Zona Cambio

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Online free magazine for all triathlon fans

Transcript of Zona Cambio

  • Zona Cambio #5 - 1

    #5

    ELBAMAN Best Italian Race 2012 Intervista ad Andrea DAquino

    Ironman Pescara vs Challenge Rimini

  • Zona Cambio #5 - 2

    A cura di: Stefano La Cara Strong + Master Runners

    Hanno collaborato a questo numero: Stefano La Cara Strong, Master Run-

    ners, Marco Bucci, Luigi Orlando Magic, Gianmarco the Running Pitt

    Pitteri, Giovanni Lazzari (vulgo Carlo), Loredana Coda, Christian Mac Fer-

    retti, Ciro Foster, Sergio Ironbrady Garagna, Semper Adamas, Marco Selica-

    to, Marco Scotti, Diego IronGuzzo Guzzonato,

    Foto: Riccardo Ricca Cacioli, Marco Scotti, archivi collaboratori di Zona

    Cambio.

    Grafica ed impaginazione: Stefano La Cara Strong

    CONTATTI: [email protected]

    [email protected] - [email protected]

    Zona Cambio nasce e si struttura come raccolta di aneddoti, consigli ed esperienze personali.

    Ogni articolo deve dunque considerarsi privo di fondamenti tecnici o scientifici.

  • Zona Cambio #5 - 3

    Sommario 04 Editoriale

    06 Gente che si incontra in Zona Cambio

    08 Best Triathlon Races 2012

    12 Triathleta del mese ed anno

    16 A braccetto con i Vichinghi

    26 Pescara vs Rimini

    28 Swim Bike Run

    31 Filosofia e/o Sarcasmo

    32 Indoor meglio

    34 Le perle di Marco

    36 Intervista ad Andrea DAquino

    38 Officina Zen

    40 I test di Zona Cambio

    42 Il recupero post gara lunga

    Sommario

    8 16 36

  • Zona Cambio #5 - 4

    Buon 2013 di Stefano La Cara Strong

    www.stefanolacara.com

    Come sempre, appena finisce la stagione agonistica non vedia-mo lora di ricominciare a gareggiare.

    Che poi il reale motivo per cui sopportiamo gli sforzi degli alle-

    namenti.

    Chiudiamo il 2012 con qualche classificone di fine anno.

    Le migliori gare di triathlon in Italia, che ormai sta diventando

    un vanto per Zona Cambio, questanno anche con laggiunta di

    riconoscimenti per settori.

    E poi il triathleta dellanno, selezionato dal nostro esperto

    Mac, lintervista ad Andrea DAquino e lappassionante rac-

    conto della nostra Loredana in gara tra i fiordi norvegesi e il dub-

    bio che sta facendo impazzire i triathleti italiani: Pescara o Rimi

    ni?

    Oltre questo, le nostre solite rubriche, sempre simpatiche,

    ironiche ed appassionanti (s, me lo dico da solo, ma ne sono

    assolutamente convinto!) e qualche nuova collaborazione (le

    perle di Marco).

    Insomma, per iniziare il 2013 c tanto da leggere e tanto da

    divertirsi.

    Cazzeggiamo ancora un po, che tra qualche mese ricomincia-

    no i fuochi dartificio.

    Daje piano (per adesso)

  • Zona Cambio #5 - 5

    Anno nuovo, critica nuova di Gianluca Master Runners Simei

    podisti.blogspot.it

    Eccoci nel 2013 finalmente, appena cominciato il nuovo anno ed abbiamo gi pianificato i primi mesi del nostro calen-dario gare, anzi il primo semestre, anzi abbiamo programmato l'anno intero, compresa l'ultima gara di stagione!

    Gente decisa e convinta questi triathleti, direte voi, ma pur-troppo, non tutte le castagne sono belle dentro (un mio detto).

    Da cosa dipendono allora queste scelte decise?

    Da una cosa che negli ultimi tempi comincio a non sopportare pi, le iscrizioni a scadenza. Gara di Triathlon XYZ, se ti iscrivi un anno prima paghi 50 euro; 11 mesi prima 100 euro; 6 mesi prima 150; ...e cos via, se poi accade che, per una svista, hai dimenticato di appuntarti queste date e ti ricordi di iscriverti la settimana prima, devi andare in banca e chiedere un prestito per l'iscrizione. Molte, quasi tutte le gare di triathlon nazionali (anche le internazionali, ma voglio rimanere in patria con l'ar-gomento) adottano

    questo meccanismo, che va a discapito, nella maggior parte dei casi, di quegli atleti/impiegati/fidanzati/mariti/mogli/padri/madri/etc che si iscrivono a occhi chiusi, a distanza di mesi, e che faranno in modo d' incastrare quella data con le loro le ferie, i compleanni, i battesimi, i matrimoni, e tutti gli eventi imprevisti della loro vita privata.

    Non riesco pi a tollerare questo meccanismo, che ha i suoi mo-tivi, ma che io non giustifico pi.

    AgeGroup, gareggiano per passione tra mille problematiche or-ganizzative di tempo di vita e di lavoro, e per risparmiare 100eu-ro si trovano costretti a impegnare loro e tutta la famiglia da qui a un anno per quella data. Accade poi che invece di risparmiare 100euro si ritrovano a perderne 150, perch due mesi prima del-la gara arriva la notizia che in quel giorno c' la comunione del figliolo.

  • Zona Cambio #5 - 6

    Di solito ha gi 8-9 anni di triathlon alle spalle, alcuni dei quali (i pri-mi soprattutto) a buon livello amatoriale. Ha sempre almeno un po-dio regionale da raccontare e conosce mille trucchi e segreti per gua-

    dagnare una manciata di secondo in zona cambio. Appartiene alla pri-ma generazione dei triathleti, quelli provenienti dall'agonismo di un altro

    sport e che hanno scoperto di poter ottenere ottimi risultati nel triathlon. Pe-r negli ultimi anni piano piano hanno perso interesse. I motivi possono essere di-versi: molta altra gente scopre il triathlon, c' pi concorrenza e dunque maggior difficolt ad ottenere piazzamenti; si lasciano con la ragazza (triathleta) e non voglio-no pi frequentare quell'ambiente; trovano nuovi stimoli in altri interessi tipo il tea-tro futurista contemporaneo o la meditazione tibetana; si interrogano su dilemmi esistenziali agonistici e decidono di continuare a nuotare, pedalare e correre ma quando e quanto cazzo vogliono loro. In realt, per, visto che il triathlon una di-pendenza, non riescono mai ad uscirne veramente, e allora li vedi che comunque ogni tanto si aggirano tra forum di triathlon, vanno a vedere qualche gara con la scu-sa di accompagnare un amico (salvo poi criticare la gente che c') e sono comunque aggiornatissimi sull'ultimo gruppo Campagnolo in uscita. Di fatto sono degli asceti che per espiare qualche colpa (di cui loro sono a conoscenza) si privano del piacere (per loro massimo) di fare ci che amano veramente fare: il triathlon.

    di Stefano La Cara Strong

    Gente che si incontra in Zona Cambio

    Il dem

    otiva

    to

  • Zona Cambio #5 - 7

    Entra nel Team

    Zona Cambio Triathlon ASD Zona Cambio Triathlon ASD

    Entra nel Team info ed iscrizioni: [email protected]

    www.zonacambio.com

  • Zona Cambio #5 - 8

    2012 BEST ITALIAN TRIATHLON RACE

    1 nche questanno Zona Cambio propone la tanto attesa classi-

    fica delle migliori gare di triathlon svolte nel 2012 in Italia. Il

    nostro scopo naturalmente quello di fornire una guida ai tanti

    amatori della triplice disciplina, ma anche di dare il giusto meri-

    to agli organizzatori che tra tanti sacrifici cercano di offrire

    eventi sempre pi vicini alle aspettative dei partecipanti.

    Questa volta abbiamo voluto premiare, oltre le 10 migliori gare

    in assoluto, anche quelle che hanno eccelso in determinati

    settori quali location, sicurezza, organizzazione, miglior qualit

    di atleti presenti, e miglior new entry.

    Alla giuria, composta da atleti, organizzatori, tecnici ed esperti

    di triathlon, stato chiesto di elencare le 5 migliori gare assolu-

    te ed una sola preferenza per i settori sopra elencati.

    La classifica assoluta stata determinata dalla somma delle

    preferenze (5 punti al n1 a scalare), in caso di parit sono stati

    presi in considerazione il numero totale di voti.

    La classifica di qualit invece la semplice somma di preferen-

    ze.

    Giuria: Claudia Sfriso, Andrea Gabba, Gessica Geki Sarti, Cri-stiano Caporali, Fabrizio Cutela, Marco Scotti, Luigi Orlando Magic, Dario Daddo Nardone, Guido "Gipsy" Esposito, Mar-co Selicato, Christian Mac Ferretti, Loredana Coda, Teodolin-da Camera, Diego Camilli, Alessio Kayale Piccioni, Marco No-velli, Michele Insalata, Francesca Magliocchetti, Daria Meinardi, Alessandro Bossini.

    B A R D O L I N O 2

    3 I R O N M A N I T A L Y

    E L B A M A N

    4

    5

    6

    7

    8

    9

    10

    VARANO LAKE TRI

    BARBERINO DEL MUGELLO

    SARNICO

    IDROMAN

    GARMIN TRIO SIRMIONE

    ARONAMAN

    XTERRA OROSEI

    BEST LOCATION

    ELBAMAN

    BEST SAFETY

    GENOVA

    BEST ROSTER

    TIRRENIA

    BEST ORGANIZATION

    XTERRA

    BEST NEW ENTRY

    GARMIN TRIO SIRMIONE

    S T E F A

    N O L A C

    A R A S T

    R O N G

    powered b

    y

  • Zona Cambio #5 - 9

    BES

    T I

    TALI

    AN

    TR

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    HLO

    N R

    AC

    E B

    EST

    ITA

    LIA

    N T

    RIA

    TH

    LON

    RA

    CE

  • Zona Cambio #5 - 10

    P arlare dellElbaman per me come parlare di un pezzo della mia vita, di un figliolo che hai visto nascere e che speri di far crescere insegnandogli tutti i migliori valori che pensi di conoscere. Non quindi facile per me essere obiettivo, spero che mi scusiate

    per questo sin da ora.

    La gara nata da una pazza idea nata nellinverno tra il 2004 ed il 2005.

    Inizia quindi lavventura con entusiasmo, impegno e tanta (troppa ?) incon-sapevolezza su cosa realmente sarebbe successo.

    I primi anni sono stati indubbiamente faticosi. Il movimento dei triathleti in Italia era, e purtroppo lo tuttora, piccolo. Quello dei lunghisti ancora pi esiguo. Nel 2005, anno della prima edizione, si contavano circa 350-400 per-sone che annualmente partecipavano ad un qualsiasi Ironman. Per Elbaman, gara allesordio senza pretese, senza soldi e senza un background la scom-messa era enorme. Eppure gli oltre 100 atleti al via con un buon parco stra-nieri, hanno dato la spinta a non fermarsi li.

    A fine 2006 diedi lidea al compianto Presidente Emilio Di Toro di introdurre il Campionato Italiano sulla distanza Iron e lui, sempre pronto e ricettivo, conferm la proposta dando una enorme mano alla crescita dellevento in cui lui gi credeva. Un titolo che stato di casa allElba per 4 edizioni, facen-do arrivare, di anno in anno, un numero sempre crescente di atleti.

    Dalledizione 2008 cambiato lassetto del comitato organizzatore ed ho preso in mano in toto da solo le redini della gara. In questo modo ho potuto portare avanti la gara secondo linee guida che ritenevo giuste.

    Il successo stato sicuramente sopra le aspettative e, anche la scomparsa del titolo Italiano, non ha fatto calare linteresse per levento, tanto che nel 2011 i 718 iscritti hanno rappresentato il nuovo record di presenze ripetuti anche nellanno di crisi 2012.

    Per il 2013, le iscrizioni sono partite con un ritmo decisamente alto, il piu alto di sempre. Obiettivo avvicinare un poco il tetto degli 800 partenti.

    Passiamo ora a parlare un attimo pi in dettaglio di Elbaman per chi non lo conosce.

    La gara clou storica, come detto, la distanza Iron sulle classiche distanze di 3800m di nuoto, 180km in bicicletta e 42.2km a piedi, gara che si pu correre come individuali, ma anche come team di staffette di 2 o 3 atleti.

    Dal 2009 si affiancato anche Elbaman73, ovvero gara sulla mezza distanza (1900m 94km 21.1km) che ha sempre raccolto enormi consensi ,forse perch in questo modo gli atleti possono vivere le emozioni della gara Iron da dentro, sentirsi parte della festa anche se non preparati per compiere lin-tera impresa.

    Il percorso ormai consolidato, anche se ogni anno qualche piccola novit viene introdotta per migliorare lofferta.

    Il NUOTO si svolge nella magnifica baia di Marina di Campo con partenza dal-la spiaggia (sabbiosa). Il giro triangolare in senso orario della lunghezza di 1900m. Un giro per il mezzo e due per lIron, con gli atleti che quindi devono uscire dallacqua facendo qualche passo sulla spiaggia alla fine del primo gi-ro.

  • Zona Cambio #5 - 11

    La ZONA CAMBIO ubicata in un grande parcheggio a 150m dalla spiaggia in linea daria. Questanno si avr una piccola variazione sul punto di uscita dallacqua, rendendo la prima transizione pi breve e veloce.

    Il CICLISMO rappresenta di sicuro il piatto forte della gara con il percorso che si snoda sullintero anello occidentale dellIsola da percorrere in senso orario su una strada con un panorama mozzafiato su moltissimi tratti. Vista su Montecristo, Pianosa e sulla Corsica che cercheranno di alleviare le fatiche degli atleti.

    Il percorso della gara Iron, ha una protuberanza allinizio del giro con una andata e ritorno fino alla frazione di S.Ilario e presenta quindi una salita in piu. Gli ironman devono percorrere il giro tre volte, mentre gli atleti del mez-zo solo due volte.

    Il dislivello positivo dellIron di circa 850m a giro, mentre per il mezzo si tratta di circa 650m a giro.

    Sul percorso sono posti 3 ristori fissi per lIron e 2 per il mezzo che forniscono cibi solidi e liquidi in borracce. Inoltre un ristoro personalizzato alla fine di ogni giro per gli atleti che lo desiderano.

    Il PODISMO invece tutto racchiuso nellabitato di Marina di Campo su un percorso multi-lap pressoch pianeggiante e completamente asfaltato.

    Gli atleti Iron devono percorrere 5 giri, mentre gli atleti del mezzo, novit 2012, devono percorrerne 3.

    Anche qui abbondanza di ristori dislocati ogni circa 1500m con svariati tipi di bevande, cibi solidi e spugne.

    Allarrivo per tutti poi un ristoro a buffet da godersi sotto una tensostruttura montata per loccasione e gestito dal Ristorante Orecchietteria da Gianni, ormai storico fornitore del servizio e lo stesso che organizza il Pasta party del venerd sera.

    Quello che voglio infine sottolineare che, chi sceglie di fare Elbaman, deve essere consapevole che non parteciper ad una gara con tantissima sceno-grafia. Fortunatamente la natura e la conformazione del luogo ne crea una naturale incomparabile. Non parteciper ad una gara con 2000 atleti, perch

    i nostri numeri sono pi piccoli e adeguiamo ogni anno il tetto limite alle no-stre reali possibilit con unico obiettivo dare il miglior servizio possibile a tutti, dal primo allultimo arrivato.

    Per parteciper ad un evento con tanti piccoli accorgimenti da grande ga-ra, in una atmosfera famigliare, raccolta. E, anche se far una gran fatica, sono certo che serber la medaglia ed il ricordo in un luogo speciale della sua vita sportiva.

    Non voglio dilungarmi oltre, credo che le migliori impressioni sulla gara la possano solo fornire gli atleti che vi hanno partecipato, quindi invito tutti i lettori a chiedere in giro, nelle varie zone cambio, opinioni a riguardo di Elbaman.

    Tutte le informazioni dettagliate sulla gara sono sul sito www.elbaman.it e, ovviamente, io e tutta lorganizzazione siamo sempre a disposizione per qual-siasi informazione, basta scriverci una email a [email protected] e vi sar ri-sposto nel giro di massimo 24 ore.

    Grazie a tutti per la lettura e spero di potervi salutare personalmente il pros-simo 29 Settembre allElbaman !

    Marco Scotti

    CEO & Founder ELBAMAN Triathlon

  • Zona Cambio #5 - 12

    TRIATLHETA DEL MESE

    JAMES CUNNAMA

    di Christian Mac Ferretti

  • Zona Cambio #5 - 13

    N on agevole scegliere l'atleta del mese in un mese in cui non si gareg-gia , a meno di voler considerare le gare "Down Under", che comunque non sono nel pieno della stagione, fatti salvi un

    paio di Ironman. Ed ecco quindi che la scelta ca-

    de sul personaggio in questione, per meriti, per

    cos dire, extra sportivi (con un'eccezione, che

    presto capirete). James Cunnama, quindi, un

    ragazzone sudafricano con base in... Sudafrica, a

    differenza di diversi suoi conterranei che si sono

    trasferiti per i pi disparati motivi in Europa o

    America. Un Sudafricano che fa parlare di s, nel

    triathlon, dopo Conrad "The Caveman" Stoltz, e

    l'emergente cortista Itu Murray, non tantissimi

    nomi di fama internazionale, bench il Sudafrica

    annoveri in realt un discreto numero di gare di

    ogni distanza e disciplina, e anche una buona

    partecipazione, sia amatoriale che come numero

    di elite. Ma questa non una disamina del movi-

    mento sudafricano, quindi torniamo a noi: Cun-

    nama si fa notare dal grande pubblico mondiale,

    grazie al secondo posto a Klagenfurt nel 2009,

    per poi inanellare una buona sequenza di vittorie

    e piazzamenti prestigiosi anche nel 2010, con la

    prima vittoria pallinata, dapprima nella mezza

    distanza, ad Austin, e poi centrando il bersaglio

    grosso sempre in America, nell'Ironman Florida,

    chiudendo con 8h15'. Ma l'impresa del 2012,

    quando a Roth entra nell'esclusivo club dei sub-

    eight, e proprio sul filo del rasoio, in 7h59'59".

    D'accordo, lo so che Roth non si corre a dicem-

    bre, ma l'avevo scritto che non era facile, no? E

    questa comunque era l'eccezione sportiva per la

    scelta, come avevo preannunciato. Quello che lo

    fa eleggere atleta del mese, in realt, una certa

    dose di sfortuna che ce lo fa apparire pi umano,

    nonostante appunto l'appartenenza ad una elite

    di superveloci, e di conseguenza pi simpatico. Il

    ragazzone sudafricano, infatti, ha vissuto una

    stagione travagliata, fuori per diversi mesi per

    infortuni (che c'entri qualcosa il metodo di alle-

    namento del suo mentore, il discusso Brett Su-

    tton? Ai posteri l'ardua sentenza, certo che stati-

    sticamente ne ammazza di pi Sutton che l'adde-

    stramento dei Navy Seals), e con un paio di di-

    savventure legate al passaporto, che per lui deve

    essere una sorta di maledizione, una raccontata

    da lui stesso nel suo blog, l'altra da Triathlete

    Europe. Partiamo da quest'ultima: appena termi-

    nato quel simpatico massacro dell'Embrunman,

    quasi nemmeno il tempo di sciacquarsi, e via di

    corsa in macchina, alla guida lo stesso Sutton,

    per raggiungere in tempo l'aeroporto di Nizza,

    dato che il giorno successivo scadeva il suo visto,

    con il rischio di ritrovarsi in Francia da campio-

    ne...clandestino. Quattro e rotte ore di auto, do-

    po un ironman devastante, l'arrivo in aeroporto,

    il volo a distanza di poche ore, ma nessun posto

    in albergo, quindi Sutton che lo lascia per l'ap-

    punto in aeroporto. Dove scopre di aver smarrito

    l'attrezzo multiplo, indispensabile per smontare

    la bici, ancora "sudata" da Embrun, e infilarla

    nelle apposite sacche. Non dice nell'intervista,

    come poi abbia fatto (non credo vendano brugo-

    le e cacciaviti in aeroporto a Nizza, ma magari c'

    un "sivende" nei paraggi, o per lo meno una fer-

    ramenta), o se Sutton lo abbia costretto, per non

    perdere tempo, a tornare a nuoto. Ma ci dice

    che al rientro in Sudafrica, era leggermente di-

    strutto, cosa che non si stenta a credere. Analo-

    ga la disavventura narrata da lui stesso nel blog:

    lui e Jodie Swallow hanno fatto il viaggio dall'In-

    ghilterra a Vitoria Gasteiz, per partecipare ai

    campionati mondiali di lungo, in auto, per evita-

    re le frontiere, dato che di nuovo il Nostro era

    senza visto, avendo spedito il passaporto per la

    sua apposizione, e mai ricevuto indietro... Ora,

    vien da chiedersi se qualcuno nella burocrazia

    sudafricana ce l'abbia con lui, oppure se pianifica

    i suoi viaggi non con il dovuto anticipo, ma

    tant'. Per fortuna il visto gli arriva per tempo

    (dice che ha raccolto il passaporto lungo la stra-

    da per l'aeroporto, lui stesso a ironizzare sul

    "largo anticipo"), ed il viaggio di ritorno meno

    rocambolesco, riesce a godersi lo spettacolo del

    triathlon olimpico comodamente seduto in tribu-

    na, senza doversi guardare dai bobbies londinesi.

    Insomma, disavventure da persona normale,

    capitano evidentemente anche a chi capace di

    correre i 226 km in meno di otto ore. A James

    Cunnama auguriamo un 2013 ricco di soddisfa-

    zioni, lontano dagli infortuni e dalle... guardie di

    confine!

    Foto: mundotri.com.br

  • Zona Cambio #5 - 14

    TRIATLHETA DELLANNO

    CHRISSIE WELLINGTON

    di C

    hri

    sti

    an

    M

    ac

    F

    erre

    tti

  • Zona Cambio #5 - 15

    L o so, strano attribuire questo ti-tolo a un'atleta che non solo era in periodo sabbatico, ma che al termi-ne del quale ha deciso il definitivo

    ritiro. Ma come non celebrare la regina

    dell'Ironman, al termine di una carriera

    tanto sorprendente quanto splendida?

    Chrissie, sorriso smagliante, fidanzato

    triatleta con anch'egli ottime prestazioni

    nella distanza regina, quattro vittorie alle

    Hawaii, ha definitivamente appeso le scar-

    pette da pro al chiodo. Ha scritto lei stessa

    che durante questo periodo lontano dalle

    gare ha avuto modo di riflettere sia sul suo

    passato che sul suo futuro, evidentemente

    alla fine decidendo che il cassetto dei ricor-

    di era sufficientemente colmo. Ha scritto

    parole di commiato dalla rivista britannica

    con cui ha una collaborazione fissa, 220

    triathlon, parole profonde e - lasciatemelo

    dire -piuttosto "zen": quando, ricordando

    la sua vittoria forse pi bella, quella del

    2011 a Kona, scrive che stata la gara per-

    fetta e la gara che l'ha "completata". E

    quando si raggiunge l'Illuminazione, il Nir-

    vana atletico, quale altra sfida sarebbe

    possibile? Ci nonostante, scrive anche

    che la decisione non stata semplice ed a

    cuor leggero. Credo di non sbagliare se im-

    magino che quando un'atleta di quel livello

    arriva a una svolta senza ritorno, i pensieri

    siano molteplici, e non ultimo quello a chi

    dipende in buona misura da quella scelta:

    atleti di livello top, sono ormai delle vere e

    proprie aziende mono-personali, da cui

    dipendono svariate persone: staff tecnico

    e mediatico, familiari, manager e forse an-

    che, in buona misura, sponsor. Da qui, la

    difficolt nel prendere una decisione. Ma il

    dado tratto, Chrissie come da lei annun-

    ciato rester nel mondo dello sport e del

    triathlon, solo che quel mondo non sar

    pi il fulcro intorno a cui gira tutta la ruota

    della vita. E' da sempre impegnata in ini-

    ziative benefiche, specie per le popolazioni

    del Tetto del Mondo, luoghi in cui ha tra-

    scorso e trascorre buona parte dell'anno

    (alla faccia dell'allenamento in altura!), ha

    scritto la sua biografia "A Life without Li-

    mits", dove ripercorre ovviamente anche e

    soprattutto le sue gare migliori. Fino ap-

    punto a quella "perfect race", Iornman Ha-

    waii 2011: la caduta dalla bici poco prima

    di partire per Kona, due settimane prima

    della gara; le escoriazioni pubblicate su

    Twitter, ma le ferite vere quelle che ha te-

    nuto per s, e non parlo di ferite metafori-

    che, ma di costole rotte e di un embolo

    polmonare, di un'infezione seria alla gam-

    ba escoriata due o tre cosette che da sole

    impediscono alle persone normali di alzarsi

    dal divano, figurarsi nuotare 4km nell'o-

    ceano, pedalare fra la lava e il vento per

    180, e poi correre una quanto meno afosa

    maratona. Eppure, non solo corre la gara,

    ma persino vicne, doppo una battaglia epi-

    ca che va ripercorsa. esce attardata dall'ac-

    qua, circa 9 minuti da Julie Dibens, l'unico

    riferimento cronometrico che ha all'uscita

    da T1, ed un riferimento che in parte la

    rinfranca un po'. Sa infatti che Julie, di cui

    amica, ha patito a Las Vegas un infortunio

    alla pianta del piede, una puntura, per cui

    Dibens sta giocando in bici il tutto per

    tutto, conscia di non aver nulla da perdere.

    La vera avversaria, quindi Mirinda Car-

    frae. Da cui la separano solo 4 minuti, non

    un gap incolmabile per le gambe, per

    quanto non al top, di Chrissie. Ed ecco che

    comincia la rimonta, fino all'aggancio poco

    prima di Hawi, un aggancio fra l'altro

    inatteso perch non annunciato, per via di

    un buco nel vari "splits" (s, anche a Kona

    non esiste la perfezione). Ma ecco che da

    dietro sopraggiunge un treno a vapore,

    rappresentato da Karen Thurig, di cui cerca

    di stare a ruota (metaforicamente, certo,

  • Zona Cambio #5 - 16

    impossibile anche volendo infrangere la regola no draft). Qui diventa

    determinante, come sempre, la mente: il fisico si ribella, Chrissie ha

    il bacino ruotato naturalmente, il dolore per le costole rotte la porta

    ad accentuare la sua posizione fisiologica, non proprio il massimo

    per pilotare una bici da crono alla massima potenza, ed infatti ai vari

    dolori si aggiungono quelli lancinanti dal bacino.Arriva in T2 ed se-

    sta, ma Mirinda segue a pochissimi minuti, un gap per lei colmabile,

    dato che la campionessa in carica (nel 2010 Chrissie non era al via)

    ben in grado di correre una maratona poco sotto le tre ore. Ed ecco,

    appunto, che la testa deve dettare la legge alle gambe e alle anche

    doloranti. Si ripete il silenzioso mantra "non andare in panico, man-

    tieni la testa a posto, andr tutto bene", e comincia a pensare che

    sarebbe sorprendente finire al sesto posto, beh quinta sarebbe dav-

    vero sorprendente, oddio quarta quasi un sogno, in quelle condizio-

    ni! Ed ecco superare prima Julie Dibens, che sta camminando, poi

    Rachel Joyce, ed ecco anche Leanda Cave. Passa alla mezza marato-

    na in 1 ora e 22, vicina al personale fatto segnare a Roth. Il che for-

    se il vero salto di qualit dal punto di vista mentale. Si sente pi for-

    te, il dolore meno...doloroso, perch il corpo, bench in precarie

    condizioni, evidentemente si ricorda lo stesso come si fa. Si riduce il

    distacco anche da Caroline Steffen, a botte di trenta secondi per rile-

    vamento, una cavalcata impressionante, sotto un Sole veramente

    cocente, un caldo che il vento hawaiano non attenua. corre con il

    ghiaccio in mano, nel body da gara, non salta uno spugnaggio. ricor-

    da, particolare forse non elegante, ma eloquente, di aver fatto pip

    l'ultima volta a 2km da T2, poi niente, segno che si deve tenere sotto

    controllo l'idratazione. Passa la Steffen, e vede poco dopo Mirinda

    correre nell'altra direzione, quindi sa di avere circa quattro minuti di

    vantaggio. Ok, se non si mette a camminare, pu farcela, ma si deve

    stare in guardia, Mirinda Carfrae capace di ogni cosa. Finalmente,

    la consapevolezza di poter vincere, in cima a Palani Hill. Gli ultimi

    residui delle nebbie mentali si diradano, e si stampa sul volto l'incon-

    fondibile sorriso. Otto ore, cinquantacinque minuti e otto secondi di

    sofferenza, ma fatta! Per la quarta volta, campionessa del mondo!

    Mi sono dilungato, riprendendo ampiamente le parole stesse di

    Chrissie, ma credo mi perdonerete, specie chi fra voi, malato come

    me, ha passato diverse ore a seguirla in streaming, di quando in

    quando strabuzzando gli occhi per la sorpresa. Infatti, il sorriso che

    lei dice aver messo su a un miglio dall'arrivo, noi l'abbiamo visto in

    tutta o quasi la maratona, al pubblico, ai volontari. e solo dopo la ga-

    ra, si saputo delle precarie condizioni fisiche. L'intendimento, pri-

    ma di partire, e per voce della stessa Chrissie, era quello di onorare

    la gara e comunque terminare, anche camminando, non per rappre-

    sentare se stessa come eroina, ma per dimostrare alle persone che

    sarebbe stata gi una vittoria lottare contro la propria preparazione

    non ottimale e cercare di sconfiggere gli infortuni.

    Non solo le gambe, quindi, ma il cuore e la testa di una campionessa

    indiscussa, di cui certo sentiremo la mancanza nelle gare a venire,

    ma che speriamo di vedere lo stesso nelle zone cambio del mondo,

    nella veste che lei sceglier di indossare, e con la consueta disponibi-

    lit e il sorriso raggiante. Per dirla con il Signor Spock di Star Trek,

    Lon Live and Prosper, Chrissie!

    Foto: newshopper.sulekha.com

  • Zona Cambio #5 - 17

  • Zona Cambio #5 - 18

    A BRACCETTO CON I VICHINGHI di Loredana Coda

    Si fa avanti un vichingone bello come il sole,

    spalle ad armadio, possente, e mi dice

    buttati sul prato che ti spoglio io!.

    Ho pensato ma quando mi capita pi?. E

    ho obbbedito.

    Si fa avanti un vichingone bello come il sole,

    spalle ad armadio, possente, e mi dice

    buttati sul prato che ti spoglio io!.

    Ho pensato ma quando mi capita pi?. E

    ho obbbedito.

  • Zona Cambio #5 - 19

    IRONMAN 70.3 HAUGESUND, NORWAY

    A braccetto con i vichinghi, in viaggio tra laghi, fiordi e villaggi di pescatori E un periodo burrascoso.

    Nic, mi aveva paralto di IM 70.3 Norway Inaugu-

    ral, il primo in terra scandinava! Da intenditore

    navigato me lo aveva venduto dicendo che ci

    avrebbero coccolati di pi, ci sarebbero stati gli

    osservatori IM ecc. Avevo alcuni impegni su cui

    concetrarmi, tuttavia, come ormai mi succede

    sempre pi spesso (vecchiaia?) mi sono detta: si

    vive una volta sola, al diavolo tutto, faccio quello

    che bello, ora, e il mondo continuer a girare, e

    io con lui, pi felice che mai.

    Insomma mi iscrivo e prenoto hotel e volo. Stes-

    so hotel di Nic: ho scelto il miglior compromesso

    tra qualit e prezzo, volevo un hotel che sapesse

    di Norvegia e non unanonima catena internazio-

    nale . La scelta si rivelata azzeccatissima! Nic

    sempre di pi una garanzia!

    Arrivo ad Haugesund il venerdi mattina, 6 luglio,

    e al ritiro bagagli incontro i fantastici Alfio, Fede-

    rica e Claudio. Alfio si fatto ridipingere la Scicon

    di fucsia da uno zio carrozziere... per riconoscerla

    meglio allo scarico bagagli, un vero personaggio!

    Ci raccontiamo le nostre esperienze. Non avevo

    la pi pallida idea di chi fosse ( e quanto fosse

    forte) e uso il classico collegue approach rac-

    contando cose che ad un atleta serio fanno veni-

    re i brividi e seri dubbi sulla mia salute mentale...

    ma Alfio oltre ad essere un fuoriclasse anche

    simpatico, e nasce subita unallegra sintonia. Anzi

    vuole che parli alla sua ragazza per convincerla a

    cimentarsi nelle triplici imprese.

    Raccolti i nostri bagagli usciamo dallaeroporto e

    cerchiamo il modo migliore per raggiungere la

    citt.

    Incontro Nic allingresso dellhotel. La giornata

    caldissima e soleggiata. Altro che Norvegia! Poi

    gli indigeni locali confesseranno che quel clima

    insolito, fuori dalla norma, una giornata innatu-

    ralmente estiva per quelle latitudini. Invece le

    previsioni per il giorno della gara sono tuttaltro

    che rosee : nebbia la mattina, temperatura 13-

    14C, poi pioggia.

    Mi dirigo allExpo, a poche centinaia di metri

    dallhotel, passeggiando sul lungo canale pieno di

    ristoranti e fulcro della vita notturna di Hauge-

    sund. Lexpo al coperto, in una grande sala del

    Maritim Hotel, che fa da quartier generale delle-

    vento. I volontari ci accolgono calorosamente. Mi

    registro e mi avvolgono il classico braccialetto al

    polso, da tenere fino al ritiro della bici post gara.

    Riconosco Tune, con cui mi ero scambiata qual-

    che email prima della partenza, qui tutti hanno

    voglia di rendersi utili e semplificarti la vita. Una

  • Zona Cambio #5 - 20

    grande ospitalit! Ci sono stand pieni di merchan-

    dise con marchio IM e di altri articoli utili per la

    gara. Adocchio il meccanico e prendo appunta-

    mento per fargli controllare la bici, non si sa mai,

    nel rimontarla potrei aver dimenticato qualche

    pezzo fondamentale... (i pedali?).

    Ritorno in hotel con una bella borsa pacco gara,

    personalizzata con il simbolo di IM 70.3 Hauge-

    sund e contente una quantit spropositata di

    pettorali (due, cosi chi vuole pu attaccarne uno

    sulla maglia per la bici e uno su quella per la corsa

    se differenti, e con gli spillini) e numeri per el-

    metto ecc. (almeno 3 sono in pi... di scorta) e le

    tre borse per cambio bici, cambio corsa e cambio

    abiti asciutti per la fine gara.

    E pomeriggio inoltrato, ma qui c sempre luce e

    non ti accorgi che tardi.

    Rimonto la bici e la porto dal meccanico per una

    controllatina come concordato prima.

    Ritrovo Nic che si fermato a parlare con un grup-

    petto di italiani arrivati li per la gara. Si tratta di

    Claudio, (un altro Claudio) con il suo Team Brian-

    za. Da non crederci! Viaggia con un team eccezio-

    nale al seguito, composto da un mentalist, un nu-

    trizionista, un meccanico e un manager del team!

    E il suo splendido figlio. Dire che sono spassosi

    riduttivo, si sta cosi bene che dimentico il mecca-

    nico, e quando mi presento allo stand mi dice che

    sta per chiudere. OK, a domani alle 10!

    C ancora tempo prima del pasta party e decido

    di avventurarmi per un giro bike nei dintorni.

    Haugesund come San Francisco, tutta su e giu, e

    poi su e giu e poi su e giu...

    Mi rendo conto subito di non aver avvitato bene il

    manubrio , provo a girare a sinistra in salita ma

    vado a destra... mi fermo e, brugole alla mano,

    sistemo tutto.

    Incontro un altro atleta e pedaliamo un p insie-

    me. Gli racconto che sono una principiante

    (sempre ignara di chi ho di fronte, penso sempre

    che sia uno pi o meno come me, il che mate-

    maticamente impossibile) e lui mi propone lets

    try the bike!. Ma certo! Proviamo la bici! E fin-

    landese, non lontano da Haugesund dice lui... Do-

    po un p torniamo a casa e siamo nello stesso

    hotel, stesso piano, il 5, dove alloggiano la mag-

    gior parte degli atleti. Cerco il suo nome sulla lista

    iscritti e non lo trovo... scopro pi tardi che si

    trattava di Juha Laitinen, un atleta professional ed

    era nellelenco degli elite! [Che figura!]

    Sono le 23 ed ancora giorno, sono in camera mia

    a rimuginare, che faccio? Prendo la bici e raggiun-

    go il laghetto dove nuoteremo! Spero di non per-

    dermi... mi perdo! Dovevano essere circa 2,7 km

    dallhotel (poi con le scorciatoie che mi hanno in-

    segnato gli indigeni la distanza diventer di circa 1

    km) ma giro e rigiro e non lo trovo. Chiedo indica-

    zioni e in qualche modo raggiungo la riva. Si entra

    attraverso un pezzetto di sterrato, attraverso un

    bosco. Lindomani scopro che sono arrivata sulla

    sponda opposta. C un silenzio assordante. E

    quasi mezza notte e c luce come allinizio di un

    tramonto! Dura poco perch poi subito alba!

  • Zona Cambio #5 - 21

    Una poesia. Poi qualche fruscio dal bosco, un film

    dellorrore! Ma si sta troppo bene per avere paura.

    Mi fermo ancora un poco e poi bici in spalla, supe-

    ro lo sterrato, poi salto su e pedalo verso casa.

    Sono quasi 24 ore che non dormo tra preparativi e

    partenza da Roma alla volta di Pisa e quindi di Hau-

    gesund. La stanchezza di fa sentire e allora spro-

    fondo nel soffice letto, dopo aver oscurato alla me-

    glio la finestra. Fuori c ancora luce!

    E mattina, famelica mi muovo verso la sala risto-

    rante. Nic gi li. Ci rifocilliamo per bene. Lui ha

    appuntamento con il Team Brianza per un giro di

    ricognizione del percorso. Pioviggina. Il preludio

    alle previsioni per il giorno gara. Io invece vado dal

    meccanico, mi presento li mezzora prima, control-

    lo bici superato. E tutto a posto! Non vuole alcun

    compenso, dice che non ha dovuto fare nulla! Il

    meccanico poi lo ritrover in gara il giorno dopo...

    e tra le altre cose stato finisher del temibile Nor-

    seman! So norvegesi... io me li ricordo quando

    lavoravo sulle piattaforme petrolifere a Stavan-

    ger... in pieno gelido inverno, uscivano a correre

    lungo la strada, sulla neve, in pantaloncini e ma-

    glietta...

    Mi fermo per qualche acquisto: una splendida ma-

    glia bike con il logo dellevento e un elmetto vi-

    chingo stampato sulla spalla destra e una maglietta

    di cotone con la stampa dei nomi di tutti i parteci-

    panti nel simbolo IM.

    Ritorno in hotel per preparare la bici, si consegna

    dalle 14 alle 18.

    Arrivo in zona cambio in bici, con zaino in spalla

    contenente borsa blu e rossa. Decido di arrivare da

    unaltra strada e mi tocca attraversare un bel pez-

    zo di sterrato appuntito, rischiando di compro-

    mettere i copertoncini prima della gara...

    Non c fila, siamo circa 400 partecipanti ma il

    grosso arriver pi tardi.

    Mostro il mio braccialetto, prendono nota e mi as-

    segnano un volontario tutto per me!

    Mark, cosi si chiama, mi accompagna per un giro

    turistico della spaziosa zona cambio, ricavata in un

    mega campo sportivo con prato finto ma comodo

    funzionale e pulito. Porta con se la busta traspa-

    rente copri-bici.

    Prima tappa il mio posto bike. Sistemo barrette e

    borracce, copriamo la bici, e ci spostiamo nella zo-

    na per la consegna della borsa blu (bike). Organiz-

    zazione impeccabile, dei numeri contrassegnano i

    gruppi di borse, io ho il pettorale 107 quindi sono

    nel gruppo 100 e seguenti, le borse sono disposte

    sul prato rigorosamente in ordine progressivo. Ci

    spostiamo nella tenda per il cambio, ampia, con

    molte sedie, mi illustra tutte le procedure. Poi ci

    dirigiamo verso la zona per le borse rosse (run). Mi

    mostra in dettaglio i vari ingressi e uscite per nuo-

    to, bici e corsa.

    Tutto lineare e tutto sommato semplice. C spa-

    zio a volont e comunque gli ingressi e le uscite

    sono piuttosto comode e vicine e facilmente iden-

    tificabili.

    A questo punto, dopo aver provato fisicamente e

    mentalmente un paio di volte tutto il percorso in

    zona cambio, mi dirigo verso la partenza nuoto.

  • Zona Cambio #5 - 22

    Qui hanno realizzato una spiaggetta appositamen-

    te per noi! Hanno rimosso sassi e vegetazione e

    per qualche metro hanno riempito con la sabbia.

    Hanno poi installato un piccolo pontile parzial-

    mente sommerso che dal lago ci conduce alla

    spiaggia in fase di uscita dal nuoto. Li lindomani

    troveremo dei volontari che alloccorrenza ci aiu-

    teranno ad uscire dallacqua. Io certe cose le ho

    viste solo nei video di Kona...

    Ci sono gi arco e bandierine, stanno completando

    linstallazione di altoparlanti e postazioni per spea-

    ker ecc. Faccio amicizia con un gruppo di norvege-

    si che poi mi ritrovo intorno in ogni dove fino a

    sera, e scherzando mi dicono si, ti stiamo proprio

    seguendo!. Facciamo qualche foto.

    Nel tornare a casa a piedi mi sono smarrita (come

    al solito) chiedo ad una ragazza e questa mi ac-

    compagna in auto, la mattina dopo usciremo quasi

    insieme dalla frazione nuoto. Lei principiante, ave-

    va esordito due settimane prima in uno sprint,

    avrebbe poi completato il 70.3 con un tempo di

    tutto rispetto...so norvegesi!

    Mi assalgono i dubbi, avr sistemato tutto in zona

    cambio sulla bici e nelle varie borse? Torno li al-

    meno altre due volte e ogni volta qualche atleta

    locale automunito mi riporta indietro.

    Stavolta ho sistemato proprio tutto, si certo ho

    lasciato le barrette attaccate alla canna della bici...

    aperte... sicuramente il giorno dopo saranno piene

    di formiche, pazienza. Avr ancora tempo per gli

    ultimi ritocchi prima della partenza.

    E lora del briefing, mi accomodo tra le primissime

    file nellauditorium con mega schermo e dopo un

    p mi accorgo di essere nel briefing in Norvegese,

    vabb resto, dopo qualche frase tutti ridono e io

    rimango li imbambolata... poi lo speaker, il mitico

    Paul Kaye dal sudafrica, ci parla in inglese e mi ria-

    nimo. A quel punto resto anche per il briefing in

    inglese, alla fine sono preparatissima!

    Nel mucchio ci sono parecchi vergini del 70.3 e

    molti di questi sono alla prima esperienza di tria-

    htlon in assoluto!!! Magnifici!

    Appuntamento per cena con Nic e team Brianza al

    Forno ristorante italiano.

    Carbo-load di pasta e via tutti a nanna.

    Per una volta non sono in ansia! Ho avuto un gior-

    no in pi per preparare tutto con calma, dormo

    piuttosto tranquillamente.

    Alle 5.30 tutti a colazione e poi fuori allangolo

    dellhotel, a prendere la navetta che era stata pre-

    disposta dallorganizzazione per raccogliere tutti

    gli atleti, facendo il giro delle principali strutture

    alberghiere, e condurci in zona partenza.

    Indossiamo le mute, depositiamo le borse bianche

    che i volontari poi ci faranno trovare allarrivo si-

    tuato in centro citt, e via tutti in acqua per qual-

    che bracciata di riscaldamento.

    Il lago ha una base melmosa, si affonda quasi co-

    me se fossero sabbie mobili ed tutto fangoso e

    scuro, eppure tutto ci sta e ci sta bene. Non una

    lamentela. Anche quello fa parte del contesto e ci

    piace, ci sentiamo molto avvolti e protetti e cocco-

    lati in ogni come. Anche quella melma, in fondo,

    morbida e vellutata.

    Il cielo grigio ma lacqua tutto sommato tiepi-

    da, 19 C, e a me sembrava anche di pi, sar che

    mi sono forgiata a Valencia il 4 marzo (circa 12 C

    spacciati per 14 C per farci partire lo stesso).

    Qualche bracciata, qualche chiacchiera con i nuovi

    amici e via ci si avvicina alla linea di partenza posta

    un po pi avanti nellacqua. E una festa di pubbli-

  • Zona Cambio #5 - 23

    co e lo speaker ci rallegra e ci carica per bene.

    Unimbarcazione vichinga con tanto di vichinghe a

    bordo ci saluta. Sparo del cannone. Partiamo! [link

    video]

    Per la prima volta ho nuotato sempre in compa-

    gnia, anzi sono uscita che ne avevo molti dietro di

    me. Incredibile! Non per mia aumentata velocit

    ma perch esiste al mondo chi in acqua pi tapa-

    scione di me.

    Cosi ho preso schiaffi, pugni, pedate in faccia, bene

    cosi! Nuotare insieme stato pi bello e so-

    prattutto nuovo per me, e forse mi ha anche spro-

    nato di pi, negli ultimi 700 metri ho addirittura

    accelerato per paura che mi stessi adagiando trop-

    po al gruppo.

    Difficile descrivere la festa dei volontari e del pub-

    blico quando sono uscita (non solo per me, per

    tutti dal primo allultimo) applausi, batti il 5, un

    corridoio di persone che ci ha accompagnato fino

    in zona cambio.

    Arrivo in transizione e si avvera quello che Nic mi

    aveva anticipato! Un gruppo di volontari mi atten-

    de per togliermi la muta.

    Si fa avanti un vichingone bello come il sole, spal-le ad armadio, possente, e mi dice buttati sul prato che ti spoglio io!.

    Ho pensato ma quando mi capita pi?. E ho

    obbbedito.

    Il vichingo mi ha strappato via la muta in un batti-

    baleno e mentre io fantasticavo sul seguito mi ha

    riportato alla realt indicandomi dove recuperare

    la borsa blu e via verso il tendone per cambiarsi.

    Sotto il tendone cera un po di ressa cosi mi sono

    fermata fuori. Subito una volontaria si avvicinata

    per offrirmi aiuto. Ho indossato quello che mi ser-

    vita e stavo per riporre muta occhialini e cuffia nel-

    la borsa blu ma lei mi ha sollecitato vai, ci penso

    io a mettere tutto a posto!.

    Via verso al bici e verso luscita. Salto su e pedalo

    tra le incitazioni di un pubblico favoloso e gli scatti

    dei fotografi!

    In bici mi superano quasi tutti quelli che avevo la-

    sciato indietro nel nuoto... complice un problemi-

    no tecnico (la scusa...): nei primi 10 km andava via

    la catena e da principiante quale sono, per ri-

    metterla in sede dovevo fermarmi a volte addi-

    rittura capovolgere la bici inzaccherandomi le mani

    di grasso... per poi passarmele sul viso...

    Perdo secondi preziosissimi ;) e molti si avvantag-

    giano per sorpassarmi ;)

    La cosa va avanti cosi fino al 50km, poi decido di

    lasciare la corona grande davanti, sia in salita che

    in discesa, e via! Avevo paura che si rompesse la

    catena, sentivo rumori strani, sicuramente frutto

    delle mie paure da principiante.

    La frazione bici stata tutto un viaggio in paradiso.

    Monti, laghi, mare, scenari mozzafiato! Dopo il

    nuoto si anche aperto il cielo e un sole radioso ci

    ha accompagnato fino a notte fonda! La tempera-

    tura era gradevole.

    Lungo i 90 km il paesaggio era costellato di tipiche

    casette norvegesi, in legno, bianche o rosse, spic-

  • Zona Cambio #5 - 24

    cavano tra il verde di prati e alberi.

    Ogni famiglia si era raccolta lungo le strade (oltre

    ai volontari) per applaudire e fare la hola.

    Molti avevano disposto poltroncine e sdraio e bibi-

    te fresche per godersi lo spettacolo del nostro pas-

    saggio, dal primo allultimo. Mai stanchi di alzarsi

    in piedi e spronarci Heya! Heya! (forza forza!)

    Tutti, dai pi grandi ai pi piccoli. Non sono mia

    stata sola! Ho amato ogni singolo spettatore per i

    loro sorrisi e la gioia e lammirazione che comuni-

    cavano. Non unauto lungo il percorso, ottimo la-

    voro dellorganizzazione ma anche ottima ospitali-

    t da parte della popolazione. E vero, in quellarea

    la densit abitativa bassa, eppure sembravano in

    tanti ad acclamarci, non una parola o uno sguardo

    di insofferenza per non poter circolare lungo il per-

    corso.

    Al ritorno in paese cera una mamma in bici sul

    marciapiede, e dietro questa fatina bionda picco-

    lissima. Avr avuto 3 anni, sulla sua mini bici rosa.

    Mentre arrivavo si fermata, mi ha urlato Heya,

    heya! con quella vocina che solo le fatine sanno

    avere, e poi mi ha battuto le manine. La prossima

    volta che mi capita mi fermo e me la mangio!

    Mi ha sciolto il cuore.

    Il percorso bici di poco pi di 90 km per me stato

    relativamente semplice. Forse lesperienza a Idro-

    man mi ha cambiato la prospettiva sul concetto di

    salite e discese... Gli altri atleti ben pi esperti di

    me hanno dichiarato che non era semplice come si

    pensava. La strada pure essendo perfetta e priva di

    buche aveva quel tipo di asfalto un po granulare

    grosso, che rallenta e affatica un po... sar che io

    andando paino queste sottigliezze nemmeno le

    noto. E poi tutti quei su e gi, e poi su e gi, mai

    pendenze impossibili ma continue, non facevi in

    tempo a scendere sfruttando la forza di gravit che

    gi si risaliva.

    Arrivo dunque in zona cambio. Neanche fossi una

    elite, un volontario mi prende la bici dicendomi

    che me la sistema lui al posto 107 e un altro mi

    porge la borsa rossa run, chiedendomi se serve

    aiuto. Mi cambio le scarpe, giro il pettorale, poso il

    casco e gli occhiali, il volontario mi suggerisce di

    tenere gli occhiali visto il sole e me li porge, li

    prendo e via! Verso nuove avventure.

    Si corre per circa 1 km dalla zona cambio per giun-

    gere nel circuito di 10 km da ripetere due volte, in

    centro Haugesund. Finalmente! Gli accompagnato-

    ri di altri atleti mi adottano e prendono ad incitare

    anche me chiamandomi per nome e urlando

    Italia!. Passiamo 5 volte in zona arrivo e li tra

    speaker e pubblico mettiamo le ali e acceleriamo

    carichi dellenergia che ci tramettono le persone.

    File di bambini hanno le manine pronte per batte-

    re il 5, mi abbasso un e po e rallento (come se po-

    tessi rallentare ancora di pi...) per non mancarne

    nemmeno uno a destra e a sinistra! E una felicit!

    Da un terrazzo una simpatica coppia ha predispo-

    sto una pompa per rinfrescarci, chi vuole passa

    dalla strada al marciapiede e si gode la doccia! Ci

    sono ristori e spugnaggi fornitissimi di ogni cosa

    fino alla fine. Lungo tutto il percorso bici e corsa i

    volontari, addestratissimi, sono pronti in lunghe

    file con braccio teso verso la strada per agevolarci

    la presa di borracce e gel e banane ecc.

    Nella mia breve esperienza non ho mai sperimen-

    tato unorganizzazione talmente impeccabile, al di

    sopra di ogni aspettativa. E non si trattato solo

    dellorganizzazione, stata soprattutto la passione

    di ogni singola persona che ha reso tutto perfetto.

    E poi gli altri atleti, tutti, sono stati semplicemente

  • Zona Cambio #5 - 25

    amabili. Di supporto leale e regolare gli uni con gli

    altri, e di rispetto dal pi forte al pi lento.

    Il percorso run non era piatto come succede in ge-

    nere... per passare sulle strade parallele di andata

    e ritorno cerano degli strappettini, certo i runners

    seri nemmeno se ne accorgono, io si. E devo dire

    che preferisco cosi, le strade piatte sono noiose.

    Almeno quando sei in discesa un po rotolo... quasi

    come in bici.

    Finito lultimo giro ammetto che ero un po prova-

    ta ma come sempre, alla vista dellarco di arrivo,

    non ho capito pi nulla, e sono partita per il classi-

    co supersprint finale da centometrista :O. Ho ta-

    gliato il traguardo tra lentusiasmo della folla (

    raro per me avere un pubblico, quando arrivo io

    spesso hanno gia smontato larco...). I volontari

    nel mettermi la medaglia al collo, dichiarano che

    stato larrivo pi veloce di tutta la gara (inteso co-

    me ultimi 100 metri) . E lo speaker annuncia

    you are an ironman 70.3!. Tripudio!

    Proseguo in preda alla felicit verso larea ristoro e

    massaggi. Sono due passi dallhotel, doccia rigene-

    rante, e poi gi a guardare gli altri che arrivavano e

    a farsi i reciproci complimenti con gli altri atleti.

    Maglietta di finisher preziosa, tecnica, verde e

    arancione, con logo del 70.3 Huagesund. La porte-

    r con orgoglio, come tutti gli altri, con la medaglia

    enorme al collo. Bella anche quella, sopra hanno

    raffigurato la mappa dei paesi nordici con la Nor-

    vegia evidenziata e un bel 70.3 arancione in rilie-

    vo.

    La sera mega party! Abbracci e felicit per tutti.

    Ogni cosa e stata fatta in grande, senza lesinare su

    nulla.

    A mezzanotte e oltre, si va a nanna, stracotti e ab-

    bronzati a strisce.

    Lindomani giornata di relax shopping, ritorna il

    grigio e la pioggerellina ma sembra di stare sem-

    pre in paradiso.

    Ho riso per tutto il viaggio di ritorno.

    Siamo a Pisa, recupero lauto e mi dirigo verso Ro-

    ma. La favola finita, si ritorna alla vita quotidia-

    na, stanca e appagata, sicura di voler tornare in

    Norvegia, luogo dellevento pi bello che far pre-

    sto il sold out.

    Questa gara ci ha portato bene, tutti gli atleti con

    cui ho parlato ne hanno tratto gioia e soddisfazio-

    ne, e miglioramenti sui propri tempi, o semplice-

    mente hanno portato a termine unimpresa che

    temevano fosse al di sopra della loro portata. Io

    credo che il clima, la gente, lorganizzazione, i vo-

    lontari, il contesto, la bellezza dei luoghi, tutto...

    abbia contribuito profondamente a questi succes-

    si, mettendoci in quella condizione mentale co-

    struttiva di raggiungere un obiettivo per noi e per

    chi ci sta intorno.

    Se avete voglia di un 70.3 del circuito, fuori dallI-

    talia, e tutto sommato non lontanissimo e abbor-

    dabile con un po di pianificazione, questo da

    non perdere!

  • Zona Cambio #5 - 26

    Prover a spendere due parole con la mano sul

    cuore cercando di prendere la parte di qualcosa che per molti in-

    difendibile, ma soprattutto senza voler minimamente sminuire le

    altre gare in Italia (da almeno 3 anni non salto il C.I. lungo/medio), i

    nuovi progetti (Challenge Rimini, sto raccogliendo le risorse per es-

    sercic Macca!) o le gare storiche (Elbaman la gara pi bella

    dItalia).

    PERCHE BISOGNA TORNARE A PESCARA NONOSTANTE LE MILLE

    CAPPELLE ORGANIZZATIVE?

    Perch basta leggere i blog di chi ci stato questanno ed i relativi

    commenti, tutti i finisher sono felici come bambini, hanno gi di-

    menticato gli intoppi.

    Perch ora che ci penso io mi sento come quando da ragazzino tor-

    navo dalla gita scolastica in primavera, profondamente inebriato,

    innamorato e tanto rincretinito.

    Perch stata la mia gara-riscatto.

    Perch sen lIronman 140.6 in Italia non lo avremo maie noi ce

    la meritiamo la Gara con il pallino.

    Perch levento con il pallino smuove la folla, tanta e crea il movi-

    mento anche per le altre gare simili in Italia quanti medi ci sono

    Perch la ZEROedition, un privilegio oltre che un

    onore esserci alla prima edizione di qualsiasi gara, circuito, edizione,

    manifestazione ed un giorno raccontare ai propri nipotiio cero!.

    Perch anche se non lo stesso giorno di Pescara ci va vicino e la

    guerra tra WTC e Challenge si sposta anche in Italia e la concorren-

    za la maggior parte delle volte sinonimo di far bene, organizzare be-

    ne, rasentare la perfezione.

    Perch Rimini una garanzia! Mondiali di duathlon su tutto e poi gare

    con grandi numeri organizzate in maniera impeccabile, sempre.

    Perch Rimini, Rimini sempre sinonimo di divertimentocavolo

    sono sempre stato bene in quella cittsempre!

    Perch a Rimini si mangia alla grande!

    Perch ai Challenge non c lo stress della qualifica, delle slot

    Perch la bici non affatto piatta, anzi.e finalmente sar quasi certo

    che gli sciatori si attaccheranno al(tram?)

    Perch si va sulle salite dove si allenava Marco Pantani.

    Perch qualcuno vorr provare a battere il tempo di Alessandro Ales-

    PERCHE ANDARE A RIMINI...

    PERCHE TORNARE A PESCAR

    A... di Luigi Orlando Magic

    trifunlife.blogspot.com

    Ironman 70.3 Pescara vs Challenge Rimini

  • Zona Cambio #5 - 27

    stati questanno! E sono andati tutti alla grande!

    Perch Pescara stata una citt fantastica!

    Perch i percorsi erano veramente belliun bel po pi lunghi, ma ve-

    ramente belli!

    Perch, vuoi mettere la finish line sulla spiaggia? (.miglioratelo larri-

    vo per!)

    Perch cera un pubblico fantastico che incitava chiunque, come deve

    essere in queste gare!

    Perch guardando le foto della gara sfido chiunque a confutare che

    potrebbero essere state a fatte a Miami, ad esempio!

    Perch stata la gara-battesimo per tanti neo-finisherper altrettanti

    giusto che continui ad esserlo!

    Perch ho visto la gente felice e sorridente anche con la maglietta fini-

    sher del Decathlon e la coca cola calda in manoe la doccia ghiaccia-

    ta.!

    Perch il prossimo anno al pasta party ci metteranno gli arrosticini al

    posto di quel tortino agli spinaciVERO?

    Perch il prossimo anno ci daranno uno zaino cos tecnico che potre-

    mo andare in Nepal solo con quello in spalla! e la maglietta finisher

    di Prada!

    Perch il mezzo flop organizzativo c stato questanno, non lanno

    scorso non possono fare peggio il prossimo anno!

    Perch sono stati sommersi dalle proteste, si prenderanno le loro re-

    sponsabilit e ci daranno una gara perfetta!

    Perch sbagliando simparae sbaglia chi fa, non chi non fa nulla!

    sandri su Strava 1h e 42m!!!

    Perch c MACCA ragazzi!

  • Zona Cambio #5 - 28

    SW

    IM

    allenamento

    condominiale Splash. Nell'avanti e indietro del riscaldamento ela-boro l'allenamento clorato di oggi.

    Prima inquadro il problema: infilare una sequenza di vasche a ritmo costante poco stimolante per il fisico e per la crapa.

    Poi mi pongo un obiettivo: rendere piacevole l'ora di piscina traendone il massimo beneficio allenante.

    Non mi resta che mettere a punto la strategia.

    Devo riuscire ad associare ogni serie di ripetute ad uno dei miei condmini.

    La signora dell'interno 1 catalizzer i pensieri dei primi cento metri. Finalmente nella seconda serie potr dire in faccia al rompicoglioni dell'interno 2 cosa penso di lui. E cos via.

    L'unico rammarico sar non riuscire ad arrivare dal co-glione dell'ultimo piano, ma ventiquattro interni sono troppi per il mio attuale livello di allenamento.

    La serie pi veloce? Quella corrispondente alla famigliola di pakistani: c'era una puzza di aglio che non vedevo l'ora di uscire da quella casa.

    bradypusrunner.blogspot.com

    di I

    ron

    Bra

    dy

  • Zona Cambio #5 - 29

    BIK

    E

    Ho usato parecchi siti e programmi

    vari per registrare gli allenamenti.

    Non che poi andassi ad analizzarmi i

    dati, sono troppo caciarone da accon-

    tentarmi solamente di vedere le mie

    prestazioni.

    Ho usato Mapmytri, ma in pratica in

    Italia ero l'unico, poi sono passato a

    Daiilymile, simpatico ma molto molto

    semplice.

    Alla fine sono approdato, dopo aver

    letto una recensione in cui ne parlava-

    no come "la miglior applicazione per il

    ciclismo", su Strava.

    Innamorato subito.

    La cosa spettacolare questa.

    Caricate i vostri dati dell'allenamento

    (o li registrate in diretta con un iPho-

    ne, se ve lo portate dietro negli allena-

    menti) ed il sito riconoscer automati-

    camente ogni salita che avete affron-

    tato, inserendovi in una classifica con

    tutte le altre persone che sono passa-

    te per quella salita.

    Anche per i meno com-

    petitivi scatta subito la

    scintilla per cercare as-

    solutamente di fare

    qualche secondo in me-

    no per poter scavalcare i

    vostri amici e magari

    guadagnarvi l'ambito ti-

    tolo di King Of Moun-

    tain.

    Poi naturalmente c' chi

    va a cercarsi le salite pi

    sconosciute per essere il

    KOM di quella salita, ma

    quando in classifica c' una sola per-

    sona il titolo vale un po' meno...

    Potete inoltre anche creare i vostri

    "segmenti" non necessariamente in

    salita, per vedere, ad esempio chi ha il

    miglior tempo su quei 5km

    piatti...o chi ha fatto meglio una

    discesa...

    Insomma, una bella invenzione.

    Naturalmente abbiamo creato

    anche il gruppo di Zona Cambio.

    Provate a fare meglio di noi ades-

    so!

    (N.B. registrando i dati usando la

    macchina al posto della bici fun-

    ziona lo stesso, ma poco sporti-

    vo...)

    Strava di Stefano La Cara Strong

  • Zona Cambio #5 - 30

    RU

    N

    Quando corro non posso assolutamente uscire senza

    i miei accessori preferiti, che sono:

    Occhiali

    MP3

    Guanti (nel periodo freddo)

    Scaldacollo (sempre nel periodo freddo)

    Cappello (versione estiva o invernale)

    Orologio

    Quest'ultimo scontatissimo, come uscire a correre senza orologio? Ma... c' un ma.

    Una volta bastava un semplice orologio al quarzo che avesse il cronometro e via, start quando si partiva, stop quando ci si

    fermava, adesso non pi, ma che scherziamo!

    Quasi tutti gli orologi oggi hanno il GPS incorporato, ti conta i km fatti, il passo, i battiti, le calorie bruciate, la media, il passo

    istantaneo, il battito medio, quanti satelliti sono collegati, il tracciato, l'auto lap, l'auto start, l'auto stop... tutto insomma,

    questo GlobalPositionSystem alla fine ti fa sentire un GlobalPirlaSystem.

    Esci a correre, rilassato e spensierato, ma quando premi il tasto Start un brivido ti percorre lungo la schiena, l'ansia da pre-

    stazione si impadronisce di te, e cominci a correre guardando il display con il sudore che, gi nei primi 50metri, scende dalla

    tua fronte. Torni a casa esausto, non per la corsa, ma per lo stress, scarichi freneticamente i dati sul computer per vedere

    che: oggi hai corso 10km alla media di 5min al km, il passo pi lento stato di 12min/km, il passo pi veloce? 2,1min/km!

    di Gianluca master Runners Simei

  • Zona Cambio #5 - 31

    h bene! Sta per iniziare la stagione

    2013, sar meglio del 2012 ne sono

    sicuro, anche perch i particolari pro-

    blemi avuti nel mio primo iIonman,

    ops! triathlon long distance, ( un Challenge e la WTC

    non vuole che si usi quel nome li, anche se la distanza

    la stessa!!), li ho messi apposto durante le settimane

    di scarico e/o ferie sportive, un piccolo intervento chi-

    rurgo e si sta moooolto piu' liberi e leggeri!

    Sto proprio bene, il mese di stop ha portato grandi

    frutti, i muscoli e la testa stanno benone, e son felice

    anche perch una nuova sfida si preannuncia per il

    2013, trovare i soldi per il secondo, anzi prima iscrizio-

    ne al IM, primo perch la mia prima gara del 2013 non

    sar un Ironman ma un Irconcat, sulla stessa distanza

    ma non sotto WTC, non si chiama Ironcat per far con-

    tento il mio gatto (ho provato a dirgli dell'iscrizione ma

    non gliene fregava molto....) o la popolazione felina e

    ne tanto meno si vince un gatto di ferro, si chiama cosi

    perch viene fatto tra Valencia e Barcellona, e quin-

    di??? e quindi in CATaluna! Discorso intricato ma con

    un senso.... oh almeno spero!

    Per il resto, tutto scorre bene gli allenamenti vanno

    alla grande, son contento di vedere che anche la sfiga

    non mi lascia, e come sempre si fa sempre avanti nei

    momenti migliori.

    Non so se succede anche a voi ma a me di solito esce

    fuori dopo una bella serie di allenamenti, quando mi

    sento veramente in forma, ecco in quel momento li

    so che c' qualcosa dietro l'angolo, che si far vedere

    dopo l'ennesimo allenamento riuscito bene: avete

    dimenticato le chiavi in casa e nessuno vi pu aprire

    ( inverno e sono 2-3 gradi!) e vi beccate l'influenza,

    al lavoro hanno deciso di mandarvi a fare un corso in

    un qualche posto dimenticato quindi niente bici e

    nuoto e siete fortunati se riuscite a fare 30 minuti di

    corsa senza che qualche macchina vi uccida, avete

    dimenticato il Garmin al lavoro ed venerd sera,

    quindi i vostri prossima 4-5 allenamenti (i pi lunghi

    perch fatti nel fine settimana) li fate al buio, o anco-

    ra meglio, il caricatore rimane in ufficio e il vostro

    Garmin con voi ma completamente scarico, vi pren-

    de una rettoragia che vi costringe in ospedale 2 giorni

    e ti chiedi se la causa sia la sella troppo dura.....

    Insomma si mette apposto una cosa e se ne rompe

    un'altra, ma basta farci sopra un sorriso ed andare

    avanti, mica ci spezziamo, siamo di Iron (sperando

    che la WTC me lo permetta ;-) )

    di M

    arco B

    ucci

    thewaytomyfirstironman.blogspot.it

  • Zona Cambio #5 - 32

    Piove stamattina, o forse no. Nevica. Il fatto che il parabrezza della macchinina gelato un segnale importante: non sar bello uscire per lallenamento di bici che avevo previsto.

    Tempo per la bici ne ho talmente poco, che mi spiace rimandare, dato che co-munque si tratta di rimandare a beh, a marzo!! Ma il problema non sussiste, per il triatleta, con lallenamento indoor.

    Si pu correre, pedalare e nuotare sempre, a qualsiasi ora (beh, orari del cen-tro sportivo permettendo, ovvio..!) e con qualsiasi tempo (posto che ci si arri-vi, con forti nevicate e raffiche di vento da uragano, magari anche no, meglio desistere).

    Perfetto, allora si parte. Sgelata la macchinina, sacca nel baule, anzi no, sul sedile anteriore che pure la serratura del baule si ghiacciata, son pronta. De-stinazione palestra, col borsone pieno di attrezzi.

    Non si sa mai.

    Meglio non fidarsi, magari la piscina chiusa, allora corro, magari le bici sono in manutenzione, allora nuoto. Pronta a tutto, come Rambo!

    INDOOR E MEGLIO INDOOR E MEGLIO o fo

    rse no

    ... di Semper Adamas

  • Zona Cambio #5 - 33

    Luci e colori, un caldo tropicale e un fracasso che si potrebbe definire lon-tanamente musica mi assalgono al mio ingresso. Ma io, che ho sfidato le colline di Pe-scara in bici, mica mi spavento e in poco pi di cinque minuti son pronta per la bici.

    Anche altri insieme a me, per, e son tanti... Infatti dopo venti minuti di pedalata forsennata listruttore viene a vedere perch non scendo dalla sua benamata bike.

    Mi sto allenando gli spiego col fia-tone dellennesima ripetuta fuori sel-la.

    Eh, ma qui c una fila di gente che ha bisogno della bici. Dietro di me, una coda di cinque persone. Ma tutti qui, dovete venire a rompere i maro-ni?!

    E vabb, facciamo buon viso a cattivo gioco e simuliamo un combinato, che tanto per una buona mezzoretta in sella son riuscita a starci. Come ini-zio, va benone, mi convinco. Col body da tri grondante di sudore

    (lambiente palestra simula un allena-mento a Lanzarote, ma senza gli effetti benefici del vento) mi fiondo sullultimo tapis disponibile. C un tizio che si aggira l accanto, in ma-glietta della squadra di calcio del cuo-re e calzoncini da basket, che lo os-serva come si osserva un animale esotico. Ogni tanto lo tocca, come a sincerarsi che sia proprio vero.

    Con una spallata maldestra lo allon-tano e salgo sopra al tapiru. Ehi mi apostrofa cero prima io!!.

    Borbotto qualcosa in una lingua che potrebbe essere sanscrito antico o magari russo moderno.

    Ah, ok... Ok, ho capito si arrende e mi lascia salire, ma non cessa di os-servarmi. Salgo e accendo il male-detto affare che mi parte da sotto i piedi con unaccelerazione di 8 G e mi sembra di stare un su MIG che de-colla Il tipo si allontana impaurito, non sia mai che gli volo addosso.

    Ok, son partita. Adesso non mi fate pi scendere, penso.

    Maledetto inverno!!

    Ma mi ci devo abituare, se voglio nuota-re (bella forza, a meno che non mi vo-glia infilare in qualche gelido torrente, qui non c altro a disposizione che pi-scine), se voglio pedalare (sullasfalto ghiacciato potrei mettere in serio peri-colo la mia stessa sopravvivenza) e se voglio correre (mmmm e qui, possia-mo ancora giocarcela).

    Si, mi ci devo proprio abituare, perch lanno prossimo, a settembre, mi aspetta lElbaman. Servizio completo: 3,8 km nuoto, 180 km in bici e 42,195 metri di corsa. meglio farsi trovare pronta, per quanto comincio a nutrire seri dubbi che non sar mai abbastanza pronta

    Ma chiss? Ess

    Francy goes to Elba..!

  • Zona Cambio #5 - 34

    @MarcoSelicato Le perle di Marco

    Per fare un grande salto necessaria una grande rincorsa

  • Zona Cambio #5 - 35

  • Zona Cambio #5 - 36

    intervista ad

    di stefanolacarastrong Andrea DAquino

    Atleta di punta del triathlon italiano. Pluri vicecam-pione Italiano e campione a squadre. Il nostro Cara-biniere si sottoposto alle domande dei lettori del blog (che questa volta hanno tirato fuori il vera-mente il peggio), stando al gioco e dimostrando tutta la sua simpatia!

    Ecco quello che ne uscito fuori...

    1.Perch stai perdendo tempo con noi? Mi hanno detto che fare volontariato ogni tanto da soddisfa-zione!

    2.Qual il tuo soprannome? Ne ho un po': ca-gnaccio, daq, harris (per la passione per il metal e hard rock)

    3.La scusa preferita per non allenarti? Ammetto che non ne ho mai usate molto di scuse per non al-lenarmi. Da piccolo sicuramente il mal di testa per non nuotare!

    4.Qual la triathleta pi figa? Quando iniziai a fare triathlon mi colp molto Annie Emmerson http://annieemmerson.co.uk/

    5.Ed il triathleta pi brutto? L'uomo scimmia Bru-no Pais

    6.(da Luigi Magic) Giacch siamo tra "pochi" intimi qui, ti andrebbe di dirci esattamente cosa ti passato per la testa quando il giudice a Varano

    non voleva farti entrare in Zona Cambio per le ap-pendici che sporgevano oltre le leve dei freni? Dentro di me ridevo, e non avevo la forza di contro-battere vista la sicurezza del giudice rigurado al re-golamento. Fortunatamente intervenuto un altro giudice prima che iniziassi a proferir verbo :p (ma che ***** dici!!)

    7.(da Loredana) Qual la pi bella barzelletta sui Carabinieri che conosci? Siamo in Sicilia, un auto-mobilista vede dei carabinieri ad un posto di blocco che mettono il dito nei serbatoi delle auto e poi se lo leccano. Ma che cosa state facendo dice l'auto-mobilista ai carabinieri e i carabinieri, gli ordini so-no chiari, dobbiamo fermare tutte le macchine che vanno a Marsala.

    8.Qual la cosa pi buffa che ti successa in alle-namento o in gara? Penso quella capitami in T1 allo sprint di Levanto. Arrivato davanti alla bici, ho tirato gi la muta, ma oltre al neoprene mi si sfila-to completamente anche il body! Per fortuna avevo sotto il costumino!! Ancora non ho capito se mi fos-si dimenticato di tirare su le spalline del body oppu-re se fosse sceso perch aperto dietro....boh...atti osceni in luogo pubblico evitati per un pelo

    9. (da Eagleyes) raccontaci brevemente la tua

    giornata tipo cercando di soffermarti un p di pi

    su alcuni aspetti salienti come ad esempio quante

    volte al giorno vai al bagno e soprattutto quante

    volte trombi? Periodo invernale: Sveglia 8-8.30

    bagno, colazione, allenamento 1 (se corsa, ancora

    bagno prima o durante), pranzo, nuoto (pisciata in

    vasca), palestra o rullo, cena, bagno

    10 (da kipudda) tu hai fatto sia olimpici che di-stanze pi lunghe, secondo te i piedi e le scarpe puzzano di pi al termine di un olimpico breve ma intensissimo, o al termine di un 70.3 meno intenso ma lungo? Mmmh, aromi diversi, ma direi olimpico, perch nei 21km io metto le calze :p

    11.Film preferito? Johnny Stecchino

    12.Disco preferito? Ufffffffff difficile.... The ultima-te sin di Ozzy Osbourne, Sin after sin dei Judas Priest, Highway to hell dei Ac/Dc

    13.Come si supera una crisi in gara? Tenendo du-ro con la testa, a volte superando le difficolt poi si trovano nuove energie nel taschino e si realizzano cosi le prestazioni!

    14.(ancora da kipudda) voi del circuito ITU siete definiti la formula 1 del triathlon. Hai mai avuto tra le mani un'ombrellina di quelle che si trovano sulla griglia di partenza? Mai! Molto meglio in Italia dove qualche miss alle

  • Zona Cambio #5 - 37

    premiazioni presente, o le ragazze pon-pon di Rapperswill e di Monaco anni fa! :)

    15.Il tuo peggior rivale sportivo? Beh visto che sono stato vice-campione italiano di sprint e al-tre 2 volte vice- campione di olimpico.....ti dir Alessandro Fabian!

    16. (sempre da kipudda) a letto sei pi da super sprint, sprint, olimpico, o 70.3? C' qua di fianco la Mussolina che mi dice di non spa-rare cazzate!! restiamo sull'olimpico o sui 2 sprint dipende dall'ispirazione

    17.(da nonno Fausto) Chi perde tempo a fare triathlon, lo fa perch non ha un cazzo di me-glio da fare? Esattamente!!

    18.(da Ironmanzi) quanto ti ha pagato Stefa-no per farti riempire di cazzate da una banda di TriPIRLA? Mi ha promesso la maglia da ci-clismo del Panda!

    19.(ancora Ironmanzi) Cosa hai pensato du-rante la frazione run di Varano quando hai incrociato Stefano Er Panda? (meno male che sono quasi estinti)? Credevo di avere le visioni e di essere un po' in crisi! Poi nel dopogara l'ho rivisto e ho capito il perch l'hanno abbando-nato!

    20. (da Rocha) cosa pensi dentro di te quando vedi ultraquarantenni che si credono atleti e che concludono soffrendo uno sprint in un'ora

    e mezza oppure un olimpico in tre ore ? Since-ramente ho il massimo rispetto perch al loro posto non so se ci riuscirei; non parliamo degli IM finisher...massima stima

    21. (da Giustiano) Andrea, se ti succedesse una cosa del tipo Raggiro di pensionati. Andrea, in divisa durante un'indagine dei carabinieri, avvi-cina una signora anziana del quartiere

    "Signora perdoni: ha visto passare qualcuno di sospetto negli ultimi giorni?" E lei "DA QUI NO...." LA prima cosa che pensi : A-La signora non ha visto passare possibili malfattori B-La

    signora mi ha riconosciuto (cazzo so' figo) La risposta A!! Non sai quante vol-te al liceo, appisolato, nella lettura la prof dice da qui e subito attacco di panico!

    22.(da Beppe) "Un atleta di alto livello co-me te quanto tempo "Stacca la spina" in un anno?Nel periodo di transizione a che cosa ti dedichi?" Dalle 2-3 settimane, a volte an-che nel periodo di fine luglio/agosto. Faccio quello che pi mi rilassa....quindi varia mol-to, viaggiare o stare a casa, uscire con gli amici. Sicuramente apprezzo la liber di non avere orari da rispettare!!!!

    23.(sempre Beppe) Quando nuoto sono

    distratto dalle ragazze in costume, quando

    pedalo sono distratto dalle ragazze che mi

    precedono e quando corro rischio di cadere

    distratto da incantevoli dondolii .... forse

    per questo che non valgo un cazzo nel tria-

    thlon ? Ahahah! A nuoto va bene, in bici e

    corsa limitati al riscaldamento defaticamen-

    to (doppiaggi in pista) e vedrai i miglioramenti

    25.Un saluto ai lettori Grazie ai lettori e agli autori

    che ci fanno sempre sorridere !

    www.daquinobros.com

  • Zona Cambio #5 - 38

    Officina Zen Officina Zen OVVERO LARTE DI INTOPARE BICICLETTE ED ALTRE COSUCCE DELLA QUOTIDIANEITA

    di Giovanni Lazzari (vulgo Carlo)

    Avvertenza: lautore declina ogni responsabilit per quello che potrebbe accadere ad ispirarsi a quanto da lui scritto

    PRIUS NON NOCERE PRIUS NON NOCERE PARTE II

    prosegue dal numero precedente (cos ve lo andate a rivedere)

  • Zona Cambio #5 - 39

    8- Non dite mai: meglio mezzo giro di chia-

    ve in pi. Sar quello che vi spezzer la

    chiave o roviner il pezzo...se potete usate

    le chiavi dinamometriche.

    9- Se un bullone non si svita non montate

    in piedi sulla chiave: o si spezza la chiave o

    si spezza la caviglia. Intanto controllate

    che stiate girando in senso antiorario

    (attenzione al pedale sinistro che si svita in

    senso orario), poi utilizzate lo sbloccante

    facendolo agire per diversi minuti.

    10- Questa difficile: il cambio ha due viti

    di blocco. Se allentate quella che impedi-

    sce alla catena di uscire dal pignone pi

    grande, nel momento in cui cercherete il

    28 su un pacco 12-26, un raggio catturer il

    braccio del cambio sbarbandolo dalla pen-

    dina (piccolo pezzo di metallo, avvitato al

    telaio, su cui poi avvitato il cambio). Nel

    migliore dei casi riuscirete a fermarvi pri-

    ma dell'irreparabile, nel peggiore prepara-

    tevi a ricomprare cambio, catena, raggio e

    pendina... dopo la dimissione dal pronto

    soccorso!

    11- Se bucate, non abbiate fretta di cam-

    biare la camera daria. Se non rimuovete

    la causa potreste continuare a bucare fino

    a quando non le avete terminate (le came-

    re daria). A volte l'oggetto appuntito sul

    cerchio, non nel copertone!

    12- Quando cambiate la camera d'aria con

    una nuova non limitatevi a srotolarla ma

    gonfiatela un po' . In questo modo si evita

    di perdere tempo montando una camera

    difettosa, gi bucata perch sono tre anni

    che la tenete nel borsello sotto sella.

    Quando ne avete verificato la tenuta, inse-

    ritela leggermente gonfia nel copertone

    con la valvola gi infilata nel cerchio. Poi

    richiudete il copertone resistendo alla ten-

    tazione di usare il cavafascioni quando in-

    contrate resistenza. La pinzatura quasi

    sicura.

    13- Non spruzzate olio sulla catena come

    se fosse un'insalata. Quello che avanza ca-

    de sul cerchio poi sporca le pastiglie dei

    freni... Il resto provate ad immaginarlo.

    Usate un pennellino.

    14- Nel tagliare una guaina del freno o del

    cambio, prendete bene la misura e so-

    prattutto sfilate il cavo. Se la guaina non si

    taglia bene e fa resistenza alla pin-

    za...dovete ricomprare un nuovo cavo.

    15- Nel fissare il cavo alla pinza del freno,

    ricordatevi di metterla in tensione prima

    di stringere il bullone. Poi provate a frena-

    re sul banco di lavoro, quindi a terra senza

    salire sulla bici e infine sul vialetto di casa.

    Se la bici si arresta, potete usarla anche in

    strada. Col tempo proverete a saltare al-

    meno uno dei passaggi intermedi, ma mai

    la prova nel vialetto!

    16- NON PENSATE CHE AVENDO LETTO

    QUESTE RIGHE, NON COMMETTERETE GLI

    ERRORI DESCRITTI!. SOLO LESPERIENZA

    PERSONALE VI PORTER SULLA VIA DELLA

    PERFEZIONE.

    bicifissaviareggio.blogspot.it

  • Zona Cambio #5 - 40

    I test di Zona Cambio di Ciro Foster

    cirofoster.blogspot.com

    SCHEDA TECNICA

    Tecnologia FORMOTION per un ap-

    poggio ammortizzato (la parte

    Di scarpa sul tallone si piega legger-

    mente in modo elastico ad

    Ogni falcata)

    - Contenitive

    -Neutre ma anche nella versione anti-

    pronazione Cushion

    Ad

    ida

    s R

    es

    po

    ns

    e 2

    1 Ero entrato dritto come un fuso per comprare le nuove Adidas Supernova Glide 4, ma non appena le ho indossate mi sono sentito poco protetto, non cos confortevole come con le

    'vecchie' fantastiche Glide 2, da mettere sotto teca di vetro antiproiettile visto la loro versatili-

    t e il loro aiuto a portare a casa le gare run pi lunghe.

    Avevo letto in vari dei nostri blogs che l'Adidas aveva fatto un bel salto, cambiando o forse an-

    che stravolgendo la comoda e sicura calzatura nata per runners neutri ma col massimo am-

    mortizzamento. Infatti, dovendo correre a Firenze la Maratona, non mi sembrato il caso di

    rischiare con le 'secche' Glide 4.

    Al contrario, non appena ho calzato le ADIDAS SUPERNOVA RESPONSE 21 (si, avete capito be-

    ne, 21 restyling), la sensazione stata subito quella del massimo ammortizzamento con il

    massimo contenimento dell' avampiede e, ad una prima prova di camminata anche di un peso

    non eccessivo, sebbene le Response 21 e le Glide 4 si equivalgano con un peso dichiarato di

    338gr.

    L'euforia di aver trovato una scarpa reattiva ma anche 'sicura' per le long distances, mi ha in-

    dotto a comprare il numero 44, poi in gara si sarebbe rivelato meglio un 44.5 visto che in una

    scarpa troppo stretta, d un po' fastidio la cucitura proprio sopra il tendine estensore dell'allu-

    ce che pu quindi infiammarsi.

    Dal punto di vista del costo, le RESPONSE 21 si sono rivelate economiche con 75 di spesa ,

    circa 92.

  • Zona Cambio #5 - 41

    SENSAZIONI DI 'GUIDA'

    ormai le RESPONSE 21 le ho collaudate da 2 mesi, alternandole con delle A2 del tutto diverse per le gare brevi, le MIZUNO Wave Precision, soprattutto quando il

    carico di lavoro run settimanale si fa sentire. Altra utilit delle Response si avverte in un allenamento combinato, al rientro in zona cambio dalla frazione Bi-

    ke, per intraprendere la parte run, dove danno il meglio dimostrandosi oneste nella risposta ma soprattutto affidabili contro gli infortuni da stress sempre

    in agguato quando si preparano le maratone o i triathlon lunghi.

    DIFFERENTI TERRENI

    ASFALTO: Vanno benissimo!

    PISTA: non le ho neanche provate!

    STERRATO: Se non una cava di pietre vanno bene!

    ALTRA opzione favorevole , come in molte delle calzature Adidas, la compatibilit col sistema My Coach, che consiglio, sia con il dispositivo in figura, sia

    scaricabile come App da telefonino.

    TIRANDO LE SOMME

    Scarpa onesta questa ADIDAS RESPONSE 21, sia come caratteristiche, sia come rapporto qualit/prezzo, cosa che non guasta per il triathleta- runner che

    deve avere un vasto corredo di scarpe per proteggere le sue preziose estremit inferiori!

  • Zona Cambio #5 - 42

    Lalimentazione nellIronman

    APPENA PASSATO IL TRAGUARDO (da 0 a 90 minuti dopo):

    1) evitare di fermarsi di colpo (anche se la tentazione c'!), ma cercare una lenta decelerazione, continuando possibil-mente a camminare, anche molto lenta-mente: dopo ore passate in movimento e sotto sforzo, fermarsi di colpo non assolutamente l'ideale;

    2) idratarsi prima possibile: pi la sudo-razione stata abbondante, pi impor-tante sar bere liquidi con un'alta con-centrazione di sali minerali (magnesio, potassio, sodio ecc.). Impossibile dare dei valori assoluti (clima, liquidi persi... le differenze sono notevoli), semplice-mente bisogna continuare a bere fino a quando la p.. non torna a essere chiara (non bisogna prendere paura del colore delle prime "versioni", una cosa nor-male!);

    3) assumere un buon carico glicemico prima possibile: il glicogeno sar quasi a zero, fondamentale ripristinarlo velo-cemente, altrimenti i tempi di recupero si allungano. Prediligere alimenti ad alto indice glicemico o una grande quantit di alimenti a medio/basso indice glice-mico (la prima opzione la migliore pro-prio per la velocit con la quale "entrano in circolo"), scegliendo a se-conda di quello che c' a disposizione al ristoro finale e all'appetibilit del mo-

    di Gianmarco The Runningpitt Pitteri

    Ecco un piccolo vademecum sul come affrontare nel miglior modo possibile il post-gara_lunga (maratona, mezzo iron-man, ironman...), a partire da un metro dopo il traguardo fi-no ad arrivare alle settimane seguenti.

    Il recupero post gara lunga Il recupero post gara lunga

  • Zona Cambio #5 - 43

    mento (c' chi non ha per niente fa-me e chi invece si mangerebbe anche i tavoli), ma va bene anche pensarci prima, portandosi le cose da casa e consumandole non appena si va a recuperare la propria borsa. Alcuni esempi? Frutta fresca, fette biscotta-te con marmellata o miele, biscotti, crostate ecc. Sul mercato si trovano anche dei prodotti gi pronti;

    4) massaggio: non indispensabile, per se si trova subito posto su uno dei lettini messi a disposizione dagli organizzatori, perch non rilassarsi cinque minuti? Viceversa, se l'attesa si preannuncia lunga, passare oltre;

    5) ghiaccio/doccia fredda per le gam-be: cosa si fa quando si prende un colpo da qualche parte? Ci si mette sopra del ghiaccio! Stessa cosa va fatta con i muscoli delle gambe, mar-toriati per ore da migliaia di piccoli "colpi" (uno per ogni passo di corsa), che diventano sempre pi pesanti col passare dei chilometri. Una buona soluzione quella di utilizzare un sacchetto di ghiaccio istantaneo e passarlo su e gi per le gambe. Un'al-tra, quella di farsi la doccia normal-mente e alla fine stare con le gambe qualche minuto sotto l'acqua fredda. Avendo a disposizione un fiume, un lago o il mare (vasca con ghiaccio o

    cryosauna a parte)... ancora meglio;

    6) utilizzare abbigliamento compres-sivo: ormai tantissime case produttri-ci propongono abbigliamento a com-pressione graduata, distinguendo addirittura tra modelli da allenamen-to/gara e modelli da utilizzare per velocizzare il recupero. Nel post-gara la compressione aiuta a limitare il gonfiore, favorendo la circolazione e il drenaggio dei liquidi (una sorta di piccolo_massaggio_continuo). Quin-di calze lunghe e pantaloncini, ma esistono anche pantaloni lunghi e maglie a manica corta/lunga;

    7) un pasto completo: dopo aver ini-ziato col reintegro dei liquidi (punto "2", che in realt deve proseguire per delle ore!) e con quello dei car-boidrati (punto "3"), ora il turno delle proteine. Qui pi semplice dare dei valori assoluti: almeno 25/35 grammi di proteine (pesce, uova, carne, legumi, frutta secca, latticini ecc.), ma possono essere an-che di pi. Ovviamente non tralascia-re anche tutto il resto (ancora carboi-drati, poi grassi e fibre). Se non ci si conosce abbastanza, meglio predili-gere cibi nutrienti ma facilmente di-geribili.

    NEL CORSO DELLA GIORNATA (fino a quando non si va a dormire):

    1) continuare a bere: vedi punto "2" della parte sopra;

    2) riposarsi, ma cercando di stare in movimento: pi ci si muove, pi si favorisce la circolazione e quindi il recupero;

    3) un altro pasto completo: vedi pun-to "7" della parte sopra;

    4) prima di andare a dormire, si pu fare un'altra doccia alternando sulle gambe acqua calda e acqua fredda (favorisce la circolazione). Alla fine, anche un piccolo massaggio con una crema defaticante pu aiutare.

    IL GIORNO DOPO:

    1) i primi passi gi dal letto sono un ottimo test: se i dolori sono soppor-tabili e si riesce a camminare abba-stanza bene, vuol dire che l'allena-mento stato adeguato. In caso con-trario... la prossima volta bisogna allenarsi meglio;

    2) l'ideale muoversi un po': anche una passeggiata va bene, ma even-tualmente anche solo dei banali esercizi di mobilitazione articolare;

    3) pasti completi: inserire in ogni pa-sto tutti i macronutrienti, tenendo abbastanza alta la quota di carboi-drati per un paio di giorni, senza di-menticarsi delle proteine;

    4) massaggio: consigliato il giorno dopo o due giorni dopo, non deve essere particolarmente profondo o traumatico (di traumi ne ha gi fatti parecchi la maratona!), ma favorire il drenaggio (i tessuti lesionati richia-mano liquidi) e rilassare.

    DA DUE/TRE GIORNI DOPO:

    si pu riprendere ad allenarsi, ma senza guardare ai tempi, assecon-dando sempre le sensazioni: se la voglia non c', si riposa.

    ALMENO UNA SETTIMANA DOPO:

    si possono fare gli esami del sangue e delle urine, per monitorare lo stato attuale, confrontandoli con quelli precedenti: farli prima non ha senso, alcuni valori risulterebbero sballati a causa delle scorie della gara.

    A questo punto, se la gara andata bene, si pu riprendere ad allenarsi normalmente, ascoltando e assecon-dando sempre i numerosi segnali che il corpo ci manda (battiti a riposo, doloretti vari, fame, peso, stanchezza ecc.). La chiave di tutto proprio questa!!!

    www.therunningpitt.com

  • Zona Cambio #5 - 44