Nutrizione e salute orale nel cane by P. Hennet; A4612.0708.IT

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Nutrizione Enciclopedia della clinica del cane Medico Veterinario, Scientific Publishing Manager, Royal Canin Communication Group Medico Veterinario, Capo del Nutritional Research Program, Royal Canin Research Center Medico Veterinario, Direttore del Scientific Communications, Royal Canin USA Pascale Pibot Vincent Biourge Denise Elliott Close window to return to IVIS This book is reproduced in the IVIS website with the permission of Royal Canin. IVIS thanks Royal Canin for their support.

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NutrizioneE n c i c l o p e d i a d e l l a

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Medico Veterinario,Scientific Publishing

Manager, Royal CaninCommunication

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Medico Veterinario,Capo del NutritionalResearch Program,

Royal Canin ResearchCenter

Medico Veterinario,Direttore del Scientific

Communications,Royal Canin USA

Pascale Pibot Vincent Biourge Denise Elliott

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This book is reproduced in the IVIS website with the permission of Royal Canin. IVIS thanks Royal Canin for their support.

Nutrizione e saluteorale nel cane

Philippe HENNETDMV, dipl AVDC,dipl EVDC

1 - Anatomia e fisiologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 413

2 - Periodontopatia e igiene orale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 415

3 - Il ruolo del cibo nell’igiene orale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 418

Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 421

Informazioni Nutrizionali Royal Canin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 422

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La periodontopatia è la più comune malattia del cavo orale del cane. Qualsiasi animale di questa specie ne è colpito

in qualche misura nel corso della sua vita. Curiosamente, in confronto ad altre malattie spesso viene trascurata, anche se è possibile trattarla o perfino prevenirla con le opportuneattenzioni.

Nell’igiene orale, i benefici di qualsiasi intervento terapeuticosono di breve durata se non vengono mantenuti nel tempo con le cure giornaliere da parte del proprietario.

Nutrizione e salute orale nel cane

Philippe HENNETDVM, Dipl AVDC, Dipl EVCDLaureato presso la Scuola Nazionale Veterinaria di Tolosa nel 1988, il Dr. Philippe Hennet ha condotto nel 1987-1989 un progetto di ricerca in endodonzia canina con la Facoltà di Odontoiatria di Tolosa, che ha portato ad una tesi di dottorato in Veterinaria nel 1990.Ha continuato la sua ricerca nell’ambito di un periodo di residenza clinica presso la Dentistry Section della University of PennsylvaniaVeterinary School di Philadelphia nel 1990-1992. Il Dottor Hennet è oggi specializzato in malattie orali e otorinolaringoiatria presso la sua struttura di Parigi. È stato assistente in odontoiatria della scuola nazionale veterinaria di Alfort dal 1993. Dal 1995 è anche statoil co-organizzatore scientifico del corso di Odontoiatria della European School for Advanced Veterinary Studies (ESAVS) del Lussemburgo.Diplomato presso l’ American Veterinary Dentistry College (AVDC) dal 1993, e presso l’European Veterinary Dentistry College (EVDC)dal 1998, è autore di numerose pubblicazioni in inglese ed in francese.

1 -Anatomia e fisiologiaDenti

(Figure 1 e 2)

I primi mammiferi primitivi che comparvero 250 milioni di anni fa durante l’era Mesozoica erano giàin possesso di due emimandibole connesse ventralmente da una sinfisi ed articolate alla cavità glenoideadell’osso squamosale da parte di un condilo (articolazione temporomandibolare). I denti coperti di smaltoerano suddivisi in incisivi taglienti, canini a sezione rotonda e molari per macinare o fare a pezzi il cibo,impiantati nei margini alveolari della mascella e della mandibola. I mammiferi del giorno d’oggi man-tengono queste caratteristiche anatomiche essenziali, con modificazioni che dipendono dalla dieta(Lavergne & coll, 1996).

I carnivori sono difiodonti (cioè dotati di due serie successive di denti, decidui e permanenti)ed eterodonti (con differenti tipi di denti che svolgono funzioni diverse). Gli incisivi - dentiprensili presenti in numero di tre per ciascuna emimandibola o emimascella - sono dotati diuna sola radice. I canini conici sono denti laceranti adatti alla dieta di un carnivoro.I premolari possiedono due radici, con l’eccezione del primo, che è in regressione e presentauna corona formata da tre cuspidi lungo una linea. Si ha un’occlusione alternata delle coronedei premolari mascellari e mandibolari con la necessità di un diastema fra i denti.

Fauci

Nella specializzazione dei carnivori, l’articolazione temporomandibolare è localizzata nell’estensione del piano di occlusione. È formata da una profonda fossa mandibolare a sezionesemicilindrica ed orientata trasversalmente, delimitata ventralmente da un potente processoretroarticolare nel quale si inserisce trasversalmente il condilo mandibolare allungato. Questomeccanismo nel cane permette principalmente di alzare ed abbassare la mandibola ed effet-tuare movimenti laterali, che sono essenziali per lacerare le prede (Lafond, 1929; Gaspard,1967).

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Incisivi

FIGURA 2 - VEDUTA FRONTALEDELLA DENTURA DEL CANE

Gli incisivi, che sono molto più grandi nell’arcatasuperiore, sono indicati (dalla linea intermediadella dentatura) col nome di picozzo, mediano e cantone.

CaniniIncisivi

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M2(310/410)

M3 (311/411)

Il cane adulto possiede 42 denti. La formula dentaria per ogni emiarcata è: I 3/3; C 1/1; PM 4/4; M 2/3.

PM2(306/406)

FIGURA 1 - VEDUTA LATERALE DELLA DENTURA DEL CANE

Occlusione dei denti permanenti nel cane.Si noti la regolare alternanza dei premolarimascellari e mandibolari: la cuspide principale deipremolari mascellari è alloggiata nella parte inter-media dello spazio interdentale dei due premolarimandibolari. Il canino mandibolare è posto nellospazio interdentale fra il canino mascellare e ilcantone, formando così una potente triade. Neicani delle razze mesocefale e dolicocefale, ed inalcune brachicefale, gli incisivi formano una chiu-sura a forbice (la cuspide degli incisivi mandibolariè a contatto del cingolo di quelli mascellari).

PM4(308/408)

Denti superioriIncisivi :I1 (101/201)I2 (102/202)I3 (103/203)Canini (104/204)

Denti inferioriIncisivi :I1 (301/401)I2 (302/402)I3 (303/403)Canini (304/404)

M2(109/209)

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Fisiologia della manducazione

Il termine manducazione designa tutte le azione coinvolte nell’assunzione del cibo, compresa la pren-sione, la masticazione, l’insalivazione e la deglutizione (Verchère et al, 1992). Contrariamente all’uomo,i carnivori non masticano il proprio cibo. Lo suddividono in brandelli che non vengono completamenteschiacciati e sono scarsamente insalivati, ma vengono deglutiti rapidamente. La manducazione consisteprincipalmente nello spezzare grandi porzioni di cibo. In ambito selvatico, i canidi catturano la loropreda grazie ai potenti canini di cui sono dotati. Gli incisivi servono a tagliare e lacerare grandi pezzi,che vengono poi introdotti più in profondità nel cavo orale. Questa azione può essere coadiuvata da scattidella testa guidati dai muscoli della collottola. Il pezzo di cibo – ad esempio una massa muscolare – vienetagliato dalle forbici formate dalle cuspidi dei denti ferini mandibolari e mascellari (Figura 3). Per con-sentire questo fenomeno la superficie vestibolare dei denti ferini mandibolari deve venire a contatto di quella linguale dei denti ferini mascellari attraverso un’apertura della sinfisi ed una torsioneesterna del corpo della mandibola (Gaspard, 1967).

In ogni dato momento lavora solo una branca della mandibola (Lafond, 1929). Quando il pezzo è mollee meno voluminoso, il cane può serrare le fauci senza portare i denti ferini a contatto. Lo stesso feno-meno avviene quando l’animale lavora simultaneamente con le due emimandibole. Qui il pezzo vienespezzato attraverso un’azione di estensione associata a forze di taglio. La deformazione è accompagnatada movimenti laterali. I carnivori strappano il corpo elastico e dilaniano i tessuti fibrosi mediante lacerazione, che consiste nel muovere violentemente i denti mandibolari di traverso rispetto a quellimascellari. Il cibo viene sottoposto ad un violento stiramento, che esita nella sua rottura in corrispon-denza del punto di minore resistenza (Figura 4).

Di fronte ad un corpo lungo e rigido, come un osso, il cane lo immobilizza fra le zampe anteriori pre-mendone una estremità contro il suolo ed afferrandone energicamente l’altra nella bocca. Quindi, ruotala testa da un lato all’altro per sottoporlo a movimenti di flessione e torsione. Il corpo così sollecitatoinfine si spezza nel punto dei denti ferini. Quindi, viene compresso e poi schiacciato fra il primo molaresuperiore e la cuspide tubercolare del dente ferino inferiore. Queste tecniche di frammentazione delcibo e le principali forze che si sviluppano spiegano i potenti muscoli masticatori che consentono aicarnivori di chiudere le fauci.

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FIGURA 4 - ROTTURA PER ESTENSIONE(Da Gaspard, 1967)

Trattenuto dalle cuspidi dei denti ferini, il ciboviene allungato da un movimento laterale che ne determina la rottura.

FIGURA 3 - SFORZO DI TAGLIO(Da Gaspard, 1967)

La biomeccanica mandibolare consente un allineamento delle cuspidi dei denti ferini della mandibola e della mascella (I), per esercitare una forza di taglio (II)che recide il cibo quando la bocca viene chiusa (III).

I II III I II

2 -Periodontopatia ed igiene oraleA differenza di quanto avviene nell’uomo, nel cane le carie dei denti sono molto rare. Uno studio su435 animali di questa specie presentati presso una struttura veterinaria specializzata in odontoiatria hariferito che solo in 23 casi (5,3%) era presente la carie (Hale, 1998). La più comune affezione orale delcane è la periodontopatia, alla quale è dedicata la maggior parte di questo capitolo.

Periodontopatia

La periodontopatia è il risultato di una lotta a livello tissutale (periodonzio = gengiva, osso alveolare,legamento periodontale e cemento) fra i batteri che si accumulano sulle corone dei denti (placca batterica dentale) e il sistema di difesa dell’individuo (Figura 5).

> Epidemiologia

La periodontopatia colpisce tutti i cani nel corso della loro vita, anche se la prevalenza varia in funzione della razza e dell’individuo. L’accumulo della placca batterica dentale sulle corone dei dentilungo la gengiva porta ad una reazione infiammatoria della gengiva stessa nota come gengivite. Tradi-zionalmente, le superfici esterne (vestibolari) dei denti sono colpite più gravemente di quelle interne(palatine o linguali), e i denti mascellari sono maggiormente interessati di quelli mandibolari (Rosenberg& coll, 1966; Isogai & coll, 1989; Harvey & coll, 1994) (Figura 6).

• Influenza della taglia del caneI cani di piccola taglia (peso inferiore a 8 kg) vengono colpiti più precocemente ed in modo più grave,in particolare a livello degli incisivi e delle superfici interne dei denti (Harvey et al, 1994). Quanto piùil cane è piccolo, tanto maggiore è il volume relativo dei denti nelle fauci. Di conseguenza, nel casodella periodontite, la graduale distruzione dell’osso alveolare lungo la radice può minacciare la solidastruttura mascellare/mandibolare. È stato dimostrato che il rapporto fra altezza della mandibola e altezzadel primo molare nel cane diminuisce significativamente in associazione con la taglia dell’animale(Gioso & coll, 2001) (Figura 7).

La perdita di pochi mm di osso in uno Yorkshire Terrier ha conseguenze maggiori di quelle che ha inun cane di grossa taglia. Le fauci possono diventare così fragili che si verificano delle fratture. NelloYorkshire Terrier, le malattie orali rappresentano la ragione primaria di richiesta di una visita veterinariain tutte le fasce di età (Veterinary Medical Data Base, 1979-1999).

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FIGURA 6 - CONFRONTO DELLA PLACCA DENTALE SUI DENTI DEI CANI DI PICCOLA TAGLIA(Hennet & coll, 2004)

Studio di 4 mesi su 18 cani di piccola taglia (< 10 kg), di 1-8 anni di vita.La placca dentale è generalmente molto comune sul quarto premolare e sul primomolare superiore.

Denti mandibolariDenti mascellari

FIGURA 5 -PERIODONTOPATIA

Placca sopragengivale (in caso di gengivite)

Mineralizzazione e trasformazione

in tartaro

Edema gengivale

Batteri circondati da una matrice

protettiva

Formazione di una tasca periodontale

Tasca periodontale

Distruzione dell’ossointerradicolare

Placca sopragengivale e sotto-gengivale (in caso di periodontite)

C P3 P4 M1 TOTALE

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• Influenza dell’individuoLa transizione dalla gengivite alla periodontite è un fenomeno specifico di ciascun individuo. Dipendedalla limitazione dello sviluppo dell’infezione attraverso l’igiene orale e/o il sistema immunitario localedel soggetto.

• Influenza dell’etàUno studio ha dimostrato che nell’80% dei cani con più di 6 anni di vita portati alla visita con unaperiodontite moderata o grave era presente una distruzione dell’osso (Hamp et al, 1984). La placca den-tale sopragengivale viene gradualmente mineralizzata e trasformata in tartaro dalle secrezioni salivari.Il tartaro può diventare visibile poche settimane dopo che la placca ha iniziato ad accumularsi. In unostudio su giovani Beagle, a partire dall’età di 26 mesi nel 95% dei casi era presente un notevole accumulo

di tartaro, nonché una grave infiammazione gengivale accompagnata da periodontite(Rosenberg et al, 1966). La periodontopatia si aggrava naturalmente con l’età. Esiste unasignificativa correlazione statistica fra l’età e l’indice gengivale (intensità dell’infiammazione),quello del tartaro (quantità di tartaro), quello di mobilità del dente e quello di biforcazione(importanza del riassorbimento osseo interadicolare) (Harvey & coll, 1994).

• Influenza del sessoNella specie canina non è stata dimostrata alcuna predisposizione legata al sesso.

> Le cause della malattia

La placca batterica dentale è una pellicola batterica naturale (biofilm) che si sviluppa sullasuperficie dei denti (Overman, 2000) (Figura 8).

Nella cavità orale sono stati registrati più di 350 ceppi di batteri. Di conseguenza, la perio-dontopatia non è causata da uno solo. Questi microrganismi si accumulano dapprima ingran numero sulla superficie visibile dei denti (placca dentale sopragengivale) e poi dif-

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FIGURA 7 - RELAZIONE FRA IL PESO DEL CANE ED IL RAPPORTO“ALTEZZA DELLA MANDIBOLA (D) / ALTEZZA DEL DENTE FERINO MANDIBOLARE (C)”

(Gioso et al, 2001)

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Peso in kg

Peso del cane(kg)

Numero di cani studiati

Rapporto: altezza della mandibola /altezza del dente ferino (D/C)

< 5,0 33 (14,1%) 0,64 ± 0.019a

5,0-10,0 31 (13,3%) 0,76 ± 0.020b

10,1-20,0 53 (22,7%) 0,87 ± 0.015c

20,1-30,0 45 (19,2%) 0,97 ± 0.016d

> 30,0 72 (30,8%) 1,00 ± 0.013e

Il valore medio del rapporto D/C dei cani di peso inferiore a 5 kg è di 0,64,in confronto ad 1 per quelli che pesanopiù di 30 kg. Ciò significa che l’altezzadel dente ferino mandibolare di un canedi piccola taglia è quasi il doppio di quelladelle fauci stesse (Gioso et al, 2001).È indicata la registrazione per loYorkshire Terrier, che ha un rapporto di 0,49.

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Gengivite nel cane.Accumulo di placca dentale con graduale

formazione di tartaro, responsabile dell’infiammazione della gengiva senza

distruzione dei tessuti più profondi.

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A = linea che unisce gli apicidel dente ferino mandibolare,

B = linea lungo la corticaleventrale mandibolare,

C = altezza del dente ferinomandibolare,

D = altezza della mandibola

Radiografia del dente ferino mandibolare di un cane

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fondono sotto la gengiva (placca sottogengivale). 1 mg di placcadentale contiene circa 10.000.000 di batteri (Loesche, 1988). Acontatto della gengiva, questi provocano naturalmente una reazione infiammatoria, nota come gengivite.

I batteri che diffondono sotto la gengiva possono anche indurregradualmente lesioni più profonde (distruzione della gengiva,anomalie del legamento periodontale, danneggiamento dell’ossoalveolare che sostiene il dente). Queste alterazioni situate inprofondità allentano il dente, che diviene sempre più mobile.Ciò caratterizza la fase della periodontite. Il normale attacco delperiodonzio al dente viene distrutto e migra verso l’estremitàdella radice (perdita dell’attacco) portando alla formazione diuna tasca periodontale. La profondità di quest’ultima dipendedalla concomitante velocità di recessione gengivale.

Il tartaro si forma per la graduale mineralizzazione della placcadentale determinata dai sali minerali (in particolare di calcio)apportati alla placca sopragengivale dalla saliva, oppure a quellasottogengivale dal fluido gengivale, in cui è immersa la fessuragengivale. Il tartaro non è responsabile della periodontopatia,ma una superficie ruvida costituisce un terreno ideale per lo sviluppo della placca batterica dentale. Nel caso della perio-dontopatia cronica, il tartaro è indivisibile dalla placca battericadentale. Per consentire l’eradicazione della seconda, bisogna eliminare il primo. Limitare la formazione del tartaro e, al tempostesso, quella della placca batterica dentale è uno degli obiettividell’igiene orale.

Certi fattori (riduzione dell’attività masticatoria, malocclusionedentale, persistenza di denti decidui, assenza di igiene orale)possono far progredire l’accumulo della placca. Altri aspettiche influiscono sulla capacità individuale di sviluppare unanormale reazione di difesa sono rappresentati da malattie siste-miche (diabete mellito, insufficienza renale, insufficienza epatica) e immunodeficienza innata o acquisita. La capacitàindividuale di sviluppare una reazione difensiva appropriata è un fattore innato. In generale il canepresenta un aumento di placca dentale e di accumulo di tartaro ed una gengivite più grave quandoviene alimentato con cibi molli e appiccicosi piuttosto che con alimenti duri e fibrosi (Egelberg, 1965 ; Kaplan & coll, 1978).

Questo apparente vantaggio dei cibi duri e fibrosi vale soltanto quando l’alimento viene offertosotto forma di pezzi di grandi dimensioni, che promuovono l’uso dei denti.

Igiene orale

Anche se non tutti gli individui che presentano una gengivite sviluppano automaticamenteuna periodontite, la prima rappresenta lo stadio preliminare essenziale nello sviluppo dellaseconda. Il principio fondamentale dell’igiene orale è quindi basato sul controllo della placcadentale sopragengivale. Uno studio su Beagle colpiti da periodontite lieve o moderata hadimostrato che un trattamento periodontale professionale (ablazione, revisione sottogengivalee lucidatura) seguita da spazzolatura quotidiana contribuisce a ridurre la perdita iniziale dell’attacco e assicura il mantenimento dei benefici ottenuti per un periodo di tre anni. In assenzadi una spazzolatura quotidiana, che contribuisce a prevenire l’approfondimento delle taschee la perdita dell’attacco, un trattamento periodontale aggiuntivo ogni 6 mesi nell’arco di questoperiodo non migliora la condizione periodontale, né lo fa lo stesso trattamento ogni 6 mesi(Morrison & coll, 1979).

FIGURA 8 - DENTE E GENGIVA SANI

Il biofilm che costituisce la placca dentale è formato da numerosi batteriinseriti in una matrice glicoproteica che forma una sorta di colla naturale.I batteri comunicano reciprocamente mediante segnali chimici che scate-nano la produzione di proteine ed enzimi potenzialmente dannosi.

Placca sopragengivale

Batteri

Matrice contenente i batteri

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Periodontite nel cane.Distruzione del tessuto che assicura l’attaccodel dente. In mancanza di trattamento, ciòfinisce per portare alla perdita del dente stesso.

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L’igiene orale può venire distinta in primaria (misure preventive attuate su gengive saneprima che si sviluppi la periodontopatia) e secondaria (prevenzione delle recidive, dopoun trattamento periodontale professionale di una periodontopatia preesistente). Intutti i casi, la prevenzione primaria è sempre auspicabile, perché va attuata più preco-cemente ed è quindi più efficace. Il cucciolo deve essere educato sin da un’età moltogiovane. L’igiene orale si applica a tutti i cani e a tutte le razze, ma soprattutto a quellipiccoli e di taglia nana.

> Spazzolatura

La spazzolatura dei denti è lo standard aureo per il controllo della placca dentale sopra-gengivale. Nell’uomo, è possibile vantare un’efficacia dell’ordine del 70% dell’inibizionedella placca dentale, almeno per le superfici vestibolari più accessibili (Mankodi et al,1998; Van der Weijden et al, 1998). Studi condotti sui Beagle hanno dimostrato che laspazzolatura almeno tre volte alla settimana contribuisce a mantenere sane le gengive,mentre la stessa operazione una volta alla settimana non ci riesce (Tromp et al, 1986a).In presenza di gengivite, soltanto una spazzolatura quotidiana permette di ripristinare lasanità delle gengive (Tromp et al, 1986b). L’unico studio clinico pubblicato sulla spazzo-latura dei denti nel cane dimostra che, durante un periodo di 13 mesi, 49 proprietari su51 (96%) si sono ricordati della cosa dopo ricevuto istruzioni sulla spazzolatura e 34 su51 (67%) se ne sono ricordati dopo che era stato loro mostrato come spazzolare i denti;15 proprietari su 51 (29%) spazzolavano sempre i denti del cane più volte alla settimanae 12 proprietari su 51 (24%) lo facevano ogni giorno o a giorni altern (Miller & Harvey,1994).

Pur essendo un punto di riferimento per l’igiene orale, la spazzolatura non è un com-pito facile da eseguire per i proprietari. L’operazione può essere integrata dall’impiegodi sostanze chimicamente attive, fra cui la clorexidina è ancora la più efficace. In unostudio sui Beagle in cui è stato effettuato quotidianamente il massaggio dei denti e dellegengive con un gel dentale contenente clorexidina ed altri ingredienti, la placca dentalesulle superfici vestibolari è stata ridotta del 42-49% (Hennet, 2002). Indipendente-mente dal fatto che questi prodotti vengano applicati mediante spazzolatura o massaggio,necessitano dell’intervento del proprietario e della collaborazione dell’animale. Questelimitazioni hanno naturalmente portato allo sviluppo di altri metodi di igiene orale chenon richiedono l’intervento diretto del proprietario. Questi mezzi indiretti compren-dono le ossa da masticare a base di collagene, che possono o meno essere mangiate, especifici alimenti per la salute dei denti.

3 - Il ruolo del cibo nell’igiene oraleInfluenza della composizione del cibo

Quando si modifica la composizione di un alimento, ma non la sua consistenza, non si osserva alcunasignificativa influenza sullo sviluppo della periodontopatia. La carenza proteica non sembra avere alcunaconseguenza (Ruben et al, 1962). Una dieta proteico-lipidica (P-L) (50-50% sul peso secco) o l’aggiuntadi carboidrati (C) (60% C, 20% P, 20% L) non porta ad un aggravamento della periodontopatia (Carls-son & Egelberg, 1965; Egelberg, 1965). L’osteopenia dell’osso alveolare indotta dall’iperparatiroidismosecondario con una causa nutrizionale (Ca/P = 0,1) non sembra influenzare l’avvio e la progressionedella periodontopatia (Svanberg & coll, 1973).

Gli agenti attivi contro la placca dentale o il tartaro possono venire incorporati in una crocchetta o inuna barra masticabile. Vengono poi rilasciati nell’ambiente orale durante la masticazione. Sono statistudiati per primi gli agenti antitartaro come i polifosfati (Stookey et al, 1993). Questi sono polimeri deifosfati (pirofosfato, polifosfato, esametafosfato), alcuni dei quali presentano delle proprietà di sequestrodei cationi bivalenti come il calcio (Figura 9).

Aspetto dei denti dello stesso cane da destra (A) e da sinistra (B).

A destra tutti i denti sono presenti ed i depositi di placca dentale e di tartaro sono molto scarsi. A sinistra il dente ferino mascellare è assente,

il che significa che non si ha alcun effetto meccanicocon quello mandibolare, portando ad un maggior

accumulo di placca dentale e tartaro.

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La chelazione del calcio salivare è responsabile dell’inibizione della formazione del tartaro. Per facili-tarne il rilascio ed il contatto con il calcio presente nella saliva, i polifosfati devono essere incorporatinel rivestimento della crocchetta (Stookey & coll, 1993).

L’incorporazione può riguardare anche altri composti (polifenoli, oli essenziali, sali di ioni metallici,ecc.) che hanno mostrato un’attività in vitro o in vivo sulla formazione della placca dentale. Sono neces-sari degli studi per valutarne l’attività in queste condizioni, e per determinare il modo migliore per ottimizzare il rilascio di queste sostanze nel cavo orale (nel rivestimento esterno o nella crocchetta propriamente detta).

Influenza della presentazione fisica del cibo

Anche se sembra logico che un alimento molle o in pezzi molto piccoli non contribuisca alla funzionedei denti o alla manducazione dei canidi, l’interesse per il ruolo svolto dal cibo è un fenomeno relati-vamente recente.

Studi condotti dai fisiologici hanno dimostrato che cani gastrectomizzati alimentati con un cibo mollesviluppavano una maggior quantità di tartaro (Ivy et al, 1931). In uno studio in cui un gruppo di caniè stato alimentato con fette di manzo intere, esofago, muscoli e un’integrazione minerale e vitaminicae un altro gruppo è stato alimentato con lo stesso cibo macinato, i cani del secondo gruppo hanno presentato un maggior accumulo di placca dentale rispetto a quelli del primo (Egelberg, 1965). Moltialtri studi hanno confermato questo fatto (Krasse & Brill, 1960; Kaplan et al, 1978). Oltre all’assenzadell’azione meccanica, un alimento molle può provocare una riduzione del flusso di saliva, una dimi-nuzione delle secrezioni enzimatiche ed un’atrofia funzionale (Sreebny, 1972).

Tuttavia, non si può semplicemente giungere alla conclusione che un alimento sotto forma di croc-chetta oppure duro sia generalmente più efficace di uno molle. Nello studio di Egelberg (1965) il fattoreprincipale è il carattere fibroso del cibo piuttosto che la sua durezza. Uno studio multicentrico su 1350cani del Nord America ha dimostrato che non esiste alcuna differenza significativa fra gli animali diquesta specie alimentati esclusivamente con un cibo secco e gli altri. D’altro canto, i cani che dispongonodi un certo numero di oggetti da masticare presentano meno tartaro, meno casi di gengivite e menoalveolite di quelli che non ne hanno o ne hanno pochi (Harvey & coll, 1996).

Un alimento secco è potenzialmenteutile per l’igiene dentale se la forma ela consistenza delle crocchette sonospecificamente studiate per una parti-colare taglia o razza di cane in mododa contribuire al meccanismo di spaz-zolatura passiva dei denti. Perché sieserciti un’azione abrasiva sulla super-ficie del dente quando il cane mangia,la masticazione deve avvenire in modotale che il dente penetri in profonditàattraverso la crocchetta prima che que-sta si rompa. La taglia e la razza sonodue parametri che influiscono sullapressione esercitata sulla crocchetta almomento della prensione. Sono statistudiati dei dispositivi per valutare lasoglia di penetrazione nella crocchettaprima che questa si frammenti. Ciòconsente di confrontare vari tipi diprodotti di questo tipo (Figura 10).

Il calcio libero (Ca2+) nella salivaviene intrappolato da due molecoledi polifosfato di sodio. Prende il posto di due ioni sodici (Na+)ed è essenziale per la formazionedel tartaro.

FIGURA 9 - MECCANISMODI CHELAZIONE DEL CALCIO

SALIVARE DA PARTEDEL POLIFOSFATO DI SODIO

0

10

20

30

40

50

0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0

FIGURA 10 - FORZA NECESSARIA PER SPEZZARE LA CROCCHETTA:CONFRONTO FRA DUE DIFFERENTI TIPI DI CROCCHETTE PER CANI DI PICCOLA TAGLIA

(Royal Canin, 2003)

Una crocchetta elasticache resista alla pressioneesercitata su di essa per unperiodo di tempo più lungoprima di spezzarsi consenteal dente di penetrare più inprofondità e quindi deter-mina un effetto “pulente”più pronunciato.

Crocchetta che si sfaldaCrocchetta elastica

Distanza di penetrazione (mm)

Forz

a(N

)

Con

clus

ione

Salu

teor

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420

Il controllo dell’igiene dentale con il cibo

La possibilità di controllare la placca dentale e lo svi-luppo della periodontopatia attraverso l’azione mec-canica di un osso da masticare o di specifici alimentiè stata recepita dall’industria degli alimenti per ani-mali da compagnia all’inizio degli anni ’90 del XXsecolo. Sono stati condotti vari studi sul cane relativia placca dentale, tartaro, colorazione e gengivite.Solo la placca dentale e la gengivite presentano uninteresse di tipo medico. La colorazione dei denti,importante nell’uomo per ragioni estetiche, non rive-ste interesse nel cane.

Dopo una settimana di alimentazione con una croc-chetta specificamente studiata per l’igiene orale, si è ottenuta una significativa riduzione del 19% dellaplacca dentale in confronto al gruppo di controllo (Jensen et al, 1995). Più recentemente, si sono avutesignificative riduzioni del 39% della placca dentale e del 36% dell’infiammazione gengivale dopo 6 mesidi alimentazione con lo stesso cibo fra cani di peso compreso fra 9 e 25 kg (Logan et al, 2002). In unaltro studio sull’effetto preventivo della somministrazione giornaliera di un osso alimentare nei cani delpeso medio di 23 kg, è stata osservata una significativa riduzione della placca dentale all’età di 12 e 21mesi (ma non di 18 mesi) e della gengivite a 12, 18 e 21 mesi (Gorrel & Bierer, 1999). Sfortunata-mente, le percentuali di riduzione non sono fornite in questo studio, ma un’estrapolazione basata suigrafici dimostra una riduzione massima della placca dentale e della gengivite del 15-20%.

Il miglioramento dell’igiene orale ottenuto con il cibo o un’integrazione della dieta è perciò un campodiricerca in pieno sviluppo, che oltre all’azione sul tartaro, deve anche esser rivolto alla placca dentaleed all’infiammazione gengivale. Benché siano molto interessanti, i risultati sopracitati sono stati otti-mizzati su cani di media taglia, che non rappresentano affatto il gruppo più gravemente colpito dallaperiodontopatia. Quelli che pesano meno di 8 chili sono colpiti più gravemente dalla malattia. Glistudi devono essere condotti su razze specifiche (Yorkshire Terrier, Barbone, Bassotto, ecc..) per verificarese si possono ottenere gli stessi risultati. L’autore ha condotto un’indagine su 18 cani di piccola taglia(peso medio 7 kg) appartenenti ad uno di due gruppi a secondo della loro relazione genetica. Il gruppodi prova al quale è stata somministrata una barra masticabile per la cura dei denti ha presentato significative riduzione statistiche del 17% della placca dentale e del 45% del tartaro al termine di unperiodo di valutazione di 4 mesi (Hennet, 2004).

La metodologia di questi studi è stata messa in discussione, principalmente per quanto riguardala valutazione della placca dentale (Hennet, 1999; Harvey 2002). Si potrebbe prendere in considerazione un miglioramento della metodologia per ottenere risultati che siano non solostatisticamente significativi, ma cosa più importante, biologicamente più significativi.

ConclusioneEsistono vari modi per controllare la formazione della placca dentale e del tartaro attraverso la manducazione e tutti sono stati ampiamente studiati. La forma, la consistenza e l’appetibilità del prodotto hanno ricevuto la massima attenzione, così come la possibilità di incorporare agenti chimiciche agiscano sulla placca dentale, sul tartaro o sulla reazione infiammatoria. Queste innovazioni hannoindubbiamente determinato dei progressi nella prevenzione della periodontopatia.

Stiamo assistendo ad una nuova era in nutrizione veterinaria. Dopo aver padroneggiato il cibo alivello dietetico, è necessario prendere in considerazione le specifiche caratteristiche di specie e dellevarie razze. Oltre ad offrire un buon equilibrio nutrizionale, il cibo può anche svolgere un ruolonella prevenzione di problemi di natura medica. Gli alimenti con un valore aggiunto nell’igiene oralee le barre masticabili che favoriscono la masticazione ed hanno una consistenza che consente disfruttare al massimo l’effetto di autopulizia contribuiscono a ridurre l’accumulo di depositi dentalie, forse, a prevenire la gengivite. Anche se la spazzolatura quotidiana resta il miglior modo per pre-venire la periodontopatia, si raccomanda l’impiego complementare di alimenti per la cura dei denti.

Esempio di barra dentale per cani di piccolataglia che contribuisce a limitare l’accumulo

di placca dentale e tartaro.Si raccomanda di offrire per la prima volta

questo tipo di integrazione dopo un trattamento di ablazione. La consistenza resistente,

ma elastica, di questo tipo di barra richiede che il cane impieghi i propri denti

per masticarla prima di inghiottirla.

Dimensioni reali : 9 cm

Texturometro di laboratorio Royal Canin. Il texturometro viene utilizzato

per misurare la resistenza della crocchetta alla forza delle fauci e dei denti del cane.

Moduli intercambiabili simulano la forma e le dimensioni dei denti di cani

di varie età e taglie.

Bibl

iogr

afia

Salu

teor

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421

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Informazioni Nutrizionali Royal Canin

Salu

teor

ale

Si devono prescrivere delle crocchettecon una funzione di cura dei denti ad un cane che è già colpito dal tartaro?

È essenziale un trattamento odontoiatrico preventivo, perché un cane affetto da periodontite può percepire una sensazione di disagio o di dolore quando mangia e rifiutarsi di consumare le crocchette.La prescrizione di un alimento specifico con una funzione di cura dei denti ritarda l’accumulo del tartaro, ma non lo rimuove.

Cosa è preferibile, una barra masticabileo le crocchette con funzione di cura dentale?

La scelta dipende dall’età (le crocchette con una funzione di cura dei denti sono destinate ai cani adulti) e dalla taglia del cane, nonché dalla motivazione e dal budget del proprietario.La soluzione ideale per il cane è l’associazione delle due.

Le crocchette con una funzione dentalecontengono ingredienti contro la placca?

No, ma possono contenere principi nutritivi che limitano significativamente lo sviluppo della placca dentale.

D R

Il cibo rappresenta un mezzo utile per la prevenzione della periodontopatia, dato che contribuisce a rallentare lo sviluppo della placcadentale e del tartaro. L’approccio più efficiente associa un effetto meccanico a ingredienti attivi.©

Ren

ner

Le crocchette destinate a svolgereuna funzione di cura dei denti hannouna forma ed una consistenza spe-ciali che costringono il cane a masti-carle in modo da determinare unalieve abrasione dei denti. Tuttavia, lecrocchette sono meno efficaci dellaspazzolatura.

Per quanto riguarda l’igiene orale, lacrocchetta può supportare l’azione

degli agenti attivi che vengono rila-sciati nel cavo orale durante la masti-cazione. Al momento del rilascio, taliagenti attivi vengono incorporatinella saliva. Fino ad ora, l’obiettivo divarie soluzioni è stato quello di limi-tare la proliferazione batterica attra-verso sostanze dotate di un effettobatteriostatico o persino battericida.L’inconveniente di questi prodotti èche distruggono il normale equili-

brio della flora, perché la loro azioneè diretta contro tutti i microrganismi,anche quelli benefici.

Le nuove linee di ricerca si vannofocalizzando su molecole che limitinol’adesione dei batteri alla superficiedei denti.

Punti chiavenell’analisi di:

Ingredienti che svolgono un ruolo nella prevenzionedella periodontopatia

Domande frequenti su crocchette con una funzione di cura dei denti

Crocchetta con funzione

di cura dentale

422

Per valutare l’accumulo della placcasulla superficie dei denti sono statisviluppati molti sistemi di indici.Quello di Silness & Loë (1964) è foca-lizzato sullo spessore della placca chesi accumula sul dente lungo la lineagengivale, mentre la maggior partedei metodi valuta la diffusione dellaplacca sulla superficie dentale dopol’azione di un colorante (ad es.Quigley & Hein (1962), Turesky et al(1970).

• Una modificazione dell’indice diTuresky è stata introdotta in odon-toiatria veterinaria da Logan & Boyce(1994). Questo indice da allora è statousato in parecchi studi per valutarel’influenza di giochi masticabili, ossao alimenti specifici sulla formazionedella placca dentale (Gorrel, 1999;Logan et al, 2002). Dal momento chequesto nuovo metodo di valutazionedifferisce significativamente dall’indice

originale di Turesky, è stato propostoil nome di indice di Logan & Boyce(Hennet, 1999). Nella descrizione origi-nale di questo sistema di valutazione,è stata suggerita una divisione oriz-zontale della superficie della coronain due parti (coronale e gengivale),senza che questa fosse descritta conprecisione (Logan & Boyce, 1994). Altrisistemi utilizzati in odontoiatriaumana, come l’indice di placca Navy,si servono di una divisione orizzontaledella superficie della corona, basatasu criteri anatomici (Fischman, 1986,1988). In contrasto con il metodo diTuresky, l’indice di Logan & Boycevaluta la superficie e lo spessore dellaplacca su ciascuna metà della coronadel dente. Per valutare lo spessoredella placca viene utilizzata l’intensitàdella colorazione (lieve, media oaccentuata). L’indice di Logan &Boyce è stato validato per l’impiegoin odontoiatria veterinaria (Gorrel,

1999). Tuttavia, per quanto è a nostraconoscenza, non è stato pubblicatoalcuno studio per documentarne l’at-tendibilità nel cane (ripetibilità intra-osservatori e riproducibilità inter-osservatori).

• Lo scopo di questo studio era quellodi valutare la ripetibilità dei punteggiforniti da un osservatore esperto(ripetibilità inter-osservatore) e con-frontare quelli forniti da un osserva-tore esperto e da uno inesperto(riproducibilità inter-osservatore) uti-lizzando l’indice di Logan & Boyce.Gli autori erano anche interessatiall’influenza di un indice modificatodi Logan & Boyce, basato su una divi-sione orizzontale del dente fondatasu determinati punti anatomici e sul-l’uso di un gradiente di intensità pervalutare l’intensità della colorazione,in modo da migliorare la ripetibilitàdelle misurazioni.

Terzo incisivo: linea orizzontale parallela alla linea gengivale a livello del tubercolo distale del secondo incisivo.Canino: linea orizzontale parallela alla linea gengivale a livellodella cuspide del primo premolare.Secondo e terzo premolare: linea orizzontale parallela alla lineagengivale a livello del tubercolo distale del primo incisivo.Quarto premolare: linea orizzontale parallela alla linea gengivalein corrispondenza del tubercolo distale.Primo molare: linea orizzontale parallela alla linea gengivale in corrispondenza del tubercolo orale del dente.©

Hen

net

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Salu

teor

ale

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Dopo la spazzolatura dei denti, che viene riconosciuta come il metodo più efficace per prevenirela periodontopatia, possono esseremolto utili le integrazioni nutrizionalie/o gli alimenti specifici.

CONFRONTO DI PLACCA E TARTARO 28 GIORNI DOPO L’ABLAZIONE(Fonti Royal Canin, 2004)

02468

1012

1210

86420

M1 PM4 PM3 C I3

M1 PM4 PM3 C

Dieta di controllo

Alimento secco che associa l’azionedegli effetti meccanici e chimici

Mandibola

Mascellare

Indice di placca

Indice di placca

globale

globale

0

2

4

6

8

10

10

8

6

4

2

0

M1 PM4 PM3 C I3

M1 PM4 PM3 C

Dieta di controllo

Alimento secco che associa l’azionedegli effetti meccanici e chimici

Mandibola

Mascellare

Indice di calcolo

Indice di calcolo

I3 : incisivo 3C: caninoPM3: premolare 3PM4: premolare 4M1: molare 1

globale

globale

Un’indagine condotta negli StatiUniti su più di 30.000 cani portati allavisita presso i loro veterinari hadimostrato che il tartaro e la gengivi-te sono i più comuni motivi di richie-sta di una prestazione (con una pre-valenza rispettiva del 20,5% e del

19,5%), davanti ad otite esterna,dermatosi ed infestazioni da pulci(Lund, 1999). Grazie ad uno spettaco-lare progresso nel campo dell’odon-toiatria veterinaria, possiamo oggioffrire agli animali da compagnia

efficaci cure di trattamento e pre-venzione. Quest’ultima continua adessere il miglior approccio alla lottacontro lo sviluppo di questa malattia,tuttavia spesso viene trascuratarispetto a quanto si fa per altre con-dizioni patologiche.

424

2 • Prevenzione della periodontopatia: complementarietà dell’azione meccanica con quella dei principi attivi

Mandibola

Mascellare

C

I

PM1PM2

PM3PM4M1M2

PM1

PM2PM3

PM4M1

M2

M3

Informations nutritionnelles Royal CaninInformazioni Nutrizionali Royal Canin

3 • Significato di specifici fosfati per la salute orale

L’impiego di sali polifosfati è signifi-cativo, perché questi composti posso-no chelare il calcio della saliva. La che-lazione varia in funzione del tipo dipolifosfato. Per facilitare il rilascio edil contatto con il calcio salivare, i poli-fosfati devono essere incorporati nelrivestimento esterno della crocchetta.

I vari tipi di fosfati

I fosfati costituiscono una famigliamolto ampia di più di 150 molecoledifferenti (che comprendono ortofo-sfati, pirofosfati, polifosfati e meta-fosfati). Alcuni presentano proprietàdi sequestro di cationi bivalenti comeil calcio (ad es. Ca2+). Queste proprie-tà dipendono dalla lunghezza dellacatena del fosfato (tanto più questaè lunga, tanto maggiore è la suacapacità di chelare cationi bivalenti)e dal pH locale. Questi tipi di compostivengono utilizzati in molti dentifriciper uso umano (Sowinski & coll, 1998).

Fosfati: tipo di azione

I cationi Ca2+ della saliva svolgono unruolo diretto nella calcificazionedella placca dentale (deposito di tar-taro). I fosfati che sono in grado dichelare i cationi polivalentiriusciranno a catturare i cationi Ca2+

della saliva. Se vengono rilasciatinella cavità orale, i polifosfati chela-no naturalmente il calcio salivare in

forma ionica, limitandone così l’inte-grazione nella matrice del tartarodentale. Il calcio viene poi rilasciatocome tale nell’apparato digerenteed assorbito nell’organismo secondole proprie necessità.

Studi scientifici

L’effetto anticalcificazione dell’esa-metafosfato (HMP) sul biofilm den-tale è stato verificato in vitro, dove èstata dimostrata una significativariduzione della formazione di cristallidi idrossiapatite di calcio (White & coll,2002).

Beagle alimentati per un mese concrocchette rivestite di HMP presentanouna significativa riduzione delladeposizione di tartaro (- 58%) in con-fronto ai cani alimentati con la stessadieta, ma con i polifosfati incorporatiall’interno della crocchetta (Cox &coll, 2002).

L’effetto chelante varia in funzionedel tipo di polifosfato utilizzato,anche quando la dose è identica. Inconfronto ad un gruppo di controllo,la riduzione del deposito di tartarodopo un mese fra beagle alimentaticon crocchette rivestite di polifosfatiera la seguente:

- 36% con l’esametafosfato - 55% con il tripolifosfato sodico

(Centre de Recherche Royal Canin, 2001-2002).

AZIONEDEL TRIPOLIFOSFATO SODICO

Gli ioni calcio chelati non sono disponibili

per la formazione del tartaro.

Con tripolifosfato sodico

Calcio disponibile

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REAZIONEFRA TRIPOLIFOSFATO SODICO

E CATIONI CA2+

Tripolifosfato sodico + calcio

Tripolifosfato calcico + sodio

Na+Na+ PPOO OO OO OO

OOOOOO

OO OO OO

PP PP Na+Na+

Na+Na+ Na+Na+ Na+Na+

Salu

teor

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425

Senza polifosfato sodico

MOLECOLADI TRIPOLIFOSFATO

SODICO

Informazioni Nutrizionali Royal Canin

I sali di zinco hanno effetti poten-zialmente utili nell’ambito della salu-te orale. Possono agire da antisetticiorali che tendono a limitare la proli-ferazione batterica all’interno dellabocca e possono ridurre la formazio-ne di placca dentale e tartaro.

I vari sali di zinco

Lo zinco può essere organico (ad es.,citrato di zinco) ed inorganico (ad es.solfato di zinco, ZnSO4

2 -).

Studi scientifici

Inibizione della formazione del tartaro

In vitro, i sali di zinco possono contri-buire a limitare il deposito di tartarodentale inibendo la formazione delcomplesso della calcio idrossiapatitee promuovendo la formazione dicomplessi calcarei più solubili come ilfosfato tricalcico.

Uno studio condotto sui ratti hadimostrato che gli animali ai quali identi vengono spazzolati con undentifricio formulato con sali di zincopresentano depositi di tartaro signi-ficativamente inferiori a quelli deigruppi di controllo (Putt et al., 2002).

Questo riscontro è stato confermatonell’uomo (Sowinski & coll, 2001; Barrea& coll, 2001).

Inibizione della produzione di acidi grassi volatili solforati

In vitro, i sali di zinco contribuisconoa controllare la produzione di mole-cole maleodoranti responsabili del-l’alitosi (Weesner, 2003).

Uno studio condotto nell’uomo hadimostrato che i sali di zinco inibisco-no la produzione di acidi grassi vola-tili maleodoranti a partire dal 14C-glucosio (Harrap & coll, 1984).

Inibizione della crescita batterica

I sali di zinco presentano proprietàbatteriostatiche che sono state dimo-strate in vitro, in particolare un’ele-vata attività antimicrobica controStreptococcus mutans (Belcastro & coll,1994).

Questa attività antimicrobica è stataconfermata nel gatto. In un gruppodi felini trattati con un gel contenen-te sali di zinco, è stata osservata unasignificativa riduzione della deposi-zione di placca e del carico di batteripatogeni anaerobi coinvolti nellaperiodontopatia (Clarke, 2001).

Barrea RA, Perez CA, Ramos AY - Zincincorporation in human dental calculus.J Synchrotron Radiat 2001; 8(Pt 2): 990-2.

Belcastro S, Staffolani N, Pugliese M et al. -An in vitro study of the antimicrobial activityof copper and zinc salts on pure and mixedmicrobial cultures. Minerva Stomatol 1994;43 (9): 393-6.

Clarke DE - Clinical and microbiologicaleffects of oral zinc ascorbate gel in cats. J VetDent 2001; 18(4): 177-83.

Harrap GJ, Best JS, Saxton CA - Humanoral retention of zinc from mouthwashes con-taining zinc salts and its relevance to dentalplaque control. Archs Oral Biol 1984; 29(2):87-91.

Putt MS, Yu D, Kohut BE - Inhibition of calculus formation by dentifrice formulationscontaining essential oils and zinc. Am J Dent2002; 15(5): 335-8.

Sowinski J, Petrone DM, Battista G et al. - Clinical efficacy of a dentifrice containing zinc citrate: a 12-week calculus clinical study inadults. Compend Contin Educ Dent 1998;19(2 Suppl): 16-9.

Weesner BW Jr - Curing halitosis: the sweetsmell of success. J Tenn Dent Assoc 2003;83(4): 20.

Bibliografia

Polisaccaridi

StreptococchiGlicoproteine

Actinomyces

PLACCA DENTALE

Nella cavità orale sono presenti più di 300 ceppi di batteri. Streptococchi

ed Actinomyces, che sono dotati di proprietà aderenti, sono i primi a colonizzare il biofilm dentale.

La placca sopragengivale primaria raggiunge l’area sottogengivale, dove viene favorito lo sviluppo

di una flora anaerobica. Questa transizione da una flora commensale ad una popolazione batterica patogena è responsabile

dello sviluppo di una periodontopatia.

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4 • Significato dei sali di zinco per la salute orale

Informazioni Nutrizionali Royal Canin

5 • Significato degli specifici polifenoli per la salute orale

Alcune fonti di polifenoli possonovenire incorporate nel cibo per evita-re la formazione del biofilm dentale.Il tè verde, che è ricco di polifenoliattivi (ad es., epigallocatechina gal-lato o EGCg), viene considerato utileper la prevenzione della periodonto-patia.

I vari tipi di polifenoli

Sono stati identificati più di 8000 tipidi polifenoli. Alcuni sono dotati diuna struttura chimica altamentecomplessa. Questo gruppo decisa-mente vario comprende molecolecontenenti un semplice nucleo feno-lico e composti altamente polimeriz-zati (tannini). Naturalmente presentiin tutti gli esseri viventi, i polifenolisvolgono un ruolo antiossidanteessenziale.

Polifenoli: tipo di azione

L’azione batteriostatica di certi poli-fenoli è legata alle loro proprietàantiossidanti, in particolare alla pre-senza del gruppo idrossilico (OH-)

nella configurazione orto, nonchéalla presenza della funzione gallatonell’anello fenolico.

Studi scientifici

Inibizione della crescita dei batterinella placca dentale

Nel cane, la flora delle tasche perio-dontali è caratterizzata dalla presen-za di specifici batteri, qualiPorphyromonas endodontalis, gingi-valis et circumdentaria.

• In vitro

Certi composti fenolici, in particolarequelli della famiglia delle catechine,presentano un effetto antibattericocontro i microrganismi della placcadentale, come Porphyromonas gingi-valis e Prevotella spp. (Hirasawa et al,2002), Escherichia coli, Streptococcussalivarius e Streptococcus mutans(Rasheed & coll, 1998).

Fra i polifenoli presenti nel tè verde,l’epigallocatechina gallato (EGCg) hala più forte attività battericida. La

sua concentrazione minima inibenteè compresa fra 250 e 500 mg/ml aseconda dei vari ceppi di Porphy-romonas gingivalis (Sakanaka & coll,1996).

• In vivo

Nel cane, una dieta formulata con téverde, che è naturalmente ricco dicatechine, ha contribuito ad inibirela crescita dei batteri, e dopo duemesi a ridurre significativamente lapercentuale di Porphyromonas nellapopolazione microbica della placcadentale (Isogai & coll; 1995, 1992).

Inibizione della capacità dei batteridi aderire alle cellule epiteliali dellabocca

In vitro, i polifenoli contengono unafunzione gallato (epigallocatechinagallato o EGCg; gallocatechina galla-to o GCg; catechina gallato o Cg),che riduce la capacità diPorphyromonas gingivalis di aderirealla superficie delle cellule epiteliali(Sakanaka & coll, 1996).

LA FAMIGLIA DELLE CATECHINE

Catechina (C) Epicatechina (EC) Epigallocatechina (EGC)

Epigallocatechina - 3 - gallate (EGCG) Epicatechina - 3 - gallate (ECG)

Il tè verde è una significativafonte di catechine

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C

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In media, ogni cellula epiteliale puòcatturare 300 P. gingivalis. Alla dosedi 250 mg/ml di polifenoli puri (chepossiedono una funzione gallato), l’i-nibizione dell’adesione è quasi com-pleta, ma a 7,8 mg/ml, il numero di P.gingivalis che aderiscono viene ridot-to del 30% (Sakanaka et al, 1996).Secondo questi autori, la capacità diadesione dei polifenoli risulta mirataai microrganismi piuttosto che allecellule epiteliali.

Anche l’adesione di altri batteriviene limitata dai polifenoli che pos-siedono una funzione gallato. A con-centrazioni comprese fra 125 e

250 mg/ml, l’adesione di Porphy-romonas melaninogenicus eStreptococcus sanguis viene ridottadel 50%. Streptococcus sanguis èuno dei primi batteri che portanoalla formazione della placca (Sakanaka& coll, 1996).

Inibizione della produzione di metaboliti acidi da parte dei batteri della placca dentale

I batteri della placca (comePorphyromonas gingivalis) generanoacidi: n-butirrico, fenilacetico o pro-pionico. In vitro, alcuni polifenolisono in grado di inibire la produzio-

ne di questi metaboliti acidi generatidai batteri della placca (ad es.Porphyromonas gingivalis). Questoeffetto di inibizione è dovuto allapresenza della funzione gallato dicerti composti fenolici, in particolareEGCg, GCg e Cg, che si riscontranonel tè verde (Sakanaka & coll, 2004).

Hirasawa M, Takada K, Makimura M et al. -Improvement of periodontal status by green teacatechin using a local delivery system: a clinicalpilot study. J Periodontal Res 2002; 37(6):433-8.

Isogai E, Isogai H, Kimura K et al. - Effect of Japanese green tea extract on canine periodontal diseases. Microbial Ecology inHealth and disease 1995; 8: 57-61.

Isogai E, Isogai H, Fujii N et al. - Inhibitory

Effect of Japanese green tea extracts on growthof canine oral bacteria (bifidobacteria).Microflora 1992; 11 (2): 53-59.

Isogai H, Kosako Y, Benno Y et al. - Ecologyof genus Porphyromonas in canine periodontaldisease. Zentralbl Veterinärmed B 1999;46 (7): 467-73.

Rasheed A, Haider M - Antibacterial activity ofCamellia sinensis extracts against dental caries.Arch Pharm Res 1998; 21(3): 348-52.

Sakanaka S, Aizawa M, Kim M et al. -Inhibitory effects of green tea polyphenols ongrowth and cellular adherence of an oral bacterium, Porphyromonas gingivalis. BiosciBiotechnol Biochem 1996; 60(5): 745-9.

Sakanaka S, Okada Y - Inhibitory effects ofgreen tea polyphenols on the production of a virulence factor of the periodontal-disease-causinganaerobic bacterium Porphyromonas gingivalis. J Agric Food Che 2004; 52(6): 1688-92.

Bibliografia

Igiene orale

Attività antimutagenaEffetto ipolipemico

Attività antiossidante

RUOLO DEI POLIFENOLI

I polifenoli sono noti nell’uomo per le loro qualità protettrici nei confronti delle malattie cardiovascolari (effetto ipolipemico). Nel cane, sono utili per la loro principale azione antiossidante e per il ruolo antisettico

nei confronti di certi batteri della placca dentale.

Fonte: I polifenoli possono essere estratti dal tè verde e dall’uva.

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Alcuni oli essenziali (ad es., olio dieucalipto) agiscono in modo daridurre l’alito cattivo e l’infiamma-zione gengivale, mentre limitano laproliferazione batterica.

Quali oli essenziali?

L’olio di manuka, l’olio di tè, di euca-lipto, di lavanda e di rosmarino

Gli oli ricchi di molecole antiossidan-ti hanno un’azione batteriostatica obattericida.

Studi scientifici

Inibizione dell’alito cattivo

Alcuni oli, e in particolare quelli dieucalipto o di rosmarino, contribui-scono a limitare l’alito cattivo (alito-si). L’importanza dell’olio di eucalip-to è dovuto al fatto che non solomaschera i cattivi odori, ma parteci-pa attivamente alla riduzione dellaproduzione di acidi grassi volatili sol-forati.

In uno studio, volto a valutare i com-posti solforati volatili (VSC), biscotticontenenti lo 0,1% di eucaliptohanno significativamente ridotto l’a-lito cattivo nel cane in confronto aigruppi di controllo (Centre de RechercheWaltham, 2001).

Inibizione dell’attività infiammatoria

In vitro, l’1,8-cineolo (o eucaliptolo),il principale monoterpene dell’euca-lipto, inibisce il metabolismo dell’aci-do arachidonico che produce mole-cole proinfiammatorie (prostaglan-dine E2 e B4) e citochine nei monoci-ti dell’uomo. Questo meccanismo èpromettente per limitare lo sviluppodella gengivite nascente (Juergens &coll, 2003).

Inibizione dell’attività batterica

L’olio di eucalipto inibisce la crescitadi certi batteri coinvolti nella perio-dontopatia quali Porphyromonasgingivalis, Fusobacterium nucleatum,Streptococcus mutans e Strepto-coccus sobrinus. Questi batteri perio-dontogeni vengono distrutti da un’e-sposizione di 30 minuti a una solu-zione contenente lo 0,2% di olio dieucalipto o di rosmarino. L’olio dieucalipto inibisce l’adesione diStreptococcus mutan (Takarada & coll,2004).

Conclusione

La periodontopatia sisviluppa sempre apartire dal biofilmbatterico che formala placca dentale.Qualsiasi fattore chepossa limitare tale for-mazione è potenzial-mente significativo. Laspazzolatura dei denti conun dentifricio adatto al canerimane il metodo migliore per preve-nire la formazione della placca den-tale. Le crocchette possono esserecomplementari alla spazzolatura gra-zie alle loro azioni meccaniche(schiacciamento-frizione) e chimiche(antiplacca-tartaro). Per determinarecome ottimizzare la liberazione diqueste sostanze attive nel cavo orale(nel rivestimento o all’interno dellacrocchetta) saranno necessari ulterio-ri studi.

Juergens UR, Dethlefsen U, Steinkamp G etal. - Anti-inflammatory activity of 1.8-cineol(eucalyptol) in bronchial asthma: a double-blind placebo-controlled trial. Respir Med 2003; 97(3): 250-6.

Takarada K, Kimizuka R, Takahashi N et al. -A comparison of the antibacterial efficacies ofessential oils against oral pathogens. OralMicrobiol Immunol 2004; 19(1): 61-4.

Waltham Centre for Pet Nutrition - Efficacyof the active ingredients of the BreathFreshening Biscuit in Reducing VSC levels in Canine Oral Malodour. Unpublished internal results, 2001.

Bibliografia

Informazioni Nutrizionali Royal Canin

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6 • Significato di specifici oli essenziali per la salute orale

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7 • Effetto a breve o medio termine di una barra masticabile sui depositi dentali nel cane

Nell’arco di un breve periodo (28 giorni)

L’associazione delle crocchette tradi-zionali ad una barra masticabile peruso quotidiano è stata associata aduna significativa riduzione delladeposizione di placca (-27%; p<0,005) e della formazione del tar-taro (-53%; p<0,005), in confrontoad una dieta costituita unicamenteda crocchette tradizionali.

Nell’arco di un breve periodo (28 giorni)

L’associazione di crocchette tradizio-nali e una barra masticabile per usoquotidiano è più efficace delle croc-chette disponibili in commercio chesono specificamente studiate per l’i-giene orale, sia in termini di riduzio-ne della placca (-12%; p<0,084) chedel tartaro (-37%; p<0,0077).

Nell’arco di un lungo periodo (4 mesi)

L’associazione di crocchette tradizio-nali e una barra masticabile per usoquotidiano è associata ad una signi-ficativa riduzione del deposito diplacca (-17%; p<0,05), e dell’accu-mulo di tartaro (-45%; p<0,05), inconfronto ad un alimento unicamen-te costituito da crocchette.

Cavalier King CharlesUna barra masticabilespecificamente studiata(formula, struttura,forme e dimensioni) è un mezzo efficace per la prevenzione dellaperiodontopatia perchélimita i depositi dentali. Si raccomanda l’impiegodi questo prodotto subitodopo le eruzioni della dentizione finale del cane.

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VALUTAZIONE DEL TARTARO DENTALE(4 MESI DOPO L’ABLAZIONE)

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Alimento secco normale Alimento secco normale + barra masticabile

(uso quotidiano)

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PUNTEGGI COMPLESSIVI DI PLACCA(4 MESI DOPO L’ABLAZIONE)

Alimento secco normale + barra masticabile

(uso quotidiano)

Indi

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Boyc

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Alimento secco normale

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