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Strategia Europeasulla disabilità 2010-2020 pagina 3

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Accessibilità pagina 4

Partecipazione pagina 9

Uguaglianza pagina 16

Occupazione pagina 19

Istruzione e Formazione pagina 22

Protezione Sociale pagina 26

Salute pagina 30

Attuazione pagina 34

con il Patrocinio e l’Adesione di:

Direttore Responsabile: Pierpaolo ZucchettiEditore:

Editrice Europea srl - società unipersonaleVia Lima, 7 - Roma (Parioli) - Fax 06 23329455

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del 23/01/1997

Supplemento al n. 80 della “Guida del Cittadino”

Data prima pubblicazione: Dicembre 2013

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Diritti delle Persone con disabilità

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Strategia europea sulladisabilità 2010-2020

Il 15 novembre 2010 l'Unioneeuropea ha adottato la nuovaStrategia europea per la disabi-lità 2010-2020, una strategiache promuove le pari opportu-nità per le persone con disabili-tà con l'obiettivo di mettereloro in condizione di esercitaretutti i loro diritti e di beneficiaredi una piena partecipazione allasocietà e all'economia europea.I risultati del piano d'azionedell'UE a favore delle personecon disabilità 2003-2010 costi-tuiscono il punto di partenzaper arrivare al quadro piùampio dell'attuazione dellaConvenzione ONU.

Le aree di intervento

Sono state individuate ottoaree di intervento: l'accessibili-tà, la partecipazione, l'ugua-glianza, l'occupazione, l'istru-zione e la formazione, la prote-zione sociale, la salute e le azio-ni esterne.

Accessibilità

Le persone disabili devonoavere accesso ai beni, ai servizie ai dispositivi di assistenza.Inoltre, deve essere assicuratoloro, su una base di uguaglianzacon gli altri, l’accesso ai traspor-ti, alle strutture, alle tecnologiedell’informazione e della comu-nicazione.

Partecipazione

Le persone con disabilità devonopoter esercitare pienamente iloro diritti fondamentali legati allacittadinanza dell'Unione. Questastrategia deve contribuire a:• eliminare gli ostacoli allamobilità delle persone disabili,in qualità di individui, consuma-tori, studenti, attori economicie politici;

• garantire la qualità dell'assi-stenza ospedaliera e dell’acco-glienza in residenze specializza-te, grazie al finanziamento deifondi strutturali;• garantire l’accessibilità di orga-nizzazioni, strutture e servizi,inclusi quelli sportivi e culturali.

Uguaglianza

Occorre attuare una serie dipolitiche attive per promuoverel’uguaglianza a livello europeo enegli Stati membri. La Commissione garantirà inoltrela piena applicazione della legi-slazione europea in materia dilotta contro le discriminazionifondate sulla disabilità e, in par-ticolare, della direttiva 2000/78/CE a favore della parità di tratta-mento in materia di occupazio-ne e di lavoro.

Occupazione

L’azione europea deve permet-tere un aumento del numerodei lavoratori disabili sul merca-to del lavoro aperto, in partico-lare attraverso l’elaborazione dipolitiche attive dell’occupazio-ne e il miglioramento dell’acces-sibilità ai luoghi di lavoro.È necessario inoltre agire in col-laborazione con le parti socialiper favorire la mobilità intrapro-fessionale (anche nei laboratoriprotetti), incoraggiare il lavoroautonomo e migliorare la quali-tà del lavoro.

Istruzionee formazione

Gli allievi e gli studenti disabilidevono disporre di un sistemad’istruzione accessibile e pro-grammi d’istruzione permanen-te. Di conseguenza, la strategiasostiene l’accessibilità dei siste-mi educativi generali, le misuredi accompagnamento indivi-duale e la formazione delle figu-re professionali del sistemaeducativo.

Inoltre, occorre informaremeglio i disabili in merito allepossibilità di formazione e dimobilità, soprattutto nell’ambi-to dell’iniziativa Gioventù inmovimento e della strategiaIstruzione e formazione 2020.

Protezione sociale

I sistemi di protezione socialepossono compensare le dispari-tà di reddito, i rischi di povertàed esclusione sociale ai qualisono esposti i disabili. In questo contesto, è necessa-rio valutare le prestazioni e lasostenibilità dei sistemi di pro-tezione sociale, compresi isistemi pensionistici, i program-mi di alloggio sociale e l’accessoai servizi di base. La strategia incoraggia l’utilizzodei fondi strutturali e l’adozionedi misure nazionali adattate.

Salute

Le persone con disabilità devo-no disporre di un accesso equoai servizi e alle strutture sanita-rie, compresi i centri di salutementale. Per garantire questo principiodi uguaglianza, i servizi devonoavere un prezzo accessibile edessere adeguati alle necessità

specifiche delle persone.Inoltre, particolare attenzioneva dedicata alla salute e allasicurezza dei lavoratori disabili.

Azione esterna

L’UE si impegna a promuovere idiritti delle persone disabili alivello internazionale. Essa agi-sce soprattutto nell’ambitodella politica di allargamento, divicinato e di aiuti allo sviluppo,oltre che in seno a istanze inter-nazionali come il Consigliod’Europa e l’ONU.

Attuazione

La strategia si fonda sull’impe-gno comune delle istituzionidell’UE e degli Stati membri.Le loro azioni comuni puntano a:• sensibilizzare la società sulleproblematiche legate alla disa-bilità e a promuovere i diritti deidisabili;• sviluppare le possibilità difinanziamento europeo;• migliorare la raccolta e il trat-tamento dei dati statistici;• assicurare il monitoraggio del-l’attuazione della convenzionedelle Nazioni Unite negli Statimembri e in seno alle istituzionieuropee.

Strategia Europea

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Forum Europeosulla Disabilità

Il Forum Europeosulla Disabilità(EDF) è un’Organizzazionenon Governativai n d i p e n d e n t e

che rappresenta gli interessi di80 milino di Europei con disabi-lità.EDF è l’unica piattaforma euro-pea messa in piedi da personecon disabilità e dalle loro fami-glie. Il Forum è una piattaformaleader per i diritti dei disabili esi propone per dare voce allepersone con disabilità inEuropa.EDF è stato creato nel 1996 peressere sicuri che le decisioniriguardanti le persone disabilisiano prese “con” e “da” perso-ne disabili.(Fonte: www.edf-feph.org)

Accessibilità al web

Accessibilità al web significa unsito internet o un servizio basa-to sul web (inclusi quelli perapparecchi mobili) che sia faci-le da utilizzare, semplice da tro-vare, essenziale nel funziona-mento e nella interattività, il cuiuso sia sicuro e possa essereutilizzato in modo indipenden-te anche da chi è disabile,garantendo quindi la dignità diuna persona disabile in ogni cir-costanza, inclusi i casi di emer-genza.Questo non esclude l’uso didispositivi di supporto e di

comunicazione alternativa perconsentire l’accessibilità a parti-colari gruppi di persone condisabilità qundo questo sianecessario.(Fonte: www.edf-feph.org)

Accessibilità al web:EDF a Bruxelles

Lo scorso 25 Aprile 2013, ilMovimento Europeo per laDisabilità è stato invitato a par-tecipare alla riunione dellaCommissione ParlamentareEuropea per il mercato internoe la protezione dei consumato-ri. Dal momento che invitare oaccettare personalità esterneda parte della Commissione èun evento del tutto ecceziona-le, EDF ha accolto questo invitocome una buona opportunitàdi portare al ParlamentoEuropeo le opinioni di 80 milio-ni di persone con disabilità sul-l’accessibilità dei siti delle pub-bliche amministrazioni europee.Rappresentato dal suo segreta-rio, Rodolfo Cattani, EDF ha sot-tolineato durante l’assembleache l’accesso ai siti internet èuna pre-condizione necessariaall’accesso all’istruzione, al lavo-ro, alla vita sociale e culturalenon solo per persone con disa-bilità, ma anche per molti altriutenti, comprese le personeanziane. “Più dei 2/3 dei sitipubblici non sono accessibili,ma la realtà è anche peggiore: il92% dei siti che rilasciano servi-zi basici ai cittadini non sonoaccessibili ai disabili.

Si rende quindi necessaria unalegge che permetta agli Europeicon disabilità di raggiungere ildiritto all’informazione nellostesso modo in cui lo raggiungo-no gli altri cittadini”, ha dettoRodolfo Cattani, mettendo l’ac-cento sulla necessità di cambia-menti nella proposta legislativacorrente sull’accessibilità dei sitidella pubblica amministrazione.“L’obiettivo della proposta dilegge è quello di allargarsi inmodo da interessare tutti i sititelematici dei settori pubblici e isiti che offrono servizi destinatialla cittadinanza. La proposta attuale è infatti limi-tata a settori pubblici cui appar-tengono soltanto 12 categorie.Le 12 categorie stabilite sono uncriterio obsoleto dal momentoche il panorama offerto in rete siè notevolmente incrementatodal 2001, quando è stato defini-to il criterio stesso”.

Cosa si può migliorare

Il Movimento europeo per laDisabilità (EDF) crede che sol-tanto una proposta di legge cheallarghi il suo obiettivo e rinfor-zi il meccanismo possa produr-re un reale cambiamento.Il Movimento è convinto chel’obiettivo dell’attuale legislatu-ra sia troppo restrittivo e chel’obbligo di accessibilità debbaessere esteso a tutti i siti diorganismi pubblici che eroganodirettamente servizi al pubbli-co, come scuole, università,biblioteche, servizi di impiego,presidi sanitari e trasporti pub-blici. Inoltre il Movimento euro-peo per la Disabilità (EDF) èconvinto che senza un mecca-nismo di supporto e un efficien-te sistema di monitoraggio checoinvolga le persone con disa-bilità e i rappresentanti delleloro associazioni, la proposta dilegge non riuscirà ad assicurarel’accessibilità dei siti in questio-ne. L’accessibilità al web nondovrebbe focalizzarsi soltantosulle persone disabili, ma anchesui benefici finanziari e sociali ingenerale. Il ruolo del mercato èinfatti anche quello dell’inclu-sione sociale, dell’eguaglianza,non-discriminazione e giustiziasociale. Questo permetterebbeun effettivo cambiamento per80 milioni di cittadini europeicon disabilità.(Fonte: www.edf-feph.org)

Accessibilità al Web

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Accessibilità

Rodolfo Cattani, segretario EDF in Parlamento a Bruxells

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Turismo Accessibile

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Treni bianchi: la disa-bilità sale sull'altavelocità

E la risposta è stata entusiasta:circa 400 persone partecipe-ranno al pellegrinaggio che par-tirà da Milano Porta Garibaldi ein tre ore raggiungerà Anconada dove con i pullman si arrive-rà a Loreto «per molte persone,soprattutto per anziani e disabi-li, fare un viaggio in pullman diquasi otto ore era un ostacoloinsormontabile» sottolinea DeCarli. Alla presentazione ufficia-le del primo pellegrinaggio uffi-ciale di Unitalsi a bordo di Italo,a Roma, accanto ai vertici nazio-nali dell’Unitalsi - il presidentenazionale Salvatore Pagliuca e ilvice Dante D’Elpidio - c'erano ilpresidente di Ntv, AntonelloPerricone, l’arcivescovo diLoreto monsignor GiovanniTonucci e la madrina dell’inizia-tiva, l’atleta paralimpica nonchévolontaria dell’Unitalsi, GiusyVersace. Perricone nel sottoli-neare come il pellegrinaggiodell’Unitalsi sia il “battesimo” delservizio commerciale sulla trattaMilano - Ancona che sarà uffi-cialmente inaugurato a dicem-bre si è detto particolarmenteonorato dell’iniziativa che, «è laprova provata che Italo è untreno per tutti. Siamo felici diquesta unione tra Unitalsi e Ntv- Italo». L’auspicio del presiden-te di Ntv è che quello di giugnopossa diventare «il primo deitanti treni speciali dedicati almondo della solidarietà e del-l’assistenza». Perricone haanche rivelato un retroscenapersonale «La base di Italo è lastazione Ostiense di Roma, ma

per me per molti anni ha volutodire treni bianchi, mia madreper quarant’anni è stata unadama dell’Unitalsi e la possibilitàoggi di agevolare i pellegrini e imalati che vogliono visitareLoreto è una cosa che ci famolto piacere».(Fonte: www.vita.it)

Turismo Accessibile

Il turismo accessibile nasce dal-l’esigenza di mettere ogni per-sona con i suoi bisogni al cen-tro del sistema turistico.Il turismo accessibile è in uncerto senso l’espressione piùalta di questo obiettivo che èprima di tutto un obiettivo diciviltà, che rappresenta ancheun’indubbia attrattiva modernae attuale, che può riportare inalto l’immagine del turismo ita-liano nel mondo. L’accessibilità,ovvero sia l’assenza di barrierearchitettoniche, culturali e sen-soriali, è la condizione fonda-mentale per consentire la pienafruizione del patrimonio turisti-co italiano.Questa fruibilità dovrebbe esse-re estesa al sistema complessivodei trasporti, intermodalità,medio e lungo raggio, su ruota,rotaia e anche ai sistemi del tra-sporto locale. Quando si parladi una destinazione turistica, sifa riferimento al sistema turisticolocale, insomma al sistema deiservizi e dell’offerta come peresempio alla ristorazione, allabalneazione, alla culturaall’enogastronomia, ma ancheall’accessibilità urbana e alladisponibilità di informazioni indiversi formati. Parlare di turismo accessibilesignifica prima di tutto parlare diun turismo attento alle esigenze

di tutti. Essere attenti ai bisognidi tutti significa saper dare dellerisposte concrete ai bisogni deibambini, degli anziani, dellemamme che spingono le carroz-zine, delle persone con disabili-tà che si muovono lentamente,che non vedono e non sento-no, che hanno allergie o diffi-coltà di tipo alimentare, comele persone affette da celiachia.Questa cosa presuppone unaqualità dell’offerta turisticamolto elevata, che si rivolge amilioni di persone. Affrontareun discorso sul turismo accessi-bile, significa saper coniugare leragioni dell’impresa turistica conla capacità di rispondere a unadomanda di ospitalità che deveavere come requisiti fondanti,una diffusa qualità per quel cheriguarda l’accoglienza, il dialogoe le conoscenze tecniche. Ilconcetto di turismo accessibilenon si può ridurre alla sola disa-bilità delle persone, dando unaimmagine di esso, puramentemedico-ospedaliera, perché inquesto modo si restringe in

ambiti ristretti un problema cheè molto più complesso e artico-lato. In sintesi, turismo accessi-bile significa stesso prezzo, stes-sa località e più turisti. Stiamoparlando del concetto di acco-glienza in tutta la sua accezione,che deve essere la struttura por-tante del concetto stesso diaccoglienza legata all’offertaturistica e non solo per quel checoncerne le barriere architetto-niche e percettive, che fannoparte di un discorso più ampioe complesso.(Fonte: www.diversamenteagibile.it)

Spiaggia LiberAtutti

Il Bagno Giulia n°85 di Riccioneè la prima “SpiaggialiberAtutti”,un progetto pilota nell’ambitodell’accessibilità delle strutturebalneari: un’opportunità di ade-guamento degli stabilimentiverso un’offerta di qualità, dovespiaggia e mare siano sinonimidi turismo ecosostenibile edaccessibile. Il progetto coniugala sostenibilità ambientale e la

Accessibilità

MORACLAUDIO

& C. snc

ISTITUTOSALESIANO

S. BENEDETTOGE.CO. srlMO.TECO srl

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Turismo Accessibile

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sostenibilità sociale, privilegian-do l’uso di materiali eco-com-patibili, fonti energetiche alter-native e la creazione di unambiente che sostiene la condi-visione di strutture e spazi,senza “ghettizzare” persone edesigenze. La nuova “SpiaggiaLiberAtutti” ha inaugurato unpercorso di modernizzazionedelle strutture ricettive balnearinell’ottica di un turismo euro-peo, sia sostenibile che accessi-bile, attento al contenimentodegli impatti ambientali (soste-nibilità ambientale) quantoall’abbattimento delle barrierearchitettoniche (sostenibilitàsociale). Infatti, gli interventi edopere sono stati attuati pergarantire un’ampia accessibilitàa 360° a tutti i servizi dello sta-bilimento dando opportunegaranzie e supporti ai diversabi-li per le attività di balneazione. Ogni diversamente abile saràlibero di poter scegliere il pro-prio stabilimento balneare valu-tando la qualità dei servizi offer-ti senza dover dipendere, comeoggi accade, dalla necessariaquanto vincolante assistenza diuna persona. (Fonte: www.diversamenteagibile.it)Diversamente Agibile

Il progetto “DiversamenteAgibile” nasce dalla mente diMaximiliano Ulivieri, 39 anni eaffetto da distrofia muscolarefin da piccolo. L’idea parte dal presuppostoche nessuno meglio di chi neusufruisce può recensire un ser-vizio. Nei suoi viaggi è capitatodi ricercare sul web struttureaccessibili ai disabili, comehotel per il pernottamento,oppure informazioni sui luoghidella città da visitare che nonabbiano barriere architettoni-che, musei, attrazioni turistiche,bar e ristoranti, tutto ciò che unnormale turista deve sapereprima del viaggio. Le informazioni in internet cisono ma spesso risultanodispersive e alcune volte fuor-vianti e non sempre corrette. Ladispersione dipende dal fattoche non c’è un “luogo” comune

in rete dove recuperare certeinformazioni, ci sono blog diragazzi disabili che raccontanoil suo viaggio, come il suo per-sonale, oppure nei siti specializ-zati in hotel e turismo dove alsuo interno puoi fare una ricer-ca specifica per portatori dihandicap. Tutte queste informazioni tutta-via sono solo degli spazi, nonun contesto organizzato, com-petente e ottimizzato soltantoal tipo di servizio. In più spessole informazioni non sono benprecise e povere di foto dimo-strative dell’agibilità sicura diuna struttura. Non raramente capita di legge-re “accessibile a disabile” edopo breve conversazionetelefonica rendersi conto checosì non era. L’accessibilità poirichiede molte cose e capitache siano soggettive, non sem-pre una struttura che va bene aun disabile può andar bene aun altro, ma soprattutto ilmiglior giudizio che si può ricer-care in questi casi è proprioquello del disabile stesso, checertamente ha una capacità dianalisi superiore, essendonel’utilizzatore. Questo vale anche per i percor-si della città, per i mezzi di tra-sporto ecc. Ecco l’idea di realizzare unsito/blog in cui raccogliere tuttele esperienze di persone disabi-li, con reportage scritti, fotogra-fici e filmati dei loro viaggi, inmodo da fornire informazioniutili ad altri disabili che voglionofrequentare la stessa città. Cosìfacendo si potrà aiutare a capi-re se l’accessibilità dei luoghi odelle strutture “recensite” puòandar bene per la propria disa-bilità oppure necessita di mag-giori informazioni. (Fonte: www.diversamenteagibile.it)

Dare voce al Web

Una delle sfide che la societàdell’informazione lancia allepubbliche amministrazioni èquella legata ai temi dell’acces-sibilità del Web. L’art. 2 dellacosiddetta legge Stanca, che èla legge n. 4 del 9 gennaio 2004“Disposizioni per favorire l’ac-cesso dei soggetti disabili aglistrumenti informatici”, definisce

l’accessibilità come la “capacitàdei sistemi informatici, nelleforme e nei limiti consentitidalle conoscenze tecnologiche,di erogare servizi e fornire infor-mazioni fruibili, senza discrimi-nazioni, anche da parte di colo-ro che a causa di disabilitànecessitano di tecnologie assi-stive o configurazioni particola-ri”. Questa legge - che prendein considerazione in generalel’accessibilità per tutti gli utenti,inclusi gli utenti affetti da disabi-lità di qualche tipo e gravità, atutti i prodotti e tutte le tecno-logie informatiche - per quantoriguarda il Web in particolareconclude un percorso che lalegislazione italiana cominciònel 2001, con la circolare delMinistro della FunzionePubblica del 13 marzo 20012 econ la circolare Aipa del 6 set-tembre 2001.Queste circolari riprendevano aloro volta le linee guida per l’ac-cessibilità dei contenuti webintrodotte sul piano internazio-nale nel 1999 dal W3C. Alla legge Stanca seguirà unregolamento tecnico di attua-zione, che spiegherà meglio i

requisiti tecnici6 richiesti ai sitidelle pubbliche amministrazio-ni. A questo regolamento attua-tivo sta lavorando una segrete-ria tecnico-scientifica coordina-ta dal Centro nazionale per l’in-formatica nella pubblica ammi-nistrazione (Cnipa), di cui fannoparte anche la Regione Emilia-Romagna e il Comune diModena. Questo lavoro inserisce nellariflessione generale sull’accessi-bilità delle tecnologie informati-che da parte del Cnipa e della

Accessibilità

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Turismo Accessibile

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Regione Emilia-Romagna uncontributo specifico sull’acces-sibilità web per persone affetteda disabilità acustiche gravi.Senza nulla togliere alle lineeguida del W3C e alla legislazio-ne italiana che vi fa riferimento,riteniamo infatti che rivolgersi autenti con disabilità acustichegravi richieda, perlomeno nelcaso di certi siti web e certicontenuti, un ulteriore lavorospecifico che dovrebbe andarenella direzione di un autentico“bilinguismo”.Questo studio si divide in trecapitoli. Nel capitolo 1 sonoanalizzati lo stato attuale deglistudi su linguaggio e sordità, ledifficoltà che le persone affetteda disabilità acustiche gravihanno a leggere e scrivere la lin-gua italiana e i principali metodie strumenti sviluppati per scri-vere testi di facile comprensibi-lità in lingua italiana.Il capitolo 2 affronta i problemidi accessibilità e usabilità ingenerale dei prodotti informati-ci e in particolare dei siti webcon particolare attenzione aiproblemi dei non udenti.Il capitolo 3 propone alcunelinee guida per la progettazio-ne, redazione e revisione ditesti web destinati a soggettiaudiolesi gravi.

Village for all

Village for all è una organizza-zione no profit a caratterenazionale che ha come obietti-

vo l’inclusione turistica e losport di tutti; con le sue infor-mazioni intende soddisfare ibisogni di tutti: famiglie conbambini piccoli in passeggino,donne in gravidanza, anziani,disabili e persone che voglionoconsumare una vacanza etica,un turismo accessibile.L’Associazione visita tutti i villag-gi e campeggi con propri esper-ti per raccogliere dati oggettivi(misure, larghezze, dotazionedei servizi), è impegnata nellaformazione al personale eaffianca gli uffici tecnici per unaassistenza alla progettazionemirata alla realizzazione diun’accessibilità trasparente.Village for all è un network di vil-laggi e campeggi accessibili allepersone disabili e ad oggi viaderiscono 25 strutture dissemi-nate in tutta l’Italia turistica checonta; tutte le informazionisono consultabili sul sitowww.villageforall.net Village for all è patrocinato da:Ministero del Turismo; l’ENIT -Agenzia Nazionale del Turismo;FAITA - Federazione delleAssociazioni Italiane dei com-plessi turistico ricettivi all’AriaAperta, FISH - FederazioneItaliana Superamento Handicap,SiPuò -Laboratorio NazionaleTurismo Accessibile®(Fonte: www.diversamenteagibile.it)

Salento per tutti

Offrire ai i turisti, nessuno escluso,le stesse opportunità. È questa la

filosofia ispiratrice del progettoSalento per tutti, un nuova sezio-ne tematica del progetto di pro-mozione turistica “Città aperte”con cui l’Azienda di PromozioneTuristica di Lecce e l’Assessoratoal Mediterraneo, Cultura eTurismo della Regione Pugliahanno inteso rispondere alle esi-genze di quanti - bambini, giova-ni, adulti - non hanno sufficienteautonomia per assaporare tutti ipiccoli e grandi piaceri di unavacanza. Certo, ci vuole moltoaltro per rimediare agli errori (eorrori) di miopia culturale delpassato perché, si sa, tutto nellecittà italiane - dagli alberghi agliaccessi al mare, dai bar ai risto-ranti ai bagni pubblici - è struttu-rato per marcare differenze,allungare distanze… in una paro-la, è costruito sulla separatezza.Ma chi è nel Salento in vacanza o,più semplicemente, vi arriva peruna visita fugace, oggi potrà con-tare su una rete di servizi miratiche gli permetterà di accedere

agevolmente alle strutture bal-neari private e, con pari assisten-za, di prendere il sole nelle spiag-ge cosiddette libere.Mare e fondali non saranno piùoff limits ai turisti non vedenti, peri quali sono previsti immersionisubacquee e corsi anche per ibambini; alcuni sentieri dei parchie delle riserve naturali sono statiselezionati per agevolarne la frui-zione da parte dei disabili moto-ri; mentre - grazie a tour in barca- le persone fisicamente nonautosufficienti potranno ammira-re le zone più suggestive dellacosta salentina. Non solo. I bellis-simi centri storici di alcune cittàd’arte - Lecce e Galatina per ini-ziare - non avranno segreti: con lacarrozzina ci si potrà addentraretra vicoli e chiese, cattedrali ecastelli grazie a tour guidati e gra-tuiti, opportunamente seleziona-ti, che prevedono anche momen-ti di ristoro e shopping.(Fonte: www.diversamenteagibile.it)

Accessibilità

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Turismo Accessibile

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Accessibilità

Gondole senza barriere,Venezia accessibile è più vicina

Venezia la bella, Venezia l’unica,Venezia la magica. Quando sipotrà finalmente dire ancheVenezia l’accessibile? E’ una domanda provocatoria,la nostra, ben sapendo che laperla della laguna è un crocic-chio di ponti, e per questo,volenti o nolenti, una sorta diemblema stesso delle barrierearchitettoniche urbane. Del2004 è l’adozione del PEBA diVenezia, ma tanto è il lavoroancora da fare. E lei, la bella per eccellenza,meta tra le più gettonate daituristi di tutto il mondo, nonpuò arrendersi al fatto di nonpoter essere visitata da chiabbia disabilità di tipo motorio.E si tratta di un gran numero dipersone, per le quali la visita diquesta città rimane ancoraun’utopia. Ora, un progetto perrendere l’imbarco alle gondoleaccessibile alle persone condisabilità motoria vuole ribaltarela situazione e buttare giù unbel po’ di barriere. Ne parliamocon l’ideatore, il gondoliereAlessandro Dalla Pietà,dell’Associazione TraghettoFerrovia. Alessandro, tu gestisci, con altricolleghi, lo stazio (il punto diattracco e stazionamento) digondole di Piazzale Roma,porta d’ingresso a Venezia daparte di chi vi giunga via terra.Vedi quindi arrivare un grannumero di turisti e visitatori.

Perché questa idea rivolta allepersone con disabilità motoria?L’l'idea di “Gondole senza bar-riere” è nata dalla consapevo-lezza di essere particolarissimiartigiani, e dalla voglia di condi-videre con altri questo piacere. In vent'anni di esperienza sonostato decine di volte testimonedello sguardo frustrato di per-sone in sedia a rotelle, a cuiveniva negato il piacere di salirein gondola in sicurezza. Abbiamo deciso quindi di svi-luppare questo progetto per-ché Venezia viene visitata ognianno da persone disabili, emolti si aspettano servizi ade-guati e una città per tutti. Vorremmo inoltre lanciare unmessaggio di speranza, e incen-tivare tutti gli operatori turisticia migliorare le proprie strutturee renderle accessibili, contri-buendo a creare una culturadell’accoglienza aperta. E non solo Venezia accessibileper i turisti, ma anche per glistessi veneziani: in città ci sonomolti disabili residenti, si stimatra i mille e i duemila. A Venezia, quanto al turismoaccessibile, c’è tantissimo dafare. Al di là dell’assistenza“base”, il disabile cerca la possi-bilità di acquistare dei serviziidonei alle proprie esigenze, egli operatori turistici di tutti irami dovrebbero adeguarsi perdare un segnale di consapevolee maggiore civiltà. Ricordoancora una volta che, numeri inmano, in tutta Europa ladomanda di turiamo accessibileè molto alta. E le ricadute economiche sonoevidenti: se si considera che lapersona disabile viaggia accom-pagnata mediamente da duepersone, ci rendiamo contodell’indotto che una attenzionea questo aspetto del turismopotrebbe portare all’interacittà. (Fonte: www.disabili.com)

“Dateci l'accesso al turismo”

L'apertura dell'aeroporto diComiso - Ragusa il 30 maggioscorso, potrebbe aprire nuoviscenari anche in seno al turismoaccessibile.

In Italia è stata istituita laCommissione "per la promozio-ne e il sostegno del TurismoAccessibile", nata dall'esigenzadi mettere ogni persona con isuoi bisogni al centro del siste-ma turistico.Il turismo accessibile è la massi-ma espressione di questoobiettivo di civiltà e rappresen-ta anche una indubbia attrattiva- moderna e attuale - per ripor-tare in alto l'immagine del turi-smo italiano nel mondo. Per questo motivo l'Italia ha svi-luppato la Carta dei diritti delturista. L'accessibilità, ossia l'assenza dibarriere architettoniche, cultu-rali e sensoriali, è la condizioneindispensabile per consentire lafruizione del patrimonio turisti-co italiano. Il principio che l'azione dellaCommissione promuove è sem-plice e chiarissimo: l'individuonella sua totalità, con i suoibisogni, è un cittadino ed uncliente che ha diritto a fruiredell'offerta turistica in modocompleto e in autonomia, rice-vendo servizi adeguati a commi-surati a ciò che paga. In tale direzione, già mesiaddietro, l'associazione Movisha fatto richiesta alla Soaco perun front office all'aeroporto. L'idea è quella di stilare un elen-co dettagliato degli esercizicommerciali, in particolar modoquelli strettamente dedicati alturismo (alberghi, ristoranti, bar,discoteche), senza lasciare fuoriboutique e negozi vari, insiemeai luoghi di interesse culturale

(chiese, musei, riserve naturali),non tralasciando spiagge e sta-bilimenti balneari, che sonoaccessibili ai disabili.Una operazione che potrebbeprevedere l'inserimento, suc-cessivamente, di questo detta-gliato elenco in opuscoli carta-cei e nei network che si occu-pano di turismo per disabili."Questo - spiega il direttivo diMovis - sia per sfruttare almeglio le opportunità turisticheche l'apertura dell'aeroporto diComiso sta per regalare allanostra provincia, sia per mostra-re il nostro grado di civiltà e diaccoglienza al resto del mondo. Sono, infatti, sempre più nume-rose le località turistiche, italia-ne ed estere, che si occupanodi Turismo Accessibile, offrendodettagliati itinerari turisticiattenti alle esigenze delle per-sone disabili, che vengono inse-riti nei siti internet istituzionali epubblicizzati in quelli che sioccupano di disabilità. In Sicilia, come è già stato fattonotare da altre associazioni -ammonisce il Movis - né laRegione né i singoli comunihanno riguardo per questa fac-cenda, inibendo così eventualituristi che anziché andare all'av-ventura preferiscono averequante maggiori informazioni suquello che troveranno, per evi-tare che le aspettative di unapiacevole vacanza si trasformi-no in un incubo".(www.laboratoriosipuo.net)

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Campagnaeuropeasulla libertàdi movimento

I trattati europei garantisconoalcuni diritti fondamentali:- Libertà di movimento dellepersone (tutti i cittadini di unostato membro europeo ha ildiritto di muoversi, lavorare,studiare e vivere in un altropaese membro)- Libera movimentazione dellemerci (le merci prodotte in unostato membro europeo posso-no essere vendute in un altrostato membro a certe condizio-ni- Libera fruizione dei servizi(tutti i cittadini hanno il dirittodi dare e ricevere servizi in unaltro stato membro.Nonostante questo, le personecon disabilità non possono usu-fruire pienamente della lorolibertà di movimento ed hannodifficoltà ad accedere ai canalidi distribuzione delle merci edei servizi, alle stesse condizio-ni di un altro cittadino europeo.Le persone disabili non hannole stesse opportunità delle per-sone non disabili: essi infattiincontrano barriere nello stu-dio, nel cercare un lavoro, nelviaggiare, nel ricevere merci oservizi o semplicemente nell’ac-cedere alle informazioni.(Fonte: www.edf-feph.org)

Detrazione per lespese di eliminazionedelle barriere architettoniche

E' possibile fruire della detrazio-ne Irpef del 36% sulle spese diristrutturazione edilizia (50%per quelle effettuate nel perio-do 26 giugno 2012 - 30 giugno2013). Rientrano tra queste spesequelle sostenute per l’elimina-zione delle barriere architetto-niche, riguardanti, ad esempio,ascensori e montacarichi, eleva-tori esterni all’abitazione e lespese effettuate per la realizza-zione di strumenti che, attraver-so la comunicazione, la roboti-ca e ogni altro mezzo tecnolo-gico, favoriscono la mobilitàinterna ed esterna delle perso-ne portatrici di handicap grave(articolo 3, comma 3, L.104/1992). La detrazione per l’eliminazionedelle barriere architettonichenon può essere fruita contem-poraneamente alla detrazionedel 19% a titolo di spese sanita-rie riguardanti i mezzi necessarial sollevamento del disabile. La detrazione del 19%, pertan-to, spetta soltanto sulla even-tuale parte di spesa eccedentela quota già agevolata con ladetrazione del 36% (o del50%).Per le prestazioni di servizi rela-tive all’appalto di questi lavori,è inoltre applicabile l’aliquotaIva agevolata del 4%, anzichéquella ordinaria del 21%.“L’obiettivo della proposta dilegge è quello di allargarsi inmodo da interessare tutti i sititelematici dei settori pubblici ei siti che offrono servizi destina-ti alla cittadinanza. La proposta attuale è infatti limi-tata a settori pubblici cui appar-tengono soltanto 12 categorie.Le 12 categorie stabilite sonoun criterio obsoleto dalmomento che il panoramaofferto in rete si è notevolmen-te incrementato dal 2001,quando è stato definito il crite-rio stesso”.(www.agenziaentrate.gov.it)

Disabile? Anch'io faccio sport estremo!

L’Associazione sportiva dilettan-tistica Free White Ski Team insie-me a FIAT organizzano giornatedi sport per far vivere alle per-sone con disabilità fisico-moto-ria l'esperienza della montagnasenza barriere. Da 17 anni il programmaAutonomy di Fiat realizza solu-zioni tecniche per chi ha ridot-te capacità motorie, in mododa permettergli di utilizzarequalunque modello di vettura oveicolo commerciale (Fiat,Lancia, Alfa Romeo, Abarth,Jeep e Fiat Professional).Il programma, lanciato in Italia esuccessivamente esteso alBrasile, opera attraverso 21Centri di Mobilità, gestiti in col-laborazione con associazioni

locali e centri di riabilitazionemotoria, autorità sanitarie e conla Motorizzazione Civile. I centri offrono una vastagamma di servizi, dalla consu-lenza e supporto per affrontarel’iter burocratico, legale e tecni-co alla prevalutazione dell’ido-neità al conseguimento dellapatente speciale, alle prove sustrada e alle pratiche per il rin-novamento della patente perdiversamente abili. I centri offrono, inoltre, simula-tori di guida per la misurazionedelle capacità residue e vetturemulti-allestite per prove dinami-che.Autonomy, inoltre, organizzaannualmente eventi destinatialla promozione dello sport perdare a tutti, e non solo ai cam-pioni, la possibilità di soddisfarela propria passione sportiva.Per info: www.freewhite.eu(fonte: www.fiatspace.com)

Libertà di movimento

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Partecipazione

Montagne Olimpiche e Paralimpiche OFF ROAD - 19/22 settembre 2012 La Freedom Guide,disponibile sul sito EDF

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Un montascale, ausilio indispensabile alla libertà di movimento

Libertà di movimento

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Diritto alla libertàdi movimento:i montascale

Una barriera architettonica è unimpedimento agli spostamentidi una persona, anziana o disa-bile, dovuto al posizionamentoo alla tipologia di elementicostruiti dall'uomo. Le barrierearchitettoniche sono quindiqualcosa di strettamente legatoal concetto di libertà di muo-versi, un aspetto fondamentaleper la valutazione della qualitàdi vita di chiunque. Negli ultimianni la legislazione nazionaleed europea è stata pian pianomigliorata fino a rendere obbli-gatorio l'adeguamento per unaserie di enti pubblici e privati aquesti principi di libertà dimovimento. Uno degli strumentipiù spesso utilizzati per l'abbat-timento delle barriere architet-toniche è l'installazione diminiascensori o montascale (oservoscala), impianti per il solle-vamento di persone impossibili-

tate a salire autonomamente lescale o a superare ostacoli.I montascale devono risponde-re a specifiche normative sia perquanto riguarda gli aspetti edili-zi (normativa per il superamen-to delle barriere architettoni-che) sia per gli aspetti di pro-dotto (norme UNI).Queste indicazioni normativesono presenti in Italia da moltianni, proprio in corrispondenzaalla comparsa sul mercato deiprimi prodotti e ausili dedicatiall'abbattimento delle barriere.La prima norma UNI in materia èinfatti del 1991, sostituita nel2009 da una norma più recen-te. La UNI EN 81-40:2009, ver-sione ufficiale in lingua inglesedella norma europea EN 81-40,specifica i requisiti di sicurezzaper la costruzione, fabbricazio-ne, installazione, manutenzionee lo smontaggio di servoscalaelettrici fissati alla struttura di unedificio.Nella legislazione italiana il rife-rimento normativo per gli aspet-ti edilizi dei montascale è con-

tenuto nel DM 236/89,"Prescrizioni tecniche necessa-rie a garantire l'accessibilità,l'adattabilità e la visitabilità degliedifici privati e di edilizia resi-denziale pubblica sovvenziona-ta e agevolata, ai fini del supera-mento e dell'eliminazione dellebarriere architettoniche". Il testo del Decreto Tecnico èstrutturato in due parti: alcuniarticoli più generali in cui ven-gono evidenziati i criteri pro-gettuali e altri articoli che con-tengono le specifiche tecniche.L'ordinamento italiano regola-menta poi anche quelle chesono le "Disposizioni per favori-re il superamento e l'eliminazio-ne delle barriere architettoni-che negli edifici privati", Legge 9gennaio 1989, n. 13, che racco-glie le categorie che hannodiritto e le modalità per richie-dere i contributi per l'installa-zione di montascale o servosca-la nell'ottica di superamentodella barriere.Tali norme valgono per la pro-gettazione ed installazione diogni tipo di montascale, deltipo con poltroncina per perso-na seduta, con piattaforma perpersona in piedi o con piatta-forma per il trasporto di carroz-zine. Categoria a parte è poicostituita dai montascale mobi-li, ovvero privi di installazionefissa, che possono essere tra-sportati ed usati in particolareper il superamento di gradini odislivelli.I montascale si confermanoquindi un indispensabile ausilioper garantire a tutti una pienalibertà di movimento.(Fonte: www.disabili.com)

Centri di mobilitàFIAT Autonomy

Sono strutture che offrono atutti i clienti disabili un aiutoconcreto per risolvere i proble-mi relativi alla guida di una vet-tura adattata alle proprie capa-cità. In ogni Centro il clientepuò testare le proprie capacitàmotorie residue tramite specialisimulatori, prendere confidenza

con i veicoli modificati e chie-dere il parere di medici e fisio-terapisti e degli operatori deicentri stessi.I Centri di Mobilità realizzati daFiat Group Automobiles voglio-no garantire a tutti, concreta-mente e gratuitamente, la possi-bilità di testare e migliorare laqualità del proprio movimento.I clienti disabili hanno a propriadisposizione simulatori di guidaper valutare con precisione lapropria capacità motoria resi-dua e vetture modificate perprovare la guida per la primavolta o per testare nuovi adatta-menti rispetto a quelli già pos-seduti.Frequentando un Centro diMobilità il disabile può ottenereun attestato che può facilitare ilcompito di valutazione dellaCommissione medica localedurante la visita d'idoneità. Ilsimulatore di guida è una sofisti-cata strumentazione elettronicache valuta le capacità motorie,visive e cognitive della personadisabile e gli consente di pren-dere confidenza con le appa-recchiature che utilizzerà sullavettura.I simulatori sono disponibili perle persone con disabilità sia agliarti inferiori che agli arti supe-riori.Per maggiori informazioni rivol-gersi a: Ufficio AutonomyTel. 011 0037456(Fonte: www.fiatautonomy.com)

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Dalla carrozzina alla barca… E le scogliere nonsono più uno “scoglio”

Il Salento, si sa, è caratterizzatodalla bellezza della costa, laquale, soprattutto nel versanteAdriatico, si contraddistingueper la presenza di scogliere egrotte dai colori vivi e dalle geo-metrie fantasiose. Il problema, anche questo lo sisa, è nell’accessibilità. Alcunioperatori lo hanno superatoattrezzando barche e postazio-ni di partenza delle stesse, inmodo che le persone con disa-bilità motorie possano, per ungiorno, ritagliarsi la possibilità divivere l’ebbrezza di navigarelungo i bellissimi tratti di costasalentini. Le Leghe Navali, in particolarequelle di Otranto e San Foca,attente alla tematica delle disa-bilità, hanno organizzato delleiniziative accessibili ai disabilimotori e si stanno attrezzandoin tal senso. Inoltre, è possibileeffettuare tour della Costa apagamento con la barca Mistralaccessibile ai disabili motori.Partenze giornaliere da Otrantoper Santa Cesarea, Castro,Leuca. Durante il tragitto è pre-visto il pranzo a bordo. Sono anche previste sostebagni e visita alle grotte cheperò spesso non sono accessi-bili ai disabili. Info: Società Onda Blu(+39) 329 3137519 (+39) 329 8070991(+39) 327 3640652(Fonte: www.viaggiareinpuglia.it)

Albatros ProgettoPaolo Pinto

L’Associazione “Albatros pro-getto Paolo Pinto” nasce percommemorare le gesta dell'av-vocato barese Paolo Pinto, stra-ordinario campione mondiale dinuoto di gran fondo, autore diepiche traversate. Gli scopi principali dell'associa-zione sono sociali, morali, spor-tivi, ludici e ricreativi finalizzatiprincipalmente al miglioramen-to della vita di non vedenti eipovedenti nonché alla lorointegrazione sociale. In quest'ottica l'incontro conl'istruttore subacqueo ManricoVolpi e le reciproche affinità diintenti in questo campo hannopermesso di ideare, svilupparee mettere a punto il progetto dielaborazione di una nuovissimametodologia didattica per l'in-segnamento dell'immersionesubacquea ai non vedenti. Oggi questa metodica può van-tare un periodo di applicazioneormai consolidato - con tantodi standard, supporti didattici,manualistica pubblicata e diver-si corsi già effettuati a Bari,Gallipoli, Pulsano, Venezia, nelpieno successo di tutti i parteci-panti, comprese immersioniparticolari, come quelle sotto ighiacci, ecc. – che ne ha messoin luce tutta l’efficacia. La novitàradicale di questa metodologia,rispetto alla quale tutte le altreappaiono rimaste ferme ai pio-nieristici primordi di svariati annifa (come testimoniano gli stessiprotagonisti non vedenti) consi-ste essenzialmente in un'impo-stazione rivoluzionaria che -con un'adeguata formazionedel corpo docente - riesce asoddisfare in ogni fase un prin-cipio di “autonomia consapevo-le” del non vedente e, al con-tempo, di autentica “conoscen-za ambientale” da parte sua. In pratica, l'ottenimento tangibi-le dell'obiettivo di considerareil non vedente non più solo tra-sportabile passivamente sott'ac-qua, bensì protagonista assolu-to di sé stesso in immersione,con l'apporto del suo accom-pagnatore limitato al solo ruoloche il cane-guida ha nella vita ditutti i giorni. In sintesi non piùun disabile bensì un subacqueoa tutti gli effetti, che può effet-

tuare turismo subacqueo edimmergersi in ogni mare delmondo.Si tratta di un approccio e unafilosofia estendibili a livellointernazionale, come lo sono leproblematiche della disabilità,che non conoscono confini e siassomigliano sotto qualsiasi lati-tudine, al pari delle opportunitàche offrono. Tra cui quella di un contenutodallo straordinario potere for-mativo dal punto di vista psico-pedagogico, anche per l'aggior-namento di un qualunque ope-ratore didattico, perfino nel suocomune lavoro coi sub normo-dotati. Oggi a sancire tutto questo arri-va il prestigioso riconoscimentodella Cmas, ottenuto daAlbatros come ideale sigillo diqualità e innovazione. InoltreAlbatros ha siglato un protocol-lo d'intesa con Federparchifinalizzato a rendere semprepiù accessibili per i non vedentile aree protette. (Fonte: www.albatros-scuba-blindinternational.it)

Giochi fai-da-te perbambini disabili

L'altalena di Francesca ha unsostegno che le sorregge schie-na e testa: l'ha costruita suononno modificando un normaleseggiolino per adattarlo alla suacrescita. Il deambulatore di Leonardo èuna Ferrari dal design innovati-vo, mentre la moto senza peda-li, che i genitori hanno realizza-to per Alberto, è superaccesso-riata con sirene, clacson, fanalie chiavi. Sono tante le famiglieche hanno modificato o imma-ginato e poi costruito i giochiper i propri bambini, correg-gendoli in base al tipo di disabi-

lità oltre che a esigenze indivi-duali in continuo cambiamento.Pensandoli anche capaci di alle-nare, riabilitare e valorizzare lecompetenze. Per loro c'è ora la possibilità dicondividere successi e difficoltàgrazie all'associazione ''Giocoanch'io'', che ha sede aVillafranca di Verona e che hamesso in rete un "catalogo" digiochi fai-da-te. Una possibilitàdi condivisione importante pergenitori, ma anche per terapisti,che offre stimoli e suggerimentipratici. "Il gioco - spiega la pre-sidente Fosca Franzosi, fisiote-rapista neurologica da 33 anni -è uno strumento di terapia ed èl'unica via d'accesso al mondodel bambino". Da questa convinzione è natonel 2004 un gruppo di studio,formato da fisioterapisti, opera-tori di assistenza scolastica, psi-copedagogisti, fisiatri e inse-gnanti, che nell'anno successivosi è trasformato nell'associazio-ne "Gioco anch'io", per pro-muovere il gioco per tutti, conparticolare attenzione ai bambi-ni disabili. Ma vengono ancheorganizzati incontri, eventi for-mativi e una grande festaannuale in occasione dellaGiornata del gioco, che cade il28 maggio.Molti giocattoli in commerciosono già accessibili e adatti aproblematiche che interessano icinque sensi. Negli anni staanche crescendo la sensibilitàdei progettisti e dei costruttori.Ma per alcuni genitori questonon basta. La mamma e il papà di Alberto,come raccontano on line,hanno ideato e costruito unamoto perché non riuscivano areperire in commercio un arti-colo simile ai tradizionali trenino(senza pedali) o coccinella chepotesse sostenere il peso delloro bambino, di misure tali darendergli agevole il movimentoe insieme rinforzargli la muscola-tura del polpaccio. Così hannoprogettato un veicolo specialeutilizzando materiale facilmentereperibile: le ruote, per esem-pio, sono pezzi di carrelli usatinell'industria meccanica.Anche l'altalena di Francesca ènata per rispondere alle esigen-ze più specifiche della bambinae al suo sviluppo.(Fonte: www.superabile.it)

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EasyWayL’app per segnalare i luoghiaccessibili a tutti

Molte strutture di pubblica utili-tà e di intrattenimento dellenostre città presentano ancoranumerose barriere architettoni-che, ma le tecnologie e lo spiri-to di partecipazione dei cittadi-ni possono offrire nuoveopportunità per superarle. Per decidere se andare o menoin un determinato luogo, le per-sone con disabilità devonosapere prima se la loro meta èaccessibile oppure no.Il progetto EasyWay, sviluppatocon il supporto e l'esperienzadella rete associativa della FISH,vuole contribuire a migliorare leinformazioni a disposizione,dando a chi userà i dati la pos-sibilità di diventare a sua voltaun generatore di informazioniper tutta la comunità. In questa prima fase sono statefatte delle rilevazioni partendodalle città di Roma e Milano mapossiamo coprire tutta l'Italia. Il progetto infatti consiste inun'applicazione per smartpho-ne e in un sito, due strumentiche ti consentono di esprimerela tua valutazione di accessibili-tà rispetto a uno o più punti diinteresse. Affidiamo l'inserimento dellevalutazioni di accessibilità allacomunità degli utenti: ciascunopuò diventare protagonista eattivarsi in prima persona peraumentare e migliorare il nume-ro di informazioni. Per ogni punto di interesse chevuoi segnalare (ad esempio unristorante, un albergo, unmuseo ecc), puoi esprimere siauna valutazione di accessibilitàgenerale, sia una valutazionespecifica sugli spazi della strut-tura (Parcheggio; Entrata; Spaziinterni; ecc.) in relazione a unao più tipologie di disabilitàmotoria scelte in base alle tuecompetenze (carrozzina elet-tronica; carrozzina manualesenza accompagnatore; carroz-zina manuale con accompagna-tore; difficoltà di deambulazio-ne). Non è ancora attiva la rile-vazione e la segnalazione delleparticolari barriere esistenti per

le persone con disabilità di tiposensoriale, ma l'obiettivo è dicrescere e migliorare giornodopo giorno. Oggi chi vuole consultare leinformazioni presenti nellabanca dati, può cercare unpunto di interesse nella città eleggere la valutazione di acces-sibilità che gli è stata attribuitada un altro utilizzatore.È importante che la comunitàdelle persone con disabilità, deiloro familiari, amici e operatorisi attivi in prima persona perarricchire le mappe di un nume-ro via via crescente di valutazio-ni di accessibilità.(Fonte: www.fishonlus.it)

Alla scoperta di Roma,una guida turistica adalta comprensibilità

Ci sono il Colosseo, CastelSant'Angelo, piazza Navona, maanche il Gianicolo e PonteMilvio fra i monumenti scelti daisei redattori con sindrome diDown che hanno realizzato unaGuida turistica di Roma in altacomprensibilità. Il volume, rea-lizzato dall'Aipd (AssociazioneItaliana Persone Down) all'inter-no del progetto europeo SmartTourism in collaborazione conle associazioni di persone consindrome di Down di Lisbona edi Dublino, è stato presentatooggi a Roma nei locali dell'asso-ciazione Binario 95 alla stazioneTermini.Cento pagine con foto, testi ecolori che forniscono in linguag-gio semplice e immediato infor-mazioni generali sulla città e suimezzi di trasporto: c'è la sezio-ne "10 cose da vedere", cheoltre ai luoghi già citati prendein considerazione anche SanPietro, Campo de' fiori, ilPantheon, Fontana di Trevi,piazza di Spagna e i Musei capi-tolini), con tutte le informazioniutili per la visita. Sono propostianche due diversi itinerari apiedi (il primo con partenza dalargo Argentina, il secondo dapiazza Trilussa) e una gita fuoricittà (ad Ostia Antica)."Nella guida- ha spiegato MoiraOliverio, redattrice con sindro-me di Down - abbiamo decisodi mettere informazioni concre-te: che tipo di prese elettricheci sono nel nostro paese, quan-to costa il biglietto per i traspor-

ti, cosa sono bar, pizzerie ataglio, pub, paninoteche. Per idieci monumenti che abbiamoscelto come i più belli abbiamodato informazioni su come arri-varci e quanto costa visitarli. Laguida è facile da usare e da leg-gere, la possono usare tutti, sevenite a Roma portatela con voie divertitevi!". Il linguaggio utiliz-zato nella guida - ha invecespiegato Carlotta Leonori,Operatrice Aipd e co-responsa-bile del progetto Smart Tourism- è frutto di uno specifico pro-getto di semplificazione, perrendere il testo fruibile a perso-ne con disabilità intellettiva, abambini o a chi parla poco lanostra lingua: "Abbiamo utiliz-zato diversi accorgimenti comescrivere con parole semplici,frasi brevi, stampare in caratteregrande e maiuscolo, differenzia-re gli argomenti per colore,affiancare foto alla parte scrittaper una maggiore immediatez-za, non andare mai accapo conle parole, indicare chiaramentei numeri e gli orari precisando,per il tempo, se parlavamo dimattina o pomeriggio. Questisono solo alcuni degli accorgi-menti seguiti per la promozionedel movimento in città in auto-nomia e della conoscenza attivadel territorio". (Fonte: www.superabile.it)

Palestra per tutti:il fitness accessibile

Aumento della forza e dellaresistenza muscolare, maggioremobilità, fiducia in se stessi,contrasto all'ansia e allo stress:sono solo alcuni dei beneficidel fitness. Se poi a praticareattività fisica è una personadisabile, allora i vantaggi cre-scono in modo esponenziale.Così come crescono, in Italia, leesperienze nate per offrire l'ac-cesso a palestre con strutture espazi adeguati a chi ha una disa-bilità. Non si tratta solo di eliminare lebarriere architettoniche, masoprattutto di offrire strumentie personale preparato in mododa rispondere alle esigenze evalorizzare le potenzialità diognuno. Insomma, luoghi in cui far lavo-rare il corpo, ma dove è anchepossibile favorire le relazioniinterpersonali e superare diffi-denze e pregiudizi. Il fitness per tutti trova un allea-to anche in un grande marchiocome quello dei centri VirginActive, che hanno lanciato ilprimo progetto di attività fisicaadattata per le persone consclerosi multipla. L'iniziativa nasce da una colla-borazione con l'Associazioneitaliana sclerosi multipla (Aism)e coinvolge tutti i 25 centri fit-ness della Penisola, offrendocorsi specifici sviluppati apposi-tamente, a seconda del livello

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di disabilità, che includono trai-ning con musica e programmi diesercizi standard a circuito. "È ilprimo progetto in assoluto perl'intera Europa", sottolineano gliorganizzatori. Niente è lasciato all'improvvisa-zione: per garantire la massimapreparazione degli istruttorisono stati avviati corsi di forma-zione ad hoc per il personale."La sclerosi multipla è unamalattia cronica che generanelle persone bisogni vari, nonsolo nell'ambito fisico, maanche in quello psicologico esociale - spiega Laura Lopes,coordinatrice nazionale dei ser-vizi di riabilitazione Aism edirettore sanitario del serviziodi riabilitazione Aism Liguria -.L'attività fisica adattata puòessere una risposta efficace allaprevenzione dei danni dell'im-mobilità". Inoltre la partnership tra Aism eVirgin Active prevede per tuttoil 2012 l'organizzazione dimomenti di sensibilizzazione einformazione all'interno dei vil-laggi fitness.Nella partita del "fitness pertutti" si inseriscono anche alcu-ne amministrazioni comunali,impegnate a offrire luoghi ade-guati ai cittadini disabili. A Chieti è stato lanciato il pro-getto Barrier free living, che pre-vede la realizzazione dellaprima area di verde pubblicoattrezzata per favorire l'attivitàsportiva delle persone disabili. (Fonte: www.superabile.it)

Genny, la prima e unicacarrozzina a due ruote

Si tratta di una novità assoluta,una carrozzina che permette dimuoversi con un semplice spo-stamento del proprio baricen-tro e lascia completamentelibere le mani. Abbiamo intervi-stato Paolo Badano, il suo idea-tore.Paolo, com'è nata l'idea dellacarrozzina Genny?L'idea di Genny è nata da unamia esigenza, io sonoParaplegico da 15 anni, a segui-to di un incidente stradale e daallora sono sempre alla ricercadi una maggiore autonomia.

Da anni vedo il Segway, quelgeniale mezzo che permette adun uomo di spostarsi in piedi sudue ruote parallele, un giornomi sono domandato: se è ingrado di portare in sicurezzaun uomo in piedi su due ruote,perché non potrebbe fare lostesso con un uomo seduto?Quindi oltre un anno mezzo fa,non avendo trovato nulla incommercio di simile ne hoacquistato uno ed ho comincia-to ad adattarlo alle mie esigen-ze, con tutte le sicurezze e lemodifiche necessarie che mipermettano di fermarmi di saliree scendere,e dopo oltre unanno di lavoro è nata Genny,oggi la mia compagna insepara-bile.Genny è un mezzo che mi haletteralmente cambiato la vitaed ho capito immediatamenteche avrebbe potuto cambiarela vita a molti altri disabili.In cosa consiste la grandenovità di questa carrozzina adue ruote? E su quale tecnolo-gia si basa? Per quali patologiee per quali attività è statatestata Genny?La novità è pressoché unica,poiché si passa per la primavolta nella storia da quattroruote a due ruote, e questonon è solo un fattore estetico, ilquale ha la sua importanza, maè soprattutto un fattore funzio-nale, che grazie alla tecnologiaauto-bilanciante di Segway edin particolare al principio deigiroscopi e ai due motori elet-trici, riesce a stare in equilibriosu due ruote. Questo comportala possibilità di spostarsi suqualsiasi terreno come la sab-bia, la neve e su strade dissesta-re, senza il problema classico diincastrarsi con le ruote anterio-ri. Essendo già questo di per séuna novità assoluta per unasedia a rotelle, la sua caratteri-stica più incredibile è data dalfatto che non è dotata ne diacceleratore ne di freni, ma èsemplicemente con minimi spo-stamenti del corpo/busto avantie indietro che si crea il movi-mento, mi verrebbe da dire cheGenny si muove praticamentecon il pensiero, una vera magia.Questo lascia spazio alla fanta-sia poiché credo che sia laprima volta al mondo che undisabile si possa spostare su una

sedia a rotelle avendo le manilibere lasciando la libertà quindidi telefonare, tenere la fidanza-to/a per mano, mangiare ungelato, bere, tenere unombrello, e perché no giocarea pallone... con la massimalibertà di riscoprire e di inven-tarsi cose nuove.Un altro lato che sto scoprendoutilizzando Genny tutti i giorni,credo da non sottovalutare, èlo stupore che vedo nel visodelle persone che mi domanda-no coma faccia a stare in piedisu due ruote e non chiedendo-mi più, come succedeva solita-mente prima, che cosa mi fossifatto, quindi questo mi inducea pensare che non sia sparita lamia disabilità ma che sia sparitoil collegamento mentale chespesso si fa tra disabile e sedia arotelle.Genny quindi è un rivoluziona-rio mezzo che è in grado di eli-minare molte barriere architet-toniche, ma è capace soprat-tutto di eliminare le barrierementali.Ritengo che Genny possa esse-re usata per diverse disabilità,siamo in corso di valutazione.L'utilizzo di questa carrozzinapermetterà probabilmente dieliminare l'esigenza di una car-rozzina diversa per l'interno eper l'esterno, per quali fondistradali è particolarmente indi-cata Genny?La mia invenzione, Genny, èpiaciuta moltissimo al DirettoreMarketing di Segway Italia"Tiziano Centulani" che avendosposato in pieno la mia causa miha fornito la disponibilità di unSegway I2 con una larghezzanotevolmente inferiore almodello da me utilizzato, que-sto, mi permetterà di realizzare

a breve,una sedia con larghez-za simile alle sedie a rotelleconvenzionali.Genny è commercializzata e sipossono trovare tutte le infor-mazioni a riguardo sul sito:http://www.gennymobility.com(Fonte: www.disabili.com)

Uffici inaccessibili,Poste Italiane devonorisarcire

Il Tribunale di Jesi ha condanna-to l’ente Poste per comporta-menti discriminatori nei con-fronti di una donna con disabili-tà motorie, che sarà risarcita.La limitazione dell’autonomiadella persona disabile, comepurtroppo ben sappiamo, arrivaanche da un “semplice” gradinoche impedisca una normale atti-vità, come può essere quella dientrare e muoversi in un ufficio.Questa la vicenda: a seguitod'intervento dell'AssociazioneLuca Coscioni, sulla base delricorso avanzato dal ConsigliereGenerale dell’AssociazioneLuca Coscioni, l’avvocatoAlessandro Gerardi, il tribunaledi Jesi si è espresso ordinandoall’ente delle Poste la “cessazio-ne dei comportamenti discrimi-natori” nei confronti di unadonna con disabilità motoria, laquale non riusciva ad accedereagli uffici a causa della presenzadi barriere architettoniche.Ebbene, il Tribunale ha dunquestabilito che la donna dovràmessere messa in condizione diaccedere agli spazi, ed ha inol-tre condannato l’ente postale alversamento di tremila euroquali danni morali. La vicendaha, tra l’altro, del paradossale,come fa notare l’avvocatoGerardi, il quale ricorda comePoste Italiane avesse emessopoco più di un anno fa un fran-cobollo celebrativo proprio inmateria di abbattimento dellebarriere architettoniche.

Partecipazione

Paolo Badano, inventore di Genny

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Partecipazione politica

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Il diritto di voto e l'accessibilitàdei seggi elettorali

Esistono precise indicazioninormative per favorire l'eserci-zio del diritto di voto da partedelle persone con disabilità.

FARSI ASSISTERESecondo la normativa vigentesono da considerarsi "elettorifisicamente impediti", "i ciechi,gli amputati delle mani, gli affet-ti da paralisi o da altro impedi-mento di analoga gravità".Le persone con queste disabili-tà, e non con altre, possonoesercitare il diritto di voto conl'aiuto di un elettore della pro-pria famiglia o di un altro eletto-re, volontariamente sceltocome accompagnatore. La Legge n. 17 del 5 febbraio2003 ha precisato che non ènecessario che l'elettore cherisulta quale accompagnatoresia iscritto nelle liste elettoralidello stesso comune dell'assisti-to. L'unico requisito richiestoper l'accompagnatore dell'elet-tore disabile è quello della iscri-zione nelle liste elettorali di unqualsiasi comune italiano. Qualora la disabilità non sia evi-dente, oppure non sia nota alpresidente di seggio, deveessere richiesto uno specificocertificato rilasciato da medicidesignati dall'Azienda Usl. Tale documento deve precisareche "l'infermità fisica impedisceall'elettore di esprimere il votosenza l'aiuto di altro elettore". Questi certificati devono essererilasciati immediatamente, gra-tuitamente e in esenzione aqualsiasi diritto o applicazionedi marche. Il certificato vienepoi allegato agli atti della sezio-ne elettorale. Nel caso dell'elettore cieco puòessere esibito, quale documen-to probatorio, il cosiddetto"libretto di pensione" dal qualesi evince la cecità accertata. È utile precisare che chi neces-sita di essere accompagnatosolo fino alla cabina elettorale,ma poi è in grado di esercitareautonomamente il voto, nonoccorre che presenti alcun cer-tificato. Nessun elettore puòesercitare la funzione di accom-pagnatore per più di un disabi-

le. Sul certificato elettorale del-l'accompagnatore è apportataun'apposita annotazione dalpresidente del seggio nel qualeegli ha assolto tale compito.I comuni devono assicurare unservizio di trasporto pubblico inmodo da garantire il raggiungi-mento del seggio elettorale.

VOTARE IN UN'ALTRA SEZIONEQualora la propria sezione elet-torale sia inaccessibile, il disabi-le con difficoltà o impedimentialla deambulazione può votarepresso un'altra sezione, delproprio comune, priva di bar-riere architettoniche. Nei comuni ripartiti in più colle-gi (senatoriali, collegi uninomi-nali, collegi provinciali) o inoccasione dell'elezione degliorgani circoscrizionali, la sezio-ne scelta per la votazione deveappartenere al medesimo colle-gio o alla medesima circoscri-zione, nei quali è compresa lasezione nelle cui liste l'elettorestesso è iscritto. Per sapere se la sezione sceltacorrisponde a questi requisiti èpossibile rivolgersi all'Ufficioelettorale del Comune o al pre-sidente della sezione stessa.Per poter essere ammesso alvoto, il disabile deve presenta-re, assieme al certificato eletto-rale, un'attestazione medicarilasciata, anche in precedenzaper altri scopi, dalla propriaAzienda Usl locale o copiaautentica della patente di guidaspeciale, purché dalla docu-mentazione esibita risulti l'im-possibilità o la capacità grave-mente ridotta di deambulazio-ne. Nel caso non si disponga dialcuna certificazione oppurenell'ipotesi in cui dalla certifica-zione non sia possibile evincerecon chiarezza che sussisteun'incapacità alla deambulazio-ne, è possibile richiedere -senza alcun costo - una visitaall'Azienda Usl di competenza.Le Aziende Usl nei tre giorniprecedenti la consultazioneelettorale, devono garantire inogni comune la disponibilità diun adeguato numero di mediciautorizzati e preposti per il rila-scio di queste certificazioni.Sarà cura del presidente di seg-gio iscrivere il disabile nella listaelettorale della sezione e diprenderne nota nel verbale.

L'ACCESSIBILITÀDEI SEGGI ELETTORALILe disposizioni vigenti fornisco-no indicazioni circa l'accessibili-tà dei seggi elettorali.Gli arredi della sala di votazionedelle sezioni elettorali devonoessere disposti in modo da per-mettere agli elettori non deam-bulanti di leggere il manifestocontenente le liste dei candida-ti, di votare in assoluta segre-tezza, nonché di svolgereanche le funzioni di componen-te di seggio o di rappresentantedi lista e di assistere, ove lovogliano, alle operazioni dell'uf-ficio elettorale. Deve essere predisposta alme-no una cabina per consentireagevolmente l'accesso agli elet-tori e deve essere previsto unsecondo piano di scrittura,eventualmente ribaltabile, all'al-tezza di circa ottanta centime-tri, o un tavolo munito di ripariche garantisca la stessa segre-tezza. I seggi debbono essere poi rag-giungibili anche dall'esterno,dove deve essere segnalatal'accessibilità attraverso il sim-bolo della carrozzina, tramitepercorsi accessibili. I comuni devono provvedere alcensimento delle barriere esi-stenti nei locali adibiti a seggielettorali e devono interveniredi conseguenza allo scopo dievitare che si ripresenti la stessasituazione nelle future consulta-zioni. Su quest'ultimo aspetto la nor-mativa non precisa se l'interven-to debba per forza consisterenella rimozione delle barrierearchitettoniche o nella scelta dialtra sede accessibile da adibirealle consultazioni elettorali.

VOTO A DOMICILIOPER I DISABILI GRAVISSIMILa Legge 22 del 27 gennaio2006, successivamamentemodificata dalla Legge 7 maggio2009, n. 46, prevede la possibi-lità di esercitare il diritto di votopresso il proprio domicilio peralcune categorie di personeaffette da grave disabilitàPossono, ad oggi, votare al pro-prio domicilio:1. gli elettori affetti da gravissi-me infermità, tali che l'allonta-namento dall'abitazione in cuidimorano risulti impossibile,anche con l'ausilio dei servizi dicui all'articolo 29 della legge 5febbraio 1992, n. 104, cioèsiano “intrasportabili”. Il Legislatore sembra, quindisottolineare, che il voto a domi-cilio non possa essere richiestosolo perchè non c’è alcun servi-zio di accompagnamento alseggio;2. gli elettori affetti da graviinfermità che si trovino in condi-zioni di dipendenza continuati-va e vitale da apparecchiatureelettromedicali tali da impedir-ne l’allontanamento dall’abita-zione in cui dimorano; in que-sto caso la sottolineatura è sulladipendenza continuativa equindi sul rischio per l’incolumi-tà personale del Cittadino.Da sottolineare che, in nessunpassaggio, il Legislatore richiedeil possesso di certificati di han-dicap (art. 3, Legge 104/1992)o di invalidità. Ci si riferiscestrettamente a infermità gravi e,quindi, a situazioni sanitarieanche non definitive.(Fonte: www.handylex.org)

Partecipazione

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Partecipazione scolastica

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PartecipazioneScolastica

Nonostante la presenza di unalegislazione avanzata in terminidi inclusione scolastica, le risor-se dedicate alle attività di soste-gno e integrazione degli alunnicon disabilità nella scuola ordi-naria risultano spesso inadegua-te. Nell’anno scolastico 2011-2012circa il 9% delle famiglie conalunni con disabilità ha presen-tato ricorso al Tribunale civile oamministrativo per ottenere unaumento delle ore di sostegno.(Fonte: Istat 2013,“L’integrazione degli alunni condisabilità nelle scuole primarie esecondarie di primo grado sta-tali e non statali. Anno scolasti-co 2011-2012”).Nel Mezzogiorno gli alunni condisabilità risultano più svantag-giati. Nelle scuole primarie e secon-darie di primo grado la quota difamiglie meridionali che ha fattoricorso per le ore di sostegno ècirca il doppio rispetto a quelladel Nord (nella scuola primariarispettivamente 12,7% e 6%;nella scuola secondaria diprimo grado rispettivamente11,5% e 4,3%). (Fonte: Istat2013, “L’integrazione degli alun-ni con disabilità nelle scuole pri-marie e secondarie di primogrado statali e non statali. Annoscolastico 2011-2012”). Al fine della realizzazione delprogetto individuale è moltoimportante garantire la conti-nuità del rapporto tra insegnan-te di sostegno e alunno condisabilità. Rispetto all’anno scolastico pre-cedente hanno cambiato inse-gnante di sostegno il 41,7%degli alunni con disabilità dellascuola primaria e il 39,3% diquelli della scuola secondaria diprimo grado. (Fonte: Istat 2013,“L’integrazione degli alunni condisabilità nelle scuole primarie esecondarie di primo grado sta-tali e non statali. Anno scolasti-co 2011-2012”). Il supporto didattico fornitodall’insegnante di sostegnodovrebbe essere accompagna-to dalla presenza di figure pro-

fessionali che supportino lasocializzazione e l’autonomiadel singolo. Gli alunni con disabilità total-mente non autonomi ricevonoal Nord un numero medio diore settimanali di assistenzaeducativa culturale o ad perso-nam (AEC) circa doppio rispet-to a quello registrato nelMezzogiorno (nella scuola pri-maria rispettivamente 12,3% e5,1%; nella scuola secondariadi primo grado rispettivamente13,2% e 5,5%). (Fonte: Istat2013, “L’integrazione degli alun-ni con disabilità nelle scuole pri-marie e secondarie di primogrado statali e non statali. Annoscolastico 2011-2012”). Il processo d’inclusione scolasti-ca dovrebbe prevedere unacompleta partecipazione del-l’alunno con disabilità a tutte leattività della classe, anche setale partecipazione potrebbeimplicare a volte una maggiorecomplessità organizzativa. Nelle scuole primarie e secon-darie di primo grado quasi lametà degli alunni con disabilitànon partecipa alle attività extra-scolastiche organizzate dallascuola, e tale fenomeno assumeuna maggiore consistenza nelMezzogiorno. (Fonte: Istat2013, “L’integrazione degli alun-ni con disabilità nelle scuole pri-marie e secondarie di primogrado statali e non statali. Annoscolastico 2011-2012”)(Fonte: www.fishonlus.it)

ScuolABILE

Insegnare giocando, e impararedivertendosi. Quale strumentoè migliore del gioco per inse-gnare qualcosa ai bambini?Ma ora non si tratta di insegnarloro la storia o la geografia, lenozioni o la cultura più tradizio-nale: bisogna abituarli ad unnuovo tipo di cultura, quellache scende in campo non soloa scuola, ma anche a casa e alparco giochi, in ogni momentodella giornata; una cultura chedeve formarsi adesso e che liaccompagni per tutta la vita.E' importante avvicinare i picco-li al mondo della diversità, così

lontana da loro perchè cosìpoco conosciuta e troppospesso vista con timore anchedagli adulti. La disabilità è ben presentenella nostra società, tanto dacoinvolgere il 15% delle fami-glie italiane, costrette a trauma-tiche e sostanziali variazioninello stile di vita; ma la disabilitàè anche ricchezza ed è questoche si deve mostrare ai piccoli:insegnare la diversità spiegan-done le potenzialità. Nasce così l'idea di creare unafiaba, che da sempre offreall'immaginazione nuove dimen-sioni e possibilità ed è la formamigliore per suggerire al bambi-no che le difficoltà che ognunodi noi incontra nella vita posso-no essere affrontate. Inoltre nelle fiabe si incontraspesso il tema della diversità: cisono storie nelle quali si incon-trano personaggi molto piccoli,come Pollicino, oppure sciocchie incapaci e per questo derisi oignorati; a volte si incontranoprincipesse che non sanno par-lare, o eroi mostruosi: solo allafine, dopo numerosi prove, ilprotagonista viene riconosciutoe premiato. Continuando su questa strada,anche nella letteratura contem-poranea molti scrittori utilizza-no i loro racconti per aiutare ibambini a comprendere megliogli altri e il mondo della diversi-tà. Ecco allora ScuolABILE, ilprimo progetto completo chevuole coinvolgere i bambinidelle scuole elementari, gli inse-gnanti e i genitori attraverso unacampagna di sensibilizzazionesu misura, realizzata con la col-laborazione di uno staff di psi-copedagogisti e dello scrittore

per ragazzi Luigi Dal Cin, e con ilpatrocinio della RegioneVeneto.

SCUOLABILE: LA STORIA(breve riassunto)In un castello (non molto lonta-no da noi), vive una bambina,Luna, buona e sensibile, insie-me alla matrigna, vanitosa eantipatica, e alla sorellina,costretta su una sedia a rotelle,tenuta nascosta perchè nelcastello, essendoci troppescale, non può muoversi.Un giorno arrivano al castello laprincipessa del buio, il principedel silenzio e il principe dellaforza: vogliono offrire i loro ser-vizi e le loro capacità alla matri-gna, ma vengono cacciati per-chè "diversi". La matrigna deci-de di cacciare dal castelloanche la figliastra, perchè piùbella di lei: è troppo vanitosa,non può accettarlo!Ma grazie all'aiuto dei suoi treamici disabili - la principessa delbuio, il principe del silenzio e ilprincipe della forza - la prota-gonista riuscirà a superare unaserie di prove.La matrigna saràeliminata, e la protagonista tor-nerà con i suoi tre amici alcastello, dal quale, nel frattem-po, la sorella disabile ha elimi-nato ogni barriera architettoni-ca. E vivranno insieme, felici econtenti.(www.disabili.com)

Partecipazione

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Discriminazioni sul lavoro

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Uguaglianza nel lavoro:una sfida continua

I più discriminati nel mondo dellavoro sono le donne, i migrantie le persone con disabilità.Queste le conferme dal terzorapporto dell'ILO (InternationalLabour Organization delleNazioni Unite) Equality at work:The continuing challenge.

LA DISABILITÀStando ai dati dell'ILO la disabi-lità interessa circa il 10% dellapopolazione mondiale, circa470 milioni di persone in etàlavorativa. Negli stati Uniti, nel2007, il reddito medio di unapersona con disabilità con unlavoro a tempo pieno tutto l'an-no era di 34.200 dollari, rispet-to ai 40.700 dollari per le per-sone non disabili.Nel paesi in via di sviluppol'80% della popolazione condisabilità vive in povertà.

LE ALTRE DISCRIMINAZIONILe disuguaglianze salariali trauomini e donne persistono, pernon parlare della gravidanza edella maternità che continuanoad essere viste come un graveimpedimento. Le molestie ses-suali sono all'ordine del giorno.Le discriminazioni razziali sonofortissime, in particolare neiconfronti dei lavoratori migrantiche sono spesso esclusi dalsistema di protezione sociale,oltre che discriminati nell'acces-so al lavoro. In crescita anche la discrimina-zione per motivi religiosi e perorientamento sessuale.

I PROVVEDIMENTIIl Rapporto denuncia chedurante i periodi di recessioneeconomica la tendenza è quel-la di dare meno spazio alle poli-tiche di lotta alla discriminazio-ne, anche se è difficile monito-rare e valutare l'impatto di que-ste stesse politiche, a causa del-l'assenza di dati. Per questo l'ILO raccomandaalcune misure indispensabili acontrastare la discriminazione:la promozione della ratifica uni-versale e dell'applicazione delledue Convenzioni fondamentalisull'uguaglianza e la non discri-minazione; lo sviluppo e la con-divisione di conoscenze sull'eli-minazione della discriminazionenell'impiego e nelle professioni;lo sviluppo delle capacità istitu-zionali dei costituenti dell'ILOnell'attuazione più efficace deldiritto fondamentale di nondiscriminazione nel lavoro; e ilrafforzamento dei partenariatiinternazionali con attori princi-pali che si occupano di ugua-glianza. La Convenzione sul-l'uguaglianza di retribuzione del1951 e la Convenzione sulladiscriminazione del 1958 sonostate ratificate rispettivamenteda 168 e 169 Stati, su un totaledi 183 Stati membri dell'ILO.L'obiet-tivo è la ratifica univer-sale.

L'ILOOrganizzazione Internazionaledel Lavoro, è l'agenzia dellaNazioni Unite specializzata nelpromuovere la giustizia sociale,i diritti umani e quelli del lavora-tore internazionalmente ricono-

sciuti. Formula gli standard mini-mi internazionali delle condizio-ni di lavoro e dei diritti del lavo-ratore attraverso la stipula diConvenzioni e Raccomanda-zioni. Libertà di associazione,diritto di organizzazione, con-tratti collettivi, abolizione dellavoro forzato, uguaglianza diopportunità e di trattamentosono i suoi obiettivi.(Fonte: www.disabili.com)

Un impegno attivo per la piena inclusione

In media, solo il 50% dei cittadi-ni europei con disabilità ha unlavoro, rispetto a oltre il 68%delle persone non disabili. Le probabilità che un disabile siainattivo sono quasi doppierispetto a quelle di un cittadinonon disabile. Eppure, bastereb-be un piccolo aiuto aggiuntivoper far entrare, o rientrare, milio-ni di europei disabili nel mercatodel lavoro. La strategia rivedutadi Lisbona per la crescita e l’oc-cupazione è tesa in modo parti-colare ad aumentare i tassi dioccupazione, relativamentebassi, dei disabili in Europa. GliStati membri predispongono leproprie politiche sull’occupazio-ne in base agli orientamenti dellastrategia europea per l’occupa-zione (SEO) e ogni anno riferi-scono alla Commissione in meritoalle iniziative adottate in materiadi occupazione, tra cui quelleriguardanti le persone disabili.L’azione politica comunitaria inmateria di protezione e inclusio-

ne sociale aiuta gli Stati membrinell’elaborazione delle politicheper l’inclusione sociale, l’assisten-za sanitaria e i servizi sociali,dando in tal modo ai disabilimaggiori possibilità di trovare emantenere il lavoro.

Tribunale dei dirittidei disabili

IL TRIBUNALE DEI DIRITTI DEI DISA-BILI, unico nel suo genere, è natonel 1999 per volontà di AnffasOnlus e della Nazionale italianaMagistrati. Persegue lo scopo difornire un aiuto concreto dinatura giurisprudenziale alle per-sone con disabilità ed alle lorofamiglie. Il Tribunale è divenutonegli anni una realtà tangibile, unappuntamento importante edatteso, che dà un contributoautorevole e concreto affinché,anche per le persone con disabi-lità, l'uguaglianza dei diritti e lapari dignità sociale siano condi-zioni pienamente raggiunte enon meri dettami legislativi. IlTribunale affronta, attraversopubblici dibattimenti che si svol-gono sul modello di quelli reali,situazioni effettivamente accadu-te in cui sono stati violati i dirittidelle persone con disabilità e laloro dignità sociale. Oltre ai casi affrontati pubblica-mente durante le sessioni, sceltitra i più significativi, la segreteriagiuridica del Tribunale esaminaogni anno centinaia di altre situa-zioni particolari, svolgendo unlavoro costante e quotidiano diconsulenza tecnica.

Uguaglianza

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Discriminazioni sul lavoro

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L’ICT: lavoroe integrazione

L’integrazione sociale ha uneffetto positivo sulle personedisabili e di conseguenza anchesulla società. Il fatto di avere unhandicap, non esclude che lapersona possa dare un contri-buto alla comunità e alla fami-glia grazie alle proprie capacità.Le tecnologie ICT offrono l’op-portunità di facilitare l’appren-dimento di capacità tecniche econtribuiscono alla realizzazio-ne della persona disabile. Ilruolo delle tecnologie ICTdovrebbe iniziare nelle scuolecon la formazione degli studen-ti disabili. Il lavoro degli inse-gnanti e dei professionisti sidovrebbe concentrare su solu-zioni informatiche adeguate perogni esigenza individuale dellostudente disabile. Le tecnologie ICT sono strumen-ti nell’ambiente lavorativo delleaziende. Nel 2008 è stato rea-lizzato uno studio dalPolitecnico di Milano in collabo-razione con la FondazioneASPHI Onlus per avere unavisione d’insieme dell’accessibi-lità, per le persone disabili,delle applicazioni ICT nelleaziende. L’analisi ha considerato un cam-pione di 165 responsabili risor-se umane di medie e grandiaziende. Sono stati esaminatidue aspetti: organizzazioneaziendale per favorire l’inseri-mento dipendenti disabili elivello di accessibilità dei sistemiinformativi. L’organizzazione aziendale èdiretta all’adempimento degliobblighi di legge con assunzionitramite il collocamento mirato. Idipendenti assunti hanno variecondizioni di disabilità ed èstata rilevata una predominanzadi persone con disabilità moto-rie. I dipendenti disabili sonogerarchicamente dipendenti dairesponsabili risorse umane o daicapi del personale e hanno limi-tati rapporti con i responsabilidel settore informatico. Non è stata riscontrata una mas-siccia presenza di politicheaziendali per favorire l’inseri-mento del lavoratore disabilenell’ambito lavorativo. È stato dichiarato dalle aziende

un livello paritario tra lavoratorinell’accesso agli strumenti ICT,con un minimo divario digitale. Non sono stati rilevati particola-ri interventi sugli strumenti ICTper favorire l’utilizzo da partedei lavoratori disabili. La pre-senza di un sistema informativocon un tale elevato livello diaccessibilità può avere ancheuna spiegazione diversa. Le persone disabili assuntehanno capacità tecniche chepermettono l’utilizzo degli stru-menti ICT presenti in azienda,senza particolari interventi,oppure i dipendenti disabilisvolgono mansioni che nonrichiedono l’utilizzo di tali stru-menti.In entrambi i casi non si permet-te di far emergere il problema esi sottovaluta la necessità deldipendente disabile. Sono statiriscontrati casi, invece, di con-sapevolezza della situazione daparte dell’azienda e di realiinterventi per arrivare a un’ele-vata accessibilità del sistemainformativo. La conferma della presenza diuna bassa percentuale di tec-nologie di supporto per i lavo-ratori disabili, deriva anche daun’analisi di 1060 PMI.(Fonte: meetinability.net)

Il progettoDiversitalavoro

Diversitalavoro, promossa daPeople, Fondazione Sodalitas,UNAR e Fondazione Adeccoper le Pari Opportunità , èun'iniziativa unica del suo gene-re in Italia.Diversitalavoro nasce infatti conl'obiettivo di facilitare fattiva-mente l'inserimento lavorativoper persone con disabilità, allepersone di origine straniera ealle persone transgender coin-volgendo aziende ed istituzionisensibili a valori come diversitàe inclusione sociale. Come partecipare:- Registrati a Diversitalavoroattraverso il pulsante "Annuncidi lavoro" a destra in altro inhome page- Invia la tua candidatura agliannunci pubblicati- Le persone selezionate dalleaziende riceveranno l'invito apartecipare ai colloqui, o pres-

so le aziende o in occasionedegli eventi Diversitalavoro.Ogni anno, attraversoDiversitalavoro, si moltiplicanole opportunità di informarsi, diorientarsi e di incontrare perso-nalmente i responsabili del per-sonale di grandi aziende italia-ne ed internazionali. Nell'ottica di coinvolgimentodel mondo produttivo,Diversitalavoro diviene unmomento di incontro itinerantecon scenario la sede stessadelle aziende partecipanti, chein tal modo hanno la possibilitàdi valorizzare le buone pratichemesse in atto per promuoverele Pari Opportunità.Tra le iniziative Diversitalavorosegnaliamo: il Career ForumDiversitalavoro, offre la possibili-ta' di incontrare personalmentei manager aziendali, presentan-do il proprio cv e sostenendocolloqui di lavoro. Per essereselezionati e invitati all'evento,occorre inviare la propria candi-datura, attraverso l'appositotasto presente sul sito.Portale Web www.diversitalavo-ro.it: il sito ufficiale diDiversitalavoro attraverso ilquale è possibile raccogliereinformazioni sulle iniziative,consultare le opportunità dilavoro disponibili e candidarsidirettamente inviando il propriocv e preparando la propria par-tecipazione al Career ForumDiversitalavoro.Seminari e Workshop gratuiti: ipromotori del progettoDiversitalavoro organizzanodegli incontri dedicati:- ai candidati (persone condisabilita' e persone con originestraniera) per fornire una pre-parazione che possa prepararliad affrontare al meglio i collo-qui di selezione che si tengono

in occasione del Career ForumDiversitalavoro e piu' in genera-le nella ricerca del lavoro.- ai recruiter aziendali. Gliincontri sono coordinati daFondazione Sodalitas coinvol-gendo istituzioni ed enti cheoperano sui temi dell'integra-zione lavorativa delle personecon disabilita', delle persone diorigine straniera e delle perso-ne LGBT, non trascurando diapprofondire gli aspetti norma-tivi.(Fonte: diversitalavoro.it)

"Abilità diverse. Stessa voglia di vita"

Prosegue l’attività delDipartimento Italiano per le PariOpportunità per informare esensibilizzare le cittadine e i cit-tadini sul tema della disabilità. In occasione della giornatainternazionale dei diritti dellepersone con disabilità parte,infatti, la nuova edizione dellacampagna di comunicazionedal titolo “Abilità diverse. Stessavoglia di vita”. Università, lavoro e sport sono icontesti all’interno dei quali iprotagonisti dello spot parteci-pano alla vita sociale di tutti igiorni. La coinvolgente familiarità dellesituazioni non lascia spazio aglistereotipi e ai pregiudizi secon-do i quali l’esistenza delle per-sone con disabilità ruota soloed esclusivamente intorno alladiversità.Riconoscendoci immediatamen-te nei giovani e nei bambinidella campagna ancor prima diintuire la loro condizione didisabilità percepiamo la stessavoglia di vita al di là delle barrie-

Uguaglianza

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re architettoniche o culturaliesistenti. Diffondere i temi lega-ti alla disabilità, sensibilizzarel’opinione pubblica sui concettidi dignità, diritti e benesseredelle persone disabili, accresce-re la consapevolezza dei bene-fìci che possono derivare dal-l’integrazione delle disabilità inogni aspetto della vita socialesono i princìpi ispiratori dellaGiornata Internazionale deidiritti delle persone con disabi-lità e devono entrare a far partedella vita di tutti. “Dobbiamo creare delle societàche valorizzino la diversità el’inclusione”. (estratto del messaggio in occa-sione del 3 dicembre 2012 delSegretario Generale dell’ONUBan Ki-Moon)(www.pariopportunita.gov.it)

Immagine e pubblicità:una doppia discriminazione per le donne disabili

"La pubblicità influenza ledonne in particolare, in quantogenere subalterno. E le donnedisabili sono doppiamentediscriminate perché subisconoanche il processo di "interioriz-zazione" che, storicamente,l'Occidente ha portato avantinei confronti delle persone conun aspetto diverso". A riflettere sul potere della

pubblicità nella vita delledonne disabili è Laura Corradi,docente di Studi di genereall'Università della Calabria eautrice di un saggio pubblicatonel 2012 da Ediesse: Specchiodelle sue brame. Analisi socio-politica delle pub-blicità: genere, classe, razza,età ed eterosessismo.L'intervista alla sociologa è pub-blicata sul mensile "SuperAbileMagazine", edito dall'Inail, nel-l'inchiesta di marzo tutta dedi-cata ai diritti delle donne condisabilità, di cui viene dataun'anticipazione.Qual è l'impatto della pubbli-cità sulle donne disabili?La pubblicità dà un'idea dinorma, di bellezza e di prestan-za fisica che è un insulto pertutte le donne e lo è doppia-mente per le donne con disabi-lità. Queste ultime, infatti, sonoescluse in partenza rispetto aun ideale di bellezza talmentelontano e irreale da cozzarecontro la realtà della stragrandemaggioranza delle donne.C'è modo di scalfire la forza diquesto modello?Negli ultimi mesi tante cosesono cambiate: nel mondodella pubblicità sono comparsepersone più "normali". Comecinque ex top model degli anniOttanta reinserite nel mercatopubblicitario per reclamizzarecreme di bellezza. Sono donnenon più giovani, che io trovoassolutamente appropriate perla pubblicità di prodotti di bel-

lezza destinati a chi è avanticon gli anni.Alcune donne disabili cercanodi essere protagoniste nellapubblicità e nella moda. Chene pensa?Accanto alla lotta per i dirittisociali e civili, esiste anche unalotta per i diritti cosiddetti sim-bolici. Non è indecente che unadonna disabile porti una scolla-tura o una minigonna. Un tempo le persone con disa-bilità venivano chiuse in casa,mentre oggi possono viaggiare,fare politica, lavorare. Domani potranno girare in biki-ni e nessuno troverà oscenal'esposizione della loro "diffor-mità" rispetto a una norma sem-pre meno tale. Quindi ben venga il giorno incui una casa di cosmetici deci-derà di avvalersi di una donnadisabile per reclamizzare unprofumo. Tuttavia, non pensoche si tratti di un focus priorita-rio. Ci sono battaglie più urgen-ti da portare avanti, come quel-le per il lavoro, per l'istruzione econtro gli stereotipi dominanti. (Fonte: www.superabile.it)

Percorsi accessibilisugli alberi

Un percorso sospeso tra glialberi interamente accessibile,un giardino terapeutico,un'area giochi senza barriere euna ludoteca pensata apposita-mente per i bambini disabili e i

loro genitori. A Bologna il divertimento per gliunder 18 è assicurato, e inbuona parte per meritodell'Aias e della sanità locale:un'esperienza raccontata nelnumero 11 del magazineSuperAbile. Nel capoluogoemiliano, l'Associazione italianaassistenza spastici e l'Auslhanno infatti sollecitato l'ammi-nistrazione cittadina per otte-nere quello che volevano. Inpoco più di dieci anni sono naticosì il giardinetto Acerbi, pen-sato per tutti i bambini, laStanza dei giochi, una ludotecacon angoli morbidi e giocattoliadattati per essere fruita dai piùpiccoli (anche quelli con disabi-lità), un parco terapeutico conindicazioni multisensoriali, car-telli in braille e diffusori acusticisparsi tra i cespugli, oltre a unpercorso accessibile sospeso aquattro metri d'altezza. Queste ultime due esperienze,in realtà, fanno parte di CorteRoncati, il polo multifunzionaleper la disabilità dell'Ausl diBologna, dove la onlus collabo-ra solo per la gestionedell'Ausilioteca. Per dondolare sospesi tra glialberi bisogna chiedere l'auto-rizzazione ai servizi sociosanita-ri o far parte di un percorso diriabilitazione specifico. Inoltre,è necessario che sia presenteun istruttore del MontepizzoAdventure park.(Fonte: www.superabile.it)

Discriminazioni culturali

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Uguaglianza

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Lavoro per i disabili

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Riforma Fornero:più postigrazie ai riconteggi

La riforma del lavoro approvatadal Ministro Fornero (divenutalegge 92/12 e pubblicata nellaGazzetta Ufficiale il 28 giugno2012) ha portato una serie dinovità riguardanti non solo pen-sionamenti e esodati, ma anchela categoria delle persone condisabilità, come indicato nelcomma 27 dell'articolo 4 dellariforma. In particolare la novità riguardala base occupazionale sullaquale le aziende devono calco-lare il numero di assunzioniobbligatorie di persone disabili.

LA LEGGE 68/99L'articolo 4, comma 1 dellalegge 68/99 è quello che fa rife-rimento alle quote di assunzio-ne riservate a lavoratori disabili. Si tratta di tranche che sono sca-glionate a seconda del numerodi dipendenti dell'azienda edella sua grandezza, alle qualicorrispondono dei posti che leaziende sono tenute a riservatea lavoratori disabili.La legge impone quindi ai dato-ri di lavoro pubblici e privati diassumere un lavoratore disabilese si hanno da 15 a 35 dipen-denti, due lavoratori per unorganico dai 36 ai 50, e il 7%del totale dei lavoratori quandosi superano i 50 dipendenti.

NUOVI CONTEGGILa novità introdotta con la rifor-ma riguarda la considerazionedella base occupazionale sullaquale effettuare il calcolo.Ovvero: quanti sono considera-ti "assunti" per calcolare la per-centuale di quote riservate ailavoratori disabili. In questo senso, la legge vedeun evidente aumento dellabase occupazionale (e quindidelle relative quote riservate),poiché sono inclusi nel compu-to tutti i lavoratori assunti convincolo di subordinazione, adeccezione di lavoratori assuntitramite collocamento obbliga-torio, i soci di cooperative diproduzione e lavoro, i dirigenti,i contratti di inserimento, i lavo-ratori somministrati presso l'uti-lizzatore, i lavoratori assunti perattività all'estero (per la corri-

spondente durata), gli Lsu, ilavoratori a domicilio, i lavorato-ri emersi ex legge 383/2001, gliapprendisti. Tra i conteggiati, anche gliassunti con contratto a tempodeterminato fino a 9 mesi.

COSA DEVONO FARELE AZIENDETenuto conto delle novità intro-dotte nel computo delle quoteriservate, le aziende dovrannoprocedere a riconteggiare laloro posizione provvedere amettersi in regola, pena l'appli-cazione di sanzioni. Per quelleaziende che prima erano fuoridalla prima fascia (15-35 dipen-denti) e che col nuovo ricon-teggio si troveranno a farneparte, l'obbligo di coperturadella quota è entro i 60 giornidalla nuova assunzione.

IL COLLOCAMENTE MIRATORicordiamo che per accedereagli strumenti del collocamentomirato, la persona deve avereuna percentuale di invaliditàuguale o superiore al 46%, uni-tamente a una certificazioneche attesti e descriva le capaci-tà residue al lavoro che vienerilasciata da una commissioneper l'accertamento delle capa-cità lavorative residue operantein tutte le ASL. Le aziende che devono adem-piere all'obbligo di assunzionedi lavoratori con disabilità, pre-sentano richiesta presso i Centriper l'impiego, che si occupanodi incrociare le liste dei disoc-cupati con disabilità.(Fonte: www.disabili.com)

Impiegati con autismocercasi nell’IT

Dopo il successo dei progettipilota in India e in Irlanda, laSAP, nota impresa tedesca alivello internazionale, con l'aiu-to di Specialisterne, ha annun-ciato di voler impiegare 500persone autistiche nella propriaazienda, in qualità di softwaretester, programmatori e specia-listi in qualità dei dati. Le persone affette da autismo,grazie alle loro particolari intui-zioni, possono contribuireenormemente al successo di unbusiness, facendosi portatori diinnovazioni.

In Irlanda è attualmente in corsola fase di screening per lacopertura di cinque posti entroil 2013. In India, grazie al contributo disei persone con autismo, la SAPha incrementato la sua produt-tività nei settori di punta. Inoltre, perseguendo l' obietti-vo generale di integrazione conla comunità locale e di soddi-sfazione delle esigenze deilavoratori, i laboratori indianihanno anche messo a puntoun'applicazione per iPAD, BOL,per assistere i bambini autisticinello sviluppo delle abilitàcomunicative. SAP, da quest'anno, espanderàil suo progetto in Germania,USA e Canada. (Fonte: www.superabile.it)

L'inserimentolavorativo dei disabili

Per promuovere l'inserimento el'integrazione lavorativa dellepersone disabili nel mondo dellavoro la legge prevede unaserie di servizi di sostegno e dicollocamento mirato. Il collocamento mirato è costi-tuito da un insieme di strumentiper la valutazione delle capaci-tà lavorative delle persone disa-

bili finalizzata all'inserimento nelposto adatto attraverso:• attività di analisi di posti dilavoro• forme di sostegno• azioni positive soluzioni diproblemi che possono insorge-re nei luoghi di lavoro.Sono previste inoltre una seriedi agevolazioni contributive afavore delle imprese e degli entipubblici che assumono disabilicon determinate percentuali diinvalidità. La riforma del merca-to del lavoro introduce nuoveopportunità per favorire l'inseri-mento dei lavoratori svantaggia-ti attraverso:• convenzioni tra le Agenzie disomministrazione e gli enti pub-blici• incentivi per le aziende cheaffidano commesse alle coope-rative sociali che occupano sog-getti svantaggiati• il contatto di inserimento.

Le persone svantaggiate disoc-cupate che aspirano ad un'oc-cupazione conforme alle pro-prie capacità lavorative posso-no iscriversi al collocamentoobbligatorio presso il Centroper l'impiego competente perterritorio, nell'apposito elencocostituito da un'unica gradua-toria.(Fonte: www.lavoro.gov.it)

Occupazione

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Collocamento mirato

L’inserimento lavorativo e l’in-clusione sociale di persone condisabilità sono obiettivi fonda-mentali cui le istituzioni hannocercato di dare attuazione nelcorso degli ultimi anni. Tra gli strumenti più importantivi sono il collocamento mirato,da cui deriva l’istituto delleassunzioni obbligatorie, e gliincentivi per le assunzioni dipersone diversamente abili.Misure finalizzate a rimuoveregli ostacoli e assicurare a tuttil’accesso al lavoro. Per avereindicazioni è possibile rivolgersiai Centri per l’Impiego territoria-li o chiedere supporto ad unadelle associazioni nazionali elocali impegnate nella tutela enella promozione dei diritti deidisabili. Queste tematiche ven-gono trattate anche da"SuperAbile", il Portale dell'Inailche coniuga sezioni documen-tali costantemente aggiornate aservizi di consulenza attraversoil call center 800.810.810.Superabile è un "Contact CenterIntegrato" costituito principal-mente da un portale di informa-zione e di documentazionesulle tematiche della disabilità,aggiornato quotidianamente, eda un servizio gratuito di consu-lenza telefonica.Eventi sui territori regionaliinsieme all'animazione virtualesu canali multimediali di webradio/tv e social network com-pletano l'offerta di servizi e diopportunità agli utenti.

Job Disabilitorna in rete

Un'intervista che lascia intende-re un percorso ad ostacoli, mafascinoso e affascinante nellasfida: dare alle persone condisabilità una piattaforma all'in-terno della quale orientarsi eorientare per trovare il posto dilavoro più vicino alle proprieesigenze fisiche e personali.Dopo il lancio del nuovo JobDisabili, trasformazione del piùvecchio progetto "AgenziaLavoro Disabili", Daniele Regolo,l'imprenditore non udente diMacerata, spiega a SuperAbile.itil percorso fin qui fatto e leaspettative per il futuro. Giàpremiato nel 2012 nell'ambitodell'Italian round della GlobalSocial Venture Competition(Gsvc), premio internazionaleideato dalla Università diBerkeley per sviluppare ideeimprenditoriali a forte rilevanzasociale e basso impattoambientale, Job Disabili guardaal futuro con umiltà ma anchecon ambizione."La cosa più difficile - ha infattispiegato Daniele Regolo - èstato garantire l'accessibilità delsito. La Legge Stanca, benchéavanzata, non è applicata apieno. Mancano buoni esempicui affidarsi. La prima esperien-za di Job Disabili non era piena-mente accessibile. Mesi di lavo-ro per la seconda versione cidicono quanto sia difficile l'ac-cessibilità. Il punto di un buonsito non è la grafica, ma il suo

funzionamento. La strada èquesta: lo scopo infatti è quellodi aiutare veramente l'incontrotra domanda e offerta di lavo-ro". "In termini di aspettative -ha poi continuato -, ci muovia-mo dalla nostra prima esperien-za: oltre 2.900 contatti di can-didature personali e 70 aziendeaccreditate. L'aspettativa è quella di supera-re l'idea di un sito che sostitui-sca un Ufficio di collocamento;vogliamo che Job Disabili diven-ti un punto di riferimento.Anche per il collocamento.Raggiungere, cioè, il limbo di chinon viene mai chiamato". Macos'è Job Disabili e perché siarriva ad un'idea del genere èquello che ci ha sempre resocuriosi di questo progetto. "JobDisabili - ha spiegato Regolo -sintetizza tutte le mie esperien-ze fallimentari in tema di lavoro.Questo progetto ha datosostanza a tutti i miei fallimenti:lavoravo in Asl a tempo indeter-minato. Burocrazia, disinteresse, super-ficialità mi hanno collocato allosportello. Io, non udente, allosportello? Mi sono licenziato.La prima scelta adulta della miavita. Sono diventato facilitatoree questo desidero essere. JobDisabili vuole facilitare appuntola vita di chi, a prescindere dalladisabilità, ha voglia di mettersiin gioco. Da disabile so quantoè difficile lavorare e farlo in uffi-cio, sia esso pubblico o privato:regole e procedure non aiuta-no a inserirsi"."Nasciamo - ha poi concluso ilgiovane imprenditore marchi-giano - con un finanziamentoeuropeo. Oggi siamo una Srl. Lasquadra è in ampliamento, matutto funzionerà come un incu-batore: i migliori professionisticon disabilità si adopererannocon noi per arrivare ad unobiettivo comune.Ovvero, insistere sulla qualitàdelle persone in quanto tali.Come del resto dice laConvenzione Onu sui dirittidelle persone con disabilità: ilcambio di visione è esemplare.E' l'ambiente a rendere le per-sone disabili. Aiutiamo dunquel'ambiente, in questo caso dilavoro, ad essere più accoglien-te e disponibile". (Fonte: www.superabile.it)

Centralinistinon vedenti

La normativa sull'inserimentolavorativo dei non vedenti, e inparticolare dei centralinisti tele-fonici, costituita essenzialmentedalla legge 29 marzo 1985, n.113 richiede da tempo un ade-guamento alle nuove esigenzedel mercato del lavoro e al pro-gresso tecnologico intervenutonell'ambito della comunicazio-ne. Infatti, nel settore che costi-tuisce uno dei più importantibacini occupazionali per le per-sone che soffrono di minorazio-ni visive, hanno inciso negativa-mente molteplici fattori, di ordi-ne legislativo, economico esociale. L'evoluzione delle tec-nologie ha comportato radicalimodificazioni alle postazionidei centralini telefonici.Il tradizionale posto operatoreè stato sostituito da dispositivipassanti o, comunque, da siste-mi di connessione automatica,con la conseguente notevolecontrazione di possibilità diimpiego per i centralinisti.La Legge 17 maggio 1999, n.144, all'art. 45, comma 12, haaffidato al Ministro del Lavoro ilcompito di individuare con pro-prio decreto qualifiche equipol-lenti a quella del centralinistatelefonico, idonee al colloca-mento dei lavoratori non veden-ti in base alla legge n. 113/1985.Con tale disposizione il legislato-re ha voluto estendere ai pos-sessori di qualifica equipollentea quella di centralinista nonvedente la stessa tutela normati-va riconosciuta ai centralinistinon vedenti iscritti all'appositoAlbo nazionale, in conformitàalle nuove esigenze del mercatodel lavoro, sempre più impron-tate alla utilizzazione di tecno-logie avanzate nel settore dellacomunicazione telefonica. IlMinistero del Lavoro con decre-to 10 gennaio 2000, ha ricono-sciuto come equipollenti a quel-la del centralinista telefoniconon vedente le seguenti qualifi-che professionali:- operatore telefonico addettoalle informazioni alla clientela eagli uffici relazioni col pubblico;- operatore telefonico addettoalla gestione e all'utilizzazionedi banche dati;

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Occupazione

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- operatore telefonico addettoai servizi di telemarketing e tele-soccorso.La Legge 17 maggio 1999, n.144, all'art. 45, comma 12 e ilDecreto del Ministero delLavoro e della PrevidenzaSociale del 10 gennaio 2000prevedono che possono essereindividuate ulteriori qualificheequipollenti a quella di centrali-nista telefonico non vedenterispetto a quelle già indicate nelsuddetto decreto. Infatti, ilMinistero del Lavoro con unnuovo decreto dell'11 luglio2011 ha stabilito l'equipollenzatra la figura del centralinistatelefonico e quella di operatoreamministrativo segretarialeestendendo ai soggetti nonvedenti che conseguono ildiploma di operatore ammini-strativo segretariale la stessatutela normativa oggi ricono-sciuta ai centralinisti non veden-ti dalla legge 29 marzo 1985, n.113 iscritti nell'apposito Albonazionale. Si ricorda che lavigente normativa sulla istruzio-ne e formazione professionalericonduce, alla nuova qualificadi operatore amministrativosegretariale, il diploma di quali-fica professionale di centralini-sta telefonico non vedente.(Fonte: www.superabile.it)

La ricerca del lavoroviaggia sul web

Inflazione che incombe, impo-ste che non lasciano tregua, edisoccupazione incalzante. E’

questo il panorama dei nostrigiorni, ed è per questo che èfondamentale affilare tutte lefrecce al nostro arco, per trova-re lavoro. Diversi sono gli stru-menti che permettono a chi stacercando una occupazione, diemergere. A questo proposito,si stanno diffondendo alcuni sitiinternet che hanno la funzionedi mettere in comunicazionedomanda ed offerta.Uno di questi è Experteer, por-tale adatto alla ricerca di lavoroin Italia ed Europa. La cosa chelo differenzia da altri siti simili, èil fatto di essere progettato spe-cificamente per persone checercano lavoro con una qualifi-ca superiore e backgroundaccademico: si rivolge quindi aprofessionisti manager e diri-genti. Se sei un candidato, puoidunque iscriverti in maniera gra-tuita, per accedere alle oltre90.000 offerte di lavoro inseriteda responsabili delle risorseumane, nelle quali sono com-prese le richieste di personaleappartenete alle categorie pro-tette. Qui puoi effettuare unaricerca delle offerte, in base altipo di mansione o alla città, allafunzione, all’azienda o al setto-re.Se sei in cerca di lavoro, la cosafondamentale è poi “metterti invetrina”. E su Experteer è pro-prio quello che puoi fare: inse-rendo il proprio profilo è possi-bile quindi venire contattatidirettamente da Head hunterche siano interessati alle tuequalifiche. I base agli obiettivi dicarriera inseriti, puoi essere

informato via e-mail sulla pre-senza di offerte di lavoro chepossano fare al caso tuo. La fun-zione benchmark retributivi tipermette poi di calcolare lo sti-pendio medio di una certaposizione e confrontarlo conquello che guadagni.

ASSUNZIONI DISABILIQuesti, dunque, gli strumenti.Ma quanto al lavoro? Gli ultimidati ci dicono che negli anni èmigliorata la percezione dellapersona con disabilità al lavoro,e gli sforzi ne hanno prodottoun maggiore accesso al mercatooccupazionale. Maggioreaccesso, quindi, ma per menotempo. Secondo i dati di unsondaggio Isfol del 2012, gliavviamenti al lavoro sono sìaumentati, ma la tipologia pre-valente di contratti vede rap-porti a tempo determinato.

COLLOCAMENTO MIRATORicordiamo che la legge di riferi-mento è la 68/99, la quale pre-

vede l’inserimento lavorativo dipersone disabili e delle catego-rie protette tramite collocamen-to mirato. In particolare, leaziende da 15 dipendenti in susono tenute ad assumere all’in-terno del loro organico almenoun lavoratore disabile. Le tran-che di assunzione seguono poiin questo modo: due lavoratoriper un organico dai 36 ai 50, eil 7% del totale dei lavoratoriquando si superano i 50 dipen-denti. La legge prevede delleesenzioni a questo obbligo, eriguarda le aziende con proce-dure di mobilità, cassa integra-zione o che stanno effettuandoprocedure di ristrutturazioniindustriali. Per poter accedereal collocamento mirato e ai suoiservizi, la persona disabile deveessere iscritta presso dei registriprovinciali presentando leopportune certificazioni rila-sciate dalle autorità preposte.(Fonte: www.disabili.com)

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Occupazione

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Diritto all’educazionee all’istruzione

L'istruzione è un’importante tra-mite per l'integrazione socialedella persona handicappata. Losi rimarca in diversi punti dellalegge 104/92. L'articolo 8, adesempio, sottolinea l'importan-za di disporre di adeguatedotazioni didattiche e tecniche,prove di valutazione, e perso-nale qualificato per garantirealla persona con handicap ildiritto allo studio. Necessario, poi, estendere l'at-tività educativa con proposteextrascolastiche.Istruzione come diritto dallascuola materna fino all'universi-tà, ribadisce l'articolo 12.Tra i commi, si prevede che perogni studente con handicapvenga realizzato un profilodinamico-funzionale. Questo,sulla base delle caratteristichefisiche, psichiche, sociali edaffettive dell'alunno, mette inrilievo sia le difficoltà di appren-dimento dovute alla situazionedi handicap, sia le possibilità direcupero, oltre alle capacitàindividuali che devono esseresostenute e rafforzate.Realizzato dagli operatori delleunità sanitarie locali assieme alpersonale insegnante specializ-zato della scuola, e con la colla-borazione dello studente edella famiglia, il profilo vieneaggiornato al termine dellescuole materna, elementare emedia, come pure periodica-mente durante le scuole supe-riori.Per gli studenti in età scolare ecostretti temporaneamente adassenze perché ricoverati, siprevede l'organizzazione diclassi ordinarie quali sezionistaccate della scuola statale.L'articolo 13, ribadendo l'im-portanza del coordinamentotra scuole, servizi sanitari, socio-assistenziali, ricreativi e cultura-li, cita poi due casi in particola-re: l'integrazione nelle universi-tà e negli asili nido. Nel caso degli atenei, si stabili-sce la programmazione di inter-venti adeguati sia al bisognodella persona che al piano distudio individuale. Si sottolinea anche l'importanzadegli interpreti per venire

incontro agli studenti sordi.Sussidi tecnici, didattici e servizidi tutorato vengono poi previstinelle università, nei limiti delloro bilancio e delle risorsedestinate alla copertura di que-ste attività.Nel caso degli asili nido, si pre-vede che le unità sanitarie loca-li possano adeguarne l'organiz-zazione e il funzionamento peravviare precocemente il recu-pero e la socializzazione deibambini con handicap. A questo obiettivo contribuisceanche l'assegnazione di inse-gnanti e assistenti specializzati.La loro presenza, comunque,deve essere garantita nellescuole di ogni ordine e grado,come sottolinea l'articolo in piùpunti. Proprio al ruolo degliinsegnanti di sostegno e alleloro attività è dedicato l'articolo14. Si punta l'attenzione sull'im-portanza di un aggiornamentocostante in materia di handicap,come pure di un confronto tradocenti del ciclo inferiore esuperiore per agevolare l'espe-rienza scolastica dello studentedisabile.Gran parte dell'articolo, poi,fornisce indicazioni sui piani distudio che gli aspiranti docentidevono seguire per essere abili-tati all'attività didattica di soste-gno. Sempre in fatto di organiz-zazione, l'articolo 15 prevedel'istituzione di appositi gruppi dilavoro in ogni ufficio scolasticoprovinciale, in ogni circolodidattico e negli istituti di scuo-la secondaria di primo e secon-do grado. I membri di questigruppi hanno il compito di col-laborare nelle attività organizza-te per integrare gli alunni condifficoltà di apprendimento. Per quanto riguarda la valuta-zione dello studente, l'articolo16 stabilisce che nel piano edu-cativo individualizzato devonoessere indicati per quali discipli-ne siano stati usati criteri didat-tici particolari, e le eventualiattività integrative e di soste-gno.Lo stesso articolo si soffermapoi sugli esami del rendimentodello studente. Nella scuola dell'obbligo, si pre-vedono prove corrispondentiagli insegnamenti impartiti e ingrado di valutare il progressodell'alunno in rapporto al suo

livello iniziale. Nella scuolasecondaria di secondo grado,sono consentite prove equipol-lenti e, nel caso di quelle scrit-te, tempi più lunghi. L'alunno,poi, può contare sulla presenzadi assistenti per l'autonomia e lacomunicazione, e può utilizzaregli ausili necessari. All'universitàprove equipollenti, tempi piùlunghi e mezzi tecnici sonoconsentiti previa intesa con ildocente della materia d'esamee con l'ausilio del servizio ditutorato. Scuola come avvio allavoro: è quanto succede inparticolare con la formazioneprofessionale. A questo tema èdedicato l'articolo 17, che sot-tolinea come gli appositi centripubblici e privati debbanotenere in considerazione lediverse capacità ed esigenzedegli alunni handicappati.Se questi non possono seguiregli ordinari metodi di apprendi-mento, devono essere garantiteloro attività specifiche, sullabase anche del piano educativoindividualizzato.(Fonte: www.disabili.com)

Dislessia, strumentitecnologici di supportoalla didattica

In tutto il mondo, sempre piùbambini e ragazzi mostrano diavere Disturbi Specifici diApprendimento (DSA), soprat-

tutto dislessia. Non sono affetti da alcunapatologia, non hanno bisognodi cure mediche, sono intelli-genti e creativi, però imparanoin modo diverso. In Italia la loro specificità è statariconosciuta dalla L. 170/10 eriguarda il 5% della popolazio-ne scolastica. Ancora più alta èla percentuale nei Paesi anglo-sassoni. La nostra è infatti unalingua con pochi grafemi efonemi e fra la fonologia e l'or-tografia la sovrapposizione èpressoché totale; nell'Inglese,invece, a fronte di 40 fonemi, visono 1.120 grafemi; si trattaperciò una lingua complessaper chi ha problemi con la lettu-ra. Il disturbo sembra esseredovuto ad una neurodiversità,che consente di leggere e scri-vere solo impegnando al massi-mo capacità ed energie. Poiché risulta difficile leggere inmaniera automatica, chi ha taledisturbo si stanca rapidamente,commette errori, rimane indie-tro, non impara. Occorre pertanto che sia segui-to in modo attento. Gli esperti dell'Istituto di ortofo-nologia sottolineano la necessi-tà di un corretto approccioterapeutico, che preveda inter-venti psicologici, di ambitospecialistico e didattico, inmodo da creare un contestomotivante e con competenzediffuse. (Fonte: www.disabili.com)

Diritto all’Istruzione

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Istruzione e Formazione

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Diritto all’Istruzione

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Gita scolastica e studenti disabili

La scuola, lo diciamo sempre, èun momento importante nelquale gettare le basi dell’inte-grazione. Partecipare alla vita di classesenza esserne separati, abituar-si a condividere attività ludichee formative con i compagni condisabilità, è il modo più natura-le di crescere con la consape-volezza che la diversità fa partedella vita. Fanno parte di questi momentianche le gite scolastiche, pic-coli eventi che nel vissuto dellaclasse danno la possibilità di raf-forzarne l’unione, con la condi-visione di esperienze al di fuoridell’aula scolastica. Considerato ciò, va detto chetalvolta succede che proprio legite scolastiche siano gravate diproblemi di gestione praticadell’alunno disabile, tali daimpedirgli di prendere parte aquesto importante momentoformativo, con il giusto disap-punto di genitori che, talvolta,pur di non far perdere al figliol’esperienza, si attivano per col-mare le carenze della scuola.

Ma quali sono i diritti degli stu-denti con disabilità, quanto allegite scolastiche?Cosa deve garantire la scuola inmerito a questo importantemomento relazionale dell’alun-no e di tutta la classe? E’ necessario che lo studentesia accompagnato da un fami-gliare? L’eventuale costo aggiuntivoper il suo trasporto è a caricodell’intera classe?Su questo torna utile un appro-fondimento del servizio legaledella Ledha - Lega per i dirittidelle persone con disabilità-,che proprio su questo mette inchiaro alcuni elementi. In primis l’appello all'art. 3 dellaCostituzione Italiana e del prin-cipio di integrazione scolastica,ribadendo il diritto degli alunnicon disabilità a partecipare aviaggi di istruzione e visite gui-date, esattamente come tutti glialtri compagni, sulla base delprincipio di uguaglianza.

Come fare, quindi, a garantireparità di diritti a tutti gli studen-ti, anche nel corso della gitascolastica?Innanzitutto partendo da unaorganizzazione che tengaconto delle esigenze e delledifficoltà dell’alunno con disabi-lità. Ricordiamo infatti che è la sin-gola scuola a decidere circa legite d’istruzione, quindi sarànecessaria una seria valutazionecirca il luogo da visitare, maanche il trasporto da utilizzarsi,il programma di visite e l’acces-sibilità di spazi e servizi relativi.E’ quindi a capo dell’istituzionescolastica la messa in atto ditutti gli accorgimenti necessari(c.d. accomodamenti ragione-voli) a far sì che l’alunno conhandicap possa partecipare alviaggio d’istruzione. Se così non fosse, si entrerebbein contrasto con l’art. 2 dellaConvenzione Onu sui dirittidelle persone disabili, configu-randosi come discriminazione.Partendo quindi dall’organizza-zione del viaggio, chiariamosubito che, come ricordato daltesto di Ledha, la scuola nonpuò in alcun caso subordinare ildiritto di partecipazione di unalunno con disabilità alla pre-senza di un suo familiare che loaccompagni. Questo significache la scuola non può preten-dere che ci sia un famigliare adaccompagnare l’alunno. Puòessere un familiare, ma non èobbligatorio. Spetta infatti agli organi colle-giali della scuola designare unaccompagnatore qualificato

che può essere un qualunquemembro della comunità scola-stica (docenti, personale ausi-liario, o familiari). (Fonte: www.disabili.com)

Universitari condisabilità, 10.000in più in dieci anni

Da 4.816 a 14.171: è una vera epropria impennata, la crescitadel numero di studenti iscrittialle università italiane dal2000/2001 al 2010/2011: il datoarriva dal ministero dell'Istru-zione, che lo ha riferito alcunimesi fa, in occasione del semi-nario nazionale sull'inclusionescolastica. Un dato che non compare nellerilevazioni ufficiale degli iscrittiall'università, in cui da alcunianni la variabile disabilità non ècompresa. Sarebbero comunque incostante e forte aumento i gio-vani con disabilità che bussanoalle porte egli atenei: meritosoprattutto della legge 17/99,che impone alle università diadottare un approccio di tiposistematico in materia di inte-grazione e supporto agli stu-denti disabili, garantendo sussi-di tecnici e didattici specifici,tutorato specializzato, undocente delegato dal rettoreper funzioni di coordinamento,monitoraggio e supporto, trat-tamento individualizzato per ilsuperamento degli esami uni-versitari. In base a questi criteri, secondo

una classifica recentemente sti-lata dal Sole 24 Ore, le miglioriuniversità italiane per studentidisabili sono il Politecnico diMilano, il Politecnico di Torino el'Università di Modena e ReggioEmilia. Agli ultimi posti, tre atenei delSud: l'Università Parthenope el'Orientale (entrambe di Napoli)e l'Università del Salento. La valutazione è stata fatta sullabase dei dati Miur, Almalaurea,Stella e Istat. A guidare la classifica, è quindi ilPolitecnico di Milano, dove èstato costituito un gruppo dilavoro composto da professio-nisti capaci di intervenire in ognimomento del percorso formati-vo, offrendo agli studenti insituazioni di disabilità supportopersonalizzato e servizi tecnicie didattici. Nelle graduatorie annuali perl'assegnazione di alloggi, vieneinoltre riconosciuta una prioritàagli studenti con invalidità noninferiore al 66%, i quali sonoanche esonerati dalla tassad'iscrizione e dai contributi uni-versitari. Al secondo posto, c'è ilPolitecnico di Torino, seguitodall'Università di Modena eReggio Emilia. Maglia nera invece per le uni-versità di Napoli (Partenope el'Orientale) e del Salento, dovei servizi di accoglienza e tuto-raggio per gli studenti disabilifaticano a decollare.Le buone prassi e le esperienzeinnovative, tuttavia, si stannodiffondendo nei singoli atenei,su tutto il territorio nazionale.

Istruzione e Formazione

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Diritto all’Istruzione

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(Fonte: www.superabile.it)

Sostegno: quando e come richiederlo

E’ infatti sempre compito dellascuola presentare richiesta dipersonale specializzato per l’in-tegrazione degli allievi disabili,individuando le ore necessarieper ciascun allievo. In caso di nuovi iscritti o nuovecertificazioni, dopo consensoformale da parte dei genitori,tale richiesta sarà attivata quan-tificando le ore in base alla dia-gnosi presentata dalla famigliaed alle indicazioni contenute inessa. In caso di allievi già certificati inprecedenza, essa si baserà sulladocumentazione già acquisitae, se vi è stato rinnovo, terràconto delle indicazioni fornitedalla diagnosi più recente. In questi ultimi casi, nella stesu-ra di tale richiesta, gli insegnantiforniscono indicazioni utili sullaclasse di appartenenza, sulledifficoltà dell’alunno e sui per-corsi di integrazione attivati, inmodo da individuare le ore disostegno necessarie. Sarà poi compito del dirigentescolastico inoltrare le diverserichieste prodotte per ciascunallievo agli uffici scolastici dicompetenza.Cosa accade se diagnosi e certi-ficazione vengono prodotte inritardo, se vi sono nuovi iscritti,se cambia il numero delle classi

o vi sono modifiche nella dia-gnosi? Dopo la fine delle lezioni, disolito a luglio, la scuola puòeventualmente presentare unarinnovata richiesta di risorseall’ufficio scolastico, di integra-zione delle ore già assegnatecomplessivamente. Essa dev’essere motivata, indi-cando il cambiamento dei datipresentati nella prima fase. In questi casi, l’amministrazionevaluta le richieste sulla base delcontingente provinciale di cuidispone e assegna eventual-mente ulteriori risorse di soste-gno. Come orientarsi nel caso in cuile ore di sostegno assegnatesiano infine non sufficienti? Le norme hanno nel tempoindividuato diversi parametri cuiattenersi, fino all’assegnazionemedia di un insegnante ognidue alunni. Oggi questo criterio non è sem-pre rispettato, soprattutto neicasi di disabilità di grado lieve omedio. La Corte Costituzionale, però,con sentenza n. 80/10 ha rite-nuto questo criterio nonrispondente all’esercizio deldiritto allo studio per gli alunnicon disabilità di particolare rilie-vo e, pertanto, ha stabilito ildiritto all’assegnazione di ore inderoga. Negli ultimi anni, pertanto, sonostate numerose le famiglie chehanno scelto di rivolgersi ai tri-bunali amministrativi per otte-nere o riottenere le ore di

sostegno non assegnate. I tribunali si sono in tutti casipronunciati accogliendo le lororichieste e, pertanto, le diversecircolari sugli organici che sisono susseguite, si sono ormaiadeguate a tale disposizione.Al momento, pertanto, gli allievicon grave disabilità hanno dirit-to all’assegnazione di undocente per tutte le ore delsuo servizio che, ricordiamo,sono: 25 nella Scuola dell’Infanzia;22 nella Scuola Primaria;18 nella Scuola Secondaria.(Fonte: www.disabili.com)

Il Fonziedi Happy Days parla di dislessia

Vi ricordate di Fonzie, la suagiacca di pelle nera e il suoinconfondibile “EHI”? Fonzie, il personaggio dellaserie televisiva Happy Days,interpretato dall’attore HenryWinkler? Il Fonzie che conoscevamo èoggi uno scrittore, che a lSalone del Libro di Torino hapresentato al pubblico il 15maggio scorso la serie di libriper ragazzi da lui scritta, che haper protagonista Hank Zipzer,un ragazzino dislessico. Le avventure di Hank Zipzer,ispirate alla vita dello stessoWinkler e da lui scritte insieme aLin Oliver, raccontano di unragazzo disordinato e con pro-

blemi di apprendimento, mapieno di idee creative. Nel suo intervento, HenryWinkler, ha parlato di quandolui era piccolo: “Quando ero un ragazzo a NewYork nessuno sapeva che cosafosse la dislessia. A me è statodetto che ero stupido, pigro,che non sfruttavo le mie poten-zialità. I miei genitori mi chiama-vano stupido cane, che grandesostegno!” Le parole di Henry Winkler nonfanno che confermare quantosia fondamentale sostenere ibambini dislessici e non, inco-raggiarli. Ero imbattibile a pranzo, haconfessato, ma a scuola andavomalissimo. Per Henry Winkler scrivere ininglese era difficile, la storia eradifficile, e la matematica…diffi-cilissima! Ma le difficoltà che siincontrano a scuola non hannoniente a che fare con quantograndi possiamo essere.Per raggiungere i propri obietti-vi, ha ricordato Winkler, sononecessarie la tenacia che fa arri-

Istruzione e Formazione

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vare proprio lì dove si vuole e lagratitudine che non fa provarerabbia durante il percorso. Il messaggio è arrivato forte echiaro: bisogna aiutare i bambi-ni dislessici, avvicinarsi a loro ecapire che non sono malati, masono persone che imparanodiversamente.(Fonte: www.disabili.com)

Scuola, quiz Invalsi.Proteste contro la discriminazione dei disabili

L’Invalsi è l‘Istituto Nazionaleper la Valutazione del Sistemaeducativo di Istruzione e di for-mazione che, attraverso dei testscritti nelle scuole elementari,medie e superiori, ha l’obiettivodi monitorare il livello diapprendimento degli studenti ela qualità formativa e didatticaofferta dalle scuole. Il protocollo di somministrazio-ne è standard per tutte le scuo-le: prevede un test di italiano,uno di matematica e un que-stionario dello studente.Ogni prova va svolta in untempo massimo a seconda delgrado scolastico: 45 minutinelle scuole elementari, un’orae 15 minuti nelle medie e un’orae mezza nelle superiori.Per gli allievi con bisogni educa-tivi speciali ci sono dei proto-colli da rispettare: possono par-tecipare alle prove ed è ammes-so l’uso di sistemi dispensativi,purché non modifichino inalcun modo le condizioni disomministrazione per sé e per

gli altri alunni.Non è possibile dunque la lettu-ra ad alta voce né la presenzadell’insegnante di sostegno, ameno che l’alunno con gravidisabilità o con disturbi specificidi apprendimento non vengaallontanato fisicamente dalresto della sua classe.In più è prevista la segnalazionedel codice di disabilità, in mododa considerare separatamentela valutazione dei test e noninserirla nella statistica dei risul-tati del resto dei compagni.Secondo quanto cita la legge104 del 1992, che tutela l’inte-grazione sociale e i diritti dellepersone disabili, “la Repubblicane promuove la piena integra-zione nella famiglia, nella scuo-la, nella società e nel lavoro…epredispone interventi volti asuperare stati di emarginazionee di esclusione sociale dellapersona handicappata”.Partendo da questo, genitori,docenti e membri del Cesp,Centro Studi per la scuola pub-blica, hanno avviato una raccol-ta firme denunciando lasospensione dei più elementaridiritti di integrazione scolastica.Secondo una docente di soste-gno, “l’istituto Invalsi vuole foto-grafare la realtà della scuola ita-liana, ma da questa foto esconotanti buchi perché gli oltre due-cento mila alunni disabili nonvengono considerati.È grave perché la scuola pubbli-ca punta all’inclusività, mentrecosì si rischia di discriminarlisenza esclusione di colpi”.(Fonte: www.edscuola.eu)

Tagliate le tecnologiedidattiche per nonvedenti

Gli allievi con bisogni educativispeciali hanno diritto ad ausili esussidi che possano favorire illoro apprendimento e la lorointegrazione.

Nel caso della disabilità visiva,però, si riscontrano moltecarenze: troppo spesso i testiscolastici elettronici arrivano inritardo, gli insegnanti di soste-gno non hanno una preparazio-ne specifica e spesso non cono-scono il Braille, mancano le con-dizioni perché gli alunni ciechio ipovedenti possano praticarele attività sportive. A tali carenze si aggiungonospesso oggi quelle relative allainaccessibilità delle nuove tec-nologie, nonché lo spazio sem-pre più esiguo che la scuolapuò riservare alla musica, unicaforma d’arte totalmente accessi-bile ai non vedenti. Eppure, esistono oggi applica-zioni informatiche e softwaread hoc, pensati proprio peragevolare i musicisti non veden-ti, con spartiti informatizzati edotati di comandi vocali chepossono aiutare i giovani a leg-gere la musica anche se nonvedenti.Purtroppo, a scuola come inaltre agenzie educative, il rigoreimposto dalla crisi economicasta imponendo molti sacrifici edoggi numerosi centri di riferi-mento sono addirittura a rischiochiusura, a causa dei tagli deifondi governativi, come adesempio il Centro di consulenza

tiflodidattico di Firenze, fre-quentato da decine di ragazziipovedenti e non vedenti. Si tratta di strutture fondamen-tali per facilitare la comprensio-ne del bisogno, dei limiti e dellepotenzialità del bambino mino-rato della vista, per orientare laprogrammazione dell’itinerarioeducativo, sia in famiglia sia ascuola, per guidare la scelta deisussidi didattici più opportunie, più in generale, per coadiu-vare il lavoro educativo svolto acasa e a scuola. Si tratta perciò di realtà chehanno svolto e svolgono unlavoro importante per l’integra-zione scolastica dei giovani condisabilità visiva e che rischianosignificativi dimensionamenti. I ciechi e gli ipovedenti hannoimparato a convivere con laloro disabilità, ma per potercondurre una vita agevole edignitosa hanno bisogno di effi-cienza, di servizi, di competen-ze dedicate. Non solo, però.Occorre che anche la comunitàimpari a convivere con loro. E’ stata inoltre sottolineata latematica del volontariato incompagnia dei membri dell’U-nione italiana volontari pro cie-chi, che hanno raccontato l’im-portanza del loro ruolo, solleci-tando i ragazzi a mettersi ingioco, per poter aiutare i nonvedenti, anche solo per unacommissione o per una passeg-giata. E’ importante, infatti, rafforzarel’avvicinamento tra i giovani e ladiversità, perché essa possaessere realmente inclusa nellasocietà.(Fonte: www.disabili.com)

Diritto all’Istruzione

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Istruzione e Formazione

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Politiche sociali

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Politiche per i disabilial bivio

Le politiche per i disabili sono aun bivio e proprio su questotema si è celebrata il 15 maggioscorso la terza edizione delFand Day. La giornata nazionaledella Federazione tra le associa-zioni nazionali delle personecon disabilità (Fand). A Roma, in occasione del FandDay 2013 l'Auditorium dell'Inailha ospitato la giornata con unincontro dal titolo “Politicheper i disabili al bivio”, propostee richieste delle Associazionidella disabilità per scongiurare icrescenti rischi di esclusionesociale. Si è trattato di un incontro diproposta e di confronto perdiscutere le esigenze e, anzitut-to, le possibili soluzioni, peraffrontare le crescenti difficoltàvissute dai disabili in questitempi di recessione economicae crisi del Welfare.La Fand ha riunito a Roma i qua-dri centrali e periferici delle sue7 associazioni aderenti (Anmic,Anmil, Ens, Uici, Unms, Anglat eArpa), in rappresentanza deiproblemi e delle richieste dioltre 4 milioni di persone condisabilità: invalidi civili, del lavo-ro o per servizio; ma anche cit-tadini affetti da cecità o sordità,oppure disabili psichici. Tante sono infatti le diverserealtà che compongono il varie-gato mondo della disabilità chein questa occasione si incontraper convergere su obiettivicomuni. Le attuali politiche sociali e sani-tarie per esempio, già sottofi-nanziate e progressivamentetagliate dalla crisi e dalla spen-ding review, non riescono agarantire pari opportunità ediritti di cittadinanza. Lo Statosi disimpegna ogni giorno di piùnell’assicurare assistenza, istru-zione, servizi sociali.

Il rischio pertanto di smantella-re il tradizionale Welfare statesenza essere riusciti prima acostruire validi modelli alternati-vi sul territorio diventa concre-to. Così come concreto diviene,come conseguenza, il rischio diricacciare i cittadini disabili eanziani non autosufficienti versol’esclusione o la ghettizzazionesociale.Le Associazioni dei disabili ade-renti alla Fand, nel sollecitarel’attenzione dell’opinione pub-blica e del nuovo Governo suquesti temi fondamentali per lacoesione sociale del Paese,hanno invitato a parteciparealla propria Giornata nazionale iministri e i rappresentanti delleIstituzioni nazionali competentiin materia, nonché Parlamentarie Autorità degli Enti locali.(Fonte: www.vita.it)

UNAR: la crisi rischia di ridurre le misuredi inclusione

In occasione della Giornatainternazionale delle personecon disabilità svoltasi il dicem-bre scorso, l'Unar - Ufficionazionale antidiscriminazionidel Dipartimento per le PariOpportunità della Presidenzadel Consiglio dei Ministri - haraccolto l'appello lanciatodall'Onu per discutere di misureconcrete per ridurre il gap fra lebuone intenzioni dei governicentrali e territoriali e le prassiche purtroppo denotano,ancora oggi, la permanenza dinumerose barriere e comporta-menti discriminatori. Marco De Giorgi, direttoredell'Unar, riprendendo titoli digiornali e scavando nella memo-ria fa un rapido elenco di alcunidei casi trattati dall'Ufficio nelcorso del 2012: "Un albergato-re: vostra figlia disabile devemangiare in orari diversi daglialtri perché disturba la clientela,la famiglia fa le valigie e va via. Negato l'accesso di un disabilea Villa d'Este, capolavoro delRinascimento italiano dichiaratodall'Unesco patrimonio del-l'umanità e, quindi, di tutti.Impossibilità per un disabile diutilizzare i mezzi pubblici nel

fiorentino perché gli autobussono sprovvisti di pedana elet-trica o perché non funzionante. Un bambino disabile di sei annisi è visto negare da una scuoladel casertano il sostegno scola-stico perché figlio di immigratighanesi irregolari". "Per non parlare poi - aggiunge- di quelli in cui si assiste adiscriminazioni multiple che col-piscono donne disabili o disabi-li rom in cui vengono denunzia-te delle situazioni di gravissimamarginalità ed esclusione socia-le". "In un contesto di forte crisieconomica - prosegue l'Unarnel suo appello - c'è il rischioche alcune misure di inclusione,prima garantite, anche dagli entilocali, ora vengano negate acausa del taglio dei fondi. Per tali motivi, in questi giorni sista discutendo anche inEuropa, nell'ambito della nuovaproposta di Direttiva comunita-ria contro tutti i tipi di discrimi-nazione, la portata del concet-to di 'soluzioni ragionevoli' fina-lizzate a garantire l'inclusionedei disabili secondo un seriogiudizio di congruità e adegua-tezza fra finalità perseguite emezzi impiegati. Ma obiettivo dell'Unar - conclu-de De Giorgi - è "mantenere altala soglia di allarme su questiproblemi anche in periodo dicongiuntura, per fare in modoche i diritti dei disabili sianoconsiderati diritti umani indero-gabili e non diritti finanziaria-mente condizionati".

Disabilità: approvato ilProgramma di azione

La Legge 18/2009, oltre a ratifi-care la Convenzione ONU, haprevisto la redazione di unProgramma d’azione biennaleper la promozione dei diritti el’integrazione delle personecon disabilità in attuazionedella legislazione nazionale einternazionale. Il Programma di azione è statoelaborato dall’Osservatorionazionale sulla condizione dellepersone con disabilità, istituitodalla stessa Legge 18/2009, chelo ha definitivamente approvatoin seduta plenaria il 12 febbraio

scorso. Il testo approvato saràadottato con decreto delPresidente della Repubblica, suproposta del Ministro delLavoro e delle Politiche sociali,sentita la Conferenza unificata,che si esprime entro trenta gior-ni, e previa deliberazione delConsiglio dei Ministri. “Si tratta di un atto che, per lasua ampiezza e profondità, èparticolarmente importante perle persone con disabilità e leloro famiglie. – commentaPietro Barbieri, presidente dellaFederazione Italiana per ilSuperamento dell’Handicap – Èun documento attorno al qualevi è stato un confronto ‘storico’fra diverse esperienze, profes-sionalità, associazioni, enti.” Non appena la situazione politi-ca e istituzionale avrà assuntocontorni maggiormente definiti,la FISH presenterà come istanzaprioritaria l’attuazione delProgramma di azione. (Fonte: www.fishonlus.it)

I centri diurni:politiche di inclusioneo discriminazione?

I centri diurni per handicappatinascono attorno alla fine deglianni Sessanta inizio degli anniSettanta: non solo l’istituziona-lizza zione in termini di ricove-ro, ma il sistema stesso di servizispecializzati per l’handicapconsolidatosi nel decennio pre-cedente (scuole speciali, labo-ratori protetti, centri riabilitativi,ecc.) viene messo in discussio-ne e violentemente attaccato.Parallelo e separato rispetto alcircuito per la “normalità”, talesistema di servizi viene conte-stato in nome di una concezio-ne della riabilitazione che nonpunta più sul versante igienico-sanitario, ma su quello sociale:quello che conta è la socializza-zione che ha come mezzo prin-cipale, e come fine, l’inserimen-to nei luoghi e nelle istituzionidella vita quotidiana, luoghi eistituzioni che devono cambiaresotto il profilo delle strutturecome della cultura per adattarsie accogliere chi fino a quelmomento era stato escluso inquanto ritenuto e vissuto come“diverso”.

Protezione Sociale

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Politiche sociali

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Inizialmente tali centri hannofaticato a trovare un nome: cen-tro gravi, centro diurno, centromedico sociale, centro socioria-bilitativo e tante altre etichetteche definivano organizzazioni eprogetti diversi, ma che con iltempo hanno assunto, pur nellaoriginalità di ciascuno, alcunipunti di continuità. Attualmente i centri diurni sonostrutture territoriali non residen-ziali previste per ospitare in orediurne soggetti handicappatimedio-gravi in età post-scolare,allorché si ritiene superata lafase evolutiva, che presentinocondizioni di non autosufficien-za e pertanto abbiano bisognodi continua assistenza e per iquali non sia stato possibile l'in-serimento al lavoro "normale" o"protetto"; nei centri diurnisono, quindi, ammessi i soggetticon disabilità tali da comporta-re una notevole compromissio-ne dell'autonomia delle funzio-ni elementari, e per i quali sianostati esperiti tutti gli interventi ditipo riabilitativo-sanitario epsico- sociale atti a garantire unreale inserimento in strutturerivolte alla generalità delle per-sone. In esse si cerca di assicu-rare il proseguimento dell'itersocio- riabilitativo, attraverso uninsieme organico di attività evi-tando l'istituzionalizzazione delsoggetto handicappato. Il centro diurno è strutturatocome una comunità di vita nellaquale ognuno trova i sostegnimateriali, relazionali ed affettiviper una vita “autonoma”,l’obiettivo principale è la cresci-ta dei soggetti nella prospet tivadi una progressiva e costantesocializzazione per sviluppare,pur nella consapevolezza deilimiti oggettivi, le capacità resi-due e di operare al massimo peril mantenimento dei livelliacquisiti. E’ una struttura inter-media , affinché non diventimeta definitiva per chi vi entra;aperta, affinché tutta la vita nonsi esaurisca all’interno, ma siricerchino le forme possibili diesperienze e di collegamentoesterni; è, infine, una strutturadi appoggio alla vita familiareparticolarmente necessaria perconsentire di mantenere al pro-prio interno la persona handi-cappata. Tali strutture devonoessere dotate di diverse figure

professionali stabili: educatori,assistenti domiciliari e dei servi-zi tutelari, infermieri, medici,che concorrono, nell’ambitodelle proprie competenze, asoddisfare i bisogni nella loroglobalità, avendo comemomento unificante delle lorospecifiche prestazioni il proget-to mirato e personalizzato. Per esigenze diagnostiche e ria-bilitative possono avvalersi dialtri servizi del territorio. Le prestazioni socio- educative-assistenziali sono assicuratedagli educatori i quali, nelrispetto del principio dell’indivi-dualizzazione del processoeducativo, orientano i lorointerventi a raggiungere un piùadeguato rappor to della per-sona handicappata con se stes-sa, con gli altri e con l’ambiente,e ad acquisire, per quanto adognuno è possibile, comportamenti e funzioni indispensabi-li per la vita di tutti i giorni.L’azione educativa deve coin-volgere anche il nucleo familiareper renderlo compartecipe delprogetto e parte attiva nel rea-lizzarlo. Si possono individuare più areein cui inserire una serie di attivi-tà diversificate, tali da soddisfa-re i principali bisogni dei sog-getti che frequentano i centri:- attività educative rivolte almantenimento e allo sviluppodelle capacità residue e poten-ziali dell’utente nell’autonomiapersonale;- attività educative con significa-to prevalentemente psicomoto-rio;- attività educative e di socializ-zazione;- attività educative con significa-to prevalentementeoccupazionale;- attività mirate al mantenimentodel livello culturale raggiunto;- attività sanitarie.Per garantire prestazioni ade-guate e un soddisfacente rap-porto tra soggetti ed operatori,il numero degli utenti nondovrebbe superare le 20 unità.Così come si è visto per l’assi-stenza domiciliare, anche il cen-tro diurno ha come fine princi-pale quello di mantenere il sog-getto handicappato nel suocontesto socio- ambientale.(Fonte: www.conosciamocimeglio.it)

ICT: Intesa Asphi-Confindustria Digitaleper inclusionedigitale disabili

Promuovere l'integrazione nellavoro, nella scuola e nellasocieta' delle persone svantag-giate attraverso l'uso delle tec-nologie digitali. È questo loscopo della collaborazioneavviata oggi con la sigla di unprotocollo d'intesa fra Confin-dustria Digitale, la federazioneche in Italia rappresenta leimprese ICT, e la FondazioneAsphi onlus, impegnata datempo sui temi della disabilita' edelle tecnologie Ict per favorireautonomia e partecipazione dipersone con disabilità e anziani. Con questa azione si intendefacilitare iniziative tra le impreseassociate a Confindustria Digita-le ed Asphi per qualificare sem-pre meglio servizi e prodotti inmodo che siano accessibili efruibili anche a una 'utenza fra-gile', come disabili ed anziani.Regole applicabili, spieganoConfindustria Digitale e Fonda-zione Asphi, applicabili in ambi-to e-government, accessibilita'ai siti della Pa e agli open data;per valorizzare le capacita'lavorative delle persone disabiliattraverso l'uso di tecnologie Icte promuovere la creazione dinuovi ambienti di apprendimen-to accessibili con didatticheinclusive; per identificare solu-zioni e ausili digitali nell'ambitodi progetti di Smart Commu-nities e Smart Cities. (Fonte: adnKronos 21/05/2013)

Politiche di assistenzadei disabili

La parola assistenza viene spes-so collegata solo alle prestazio-ni economiche ma non è così. Per assistenza s’intende unarete di interventi che, utilizzatianche in modo integrato traloro, siano di suppor to adun’azione di integrazione socia-le per quei cittadini che, acausa delle loro condizioni psi-cofisiche, si trovino in situazionidi svantaggio. Con il termine assistenza socialeci si riferisce, quindi, all’insiemedelle attività e dei servizi volti aprevenire o ridurre situazioni dibisogno connesse all’età, a statidi svantaggio fisico e psichico oad altre condizioni di emargina-zione. Un’adeguata rete territo-riale di servizi sociali è una con-dizione necessaria per realizza-re un’effettiva integrazionedelle persone handicappate nelquotidiano ambiente di vita. L’assistenza sociale in favore deidisabili comprende, quindi,interventi integrativi e sostitutivial nucleo familiare (assistenzadomiciliare, affido, struttureresidenziali), interventi per faci-litare la vita di relazione (servizidi accompagnamento in sediinformative, trasporto scolasti-co, frequenza di centri sociali eeducativi, ecc.), interventi perparticolari situazioni di disagioeconomico e sociale (contribu-ti economici vari, assegnazionealloggi, ecc.). L’atteggiamentodell’Amministrazione Pubblica,del mondo politico e dellasocietà in generale è ancora

Protezione Sociale

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sostanzialmente passivo rispet-to alla realtà dell’handicap cheinvece si evolve, si modifica, sitrasforma. Mentre si discute diprevenzione, di diagnosi preco-ce, di recupero, di inserimento,mentre si mettono a fuoco, insostanza, i problemi assistenzia-li del bambino e dell’adolescen-te con handicap, il tetto dell’etàmedia di un’ampia fascia di que-sti soggetti va progressivamentealzandosi, grazie anche allesempre maggiori conoscenze incampo medico e riabilitativo.In una cultura contadina e in unsistema di famiglie patriarcali,c’era la possibilità di una gestio-ne “privata” del congiunto han-dicappato adulto; il passaggioad una civiltà industriale epostindustriale, alla famigliamononucleare hanno reso que-sta pratica impossibile, ocomunque difficile, imponendoper questi casi soluzioni “socia-li”. Se in passato, per molti gio-vani disabili giunti all’età adulta,la scelta dell’istituzione chiusa,del manicomio, della clinicaspecializzata era stata pratica-mente obbligata, oggi la batta-glia per la deistituzionalizzazio-ne dà i suoi frutti, anche se creainevitabilmente dei problemidiversi. La pianificazione dell'in-tervento, la conoscenza appro-fondita della realtà e dei sog-getti sui quali si va ad incidere,sono elementi fondamentali diun approccio esemplare al pro-blema che soprattutto i respon-sabili del Servizio SanitarioNazionale dovrebbero adottarecome schema di riferimento peruna politica corretta in tema dihandicap. L'intervento persona-lizzato precoce, il tentativo direalizzare un percorso educati-vo finalizzato al raggiungimentodi una ragionevole autonomia,sono delle linee di tendenzavalide in assoluto, e propedeu-tiche, in ogni caso, alla program-mazione e alla gestione dellavita nell’età adulta. La svoltanella politica dell'handicap puòvenire solo dalla formazione,dall'educazione, dall'informa-zione dell'opinione pubblica,da una strategia corretta e mira-ta che non può cadere dall'alto,improvvisamente, ma deve veni-re per gradi, con un processo dimaturazione dal basso.(Fonte: www.conosciamocimeglio.it)

Disabilità e Lavoroin Italia

Il tema dell’integrazione lavora-tiva delle persone disabili rap-presenta al riguardo un casoverosimilmente paradigmatico. Se infatti da un lato l’inserimen-to lavorativo nel mercato aper-to è stato sinora visto come unapriorità e uno degli strumentiessenziali per l’inclusione socia-le delle persone disabili, sia alivello di singoli paesi che diorganizzazioni sovranazionali(Unione europea, OECD, ILOecc.), dall’altro l’evoluzionedelle dinamiche produttive,sotto la spinta della globalizza-zione, ha favorito progressiva-mente l’emergere di una diffusaconsapevolezza circa i rischi ele difficoltà insiti nell’identifica-zione di questa stessa integra-zione lavorativa con il modelloclassico del lavoro fisso fulltime, tipico del breadwinnermaschio (e magari bianco, spo-sato ecc.), spina dorsale pro-duttiva della società industriale,almeno fino agli anni Sessanta(Abberley, 1999). Avendo come obiettivo unmodello esclusivo di integrazio-ne lavorativa standard, si finiscecon il ricadere nel paradossodell’impacchettamento: unadefinizione ideologica, nontematizzata, di ciò che è o nonè disabilità non può che aggra-vare la dimensione della segre-gazione e quindi dell’esclusioneche si vuole combattere. Come si è già avuto modo diargomentare (Checcucci,2006), quelle che il modellosociale definisce barriere disabi-litanti finiscono anche in questocaso per interagire con la valu-tazione che la singola personacompie circa l’ammontare delleproprie risorse, considerate siain termini di capitale individuale(istruzione, condizioni di saluteecc.), sia di capitale socialedisponibile (familiare ed extra-familiare). Se l’investimento giudicatonecessario per raggiungere unlivello per definizione irraggiun-gibile di prestazione lavorativastandard verrà giudicato dalsoggetto eccessivo, egli tenderàad autoescludersi, al fine di evi-tare più elevati livelli di frustra-

zione, in caso di fallimento. Il risultato, quello che Boudonchiama effetto di amplificazio-ne, sarà la segregazione dellepersone interessate (Boudon,1980, pp. 100-108). Sul versante delle organizzazio-ni produttive, considerato l’in-vestimento aggiuntivo richiestodall’inserimento di un lavorato-re disabile, sembra ragionevoleaspettarsi che il datore di lavo-ro, pubblico o privato che sia aparità di altre condizioni, tendaa preferire candidati che nonlascino intravedere gli stessilivelli di rischio e rigidità nell’am-bito delle relazioni organizzati-ve (Checcucci, 2006). (Fonte: www.isfol.it)

Disabilità: la chiamanoinclusione, praticanodiscriminazione

Nel corso dei giorni ho volutovedere con i miei occhi alcunerealtà legate alle “opportunità”offerte li adolescenti e degliadulti con grave handicap. È stata una pugnalata inflitta nelmezzo della mia fronte.Ho pensato che qui le cosesono due: o sono matta io osono matti loro. Provo a spiega-re quello che ho visto, cosa hopensato, chiedendo più chemai un confronto aperto.

1. Centri diurni che svolgonoprogetti e attività che devonofavorire l’inserimento, l’inclu-sione e la crescita di personein condizione di handicap.Bene. Decido di capire meglio.

Esco di casa al mattino e ne giroalcuni. Non ho trovato niente diinclusivo e nessuna opportunitàse non quella (per certi aspettimeritevole considerato chepare sia l’unica o quasi) di babyparking per persone adulte. Non voglio sparare a zero sullabuona volontà e sull’impegno dirisorse dei singoli. Però qualcuno mi deve spiegarecome si può favorire qualsiasiobiettivo di inclusione tenendole persone chiuse a fare cosetra di loro. Ho provato a riflette-re sulla parola inclusione. Se non sbaglio, si dovrebbeinvece prevedere un gruppo Ae un gruppo B che vengono incontatto tra di loro costruendoqualcosa di omogeneo. Ma se ilgruppo A sta a ponente e quel-lo B a levante come si fa?Le azioni, i progetti. Accomunano sempre per largaparte l’handicap su gambe. Quello su ruote è sempre oquasi troppo difficile se mancal’autospinta. E questa cosa mi faarrabbiare tantissimo. I progettisono sempre gli stessi: si dipin-ge, si guardano video di variotipo, si sta in compagnia (?). Nei casi più fortunati si balla e sicucina. Siamo davvero avanti!Sono rimasta disarmata. Ampi spazi, giardini, disegni allepareti come quelli della scuolaper l’infanzia, ma l’obiettivo miè parso non solo lontano, bensìmolte volte assente. A discapito di realtà fortunata-mente diverse e decisamentepiù vive e concrete, altri aspettimi hanno buttato giù.

Politiche sociali

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Protezione Sociale

Strada Manara 64/b - PARMATel. 0521 296911

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2) La relazione con l’esterno èpraticamente nulla.Sempre diversificando con i rariesempi di cooperative chehanno un risvolto concretoverso l’esterno e realmentecontribuiscono ad un inseri-mento, l’handicap grave trovaancora tutti impreparati. Allora voglio dirlo apertamentee provocare: che si può far farea uno con ritardo cognitivograve che non può muoversi?Nessuno lo sa. Chi lo sa rinuncia perché costadi più in termini economici eprofessionali. E io mi arrabbio ancora di più. Esistono tecnologie di avan-guardia che aiutano sul serio,ma è molto meno impegnativoprendere le tempere e fardipingere. Lo fanno i disabili,chi mai si permetterà di dire chequel lavoro fa pena? E io non ci sto un’altra volta. A meno che qualcuno non mispieghi perché i disabili devonoessere tutti buoni, tutti pittori,tutti amanti della musica.

3) Arrabbiata per la discrimina-zione: possibile che non si rie-sce a prevedere un veroapproccio alla persona e acapirne i punti di forza?Assegnare a questa un veroassistente specializzato che laincluda, nei contesti che la per-sona richiede di frequentare omostra di frequentare almeglio? Ma insomma, siccome i mieiocchi vedono senza capire iomi fermo alla carrozzina spintada qualcuno e alle competenze

diverse dalle mie. Poi sentenzio: siccome io cometutti faccio così e lui no, lui èdiverso quindi va a dipingere/ascoltare/passare tempo in uncentro. Centro? centro di che ?4)Il desiderio: se le famiglieavessero l’assegno di curaavrebbero un portone spalan-cato alle opportunità. E nessuno più di noi ha voglia ecapacità di individuare le vereopportunità, che sono bendistinte dai parcheggi. Se laprofessionalità non fosse acqui-sita per caso ma scelta a montesarebbe più facile accedere aiservizi delle tecnologie. Se i mezzi pubblici, le strade, gliuffici fossero accessibili nonsulla carta e in foto ma sul serio,tutti potremmo girare di più.Avete idea di quanti montasca-le stanno li per scena? Vi siete mai chiesti perché bar-riera equivale sempre a orrore? Fior fiore di architetti e non siriesce ad avere uno scivolodecente!

5)La speranza: includere ilmondo c.d. normodotato inquello della disabilità e nonpiù il contrario.

6) La certezza: a mio giudizionon è rimasto che rovesciare ilparametro di riconoscimentosociale.Post polemico e arrabbiato. Maè una presa in giro dire inclusio-ne e fare discriminazione. Nonvoglio che questa sia l’unicaopportunità. E non credo diessere l’unica .

(Fonte: Blog di Fabiana Gianni, attivi-sta per i diritti dei disabili: www.ilfat-toquotidiano.it/blog/fgianni/)

Per una disabilitàsostenibile

Per lungo tempo la disabilità èstata considerata una caratteri-stica “anomala” dell’individuo,legata a menomazioni fisichee/o mentali. Per tale motivo lepersone con disabilità sonostate a lungo escluse dai pro-cessi del modello di svilupposocio-economico basato su cri-teri di “normalità”. A partire dalle prime riflessionisociologiche degli anni 60 egrazie alle spinte innovative deimovimenti organizzati dellepersone disabili il rapporto frasocietà e disabilità ha subìtouna rimodulazione progressiva. Si è passati dal concetto di han-dicap come svantaggio dell’indi-viduo ad un approccio alla disa-bilità di tipo bio-psico-sociale,

che consente di valutare la fun-zionalità della persona, deman-dando agli Stati il compito divalorizzare le capacità dell’indi-viduo, promuovendone l’auto-nomia in ogni campo della vitasociale. Sotto questa prospetti-va l’esperienza italiana rappre-senta un’eccellenza solo inpochi campi. L’Italia rimane agli ultimi posti trai Paesi europei per risorse desti-nate alla tutela e all’inclusionesociale delle persone con disa-bilità. Si spendono 438 euro pro-capite annui contro i 531 dellamedia europea, ben lontani dai754 del Regno Unito. Al di là del dato economicopuro, lo stato delle condizionidi vita delle persone con disabi-lità nel nostro Paese è dato dailivelli occupazionali, dall’acces-sibilità a tutti gli ambienti di vitae dalla fruibilità dei servizi che,come mostrano le indagini esi-stenti, non sono ancora ade-guati alle direttive europee.(Fonte: www.ais-sociologia.it)

Politiche sociali

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Protezione Sociale

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Diritto alla salute per i disabili, un percorso a ostacoli

In un sistema in crisi, e spessosotto attacco, il diritto alla salu-te delle persone con disabilità èparticolarmente a rischio, viep-più nelle situazioni ad elevatocarico assistenziale, di malattierare o di particolari necessitàfarmacologiche, terapeutiche odiagnostiche. Obiettivi: introdurre e garantirenel Sistema Sanitario Nazionaleelementi di particolare tutelaper i Cittadini con maggiori opeculiari necessità sanitarie;garantire il diritto di scelta e ilcoinvolgimento in particolarenei processi abilitativi/riabilitati-vi. Interventi:- è necessario ripensare il siste-ma riabilitativo seguendo leindicazioni dell’articolo 26 dellaConvenzione Onu sui dirittidelle persone con disabilità, inparticolare offrendo spazi diinnovazione rispetto alla medi-calizzazione del percorso riabi-litativo ed a un modello centra-to quasi esclusivamente su atti-vità fisioterapiche. Il modello èquello del coinvolgimento atti-vo (empowerment) della perso-na e del raggiungimento dellamassima autodeterminazionepossibile;- il tema riguardante gli ausilinon può e non deve sfuggire alpercorso di riabilitazione di cuideve divenire parte integrante.Per quanto riguarda il sistemaerogativo, il Sistema SanitarioNazionale deve recuperare lasua funzione di orientamentodella spesa proprio attraverso lafunzione di valutazione chedeve essere ricollocata nell’am-bito del percorso riabilitativo eabilitativo;- va garantito un aggiornamentoin campo tecnologico costantenel tempo che non sia vincolatoall’approvazione dei Lea, ma adun aggiornamento di un reper-torio nazionale che a singolocodice faccia corrispondere unprodotto con marca e modello,ed ovviamente l’indicazione delcosto;- va rimodulata, in specie per lepersone con patologie croni-che e comunque invalidanti, ladistribuzione delle terapie far-

macologiche che assicuri, suprogetto terapeutico individua-le, anche la continuità dellacura. L’adozione della Distri-buzione Diretta e DistribuzionePer Conto dei farmaci, oltre adeterminare una garanzia versofenomeni d’irreperibilità varia-mente generati, determinereb-be un notevole risparmio suicosti della distribuzione;- è necessario affrontare urgen-temente i temi ritenuti priorita-ri per la generalità delle malat-tie rare, allargando il ristrettissi-mo elenco degli attuali benefi-ciari, e cioè il diritto di tutti imalati rari alla cura, generaliz-zato sul territorio nazionale(dalla diagnosi alla riabilitazio-ne); la semplificazione delleprocedure e la competenzaspecifica di coloro che effet-tuano l’accertamento dell’inva-lidità; la presa in carico integra-ta e la continuità dell’assisten-za; il rafforzamento della reteterritoriale che deve avere pernodi centri veramente specia-lizzati e sul territorio altri presi-di in stretto collegamento; l’im-plementazione e l’estensionedelle biobanche; la formazionedei medici di medicina genera-le e dei pediatri; il diritto delmalato o di chi lo rappresentaa conoscere nel più brevetempo possibile la diagnosi sin-tomatica ed anche eziologica,ricorrendo agli esami di biochi-mica e di biologia molecolareche oggi sono sempre più pre-cisi ed economici;- sul modello delle Linee Guidan. 21 sull’Autismo emanatedall’Istituto Superiore di Sanitàe rese applicative dall’accordodella Conferenza Unificata del22 novembre 2012, è necessa-ria l’emanazione di Linee Guidaper ambiti di patologia affinchèvengano garantiti trattamentisanitari appropriati. (Fonte: www.fishonlus.it)

L’onoterapia, unapet-therapy peraiutare i disabili

All’interno delle pet-therapy sista sviluppando sempre piùl’onoterapia. Le caratteristicheproprie dell’asino, quali la doci-lità, l’intelligenza, la pazienza,

l’empatia, la morbidezza e lalentezza di movimento, consen-tono infatti di entrare facilmen-te in comunicazione con ilpaziente, attraverso attivitàspontanee e ludiche, ma anchestrutturate ed attive, con il sup-porto di un operatore. La comunicazione non verbalediventa il canale che rende pos-sibile l’espressione più intima disé. Quella con gli asini è un tipodi pet therapy già ben struttura-ta in Inghilterra, Francia,Spagna, Stati Uniti e Svizzera maancora poco diffusa in Italia. Nel nostro Paese, infatti, nonesiste una normativa omogeneache regolamenti le varie formedi terapia assistita con gli anima-li. Una Commissione ministerialesta però studiando una leggeche potrebbe essere approvataentro la fine dell’anno.

L’ONOTERAPIA IN ITALIAIn Veneto esiste una delibera digiunta del 2007 ed è in discus-sione una vera e propria leggesulle pet-therapy. A Polverara (PD), esiste l’unicoCentro sperimentale di forma-zione e ricerca sulle attività eterapie assistite con gli asini inItalia: La città degli asini, colle-gata al Centro di referenzanazionale per gli interventi assi-

stiti dagli animali (pet therapy). Si tratta di un’oasi di verdedove un’equipe multidisciplina-re pratica l’onoterapia. Gli asini vengono formati per illoro lavoro di terapia, che sibasa sulla loro capacità dientrare in relazione con pazien-ti dalle problematiche diversifi-cate: persone con disturbi delcomportamento, dell’attenzio-ne, dell’apprendimento e dellinguaggio, ma anche autistici,persone con disturbi dell’ali-mentazione o trattati con curepalliative. E’ inoltre in preparazione unprogetto di ricerca sullaSindrome da deficit di attenzio-ne e iperattività (ADHD).L’onoterapia è una pet-therapyrivolta ad a un’utenza eteroge-nea; è infatti adatta nei casi didisturbi della personalità maanche ai cardiopatici ed iperte-si, ai disabili motori, audiolesi onon vedenti, alle persone conproblemi di ansia, stress o condisarmonia emotiva. E’ una pras-si diffusa per la cura del disagionell'infanzia e i risultati sono avolte stupefacenti. Ci auguriamoperciò che questa buona prassipossa trovare sempre più diffu-sione anche nel nostro Paese.(Fonte: www.disabili.com)

Diritto alla salute

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Salute

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Diritto alla salute

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Disabilità: una Cartaper abbatterele barriere sanitarie

In Italia le persone disabilivanno in ospedale il doppiodelle volte rispetto a quellesenza disabilità, ma i nosocomiitaliani, tranne iniziative isolate,non prevedono percorsi di curapersonalizzati. Secondo i più recenti dati Istat,il 24,2% delle persone disabilieffettuano almeno un esamediagnostico contro l'11,3% deinon disabili. E il 46% ha fattouna visita specialistica a frontedel 23% dei non disabili. La mancanza di percorsi di curaad hoc rende più difficile dia-gnosticare le malattie, con graviconseguenze sulla salute e sullaqualità della vita di queste per-sone che in Italia rappresentanoil 4,8% della popolazione (cioèsono circa 2 milioni e 600 mila).Per riconoscere alle personecon disabilità il pieno diritto allecure ospedaliere e rendere lestrutture sanitarie adeguate alleloro esigenze fisiche, psicologi-che e sensoriali nasce la primaCarta dei diritti delle personecon disabilità in ospedale, rea-lizzata dalla Cooperativa socialeSpes Contra Spem e adottataper la prima volta in Italia dalPoliclinico Gemelli dellaUniversità Cattolica di Roma,dove è stata presentata il 7marzo scorso.«Questo progetto, che nascedal caso concreto di una perso-na a noi cara, intende spingersidal particolare all’universale -spiega Luigi Vittorio Berliri, pre-sidente di Spes contra Spem -cioè ha come obiettivo ultimoaiutare il sistema sanitarionazionale a fornire le giuste econcrete risposte per tutte lepersone con disabilità. Auspichiamo che questa Cartavenga adottata da tutti gli ospe-dali italiani perché ogni struttu-ra sanitaria deve essere ingrado di predisporre misure epercorsi che siano a misura didisabili».Il documento è stato sottoscrit-to da numerose associazioninazionali attive nel settore delladisabilità (Fish, Duchenneparent project, Sibilings, ABC-Bambini cerebrolesi, Fantasia,

Associazione persone Down eDisabili visivi) che hanno aderitoall'iniziativa e ha ottenuto ilpatrocinio del ministero dellaSalute e della Regione Lazio.La Carta è suddivisa in 14 artico-li (dedicati all’accesso in ospe-dale, agli standard delle cure,alla sicurezza e ai diritti comeutenti dei servizi) e affronta laproblematica del diritto allecure con la consapevolezza deimaggiori bisogni di mediazione,empatia, privacy delle personecon disabilità. Distingue tra i concetti di disabi-lità e malattia, guarda allanecessità della formazione delpersonale medico e infermieri-stico e alle esigenze dei disabilirispetto ai macchinari da utiliz-zare nella diagnostica. Si basa sugli stessi diritti formu-lati nella Carta europea dei dirit-ti del malato per sottolineareche non esistono diritti specialiper le persone con disabilità,ma che le loro limitazioni hannobisogno di strumenti e percorsiadeguati per essere rimosse. «Nello spirito della convenzioneOnu - chiosa Nicola Panocchia,medico del Policlinico Gemelli -la carta non propone nuovidiritti o diritti speciali per le per-sone con disabilità. Propone ilriconoscimento di un diritto,quello alla salute, che è un dirit-to di tutti i cittadini ma che, neifatti, spesso è difficile da esige-re per le persone con disabilità.Un diritto che deve esseregarantito, per un principio digiustizia, in tutte le Regioni ita-liane. Un ospedale a misura didisabile è un ospedale a misuradi tutti».(Fonte: www.healthdesk.it)

Diritto alla salutenon garantito

Diritto alla salute non rispettato(per l'89 per cento degli intervi-stati); mancanza di una liberascelta per i presidi medici e gliausili (70 per cento) e delrispetto dei Livelli essenziali diassistenza (57 per cento). È questa la percezione che i cit-tadini romani hanno dei dirittidei malati e delle persone disa-bili secondo un'indagine realiz-zata, su un campione di 2368utenti di ospedali e Asl (1853

persone hanno risposto diretta-mente e 515 anonimamente online) dall'Osservatorio perma-nente sulla sicurezza (Onps). Dieci in tutto i quesiti sommini-strati alle persone al di fuori deigrandi ospedali romani (dalSant'Andrea al policlinicoUmberto I fino a Tor Vergata etc)e delle principali Asl. "I risultati della nostra indaginesono del tutto negativi - spiegala presidente di Onps ClaudiaCorinna Benedetti. Abbiamoverificato che il diritto alla salu-te non è rispettato, così come ildiritto agli ausili e alle protesi.Questo è senza dubbio docìvu-to ai tagli al sistema sanitarioche stanno creando diversi pro-blemi alle persone". Tra gli altri risultati dell'indagineemerge che il 76 per centodegli intervistati non crede cheil Servizio sanitario nazionale siagarante del diritto alla salute,neanche nei confronti dellepersone con disabilità (90 percento).(Fonte: www.superabile.it)

Tutti Pazzi per la 181

Una proposta di legge di inizia-tiva popolare per valorizzare lapartecipazione attiva di utenti,familiari, operatori e cittadininei servizi di salute mentale eper garantire buone cure intutta Italia. E' la "legge 181" presentata uffi-cialmente oggi a Roma. A scrive-re il testo è stata l'associazione"Le parole ritrovate", che èpronta a raccogliere le 50.000firme necessarie in tutta Italiacon il motto "Tutti pazzi per la181". Perché sarebbe necessa-ria, oggi, una legge 181 lo spie-ga Renzo De Stefani, referentenazionale dell'associazione edirettore Dipartimento di salutementale di Trento: "A 35 anni didistanza dalla legge 180 si puòdire che in alcune zone d'Italiamolto è stato fatto per garantirecure dignitose a chi soffre dimalattie mentali. Questo, però, non è avvenutodappertutto, proprio per l'as-senza di direttive precise a livel-lo nazionale. La 180 ha portato alla grandeconquista della chiusura deimanicomi, ma è rimasta incom-

piuta proprio perché non eranata per indicare le cose da farenel quotidiano della salutementale e non è stata seguitada atti che andassero in questadirezione. Ecco perché oggiarriva questa proposta di legge181, con l'obiettivo di daregambe alla 180 e, quindi, anda-re verso una buona salute men-tale in tutta Italia". Il testo dellalegge è "originale e fuori daglischemi". Un concentrato di"buone pratiche ed esperienzeconcrete virtuose - prosegueDe Stefani - che vengono messea disposizione della salute men-tale italiana affinché da Bolzanoa Palermo tutti i pazienti deiServizi possano avere cureuguali e dignitose". I pilastri sono "parole-chiavecome fiducia e speranza", ma"soprattutto si sottolinea lanecessità di rendere i servizi disalute mentale luoghi "acco-glienti e colorati". E basterebbepoco per renderli tali: poltron-cine colorate, quadri alle pareti,foto e disegni. Queste cose lirenderebbero posti migliori neiquali tutti possano sentirsimeglio" dice De Stefani. "Unaspetto innovativo introdottodalla legge sono gli Ufe, ovveroUtenti familiari esperti. Si parte dal presupposto che,oltre al sapere degli operatori,sia indispensabile il sapereesperienziale di utenti e familia-ri, che possono mettere al servi-zio degli altri le loro esperienzevissute in prima persona.Insomma, si parla di luoghiaccoglienti e caldi, utenti efamiliari al centro, apertura allacittadinanza, reinserimentonella società attraverso il lavoro,indipendenza nell'abitare. Concetti che possono sembrareastratti ed utopici, ma che indiverse zone d'Italia sonodiventati realtà grazie alla per-severanza e alla concretezza dioperatori, familiari e semplicicittadini. Un vero e propriomodello che si traduce in unaparola: fareassieme".(Fonte: www.superabile.it)

Salute

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Una proteina la causa della Sindrome di Down?

Ad appena una decina di giornidalla Giornata Mondiale sullaSindrome di Down, dagli StatiUniti arriva una notizia chepotrebbe cambiare completa-mente le conoscenze quantoalla Trisomia 21. Un team di ricercatori delSanford-Burnham MedicalResearch Institute sarebbe giun-to a una scoperta in grado didirci come il cromosoma 21incida nell’alterazione dello svi-luppo cerebrale dei soggettoaffetti da Sindrome di Down. Stando a i risultati della ricercaUsa, pubblicata nella rivistascientifica Nature Medicine,responsabile dei ritardi cognitivie dei difetti comportamentalisarebbe la proteina chiamata“nexin 27”, o SNX27. O meglio,la sua scarsa presenza, riscon-trata nelle persone con laSindrome di Down. Il cromosoma 21 fungerebbequindi da inibitore alla produ-zione di questa proteina, cau-sando in questo modo undanno alle funzionalità dell’ap-parato cerebrale. I risultati dellesperimentazioni, realizzate suglianimali, hanno dimostrato cheripristinando nei topi conTrisomia 21 (difetto dellaSindrome di Down) la produ-zione della proteina SNX27, siregistrava un miglioramento nonsolo sul piano cognitivo che inquello comportamentale. Risultato che ha dunque indot-to i medici statunitensi a ritene-re che, almeno in parte, la scar-sa presenza di questa proteinapossa costituire causa dei difet-ti di sviluppo. E’ ovviamente prematuro parla-re di scoperta della causa dellaSindrome di Down, ma forseuna strada importante,dalpunto di vista scientifico, si ètracciata. E se su questo versante i passisono importanti ma lenti, vale lapena di sottolineare come suquello della percezione socialedelle persone affette daSindrome di Down qualche belsegnale arrivi. (Fonte: www.disabili.com)

Realtà virtuale per la riabilitazione

La realtà virtuale a servizio dellariabilitazione. Sembra fantascienza, ma lo èsolo in apparenza. Perché in unfuturo non troppo lontanoanche una persona con ridottao nessuna capacità motoriapotrebbe bere un bicchiered'acqua senza dover ringraziarenessuno, se non un robot alter-ego che esegue i comandi delsuo cervello, senza neppure ilbisogno di un battito di ciglia. È a questo ambizioso progettoche sta lavorando il gruppodiretto dal professor SalvatoreMaria Aglioti, presso laFondazione Santa Lucia diRoma, una di quelle eccellenzeitaliane all'avanguardia nellaricerca e nella riabilitazionedelle persone che hanno subitolesioni spinali. La sperimentazione condottaall'interno del laboratorio diNeuroscienze sociali e cognitiveattivato dalla Fondazione SantaLucia in collaborazione conl'Università La Sapienza di Romafa parte del progetto europeoVere (Virtual Embodiment andRobotic Re-Embodiment): attra-verso una Camera di realtà vir-tuale immersiva i ricercatorilavorano affinché individui condeficit legati a lesioni spinalipossano gestire un avatarmediante l'attività del propriocervello."Insieme al Collegio Sant'Annadi Pisa abbiamo costruito un'cave' dove studiare tutte lesensazioni visive e somaticheche portano alla possibilità diimmedesimarsi in un avatar e -successivamente - un robot",racconta Aglioti, che è profes-sore di Psicologia e neuroscien-ze sociali presso La Sapienza ericercatore della FondazioneSanta Lucia. Fino ad ora la sperimentazioneha coinvolto circa 20 persone,tra cui alcune con lesioni allaparte alta del midollo spinale, equindi impossibilitate a muove-re le gambe e le braccia. "Lepersone si immergono nellarealtà virtuale, immedesimando-si in un personaggio che prova-no a muovere attraverso la solaattività cerebrale - prosegue il

ricercatore. Oggi imparano a muovere unavatar ma la speranza è che, allafine del percorso, il personag-gio virtuale verrà sostituito daun robot". Un assistente perso-nale, appunto, che potrebbeprendere un bicchiere d'acqua,accendere il televisore o scac-ciare una mosca in luogo di unuomo o di una donna da cuiverrà diretto con il solo atto delpensiero. Insomma, l'obiettivo futuribile èquello di arrivare a usare l'attivi-tà cerebrale per sopperire agravi problemi di mobilità. Un progetto di "assoluta avan-guardia" lo definisce il ricercato-re, anche perché basato su una"tecnologia non invasiva", chenon usa elettrodi, ma la solaforza del pensiero. Insomma,un'utopia che potrebbe diven-tare realtà a patto - naturalmen-te - che la ricerca venga soste-nuta e finanziata. Ma anche un campo di applica-zione della realtà virtuale a dirpoco sterminato: si va dal con-trasto alla violenza sulle donnemediante l'immedesimazionedello stupratore nell'oggettodello stupro al "giornalismoimmersivo", che consentesoprattutto ai reporter diretti inzone di guerra di testare in anti-cipo, e in ambiente virtuale, leproprie reazioni di fronte aipericoli. "Ma sono solo alcuni esempi -

conclude Aglioti -. Perché l'usodella realtà virtuale immersivapresenta davvero un ventaglioincredibile di possibilità". (Fonte: www.superabile.it)

Screening neonatale:da 50 anni è possibileprevenire la disabilitàe la morte precoce

Le cause di disabilità motoria ointellettiva sono molte, moltodiverse tra loro. Una delle possibili cause geneti-che di disabilità è rappresentatadalle malattie metaboliche ere-ditarie, patologie croniche chese non riconosciute immediata-mente provocano danni irrever-sibili. Sono causate da disfunzioni delmetabolismo, spesso dall’assen-za o dalla carenza di enzimispecifici, che attraverso com-plesse reazioni chimiche elimi-nano le sostanze tossiche pro-dotte dall’organismo umano. L’accumulo di tali sostanze puòessere la causa di gravissimedisabilità fisiche o intellettive,oltre ad essere spesso causa dimorte precoce. Per evitare di incorrere in dannigravi è necessario che questemalattie siano diagnosticateimmediatamente, a pochi giornidalla nascita. La diagnosi per-

Salute

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mette infatti di iniziare immedia-tamente la terapia corretta (chepuò essere una dieta ferrea ouna terapia farmacologica verae propria), prevenendo i dannida accumulo di sostanze dan-nose. La diagnosi precoce èpossibile grazie al test di scree-ning neonatale: dal prelievo diuna goccia di sangue del neo-nato è infatti possibile determi-nare il rischio di più di 40 pato-logie. Una volta effettuato iltest, qualora i risultati fosseropositivi, si passa immediatamen-te all’indagine diagnostica verae propria e all’avvio della tera-pia, il tutto in pochi giorni. Si tratta di una metodica sicura,viene infatti effettuata ormai da50 anni. Il primo test è statomesso a punto dal microbiolo-go americano Robert Guthrie,ispirato dalla nipotina malata difenilchetonuria. Dalla sua idea è poi nato ilprimo screening neonatale che,adottato ufficialmente nel 1963,ha salvato migliaia di bambini. Grazie ai progressi scientificinegli USA è possibile effettuareil test di screening per 31 diver-se patologie, che ogni anno sal-vano circa 12.000 bambini daun futuro di sofferenza o da unamorte precoce. “E’ ormai chiaro - spiega il Prof.Roberto Cerone, Responsabiledel Centro regionale di riferi-mento per lo screening neona-tale e la diagnosi delle malattiemetaboliche dell’IRCCS Ospe-dale Gaslini di Genova ePresidente della SIMMESN - chediagnosticare e curare in tempouna malattia che può portare adisabilità grave conviene anchein termini economici, non è soloun principio etico.” Anche in Italia è disponibile loscreening per le malattie meta-boliche, definito "screeningallargato", con il quale è possi-bile indagare la presenza di ben40 patologie. Purtroppo però lo screeningallargato non rientra nei LEA edè oggi disponibile solo per inuovi nati di Toscana, Umbria,Emilia-Romagna e Liguria. Sonomolti i progetti pilota avviatinelle altre regioni, che nongarantiscono però pari oppor-tunità ai neonati italiani.(Fonte: www.disabili.com)

Umanizzazione deiservizi: come sonoi nostri ospedali?

Persone, non numeri. È questo quello che a gran vocei cittadini ricoverati richiedonoagli ospedali e alle strutture sani-tarie. Ferma restando la necessi-tà prioritaria di cure di qualità,l'aspetto dell'accoglienza e delservizio al degente non va sot-tovalutato né relegato alla finedella lista. Sentirsi accolti, poterporre domande al medico, nontemere di chiedere una spiega-zione in più, sono necessità chel'ammalato sente con unaurgenza di poco inferiore aquella della cura. In sostanza,riportare al centro il paziente,così come è giusto che sia.Partendo da questo presuppo-sto, è quindi utile vedere a chepunto sono i nostri ospedali suquesto fronte. A far luce sullasituazione, i risultati di una ricer-ca che ha rilevato la qualità deiservizi di accoglienza delle strut-ture ospedaliere italiane, pub-blicati in questi giorni.L'obiettivo di Agenas (Agenzianazionale per i servizi sanitariregionali) e dall'Agenzia diValutazione Civica di Cittadi-nan-zattiva, che hanno portato avan-ti lo studio, denominato Speri-mentazione e trasferimento dimodelli di empowerment orga-nizzativo per la valutazione e ilmiglioramento della qualità deiservizi sanitari, era quello divalutare la situazione attuale nelpanorama nazionale, per poideclinare il concetto di "empo-werment organizzativo" perquello che concerne la parteci-pazione dei cittadini a un pro-cesso di cambiamento. La ricerca, pubblicata nel n. 32di Monitor, la rivista di Agenas,evidenzia subito la disomoge-neità tra struttura e struttura,con differenze da zone e zone,pur confermando valutazionimediamente positive. Scopriamo quindi - o ne abbia-mo la conferma - che il nostropaese presenta una condizionemolto differenziata, quanto aumanizzazione delle strutture diricovero. La ricerca ha esamina-to 54 strutture ospedaliere di 16regioni italiane, per lo più ospe-dali pubblici, e si è servita di 110

organizzazioni di cittadini per larilevazione, tramite questiona-rio, del livello di qualità e uma-nizzazione dei servizi, dando unvoto da 1 a 10 rispetto ai 4 fat-tori presi in considerazione:- processi assistenziali e organiz-

zativi orientati al rispetto e allaspecificità della persona;

- accessibilità fisica, vivibilità ecomfort dei luoghi di cura;

- accesso alle informazioni, sem-plificazione e trasparenza;

- cura della relazione con ilpaziente e con il cittadino

La media generale delle singolevoci si attesta sulla sufficienza,con valutazioni che rincuorano,come il 7,12 per il fattore indica-to come "Accessibilità fisica, vivi-bilità e comfort dei luoghi dicura"; 8,86 per la semplificazio-ne delle modalità di accesso alleprestazioni, 8,26 per l'orienta-mento e segnaletica dei percor-si. Ma i punti deboli non manca-no. Ad esempio, per ciò cheriguarda il basilare rapporto colpaziente, per il quale gli intervi-stati hanno indicato in mediaappena la sufficienza; malissimoper ciò che concerne il rispettodelle specificità linguistiche(4,62) e poco meglio per le esi-genze di culto (6,12). Insufficiente la semplificazionedi uno dei processi più impor-tanti, come quello delle modali-tà di prenotazione, per le qualiil voto non raggiunge la suffi-cienza, attestandosi su un 5,21,poco accettabile. Cosa da sot-tolineare, ancora una volta, ildivario tra le "eccellenze" - construtture che, ad esempio allavoce "accessibilità fisica…"hanno raggiunto un 8,7 - e altre,piombate a un impietoso 3,6. Un dato su cui sembra utile sof-fermarsi, quello del fattore di"Cura della relazione con ilpaziente e con il cittadino". Si potrebbe dire l'abc, il rappor-to umano. Ebbene, in questocaso il voto medio è stato pocopiù che sufficiente (6,89), conpicchi degli estremi che vannoda 10 a 2,1. Interessante notarecome la valutazione più altaall'interno di questa categoria sela sia aggiudicata la voce "assun-zione di impegni nei confrontidel cittadino", mentre la maggio-re carenza sia proprio al punto"accoglienza e contatto col cit-tadino". Ora, al di là dei dati, lacosa su cui concentrarsi è sen-

z'altro la promozione del citta-dino come soggetto attivo inquesto processo di valutazione.Un cittadino che, esprimendosi,diventa parte attiva di quella cit-tadinanza che è destinataria e alcontempo motore principaledei processi di organizzazione emobilitazione volti alla messa inatto di azioni strategie differen-ziate per il bene comune. (Fonte: www.disabili.com)

La sfida alla sclerosimultipla è globale

E’ una malattia subdola, che sipresenta con sintomi che pos-sono essere anche differenti, eche preferisce le donne, in etàgiovane solitamente, per fare lasua comparsa. Si tratta dellasclerosi multipla, patologia cro-nica e invalidante che interessa ilsistema nervoso centrale, chenel nostro paese colpisce68mila persone: una diagnosiogni 4 ore. Subdola, dicevamo.Perché compare prevalente-mente nel periodo più produtti-vo della vita: la giovinezza. Lafascia di esordio è, infatti, tra iventi e i trent’anni, quando cioèuna persona è nel pieno dellasua realizzazione. I sintomi dellamalattia possono limitare - inmaniera che varia da caso a caso- le attività lavorative e sociali dichi ne è colpito.LA SETTIMANADELLA SCLEROSI MUTIPLA Ma con la sclerosi multipla sipuò convivere. Le terapie attual-mente applicate non sono ingrado di sconfiggerla, ma tenta-no nell’arginarne la progressionee i sintomi. Ma cosa ne sa ilmondo di questa patologia checolpisce seicentomila personein Europa e quasi 3 milioni nelmondo? Poco, ancora. E’ quindicon l’obiettivo di far conoscerela SM e le condizioni di vita dichi ne è colpito, che da domanial 2 giugno si svolgerà la settima-na internazionale dedicata allasclerosi multipla, che avrà il suoculmine nella giornata di merco-ledì 29 maggio, il World MS Day.Durante la settimana si parleràanche di ricerca in 40 convegniin tutta Italia dove si potrannoincontrare i ricercatori e 'tocca-re con mano' i progressi nellalotta alla malattia, ma non solo.(Fonte: www.disabili.com)

Salute

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Legislazione e attuazione

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Inclusione sociale,il rapporto Isfol

La produzione di informazionied indicazioni utili sui temi dellepolitiche per la disabilità, a livel-lo europeo, nazionale e territo-riale rappresenta uno dei com-piti che l’Isfol è chiamato a svol-gere. L’obiettivo delle numerose atti-vità di ricerca consiste nel forni-re al decisore politico elementiconoscitivi riguardo il livello diapplicazione delle norme, diutilizzo degli strumenti impiega-ti ed alle eventuali criticitàancora esistenti. A questo scopo l’Isfol hacostruito un sistema di indaginie monitoraggi - utili anche alleperiodiche Relazioni al Parla-mento sulle Leggi di riferimento(Legge 104/92 - Legge quadrosulla disabilità e Legge 68/99 sulcollocamento lavorativo) cheesamina anche il complesso direti e servizi territoriali coinvoltinel processo di inclusione deisoggetti interessati. L’Istituto è inoltre referentedella convenzione sull’Osserva-torio nazionale sulla condizionedelle persone con disabilità, sti-pulata con la Direzione genera-le per l’Inclusione e le politichesociali del Ministero del Lavoroe delle Politiche Sociali.(Fonte: www.isfol.it)

Disabilità e non autosufficienza

Le iniziative promosse dalMinistero del Lavoro e dellePolitiche Sociali nel campo delladisabilità sono finalizzate, inparticolare, alla tutela e promo-zione dei diritti e delle pariopportunità per tutti, al rag-giungimento della piena inclu-sione sociale e della costruzio-ne di una "società per tutti",anche attraverso la rimozionedelle cause che impediscono olimitano l'accessibilità ai diversiambiti della vita delle persone. Tali iniziative sono definiteanche in attuazione della nor-mativa nazionale e degli impe-gni assunti in sede comunitariaed internazionale.

Le principali attività sono indi-rizzate a:

• Promuovere, sostenere ecoordinare progetti ed iniziati-ve finalizzate all’inclusione dellepersone con disabilità, alla pro-mozione dell’accesso a tuttoper tutti, alla partecipazioneattiva nello sviluppo socialenonché a diffondere una nuovacultura della disabilità, fondatasul riconoscimento della paridignità e delle pari opportunitàper tutti.

• Assicurare la piena attuazionedella normativa in materia didisabilità, con particolare riferi-mento alla legge quadro 5 feb-braio 1992, n. 104 e successivemodificazioni, alla legge 8novembre 2000, n. 328, alladisciplina sulla tutela giuridicaanche attraverso attività di assi-stenza e consulenza sull'appli-cazione delle normative.

• Fornire supporto informativoad istituzioni e cittadini anche alfine di verificare adeguati stan-dard di qualità e utilizzabilitàdei servizi socio-assistenziali.

• Curare le attività volte alla pre-disposizione di iniziative legisla-tive nonché a promuovere ana-lisi e rapporti sulla condizionedelle persone con disabilità.

• Assicurare il raccordo con leorganizzazioni rappresentativedelle persone con disabilità,con le organizzazioni di volon-tariato, delle parti sociali, e conle formazioni della cittadinanzaattiva per la promozione e ilcoordinamento di interventi infavore delle persone con disa-bilità.

• Favorire lo scambio di buonepratiche, anche in raccordocon le regioni e gli enti locali, inmateria di integrazione dellepersone con disabilità, assisten-za, progetti innovativi per la vitaindipendente, “dopo di noi”.

• Partecipare alle attività pro-mosse dall'Unione europea, dalConsiglio d'Europa, dalleNazioni Unite e da altri organi-smi internazionali nel campodella disabilità anche in colla-borazione con le competentiistituzioni di altri Paesi. (Fonte: www.lavoro.gov)

Promozione dei dirittie integrazione dei disabili

È disponibile il testo del primoProgramma d’azione biennaleper la promozione dei diritti el'integrazione delle personecon disabilità in attuazionedella legislazione nazionale einternazionale, ai sensi dell'art.5, co. 3, della Legge 3 marzo2009, n. 18. Il programma è stato approvatoin sessione plenaria dall’Osservatorio nazionale sullacondizione delle persone condisabilità. Il programma italiano,che segue l’invio alle NazioniUnite nel novembre del 2012del primo Rapporto sull’imple-mentazione della ConvenzioneONU sui diritti delle personecon disabilità, segna la realizza-zione di un fondamentale risul-tato nel quadro della elabora-zione di politiche a favore dellepersone con disabilità. Ai sensi del Decreto intermini-steriale n. 176 del 2010, il testoapprovato dall’Osservatoriosarà adottato con Decreto delPresidente della Repubblica, suproposta del Ministro delLavoro e delle Politiche Sociali,sentita la Conferenza unificata,che si esprime entro trenta gior-ni, e previa deliberazione delConsiglio dei Ministri.(Fonte: www.lavoro.gov)

Pari opportunitàancora lontane

Nel nostro paese la Disabilità ètrattata come una "questione"di assistenza, mentre negli altripaesi europei gli sforzi vengonocompiuti nell’ottica dell’integra-zione sociale e della promozio-ne di pari diritti. I disabili hanno bisogni reali intermini di autonomia e vita indi-pendente e non sono soo sog-getti che hanno bisogno di assi-stenza sanitaria e/o sociale.Diciamo che più è elevato il tes-suto sociale che consente unabuona autonomia e un buonlivello di integrazione, minorisono i casi che hanno necessità-di un intervento eccezionale.

Le leggi italiane sulla inclusionescolastica, ad esempio, unavolta all’avanguardia, sono spes-so disattese e incompiute.L’inclusione scolastica, che pureè un’eccellenza italiana inEuropa, rischia di essere svuota-ta, di fatto, a causa delle politi-che di contenimento dei costi. E il senso di abbandono e disolitudine delle persone condisabilità e delle loro famiglieaumenta. È quanto emerge da un’indagi-ne presentata a Roma, "I bisogniignorati delle persone con disa-bilità. L’offerta di cura e assi-stenza in Italia e in Europa", rea-lizzata dal Censis nell’ambitodel progetto pluriennale"Centralità della persona e dellafamiglia nei sistemi sanitari: real-tà o obiettivo da raggiungere?"promosso dalla FondazioneCesare Serono.(Fonte: www.censis.it)

Think different, think EuropeLa cittadinanza attiva è possibile per tutti

Settanta persone in tutto, trapersone con sindrome di Downe caregivers, provenienti da 10paesi europei, hanno presoparte al progetto europeo"Think different Think Europe",che si è concluso venerdì 10maggio, sotto la guida dell'asso-ciazione capofila, l'Aipd(Associazione italiana personeDown). Partecipazione politica, dirittodi voto e conoscenza dell'Eu-ropa e delle sue istituzioni sonostati i temi su cui i partecipanti sisono confrontati nei diversiappuntamenti in programma:dall'accoglienza a RadioVaticana, ai lavori presso ilParlamento Europeo.

Attuazione

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La delegazione dei progetto“Think different - Think Europe”

Legislazione e attuazione

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Attuazione

Cuore dell'evento è stato l'in-contro con il Presidente delSenato Pietro Grasso pressopalazzo Giustiniani. Soddisfatte le varie delegazioni. Marion Dupas, una delle dueoperatrici che ha accompagna-to il gruppo francese, ha com-mentato: "Per noi è stato moltoimportante partecipare a que-sto progetto a livello europeo,perchè l'Europa è il futuro. Lavoriamo molto a livello nazio-nale sulla auto rappresentazio-ne, e qui in questo contesto èstato fondamentale vederelavorare tante persone con sin-drome di Down insieme e inprima persona". Sulla centralità dello scambio diidee e di progetti ha parlatoanche l'operatore ungherese,Tibor Kiss: "Il momento piùimportante per me è stato ilconfronto sui nostri obiettivi,materiale alla base dell'incontrodi novembre a Parigi". Per Arantxa Garrigues, operatri-ce spagnola, il bello è statoinvece la possibilità di scambiar-si 'buone pratiche': "Abbiamoparlato di tutto insieme, eognuno ha raccontato le pro-prie conquiste in ogni ambito.Centrale secondo me è stato ilconfronto sull'integrazione allavoro. Sono stati davvero deigiorni preziosi". La delegazione ucraina parteci-pava per la prima volta ad unprogetto del genere, l'operatri-ce Tania Mykhailenko ha avutodifficoltà ad indicare una cosache l'ha colpita più di altre,tutto è stato utile e bello. "Forseil momento più emozionante -ha spiegato - è stato sentire iragazzi durante l'intervista aRadio Vaticana. Mi ha stupito la loro chiarezzasu quello che vogliono, chedesiderano per il loro futuro,ed è fondamentale che le loroparole saranno ascoltate inradio nel nostro paese".A conclusione Anna Contardi,coordinatrice nazionale AIPD haaffermato "L'incontro ha supera-to le nostre aspettative, siamoriusciti a comunicare bene,nonostante la presenza di 10lingue diverse e anche l'atten-zione che il Presidente Grassoha dato al nostro lavoro ci haconfermato che , continuandoa lavorare così, sarà possibile far

riconoscere, non solo dalleleggi, ma dall'opinione pubblical'essere cittadini a tutti gli effettidelle persone con sindrome didown. Le domande, le opinioniespresse dai partecipanti cihanno mostrato l'interesse el'urgenza del tema. Non ci fer-meremo qui".(Fonte: www.superabile.it)

Disabilità e nonautosufficienza

Unità, comunione d'intenti eobiettivi condivisi: queste leparole d'ordine che sono risuo-nate durante il Fand Day 2013,che si è svolto stamattina pressola sede centrale dell'Inail, aRoma. Non mancava nessunodei presidenti delle sette asso-ciazioni della Federazione, checomplessivamente rappresenta-no oltre 4 milioni di personecon disabilità: Giovanni Pagano (presidenteAnmic e presidente Fand), Tommaso Daniele (presid. Uici), Alessandro Bucci (Unms), Giuseppe Petrucci (Ens), Sabina Savagnone (Arpa), Roberto Romeo (Anglat), Franco Bettoni (Anmil). Al centro della discussione, lecondizioni socio-economichedelle persone con disabilità edelle loro famiglie, anche allaluce della crisi economica incorso e della nuova stagionepolitica che si è aperta. In un contesto simile, le associa-zioni chiedono da un lato inter-venti di tipo "emergenziale",quindi provvedimenti immediatidi sostegno del redito e dellefamiglie: incrementi delle pen-sioni, assegni e indennità diaccompagnamento, il cuiimporto è attualmente bendistante dai minimi pensionisticiprevisti dalle leggi vigenti.Accanto alle misure emergen-

ziali, le associazioni chiedonoperò una riforma strutturale delsettore assistenziale, quindi unripensamento dell'intero siste-ma, a partire da una "pacifica-zione sociale, dopo anni didemonizzazione indiscriminatae strumentale del mondo delladisabilità", come denunciano leassociazioni in una nota.Concretamente, le richiesteavanzate dalle associazioni, sin-tetizzate in una lettera inviatanei giorni scorsi a tutti i parla-mentari eletti:- inserimento lavorativo, attra-verso politiche di formazioneprofessionale e incentivi per leassunzioni;- sostegno scolastico, con parti-colare attenzione al riconosci-mento della lingua italiana deisegni e ai bisogni dei ragazzicon disabilità sensoriale e intel-lettiva;- sostegno economico alle fami-glie e incremento delle presta-zioni economiche per le perso-ne disabili e invalide per servi-zio;- superamento delle barrierearchitettoniche e sostegno allamobilità, con particolare atten-zione ai sistemi di concessionee rinnovo delle patenti;- potenziamento e ottimizza-zione dei servizi e revisionedelle tabelle d'invalidità, non-ché riconsiderazione del gradodi menomazione indennizzabileper i lavoratori infortunati;- piena rappresentanza delleassociazioni di categoria nelleistituzioni di riferimentoRichieste quindi diversificate,ma accomunate da un intento eun obiettivo comune: la parte-cipazione attiva delle personedisabili e delle loro famiglie allavita politica e sociale del paesee un coinvolgimento delle lororappresentanze nei tavoli istitu-zionali di riferimento.(Fonte: www.superabile.it)

Migliorare l’indennitàdi accompagnamentotrasformata in voucher

Una "voucherizzazione" dell'in-dennità di accompagnamento,per migliorare l'intervento dedi-cato alle persone non autosuffi-cienti e valorizzare anche illavoro di cura informale. È questa una delle misure allostudio del ministero del Lavoroe delle politiche sociali. Lo hadetto la viceministra al Lavoro ealle politiche sociali, MariaCecilia Guerra, a margine dellapresentazione - due giorni fa aRoma - della ricerca sui servizialla persona, realizzata dalCensis e dall'Ismu per il ministe-ro. "Stiamo lavorando a unastrutturazione per tappe di unprogramma di welfare universa-le. E nell'ottica di un migliora-mento dell'intervento, che siapiù funzionale e non escluda illavoro formale e informale,penso anche a una voucheriz-zazione dell'indennità diaccompagnamento". Guerra ha spiegato di avere inmente un programma alla tede-sca, che prevede la presa incarico del soggetto, la valuta-zione del suo bisogno socio/sanitario e l' indirizzo verso lecure e il sostegno di cui neces-sita. E in questa prospettiva, perquanto riguarda la non autosuf-ficienza, tra gli strumentipotrebbero esserci anche i vou-cher per le famiglie."Oggi se c'è una critica che sipuò fare all'indennità di accom-pagnamento è che non permet-te di vincolare l'uso al bisogno -sottolinea la viceministra - .Nell'ottica di un miglioramentodell'intervento, pensiamo a unprogramma che, tenendo saldoil diritto soggettivo, non escludail lavoro informale. Ci sono persone che restano acasa per accudire i propri carianche per periodi lunghi - spie-ga- con un questo sistemapotrebbero evitare di perdere icontributi in quel lasso ditempo". In pratica l'attuale indennità diaccompagnamento potrebbeessere trasformata in un sistemaper pagare le forme di assisten-za, non regolamentate da unregolare contratto di lavoro,

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garantendo i contributi a cuifornisce la prestazione."Il pro-blema delle politiche di welfareè che sono politiche ‘ceneren-tola': troppo frammentate, inalcuni casi virtuose, ma senzauna reale strutturazione.Quando le risorse si esaurisco-no il programma messo incampo è destinato a dissolversi- aggiunge -.Non c'è un pensie-ro generale, come nel campodella non autosufficienza, doveè necessario arrivare a un finan-ziamento strutturato. Ma biso-gna soprattutto identificare ilbisogno e fare in modo che glistrumenti siano incardinati suilivelli essenziali delle prestazio-ni". Questa frammentazione,per la viceministra, dà luogoanche a "uno spreco enormeperché i singoli progetti nonsono valorizzati e portati asistema".Un'altra questione centrale èquella dell'occupazione femmi-nile: "è un tema che ho molto acuore perché il tasso di inattivi-tà delle donne è ormai troppoelevato - aggiunge. Bisogna cominciare a pensare acome strutturare il sostegno allavoro domestico e di cura: unelemento fondamentale per farfare al paese un passo in avantirispetto alla differenza di gene-re. Il lavoro di cura è oggi per il70 per cento sulle spalle delledonne - continua Guerra - Unacifra altissima rispetto agli altripaesi sviluppati. Ed è un temache sta diventando emergenzia-le nell'ambito dell'evoluzionedella struttura familiare".(Fonte: www.superabile.it)

Maggiorazioni sociali:Fish spingela proposta di legge

Da circa cinque anni alla Cameragiace una proposta di legge diiniziativa popolare che estendele maggiorazioni sociali dellepensioni anche agli invalidi dietà inferiore ai 60 anni: la mag-giorazione sociale spetterebbealle sole persone con disabilitàcon redditi esigui e porterebbela pensione da 275 a 630 euro. Rispetto al momento della pre-sentazione la crisi economica èesplosa e con essa la condizio-

ne di vita delle persone condisabilità è diventata semprepiù difficile.Da un paio di settimane questaproposta, giacente dal luglio2008, è stata assegnata in sedereferente alla CommissioneAffari sociali.Pietro Barbieri, presidente dellaFederazione italiana per ilSuperamento dell’Handicap(Fish) nel sostenere questa pro-posta osserva: «Le condizioni divita delle persone con disabilitàdi questo Paese si sono dram-maticamente aggravate negliultimi due anni.I fatti, i dati, le cifre e migliaia distorie personali descrivono unarealtà di progressivo ulterioreimpoverimento, di esclusionedal mondo del lavoro, di ridu-zione di servizi e sostegno, dipesante difficoltà economica.Per questo motivo accogliamocon favore qualsiasi ipotesipossa offrire aiuto alle famiglie ealle persone con disabilità,anche se sono necessari inter-venti strutturali».Le parole di Barbieri sono lapremessa al sostegno che la Fishesprime alla rapida discussionedella proposta di legge (Attidella Camera, n. 1). La Fish delresto ha formalmente richiestoal presidente della Commissioneuna rapida calendarizzazione ediscussione della proposta cheprevede anche l’acquisizionedel parere delle CommissioniLavoro e Bilancio.«Quando la proposta saràcalendarizzata chiederemo diessere auditi dalla Commissione.Il terzo articolo della proposta,quello relativo alla copertura, ciinquieta non poco. Prevede,infatti, che per l’attuazionedelle future disposizioni si attin-ga al già esangue Fondo per lanon autosufficienza, peraltronemmeno finanziato per il2014. Il contrasto all’impoveri-mento e alla discriminazioneche derivano dalla disabilitàhanno necessità di ben altrerisorse e impegni politici!E in questo senso il Piano diAzione sulla disabilità è il primoatto che il Governo deveapprovare proprio per definireil ‘copione’ sul quale impostarecoerentemente le politiche perla disabilità», conclude Barbieri.(Fonte: www.vita.it)

Addio vecchio simbolo,i disabili cambiano logo

Carrozzina statica addio. Unarivoluzione sta per abbattersi suuno dei simboli sociali più noti,quello che contraddistingue iparcheggi, i bagni e le altrestrutture pensate per i disabili:su sfondo azzurro, una figura sti-lizzata bianca sta seduta in car-rozzina, con la schiena appog-giata e un atteggiamento statico.Una rappresentazione "passiva einerme" secondo gli studenti diun College privato di ispirazionecristiana con sede nel Massa-chusetts, il Gordon College, chemesi fa si sono messi al lavoroper creare un altro simbolo:stesso fondo azzurro, stessafigura bianca ma atteggiamentocompletamente diverso: qui ildisabile è proiettato in avanti, lebraccia vanno all'indiestro aspingere la carrozzina, le gambesono inclinate in avanti e leruote del mezzo sono in movi-mento. Insomma, un personache partecipa, si muove, è attivae non dipende semplicementedagli altri. Non attende il pro-prio posto, al parcheggio o incoda alla cassa del supermerca-to: se lo va a cercare. All'iniziogli studenti hanno semplicemen-te sostituito il vecchio simbolocon il nuovo negli spazi limitatidel college: ma ora la notizia-bomba è che la città di NewYork ha deciso di adottare illogo "in movimento" del GordonCollege per tutte le aree e i ser-vizi per disabili, mandando inpensione quello vecchio entrol'estate. "E' un passo avanti", hacommentato Victor Calise, com-missario del sindaco Bloomberga capo del New York mayor'sOffice for People WithDisabilities e lui stesso costrettoin carrozzina in seguito a unincidente occorsogli nel 1994,all'età di 22 anni. SecondoCalise il vecchio simbolo, creatoda uno studente di design sve-dese nel lontano 1968, "è stati-co, fermo" e "fa pensare che noidisabili non facciamo niente inprima persona".Il team di studenti del GordonCollege che ha messo a puntol'idea è ovviamente galvanizza-to, e con loro il professore difilosofia che ha costituito il grup-

po, Brian Glenney, che ha spie-gato come finora il contrassegnoera stato utilizzato dentro il col-lege e da alcuni piccoli Comunilimitrofi, ma niente di più."Siamo felici che la nostra ideasia piaciuta", ha detto il profes-sore, che ha confessato di averpraticato, in gioventù, la streetart con un gruppo di amici graf-fitari nella metropolitana dellasua città e oggi è un apprezzatoblogger dell'Huf-fington Post(qui un post in cui spiega il pro-prio lavoro sulla disabilità). Nonche Glenney e i suoi studentinon avessero provato a diffon-dere il loro progetto: nella spe-ranza di essere presi in conside-razione, avevano bussato anchealle porte delle Nazioni Unite,contattando uno dei segretaridella Convenzione sui dirittidelle persone con disabilità,Fred Doulton. In puro stile diplo-matico, Doulton aveva rispostoche non poteva prendere unadecisione immediata, ma che neavrebbe parlato con chi didovere; in barba allo scetticismodegli studenti, il funzionario hapreso poi in mano il telefono eha contattato Calise. Il resto èstoria. "Sono sicuro che questosimbolo farà il botto", ha dichia-rato Wayne Sailor, co-fondatoredi Tash, una delle maggiori asso-ciazioni americane di advocacydei disabili, che è anche profes-sore alla Kansas University. "Faràtendenza e altre città lo adotte-ranno. Da tempo gruppi come ilnostro stavano chiedendo unaggiornamento del logo stan-dard, che mette troppo l'accen-to sulla necessità di assistenzadelle persone con disabilità, enon sul loro ruolo attivo e sulleloro risorse".(Fonte: www.vita.it)

Legislazione e attuazione

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Attuazione

il professor Brian Glenney del Gordon College mostra il contrassegno inventato dai suoi studenti