Corpo, Cervello e Linguaggio: una prospettiva neuroscientifica
Sessualità e disabilità dalla prospettiva del modello sociale Corso di: Psicologia...
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Sessualità e disabilità Sessualità e disabilità dalla prospettiva del dalla prospettiva del modello socialemodello sociale
Corso di:Corso di:
Psicologia dell’apprendimento e Psicologia dell’apprendimento e della memoria – Modulo Hdella memoria – Modulo H
Prof. Stefano FedericiProf. Stefano Federici
Psicologia dell’apprendimento e della memoria – Modulo H
2Prof. Stefano Federici
Il modello socialeIl modello sociale
Inghilterra Anni ’70 – Movimento radicale dell’Union of Union of
the Physically Impaired Against the Physically Impaired Against Segregation (UPIAS)Segregation (UPIAS)
Anni ’80 e ’90 – Lavori accademici di studiosi con disabilità quali Vic Vic FinkelsteinFinkelstein (1980) (1980) e e Michael Michael OliverOliver (1990) (1990)
Hanno introdotto una nuovaprospettiva sulla disabilità
Psicologia dell’apprendimento e della memoria – Modulo H
3Prof. Stefano Federici
Il modello socialeIl modello sociale
Il modello sociale si è fatto portavoce di una
“big ideabig idea” (Hasler, 1993) secondo cui la
disabilità è un prodotto sociale. «Dal nostro punto di vista, è la società che
rende disabili le persone con menomazioni
fisiche. La disabilità è un qualcosa che si
impone dall’alto in modo tale che noi siamo
inevitabilmente isolati ed esclusi da una piena
partecipazione sociale» (UPIAS, 1976).
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4Prof. Stefano Federici
Il modello socialeIl modello sociale
Il “problemaproblema” della disabilità è nell’ambiente ove gli individui interagiscono.
La disabilità è una costruzione sociale e non (soltanto) l’esito di una menomazione psichica o fisica.
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5Prof. Stefano Federici
MenomazioneMenomazione DisabilitàDisabilità HandicapHandicapMalattiaMalattia oodisordinedisordine
FattoriAmbientali
Funz./Strutt.Funz./Strutt. AttivitàAttività PartecipazionePartecipazioneCorporeeCorporee (Limitazione delle Attività)(Limitazione delle Attività) (Restrizione nella(Restrizione nella(Menomazioni)(Menomazioni) Partecipazione)Partecipazione)
FattoriPersonali
Condizioni di SaluteCondizioni di Salute(disordine/malattia)(disordine/malattia)
Dal modello dell’ICIDH – 1980Dal modello dell’ICIDH – 1980al modello dell’ICF – 2001al modello dell’ICF – 2001
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6Prof. Stefano Federici
Aree disabilitanti diAree disabilitanti diTom Tom ShakespeareShakespeare
In The Sexual Politics of Disability: Untold The Sexual Politics of Disability: Untold desiredesire, Tom Shakespeare (1996) per primo indaga le dinamiche socio-culturali che sottostanno al comportamento sessuale di persone con disabilità.
ShakespeareShakespeare individua 6 barriere 6 barriere che, combinandosi con problemi personali, impediscono lo sviluppo emotivo e sessuale degli individui disabili.
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7Prof. Stefano Federici
6 Aree disabilitanti: 16 Aree disabilitanti: 1aa
1.1. Ritardo o mancanza di Ritardo o mancanza di socializzazionesocializzazione delle proprie esperienze emotive e sessualidelle proprie esperienze emotive e sessuali
Psicologia dell’apprendimento e della memoria – Modulo H
8Prof. Stefano Federici
1. Ritardo o mancanza di 1. Ritardo o mancanza di socializzazionesocializzazione
Questo fenomeno sembra riguardare in modo particolare le
donne con disabilitàdonne con disabilità. La mancanza di aspettative da parte dei
genitori di un normale sviluppo e manifestazione della
sessualità di una figlia con disabilità produce una progressiva
frustrazione o negazione dei suoi bisogni sessuali.
Pertanto, nel momento in cui i bisogni erotico-affettivi si
manifestano, inevitabilmente provocano nella famiglia
imbarazzo e nella figlia disorientamento.
La soluzione è spesso ricercata in aiuti esterni: «[Le donne
disabili] parleranno di sesso ad un consulente o al prete, forse
anche a uomini con disabilità, ma certo non ad altre donne»
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9Prof. Stefano Federici
6 Aree disabilitanti: 26 Aree disabilitanti: 2aa
2.2. Segregazione in “Segregazione in “specialispeciali” spazi ” spazi educativieducativi
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10Prof. Stefano Federici
2. Segregazione in 2. Segregazione in “speciali” spazi educativi“speciali” spazi educativi
Per lungo tempo l’educazione di persone con disabilità è stata
relegata al campo della “pedagogia speciale o differenzialepedagogia speciale o differenziale”.
Essa è stata oggetto di severe critiche da parte del movimento
dei disabili per la bassa qualità dell’educazione impartita e per
la conseguente separazione dei bambini disabili dai non-disabili
in spazi “differenzialidifferenziali”.
Questa segregazione spesso continua nell’età adulta,
ingenerando nel processo di socializzazione la difficoltà di difficoltà di
discorrere con serenità della propria sessualità e di discorrere con serenità della propria sessualità e di
condividere i propri bisogni affettivicondividere i propri bisogni affettivi sia con i propri pari, che
con individui non-disabili.
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11Prof. Stefano Federici
6 Aree disabilitanti: 36 Aree disabilitanti: 3aa
3.3. Assenza di educazione sessuale Assenza di educazione sessuale pubblicapubblica
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12Prof. Stefano Federici
3. Assenza di educazione 3. Assenza di educazione sessuale pubblicasessuale pubblica
L’assenza di informazione può essere riconosciuta come uno dei maggiori ostacoli nella vita dei disabili:
«A causa di una diffusa ignoranzadiffusa ignoranza, disinformazione, confusione e pressione tra disinformazione, confusione e pressione tra gli stessi disabiligli stessi disabili, è importante che sia impartita una corretta informazione sulla biologia del sesso, seppure contestualizzata in un più globale discorso coerente con la vita moderna».
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13Prof. Stefano Federici
6 Aree disabilitanti: 46 Aree disabilitanti: 4aa
4.4. BarriereBarriere fisiche che rendono fisiche che rendono inaccessibili spazi e informazioniinaccessibili spazi e informazioni
Tutto ciò che avresti
Tutto ciò che avresti
sempre desiderato
sempre desiderato
sapere sul sesso …sapere sul sesso …
È qui !!!!È qui !!!!
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14Prof. Stefano Federici
4. Barriere fisiche che rendono 4. Barriere fisiche che rendono inaccessibili spazi e informazioniinaccessibili spazi e informazioni
Troppo spesso si sono considerate le barrierebarriere fisiche
solo come ostacoli architettonici, per un alloggio
fruibile, per spazi accessibili, per il diritto al lavoro, per
l’utilizzo dei trasporti, per il tempo libero facilitato, e
raramente come ostacoli alle pari opportunità di un ostacoli alle pari opportunità di un
disabile disabile rispetto ad un non-disabile di trovare un rispetto ad un non-disabile di trovare un
partner o di condividere spazi ricreativi, o partner o di condividere spazi ricreativi, o
semplicemente per la lettura o visione di sussidi semplicemente per la lettura o visione di sussidi
erotici.erotici.
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15Prof. Stefano Federici
6 Aree disabilitanti: 56 Aree disabilitanti: 5aa
5.5. Difficoltà di espressione della propria Difficoltà di espressione della propria sessualità nelle sessualità nelle istituzioni residenzialiistituzioni residenziali
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16Prof. Stefano Federici
5. Difficoltà di espressione della propria 5. Difficoltà di espressione della propria sessualità nelle istituzioni residenzialisessualità nelle istituzioni residenziali
PrimoPrimo: dato che le persone disabili in ambienti istituzionalizzati sono spesso infantilizzateinfantilizzate, è raro che sia loro permesso di esprimere la propria sessualità.
SecondoSecondo: c’è un alto grado di vulnerabilità vulnerabilità all’abuso fisico e sessualeall’abuso fisico e sessuale. Molte associazioni e operatori credono che il loro ruolo sia quello di proteggere l’“innocenzainnocenza” delle persone disabili dal sesso, nonostante il dato di fatto che le istituzioni residenziali abbiano sempre avuto un più alto grado di incidenza di abusi sessuali
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17Prof. Stefano Federici
6 Aree disabilitanti: 66 Aree disabilitanti: 6aa
6.6. Assistenza personale e bisogni Assistenza personale e bisogni sessualisessuali
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18Prof. Stefano Federici
6. Assistenza personale e 6. Assistenza personale e bisogni sessualibisogni sessuali
La più generale disinformazione sulla sessualità, che
sostiene il pregiudizio e alimenta la paura degli paura degli
operatori professionali e assistenti volontari di operatori professionali e assistenti volontari di
persone con disabilitàpersone con disabilità resta, a tutt’oggi, una delle
cause maggiori dell’oppressione e frustrazione di una vita
affettiva e sessuale di persone con disabilità che
necessitano di una costante assistenza.
Pur tuttavia facilitare l’esercizio della sessualità per facilitare l’esercizio della sessualità per
tutte le persone con disabilità rimane una questione tutte le persone con disabilità rimane una questione
difficile e dibattutadifficile e dibattuta
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19Prof. Stefano Federici
Identità personale nella Identità personale nella disabilità /1disabilità /1
autoaccettazione
della propria
menomazione
costruzionecostruzione della della
propria identità propria identità
socialesociale
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20Prof. Stefano Federici
Identità personale nella Identità personale nella disabilità /2disabilità /2
Questo processo affermativo della propria disabilità
non si esaurisce col “venire a patti con la propria venire a patti con la propria
menomazionemenomazione”, ovverosia soltanto con l’auto-
accettazione del proprio destinodestino, ma si configura
come un processo di affermazione della propria
identità socialesociale di persona disabile.
Identità sociale quindi che deve fare i conti con i
criteri normativi del riconoscimento socialecriteri normativi del riconoscimento sociale,
politico ed economico di un altroaltro individuo
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21Prof. Stefano Federici
Identità personale nella Identità personale nella disabilità /3disabilità /3
DIFFERENZADIFFERENZA Jenny Jenny MorrisMorris (1996) (1996) indica due fattori che indica due fattori che determinerebbero la determinerebbero la differenziazione dei differenziazione dei disabili dai non-disabili:disabili dai non-disabili:
1.1. PrimoPrimo la la differenza fisica o differenza fisica o psichicapsichica della della persona con disabilità persona con disabilità rispetto a ciò che è rispetto a ciò che è considerata la norma considerata la norma della media delle della media delle persone.persone.
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22Prof. Stefano Federici
Identità personale nella Identità personale nella disabilità /4disabilità /4
SecondoSecondo la la necessità del necessità del soddisfacimento di soddisfacimento di bisogni bisogni supplementarisupplementari per il per il raggiungimento di raggiungimento di una buona qualità una buona qualità della vita dei disabili della vita dei disabili rispetto ai bisogni rispetto ai bisogni standard dei non-standard dei non-disabili.disabili.
SODDISFACIMENTOSODDISFACIMENTO
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23Prof. Stefano Federici
Discriminazione Discriminazione inin e e tratra le comunità di disabilile comunità di disabili Non è difficile allora immaginare come la sfida lanciata dal
movimento dei disabili per il riconoscimento della propria identità trovi collegamenti con altri movimenti di lotta per l’affermazione del diritto alla differenza contro ogni forma contro ogni forma di oppressione e discriminazione socialedi oppressione e discriminazione sociale.
Per cui atteggiamenti più o meno palesi di razzismo, sessismo ed eterosessimo costituiscono un problema ulteriore per l’inserimento sociale di un disabile non solo all’interno della comunità umana in generale, ma all’interno all’interno delle stesse comunità dei disabilidelle stesse comunità dei disabili. È comprensibile, dunque, come mai esista un gruppo come
l’UNISON fondato sul principio secondo cui chiunque si chiunque si autodefinisca disabile è eleggibile come membro del autodefinisca disabile è eleggibile come membro del gruppogruppo.
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24Prof. Stefano Federici
Stereotipia sessuale e Stereotipia sessuale e disabilitàdisabilità Ampia attenzione è
stata dedicata alle ragioni dell’esclusione fondate su stereotipie culturali chiamate:
Myths about disabilityMyths about disability
PERFEZIONE FISICAPERFEZIONE FISICA
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25Prof. Stefano Federici
Stereotipia sessuale e Stereotipia sessuale e disabilitàdisabilità Questi stereotipi possono
essere compresi da due miti prevalenti: Perfezione fisica Asessualità
Il primo Il primo ritiene che i disabili debbano lottare per raggiungere una perfezione fisica (Stone, 1995);
Il secondo Il secondo presume un’assenza di esperienze erotico-affettive di un disabile.
ASESSUALITÀASESSUALITÀ
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26Prof. Stefano Federici
Stereotipia sessuale e Stereotipia sessuale e disabilitàdisabilità
INADEGUATEZZAINADEGUATEZZA
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27Prof. Stefano Federici
Stereotipia sessuale e Stereotipia sessuale e disabilitàdisabilità
IMPOSSIBILITATI AD AVERE FIGLIIMPOSSIBILITATI AD AVERE FIGLI
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28Prof. Stefano Federici
Stereotipia sessuale e Stereotipia sessuale e disabilitàdisabilità
RELAZIONI SENTIMENTALIRELAZIONI SENTIMENTALI
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29Prof. Stefano Federici
Stereotipia sessuale e Stereotipia sessuale e disabilitàdisabilità
MENOMAZIONE RICONDUCIBILE A MENOMAZIONE RICONDUCIBILE A COLPA MORALECOLPA MORALE
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30Prof. Stefano Federici
Stereotipi culturali e Stereotipi culturali e normalitànormalità Questi miti sulla disabilitàdisabilità sono poi evidentemente
rafforzati da tutta una serie di stereotipi (o miti) che invece informano la comprensione e l’agire delle persone “normalinormali” e che si riferiscono a tutto ciò che riguarda l’identità e l’orientamento sessuale: i miti sull’omosessualità, sulla (presunzione di) eterosessualità sulla fucking ideology
Ne consegue che per molti individui con disabilità l’esercizio della propria sessualità risulta talmente difficile da diventare impossibile.
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31Prof. Stefano Federici
Tremain, S. (1996) “Tremain, S. (1996) “We’re Here. We’re We’re Here. We’re Disabled and Queer. Get Used to It”Disabled and Queer. Get Used to It”
«Tra gli scrittori e attivisti “anti-ableistanti-ableist”, c’è un’opinione comune: che le persone non disabili generalmente considerano che le persone non disabili generalmente considerano
le persone disabili come esseri asessuati.le persone disabili come esseri asessuati.Sebbene questa falsità degradi tutte le persone disabili, tuttavia essa ha uno speciale effetto umiliante sulle lesbiche disabililesbiche disabili. La ragione che provoca questo è la seguente: se si assume che le persone disabili sono asessuate, allora
non si può concepire l’esistenza di lesbiche disabili. Cioè, come dire, se le persone disabili sono considerate come se le persone disabili sono considerate come esseri asessuati, e se le identità lesbiche sono identità esseri asessuati, e se le identità lesbiche sono identità sessuatesessuate, allora le identità lesbiche disabili sono , allora le identità lesbiche disabili sono concettualmente impossibili (non esistono)concettualmente impossibili (non esistono).
Apparentemente, la categoria di “persona disabile” e la la categoria di “persona disabile” e la categoria di “lesbica” sono reciprocamente escludenticategoria di “lesbica” sono reciprocamente escludenti: o sei una persona disabile (asessuata), o sei una lesbica
(sessuata)»
Psicologia dell’apprendimento e della memoria – Modulo H
32Prof. Stefano Federici
Strategie d’intervento: Strategie d’intervento: “sexual politics”“sexual politics”
REHABILITATING SOCIETYREHABILITATING SOCIETY
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33Prof. Stefano Federici
Sessualità alter-Sessualità alter-abiliabili
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