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Zona Cambio #5 - 1
#5
ELBAMAN Best Italian Race 2012 Intervista ad Andrea DAquino
Ironman Pescara vs Challenge Rimini
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Zona Cambio #5 - 2
A cura di: Stefano La Cara Strong + Master Runners
Hanno collaborato a questo numero: Stefano La Cara Strong, Master Run-
ners, Marco Bucci, Luigi Orlando Magic, Gianmarco the Running Pitt
Pitteri, Giovanni Lazzari (vulgo Carlo), Loredana Coda, Christian Mac Fer-
retti, Ciro Foster, Sergio Ironbrady Garagna, Semper Adamas, Marco Selica-
to, Marco Scotti, Diego IronGuzzo Guzzonato,
Foto: Riccardo Ricca Cacioli, Marco Scotti, archivi collaboratori di Zona
Cambio.
Grafica ed impaginazione: Stefano La Cara Strong
CONTATTI: [email protected]
[email protected] - [email protected]
Zona Cambio nasce e si struttura come raccolta di aneddoti, consigli ed esperienze personali.
Ogni articolo deve dunque considerarsi privo di fondamenti tecnici o scientifici.
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Zona Cambio #5 - 3
Sommario 04 Editoriale
06 Gente che si incontra in Zona Cambio
08 Best Triathlon Races 2012
12 Triathleta del mese ed anno
16 A braccetto con i Vichinghi
26 Pescara vs Rimini
28 Swim Bike Run
31 Filosofia e/o Sarcasmo
32 Indoor meglio
34 Le perle di Marco
36 Intervista ad Andrea DAquino
38 Officina Zen
40 I test di Zona Cambio
42 Il recupero post gara lunga
Sommario
8 16 36
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Zona Cambio #5 - 4
Buon 2013 di Stefano La Cara Strong
www.stefanolacara.com
Come sempre, appena finisce la stagione agonistica non vedia-mo lora di ricominciare a gareggiare.
Che poi il reale motivo per cui sopportiamo gli sforzi degli alle-
namenti.
Chiudiamo il 2012 con qualche classificone di fine anno.
Le migliori gare di triathlon in Italia, che ormai sta diventando
un vanto per Zona Cambio, questanno anche con laggiunta di
riconoscimenti per settori.
E poi il triathleta dellanno, selezionato dal nostro esperto
Mac, lintervista ad Andrea DAquino e lappassionante rac-
conto della nostra Loredana in gara tra i fiordi norvegesi e il dub-
bio che sta facendo impazzire i triathleti italiani: Pescara o Rimi
ni?
Oltre questo, le nostre solite rubriche, sempre simpatiche,
ironiche ed appassionanti (s, me lo dico da solo, ma ne sono
assolutamente convinto!) e qualche nuova collaborazione (le
perle di Marco).
Insomma, per iniziare il 2013 c tanto da leggere e tanto da
divertirsi.
Cazzeggiamo ancora un po, che tra qualche mese ricomincia-
no i fuochi dartificio.
Daje piano (per adesso)
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Zona Cambio #5 - 5
Anno nuovo, critica nuova di Gianluca Master Runners Simei
podisti.blogspot.it
Eccoci nel 2013 finalmente, appena cominciato il nuovo anno ed abbiamo gi pianificato i primi mesi del nostro calen-dario gare, anzi il primo semestre, anzi abbiamo programmato l'anno intero, compresa l'ultima gara di stagione!
Gente decisa e convinta questi triathleti, direte voi, ma pur-troppo, non tutte le castagne sono belle dentro (un mio detto).
Da cosa dipendono allora queste scelte decise?
Da una cosa che negli ultimi tempi comincio a non sopportare pi, le iscrizioni a scadenza. Gara di Triathlon XYZ, se ti iscrivi un anno prima paghi 50 euro; 11 mesi prima 100 euro; 6 mesi prima 150; ...e cos via, se poi accade che, per una svista, hai dimenticato di appuntarti queste date e ti ricordi di iscriverti la settimana prima, devi andare in banca e chiedere un prestito per l'iscrizione. Molte, quasi tutte le gare di triathlon nazionali (anche le internazionali, ma voglio rimanere in patria con l'ar-gomento) adottano
questo meccanismo, che va a discapito, nella maggior parte dei casi, di quegli atleti/impiegati/fidanzati/mariti/mogli/padri/madri/etc che si iscrivono a occhi chiusi, a distanza di mesi, e che faranno in modo d' incastrare quella data con le loro le ferie, i compleanni, i battesimi, i matrimoni, e tutti gli eventi imprevisti della loro vita privata.
Non riesco pi a tollerare questo meccanismo, che ha i suoi mo-tivi, ma che io non giustifico pi.
AgeGroup, gareggiano per passione tra mille problematiche or-ganizzative di tempo di vita e di lavoro, e per risparmiare 100eu-ro si trovano costretti a impegnare loro e tutta la famiglia da qui a un anno per quella data. Accade poi che invece di risparmiare 100euro si ritrovano a perderne 150, perch due mesi prima del-la gara arriva la notizia che in quel giorno c' la comunione del figliolo.
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Zona Cambio #5 - 6
Di solito ha gi 8-9 anni di triathlon alle spalle, alcuni dei quali (i pri-mi soprattutto) a buon livello amatoriale. Ha sempre almeno un po-dio regionale da raccontare e conosce mille trucchi e segreti per gua-
dagnare una manciata di secondo in zona cambio. Appartiene alla pri-ma generazione dei triathleti, quelli provenienti dall'agonismo di un altro
sport e che hanno scoperto di poter ottenere ottimi risultati nel triathlon. Pe-r negli ultimi anni piano piano hanno perso interesse. I motivi possono essere di-versi: molta altra gente scopre il triathlon, c' pi concorrenza e dunque maggior difficolt ad ottenere piazzamenti; si lasciano con la ragazza (triathleta) e non voglio-no pi frequentare quell'ambiente; trovano nuovi stimoli in altri interessi tipo il tea-tro futurista contemporaneo o la meditazione tibetana; si interrogano su dilemmi esistenziali agonistici e decidono di continuare a nuotare, pedalare e correre ma quando e quanto cazzo vogliono loro. In realt, per, visto che il triathlon una di-pendenza, non riescono mai ad uscirne veramente, e allora li vedi che comunque ogni tanto si aggirano tra forum di triathlon, vanno a vedere qualche gara con la scu-sa di accompagnare un amico (salvo poi criticare la gente che c') e sono comunque aggiornatissimi sull'ultimo gruppo Campagnolo in uscita. Di fatto sono degli asceti che per espiare qualche colpa (di cui loro sono a conoscenza) si privano del piacere (per loro massimo) di fare ci che amano veramente fare: il triathlon.
di Stefano La Cara Strong
Gente che si incontra in Zona Cambio
Il dem
otiva
to
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Zona Cambio #5 - 7
Entra nel Team
Zona Cambio Triathlon ASD Zona Cambio Triathlon ASD
Entra nel Team info ed iscrizioni: [email protected]
www.zonacambio.com
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Zona Cambio #5 - 8
2012 BEST ITALIAN TRIATHLON RACE
1 nche questanno Zona Cambio propone la tanto attesa classi-
fica delle migliori gare di triathlon svolte nel 2012 in Italia. Il
nostro scopo naturalmente quello di fornire una guida ai tanti
amatori della triplice disciplina, ma anche di dare il giusto meri-
to agli organizzatori che tra tanti sacrifici cercano di offrire
eventi sempre pi vicini alle aspettative dei partecipanti.
Questa volta abbiamo voluto premiare, oltre le 10 migliori gare
in assoluto, anche quelle che hanno eccelso in determinati
settori quali location, sicurezza, organizzazione, miglior qualit
di atleti presenti, e miglior new entry.
Alla giuria, composta da atleti, organizzatori, tecnici ed esperti
di triathlon, stato chiesto di elencare le 5 migliori gare assolu-
te ed una sola preferenza per i settori sopra elencati.
La classifica assoluta stata determinata dalla somma delle
preferenze (5 punti al n1 a scalare), in caso di parit sono stati
presi in considerazione il numero totale di voti.
La classifica di qualit invece la semplice somma di preferen-
ze.
Giuria: Claudia Sfriso, Andrea Gabba, Gessica Geki Sarti, Cri-stiano Caporali, Fabrizio Cutela, Marco Scotti, Luigi Orlando Magic, Dario Daddo Nardone, Guido "Gipsy" Esposito, Mar-co Selicato, Christian Mac Ferretti, Loredana Coda, Teodolin-da Camera, Diego Camilli, Alessio Kayale Piccioni, Marco No-velli, Michele Insalata, Francesca Magliocchetti, Daria Meinardi, Alessandro Bossini.
B A R D O L I N O 2
3 I R O N M A N I T A L Y
E L B A M A N
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6
7
8
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10
VARANO LAKE TRI
BARBERINO DEL MUGELLO
SARNICO
IDROMAN
GARMIN TRIO SIRMIONE
ARONAMAN
XTERRA OROSEI
BEST LOCATION
ELBAMAN
BEST SAFETY
GENOVA
BEST ROSTER
TIRRENIA
BEST ORGANIZATION
XTERRA
BEST NEW ENTRY
GARMIN TRIO SIRMIONE
S T E F A
N O L A C
A R A S T
R O N G
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Zona Cambio #5 - 9
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Zona Cambio #5 - 10
P arlare dellElbaman per me come parlare di un pezzo della mia vita, di un figliolo che hai visto nascere e che speri di far crescere insegnandogli tutti i migliori valori che pensi di conoscere. Non quindi facile per me essere obiettivo, spero che mi scusiate
per questo sin da ora.
La gara nata da una pazza idea nata nellinverno tra il 2004 ed il 2005.
Inizia quindi lavventura con entusiasmo, impegno e tanta (troppa ?) incon-sapevolezza su cosa realmente sarebbe successo.
I primi anni sono stati indubbiamente faticosi. Il movimento dei triathleti in Italia era, e purtroppo lo tuttora, piccolo. Quello dei lunghisti ancora pi esiguo. Nel 2005, anno della prima edizione, si contavano circa 350-400 per-sone che annualmente partecipavano ad un qualsiasi Ironman. Per Elbaman, gara allesordio senza pretese, senza soldi e senza un background la scom-messa era enorme. Eppure gli oltre 100 atleti al via con un buon parco stra-nieri, hanno dato la spinta a non fermarsi li.
A fine 2006 diedi lidea al compianto Presidente Emilio Di Toro di introdurre il Campionato Italiano sulla distanza Iron e lui, sempre pronto e ricettivo, conferm la proposta dando una enorme mano alla crescita dellevento in cui lui gi credeva. Un titolo che stato di casa allElba per 4 edizioni, facen-do arrivare, di anno in anno, un numero sempre crescente di atleti.
Dalledizione 2008 cambiato lassetto del comitato organizzatore ed ho preso in mano in toto da solo le redini della gara. In questo modo ho potuto portare avanti la gara secondo linee guida che ritenevo giuste.
Il successo stato sicuramente sopra le aspettative e, anche la scomparsa del titolo Italiano, non ha fatto calare linteresse per levento, tanto che nel 2011 i 718 iscritti hanno rappresentato il nuovo record di presenze ripetuti anche nellanno di crisi 2012.
Per il 2013, le iscrizioni sono partite con un ritmo decisamente alto, il piu alto di sempre. Obiettivo avvicinare un poco il tetto degli 800 partenti.
Passiamo ora a parlare un attimo pi in dettaglio di Elbaman per chi non lo conosce.
La gara clou storica, come detto, la distanza Iron sulle classiche distanze di 3800m di nuoto, 180km in bicicletta e 42.2km a piedi, gara che si pu correre come individuali, ma anche come team di staffette di 2 o 3 atleti.
Dal 2009 si affiancato anche Elbaman73, ovvero gara sulla mezza distanza (1900m 94km 21.1km) che ha sempre raccolto enormi consensi ,forse perch in questo modo gli atleti possono vivere le emozioni della gara Iron da dentro, sentirsi parte della festa anche se non preparati per compiere lin-tera impresa.
Il percorso ormai consolidato, anche se ogni anno qualche piccola novit viene introdotta per migliorare lofferta.
Il NUOTO si svolge nella magnifica baia di Marina di Campo con partenza dal-la spiaggia (sabbiosa). Il giro triangolare in senso orario della lunghezza di 1900m. Un giro per il mezzo e due per lIron, con gli atleti che quindi devono uscire dallacqua facendo qualche passo sulla spiaggia alla fine del primo gi-ro.
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Zona Cambio #5 - 11
La ZONA CAMBIO ubicata in un grande parcheggio a 150m dalla spiaggia in linea daria. Questanno si avr una piccola variazione sul punto di uscita dallacqua, rendendo la prima transizione pi breve e veloce.
Il CICLISMO rappresenta di sicuro il piatto forte della gara con il percorso che si snoda sullintero anello occidentale dellIsola da percorrere in senso orario su una strada con un panorama mozzafiato su moltissimi tratti. Vista su Montecristo, Pianosa e sulla Corsica che cercheranno di alleviare le fatiche degli atleti.
Il percorso della gara Iron, ha una protuberanza allinizio del giro con una andata e ritorno fino alla frazione di S.Ilario e presenta quindi una salita in piu. Gli ironman devono percorrere il giro tre volte, mentre gli atleti del mez-zo solo due volte.
Il dislivello positivo dellIron di circa 850m a giro, mentre per il mezzo si tratta di circa 650m a giro.
Sul percorso sono posti 3 ristori fissi per lIron e 2 per il mezzo che forniscono cibi solidi e liquidi in borracce. Inoltre un ristoro personalizzato alla fine di ogni giro per gli atleti che lo desiderano.
Il PODISMO invece tutto racchiuso nellabitato di Marina di Campo su un percorso multi-lap pressoch pianeggiante e completamente asfaltato.
Gli atleti Iron devono percorrere 5 giri, mentre gli atleti del mezzo, novit 2012, devono percorrerne 3.
Anche qui abbondanza di ristori dislocati ogni circa 1500m con svariati tipi di bevande, cibi solidi e spugne.
Allarrivo per tutti poi un ristoro a buffet da godersi sotto una tensostruttura montata per loccasione e gestito dal Ristorante Orecchietteria da Gianni, ormai storico fornitore del servizio e lo stesso che organizza il Pasta party del venerd sera.
Quello che voglio infine sottolineare che, chi sceglie di fare Elbaman, deve essere consapevole che non parteciper ad una gara con tantissima sceno-grafia. Fortunatamente la natura e la conformazione del luogo ne crea una naturale incomparabile. Non parteciper ad una gara con 2000 atleti, perch
i nostri numeri sono pi piccoli e adeguiamo ogni anno il tetto limite alle no-stre reali possibilit con unico obiettivo dare il miglior servizio possibile a tutti, dal primo allultimo arrivato.
Per parteciper ad un evento con tanti piccoli accorgimenti da grande ga-ra, in una atmosfera famigliare, raccolta. E, anche se far una gran fatica, sono certo che serber la medaglia ed il ricordo in un luogo speciale della sua vita sportiva.
Non voglio dilungarmi oltre, credo che le migliori impressioni sulla gara la possano solo fornire gli atleti che vi hanno partecipato, quindi invito tutti i lettori a chiedere in giro, nelle varie zone cambio, opinioni a riguardo di Elbaman.
Tutte le informazioni dettagliate sulla gara sono sul sito www.elbaman.it e, ovviamente, io e tutta lorganizzazione siamo sempre a disposizione per qual-siasi informazione, basta scriverci una email a [email protected] e vi sar ri-sposto nel giro di massimo 24 ore.
Grazie a tutti per la lettura e spero di potervi salutare personalmente il pros-simo 29 Settembre allElbaman !
Marco Scotti
CEO & Founder ELBAMAN Triathlon
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Zona Cambio #5 - 12
TRIATLHETA DEL MESE
JAMES CUNNAMA
di Christian Mac Ferretti
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Zona Cambio #5 - 13
N on agevole scegliere l'atleta del mese in un mese in cui non si gareg-gia , a meno di voler considerare le gare "Down Under", che comunque non sono nel pieno della stagione, fatti salvi un
paio di Ironman. Ed ecco quindi che la scelta ca-
de sul personaggio in questione, per meriti, per
cos dire, extra sportivi (con un'eccezione, che
presto capirete). James Cunnama, quindi, un
ragazzone sudafricano con base in... Sudafrica, a
differenza di diversi suoi conterranei che si sono
trasferiti per i pi disparati motivi in Europa o
America. Un Sudafricano che fa parlare di s, nel
triathlon, dopo Conrad "The Caveman" Stoltz, e
l'emergente cortista Itu Murray, non tantissimi
nomi di fama internazionale, bench il Sudafrica
annoveri in realt un discreto numero di gare di
ogni distanza e disciplina, e anche una buona
partecipazione, sia amatoriale che come numero
di elite. Ma questa non una disamina del movi-
mento sudafricano, quindi torniamo a noi: Cun-
nama si fa notare dal grande pubblico mondiale,
grazie al secondo posto a Klagenfurt nel 2009,
per poi inanellare una buona sequenza di vittorie
e piazzamenti prestigiosi anche nel 2010, con la
prima vittoria pallinata, dapprima nella mezza
distanza, ad Austin, e poi centrando il bersaglio
grosso sempre in America, nell'Ironman Florida,
chiudendo con 8h15'. Ma l'impresa del 2012,
quando a Roth entra nell'esclusivo club dei sub-
eight, e proprio sul filo del rasoio, in 7h59'59".
D'accordo, lo so che Roth non si corre a dicem-
bre, ma l'avevo scritto che non era facile, no? E
questa comunque era l'eccezione sportiva per la
scelta, come avevo preannunciato. Quello che lo
fa eleggere atleta del mese, in realt, una certa
dose di sfortuna che ce lo fa apparire pi umano,
nonostante appunto l'appartenenza ad una elite
di superveloci, e di conseguenza pi simpatico. Il
ragazzone sudafricano, infatti, ha vissuto una
stagione travagliata, fuori per diversi mesi per
infortuni (che c'entri qualcosa il metodo di alle-
namento del suo mentore, il discusso Brett Su-
tton? Ai posteri l'ardua sentenza, certo che stati-
sticamente ne ammazza di pi Sutton che l'adde-
stramento dei Navy Seals), e con un paio di di-
savventure legate al passaporto, che per lui deve
essere una sorta di maledizione, una raccontata
da lui stesso nel suo blog, l'altra da Triathlete
Europe. Partiamo da quest'ultima: appena termi-
nato quel simpatico massacro dell'Embrunman,
quasi nemmeno il tempo di sciacquarsi, e via di
corsa in macchina, alla guida lo stesso Sutton,
per raggiungere in tempo l'aeroporto di Nizza,
dato che il giorno successivo scadeva il suo visto,
con il rischio di ritrovarsi in Francia da campio-
ne...clandestino. Quattro e rotte ore di auto, do-
po un ironman devastante, l'arrivo in aeroporto,
il volo a distanza di poche ore, ma nessun posto
in albergo, quindi Sutton che lo lascia per l'ap-
punto in aeroporto. Dove scopre di aver smarrito
l'attrezzo multiplo, indispensabile per smontare
la bici, ancora "sudata" da Embrun, e infilarla
nelle apposite sacche. Non dice nell'intervista,
come poi abbia fatto (non credo vendano brugo-
le e cacciaviti in aeroporto a Nizza, ma magari c'
un "sivende" nei paraggi, o per lo meno una fer-
ramenta), o se Sutton lo abbia costretto, per non
perdere tempo, a tornare a nuoto. Ma ci dice
che al rientro in Sudafrica, era leggermente di-
strutto, cosa che non si stenta a credere. Analo-
ga la disavventura narrata da lui stesso nel blog:
lui e Jodie Swallow hanno fatto il viaggio dall'In-
ghilterra a Vitoria Gasteiz, per partecipare ai
campionati mondiali di lungo, in auto, per evita-
re le frontiere, dato che di nuovo il Nostro era
senza visto, avendo spedito il passaporto per la
sua apposizione, e mai ricevuto indietro... Ora,
vien da chiedersi se qualcuno nella burocrazia
sudafricana ce l'abbia con lui, oppure se pianifica
i suoi viaggi non con il dovuto anticipo, ma
tant'. Per fortuna il visto gli arriva per tempo
(dice che ha raccolto il passaporto lungo la stra-
da per l'aeroporto, lui stesso a ironizzare sul
"largo anticipo"), ed il viaggio di ritorno meno
rocambolesco, riesce a godersi lo spettacolo del
triathlon olimpico comodamente seduto in tribu-
na, senza doversi guardare dai bobbies londinesi.
Insomma, disavventure da persona normale,
capitano evidentemente anche a chi capace di
correre i 226 km in meno di otto ore. A James
Cunnama auguriamo un 2013 ricco di soddisfa-
zioni, lontano dagli infortuni e dalle... guardie di
confine!
Foto: mundotri.com.br
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Zona Cambio #5 - 14
TRIATLHETA DELLANNO
CHRISSIE WELLINGTON
di C
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F
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Zona Cambio #5 - 15
L o so, strano attribuire questo ti-tolo a un'atleta che non solo era in periodo sabbatico, ma che al termi-ne del quale ha deciso il definitivo
ritiro. Ma come non celebrare la regina
dell'Ironman, al termine di una carriera
tanto sorprendente quanto splendida?
Chrissie, sorriso smagliante, fidanzato
triatleta con anch'egli ottime prestazioni
nella distanza regina, quattro vittorie alle
Hawaii, ha definitivamente appeso le scar-
pette da pro al chiodo. Ha scritto lei stessa
che durante questo periodo lontano dalle
gare ha avuto modo di riflettere sia sul suo
passato che sul suo futuro, evidentemente
alla fine decidendo che il cassetto dei ricor-
di era sufficientemente colmo. Ha scritto
parole di commiato dalla rivista britannica
con cui ha una collaborazione fissa, 220
triathlon, parole profonde e - lasciatemelo
dire -piuttosto "zen": quando, ricordando
la sua vittoria forse pi bella, quella del
2011 a Kona, scrive che stata la gara per-
fetta e la gara che l'ha "completata". E
quando si raggiunge l'Illuminazione, il Nir-
vana atletico, quale altra sfida sarebbe
possibile? Ci nonostante, scrive anche
che la decisione non stata semplice ed a
cuor leggero. Credo di non sbagliare se im-
magino che quando un'atleta di quel livello
arriva a una svolta senza ritorno, i pensieri
siano molteplici, e non ultimo quello a chi
dipende in buona misura da quella scelta:
atleti di livello top, sono ormai delle vere e
proprie aziende mono-personali, da cui
dipendono svariate persone: staff tecnico
e mediatico, familiari, manager e forse an-
che, in buona misura, sponsor. Da qui, la
difficolt nel prendere una decisione. Ma il
dado tratto, Chrissie come da lei annun-
ciato rester nel mondo dello sport e del
triathlon, solo che quel mondo non sar
pi il fulcro intorno a cui gira tutta la ruota
della vita. E' da sempre impegnata in ini-
ziative benefiche, specie per le popolazioni
del Tetto del Mondo, luoghi in cui ha tra-
scorso e trascorre buona parte dell'anno
(alla faccia dell'allenamento in altura!), ha
scritto la sua biografia "A Life without Li-
mits", dove ripercorre ovviamente anche e
soprattutto le sue gare migliori. Fino ap-
punto a quella "perfect race", Iornman Ha-
waii 2011: la caduta dalla bici poco prima
di partire per Kona, due settimane prima
della gara; le escoriazioni pubblicate su
Twitter, ma le ferite vere quelle che ha te-
nuto per s, e non parlo di ferite metafori-
che, ma di costole rotte e di un embolo
polmonare, di un'infezione seria alla gam-
ba escoriata due o tre cosette che da sole
impediscono alle persone normali di alzarsi
dal divano, figurarsi nuotare 4km nell'o-
ceano, pedalare fra la lava e il vento per
180, e poi correre una quanto meno afosa
maratona. Eppure, non solo corre la gara,
ma persino vicne, doppo una battaglia epi-
ca che va ripercorsa. esce attardata dall'ac-
qua, circa 9 minuti da Julie Dibens, l'unico
riferimento cronometrico che ha all'uscita
da T1, ed un riferimento che in parte la
rinfranca un po'. Sa infatti che Julie, di cui
amica, ha patito a Las Vegas un infortunio
alla pianta del piede, una puntura, per cui
Dibens sta giocando in bici il tutto per
tutto, conscia di non aver nulla da perdere.
La vera avversaria, quindi Mirinda Car-
frae. Da cui la separano solo 4 minuti, non
un gap incolmabile per le gambe, per
quanto non al top, di Chrissie. Ed ecco che
comincia la rimonta, fino all'aggancio poco
prima di Hawi, un aggancio fra l'altro
inatteso perch non annunciato, per via di
un buco nel vari "splits" (s, anche a Kona
non esiste la perfezione). Ma ecco che da
dietro sopraggiunge un treno a vapore,
rappresentato da Karen Thurig, di cui cerca
di stare a ruota (metaforicamente, certo,
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Zona Cambio #5 - 16
impossibile anche volendo infrangere la regola no draft). Qui diventa
determinante, come sempre, la mente: il fisico si ribella, Chrissie ha
il bacino ruotato naturalmente, il dolore per le costole rotte la porta
ad accentuare la sua posizione fisiologica, non proprio il massimo
per pilotare una bici da crono alla massima potenza, ed infatti ai vari
dolori si aggiungono quelli lancinanti dal bacino.Arriva in T2 ed se-
sta, ma Mirinda segue a pochissimi minuti, un gap per lei colmabile,
dato che la campionessa in carica (nel 2010 Chrissie non era al via)
ben in grado di correre una maratona poco sotto le tre ore. Ed ecco,
appunto, che la testa deve dettare la legge alle gambe e alle anche
doloranti. Si ripete il silenzioso mantra "non andare in panico, man-
tieni la testa a posto, andr tutto bene", e comincia a pensare che
sarebbe sorprendente finire al sesto posto, beh quinta sarebbe dav-
vero sorprendente, oddio quarta quasi un sogno, in quelle condizio-
ni! Ed ecco superare prima Julie Dibens, che sta camminando, poi
Rachel Joyce, ed ecco anche Leanda Cave. Passa alla mezza marato-
na in 1 ora e 22, vicina al personale fatto segnare a Roth. Il che for-
se il vero salto di qualit dal punto di vista mentale. Si sente pi for-
te, il dolore meno...doloroso, perch il corpo, bench in precarie
condizioni, evidentemente si ricorda lo stesso come si fa. Si riduce il
distacco anche da Caroline Steffen, a botte di trenta secondi per rile-
vamento, una cavalcata impressionante, sotto un Sole veramente
cocente, un caldo che il vento hawaiano non attenua. corre con il
ghiaccio in mano, nel body da gara, non salta uno spugnaggio. ricor-
da, particolare forse non elegante, ma eloquente, di aver fatto pip
l'ultima volta a 2km da T2, poi niente, segno che si deve tenere sotto
controllo l'idratazione. Passa la Steffen, e vede poco dopo Mirinda
correre nell'altra direzione, quindi sa di avere circa quattro minuti di
vantaggio. Ok, se non si mette a camminare, pu farcela, ma si deve
stare in guardia, Mirinda Carfrae capace di ogni cosa. Finalmente,
la consapevolezza di poter vincere, in cima a Palani Hill. Gli ultimi
residui delle nebbie mentali si diradano, e si stampa sul volto l'incon-
fondibile sorriso. Otto ore, cinquantacinque minuti e otto secondi di
sofferenza, ma fatta! Per la quarta volta, campionessa del mondo!
Mi sono dilungato, riprendendo ampiamente le parole stesse di
Chrissie, ma credo mi perdonerete, specie chi fra voi, malato come
me, ha passato diverse ore a seguirla in streaming, di quando in
quando strabuzzando gli occhi per la sorpresa. Infatti, il sorriso che
lei dice aver messo su a un miglio dall'arrivo, noi l'abbiamo visto in
tutta o quasi la maratona, al pubblico, ai volontari. e solo dopo la ga-
ra, si saputo delle precarie condizioni fisiche. L'intendimento, pri-
ma di partire, e per voce della stessa Chrissie, era quello di onorare
la gara e comunque terminare, anche camminando, non per rappre-
sentare se stessa come eroina, ma per dimostrare alle persone che
sarebbe stata gi una vittoria lottare contro la propria preparazione
non ottimale e cercare di sconfiggere gli infortuni.
Non solo le gambe, quindi, ma il cuore e la testa di una campionessa
indiscussa, di cui certo sentiremo la mancanza nelle gare a venire,
ma che speriamo di vedere lo stesso nelle zone cambio del mondo,
nella veste che lei sceglier di indossare, e con la consueta disponibi-
lit e il sorriso raggiante. Per dirla con il Signor Spock di Star Trek,
Lon Live and Prosper, Chrissie!
Foto: newshopper.sulekha.com
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Zona Cambio #5 - 17
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Zona Cambio #5 - 18
A BRACCETTO CON I VICHINGHI di Loredana Coda
Si fa avanti un vichingone bello come il sole,
spalle ad armadio, possente, e mi dice
buttati sul prato che ti spoglio io!.
Ho pensato ma quando mi capita pi?. E
ho obbbedito.
Si fa avanti un vichingone bello come il sole,
spalle ad armadio, possente, e mi dice
buttati sul prato che ti spoglio io!.
Ho pensato ma quando mi capita pi?. E
ho obbbedito.
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Zona Cambio #5 - 19
IRONMAN 70.3 HAUGESUND, NORWAY
A braccetto con i vichinghi, in viaggio tra laghi, fiordi e villaggi di pescatori E un periodo burrascoso.
Nic, mi aveva paralto di IM 70.3 Norway Inaugu-
ral, il primo in terra scandinava! Da intenditore
navigato me lo aveva venduto dicendo che ci
avrebbero coccolati di pi, ci sarebbero stati gli
osservatori IM ecc. Avevo alcuni impegni su cui
concetrarmi, tuttavia, come ormai mi succede
sempre pi spesso (vecchiaia?) mi sono detta: si
vive una volta sola, al diavolo tutto, faccio quello
che bello, ora, e il mondo continuer a girare, e
io con lui, pi felice che mai.
Insomma mi iscrivo e prenoto hotel e volo. Stes-
so hotel di Nic: ho scelto il miglior compromesso
tra qualit e prezzo, volevo un hotel che sapesse
di Norvegia e non unanonima catena internazio-
nale . La scelta si rivelata azzeccatissima! Nic
sempre di pi una garanzia!
Arrivo ad Haugesund il venerdi mattina, 6 luglio,
e al ritiro bagagli incontro i fantastici Alfio, Fede-
rica e Claudio. Alfio si fatto ridipingere la Scicon
di fucsia da uno zio carrozziere... per riconoscerla
meglio allo scarico bagagli, un vero personaggio!
Ci raccontiamo le nostre esperienze. Non avevo
la pi pallida idea di chi fosse ( e quanto fosse
forte) e uso il classico collegue approach rac-
contando cose che ad un atleta serio fanno veni-
re i brividi e seri dubbi sulla mia salute mentale...
ma Alfio oltre ad essere un fuoriclasse anche
simpatico, e nasce subita unallegra sintonia. Anzi
vuole che parli alla sua ragazza per convincerla a
cimentarsi nelle triplici imprese.
Raccolti i nostri bagagli usciamo dallaeroporto e
cerchiamo il modo migliore per raggiungere la
citt.
Incontro Nic allingresso dellhotel. La giornata
caldissima e soleggiata. Altro che Norvegia! Poi
gli indigeni locali confesseranno che quel clima
insolito, fuori dalla norma, una giornata innatu-
ralmente estiva per quelle latitudini. Invece le
previsioni per il giorno della gara sono tuttaltro
che rosee : nebbia la mattina, temperatura 13-
14C, poi pioggia.
Mi dirigo allExpo, a poche centinaia di metri
dallhotel, passeggiando sul lungo canale pieno di
ristoranti e fulcro della vita notturna di Hauge-
sund. Lexpo al coperto, in una grande sala del
Maritim Hotel, che fa da quartier generale delle-
vento. I volontari ci accolgono calorosamente. Mi
registro e mi avvolgono il classico braccialetto al
polso, da tenere fino al ritiro della bici post gara.
Riconosco Tune, con cui mi ero scambiata qual-
che email prima della partenza, qui tutti hanno
voglia di rendersi utili e semplificarti la vita. Una
-
Zona Cambio #5 - 20
grande ospitalit! Ci sono stand pieni di merchan-
dise con marchio IM e di altri articoli utili per la
gara. Adocchio il meccanico e prendo appunta-
mento per fargli controllare la bici, non si sa mai,
nel rimontarla potrei aver dimenticato qualche
pezzo fondamentale... (i pedali?).
Ritorno in hotel con una bella borsa pacco gara,
personalizzata con il simbolo di IM 70.3 Hauge-
sund e contente una quantit spropositata di
pettorali (due, cosi chi vuole pu attaccarne uno
sulla maglia per la bici e uno su quella per la corsa
se differenti, e con gli spillini) e numeri per el-
metto ecc. (almeno 3 sono in pi... di scorta) e le
tre borse per cambio bici, cambio corsa e cambio
abiti asciutti per la fine gara.
E pomeriggio inoltrato, ma qui c sempre luce e
non ti accorgi che tardi.
Rimonto la bici e la porto dal meccanico per una
controllatina come concordato prima.
Ritrovo Nic che si fermato a parlare con un grup-
petto di italiani arrivati li per la gara. Si tratta di
Claudio, (un altro Claudio) con il suo Team Brian-
za. Da non crederci! Viaggia con un team eccezio-
nale al seguito, composto da un mentalist, un nu-
trizionista, un meccanico e un manager del team!
E il suo splendido figlio. Dire che sono spassosi
riduttivo, si sta cosi bene che dimentico il mecca-
nico, e quando mi presento allo stand mi dice che
sta per chiudere. OK, a domani alle 10!
C ancora tempo prima del pasta party e decido
di avventurarmi per un giro bike nei dintorni.
Haugesund come San Francisco, tutta su e giu, e
poi su e giu e poi su e giu...
Mi rendo conto subito di non aver avvitato bene il
manubrio , provo a girare a sinistra in salita ma
vado a destra... mi fermo e, brugole alla mano,
sistemo tutto.
Incontro un altro atleta e pedaliamo un p insie-
me. Gli racconto che sono una principiante
(sempre ignara di chi ho di fronte, penso sempre
che sia uno pi o meno come me, il che mate-
maticamente impossibile) e lui mi propone lets
try the bike!. Ma certo! Proviamo la bici! E fin-
landese, non lontano da Haugesund dice lui... Do-
po un p torniamo a casa e siamo nello stesso
hotel, stesso piano, il 5, dove alloggiano la mag-
gior parte degli atleti. Cerco il suo nome sulla lista
iscritti e non lo trovo... scopro pi tardi che si
trattava di Juha Laitinen, un atleta professional ed
era nellelenco degli elite! [Che figura!]
Sono le 23 ed ancora giorno, sono in camera mia
a rimuginare, che faccio? Prendo la bici e raggiun-
go il laghetto dove nuoteremo! Spero di non per-
dermi... mi perdo! Dovevano essere circa 2,7 km
dallhotel (poi con le scorciatoie che mi hanno in-
segnato gli indigeni la distanza diventer di circa 1
km) ma giro e rigiro e non lo trovo. Chiedo indica-
zioni e in qualche modo raggiungo la riva. Si entra
attraverso un pezzetto di sterrato, attraverso un
bosco. Lindomani scopro che sono arrivata sulla
sponda opposta. C un silenzio assordante. E
quasi mezza notte e c luce come allinizio di un
tramonto! Dura poco perch poi subito alba!
-
Zona Cambio #5 - 21
Una poesia. Poi qualche fruscio dal bosco, un film
dellorrore! Ma si sta troppo bene per avere paura.
Mi fermo ancora un poco e poi bici in spalla, supe-
ro lo sterrato, poi salto su e pedalo verso casa.
Sono quasi 24 ore che non dormo tra preparativi e
partenza da Roma alla volta di Pisa e quindi di Hau-
gesund. La stanchezza di fa sentire e allora spro-
fondo nel soffice letto, dopo aver oscurato alla me-
glio la finestra. Fuori c ancora luce!
E mattina, famelica mi muovo verso la sala risto-
rante. Nic gi li. Ci rifocilliamo per bene. Lui ha
appuntamento con il Team Brianza per un giro di
ricognizione del percorso. Pioviggina. Il preludio
alle previsioni per il giorno gara. Io invece vado dal
meccanico, mi presento li mezzora prima, control-
lo bici superato. E tutto a posto! Non vuole alcun
compenso, dice che non ha dovuto fare nulla! Il
meccanico poi lo ritrover in gara il giorno dopo...
e tra le altre cose stato finisher del temibile Nor-
seman! So norvegesi... io me li ricordo quando
lavoravo sulle piattaforme petrolifere a Stavan-
ger... in pieno gelido inverno, uscivano a correre
lungo la strada, sulla neve, in pantaloncini e ma-
glietta...
Mi fermo per qualche acquisto: una splendida ma-
glia bike con il logo dellevento e un elmetto vi-
chingo stampato sulla spalla destra e una maglietta
di cotone con la stampa dei nomi di tutti i parteci-
panti nel simbolo IM.
Ritorno in hotel per preparare la bici, si consegna
dalle 14 alle 18.
Arrivo in zona cambio in bici, con zaino in spalla
contenente borsa blu e rossa. Decido di arrivare da
unaltra strada e mi tocca attraversare un bel pez-
zo di sterrato appuntito, rischiando di compro-
mettere i copertoncini prima della gara...
Non c fila, siamo circa 400 partecipanti ma il
grosso arriver pi tardi.
Mostro il mio braccialetto, prendono nota e mi as-
segnano un volontario tutto per me!
Mark, cosi si chiama, mi accompagna per un giro
turistico della spaziosa zona cambio, ricavata in un
mega campo sportivo con prato finto ma comodo
funzionale e pulito. Porta con se la busta traspa-
rente copri-bici.
Prima tappa il mio posto bike. Sistemo barrette e
borracce, copriamo la bici, e ci spostiamo nella zo-
na per la consegna della borsa blu (bike). Organiz-
zazione impeccabile, dei numeri contrassegnano i
gruppi di borse, io ho il pettorale 107 quindi sono
nel gruppo 100 e seguenti, le borse sono disposte
sul prato rigorosamente in ordine progressivo. Ci
spostiamo nella tenda per il cambio, ampia, con
molte sedie, mi illustra tutte le procedure. Poi ci
dirigiamo verso la zona per le borse rosse (run). Mi
mostra in dettaglio i vari ingressi e uscite per nuo-
to, bici e corsa.
Tutto lineare e tutto sommato semplice. C spa-
zio a volont e comunque gli ingressi e le uscite
sono piuttosto comode e vicine e facilmente iden-
tificabili.
A questo punto, dopo aver provato fisicamente e
mentalmente un paio di volte tutto il percorso in
zona cambio, mi dirigo verso la partenza nuoto.
-
Zona Cambio #5 - 22
Qui hanno realizzato una spiaggetta appositamen-
te per noi! Hanno rimosso sassi e vegetazione e
per qualche metro hanno riempito con la sabbia.
Hanno poi installato un piccolo pontile parzial-
mente sommerso che dal lago ci conduce alla
spiaggia in fase di uscita dal nuoto. Li lindomani
troveremo dei volontari che alloccorrenza ci aiu-
teranno ad uscire dallacqua. Io certe cose le ho
viste solo nei video di Kona...
Ci sono gi arco e bandierine, stanno completando
linstallazione di altoparlanti e postazioni per spea-
ker ecc. Faccio amicizia con un gruppo di norvege-
si che poi mi ritrovo intorno in ogni dove fino a
sera, e scherzando mi dicono si, ti stiamo proprio
seguendo!. Facciamo qualche foto.
Nel tornare a casa a piedi mi sono smarrita (come
al solito) chiedo ad una ragazza e questa mi ac-
compagna in auto, la mattina dopo usciremo quasi
insieme dalla frazione nuoto. Lei principiante, ave-
va esordito due settimane prima in uno sprint,
avrebbe poi completato il 70.3 con un tempo di
tutto rispetto...so norvegesi!
Mi assalgono i dubbi, avr sistemato tutto in zona
cambio sulla bici e nelle varie borse? Torno li al-
meno altre due volte e ogni volta qualche atleta
locale automunito mi riporta indietro.
Stavolta ho sistemato proprio tutto, si certo ho
lasciato le barrette attaccate alla canna della bici...
aperte... sicuramente il giorno dopo saranno piene
di formiche, pazienza. Avr ancora tempo per gli
ultimi ritocchi prima della partenza.
E lora del briefing, mi accomodo tra le primissime
file nellauditorium con mega schermo e dopo un
p mi accorgo di essere nel briefing in Norvegese,
vabb resto, dopo qualche frase tutti ridono e io
rimango li imbambolata... poi lo speaker, il mitico
Paul Kaye dal sudafrica, ci parla in inglese e mi ria-
nimo. A quel punto resto anche per il briefing in
inglese, alla fine sono preparatissima!
Nel mucchio ci sono parecchi vergini del 70.3 e
molti di questi sono alla prima esperienza di tria-
htlon in assoluto!!! Magnifici!
Appuntamento per cena con Nic e team Brianza al
Forno ristorante italiano.
Carbo-load di pasta e via tutti a nanna.
Per una volta non sono in ansia! Ho avuto un gior-
no in pi per preparare tutto con calma, dormo
piuttosto tranquillamente.
Alle 5.30 tutti a colazione e poi fuori allangolo
dellhotel, a prendere la navetta che era stata pre-
disposta dallorganizzazione per raccogliere tutti
gli atleti, facendo il giro delle principali strutture
alberghiere, e condurci in zona partenza.
Indossiamo le mute, depositiamo le borse bianche
che i volontari poi ci faranno trovare allarrivo si-
tuato in centro citt, e via tutti in acqua per qual-
che bracciata di riscaldamento.
Il lago ha una base melmosa, si affonda quasi co-
me se fossero sabbie mobili ed tutto fangoso e
scuro, eppure tutto ci sta e ci sta bene. Non una
lamentela. Anche quello fa parte del contesto e ci
piace, ci sentiamo molto avvolti e protetti e cocco-
lati in ogni come. Anche quella melma, in fondo,
morbida e vellutata.
Il cielo grigio ma lacqua tutto sommato tiepi-
da, 19 C, e a me sembrava anche di pi, sar che
mi sono forgiata a Valencia il 4 marzo (circa 12 C
spacciati per 14 C per farci partire lo stesso).
Qualche bracciata, qualche chiacchiera con i nuovi
amici e via ci si avvicina alla linea di partenza posta
un po pi avanti nellacqua. E una festa di pubbli-
-
Zona Cambio #5 - 23
co e lo speaker ci rallegra e ci carica per bene.
Unimbarcazione vichinga con tanto di vichinghe a
bordo ci saluta. Sparo del cannone. Partiamo! [link
video]
Per la prima volta ho nuotato sempre in compa-
gnia, anzi sono uscita che ne avevo molti dietro di
me. Incredibile! Non per mia aumentata velocit
ma perch esiste al mondo chi in acqua pi tapa-
scione di me.
Cosi ho preso schiaffi, pugni, pedate in faccia, bene
cosi! Nuotare insieme stato pi bello e so-
prattutto nuovo per me, e forse mi ha anche spro-
nato di pi, negli ultimi 700 metri ho addirittura
accelerato per paura che mi stessi adagiando trop-
po al gruppo.
Difficile descrivere la festa dei volontari e del pub-
blico quando sono uscita (non solo per me, per
tutti dal primo allultimo) applausi, batti il 5, un
corridoio di persone che ci ha accompagnato fino
in zona cambio.
Arrivo in transizione e si avvera quello che Nic mi
aveva anticipato! Un gruppo di volontari mi atten-
de per togliermi la muta.
Si fa avanti un vichingone bello come il sole, spal-le ad armadio, possente, e mi dice buttati sul prato che ti spoglio io!.
Ho pensato ma quando mi capita pi?. E ho
obbbedito.
Il vichingo mi ha strappato via la muta in un batti-
baleno e mentre io fantasticavo sul seguito mi ha
riportato alla realt indicandomi dove recuperare
la borsa blu e via verso il tendone per cambiarsi.
Sotto il tendone cera un po di ressa cosi mi sono
fermata fuori. Subito una volontaria si avvicinata
per offrirmi aiuto. Ho indossato quello che mi ser-
vita e stavo per riporre muta occhialini e cuffia nel-
la borsa blu ma lei mi ha sollecitato vai, ci penso
io a mettere tutto a posto!.
Via verso al bici e verso luscita. Salto su e pedalo
tra le incitazioni di un pubblico favoloso e gli scatti
dei fotografi!
In bici mi superano quasi tutti quelli che avevo la-
sciato indietro nel nuoto... complice un problemi-
no tecnico (la scusa...): nei primi 10 km andava via
la catena e da principiante quale sono, per ri-
metterla in sede dovevo fermarmi a volte addi-
rittura capovolgere la bici inzaccherandomi le mani
di grasso... per poi passarmele sul viso...
Perdo secondi preziosissimi ;) e molti si avvantag-
giano per sorpassarmi ;)
La cosa va avanti cosi fino al 50km, poi decido di
lasciare la corona grande davanti, sia in salita che
in discesa, e via! Avevo paura che si rompesse la
catena, sentivo rumori strani, sicuramente frutto
delle mie paure da principiante.
La frazione bici stata tutto un viaggio in paradiso.
Monti, laghi, mare, scenari mozzafiato! Dopo il
nuoto si anche aperto il cielo e un sole radioso ci
ha accompagnato fino a notte fonda! La tempera-
tura era gradevole.
Lungo i 90 km il paesaggio era costellato di tipiche
casette norvegesi, in legno, bianche o rosse, spic-
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Zona Cambio #5 - 24
cavano tra il verde di prati e alberi.
Ogni famiglia si era raccolta lungo le strade (oltre
ai volontari) per applaudire e fare la hola.
Molti avevano disposto poltroncine e sdraio e bibi-
te fresche per godersi lo spettacolo del nostro pas-
saggio, dal primo allultimo. Mai stanchi di alzarsi
in piedi e spronarci Heya! Heya! (forza forza!)
Tutti, dai pi grandi ai pi piccoli. Non sono mia
stata sola! Ho amato ogni singolo spettatore per i
loro sorrisi e la gioia e lammirazione che comuni-
cavano. Non unauto lungo il percorso, ottimo la-
voro dellorganizzazione ma anche ottima ospitali-
t da parte della popolazione. E vero, in quellarea
la densit abitativa bassa, eppure sembravano in
tanti ad acclamarci, non una parola o uno sguardo
di insofferenza per non poter circolare lungo il per-
corso.
Al ritorno in paese cera una mamma in bici sul
marciapiede, e dietro questa fatina bionda picco-
lissima. Avr avuto 3 anni, sulla sua mini bici rosa.
Mentre arrivavo si fermata, mi ha urlato Heya,
heya! con quella vocina che solo le fatine sanno
avere, e poi mi ha battuto le manine. La prossima
volta che mi capita mi fermo e me la mangio!
Mi ha sciolto il cuore.
Il percorso bici di poco pi di 90 km per me stato
relativamente semplice. Forse lesperienza a Idro-
man mi ha cambiato la prospettiva sul concetto di
salite e discese... Gli altri atleti ben pi esperti di
me hanno dichiarato che non era semplice come si
pensava. La strada pure essendo perfetta e priva di
buche aveva quel tipo di asfalto un po granulare
grosso, che rallenta e affatica un po... sar che io
andando paino queste sottigliezze nemmeno le
noto. E poi tutti quei su e gi, e poi su e gi, mai
pendenze impossibili ma continue, non facevi in
tempo a scendere sfruttando la forza di gravit che
gi si risaliva.
Arrivo dunque in zona cambio. Neanche fossi una
elite, un volontario mi prende la bici dicendomi
che me la sistema lui al posto 107 e un altro mi
porge la borsa rossa run, chiedendomi se serve
aiuto. Mi cambio le scarpe, giro il pettorale, poso il
casco e gli occhiali, il volontario mi suggerisce di
tenere gli occhiali visto il sole e me li porge, li
prendo e via! Verso nuove avventure.
Si corre per circa 1 km dalla zona cambio per giun-
gere nel circuito di 10 km da ripetere due volte, in
centro Haugesund. Finalmente! Gli accompagnato-
ri di altri atleti mi adottano e prendono ad incitare
anche me chiamandomi per nome e urlando
Italia!. Passiamo 5 volte in zona arrivo e li tra
speaker e pubblico mettiamo le ali e acceleriamo
carichi dellenergia che ci tramettono le persone.
File di bambini hanno le manine pronte per batte-
re il 5, mi abbasso un e po e rallento (come se po-
tessi rallentare ancora di pi...) per non mancarne
nemmeno uno a destra e a sinistra! E una felicit!
Da un terrazzo una simpatica coppia ha predispo-
sto una pompa per rinfrescarci, chi vuole passa
dalla strada al marciapiede e si gode la doccia! Ci
sono ristori e spugnaggi fornitissimi di ogni cosa
fino alla fine. Lungo tutto il percorso bici e corsa i
volontari, addestratissimi, sono pronti in lunghe
file con braccio teso verso la strada per agevolarci
la presa di borracce e gel e banane ecc.
Nella mia breve esperienza non ho mai sperimen-
tato unorganizzazione talmente impeccabile, al di
sopra di ogni aspettativa. E non si trattato solo
dellorganizzazione, stata soprattutto la passione
di ogni singola persona che ha reso tutto perfetto.
E poi gli altri atleti, tutti, sono stati semplicemente
-
Zona Cambio #5 - 25
amabili. Di supporto leale e regolare gli uni con gli
altri, e di rispetto dal pi forte al pi lento.
Il percorso run non era piatto come succede in ge-
nere... per passare sulle strade parallele di andata
e ritorno cerano degli strappettini, certo i runners
seri nemmeno se ne accorgono, io si. E devo dire
che preferisco cosi, le strade piatte sono noiose.
Almeno quando sei in discesa un po rotolo... quasi
come in bici.
Finito lultimo giro ammetto che ero un po prova-
ta ma come sempre, alla vista dellarco di arrivo,
non ho capito pi nulla, e sono partita per il classi-
co supersprint finale da centometrista :O. Ho ta-
gliato il traguardo tra lentusiasmo della folla (
raro per me avere un pubblico, quando arrivo io
spesso hanno gia smontato larco...). I volontari
nel mettermi la medaglia al collo, dichiarano che
stato larrivo pi veloce di tutta la gara (inteso co-
me ultimi 100 metri) . E lo speaker annuncia
you are an ironman 70.3!. Tripudio!
Proseguo in preda alla felicit verso larea ristoro e
massaggi. Sono due passi dallhotel, doccia rigene-
rante, e poi gi a guardare gli altri che arrivavano e
a farsi i reciproci complimenti con gli altri atleti.
Maglietta di finisher preziosa, tecnica, verde e
arancione, con logo del 70.3 Huagesund. La porte-
r con orgoglio, come tutti gli altri, con la medaglia
enorme al collo. Bella anche quella, sopra hanno
raffigurato la mappa dei paesi nordici con la Nor-
vegia evidenziata e un bel 70.3 arancione in rilie-
vo.
La sera mega party! Abbracci e felicit per tutti.
Ogni cosa e stata fatta in grande, senza lesinare su
nulla.
A mezzanotte e oltre, si va a nanna, stracotti e ab-
bronzati a strisce.
Lindomani giornata di relax shopping, ritorna il
grigio e la pioggerellina ma sembra di stare sem-
pre in paradiso.
Ho riso per tutto il viaggio di ritorno.
Siamo a Pisa, recupero lauto e mi dirigo verso Ro-
ma. La favola finita, si ritorna alla vita quotidia-
na, stanca e appagata, sicura di voler tornare in
Norvegia, luogo dellevento pi bello che far pre-
sto il sold out.
Questa gara ci ha portato bene, tutti gli atleti con
cui ho parlato ne hanno tratto gioia e soddisfazio-
ne, e miglioramenti sui propri tempi, o semplice-
mente hanno portato a termine unimpresa che
temevano fosse al di sopra della loro portata. Io
credo che il clima, la gente, lorganizzazione, i vo-
lontari, il contesto, la bellezza dei luoghi, tutto...
abbia contribuito profondamente a questi succes-
si, mettendoci in quella condizione mentale co-
struttiva di raggiungere un obiettivo per noi e per
chi ci sta intorno.
Se avete voglia di un 70.3 del circuito, fuori dallI-
talia, e tutto sommato non lontanissimo e abbor-
dabile con un po di pianificazione, questo da
non perdere!
-
Zona Cambio #5 - 26
Prover a spendere due parole con la mano sul
cuore cercando di prendere la parte di qualcosa che per molti in-
difendibile, ma soprattutto senza voler minimamente sminuire le
altre gare in Italia (da almeno 3 anni non salto il C.I. lungo/medio), i
nuovi progetti (Challenge Rimini, sto raccogliendo le risorse per es-
sercic Macca!) o le gare storiche (Elbaman la gara pi bella
dItalia).
PERCHE BISOGNA TORNARE A PESCARA NONOSTANTE LE MILLE
CAPPELLE ORGANIZZATIVE?
Perch basta leggere i blog di chi ci stato questanno ed i relativi
commenti, tutti i finisher sono felici come bambini, hanno gi di-
menticato gli intoppi.
Perch ora che ci penso io mi sento come quando da ragazzino tor-
navo dalla gita scolastica in primavera, profondamente inebriato,
innamorato e tanto rincretinito.
Perch stata la mia gara-riscatto.
Perch sen lIronman 140.6 in Italia non lo avremo maie noi ce
la meritiamo la Gara con il pallino.
Perch levento con il pallino smuove la folla, tanta e crea il movi-
mento anche per le altre gare simili in Italia quanti medi ci sono
Perch la ZEROedition, un privilegio oltre che un
onore esserci alla prima edizione di qualsiasi gara, circuito, edizione,
manifestazione ed un giorno raccontare ai propri nipotiio cero!.
Perch anche se non lo stesso giorno di Pescara ci va vicino e la
guerra tra WTC e Challenge si sposta anche in Italia e la concorren-
za la maggior parte delle volte sinonimo di far bene, organizzare be-
ne, rasentare la perfezione.
Perch Rimini una garanzia! Mondiali di duathlon su tutto e poi gare
con grandi numeri organizzate in maniera impeccabile, sempre.
Perch Rimini, Rimini sempre sinonimo di divertimentocavolo
sono sempre stato bene in quella cittsempre!
Perch a Rimini si mangia alla grande!
Perch ai Challenge non c lo stress della qualifica, delle slot
Perch la bici non affatto piatta, anzi.e finalmente sar quasi certo
che gli sciatori si attaccheranno al(tram?)
Perch si va sulle salite dove si allenava Marco Pantani.
Perch qualcuno vorr provare a battere il tempo di Alessandro Ales-
PERCHE ANDARE A RIMINI...
PERCHE TORNARE A PESCAR
A... di Luigi Orlando Magic
trifunlife.blogspot.com
Ironman 70.3 Pescara vs Challenge Rimini
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Zona Cambio #5 - 27
stati questanno! E sono andati tutti alla grande!
Perch Pescara stata una citt fantastica!
Perch i percorsi erano veramente belliun bel po pi lunghi, ma ve-
ramente belli!
Perch, vuoi mettere la finish line sulla spiaggia? (.miglioratelo larri-
vo per!)
Perch cera un pubblico fantastico che incitava chiunque, come deve
essere in queste gare!
Perch guardando le foto della gara sfido chiunque a confutare che
potrebbero essere state a fatte a Miami, ad esempio!
Perch stata la gara-battesimo per tanti neo-finisherper altrettanti
giusto che continui ad esserlo!
Perch ho visto la gente felice e sorridente anche con la maglietta fini-
sher del Decathlon e la coca cola calda in manoe la doccia ghiaccia-
ta.!
Perch il prossimo anno al pasta party ci metteranno gli arrosticini al
posto di quel tortino agli spinaciVERO?
Perch il prossimo anno ci daranno uno zaino cos tecnico che potre-
mo andare in Nepal solo con quello in spalla! e la maglietta finisher
di Prada!
Perch il mezzo flop organizzativo c stato questanno, non lanno
scorso non possono fare peggio il prossimo anno!
Perch sono stati sommersi dalle proteste, si prenderanno le loro re-
sponsabilit e ci daranno una gara perfetta!
Perch sbagliando simparae sbaglia chi fa, non chi non fa nulla!
sandri su Strava 1h e 42m!!!
Perch c MACCA ragazzi!
-
Zona Cambio #5 - 28
SW
IM
allenamento
condominiale Splash. Nell'avanti e indietro del riscaldamento ela-boro l'allenamento clorato di oggi.
Prima inquadro il problema: infilare una sequenza di vasche a ritmo costante poco stimolante per il fisico e per la crapa.
Poi mi pongo un obiettivo: rendere piacevole l'ora di piscina traendone il massimo beneficio allenante.
Non mi resta che mettere a punto la strategia.
Devo riuscire ad associare ogni serie di ripetute ad uno dei miei condmini.
La signora dell'interno 1 catalizzer i pensieri dei primi cento metri. Finalmente nella seconda serie potr dire in faccia al rompicoglioni dell'interno 2 cosa penso di lui. E cos via.
L'unico rammarico sar non riuscire ad arrivare dal co-glione dell'ultimo piano, ma ventiquattro interni sono troppi per il mio attuale livello di allenamento.
La serie pi veloce? Quella corrispondente alla famigliola di pakistani: c'era una puzza di aglio che non vedevo l'ora di uscire da quella casa.
bradypusrunner.blogspot.com
di I
ron
Bra
dy
-
Zona Cambio #5 - 29
BIK
E
Ho usato parecchi siti e programmi
vari per registrare gli allenamenti.
Non che poi andassi ad analizzarmi i
dati, sono troppo caciarone da accon-
tentarmi solamente di vedere le mie
prestazioni.
Ho usato Mapmytri, ma in pratica in
Italia ero l'unico, poi sono passato a
Daiilymile, simpatico ma molto molto
semplice.
Alla fine sono approdato, dopo aver
letto una recensione in cui ne parlava-
no come "la miglior applicazione per il
ciclismo", su Strava.
Innamorato subito.
La cosa spettacolare questa.
Caricate i vostri dati dell'allenamento
(o li registrate in diretta con un iPho-
ne, se ve lo portate dietro negli allena-
menti) ed il sito riconoscer automati-
camente ogni salita che avete affron-
tato, inserendovi in una classifica con
tutte le altre persone che sono passa-
te per quella salita.
Anche per i meno com-
petitivi scatta subito la
scintilla per cercare as-
solutamente di fare
qualche secondo in me-
no per poter scavalcare i
vostri amici e magari
guadagnarvi l'ambito ti-
tolo di King Of Moun-
tain.
Poi naturalmente c' chi
va a cercarsi le salite pi
sconosciute per essere il
KOM di quella salita, ma
quando in classifica c' una sola per-
sona il titolo vale un po' meno...
Potete inoltre anche creare i vostri
"segmenti" non necessariamente in
salita, per vedere, ad esempio chi ha il
miglior tempo su quei 5km
piatti...o chi ha fatto meglio una
discesa...
Insomma, una bella invenzione.
Naturalmente abbiamo creato
anche il gruppo di Zona Cambio.
Provate a fare meglio di noi ades-
so!
(N.B. registrando i dati usando la
macchina al posto della bici fun-
ziona lo stesso, ma poco sporti-
vo...)
Strava di Stefano La Cara Strong
-
Zona Cambio #5 - 30
RU
N
Quando corro non posso assolutamente uscire senza
i miei accessori preferiti, che sono:
Occhiali
MP3
Guanti (nel periodo freddo)
Scaldacollo (sempre nel periodo freddo)
Cappello (versione estiva o invernale)
Orologio
Quest'ultimo scontatissimo, come uscire a correre senza orologio? Ma... c' un ma.
Una volta bastava un semplice orologio al quarzo che avesse il cronometro e via, start quando si partiva, stop quando ci si
fermava, adesso non pi, ma che scherziamo!
Quasi tutti gli orologi oggi hanno il GPS incorporato, ti conta i km fatti, il passo, i battiti, le calorie bruciate, la media, il passo
istantaneo, il battito medio, quanti satelliti sono collegati, il tracciato, l'auto lap, l'auto start, l'auto stop... tutto insomma,
questo GlobalPositionSystem alla fine ti fa sentire un GlobalPirlaSystem.
Esci a correre, rilassato e spensierato, ma quando premi il tasto Start un brivido ti percorre lungo la schiena, l'ansia da pre-
stazione si impadronisce di te, e cominci a correre guardando il display con il sudore che, gi nei primi 50metri, scende dalla
tua fronte. Torni a casa esausto, non per la corsa, ma per lo stress, scarichi freneticamente i dati sul computer per vedere
che: oggi hai corso 10km alla media di 5min al km, il passo pi lento stato di 12min/km, il passo pi veloce? 2,1min/km!
di Gianluca master Runners Simei
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Zona Cambio #5 - 31
h bene! Sta per iniziare la stagione
2013, sar meglio del 2012 ne sono
sicuro, anche perch i particolari pro-
blemi avuti nel mio primo iIonman,
ops! triathlon long distance, ( un Challenge e la WTC
non vuole che si usi quel nome li, anche se la distanza
la stessa!!), li ho messi apposto durante le settimane
di scarico e/o ferie sportive, un piccolo intervento chi-
rurgo e si sta moooolto piu' liberi e leggeri!
Sto proprio bene, il mese di stop ha portato grandi
frutti, i muscoli e la testa stanno benone, e son felice
anche perch una nuova sfida si preannuncia per il
2013, trovare i soldi per il secondo, anzi prima iscrizio-
ne al IM, primo perch la mia prima gara del 2013 non
sar un Ironman ma un Irconcat, sulla stessa distanza
ma non sotto WTC, non si chiama Ironcat per far con-
tento il mio gatto (ho provato a dirgli dell'iscrizione ma
non gliene fregava molto....) o la popolazione felina e
ne tanto meno si vince un gatto di ferro, si chiama cosi
perch viene fatto tra Valencia e Barcellona, e quin-
di??? e quindi in CATaluna! Discorso intricato ma con
un senso.... oh almeno spero!
Per il resto, tutto scorre bene gli allenamenti vanno
alla grande, son contento di vedere che anche la sfiga
non mi lascia, e come sempre si fa sempre avanti nei
momenti migliori.
Non so se succede anche a voi ma a me di solito esce
fuori dopo una bella serie di allenamenti, quando mi
sento veramente in forma, ecco in quel momento li
so che c' qualcosa dietro l'angolo, che si far vedere
dopo l'ennesimo allenamento riuscito bene: avete
dimenticato le chiavi in casa e nessuno vi pu aprire
( inverno e sono 2-3 gradi!) e vi beccate l'influenza,
al lavoro hanno deciso di mandarvi a fare un corso in
un qualche posto dimenticato quindi niente bici e
nuoto e siete fortunati se riuscite a fare 30 minuti di
corsa senza che qualche macchina vi uccida, avete
dimenticato il Garmin al lavoro ed venerd sera,
quindi i vostri prossima 4-5 allenamenti (i pi lunghi
perch fatti nel fine settimana) li fate al buio, o anco-
ra meglio, il caricatore rimane in ufficio e il vostro
Garmin con voi ma completamente scarico, vi pren-
de una rettoragia che vi costringe in ospedale 2 giorni
e ti chiedi se la causa sia la sella troppo dura.....
Insomma si mette apposto una cosa e se ne rompe
un'altra, ma basta farci sopra un sorriso ed andare
avanti, mica ci spezziamo, siamo di Iron (sperando
che la WTC me lo permetta ;-) )
di M
arco B
ucci
thewaytomyfirstironman.blogspot.it
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Zona Cambio #5 - 32
Piove stamattina, o forse no. Nevica. Il fatto che il parabrezza della macchinina gelato un segnale importante: non sar bello uscire per lallenamento di bici che avevo previsto.
Tempo per la bici ne ho talmente poco, che mi spiace rimandare, dato che co-munque si tratta di rimandare a beh, a marzo!! Ma il problema non sussiste, per il triatleta, con lallenamento indoor.
Si pu correre, pedalare e nuotare sempre, a qualsiasi ora (beh, orari del cen-tro sportivo permettendo, ovvio..!) e con qualsiasi tempo (posto che ci si arri-vi, con forti nevicate e raffiche di vento da uragano, magari anche no, meglio desistere).
Perfetto, allora si parte. Sgelata la macchinina, sacca nel baule, anzi no, sul sedile anteriore che pure la serratura del baule si ghiacciata, son pronta. De-stinazione palestra, col borsone pieno di attrezzi.
Non si sa mai.
Meglio non fidarsi, magari la piscina chiusa, allora corro, magari le bici sono in manutenzione, allora nuoto. Pronta a tutto, come Rambo!
INDOOR E MEGLIO INDOOR E MEGLIO o fo
rse no
... di Semper Adamas
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Zona Cambio #5 - 33
Luci e colori, un caldo tropicale e un fracasso che si potrebbe definire lon-tanamente musica mi assalgono al mio ingresso. Ma io, che ho sfidato le colline di Pe-scara in bici, mica mi spavento e in poco pi di cinque minuti son pronta per la bici.
Anche altri insieme a me, per, e son tanti... Infatti dopo venti minuti di pedalata forsennata listruttore viene a vedere perch non scendo dalla sua benamata bike.
Mi sto allenando gli spiego col fia-tone dellennesima ripetuta fuori sel-la.
Eh, ma qui c una fila di gente che ha bisogno della bici. Dietro di me, una coda di cinque persone. Ma tutti qui, dovete venire a rompere i maro-ni?!
E vabb, facciamo buon viso a cattivo gioco e simuliamo un combinato, che tanto per una buona mezzoretta in sella son riuscita a starci. Come ini-zio, va benone, mi convinco. Col body da tri grondante di sudore
(lambiente palestra simula un allena-mento a Lanzarote, ma senza gli effetti benefici del vento) mi fiondo sullultimo tapis disponibile. C un tizio che si aggira l accanto, in ma-glietta della squadra di calcio del cuo-re e calzoncini da basket, che lo os-serva come si osserva un animale esotico. Ogni tanto lo tocca, come a sincerarsi che sia proprio vero.
Con una spallata maldestra lo allon-tano e salgo sopra al tapiru. Ehi mi apostrofa cero prima io!!.
Borbotto qualcosa in una lingua che potrebbe essere sanscrito antico o magari russo moderno.
Ah, ok... Ok, ho capito si arrende e mi lascia salire, ma non cessa di os-servarmi. Salgo e accendo il male-detto affare che mi parte da sotto i piedi con unaccelerazione di 8 G e mi sembra di stare un su MIG che de-colla Il tipo si allontana impaurito, non sia mai che gli volo addosso.
Ok, son partita. Adesso non mi fate pi scendere, penso.
Maledetto inverno!!
Ma mi ci devo abituare, se voglio nuota-re (bella forza, a meno che non mi vo-glia infilare in qualche gelido torrente, qui non c altro a disposizione che pi-scine), se voglio pedalare (sullasfalto ghiacciato potrei mettere in serio peri-colo la mia stessa sopravvivenza) e se voglio correre (mmmm e qui, possia-mo ancora giocarcela).
Si, mi ci devo proprio abituare, perch lanno prossimo, a settembre, mi aspetta lElbaman. Servizio completo: 3,8 km nuoto, 180 km in bici e 42,195 metri di corsa. meglio farsi trovare pronta, per quanto comincio a nutrire seri dubbi che non sar mai abbastanza pronta
Ma chiss? Ess
Francy goes to Elba..!
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Zona Cambio #5 - 34
@MarcoSelicato Le perle di Marco
Per fare un grande salto necessaria una grande rincorsa
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Zona Cambio #5 - 35
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Zona Cambio #5 - 36
intervista ad
di stefanolacarastrong Andrea DAquino
Atleta di punta del triathlon italiano. Pluri vicecam-pione Italiano e campione a squadre. Il nostro Cara-biniere si sottoposto alle domande dei lettori del blog (che questa volta hanno tirato fuori il vera-mente il peggio), stando al gioco e dimostrando tutta la sua simpatia!
Ecco quello che ne uscito fuori...
1.Perch stai perdendo tempo con noi? Mi hanno detto che fare volontariato ogni tanto da soddisfa-zione!
2.Qual il tuo soprannome? Ne ho un po': ca-gnaccio, daq, harris (per la passione per il metal e hard rock)
3.La scusa preferita per non allenarti? Ammetto che non ne ho mai usate molto di scuse per non al-lenarmi. Da piccolo sicuramente il mal di testa per non nuotare!
4.Qual la triathleta pi figa? Quando iniziai a fare triathlon mi colp molto Annie Emmerson http://annieemmerson.co.uk/
5.Ed il triathleta pi brutto? L'uomo scimmia Bru-no Pais
6.(da Luigi Magic) Giacch siamo tra "pochi" intimi qui, ti andrebbe di dirci esattamente cosa ti passato per la testa quando il giudice a Varano
non voleva farti entrare in Zona Cambio per le ap-pendici che sporgevano oltre le leve dei freni? Dentro di me ridevo, e non avevo la forza di contro-battere vista la sicurezza del giudice rigurado al re-golamento. Fortunatamente intervenuto un altro giudice prima che iniziassi a proferir verbo :p (ma che ***** dici!!)
7.(da Loredana) Qual la pi bella barzelletta sui Carabinieri che conosci? Siamo in Sicilia, un auto-mobilista vede dei carabinieri ad un posto di blocco che mettono il dito nei serbatoi delle auto e poi se lo leccano. Ma che cosa state facendo dice l'auto-mobilista ai carabinieri e i carabinieri, gli ordini so-no chiari, dobbiamo fermare tutte le macchine che vanno a Marsala.
8.Qual la cosa pi buffa che ti successa in alle-namento o in gara? Penso quella capitami in T1 allo sprint di Levanto. Arrivato davanti alla bici, ho tirato gi la muta, ma oltre al neoprene mi si sfila-to completamente anche il body! Per fortuna avevo sotto il costumino!! Ancora non ho capito se mi fos-si dimenticato di tirare su le spalline del body oppu-re se fosse sceso perch aperto dietro....boh...atti osceni in luogo pubblico evitati per un pelo
9. (da Eagleyes) raccontaci brevemente la tua
giornata tipo cercando di soffermarti un p di pi
su alcuni aspetti salienti come ad esempio quante
volte al giorno vai al bagno e soprattutto quante
volte trombi? Periodo invernale: Sveglia 8-8.30
bagno, colazione, allenamento 1 (se corsa, ancora
bagno prima o durante), pranzo, nuoto (pisciata in
vasca), palestra o rullo, cena, bagno
10 (da kipudda) tu hai fatto sia olimpici che di-stanze pi lunghe, secondo te i piedi e le scarpe puzzano di pi al termine di un olimpico breve ma intensissimo, o al termine di un 70.3 meno intenso ma lungo? Mmmh, aromi diversi, ma direi olimpico, perch nei 21km io metto le calze :p
11.Film preferito? Johnny Stecchino
12.Disco preferito? Ufffffffff difficile.... The ultima-te sin di Ozzy Osbourne, Sin after sin dei Judas Priest, Highway to hell dei Ac/Dc
13.Come si supera una crisi in gara? Tenendo du-ro con la testa, a volte superando le difficolt poi si trovano nuove energie nel taschino e si realizzano cosi le prestazioni!
14.(ancora da kipudda) voi del circuito ITU siete definiti la formula 1 del triathlon. Hai mai avuto tra le mani un'ombrellina di quelle che si trovano sulla griglia di partenza? Mai! Molto meglio in Italia dove qualche miss alle
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Zona Cambio #5 - 37
premiazioni presente, o le ragazze pon-pon di Rapperswill e di Monaco anni fa! :)
15.Il tuo peggior rivale sportivo? Beh visto che sono stato vice-campione italiano di sprint e al-tre 2 volte vice- campione di olimpico.....ti dir Alessandro Fabian!
16. (sempre da kipudda) a letto sei pi da super sprint, sprint, olimpico, o 70.3? C' qua di fianco la Mussolina che mi dice di non spa-rare cazzate!! restiamo sull'olimpico o sui 2 sprint dipende dall'ispirazione
17.(da nonno Fausto) Chi perde tempo a fare triathlon, lo fa perch non ha un cazzo di me-glio da fare? Esattamente!!
18.(da Ironmanzi) quanto ti ha pagato Stefa-no per farti riempire di cazzate da una banda di TriPIRLA? Mi ha promesso la maglia da ci-clismo del Panda!
19.(ancora Ironmanzi) Cosa hai pensato du-rante la frazione run di Varano quando hai incrociato Stefano Er Panda? (meno male che sono quasi estinti)? Credevo di avere le visioni e di essere un po' in crisi! Poi nel dopogara l'ho rivisto e ho capito il perch l'hanno abbando-nato!
20. (da Rocha) cosa pensi dentro di te quando vedi ultraquarantenni che si credono atleti e che concludono soffrendo uno sprint in un'ora
e mezza oppure un olimpico in tre ore ? Since-ramente ho il massimo rispetto perch al loro posto non so se ci riuscirei; non parliamo degli IM finisher...massima stima
21. (da Giustiano) Andrea, se ti succedesse una cosa del tipo Raggiro di pensionati. Andrea, in divisa durante un'indagine dei carabinieri, avvi-cina una signora anziana del quartiere
"Signora perdoni: ha visto passare qualcuno di sospetto negli ultimi giorni?" E lei "DA QUI NO...." LA prima cosa che pensi : A-La signora non ha visto passare possibili malfattori B-La
signora mi ha riconosciuto (cazzo so' figo) La risposta A!! Non sai quante vol-te al liceo, appisolato, nella lettura la prof dice da qui e subito attacco di panico!
22.(da Beppe) "Un atleta di alto livello co-me te quanto tempo "Stacca la spina" in un anno?Nel periodo di transizione a che cosa ti dedichi?" Dalle 2-3 settimane, a volte an-che nel periodo di fine luglio/agosto. Faccio quello che pi mi rilassa....quindi varia mol-to, viaggiare o stare a casa, uscire con gli amici. Sicuramente apprezzo la liber di non avere orari da rispettare!!!!
23.(sempre Beppe) Quando nuoto sono
distratto dalle ragazze in costume, quando
pedalo sono distratto dalle ragazze che mi
precedono e quando corro rischio di cadere
distratto da incantevoli dondolii .... forse
per questo che non valgo un cazzo nel tria-
thlon ? Ahahah! A nuoto va bene, in bici e
corsa limitati al riscaldamento defaticamen-
to (doppiaggi in pista) e vedrai i miglioramenti
25.Un saluto ai lettori Grazie ai lettori e agli autori
che ci fanno sempre sorridere !
www.daquinobros.com
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Zona Cambio #5 - 38
Officina Zen Officina Zen OVVERO LARTE DI INTOPARE BICICLETTE ED ALTRE COSUCCE DELLA QUOTIDIANEITA
di Giovanni Lazzari (vulgo Carlo)
Avvertenza: lautore declina ogni responsabilit per quello che potrebbe accadere ad ispirarsi a quanto da lui scritto
PRIUS NON NOCERE PRIUS NON NOCERE PARTE II
prosegue dal numero precedente (cos ve lo andate a rivedere)
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Zona Cambio #5 - 39
8- Non dite mai: meglio mezzo giro di chia-
ve in pi. Sar quello che vi spezzer la
chiave o roviner il pezzo...se potete usate
le chiavi dinamometriche.
9- Se un bullone non si svita non montate
in piedi sulla chiave: o si spezza la chiave o
si spezza la caviglia. Intanto controllate
che stiate girando in senso antiorario
(attenzione al pedale sinistro che si svita in
senso orario), poi utilizzate lo sbloccante
facendolo agire per diversi minuti.
10- Questa difficile: il cambio ha due viti
di blocco. Se allentate quella che impedi-
sce alla catena di uscire dal pignone pi
grande, nel momento in cui cercherete il
28 su un pacco 12-26, un raggio catturer il
braccio del cambio sbarbandolo dalla pen-
dina (piccolo pezzo di metallo, avvitato al
telaio, su cui poi avvitato il cambio). Nel
migliore dei casi riuscirete a fermarvi pri-
ma dell'irreparabile, nel peggiore prepara-
tevi a ricomprare cambio, catena, raggio e
pendina... dopo la dimissione dal pronto
soccorso!
11- Se bucate, non abbiate fretta di cam-
biare la camera daria. Se non rimuovete
la causa potreste continuare a bucare fino
a quando non le avete terminate (le came-
re daria). A volte l'oggetto appuntito sul
cerchio, non nel copertone!
12- Quando cambiate la camera d'aria con
una nuova non limitatevi a srotolarla ma
gonfiatela un po' . In questo modo si evita
di perdere tempo montando una camera
difettosa, gi bucata perch sono tre anni
che la tenete nel borsello sotto sella.
Quando ne avete verificato la tenuta, inse-
ritela leggermente gonfia nel copertone
con la valvola gi infilata nel cerchio. Poi
richiudete il copertone resistendo alla ten-
tazione di usare il cavafascioni quando in-
contrate resistenza. La pinzatura quasi
sicura.
13- Non spruzzate olio sulla catena come
se fosse un'insalata. Quello che avanza ca-
de sul cerchio poi sporca le pastiglie dei
freni... Il resto provate ad immaginarlo.
Usate un pennellino.
14- Nel tagliare una guaina del freno o del
cambio, prendete bene la misura e so-
prattutto sfilate il cavo. Se la guaina non si
taglia bene e fa resistenza alla pin-
za...dovete ricomprare un nuovo cavo.
15- Nel fissare il cavo alla pinza del freno,
ricordatevi di metterla in tensione prima
di stringere il bullone. Poi provate a frena-
re sul banco di lavoro, quindi a terra senza
salire sulla bici e infine sul vialetto di casa.
Se la bici si arresta, potete usarla anche in
strada. Col tempo proverete a saltare al-
meno uno dei passaggi intermedi, ma mai
la prova nel vialetto!
16- NON PENSATE CHE AVENDO LETTO
QUESTE RIGHE, NON COMMETTERETE GLI
ERRORI DESCRITTI!. SOLO LESPERIENZA
PERSONALE VI PORTER SULLA VIA DELLA
PERFEZIONE.
bicifissaviareggio.blogspot.it
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Zona Cambio #5 - 40
I test di Zona Cambio di Ciro Foster
cirofoster.blogspot.com
SCHEDA TECNICA
Tecnologia FORMOTION per un ap-
poggio ammortizzato (la parte
Di scarpa sul tallone si piega legger-
mente in modo elastico ad
Ogni falcata)
- Contenitive
-Neutre ma anche nella versione anti-
pronazione Cushion
Ad
ida
s R
es
po
ns
e 2
1 Ero entrato dritto come un fuso per comprare le nuove Adidas Supernova Glide 4, ma non appena le ho indossate mi sono sentito poco protetto, non cos confortevole come con le
'vecchie' fantastiche Glide 2, da mettere sotto teca di vetro antiproiettile visto la loro versatili-
t e il loro aiuto a portare a casa le gare run pi lunghe.
Avevo letto in vari dei nostri blogs che l'Adidas aveva fatto un bel salto, cambiando o forse an-
che stravolgendo la comoda e sicura calzatura nata per runners neutri ma col massimo am-
mortizzamento. Infatti, dovendo correre a Firenze la Maratona, non mi sembrato il caso di
rischiare con le 'secche' Glide 4.
Al contrario, non appena ho calzato le ADIDAS SUPERNOVA RESPONSE 21 (si, avete capito be-
ne, 21 restyling), la sensazione stata subito quella del massimo ammortizzamento con il
massimo contenimento dell' avampiede e, ad una prima prova di camminata anche di un peso
non eccessivo, sebbene le Response 21 e le Glide 4 si equivalgano con un peso dichiarato di
338gr.
L'euforia di aver trovato una scarpa reattiva ma anche 'sicura' per le long distances, mi ha in-
dotto a comprare il numero 44, poi in gara si sarebbe rivelato meglio un 44.5 visto che in una
scarpa troppo stretta, d un po' fastidio la cucitura proprio sopra il tendine estensore dell'allu-
ce che pu quindi infiammarsi.
Dal punto di vista del costo, le RESPONSE 21 si sono rivelate economiche con 75 di spesa ,
circa 92.
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Zona Cambio #5 - 41
SENSAZIONI DI 'GUIDA'
ormai le RESPONSE 21 le ho collaudate da 2 mesi, alternandole con delle A2 del tutto diverse per le gare brevi, le MIZUNO Wave Precision, soprattutto quando il
carico di lavoro run settimanale si fa sentire. Altra utilit delle Response si avverte in un allenamento combinato, al rientro in zona cambio dalla frazione Bi-
ke, per intraprendere la parte run, dove danno il meglio dimostrandosi oneste nella risposta ma soprattutto affidabili contro gli infortuni da stress sempre
in agguato quando si preparano le maratone o i triathlon lunghi.
DIFFERENTI TERRENI
ASFALTO: Vanno benissimo!
PISTA: non le ho neanche provate!
STERRATO: Se non una cava di pietre vanno bene!
ALTRA opzione favorevole , come in molte delle calzature Adidas, la compatibilit col sistema My Coach, che consiglio, sia con il dispositivo in figura, sia
scaricabile come App da telefonino.
TIRANDO LE SOMME
Scarpa onesta questa ADIDAS RESPONSE 21, sia come caratteristiche, sia come rapporto qualit/prezzo, cosa che non guasta per il triathleta- runner che
deve avere un vasto corredo di scarpe per proteggere le sue preziose estremit inferiori!
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Zona Cambio #5 - 42
Lalimentazione nellIronman
APPENA PASSATO IL TRAGUARDO (da 0 a 90 minuti dopo):
1) evitare di fermarsi di colpo (anche se la tentazione c'!), ma cercare una lenta decelerazione, continuando possibil-mente a camminare, anche molto lenta-mente: dopo ore passate in movimento e sotto sforzo, fermarsi di colpo non assolutamente l'ideale;
2) idratarsi prima possibile: pi la sudo-razione stata abbondante, pi impor-tante sar bere liquidi con un'alta con-centrazione di sali minerali (magnesio, potassio, sodio ecc.). Impossibile dare dei valori assoluti (clima, liquidi persi... le differenze sono notevoli), semplice-mente bisogna continuare a bere fino a quando la p.. non torna a essere chiara (non bisogna prendere paura del colore delle prime "versioni", una cosa nor-male!);
3) assumere un buon carico glicemico prima possibile: il glicogeno sar quasi a zero, fondamentale ripristinarlo velo-cemente, altrimenti i tempi di recupero si allungano. Prediligere alimenti ad alto indice glicemico o una grande quantit di alimenti a medio/basso indice glice-mico (la prima opzione la migliore pro-prio per la velocit con la quale "entrano in circolo"), scegliendo a se-conda di quello che c' a disposizione al ristoro finale e all'appetibilit del mo-
di Gianmarco The Runningpitt Pitteri
Ecco un piccolo vademecum sul come affrontare nel miglior modo possibile il post-gara_lunga (maratona, mezzo iron-man, ironman...), a partire da un metro dopo il traguardo fi-no ad arrivare alle settimane seguenti.
Il recupero post gara lunga Il recupero post gara lunga
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Zona Cambio #5 - 43
mento (c' chi non ha per niente fa-me e chi invece si mangerebbe anche i tavoli), ma va bene anche pensarci prima, portandosi le cose da casa e consumandole non appena si va a recuperare la propria borsa. Alcuni esempi? Frutta fresca, fette biscotta-te con marmellata o miele, biscotti, crostate ecc. Sul mercato si trovano anche dei prodotti gi pronti;
4) massaggio: non indispensabile, per se si trova subito posto su uno dei lettini messi a disposizione dagli organizzatori, perch non rilassarsi cinque minuti? Viceversa, se l'attesa si preannuncia lunga, passare oltre;
5) ghiaccio/doccia fredda per le gam-be: cosa si fa quando si prende un colpo da qualche parte? Ci si mette sopra del ghiaccio! Stessa cosa va fatta con i muscoli delle gambe, mar-toriati per ore da migliaia di piccoli "colpi" (uno per ogni passo di corsa), che diventano sempre pi pesanti col passare dei chilometri. Una buona soluzione quella di utilizzare un sacchetto di ghiaccio istantaneo e passarlo su e gi per le gambe. Un'al-tra, quella di farsi la doccia normal-mente e alla fine stare con le gambe qualche minuto sotto l'acqua fredda. Avendo a disposizione un fiume, un lago o il mare (vasca con ghiaccio o
cryosauna a parte)... ancora meglio;
6) utilizzare abbigliamento compres-sivo: ormai tantissime case produttri-ci propongono abbigliamento a com-pressione graduata, distinguendo addirittura tra modelli da allenamen-to/gara e modelli da utilizzare per velocizzare il recupero. Nel post-gara la compressione aiuta a limitare il gonfiore, favorendo la circolazione e il drenaggio dei liquidi (una sorta di piccolo_massaggio_continuo). Quin-di calze lunghe e pantaloncini, ma esistono anche pantaloni lunghi e maglie a manica corta/lunga;
7) un pasto completo: dopo aver ini-ziato col reintegro dei liquidi (punto "2", che in realt deve proseguire per delle ore!) e con quello dei car-boidrati (punto "3"), ora il turno delle proteine. Qui pi semplice dare dei valori assoluti: almeno 25/35 grammi di proteine (pesce, uova, carne, legumi, frutta secca, latticini ecc.), ma possono essere an-che di pi. Ovviamente non tralascia-re anche tutto il resto (ancora carboi-drati, poi grassi e fibre). Se non ci si conosce abbastanza, meglio predili-gere cibi nutrienti ma facilmente di-geribili.
NEL CORSO DELLA GIORNATA (fino a quando non si va a dormire):
1) continuare a bere: vedi punto "2" della parte sopra;
2) riposarsi, ma cercando di stare in movimento: pi ci si muove, pi si favorisce la circolazione e quindi il recupero;
3) un altro pasto completo: vedi pun-to "7" della parte sopra;
4) prima di andare a dormire, si pu fare un'altra doccia alternando sulle gambe acqua calda e acqua fredda (favorisce la circolazione). Alla fine, anche un piccolo massaggio con una crema defaticante pu aiutare.
IL GIORNO DOPO:
1) i primi passi gi dal letto sono un ottimo test: se i dolori sono soppor-tabili e si riesce a camminare abba-stanza bene, vuol dire che l'allena-mento stato adeguato. In caso con-trario... la prossima volta bisogna allenarsi meglio;
2) l'ideale muoversi un po': anche una passeggiata va bene, ma even-tualmente anche solo dei banali esercizi di mobilitazione articolare;
3) pasti completi: inserire in ogni pa-sto tutti i macronutrienti, tenendo abbastanza alta la quota di carboi-drati per un paio di giorni, senza di-menticarsi delle proteine;
4) massaggio: consigliato il giorno dopo o due giorni dopo, non deve essere particolarmente profondo o traumatico (di traumi ne ha gi fatti parecchi la maratona!), ma favorire il drenaggio (i tessuti lesionati richia-mano liquidi) e rilassare.
DA DUE/TRE GIORNI DOPO:
si pu riprendere ad allenarsi, ma senza guardare ai tempi, assecon-dando sempre le sensazioni: se la voglia non c', si riposa.
ALMENO UNA SETTIMANA DOPO:
si possono fare gli esami del sangue e delle urine, per monitorare lo stato attuale, confrontandoli con quelli precedenti: farli prima non ha senso, alcuni valori risulterebbero sballati a causa delle scorie della gara.
A questo punto, se la gara andata bene, si pu riprendere ad allenarsi normalmente, ascoltando e assecon-dando sempre i numerosi segnali che il corpo ci manda (battiti a riposo, doloretti vari, fame, peso, stanchezza ecc.). La chiave di tutto proprio questa!!!
www.therunningpitt.com
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Zona Cambio #5 - 44