Una introduzione per te all'ipnosi regressiva evocativa prefazione Cara anima amica, nei capitoli...

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L’autore

Angelo Bona, medico psicoterapeuta e specialista in anestesia, è presidente

dell’AIIRe, Associazione Italiana Ipnosi Regressiva Evocativa

(www.ipnosiregressiva.it) e membro della ASCH, American Society of

Clinical Hypnosis. Da più di venticinque anni dedica la sua vita allo studio

dell’ipnosi e dell’ipnosi regressiva.

di Angelo Bona

Nel nome dell’Uno

Cerca la tua ImmortalitàVita nella Vita

Due cuori, un’Anima UnicaIl palpito dell’Uno

L’insana Passione di una Donna chiamata ZerbinaUna stazione nel cuore

Facce-BookIl mio Pisello è più verde del tuo

Il Bruco - Come Riconoscere l’altra Metà della Mela Evitando il BrucoL’Amore Maestro

L’Amore dopo il tramontoL’Amore oltre la vita

Il Principe degli OyghenIpnosi: per non mandare tutto in fumo

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ANGELO BONA

UNA INTRODUZIONE PER TEALL'IPNOSI REGRESSIVA

EVOCATIVACome iniziare a camminare nel mondo delle vite precedenti

Piccola prefazione

Cara anima amica,

nei capitoli qui di seguito ti parlerò di questa fantastica tecnicache è l’ipnosi regressiva.

Ti servirà per farti una prima idea di questo mondo, forsenuovo per te, che vedrai rappresenta la metodica più modernadella psicoterapia spirituale.

Mi fa piacere che tu possa leggere queste righe che certamentediventeranno un viaggio di consapevolezza e di cura della tuaanima: benvenuto benvenuta nel mondo delle vite nella vita.

Buona Vita,

Angelo Bona

L’ipnosi regressiva evocativa

L’ipnosi regressiva è una tecnica che permette l’accesso a contenutisimbolici che la mia personale opinione identifica come viteprecedenti.

L’obiezione che taluno potrebbe sollevare può perdere la propriaportata se si considera che ritengo le vite precedenti un credopersonale, una fede derivata da tanti anni di lavoro.

Accetto che si obbietti che le vite antecedenti alla nostra nascitasiano sogni, aggregati dell’inconscio, costellazioni di simboli e fantasie.I risultati terapeutici che la regressione ipnotica ottiene hanno del restouna valenza superiore a tutte le possibili diatribe filosofiche.

Questa tecnica psicoterapeutica si indirizza alla spiritualità dell’uomoe permette di ricercare le cause dei conflitti attuali nel mondo remotodell’esistenza. In trance il paziente può regredire fino ai primordi dellasua infanzia, recuperando nitidamente e vividamente non tanto lamemoria, quanto il ri-vissuto, la ri-vificazione di attimi della vita attualee pregressa in cui si annidano le radici del suo destino. La terapiaregressiva è una nobile funzione della psicoterapia spirituale,ricordando che la parola “psiche”, nel periodo orfico-platonico,conservava le sue accezioni native di “soffio vitale” e di “anima”.

La psicoanalisi razionalista e materialista, alla fine dell‘800, haepurato la psiche dalle connotazioni più alte, limitandone il significatoai tratti (lemmi) logici e razionali. Per questo vi parlo di rinascita dellapsicoterapia spirituale e di terapia dell’anima dell’uomo.

Secondo la legge karmica la responsabilità delle problematicheattuali è solamente nostra e dipendente dalle azioni passate.Acquisendo coscienza di questo ordinamento causale, di questanormativa esistenziale, possiamo comprendere il senso educativo dellavita.

Molti pazienti si dibattono nell’agitato mare della colpa e della pauradimenticando quanto queste due precedenti afflizioni debbano esseresostituite dalla luce della responsabilità. La reincarnazione non è unsostantivo in voga, ma un insegnamento vitale, una didattica d’amore.

L’Associazione Italiana Ipnosi Regressiva Evocativa: AIIRe, nascedall’ENDAS-CIME, Centro Ipnosi Medica Ericksoniana sorto nel 1993 aBologna con l’intento di divulgare la cultura dell’ipnosi, dell’ipnosiregressiva e della psicoterapia medica ipnotica. Il fine dell’AIIRe noncontempla solo la divulgazione dell’ipnosi reincarnativa, ma spazia inogni linea di ricerca nell’ambito dell’ipnosi clinica e sperimentale.

L’aggiunta all’acronimo dell’aggettivo “evocativa” estende e correggeil significato di “regressione” alla vera funzione dell’ipnosi, che è quelladi evocare contenuti e personalità dall’inconscio atemporale. È moltoimportante chiarire che l’ipnosi è in grado di “evocare” e “rievocare”vite, o altri sé (other selves), o identificazioni transitorie (personalitàmultiple) come è accettato dalla comunità scientifica. Quatti quatti, zittizitti, poi noi sappiamo essere vite nella vita lungo il corso reincarnativodel nostro cammino evolutivo.

Considerando nella pratica una terapia regressiva occorre valutareun tempo iniziale di conoscenza e di diagnosi clinica, che tutelino ilpaziente volto al successivo passo: quello dell’induzione edell’approfondimento della trance. Durante il primo e secondoincontro si valutano le attitudini dei soggetti all’ipnosi e allaregressione, poiché non tutte le persone possono utilizzare questametodica: il 20% circa dei pazienti non risulta idoneo. L’accesso ainuclei tematici pregressi apre una finestra sul passato prossimo,remoto e antecedente la vita attuale.

Il concetto di regressione era già stato sviluppato da Freud non inriferimento all’ipnosi, ma per indicare un passaggio da uno stadio dimaturità psicologica superiore ad uno inferiore lungo il tempo disviluppo della personalità (Freud S., Introduzione alla Psicoanalisi,Boringhieri, Torino 1972). La regressione per Freud interpreta soltantol’accezione negativa e la ghettizza come un meccanismo difensivoattuabile in condizioni psicopatologiche.

“Lo stato psichico precedente” egli dice “può per lunghi anni nonesprimersi esteriormente, pur continuando a sussistere, tanto da poter

un giorno ritornare a divenire la forma di espressione di forzepsichiche” (Freud S., op. cit.).

La regressione ipnotica non si riferisce a tale attitudine psichica, marecupera il tempo e il luogo del film esistenziale del paziente,favorendo l’affioramento della dell’eziologia del disturbo psichico. Sipossono riportare al presente il linguaggio e la grammatica patologicaannidati nella conflittualità del paziente, al fine di rielaborare talideformazioni e di guarire.

Ho definito in altra sede l’ipnosi regressiva come una terapia “sincro-sensoriale” che recupera il “tempo malato” e il vissuto patologico,depurandolo dalle alterazioni del tempo. Questa semiologia dellacoscienza definita da ciascun istante del vissuto viene centellinata,fotogramma per fotogramma, fino a riesumare un linguaggiosimbolico remoto, altrimenti irrecuperabile. Semi interrati nel tempo,tracce impresse nel karma della terra, tutto è scritto sulla sabbiadell’esistenza e l’ipnosi regressiva evocativa può recuperarne le orme.

Nel tempo questo studio del linguaggio è divenuto una vera retoricapsicoterapeutica che riesuma, restaura e guarisce le ferite di unlinguaggio archeologico riemerso al presente dalle dune del deserto.L’obiettivo è risolvere un conflitto nucleare, un’isolata causa di disagio,mai quello di conoscere e dipanare magicamente tutto il filo karmicodei pazienti. Il fine è quello di rinvigorire le risorse biologiche espirituali dei pazienti, che permettono al soggetto il recupero dellacapacità di amare e di evolvere.

L’ipnosi regressiva evocativa può trattare disturbi ansiosi, il panico,la depressione, i disturbi alimentari, le ossessioni-compulsioni, ma nonle psicosi. Questo limite è spiegabile nel rispetto della fragilità distruttura della personalità di questi pazienti, ove l’uso della metodicapotrebbe risultare scompensante. È questo uno dei fattori che limitanola pratica e la conduzione della terapia e ne consigliano l’affidamento amani esperte e a medici e psicoterapeuti qualificati.

Pratico tale metodica su pazienti adulti oltre i diciotto anni d’età,perché attendo che la geometria dei tratti e dei connotati psicologici eaffettivi delinei una personalità formata.

L’ipnosi regressiva evocativa comporta spesso un profondo impegno

psicologico e spirituale, sia da parte del paziente che del terapeuta: larelazione karmica che tra loro si instaura può essere definita - per usareun termine carpito dal buddhismo tibetano - rten abrel (“connessionekarmica”), che prediligo rispetto ai transfert, di cui meglio tratterò nelcapitolo successivo.

Gli incontri di ipnosi evocativa seguono una cadenza mensile perpermettere ai soggetti di rielaborare nella vita di veglia, ma soprattuttonel sogno, gli affioramenti e le forti emozioni (abreazioni) della trance.

Assisto a momenti intraipnotici di grande pathos emozionaleallorquando defluisce dall’anima un quantum karmico che sostiene unconflitto psicologico. Spesso un pianto liberatorio, che sgorga dallasorgente del cuore, è benefico nel favorire il deflusso catartico di questofiume di sofferenza che si sfoga.

A volte sono il riso, lo spasmo muscolare, il tremore (vritti) i segni diquella scarica karmica che accade durante o appena dopo l’ipnosiregressiva evocativa.

Insegno ai pazienti una pratica di meditazione autoipnotica dasvolgere a domicilio, che produce grandi risultati ammesso che vengapraticata con costanza.

I tempi dell’ipnosi regressiva evocativa non sono lunghi, manemmeno si può pretendere un fast food terapeutico di uno o dueincontri. In media dieci sedute, distanziate un mese l’una dall’altra,permettono un buon cammino terapeutico.

La storia dell’ipnosi regressivaevocativa

Il primo documento non clinico di una regressione a vita precedenteviene fatto risalire al 1862, allorquando un principe di nome Galitzin,ottimo magnetizzatore, indusse in trance una donna la qualeimmediatamente parlò in corretto francese anziché nel proprio idiomatedesco.

Si certificò che ella non conosceva assolutamente la linguagermanica e che non l’aveva mai appresa precedentemente. La donnariportò il racconto di una vita precedente, descrivendo un delittoavvenuto in un certo luogo ed in un preciso momento. Il principeverificò la veridicità della regressione e colse le testimonianzedell’omicidio realmente accaduto, raccontato da vecchi contadini delluogo.

L’evento regressivo si completava anche con l’emersione di uno deifenomeni più interessanti della trance: la xenoglossia.

A Ginevra, Theodor Fluornoy era giunto a conclusioni radicalmenteopposte. Egli studiò i medium ginevrini dopo essersi imbattuto inHélène Smith, pseudonimo di Catherine Mueller, la quale manifestavain stato sonnambulico alterazioni della personalità e vite precedenti opresunte tali. Per cinque anni Flournoy si dedicò al caso, assistendo aimutamenti della personalità di Hélène che riviveva le sue esistenzenelle vesti di una principessa indiana e di Maria Antonietta. Fluornoyrintracciò poi i contenuti che emergevano nelle trance della donna inalcune letture che lei aveva compiuto da bambina. Questo gettò unvelo di dubbio sulle reali corrispondenze inconsce degli affioramentiderivati dalle ipnosi regressive.

Tali valutazioni condussero Fluornoy a ipotizzare l’esistenza diricordi inconsci rimossi a cui diede il nome di “criptomnesie”, che a suo

parere rispondevano alle domande ed alle ricerche da lui condotte.

Egli riconobbe nelle criptomnesie l’espressione di funzionimitopoietiche dell’inconscio. In poche parole, giunse alla conclusioneche l’ipnosi regressiva conduceva solo a fantasie, a memorie o sognisopiti e a nulla più, svalorizzando la metodologia.

Le funzioni mitopoietiche dell’inconscio, afferma lo studioso,possono trovare una via somatica di manifestazione: cioè suggerireuna possibile eziologia isterica dei fenomeni.

L’opera di Fluornoy a cavallo dei due secoli rappresenta uncontributo di quella “scienza” o “pseudoscienza” ancora in voga, chepregiudizialmente non vede l’ora di estirpare le male erbe delmisticismo a favore di una pragmatica terrestre o meglio dire terraterra. Nessun dubbio quindi per lo studioso: tutti fenomeni isterici,deliri o al massimo false memorie. Bene! Così non ci si pensa più e ci sidedica finalmente alla buona scienza, quella degli edipi e dei “verifarmaci”.

Da questo antesignano del materialismo logico nascono le attualiscuole di pensiero che detestano la parola “anima”, ma chedisconoscono gli effetti collaterali e placebo della divinizzatafarmacopea.

In Inghilterra l’approccio storico allo studio dell’ipnosi regressiva fucertamente più saggio.

La Society of Psychical Research già dal 1882 vagliò con un metro piùimparziale le affermazioni sul paranormale e la ricerca psichica espirituale oltre confine.

Un giovane socio fondatore di formazione accademica, FrederickMeyers, divenne la personalità di spicco dell’associazione. Egli si dedicòad una analisi approfondita dei fenomeni ipnotici e parapsicologici. Purconsiderando l’opera di Fluornoy, applicò alla ricerca un vaglio menocategorico. Divenne un grande parapsicologo e un attento studiosodelle dinamiche dell’inconscio.

Introdusse il concetto del “sé subliminale”, postulandone le funzionisuperiori e inferiori. Assegnò le seconde ai processi dissociativi descrittidagli psicopatologi, mentre riferì le funzioni superiori all’ispirazione ditalune opere geniali che potevano essere interpretate come una

“ondata subliminale”: ricchi depositi di informazione, sentimenti econtenuti collocati al di sotto della coscienza.

Nell’opera postuma tradotta in italiano nel 1909 La personalitàumana e la sua sopravvivenza raccolse una eccezionale quantità dimateriale originale sui temi del sonnambulismo, dell’ipnosi, dell’isteria,della personalità multipla e dei fenomeni parapsicologici. Proponevauna completa teorizzazione dell’inconscio descrivendone le funzioniregressive, creative e mitopoietiche.

Meyers e Fluornoy contribuirono fortemente allo sviluppo dellaparapsicologia e all’apertura di una via di analisi in cui il concetto diinconscio fosse studiato nell’ambito dei fenomeni della paranormalitàin generale e della pratica ipnotica in particolare.

In tempi più recenti nasce la fervente attività di uno psichiatraamericano, Raymond Moody, che inizia - primo al mondo - a praticarela più moderna ipnosi regressiva. Moody insieme a Paul Perry, cosìcome descritto nel libro Coming Back, hanno studiato scientificamente ifenomeni di regressione a precedenti vite. Moody era già noto comericercatore di fama mondiale sulle near death experiences, ovvero leesperienze di pre-morte.

Moody si presenta al pubblico nel seguente modo: «Ho studiatofilosofia all’Università della Virginia e mi sono laureato nel 1969. I mieiinteressi vanno particolarmente alla logica e alla filosofia dellinguaggio. Dopo aver insegnato filosofia in una università del NorthCarolina decisi di studiare medicina e divenni psichiatra...»

Ancora Moody aggiunge: «Non intendo provare l’esistenza di unavita oltre la morte, né ritengo che una prova in tal senso siaattualmente possibile.»

Il collega americano si professa di estrazione cristiana metodista edegli stesso si sottopose a trattamento ipnotico regressivo, ad opera dellapsicologa Diana Denholm in Florida. In trance, Raymond Moody risalì anove diverse vite precedenti, descritte con dettagli vivaci e particolariprecisi.

Decise a quel punto di condurre un’indagine sperimentale sucinquanta soggetti, nel reparto di psicologia al Western State College diCarrolton dove Moody insegnava. Le tecniche ipnotiche applicate

furono molteplici, ma i soggetti vennero sempre trattatiindividualmente.

Moody riuscì a dettagliare dodici elementi caratteristici delleregressioni nel passato. Ne cito solo alcuni:

a) il più rilevante elemento riscontrato è il miglioramentopsicologico di tutti i pazienti sottoposti a ipnosi regressiva

b) in un unico caso, un soggetto ricordò in seguito che i contenutiemersi durante l’ipnosi regressiva si riferivano ad un film visto inpassato. Un caso evidente di criptomnesia, come già altrove riferito.

Al termine della ricerca sperimentale Moody giunse alla conclusioneche la regressione a vite precedenti non è una “stranezza”, ma unevento normale che può accadere spontaneamente a chiunque vengaipnotizzato. Come egli afferma nel suo libro La Vita oltre la Vita(Mondadori Editore, Milano, 1997): “In una modalità di giudiziorestrittiva, il fenomeno costituisce una rivelazione delle dinamichedell’inconscio più profondo. Secondo una modalità di giudizio piùampia e possibilista, il fenomeno può costituire la prova di una vitaantecedente alla nascita”.

Ricordo ora il grande apporto scientifico e morale di Ian Stevenson,Professore di Psichiatria all’Università della Virginia negli U.S.A.

Egli ha studiato più di 4000 bambini nel mondo, utilizzandofrequentemente metodiche di ipnosi regressiva. Il suo testoReincarnazione, venti casi a sostegno, resta una pietra miliare nellaricerca spirituale dell’Oltre.

Altro collega americano portavoce dell’ipnosi regressiva è BrianWeiss. La sua prima opera s’intitola Molte vite, molti maestri. Lapaziente Caterina soffre di un quadro depressivo maggiore. In ipnosi lapaziente rivela una molestia sessuale avvenuta all’età di tre anni daparte del padre ubriaco. Manifesta poi l’affiorare di vite precedentidettagliate in particolari significativi, per lo più traumatici. La pazientein seguito alle ipnosi regressive guarisce. Caterina, in trance, manifestauna variabile di fenomeni quali: perdita di controllo, modificazioni neltimbro della voce, espressione di concetti spirituali etici e dogmitrascendentali.

Altri colleghi europei che si occupano di ipnosi regressiva sono

Ruediger Dahlke e Thorwald Dethlefsen, autori di numerosi testiriguardanti il rapporto tra malattia, psiche e autocoscienza. I loro testisono universalmente riconosciuti come una fonte autorevole perl’indagine psicosomatica delle malattie e del loro significato simbolico.

Voglio ricordare ancora lo psichiatra inglese Danys Kelsey che perAstrolabio ha pubblicato La catena delle esistenze. Kelsey, insieme allamoglie Johan Grant, ha esteso la sua ricerca allo studio delle viteprecedenti. Il testo svela gli eccezionali risultati dei suoi studi sullareincarnazione e sulle facoltà cosiddette paranormali.

Un grande collega e fratello oggi scomparso è stato il dott. Ero MarioRossi che ha curato la presentazione di questo libro. Valente psicologo elinguista, Ero, negli ultimi dolorosi passi della sua vita terrena, mi halasciato una grande eredità di studi e di ricerche e soprattutto l’affettocon il quale ha sempre condiviso gli indimenticabili momenti vissutiinsieme.

Lo voglio ricordare tra i grandissimi della storia dell’ipnosi regressivaevocativa, che per lui rappresentò una fonte di continua ricerca e unafede profonda e sincera. Salutandomi in ospedale, mi consegnò la suatesi di laurea dove aveva svolto un approfondita ricerca sull’ipnosiregressiva dicendomi con un filo di voce: “Continua tu per me...”.

Caro Ero, camminerai i miei passi e respirerai ogni mio respiro, ognipalpito del mio cuore. Per sempre.

L’ipnosi, facciamo chiarezza

L’ipnosi è una condizione psichica indotta da un operatore esterno oautoindotta (autoipnosi), caratterizzata da uno stato psichicodenominato trance. L’ipnosi è uno stato non valutabile comeintermedio tra veglia e sonno, bensì dotato di una caratterizzazionepropria sia neurofisiologica che di neuroimaging.

Molti ritengono che l’ipnosi sia un mezzo per inibire le capacitàcritiche, aumentare la suggestionabilità e limitare l’attenzione. Ciò nonè assolutamente vero. Allo spegnersi della coscienza razionale e dellefacoltà cognitive volte all’osservazione ed alla elaborazione del mondoesterno, si attiva invece una facoltà attentiva volta al Sé e alla ricercapsicologica e spirituale interiore.

Ipnosi spirituale

Socrate, con il suo famoso “conosci te stesso”, è il più grandeipnologo dell’umanità, l’esempio più eclatante di chi educa i discepolialla trance-maieutica, cioè alla ricerca della propria verità spirituale.Maieutica viene dal greco maieutiké e letteralmente significa “l’artedella levatrice” e il concetto viene esposto da Platone nel Teeneto. Ciòconsentiva a Socrate di “tirar fuori” dall’allievo i contenuti ed i rimossipersonali, psicologici e spirituali.

L’induzione ipnotica

C’è chi sostiene che l’ipnosi è un abbandono sotto il “controllo”dell’ipnostista: niente di più erroneo. L’ipnosi, meglio dire la trance, èuna scelta di libero arbitrio soggettivo che concede al singolo l’aperturadella porta del Sé. Sé inteso come anima. L’ipnosi è quindi una “liberascelta” di un soggetto che decide di abbandonarsi al proprio oceanointeriore.

È veramente risibile leggere come illuminati autori descrivonol’induzione ipnotica: pendolini, fissazioni di oggetti ecc. La descrizionedovrebbe corrispondere al termine “imbambolamento” e non ipnosi,che deriva sì dal mitologico dio del sonno Hypnos, ma che intendecome dicevo poc’anzi un “sonno del mondo” ed un “risveglio delmondo dell’anima”.

In trance si realizza una riduzione della afferenze sensoriali, ma noncomprendo chi sostiene che si manifesti un orientamento“allucinatorio”. Semplicemente in ipnosi si apre la porta al sesamodell’Uno. L’induzione è quindi sempre un’autoinduzione facilitata dallapresenza del terapeuta che deve rimanere una guida esterna,concedendo al soggetto una piena autonomia di ricerca spirituale.

Lo stato ipnotico

Durante la “cattiva ipnosi” taluni induttori paranoici e con graviturbe psicopatologiche possono cercare coercitivamente di modificarele funzioni dell’Io con condizionamento dell’ideazione e induzione disogni su comando e manipolazione di opinioni.

Questo non ha nulla a che fare con la buona terapia ipnotica che noninduce sogni, non manipola idee e contenuti forzosi nell’inconscio deisoggetti.

Leggendo la letteratura mi stupisco della critica ancora arcaica emedioevale ove l’ipnosi è paragonata ad una metodica stregonesca e arituali antropofagici. Pregherei tali autori di dedicarsi veramenteall’ipnosi e non solo di descriverla da lontano presupponendone unaconoscenza innata. L’onniscenza è un pericoloso sintomo psicotico, undelirio di onniscienza.

L’ipnosi da palcoscenico con il soggetto in trance succube delladerisione del pubblico non ha nulla a che vedere con l’ipnosi medicache conduco a fini esclusivamente terapeutici. Rimanere attaccati aduna sedia o pensare di avere un rettile sulla mano non ha altro sensoche quello di deridere persone ingenue mettendole alla berlina deglialtri.

Lo stato post-ipnotico

Dopo il termine della trance il soggetto può essere in grado dicompiere compiti che gli sono stati assegnati durante il periodoipnotico e di non conservarne coscienza per quanto riguarda l’ordineimpartito. Lo stesso soggetto si stupisce dell’azione che compie. Ciò inmani ed in menti non etiche può rappresentare un vero plagio dicoscienza e non rientrare assolutamente in un orientamentoterapeutico.

La recettività ipnotica

Non tutti i soggetti sono ipnotizzabili e un 20% delle personestentano ad essere indotte in ipnosi. Coloro che si affidano, chepossiedono un pensiero immaginifico incline al sogno e alla poesiasono più inducibili. Coloro che possiedono un pensiero ipercritico estentano a perdere l’autocontrollo devono essere condotti alla trancecon un training iniziale.

Esistono poi soggetti cosiddetti “virtuosi” che manifestanoun’immediata capacità di essere indotti in stato ipnotico profondomanifestando fenomeni eclatanti di trance simili a ciò che accadeva aDelfi nell’antica Grecia. La Sibilla Cumana, la Pizia che sul tripodevaticinava oracoli, possono essere risvegliate anche se raramentedall’inconscio di soggetti particolarmente propensi alla trance.

Stiamo studiando all’IRCCS don Gnocchi di Milano* questi soggettiparticolarmente dotati definiti “virtuosi” tramite la risonanzamagnetica funzionale, lo studio eletroencefalografico, lo studio deirecettori di serotonina sui linfociti e l’analisi psicologica e psichiatricadell’ipnosi profonda.

L’ipnosi come mezzo di indagine clinica

L’ipnosi può essere fondamentale per chiarire la genesi e la dinamicadei sintomi. L’impiego della psicodiagnostica permette l’emersione dicontenuti inconsci e subconsci la cui presa di coscienza può essere utilea fini terapeutici. Il soggetto che è sottoposto ad ipnosi medica rimanedotato del suo libero arbitrio e collabora con l’ipnologo consapevole

che non richiederà un compito inacettabile all’Io.

L’ipnosi amplia la potenzialità della psicodiagnostica estendendo lapossibilità interpretativa dei vissuti emersi. Ciò è fondamentale inquanto la trance non rappresenta solo una metodica di raccolta e didisvelamento di conflitti latenti, ma anche un primo tempo che devenecessariamente essere seguito da una seconda fase di interpretazionee di elaborazione psicodinamica.

L’abreazione

Durante l’ipnosi si possono manifestare reazioni emotive intense chesi manifestano con il pianto, il riso, l’arrossire, il manifestare reazionineurovegetative, il mutare la profondità e la frequenza respiratoria ecc.L’abreazione è una scarica emozionale avente una funzioneterapeutica catartica e cioè di purificazione. Abreazione è unneologismo derivato dal tedesco ab che allude a “lontano da” ereagieren “reagire”. Significa quindi “rivivere liberando una emozione”in un tempo successivo a quando si è prodotta la prima volta. “Catarsi”invece deriva dal greco kathàiro: io pulisco, purifico.

Ipnosi Ericksoniana

Milton H. Erickson (Aurum, 5 dicembre 1901 - Phoenix, 25 marzo1980): psichiatra statunitense che concepisce l’inconscio come ununiverso amico che, se non interferito conduce il soggetto al bene eall’equilibrio psicologico ed esistenziale. Erickson è l’indiscusso padredella moderna ipnosi clinica e della psicoterapia strategica e breve.L’inconscio ericksoniano non è un Sé spirituale, ma una intima sferacoscienziale che salvaguarda l’individuo.

Ipnosi e Ipnosi regressiva evocativa

Non esiste uno spartiacque tra questi due concetti e l’ipnosi diviene“regressiva” quando assume la dinamica della trance. “Trance”, dall a t i n o transire (attraversare, passare) è realmente lo statopsicofisiologico e aggiungo volentieri spirituale che concede all’Io la“transizione” nel Sé.

Nella antica India la pratica del Raja Yoga proveniente dall’ancestralecultura vedica, già conosceva questo fluire del piccolo ego nel maremagnum dell’Uno. Patanjali autore degli Yoga Sutra, vissuto tra il IX e ilIV secolo a.C scrive i dettami di quella che poi ai nostri giorni siidentificherà nella pratica dell’ipnosi regressiva spirituale. Lapratiprasavah del grande filosofo indiano intesa come nascita a ritrosoo riassorbimento al Sé coglie la congiunzione della tradizione indianacon la radice greca di Delfi. Le pratiche degli yogi meditativi si fondonocon le fumigazioni rituali della Pizia che vaticinia il sempre.

Oltre lo spazio/tempo di questa bolla esistenziale nella quale siamorinchiusi esiste un oceano di simboli e di sogni che possiamometaforicamente significare come “vite precedenti”. Non è importanteche l’ipnosi regressiva sia o meno accettata dalla scienza: i grandirisultati terapeutici che la pratica procura giustificano di diritto la suaappartenenza al popoloso mondo della terapia.

Ipnosi evocativa: Evocative Hypnosis (EH)

Gli studi scientifici che stiamo conducendo all'Istituto IRCCS DonGnocchi di Milano hanno prodotto una grande evoluzione nel concettodi ipnosi regressiva.

Sarebbe meglio modificare la dizione di “regressione” in quella di“evocazione” poiché non esiste nulla da un punto di vistaneurofisiologico che indichi una regressione temporale nei soggettistudiati e definiti virtuosi. In essi vengono “evocate” identificazionimultiple non conseguenti a stati dissociativi e psicotici. I soggettistudiati sono “iper sani” da un punto di vista psichiatrico.

Milton H. Erickson si era dedicato nel 1940 allo studio dellepersonalità multiple in ipnosi in soggetti non affetti da disturbidissociativi. Ciò sostiene lo studio dei virtuosi e delle identificazionimultiple che stiamo conducendo all'Istituto Don Gnocchi di Milano.

* : Consciousness and Cognition 24 February 2011. Altered andasymmetric default mode network activity in a “hypnotic virtuoso”: An

fMRI and EEG study.S. Lipari, F. Baglio, L. Griffanti, L. Mendozzi, M. Garegnani, A. Motta, P.Cecconi, L. Pugnetti.The authors gratefully acknowledge Angelo Bona (MD,anaesthesiologist and psychotherapist, member of the AmericanSociety of Clinical Hypnosis and president of A.I.I.Re.), a valuedcollaborator with extensive experience in hypnosis induction.

Un buon approccio all’ipnosiregressiva

Il Gigante Alcioneo

distrusse dodici cocchi da combattimento

con un sol lancio di pietre

e con essi guerrieri e aurighi.

Soltanto Ipnos sollecitato da Atena

lo addormentò.

Si potrebbe dire “chi troppa trance vuole, nessuna trance stringe”.

Partendo da questo lapidario postulato, cerco di chiarire il “comeporsi” nei confronti dell’ipnosi regressiva evocativa.

Vedo pazienti che raggiungono il mio studio da molto lontano ed honotato che esiste una sorta di “legge della fretta”, dipendente dalladistanza che essi percorrono. La spesa, il tempo incidono moltissimosul porsi dei soggetti di fronte alla ipnosi regressiva.

Le domande sono sempre le stesse: “Quante sedute occorrono perraggiungere le mie vite precedenti?”. “Sa... sono di Roma... non cheabbia fretta, ma...”. Il massimo che mi è capitato è stata una paziente diLivorno che, dopo dieci minuti di colloquio iniziale, mi ha confessato diessere delusa perché non si sentiva in trance.

Ancora terribili sono i mariti che non ci credono e cheaccompagnano le mogli speranzose di ottenere immediatamente unrisultato per non litigare al ritorno a casa. “Sa, mio marito è scettico e senon ci riesco subito non mi accompagna più... ed io non mi fido diguidare da sola... per tanti chilometri”. Lui è nel frattempo in salad’attesa, che telefona al mondo parlando a voce altisonante, tossendo,rischiarandosi la voce e girovagando in giardino per fumare una

sigaretta dopo l’altra.

Bene, a queste condizioni non si può procedere con la sufficientecalma per affrontare una terapia seria. Il fast food ipnosi non è nellemie corde e i tachipazienti non ottengono mai alcun risultato.

Consiglio pertanto un approccio sereno e non precipitoso alla terapiaregressiva. Occorrono dei fisiologici tempi di conoscenza, si deve stilareuna diagnosi e impostare una strategia terapeutica. Non sono richiestilunghi tempi morti e già dalla seconda, terza seduta a cadenza mensilesi può iniziare a procedere verso la profondità del fondaledell’inconscio.

Per librarsi in trance occorre prima instaurare un buon rapporto difiducia, per lasciarsi andare e per generare una buona alleanzaterapeutica.

Vi ho anticipato un concetto tibetano a me molto caro: rten abrel otendel.

Mi soffermo su questa keyword della filosofia tibetana che estendeallo spirito il significato di transfert. Il tendel è una connessionekarmica che spiritualmente congiunge due persone e quindi anche ilterapeuta e il paziente. Si tratta di una “sintUnia” che deve allinearedue frequenze d’anima.

Giuseppe Tucci afferma “Nel caso che il tendel mancasse sarebbevano ogni tentativo di comunicazione spirituale". Ciò si riferisce alloyoga ed alla liturgia del mandala, ma anche all’affinità elettivanecessaria per compiere ipnosi regressiva evolutiva. Vorrei svelare chei l tendel non appartiene soltanto al rapporto psicoterapeutico, ma adogni relazione interpersonale ed affettiva. Se avvertite che, in presenzadi un estraneo che vi parla, il vostro cuore tende a chiudersi, nonandate oltre. Ascoltate il vostro cuore che si apre o si chiude come unloto, che sorride o si rattrista, che accoglie o respinge. Affinando lasensibilità del cuore riuscirete a non farvi contaminare da anime chesottraggono l’energia per loro bisogni karmici.

La frequenza non ravvicinata delle sedute svela ancora che l’ipnosiregressiva evolutiva non è una terapia di quantità, ma di qualità.Ricordo una paziente che svolgeva una psicoanalisi con quattro sedutesettimanali da cinque anni con il suo terapeuta. Queste sinceramente

non mi sembrano relazioni terapeutiche serie, ma adozioni conl’implicito sfruttamento economico della credulità popolare. Unaseduta di un’ora al mese è sufficiente, se condotta bene, per ottenereottimi risultati nell’arco di un anno di tempo.

Non ritengo sensato e valido utilizzare CD digitali per praticarel’ipnosi regressiva. La presenza di un valido terapeuta è semprefondamentale per compiere un intervento di profondità, ma anche persalvaguardare il soggetto. Il self-made man non è adatto all’ipnosiregressiva evolutiva ed è sconsigliabile trovarsi di fronte ad un bad tripda soli e senza un sostegno esterno. Molti hanno contribuito adegradare a fini di lucro questa metodica, che è parimenti più efficacema potenzialmente più pericolosa della psicoterapia.

Da ultimo, non consiglio le terapie ipnotiche di gruppo, cheespongono i soggetti a gravi rischi di stare male e di non poter esseregestiti e guidati singolarmente.

In ultima analisi, si tratta di un trattamento serio e profondo e non diun gioco a cui affidarsi senza avere agganciato bene le corda almoschettone di sicurezza.

I Druidi, il rito e l’arpa

Voglio ora parlarti di uno dei mondi che potrai raggiungere tramitel’ipnosi regressiva evocativa.

L’ipnosi elimina il tempo e la tua anima si potrà liberare entrando inun lontano passato che diverrà presente.

Ti parlo dei Celti perché il mio spirito ha conosciuto quelle terremagiche. Chissà il tuo quali mondi conoscerà tramite l’ipnosi regressivaevocativa.

Lo storico latino Cesare, nel De Bello Gallico, riferendosi allepopolazioni celtiche, dice: “Il principale loro insegnamento èl’immortalità dell’anima e la migrazione dopo la morte da un corpoall’altro. Essi inoltre ritengono che il timore della morte ci destimoltissimo dall’apatia e ci spinga ad essere virtuosi" (Cesare, La guerragallica, Rizzoli, Milano, 1999).

I Celti quindi credevano nella reincarnazione, ma non seguivano unaideologia fortemente dogmatica come quella ad esempio dellatradizione Vedica. Nella loro cultura non compare i concetti diespiazione o di punizione, che pervadono al contrario la filosofiacristiana e quella Vedica. Esaltando il piacere di vivere in senso lato,essi sostenevano la tesi che l’uomo abita in un mondo babelico, ove leafflizioni ed i patimenti derivano dall’ignoranza delle leggidell’armonico mondo del Sidh (nome specifico dell’Altro Mondo Celtico,mondo di pace e perfezione).

È facile riconoscere in questo loro pensiero una stretta analogia conil dharma induista e la causalità della legge karmica.

Mi identifico moltissimo nella concezione celtica del mondo e questaloro libertà dal peccato, dall’inferno e dalla punizione divina mi vedepienamente concorde. La vita è ricerca del dharma ed evoluzione

orientata alla Gioia, esente da ogni Geenna eterna e inappellabile.

I Druidi nella società celtica detengono il potere spirituale eintellettuale, presiedono alle ritualità e sono depositari della magia,della medicina e del diritto. Essi divengono sacerdoti al termine di unlungo cammino iniziatico e sono intermediari tra gli dei e gli uomini.Così come per l’India in riferimento alla figura del guru, anche per laterra del Nord, i druidi sono i depositari delle chiavi di lettura del cielo.

Parlando del Druido o “vate medico” si può citare Fingen,leggendario guaritore del re dell’Ulster Conchobar. Di lui si dice: “Tuttivenivano a mostrargli le proprie percosse e le proprie cicatrici, leproprie ferite e le proprie sofferenze: a ciascuno egli diceva la suamalattia e dava un rimedio e, in effetti, accadeva che ciascuno avesse lamalattia detta da lui. Riconosceva il morbo di un uomo giardando ilfumo della sua casa o ascoltando i suoi sospiri (Le Roux F, I Druidi,ECIG, Edizioni Genova, 2000).

Il Druido può consigliare e orientare le decisioni del re, nonsoggiacendo ad alcun potere temporale, a nessun obbligo, ad alcunainterdizione, non appartenendo neppure a se stesso. È egli stesso ascegliere un membro della classe guerriera per fare di lui un sovrano(Markale J., Il druidismo, Mondadori, Milano, 1994). Siede alla destra delre, che lo tratta con deferenza dovendogli riconoscenza per la suastessa corona.

Il termine deriva da Dru, aggettivo francese che significa “folto”,“profondo”, “fitto” e wid, che ha la stessa radice del latino videre,ugualmente “vedere” e “sapere”. Egli è quindi il “profondo veggente”,colui che legge nell’uomo e nella natura le note di un linguaggiouniversale.

Nell’ottavo libro dei Commentari di Cesare si ritrova il terminegutuater, “sacerdote”, come appellativo del Druido. Tale parola ècomposta dall’elemento gutu, letteralmente “voce” e ater, derivantedalla stessa radice del nome pater, cioè “padre”. Egli è il “Padre dellavoce” o il “Padre della Parola”, e ancora “Colui che incanta con la voce”.Il Druido è il responsabile della trasmissione dell’insegnamento sacro etramite la sua capacità profetica attinge dall’aldilà gli eventi della futurarealtà terrena.

La tradizione celtica riconosce al verbo del druido il compito dicondurre l’adepto oltre il guado del mondo reale, per farlo approdare aun’estasi di consapevolezza. Ciò prevede un passaggio iniziatico, unamorte in vita che permetta di varcare la soglia dello spazio-tempo peracquisire la conoscenza dell’Uno. L’iniziato è un defunto rinato,un’anima consapevole dell’universalità del Tutto, in cui ogni unità èsolo illusoriamente separata da Dio. I Celti credevano in una continua eciclica rigenerazione dell’essere e consideravano la vita come un fluidoche veniva travasato da un vaso all’altro. Lo scrittore latino Lucano, nelpoema Farsalia, in riferimento ai Druidi riporta: “Se noi interpretiamobene i vostri canti, la morte non è che una pausa in una lunga vita”(Markale J., op.cit.).

Il viaggio di Bran è una leggenda della tradizione irlandese del VIIsecolo d.C. È un esempio di trance in cui la poetica reincarnativadell’eroe viene indotta da una musica incantatoria. I Celti utilizzavanol’ipnosi come arte di guarigione fisica e spirituale ed ancora perfavorire l’ispirazione artistica e poetica.

La trama del viaggio di Bran racconta che un giorno, durante ilcammino, Bran udì della musica soave, talmente dolce che lo indusse alsonno. Al risveglio, trovò un ramo d’argento davanti a sé. Tornato allasua casa reale, durante la conversazione con alcune persone, apparveuna donna dall’Oltretomba, cantandogli un poema sulle terre in cui eracresciuto il ramo di fiori d’argento.

In questo oltretomba è sempre estate, non c’è necessità di cibo oacqua, e nessuna malattia o disperazione tocca le persone. La donnaesortò Bran a raggiungere la Terra delle Donne oltre il mare, ed ilgiorno successivo Bran raggruppò alcune persone per iniziare ilviaggio. Inconsapevole di compiere una odissea reincarnativa, torneràdopo mille anni, mentre invece per lui il tempo si era fermato.

Ecco il testo della canzone di Bran.

Il figlio di Febal passeggiava lungo il mare

e Bran era il suo nome e il suo sogno puoi sognare

e guardò un ramo al vento,

mosse brezza un fior d’argento

entro i petali riposte note che il mare avea composte.

E Bran tornò al castello mentre il sole tramontava

cantò quella fanciulla della vita che tornava

nella terra della vita ove morte si è sopita

ove gli angeli son vele al vento

ove crescon fiori d’argento.

Dio quante parole sei

God quanti proiettili

Dieu ma quanti nomi hai

Dios figli di rettili.

E Bran sulla sua nave come un alcione salpa

poi il carro di Manannan emerse come l’alba

a lui narrò i germogli che nascono dal mare

d’argento tra le dita son Vita nella Vita.

E Bran sfiorò la terra del riso e dell’amore

e poi tornò in Irlanda pensava in poche ore

mille anni di tempo impiegò il suo bastimento

mille anni durò il viaggio tra l’approdo

e l’ancoraggio.

Dio quante parole sei

God quanti proiettili

Dieu ma quanti nomi hai

Dios figli di rettili.

Nel viaggio di Bran apprendiamo che ogni essere umano possiedeuna missione e una responsabilità da compiere secondo un’otticasociale e collettiva. Per i Celti un umanesimo sacro è il vero fine dellaconvivenza degli uomini. Ogni cavaliere percorre un camminoindividuale alla ricerca del Graal, ma una volta trovato il santo calicedeve porgerlo e condividere l’amore.

I Celti celebravano festività divise in due cicli.

Il primo ciclo si riferisce al viaggio del sole attraverso il cielo ecomprende i due solstizi e i due equinozi. Le feste solari dette ancheAlban sono: Alban Arthan (solstizio d’inverno), Alban Elir (equinozio diprimavera), Alban Héfin (solstizio d’estate) e Alban Elvest (equinoziod’autunno).

Il secondo ciclo è legato all’anno pastorale e agricolo e alle tradizionicontadine, quali il tempo della semina, della fioritura, dellamaturazione e mietitura del raccolto. Queste ultime celebrazioni sonole più importanti: Samain, Belténe, Imbolc e Lughnasad.

Lughnasad celebra le nozze del dio Lug ed è correlata alla mietitura.Lug è il dio Sole, lo splendore, la forza luminosa, l’energia del giornoche nasce dalla Madre Notte. Lug è il dio bianco, brillante ed èequivalente del Mitra persiano, dell’Apollo greco e del Mercurioromano. Lughnasad è una festività propiziatoria per i raccolti e leunioni matrimoniali ed è il momento in cui ogni persona può entrarenel sacro cerchio iniziatico dei Druidi, ricevendone protezione da ogniMale. La festa onorifica del dio Lug è la più nota del calendario celticoed il nome del dio ricorre nei nomi di molte città. Lo si ritrova inLungdunum (“il forte di Lug”), come antica denominazione di Lione.Altri appellativi della divinità erano Lug Lamfada (dalla lunga lancia) eLug Samildanach (conoscitore dei mestieri): era quindi guerriero,artigiano universale, mago e maestro di tutte le arti.

Per molti anni ho partecipato alla Lughnasad con i miei fratelliDruidi nella Foresta di Brocéliande, a Paimpont.

Ho sempre incontrato la musica e la poesia nella ritualità che aprivail cuore. La cornamusa di Christian fendeva il vento e precedeva ilcorteo di anime bianche che, come albatros, entravano nel sacrocerchio di Luce protette dal confine dei menhir. Jean Tosh officiava lacerimonia dell’accoglimento del dio Sole-Lug e dispensava il suofulgore al mondo. Le verdi-azzurre acque del lago accarezzavano lesponde curiose di rivedere i Druidi e la radura diveniva la navata di unacattedrale di querce.

Mamy, mia madre druidessa, la mia vera Madre con il volto, le manied il cuore della mia Dada Bruna e di tutte le Madri che mi hannoamato, mi offriva l’Amore. L’infuso di forza di rosa canina in unaconchiglia di Saint Jacques avrebbe preservato per sempre la miaenergia di cercatore di verità: “Ecco, la forza è in te per sempre, nontemere”.

La musica, i canti, la danza accompagnavano i meravigliosi giornidella celebrazione, che terminava in un convivio di tante personepurificate. L’ultima sera, l’arpa del Druido Myrrdin evocava la vitaleggendaria di Merlino.

Provo una sensazione di profonda commozione quando ascolto lenote d’aria e d’acqua dell’arpa. Anche questo strumento viene dallaluce e dal fuoco Ar, che arde e accende la sacra luce iniziatica. Il cignone ricorda la forma e il biancore purificante.

Nell’antico documento della battaglia di Mag Tured si descrive ilsuono di questo strumento con una bellissima metafora poetica: “ilsussurro del dolce albero di mele”. Tra gli arpisti più riconosciuti dalmito ritroviamo Merlino, che compare nella leggenda del monteKillaraus. Si narra che riuscì, tramite il suono, a smuovere lemastodontiche pietre e a farle danzare. La “danza dei giganti” al levaredella luna, seguendo le note dell’arpa d’oro del mago, raggiunse l’ignaraarmata bretone. Il suono ipnotico dell’arpa compone un mantraspiraliforme che incanta inducendo in trance e in estasi.

Credo che la mia attitudine all’ipnosi, manifestata fin da bambino,derivi dalla musica d’arpa del mio DNA. Quest’arpa spiraliforme evocain me conoscenze antiche, che ho ritrovato nelle ipnosi regressive a cuimi sono sottoposto.

Tutto il sapere è scritto in una memoria akasica segreta che puòriemergere nelle facoltà innate di un bambino.

Sono i miei fratelli Drudi che mi sussurrano le parole di guarigionequando in trance profonda l’anima di un paziente si schiude. Rimangosempre emozionato quando dal cuore la parola vibrata aiuta lo spirito aliberarsi dalle gomene del karma.

Ringrazio l’Uno, che mi ha donato il privilegio di amare per infinitevite nella Vita.

Buone Vite, Angelo Bona

Conclusione

Cara anima amica,dopo aver letto queste pagine penso che tu desideri intraprendere il tuoviaggio di conoscenza di te stessa o di te stesso.

Ti indico il sito dell’AIIRe, che ti fornirà tanto materiale diconoscenza e di ricerca: www.ipnosiregressiva.it.

Ancora, ti indico la mia eBookeria, nella quale potrai reperire i mieitanti viaggi-libri che ti aiuteranno a perdere la concezione del tempo e aconoscere il mondo della ipnosi regressiva: www.angelobona.it.