"Yawp é innocente" Alberto Finelli & Evyenia Gennadiou

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ALBERTO FINELLI & EVYENIA GENNADIOU Yawp è innocente Galleria Cart, Monza 2 Aprile - 24 Maggio, 2016 Foto di Valentina Angeloni

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Catalogue contemporary art exhibition 2016

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ALBERTO FINELLI & EVYENIA GENNADIOU

Yawp è innocenteGalleria Cart, Monza

2 Aprile - 24 Maggio, 2016

Foto di Valentina Angeloni

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Who or what is YAWP? A prelingual grunting? The yawning of the world? The laughter of Viktor Chlebnikow? And

why is he, she, or it, innocent?

Alberto Finelli and Evyenia Gennadiou take us to the-beyond of language, into that sphere in which names and words remain sheer noises, figures remain shapes. The individual signs are not integrated into a binding grammar, but instead open up a subjective variety of associations. A sphere of naive astonishment, where every thought ever remains in the process of becoming, where meaning can never be fixed. It is a language with an ever individual vocabulary.

By watching these images, we become children. We point with our fingers at these odd shapes and cry out: “I see this! I see that!” No image shows just one thing, but many: as many as we care to see. These pictograms are joined together to a “pictionary”. This pictorial vocabulary can be rearranged as pleased into new constellations. It can create as yet unknown meanings, personal stories. Each image murmurs with the ones hanging next to it. Thereby the artists have created an autonomous picture language in the truest sense of the word.

But where does YAWP fit in? It is the only image in the exhibition that is framed. None of the others are walled off from the world. The frame creates a distinction. It becomes a window. We see a bronze round something on black ground, an object in space. A planet? A strange faraway world? A face? We look at the image and off into the distance: face to face. We look at YAWP, and YAWP looks back at us. What an uncanny feeling to be watched by something that exceeds us, that we can’t get hold of. YAWP is a name. Let’s not get carried away by giving it meaning. Don’t forget, it’s innocent. Let’s keep it like that.

Text by Wouter Wirth

Chi o che cosa è YAWP? Un grugnito antesignano del linguaggio? Lo sbadigliare del mondo? La risata di Viktor Chlebnikov? E

perchè costui, o costei, è innocente?

Alberto Finelli e Evyenia Gennadiou ci portano nel dietro le quinte del linguaggio, in quella dimensione in cui i nomi e le parole rimangono semplici rumori, e le figure restano forme. I singoli segni non sono integrati in una grammatica vincolante, ma, al contrario, concedono una soggettiva molteplicità di assonanze. Ne emerge una sfera di ingenuo stupore, ove ogni pensiero è volto al processo del divenire, in cui giammai il significato può essere determinato. È un linguaggio con un vocabolario eternamente individuale.

Guardando queste immagini, diventiamo bambini. Indichiamo con le nostre dita queste forme bizzarre e gridiamo: “Vedo questo! Vedo quello!”. Alcuna di queste immagini ci mostra una cosa soltanto, ma molte allo stesso tempo: tante quante desideriamo vederne. Questi pittogrammi sono assemblati in un “pittolario”*. Un siffatto vocabolario pittorico può essere riorganizzato a piacere in nuove costellazioni. Può creare significati sinora sconosciuti, storie personali. Ciascun’immagine mormora con quella appesa accanto. In tal modo gli artisti hanno creato un linguaggio d’immagine autonomo nel più vero senso della parola.

Ma dove si colloca Yawp? È l’unica immagine della mostra ad essere incorniciata. Nessuna delle altre è isolata, come da un muro, al di fuori dal mondo. La cornice crea una distinzione. Diventa una finestra. Vediamo un cerchio bronzeo, un qualcosa su fondo nero, un oggetto nello spazio. Un pianeta? Uno strano mondo lontano? Un volto? Gettiamo uno sguardo all’immagine e poi oltre, in lontananza: faccia a faccia. Osserviamo YAWP e YAWP ci osserva di rimando. Che sconcertante sensazione esser guardati da qualcosa che ci supera, e di cui non possiamo entrare in possesso. YAWP è un nome. Non lasciamoci fuorviare dalla tentazione di dargli un significato. Non dimenticare, è innocente. Facciamo sì che resti tale.

*N.d.T. “Pictionary” è il titolo della serie di alcuni lavori presenti in mostra

Testo di Wouter Wirth (traduzione di Iacopo Adda)

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S5, Pictionary, 2014-2015, mixed media prints on paper, 216 x 400 cm (85 x 157.45 inches)

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S5, Pictionary, 2014-2015, mixed media prints on paper, 216 x 400 cm (85 x 157.45 inches)

Page 9: "Yawp é innocente" Alberto Finelli & Evyenia Gennadiou

S6, Pictionary, 2015, mixed media prints on paper, 108 x 240 cm (42.5 x 94.5 inches)

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S7, Pictionary, 2015, mixed media prints on paper, 108 x 160 cm (42.5 x 63 inches)

Page 11: "Yawp é innocente" Alberto Finelli & Evyenia Gennadiou

I see a target, I see vertigo rings, 2016, embroidery on linen, 43 x 28 cm (17 x 11 inches)

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I see a rainbow, I see the golden pot, 2016, embroidery on linen, 43 x 28 cm (17 x 11 inches)

Page 13: "Yawp é innocente" Alberto Finelli & Evyenia Gennadiou

Like father, like son, 2016, mixed media on canvas, 163,5 x 128 cm (64.35 x 50.35 inches)

Page 14: "Yawp é innocente" Alberto Finelli & Evyenia Gennadiou

Like father, like son, 2016, mixed media on canvas, 163,5 x 128 cm (64.35 x 50.35 inches)

Page 15: "Yawp é innocente" Alberto Finelli & Evyenia Gennadiou

It’s mine! (detail), 2016, mixed media on canvas, 163,5 x 128 cm (64.35 x 50.35 inches)

Page 16: "Yawp é innocente" Alberto Finelli & Evyenia Gennadiou

Yawp!, 2014, mixed media on paper, 108 x 80 cm (42.5 x 31.5 inches)

Page 17: "Yawp é innocente" Alberto Finelli & Evyenia Gennadiou

I see a murena at the entrance, I see a dolphin smiling, 2016, foil on wood panel, 21 x 15 cm (8.25 x 6 inches)

Page 18: "Yawp é innocente" Alberto Finelli & Evyenia Gennadiou

I see a door, I see a mask, 2016, foil on wood panel, 21 x 15 cm (8.25 x 6 inches)

Page 19: "Yawp é innocente" Alberto Finelli & Evyenia Gennadiou

It’s mine!, 2016, mixed media on canvas, 163,5 x 128 cm (64.35 x 50.35 inches)

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“Yawp è innocente” è un corpus di lavori che appare da subito coerente e amichevole. Ci si trova di fronte ad un insieme armonioso di fondi colorati sui quali poggiano delle forme geometriche, ma anche naturali: “biogeometrie” a colori.

Gli accostamenti cromatici e la semplicità delle forme rende il lavoro accogliente, disponibile verso il fruitore, anche se ignaro del tema conduttore.

L’aspetto formale è dunque positivo, tant’è che non si rende necessaria una comprensione dell’aspetto tecnico, non serve sapere in che cosa consista la “tecnica mista” cui si fa riferimento nelle didascalie, si genera immediatamente una sintonia tra il lavoro e chi lo guarda, così che non c’è necessità di quel percorso di avvicinamento che passa attraverso la conoscenza della materia, il percepito è sufficiente.

Il secondo piano di lettura viene suggerito dal titolo dei lavori, che ci introduce al gioco delle forme, ogni “biogeometria” assume un duplice significato, che poi si moltiplica non appena si entra nel gioco e ciascuno “vede quel che crede e crede in quel che vede”, in un linguaggio di segni invitante e aperto allo sviluppo.

Abbiamo così colto sia l’aspetto formale ed estetizzante del lavoro, che il motore concettuale che lo supporta, potremmo ritenerci soddisfatti, ma forse ci si può spingere ancora oltre e chiedersi se non ci sia un ulteriore tema generale sotteso al lavoro dei due artisti.

Troviamo un’ulteriore possibile lettura, la ricerca di un linguaggio visivo che non è solo riflessione sul segno, ma che considera la componente figurativa, fortemente suggerita dal connubio del segno con il titolo, ma lasciata aperta all’interazione con la libera rilettura offerta dall’immaginazione di chi guarda. Personalmente questo lavoro mi riporta ad un articolo di qualche anno fa di Henry Jacobs dal titolo “surface research” pubblicato nella raccolta di scritti “See it Again, Say it Again” a cura di Janneke Wesselling edito da Valiz Amsterdam, dove l’artista racconta la sua esperienza nell’ambito della Residenza promossa dalla Gerrit Rietveld Academy; Jacobs si è interrogato sul significato del Palinsesto (una pagina manoscritta, cancellata e riutilizzata) ed ha lavorato sulla sovrapposizione, ottenendo un lavoro sul segno e sulla parola che introduce nuovi significati offerti dalla stratificazione.

Nel nostro caso abbiamo invece una stratificazione di supporto, astrazione, figura e immaginazione che si rincorrono per tutti i lavori e che offrono una visione in continua evoluzione, a costituire una versione contemporanea del palinsesto.

Il lavoro di Alberto Finelli e Evyenia Gennadiou “funziona” perché è fruibile ed amichevole, ma, ulteriormente estremamente contemporaneo, porta infatti in sé un pensiero sull’arte di interesse generale, che riguarda unitariamente l’espressione, la percezione e l’immaginazione.

Testo di Riccardo Bianchi

Quando l’arte funziona

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Alberto FInelli lives and works between Milan and Munich. He was born in Sant’Agata de Goti, Italy, in 1986. Finelli studied Graphics at Accademia di Belle Arti di Brera, Milan (2005/2010 – BFA and MA, Bernardino Luino’s class). Since 2010 he has studied Graphics/Visual arts at Akademie der bildenden Künste, in Munich, at Peter Kogler’s class (receiving the meisterschüler’s honorary title in 2015). Among his solo exhibitions, we have: (2015), Galleria Nuvole arte contemporanea, Montesarchio; (2013), Galleria Ostrakon, Milan; Galleria Formentini (with Ray Smith), Milan; (2011), La Générale en Manufacture , curated by Anna Wondrak; (2009), MC Gallery, New York. Finelli also took part in several group exhibitions among which: (2016), Villa Pacchiani, Santa Croce sull’Arno; (2015), Kunstverein Wesseling, Wesseling; Museo Civico “Ala Ponzone”, Cremona; Amtsgericht, Munich; Villa Schiff – Giorgini, Montignoso; Kunstraum, Munich; Wäcker & Graupner, Munich; (2014), Prince of Wales, Munich; Maschio Angioino, Naples; The Ink Shop Printmaking Center, Ithaca, NY; (2013), Corcoran Gallery of Art, Washington DC; Robert Blackburn Gallery, New York; Galerie Filser & Gräf, Munich, Galerie der Künstler (BBK), Munich; Schweriner Schloss Garten, Schwerin. His works are in the permanent collection of: Gabinetto dei disegni e delle stampe, Santa Croce sull’Arno ; Gabinetto dei Disegni e delle Stampe del Museo Civico “Ala Ponzone”, Cremona; Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderna, Comune di Bagnacavallo; Collezione permanente della provincia, Milan.

Evyenia Gennadiou was born in Athens, Greece. She received a BFA degree in studio art, with a concentration in graphic design and photography, from Queens College of the City University of New York, and an MS in communications design from Pratt Institute. She also studied textile design, print design and screen printing at the Fashion Institute of Technology, and other printmaking techniques (including foil printing with Ana Golici) at the Robert Blackburn Printmaking Workshop. Her work has been exhibited in group shows in the U.S. and Europe. Selection includes: (in New York) Greenpoint Gallery, Luhring Augustine, Blackburn 20/20, White Box, ArtCetera, Hellenic Cultural Center in Astoria; (In Iowa) Eve Drewelowe Gallery, the University of Iowa; (In Italy, Milan) Galleria Ostrakon; (In Germany, Munich) Kunstraum, Galerie Kunst/Handeln, Halle 10, Prince of Wales, Akademie der Bildenden Künste. Her work is in the permanent collection of foil prints at the University of Iowa. She received a Graphic Design USA Award in 2008 and 2009, and a Communicator Award in 2009. Gennadiou lives and works in Brooklyn, New York.

Alberto Finelli vive e lavora tra Milano e Monaco di Baviera. È nato a Sant’Agata de Goti, Italia, nel 1986. Finelli studied Grafica d’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano (2005/2010 – BFA and MA, classe di Bernardino Luino). Dal 2010 ha studiato Arti visive presso l’ Akademie der bildenden Künste, Monaco di Baviera, classe di Peter Kogler (ricevendo il meisterschüler titolo onorario nel 2015). Tra le sue mostre personali, abbiamo: (2015), Galleria Nuvole arte contemporanea, Montesarchio; (2013), Galleria Ostrakon, Milan; Galleria Formentini (with Ray Smith), Milan; (2011), La Générale en Manufacture , curata da Anna Wondrak; (2009), MC Gallery, New York. Finelli ha preso parte in numerose collettive, tra cui: (2016), Villa Pacchiani, Santa Croce sull’ Arno; (2015), Kunstverein Wesseling, Wesseling; Museo Civico “Ala Ponzone”, Cremona; Amtsgericht, Munich; Villa Schiff – Giorgini, Montignoso; Kunstraum, Munich; Wäcker & Graupner, Munich; (2014), Prince of Wales, Munich; Maschio Angioino, Naples; The Ink Shop Printmaking Center, Ithaca, NY; (2013), Corcoran Gallery of Art, Washington DC; Robert Blackburn Gallery, New York; Galerie Filser & Gräf, Munich, Galerie der Künstler (BBK), Munich; Schweriner Schloss Garten, Schwerin. Il suo lavoro è presente nella collezione permanente di: Gabinetto dei disegni e delle stampe, Santa Croce sull’Arno; Gabinetto dei Disegni e delle Stampe del Museo Civico “Ala Ponzone”, Cremona; Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderna, Comune di Bagnacavallo; Collezione permanente della provincia, Milan.

Evyenia Gennadiou è nata ad Atene, in Grecia. Ha ricevuto una laurea BFA in Arti Visive, con specializzazione in graphic design e fotografia, presso il Queens College della City University di New York, ed un master MS in design della comunicazione presso il Pratt Institute. Ha inoltre studiato design del tessile, design della stampa, e serigrafia presso il Fashion Institute of Technology, ed altre tecniche di stampa (tra cui foil print con Ana Golici) presso il Robert Blackburn Printmaking Workshop. Il suo lavoro è stato esposto in mostre collettive negli Stati Uniti e in Europa. La selezione include: (a New York) Greenpoint Gallery, Luhring Agustine, Blackburn 20/20, White Box, ArtCetera, Hellenic Cultural Center ad Astoria; (In Iowa) Eve Drewelowe Gallery, presso l’University of Iowa; (In Italia, Milano) Galleria Ostrakon; (In Germania, Monaco di Baviera) Kunstraum, Galerie Kunst / Handeln, Halle 10, Prince of Wales, Akademie der Bildenden Künste. Il suo lavoro è parte della collezione permanente di foil prints presso l’University of Iowa. Ha ricevuto il Graphic Design USA Award nel 2008 e nel 2009, ed il Communicator Award nel 2009. Gennadiou vive e lavora a Brooklyn, New York.

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