Wu Cheng'en - Viaggio in Occidente

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Wu Cheng'en Viaggio in occidente

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    TITOLO: Viaggio in occidente

    AUTORE: Wu, Cheng'en

    TRADUTTORE: Serafino Balduzzi

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    NOTE: Si ringraziano il traduttore e la casa editrice Rizzoli per aver permesso

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    TRATTO DA: Traduzione originale dall'edizione francese pubblicata nel 1991 da

    Andr Lvy per la Bibliothque de la Pliade. Una versione ridotta di questo

    testo stata pubblicata da Rizzoli Editore.

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    WU CHENGEN

    IL VIAGGIO IN OCCIDENTE

    Traduzione, introduzione e note di Serafino Balduzzi

    INVITO A LEGGERE

    Dovunque questo libro si trovi, le divinit celesti lo proteggono. Il lettore deve aprirlo con rispetto e sincerit, dopo averpurificato le proprie mani e aver bruciato incenso. Quando si sente affaticato lo chiuda, lo collochi riguardosamente inluogo elevato e badi che non sia sporcato n danneggiato. Per essere degni di leggere il Xiyou Ji bisogna sapere questecose. (Liu Yiming, Commento al Xiyou Ji, scritto alla met del secolo XVIII, stampato nel 1806)

    Sia detto allegramente, senza intenti terroristici! Il lettore si trova in mano un romanzo cineseche supera di molto il migliaio di pagine: un fiume di prosa disadorna, in cui sono intercalati moltiversi pedestri. Storie fiabesche, che ignorano il confine fra uomini e animali, e in cui si incontrano aogni passo fanciullesche stranezze (gente, poniamo, che si trasforma in una corrente daria). Il libro

    si presenta come un enorme arazzo coperto di piccoli disegni un po rozzi e coloratissimi,continuamente ripetuti come in una decorazione. Altro che lavarsi le mani e bruciare incenso! Ladomanda che ci si pone : perch leggere?

    Eppure questo libro da leggere, perch un grande libro; ha ragione Liu Yiming, le divinitcelesti lo proteggono. fatto per entrare a far parte della mente del lettore, arricchendo le metaforecon cui egli si aiuta a capire e a esprimere lesperienza, e aiutandolo a vivere; in particolare aconservare, di fronte alle contusioni e frustrazioni della vita, la serenit attiva e la capacit di ridere.Senn, a che cosa servirebbero i libri?

    Romanzo popolare.Il Xiyou Ji uno dei grandi romanzi cinesi (come il Jinpingmei) redatti inlingua parlata, e pertanto esclusi dalla letteratura ufficiale. Risale alla seconda met del XVI secolo,

    verso il 1570. Mentre la dinastia Ming si avviava a ricadere nelle mani degli eunuchi e il paesecorreva verso la crisi che lo avrebbe consegnato alla dinastia manci, lindebolirsi dellassolutismoe del conformismo da esso imposto lasciava spazio a un rinascimento, di cui questi romanzi sonouno dei frutti (con nuovi orientamenti di pensiero e nuovi interessi per le conoscenze pratiche).

    Il suo pubblico era senza confronto pi ampio di quello della letteratura accademica: eracostituito semplicemente da cinesi di tutti gli ambienti, sommando, a chi era in grado di leggerlo,chi ne ascoltava la lettura. Anche chi poi fosse destinato a divenire dotto, almeno da ragazzo

    passava di l. rimasto fino ad oggi un libro noto a tutti; se ne scritto il seguito, stato largamenteutilizzato a teatro, incluse marionette e ombre. Nel XVII secolo si riferiva (deplorando leccesso) dimagnifiche feste popolari organizzate nel Fuzhou, fra la quarta e la quinta luna, per festeggiare ilsuo protagonista Scimmiotto, Sun Wukong, il Grande Santo Uguale al Cielo. Il culto di Scimmiottoera diffuso in tutto il sud est della Cina; a Hong Kong la sua festa cadeva il giorno 23 della secondaluna.

    Gi nel racconto Scimmiotto consegue limmortalit cinese, cio unimmortalit materiale, che

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    dura un visibilio di millenni, e poi chiss; restando comunque soggetta in ogni momento al rischiodi un incidente di percorso (detto di un veleno: un millesimo di oncia sufficiente per uccidereimmediatamente un comune mortale; per un divino immortale ne occorrono tre millesimi cap. 73).Sul finire del XX secolo questa immortalit regge ancora bene: ha resistito a guerre e rivoluzioni,compresa quella culturale; il Grande Santo entrato di buona lena, direttamente o come ispiratore,

    nella caricatura, nei fumetti, nel cinema, nei cartoni animati e nella televisione (Son Goku laversione giapponese del suo nome). Anche in Italia, se date unocchiata alle vetrine dei negozi dichincaglieria cinese, potr capitarvi di vedere il Grande Santo accovacciato fra i soprammobili, peresempio sotto forma di scimmia accanto a un uovo, che dovrebbe essere di pietra e sar forsesemplicemente di plastica.

    La lettura scorrevole, anche per un occidentale che non abbia familiarit con la Cina. Latraduzione stessa una lettura; se scorre pu perdere definizione nei particolari, ma se intoppassenellerudizione rischierebbe di perdere ogni senso.

    Probabilmente il maggiore ostacolo alla scorrevolezza sono i versi e passi in prosa ritmica che punteggiano la narrazione. Il loro scopo pi comune di fornire elementi visivi, introdottiesplicitamente o per implicito dallinvito: guardate! Per esempio, paesaggi (la montagna,

    lavvicendarsi delle stagioni, scende la sera, si scatena la tempesta ecc.), edifici, personaggi(abbigliamento, aspetto del guerriero, mosse del duello ecc.). Sono immagini di repertorio ripetitivee talvolta sbadate: per esempio, si scatena la bufera su una montagna lontana mille miglia dal mare,e si dice che mette in difficolt navigli e marinai. Altri sono commenti o esortazioni dettati dallamistica buddista o dalla fisio-alchimia taoista. Altri sono resoconti delle proprie referenze forniti daun personaggio a un altro che non lo conosce. Altri sono riepiloghi della situazione gi presentatanella narrazione. La lirica assente o pedestre. Non sempre il racconto progredisce, in questi inserti;non sempre vi si incontrano piccole invenzioni divertenti. Ma poich a volte avviene, e in qualchecaso si tratta di passi essenziali, sarebbe imprudente ignorarli. Nellinsieme danno limpressione di

    piccole silografie popolari in un libro antico, cui sia affidato un ruolo fra lillustrazione e lasemplice decorazione tipografica.

    Data la situazione, i personaggi principali e un certo numero di personaggi secondari ricorrenti,cui si aggiunge la folla innumerevole degli avventizi, lintreccio sostituito dalla giustapposizionedi episodi, che formano come un ciclo di storie: quando usavano, avrebbero potuto venire in mentele collezioni di dispense di avventure a pubblicazione periodica.

    Romanzo per ragazzi. Meravigliose e fantastiche avventure, in cui han parte animali parlanti edivinit, come dice Giuliano Bertuccioli nella sua Storia della letteratura cinese, evocando ilrischio che il XiyouJi sia una lettura che possa interessare o essere sopportata soltanto da ragazzi.Un destino non perverso, per romanzi popolari invecchiati. Comunque sono molti i libri (popolari enon) in cui parlano bestie, da Aristofane, a Renart, a La Fontaine, a Kafka; e infiniti quelli in cui

    intervengono divinit, dai poemi omerici, a Dante, a Milton, a Brecht. Ed bene che i ragazzi simisurino con tutti i testi cui riescono ad appassionarsi.Eppure, chi voglia inserire il libro nella letteratura infantile, lo assegni almeno allo speciale

    settore riservato ai fanciulli tristanzuoli e destinati a finir sulla forca, pi che per il linguaggio unpo sboccato (son fiorellini rispetto, per esempio, a Rabelais), o per la buffa violenza, perch nellesue pagine non c alcun rispetto per la religione.

    La suprema divinit taoista, lImperatore di Giada, con rispetto parlando, un vecchio scemo,pavido e vanitoso; c gusto a mancargli di rispetto e non difficile tenere in scacco la sua ridicolaonnipotenza burocratica. Il patriarca del Tao, Laozi, un vecchio burbero un po svanito, bench sifaccia rispettare per la sua competenza (e vera passione) per la tecnologia dei materiali.

    Il Buddha invece un osso duro, e la pusa Guanyin, vecchia zitella inacidita che va in giro con

    un pappagallo bianco, la sua degna complice. Sono una coppia di potentissimi e sadiciimbroglioni. Tutto ci che in un uomo pu aver valore si deve proteggere e nascondere da loro, chesanno tutto, mettono il becco dappertutto, approfittano di tutto per conseguire i propri fini, e non

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    Il castello, luogo di insidia o di ospitalit, sostituito dal monastero per lospitalit e dalla grottamontana per linsidia (ma si incontrano anche monasteri insidiosi, o frequentati da fantasmi). Lagrotta chiusa da porte di pietra, si addossa e si addentra nei fianchi della montagna ed unabitazione spaziosa, ordinata e confortevolmente arredata; pu comprendere stanze benilluminate e arieggiate da ampie finestre, e racchiudere corti e giardini, dove crescono

    rigogliosamente alberi da fiore e da frutto. Il personale di vigilanza e di servizio ai padroni e allacasa molto numeroso; se occorre, si costringono le divinit locali a prestare servizio di sguatteri edi portinai.

    Non manca la caratteristica mescolanza della fede in dio e fedelt al signore dei cavalieri; n lericorrenti azioni di polizia raddrizza-torti. I poli bene/male, indispensabili per individuare amici enemici, si potrebbero supporre ortodossamente forniti da due religioni: buddisti contro taoisti, comecristiani contro saraceni. Ma la pacifica convivenza fra i due poli (se ne accenner in seguito) nontrova alcuna corrispondenza occidentale e non incrinata dalla minima incomprensione teologica:essa tutta cinese e costituisce una delle fonti del fascino del libro. In parole semplici, qui i buonisono quelli che stanno dalla parte del governo, e i cattivi quelli che se ne fregano e pensano ai fatti

    propri; mentre quella scimmia protagonista un cattivo divenuto buono, ma con certe riserve,

    oppure un buono pieno di cattiveria.Le donne hanno una presenza astratta nella maggior parte della letteratura cavalleresca: di solito

    si vestono e combattono da uomo, o sono inafferrabili maghe, o belle prigioniere, o esangui nomi.Anche nel Xiyou Ji la presenza femminile non troppo estesa (ma a un certo punto compare unintero Paese delle Donne). Lunico personaggio femminile importante, Guanyin, accuratamentesterilizzato, bench non estraneo a stereotipi negativi del suo sesso:

    Che vecchia strega, quella Guanyin! Quando mi ha liberato e mi ha incaricato di proteggere il monaco cinese nellaricerca delle scritture, le dicevo che il viaggio sarebbe stato difficile e pericoloso, e lei prometteva di venire di personaad aiutarci se fosse stato necessario. Invece stata lei a mandare questi mostri a romperci le scatole. Che linguabiforcuta! Non per niente avr vissuto tutta la vita da vecchia zitella! (Parla Scimmiotto, nel cap. 35)

    In mancanza di meglio, Scimmiotto trasformato in donzella si adatta una volta a una irresistibilescena di seduzione (cap. 18), su un personaggio (Porcellino) che sta scontando con lesilio terrestreun celeste trascorso amoroso remoto da ogni cavalleria (cap. 19).

    Da noi religione ed erotismo convivono forse in territori contigui; ma lo spazio, in questa Cina, interamente occupato da unincrollabile materialit. Il sesso non reca la minima traccia diidealizzazione o angelicazione, ed fortemente legato al cibo e alla propriet. Ecco un esempio diseduzione amorosa (cap. 23): una bella signora, non pi giovane ma con la carnagione di albicocca,con tre figlie giovanissime e bellissime, deve far cadere i rudi guerrieri e il pio monaco nella retedei sensi. Ci mette tutta la sua sapienza, e la sua voce musicale giunge a insinuare quanto segue:

    Abbiamo pi di trecento mu di terre irrigue, pi di trentamila di altre terre agricole, unestensione non minore diforesta, prato e frutteto, mille capi di bufali gialli, mandrie di cavalli e di muli, una quantit innumerevole di maiali e dipecore. Disponiamo ai quattro orienti di una settantina di granai con le loro aie per la trebbiatura. Abbiamo scorte digranaglie per otto o nove anni, di seta per dieci, e poi oro e argento che non riuscireste mai a spendere tutto nel corso diuna vita intera.

    Ma non tutto. Negli episodi in cui Tripitaka si trova alle prese con le donne (anche mostri),queste di solito aspirano, non a mangiarlo, ma a impalmarlo con le debite cerimonie. Lui le respinge

    perch ha una pietra al posto del cuore, bench sia tanto portato a piagnucolare. Tutto sommato,la simpatia del lettore viene sollecitata prevalentemente a favore delle aspiranti seduttrici:

    Lei era sincera, lui fingeva. Lei sperava di vivere e invecchiare con lui in armonia condivisa; lui restava deciso a

    perfezionare solo s stesso. (con la regina del Paese delle Donne cap. 54)

    IlXiyou Ji utilizza il repertorio dei romanzi di cappa e spada, che sono sempre piaciuti ai cinesi,

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    con la costante preoccupazione di fonderne i motivi per assicurare la loro coerenza nello specificoracconto (questa, in un romanzo cavalleresco, lalta qualit). Vi un gran numero di libereinvenzioni: ciascuno dei cento capitoli reca le sue. Esse comprendono suggestive ambivalenze egiochi di specchi: per esempio, il vero corpo di spedizione in Occidente si imbatte in una copiafalsificata di s stesso, che sembra evocata dalle tensioni ostili fra i suoi membri (cap. 57). La vera

    meta del viaggio viene sostituita strada facendo da un Piccolo Paradiso dOccidente falsificato emalvagio, ma organizzato dagli stessi servi della casa del Buddha (cap. 65). E quando i pellegrini,dopo aver sostato ad ammirare tanti bei paesaggi, contemplano infine lautentico ParadisodOccidente, lo commentano cos:

    Guardate che spettacolo questi fiori, i prati, gli abeti, i bamb; e le splendide fenici, le gru, i cervi. Confrontateli con iluoghi di fantasmagoria diabolica che abbiamo attraversato. Che cosa bello, che cosa brutto? Che cosa buono, checosa cattivo? (parla Scimmiotto nel cap. 98)

    Certo linsieme troppo complesso per restare circoscritto al genere: al di l della cappa espada, come Orlando Furioso eDon Chisciotte sono al di l della cavalleria.

    Romanzo religioso. Questo un romanzo religioso; la sua etichetta da frontespizio sarebbeappunto: romanzo buddista. Sorprender, dopo quanto si detto su alcuni suoi personaggi divini esul materialismo pervasivo; eppure lelemento lato sensu religioso ha rilievo da ben quattro punti divista.

    1. IlXiyou Ji si presenta ufficialmente come unagiografia. Il viaggio in occidente alla ricerca deitesti buddisti storico: lo comp nel VII secolo il monaco Xuanzang e ne lasci una bella relazionedal titolo Datang Xiyu Ji (Le terre occidentali al tempo dei Grandi Tang), inclusa nel canone

    buddista cinese. Al netto dei tempi di viaggio, rimase in India per 17 anni e vi acquis grandeautorit nei dibattiti fra le scuole buddiste. Ritornato in patria, diresse la traduzione cinese dei sutra

    riportati: ancor oggi se ne riferiscono a lui 1338 dei 5084 che costituiscono il canone cinese.Xuanzang appunto il Tripitaka del romanzo. Nessuno presenta il Xiyou Ji senza parlarne, eaggiungere magari molti altri interessanti particolari. Lautore tuttavia non ha utilizzato in alcunmodo la relazione del vero Tripitaka; non sarebbe mancata la possibilit di desumerne materialeromanzesco, ma egli ha preferito tenersene lontano (due brevi inserti sono ricavati da altri testi delcanone, e non sono romanzeschi: il Sutra del cuore, tradotto da Tripitaka, elElogio di Tripitaka,scritto personalmente dallimperatore Taizong). Comunque il romanzo si inserisce in una tradizionedi leggende sul viaggio di Tripitaka, nella quale stato preceduto e seguito da molti testi pisemplici.

    Abbiamo gi qualificato di bacchettoneria la virt del san Tripitaka del romanzo. Il personaggioha molti altri ingredienti sgradevoli. Senza pretesa di esaurire lelenco, e senza citare i luoghi del

    racconto, sovranamente egoista, opportunista, ipocrita, vanitoso, piagnucoloso, vile, vendicativo eavaro. Forse anche stupido; forse il suo destino. Quando Scimmiotto piange sulla sua sorte, illettore piange sulla fedelt mal riposta.

    Un esempio. Tripitaka non va esente da impulsi sadici, ma disapprova fieramente la violenzaaltrui. Va predicando la dottrina ufficiale, che il monaco deve essere tanto rispettoso della vita, da

    prendersi cura delle formiche quando spazza il pavimento, e da proteggere con garze il fuoco dellelampade perch le falene non si brucino le ali. Ma in concreto, oltre a mostrare grande pavidit,dichiara tuttaltri motivi della sua avversione: il timore di esser visto sul luogo del delitto, e ditrovarsi coinvolto in pericolose conseguenze giudiziarie; e lindignazione per la mancanza diriguardo verso di lui, il santo Tripitaka pieno di compassione, della quale d prova il villanzone chesi abbandoni a violenze in sua presenza.

    Eppure, nello stesso tempo, Tripitaka possiede il prestigio che deriva da unantica saggezza.

    2.Il libro utilizza copioso materiale mitografico, tanto cinese quanto indiano, sia riferendolo, sia

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    prendendolo a modello. Il racconto ha motivi in comune con il Rmyana, venerando eposmitologico fuori dal tempo, in cui la scimmia Hanuman incarna il guerriero fedele. LautorevoleJoseph Needham, Scienza e civilt in Cina, afferma che Scimmiotto ovviamente il dio indianoHanuman cos come se lo raffiguravano i cinesi. plausibile. Comunque questa raffigurazionecinese conserva poco di divino e di indiano, ancor meno del buon/buona Avalokitesvara-Guanyin.

    Scimmiotto non fuori dal tempo come Hanuman: vive nel tardo e decadente impero Ming.Con il materiale mitografico ne confluisce altro derivato dalla tradizione dei cantastorie. Essi sidiffusero in Cina in epoca Song, quando lo sviluppo di grandi centri urbani determin una domandadi letteratura di consumo da parte di ceti che non avevano accesso alla letteratura ufficiale (e forsenon avrebbero saputo che cosa farsene). Il cantastorie si esibiva in piazza dicendo versi e aneddoti,finch non si fosse raccolto un pubblico sufficiente; allora entrava nel vivo della narrazione

    principale. Egli scriveva i testi per proprio uso; ma n il suo tornaconto, n il disprezzo ufficiale cheli bollava, avrebbero incoraggiato a diffonderli in veste scritta. In epoca Ming, tuttavia, si affermun forte interesse per queste produzioni. Non se ne pronunciarono riabilitazioni formali, ma si presea raccoglierle, rielaborarle pi o meno profondamente, e pubblicarle. Questo destino tocc anchealle storie di Tripitaka e di Sun Wukong.

    Nel romanzo stesso, ogni capitolo si conclude con linvito promozionale a continuare, non aleggere, ma ad ascoltare. solo un vezzo: in realt un abisso separa il grande romanzo, fortementeelaborato, dalle leggende cantate in piazza. Tuttavia proprio il romanzo, e non qualche scarnacantafavola, rimasto il principale presidio di questa provincia dellimmaginario cinese (per quantoci gli sia costato tormenti di ogni specie: tagli, riassunti, omissioni, storpiature).

    Non nemmeno certissimo che il libro sia stato scritto da Wu Chengen. Ma esso presenta unachiara impronta dellautore: un uomo pieno di spirito, non privo di risorse come narratore, saggio eumorale, colto e indipendente. Per il lettore limportanza del nome deriva dalle opere o notiziesignificative che vi si raccolgono intorno; e qui c poco o nulla da aggiungere. Un nudo nome nevale un altro: granduomo, Wu Chengen.

    3. Come tutti sanno, Confucio e Laozi fondarono sistemi sapienziali, che per qualche tempoentrarono in competizione per la conquista del mondo cinese. Prevalse Confucio, e con il senno di

    poi si deve ammettere che era destino. I confuciani erano gente pratica, fatta per governare; se nonsi fossero impadroniti del governo, sarebbero affondati nel grigiore fino a scomparirvi; mentre,come governanti, fondarono il sistema politico pi resistente e durevole che si sia mai sperimentatosotto il sole. I taoisti (specie Zhuangzi) splendevano di intelligenza e di spirito; dunque erano nati

    per lopposizione. Da lontano predicavano il non-governo (Laozi: Poich egli pratica il non agire,nulla v che non sia governato), ma se al governo fossero arrivati (limagination au pouvoir)

    probabilmente non avrebbero combinato che guai e malversazioni: chiss quali ottuse rivoluzioniculturali, chiss quali farse e tragedie. La Cina diede la palma a chi la meritava. In compenso i

    taoisti non affondarono, ma rimasero in circolazione come minoranza verde, amante dellecologia edei paesaggi; conservarono (anche per nostra fortuna) rapporti amichevoli con gli antichi miti e lepratiche sciamaniche, che i confuciani disprezzavano come infantili; e si diedero a perseguirelassurda idea - certo non imputabile a Zhuangzi - di una vita immortale ottenuta ingoiando veleni:

    piombo, mercurio e zolfo.Il buddismo giunse dallIndia nel primo secolo dopo Cristo e prese gradualmente piede nel

    paese. Anchesso muoveva da un complesso sistema sapienziale, ma tendeva a ricavarne unareligione moderna, indipendente dai venerandi relitti della preistoria religiosa. Il taoismo imitvolenterosamente il nuovo modello in ogni aspetto: metafisica, organizzazione, canone e cerimonie.Con il tempo, persino i compassati (neo)confuciani, ormai un poco avvizziti, si avventurarono susentieri metafisici che avrebbero fatto inorridire il padre fondatore; e anche questi sentieri furono di

    imitazione buddista. I buddisti locali, da parte loro, tennero Confucio, Zhuangzi, il Cielo, la Terra egli Antenati sulla punta delle dita, non meno del Buddha. Loggetto straniero penetrato nel Paese diMezzo fu assimilato e levigato secondo i gusti degli ospiti.

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    Piccola digressione occidentale: molti secoli dopo (giusto ai tempi in cui fu scritto il Xiyou Ji) ipadri Gesuiti sbarcarono in Cina e lavorarono, per un paio di secoli, al progetto di introdurvi ilcristianesimo. Perch quel tentativo fall? Non pare che difettassero laccortezza e perseveranza dei

    padri. Grandi scogli furono rappresentati da alcuni caratteri intrinseci della loro fede, da alcuniaspetti della mentalit dei Qing, dalla diffidenza del paese verso commerci e armi trasportati dalle

    stesse navi che recavano i missionari. Ma forse questi ostacoli non furono decisivi. La chiesaromana gett la spugna quando constat che non si poteva cristianizzare la Cina senza sinizzare ilcristianesimo. Se lespansione del buddismo fosse stata promossa da una chiesa altrettantoorganizzata e consapevole della propria identit, anchessa sarebbe verosimilmente fallita.

    Il nostro libro immerso nellamalgama di buddismo, taoismo e confucianesimo checaratterizzava la Cina: esso rivendicato, con qualche ragione, a tutte e tre le religioni. Il mottoriportato in apertura del presente Invito a leggere, per esempio, di ascendenza taoista: pensate, isaraceni si lavano le mani per non insudiciare un libro cristiano, che deve essere sospettato di far diloro carne di porco!

    Lassenza di incomprensioni teologiche non esclude conflitti pi limitati. Nel libro se ne vedonoesemplificati di tre tipi.

    Conflitto politico con i confuciani (nel cap. 11), che affermano: la prosperit del paese e icomportamenti per realizzarla sono la nostra realt; considerare ogni realt unillusione, comesostengono i buddisti, una vera aggressione straniera contro la Cina. Ma si risponde: ladivergenza fatta di chiacchiere; agli effetti pratici, anche i buddisti servono il sovrano e la famiglia

    per la prosperit del paese, come tutti gli altri.Conflitto di mentalit con i taoisti (specialmente nel cap. 78), che affermano: il buddista sta

    seduto a farneticare che la natura non esiste; il taoista passeggia in montagna, si gode questa naturache non dovrebbe esistere, e ne ricava varie utilit.

    Conflitto di bottega, ancora con i taoisti, specialmente nella storia dei tre taoisti nel paese diCarrolento (cap. 44-46). I monaci buddisti, incapaci di competere nellinvocazione della pioggia, sivedono addirittura ridotti in schiavit dai taoisti. Ma quando lequilibrio viene ristabilito, unfervorino spiega che le intemperanze di singoli gaglioffi non devono influenzare il retto giudiziosulle tre dottrine, che sono tutte ugualmente rispettabili, e anzi in fondo si identificano.

    In mancanza della spina teologica, i conflitti restano limitati e non impediscono che i variingredienti siano mescolati in una sola pentola. Un fattore amalgamante certo latolleranza/incredulit. Un altro fattore (che forse sta alla base della stessa tolleranza) lesclusivaattenzione per la materialit terrestre, senza residui immateriali: in un certo senso, qui non c nullada credere, tutto si vede, si tocca e si annusa; o si immagina di vederlo, toccarlo e annusarlo.

    una teologia limpidamente esposta a conclusione di uno dei vari episodi di magia dellapioggia. Le competenti divinit hanno portato a termine il loro compito di ridar vita a una regioneinaridita da una lunghissima siccit:

    Quando furono caduti tre piedi e quarantadue gocce di pioggia, le divinit riposero lattrezzatura. Ma Scimmiotto gridcon voce tonante: Divinit dei quattro dipartimenti, aspettate un momento con i vostri arnesi: vado a cercare ilgovernatore perch vi presenti i suoi ringraziamenti. Dovreste aprire un varco in tutte queste nuvole e farvi vedere disotto. La gente, cari miei, crede a ci che vede; solo se vi mostrate potete contare sulla loro vera fede, e su un cultodurevole e convinto.Gli di si tennero a mezzaria, mentre Scimmiotto ritornava in terra. Il governatore lo venne a ringraziare, inchinandosia ogni passo.Non ringraziate me disse Scimmiotto. Ho trattenuto per voi le divinit dei quattro dipartimenti: fareste bene aconvocare pi gente per esprimere la vostra gratitudine. Quando vi avranno visto in faccia, ritorneranno pi volentieri afarvi visita e recar pioggia. (cap. 87)

    Fra lalta sapienza astratta e la bassa pratica magica, concreta e utilitaria, non sembra restare

    libero alcun luogo intermedio come quello occupato dalle religioni monoteiste.Esseri di entrambe le cerchie, selvatici animali taoisti della montagna e bestiole domestiche di

    cerchia buddista, o funzionari delluna e dellaltra burocrazia, si dedicano senza posa a unallegra

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    ascesi. La loro meta di sottrarsi alla ruota della trasmigrazione (morte e reincarnazione), non indirezione del nirvana, ma piuttosto di una vita confortevole che duri mille e mille anni. Vita umana,

    perch dove si trovano altrove bella casa, bel giardino, bei vestiti, buona cucina e tanti devotiservitori?

    La convivenza e inestricabile mescolanza di mentalit, mitologie e paradisi (con interessanti

    rapporti diplomatici fra il Buddha e lImperatore di Giada; la zitella Guanyin esercita il pettegolezzoin tutte le corti celesti) narrata con occhio che tutto condivide, prende gusto a tutte le storie emantiene indipendente la propria umanit. Per aver notizia delle tre religioni in ambiente cinese si

    possono naturalmente leggere manuali o resoconti; ma il libro stesso una lettura che insegnamolto, e in via di massima si spiega da s. Accade appunto che i manuali lo utilizzino comereferenza. Si veda per esempio Buddismo cinese di Paul Demiville, in Storia delle religioni a curadi Henri-Charles Puech: Basta rifarsi al famoso romanzo di Wu Chengen, Viaggio in Occidente...la fusione delle tre dottrine - confucianesimo, buddismo e taoismo - risalta a ogni pagina.

    Sarebbe interessante approfondire perch lautore, senza rinunciare affatto al suo paio di anime,taoista e confuciana, abbia scelto per ospitarle proprio un corpo buddista, con grande dispiegamentodi terminologia sanscrita. Voluta o no, sul terreno dellindipendenza di giudizio e di sensibilit

    poteva essere la scelta pi conveniente.Per gioco, potremmo dire che nel libro confuciana la mentalit, taoista la fantasia, buddista la

    decorazione e wuchengeniano lumorismo.

    4. possibile una lettura dellintero libro in chiave di allegoria cosmologica; molti titoli e unaparte dei versi mostrano che loperazione non arbitraria. Per noi lettori occidentali non eruditirestano semplici tocchi di colore locale. Niente di pi naturale che questo aspetto sia stato oggettodi approfondite indagini e di considerevoli esagerazioni, e niente di pi rassicurante delle parole checoncludono ilXiyou Ji Kaozheng (Esame del Viaggio in Occidente), scritto nel 1923 da Hu Shi:

    Da tre o quattro secoli il Xiyou Ji stato conciato in tutte le salse da innumerevoli preti, monaci e letterati. Per i taoisti

    un ricettario per la fabbricazione del cinabro di immortalit, per i buddisti unintroduzione allo zen, per i laureati unopera di filosofia confuciana che ispira dirittura morale e sincerit di cuore. Tutte queste interpretazioni sono ipeggiori nemici del Xiyou Ji. Bisogna sbarazzarsi dei vari maestri Consapevole dellUno, Consapevole dellOriginale,delle varie Interpretazione vera, Senso ultimo, e ritornare a leggere il libro per quello che . Il mio studio non sarebbenemmeno stato necessario, se tutti questi lettori non si fossero sentiti troppo furbi per accettare il chiaro e semplicespirito ludico dellopera e il suo umorismo, e non avessero sentito il bisogno di inseguire lalto significato di sottiliparole rivestendola degli orpelli delle tre dottrine.

    Incondizionatamente daccordo con Hu Shi, desideroso di non essere troppo furbo, certo di nonessere confuciano, mi azzardo tuttavia a supporre che questo librone sgangherato, cos com, abbiauna sua efficacia nellispirare dirittura morale e sincerit di cuore; bench non sembri che sia questoil suo proposito (e se lo fosse stato, quellefficacia non ne sarebbe rimasta ipotecatanegativamente?).

    Romanzo di formazione. Viaggio in occidente la traduzione del titolo prevalente nelle lingueoccidentali. Ma il traduttore francese rende you con peregrinazione, anzich viaggio (xi loccidente, ji significa relazione, memoria). Egli si giustifica riferendo che il dizionario Couvreur(non contraddetto dai pi recenti) rende il cineseyou con se promener, se divertir, voyager sansavoir aucune affaire. Sembra una spiegazione deboluccia. Letto il testo, a nessuno verrebbe inmente di intitolarlo Gita, oEscursione, o Vagabondaggio, o magariA zonzo in occidente. Si vedeche ilXiyou Ji non avr fatto parte degli spogli linguistici del padre Sraphin Couvreur.

    Peregrinazione non pretende comunque di presentarsi come traduzione esatta. Levocazione che

    la parola contiene di un viaggio travagliato, lontano dalla patria, naturalmente appropriata; ma visi associa anche lidea che il percorso risenta degli ostacoli incontrati, non sia lineare, si diluisca inandirivieni. Da parte mia ho lasciato cadere il suggerimento perch, al contrario, litinerario

    prestabilito della spedizione di Tripitaka (che una missione imperiale, nonch un pellegrinaggio a

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    luogo santo, lungo la grande strada dellOvest) viene difeso strenuamente da ogni tentazionedivagante, da un capo allaltro del cammino.

    Che facciamo? domand Sabbioso. Non siamo in grado di superare un fuoco cos intenso.Si potrebbe passare dove il fuoco non c sugger Porcellino.Da dove? chiese Tripitaka.A est, nord e sud non c fuoco rispose Porcellino.E le scritture da che parte sono?Quelle stanno a ovest concesse Porcellino.E io voglio andare dove sono le scritture concluse Tripitaka.Fuoco nella direzione delle scritture; niente scritture nelle altre direzioni. un vicolo cieco chios Sabbioso. (cap.59)

    La meta sempre presente allo spirito, le avventure durano lo stretto indispensabile e sonoimmediatamente seguite dalla partenza allalba in direzione ovest; quando non vi sono ostacoli, ci siferma soltanto per il tempo indispensabile per le necessit fisiologiche.

    Non stupisce. I viaggiatori devono ubbidire a ordini imperiali e celesti, e soprattutto devono

    divenire, devono raggiungere la perfezione buddista. Questo fra laltro un Bildungsroman cinese,anzi un intero fascio di romanzi di formazione in ambiente fra metempsicosi e immortalit.Personaggi come Porcellino e Sabbioso hanno alle spalle una storia di ascesi taoista, che li ha

    portati a un successo seguito da una rovinosa caduta; ora devono riscattarsi, percorrendo la stradabuddista. La storia di Porcellino la pi patetica. Poltrone e ladro che, grazie a buoni maestri, haraggiunto limmortalit e una carica minore nella corte taoista, per aver troppo bevuto a una festaallunga le mani su una bella ragazza ritrosa, che risulta essere nientemeno che una dea della Luna (edella castit). Viene precipitato nel mondo di Sotto e, desideroso di incarnarsi fra creature di carneamorosa, per sbaglio entra a far parte di una nidiata di maiali. La sua esistenza di porco o cinghialedeve ora pazientemente risalire la china, questa volta verso il corpo doro di un buddha.

    La stessa meta si propone a Scimmiotto, a Tripitaka (il solo che non abbia un passato taoista) e

    persino al cavallo.Si detto della continuit animale-uomo; essa si prolunga in animale-uomo-divinit. unacontinuit della natura, ed il percorso formativo dei personaggi; attraverso una sola vita o, seoccorrono, pi vite.

    Reincarnazioni e ascesi sono trattate in modo molto materiale; il lettore occidentale per dilettonon si trover trascinato a divenire esperto di mistica orientale, ma in compenso non avr difficolta familiarizzarsi. Le vite precedenti, o sono presenti alla memoria e in questa veste fanno parteintegrante dellesistenza attuale (e il lettore pu allora paragonarle alle sue proprie vite precedenti,

    per quanto meno fantasiose e meno disastrose), oppure sono mere ipotesi in bianco, modi di dire. Ilcorpo doro da conseguire nellambito dellufficialit burocratica buddo-taoista pu persinoevocare, nel clima scanzonato del racconto, il ragazzino perbene proposto come meta alla

    peregrinazione (non viaggio, in quel caso) del burattino Pinocchio. La meta non forse liscrizioneallanagrafe, al ruolo organico e al libro paga della celeste amministrazione delluniverso?

    Romanzo satirico. Scimmiotto a contatto con le corti umane, celesti e infernali genera satiracapace di ferocia. Porcellino un personaggio comico, con le incombenze del buffone. Un po tuttii personaggi sono caratterizzati o agiscono con aspetti che muovono il riso o il sorriso. Non vorreiche finisse per prender la mano, questo gioco cinese delle possibili catalogazioni bibliografiche,adottato semplicemente per dare ordine e non metodo a un certo numero di informazioni e richiamidattenzione (e forse nella speranza di far intuire come il libro sia proteiforme e insieme familiare debitore di venerandi repertori, e insieme libero e indipendente, come avviene quando si dipende datroppi padroni). chiaro che nessuna delle etichette elencate pi giusta delle altre, nemmenoquella di romanzo umoristico, oppure satirico. Ma lingrediente fondamentale, che nel libro drilievo a ogni altro sapore, precisamente un umorismo pervasivo, anzi una coppia di umorismi:quello generato dalla benevolenza e dallottimismo, e quello che ha radici nellira e nel disprezzo.

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    Wu Chengen

    La principale molla del comico linnesto - sulla fiammeggiante fantasmagoria orientale - dellagrigia e quotidiana prassi della burocrazia mandarinale. Si noter che laccostamento non gratuito:la corte cinese (come del resto altre corti, anche in tempi a noi vicini) credeva davvero di gestirecon la burocrazia sia luniverso vero, sia - dove eventualmente se ne differenzi - luniversofantastico.

    Romanzo di viaggi. Per concludere il gioco ci si aspetterebbe, considerati il titolo (viaggio operegrinazione che sia) e il soggetto del libro, di poterlo considerare anche come romanzo di viaggi.Ed vero che i personaggi camminano per anni, ma come se conducessero uninfinitaesplorazione dei dintorni del loro punto di partenza. Il sanscrito sinizzato abbonda nellanomenclatura religiosa utilizzata, ma tutto luniverso considerato (compresi paradisi e inferni) vivee parla nel medesimo dialetto cinese di impronta meridionale dellautore. Lo spazio-tempo delviaggio, sorvegliato nei cicli stagionali, per ogni altro verso simbolico e irrealistico. Una curiosainvenzione fa convivere, accanto a uno spazio-tempo espanso pi del vero mediante la ripetizione,un altro che viene contratto a piacere da un viaggiatore velocissimo, che lo divora ancor pi in frettadi quanto sappiano fare i nostri tappeti volanti a reazione, pur sufficienti a ridurre il mondo a un

    villaggio.In compenso, per chi non sia del posto e del tempo, c molto da imparare sulla Cina del XVI

    secolo, e le pagine del libro sono ricchissime di informazioni dal vivo: i personaggi viaggianodavanti a fondali dipinti, ma i lettori compiono un autentico viaggio-soggiorno nello spazio e neltempo. Abitudini quotidiane, cibo e cucina, abiti e oggetti, abitazioni, templi, funzioni religiose,

    burocrazia, giustizia, guerra, caccia, armi, diplomazia, rapporti personali, rapporti familiari,medicina ecc. Gli ambienti pi esplorati sono i conventi e le corti, con la relativa burocrazia; maanche case di contadini e mercanti.

    Non stupir che la saggezza esoterica sia accompagnata dalla saggezza popolare, con un flussocontinuo dei proverbiali proverbi cinesi.

    SUN WUKONG, SCIMMIOTTO

    Tutto quanto si detto non risponde alla domanda: perch ilXiyouJi un grande libro? Il perch Scimmiotto. Si detto come il protagonista del viaggio in occidente sia ufficialmente il monacoTripitaka; in effetti esistono versioni minori che partono dalla storia romanzesca e patetica dellanascita e della monacazione di Tripitaka. Ma Wu Chengen ha preferito utilizzarla solo di sbieco eha puntato tutto su Scimmiotto.

    lui che mette in gioco tutti gli altri personaggi, uomini, di e mostri (il mostro essendo, diregola, un animale-uomo senza impieghi ufficiali; ma pu dissimulare un impiegato celeste in

    missione segreta, oppure un impiegato datosi alla latitanza per soddisfare passioni private): da provocatore si mette in conflitto con loro, e consente loro di mostrare quanto valgono.QuellImperatore di Giada, onnipotente e burattino; quel Tripitaka cos contegnoso, e cos vile edappoco; persino quel Buddha cos semplice ed elegante nella sua potenza, cui Scimmiotto cava unferoce digrignar di denti: Temi la mano che potrebbe concludere in un istante il tuo destino...(cap. 7); eccetera.

    Chi non entra in conflitto con il collerico Scimmiotto, in questa storia pu solo vegetare aimargini. I sette capitoli iniziali sono dedicati esclusivamente alla sua storia anteriore al viaggio inoccidente.

    Scimmia, uomo, divinit. una brutta scimmia dalle gambe storte, di piccola taglia (ma tutto

    muscoli, precisa lui). Come scimmia dispettoso, curioso e imitatore. Da giovane, la tecnica dicombattimento che gli d il successo nelle arti marziali, con i grandi avversari, consiste nelneutralizzare subito ogni loro mossa imitandola: alla fine essi fuggono stremati ed esasperati.

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    Man mano che il racconto avanza si sarebbe portati a dimenticare la sua natura scimmiesca; siaperch un uomo straordinario, dotato di una incontenibile, perenne, destabilizzante, feroce allegriae soggetto a una collera incendiaria; sia perch detiene il punto di vista dominante, e il lettore (disolito homo sapiens) viene invitato a identificarsi con lui. Tuttavia c sempre qualcosa a ricordareche scimmia; come la sfacciataggine, o magari le borse che le scimmie portano sotto le guance,

    per riporvi cibo da masticare con comodo, e che Scimmiotto usa come noi le nostre tasche.Il suo primo successo stato di organizzare il suo branco di scimmie e di divenirne il capo. Lavita lo porta fino a salire al paradiso taoista, a metterlo a soqquadro, a perdere con ci le suechances di inserimento come piccola divinit in soprannumero, a subire una condanna a morte chenessuno risulta in grado di eseguire, a candidarsi per un momento a prendere lui stesso in mano leredini delluniverso al posto dellImperatore di Giada, a una lunga prigionia e a ricominciaredaccapo la scalata - questa volta al paradiso buddista. Ma alle sue scimmie dice che desiderasoltanto di venire a capo dei troppi impegni che si sconsideratamente presi e di ritornare a regnare

    pacificamente fra loro. Se lo dice lo pensa, perch Scimmiotto non ama la menzogna e la usa solo aragion veduta, di solito come arma di combattimento; resta da vedere se la sua incontenibileirrequietezza gli consentir davvero di mettersi in pensione.

    Un pizzico di metafisica. Scimmiotto ha una duplice, curiosa qualificazione metafisica emetaforica, da non ignorare nel corso della lettura delle sue imprese, per coglierne insieme il latonotturno e quello razionale.

    Da un lato, bench figlio del cosmo (della limpidezza celeste e del rigoglio terrestre, da loronutrito in seno a una rupe che lo partorisce), egli incarna una scheggia del caos primordiale. Brillanel cosmo attraverso tutte le ere del tempo che ciclicamente lo rinnovano, ma non partecipa del suoordine del momento: invece un principio di distruzione, ed forse la possibilit perennementelatente di ordini diversi.

    Certo un resto del caos originario

    Nel cosmo, questa vita smisurataChe i millenni non posson logorare.Vita che sfugge alle reincarnazioni,Disprezza i tre rifugi e i cinque freni.(cap. 7)

    Daltro lato egli - la scimmia - simboleggia il cuore duomo:

    Corpo di scimmia come cuore duomo.Irrequieto lo spirito delluomoCome una scimmia...(cap. 7)

    Attenzione: nella convenzione cinese il cuore sede della facolt ragionativa, della mente, nondel sentimento.

    Applicando insieme le due metafore al medesimo personaggio, Wu Chengen le identifica fraloro, o almeno le forza a convivere. Non ha il suo fascino limmagine che presenta la nostra mentecome scheggia del caos, che o contiene un principio di distruzione? Un oggetto che mostraattitudini demiurgiche, ma il demiurgo un altro; un oggetto che il demiurgo non ben riuscito adominare e a ordinare; che illumina il creato, ma lo critica, lo disturba e lo violenta; che va

    perennemente alla ricerca di un ordine diverso, ma alla lunga essenzialmente incapace di stabilirlo perch caos.

    Ebbene, ci sono cascato anchio. Possa Hu Shi perdonarmi e non rinchiudermi nel sacco con i

    taoisti, per aver discettato della metafisica di Scimmiotto. A mia debole difesa far presente che noninseguivo la ricetta per fabbricare cinabro dimmortalit, ma solo lidentificazione di unacomponente del bouquet del racconto; e che mi rimetto interamente allopinione di chi legge e

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    Wu Chengen

    effettuassero le prosternazioni davanti allimperatore, imposte dalletichetta di corte. Il responsabiledella missione le rifiut come indecorose e umilianti; bench gli venisse spiegato che qualunquecortigiano, o rappresentante di paese civilizzato, avrebbe trovato sommamente zotica e ridicola lasua ignoranza dei primi elementi della diplomazia e della buona creanza. Allora e per qualche annoi diplomatici inglesi discussero, con varia opinione, sullopportunit di adeguarsi o meno a questa

    norma di un codice di comportamento locale. Un giudizio era che fosse ridicolo e provincialepretendere di darne una valutazione in termini di un altro codice locale, come quello europeo.Se questi signori avessero conosciuto il cinese Scimmiotto (che da un pezzo faceva divertire

    milioni di ragazzini per le strade) avrebbero potuto chiedere la sua opinione:

    [Parla Tripitaka nel cap. 39] Se volete venire vi dovete comportare bene. Prima di prendere la parola bisogna rispettareil rito di omaggio al sovrano.Come dire che ci si dovrebbe prosternare?Proprio cos; il cerimoniale dei cinque saluti e delle tre prosternazioni.Ma nemmeno per sogno! disse Scimmiotto ridendo. Che sciocchezza! Perch mai ci dovremmo umiliare?

    Un altro esempio illustra, insieme al temperamento del protagonista e alla capacit comunicativache accompagna la sua aggressivit, la ferocia cosmica dellautore.

    Giunti alla meta del lungo viaggio, i pellegrini si recano nella biblioteca del Paradiso Occidentaleper ricevere i sutra da riportare in Cina. Ma nanda e Kshyapa, gli illustri paredri del Buddha dalui incaricati della consegna, chiedono in cambio una mancia; poich non la ottengono (i pellegrinisono privi di denaro), si sottraggono agli ordini e consegnano semplici rotoli di carta bianca. I

    poveri pellegrini si incamminano sulla via del ritorno, a rischio di scoprire troppo tardi che linteroviaggio non servito a nulla. Per fortuna qualcuno li aiuta ad accorgersi presto dellinganno.

    Maestro disse Scimmiotto, chiaro: quei due onorevoli malandrini, indispettiti perch non pagavamo la stecca, sisono vendicati cos. Adesso ritorniamo dal Buddha e gli presentiamo una bella denuncia per frode e concussione. (cap.98)

    Scimmiotto va a presentare la sua denuncia con la consueta energia. Non gridare! gli disse ilBuddha ridendo. So benissimo che i miei chiedono mance alla gente. La giustificazione canonicadella corruzione dei suoi paredri, approvata dal Buddha, che lonest contrasterebbe con la piet

    paterna: Li ho rimproverati per aver chiesto poco, a rischio di lasciare nel bisogno i loro figli ediscendenti.

    Parola della massima autorit morale delluniverso. Come se, in una leggenda cristiana, Gesridesse in faccia a santi pellegrini in cerca di salvezza per le anime nostre, e gli dicesse: naturaleche la Madonna e San Giuseppe vi mandino allinferno, se voi non gli date la mancia.

    Basterebbe latteggiamento di Scimmiotto a fugare ogni dubbio che possa trattarsi di etica localedella Cina dei Ming, da non giudicare con altri codici. Conformista o no, leroe di un romanzo

    popolare deve per forza applicare un metro di giudizio pianamente comprensibile ai suoi lettori.Come si vede, il nostro romanzo buddista non usa per il Paradiso Occidentale riguardi maggiori

    che per il Paradiso dellImperatore di Giada. La citt proibita taoista sa di polizia e di caserma; e isuoi prodi marescialli dai lunghi titoli onorifici, tutti insieme, non sono capaci di tenere in rispettonemmeno una scimmia (daltronde di gran temperamento). La corte buddista, nel suo paesaggio

    piacevole non pi di una qualsiasi fantasmagoria diabolica, pullula di mendicanti, scrocconi esfaccendati burloni che non rispettano nessuno.

    Infatti angeli e santi buddisti si burlano dapprima del turlupinato Tripitaka che ritorna dalBuddha a protestare: Sempre in cerca di sutra, santo monaco? E poi, quando i sutra vengonoconsegnati davvero (la richiesta della mancia si ripete e Tripitaka, per amor di pace, consegna la sua

    ciotola doro delle elemosine) ridono di nanda: Hai visto lo svergognato? Fa finta di niente earraffa la ciotola! In questo modo, ridono anche del predicozzo del Buddha sulla piet paterna.Scimmiotto in questi casi non portato a ridere, ma ad arrabbiarsi. Tuttavia lo sguardo che i suoi

    occhi di fuoco dalle pupille doro rivolgono a persone e cose resta sempre il pi limpido, e il pi

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    comprensibile anche per gente, come noi, lontana dal suo tempo e dal suo paese. Grazie a luipossiamo mescolarci al pubblico dei destinatari originari del racconto, condividerne il piacere ecomprendere senza sforzo la loro umanit.

    Unipotesi sulle vicende del libro.Viene naturale supporre un nesso tra i seguenti fatti. Il Xiyou

    Ji: 1. contiene una feroce satira del governo imperiale, su cui sono modellate tutte le corti eburocrazie di cui dice peste e corna; 2. attravers indenne la lunga stagione conservatrice erepressiva della dinastia Qing; 3. fu bardato degli orpelli delle tre dottrine, come li definisce HuShi, a opera dei commentatori. I quali, del resto, presero spunto da elementi espliciti del libro, comela farcitura di titoli e versi di ispirazione mahayana o taoista: il libro non nacque del tutto privo diorpelli, bench sia arduo credere che lautore li prendesse sul serio.

    Dopo la caduta dellimpero, Hu Shi lodava il chiaro e semplice spirito ludico dellopera, e il suoumorismo.Ma nei secoli precedenti il governo, che faceva le spese di quel buonumore, sar stato

    propenso a prendervi parte? Si sa che il potere non ride mai; e avrebbe potuto facilmente farscomparire nel nulla un testo sgradito.

    Forse azzardato supporre che Wu Chengen prendesse misure intenzionali (ricorso a materiali

    da cantastorie, farcitura buddista) per sottrarre la sua satira a rischi di censura; per quanto, nei tempiinstabili in cui visse, non saranno mancati motivi di incertezza su limiti e tenuta dellapatiagovernativa. In ogni caso sembra plausibile che linvolucro esoterico, tessutogli intorno daicommentatori con tuttaltre intenzioni, abbia di fatto agevolato la sopravvivenza del libro in tempimeno propizi, deviando lattenzione dalla sua sfacciataggine e aggressivit.

    Oggi il frutto si pu sbucciare. Ma forse la coriacea buccia protettiva lavr aiutato ad arrivare anoi.

    SCIMMIOTTO IN OCCIDENTE

    Oggi la Cina sembra aver compiuto la sua secolare discesa e permanenza agli inferi, e ne starisalendo come una freccia, per quanto lungo possa essere il percorso. Gradualmente essa perder ilconnotato di paradiso del lavoro a basso costo, e andr acquistando quello di grande mercato(magari, alla fine, il pi grande del mondo). Ci che probabilmente non cambier, sarlimpossibilit di capirla con il solo aiuto di idee occidentali.

    Nel retaggio dei cinesi vi un talento senza pari per i commerci, le tecnologie e ogni forma disaper vivere. Essi hanno certo buone carte per aver successo nella competizione globale, e nei

    prossimi decenni non mancheranno di dimostrarlo.Ma nulla, che da fuori entri in Cina, rimane qual era. Non perch il paese sia chiuso, ma perch

    ha una potente propensione (e i mezzi culturali occorrenti) per tutto trasformare, metabolizzare e

    sinizzare. Per convivere con i han (e sar un affare eccellente, oppure una necessit inderogabile)bisogner accettare di ricevere da loro non meno di quanto si dia: sar inevitabile incontrarsi amezza strada. Dunque bisogner conoscerli bene.

    Ma di che cosa sono fatti i cinesi? Il Xiyou Ji, per esempio, con la sua vitalit che perdura dopoquattro secoli tumultuosi, uno dei tanti ingredienti. Una molecola della mente cinese custoditaqui.

    Le traduzioni in lingue occidentali. Che cosa si fatto sinora per presentare il Xiyou Ji alpubblico occidentale?

    Loperazione di gran lunga pi fortunata stata una riduzione in lingua inglese, che risale al1942; essa stata ritradotta in molte altre lingue, e ha diffuso complessivamente nel mondo pi di

    un milione di copie. Si tratta di Monkey, curata da Arthur Waley; in italiano Lo Scimmiotto (Einaudie Adelphi). Essa si limita per a 30 capitoli su 100. Se poi si considera che uno dei capitoli tradotti spurio e che gli altri sono variamente accorciati, Monkey offre circa il 20% del testo completo.

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    Wu Chengen

    La pi antica traduzione completa russa (1959). Il mondo di lingua inglese dispone di duetraduzioni complete (anni 70 e 80). In francese, dopo unedizione ridotta al 50% del 1957, latraduzione completa stata pubblicata nel 1991 da Andr Lvy per la Bibliothque de la Pliade,nellambito di una monumentale edizione dei romanzi classici cinesi.

    Questa edizione. La presente una ritraduzione da Andr Lvy. Essa era stata pubblicata daRizzoli nel 1998, ma in unedizione ridotta a 69 capitoli, che conteneva poco pi del 60% del testocompleto. In effetti, questa la prima pubblicazione integrale di uno dei grandi romanzi classicicinesi, che appaia in lingua italiana. Infatti sinora anche il Jinpingmei, I Briganti e Il sogno dellacamera rossa hanno avuto in italiano ritraduzioni assai ridotte; solo lultimo romanzo citato ha

    beneficiato anche di una traduzione diretta dal cinese, ma ridotta a meno della met; e Il romanzodei Tre Regni non mai apparso.

    Ci sar da vergognarsi di tutte queste ritraduzioni? (delle riduzioni e omissioni, ovviamente, s). Non facile rispondere. Il fatto bizzarro dice George Steiner del corpo delle traduzionioccidentali dalla letteratura cinese che parecchi dei traduttori pi noti non conoscono il cinese[...] Paradossalmente, scandalosamente forse, essi formano un insieme di particolare coerenza e

    sono, in un paio di casi, superiori per la profondit di comprensione e di resa, alle traduzioni basatesulla conoscenza diretta delloriginale. Steiner documenta le sue affermazioni, e illustra come eperch, inAfter Babel Aspects of language and translation. 1975-92; in italiano: Dopo Babele Aspetti del linguaggio e della traduzione, Garzanti, 1994, pag. 424-429.

    Ahim, non potrei garantire di costituire il terzo caso di Steiner: a prescindere da questioni dimodestia, non possiedo strumenti adeguati di valutazione (senn forse avrei tradotto loriginale).Per si badi: un iter ben noto quello della traduzione dotta, che si deve ritradurre per trasportarlarealmente nella lingua di destinazione.

    Nella pi antica edizione cinese disponibile, i cento capitoli erano ripartiti in venti libri di cinquecapitoli ciascuno, spezzando episodi senza riguardo. Ogni libro fu dapprima un rotolo, cio un granfoglio arrotolato scritto su una sola pagina, che si leggeva svolgendolo da un lato corto e

    avvolgendolo dallaltro; in fondo, cambiare libro non era che voltar pagina. La grande capacitdelle-rotolo non giustifica frazionamenti del genere. Peraltro qui lindice segnala e caratterizza leaggregazioni di pi capitoli in singoli episodi (che non sono venti ma circa il doppio, e hannolunghezza variabile).

    Ciascun capitolo reca due titoli. Il primo imposto ad arbitrio del curatore, per agevolarelindividuazione nellindice. Il secondo la traduzione del titolo originale cinese, che a volte si

    presenta come un sommario del contenuto, ma altre volte ne offre una versione ermetica.Le note sono riunite in un repertorio alfabetico (salvo poche lasciate a pie di pagina, perch

    troppo legate ai singoli passi).Non viene riportato il capitolo spurio inserito, per esempio, in Monkey. A qualche antico lettore

    non sembr giusto che le vicende della nascita e monacazione di un personaggio importante comeTripitaka fossero solo accennate nel romanzo, e si prov a svilupparle in un capitolo insoprannumero. Varie edizioni cinesi, a partire dalla met del XVIII secolo, lo interpolano dopolottavo. Qui il capitolo viene omesso per quattro motivi:

    1. uninterpolazione smaccata. Il testo (unico non intercalato da versi) fabbricato di unastoffa pi povera e offre personaggi insipidi, mentre nel testo autentico ogni figurina ha il suo

    pizzico di sale.2. Il materiale dellinterpolazione, desunto dal fondo delle novelle popolari, era noto allautore.

    Perch contraddire la sua scelta di darvi un rilievo limitato?3. Linterpolatore presenta il buon reverendo come un fanciullo innocente vittima dei briganti,

    salvato dalle acque come Mos e alla fine risarcito dalla sorte con un radioso avvenire. Invece per

    lautore la sua storia incomincia molto tempo prima, da Cicala dOro: discepolo del Buddha,secchione disattento, che casca dal sonno durante le lezioni. Il sadico insegnante lo espelle dallaclasse e, prima di riammetterlo, glinfligge castighi a non finire, fra cui lincarnazione in veste di

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    Tripitaka. Fa una bella differenza.4. Non un caso che il romanzo parta dalla storia di Scimmiotto, e dedichi poco spazio a quella

    di Tripitaka. Il protagonista del viaggio non coincide con il protagonista del romanzo. Lingenuointerpolatore non ha compreso questa scelta dellautore, decisiva per fare del Xiyou Ji un grandeclassico, invece che una compilazione di vecchie novelle.

    SERAFINO BALDUZZI

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    CAPITOLO 1RE DI SCIMMIE

    DALLA GESTAZIONE DELLA RADICE MISTICA ESCONO LE SORGENTI ORIGINARIE. DALLA COSTANTECOLTIVAZIONE DEL CUORE E DELLO SPIRITO NASCE LA GRANDE VIA.

    Ce lo insegna la strofa:

    Erano cielo e terra sottosopraPrima che il buio caos fosse dissolto.Quando Pan Gu spezz limmensa nuvolaDiede lurto iniziale al nostro mondo.Si separarono il torbido e il puro,Ogni vita ne fu sollecitataEd ogni essere giunse a compimento.Se del tempo conoscere le impreseVolete e non sapete risalire

    Fino al caos degli inizi, qui leggeteLe vicende del Viaggio in Occidente.

    Perch sembra che un ciclo delluniverso conti centoventinovemila e seicento anni. Se lo sidivide in dodici momenti - che corrispondono ai rami terrestri di topo, bue, tigre, lepre, drago,serpente, cavallo, ariete, scimmia, gallo, cane e porco - la durata di ogni momento devessere didiecimila e ottocento anni.

    Eccone la successione in una giornata terrestre: allora del topo scompare ogni influsso solare, aquella del bue canta il gallo, allora della tigre albeggia, a quella della lepre si alza il sole; alloradel drago si fa colazione; si pronti al lavoro allora del serpente; il sole allo zenit allora delcavallo e declina verso ovest lora dopo; si fa merenda nellora della scimmia e, a quella del gallo, il

    sole tramonta; cade il crepuscolo allora del cane e luomo si riposa in quella del porco.In un grande ciclo la sequenza simile: a met del momento del cane, luniverso si oscura e ogni

    cosa si dissolve. Dopo cinquemila e quattrocento anni incomincia il momento del porco, che sichiama caos perch fatto di tenebre, in cui non esistono pi n terra n cielo n uomo n niente.Dopo altri cinquemila e quattrocento anni quel momento finisce, si leva il segno della virt e siavvicina il primo momento di un nuovo ciclo, che a poco a poco riporta la luce. Come dice ShaoYong:

    Nellinverno del topoimmobile il cuore e freddo il cielo.Ma si muove lo Yang

    Ancor prima che nascano creature.

    in questa situazione che il cielo mette radici. Trascorsi cinquemila e quattrocento anni, quandosi giunge a met del momento del topo, incomincia a esistere lazzurro puro e leggero, provvisto disole, luna, astri e stelle: le quattro figure del firmamento. Perci si dice che il cielo si apre nel segnodel topo. Ancora cinquemila e quattrocento anni e il momento del topo lascia il posto a quello del

    bue: le cose incominciano a prendere consistenza. Come dice il Classico delle mutazioni:

    Quanto grande il segno originale del firmamento, com perfetto il segno originale della terra! Essi contengono il germe di ognicosa, secondo la volont del Cielo.

    allora che la terra incomincia a solidificarsi. Altri cinquemila e quattrocento anni e si arriva amet del bue, quando si condensa il torbido pesante che forma acqua, fuoco, montagne, rocce eterra: le cinque forme. Perci si dice che la terra incomincia sotto il segno del bue. Passanocinquemila e quattrocento anni, si compie il momento del bue e spunta la tigre, che fa nascere gli

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    esseri e le cose.Come ripetono i calendari:

    Scende soffio di cielo, sale soffio di terra. Dalla loro unione nasce la folla delle cose e dei viventi.

    allora che si uniscono il puro cielo e la fervente terra, Yangmaschio e Yin femmina. Con altricinquemila e quattrocento anni si in piena tigre, quando nascono uomini, bestie e uccelli; a questopunto sono al loro posto le tre entit: cielo, terra e uomini. Perci si dice che luomo nasce nelsegno della tigre.

    Toccati dalliniziativa di Pan Gu, i tre Augusti ordinarono il mondo e i cinque Imperatoristabilirono le regole delle relazioni sociali. Cos luniverso fu diviso in quattro grandi continenti:Est, Ovest, Sud e Nord.

    In questo libro parleremo solo dellEst(1).Al di l dei mari si trovava il paese di Aolai, proprio in riva alloceano, dove si innalzava il

    famoso Monte di Fiori e Frutti, che costituiva la catena principale di dieci isolotti e il gran drago ditre isole. Esso era sorto quando il puro si era separato dal torbido, dopo la divisione della nuvola

    primordiale. Era proprio una bella montagna, come testimoniano questi versi:

    Domina il vasto oceano, soggioga il mare di diaspro.Riceve il tributo delloceanoQuando le onde spingono i pesci nelle sue grotte marine.Riceve il tributo del mareQuando le spume le portano strane conchiglie.Da sud-est, presso il Bosco di Fuoco, salgono le alture,Si slanciano verso il mare orientale.Scogliere rosse, rocce bizzarre, scarpate e picchi.Cantano sugli scogli variopinte fenici.Dorme lunicorno nei cavi delle scarpate.Si ode sui picchi il grido del fagiano dorato.Nelle grotte rocciose si avvicendano i draghi.Nel bosco vivono lantico cervo e la volpe immortale.Sui rami, uccelli leggiadri e nere gru.Primavera perpetua offre fioriChe mai appassiscono, verdi pini, cipressi alteri.Maturano le pesche degli immortali. Nei bamb simpigliano le nuvole.Erba novella, liane e viticci tappezzano ogni dove. il pilastro del cielo, sbocco di mille fiumi,Asse immutabile della terra per diecimila kalpa.

    Al sommo di questa montagna, proprio nel bel mezzo, si trovava una rupe di immortali.Laltezza era di trentasei piedi e cinque pollici, il circuito di ventiquattro piedi: le dimensioni

    corrispondevano ai trecentosessantacinque gradi delleclittica e alle ventiquattro divisioni delcalendario. Era scavata da nove cavit e perforata da otto fori, come le nove case e gli ottotrigrammi. Non era ombreggiata da alberi, ma qua e l ladornavano angeliche e orchidee.

    Ora, dallinizio del mondo, giorno dopo giorno, essa era stata impregnata dalla limpidezzaceleste e dal rigoglio terrestre, dai vigorosi raggi di sole e dal dolce chiaro di luna. Cos a lungoaccarezzata, fin per essere penetrata da un pensiero, si ritrov divinamente incinta e un bel giornosi spacc, partorendo un uovo di pietra grande come un pallone. Esposto allaria aperta, esso sitrasform in una scimmia provvista dei cinque sensi e munita delle quattro membra.

    Impar subito a camminare e ad arrampicarsi, e salut i quattro orienti. Nel far ci il suo sguardoscintillante dardeggi due raggi doro fino al Palazzo della Stella Polare.

    Ebbe un soprassalto lImperatore di Giada, il Gran Compassionevole delle alte sfere celesti, chetroneggiava nella sala preziosa delle Nuvole Misteriose del Palazzo dellArco dOro, fra immortali

    1() In realt, prima che il capitolo sia finito, ci troveremo nellOvest. Daltronde il viaggio che d il titolo al romanzopartir dallEst, o piuttosto dal Sud, per recarsi nellOvest, o forse ancora nel Sud. Occhio ai capogiri!

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    e ministri. Vedendo il lampo doro fiammeggiante, ordin a Occhio Mille Leghe e a Odi BuonVento di andare ad aprire la porta celeste del Sud per vedere che cosera capitato.

    Deferenti alla direttiva imperiale, i due capitani uscirono, e videro cos bene e udirono con tantachiarezza, che ritornarono subito a far rapporto:

    In conformit dellordine di Vostra Maest, i vostri servitori hanno individuato con la vista e

    ludito il luogo da cui viene il lampo doro: al margine del piccolo paese di Aolai, allest del maredel continente orientale, si trova il Monte di Fiori e Frutti. Sulla cima una rupe dimmortali haprodotto un uovo che, sotto leffetto del vento, si trasformato in scimmia. Essa si inchinata aiquattro orienti e dagli occhi ha lanciato un raggio fino al Palazzo della Stella Polare. Ma una luceche si spegner subito, perch ora la scimmia mangia e beve acqua.

    LImperatore volle accondiscendere a mostrare la sua compassione dicendo: Questi esseri diSotto non hanno niente di speciale...

    La nostra scimmia, sulla montagna, sapeva camminare, correre, saltare, nutrirsi di erbe, bere allesorgenti e ai ruscelli, cogliere fiori alpestri, spiccar frutti dagli alberi, unirsi alle bestie selvagge,tigri o pantere, fare amicizia con daini e cervi, entrare in confidenza con gibboni e macachi. Passavala notte sotto le scogliere e al mattino sgambettava tra picchi e grotte. proprio il caso di dirlo:

    Non conta il tempo sulla montagnaQuand finita la stagione fredda.

    Una mattina di caldo torrido si riparava, in branco con le scimmie, giocando allombra dei pini.Guardate come si divertivano:

    Qualcuno salta di ramo in ramo alla ricerca di fiori e frutti.Altri si lanciano i sassolini o con la sabbia fanno pagode.Caccia libellule, acchiappa lucertole.Chi sembra rendere omaggio al Cielo, chi con le liane fa pagliericci.Ed i servizi: caccia alle pulci, liscia pellicce, netta le unghie.

    Sfregano, grattano, tirano e spingono di qua e di l.Liberi giocano fra i pini azzurri, liberi sguazzano nellacqua verde.

    Per completare il divertimento, la banda delle scimmie si and a bagnare nel torrente. Lacquacorreva via spumeggiando e spruzzando.

    Come dice ladagio: ogni bestia ha il suo linguaggio. Le scimmie dicevano: Donde viene tuttaquestacqua? Oggi non abbiamo altro da fare: risaliamo il torrente e cerchiamo la sorgente, tanto perdivertirci! Lanciarono un sol grido e partirono tutte insieme correndo, chiamandosi e tirandosi,maschi e femmine, grandi e piccini. Scalarono la montagna seguendo il corso dacqua senzafermarsi fino allorigine, che risult essere la magnifica cascata che vedete:

    Volano spruzzi di neveCome bianchi arcobaleni.Sacquatta la lunaSotto il fresco soffio che fende le falde verdiUmide di piccole gocce.La cascata un fuggevole sipario.

    Le scimmie battevano le mani per lammirazione:Che bellacqua! dunque da qui che scorre via fino al mare.Dicevano: Chi fosse capace di scivolarci a trovare il punto preciso da cui sgorgano le acque, e

    di ritornarne sano e salvo, lo faremmo re.Lo avevano ripetuto tre volte quando, a un tratto, la scimmia di pietra balz fuori dal gruppo e

    grid:Vado io, amici, vado io!Che brava scimmia! Non appunto il momento in cui

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    Brilla la sua fama, giunta la sua ora?Qui lattende il destino:Entra da re nel suo palazzo.

    Ecco che chiude gli occhi, si raccoglie e balza al di l della massa dacqua che cade: alza la testa,sgrana gli occhi e che vede? N onde n flutti l dentro, ma un ponte scintillante. Si ferm perconcentrarsi meglio e guard attentamente: era un ponte di liste di ferro; lacqua, che sgorgava dauna cavit della roccia, ricadeva mascherandone laccesso. La scimmia, avanzando a schiena curvae guardandosi intorno, ebbe limpressione di entrare in un luogo fatto per abitarci, davvero un bel

    posticino. Vedete un po:

    Azzurra nebbiolina sotto la bianca giada, con luci arcobaleno.Le grandi stanze vuote dalle calme finestre; fiori sui banchi lisci.Stalattiti-mammelle versan perle di drago su strane concrezioni.Ci sono vasi e coppe, piatti e tazze di pietra su tavole rugose.Le pentole e i fornelli serban tracce di fuoco. Leggiadre panche e letti.Svetta il bamb, fiorisce qualche ramo di prugno. I pini azzurriLucidi nella pioggia. Non sembra forse una dimora umana?

    Dopo aver lungamente contemplato, salt sul ponte e, osservando a destra e a manca, scopr nelmezzo una stele che recava nella parte superiore una colonna di grandi caratteri in calligrafiaquadrata:

    TERRA BENEDETTA DEL MONTE DI FIORI E FRUTTIPARADISO CAVERNOSO DELLA GROTTA DEL SIPARIO TORRENZIALE

    La scimmia di pietra non stava in s dalla gioia; fece dietro-front per uscire, si raccolse, chiuse di

    nuovo gli occhi e balz dun tratto oltre lo sbarramento acquatico. Rideva e gridava:Che occasione inaudita! Che fortuna!Che cosa c l dentro? chiedeva la folla delle scimmie che la circondava. profonda

    lacqua?Non c acqua! Non ce n affatto! C invece un ponte di liste di ferro. E accanto un

    patrimonio che dono del cielo e regalo della terra.Quale patrimonio?Tutta questacqua passa sotto il ponte attraverso la roccia e, ricadendo, nasconde lingresso,

    spiegava allegra la scimmia di pietra. Presso il ponte ci sono alberi e fiori, e una casa di pietra conforno e focolare, piatti e tazze, letti e sedili di pietra, e nel mezzo una stele su cui incisaliscrizione Terra benedetta del Monte di Fiori e Frutti, Paradiso cavernoso della Grotta del

    Sipario Torrenziale: proprio cos! Un posto in cui saremo ben riparati. Ed spazioso, potremofacilmente abitarci in cento e mille. Andiamo a sistemarci e risparmiamoci le bizze del cielovenerando! Perch una volta l dentro

    Non ci raggiunger il vento,N pioggia ci bagner.Non temeremo il gelo,Pi non udremo il tuono.Come una stufa, caldo vaporoso.Danno in anno verdeggiano i bambE brillano ogni giorno nuovi fiori.

    Il discorso riemp tutti di gioia, nella folla delle scimmie. Gridarono in coro:Va avanti e guidaci!La scimmia di pietra si raccolse di nuovo chiudendo gli occhi e salt gridando:

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    Seguitemi tutti, entrate!I pi audaci avevano saltato, ma i meno arditi allungavano il collo, poi incassavano la testa nelle

    spalle, si grattavano le orecchie, si strofinavano le guance, strillavano; dopo qualche incertezza,entrarono tutti.

    Quando ebbero passato il ponte, andarono a gara nellafferrare i piatti, impadronirsi delle tazze,

    monopolizzare il forno, occupare il letto, sposta questo, spingi quello, senza fermarsi un momento,come vuole il carattere giocoso e dispettoso delle scimmie: si fermarono solo quando non nepoterono pi. Allora la scimmia di pietra, da una posizione dominante, li arring solennemente:

    Amici! A che serve un uomo che non mantiene la sua parola? (2)Non avevate detto che avrestefatto re chi fosse capace di entrare e di uscire sano e salvo? Io non solo lho fatto, ma ci sonoritornato con voi, e vi ho mostrato una caverna in cui potrete riposare, amici, e dormire del tuttosicuri. Che cosa aspettate per prestare omaggio al vostro re, ora che abbiamo tutti la fortuna dimetter su casa?

    A queste parole le scimmie, unanimi, si prosternarono rispettosamente senza protestare.Ciascuno si allineava secondo let e il rango. Giunsero le mani in omaggio al loro sovrano egridarono tutti insieme:

    Viva il nostro gran re!Da allora, salendo sulleminente trono reale, la scimmia abbandon il nome di scimmia di pietra,

    e prese quello di Bel Re Scimmia.Lo testimoniano i versi:

    Quando nacque la vita dal Supremo Tre-Yang,Rupe dimmortali raccolse vigore astrale,E duovo in scimmia giunse al Grande TaoSotto un nome qualunque realizzato.Dellintrospezione essa ignora il noumenico,Solo conosce latto fenomenico.Fa a modo suo, non d retta a nessuno,

    Come mostrano a volte anche i pi saggi.

    Alla testa della truppa di gibboni, macachi e babbuini, tra cui aveva nominato i propri servitori econsiglieri, il Bel Re Scimmia passeggiava il mattino sul Monte di Fiori e Frutti, e la sera sicoricava nella Grotta del Sipario Torrenziale. Viveva in pace e accordo con i suoi sudditi, senzaimpicciarsi del volo degli stormi di uccelli, n seguire la corsa delle bestie selvagge, da monarcalibero e indipendente, in felicit senza pari. Fu cos che

    La primavera vivevan di fiori,Mangiavano destate dolci frutti,Dautunno raccoglievano castagne,E dinverno sbarcavano il lunario.

    Il Bel Re Scimmia aveva goduto della generosit della natura per tre o quattro secoli, magaricinque, quando un bel giorno, durante un allegro banchetto, dimprovviso gli cadde addosso latristezza e si mise a piangere. Le scimmie, allarmate, gli chiesero inchinandosi profondamente:

    Perch si tormenta vostra maest?Ho un bel vivere nella gioia, non posso scacciare il pensiero del futuro: questo che mi

    tormenta.Vostra maest non facile da accontentare risposero ridendo le scimmie. Noi ci riuniamo

    allegramente ogni giorno in questa terra benedetta della montagna degli immortali, in questa anticacaverna e su questo divino continente. Nessuno ci ha mai assoggettato, n liocorno, n fenice, n

    monarca umano. La libert e la spensieratezza sono felicit che non hanno prezzo; perch caricarsi

    2() Il Maestro disse: Un uomo non di parola non so a che valga. Un grande carro senza giogo, un piccolo carrosenza traversa fra le stanghe, come si pu farli andare? (Confucio,Dialoghi, II, 22 - trad. E. Masi)

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    di pensieri?Certo, oggi non siamo soggetti alle leggi di re umani, n temiamo le minacce di animali; ma

    prima o poi, quando saremo decrepiti, non cadremo forse nelle mani del vecchio Yama, nel regnodelle ombre? Quando il nostro corpo perir, non risulter inutile la nostra vita in questo mondo, senon potremo abitare indefinitamente fra gli esseri divini?

    A questo discorso ogni scimmia si copr la faccia e si mise a singhiozzare pietosamente, tantoerano tutte oppresse dal pensiero della caducit. Dun tratto salta fuori dai ranghi un gibbone dallelunghe braccia, che con forte voce si rivolge al re:

    Che un tale pensiero assalga vostra maest significa in verit che il suo spirito incomincia adaprirsi al Tao. Fra le cinque categorie di creature, solo tre non sono soggette alla giurisdizione del redeglInferi.

    Sai quali sono?Quelle di buddha, di immortale e di santo (3), che si sottraggono al ciclo della trasmigrazione,

    non nascono e non muoiono. Esse godono della stessa longevit del cielo e della terra, dei fiumi edelle montagne.

    Dove abitano queste tre categorie?

    In questo mondo, in grotte antiche e sulle montagne di immortali.Le spiegazioni rimisero di buon umore il re scimmia, che dichiar:Domani stesso vi saluter e scender dalla montagna. Dovessi anche correre come una nuvola

    in capo al cielo o al mare, trover qualcuno che appartenga a queste tre categorie, per imparare arestare giovane e vivere indefinitamente, e sfuggire per sempre alle imboscate che ci tende ilSignore Yama.

    Sar bastata questa semplice frase per farlo immediatamente uscire dalla rete dellatrasmigrazione e fargli raggiungere la posizione di Grande Santo Uguale al Cielo. Le scimmie

    battevano le mani in segno di ammirazione:Che bellezza! Domani scaleremo la montagna e scenderemo sullaltro versante in cerca di

    frutti, per offrire a sua maest un grande banchetto daddio.Il giorno dopo le scimmie colsero pesche e frutti rari, andarono in cerca di semplici alpestri,

    scavarono radici di rabarbaro, colsero pistilli profumati di angeliche e di orchidee: in breve ognispecie di pianta preziosa e di fiore raro. Quando li ebbero accuratamente ordinati, disposero tavole e

    panche di pietra e vi posero in bella mostra vini e piatti divini. Vedete un po:

    Sfere doro e sferette di perle,Rossi scarlatti, gialli maturi,Spiccano le ciliege selvatiche.Prugne profumate ed asprette.Manghi carnosi di buccia sottile.Litchi di fuoco dal piccolo nocciolo.Verdi mele selvatiche su rami.Nespole gialle avvolte nelle foglie.Pere testa-di-lepre, datteri come cuori,Allontanan la sete, gli affanni e gli effetti del vino.Pesche odorose, mandorle tenerePi deliziose di elisir preziosi.Artemisie dolce-aspre come iogurt.Polpe rosse dai neri semi dei meloni maturi.Petali gialli coprono i grandi cachi.Spacchi di melograno in cui brillan rubini.Castagne dalle carni come agata dorata.Candide noci e mandorle col t,Con cocco ed uve si prepara il vino.

    Piatti di frutta secca. Sopra i tavoli

    3() Parla proprio un gibbone. Queste non sono categorie di creature, ma gli esseri superiori in ciascuna delle tredottrine (buddha per il buddismo, immortale per il taoismo, santo per il confucianesimo).

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    Kumquat, canna da zucchero ed agrumi.Le patate alla griglia,Ben cotte le radici di rabarbaro,Polline di ninfea;Nelle pignatte cuoce lento il brodo.Possono i nostri cibi ricercati

    Paragonarsi alle raffinatezzeDi scimmie di montagna?

    Le scimmie onoravano il loro re pregandolo di presiedere al banchetto, in cui occupavano i postiinferiori secondo let e il rango, offrendogli ciascuno vino, fiori e frutta. Per tutto il giorno siabbandonarono a copiose libagioni. Lindomani, alzandosi di buonora, il Bel Re Scimmia ordin:

    Figli miei, tagliatemi del legno di pino e costruitemi una zattera. Trovatemi un ramo di bambche mi serva da pertica per governarla, e raccoglietemi un po di frutti e cibo. Voglio partire.

    Eccolo che sale sulla zattera, la spinge a tutta forza e, trascinato dalla corrente e aiutato dalvento, fila dritto fra le onde delloceano e lo attraversa, grazie a un soffio divino, fino alla costa delcontinente meridionale. Ecco la sua partenza:

    Scimmia immortale di nascita divinaDalla montagna parte con la zattera.Oltre loceano essa cerca la Via,Con volont tesa alle grandi imprese.Ed un esperto vorrebbe incontrareChe riveli il segreto delle origini.

    Fu unoccasione venuta al momento giusto che, da quando era salito sulla zattera, soffiasse unforte vento di sud-est, che lo condusse sulla costa nord-ovest del continente meridionale.Esplorando il fondo con la sua pertica, constat che lacqua era poco profonda. Abbandon lazattera, salt a terra e vide sulla riva gente che pescava, altri che cacciavano oche selvatiche; chi

    dissotterrava conchiglie, chi raccoglieva sale.Si avvicin loro e si mise a dar spettacolo, facendo smorfie tali che la gente scapp a gambe

    levate, abbandonando reti e panieri. Egli afferr un tizio paralizzato dalla paura, lo spogli degliabiti e li indoss a imitazione di quello che vedeva. Passava da borgo a capoluogo, copiando nellefiere e nei mercati gesti e parole degli uomini, e dandosi molte arie.

    Che riposasse la notte o pranzasse a mezzogiorno, pensava una cosa sola: come incontrare unbuddha, immortale o santo e ottenere la ricetta di lunga vita e di eterna giovinezza. Ma vedeva sologente che voleva far parlare di s e far soldi, nessuno che si preoccupasse di come sarebbe andato afinire.

    Finir questa caccia a cose vane?

    In piedi allalba, ti corichi a notteE libero non sei. Trotti sul muloE sogni un palafreno. Sei un ministro,Ti sogni duca o re. Ammucchi denaroDimenticando il timore di Yama.Voglion lasciare gloria e soldi ai figli,Ma nessuno si ferma per riflettere.

    Il re scimmia era dunque in cerca di immortalit, ma non era ancora destinato a incontrarla.Attravers grandi citt e molti villaggi del continente meridionale. Dopo otto o nove anni si

    trov inattesamente sulla riva delloceano occidentale. Convinto che al di l del mare avrebbe purtrovato qualche immortale, si costru una zattera simile alla precedente e navig sul mare dellovest

    fino al continente occidentale.Quando fu sbarcato, err a lungo prima di imbattersi in unalta e bella montagna, nascosta alla

    base da una folta foresta. Senza temere lupi, n tigri o pantere, egli la scal fino alla cima per

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    godersi il panorama, che era proprio magnifico:

    Mille picchi come alabardeRette da diecimila guardie.Pioggia rinfresca le cime,Riflessi di sole attraversano le brume.

    Alberi antichi le liane rinserrano,Scorron ruscelli lungo i sentieri,Fiori nellerba folta e selvaggia,Bamb giganti sotto gli abeti:Verde e fresca la terra benedetta.Il gorgoglio delle sorgenti suonaCome il corteggio di timidi uccelli.Burroni tappezzati di orchidee,Dappertutto licheni e muschi morbidi.Vene di drago che salgono e scendono:In un monte cos si cela un Grande.

    Contemplava la veduta, quando ud una voce umana dal folto della foresta. Si infila fra gli alberie tende lorecchio. Era qualcuno che cantava:

    Con la scure abbatto gli alberi,Imputridisce il manico durante la partita(4).In capo alla valle, presso le nuvole,Scambio fascine con vino, a piacereLo bevo e mi rallegro. Sul glauco sentieroNellautunno avanzato poso il capo sul ceppoDel pino per dormire. Quando allalba mi sveglioRiconosco ogni fronda. Mi arrampico sul monte,Scure alla mano, e taglio liane secche.Porto il ruvido carico al mercato vicinoLo scambio con tre litri di riso o di granaglie.Questo il prezzo corrente. Io non so calcolareN intrigare. Non servo e non sono servito.Perdura la mia vita nella tranquillit.Solo incontro talvolta gli immortali:Espongono gli arcani della Corte Gialla.

    Le parole della canzone riempirono di gioia il re scimmia, che si disse:Ci sono dunque immortali nascosti da queste parti.Balz subito avanti nella foresta e, osservando con attenzione, scopr un boscaiolo che alzava

    lascia per tagliare un albero. Comera conciato!

    In testa un cappello di foglie fresche di bamb. Sul dorso una tunica di tela leggera, tessuta con cotone locale. Alla vita una cintura diuna strana seta, sputata da qualche vecchio bruco del bosco. Ai piedi sandali di paglia legati con foglie di carice arrotolate. Teneva inmano unascia di acciaio fino, fissata al manico da una corda di canapa. Chi meglio di questo boscaiolo saprebbe spezzare alberimorti e abbattere pini?

    Il re scimmia si avvicin per interpellarlo:Salute, venerabile immortale! Il vostro discepolo giunge le mani!Sorpreso da lasciar cadere lascia, il boscaiolo si volse per rendere il saluto:Sono un poveruomo che fatica a nutrirsi e vestirsi. Come oserei lasciarmi trattare da

    immortale?Se non sei un immortale, perch parli come loro?

    4() Wang Zhi si rec a tagliar legna sulla montagna, e si imbatt in due ragazzi immortali che giocavano a scacchi.Sost a osservare la partita, cos intento da non accorgersi che nel frattempo il manico dellascia cadeva a pezzi, rosodal tempo. Ritornato a casa, si rese conto che era passato un secolo.

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    Che cosa posso aver detto?Sul bordo della foresta ti ho sentito cantare: Solo incontro talvolta gli immortali, espongono

    gli arcani della Corte Gialla. Ora, la Corte Gialla contiene le parole veridiche del Tao e dellaVirt. Come dunque non saresti un immortale?

    Ti dir rispose ridendo il boscaiolo: questi versi cantati sullaria della Corte piena di profumi

    li ho effettivamente imparati da un immortale. Abita non lontano dalla mia capanna. Poich mivedeva penare, e spesso di cattivo umore, mi ha insegnato a recitare i versi quando ho qualche noia,per distendere lo spirito e superare le difficolt. Un momento fa mi sentivo un po preoccupato e mison messo a cantarli, senza sapere che tu mi ascoltassi.

    Dal momento che hai questo vicino, perch non ti fai suo discepolo per imparare la ricettadellimmortalit? Non ti farebbe comodo?

    Il fatto che la mia vita sempre stata dura: devo ai miei genitori di avermi cresciuto fino aotto o nove anni, ma ero appena in grado di capire qualcosa quando mio padre mor e lasci vedovamia madre. Poich non ho n fratelli n sorelle, non cero che io a vegliare su di lei. Ora che vecchia, ne ha un bisogno ancor maggiore. E poi la nostra terra sterile e incolta, non abbiamo diche nutrirci e vestirci. Io posso soltanto tagliare fascine e portarle al mercato, per cavarne qualche

    sapeca di merce e qualche litro di riso, che cuocio e preparo con le mie mani per servirlo alla miavecchia madre con un po di t. Ecco perch non mi possibile coltivare il Tao.

    A quanto vedo sei un bravo figlio, pieno di piet filiale. Questo ti sar certo messo in conto. Maspero che tu mi dica dove abita limmortale, perch possa vederlo.

    Non affatto lontano. Questa montagna si chiama Monte della Terrazza degli Dei di un PolliceQuadrato - vale a dire il cuore; limmortale vive nella Grotta della Luna Pendente e delle Tre Stelle,e si chiama il patriarca Subhti. In vita sua ha avuto innumerevoli discepoli. Al momento ce nesono quaranta o cinquanta che praticano sotto la sua guida. Segui questo sentiero, cammina versosud per sei od otto li e sarai arrivato.

    Amico insist il re scimmia trattenendo il boscaiolo per la mano vieni con me. Se ne ricavobeneficio, non dimenticher la bont che avrai avuto di accompagnarmi.

    Non te lho appena detto? Non vuoi capire! Non ti entra nella zucca? Se vengo, chi lavorer perme? Chi si occuper della mia vecchia madre? Io devo raccogliere le fascine. Vacci tu, se vuoi.

    Il re scimmia non pot che congedarsi. Usc dalla fitta foresta, cerc il sentiero, discese il fiancodella montagna e, sette od otto li pi lontano, scorse una dimora rupestre. Il posto era superbo:

    Tavolozza cangiante di brume e nebbiolineRende di sole e luna i riflessi dorati:Mille cipressi, diecimila snelli bamb!Vecchi cipressi dipingono in verdeLa met dello spazio. Bruma azzurraSfuma dentro la gola le canne dei bamb.Un broccato di fiori si distende allingresso.Come profuma allimbocco del ponteLerba di diaspro!Sopra i bordi sporgenti cresce scuro lichene.I muschi verde giada fino al bordo del cielo.La gru degli immortali fa sentire il suo grido,Salzano le fenici dispiegando le ali.Passa il nero gibbone, corrono bianchi cervi,Leoni ed elefanti son signori del luogo. terra benedetta, meglio del paradiso!

    La porta della dimora sotterranea era solidamente chiusa, tutto era calmo e silenzioso, senzaalcuna traccia di presenza umana. Volgendo la testa, vide in cima alla rupe una lastra di pietra alta

    tre tese e pi, larga otto piedi. Vi si allineava in dieci grandi caratteri la seguente iscrizione:

    MONTE DELLA TERRAZZA DEGLI DEI DI UN POLLICE QUADRATO

  • 8/6/2019 Wu Cheng'en - Viaggio in Occidente

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    Wu Chengen

    GROTTA DELLA LUNA PENDENTE E DELLE TRE STELLE

    Al colmo della gioia, il Bel Re Scimmia si disse: Brava gente si incontra in questi posti!Linformazione era precisa! Guard per un bel po, senza osar di bussare; poi fin per saltare su unramo e si divert a cogliere pigne, sgranocchiarne i pinoli e gettare i gusci qua e l.

    A un certo punto si ud un cigolio, la porta della grotta si apr e ne usc un ragazzino immortale, pieno di grazia e dignit, dal volto straordinariamente puro: niente in comune con i solitimarmocchi.

    Eccolo