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3Sommario

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Museologia

Anna Tulliach Pericle Ducati museologo. Il Museo Civico di Bologna tra il 1921 e il 1944

Tecnologia

Pierluigi TozziRilievi aerei e satellitari per una nuova conoscenza del territorio

Fabio Luce, Giovanni Carlo LuongoProcedure innovative, modelli scientifici e rappresentazioni virtuali per la conoscenza e la comunicazione della torre di Velate

PosTer Lucina Anna Rita Caramella Dal Sass da Preja Buja al San Donato: una storia lunga 5.000 anni

recensioni

Pierluigi Piano Per conservar lo pesce di Vostra Altezza Serenissima – Pescatori e pescivendoli a Mantova in età moderna –Il pesce del Principe, il caviale del Vescovo – Pesce, pesca e mercato ittico a Milano (secoli XVI-XX) –

annuario Daria G. Banchieri – Lucina A. R. CaramellaAttività svolte da Museo Civico Archeologico di Villa Mirabello, Preistorico Isolino Virginia e Centro di Studi Preistorici e Archeologici di Varesenel 2015 e nel 2016

Norme per gli Autori della Collana «Sibrium»

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Note di presentazione

Editoriale

Prefazione Pierluigi Piano Passo, passo per vie e sentieri: uomini in cammino.#StoCamminanDo

Camillo Vellano e Francesca ValettiFilippo De Filippi:his life and his contribution to evoluzionism in Italy

Alfredo Bini (†), Stefano Turri, Luisa Zuccoli BiniGeologia del Lago di Varese tra il Pleistocene superiore e l’Olocene

Alfredo Bini (†), Luisa Zuccoli BiniIsolino Virginia: dati stratigrafici, datazioni 14C e sezioni geologiche

Daria Giuseppina BanchieriNuovi dati dendrocronologici e dendrotipologici dalla riva di Sud-Est dell’Isolino Virginia

Cristiana Pasetto e Alfredo SansoneUn Domitius alla corte di Augusto:Frammenti della vita e dell’opera di Domizio Marso

Serena ZulianUna paredra per Giove Pennino?

Stefano Maggi Juppiter Ammon a Pavia

Alfredo Sansone CIL X, 8075: Ercole a Medma

soMMario

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collana «sibriuM»

Direttore responsabile: Lucina Anna Rita CaramellaCondirettore: Pierluigi Tozzi (Prof. Emerito Università degli Studi di Pavia)Comitato ScientificoDaria G. Banchieri (Museo Civico Archeologico di Varese)Matteo Braconi (Istituto Superiore di Scienze Religiose- Fides et Ratio - L’Aquila) Gian Pietro Brogiolo (Università degli Studi di Padova)Adriana Emiliozzi (Istituo di Studi sulle Civiltà Italiche del Mediterraneo Antico)Alfredo Lucioni (Università Cattolica del Sacro Cuore) Roberto Maggi (Università degli Studi di Genova)Isabella Nobile (Museo Civico Archeologico “Paolo Giovio” di Como) Annaluisa Pedrotti (Università degli Studi di Trento) Paola Porta (Alma Mater Studiorum - Università di Bologna)Rita Scuderi (Università degli Studi di Pavia)Lucio Troiani (Università degli Studi di Pavia)Federico Troletti (Centro Camuno di Studi Preistorici)– Articoli sottoposti a Peer Review –Art director e progetto grafico: Lucina Anna Rita CaramellaRedazione Daria G. Banchieri, Alfredo Lucioni, Paola Porta, Rita Scuderi, Maria Teresa Guaitoli, Roberto Knobloch, Alfredo SansoneSegreteria di redazione: Cristina RocchiTraduzioni e revisioni riassunti in lingua: Agenzia Scriptorium – [email protected] Addetto stampa: Matteo [email protected] – +39 348 [email protected]

Sede legale: Piazza della Motta, 4 – 21100 Varese

Editore© Centro di Studi Preistorici e Archeologici di Varese

Stampa: Selgraph S.r.l. – Cocquio Trevisago (VA)

Periodico registrato presso il Tribunale di Varese col n. 952 il 20.11.2009

ISSN: 0559-9628

Questo XXX volume di «Sibrium»contiene contributi di:

Pierluigi Piano (già Direttore Archivio di Stato di Varese)Camillo Vellano (Accademia delle Scienze di Torino)Francesca Valetti (Università di Torino)Alfredo Bini (†), Stefano Turri, Luisa Zuccoli Bini (Università degli Studi di Milano)Daria Giuseppina Banchieri (Museo Civico Archeologico di Varese)Cristiana Pasetto (Dottoranda in Le Forme del Testo)Alfredo Sansone (Dottorando in Storia, Università degli Studi di Pavia)Serena Zulian (Laurea Magistrale in Antichità Classiche e Orientali)Stefano Maggi (Università degli Studi di Pavia)Anna Tulliach (Dottoranda in Museum Studies, University of Leicester)Pierluigi Tozzi (Prof. Emerito Università degli Studi di Pavia)Fabio Luce (Politecnico di Milano e Università di Trento)Giovanni Carlo Luongo (Laurea di primo livello in Scienze dell’Architettura)Lucina Anna Rita Caramella (Dottore in Architettura)

Con il sostegno

Centro Operativo di Arona

Con la collaborazione

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15Pierluigi Piano

Prefazione

Pierluigi Piano *

Passo, Passo, Per vie e sentieri: uomini in cammino.#stocamminanDo

Parole chiave: Viaggi; Pellegrinaggi; Mercanti; Migrazioni; Cultura

La vera casa dell’uomo non è una casa, è la strada. La vita stessa è un viaggio da fare a piedi.

(Bruce Chatwin)

Passo, passo, come bambini incerti, traballanti, per strade di crinale o per sentieri di montagna, con il bordone o con mule cariche di balle di merci, o cavalli ansanti nella veloce corsa, tuoni di ferraglia, lampi di ferrate e di spade, baluginio di lance, fuga di carri con poche masserizie, qualche bestia al seguito, il pianto dei più piccoli al collo delle madri, il silenzio, la paura negli occhi… Il cammino del pellegrino, il cammino del mercante, il cammino della disperazione di chi deve lasciare i propri monti, la propria casa, i propri ricordi, sassi, fango, polvere, ponti, guadi… ospizi e osterie, dazieri e gabellieri, briganti e bestie feroci (ma chi lo è più dell’uomo?). Mercati e fiere, miracoli e santuari, piccoli tratti tra un villaggio e l’altro, lunghi tratti verso mete lontane e, forse, mai raggiunte… (Fig. 1).Tutto questo e tanto altro ancora sono i cammini, le strade quest’anno celebrate. Immediato il ricordo del grande cammino per «Sant’Jacopo di Compostella» e il finis terrae1, il cammino verso la tomba dei Santi Pietro e Paolo, il cammino verso Santa Maria del Monte sopra Velate o verso la “Gerusalemme” alpina di Varallo o, ancora, verso Santa Maria di Crea e così via… lungo i cammini che dall’arco alpino portano al mare e viceversa2.Strade silenziose o piene del vociare della gente, strade sicure o dove l’agguato era dietro l’angolo, ma l’uomo non si è mai arreso, ha percorso e continua a percorrere, passo dopo passo –specialmente chi sale in alta montagna– gli stessi sentieri e cammini percorsi dagli uomini preistorici3, accende i fuochi nello stesso posto, segue nelle notti stellate le stelle fidate, di giorno coppelle e petroglifi…* Già Direttore Archivio di Stato di Varese – [email protected]

1. Cfr. a puro titolo esemplificativo su Santiago de Compostella: conti 2013; caucci 1993; caucci, asolan, 2009; Péricard-Méa 2004; odifredi, valzania 2008.

2. Cfr. Atlante Sacri Monti 2002 e zanzi 2014.3. Cfr. Petitti 1987; caPra saglio 2001.

Fig. 1. Il vagabondo (o Il figliol prodigo), Hieronymus Bosch, 1490-1505, olio su tavola.Rotterdam, Museum Boijmans Van Beuningen

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45Camillo Vellano, Francesca Valetti

1. His life

200 years after his birth, De Filippi is remembered as a remarkable and excellent Scientist1.Filippo De Filippi was born in Milan on 20th April 1814, descending from a Piedmontese family, he studied Medicine in Pavia and, particularly, he attended Professor Panizza’s lessons. He admired and learnt prof. Panizza’s preciseness in exposition, his scientific rigour and his ability to be open-minded. However, he became fond of comparative anatomy and natural sciences, more than medicine.During the years between 1837 and 1840 he lived in Pavia and worked as an assistant of the zoology chair, he was also involved in the maintenance of the University Museum, founded by Lazzaro Spallanzani. In 1840 he received a call from the nascent Natural Sciences Museum in Milan.In 1847, Giuseppe Gené, who occupied the Chair of Zoology Department in Turin and who was De Filippi’s friend, suggested King Carlo Alberto to institute a Comparative Anatomy Chair and commit it to De Filippi. His suggestion was positively accepted by the King, however, Gené’s early death changed the plans and he received the duty to substitute his colleague in the Zoology Chair.In 1848, De Filippi was only 34 years old and a prolific period started for him in Turin, which would only end due to his early death in 1867 in Hong Kong when he was only 53 years old.He studied numerous different topics while living in Turin and his contribution to each of those topics have been essential for science, however the contribution he gave to the introduction and diffusion of Darwin’s theory in Italy was particularly important.

* Accademia delle Scienze di Torino – [email protected] ** Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, Università di Torino

[email protected]

1. lessona 1867.

Camillo Vellano * and franCesCa Valetti **

Filippo De Filippi: his liFe anD his contribution to evoluzionism in italy

Keywords: evolutionism, Magenta, museum, death penalty, Risorgimento

Bust of Filippo De Filippi,by sculptor Giacomo Barbieri, 1868,in the gallery of Palazzo dell’Università degli Studi in Turin(Foto: Nprinetti)

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51Camillo Vellano, Francesca Valetti

abstraCtWe remember Filippo De Filippi, zoologist and anatomist, by recalling the most important moments of his life and by emphasising the impact his work had on sciences, and not only. Particularly, it is essential to highlight the contribution that De Filippi gave to the introduction and diffusion of Darwin’s evolutionary theory in Italy. Furthermore, his important interest in didactics, museology and for social problems, such as death penalty. This article, obviously, does not ignore his uncompleted circumnavigation of the Earth for scientific purposes. Actually, De Filippi died in Hong Kong, during his return trip, when he was only 53 years old.

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Camillo Vellano * e franCesCa Valetti **filippo de filippi: la Vita e il suo Contributo all’eVoluzionismo in italia

parole CHiaVe: evoluzionismo, Magenta, museo, pena di morte, Risorgimento

riassunto Viene illustrata la figura dello Zoologo e Anatomo comparato Filippo De Filippi ripercorrendone le tappe principali della sua vita e ricordando l’impatto che la sua attività ebbe sulle scienze, e non solo, della sua epoca. In particolare è sottolineato il contributo recato dal De Filippi all’introduzione e diffusione in Italia dell’evoluzionismo darwiniano. Importante fu poi l’interesse per la didattica, la museologia e per problemi sociali come la pena di morte.Viene anche ricordato il suo viaggio di circumnavigazione della terra per scopi scientifici, purtroppo da Lui non completata. Il De Filippi infatti morì ad Hong Kong durante il viaggio di ritorno, ad appena 53 anni di età.

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Camillo Vellano * et franCesCa Valetti **filippo de filippi: Vie et sa Contribution à l’éVolutionnisme en italie

mots-Clés: évolutionnisme, Magenta, musée, peine de morte, Risorgimento

résuméOn montre la figure de Filippo De Filippi, zoologiste et anatomiste comparé, en retraçant les principales étapes de sa vie et en souvenant l’impact que ses activités avaient sur la science, et pas seulement, de son époque. En particulier, on a souligné la contribution apportée par De Filippi à l’introduction et la diffusion en Italie de l’évolutionnisme darwinien. Important était alors l’intérêt pour l’enseignement, la muséologie et pour les problèmes sociaux comme la peine morte. On a également rappelé son voyage de circumnavigation de la terre à des fins scientifiques, malheureusement pas complété par lui. De Filippi est mort à Hong Kong pendant le voyage de retour, à seulement 53 ans.

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Camillo Vellano * und franCesCa Valetti **filippo de filippi: leben und beitrag zur eVolution in italien

sCHlüsselwörter: Evolution, Magenta, Museum, Todesstrafe, Risorgimento

zusammenfassungEs zeigt die Figur des Zoologen und Experte in vergleichender Anatomie Filippo De Filippi. Man beschreibt die wichtigsten Etappen seines Lebens und die die Auswirkungen, die ihre Aktivität auf die Wissenschaft hätte, und nicht nur seiner Zeit. Insbesondere betont den Beitrag von De Filippi Einführung und Verbreitung in Italien der darwinistischen Evolutionstheorie. Wichtig war dann das Interesse an der Lehre, Museologie und soziale Probleme wie im Wert morte.Viene auch seine Reise von Erdumrundung für wissenschaftliche Zwecke erinnerte, leider nicht von ihm vollendet. Die De Filippi Tatsache starb in Hong Kong auf der Rückfahrt, nur 53 Jahre alt.

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Camillo Vellano * y franCesCa Valetti **filippo de filippi: la Vida y su ContribuCión a l’eVoluCionismo en italia

palabras llaVe: evolucionismo, Magenta, museo, pena de muerte, Risorgimento

resúmenSe muestra la figura del zoólogo y anatomista comparado Filippo De Filippi volviendo sobre las principales etapas de su vida y recordando el impacto que sus actividades han tenido sobre la ciencia, y no sólo, de su época. En particular, se subraya la contribución de De Filippi en la introducción y difusión en Italia del evolucionismo darwinista. Importante fue entonces el interés por la enseñanza, la museología y los problemas sociales como la pena de muerte. Se recuerda también su viaje de circunnavegación de la tierra para fines científicos, que por desgracia no completó. De Filippi, de hecho, murió en Hong Kong en el viaje de regreso, a sólo 53 años de edad.

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フィリッポ・デ・フィリッピ:生活と彼の貢献フィニへ進化論イタリア

キーワード: 進化論; Magenta; 博物館; 死刑; リソルジメント

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filippo de filippi: Vida e sua Contribuição para a eVolução na itália

palaVras-CHaVe: evolucionismo; Magenta; museu; pena de morte; Risorgimento

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55Alfredo Bini (†), Stefano Turri, Luisa Zuccoli Bini

Alfredo Bini (†) *, StefAno turri **, luiSA Zuccoli Bini ***

GeoloGia del laGo di Varese tra il Pleistocene suPeriore e l’olocene

PArole chiAve: Geologia; Lago di Varese; Pleistocene; Olocene; Sinclinale

1. introduZione e Autori Precedenti

L’interpretazione della genesi della conca del Lago di Varese è strettamente legata al problema dell’origine delle valli prealpine occupate dai grandi laghi che è al centro del dibattito geologico sin dalla metà dell’800.La discussione inizia con Desor (1860) il quale ritiene che i laghi siano “orografici”, legati al sollevamento delle Alpi e precedenti le glaciazioni; anche De Mortillet (1861) pensa che le valli ora occupate dai laghi siano orografiche, ma ritiene che fossero state riempite dalle alluvioni antiche o diluvium antico (ghiaie del Ceppo) prima delle glaciazioni. Ramsay (1862, 1864) per primo introduce il modello dell’erosione glaciale, che scatena subito accese discussioni (Ball, 1863; De Mortillet, 1863; Omboni, 1863; Gentilli, 1866).Gastaldi (1863) ammette che i ghiacciai abbiano scavato diluvium e roccia; pensa però, a differenza degli altri autori, che i bacini lacustri siano fiordi pliocenici riempiti perciò da marne, sabbie e argille che il ghiacciaio deve aver asportato. Successivamente (1865, 1866) egli modifica le sue idee accettando a pieno il modello dell’erosione glaciale. Stoppani (1867) nega decisamente l’escavazione glaciale, e l’esistenza di una alluvione antica preglaciale, ritiene che le valli siano orografiche e che, dopo l’ultimo sollevamento, abbiano formato fiordi durante il Pliocene.Nel 1874 Spreafico segnala per la prima volta il ritrovamento di conchiglie fossili marine del Pliocene nel terreno erratico presso Fino. Questa scoperta dà lo spunto a Stoppani per sviluppare la sua teoria del “Mare glaciale”. In vari lavori (1874, 1875, 1877) Stoppani nega l’esistenza delle alluvioni antiche e sostiene che, durante il Pliocene, il mare si insinua nelle valli a formare dei fiordi; i ghiacciai sono avanzati in questi bracci di mare, li hanno riempiti e, nella zona di anfiteatro, hanno deposto morene in mare aperto; solo al ritiro del ghiacciaio si sono formati i laghi che sono rimasti isolati dal mare dagli edifici morenici.

* Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze della Terra “Ardito Desio” ** [email protected]*** Via delle Erbe, 1 – Mandello del Lario (LC) – [email protected]

Bardello

Gavirate

oltrona al laGo

CapolaGoBodio

laGo di varese

laGo

di C

omaB

Bio

ternatepalude BraBBia

Topografia del territorio del Lago di Varese(Elaborazione sulla base di Bing Mappe-2016)

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89Alfredo Bini (†), Stefano Turri, Luisa Zuccoli Bini

riASSunto Il Lago di Varese occupa una depressione strutturale in roccia (sinclinale) entro cui era presente, durante il Pliocene inferiore, un braccio di mare. I depositi marini fossiliferi affiorano a Bodio, a Inarzo, al Faido e sono presenti nel sottosuolo. A partire dalle argille marine la successione sedimentaria presente nella depressione del lago è molto spessa e copre gran parte del Pliocene e tutto il Pleistocene con sequenze di depositi fluviali e di till di età diversa. Il paesaggio quindi non è stato modellato dal ghiacciaio dell’ultima glaciazione e neppure da quelle precedenti, ma precede il Pliocene inferiore (5,3 Ma BP). Durante la massima avanzata dell’ultima glaciazione (circa 22 ka BP) il ghiacciaio non occupava tutta la depressione, ma ne lasciava completamente scoperta la parte orientale dove si formava un lago marginoglaciale sostenuto in parte dal ghiacciaio stesso. Il lago era diviso in due parti: una in zona di Capolago e una in corrispondenza della Palude Brabbia e del lago di Comabbio. Le acque del lago defluivano sotto il ghiacciaio lungo il Bardello che quindi era a quel tempo un corso d’acqua sottoglaciale. Questo lago aveva la linea di riva circa a quota 250 m (“lago 250”) e, man mano che il ghiacciaio si ritirava, diventava sempre più grande sino a estendersi anche a Ovest di Bardello e nella zona di Besozzo. A un certo punto del ritiro (all’incirca tra 18 e 16 ka BP) il lago si è parzialmente svuotato in modo relativamente rapido e la sua linea di riva si è portata a quota 240 m, ossia circa la quota attuale della palude Brabbia (238/239 m s.l.m.). Il lago a 240 era presente solo in corrispondenza dell’attuale Lago di Varese, della palude Brabbia e nella grande conca a SW di Biandronno. Il livello del lago poi è calato ancora, ma molto lentamente e di pochi metri sino ai 237,8 m di quota attuali.

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geology of vAreSe lAke Between lAte PleiStocene And holocene

keywordS: Geology; Varese Lake; Pleistocene; Holocene; Syncline

ABStrAct

Varese Lake is situated a structural depression in the rock (syncline) within which it was present, during the lower Pliocene, a sea lock. The fossil marine deposits outcrop in Bodio, in Inarzo, at the Faido and they are also in the subsurface. Starting from marine clays the sedimentary sequence in the depression of the lake is very thick and it covers much of the Pliocene and the whole Pleistocene with sequences of fluvial deposits and till of different ages. The landscape then was not modelled by the glacier of the last ice age, and even from the previous ones, but before the Early Pliocene (5.3 Ma BP).During the last ice age maximum advance (about 22 ka BP) the glacier did not cover the whole depression, but it left completely uncovered the eastern part where a glacier-marginal lake formed supported in part by the glacier itself. The lake was divided into two parts: one part in the Capolago area and one by the Brabbia Swamp and Comabbio Lake. The waters of the lake flows under the

glacier along the Bardello River, which at that time was an under glacial river.This lake had the shore line at an altitude of approximately 250 m (“lake 250”) and, as the glacier retreated, it got bigger and bigger until it even extend to the West side of Bardello and in the Besozzo area. At a certain point, the withdrawal (roughly between 18 and 16 ka BP) the lake was partially drained relatively quickly and its shore line increased to 240 m, i.e., about the current share of Brabbia Swamp (238-239 m a.s.l.). The lake at 240 was present only by the current Varese Lake, the Brabbia Swamp and in the large basin in SW of Biandronno. The lake level then decreased again, but very slowly and just a few meters up to 237.8 m in current quotas.

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géologie du lAc de vArèSe entre lA fin du PléiStocène et l’holocène

MotS-cléS: Géologie; Lac de Varèse; Pléistocène; Holocène; Synclinal

réSuMé

Le lac de Varèse est dans une dépression structurelle dans la roche (synclinal) dans laquelle était présent, pendant le Pliocène inférieur, un bras de mer. Les dépôts fossiles marins affleurent à Bodio, en Inarzo, au Faido et sont présents dans le sous-sol. A partir des argiles marines la séquence sédimentaires présente dans la dépression du lac c’est très épaisse et couvre une grande partie du Pliocène et tout le Pléistocène avec des séquences de dépôts fluviatiles et de tillite des âges différents. Le paysage puis n’a pas été modélisé du glacier du dernier âge glaciaire, et même des précédents, mais il précède le Pliocène précoce (5,3 Ma BP).Au cours de la maximale avancée du dernier âge glaciaire (environ 22 ka BP) le glacier n’occupait pas toute la dépression, mais il laissait complètement découverte la partie orientale où se formait un lac margine-glaciaire soutenu en partie par le glacier lui-même. Le lac a été divisé en deux parties: l’une dans la région de Capolago et l’autre en correspondance du Marais Brabbia et du lac de Comabbio. Les eaux du lac s’écoulaient sous le glacier le long du Bardello que donc il était à ce moment-là un cours d’eau sous-glaciaire.Ce lac avait la ligne de rivage à une altitude d’environ 250 m (“lac 250”) et, peut à peut que le glacier a reculé, il grossit jusqu’à ce même étendre à l’ouest du Bardello et dans la zone de Besozzo. À un moment donné du retrait (à peu près entre 18 et 16 ka BP) le lac a été partiellement évacuée assez rapidement et sa ligne de rivage a été portée à 240 m d’altitude, soit environ l’altitude actuelle du Marais Brabbia (238-239 m au dessus du niveau de la mer). Le lac à 240 était présent seulement en correspondance du actuel Lac de Varese, du Marais Brabbia et dans le grand bassin à SO de Biandronno. Le niveau du lac, puis a diminué à nouveau, mais très lentement et seulement de quelques mètres jusqu’à 237,8 m d’altitude actuels.

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91Alfredo Bini (†), Stefano Turri, Luisa Zuccoli Bini

die geologie von lAgo di vAreSe ZwiSchen deM SPäten PleiStoZän und holoZän

SchlüSSelwörter: Geologie; Lago di Varese; Pleistozän; Holozän; Synklinale

ZuSAMMenfASSung

Der Lago di Varese ist in einer strukturelle Vertiefung im Gestein (Synklinale), in dem während des Pliozän, ein Meeresarm vorhanden war. Die fossilen Meeresablagerungen treten in Bodio, in Inarzo, zum Faido zutage und sie sind in den Untergrund. Ab den marinen Tonen die sedimentäre Sequenz, die in der Vertiefung des Sees ist, ist sehr dick und deckt einen Großteil des Pliozän und die ganze Pleistozän mit Sequenzen von Anschwemmungen und Geschiebemergel von unterschiedlichen Altern. Die Landschaft wurde dann nicht vom Gletscher der letzten und vorherigen Eiszeit modelliert, aber vor dem frühen Pliozän (5,3 Ma BP).Während der letzten Eiszeit Maximum Fortgeschrittene (ca. 22 ka BP) hat den ganzen Gletscher die ganze Depression nicht besetzt. Es ließ aber den östlichen Teil vollständig freigelegt, wo es einen Margerie Glacier See war, der teilweise vom selbst Gletscher gestützt wurde. Der See wurde in zwei Teile geteilt: ein im Capolago Bereich und am Brabbia Sumpf und Comabbio See. Das Wasser des Sees unter dem Gletscher entlang der Bardello flossen, das so damals es ein untergletschen Fließgewässer war.Dieser See hatte die Uferlinie in einer Höhe von ca. 250 m (“See 250”) und, wie der Gletscher zurückzog, wurde es immer größer, bis auch im Westen von Bardello und im Besozzo Bereich erstreckte. An einem bestimmten Punkt der Rückzug (etwa zwischen 18 und 16 ka BP) wurde der See teilweise relativ schnell abgelassen und seine Uferlinie wurde auf 240 m Höhe erhöht, d.h. über den aktuellen Anteil von Brabbia Sumpf (238-239 m ü.d.M.). Der See um 240 war dann nur an der aktuellen Lago di Varese, der Brabbia Sumpf und im großen Becken in SW Biandronno. Der Seespiegel sank dann wieder, aber sehr langsam und nur wenige Meter von bis zu 237,8 m in aktuellen Quoten.

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geologíA del lAgo de vAreSe entre finAleS del PleiStoceno y el holoceno

PAlABrAS llAveS: Geología; Lago de Varese; Pleistoceno; Holoceno; Sinclinal

reSúMen

El Lago de Varese ocupa una depresión estructural en la roca (sinclinal) dentro de la cual estuvo presente, durante el Plioceno inferior, un brazo de mar. Los depósitos marinos fósiles afloran en Bodio, en Inarzo, en el Faido y están presentes en el subsuelo. A partir de las arcillas marinas la secuencia sedimentaria presente en la depresión del lago es muy espesa y cubre gran parte del Plioceno y todo el Pleistoceno con secuencias de depósitos fluviales y de till de diferentes edades.

El paisaje, por lo tanto, no fue modelado por el glaciar de la última edad de hielo, e tampoco por las anteriores, pero precede el Plioceno temprano (5,3 Ma BP).Durante el máximo avance de la última glaciación(aproximadamente 22 ka BP) el glaciar no ocupaba toda la depresión, sino dejaba descubierta por completo la parte oriental donde se formó un lago margen-glacial apoyado en parte por el propio glaciar. El lago se dividía en dos partes: una en zona de Capolago y otra en correspondencia del Pantano Brabbia y del lago de Comabbio. Las aguas del lago fluyan bajo el glaciar a lo largo del Bardello que en ese momento era un curso de agua subglacial.Este lago tenía la línea de costa a una altitud de aproximadamente 250 m («lago 250») y, como el glaciar se retiró, llegaba a ser cada vez más grande hasta que incluso se extendió al oeste de Bardello y en la zona de Besozzo. En un momento dado de la retirada (aproximadamente entre 18 y 16 ka BP) el lago se ha drenado parcialmente con relativa rapidez y su línea de costa bajó a 240 m de altitud, o sea cerca del altitud actual del Pantano Brabbia (238-239 m sobre el nivel del mar). El lago a 240 m estaba presente sólo en correspondencia del actual lago de Varese, del Pantano Brabbia y en la gran cuenca en el suroeste de Biandronno. El nivel del lago luego disminuyó de nuevo, pero muy lentamente y sólo unos pocos metros hasta 237,8 m del altitud actuales.

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ヴァレーゼ湖地質後期更新世と完新世の間

キーワード: 地質学; ヴァレーゼ湖; 更新世; 完新世; 向斜

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geologiA do lAgo de vAreSe entre o finAl do PleiStoceno e holoceno

PAlAvrAS-chAve: Geologia; Lago de Varese; Pleistoceno; Holoceno; Sinclinal

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97Alfredo Bini, Luisa Zuccoli Bini

1. IntroduzIone

In questo lavoro confluiscono due importanti serie di dati utili per l’interpretazione dell’Isolino Virginia: le descrizioni delle stratigrafie dei sondaggi eseguiti e alcune datazioni 14C. Tutti i dati disponibili sono poi inseriti in una serie di sezioni geologiche che consentono un’accurata descrizione del sottosuolo dell’Isolino e conducono alla possibilità di vedere l’effetto di subsidenza da carico determinato dall’azione dell’uomo sui sedimenti lacustri.

2. StratIgrafIa delle carote

Tutte le stratigrafie sono state riviste dal punto di vista sedimentologico- geologico partendo dalle descrizioni degli archeologi e dei botanici. È stato possibile compiere questa operazione grazie alle fotografie delle carote. Quando le foto non erano presenti o quando la loro definizione era troppo bassa o quando l’inquadratura non era ottimale non è stato possibile apportare nessuna modifica alle descrizioni originali. In questo caso i testi originali sono riportati in corsivo. I carotaggi di Guerreschi del 19771 –dei quali sono stati utilizzati solo i numeri 7, 2, 10, 11 e 12– si basano esclusivamente sugli schemi delle stratigrafie poiché non sono disponibili né campioni, né fotografie, né descrizioni. Anche in questo caso le descrizioni dedotte dalle colonnine stratigrafiche sono riportate in corsivo.

* Università degli Studi di Milano - Dipartimento di Scienze della Terra Ardito Desio** Via delle Erbe, 1 - Mandello del Lario (LC) - [email protected]

1. g. guerreSchI, P. catalanI, n. ceSchIn, I nuovi scavi all’Isolino di Varese (1977-1986), «Sibrium» XXI (1990-91), pp. 9-64; in particolare p. 10 e Tav. II, pp. 12, 13.

alfredo BInI (†) *, luISa zuccolI BInI **

IsolIno VIrgInIa: datI stratIgrafIcI, datazIonI 14c e sezIonI geologIche

Parole chIave: Isolino Virginia; Lago di Varese; Sezioni geologiche; 14C; Stratigrafia

Isolino Virginia. Topografia dei carotaggi e dei profili(Elaborazione sulla base di Bing Mappe 2016)

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131Alfredo Bini, Luisa Zuccoli Bini

rIaSSunto All’Isolino Virginia sono stati effettuati numerosi sondaggi che qui vengono ripresi e, quando possibile, descritte le loro stratigrafie. Vengono anche calibrate le date di tre campioni analizzati con il metodo del 14C. Sulla base di questi dati vengono proposte cinque sezioni geologiche dell’Isolino che consentono di ricostruire l’ambiente deposizionale e le deformazioni antropiche che hanno caratterizzato l’area.All’Isolino la parte profonda raggiunta dai carotaggi è costituita da sedimenti di ambiente lacustre distale mentre spostandosi verso la sponda del lago, a Ovest dell’Isolino, compaiono sedimenti di ambiente lacustre prossimale con resti vegetali e livelli di sabbie provenienti dalle rive o, dato il contesto, depositati per azione antropica.Su questi sedimenti non consolidati, saturi di acqua e facilmente costipabili sono state poste le strutture abitative antropiche il cui peso ha deformato i sedimenti sottostanti che hanno perso acqua e si sono in parte costipati.

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ISolIno vIrgInIa:StratIgraPhIc data, 14c datIng and geologIcal SectIonS

KeywordS: Isolino Virginia; Varese Lake, geological section, Carbon-14, Stratigraphy

aBStract

on the Isolino Virginia they have done a number of surveys that can be found here and, when possible, we have described their stratigraphy. The dates of three samples analysed with the 14C method are also calibrated. On the base of these data we propose five geological sections of the Isolino that allow you to reconstruct the depositional environment and the deformation by humans that characterised the area.On the Isolino the deep part reached by coring consists of distal lacustrine environment al sediments while moving towards the shore of the lake, on the West side of Isolino, it appears some proximal lacustrine environmental sediments with plant remains and layers of sand from the banks or, since the context, lodged by human action.On these unconsolidated sediments, saturated with water and that can be easily clumped the anthropogenic facilities have been placed, the weight of which has deformed the underlying sediments which have lost water and are partly compacted.

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133Alfredo Bini, Luisa Zuccoli Bini

ISolIno vIrgInIa:donnéeS StratIgraPhIqueS, 14c et couPeS géologIqueS

MotS-cléS: Isolino Virginia, Lac de Varese, coupes géologiques, carbone 14, stratigraphie

réSuMé

Chez Isolino Virginia ont été faits un certain nombre d’enquêtes qui sont prises ici et, lorsque cela est possible, on a décrit leur stratigraphie. On calibre aussi les dates des trois échantillons analysés par le méthode du 14C. Sur la base de ces données, on propose cinq sections géologiques du Isolino qui permettent de reconstituer l’environnement de dépôt et les souches humaines qui ont caractérisé la région.Chez Isolino la partie profonde réalisée par des carottage est constituée par des sédiments d’environnement lacustre distal tout en se déplaçant vers le rivage du lac, vers Ouest, on voit des sédiments d’environnement lacustre proximal avec des restes de plantes et des couches de sable des berges ou, depuis le contexte, déposés par l’action humaine.Sur ces sédiments pas consolidés, saturés d’eau et qui peuvent être facilement amassés on a posé des structures de logement anthropiques dont se poids a déformé les sédiments sous-jacents qui ont perdu de l’eau et il se sont partiellement compacté.

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ISolIno vIrgInIa: StratIgraPhISche daten, 14c datIerung und geologISche aBSchnItte

SchlüSSelwörter: Isolino Virginia, Lago di Varese, geologiche Abschnitte, Kohlenstoff-14, Stratigraphie

zuSaMMenfaSSung

Auf Isolino Virginia hat man eine ganze Reihe von Untersuchungen gemacht, die hier beschrieben werden, und, wenn möglich, auch mit der Stratigraphie. Hier werden auch die Daten von drei Proben, die mit der 14 C-Methode getestet wurden, kalibriert. Basierend auf diesen Daten werden fünf geologischen Abschnitte von Isolino vorgeschlagen, mit denen man die Ablagerungsraum und die menschlichen Stämme des Gebiets zu rekonstruieren kann.Der tiefe Teil auf Isolino Virginia, der durch Entkernung erreicht wurde, besteht aus distale Seesedimenten, während in Richtung zum Ufer des Sees bewegen, nach Westen, erscheinen proximale Umgebung von Seesedimenten mit Anlage von Sand bleibt und Schichten von den Banken oder, seit der Kontext, durch menschliches Handeln eingelegt.Auf diesen Lockersedimenten, mit Wasser gesättigt, wurden die anthropogenen Einrichtungen gebracht, deren Gewicht die zugrunde liegenden Sedimente deformiert, die Wasser und sind teilweise verdichtet verloren haben.

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ISolIno vIrgInIa:loS datoS eStratIgráfIcoS, el carBono 14 y SeccIoneS geológIcaS

PalaBraS llave: Isolino Virginia, Lago de Varese, secciones geológicas, Carbono-14, estratigrafía

reSúMen

En Isolino Virginia se hizo una serie de extracciones de muestras que se describen aquí y, cuando sea posible, se describe su estratigrafía. Se calibran también las fechas de las tres muestras analizadas por el método del 14C. Sobre la base de estos datos, se proponen cinco secciones geológicas de Isolino que permiten reconstruir el ambiente de depósito y las cepas humanas que caracterizan la zona.En Isolino la parte profunda alcanzada por las extracciones de muestras consiste en sedimentos lacustres distal mientras si nos movemos hacia la orilla del lago, zona Oeste del Isolino, aparecen sedimentos lacustres próximal con restos de plantas y capas de arena de los bancos o, según el contexto, depositados por la acción humana.En estos sedimentos no consolidados, saturados de agua y que se pueden fácilmente amontonar se pusieron las viviendas humanas el peso de las cuales ha deformado los sedimentos subyacentes que han perdido agua y son en parte compactados.

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小さな島バージニア州:層序データ、14c年代測定と地質セクション

J - キーワード: Isolino Virginia, Varese湖, 地質セクション, 炭素14, 地層学

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ISolIno vIrgInIa:dadoS eStratIgráfIcoS, 14c naMoro e Seção geológIca

PalavraS-chave: Isolino Virginia, Lago de Varese, seções geológicas, Carbono-14, estratigrafia

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135Daria G. Banchieri

Daria Giuseppina Banchieri *

Nuovi dati deNdrocroNologici e deNdrotipologici dalla riva di Sud-eSt dell’iSoliNo virgiNia

parole chiave: Isolino Virginia; dendrocronologia; dendro-tipologia; datazioni radiocarboniche; dendro-gruppi

1. introDuzione

L’Isolino Virginia è il più antico abitato tra i “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino”, riconosciuti dall’unesco patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 2011, e si trova nella macro “Regione dei Laghi Maggiore e di Varese”. Collaborazioni instaurate tra il Museo Archeologico di Varese e Landesamt für Denkmalplege di Hemmenhofen-Germania1 nel 2012 hanno offerto l’occasione per effettuare nuove campionature2 finalizzate ad analisi dendrocronologiche e dendrotipologiche.

2. i materiali. analisi DeGli anelli

Il materiale ligneo analizzato è costituito da due gruppi di campioni prelevati nel sito in due momenti diversi:

▶ 3 campioni di palo furono prelevati nell’aprile 2012 da Martin Mainberger in occasione del suo primo sopralluogo all’Isolino e provengono dall’area Est-Sud Est dell’Isola (Fig. 1);

▶ 50 campioni sono stati prelevati3 in occasione dell’indagine e scavo subacqueo effettuato in una piccola area, di fronte alla riva, nella zona della grande palificata di Sud-Est avvistata nel 1863 da A. Stoppani (Fig. 2).

* Conservatore Museo Civico Archeologico di Villa Mirabello, Varese e Compendio Isolino Virginia, Biandronno – [email protected]

1. Colgo l’occasione per ringraziare Helmut Schlichterle, già responsabile di Landesamt für Denkmalpflege Baden Württemberg-Hemmenhofen, che ha istituito il nuovo HTCIWA (Hemmenhofen Training Center for Inland Water Archaeology), per aver facilitato e reso possibile indagini di archeologia subacquea mai prima sistematicamente praticata all’Isolino. Anche le analisi effettuate da A. Billamboz e M. Capano costituiscono un contributo del Landesamt für Denkmalpflege Baden Württemberg nell’ambito di ulteriori sviluppi degli scavi archeologici del sito.

2. I campioni sono stati prelevati da Martin Mainberger, direttore dell’Hemmenhofen Center for Inland Water Archaeology-HTCIWA, con il supporto dei volontari della Guardia Costiera Ausiliaria di Arona e di Paolo Alemani per la documentazione fotografica subacquea.

3. I campioni sono stati conservati in buste di plastica, secondo le procedure standard.Fig. 1. Isolino Virginia, 2012. Martin Mainberger,

Direttore dell’Hemmenhofen Center for Inland Water Archaeology-HTCIWA

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149Daria G. Banchieri

riassunto La ricerca archeologica subacquea all’Isolino Virginia, mai praticata sistematicamente prima del 2012, ha permesso di effettuare il rilievo e lo scavo di una piccola area di m 3 x 3 nella zona della grande palificata di Sud-Est individuata per la prima volta nel 1863 da Antonio Stoppani.Dall’area oggetto di indagine si sono ottenuti 50 campioni di pali poi analizzati dal laboratorio di Dendrocronologia di Landesamt für Denkmalpflege– Hemmenhofen, Germania, secondo criteri dendrocronologici e tecnomorfologici, ossia secondo la dendro-tipologia dove la ricerca procede tenendo conto dei parametri forestali (diametro del tronco, trend di crescita, ecc.) e tecnologici (la scelta della specie del legno e delle tecnologie per lavorarlo). Per i tre generi di legno identificati (quercia, olmo, frassino), nove campioni sono stati riuniti in quattro dendro-gruppi. Le analisi dei dendro-gruppi e delle sequenze individuali fa presumere la presenza di piú fasi costruttive. Considerando l’utilizzo generale di legno giovane e il quasi esclusivo uso di steli di piccole dimensioni, sembra che le fasi di occupazione in questa zona dell’Isolino, durante l’Eneolitico, siano state accompagnate da una gestione forestale basata principalmente su trattamento a ceduo, fatto suffragato da episodi di taglio estremamente ravvicinati. A Nord delle Alpi molti studi in siti palafitticoli dimostrano che lo sviluppo di trattamento a ceduo è strettamente legato all’espansione demografica dell’insediamento.

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new DenDrochronoloGical anD DenDrotypoloGical Data from the southeast shore of isolino virGina

KeyworDs: Isolino Virginia; Dendrochronology; Dendrotypology; Radiocarbon datings; Dendro-groups

aBstract

The underwater archaeological research at Isolino Virginia, never systematically practiced before 2012, allowed to carry out a survey and the excavation of a small area of 3 x 3 m in the area of the large pile zone of southeast identified for the first time in 1863 by Antonio Stoppani.From all the investigated area we obtained 50 samples of piles then taken to the laboratory of Dendrochronology of Landesamt für Denkmalpflege - Hemmenhofen, Germany. These woods were analysed according to dendrochronological and techno-morphological criteria, that means according to dendro-typology where the research proceeds taking into account the forestry parameters (diameter of the trunk, growth trends, etc.), technological (the choice of wood species) and technology to work it.For the three identified kinds of wood (oak, elm, ash) nine samples were gathered in four dendro-groups. The analysis of the dendro-groups and individual sequences suggests the presence of several phases of construction. Considering the general use of young wood and the almost exclusive use of small stems, it seems that

the occupation phases in this area of Isolino, during the Eneolithic, have been accompanied by a forest management based primarily on coppice treatment; this fact is supported by episodes of extremely close cut.In the North of the Alps many studies in lake-dwelling sites show that the development of coppice treatment is closely related to the demographic expansion of the settlement.

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De nouvelles Données DenDrochronoloGiques et DenDrotypoloGiques De la rive suD-est De isolino virGinia

mots-clés: Isolino Virginia; Dendrochronologie; Dendro-typologie; Datations radiocarbone; Dendro-groupes

résumé

La recherche archéologique sous-marine chez Isolino Virginia, n’a jamais été pratiqué systématiquement avant 2012, a permis de mener une enquête et l’excavation d’une petite zone de 3 x 3 m dans le domaine des grandes piles de Sud-identifiés pour la première fois en 1863 par Antonio Stoppani.De toute la zone étudiée, ils ont été obtenus 50 échantillons de pieux alors prises pour le laboratoire de dendrochronologie Landesamt für Denkmalpflege - Hemmenhofen, Allemagne. Ces bois ont été analysés selon des critères dendrochronologiques et techno-morphologique, soit selon la dendro-typologie où la recherche procède en tenant compte des paramètres forestiers (diamètre du tronc, les tendances de croissance, etc.), technologique (le choix des essences de bois) et la technologie pour le usiner.Pour les trois types de bois identifiés (chêne, orme, frêne) neuf échantillons ont été recueillis dans quatre dendro-groupes. L’analyse des dendro-groupes et des séquences individuelles suggère la présence de plusieurs phases de construction. Compte tenu de l’utilisation générale des jeunes bois et l’utilisation quasi exclusive de petites tiges, il semble que les phases d’occupation dans ce domaine du Isolino, au cours de l’énéolithique, ont été accompagnés d’une gestion forestière basée principalement sur le traitement coppice fait soutenue par des épisodes de coupe très près.Au Nord des Alpes nombreuses études dans sites lacustres montrent que le développement du traitement coppice est étroitement liée à l’expansion démographique de la colonie.

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151Daria G. Banchieri

neue DenDrochronoloGischen unD DenDrotypischen Daten aus Dem süDöstlichen ufer von isolino virGinia

schlüsselwörter: Isolino Virginia; Dendrochronologie; Dendro-typologie; Radiokarbon-Datierungen; Dendro-gruppen

zusammenfassunG

Die Unterwasser-archäologische Forschung in Isolino Virginia, nie systematisch vor 2012 praktiziert, erlaubt eine Umfrage durchzuführen und die Ausgrabung einer kleinen Fläche von 3 x 3 m im Bereich der großen Pfahlzone im Südosten zum ersten identifiziert Zeit 1863 von Antonio Stoppani.Von allen untersuchten Bereich erhalten wir 50 Proben von Pfählen dann an das Labor der Dendrochronologie von Landesamt für Denkmalpflege - Hemmenhofen, Deutschland genommen. Diese Hölzer wurden nach analysiert dendrochronologischer und technisch-morphologischen Kriterien, bedeutet, dass nach Dendro-Typologie, wo die Forschung Erlös unter Berücksichtigung der Forstwirtschaft Parameter (Durchmesser des Stammes, Wachstumstrends, etc.), technologische (die Auswahl der Holzarten ) und Technologie sie zu arbeiten.Für die drei identifizierten Arten von Holz (Eiche, Ulme, Esche) neun Proben wurden in vier Dendro-Gruppen versammelt. Die Analyse der dendro-Gruppen und Einzelsequenzen deutet auf die Anwesenheit mehrerer Phasen der Konstruktion. In Anbetracht der allgemeinen Verwendung von jungen Holz und die fast ausschließliche Verwendung von kleinen Stämmen, scheint es, dass die Besatzungs Phasen in diesem Bereich von Isolino, während Äneolithikum, wurden von einem Waldbewirtschaftung basiert in erster Linie auf coppice Behandlung begleitet; Diese Tatsache wird durch Episoden von extrem engen Schnitt unterstützt.Im Norden der Alpen viele Studien im See lebende Websites zeigen, dass die Entwicklung von coppice Behandlung eng mit der demographischen Expansion der Siedlung in Zusammenhang steht

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nuevos Datos DenDrocrolóGicos y DenDrotipolóGicos DesDe la costa suDeste Del isolino virGinia

palaBras llave: palaBras llave: Isolino Virginia; Dendrocronología; Dendro-tipología; Dataciones de radiocarbono; Dendro-grupos

resúmen

La investigación arqueológica subacuática al Isolino Virginia, nunca practicada sistemáticamente antes de 2012, permitió llevar a cabo una investigación y la excavación de un área pequeña de 3 x 3 m en la zona de los grandes montones de Sudeste identificados por primera vez en 1863 por Antonio Stoppani.De toda la zona estudiada, se obtuvieron 50 muestras de pilas y luego se llevaron al laboratorio de dendrocronología de Landesamt für Denkmalpflege

- Hemmenhofen, Alemania. Estas maderas se analizaron de acuerdo con los criterios dendrocronológicos y tecno-morfológicos, es decir, de acuerdo con la dendro-tipología donde la búsqueda se desarrolla teniendo en cuenta los parámetros forestales (diámetro del tronco, las tendencias de crecimiento, etc.), tecnológico (la elección de las especies de madera) y la tecnología para trabajarlo.Para los tres tipos identificados de madera (roble, olmo, fresno) nueve muestras se recogieron en cuatro dendro-grupos. Las análisis de dendro-grupos y secuencias individuales sugieren la presencia de varias fases de construcción. Teniendo en cuenta el uso general de madera joven y el uso casi exclusivo de los pequeños tallos, parece que las fases de ocupación en esta área del Isolino, durante el Eneolítico, se han acompañado de un manejo forestal basado principalmente en el tratamiento de monte bajo hecho con el apoyo de los episodios de corte extremadamente cercano.Al norte de los Alpes muchos estudios de sitios lago-vivienda muestran que el desarrollo de monte bajo tratamiento está estrechamente relacionado con la expansión demográfica de la liquidación.

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年輪年代学次に、タイプ最近のデータの南東からIsolino Virginia

キーワード: Isolino Virginia; 年輪年代学; 類型論; 放射性炭素年代測定; グルー

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novos DaDos DenDrocronoloGicos e DenDrotipolóGicos Da costa suDeste Do isolino virGinia

palavras-chave: Isolino Virginia; dendrocronologia; dendro-tipologia; datações de radiocarbono; dendro-grupos

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155Pasetto e Sansone

Cristiana Pasetto * e alfredo sansone **

Un Domitius alla corte di aUgUsto:frammenti della vita e dell’opera di domizio marso

Parole Chiave: Domizio Marso; gens Domitia; prosopografia; frammenti poetici; età augustea; circolo di Mecenate

1. introduzione

La figura di Domizio Marso, poeta elegiaco vissuto in età augustea, presenta ancora oggi dei contorni piuttosto indistinti. Questa condizione di incertezza è dettata soprattutto dalla scarsa quantità di frammenti pervenutici, nonché dall’esiguità delle testimonianze antiche, per cui non è semplice fornire una precisa identificazione dell’autore, né collocarlo all’interno della vasta e ramificata gens Domitia. I contemporanei, come Virgilio e Orazio, non ne fanno menzione, mentre gli autori successivi si riferiscono a lui in modo non univoco, citandolo talvolta come Marsus1, altre volte semplicemente come Domitius2, ma senza precisarne in alcun caso il praenomen, che rimane ignoto. Il presente contributo si propone di offrire alcuni nuovi spunti per inquadrare la possibile origine, familiare e geografica, di Domizio Marso. Ricostruendo i rapporti che intercorrevano fra i Domitii e l’élite politica del I sec. a.C., sarà tratteggiato il percorso di ascesa che lo condusse proprio al cuore della Roma augustea, molto vicino allo stesso princeps.Inoltre, saranno prese in considerazione le testimonianze antiche e quanto rimane dell’opera di Marso, per far luce sull’attività letteraria del poeta, di cui fisseremo, ove possibile, dei limiti cronologici, nonché sugli intrecci che ne legavano la vita e l’opera ai personaggi più eminenti della scena politica e letteraria dell’epoca, da Tibullo a Virgilio, da Mecenate ad Augusto.

* Dottoranda in Le Forme del Testo, Università di Trento [email protected]

** Dottorando in Storia, Università degli Studi di Pavia – [email protected]

1. Ad es. ov. Pont. 4, 16, 5 e Plin. N. H. 1, 34.2. Philarg. ad Verg. Ecl. 3, 90.

Vaso Portland, lato II, particolare. Il primo incontro fra Apollo e Azia (© Marie-Lan - Nguyen - Wikimedia Commons)

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179Pasetto e Sansone

riassunto

Domizio Marso è un poeta vissuto in età augustea, la cui figura presenta ancora oggi dei contorni piuttosto indistinti. Non è semplice, infatti, fornirne una precisa identificazione, né collocarlo all’interno della vasta e ramificata gens Domitia. I contemporanei, come Virgilio e Orazio, stranamente non ne fanno menzione, mentre gli autori successivi si riferiscono a lui in modo non univoco, citandolo talvolta come Marsus, altre volte semplicemente come Domitius, ma senza precisarne in alcun caso il praenomen, che rimane ignoto. Anche della sua produzione letteraria, che pure doveva essere ampia e diversificata, come apprendiamo dalle fonti, non ci sono rimasti che pochi frammenti, spesso lacunosi e di difficile interpretazione. Nella prima parte del presente contributo, si tenterà di ricostruire la possibile origine, familiare e geografica, di Domizio Marso, rintracciando il percorso di ascesa che lo condusse proprio al cuore della Roma augustea, nel bel mezzo di una fitta rete di relazioni che collegavano le figure più eminenti del tempo. Si prenderà in esame la gens Domitia, una delle casate più antiche e meglio conosciute della storia di Roma, soffermandosi nello specifico sugli esponenti attivi nel I secolo a.C., che potrebbero aver avuto un ruolo importante nell’affermazione del nostro autore. Nella seconda parte, saranno analizzate le testimonianze antiche e quanto rimane dell’opera di Marso, ricomponendo i frammenti per far luce sull’attività letteraria del poeta, di cui si cercherà di fissare, ove possibile, dei limiti cronologici, nonché sugli intrecci che ne legavano la vita e l’opera ai personaggi più importanti della scena politica e letteraria dell’epoca, da Tibullo a Virgilio, da Mecenate ad Augusto.

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a Domitius at the augustan Court: fragments of the life and WorK of domitius marsus

KeyWords: Domitius Marsus; Gens Domitia; prosopography; poetic fragments; Augustan Age; Maecenas’ Circle

résumé

Domitius Marsus was a Latin poet who lived in the second half of the first century B. C. Although his poems are irreparably fragmentary and important contemporary authors like Vergil and Horace did not write about him in their works, other writers considered him a landmark in the epigrammatic production. However, several issues about him are still unsolved. The tradition disagrees about his onomastic data: some authors call him Marsus, others simply Domitius, but his praenomen is still unknown. Moreover, his collocation in the wide and complex Gens Domitia is not clear, and neither is his place of origin. This paper aims to provide some new hypothesis about his geographic provenance and his relationships with this family, one of the most ancient in Roman History, which included many renowned politicians. His family ties and friendships highlight a connection with the leading class, the literary circles and even with the emperor Augustus himself. Finally, the poetic fragments and the ancient testimonies about Marsus will be examined, in order to establish the chronological borders of his literary activity, as well as to rebuild the links with the main figures of the political and artistic scene of the time.

Un domitius à la Cour d’auguste:fragments de la vie et du travail de domitius marso

mots-Clés: Domitius Marsus; Gens Domitia; prosopographie; fragments poétiques; époque augustéenne; cercle de Mécène

résumé

Domizio Marso est un poète qui a vécu dans l’époque d’Auguste, dont la figure montre encore aujourd’hui des contours plutôt indistincte. C’est difficile, en effet, fournir une identification précise, où le placer dans les vastes et ramifiées gens Domitia. Les contemporains, tels que Virgile et Horace, étrangement, ils lui ne mentionnent pas, tandis que des auteurs plus tardifs se réfèrent à lui pas uniquement, le citant comme Marsus parfois, d’autres fois simplement comme Domitius, mais sans préciser dans tous les cas le praenomen, qui reste inconnue. Aussi de sa production littéraire, qui devait être bien large et varié, comme nous apprenons à partir des sources, il n’y a pas que quelques fragments, souvent incomplets et difficiles à interpréter. Dans la première partie de cet article, nous allons essayer de reconstruire l’origine possible, familière et géographique, de Domitius Marso, en suivant le chemin de l’ascension qui l’a conduit droit au cœur de la Rome augustéenne, au milieu d’un réseau dense de relations liant la plupart des personnalités de l’époque. On examinera les gens Domitia, une des familles les plus anciennes et les plus connues de l’histoire romaine, en se concentrant spécifiquement sur les membres actifs dans le premier siècle avant JC, ce qui peut avoir joué un rôle important dans l’affirmation de notre auteur. Dans la deuxième partie, on va analyser les vestiges antiques et combien de travail reste de Marso, rassemblant des fragments por mettre en évidence l’activité littéraire du poète, et on cherchera à établir, si possible, les limites chronologiques, ainsi que sur des entrecroisements qui connectaient la vie et le travail au personnages les plus importants de la scène politique et littéraire de l’époque, de Tibulle à Virgile, de Mécène à Auguste.

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ein domitius am geriCht des augustus:fragmente des lebens und der arbeit von domitius marsus

sChlüsselWörter: Domitius Marsus; Gens Domitia; Prosopographie; poetische Fragmente; augusteischen Zeit; Kreis des Maecenas

zusammenfassung

Domitius Marsus war ein Dichter, der in der augusteischen Zeitalter gelebt, dessen Bild heute noch nicht so bekannt. Es ist nicht einfach, in der Tat, eine genaue Identifizierung zu geben, noch ihn zu den gens Domitia zu platzieren. Zeitgenössische Autoren, wie Vergil und Horaz, nicht schreiben, um ihn in ihren Werken, während andere nachfolgende Autoren ihn auf verschiedene Weise beschrieben; einige von ihnen nannten ihn Marsus, andere Domitius, in jedem Fall berichteten sie nie die praenomen, die unbekannt bleibt. Auch sein literarisches Werk, das sehr reich und differenziert sein sollten, wie wir aus den

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181Pasetto e Sansone

Quellen kennen, überlebte in wenigen Fragmenten, oft unvollständig und schwer zu interpretieren. Im ersten Teil dieser Arbeit werden wir versuchen, die mögliche Herkunft, sowohl bekannte als auch geographisch, gehen Domitius Marso, die Verfolgung der Weg des Aufstiegs zu rekonstruieren, die ihn direkt ins Herz von augusteischen Rom, in der Mitte eines dichten Netzes geführt von Beziehungen der bedeutendsten Figuren der Zeit verbindet. Es wird die Domitia gens, einer der ältesten und bekanntesten Familien der römischen Geschichte, betrachten speziell auf den aktiven Mitgliedern im ersten Jahrhundert vor Christus, wobei der Schwerpunkt, die eine wichtige Rolle bei der Bestätigung unseres Autors gespielt haben. Im zweiten Teil werden wir die alten Überreste analysieren und welche Arbeiten bleibt von Marso ist, die Fragmente Zusammenbauen der literarischen Tätigkeit des Dichters zu beleuchten, von denen werden wir versuchen, soweit möglich, zeitliche Grenzen, sowie die Grundstücke zu schaffen, die das Leben und Werk zu den wichtigsten Persönlichkeiten in der politischen und literarischen Szene der Zeit, von Tibullus zu Vergil, von Maecenas zu Augustus gebunden.

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Un domitius a la Corte de augusto:fragmentos de vida e de la obra de domitius marsus

Palabras Clave: Domitius Marsus; Gens Domitia; prosopografía; fragmentos poéticos; época de Augusto; circulo de Mecenas

resúmen

Domicio Marso, era un poeta que vivió en la época de Augusto, cuya imagen es aún hoy en día no tan conocida. No es fácil, de hecho, dar una identificación precisa ni colocarle entre los gens Domitia. Los autores contemporáneos, como Virgilio y Horacio, no escribieron sobre él en sus obras, mientras que otros autores posteriores lo describieron de diferentes maneras; algunos de ellos lo llamaban Marso, otros Domicio, en cualquier caso, nunca se sabe del praenomen que sigue siendo desconocido. Incluso su obra literaria, que debía ser muy rica y diferenciada, como sabemos por las fuentes, sobrevivió en algunos fragmentos, a menudo incompletos y difíciles de interpretar. En la primera parte de este trabajo, vamos a tratar de reconstruir el origen posible, a la vez familiar y geográfica, de Domicio Marso, el seguimiento de la trayectoria de ascenso que le llevó directamente al corazón de la Roma de Augusto, en medio de una densa red de relaciones que unen las figuras más eminentes de la época. Se tendrá en cuenta la gens Domitia, una de las familias más antiguas y conocidas de la historia romana, centrándose específicamente en los miembros activos en el primer siglo antes de Cristo, que pueden haber jugado un papel importante en la afirmación de nuestro autor. En la segunda parte, vamos a analizar los restos antiguos y lo que queda de las obras de Marso, volviendo a montar los fragmentos a la luz de la actividad literaria del poeta, de la cual vamos a tratar de establecer, cuando sea posible, los límites cronológicos, así como las parcelas que atada la vida y obra de las figuras más importantes de la escena política y literaria de la época, desde Tíbulo hasta Virgilio, desde Mecenas hasta Augusto.

Domitius アウグストゥスの裁判所:domizio marso生活との仕事の断片

キーワード: Domizio Marso; プロソポグラフィ; 詩の断片; アウグストゥスの時代; マエケナスのサークル

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um domitius a Corte de augusto:fragmentos da vida e obra de domíCio marso

Palavras-Chave: Domício Marso; gens Domitia; prosopografia; fragmentos poéticos; era de Augusto; círculo de Mecenas

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187Serena Zulian

Serena Zulian *

Una paredra per Giove pennino?

Parole chiave: Gran San Bernardo, Giove Pennino, Poenina dea, iscrizioni votive, culti preromani

1. un antico culto d’altura

La sacralità della montagna e la sua venerazione sono aspetti rituali testimoniati largamente nel mondo antico1, non solo mediterraneo ma anche medio-orientale, in particolare in Anatolia. In una seconda fase, con l’antropomorfizzazione di forze e realtà della natura, le montagne divennero le sedi della divinità e, in un terzo momento, quando gli dei furono pensati come residenti in cielo, le alture e le vette divennero le zone più prossime a loro, quelle sulle quali si posavano quando giungevano sulla terra2. Anche in ambito classico, “dire Olimpo era come dire Zeus, e così il Parnaso per le Muse; Cibele si identifica con la montagna frequentata o prediletta e di essa è considerata madre, e così è detta Idea dal monte Ida in Creta”3.È quindi ragionevole pensare che, in una zona quasi del tutto montuosa come la Valle d’Aosta, ricca di passi, colli e vette, si sia istaurato già anticamente un culto del divino, forse della stessa montagna personificata.In particolare, il colle del Gran San Bernardo venne utilizzato già in epoca preistorica, almeno a partire dal Neolitico. In seguito, fu anche attraverso questo valico che le popolazioni celtiche raggiunsero i territori al di qua delle Alpi e la Pianura Padana. È però a partire dalla metà del III secolo a.C. che il transito attraverso il Gran San Bernardo comincia a essere grandemente attestato, grazie al rinvenimento di un elevato numero di monete galliche, ritrovate a partire dagli scavi del XVII secolo, intorno a una piccola rupe emergente4.

* Laurea Magistrale in Antichità Classiche e Orientali [email protected]

1. Manni 1933, pp. 480-481; Bernardi 1985, p. 1. 2. Bernardi 1985, p. 1. Si pensi soltanto, a titolo d’esempio, che è sul Monte Sinai che Yahwè dettò

a Mosé il decalogo di leggi che ancora oggi costituisce la base della religione ebraica e cristiana.3. Bernardi 1985, p. 1. 4. Manni 1933, p. 479; Barocelli 1948, pp. 55-56.

Il passo del Gran San Bernardo, vista sul versante italiano(© Hans Hillewaert / Wikimedia Commons)

La strada romana(http://www.andarpersassi.it/passaggi-a-nord-ovest/)

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203Serena Zulian

riaSSunto Al valico del Gran San Bernardo il culto di una divinità d’altura è testimoniato non soltanto per l’epoca romana –di cui vi sono i resti di un tempio e numerose testimonianze di offerte votive– ma anche per il periodo precedente. In quest’epoca, infatti, il luogo sacro era presso una rupe sacra, alla quale i viandanti lanciavano monete di piccolo taglio per assicurarsi un viaggio privo di pericoli e difficoltà. Il dio in questione era Poeninus, che fu in seguito romanizzato e assimilato a Giove: le sue tracce si trovano non soltanto al Gran San Bernardo, ma anche in alcune iscrizioni epicoriche in alfabeto leponzio nella Val Brembana e a Liddes, nel Vallese. L’articolo inizia con una breve analisi di questo culto preromano e delle attestazioni scritte del nome di Poeninus, mentre si concentra poi sulla possibilità che al dio fosse associata una paredra. Il caso non è singolare: moltissime divinità celtiche avevano una compagna, che portava o meno lo stesso nome. Al Gran San Bernardo, poi, un’iscrizione, purtroppo mutila, offerta da un indigeno della Valle d’Aosta, è probabilmente dedicata a Giunone, anche se la mancanza della parte sinistra dello specchio epigrafico lascia aperte altre possibilità di interpretazione. La presenza femminile è inoltre attestata da statuette votive, da un’iscrizione su tavoletta di bronzo alle Dominae e da un passo di Servio, il quale parla di una dea Poenina. È quindi possibile, ed è su questo aspetto che ci si sofferma nell’articolo, che Poeninus avesse una compagna, la quale non ebbe altrettanta fortuna in epoca romana e passò in secondo piano, per scomparire poi molto rapidamente.

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a paredra For Jupiter poeninus?

KeyWordS: Great St. Bernard, Juppiter Poeninus, Poenina dea, votive inscriptions, pre-Roman cults

aBStract

In the area of the Great St. Bernard pass, the ritual of a mountain deity is evidenced not only in the Roman era –archaeologists found in fact the remains of a temple and many examples of votive offerings– but also in the previous period. In this age, in fact, local tribes and travellers worshipped by a sacred rock, where they threw small coins to pass the Alps without danger and difficulty. The god was Poeninus, who enter the Roman ritual and was later assimilated to Jupiter: his traces are found not only by the Great St. Bernard pass, but also in some inscriptions in lepontic alphabet in Val Brembana (Italy) and Liddes, in southern Switzerland. The purpose of this article is to give a brief analysis of this pre-Roman cult and of the written representations of the name Poeninus, and then focus on the possibility that the god was associated with a paredra. The case is not unique: many Celtic gods had a companion, who could or could not have the same name. By the the Great St. Bernard pass, an unfortunately mutilated inscription, offered by a native of the Aosta Valley, is probably dedicated to Juno, although there are some other possibilities of interpretation, due to the lack of the left side of the inscription. The female presence is also attested by votive little statues, by an inscription on a

bronze tablet to Dominae and by a mention of Servius, who cites a Poenina dea. It is therefore possible, that Poeninus had a companion, who did not have much luck during the Roman time and disappeared very quickly.

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une paredra Pour Jupiter poeninus?

MotS-cléS: Col du Grand St-Bernard, Jupiter Poeninus, Poenina dea, inscriptions votives, cultes pré-romaine

réSuMé

Dans la zone du Col du Grand Saint-Bernard, le rituel d’une divinité de montagne est attestée non seulement dans l’époque romaine -archéologues ont trouvé en fait les restes d’un temple et de nombreux exemples des offres votives- mais aussi dans la période précédente. Dans cet âge, en effet, les tribus et les voyageurs locaux adoré par un rocher sacré, où ils ont jeté de petites pièces de monnaie pour passer les Alpes sans danger et sans difficulté. Le dieu était Poeninus, qui entrent dans le rituel romain et plus tard a été assimilé à Jupiter: ses traces se trouvent pas seulement chez le col du Grand Saint-Bernard, mais aussi dans certaines inscriptions en alphabet lépontique en Val Brembana (Italie) et Liddes, en Suisse du sud. Le but de cet article est de donner une brève analyse de ce culte pré-romaine et des représentations écrites du nom Poeninus, et ensuite se concentrer sur la possibilité que le dieu a été associé à un paredra. Le cas n’est pas unique: nombreux dieux celtiques avaient un compagnon, qui peut ou ne peut pas avoir le même nom. Chez le col du Grand Saint-Bernard, une inscription, malheureusement mutilé, offert par un natif de la Vallée d’Aoste, est probablement dédiée à Juno, bien qu’il existe d’autres possibilités d’interprétation, en raison de l’absence de la partie gauche de l’inscription. La présence féminine est également attestée par de petites statues votives, par une inscription sur une tablette de bronze à Dominae et par une mention de Servius, qui cite un dea Poenina. Il est donc possible que Poeninus avait un compagnon, qui n’a pas eu beaucoup de chance lors de l’époque romaine et a disparu très rapidement.

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a paredra For Jupiter poeninus?

SchlüSSelWörter: Grosser Sankt Bernhard, Jupiter Poeninus, Poenina dea, Votivinschriften, vorrömischen Kulte

ZuSaMMenFaSSung

Im Bereich des Passes Grossen St. Bernhard ist das Ritual einer Berggottheit in der römischen Ära -Archäologen in der Tat die Überreste eines Tempels und viele Beispiele für Votiv Sonderangebote-, sondern auch in der Vorperiode nicht nur gefunden belegt. In diesem Zeitalter, in der Tat, lokale Stämme und Reisende von einem heiligen Felsen verehrt, wo sie kleine Münzen warfen die Alpen ohne

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205Serena Zulian

Gefahr und Schwierigkeiten zu bestehen. Der Gott war Poeninus, der das römische Ritual ein und wurde später in Jupiter assimiliert: seine Spuren werden nicht nur von den Großen St. Bernhard-Pass gefunden, aber auch in einigen Inschriften in Lepontic Alphabet in Val Brembana (Italien) und Liddes im Süden Schweiz. Der Zweck dieses Artikels ist es, eine kurze Analyse dieser vorrömischen Kult und der schriftlichen Darstellungen des Namens Poeninus zu geben, und dann auf die Möglichkeit konzentrieren, dass der Gott mit einem paredra verbunden war. Der Fall ist nicht eindeutig: Viele keltische Götter einen Begleiter hatte, der konnte oder nicht den gleichen Namen haben könnte. Durch die den Großen St. Bernhard-Pass, eine leider Inschrift verstümmelt, von einem einheimischen des Aostatals angeboten wird wahrscheinlich zu Juno gewidmet, obwohl es einige andere Möglichkeiten der Interpretation sind, aufgrund des Fehlens von der linken Seite der Inschrift. Die weibliche Präsenz wird auch von Votiv kleinen Statuen bezeugt, durch eine Inschrift auf einer Bronzetafel zu Dominae und durch eine Erwähnung von Servius, der eine Poenina dea zitiert. Es ist daher möglich, dass Poeninus einen Begleiter hatte, der nicht viel Glück während der römischen Zeit hatte und verschwand sehr schnell.

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una paredra dedicada a Jupiter poeninus?

PalaBraS llave: puerto del Gran San Bernardo, Jupiter Poeninus, Poenina dea, inscripciones votivas, cultos prerromanos

reSúMen

En el área del puerto del Gran San Bernardo, el ritual de una deidad de montaña se evidencia no sólo en la época romana -arqueólogos encontraron, de hecho, los restos de un templo y muchos ejemplos de ofrendas votivas- sino también en el periodo anterior. En esta era, de hecho, las tribus locales y viajeros adoraban cerca de una roca sagrada, donde lanzaron unas monedas para pasar los Alpes sin peligro y dificultad. El dios era Poeninus, quien entró en el ritual romano y más tarde fue asimilado a Júpiter: sus trazas se encuentran no sólo por el puerto del Gran San Bernardo, sino también en algunas inscripciones en alfabeto lepontico en el Val Brembana (Italia) y en Liddes, en el sur de Suiza. El propósito de este artículo es dar un breve análisis de este culto pre-romano y de las representaciones escritas del nombre Poeninus, y luego centrarse en la posibilidad de que el dios se asoció con una paredra. El caso no es único: muchos dioses celtas tenían una compañera, que podría o no podría tener el mismo nombre. Por el puerto del Gran San Bernardo, una inscripción por desgracia mutilada, ofrecida por un nativo del Valle de Aosta, es probablemente dedicada a Juno, aunque hay algunas otras posibilidades de interpretación, debidas a la falta de la parte izquierda de la inscripción. La presencia femenina también está atestiguada por pequeñas estatuas votivas, por una inscripción en una placa de bronce a Dominae y por una mención de Servio, que cita una dea Poenina. Por lo tanto, es posible, que Poeninus tenía una compañera, que no tuvo mucha suerte durante la época romana y desapareció muy rápidamente.

Paredra へ Jupiter poeninus?

キーワード: グラン・サン・ベルナール峠, Jupiter Poeninus, Poenina dea, 碑文の奉納, 前ローマカルト

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a paredra a júPiter pennino?

PalavraS-chave: Grande São Bernardo, Júpiter Pennino, Poenina dea, inscrições votivas, cultos pré-romanos

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211Stefano Maggi

L’erudito comasco Girolamo Borsieri nel suo Libro di lettere1 (1613 circa) ricorda un marmo frammentario trovato in Pavia e conservato Ticini in aedibus Candianorum ex Boba2; accompagna il testo un disegno assai approssimativo, in cui si riconosce però con chiarezza una testa di Giove Ammone di profilo verso sinistra, in una iconografia dunque assai particolare3 (Fig. 1). Il pezzo si presenta squadrato, decorato a rilievo appunto, spezzato nella sua parte inferiore, con un’ombreggiatura che pare suggerirne lo spessore notevole e fa pensare, più che a una lastra, a un blocco architettonico.I Candiani, facoltosa famiglia di ceto mercantile, tra la seconda metà del XVI secolo e i primi anni del successivo possedevano in Pavia diverse case4: una presso la chiesa di San Zeno, in via Malaspina, una in Strada Nuova, nella parrocchia di Santa Maria Peroni, che si trovava in piazza del Lino; una nella stessa piazza del Lino.

* Dipartimento di Studi Umanistici, Università di Pavia – [email protected]

1. Vanoli 2015. Al dottor Paolo Vanoli va il mio sentito ringraziamento per avermi segnalato il disegno del Borsieri.

2. Theatrum Insubricae Magnificentiae, libro XIV, Bibl. Com. Como, ms. 4.4.21, Marmor VI. Cfr. Vanoli 2015, pp. 143-144, lettera al Signor Giovanni Andrea Torniello, Novara, Ms. sup. 3.2.43, pp. 275-276, in cui si parla esplicitamente del ritrovamento del pezzo in Pavia. È interessante notare come nella lettera si faccia riferimento –tra gli altri pezzi antichi– a una ‘testa di Medusa’ proveniente da Milano (si veda Theatrum, cit, p. 236: marmor primum. Mediolani in vallo ex adversariis Angeli Candiani). Il motivo di interesse è dato dal ricordo di un Angelo Candiani, medico letterato milanese in contatto con il Borsieri (Vanoli 2015, p. 75 e nota 227, p. 93, p. 121), in relazione ad un altro pezzo antico. Non ci è dato sapere se vi fosse un collegamento tra il Candiani milanese e i Candiani di Pavia.

3. Nota soprattutto su monete e su gemme, ma –più raramente– anche su monumenti funerari: LIMC I, 1981, s.v. Ammon (M. A. Zagdoun), n. 65, p.675 (frammento di sarcofago, Berkeley, University Art Museum, 8.3421); n. 71, p. 675 (cornalina, Colonia, Röm. – Germ. Museum, 5395); n. 118, p. 679 (moneta adrianea, da Alessandria d’Egitto, al British Museum di Londra, BMC. Alexandria, 70, nn. 5472-573, pl. I). Va segnalato però un blocco da un arco, a Poitiers, Musée des Antiquaires de l’Ouest, s.n.inv., sempre in LIMC I, 1981, n. 51, p. 674, particolare su cui si dovrà tornare.

4. Si veda Porqueddu 2012, pp. 677-679. Si ringrazia il dottor Fabio Romanoni per i suggerimenti e le indicazioni bibliografiche.

Stefano Maggi *

Juppiter Ammon a Pavia

Parole chiaVe: Ticinum, Juppiter, Ammon, Memoria, antichità

Fig. 1. Immagine di Giove Ammone da G. Borsieri

Fig. 2. Poitiers, Musée des Antiquaires de l’Ouest, blocco da arco (s.n.inv.)

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215Stefano Maggi

riaSSunto Un disegno pubblicato nel XVII secolo da G.Borsieri attesta la presenza a Pavia di un blocco scolpito, forse pertinente un arco romano, con immagine di Juppiter Ammon. Il pezzo (ora scomparso) stava presso privati e sembra documentare l’attenzione per la memoria e la coscienza di una identità civica.

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Juppiter Ammon in PaVia

KeywordS: Ticinum, Juppiter, Ammon, Memory, Ancient historyaBStract

A drawing published in the XVII century by G. Borsieri testifies the presence in Pavia of a sculptured block, probably from a Roman arch, with an image of Juppiter Ammon. The piece (missing nowadays) was in a private house and it seems to testify the interest for memory and the awareness of a civic identity.

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JuPPiter aMMon à PaVie

MotS-cléS: Ticinum, Juppiter, Ammon, mémoires, antiquité

réSuMé

Un dessin publié au XVIIe siècle par G. Borsieri atteste la présence à Pavie d’un bloc sculpté, appartenant peut-être d’un arc romain, avec l’image de Jupiter Ammon. La pièce (aujourd’hui disparu) était dans une maison privée et semble documenter l’attention pour la mémoire et la conscience d’une identité civique.

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JuPPiter aMMon in PaVia

SchlüSSelwörter: Ticinum, Juppiter, Ammon, Erinnerung, Altertum

ZuSaMMenfaSSung

Eine Zeichnung des siebzehnten Jahrhunderts von G. Borsieri beschreibt das Wesen in Pavia eines plastischen Block, vermutlich von einem römischen Bogen, mit einem Bild von Juppiter Ammon. Das Stück (fehlt heute) war in einem Privathaus, und es scheint das Interesse für die Erinnerung und das Bewusstsein für eine bürgerliche Identität zu bezeugen.

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JuPPiter aMMon en PaVia

PalaBraS llaVe: Ticinum, Juppiter, Ammon, memoria, antigüedad

reSúMen

Un dibujo publicado en el siglo XVII por G. Borsieri atestigua la presencia en Pavia de un bloque tallado, a lo mejor de un arco romano, con la imagen de Júpiter Ammon. La pieza (desaparecida) se encontraba en una casa privada y parece documentar la atención para la memoria y la conciencia de una identidad ciudadana.

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Juppiter Ammon パヴィアの

キーワード: Ticinum, Juppiter, Ammon, メモリ, 古代

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JuPPiter aMMon eM PaVia

PalaVraS-chaVe: Ticinum, Juppiter, Ammon, memória, antiguidade

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219Alfredo Sansone

Fig. 1. I principali centri magnogreci della Calabria meridionale(Elaborazione sulla base di Bing maps)

1. Rinvenimento dell’iscrizione e prime ricostruzioni

Nel lontano 18801 veniva portato alla luce, in località Piano dei Bucceri2 presso Nicotera (VV), un frammento di lapide inscritta che andava ad aggiungersi a pezzi di capitello in marmo e a un gradino in porfido (oggi conservato nella cattedrale di Nicotera3), ritrovati nel 17964 nella medesima località. Dell’iscrizione, vista l’ultima volta dal Lenormant5 in casa del dott. Diego Corso a Nicotera nel 1883, oggi non si ha alcuna notizia. Nonostante l’irreperibilità del supporto e l’impossibilità di eseguire l’esame autoptico, possiamo tuttavia usufruire del testo trascritto e, a distanza di più di un secolo dal rinvenimento, avanzare una nuova ipotesi di integrazione rispetto a quelle finora accettate. Del dettato epigrafico sono pervenute soltanto due linee frammentarie, così edite dal Fiorelli6:

- - - odem des / ṛcolis P[- - - ]Le successive edizioni7 dell’iscrizione presentano la seguente integrazione:

- - - odem des / [aram ? He]rcolis P[- - - ]

* Dottorando in Storia, Università degli Studi di Pavia [email protected]

1. Fiorelli 1880, p.162; Cil X, 8075.2. La contrada oggi non vive più nella memoria dei locali con lo stesso toponimo. cygielman

1981, p. 134 pensava di collocarla ipoteticamente a nord di Contrada Marzano, ma anche questa località risulta essere un fantasma topografico.

3. cygielman 1981, p. 134.4. Fiorelli 1882, p. 397. 5. lenormant 1883, p. 12, nr. 9.6. L’editio princeps del 1880 curata dal Fiorelli (nt. 1) non offre chiavi interpretative, limitandosi a

segnalare esclusivamente il ritrovamento dell’epigrafe.7. A partire dall’edizione proposta nel Cil (nt. 1) si afferma l’integrazione con aram, condivisa finora

dagli studiosi (moltrasio 1972, p. 186; zumbo 1992, p. 271; genovese 2000, pp. 348-349).

alFredo sansone *

CIL X, 8075: ErCoLE a MedMa

parole chiave: culto di Ercole, Medma, Nicotera, romanizzazione, sincretismo

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235Alfredo Sansone

riassunto Verso la fine del XIX secolo fu rinvenuta nell’area limitrofa a Nicotera, in provincia di Vibo Valentia, un’iscrizione frammentaria, poi andata perduta agli inizi del ‘900. Nonostante l’irreperibilità del documento, si conosce il contenuto del testo, che recava la dedica, probabilmente di un edificio sacro, in onore di Ercole, sicuramente una delle divinità più complesse dell’antichità. Nel territorio di Medma, del quale il nicoterese faceva parte, la presenza di Ercole gioca un ruolo fondamentale nell’ambito del commercio del legname, una delle principali risorse economiche della regione, e giustificherebbe per il documento epigrafico la restituzione testuale di un epiteto come Πευκεύς, in ricordo del legame rituale tra l’eroe e il pino. Il culto dell’eroe nel Bruzio si pone all’incrocio di tre gruppi etnici (Romani-Greci-Bruttii), che vedono in Ercole una divinità centrale dei propri rispettivi pantheon, come dimostrano i miti e le leggende trasmesse dalle fonti e intimamente radicate nell’immaginario collettivo. Da questo incrocio culturale deriva un sincretismo religioso, che pone il culto di Ercole su un piano di continuità soprattutto fra Greci e Romani, non insensibile a risvolti di natura propagandistica

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cil X, 8075: HerCules at MedMa

Keywords: Cult of Heracles, Nicotera, Medma, Romanization, Syncretism

abstract

By the end of the 19th century, in the area near Nicotera, in the province of Vibo Valentia, a fragment of an inscription was found, and it disappeared at the beginning of the 20th century. Although the epigraphy is now untraceable, we know the content of the text, which consisted in a dedication, probably of a sacral building, in honour of Hercules, without doubt one of the most complex divinities of the Ancient Age. In the territory of Medma, which included the area of Nicotera, the presence of Hercules played a fundamental role in the wood’s business, one of the main economic sources of the region, and it could justify the textual restitution of an epithet like Πευκεύς, reminding the ritual connection between the hero and the pine plant. In Bruzio, the hero’s cult is set at the crossroad of three ethnic groups (Romans-Greeks-Bruttii), which considered Hercules a central divinity in their own pantheons, as demonstrated by local myths and legends. From this cultural intersection, a religious syncretism is born, which puts the cult of Hercules in continuity with Greeks and Romans, especially sensitive to the propagandistic consequences.

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237Alfredo Sansone

cil X, 8075: HerCules en MedMa

palabras llave: culto de Hércules, Medma, Nicotera, romanización, sincretismo

resúmen

A finales del siglo 19, en la zona cercana a Nicotera, en la provincia de Vibo Valentia, se encontró un fragmento de una inscripción, que desapareció a principios del siglo 20. Aunque la epigrafía es ahora imposible de encontrar, sabemos el contenido del texto, que consistía en una dedicación, probablemente de un edificio sacro, en honor de Hércules, sin duda uno de los más complejos divinidades de la Edad Antigua. En el territorio de Medma, que incluyó el área de Nicotera, la presencia de Hércules jugó un papel fundamental en el negocio de la madera, una de las principales fuentes económicas de la región, y que podría justificar la restitución textual de un epíteto como Πευκεύς, recordando la conexión ritual entre el héroe y el pino. En Bruzio, el culto del héroe se establece en el cruce de tres grupos étnicos (Romanos-Griegos-Bruttii), quienes consideraban Hércules una divinidad central en sus propios panteones, como se demuestra por los mitos y leyendas locales. De esta intersección cultural, nace un sincretismo religioso, que pone el culto de Hércules en continuidad con griegos y romanos, especialmente sensibles a las consecuencias propagandísticos.

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cil X, 8075: HerCules に MedMa

キーワード: ヘラクレスのカルト, Medma, Nicotera, ローマなってきて, レティズム

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cil X, 8075: HerCules am MedMa

palavras-chave: culto de Hércules, Medma, Nicotera, romanização, sincretismo

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cil X, 8075: HerCules en MedMa

mots-clés: culte d’Hercule, Medma, Nicotera, romanisation, syncrétismerésumé

A la fin du 19ème siècle, dans la zone proche Nicotera, dans la province de Vibo Valentia, un fragment d’une inscription a été trouvé, et il a disparu au début du 20e siècle. Bien que l’épigraphie est maintenant introuvable, nous savons le contenu du texte, qui consistait à une dédicace, probablement d’un édifice sacré, en l’honneur d’Hercule, sans doute l’une des divinités les plus complexes de l’âge antique. Sur le territoire de Medma, qui comprenait la région de Nicotera, la présence d’Hercules a joué un rôle fondamental dans l’entreprise du bois, l’une des principales sources économiques de la région, et il pourrait justifier la restitution textuelle d’une épithète comme Πευκεύς, rappelant la connexion rituelle entre le héros et le pin. En Bruzio, le culte du héros est situé au carrefour de trois groupes ethniques (Romans-Grecs-Bruttii), qui considéraient Hercules une divinité centrale dans leurs propres panthéons, comme démontré par les mythes et les légendes locales. De cette intersection culturelle, un syncrétisme religieux est né, ce qui met le culte d’Hercule en continuité avec les Grecs et les Romains, particulièrement sensibles aux conséquences propagandísticas

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cil X, 8075: HerCules in MedMa

schlüsselwörter: Kult des Herkules, Medma, Nicotera, Romanisierung, Synkretismus

zusammenFassung

Bis zum Ende des 19. Jahrhunderts, in der Gegend in der Nähe von Nicotera, in der Provinz Vibo Valentia, wurde ein Fragment einer Inschrift gefunden, und es am Anfang des 20. Jahrhunderts verschwunden. Obwohl die Epigraphik jetzt unauffindbar ist, kennen wir den Inhalt des Textes, der in einer Widmung bestand, wahrscheinlich aus einem Sakralbau, zu Ehren des Herkules, ohne Zweifel eines der komplexesten Gottheiten des alten Alter. Im Gebiet von Medma, die den Bereich von Nicotera enthalten, spielte die Anwesenheit von Hercules eine fundamentale Rolle in der Geschäftstätigkeit des Holz, eine der wichtigsten Einnahmequellen der Region, und es könnte die Text Restitution eines Beiname wie Πευκεύς rechtfertigen, erinnert die rituelle Verbindung zwischen dem Helden und dem Pinien Pflanze. In Bruzio, der Kult des Helden ist an der Kreuzung von drei Volksgruppen (Römer-Griechen-Bruttii) gesetzt, was eine zentrale Gottheit in ihrem eigenen Pantheons als Herkules, von den lokalen Mythen und Legenden gezeigt, wie. Aus dieser kulturellen Kreuzung ist ein religiöser Synkretismus geboren, die zu den propagandistischen Folgen der Kult des Herkules in Kontinuität mit Griechen und Römer, besonders empfindlich macht.

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243Anna Tulliach

AnnA TulliAch *

Pericle Ducati museologo. il museo civico Di Bologna tra il 1921 e il 1944

PArole chiAve: Museo Civico di Bologna; Pericle Ducati; Storia del collezionismo; Archeologia e Fascismo; Seconda Guerra Mondiale

1. inTroduzione

Il contributo è il frutto di un lavoro di ricerca effettuato sui documenti d’archivio del Museo Civico di Bologna relativamente agli anni di direzione dello stesso da parte di Pericle Ducati (1921-1944)1.L’obiettivo è quello di fornire un quadro generale delle attività condotte da Ducati in qualità di museologo, analizzandole sulla base dei grandi temi del patrimonio collezionistico, dell’allestimento e del Museo in guerra.L’elaborato è preceduto da un’introduzione relativa alla figura di Pericle Ducati, personalità estremamente discussa del panorama culturale bolognese, soprattutto per i suoi rapporti con il regime fascista. La ricerca è stata condotta attraverso lo studio di alcuni documenti depositati presso l’Archivio Storico del Museo Civico Archeologico di Bologna e l’Archivio Storico del Comune di Bologna. A questi si è affiancata la consultazione dell’Archivio Ducati, donato da Nerina Bravi, lontana parente dello studioso, al Dipartimento di Storia Culture Civiltà – sezione di Archeologia dell’Università di Bologna; questo è composto da più di cinquecento lettere, documenti, appunti e fotografie appartenuti allo studioso.

Attraverso le indagini d’archivio effettuate, relativamente all’acquisizione di oggetti, è stato possibile ricavare informazioni utili per l’identificazione dell’origine di alcune donazioni e nuclei collezionistici, di cui precedentemente non si era a conoscenza.

* Dottoranda in Museum Studies, University of Leicester, School of museum studies [email protected]

1. I documenti sono conservati presso i locali dell’Archivio Storico del Museo Civico Archeologico di Bologna.Il lavoro condotto presso l’Archivio del Museo Civico Archeologico di Bologna è stato oggetto della tesi di Laurea Magistrale Il Museo Civico di Bologna sotto la direzione di Pericle Ducati (1921-1944), compilata dall’autore di questo contributo, coadiuvato dalla prof.ssa Maria Teresa Guaitoli (relatore; Dipartimento di Storia Culture Civiltà, Università di Bologna) e dalla dott.ssa Anna Dore, dott.ssa Paola Giovetti, dott.ssa Laura Minarini (correlatori; Museo Civico Archeologico di Bologna).

Fig. 1. Pericle Ducati nel suo studio (da cAiro 2012, p. 9)

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277Anna Tulliach

riASSunTo Nel corso degli anni di direzione del Museo Civico di Bologna da parte di Pericle Ducati (1921-1944), nonostante la particolare situazione politica e la separazione dalla Soprintendenza alle Antichità per l’Emilia e la Romagna, il Museo visse un periodo di importante crescita e rimase un fondamentale punto di riferimento nel panorama culturale bolognese.Numerosi furono gli oggetti acquisiti, appartenenti a diverse tipologie ed epoche storiche; tra questi, oggetti della collezione pre-protostorica, materiale etrusco-italico e di epoca romana, oggetti della collezione medievale e moderna. Nel corso di questi anni, inoltre, si registrarono una serie di sostanziali modifiche all’allestimento delle sale del Museo, dettate dalla volontà del direttore di fornire una più chiara fruizione degli oggetti esposti. In tale prospettiva si inseriscono le numerose cessioni di materiale ad altri musei, con la finalità di riordinare le collezioni del Museo Civico, ammassate nei ristretti spazi espositivi.Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Pericle Ducati dovette occuparsi del problema della messa in sicurezza del materiale del Museo contro possibili attacchi aerei. Egli adottò due diverse soluzioni: protezione in situ degli oggetti di maggiori dimensioni; sfollamento dei rimanenti in rifugi antiaerei.

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Pericle ducATi MuSeologiST. The civic MuSeuM of bolognA beTween 1921 And 1944

KeywordS: Civic Museum of Bologna; Pericle Ducati; History of collecting; Archaeology and Fascism; Second World War

AbSTrAcT

During the years of the direction of the Civic Museum of Bologna by Pericle Ducati (1921-1944), the Museum had an exponential growth and it remained a fundamental point of reference in the cultural panorama of Bologna, despite the particular political situation and the division from the Superintendence of Antiquities for the Emilia and Romagna region.Lots of objects were acquired, and they belonged to different types and historical ages; among these, objects of the pre- and proto-historic collection, Etruscan-Italic antiquities, material from the Roman age and objects of the medieval and modern collection. During these years, substantial changes to the Museum’s set-up were recorded; these were dictated by the director’s will to give a more clear fruition of the objects exhibited. Moreover, many were the materials’ transfers to other Museums, with the purpose to reorganise the Civic Museum’s collections, crowded in the narrow exhibition spaces.After the outbreak of the Second World War, Pericle Ducati dealt with the problem regarding the anti-aircraft defence measures to be adopted for the Museum’s. He opted for two different solutions: in situ protection for the biggest objects; evacuation of the remaining material to anti-aircraft defence sites.

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Pericle ducATi MuSéologue. le MuSée MuniciPAl de bologne enTre 1921 eT 1944MoTS-cléS: Musée Municipal de Bologne; Pericle Ducati; Histoire du collectioner;

Archéologie et le fascisme; Seconde Guerre mondialeréSuMé

Au fil des années de la direction du musée civique de Bologne par Pericle Ducati (1921-1944), en dépit de la difficile situation politique et la séparation de la Surintendance des antiquités pour l’Emilie et la Romagne, le musée a connu une période de croissance importante et il est resté un point de référence fondamental dans la scène culturelle de Bologne.Nombreux étaient les objets acquis, appartenant à différents types et périodes historiques; parmi eux, des objets de pré-protohistorique, matériau étrusques et italiques et collection romaine, objectes de la collection médiévale et moderne. Au fil des ans, de plus, ils ont enregistré une série de changements substantiels dans les salles du Musée, dictées par la volonté du directeur de fournir une utilisation plus claire des objects dans l’exposition. Dans cette perspective, ils correspondent aux nombreux approvisionnements en matières à d’autres musées, dans le but de réorganiser les collections du Musée Civique, entassés dans les espaces d’exposition étroites.Avec le déclenchement de la Seconde Guerre mondiale, Pericle Ducati a dû faire face au problème de la sécurité du matériel du musée contre les attaques aériennes possibles. Il a adopté deux solutions différentes: la protection in situ des objets plus grands; déplacement des restes dans les abris anti-aériens.

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Pericle ducATi MuSeologe.dAS STAdTMuSeuM von bolognA zwiSchen 1921 und 1944

SchlüSSelwörTer: Stadtmuseum von Bologna; Pericle Ducati; Sammlungsgeschichte; Archäologie und Faschismus; Zweiter Weltkrieg

zuSAMMenfASSung

Im Laufe der Jahre die Leitung des Stadtmuseums von Bologna von Pericle Ducati (1921-1944), trotz der besonderen politischen Situation und der Trennung von der Superintendency von Antiquitäten für Emilia und Romagna und erlebte das Museum über einen Zeitraum von ein deutliches Wachstum und es blieb eine grundlegende Bezugspunkt in der Bolognese Kulturszene.Viele von ihnen waren die Objekte erworben, verschiedene Typen und historischen Epochen angehören; unter ihnen, Objekte von pre-urgeschichtlichen, etruskische und italische Material und römische Sammlung von mittelalterlichen und modernen Sammlerstücke. Im Laufe der Jahre darüber hinaus nahmen sie eine Reihe von wesentlichen Änderungen in den Räumen des Museums, vom Direktor diktiert wird eine klarere Verwendung der Exponate zur Verfügung stellen. In dieser Hinsicht passen sie die vielen Materiallieferungen an andere Museen, mit dem Ziel, die Sammlungen des Stadtmuseums, in den engen Ausstellungsräume gestopft neu zu ordnen.

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279Anna Tulliach

Mit dem Ausbruch des Zweiten Weltkriegs, hatte Pericle Ducati mit dem Problem der Sicherheit des Museums Material gegen mögliche Luftangriffe zu beschäftigen. Er nahm zwei verschiedene Lösungen: In-situ-Schutz von größeren Objekten; Verschiebung in den Luftschutzbunkern zu bleiben.

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Pericle ducATi MuSeólogo. el MuSeo cívico de boloniA enTre 1921 y 1944PAlAbrAS llAve: Museo Cívico de Bolonia; Pericle Ducati;

Historia del coleccionismo; Arqueología y Fascismo; Segunda Guerra Mondial

reSúMen

A lo largo de los años de la dirección del Museo Cívico de Bolonia por Pericle Ducati (1921-1944), a pesar de la difícil situación política y la separación de la Superintendencia de Antigüedades de Emilia y Romagna, el museo experimentó un período de crecimiento significativo y siguió siendo un punto de referencia fundamental en la escena cultural boloñesa.Muchos eran los objetos adquiridos, pertenecientes a diferentes tipos y períodos históricos; entre ellos, los objetos de la colección pre-protohistórica, material etrusco-italico y de época romana, objetos de la colección medieval y moderna. A través de los años, por otra parte, se registraron una serie de cambios sustanciales en las salas del Museo, dictadas por voluntad del director de proporcionar un uso más claro de los objetos expuestos. En esta perspectiva se ajustan los muchos suministros de material a otros museos, con el objetivo de reorganizar las colecciones del Museo Cívico, apretadas en los estrechos espacios de exposición.Con el estallido de la Segunda Guerra Mundial, Pericle Ducati tuvo que enfrentarse con el problema de la seguridad del material del museo frente a posibles ataques aéreos. El adoptó dos soluciones diferentes: la protección in situ de los objetos de mayor tamaño; el desplazamiento de lo que quedaba en los refugios antiaéreos.

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Pericle ducATi 博物館学の専門家.1921年と1944年の間にボローニャの市民ミュージアム

キーワード: ボローニャの市民ミュージアム; Pericle Ducati; コレクションの歴史; 考古学とファシズム; 第二次世界大戦

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Pericle ducATi MuSeólogo. o MuSeu cívico de bolonhA enTre 1921 e 1944

PAlAvrAS-chAve: Museu Cívico de Bolonha; Pericle Ducati; História do colecionismo; Arqueologia e fascismo; Segunda Guerra Mundial

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283Pierluigi Tozzi

Pierluigi Tozzi *

Rilievi aeRei e satellitaRi peR una nuova conoscenza del teRRitoRio

Parole chiave: Rilievi aerei; Rilievi satellitari; Voghera; Tortona; Età Romana

Sulla riva destra del Po si estende una lunga fascia popolosa di terre pianeggianti compresa fra le ultime propaggini settentrionali del rilievo appenninico e il corso del fiume, che ora si avvicinano, ora si allontanano fino a serrarla nei pressi di Stradella (Fig. 1a). Dal torrente Nure verso Oriente al torrente Scrivia verso Occidente si aprono le numerose valli dei torrenti Trebbia, Tidone, Versa, Scuropasso, Staffora, Curone (Fig. 1b). Questo territorio conobbe un primo grande assetto in età romana. Nel 218 a.C. fu fondata la colonia di Placentia, in stretta, mutua, vitale connessione con Cremona, secondo le espressioni felici ed efficaci di Polibio1 e di Strabone2. Il disegno originario di Placentia, eccentrico rispetto alla grande pianificazione della regione emiliana, che prenderà forma solo dopo la soppressione degli sconvolgimenti portati dalla incursione annibalica e dalla ribellione delle genti galliche (a partire dagli inizi del II secolo), è fondato sulla linea del Po e appare applicazione del disegno generale della politica romana nel Settentrione d’Italia prima della fine del III secolo a.C. Se verso Nord il Po costringeva il distretto di Piacenza, verso Ovest la ragione stessa della deduzione coloniale, in seguito alle lotte coi Galli e in considerazione del teatro dei fatti d’arme, imponeva la necessità di controllare Clastidium, Casteggio, di valore strategico straordinario, se solo consideriamo che le possibilità di comunicazione erano presso Stradella fortemente condizionate o meglio costrette dalla natura. In realtà alla fine del III e agli inizi del II secolo (nei momenti cioè della deduzione e del rinforzo coloniale del 190) Placentia non poteva trovare alcun ostacolo all’espansione verso Occidente in altri centri romani o non romani, in quanto ancora non esistevano, anche se le necessità di coesione della compagine territoriale suggerivano che il termine occidentale della colonia non dovesse spingersi troppo lontano.

* Università degli Studi di Pavia – [email protected]

1. Hist. III, 40, 5.2. Geographia V, 1, 11.

TorTona

Voghera

CasTeggio

PaVia

sTradella

Fiume Po

Fig. 1a. Foto satellitare Bing, senza data, del territorio, a Sud del Po, compreso tra Stradella e Tortona

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295Pierluigi Tozzi

riassunTo Le foto dall’aereo, ma soprattutto le foto da satellite, se riprese durante o dopo fasi di grande siccità, permettono di rilevare entro le articolazioni storiche dei territori i corsi di fiumi e di torrenti antichi, fondamentali per insediamenti e interventi antropici.

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aerial anD saTelliTe surveys For a new knowleDge oF The area

keyworDs: Aerial surveys; Satellite surveys; Voghera; Tortona; Roman Age

aBsTracT

The photos from the plane, but above all the satellite photos, if taken during or after major drought stages, they allow you to survey within the historic joints of the territories, the ancient streams and rivers courses, fundamental for settlements and human interventions.

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relevés aériens eT Par saTelliTe Pour une nouvelle connaissance De la région

MoTs-clés: Relevés aériens; Relevés par satellite; Voghera; Tortona; Epoque romaine

résuMé

Les photos de l'avion, mais surtout toutes les photos satellites, si prises pendant ou après l'un des principaux stades de sécheresse, ils peuvent permettre de relever dans les articulations historiques des territoires, des cours d'eau et des rivières anciens, fondamentaux pour les établissements et les interventions humaines.

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luFT- unD saTelliTen erheBungen Für ein neues wissen üBer Das geBieT

schlüsselwörTer: Lufterhebungen; Satelliten Erhebungen; Voghera; Tortona; Römerzeit

zusaMMenFassung

Fotos aus der Ebene, sondern vor allen Satelliten-Fotos, wenn während oder nach einer schweren Dürre Stufen genommen, können sie innerhalb der historischen Verbindungen der Gebiete der alten Bäche und Flüsse Kurse, von grundlegender Bedeutung für Siedlungen und menschliche Eingriffe abgeschlossen werden.

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invesTigaciones aéreas y De saTéliTe Para un nuevo conociMienTo De la zona

PalaBras llave: Investigaciones aéreas; Investigaciones de satélite; Voghera; Tortona; Época romana

resúMen

Las fotos desde el avión, pero por encima de todas las fotos de satélite, si se toman durante o después de una de las principales etapas de sequía, pueden permitir de investigar dentro de las articulaciones históricas de los territorios, de los cursos de ríos e te torrentes antiguos, fundamentales para los asentamientos humanos y las intervenciones.

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地域の新しい知識のための航空衛星調査

キーワード: 空中偵察; 衛星追跡; Voghera; Tortona; ローマ時代

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levanTaMenTos aéreos e Por saTéliTe Para uM novo conheciMenTo Do TerriTório

Palavras-chave: Levantamentos aéreos; Levantamentos de satélite; Voghera; Tortona; Época romana

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299

Fabio Luce *, Giovanni carLo LuonGo **

Procedure innovative, modelli scientifici e raPPresentazioni virtuali Per la conoscenza e la comunicazione della torre di velate

ParoLe chiave: rilievo architettonico; sistemi UAV; fotomodellazione; modello digitale 3D; comunicazione virtuale

1. introduzione

Il rilevamento geometrico e la conseguente restituzione di modelli tridimensionali di oggetti e scene complesse sono i soggetti privilegiati dell’interesse da parte della comunità scientifica e del settore commerciale nell’ambito del rilievo architettonico. Grazie alla forte accelerazione in termini prestazionali data alle strumentazioni è infatti possibile acquisire grandi quantità di dati spaziali, georeferenziarli e derivarne informazioni 3D in modo piuttosto agevole se non addirittura automatico. Si sta assistendo sempre più a restituzioni digitali tridimensionali prodotte per fini diversi quali la documentazione, la conservazione e il restauro virtuale, la simulazione e la fruizione museale a distanza, la cartografia e la gestione territoriale. In particolare, l’utilizzo di procedure di rilievo che integrano quasi esclusivamente sofisticati strumenti digitali di acquisizione di tipo indiretto a processi di restituzione CAD 3D è diventata una prassi consolidata sia in campo architettonico-archeologico che in ambito cartografico-territoriale.Sebbene le procedure longimetrico-dirette risultino ancora il mezzo fondamentale per un approccio conoscitivo di base al manufatto architettonico e costituiscano il legame con la tradizione scientifica di matrice rinascimentale, il successo di questa evoluzione è da attribuire all’affermazione delle tecniche topografiche grazie alla diffusione del laser scanner e all’implementazione delle procedure fotogrammetriche che da pochi anni consentono la restituzione di modelli tridimensionali direttamente dalle immagini fotografiche.

* Politecnico di Milano, Scuola di Architettura, Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni; Università di Trento, Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica. Autore dei capitoli 1, 3 e 5 – [email protected]

** Laurea di primo livello in Scienze dell’architettura. Autore dei capitoli 2 e 4 – [email protected] a pilotaggio remoto (drone) durante la fase di ripresa della Torre di Velate

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325Fabio Luce, Giovanni Carlo Luongo

riassunto La ricerca che si descrive pone l’attenzione sulle possibilità offerte dall’avvento di recentissime tecnologie quali i sistemi a pilotaggio remoto che, in stretta sinergia con le procedure fotogrammetriche, stanno diventando un potente mezzo di indagine a basso costo per il rilievo delle geometrie e delle tessiture superficiali di manufatti architettonici. L’interesse per questo ambito del rilievo architettonico è strettamente legato al caso-studio: come frequentemente accade in ambito sperimentale, è l’oggetto a suggerire il miglior strumento per l’analisi. Edifici a rudere, caratterizzati dalla componente verticale particolarmente marcata e inseriti in un contesto ambientale piuttosto costretto, tutte condizioni riscontrabili nella Torre di Velate, hanno portato a scegliere la cosiddetta structure-from-motion, ovvero un rilievo di tipo fotogrammetrico attuato tramite immagini fotografiche acquisite da drone al fine di generare un modello virtuale tridimensionale utile a divenire luogo per un’indagine conoscitiva di tipo geometrico ma anche supporto digitale per una possibile fruizione virtuale e a distanza di un manufatto architettonico di grande interesse storico-culturale ma fuori dalle rotte turistiche più battute.

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innovative methods, scientiFic modeLs and virtuaL rePresentation to know and to communicate the tower oF veLate

keywords: architectural survey; UAV Systems; image-based-modeling; 3D digital model; virtual communication

abstract

The research focuses on the possibilities offered by the latest technologies, for example unmanned aerial vehicles, which in synergy with photogrammetric procedures are becoming a low-cost but outstanding investigation tool to survey geometry and surface texture of architectural artefacts. The interest for this field of the architectonical surveying is closely related to the study-case: as it often happens in the experimental field, the object itself suggests the best tool for the analysis. Buildings in ruins, characterised by a particularly pronounced vertical component and inserted in a rather forced environmental context, all conditions encountered in the Tower of Velate, led us to choose the so-called structure-from-motion, which is a kind of photogrammetric survey implemented through photographic images acquired by a drone in order to generate a three-dimensional virtual model to become useful place for finding inquiry geometrical but also digital support for a possible use virtual and distance of a great architectural work historical and cultural interest, but off the beaten tourist track.

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des méthodes novatrices, des modèLes scientiFiques et La rePrésentation virtueLLe

de connaître et de communiquer La tour de veLate

mots-cLés: étude architecturale; systèmes de drones; photo-modélisation; modèle numérique 3D; communication virtuelle

résumé

La recherche porte sur les possibilités offertes par les dernières technologies, par exemple les véhicules aériens sans pilote, qui en synergie avec les procédures photogrammétriques deviennent un faible coût mais outil d’investigation remarquable pour étudier la géométrie et la texture de surface d’objets architecturaux. L’intérêt pour ce domaine de l’arpentage architectonique est étroitement lié à l’étude cas: comme il arrive souvent dans le champ expérimental, l’objet lui-même suggère l’outil meilleur pour l’analyse. Bâtiments en ruines, caractérisé par une composante verticale particulièrement prononcée et insérée dans un contexte environnemental plutôt forcé, toutes les conditions rencontrées dans la Tour de Velate, nous a conduit à choisir la soi-disant structure-from-motion, ce qui est une sorte de relevé photogrammétrique mis en œuvre à travers des images photographiques acquises par un drone afin de générer un modèle virtuel en trois dimensions pour devenir lieu utile pour trouver enquête géométrique mais aussi support numérique pour une utilisation possible virtuelle et à distance d’une grande œuvre architecturale intérêt historique et culturel, mais au large de la sentiers battus.

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innovative verFahren, wissenschaFtLiche modeLLe und virtueLLe darsteLLunGen

Für das kenntnis und die kommunikation des turms von veLate

schLüsseLwörter: Bauaufnahme; UAV-Systeme; Foto-Modellierung; Digitales 3D-Modell; virtuelle Kommunikation

zusammenFassunG

Die Forschung konzentriert sich auf die Möglichkeiten, die die neuesten Technologien angeboten, zum Beispiel unbemannte Luftfahrzeuge, die in Synergie mit Photogrammetrie Verfahren sind eine kostengünstige, aber hervorragende Untersuchung Werkzeug zu vermessen Geometrie und Oberflächenbeschaffenheit der architektonischen Artefakte werden. Das Interesse für dieses Gebiet der architectonical Vermessung ist eng mit der Studie zu Fall: wie es oft im experimentellen Bereich geschieht, das Objekt selbst schlägt vor, die beste Werkzeug für die Analyse. Gebäude in Schutt und Asche, durch eine besonders ausgeprägte vertikale Komponente gekennzeichnet und in einem eher gezwungen ökologischen Kontext eingefügt, die alle in den Turm von Velate vorgefundenen Bedingungen, führte uns die sogenannte structure-from-motion zu wählen, die eine Art von Photogrammetrie-Erhebung durch fotografische Bilder umgesetzt durch eine Drohne erworben, um ein dreidimensionales virtuelles Modell zu

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327Fabio Luce, Giovanni Carlo Luongo

werden, nützlich Ort für die Suche nach Anfrage geometrischen, sondern auch digitale Unterstützung für eine mögliche Verwendung virtueller und Entfernung eines großen architektonischen Arbeiten historischen und kulturellen Interesse zu erzeugen, sondern aus der ausgetretenen Touristenpfade.

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Procedimientos innovadores, modeLos cientíFicos y rePresentaciones virtuaLesPara La comPrensión y La comunicación de La torre de veLate

PaLabras LLave: levantamiento arquitectónico; sistemas de vehículos aéreos no tripulados; foto-modelaje; modelo digital 3D; comunicación virtual

resúmen

La investigación se centra en las posibilidades que ofrece el advenimiento de las tecnologías muy recientes, como los sistemas no tripulados que, en estrecha sinergia con los procedimientos fotogramétricos, se están convirtiendo en un poderoso medio de investigación de bajo costo para el estudio de las geometrías y de las texturas superficiales de objetos arquitectónicos. El interés en esta área de importancia arquitectónica está estrechamente relacionado con el caso-estudio: como sucede con frecuencia en el grupo experimental, es el objeto que propone la mejor herramienta para el análisis. Edificios en ruinas, que se caracterizan por la componente vertical particularmente pronunciada y se insertan en un contexto ambiental más bien forzado, todas las condiciones que se encuentran en la Torre de Velate, nos llevaron a elegir la denominada structure-from-motion, que es una especie de levantamiento fotogramétrico implementado a través de imágenes fotográficas adquiridas por drones con el fin de generar un modelo virtual tridimensional para convertirse en lugar útil para encontrar geométrica consulta sino también soporte digital para un posible uso virtual ya distancia de una gran obra de arquitectura de interés histórico y cultural, pero fuera del circuito turístico habitual.

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革新的な手順, 科学的モデル科学的なモデルと仮想表現知識とコミュニケーションタワーのvelate

キーワード: 建築の重要な; UAVシステム; 写真からのモデリング;3Dデジタルモデル; 仮想通信

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Procedimentos inovadores, modeLos cientíFicos e rePresentações virtuaisPara a comPreensão e comunicação da torre de veLate

PaLavras-chave: levantamento arquitetônico; sistemas UAV; modelagem por foto; modelo digital 3D; comunicação virtual