fare culturanella Chiesa ripaga in competenzacresciuta, in maturità di dibattito, inumile e tenace partecipazione allavita della «città» .L'ignoranza e l'incompetenza

non servono la fede e non fannocrescere la comunità .

Il convegno di Loreto per questonon è stato gestito e condotto da«protagonisti», ma da tutti .

Un terzo aspetto, ricco di pro-spettive e di impegno, che ha per-corso tutto l'incontro come leit-motiv sottolineato fortemente anchedal Papa è l'indicazione irrinuncia-bile di ogni espressione cristianachiamata a fare chiesa, a ritesserela propria unità nella Chiesa locale,attorno al Vescovo .

don Vincenzo SavioParrocchia S . Cuore di Livorno

1 GIUGNO 1985 • 19

Chiesa locale, attorno al vescovo se-gno di unità, nell'unione convintacon la Chiesa universale, evitandoperò di omogeneizzare piattamentenella pastorale diocesana o parroc-chiale, le differenti realtà aggrega-tive .

Nell'ambito della riconciliazionenella Chiesa non sono state ignoratesituazioni «di frontiera», comequelle dei divorziati che hanno subi-to il divorzio, dei sacerdoti che vi-vono ora esperienze laicali, dei pretioperai. Si è raccomandato di af-frontarle evitando di formulare giu-dizi pesanti o solo negativi, astenen-dosi da atteggiamenti privi di spe-ranza o di rispetto per le persone,cercando sempre il dialogo per po-ter individuare punti comuni nellatensione verso l'unità .

Diversi suggerimenti sono statifatti per incrementare il dialogoecumenico, riconoscendo che loscandalo delle divisioni è tale damettere in forse oggi la stessa comu-nità cristiana ; come pure per stimo-lare la maggiore apertura dellaChiesa locale alla dimensione «mis-sionaria» contro ogni tendenza alripiegamento e all'arroccamento di-fensivo .

L'impegno missionario è solleci-tato anche dalle dimensioni del mo-derno fenomeno migratorio, in tut-te le sue forme : mobilità interna,emigrazione di connazionali all'e-stero, immigrazione di colore o dalterzo mondo . Una pastorale aperta,in prospettiva missionaria, non puònon farsi carico di queste situazionidi emergenza, provocando scambifecondi fra la comunità dei nostriemigrati e le chiese locali in cui vi-vono; e creando, dove non esistano,nelle diocesi italiane strutture di ac-coglienza .

Concreti elementi sono stati for-niti in ordine al «ministero di ricon-ciliazione» di una Chiesa evangelicae missionaria . In primo luogo, essadeve puntare alla formazione di co-scienze adulte, ossia di persone ca-paci di collegare la parola di Diocon la vita, nelle diverse situazioni .In secondo, deve prestare maggioreattenzione alla «catechesi degliadulti», assumendola come «nuovafrontiera» della Chiesa italiana .

Per quanto concerne il servizioagli ultimi sono stati focalizzati tre

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 22: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

20 • 1 GIUGNO 1985

punti: creare in ogni chiesa localeun osservatorio permanente per se-guire le dinamiche della povertà edell'emarginazione ; realizzare unanuova «cultura della solidarietà»fra istituzioni pubbliche e organismiprivati che operano nel sociale; va-rare la legge sull'assistenza che gia-ce da dodici anni in Parlamento eassieme stabilire una normativa piùadeguata verso gli immigrati .

Il Convegno di Loreto ha ripro-posto all'attenzione nazionale «laquestione meridionale» contro ladiffusa tendenza ad accantonarlasotto la spinta delle difficoltà eco-nomiche generalizzate anche alnord . Il Convegno ha pure ribaditola validità della testimonianza del«volontariato cristiano» come ser-vizio profetico che previene i biso-gni, che non supplenza, che dere-sponsabilizza chi deve normalmenteprovvedere .

Si è pure parlato a Loreto del-l'impegno della chiesa contro la vio-lenza organizzata, del fenomeno deiterroristi pentiti e dissociati (chesfocia in una «interpellanza eccle-siale»), della situazione carceraria(«quanti affollano le carceri nonpossono essere semplicemente ri-mossi dalla memoria della chiesa») .

In un cammino di Chiesa attenta,e solidale, al «vissuto» del paese, icristiani sono chiamati a ripensare illoro impegno in termini di parteci-pazione povera, «disarmata», chemuove da una nuova coscienza poli-tica; una partecipazione che nascedall'amore e dall'interesse per la so-

RITROVARSI CHIESAPER LE STRADEDEL PAESE

Per chi per mestiere fa informa-zione religiosa andare ad un conve-gno di credenti non è una novità .Tutt'altro.

Eppure la partecipazione al Con-vegno ecclesiale di Loreto, al croni-sta, di novità ne ha riservate tante .

Un convegno di duemila personeè sempre una kermesse non fos-s'altro per i problemi organizzativiche esso pone .

A sentire gli umori dei partecipan-ti di problemi organizzativi a Loretoce ne sono stati : almeno metà deicirca duecento giornalisti accredita-ti non hanno potuto seguire, comeprecedentemente assicurato, i lavo-ri assembleari e molti convegnistihanno letteralmente faticato perraggiungere il Palazzetto sede delleassemblee .

Eppure la dispersione che avreb-be potuto esserci non c'è stata omeglio, qui, è stata annullata dal-l'interesse, fortissimo, dei parteci-panti verso il Convegno .

Le polemiche fra Comunione e Li-berazione da un lato e l'Azione Cat-tolica dall'altro, gli interventi di Giu-seppe Lazzati, Alberto Monticone,Rocco Buttiglione, Augusto del No-ce, Gianfranco Morra, Mario Agnesed altri esponenti ora di una culturaJella «presenza» ora di una culturadella «mediazione», la stessa sca-denza elettorale del 12 maggio ave-vano finito con il creare una certa

attesa : Loreto avrebbe visto attac-cabrighe di turno?«Loreto non sarà un comizio»,

aveva assicurato monsignor Capo-rello . Ed il buon Segretario ha avutoragione .

La Chiesa italiana vista e sentitaal Convegno è stata una Chiesa at-tenta, tollerante nel dialogo, frater-na. Una chiesa capace di »aggrega-re» gente attorno ad un altare se-gno di una Memoria e capace di«unire» attorno ad un tavolo di unodei tanti bar del centro lauretano .

L stata questa la prima grandenovità di Loreto : uno stile di Chiesa,si è detto da parte di qualcuno . Ab-biamo così visto ad esempio il cardi-nale Pappalardo, arcivescovo di Pa-lermo, attendere pazientemente epaternamente che i «suoi» sicilianiprendessero il pullman, spesso inritardo, per il rientro in albergo op-pure l'arcivescovo di Milano, Marti-ni conversare amichevolmente conil sociologo Ardigò per le vie di Lo-reto .

Uomini e donne, laici, religiosi epreti, del Nord e del Sud, qui, a Lo-reto si sono sentiti una sola cosaanche se con tanti fermenti e conmolte idee . Non è poco. Questachiesa che sul sagrato parla dei tan-ti problemi della società e dice divoler fare «compagnia » all'uomod'oggi può guardare al futuro . A Lo-reto ha incominciato a farlo . ∎

cietà civile ; una partecipazione chenon è volontà di appropriazione,ma volontà di condividere la storiadell'uomo .

I cristiani hanno il diritto-doverenon di rivendicare un ruolo autono-mo nella società civile, ma di parte-cipare e condividere il destino ditutti, fermamente convinti del biso-gno di una rinnovata formazione ci-vica, di un recupero dei valori co-munitari contro spinte e rischi diframmentazione, di un impegno diservizio che nasce dalla coscienza edalla storia stessa dei cristiani . In-fatti, nessun terreno, nessun proble-ma, nessuna possibilità sociale e po-litica sono estranei al cristiano e allasua coscienza civile .

Contro ogni tentazione di riflussonel privato, contro ogni disaffezio-

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 23: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

ne dalla vita pubblica e sociale, con-tro tutte le accentuazioni della «cul-tura dell'effimero», il Convegno haindicato alcuni «grandi valori» per iquali vale la pena vivere ed impe-gnarsi : la vita, la libertà, la giusti-zia, l'eguaglianza, la pace, che sonoin sé valori cristiani e per i quali lachiesa è disposta a collaborare conogni uomo di buona volontà .

Un programma di «presenza nelsociale» che, senza smentire le sueradici e motivazioni religiose, pro-muova i beni della società terrena ;un programma che il cardinale Sal-vatore Pappalardo, arcivescovo diPalermo, ha così sintetizzato a Lo-reto :

«Siamo per una cultura di vita enon di morte, e per questo ci schie-reremo sempre dalla parte di chi af-ferma e difende i diritti della vita ealla vita e cerca di migliorarne il li-vello e il tono : la nostra scelta èsempre per l'uomo vivente che pro-prio in quanto tale proclama la glo-ria di Dio .

Don Cesare Bissoli, diret-tore dell'istituto di catechetica dellaPontificia università salesiana, ha vissu-to il Convegno ecclesiale da un «osser-vatorio privilegiato» . È stato infatti ilcoordinatore di uno dei cinque ambiti- esattamente il quarto, dal tema«evangelizzazione e catechesi» - in cuisi sono articolati i lavori degli oltre due-mila partecipanti all'incontro di Loreto .In quest'intervista ci offre un'autorevo-le «chiave di lettura» dall'interno delConvegno .

D. Don Cesare, che cosa è stato perlei l'appuntamento di Loreto? E cosal'ha colpita di più?R. Il Convegno è stato la dimostra-

zione più bella della «receptio» del Va-ticano Il nella Chiesa italiana . Un semeconciliare è maturato, anche se dobbia-mo rifuggire dal trionfalismo di credereche tutto sia stato compiuto .

A Loreto ho visto una Chiesa viva,una Chiesa che non si lamenta ma fa atutti i livelli, una Chiesa capace di co-munione - rispettosa e libera - attor-

∎ Monsignor Riboldi,vescovo di Acerra

«Auspichiamo con tutta la forzala pace, operando per essa a tutti ilivelli, cercando di ristabilirla doveessa manca: nella coscienza degliuomini, nelle famiglie, nei gruppisociali, tra le nazioni . Riproviamo ilricorso alle armi, come mezzo permantenere o ristabilire la pace, tan-to più che il mercato delle armi, co-me quello della droga, è diventatoun fenomeno di criminalità organiz-

DON CESARE NON HA DUBBI :«SE DON BOSCOFOSSE VISSUTO OGGI ...»

no ai propri vescovi e sacerdoti, dovecrescono la maturità dei laici e la capa-cità di dialogare con tutti, nel riconosci-mento di un pluralismo reale ma allostesso tempo con una forte tensione in-terna all'unità .

Mi ha colpito soprattutto il livellodell'approccio culturale, che ha smenti-to il diffuso luogo comune sull'incapa-cità dei cattolici di «fare cultura» ; laprofondità e insieme la pacatezza del di-battito sui temi di fondo della societàcomplessa in cui viviamo . Una societàche è stata riconosciuta come tale ; e, diconseguenza, non strumentalizzata at-traverso forme integristiche di lettura,ma accolta nella sua complessità, ana-lizzata e, al tempo stesso, coraggiosa-mente affrontata in un tentativo tera-peutico non soltanto di constatare quelche va e ciò che non va, ma di prenderneatto per dire e realizzare qualcosa cheporti veramente il segno dell'Evangelo .

Il Convegno ha ribadito, infine, lavalidità del progetto pastorale italiano,così come si è sviluppato a partire dalVaticano II, per tradurre il Concilio nel-

I GIUGNO 1985 - 21zata e causa di tanta fame nelmondo .

« È nel contesto della pace che noipossiamo realizzare la naturaleaspirazione alla libertà personale ecomunitaria, secondo la legge diDio, rettamente percepita dalla co-scienza ed insegnata dal magisterodella Chiesa, e anche secondo legiuste leggi che gli uomini organiz-zandosi si danno : il cristiano, sul-l'insegnamento di Cristo e degliapostoli, è rispettoso delle leggi del-lo Stato, se e in quanto non con-traddicono alle esigenze della sua,fedeltà al Vangelo» .

«Non minore vuole essere lo zeloper la giustizia, tante volte violata ein molti modi dell'operare umano . Icristiani, cultori di un Dio giusto,devono praticare questa virtù in-nanzitutto nei rapporti con Lui stes-so, rendendo a Dio quel che è diDio, ma devono poi trasferirla an-che nei rapporti reciproci e nella ge-stione degli affari di cui si occu-pano» .

la realtà del nostro paese . Al riguardotengo a sottolineare in modo particolarela partecipazione, attenta e rispettosa,degli oltre duecento vescovi, i quali, conumiltà, semplicità e saggezza, sono statiper tutto il tempo con noi, hanno parla-to e discusso liberamente nelle commis-sioni, condiviso i momenti di preghierae di gioiosa fraternità . Un segno, nonpiccolo, di riconciliazione ecclesiale!

D. Ci riassuma adesso i «nodi» dellariconciliazione emersi dal dibattito libe-ro e franco di Loreto .R. Il problema delle cosiddette «due

anime» del cattolicesimo italiano, ossiadei due modi di intendere il rapportochiesa-mondo ; il tema, sempre delicatoma fondamentale, del rapporto del Pa-pa con i vescovi oggi in Italia ; la que-stione dell'impegno sociale e politico dacomporre con la «scelta religiosa» fattadalla Chiesa italiana dopo il Concilio ; lapartecipazione dei laici alla vita dellaChiesa; il rapporto tra movimenti e co-munità locale .Ancora - e ciò mette in luce una pre-

ziosa sensibilità del Convegno - ricor-derò la situazione degli «irregolari», dicoloro cioè che hanno lasciato il sacer-dozio o la vita religiosa, e dei divorziatirisposati, che intendono prender parte

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 24: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

22 - 1 GIUGNO 1985

in qualche modo alla vita della comuni-tà ecclesiale ; e il fenomeno del «dissen-so», di quanti vivono con difficoltà laloro «appartenenza» alla Chiesa e di cuinon possiamo dimenticarci, ricordandoche lo stesso Giovanni Paolo Il ha dettoche la porta è aperta per l'incontro .

Da ultimo, ed è un punto che comereligioso mi sta specialmente a cuore : ilproblema dei religiosi nella Chiesa ita-liana. Forse, non è stato ancora datosufficiente spazio al loro ruolo . Biso-gnerà chiarire meglio che cosa da essi cisi aspetta e quali sono le eventuali defi-cienze di partecipazione, ma anche rico-noscere più esplicitamente i reali valoridi cui sono portatori nel cammino dellaChiesa italiana .

D. Torniamo al problema delle «dueanime»: in che consiste il diverso tipo divalutazione del rapporto tra il cristianoed il suo impegno nella società?

R. C'è una tendenza oggi nel cattoli-cesimo italiano ad affermare la propriaidentità religiosa collocandosi all'inter-no della società con segni, anche este-riori, del proprio «essere cristiani», sen-za opporsi alla società in termini di cro-ciata o di aggressività, ma neppure mi-metizzandosi per paura . Questa tenden-za nasce da un'oggettiva difficoltà di di-scernimento oppure da un atteggiamen-to di difesa, pur legittimo, di fronte aduna realtà che sembra negare determi-nati valori spirituali, non solo stretta-mente cattolici .

Questa «anima» si può sintetizzarenell'espressione «cultura della presen-za», che porta alla ricerca di forme isti-tuzionali di presenza, anche rilevanti, in

rapporto a certi settori della nostra so-cietà e ad un certo laicismo del climastorico italiano . E accaduto, e accade,che in alcune aree laiche si intendaespellere dalla politica tutto ciò che sa dicattolico, di religioso, di morale, per ri-cercare un minimo comun denominato-re di convivenza, che si traduce in unareciproca tolleranza senza pestarsi ipiedi .

Di fatto, ciò significa emarginare ilcredente che, avendo una forte coscien-za della propria fede, e spinto dall'amo-re verso gli altri, avverte un'esigenza dipartecipazione alla vita sociale che nonpuò arrestarsi di fronte agli ostacoli rea-li, e che desidera porre al servizio dellasocietà in quanto tale le ricchezze dellasua fede nell'ambito della scuola, deltempo libero, della comunicazione, del-la politica .

La scelta della «presenza» in questitermini porta però con sé il rischio di farpassare automaticamente nella societàtutto ciò che è frutto di una visione difede, quasi «codificando» in un quadroesterno la fede interiore . Mentre tral'atto di fede e la storia sono sempreinevitabili delle mediazioni, ossia l'ado-zione di alcuni criteri di valutazione chederivano da Dio, ma che non sono im-mediatamente deducibili dalla Rivela-zione e che domandano un'attenzionepiù vigile alle situazioni reali, alle condi-zioni e alle possibilità di accoglienza daparte dell'altro .

D. La seconda «anima» del cattoli-cesimo italiano si identifica infatti conla cosiddetta «cultura della mediazio-ne» . . .

R. Di fronte al rischio di fare dellafede un'ideologia, di misurarne i valoridai risultati a livello sociale, altri cristia-ni preferiscono fare l'opzione fonda-mentale di accogliere la fede nella suaautenticità e di viverla, con spazi e tem-pi adeguati, nell'interiorità della perso-na e della comunità ecclesiale .

Evidentemente, essi non si estranianodi fronte alla società ma intervengonoin essa avendo fermamente presenti ladiversità dell'altro, la sua dignità di per-sona, le sue qualità ed i suoi intendi-menti che possono diversificarsi dai no-stri oppure essere simili, ma rispetto aiquali non si deve assumere un atteggia-mento di sospetto quanto di collabora-zione, di dialogo .

La «cultura della mediazione» espri-me la fede nel sociale, nella vita pubbli-ca, attraverso una vigile attenzione allarealtà, analizzandola per quel che pre-senta di negativo o di positivo, facendoopera di discernimento per cogliere evalutare quel che c'è di positivo nell'al-tro e per cercare di camminare insieme,ritenendo che vi siano semi, germi di ve-rità nell'altro, anche se momentanea-mente o definitivamente non credente .

In sostanza, come già San Paolo ver-so i propri uditori ateniesi, si tratta at-traverso il dialogo di andare incontroall'altro, affinché dia un nome più com-pleto alla verità che già vive, all'espe-rienza positiva cui aspira .

Naturalmente, anche la «cultura del-la mediazione» può presentare dei ri-schi. La «scelta religiosa» può divenirefuga dal mondo, ritiro, diaspora . Atteg-giamenti non consoni ad un paese che siattende, proprio sul piano etico, cheogni cittadino partecipi e si preoccupidel bene comune, che «si metta allastanga» come soleva affermare De Ga-speri, che non scappi perché la fuga sa-rebbe contro la missione della Chiesa .

D. Il Convegno di Loreto ha segnatoun passo avanti verso la riconciliazionedelle due «anime»?R. In linea generale, la Chiesa italia-

na è uscita unita da Loreto attorno alprogetto pastorale della Conferenzaepiscopale che corrisponde alla «sceltareligiosa» che Paolo VI chiese alla Chie-sa del nostro paese .

La «scelta religiosa» è stata confer-mata non in termini di fuga o di dere-sponsabilizzazione di fronte alla societàcivile. La riconciliazione è un dono diDio così grande, così umanamente rile-vante, che non può essere riportatoegoisticamente solo all'interno della co-munità cristiana, ma deve essere estesoad ogni uomo, credente o no, per trova-re possibilità di unità e di pace per il be-ne della nazione italiana .

Il documento della CEI del 1981, «La2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 25: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

Chiesa italiana e le prospettive del pae-se», è quello che più emblematicamenteesprime l'anima della Chiesa italianaprima e dopo Loreto . Più che esseredalla parte dell'uno o l'altro movimentood associazione che più direttamente sirichiamano alle «due anime», la Chiesacerca una fusione più alta . Scegliere si-gnificherebbe infatti spaccare l'unità .

Ciò non toglie che di fronte alle diver-se aggregazioni laicali la Chiesa possaritrovare attualmente una rispondenzamaggiore nell'una che non nell'altra . LaChiesa però non scomunica chi la pensadiversamente . Le «due anime» potran-no e dovranno sussistere . E tra loro cisarà sempre un'interazione, uno stimo-lo, una dialettica reciproca . L'impor-tante è che nessuno di coloro che piùfortemente vivono un certo orientamen-to, pretenda di monopolizzare la «cartad'identità» del cristiano sottraendolaall'altro .

D. Il discorso del Papa è stato peròinterpretato come un elemento di con-flitto all'interno del progetto pastoraledella CEI. . .

R. Gli aspetti che Giovanni Paolo IIha sottolineato, non sono mai stati di-sattesi dall'episcopato . E indubbio tut-tavia che la stessa ampiezza dell'inter-vento del Papa deve portare a rifletteresu di essi in profondità, al di là dellestrumentalizzazioni che sono state fattedel richiamo all'impegno sociale e poli-tico data la coincidenza con le elezioniamministrative del 12 maggio .

Il nucleo centrale del discorso è quel-lo che il Papa chiama ripetutamente «lacoscienza della verità», cioè un proces-so di verificazione - nella verità ogget-tiva della fede della Chiesa - su tutti gliambiti della vita interna della Chiesa esull'impatto della presenza ecclesialenella vita sociale e politica, dove sonourgenti la partecipazione e l'impegnodei cristiani, chiamati a portare in modoorganico tutta la ricchezza della loro fe-de a difesa dei valori della vita e delleistituzioni democratiche .

Vi è un passo del discorso del Papache è chiave del suo pensiero: non deveessere sottaciuto il rischio di una«espropriazione» effettiva di ciò che èsostanzialmente cristiano sotto l'appa-renza di una «appropriazione» che inrealtà resta soltanto verbale, con la con-seguente «assimilazione» al mondo in-vece che della sua cristianizzazione .

Il Papa chiama tutta la Chiesa italia-na, in particolare i vescovi, ad un'anali-si pensosa e approfondita . GiovanniPaolo II non ha generato conflitti ; semai, questi possono essere sorti da undeterminato tipo di lettura che in senoal Convegno è stata fatta del discorsodel Papa da talune frangie .

∎ Don Cesare Bissoli

Ma il cammino della Chiesa italiana èstato riconosciuto valido dallo stessoGiovanni Paolo II, che ha espressamen-te sottolineato e mostrato di apprezzarela comunione dei nostri vescovi col suc-cessore di Pietro .

D . In che modo la comunità salesia-na è stata «provocata» dai risultati diLoreto?R. Penso alle tantissime attività dei

nostri cooperatori nella Chiesa italiana .

ADRE SORGE :«DUE TAPPEDELLO STESSOITINERARIO»

ze fra il Convegno di Roma e quello diLoreto?R. Sono chiaramente due tappe di

uno stesso itinerario . Nel 1976 si tratta-va di verificare in che misura la coscien-za della Chiesa rinnovata dal Concilioera passata nel popolo di Dio che è inItalia . A Loreto si trattava invece di in-terrogarci su come costruire una nuovapresenza di comunione tra di noi e con ilnostro paese .

Coscienza e presenza. Due tappe nonda dividere, ma da sintetizzare comedue momenti che crescono assieme -come nel passaggio dall'adolescenza al-la maturità - di un itinerario ecclesialeevidentemente guidato dallo Spirito .

Diversa è stata l'impostazione dei due

Nove anni : il tempo tra-scorso dal primo Convegno ecclesialeitaliano . Nel 1976 toccò al direttore del-la «Civiltà Cattolica», padre Bartolo-meo Sorge, tirare le conclusioni nell'as-semblea di Roma su «Evangelizzazionee promozione umana» . Padre Sorge èstato direttamente coinvolto anche nellapreparazione e nello svolgimento del se-condo Convegno come componente delComitato nazionale che ha accompa-gnato il cammino della Chiesa italianaverso Loreto . L, dunque, ad un «testi-mone» di primo piano che chiediamouna «lettura» di questo cammino a ven-ti anni dal Concilio Vaticano II .

D. Come sintetizzerebbe le differen-

1 GIUGNO 1985 - 23

Essi sono in prima linea in questa conte-stualità territoriale di servizio . Da Lore-to è venuto un riconoscimento, un elo-gio del lavoro della base . Loreto ha pu-re messo in evidenza che ognuno ha ilproprio ruolo all'interno della comunitàecclesiale nella molteplicità dei compitie dei carismi .

Il Convegno ha poi prestato partico-lare attenzione al discorso giovanile fo-calizzando temi come il rapporto fra legenerazioni, il circolo vitale della tradi-zione, forza e debolezza della famiglia,la scuola, l'educazione ai valori, l'essereuomo e l'essere donna, violenza e de-vianza, volontariato, cooperazione epace .

Don Bosco ha legato molto l'operadella comunità salesiana a quello chechiamava il lavoro dei vescovi . Certo,nel secolo scorso non esistevano le con-ferenze episcopali . Ma se don Boscofosse vissuto oggi, per il suo grandeamore alla Chiesa, avrebbe sicuramenteposto i propri figli e le proprie opere alservizio dell'intera comunità ecclesialeitaliana .

Non possiamo più procedere per con-to nostro, ma dobbiamo parteciparedall'interno, portando la nostra origi-nalità e al tempo stesso operando per-ché gli altri riconoscano, promuovano,rispettino e valorizzino ciò che possia-mo offrire e donare di specificamentesalesiano. ∎

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 26: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

24 • 1 GIUGNO 1985

r

CONVEGNOECCLESIALE

t ~3gw

v

LORETO

9/13 APRILE 1985

II tavolo della Presidenza delConvegno in un momento dipreghiera

Convegni . Quello del '76 è stato prepa-rato dalla base ecclesiale - vescovi, sa-cerdoti, religiosi, laici - ed è stato inte-so come punto di arrivo di un processodi maturazione del primo decenniopostconciliare . Quello di Loreto è statopreparato e gestito invece dalla Confe-renza episcopale e inteso come passag-gio, una tappa verso la costruzione diuna Chiesa di partecipazione e di co-munione .

Il coinvolgimento vero e proprio dellabase comincia ora dopo Loreto . In ognicaso, le giornate del Convegno hannomesso in luce una realtà matura di Chie-sa che ha sorpreso un po' tutti . Partico-larmente importante ritengo il fattoche, per la prima volta, la Conferenzaepiscopale abbia compiuto una lettura«autorizzata» del post-Concilio in Ita-lia, togliendo così una delle cause dellenostre divisioni .

D . Il discorso del Papa è parso peròprivilegiare una certa «chiave dilettura». . .

R. L'intervento di Giovanni Paolo Ilha evidenziato con molta chiarezza iltravaglio esistente nella comunità cri-

stiana italiana . Una lettura attenta delsuo discorso dimostra che esso non eradestinato a bloccare né a condizionare ilConvegno di Loreto o il cammino dirinnovamento della Chiesa italiana,bensì a dinamicizzare l'uno e l'altro .

Dopo aver preso consapevolezza nelprimo decennio postconciliare che la co-scienza di essere Chiesa oggi porta consé la promozione dell'uomo, l'impegnostorico, al termine del secondo decenniodal Vaticano II il Papa ci chiama a rea-lizzare senza paura una nuova presenzadi Chiesa nel sociale, nel culturale e nelpolitico .

L'interrogativo che resta aperto èquello del metodo : come realizzare inun paese secolarizzato e laico questapresenza pubblica della comunità eccle-siale al servizio della nazione, affinchéla Chiesa sia segno visibile, efficace,credibile, di comunione degli uomini fradi loro e con Dio?

La mia impressione è che non bisognaguardare a schemi che hanno fatto il lo-ro tempo . Il richiamo ad una maggiorepresenza non può essere interpretato co-me un ritorno a modelli ormai superatidi cristianità, ma come un invito allacreatività, a trovare nuovi modi di rea-lizzare il rapporto fra fede e storia, traChiesa e Stato, tra religione e cultura .

D. Il laicato è quindi un anello essen-ziale di questo tipo di presenza?

R. Soltanto laici maturi, che si assu-mano responsabilmente il proprio ruolodi mediazione creativa, possono assicu-rare questa presenza nuova. Una Chiesa«clericale» non ha più futuro!

Di qui l'importanza di uno sforzodella Chiesa per la formazione del laica-to. Esso deve poter assumersi davvero leproprie responsabilità e nella vita eccle-siale e nella vita sociale ; e al tempo stes-so, la voce, le istanze del laicato devonopoter arrivare ai vertici della Chiesa, es-sere ascoltate, e così incidere efficace-mente sul cammino del popolo di Dio .

Un gesto significativo dopo Loretosarebbe quello di dare per conclusa lastagione della «Consulta generale del-l'apostolato dei laici» (vecchia ormaianche nel nome!) e creare un nuovo or-ganismo, aperto a tutte le componentidel mondo ecclesiale, che sia luogo diincontro e di confronto e strumento pri-vilegiato sia della partecipazione alla vi-ta interna della Chiesa, sia del dialogofra la Chiesa e il paese . ∎

Servizio a cura diSilvano StraccaGiuseppe Costa

Paola Stringhetti2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 27: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

_COMUNICAZIONI SOCIALI

Quel birbone di OrsonWelles (regista-attore americano),nel bel mezzo degli anni 30, giocòun brutto scherzo agli ascoltatori diNew York nel corso di un suo pro-gramma radiofonico. Con accentidrammatici e concitati si mise a de-scrivere la cronaca in diretta di unainvasione di marziani ai danni dellametropoli. I radioascoltatori, lonta-ni dal sospettare la burla, si attacca-rono al telefono e, in preda al pani-co, mobilitarono esercito, polizia epompieri per contrastare l'agguatodegli extra-terrestri . L'episodio (chenon è isolato nella storia della ra-dio!) riprova l'enorme potere disuggestione che il mezzo radiofoni-co possiede . Un potere che spessosfugge all'attenzione dell'utente chesi consegna incauto nelle mani dichi gestisce il servizio . Gli espertidel settore affermano che, a diffe-renza del consumatore di immagini,il radioascoltatore è maggiormentecoinvolto nella comunicazione at-traverso una impegnativa attivitàpsichica personale . Non costretto avedere il soggetto che parla o l'am-biete dell'azione, l'utente radiofoni-co sprigiona l'attività fantastica conassociazioni di idee, con risonanzeemotive immaginarie, con interpre-tazioni personali che restituiscono,in qualche modo, il gusto della par-tecipazione e del protagonismo achi, invece, è solo «terminale» diuna comunicazione che è comunqueimposta. Queste caratteristiche tipi-che del «mezzo» non sono sostan-zialmente cambiate neppure con laproliferazione delle radio libere oprivate, anche se è loro merito avereridotto la distanza tra chi emettemessaggi e chi li consuma . La radio«locale» ha favorito un maggioresenso di partecipazione e di «comu-nione», sciogliendo il clima rarefat-to di trasmissioni asettiche, distac-cate dai problemi di vita locale,

LE RADIODAL CUORE UMANOdando alla stessa emittente il voltopiù modesto, ma più umano, del-l'angolo della piazza, del ritrovo delbar o del Circolo, dove si improvvi-sa conversazione su tutto, dove illinguaggio è quotidiano (e non daesperti), dove il dialogo è amicale edove si acquista inconsapevole abi-tudine a trasformare in «pubblico»e in «sociale» anche ciò che è più«privato» (basti pensare alle emit-tenti che riempiono le ore di conver-sazioni telefoniche tra conduttori diprogrammi e loro amici o parentiche si rincorrono reciprocamentevia-telefono, amplificandosi sui ca-nali della radio). Tutto ciò ha ri-svolti culturali che hanno modifica-to la funzione stessa della radio . Daqui sono scaturite preoccupazionieducative e morali, divenute più ur-genti quando, spezzato il monopo-lio RAI, le piccole emittenti si sono

Un fenomeno culturaleche interessa educatori enon. Il panoramadell'attività salesiana inquesto settore. Necessitàdi ciescita equalificazione.

RADIO SPERANZA (Roma)La , regìa n . 3 dove sieffettuano registrazioni,collegamenti o servizi alunga durata

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 28: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

26 - 1 GIUGNO 1985

moltiplicate, lanciandosi, con tuttigli espedienti (spesso discutibili!),alla caccia di una fetta di pubblico .Secondo una recentissima indagine(fine '84), ogni settimana, 15,6 mi-lioni di radioascoltatori si sintoniz-zano sulle «private» . In grande pre-valenza giovani . Un dato di osser-vazione : la radio-dipendenza da cuiè affetta soprattutto la fascia giova-nile. Perfino il bisogno del «grup-po» trova il suo supporto strumen-tale nell'autoradio o nel motorinoaccessoriato di transistor . Neppurela partita, «vissuta» allo stadio, su-scita gusto senza la radiolina all'o-recchio. Si tratta di una radio-dipendenza che ha scatenato l'inte-resse delle concessionarie di pubbli-cità e ha destato preoccupazioni perle istituzioni educative . Le comuni-tà cristiane, anche se in ritardo, nonsono rimaste indifferenti di fronteal problema .

I primi pronunciamenti ufficialidel Magistero ecclesiale sono con-trassegnati da apprensione per i«pericoli» che la radio presenta conil suo irrompere tra le pareti dome-stiche e per l'efficacia in funzione dipropaganda e di ideologia . Così,con maggiore tempestività rispettoal cinema, la Chiesa ha promossoiniziative concrete come «Radio Su-tatenza» in Colombia e «Radio Va-ticana», inaugurata dal PonteficePio XI nel 1931 con la collaborazio-ne tecnica dello stesso Marconi .

Ma, in verità, l'interesse dei cat-tolici anche in questo settore dei«media» non ha contraddetto l'abi-tudine alla scelta del rimorchio . Ilmomento di prova più provocatorioè stato proprio negli anni 1975-76con il boom delle «private» e di cuisi è accennato in un precedenteintervento .

Quando si trovano spinti in fon-do all'angolo delle sacrestie, impos-sibilitati a parlare, i cristiani (o me-glio : alcuni vescovi e sacerdoti) ri-destano la propria coscienza agliimpegni della vocazione in ordineall'evangelizzazione e alla cono-scenza del vangelo . Ci si accorgeche la radio non è solo «una mo-da»! Ma ormai Dio non parla piùper radio . Come da tempo è uscitodagli schermi cinematografici e sa-rebbe diventato ancora più lontanoda quelli televisivi .

Quasi improvvisamente ci si ren-de conto che «è in causa la salvezzadell'uomo», che l'Italia non è piùcattolica ma che è terra di missione,che la fede si sta esaurendo in for-malistiche pratiche tradizionali con-sumate da un numero sempre più ri-dotto di «fedeli» e che il numero dei«lontani» (in maggioranza le nuovegenerazioni!) cresce a dismisura .Ciò che allarma è l'impossibilità di

RADIO SPERANZA (Roma)102,8 mHzLa regìa n . 2 dalla qualevengono messi in onda iprogrammi

raggiungerli perché «non vengonoin chiesa» . Bisogna «andare» da lo-ro! La radio ne offre l'opportunità .Nell'onda caotica delle mille vociche ribollono nell'etere si mescola-no anche quelle dei credenti . Si mol-tiplicano le «onde bianche» . Salvorare eccezioni sono facilmente rico-noscibili per la scandente qualitàtecnica di trasmissione, per i tonimelensi di monologhi «no stop»

RADIO SPERANZA (Roma)Un momento di trasmissionesu confronti sportivi dalloSTUDIO 1

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 29: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

M

IL PANORAMA DELLE«RADIO SALESIANE»IN ITALIARADIO ASTORI MOGLIANOtrasmette dalle 8 alle 23 (prolungan-do alle 2) su FM 98 .2 Mhz e 96 .7Mhzsede: Via Marconi, 22 - 31021 Mo-gliano Veneto (Treviso)responsabile : d. Severino Cagnin(sdb)tel . 041 /45 .27 .88

RADIO BELLUNO GIOVANEsede : Piazza S. Giovanni Bosco, 18- 32100 Bellunoresponsabile: d . Valentino Corolaita(sdb)tel . 0436/23 .449 - 22 .445

RADIO CITTA' ARESE (RCA)trasmette dalle 8 alle 22 (collegatacon Radio A diocesana) su FM100.300 Mhzsede : Via Caduti, 75 - 20020 Arese(Milano)responsabile: d. Gaetano Galbuse-ra (sdb)tel . 02/93 .80 .042

RADIO DON BOSCO (RDB)trasmette dalle 9 alle 19 su FM 97 .4Mhzsede: V.le Salesiani, 9 - 00175Romaresponsabile : Mario Barditel . 06/74 .80 .470 - 74.84 .644

trasudanti moralismo e pessimismo,per palinsesti inzeppati di Messe,rosari, lodi-vespri-compiete e «gre-goriano» come unico fenomenomusicale religioso, «pensierini» spi-rituali infarciti di apologetica e dirancido ascetismo fuori della sto-ria . . . Uno spesso strato colloso dinoia che volentieri ci si strappa didosso cambiando canale. Ma inizia-tive più intelligenti hanno fattoprendere coscienza di possibilità di-verse. La responsabilità e il sensocritico di laici impegnati, la maturi-tà cristiana di giovani «volontari»,il coraggio profetico di alcune chie-se locali hanno spinto a un giro diboa. Si sono moltiplicati Corsi peroperatori radiofonici, si sono apertisettori specifici nelle Università cat-toliche, si sono creati «laboratori»

RADIO FAMIGLIAtrasmette su FM 97 .3 Mhzsede: via Marsala, 42 - 00185 Romaresponsabile : d . Filippo Giua (sdb)tel . 06/49 .53 .257

RADIO NUOVA MACERATAsede: V.le don Bosco, 55 - 62100Macerataresponsabile : d . Pietro Diletti (sdb)tel . 0733/44 .874 - 49 .689

RADIO PROPOSTAtrasmette dalle 7 alle 24 su 88 .750Mhz in STEREOsede: P.za Rebaudengo, 22 - 10155Torinoresponsabile : Domenico Rosso(sbd)tel . 011/20 .51 .267 - 20.51 .304

RADIO TIBURTINAattualmente non trasmettesede: Via Tiburtina, 986 - 00156Romatel . 06/41 .29 .520

RADIO SPERANZAtrasmette dalle 7,30 alle 20 su FM102.8 Mhzsede: Via Cocco Ortu, 51 - 00139Romaresponsabile : Fernando Mascaruc-ci (sdb)tel . 06/81 .90 .994

occasionali o permanenti per assicu-rare «professionalità» agli operato-ri radiofonici . In particolare il Con-cilio e gli interventi CEI (i vescoviitaliani) hanno motivato e spintol'impegno nel settore . Impegno cheè di tutta la chiesa e di tutti i cristia-ni. Di qui l'insistente invito alla pre-senza qualificata, fatta di fatica eserietà professionale di singoli e digruppi, di sostegno economico emorale, di sollecitazione continuaper il miglioramento qualitativo alfine di rendere più incisiva la pre-senza cristiana nel tessuto sociale .Movimenti, associazioni, gruppi, lestesse congregazioni e ordini religio-si si sono fatti carico di iniziativeper assicurare presenza . Attualmen-te le emittenti cattoliche sono valu-tate intorno alle mille unità, delle

I GIUGNO 1985 • 27quali meno di duecento si esprimo-no con discreta dignità e, perlome-no, figurano negli elenchi di asso-ciazioni o consorzi tendenti a difen-derne i diritti, a stimolare la reci-proca collaborazione, a favorire loscambio dei programmi .

Tra queste realtà emergono l'A-LIAS (Antenne Libere Associate),nata a Bologna nel 1976 con lo sco-po di tutelare e promuovere le emit-tenti cristiane (attualmente si pre-senta come una entità fantasma, so-prattutto nella sua organizzazionecentrale), il CORALLO (cooperati-va nata a Roma nel 1981 con finali-tà similari a quelle dell'ALIAS, acui è legata, e con il servizio praticodi produzione-distrubuzione di pro-grammi), la FATMO (agenzia diVerona che produce e distribuisceprogrammi sul «terzo mondo», ser-vizi missionari o su personaggi co-me Madre Teresa, P . Rutilio G .Garcia, ecc.) e altre ancora .

I recenti interventi ministerialicirca l'emittenza privata hanno pro-vocato anche tra le radio cattolichescompiglio e preoccupazione . È cer-to, comunque, che verso il 1987 (an-no di ripulitura definitiva dell'etere)resteranno attivi quei centri radio-fonici che sapranno qualificare laragione della propria presenza, chesaranno in grado di garantire «pro-fessionalità» nei contenuti e nellequalità di ascolto, che non si limite-ranno più a chiudere messaggi inbottiglie lanciate in un mare in tem-pesta, ma che assicureranno presen-za di «animazione» del territorio(coinvolgendo scuole, associazioni,enti, ecc . sull'esempio di alcune ra-dio che già promuovono concerti,feste popolari, convegni, manifesta-zioni culturali, gite, concorsi, ag-gregazioni giovanili, ecc.). Non ba-sta, quindi, rovesciare dentro unmicrofono tante sagge parole, rilan-ciandosele tra un ristretto gruppo diamici consenzienti . È perfettamenteinutile . Non basta neppure riempireore e ore con Messe e Vangeli . Ètroppo facile. Anche la radio catto-lica ha senso quando, come dicevauna vecchia canzone, una volta ab-bassato il volume si sente il battitodi un cuore. Quando, cioè, si avver-te che qualcosa continua a vivere .

Pierdante Giordano2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 30: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

COMUNICAZIONI SOCIALI

Giornata mondiale

I MASS MEDIAPER LA PROMOZIONECRISTIANA DEI GIOVANI

La celebrazione dellagiornata mondiale. Ilmessaggio del Papa.Un impegno pedagogicosempre più urgente.

A vent'anni dalla con-clusione del Concilio EcumenicoVaticano Il e in occasione dell'An-no internazionale dei giovani pro-clamato per il 1985 dalle NazioniUnite, la Chiesa si è fatta carico del-compito e dei doveri che le sono

propri nei confronti delle generazio-ni di domani - le speranze del terzomillennio, come dice spesso Gio-vanni Paolo II -, sia sollecitandol'attenzione ai problemi della gio-ventù, sia riaffermando solenne-mente la fiducia in essa riposta . Inaltrettanti documenti il Papa ha in-dicato quali siano i valori su cui sicostruisce l'umana convivenza, cioèla pace, la partecipazione e la spe-ranza, la verità e la libertà .

«La pace e i giovani camminanoassieme» suona infatti il tema dellaGiornata mondiale della pace che siè celebrata il 1 ° gennaio, e alla qua-le il Bollettino Salesiano ha dedica-to gran parte del fascicolo di marzo ;

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 31: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

«date conto della speranza che è invoi» esclama inoltre il Papa nelmessaggio «ad juvenes » indirizzatoloro in occasione del grande radunosvoltosi a Roma alla Domenica del-le Palme e per sottolineare, appun-to, il valore dell'Anno internaziona-le di cui si è parlato ; si sarà liberi sesarà stata ricercata la verità, dice in-fine Giovanni Paolo Il nel docu-mento per la XIX Giornata mon-diale delle Comunicazioni sociali,caduta il 19 maggio. Come si com-prende agevolmente, una sequenzalogica in quell'opera pedagogica cuila Chiesa non rinuncia e che anzi,come sviluppo delle tematiche con-ciliari, tende a indicare come essen-ziali per la migliore trasmissione delproprio impegno e della propriapresenza nel mondo .

Il titolo della giornata dedicata aimass media è «Le comunicazionisociali per la promozione cristianadelle gioventù» : come spesso è av-venuto anche in passato, in collega-mento con una pubblica occasione,nel caso presente l'Anno internazio-nale dell'ONU . Si tratta di una let-tura che, ovviamente, va consigliataa tutti gli operatori della comunica-zione sociale; ma, per il linguaggioaccessibile e familiare, cui sonoestranee l'enfasi retorica e le formu-le complicate, il testo può essereagevolmente abbordato da tutti e inparticolare da coloro ai quali è di-retto, i giovani . Ad essi gli strumen-ti della comunicazione sociale pos-sono offrire - dice il Papa - «unnotevole contributo per realizzare,mediante una scelta libera e respon-sabile, la loro personale vocazionedi uomini e di cristiani, preparando-si così a essere i costruttori ed i pro-tagonisti della società di domani» .

Il linguaggio diretto del messag-gio parte dal «diritto all'informa-zione, che ogni uomo ha» e per ilquale «la comunicazione deve sem-pre rispondere, nel suo contenuto, averità, e, nel rispetto della giustiziae della carità, deve essere integra» .Perciò «l'informazione non può re-stare indifferente a valori che tocca-no in profondo l'esistenza umana,quali il primato della vita fin dalmomento del suo concepimento, ladimensione morale e spirituale dellapace, la giustizia . . . L'informazionenon può essere neutra di fronte a si-

tuazioni che, a livello nazionale einternazionale, sconvolgono il tes-suto connettivo della società, comela guerra, la violazione dei dirittiumani, la povertà, la violenza, ladroga» .

La parola del Papa non ha biso-gno di interpretazioni quando pro-segue affermando che «la libertàsembra essere la grande sfida che lacomunicazione sociale dovrà af-frontare, per conquistare spazi disufficiente autonomia, là dove essadeve tuttora sottostare alle censuredi regimi totalitari o alle imposizio-ni di potenti gruppi di pressione cul-turali, economici, politici» . Come«fattori di comunione e di progres-so» e «veicoli di formazione e diprogresso» quegli strumenti «devo-no contribuire al rinnovamento del-la società, e, in particolare, allo svi-luppo umano e morale dei giovani,facendo prendere loro coscienza de-gli impegni storici che li attendonoalla vigilia del terzo Millennio» .

I mass media possono però ancheportare gravi minacce alla società ein particolare ai suoi membri piùfragili e indifesi : la cosiddetta vi-deodipendenza, la formazione diuna «educazione unidirezionale»che salta i rapporti con i genitori,cioè un «fondamentale rapporto

1 GIUGNO 1985 • 29

dialogico, interpersonale», quandosubentra una «cultura del provviso-rio», una «cultura massificante cheinduce a rifuggire da scelte persona-li ispirate a libertà», a un «atteggia-mento di passiva accettazione» e «siinaridisce nella assuefazione all'im-magine, cioè in una abitudine chediventa indolenza e spegne stimoli edesideri, impegni e progettualità» .

Di qui il richiamo alla responsa-bilità degli operatori della comuni-cazione sociale, degli educatori e deigenitori, ai quali compete, nei ri-spettivi campi di impegno, «unaprofonda azione educativa, nellafamiglia, nella scuola, nella parroc-chia, attraverso la catechesi, peristruire e guidare i giovani a un usoequilibrato e disciplinato dei massmedia, illuminato dalla fede, sullecose viste, udite, lette» . Inoltre c'èbisogno di una accurata e specificaformazione teorica e pratica, di unapresenza attiva e coerente dei cri-stiani in tutti i settori della comuni-cazione sociale, di un impegno dellacomunità cattolica perché sia sem-pre vigile quando si attenti al benemorale dei giovani, di una presenzadel messaggio evangelico nella suaintegralità .

Questo è il quadro generale delleresponsabilità all'interno del quale,

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 32: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

30 • 1 GIUGNO 1985

VUOIRICEVERE

Il. BOLLETTINOSALESIANO?Dal lontano 1877

questa rivista vieneinviata gratuitamentea chi ne fa richiesta .

Scrivi subito il tuoindirizzo a :

Il Bollettino SalesianoDiffusioneCasella Postale 909200163 ROMA

dice Giovanni Paolo II, spetta aigiovani costruire la società di doma-ni, una società in cui «l'intensificar-si delle informazioni e delle comuni-cazioni moltiplicherà le forme di vi-ta associativa, e lo sviluppo tecnolo-gico abbatterà le barriere fra gli uo-mini e le nazioni» ; da loro dipende-rà « se la nuova società sarà una solafamiglia umana, dove uomini e po-poli potranno vivere in più strettacollaborazione e vicendevole inte-grazione, o se invece nella societàfutura si acuiranno quei conflitti equelle divisioni che lacerano il mon-do contemporaneo» .

E il Papa conclude con l'esorta-zione pietrina di essere «pronti a ri-spondere a chiunque vi domandi ra-gione della speranza che è in voi»,chiedendo una aperta assunzione diresponsabilità per una ricerca di vi-ta, «a testimoniare questa veritànella vostra storia quotidiana, nellescelte decisive che dovrete compie-re, per aiutare l'umanità a incammi-narsi sui sentieri della pace e dellagiustizia» .

Con questo documento, quindi,si completa il trittico dei messaggirivolti alla gioventù, con una impli-cita eco di quel Concilio il cui ulti-mo messaggio, venti anni fa, fu in-dirizzato ai giovani : «Lottate con-tro ogni egoismo - diceva -. Ri-fiutate di dar libero corso agli istintidella violenza e dell'odio, che gene-rano le guerre e il loro triste corteodi miserie . Siate generosi, puri, ri-spettosi, sinceri . E costruite nell'en-tusiasmo un mondo migliore diquello attuale! » . Strumenti per at-tuare quel compito sono dati ap-punto dai mass media i quali co-munque - ricordava il Ponteficenel discorso pronunciato all'iniziodel giugno 1980 all'Unesco - «de-vono tener conto della cultura dellanazione e della sua storia . . ., del be-ne dell'uomo, della sua dignità .Non possono essere sottomessi alcriterio dell'interesse, del sensazio-nale e del successo immediato, ma,tenendo presenti le esigenze dell'eti-ca, devono servire alla costruzionedi una vita più umana» .

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 33: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

In ognuno dei messaggi per laGiornata si dipana un filo che colle-ga le sollecitudini per i giovani, iquali - proclama Paolo VI nel1967, in occasione dell'indizionedella Giornata stessa - sono «chia-mati a un ruolo primario nell'avva-loramento di questi strumenti ai finidella propria formazione e dellafratellanza e della pace fra gli uomi-ni». E, nel 1970 (il titolo del mes-saggio era «Comunicazioni sociali egioventù»), sempre papa Montiniaffermava: «Chi del resto non af-ferra l'urgenza di utilizzare i mezzidella comunicazione sociale e il lorolinguaggio emozionale, mediante ilsuono, l'immagine, il colore e il mo-vimento, per farsene i moderni stru-menti degli umani scambi capaci dirispondere alle attese della gioven-tù? Quale inaudita possibilità que-sta profusione di nutrimento, se èsano, se l'organismo è preparato ariceverlo, se può anche assimilarlo enon esserne intossicato! » .

E Giovanni Paolo Il, in occasio-ne della tredicesima Giornata, con ilprimo messaggio del suo pontifica-to dedicato nel 1979 alla «tutela epromozione dell'infanzia in seno al-la famiglia e alla società», scrivevacome fosse necessario servire «lafanciullezza valorizzando la vita escegliendo "per" la vita a ogni li-vello», e aiutarla «presentando agliocchi e al cuore tanto delicati e sen-sibili dei piccoli ciò che nella vita c'èdi più nobile ed alto» . Mentre l'an-no successivo, nel documento sul«ruolo delle comunicazioni sociali ei doveri della famiglia», affermavache quei mezzi «cessano di interferi-re nella vita della famiglia come pe-ricolosi concorrenti che ne insidianole funzioni e si offrono invece comeoccasioni preziose di confronto ra-gionato con la realtà e come utilicomponenti di quel progresso digraduale maturazione umana, chel'introduzione dei ragazzi nella vitasociale richiede» .

Sono, questi, alcuni dei passaggiche collegano la tematica delle gior-nate con il trepido interesse nei con-fronti della gioventù, e in senso latocon un implicito invito a realizzareappunto fra i giovani le indicazionidel Concilio, il cui ventennale verràricordato quest'anno con l'Assem-blea straordinaria del Sinodo dei

Vescovi. Non una commemorazio-ne, ma un momento privilegiato dicomunione ecclesiale, per una veri-fica attorno al modo con il quale laChiesa possa favorire tra l'altro al-l'interno delle giovani generazionil'ulteriore approfondimento e il co-stante inserimento del Vaticano Ilnella vita della comunità dei fedeli .

L'uso intelligente degli strumentidella comunicazione, «capaci - se-condo l'affermazione di Paolo VInell'esortazione apostolica "Evan-gelii Nuntiandi" - di estenderequasi all'infinito il campo di ascoltodella Parola di Dio», di «unire gliuomini in una solidarietà semprepiù stretta», come è detto nel De-creto conciliare «Inter Mirifica», edi «rafforzare quella carità, che èespressione e produttrice a un tem-po di unione» (dall'Istruzione pa-storale «Communio et Progres-sio »), implica una «collaborazionedi tutti gli uomini di buona volon-tà», affinché quegli strumenti«contribuiscano sempre più all'at-tuazione della giustizia, della pace,della libertà e del progresso uma-no» («Communio et Progressio») .

È necessario, in ogni caso, guar-darsi da un rischio : di ridurre, cioè,la promozione cristiana della gio-ventù a una logica di sviluppo euro-centrica od occidentalizzante ; un er-

1 GIUGNO 1985 - 31

rore che spesso viene compiuto at-traverso la verticizzazione dei criteridella cultura . Non bisogna dimenti-care infatti che due terzi dei cattoli-ci, rispetto all'Occidente, sono indiaspora e che la sola America Lati-na ne conta la metà . Perciò nei con-fronti di tutti il messaggio dovrà es-sere filtrato non in modo burocrati-co - ricorrente tentazione centrali-stica -, ma ponendo attenzione al-le possibilità di attuazione e di vei-colamento, in ascolto, per esempio,delle esigenze del «nuovo ordinemondiale dell'informazione», tantogiustamente richiamato da Giovan-ni Paolo Il nell'ultima Giornata .L'abuso propagandistico e la di-storsione consumistica dei mass me-dia non devono far dimenticare ildiritto, appunto, a una giusta infor-mazione che non si identifica, ov-viamente, con la violenza esercitatadalle grandi egemonie, classista ocapitalistica, che utilizzano la noti-zia come forma di lotta o pura mer-ce da vendere, ma fa tutt'uno con ilrispetto dell'interiore dignità del-l'uomo, mai da vilipendere, mai daingannare. E da promuovere, que-sto rispetto, qui e sin da oggi, nellesperanze del futuro dell'umanità, igiovani appunto .

Angelo Paoluzi2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 34: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

STORIA SALESIANA

A PROPOSITODI SALESIANIE MOVIMENTOCATTOLICO

Una ricostruzione deirapporti, più o meno intensi od avolte inesistenti, tra congregazionesalesiana e movimento cattolico,non può esaurirsi con accenni e ri-flessioni fra superiori maggiori epresidenza nazionale del movimen-to e, tantomeno, rievocando alcuniprotagonisti maggiori del movimen-to cattolico legati alla famiglia sale-siana da vincoli diversi . Una ricercasiffatta, invece, dovrebbe essereestesa alle diocesi ed alle parrocchieper individuare l'opera intrapresanei diversi istituti allo scopo di pro-muovere il movimento cattolico oper assicurare l'assistenza religiosaalle associazioni del laicato cattoli-co, non omettendo di indicare laconsistenza, prevalentemente neglianni trenta, dell'Azione Cattolica acui appartenevano gli allievi dellediverse istituzioni salesiane, allor-quando Pio XI auspicò un impegnodei religiosi per questa associazione .

Ma, l'indagine potrebbe esserecompleta se la storiografia prestasseattenzione, soprattutto, al periodoche va dal 1870 al 1919 ed a quelleassociazioni laicali promosse dallenuove congregazioni religiose, chenon aderirono ai movimenti nazio-nali come, ad esempio la Societàdella Gioventù Cattolica, ma cheebbero una notevole penetrazioneed incidenza in sia pure piccole co-

i

Don Carlo MariaBaratta(1861-1910) fu ilprimo direttoredella CasaSalesiana diParma. Siimpegnòsoprattutto perl'elevazioneculturale deicontadini(Foto ArchivioStorico Salesiano)

munità. In alcune regioni italiane,particolarmente quelle meridionali,questi movimenti (senza contare lecongregazioni mariane, i terz'ordinied alcune attive confraternite) at-tuarono impegni apostolici e socialivigorosi, vigorosi se si tengano benpresenti le assai deperite condizioni

La più recente storiografiacattolica ha messo spesso inevidenza l'attività di singolisalesiani o comunque diprotagonisti del cattolicesimosociale legati alla FamigliaSalesiana.Ricostruirne le vicende edinterpretarle ci aiuta a capirel'oggi. L'exallievo PietroBorzomati, docente di Storiadel Mezzogiorno all'Universitàdi Roma e affermato studiosodel Movimento Cattolicopropone in merito una serie distimolanti interrogativi.

generali di questi territori che indu-cevano alla sfiducia in ogni formadi associazione considerata «stru-mento» dei potenti e la fiacca pre-senza nel Sud di movimenti come laGioventù Cattolica, l'Opera deiCongressi e l'Unione Popolare, che,peraltro, non ebbero alcun successo

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 35: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

anche in molte parrocchie dell'Italiacentrale .

La storia di questi movimenti«locali» (promossi dalle congrega-zioni o dai parroci) però può esserericostruita solo se si avranno indagi-ni profonde sulle molte congrega-zioni che fiorirono in Italia dopol'Unità (si veda a tal proposito il«Dizionario degli istituti di perfe-zione», ed . Paoline) e che ebberoun ruolo rilevante nelle Chiese loca-li, dove peraltro erano state pro-mosse, per l'attenzione che sepperoprestare a particolari necessità, per-sino le più nascoste, dei diversi ter-ritori . Siffatta ipotesi di lavoro, piùvolte indicata con esemplificazionied indicazioni di fonti (si veda ilmio saggio «Per una storia dellecongregazioni diocesane nel Sud nel'900 e dei pii operai catechisti ruralidi don Gaetano Mauro», una con-gregazione calabrese che idealmentesi richiamava all'opera salesiana)non ha avuto quella rispondenza tragli studiosi, malgrado le adesioni dinon pochi storici, più che mai con-vinti dell'utilità di tali ricerche an-che per la storia sociale del paesedopo l'Unità .

Stando così le cose, è bene diresubito, che siamo ancora ben lonta-ni (malgrado i moltissimi studi sulmovimento cattolico, i saggi e lebiografie redatte per il «DizionarioStorico del movimento cattolico in

ODt

ap " ' .ax,aa

v „

se1gr~rmlrue~ 4&. il _=1:

,QO.

erea«nta ,mplw rzpe upyl~

r x radmru rzxAéas mn !a a mErim apparm vtt'xitimg~~,~ Bolteluno Salevain dal a firoto Note oraria, oli ra °oitfori n

lxgpgrrgera di rg pe.a .a atw ai!/a.i,xa dr. r+r

e,, ii a epwùax rAi ,riti titoli di M1ena+iercxza rhe i Dreni 5a7uhni banxo gle dixaxsi 01.

ana . dnirw, osi x aggix

o di r ,, di m •ma imp,rre+m ruil'orapfa

rnrs .

aspreaexfe . !a n

.,, r

•x kxdrm. rampisrx nox Jnd x e r . x ap-

parmh&e di feGomnroinnti<° vi- r(r++nfo + p+•re t•a exadn +rrdvr,i, dr7 m r,Si dde,, mire pia ,*, gw(etaeeei prr lite pses ,s . pe.,xeesexe ad edprrmxdr novgaio. P.ile,xfo dei ero ndgfi.•, de Ella mi doenM,• diepeegepsr+p'd p+rn rhe -, wfoe .

J!o tbe,rz dir anno mele,Sao danGas;mo rd nLdidwd :+simo

~a~ a~St+nielao Solari.

peli elemenlì ec ssarH allosuilap vo dello pieni

(cuore<,o .e aea. nuu di A;eeeteq.

n

wW !acne.pheír, e,we(d a nw m uw

aK

.m~

04

d ,SSF0 o~~d~W, d .e

Italia») da una ricostruzione ampiaed attenta delle trascorse vicende ditutto il movimento cattolico italia-no, o, se si vuole, dei movimenticattolici, per cui si corre il rischio diignorare tutta un'azione che potreb-be aver esercitato un'influenza no-tevole nella vita religiosa e socialelocale e nazionale . L'iniziativa, per-tanto, dei PP . Rogazionisti di pro-muovere, in omaggio al loro fonda-tore il messinese canonico AnnibaleDi Francia, un Istituto per la storiadelle congregazioni religiose tra'800 e '900, è quanto mai opportu-na ed assume un significato per unacongregazione, quella appunto deiRogazionisti, che ebbe, ed ha, unaattenzione particolarissima per levocazioni in ogni congregazione,istituto, seminario diocesano e, pre-valentemente, per la vita contem-plativa. I rapporti del Di Franciacon Don Bosco, l'offerta del cano-nico messinese a don Bosco di assu-mere la direzione delle sue opere e larivalutazione della pietà popolareoperata dal Di Francia, sono in sin-tonia con questa decisione rogazio-nista che ha, anche, lo scopo di age-volare la «scoperta» di «matrici»nella storia di questi movimenti lai-cali per l'oggi e per il domani delmovimento .

Ma è utile a questo punto indica-re qualche pista di ricerca su salesia-ni e movimento cattolico ; il ricordo,

s$1 GIUGNO 1985 • 33

i

Con la sua capillarediffusione nei cetipopolari e nonil Bollettino Salesiano èstato un fedele portavocedell'impegno socialesalesiano . Ecco lacopertina di un numerodel 1902 e la prima paginadi una rubrica redatta apartire dal 1899 da donBaratta per la diffusionedel metodo solariano tra icontadini

ad esempio, del vescovo salesianoGiuseppe Cognata in diocesi di Bo-va induce ad alcune considerazioni :a Bova, piccola e poverissima Chie-sa, non esiste il movimento cattoli-co (1933) e nessun ordine o congre-gazione risponde affermativamenteagli appelli del presule per un servi-zio ed una presenza ; la lontananzadai grandi centri ed il sottosviluppoeconomico, sociale, religioso delladiocesi, i non pochi isolati paesi permancanza di strade, inducono i su-periori di queste istituzioni ad op-porre un rifiuto . Mons. Cognatafonda così le Salesiane Oblate delSacro Cuore e con esse promuoveassociazioni del laicato cattolico làdove, soprattutto, è di fatto impos-sibile istituire l'Azione Cattolica .Queste associazioni, che ebberoparte importante nella difficilissimaopera apostolica del Cognata e delleOblate, che sopravvissero al «mar-tirio» del vescovo, non meritanol'attenzione degli studiosi del passa-to civile e religioso del nostro pae-se? Non ebbero, forse, un ruolo piùoneroso di altre, peraltro sostenuteda presidenze nazionali che ebbero,grazie ai loro prestigiosi protagoni-sti, i consensi ed il favore delle mag-giori istituzioni ecclesiali?

Sono questi, come altri del restosu altri aspetti, interrogativi fintroppo stimolanti ed utili per unareinterpretazione della storia delmovimento cattolico in Italia, unastoria che non può essere circoscrit-ta ai grandi protagonisti, ai grandimovimenti od a quelli di «alta» cul-tura, per non correre il rischio di ri-cordare il passato dell'uomo e nondegli uomini .

Pietro Borzomati2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 36: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

STORIA SALESIANA

RASATI:CSALESIANIE AZIONECATTOLICA

Una recente pubblicazionedi Valentino Marconmette in luce l'apporto dialcuni salesiani allosviluppo dellAzioneCattolica in Diocesi diFrascati. A firma dellostesso Autorepubblichiamo una sintesi.

Il Card .GiovanniCagliero

Nella storia della pre-senza dell'Azione Cattolica nelladiocesi tuscolana, un ruolo di pri-missimo piano ebbero a svolgere al-cuni sacerdoti salesiani, non soloper il loro specifico compito voca-zionale di sostegno spirituale dellagioventù, ma anche sul piano di unaautentica promozione del laicato as-sociato nella diocesi di Frascati .

Il loro lavoro, anche se non sem-pre facile, fu ricompensato da note-voli risultati che a distanza di tempopossiamo valutare obiettivamentecome significativi, proprio perché iltempo fa riconoscere ciò che è vera-mente duraturo da quanto invece ècaduco, anche se purtroppo il meri-to di molti protagonisti ad essi vienericonosciuto solo quando è troppotardi (almeno per questo mondo) .

Ci è particolarmente grato ricor-dare, con alcuni brevi cenni, alcunedi queste figure di salesiani che det-tero un'impronta di forte spirituali-tà al laicato impegnato nell'A .C .,perché in questo laicato essi crede-vano senza ritegno e senza fini distrumentalizzazioni .

La storia del Movimento cattoli-

co tuscolano (riferendoci con taletermine a quel laicato associato chesupera la dipendenza passiva dalclero e le finalità nonché la «chiusu-ra» delle pur benemerite Confrater-nite, per una visione più ampia delladiocesanità) data già all'indomanidella breccia di Porta Pia ; tra l'altrouna Federazione laziale delle Socie-tà Cattoliche aderenti all'Opera deiCongressi, fu costituita proprio inFrascati nel 1896 .

I salesiani che - pur avendo giàda tempo acquisito la «Villa dei du-chi di Sora», che poi a partire dal1900 ospiterà il Ginnasio-liceo daessi retto - non entrano nella scenadell'associazionismo se non nel1912 allorché sostituiscono i padriTeatini nel poco distante Santuariodella Madonna di Capocroce, dan-do così vita anche ad un fiorenteoratorio per i giovani e giovanissimiche ancor oggi è in attività .

Fu in quest'oratorio che i primi«Circoli» aderenti alla GioventùCattolica, e già costituitisi in diocesifin dai primi anni del secolo (tra cuiil famoso «Giovane Lazio») decise-ro di unirsi nel 1919 in Federazione

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 37: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

diocesana, su iniziativa del Circolo«Domenico Savio» (che, facentecapo all'oratorio salesiano era statofondato intorno al 1913 ed «aggre-gato» all'A .C., nel 1916) .

Da allora lo stesso Santuario diCapocroce divenne la sede della Fe-derazione della Gioventù Cattolicatuscolana nonché teatro di innume-revoli manifestazioni dei giovanicattolici anche a livello regionale .Era naturale dunque che i primi

Assistenti ecclesiastici della Gioven-tù cattolica fossero gli stessi salesia-ni «direttori» di quell'Oratorio operlomeno i salesiani insegnanti nelvicino Istituto di Villa Sora . Li ci-tiamo brevemente : Don GiuseppeCastagna (che fu il primo Assistentediocesano della G .C. dal 1919 al1922), don Pitrolo (1923), don Lo-renzo Gaggino (1924-27), don Atti-lio Lazzaroni (1928-30), don V . Si-nistrero (per alcuni mesi nel 1931),don Paolo Barale (1932-35), infinedon Angelo Malagoli (dal 1964 al1966). Ma anche i «diocesani» chesi succedettero dal 1936 al '62, comedon L. Razza (1936-41), don G .Buttarelli (1942-50), don G . Busco(1951-62), pur non essendo salesia-ni, furono comunque ex-allievi delloro istituto!

∎ Don Paolo Barale

Convegno annuale degli Exallievidi Villa Sora a Frascati(11 maggio 1924) . Molti di essiaderirono all'Azione Cattolica(Foto Archivio Storico Salesiano)

Sarebbe certamente interessantericordarne oltre i nomi, anche l'im-pegno e le attività che ciascuno svol-se tra la gioventù cattolica, ma lospazio non ce lo permette . Ci limi-tiamo allora a due salesiani più em-blematici e significativi nella storiadell'A.C . diocesana e conosciuti an-che fuori della diocesi . Il primo èquel Cardinale Giovanni Cagliero,che è noto per aver guidato, primadi essere elevato alla porpora, il pri-mo gruppo di missionari salesiani inArgentina nel 1875 . Cagliero, oltread essere stato il primo salesiano adessere elevato alla dignità cardinali-zia, fu Vescovo di Frascati dal 1920al 1926 (anno in cui morì) .

Se testimonianze degne di fede cihanno confidato come non fossecircondato proprio da esperti edabili amministratori sul piano eco-nomico della diocesi, su quello pa-storale (che era ciò che più gli inte-ressava) fu certamente capace e lun-gimirante . Fu lui infatti, che rom-pendo ogni indugio, dopo pochimesi di «rodaggio» dette il «via»alla costituzione e al lavoro dellaprima Giunta diocesana di AzioneCattolica in Frascati il 15 luglio del

1 GIUGNO 1985 • 35

1924, con una Lettera pastorale in-dirizzata a tutti i Presidenti delle as-sociazioni cattoliche della diocesi,di cui riportiamo un brano a sottoli-neare la benevolenza di questo Ve-scovo per l'A.C .«Ci reca grande conforto - scri-

ve il Cardinale -- il lavoro assiduoche andate esplicando nella nostradiletta Diocesi a favore della gio-ventù e del popolo . Lavoro che conl'aiuto e le benedizioni di Dio e l'os-servanza delle direttive pontificie hadato già frutti consolanti. Noi cheniente vogliamo trascurare perchétale azione fiorisca sempre, abbia-mo voluto che anche in questa dio-cesi sorgesse la Giunta diocesanadell'Azione Cattolica, che fossesempre al nostro fianco, organizza-trice e moderatrice di tutto il movi-mento cattolico diocesano» . E a ca-po della Giunta designò come presi-dente una nota figura di cattolico :Nicola Santovetti che era stato tra ifondatori della società Operaia diGrottaferrata e presidente di quellaprima Federazione Laziale delle So-cietà cattoliche operaie già citata .

Da un «principe» della Chiesa,passiamo ad una figura più modesta(dal punto di vista dei «titoli», manon certo in quella dell'impegno edelle capacità pastorali) : don PaoloBarale, che è senz'altro tra i più notiassistenti diocesani della GioventùCattolica tuscolana e che certamen-

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 38: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

36 • i GIUGNO 1985

Frascati,febbraio 1924 . IlCardinaleGiovanniCagliero (alcentro delgruppo con ilcappello) posaper il grupporicordo degliAssistentiEcclesiasticidell'AzioneCattolicafemminile delLazio(FotoArchivio StoricoSalesiano)

te molti ricorderanno perché suoiex-allievi .

Nato in provincia di Cuneo nel1896, arrivò a Frascati nel gennaiodel 1928 come insegnante di storia efilosofia nel liceo-ginnasio di VillaSora nel quale restò fino al 1947 edove fu anche assistente ecclesiasti-co del circolo interno di quel colle-gio, il «S . Carlo Borromeo», oveebbe modo di donare la sua forzaspirituale sostenendo nell'impegno

IFrascati, 7 febbraio 1930 .Ragazzi delle scuole cittadine sirecano in cattedrale per unomaggio floreale a Don Bosco(Foto Archivio Storico Salesiano)

di formazione i numerosi giovanimilitanti nell'A .C. che passaronoper le file di quel circolo ed apren-do, in tacito accordo col Direttoredi Villa Sora di quei tempi, le portedell'Istituto a vari convegni anchenazionali pure nei momenti più dif-ficili e pericolosi nei rapporti col re-gime fascista. Non per niente nel1931, nel periodo più grave traChiesa e regime, fu proprio il circo-lo « S . Carlo » a subire tra i primi ilsequestro di quel materiale d'archi-vio e di quei verbali che non era sta-to possibile occultare in tempo .

Dal 1932 al '35, don Barale fuAssistente diocesano della GIAC,

nella quale vedeva il riferimento piùqualificato per la promozione di unlaicato cattolico preparato e convin-to della responsabilità e del ruolo daesercitare nella Chiesa e nella So-cietà .

Collaboratore della FUCI nazio-nale ed amico fraterno di Gonella eRighetti, scrisse diversi saggi ed ar-ticoli su «Azione Fucina» e «Gio-ventù Italica» di quegli anni . L'im-pronta lasciata dal suo operato èancora impressa nella formazionedi molti cattolici non più giovanima sempre impegnati in prima filanell'apostolato della diocesi .

Con queste due figure, così bre-vemente tratteggiate, ci è parso im-portante riassumere quella compo-nente del sacerdozio salesiano chenon si è fermata all'esercizio di unministero che, pur scelto vocazio-nalmente, si limitasse all'ambito in-terno di un ordine religioso quale èquello di don Bosco, ma ha saputo«adattare» lo spirito del Fondatoreall'attualità dei tempi, dando quellospazio che era giustamente di com-petenza dei laici ma aiutando co-stantemente questi a realizzare e svi-luppare quel protagonismo non me-diato, ma originale e vocazionale inconcreto e diretto riferimento allapastorale della Chiesa locale .

Valentino Marcon2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 39: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

CASO. . .QUASI DISPERATO

E sprimo la mia vivissimagratitudine a Maria Ausi- INTERVENTO

liatrice e a Suor Eusebia Palo-mino, perché per la loro inter-cessione ottenni dal Signoreuna grazia che mi stava tanto acuore .La mia cara mamma doveva

subire un difficile intervento :«protesi totale al ginocchio de-stro» che risultava «artrosicocon meniscopatia più avanzatadal lato interno» .

Soffriva molto e non riusciva acamminare per cui le necessita-va una sedia a rotelle .

Più fattori, particolarmentel'età (76 anni) sconsigliavanol'intervento .

Mentre si andavano perdendotutte le speranze, la mia fiduciaaumentava nella potente inter-cessione di Maria Ausiliatrice edi Suor Eusebia Palomino e nonfui delusa .

La cara mamma subì felice-mente l'intervento e dopo brevetempo incominciò a camminareper cui può essere pienamenteautosufficiente .

Sr. Maria Cazzuli - FMANizza Monferrato (AT)

TUTTO È STATO EVITATO

I nvio relazione di un segnala-to favore, ricevuto per inter-

cessione di don Filippo Rinaldi .Gli avevo affidato il buon esitodell'operazione alla cataratta bi-laterale, sia perché l'interventochirurgico fosse deciso al mo-mento giusto sia perché l'inter-vallo tra un'operazione e l'altrafosse il più idoneo . Mi premevariacquistare la migliore efficien-za visiva: mi sarebbe dispiaciu-to non poter più aiutare nella ca-techesi oratoriana, abbandona-re il lavoro di cucito e stentarenella lettura personale .Tutto questo mi è stato piena-

mente evitato : ho riacquistato ladesiderata efficienza al punto dipoter leggere anche gli scritti incaratteri minuti e cucire senzadifficoltà anche sul nero .

Sr. Pierina Bovio, FMA -Lugagnano d'Arda (PC)

CHIRURGICO EVITATO

'I ginecologo mi aveva parla-to di un fibroma uterino: ero

disperata . Mi rivolsi con fede aMaria Ausiliatrice perché evitas-se l'intervento chirurgico indi-spensabile . Poteva farlo soltan-to Lei. La pregai intensamente .Quando mi recai dal medico perl'ultimo controllo mi disse che sipoteva evitare l'intervento .

Lettera firmata

SPOSATA DA DIECI ANNI

R ingrazio vivamente sanDomenico Savio per la

grazia che mi ha concesso e de-sidero adempiere alla promessafatta al Santo di rendere pubbli-ca la mia testimonianza . Sposa-ta da dieci anni e avendo avutodue gravidanze interrotte ormainon speravo più di avere figli .Ma tre anni fa, una carissimaamica mi parlò dell'«Abitino diSan Domenico Savio» e di tantemamme che non potendo averefigli si erano rivolte con fede aSan Domenico Savio . Richiesil'«Abitino» e pregai con devozio-ne. Ebbene, fui ricompensataperché otto mesi fa è nata unabellissima bimba cui ho messo ilnome di Maria Domenica .

Pisano Caterina - Milano

PARTICOLARMENTETRISTE

R ingrazio pubblicamenteMaria Ausiliatrice e san

Giovanni Bosco per essermi sta-ti vicino e aiutato in un periodoparticolarmente triste della miavita, ridandomi gioia e serenitàma soprattutto grande fede eamicizia con Dio .

Exallievo di Torino

SLETTRICE AFFEZIONATA

ono una vostra affeziona-ta lettrice e mi è stato in-

segnato sin da piccola a prega-re . Ora posso dire «grazie per-ché ho finalmente capito cosasignifichi comunicare con la Ma-donna. Grazie, Maria per esser-mi stata vicina nei momenti incui dovevo raggiungere una me-ta importante e determinantedella mia vita . Grazie ancora peravermi dato la forza a superarecerte difficoltà da me create .

D. G . - Torino

D

DOPO DIAGNOSICONTRASTANTI

esidero segnalare due in-terventi miracolosi av-

venuti per intercessione di Ma-ria S.S . Ausiliatrice e di S . Gio-vanni Bosco .

Mio padre, Boglione France-sco, 82 anni, devotissimo del-l'Ausiliatrice e di S . G . Bosco,cooperatore Salesiano da sem-pre, fu colpito da grave occlu-sione intestinale alla fine delmese di settembre 84 .

Dopo diagnosi contrastanti edaccertamenti clinici confermato-ri, dovette essere operato d'ur-genza in condizioni di estremadebilitazione e con altissimo ri-schio a-causa di un'ischemiacardiaca intervenuta nel frat-tempo .

Raccomandato con fede allaprotezione della Madonna, su-però l'operazione e dopo un re-lativamente breve periodo diconvalescenza ricuperò le forzeriprendendo la sua normale at-tività lavorativa (nonostantel'età) .

Poco tempo dopo, ed esatta-mente il 20-12-84 fu improvvisa-mente colpito da grave emorra-gia cerebrale . I medici non pen-savano che potesse superare le24 ore di vita .Nuovamente lo raccoman-

dammo con fede a Maria S .S . e

ORA LAVORA

M io figlio riceve il Bolletti-no Salesiano perché

exallievo . Finite le scuole inco-minciò a cercare lavoro ma sen-za risultati . Eravamo disperati,ma incominciai a pregare MariaAusiliatrice e promisi che avreifatto pubblicare se fosse riuscitoa trovare il sospirato lavoro . Do-po un anno finalmente trovò la-voro. Ora lavora da più di un an-no, si trova bene ed è stimatodai superiori . Ringrazio MariaAusiliatrice di avermi esaudita .Prego omettere il mio nome.

Lettera firmata

7 GIUGNO 1985 • 37

a S. G . Bosco . Lentamente su-però la crisi ed ora, a distanza dicirca 4 mesi, ha fatto discretiprogressi nella ripresa delle for-ze e delle facoltà mentali .

Entrambe le volte venne daimedici dichiarato in imminentepericolo di vita per cui pensosenz'altro di poter attribuire leguarigioni di mio padre ad unmiracoloso intervento Divino .

Desidero pertanto testimonia-re quanto sopra a maggior glo-ria di Dio, della Vergine Santis-sima e di S . Giovanni Bosco .

Ernesto Boglione -Via Bibiana 4 - Torino

DANCHE QUESTA VOLTA

evo dire grazie a san Gio-vanni Bosco e a Maria

Ausiliatrice, perché sempre so-no stata aiutata rivolgendomi aloro con tanta fiducia, ma inspecial modo in questo periodo,data la situazione della qualenon vedevo una soluzione chia-ra ; invece, pregando, anchequesta volta sono stata esau-dita .

Desidero che questo mio gra-zie sia reso pubblico sul Bolletti-no anche per invogliare altri adavere tanta fiducia in Maria San-tissima e san Giovanni Bosco .

Maria Gonella -Diano d'Alba (Cuneo)

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 40: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

38 - i GIUGNO 1985

FERRARA sig. PINUCCIO, coope-ratore salesiano t Potenza

«È morto sulla breccia», stroncatoda un infarto, mentre era ancora tuttopreso dai preparativi per il Carnevaledei ragazzi e giovani del nostro Cen-tro Giovanile e della nostra Parroc-chia.

Faceva parte anche degli uominidel «Circolo Don Bosco», per il qualeaveva saputo sempre dedicare il me-glio delle sue capacità organizzative .

Attaccatissimo alla famiglia, gene-roso nel lavoro, amico dei giovani .

PARODI sig .ra ANGELICA, coope-ratrice ed ex allieva t Alessandria a75 anni

Insegnante di Scuola Media per ol-tre 40 anni, con la sua semplicità ric-ca di fede, la sua dedizione generosaalla famiglia ed ai giovani che la eb-bero guida, illuminata dallo spirito diDon Bosco, continuamente protesanel dono di sé, fu gratificata da unaimmensa ricchezza di affetti e supe-rò i grandi dolori che la colpirono conforza interiore e fede profonda matu-rate in una vita trascorsa nell'ambitodella Famiglia Salesiana .

Ci lascia in eredità un esempio in-dimenticabile di bontà, di pietà e dicoerenza cristiana.

CALLEGHER sac. ANGELO, sale-siano t Tolmezzo a 69 anni

Era nato il 21 maggio 1915 a Sorri-va di Sovramonte (BL) . A questo pic-colo paese Don Angelo era rimastoaffezionato per tutta la vita, anche seaveva dovuto staccarsi in tenera etàper la morte dei padre . A dieci anniinfatti dovette essere accolto dai Sa-lesiani di Belluno, tra i quali maturòla sua vocazione di diventare sacer-dote nella Congregazione salesianacon la prospettiva di andare missio-nario . Invece dopo gli anni di prepa-razione, ad Este per il noviziato, aTorino Rebaudengo per gli studi filo-sofici e a Monteortone per quelli teo-logici conclusi il 29 giugno 1942 conl'ordinazione sacerdotale, lavoròininterrottamente nelle opere sale-siane del Veneto, a S . Donà di Piave,per il tirocinio a Belluno, a Udine, aVenezia e, infine, a Tolmezzo dal '76fino alla morte .

Nelle scarne note del suo curricu-lum personale è scritto «consiglierescolastico, poi catechista, di nuovo

consigliere e poi assistente ed inse-gnante, fino alla morte . . .» .

Una vita semplice, contrassegnatada una fedeltà a tutta prova nel com-pimento preciso del proprio dovere .Quella di Don Angelo non fu una vitache fece notizia, ma una presenzaquotidiana nell'ambiente del propriolavoro in mezzo ai suoi allievi . Egli èstato sempre un esempio luminosodi fedeltà alla propria missione edu-cativa . Osservandolo, si rimanevasalutarmente colpiti dalla sua labo-riosità e dalla presenza attiva in mez-zo ai ragazzi . Aveva una particolaresensibilità per i confratelli ammalati,a cui dedicava generosamente partedei pochissimo tempo che rimanevaa sua disposizione dopo una giorna-ta intensa di scuola e di assistenza .E stato uno degli animatori più attividel tempo di ricreazione fino al gior-no del suo ricovero in ospedale . Os-servando Don Angelo era come ve-dere una realtà di altri tempi : un uo-mo sorridente disponibile anche esoprattutto con i piccoli, i capellibianchi, veste talare, sempre in mez-zo al cortile, ora conversando con ungruppetto di ragazzi, ora scalciandoanche lui il pallone, in squadra con isuoi alunni . . . Aveva dell'assistenzaun concetto veramente salesiano :non arcigna, ma da amico, capace distabilire con tutti un rapporto perso-nale . Non conobbe l'età del pensio-namento : lavorò con naturalezza finoal momento del suo ricovero in ospe-dale, fino a quando non ne poté più!

La morte giunse rapidamente: ilmese di novembre in ospedale, di-cembre in convalescenza : un timidotentativo di riprendere l'attività poil'attacco violento e finale del male .

ROTA GIUSEPPINA ved . TIZZANI,cooperatrice t Alessandria a 88anni

Dopo alcuni giorni di malessere,confortata dalla presenza dei familia-ri, dal figlio Umberto dal Venezuela edal fratello Don Vincenzo, munita dalSacramento degli Infermi, additandoil Cielo come Casa Paterna è tornataal Padre . Rimasta vedova in seguitoal bombardamento di Alessandria

A quanti hanno chiesto informazioni, annunciamo che LA DIRE-ZIONE GENERALE OPERE DON BOSCO con sede in ROMA, rico-nosciuta giuridicamente con D .P. del 2-9-1971 n . 959, e L'ISTITUTOSALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, avente perso-nalità giuridica per Decreto 13-1-1924 n . 22, possono legalmente ri-cevere Legati ed Eredità .

Formule valide sono :

- se si tratta d'un legato: « . . . lascio alla Direzione Generale OpereDon Bosco con sede in Roma (oppure all'istituto Salesiano per lemissioni con sede in Torino) a titolo di legato la somma di lire . . .,(oppure) l'immobile sito in . . . per gli scopi perseguiti dall'Ente, e parti-

del 5 aprile 1945 continuò la sua vitadi sacrificio per i figli Luigina e Um-berto in un continuo lavoro di servizioe di preghiera, sempre tanto devotadi Maria Ausiliatrice e di Don Bosco .Dal Cielo ci benedica e ci proteggatutti .

MICHIELETTO CARLOTTA ved .RIZZANTE, cooperatrice t Mestre(Venezia)

Donna di profonda fede e di vitacristiana esemplare .

Seppe educare i suoi figli ai valoricristiani più con l'esempio che con laparola .Donò generosamente alla Chiesa

un salesiano e tre Figlie di Maria Au-siliatrice e lasciò agli altri due figliche fecero la sua scelta, l'esempio diuna famiglia esemplare .

La preghiera le era abituale e i suoilunghi colloqui con Dio gli condivide-va, a volte, anche con il marito no-vantenne .

Consapevole che il tramonto dellasua vita era ormai vicino si preparòaffidandosi alla Madonna e con lapreghiera del Rosario che le era abi-tuale, concluse serenamente la suavita lasciando a noi tutti che l'abbia-mo amata, la certezza di avere unaprotettrice in Paradiso .

TIRONI sig . ARDUINO, ex allievo ecooperatore t 21-9-1984

Il sig . Arduino è nato a Calolziocor-te (BG) il 26-11-1905 . Fu allievo delnostro Istituto di Penango e iniziò ilsuo lavoro di meccanica con originaliautomazioni, applicate nel tempo al-le macchine con l'aiuto dei figli . Nel1972 vendette la fabbrica e si ritirò aRoma, in una villetta nel perimetrodella nostra Opera «Teresa Gerini»,con la moglie e un figlio mentre gli al-tri quattro rimasero in Lombardia conle loro famiglie .Insieme alla moglie, diede una

profonda impronta cristiana alla suafamiglia e, soprattutto negli ultimi an-ni, non tralasciò mai la Messa conComunione quotidiana, chiudendosempre le sue giornate col Rosario ela visita al SS . Sacramento .

GALOPPO sac . ANGELO, salesia-no t Albano Laziale (Roma)24-2-1985

Don Angelo era nato a Cori (LT) il24-8-1904 . La sua vita è stata segna-ta dalla sofferenza : nell'adolescenzaper l'assenza del padre, emigrato inAmerica, per umili lavori che ha do-vuto affrontare, per la penuria anchedi cibo ; negli ultimi anni, nel nostroIstituto «Teresa Gerini», per un'infer-mità alle gambe, che lo costringeva astare in camera, uscendone per ilpranzo con l'aiuto di due bastoni e ilsostegno di qualcuno . Fu varie voltein ospedale e, nell'ultimo anno di vi-ta, avendo bisogno di assistenzacontinuata, è stato in una casa nonsalesiana per lungodegenti . Di ani-mo sensibilissimo, più che per il ma-le, soffriva d'essere costretto a vive-re fuori comunità . A questo si ag-giungeva il ricordo che, nella sua vitaattiva, esemplare per osservanza epietà, era stato sempre dinamico, co-me lo ricordano confratelli ed ex al-lievi, che gli sono rimasti sempremolto affezionati .

CASTELLANI LORENZA ved . TEO-DORI, cooperatrice t Torino a 66anni

Era membro attivo e responsabilenel Consiglio dell'Associazione diGualdo Tadino . Si impegnava nel La-boratorio Mamma Margherita . Af-frontò con cristiana serenità la malat-tia, fortificata dalla sua profonda fe-de, sempre generosa nell'offrirecompagnie e servizio alle personesole e sofferenti, lasciando in noi unvivo desiderio di donazione .

PITTEI GALLETTI GIULIA, coope-ratrice t Allumiere a 82 anni

Insegnante valente prestò la suaopera educativa nelle scuole ele-mentari di Allumiere per ben 46 annimirando soprattutto al cuore dei ra-gazzi . Devota di san Giovanni Bosco,volle diffonderne il culto anche nellascuola perché gli alunni conoscesse-ro e imitassero il grande patrono del-la gioventù . Pertanto, acquistato unquadro ottenne che venisse sistema-to nella chiesa parrocchiale e il 31gennaio era felice di potervi portare isuoi alunni . Tutte le generazioni dialunni ricordano la bravura dell'inse-gnamento e il vivo amore per i ra-gazzi .

colarmente di assistenza e beneficenza, di istruzione e educazione,di culto e di religione» .- se si tratta invece di nominare erede di ogni sostanza l'uno o

l'altro dei due Enti su indicati :

. . annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria . Nomi-no mio erede universale la Direzione Generale Opere Don Bosco consede in Roma (oppure l'Istituto Salesiano per le Missioni con sede inTorino) lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo, pergli scopi perseguiti dall'Ente, e particolarmente di assistenza e bene-ficenza, di istruzione e educazione, di culto e di religione» .(luogo e data)

(firma per disteso)

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 41: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

SOLIDARIETÀborse di studio

per giovani Missionaripervenute

alla DirezioneOpere Don Bosco

Borsa : Gesù Sacramentato, Maria

Borsa: Maria Ausiliatrice, per gra-Ausiliatrice, Santi Salesiani, in rico-

zia ricevuta e invocando protezionenoscenza e supplicando protezione,

sulla famiglia, a cura di Fusai Dr . Lui-a cura di Sortino, Concetta, USA

gi, MilanoL.200 .000

Borsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio- Borsa: Maria Ausiliatrice, per impe-vanni Bosco, in riconoscenza e trare grazie e protezione, a cura dichiedendo grazie per figlia e nipote, Diana Ba, L . 500.000a cura di Campione Carmela, Nico-sia, EN, L. 200 .000

Borsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio-vanni Bosco, in ringraziamento per

Borsa : S. Giovanni Bosco, ringra- grazia ricevuta, a cura di Giuseppeziando, invocando protezione su la- A ., L . 200 .000voro, salute, studi : Irene, Anna Mariae Luigino Davide, L . 200.000

Borsa: Maria Ausiliatrice e S . Gio-vanni Bosco, per una grazia deside-

Borsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio- rata, a cura di Vasta Santo, Catania,vanni Bosco, a cura di Irene e Ma- L.200.000navella, Bagnolo Piemonte CN,L.200 .000

Borsa : In memoria di Luisa e Attilio,a cura di Masotti Luisa, PD,

Borsa : Maria Ausiliatrice, in memo- L.200.000ria e suffragio di Modesta Taramassoved. Rossotti, a cura dei familiari, Borsa : Maria Ausiliatrice, a ricordo1.200 .000

dei genitori Rosa e Pietro e della mo-glie Maria Galasso, a cura di Reno-glio Roberto, TO L . 150 .000

Borsa : S . Cuore di Gesù, Don Bo-sco, Zefferino Namuncurà, in suf-fragio del marito Carlo, a cura di Van-zo Giorgina, L . 500 .000

Borsa : In memoria e suffragio delpapà Giuseppe, ex allievo salesiano,a cura della figlia Lina, L . 500 .000

Borsa: SS . Cuori di Gesù e Maria eSanti Salesiani, in suffragio dei meimorti, a cura di Colombano Renzo,Vignale Monf ., L. 150 .000

Borsa: Maria Ausiliatrice e SantiSalesiani, a cura di A .B .M ., FerraraL . 150 .000

Borsa: Maria Ausiliatrice, in memo-ria e suffragio del marito Giuseppe e

Borsa: Don Bosco, proteggici, a cu- implorando protezione sulla famiglia,ra di Curone Clotilde, Roma, a cura di Ines PeregoL . 150 .000

Borsa : S . Domenico Savio e Beato Borsa : Maria Ausiliatrice, Domani-Alberi, per grazia ricevuta, a cura di co Savio, Don Rinaldi, per ringra-

Borse Missionarie

Paola Castagneri, Balme

ziamento e protezione e suffragio deidefunti, a cura di Cappellino Giusep-

Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bo- pina, PAsco, in ringraziamento e chiedendo

Borsa: Maria Ausiliatrice, in ringra- aiuto di preghiere, a cura di De Ros- Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Eo-ziamento per grazia ricevuta e invo- so Valerio, TV

sco, ringraziando e chiedendo prote-cando protezione per la famiglia, a

zione per i miei cari, a cura di Noceracura di Musuraca Marta Luisa, RC

Borsa: Maria Ausiliatrice e Santi Franca, LatinaSalesiani, in suffragio di mio marito,

Borsa : In memoria e suffragio di Don a cura di-Rocca Elisa Gurini, SO

Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bo-Eusebio Vismara, a cura del Dott .

sco, invocando grazie, a cura diBasilio, CH .

Borsa: Don Bosco, invocando pro- N .N ., Rhotezione per tutta la famiglia, a cura di

Borsa : Maria Ausiliatrice e Santi Trappo Caterina, Bussoleno

Borsa: Maria Ausiliatrice e SantiSalesiani, a cura di Ciovati Assunta,

Salesiani, ringraziando e invocandomi

Borsa : Maria Ausiliatrice, imploran- protezione per un giovane padre in-do protezione sulla mia famiglia, a fermo e sua famiglia, a cura di N .N .,

Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bo- cura di N .N . Dogliani

Comosco, Domenico Savio, invocandoprotezione peri nipoti, a cura di Vela- Borsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio- Borsa : In suffragio di mia madre An-ti Francesco, Rancio Valcuvia, VA

vanni Bosco, chiedendo protezione tonietta, a cura di Giuliani Angela,per il mio Alessandro, a cura di Bru- Martina Franca

Borsa : In memoria e suffragio di Lui- no Giuseppina, Torinogi Castagno, a cura della moglie e

Borsa: Maria Ausiliatrice, per gra-della figlia

Borsa : In memoria e di mio marito e zie ricevute, a cura di Ruggirello Ma-di tutti i miei cari, a cura di Bellone

ria, PA

Borsa : Maria SS . Ausiliatrice e S . Borsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio- Margherita, CellarengoGiovanni Bosco, in ringraziamento vanni Bosco, ci proteggano nella sa- Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bo-e implorando protezione, a cura di B . lute e nella vecchiaia, a cura di Borsa : Don Bosco, a cura di Bianco sco, invocando protezione sulla fa-L ., L . 2 .000 .000

M.AP.A ., Torino

Aurelio, Macra CN

miglia, a cura di Lina Pediconi

Borsa : Maria Ausiliatrice, a cura diVitali Bondi Livia, Forlì, L . 300 .000

Borsa : Don Natale Noguier de Mali-jay, apostolo della Sindone, a cura diDon Luigi Fossati SDB, (8 8 Borsa),L. 300 .000

Borsa : Maria Ausiliatrice, S . Gio-vanni Bosco, in memoria dellaMamma Enrichetta, a cura di Mom-bellardo Antonietta, TO, L . 300 .000

Borsa : S . Giovanni Bosco, in me-moria del padre Luigi, a cura di G .Giancola, Torino, L . 300 .000

Borsa : Gesù Sacramentato, MariaAusiliatrice, S. Giovanni Bosco, inmemoria e suffragio di A . Bosetti, acura della Famiglia, L . 300 .000

Borsa : Maria Ausiliatrice, S . Gio-vanni Bosco, in memoria e suffragiodel marito Luigi, a cura di Rota Ade-le, Torino, L . 300 .000

Borsa : P . Pio da Pietrelcina, invo-cando protezione, e a suffragio deimiei defunti, a cura di Sanguineti Lui-gi, Rapallo L . 300 .000

da L. 100.000

Borsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio-vanni Bosco, invocando protezione,a cura di Rina Cappa, Torino

Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bo-sco, invocando protezione, a cura diCappa Rina, Torino

Borsa : Maria Ausiliatrice, Santi Sa-lesiani, per protezione, a cura di R .A., Torino

Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bo-sco, Domenico Savio, per protezio-ne, in attesa d'una creatura, a cura diRolle Silvana, Torino

Borsa : Maria Ausiliatrice, S . Gio-vanni Bosco, Sr . Eusebia, invocan-do benedizioni sulla famiglia e sul la-voro, a cura di N .N ., Alba

1 GIUGNO 1985 - 39

Borsa : A suffragio di Fernando, a cu-ra di Mensitieri Giorgio, Latina

Borsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio-vanni Bosco, in suffragio dei defuntie per protezione, a cura di ScolariGiuseppe, Ospitaletto

Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bo-sco, Domenico Savio, per grazia ri-cevuta, a cura di Gatti Rosa,Seregno

Borsa : Sacro Cuore di Gesù, MariaAusiliatrice, Don Rinaldi, in ringra-ziamento e invocando protezione, acura di Marchesi Antonietta,Casteggio

Borsa : Maria Ausiliatrice, in ringra-ziamento e invocando protezione, a Borsa : S . Giovanni Bosco, in suffra-cura di Pugno Ines, Torino

gio dei defunti, a cura di BrocardoLuciano, Murazzano

Borsa : Maria Ausiliatrice, S . Gio-vanni Bosco, implorando protezione Borsa: Don Bosco, a cura di Bodritosui nipoti, a cura di Agostina Volpe

Luisetta, Vesime

Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bo-sco, Domenico Savio, in ringrazia-mento e per protezione su figlio e fa-miglia, a cura di Corradi Laura, RE

Borsa : S . Giovanni Bosco, assistae diriga i giovani della parrocchia, acura di Farace don Raffaele, Anaca-pri, NA

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 42: 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesia... · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uru-guay - Venezuela -

Spediz. in abbon . postale - Gruppo 2° (70) - 1a quindicina

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it