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WORLD HEALTH ORGANIZATION Collaborating Centre for Traditional Medicine UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO Cattedra di Terapia Medica e Medicina Termale Centro di Ricerche in Bioclimatologia Medica Biotecnologie - Medicine Naturali Direttore: Prof. Umberto Solimene Non di solo pane... alimentazione, benessere e salute nelle terme del terzo millennio G RUPPO E DITORIALE D ELFO Medicina Termale e Non Convenzionale per il Recupero dell’Equilibrio Psico-fisico ATTI DEL CONVEGNO a cura di UMBERTO SOLIMENE SIMONA BUSATO BAGNO DI ROMAGNA TERME in collaborazione con 2 0 0 4

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WORLD HEALTH ORGANIZATION

Collaborating Centrefor Traditional Medicine

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO

Cattedra di Terapia Medica eMedicina TermaleCentro di Ricerche in Bioclimatologia MedicaBiotecnologie - Medicine Naturali

Direttore: Prof. Umberto Solimene

Non di solo pane...

alimentazione, benessere e salute nelle terme del terzo millennio

GRUPPO EDITORIALE DELFO

Medicina Termale e Non Convenzionaleper il Recuperodell’Equilibrio Psico-fisico

ATTI DEL CONVEGNOa cura di

UMBERTO SOLIMENESIMONA BUSATO

BAGNO DI ROMAGNA TERME

in collaborazione con

2004

Piazza Ricasoli, 247021 Bagno di Romagna / Forlì-Cesena

telefono 0543911016 r.a. / fax 0543911360www.termeroseo.it / [email protected]

CONVEGNI SCIENTIFICI ORGANIZZATI IN COLLABORAZIONE CON

GRAND HOTEL TERME ROSEO

Stress e Patologie correlate (5, 6 e 7 maggio 2000)La Respirazione Totale (5, 6 e 7 aprile 2002)

Ansia e Depressione: “il male di vivere” (28, 29 e 30 marzo 2003)

“Non di solo pane... alimentazione, benessere e salute nelle terme del terzo millennio”

MEDICINA TERMALE E NON CONVENZIONALE

PER IL RECUPERO DELL’EQUILIBRIO PSICO-FISICO

26, 27 e 28 marzo 2004Bagno di Romagna Terme

in collaborazione con

GRAND HOTEL TERME ROSEO

ATTI DEL CONVEGNOa cura di

Umberto SolimeneSimona Busato

GRUPPO EDITORIALE DELFO

NON DI SOLO PANE...ALIMENTAZIONE, BENESSERE E SALUTE NELLE TERME DEL TERZO MILLENNIO

MEDICINA TERMALE E NON CONVENZIONALE

PER IL RECUPERO DELL’EQUILIBRIO PSICO-FISICO

26, 27, 28 Marzo 2004, Bagno di Romagna Termein collaborazione con Grand Hotel Terme Roseo

ATTI DEL CONVEGNO

organizzato da

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANOCATTEDRA DI TERAPIA MEDICA E MEDICINA TERMALE

CENTRO DI RICERCHE IN BIOCLIMATOLOGIA

MEDICA BIOTECNOLOGIE – MEDICINE NATURALI

(Direttore: PROF. UMBERTO SOLIMENE)www.naturmed.unimi.it

WORLD HEALTH ORGANIZATIONCOLLABORATING CENTRE FOR TRADITIONAL MEDICINE

A cura diUMBERTO SOLIMENE, SIMONA BUSATO

Realizzazione grafica:SEZIONE MARKETING COMMUNICATION DELL’ISTITUTO POLICLETO

diretta daFRANCESCO CHIOLO

Stampa:LA GRECA ARTI GRAFICHE FORLÌ

INDICE

I. NOTA INTRODUTTIVA. “STRATEGIE NUTRIZIONALI E TERMALI PER IL BENESSERE”pag. 5U. Solimene

II. “LE BASI FISIOLOGICHE DELLA NUTRIZIONE CORRETTA”pag. 6A. Veicsteinas

III. “NUTRIRSI CON L’ACQUA”pag. 16U. Solimene

IV. “LE AZIONI TERAPEUTICHE DEGLI ALIMENTI. REVISIONE CRITICA”pag. 28E. Minelli

V. “UN ESEMPIO DI ALIMENTAZIONE TRADIZIONALE: IL MODELLO ANDINO”pag. 37S. Serrano

VI. “PROBLEMATICHE ALIMENTARI: STRESS E CURE TERMALI”pag. 44A. Brugnolipag. 55F. Padrini

VII. “FONDAMENTI NAZIONALI E CRITICI DEGLI INTEGRATORI ALIMENTARI”pag. 60G. Caccialanza

VIII. “STRESS, ALIMENTAZIONE E GINNASTICHE IN AMBIENTE TERMALE”pag. 63E. De Giacomo

IX. “L’ALIMENTAZIONE NELLE FASI CRITICHE DELLA VITA DELLA DONNA”pag. 68F. Zandonini

X. “INTOLLERANZE ALIMENTARI. RIFLESSIONI CRITICHE”pag. 71E. Sangiorgi

XI. “CLIMI, MICROCLIMI E ALIMENTAZIONE”pag. 74A. Brugnoli, V. Condemi

NOTA INTRODUTTIVA. “STRATEGIE NUTRIZIONALI E TERMALI PER IL BENESSERE”

U. SOLIMENEDirettore Cattedra di Terapia Medica e Medicina Termale edel Centro di Ricerche in Bioclimatologia Medica, Biotecnologie e Medicine Naturalidell’Università degli Studi di MilanoWorld Health Organization, Collaborating Centre for Traditional Medicine

“ Non si può pensare bene,né amare bene, né dormire benese non si è mangiato bene”.

- VIRGINIA WOOLF -

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel suorapporto annuale 2003 sulla “Salute nel Mondo”ha lanciato un allarme: è in corso un’epidemia diobesità e di diabete. In particolare, con diversepercentuali di popolazione che variano dal 31%(USA) al 3% (Australia), in Italia siamo intornoal 10%, si può affermare che l’obesità è un pro-blema globale.Alimentazione squilibrata, cibi trattati ed adulte-rati, ridotta o nulla attività fisica, situazioni emo-tive e psicologiche stressanti questi sono soloalcuni dei principali fattori che contribuisconoallo squilibrio corporeo ponderale. Quasi sempre, poi, s’innescano o sono simbioti-che altre situazioni dismetaboliche che a suavolta influenzano organi (cuore, fegato, reni ecervello) ed apparati (osteoarticolare e cardiova-scolare).Un quadro preoccupante che, in qualche modo,il singolo individuo, reso anche più consapevoledai mezzi di informazione, cerca, quasi semprein modo autonomo, di correggere.Da qui le diverse motivazioni (salutistiche, este-tiche, di moda) che spingono ciclicamente milio-ni di italiani ad affrontare diete e trattamenti variall’inseguimento di risultati rapidi e poco fatico-si. In tal modo si sovrappongono a situazioni cri-tiche altri errati comportamenti che portano, tal-volta dopo effimeri successi, a peggiorare lasituazione.Insomma, un complesso di problemi che richie-dono, per essere risolti, solo situazioni integratetra loro. In questo senso i moderni Centri Termali ed iCentri di Benessere, quelli basati su una solidabase scientifica e con l’assistenza di personalequalificato, possono fornire un’offerta terapeuti-ca e di trattamento che consente di affrontare allaradice il problema e di risolverlo, non solo in

modo temporaneo, ma facendo prenderecoscienza alla persona dei vari aspetti ed inse-gnandole nuovi comportamenti e stili di vita. Le diverse componenti di un corretto e modernosoggiorno termale per il conseguimento delbenessere sono quelle psicologiche (mente), fisi-che (movimento), nutrizionali (cibo e bevande) ela cura del corpo (idrotalassoterapia) unite ancheai saperi della medicina non convenzionale edalle tecniche complementari. Sono queste le aree di attività e di offerta che lamoderna Medicina Termale Integrata e laMedicina del Benessere propongono come pro-prio prodotto di eccellenza.La realtà termale italiana di gran tradizione staaffrontando, grazie all’impegno del nostroCentro di Ricerca Universitario, strutturaCollaborante dell’OMS, ed all’iniziativa diimprenditori lungimiranti, questa sfida per iprossimi decenni. Citiamo, tra l’altro, la recente conclusione delprogetto “Greenwich – Le Terme del nuovo mil-lennio”, finanziato da FSE – Regione EmiliaRomagna e coordinato da ENFAP; l’Asso-ciazione Italiana di categoria dei Centri diBenessere (AICeB); l’Associazione Europea diMedicina del Benessere (AEMeB). In tal importante processo sono coinvolte com-petenze scientifiche, mediche, strutturali egestionali.Il contributo di questo Convegno, inserito nellatradizione pluriennale di precedenti originaliincontri scientifici, è che si svolge in un’areageografica-ambientale ricca di risorse terapeuti-che (acqua e clima) di primo ordine quale Bagnodi Romagna vuole essere, pertanto, un’ulterioremessa a punto formativa ed operativa in questafase di evoluzione del nuovo termalismo italianoed europeo.

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A. VEICSTEINAS

Ordinario di fisiologia Umana, Facolt di Scienze Motorie eDirettore dell Istituto di Esercizio Fisico, Salute e Attivit Sportiva (IEFSAS)

dell Universit degli Studi di Milano

NUTRIZIONE CORRETTA

Aspetto medico: prevenzione dei fattori di rischioAspetto estetico: nella societ attuale dell immagine sano = bello

Aspetto etico: risparmio per il servizio sanitario nazionale

CONTENUTI

Danni nutrizione non correttaMetodiche di valutazione nutrizionale

Et diverse e nutrizione corretta (cenni)Linee guida (U.S.A. e Italia)

RIMEDI

1) Valutazione dello stato nutrizionaleAnamnesi (classica)

Valutazione abitudini alimentariMisurazioni antropometriche

Valutazione composizione corporeaValutazione dei fabbisogni energetici

Valutazione parametri biochimici

LE BASI FISIOLOGICHE DELLA NUTRIZIONE CORRETTA

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MISURAZIONI ANTROPOMETRICHE

1) IMC Indice di Massa Corporea (WHO, 1995)Peso corporeo (in kg) diviso il quadrato della statura (in metri)

IMC < 18,5 sottopeso18,5 < IMC < 24.9 normopeso

25 < IMC < 29.9 sovrappeso 30 < IMC < 34.9 obesit classe I35 < IMC < 39.9 obesit classe II

IMC ‡ 40 obesit classe III o morbigena

2) Circonferenza della vita Grasso addominale (distribuzione di tipo androide) = rischio

Uomo > 102 cm (rischio elevato di complicanze)Donna > 88 cm (rischio elevato di complicanze)

METODI DI VALUTAZIONE DELLA COMPOSIZIONE CORPOREA

INDIRETTI:- RMN- TAC

- DEXA assorbimetria fotonica a doppio raggio- Densitometria per pesata idrostatica

- Potassio totale (40K)

DOPPIAMENTE INDIRETTI:- Antropometria

- Psicometria- Analisi bioimpedenzometrica (BIA)

- Conduttivit elettrica corporea totale (TOBEC)

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VALUTAZIONE DEL FABBISOGNO ENERGETICO

1) Stima del metabolismo basale (MB)

Formula di Harris - Benedict:- maschi 66.4+13.7 (W) + 5 (H) — 6.8 (A)

- femmine 65.5+9.6 (W) + 1.8 (H) — 4.7 (A)(W= peso H= altezza A= et )

Calorimetria indiretta (consumo di ossigeno)

2) Termogenesi indotta dalla dieta (TID)

Incremento del dispendio energetico in risposta all assunzione degli alimenti(in media il 7-15% del dispendio energetico totale)

3) Costo energetico dell attivit fisica

Tipo, frequenza e intensit delle attivit lavorative e fisiche(+15% del totale nel sedentario; +3 - 6 volte il MB nell atleta)

VALUTAZIONE DELLO STATO DI NUTRIZIONE

1) Anamnesi (classica)

2) Valutazione abitudini alimentari

3) Misurazioni antropometriche

4) Valutazione composizione corporea

5) Valutazione dei fabbisogni energetici

6) Valutazione parametri biochimici

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INFANZIA

Ruolo fondamentale del latte materno 35-45% lipidi fino al secondo anno di vita

Attenzione alle abitudini, bere molto, variet e regolarit nei pasti, ecc.Apporto proteico (1,4 g/kg)

Ruolo del calcio (picco di massa ossea)

ADOLESCENZA

Apporto proteico (M 1,25-1,09 g/kg; F 1,27-1,01 g/Kg)30% lipidi

Attenzione: calcio (picco di massa ossea) e ferro

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

+ 300 Kcal / dieSupplementi di vitamine

400 mg acido folico1200 mg / die di calcio e ferro

+15-20 g / die proteine (allattamento)

TERZA ET¸

malattie croniche, scarsa attivit fisica,fabbisogno energetico

Proteine: 0.75 g/kgVitamine e calcio

Abbondante apporto di fibre (stipsi) con adeguate quantit di liquidi Riduzione lipidi

DISABILE NEUROMOTORIO

Difficolt nel mantenere un peso ideale:

% di grasso corporeo

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LINEE GUIDA U.S.A.(FOOD & NUTRITION BOARD 1999)

Variare l alimentazione

Mantenere il peso ideale

Dieta povera di grassi

Dieta ricca di vegetali, frutta e cereali

Zucchero con moderazione

Cloruro di sodio con moderazione

Consumare alcool con moderazione

LINEE GUIDA U.S.A.(AMERICAN HEART ASSOCIATION)

1) Grassi: < 30% delle calorie totali

2) Grassi saturi (carne, formaggi): < 10% delle calorie

3) Grassi polinsaturi (olio mais): < 10% delle calorie

4) Colesterolo: non superiore a 300 mg/die

5) Carboidrati: 50% o pi delle calorie totali

6) Proteine il resto

7) Sodio non superiore a 3 g/die

8) Alcool non superiore a 30-60 g di etanolo/die

(30 g di etanolo = 55 ml di whisky; 250 ml di vino; 700 ml di birra)

9) Mantenere peso corporeo rigorosamente costante

10) Ampia variet di cibi

LINEE GUIDA U.S.A. (AMERICAN CANCER SOC.GUIDELINES ON DIET, NUTRITION AND CANCER 2000)

Peso corporeo correttoDieta varia

Notevole variet di frutta e verdura Cibi ricchi in fibre (cereali integrali, legumi, vegetali e frutta)

Diminuire l apporto totale di grassi (< 30%)Limitare consumo alcolici

Limitare cibi sotto sale o conservati con nitriti

LINEE GUIDA ITALIANE (SOCIET¸ ITALIANA DI NUTRIZIONE UMANA, 2003)

Controlla il tuo peso e mantieniti sempre attivoAbbondanti cereali, legumi, ortaggi e fruttaGrassi: scegli la qualit e limita la quantit

Zuccheri: limita dolci e bevande zuccherate Bevi ogni giorno acqua in abbondanza

Poco saleBevande alcoliche: se s , solo in quantit moderata

Varia spesso le tue scelte a tavola

Consigliato sul totale del fabbisogno energetico per l adulto:- 55-65% carboidrati

- < 25% grassi - circa 14% proteine (0.75-0.95 g/kg peso corporeo)

- 30 g/die fibra

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1. Congruo apporto energetico

2. Variet e corretta distribuzione dei pasti

3. Corretto bilanciamento di:

macronutrienti (proteine, lipidi, carboidrati)

micronutrienti (vitamine e minerali)

LA PIRAMIDE ALIMENTARE ITALIANA

PRINCIPALI CARATTERISTICHE DI UN ALIMENTAZIONE CORRETTA

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“NUTRIRSI CON L’ACQUA”

U. SOLIMENEDirettore Cattedra di Terapia Medica e Medicina Termale edel Centro di Ricerche in Bioclimatologia Medica, Biotecnologie e Medicine Naturalidell’Università degli Studi di MilanoWorld Health Organization, Collaborating Centre for Traditional Medicine

L’acqua è uno dei composti più diffusi in natu-ra. Nel regno animale, rappresenta una quotacompresa tra il 90-95% (negli organismi infe-riori) ed il 70-80% (in quelli superiori). All’interno delle strutture biologiche, essa sipuò trovare sia come una molecola che in formacombinata. Si dice che noi “siamo ciò che man-giamo”. Si potrebbe aggiungere anche che“siamo ciò che beviamo”. L’acqua, nota nella sua formula chimica comeH2O, esiste sotto forma di solido, liquido ovapore, ha parecchie caratteristiche “anomale”.Dal punto di vista chimico dovrebbe essere ungas, avendo un peso molecolare più basso del-l’anidride carbonica, dell’idrogeno solforato edel metano. Dovrebbe bollire a + 80º C, inveceche a + 100º C. Ha la sua massima densità acirca 4º C. A 0º C congela ed aumenta di volu-me, quindi può galleggiare su se stessa. Inrealtà, una vera e propria serie di stranezze. Queste sono dovute alle diverse cariche elettri-che dell’ossigeno (negative) rispetto all’idroge-no (positive). In tal modo, tra le molecole d’ac-qua, che dal punto di vista globale sono elettri-camente neutre, si creano delle condizioni diformazione di “ponti” tra di esse, creando“grappoli” che hanno una vita brevissima mache si riformano continuamente. Il tutto poi sicomplica se nell’acqua sono presenti “elettroli-ti” (sostanze disciolte, esempio sodio e potas-sio) che in vario modo si aggregano creandoulteriori interferenze elettriche. Tutto questo ha importanti conseguenze anchebiologiche, perché i vari ioni possono caratteriz-zare un’acqua per i suoi fenomeni di assorbi-mento. Ad esempio, acque a bassissimo conte-nuto di sali, quali le oligominerali vengono rapi-damente assorbite ed essendo “avide di sali”, sicaricano di sodio e cataboliti, giungono al renee provocano un effetto diuretico. Le acque fortemente mineralizzate, al contrariorichiamano ulteriori liquidi dall’intestino, aven-

do quindi un’azione lassativa. In realtà, l’acqua ha ancora i suoi “segreti”,potendo agire come fattore di risonanza magne-tica all’interno delle cellule e modifica la suaconcentrazione in funzione dell’invecchiamen-to.Come abbiamo detto, si può dire che siamo fattid’acqua: il corpo di un bambino è composto diliquidi per l’80%, quello di un adulto per il60%. Solo negli anziani la percentuale scendeun pochino (45%). L’acqua svolge un ruolo davvero essenziale:funge da catalizzatore nei processi metabolicicellulari, depura il sangue dalle tossine, puliscei reni, facilita i processi che sono alla base delladigestione, dell’assorbimento e del trasportodelle sostanze nutritive. E ancora: protegge legiunture e gli organi interni, lubrifica tessutiquali quelli degli occhi e dei polmoni, consente,mediante la sudorazione, di mantenere costantela temperatura corporea.L’acqua, insomma, è un elemento di vitaleimportanza.D’altra parte, per poter svolgere correttamentele proprie funzioni e mantenere sano l’organi-smo, tutta quest’acqua deve venire costante-mente rinnovata, i liquidi persi attraverso lasudorazione, l’urina e le diverse funzioni orga-niche, devono essere reintegrati. Ecco perché bisogna bere frequentemente,senza aspettare di aver sete. In linea generale inutrizionisti consigliano di bere un litro/un litroe mezzo di acqua al giorno, anche se la quantitàda produrre dipende da diversi fattori, quali iltipo di vita, l’età, il clima e la dieta (gli alimen-ti contengono infatti acqua, sia pure in percen-tuali diverse).

LE ACQUE MINERALIMa di quale acqua dobbiamo servirci?Possiamo aprire semplicemente il rubinetto ebere a volontà o è preferibile orientarsi verso le

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acque minerali? Difficilmente l’acqua che sgor-ga direttamente nelle nostre case è ideale perl’organismo, soprattutto se viviamo in una zonaindustrializzata o caratterizzata da un’intensaattività agricola, dove sicuramente le faldeacquifere non sono “pure”. Inoltre, per esseretale, l’acqua potabile deve essere disinfettata (disolito con cloro) e sottoposta a vari trattamential fine di eliminare le sostanze inquinamenti inessa presenti. Meglio allora l’acqua minerale, che, per legge,deve essere batteriologicamente pura e venireimbottigliata così come sgorga alla fonte, senzaaver subito alcun tipo di trattamento; acqua che,in più, contiene un particolare “mix” di saliminerali e oligoelementi (i minerali di cui l’or-ganismo ha bisogno in quantità minime) benefi-ci per l’organismo. Proprio in base alla quantità di minerali presen-ti (il famoso “residuo fisso”) che le acque ven-gono considerate più o meno mineralizzate ed èsempre in base a tale valore che si può ottenereuna prima, valida indicazione per scegliere l’ac-qua più adatta al proprio organismo. Così, per esempio, un’acqua povera di saliminerali è adeguata per diluire il latte in polve-re destinato a neonati e lattanti, di per se giàricco di sali, oppure, grazie alle sue proprietàdiuretiche, può essere utile in presenza dimicrocalcoli o di semplice sabbiolina per fareun “lavaggio” dei reni. Per chi fa sport, invece, oppure durante l’estatequando si suda di più, è raccomandata un’acquamediamente o fortemente mineralizzata, cheaiuti, insomma, a reintegrare i sali persi. Oltre al valore relativo al residuo fisso, però,una particolare attenzione deve essere posta alminerale prevalente presente nell’acqua: secon-do la classificazione di legge si riconosconoinfatti acque ferruginose, fluorate, magnesiache,calciche, clorurate, solfate, bicarbonate, sodi-che.Un’acqua bicarbonata, per esempio, se bevutadurante i pasti favorisce la digestione; quellaricca di calcio è indicata per la crescita dei bam-bini, per le donne in gravidanza e, ancora, nella

terza età, per prevenire l’osteoporosi (decalcifi-cazione ossea); le acque solfate aiutano a com-battere la stitichezza. Proprio grazie a questi miscugli di minerali eoligoelementi e alla prevalenza di un elementorispetto all’altro l’acqua, al di là dell'aiuto più omeno consistente che può dare a tavola, puòessere usata con vere e proprie finalità terapeu-tiche.

IMPIEGO DELLE ACQUE MINERALINegli stabilimenti termali l’acqua mineralecostituisce l’ingrediente principale per la cura ela prevenzione di varie patologie. In Italia esi-stono più di trecento centri dove vengono cura-ti numerosi disturbi, dalle bronchiti cronicheall’asma allergica, dalle malattie ginecologichealle otiti, dalle disfunzioni urinarie ai disturbidella pelle, dai postumi di traumi alle anemie.Qualche esempio? Con l’acqua sulfurea si pos-sono trattare le malattie delle vie respiratorie;l’acqua bicarbonata o sulfureo - bicarbonata,che stimola il pancreas a produrre insulina, puòessere usata per curare il cosiddetto “diabetedella maturità”; un’acqua arsenicale - ferrugino-sa può curare le disfunzioni della tiroide e sti-molare la produzione di globuli rossi, mentreacque di tipo salso-bromo-iodiche, che hannoun contenuto di sali simile a quello del mare,hanno azioni antinfiammatorie e sono adatte peri disturbi ginecologici. La terapia cui far ricorso, comunque, non è diun solo tipo: in base alla malattia da curare e altipo di acqua a disposizione il mezzo termalepuò essere utilizzato in diversi modi. L’idropinoterapia, per esempio (cioè l’ingestio-ne di acqua in particolari momenti della giorna-ta - di solito a digiuno al mattino e qualche oradopo pranzo - e secondo le dosi indicate dalmedico), è utile per i disturbi delle vie urinarie,del fegato, e dell’apparato intestinale. La balneoterapia (l’immersione in acqua mine-rale a circa 38º in una vasca da bagno o nellapiscina) è adatta alle malattie dermatologiche. La fangoterapia (impacchi di fango ottenuto conacqua termale a una temperatura fra i 45 e i 48º)

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è utilizzata per l’artrosi e per la riabilitazionedopo traumi e interventi chirurgici. La terapia inalatoria (inalazione delle acque ter-mali vaporizzate da speciali apparecchiature) èindicata per i disturbi delle alte e delle basse vierespiratorie.

Secondo la legge N. 105 del 1992, adeguata auna direttiva europea, le acque minerali sidistinguono dalle ordinarie acque potabili per lapurezza originaria e la loro conservazione, non-ché per il tenore in minerali, oligoelementi e/oaltri costituenti e per i loro effetti. Per essere classificate come “minerali”, però, leacque devono essere sottoposte a una serie dianalisi chimiche, farmacologiche e idrogeologi-che che ne assicurino le proprietà benefiche perla salute: solo così il Ministero della Sanità puòdare la sua approvazione e avallare le indicazio-ni delle particolari proprietà (diuretiche, digesti-ve e così via) riportate sull’etichetta.

Per calcolare il “residuo fisso” di un’acquaminerale viene preso un litro di liquido, messoin una capsula di platino e fatto evaporare abagnomaria. Il contenitore viene poi inserito in

un forno alla temperatura di 180 gradi: la parte“solida” dell’acqua che rimane, corrispondentealla quantità di sali e oligoelementi presenti,viene così pesata. In base al valore ottenuto l’ac-qua può essere definita:- minimamente mineralizzata(fino a 50 mg di residuo fisso per litro d’acqua),- oligominerale, cioè povera di sali minerali (da 51 a 500 mg per litro),- mediamente mineralizzata (da 501 a 1500 mg per litro),- minerale, cioè ricca di sali minerali (oltre 1500 mg per litro).

IMPARIAMO A LEGGERE UN’ETICHETTA DI ACQUA MINERALEMolto spesso sull’etichetta compaiono altregrandezze chimico - fisiche che in sintesi sono:

TEMPERATURA alla sorgente ºC ABBASSAMENTO CRIOSCOPICO (punto di congelamento) PRESSIONE OSMOTICA (capacità di passare attraverso una membrana filtrante)CONDUCIBILITÀ ELETTRICA SPECIFICA(ottimo conduttore di elettricità (f) dei sali)

TAB. 1 - Definizioni e classificazioni delle acque minerali

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ALCALINITÀ TOTALE - pH esprime l’alca- linità o l’acidità - acqua ideale pH 7 (6.5-7.5)DUREZZA TEMPORANEA - DUREZZA PERMANENTEDUREZZA TOTALE

Segue poi l’elenco delle sostanze disciolte in unlitro d’acqua, che dà i principali cationi ed anio-ni presenti (concentrazione ionica). CATIONICalcio Magnesio Ferro SodioPotassio

Inoltre i gas disciolti in un litro d’acqua normal-mente sono:OSSIGENOAZOTOANIDRIDE CARBONICA

Si definisce ancora, in base al contenuto in gas:

PIATTA: acqua naturale non gassata, imbotti-gliata come sgorga dalla sorgente GASSATA: quando l’acqua viene addizionatacon una certa % di anidride carbonica ACIDULA: quando la quantità di anidride carbonica è maggiore di 250 mg/l NATURALMENTE GASSATA o EFFERVE-SCENTE NATURALE: quando l’anidride carbonica alla sorgente è uguale o supera il valore di 250 mg/l Si parla anche di: ACQUA PARZIALMENTE O TOTALMENTE DEGASSATA - ACQUA RINFORZATA

PRINCIPALI ELEMENTI CONTENUTINELLE ACQUE MINERALI

CALCIO. Partecipa alla formazione di ossa e denti, alla coagulazione del sangue e permettela conduzione degli impulsi nervosi. Indispensabile per un corretto funzionamentodella permeabilità delle membrane cellulari,interviene nei meccanismi che regolano il rin-

novamento cellulare. CLORO. È un regolatore dei liquidi organici. Nello stomaco si combina con l’acqua per formare l’acido cloridrico. FERRO. Serve alla formazione dell’emo-globina, la sostanza che trasporta l’ossigeno nel sangue. È importante per la rigenerazione del derma. FOSFORO. Abbondante nelle ossa e nei denti, contribuisce anche alla costruzione delle proteine. IODIO. Fa parte dell’ormone prodotto dalla tiroide che regola il metabolismo di tutto l’organismo e controlla l’accrescimento. Ha un’azione fortificante e stimolante su pelle, capelli, unghie e denti. MAGNESIO. È necessario per la struttura del tessuto osseo, per l’attività muscolare e nervosa, per regolare la temperatura corporea. Partecipa all’attivazione degli enzimi e alla sintesi proteica. ZOLFO. Importante per la formazione di peli,unghie, cartilagini. I bagni e i trattamenti cosmetici allo zolfo provocano una sorta di esfoliazione epidermica stimolando diconseguenza il rinnovamento cellulare. Sono inoltre utili in caso di pelle grassa in quanto regolano la produzione sebacea. SODIO. Regola il bilancio idrico trattenendo acqua nei tessuti. Un suo basso contenuto nelle acque può aiutare a combattere la ritenzione idrica. RAME. È un componente indispensabile per gli enzimi coinvolti nella digestione e per quelli che intervengono nella produzionedi elastina e collagene a livello del derma,nonché della melanina a livello dell’epidermide.

PROPRIETÀ TERAPEUTICHE DELLEACQUE MINERALI Vediamo, ora di esaminare le proprietà chimi-che, fisiche e terapeutiche delle acque minerali,più in dettaglio. Quasi tutte le acque per bibita fanno parte delsottogruppo delle acque ipotoniche, che hanno

ANIONIIdrocarbonicoSolfatiNitratiCloro

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azione diuretica e vagotonica; molte di questeacque sono di tipo bicarbonato. Esiste anche una proporzionalità diretta fra resi-duo fisso e conducibilità elettrica specifica,tanto più elevata quanto più numerosi sono gliioni presenti nell’acqua. Le principali informazioni qualitative su diun’acqua sono altresì fornite dal loro contenutoin ioni predominanti, negativi e positivi, fra loroin possibili combinazioni multiple. Il processo idrogenetico, la distribuzione nel-l’organismo, le funzioni biologiche e le pro-prietà medicamentose degli ioni predominantisono da tempo ben conosciuti. Per quanto attiene specificatamente ai bicarbo-nati, va ricordato come essi abbiano un ruolochiave nella regolazione dell’equilibrio acido-basico, e che l’alcalinità di un’acqua coincidecon il suo contenuto in bicarbonati. Hannodiversa solubilità: i carbonati e i bicarbonatialcalini sono discretamente solubili, gli alcali-noterrosi sono praticamente insolubili. I metalli alcalini, come sodio e potassio, sonomolto solubili; mentre calcio e magnesio(metalli alcalinoterrosi) sono scarsamente o pernulla solubili. La durezza dell’acqua esprime ilcontenuto in metalli alcalinoterrosi (si parla didurezza temporanea riferendosi ai soli carbona-ti di calcio e magnesio); le acque “dure” sonoincrostanti a causa dell’insolubilità dei bicarbo-nati, assunte come bibita risultano altresì inno-cue, in quanto i carbonati precipitano a livellodel tubo gastroenterico e vengono eliminati conle feci. Se da una parte è impossibile prescindere daglieffetti biologici dei singoli ioni presenti nell’ac-qua, dall’altra non si può pensare ad un’acquasalutare come ad una miscela di soluti e solven-te, tra l’altro difficilmente identificabile conesattezza sia nella quantità di sostanze presentisia nella struttura molecolare, tutt’altro chesemplice, del solvente. In realtà, le acque minerali devono essere vistecome un insieme chimico complesso in cui ogniione interagisce con le altre sostanze disciolte,dando origine a numerosi “composti di coordi-

nazione”: con ogni probabilità, sono quest’ulti-mi che conferiscono ad un’acqua salutare speci-fica peculiarità, ed interagiscono con i recettoridegli organi bersaglio, attivando così selettivesequenze biologiche. Ciò è tanto più vero simile per gli ioni qualifi-canti od oligielementi, presenti nelle acque inquantità esigue, ma in grado di svolgere molte-plici azioni bio-catalizzatrici, cui alla fine corri-spondono, probabilmente, determinati effettiterapeutici.Per gli oligoelementi è assai difficoltoso, e spes-so opinabile, tabulare delle quantità minime suf-ficienti, non potendo fissare con precisione né leconcentrazioni minime-massime né le concen-trazioni-soglia di attivazione delle reazioni bio-chimiche.Gli ioni estranei sono elementi indesiderati pre-senti nell’acqua. Alcune acque salutari per usoidropinico contengono degli autentici veleni,come nel caso delle acque arsenicali-ferriggino-se; spesso l’arsenico vi è contenuto in dosiampiamente mortali se assunto in altro modo:ma la presenza nell’acqua di alcuni antidotinaturali dell’arsenico, come il ferro ed il cad-mio, la rendono di maneggevole somministra-zione. Altre acque termali sono invece decisa-mente velenose e mortali, come per esempio leacque mercuriali e saturnine, le cui fonti sonostate sigillate secoli fa dagli antichi Romani.Altri elementi tossici, come l’alluminio e l’a-mianto, di cui sono note le relative sindromi daavvelenamento, provengono spesso dall’inqui-namento dell’acqua. Assieme alla mineralizzazione, la purezza tossi-cologica e la sterilità, verificate da costanti con-trolli alla fonte, sono i fattori che più fanno ladifferenza fra un’acqua di rubinetto ed un’acquain bottiglia. La garanzia di purezza batteriologi-ca viene determinata attraverso gli indici diinquinamento organico recente (ammoniaca enitriti) e non recente (nitrati e fosfati); con ilmetodo Kubel viene misurato il consumo di O2

da parte della flora batterica, quindi viene valu-tata indirettamente la presenza di sostanze orga-niche nell’acqua.

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In clinica termale, si individuano alcune princi-pali acque salutari di uso consolidato, sia per laloro disponibilità, sia per la comprovata effica-cia nella pratica terapeutica, avallata da nume-rosi studi terapeutici: sono le acque clorurate,solfate, bicarbonate, carboniche, solfuree,radioattive. Di queste, le più largamente utiliz-zate nella dieta sono le acque bicarbonate - alca-linoterrose e le acque solfate - bicarbonate -alcalinoterrose.Le acque bicarbonate - alcalinoterrose oligo -mediominerali rappresentano le più frequentiacque in bottiglia, conosciute sotto numeroseetichette; vanno considerate ottime acque datavola, ed alcune di queste sono acque franca-mente minerali. La loro più evidente e più studiata azione biolo-gica è l’aumento della diuresi. L’effetto diuretico è principalmente legato allaconcentrazione molare; le acque ipotonichesono acque di “assorbimento”, poiché passanovelocemente nel tubo digerente, diluendo il con-tenuto gastrico, e vengono riassorbite a livellointestinale, con veloce passaggio nel sangue.L’idremia stimola gli osmocettori dell’arco aor-tico ed attiva così per via riflessa il sistema reni-na - angiotensina. L’effetto diuretico finale non si verifica subito(latenza diuretica) in quanto la distribuzionedell’ormone antidiuretico circolante richiede uncerto tempo all’inizio, per poi consolidarsi (alle-namento diuretico). Va ricordato soprattutto che l’acqua eliminatacon le urine non è quella introdotta, in quanto ilturnover dell’acqua nell’organismo è di circa 28giorni. Ma l’aumento della diuresi non è sololegato al fattore osmolare ed alle reazioni neutro- endocrine da questo innescato: è anche attribui-bile ad un’azione diretta sull’epitelio renale, non-ché sulla muscolatura liscia delle vie urinarie. Assieme all’escrezione di acqua con le urine,che costituisce una sorta di lavaggio (wash -out) pielo - ureterale, aumenta l’escrezione disoluti come azoto, acido urico, ossalato di cal-cio, con parallela diminuzione dei corrispon-denti livelli ematici. La peristalsi delle vie uri-

narie risulta aumentata, in risposta all’aumentoflusso di urina, a fronte però di una diminuzio-ne del tono muscolare liscio, effetto di un’azio-ne antispastica. Queste azioni biologiche posso-no ampiamente essere sfruttate da soggetti concalcolosi delle vie urinarie. Va notato, infine,che la presenza di anidride carbonica potenzial’effetto diuretico dell’acqua, che la CO2 di persé non possiede. Altro rilevante aspetto di queste acque da unaparte l’azione reidratante, e dall’altra l’apportodi minerali utili all’organismo. La buona mine-ralizzazione dell’acqua è molto importantesoprattutto in età evolutiva. Se qualche perplessità si può avere sull’oppor-tunità di ricostituire il latte artificiale, che giàcontiene tutti gli elementi nutrizionali necessarial fabbisogno del lattante, con acqua sempliceoppure mineralizzata (che dà maggiori garanziedi palatabilità, purezza e sterilità, meno dubbi sidebbono avere sulla diluizione del latte vaccinocon acque minerali, con le quali si ottiene unadispersione del coagulo più simile a quello dellatte intero. Se poi si considera che la quota di alimenti inge-riti dal lattante è di norma inferiore a quellasomministrata, è ragionevole raccomandare l’u-tilizzo di un’acqua bicarbonata alcalinoterrosaminerale per la preparazione sia del latte in pol-vere sia del latte vaccino. Nessun dubbio invece sulla necessità di bereacque mediominerali o minerali da parte di sog-getti in accrescimento e donne in gravidanza. Èstato infatti sperimentalmente dimostrato che inqueste situazioni l’uso di acque fortemente oli-gominerali può provocare, negli animali daesperimento, diminuzione ponderale, abbassa-mento degli indici mineralometrici ossei, altera-zioni patologiche della morfologia delle ossalunghe; da questo punto di vista, un’acqua aminima mineralizzazione va effettivamente con-siderata “demineralizzante”. Nei giovani che praticano sport, le acque mine-rali bicarbonate - alcalinoterrose sono utili nonsolo per reintegrare le perdite di sali minerali eliquidi che si hanno con l’aumentata diaforesi,

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ma anche per combattere la fatica muscolare eriequilibrare le alterazioni biochimiche a questacorrelata.Possono essere egualmente utilizzate in ognistato di disidratazione e squilibri idro-elettroliti-co, come iperpiressie, diarree, vomito profuso,postumi di interventi chirurgici. Per la presenza di significative quantità di calcioad elevata biodisponibilità, sono particolarmen-te raccomandabili nei bambini che a tavola nongradiscono il latte ed il formaggio. Va anche ricordato che alcune di queste acque inbottiglia contengono fluoro in dosaggio equiva-lente a quello utilizzato in pediatria nella profi-lassi della carie. L’idropinoterapia pare avere significato anchenell’anziano, in cui si verifica un fisiologicoprocesso di “disidratazione” generale e tessuta-le, riconducibile non tanto ad una riduzione delvolume totale di acqua corporea, quanto piutto-sto ad una alterazione funzionale dell’omeosta-si idrosolina e degli scambi tra cellule, interstizie plasma. Va notato come la maggior parte delle patologiegeriatriche, e delle corrispondenti patologieiatrogene, si ripercuotono proprio sull’equili-brio idro-elettrolitico. Nell’anziano tornano di estrema utilità le acquedi questo tipo. È stata dimostrata un’azione risparmiatrice dipotassio che, assieme all’accresciuta intoduzio-ne, può essere sfruttata nei soggetti sottoposti aterapia diuretica cronica. Nei pazienti cardiopatici, le acque bicarbonatealcalinoterrose hanno effetto diuretico e poten-ziano l’azione della digitale. Inoltre, possono essere assunte da coloro cheintroducono farmaci gastrolesivi (es. F. A. N.S.). Le acque gassate - acidule contrastano l’a-zione alcalinizzante dei sulfamidici, in chi ne fauso protratto. Un’interessante possibilità preventiva nei con-fronti dell’osteoporosi senile, in grado di conci-liare due opposte esigenze dietetiche assaicomuni nell’anziano, e cioè quella di introdurresufficiente calcio e contemporaneamente di

limitare l’apporto di calorie e lipidi, risiede nel-l’elevata biodisponibilità del calcio presentenelle acque salutari, del tutto paragonabile aquella del latte e derivati. Il magnesio condivide con il calcio alcune rico-nosciute azioni farmacologiche sull’apparatoneuro - muscolare, e probabilmente possiedeun’azione ipo-lipemizzante (forse legata ad unrallentato assorbimento e riassorbimento dicolesterolo e trigliceridi a livello intestinale). È abbastanza curioso il fatto che le sindromicarenziali di calcio e di magnesio prevedanosintomi sovrapponibili, mentre i relativi quadrid’eccesso (in verità solo teorici, per quantoriguarda il magnesio) presentino sintomi deltutto opposti. Cofattore di numerosi enzimi, gli sono stateattribuite inoltre azioni più complesse e di diffi-cile interpretazione, analogamente agli oligoele-menti.Le acque solfate - bicarbonate - alcalinoterrosepresentano notevole affinità con le bicarbonatedella stessa categoria, rispetto alle quali si carat-terizzano per la presenza di solfati e sulfuri, cuisono correlati particolari effetti biologici e mec-canismi d’azione. Lo ione solfato (SO4-) ha sull’alvo effetti iperci-netici - purgativi. Si tratta comunque di un’azione lassativa nondrastica, come contrariamente si verifica per leacque solfatosodiche e magnesiache ipertoni-che; ciò è anche dovuto all’opposta azione,sedativa - ipocenetica, di calcio e magnesio. Si ottiene così una naturale ed efficace regola-rizzazione dell’alvo, preziosa particolare nellestipsi funzionali del bambino, in cui è possibileottenere un’accelerazione del tempo di transitointestinale senza ricorrere a farmaci purganti, esenza problemi di abitudine od assuefazione. In alcuni casi, consumate alla fonte termale,acque solfate - bicarbonate - alcalinoterrose dianaloga composizione (ma probabilmente didiversa configurazione per quanto attiene allespecie composte) hanno sull’alvo effetti oppo-sti.Queste acque hanno inoltre effetti favorevoli sul

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flusso biliare e sulla contrattilità colecistica esfinteriale, e probabilmente un tropismo epati-co. Sono fra le poche acque salutari che trova-no indicazione nella calcolosi colecistica erenale, purchè in fase asintomatica, e possonoessere consigliate - anche per la loro buonamineralizzazione - alle donne in gravidanza,come profilassi della cole - nefrolitiasi. In virtù della loro alcalinità, sono indicati neigastropazienti con iperacidità gastrica, ed inquesto senso vanno considerate buone acqueda tavola “eupeptiche”. Alla fonte, alcune acque solfate hanno unadimostrata, anche se temporanea, azione ipo-lipemizzante, con diminuzione in particolaredelle lipoproteine a bassa densità. Infine, lo ione zolfo forma con numerosimetalli tossici (piombo, mercurio, ecc.), deisolfuri insolubili, poi eliminati dall’organismo,per cui gli è riconosciuta un’azione svelenantee di antidoto naturale. Per quanto riguarda gli oligoelementi presentiin tracce nelle acque in bottiglia, va detto cheper alcuni sono noti gli effetti farmacologici esono conosciute le relative sindromi carenziali(per es. potassio, ferro, fluoro, zolfo, iodio,ecc.), e molti Autori avanzano l’ipotesi chepossiedano una più ampia azione di attivazioneenzimatica, vitaminica, ormonale, e/o di sti-molazione dell’asse ipofisi-surrenalico. Altri Autori, richiamando la teoria diHahnemann, ventilano l’ipotesi di un effettobiologico “omeopatico” a diluizioni estreme.Fra gli oligoelementi, ci sono sostanze (comerame, manganese, ecc.) a struttura elettronicadi transizione, cioè con strato interno incom-pleto, e per questo capaci di reagire a concen-trazioni assai basse. L’anidride carbonica può trovarsi nell’acqua informa disciolta oppure libera. Le acque naturali da tavola sono acque carbo-niche deboli, inoltre la CO2 si allontana rapida-mente a contatto dell’aria, e non ha effettisistemici poiché la quota ingerita viene in parteeliminata con l’eruttazione, mentre la CO2

assorbita viene eliminata con la respirazione.

CO2 ed H2O formano H2CO3 (riserva acida delsistema tampone), che è instabile in soluzione.Inoltre, nelle acque “acidule” vi sono sempreben rappresentati i bicarbonati, e ciò le rendedi regola di agevole assunzione. A livello della mucosa orale, le bollicine di gassottraggono calore ai tessuti, con una gradevo-le sensazione di freschezza; a livello gastrico,la CO2 ha azione iperemizzante ed eccitante,che si esplica anche a livello biliare e pancrea-tico; sempre per via riflessa a partenza antrale,aumenta la secrezione di gastrina, con incre-mento dell’HCl gastrico e dei livelli di calcito-nina (cui sono attribuiti favorevoli effetti sulmetabolismo osseo). La CO2 potenzia l’azione diuretica dell’acqua,e favorisce l’assorbimento dei soluti. Lo sviluppo di anidride carbonica a contattodell’aria comporta la perdita di acido carboni-co e formazione di carbonati insolubili, cheprecipitano intorbidendo l’acqua. Il ripristino di CO2 presente alla sorgentemediante gasatura dell’acqua comporta quasisempre una quota non tamponata dai bicarbo-nati, ed un aumento della riserva acida, per cuiqueste acque sono controindicate nei pazienticon gastropatie ipersegretive ed, ovviamente,nei lattanti - poiché favoriscono le coliche gas-sose.Va peraltro ricordato che la quantità di CO2

aggiunta è decisamente modesta, e tale da nonpoter provocare apprezzabili effetti tossici. D’altro canto, la presenza di CO2 addizionataad un’azione fisica di protezione della botti-glia da inquinamento si esplica attraverso lapressione esercitata sul dischetto di sugherodel tappo. In conclusione, si può affermare che la CO2,oltre a migliorare i caratteri organolettici del-l’acqua ed a conferire alla bottiglia garanziadi purezza e sterilità, apporta comunqueall’acqua buone proprietà digestive, ed è diregola ben tollerata. È controindicata neigastritici e nei lattanti; è sconsigliata l’assun-zione regolare nelle donne in gravidanza e neibambini.

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BERE PER STAR MEGLIODisidratazione è sinonimo di invecchiamento. Pertanto bevendo ritardiamo il processo fisiolo-gico delle nostre cellule che ci porta gradual-mente alla sensibilità. Quindi, bere regolarmente acqua senza aspetta-re i segnali della sete. Questo è un fenomenoche, ai fini della regolazione dell’acqua corpo-rea, è altrettanto importante quanto i meccani-smi renali. La sete è il principale meccanismo regolatoredelle entrate idriche. Essa si può definire come un “desideriocosciente di acqua”. Le cause più importanti della sete sono la disi-dratazione extracellulare, la bassa gittata cardia-ca, la disidratazione intracellulare e la secchez-za delle fauci. Ma qual è il percorso dell’acqua nel corpo? Il bilancio idrico giornaliero dell’adulto chesvolge attività fisica moderata, che vive in unclima temperato e che si nutre di cibi con sapi-dità normale introducendo 2200 - 2300 caloriepuò venir così schematizzato. La maggior partedi acqua, 1300 - 1400 ml è coperta con l’acquastessa e con le varie bevande, mentre una quotaminore, 800 - 900 ml con gli alimenti solidi.Infatti i vari cibi apportano acqua o di costitu-zione come ad esempio la pasta che si idrata for-temente durante la cottura. Infine i glicidi, i lipi-di e i protidi nel loro metabolismo, per la com-bustione dell’idrogeno presente in essi, procura-no all’organismo altri 300 ml d’acqua.L’eliminazione avviene soprattutto attraversol’urina, 1200 ml, ma anche attraverso le feci,200 ml, la respirazione, 600 ml, la pelle, 400 -500 ml, ed eventualmente il latte, il liquidoseminale.Se l’acqua introdotta è superiore alle possibilità dieliminazione si manifestano i disturbi gravi dell’i-peridratazione e dell’intossicazione da acqua concomparsa di diarrea, salivazione abbondante,astenia, inappetenza, cefalea. Viceversa, se ilquantitativo fornito all’organismo è insufficienteal fabbisogno compaiono i sintomi della disidra-tazione con pesante affaticamento dei reni, sec-

chezza della pelle, torpore, febbre. È sufficienteun apporto inferiore del 5% perché compaia ladisidratazione che peggiora sensibilmente quandoraggiunge il 10%. La morte sopravviene primache la perdita arrivi al 20%. Se la temperatura esterna è elevata, oppure sel’attività muscolare è notevole, l’alta quantità diacqua persa attraverso la cute ed i polmoni devevenir prontamente reintegrata pena un dannograve all’omeostasi dell’organismo. Sono parti-colarmente adatte quelle acque ricche di mine-rali per compensare eventuali carenze saline, leoligominerali con pochi sali e molto diureticherischiano di abbassare ulteriormente la concen-trazione dei sali nell’organismo. Quando compare la sete bisogna bere. E bereacqua è la maniera migliore per introdurre liqui-di e sali. Ciò vale per le situazioni normali e neicasi in cui l’equilibrio idro-salino viene messo adura prova da una profusa sudorazione. Ignorare la sete è un errore molto grave ancheperché questa sensazione è un segnale tardivoche compare meno del necessario. Si beve a pic-coli sorsi e a più riprese fino alla remissionedello stimolo della sete. D’altra parte l’acqua èil piacere di un rito che la natura rinnova conti-nuamente in omaggio alla vita delle sue creatu-re. Mai bere in fretta acqua gelata. Il periodo dicongestione è in agguato ed il rischio è maggio-re quando si è accaldati. Lo stomaco diminuiscela propria temperatura e rallenta la sua azione,compare senso di peso epigastrico, nausea,vomito e nei casi gravi blocco di ogni attivitàgastrica. Accompagna il tutto sudorazione, ipo-tensione e talora collasso con perdita dellaconoscenza. L’unico vantaggio di bere acquaghiacciata è il sollievo momentaneo, prestocompare il bisogno di una nuova ingestione. L’organismo ama la temperatura corporea edaccetta bene la temperatura ambiente. Quando l’acqua penetra nello stomaco, comin-cia a fuoriuscire quasi subito. Mezzo litro d’acqua passa attraverso lo stomacoin meno di un’ora. L’esatta velocità di elimina-zione dell’acqua dallo stomaco è molto influen-zata dalla temperatura: l’acqua calda fuoriesce

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dallo stomaco molto più rapidamente di quellafredda. Il calore aumenta in modo energico imovimenti della muscolatura dello stomacofavorendo di conseguenza la fuoriuscita delcontenuto gastrico. Gli effetti stimolanti dell’ac-qua calda sui movimenti dello stomaco, ossiasulla peristalsi gastrica, aiutano notevolmente ladigestione, mentre la conseguente apertura delpirolo è probabilmente la spiegazione del quasiimmediato sollievo che si osserva in molti casidi dolori gastrici. Lo stomaco ha essenzialmente la funzione diriscaldare, mescolare e disinfettare il cibo grazieall’ambiente decisamente acido che lo caratte-rizza. Tale disinfezione avviene ovviamente infunzione del tempo ed è tanto più efficace quan-to maggiore è il tempo di permanenza del cibonell’ambiente disinfettante. La rapidità con la quale passa attraverso lo sto-maco la rende pertanto un veicolo d’infezionemolto pericoloso perché il succo gastrico non hail tempo di agire sui germi che l’acqua contiene.Per questo motivo l’acqua infetta è un veicolo dimalattie.Si afferma continuamente che la libera introdu-zione di acqua durante i pasti rallenti la dige-stione poiché diluisce il succo gastrico. Questaaffermazione non è molto fondata sebbene siaincostatabile che la diluizione faccia diminuirel’acidità dell’ambiente. Ma non bisogna trascu-rare il fatto importantissimo che l’acqua, di persé, costituisce un leggero ma significativo ecci-tante della secrezione gastrica e gli sperimenta-tori hanno dimostrato che, anche in quantità dimezzo litro, non interferisce in alcun modo conla rapidità della digestione. Non c’è ragione dievitare di bere dunque durante i pasti, purché simastichi il cibo sufficientemente e non si bevain maniera eccessiva. Bere tra un pasto e l’altroè una abitudine che dovrebbe essere incoraggia-ta. Infatti, indipendentemente dalle proprie con-dizioni di salute, bere acqua ad intervalli duran-te la giornata è vantaggioso per il benessere fisi-co.L’abitudine di bere uno o due bicchieri d’acquaa tavola toglie all’intestino il peso di dover

estrarre fino all’ultima molecola l’acqua dalcibo ingerito e ai reni la fatica di dover concen-trare all’inverosimile l’urina. Un bicchiere d’ac-qua in più al giorno contribuisce ad eliminare unpo’ di quell’elemento, il sodio, che si assumecon gli alimenti salati e che l’organismo nonsempre altrimenti riesce a smaltire bene, con ilrisultato che la pressione sale e il cuore si affa-tica. Un momento importante per bere è ilrisveglio, utile è anche durante la giornata,altrettanto prima di andare a letto. Chi non trovail tempo durante la giornata di bere, consumil’acqua prima dei pasti, piuttosto che durante odopo. In tutte queste situazioni l’acqua non è unelemento estraneo che risolve i problemi dellasalute, ma la sostanza che ridona all’organismoil suo equilibrio semplicemente riacquistando alsuo interno il posto che le compete e che le erastato tolto da abitudini sbagliate. Ecco quindiche l’acqua è il farmaco non farmaco, la medi-cina naturale per eccellenza. Basta usarla a pro-posito e non chiederle di fare ciò che non lecompete. Non vi è dubbio che essa possa svol-gere un ruolo fondamentalmente nel conservaree ripristinare lo stato di salute. Non bere a suffi-cienza implica una cattiva ricostituzione delleriserve idriche cellulari ed una inadeguata eli-minazione delle scorie. Bevendo molto i reninon si affaticano, al contrario se c’è molta acquada filtrare esplicano al meglio il loro lavoro didepurazione. L’acqua apporta ed esporta nellostesso tempo: un litro d’acqua basta per fornireun decimo dei fabbisogni giornalieri di calcio edun ventesimo di quelli di magnesio. Una scarsa idratazione comporta un abbassa-mento della performance fisica. Gli studi hannodimostrato che già una disidratazione dell’1%in rapporto al peso corporeo significa un abbas-samento di tono del 10-20%. Per bere non si deve attendere di aver sete, lasete è un segnale di soccorso dell’organismo eprova che la disidratazione e le sue drammati-che conseguenze sono già in agguato. La miglior bevanda contro la sete è e resta l’ac-qua.Come regola generale l’acqua deve essere rim-

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piazzata con la stessa velocità con cui viene eli-minata per evitare ogni disidratazione che nondeve in nessun caso eccedere l’1 - 2% del pesocorporeo.E ciò è particolarmente importante per l’atletache in 60 - 90 minuti d’attività può perdere 2 - 7litri d’acqua. Naturalmente i valori variano a seconda dell’at-tività svolta e delle situazioni ambientali. Bisogna durante i periodi di allenamento inten-so bere almeno 50ml di acqua per ogni kg dipeso corporeo al giorno. L’acqua non apporta calorie, pertanto può esse-re bevuta liberamente. Per chi deve cercare di limitare l’appetito èimportante considerare che lo stimolo dellafame e quello della sete sono strettamente cor-relati: spesso ad aumento della sete corrispondeanche un aumento della fame. Pertanto bere acqua consente di sentire menol’appetito non perché riempe lo stomaco, ma perl’effetto che ha sul centro della sete e dellafame.

L’ACQUA COME FONTE DI SALUTE ECURA NELLA TRADIZIONE Nella storia dell’uomo, fin dalle sue origini,l’acqua si identifica con la forza generatrice delmondo (Bibbia). Anche nelle cosmogonie indiana ed assirobabilonese domina il principio dell’acqua comeelemento primogenito. In India, l’acqua è la materia prima dell’univer-so e il “Brahamanda”, l’uovo da cui nasce ilmondo, è covato sulla superficie delle acque. Per i Cinesi, l’acqua è definita wu - chi, per ilcaos primitivo ed è il simbolo della virtù supre-ma.Talete di Mileto (624 - 546 a. C.) filosofo ematematico greco, era convinto che la terrafosse un disco che galleggiava sull’acqua. Platone invece (427 - 347 a. C.) immaginaval’acqua in forma di un poliedro di 20 facce e 12vertici che, decomponendosi, dava luogo a unsolido di quattro facce di fuoco.

L’acqua diventa anche simbolo di Dio. Il profe-ta Osea paragona infatti Dio alla pioggerellaprimaverile. Nella teologia medievale, Cristo è la fonte ine-sauribile di grazia; mentre, nel Corano, il librosacro dell’Islam, l’acqua che scende dal cielo èuno dei segni della presenza di Allah che hacreato l’uomo dall’acqua versata. Tralasciando le mitologie del nord e degliUrali, anche presso i Romani le sorgenti eranoposte sotto la protezione del Dio Fons, colle-gando altre divinità ai poteri terapeutici. A tutti sono noti i resti degli imponenti stabili-menti termali che vennero costruiti in tuttol’impero romano. Già a questo periodo si possono far risalire ten-tativi di classificazione razionale delle acqueminerali.Plinio, Seneca, Galeno, sono trai i più noti. Nel Medioevo l’idroterapia subì una battutad’arresto; il Cristianesimo, mostrandosi contra-rio ai bagni per il timore della promiscuità tra isessi, ne impedì l’ulteriore sviluppo. Dal 1600 in poi, assistiamo ad un rapido diffon-dersi delle cure termali e troviamo i primi datisulla composizione chimica delle acque, indi-cazioni cliniche più approfondite ed i primi ten-tativi di interpretare i meccanismi d’azione. Il 1800 ed i primi decenni del Novecento assi-stono ad un rapido evolversi della disciplina edalla creazione e sviluppo di vere e proprie “cittàtermali”.Oggi, la cura con l’acqua trova un suo nuovoruolo come strumento di offerta di salute glo-bale. Culture lontane dalla nostra tradizionequali angloamericana, scoprono nell’acquapossibilità terapeutiche di prevenzione e dibenessere inaspettate. Siamo nella fase di unnuovo rinascimento del termalismo.

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Che gli alimenti potessero svolgere, al di làdella ben nota azione nutritiva, un’azione tera-peutica era, sino a poco tempo fa, un concettorintracciabile solo presso alcune culture medi-che tradizionali, tra cui, in particolare, quellacinese. In questa cultura, infatti, troviamo benradicata la nozione secondo cui farmaci e ali-menti hanno funzioni terapeutiche simili sull’e-quilibrio dell’organismo, anche se l’intensità e itempi di latenza delle rispettive azioni sonomolto diversi. Così, si utilizzerà un farmaco sesi vuole modificare in maniera incisiva e intempi relativamente rapidi questo equilibrio,mentre l’alimento sarà utilizzato per interventipiù blandi, con un’azione riequilibrante più pro-gressiva e a scopo preventivo. A dimostrazionedi ciò, troviamo come nella lingua cinese laparte di ideogramma che serve a indicare il far-maco, radicale di sinistra, Fig.1, lo si ritrovaanche nell’ideogramma che serve a indicare ilvino e in quello che indica un veleno, unasostanza, cioè, ad azione estremamente violentae spesso tossica per l’organismo.

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Recentemente, però, anche nei paesi occiden-tali si sta sempre più diffondendo una nuovacategoria di farmaci che, per il fatto di esserecomposti da medicine che hanno anche un’a-zione nutritiva e preventiva, vengono chiamatiNutriceutici la cui formulazione e natura èschematizzata nella figura sottoriportata,Fig.2. Come dicevamo, però, molti di questinutrienti sono contenuti in sostanze che vengo-no consumate come alimenti e che per questafunzione possono essere considerati dei nutri-ceutici naturali. Un buon esempio di quantodetto è costituito dal the verde, Fig.3, che, gra-zie al suo ricco contenuto di flavonoidi svolge,oltre a dissetare, una serie di azioni terapeuti-che che sono note da millenni.È a partire dalle nozioni sopra svolte che nellacultura medica tradizionale cinese si sviluppa-no, sin dai tempi dell’Imperatore Giallo, fon-datore della medicina cinese, la teoria e la pra-tica delle minestre medicate, il cui sviluppo èschematizzato nella Fig.4. Le minestre medica-te consistono in piatti formati dall’accoppia-mento di sostanze alimentari e fitoterapici.Scopo di queste sostanze è quello di curare alcu-ne malattie attraverso la somministrazione difitofarmaci, che vengono veicolati attraversoalimenti, che hanno la funzione più generale disostenere l’organismo, di facilitare l’assimila-zione delle droghe, di ridurre gli effetti collate-rali delle stesse. Alla radice della cultura cineseè noto che sta un sistema di classificazione bina-rio, costituito dallo yin/yang. Tuttavia, moltopiù utilizzata è una sua applicazione in cui siprendono in considerazione 5 posizioni delladialettica yin/yang, che, identificate attraversocinque emblemi, Legno, Fuoco, Terra, Metallo,Acqua, formano un secondo sistema di classifi-cazione, complementare a quello delloyin/yang, noto come i “Cinque movimenti” o le“Cinque fasi”, Fig.5.

“LE AZIONI TERAPEUTICHE DEGLI ALIMENTI. REVISIONE CRITICA”

E. MINELLI

Medico, Coordinatore dei Corsi di Perfezionamento in Agopuntura e in Medicine Non Convenzionali

e Tecniche Complementari del Centro di Ricerche in Bioclimatologia Medica,

Biotecnologie e Medicine Naturali dell’Università degli Studi di Milano

WiegerRadicale 164

Elisir, sostanza alcolica,medicamento

Ricci 1029Vino, liquore,bevanda alcolica

Wieger Rad, 164/4CHEN = veleno mortaleDisegna un uomo checade a terra dopo averassunto un veleno

Figura 1

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Figura 2

Figura 3

Figura 4

30

Figura 5 Figura 6

Figura 7

I Cinque movimenti Il paesaggio interno

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In base a questo sistema,tutte le realtà esistentipossono essere classifica-te secondo Cinque aspettiche corrispondono aCinque fasi della dinami-ca yin/yang: massimoyang, rappresentato dalFuoco; massimo yin, rap-presentato dall’Acqua;passaggio dallo yin alloyang, rappresentato dalLegno e passaggio dallo yang allo yin, rappresen-tato dal Metallo. A queste quattro posizoni vaaggiunta una posizione di equilibrio, rappresenta-ta dalla Terra. A queste cinque posizioni vengonoassociate, secondo una struttura classificativa ditipo analogico, tanto realtà della parte interna del-l’uomo, come organi pieni, visceri cavi, tessuti,dinamiche psichiche - definite come Shen, Hun,Po, Yi, Zhi - e classificate secondo la loro valenzapsicosomatica, quanto realtà esterne - come, tragli altri, gli eventi climatici e i sapori, Fig.6.Questo crea una correlazione tra il sapore, i climie gli organi. In base a questa relazione, i climi,appartenenti al Cielo, avranno la funzione, quan-do regolati, di dinamizzare prevalentemente laparte yang dell’organo corrispondente, mentre ilsapore avrà la funzione di tonificarne e regolarnela parte yin. Si comprende, perciò, perché il sapo-re sia uno dei criteri principali per lo studio del-l’azione tanto dei farmaci quanto degli alimenti.Come abbiamo già visto i sapori principali sonocinque e ciascuno ha un’azione specifica sull’or-gano corrispondente. A questi cinque sapori, spesso ne viene aggiuntoun sesto, il sapore insipido. Le azioni specifiche diogni sapore sono riassunte nella figura 7. Tuttavia,non si deve dare alla nozione di sapore un valoretroppo empirico. Infatti, per la medicina cinese, ilsapore è un indicatore di specifiche azioni farma-codinamiche e, quindi, possiamo dire che è acidoinnanzitutto ciò che è astringente e non necessa-riamente ciò che si percepisce come acido. Unsecondo criterio di classificazione è costituitodalla natura dell’alimento o del farmaco, valutati

secondo un dato termo-metrico che include sial’effettiva percezione dicalore che si ha introdu-cendo un farmaco, così ilpeperoncino è considera-to caldo perché produceuna sensazione di calore,sia un’azione di tipo atti-vante sul metabolismo.Abbiamo, così, alimenti ofarmaci raffreddanti, rin-

frescanti, neutri, tiepidi e caldi, Fig.8. Anche que-sto dato deriva da osservazioni sull’impatto delladroga con il metabolismo dell’organismo e il datoempirico della temperatura del cibo potrebbeessere un riferimento ingannevole. Il latte, peresempio, è di natura fredda, perché rallenta la cir-colazione microlinfatica e dei fluidi tissutali e talerimane anche quando viene bevuto caldo. I con-cetti di sapore e natura, infatti, se partono da alcu-ni dati empirici, si sono strutturati attraverso unalunga rielaborazione concettuale e teorica. Un ulteriore esempio chiarirà il problema di que-sto sistema di classificazione che, in quanto uni-versale, può essere applicato a tutto, anche ai far-maci moderni. Così l’acido acetilsalicilico, pro-prio perché induce sudorazione nell’organismofebbrile, verrebbe classificato come piccante per-ché è piccante il sapore che fa sudare e non l’aci-do, con una apparente contraddizione con il datobiochimico.Quanto alla natura, poiché abbassa la temperatu-ra, sarebbe classificato come freddo nel pazienteiperpiretico e neutra nel paziente non febbrile.Tuttavia, se questa è la classificazione di partenzadi farmaci e alimenti, nel tempo la cultura cineseha accettato tutta una serie di osservazioni, deri-vate dalla moderna biochimica e farmacologia,per cui oggi la scheda di un farmaco o di un ali-mento sono integrate da queste moderne nozioni,di cui si tiene conto nel loro uso. Nelle moderne materie mediche la scheda di unalimento o di un farmaco può essere, dunque, deltipo che sotto riportiamo (Figg. 9, 10, 11, 12).LE MINESTRE MEDICATE

Figura 8

32

Figura 9

Figura 10

33

Figura 11

Figura 12

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Le principali caratteristiche delle minestre medi-cate sono quelle elencate nella Fig.13 e sonoquelle che fanno di questo presidio terapeutico,uno strumento attualmente valido e molto gradi-to. Uno dei vantaggi innegabili, legato a questaforma di somministrazione, è dato dal fatto dirisultare gradevole e di essere percepito come unintervento naturale perfettamente in linea contutta la terapeutica naturale che in una SPA vieneerogata e ricercata dal paziente.

UTILIZZO DELLE MINESTRE MEDICATELa preparazione delle minestre medicate èabbastanza semplice e non richiede particolariattrezzature. Uno schema di preparazioneabbastanza semplice è quello riportato in figu-ra, Fig.14. Possono essere utilizzate per unagrande varietà di indicazioni e il loro uso inambiente termale potrebbe costituire un modosemplice ma efficace per affrontare terapeuti-camente alcune malattie e disturbi, togliendo

alla cura quel aspetto artificioso e poco natura-le, che mal si coniuga con un soggiorno e dellecure, che hanno tra le loro caratteristiche ancheun maggior contatto con la natura e con tera-pie, che conservano ancora una profonda con-notazione di naturalezza. Inoltre, potrebberoessere utilizzate come supporto alle cure ter-mali o come preparazione alle stesse. Nellepagine che seguono riportiamo alcuni esempidi minestre medicate e delle loro indicazioni.

INDICAZIONI PER L’USO DELLE MINESTRE MEDICATETra le indicazioni più importanti circa glieffetti benefici di tali minestre medicate pos-siamo trovare condizioni generali, comeastenia e insonnia, oppure disturbi più speci-fici, quali obesità, ritenzione idrica, stipsi,insufficienza venosa, artrosi, disturbi dellapelle, infezioni ricorrenti delle vie aeree,bronchite.ASTENIA

Figura 13

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Minestra di riso e Astragalo1. Si fanno bollire in 600 cc di acqua,

per 30-40 min, 30-60 g di Astragalo2. Si filtra3. Si fanno sobbollire 100 g di riso nel liquido

ottenuto per altri 40 minutiAssunzione: si divide la minestra in due/tre partida assumere durante il giorno.

INSONNIAMinestra di riso e giuggioleSi fanno sobbollire in 500 cc di acqua insieme a100 g di riso, per 40 min, 10-15 giuggiole. Assunzione: si divide la minestra in due/tre partida assumere la sera prima di andare a letto per2/3 giorni.

OBESITÀMinestra di riso e semi di Piantaggine1. Si fanno bollire in 600 cc di acqua,

per 40 min, 15-30 g di semi di Piantaggine,avvolti in una garza o in un tovagliolo

2. Si filtra

3. Si fanno sobbollire 100 g di riso nel liquido ottenuto per altri 40 min

Assunzione: si divide la minestra in due/tre partida assumere durante il giorno.

Minestra di riso e Chen piSi fanno sobbollire in 400 cc di acqua,per 30 min, 3-9 g di Chen pi e 100 g di risoAssunzione: si divide la minestra in due/tre partida assumere durante il giorno.

Minestra di riso e Asparagi1. Si fanno lessare in 600 cc di acqua,

per 20 min, 50 g di Asparagi2. Si filtra3. Si fanno sobbollire 100 g di riso nel liquido

ottenuto per altri 40 min4. Si affettano gli asparagi nel riso

e si consuma la minestraAssunzione: si divide la minestra in due/tre partida assumere durante il giorno.

ARTROSI

Figura 14

Minestra di riso e CurcumaSi fanno sobbollire in 400 cc di acqua, per 30min, 3-9 g di Curcuma e 100 g di riso.Assunzione: si divide la minestra in due/tre partida assumere durante il giorno.

SECCHEZZA DELLA PELLEMinestra di riso e CaroteSi fanno bollire in 1 litro di acqua, per 40 min,100-200 g di Carote tagliate a rondelle e 250 gdi riso.Assunzione: si divide la minestra in due/tre partida assumere durante il giorno.

INFEZIONI RICORRENTI DELLE VIEAEREEMinestra di riso e AstragaloSi può utilizzare la minestra medicata già illu-strata. L’Astragalo, infatti, oltre che essere unvalido antiastenico, grazie ai numerosi polisac-caridi in esso contenuti, è anche un ottimoimmunostimolante.

RITENZIONE IDRICAMinestra di riso e Poria cocosSi tritano 15 g di Poria in 450 cc di acqua e sifanno sobbollire con 100 g di riso per 40 min.Assunzione: si divide la minestra in due/tre partida assumere durante il giorno.

STIPSIMinestra di riso e semi di Sesamo neroSi fanno sobbollire in 500 cc di acqua, per 40min, 30 g di semi di Sesamo nero e 100 g diriso.Assunzione: si divide la minestra in due/tre partida assumere durante il giorno.

BRONCHITEMinestra di riso e Platycodon1. Si fanno bollire in 600 cc di acqua, per 40min, 3-9 g di radici di Platycodon.2. Si filtra.3. Si fanno sobbollire 100 g di riso nel liquidoottenuto per altri 40 min. Si aggiunge mieleprima di consumare.

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Assunzione: si divide la minestra in due/tre partida assumere durante il giorno.

INSUFFICIENZA VENOSAPorridge di avena e mirtilli1. Si mettono a cuocere a fuoco molto basso, in250 cc di acqua, 4 cucchiai di fiocchi di Avena,fino a quando non sono quasi sfatti - di solitobastano 10 min - insieme a 70 g di bacche essic-cate di Mirtillo.2. Nella stagione di maturazione dei Mirtilli sipossono unire freschi al composto a cotturaultimata.Assunzione: si divide la minestra in due/tre partida assumere durante il giorno.

La regione andina è caratterizzata da particolari

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condizioni bioclimatiche che hanno influenzatolo stile di vita dei popoli di questa zona geogra-fica.La caratteristica fondamentale è l’altitudine(oltre 3.000 metri) e la conseguente penuria diossigeno.Il cosiddetto “mal de altura”, descritto dallaMedicina Tradizionale Andina, presenta i sinto-mi classici dell’asfissia accompagnata da soffe-renza cardiocircolatoria. Nella zona equatoriale/tropicale delle Ande(Equador, Perù e Bolivia) questo stato di males-sere è accentuato dalle temperature abbastanzaelevate.I suggerimenti alimentari tradizionali, il cosid-detto “modello andino”, si riassumono nellaraccomandazione di mangiare poco e di consu-mare cibi “leggeri” e molto nutrienti per vince-re lo stato generale di astenia psico-fisica. Inoltre, a causa della grande insolazione (adesempio degli altopiani pietrosi della SierraBlanca in Perù o in quelli polverosi del lagoTiticaca in Bolivia – Perù), è necessario consu-mare cibi che non solo devono essere nutrientima anche ricchi di antiossidanti.Algarroba, Kiwicha, Maca (di cui si allega sche-da descrittiva) sono piante alimentari usate dasempre (Inca e Maya) e hanno, infatti, tutte que-ste caratteristiche richieste: nutrono e rinvigori-scono l’Organismo in tutte le sue funzionipsico-fisiche.Queste piante cominciano ad essere conosciutenel nostro emisfero anche grazie ai lavori incampo medico - biofisico del nostro gruppo diricerca (Di Fede, Franzoso, Menaldo, Serrano, etcoll) e a quelli in campo farmacologico del grup-po di ricerca di Napoli – Salerno (Aquino, DeFeo, De Simone, Pizza, Rastelli et coll).La messa a punto del processo di “polarizzazio-ne” è stato un importante contributo “tecnologi-co” all’utilizzo e alla diffusione di queste piante. Il prodotto “polarizzato” può essere assunto in

quantità modeste producendo medesimi effettibiologici di quantità molto maggiori dello stes-so prodotto (cioè quelle suggerite dallaMedicina Tradizionale andina) ciò è moltoimportante perché consente di:

utilizzare piccole quantità di piante che non sono reperibili fuori dal luogo di produzione

diminuire i costi

facilitare la terapia nutrizionale poiché si evita la preparazione di pietanze secondo tradizioni culinarie estranee alla nostra cultura che richiederebbero, comunque, competenza specifica e grandi quantità di materia prima.

“UN ESEMPIO DI ALIMENTAZIONE TRADIZIONALE: IL MODELLO ANDINO”

S. SERRANO

Ingegnere e fisico

Coordinatore del Corso Seminariale in Tecnologie Biomediche e Medicina Naturale del Centro di

Ricerche in Bioclimatologia Medica, Biotecnologie e Medicine Naturali dell’Università degli Studi di Milano

KA - CONCENTRATO DI AMARANTHUS CAUDATUSCODICE DI PRESCRIZIONE

Flacone da 100 gr. - Estratto secco con fibre

Famiglia: AmarantacceGenere: AmaranthosSpecie: hypochondriacus, caudatus, spinosa, oleraceus,campestris, blitumNome botanico: Amaranthus CaudatusNome tradizionale: KiwichaDroga: Semi

Componenti

Proteine

Oli e grassi

Fibre

Umidità

Ceneri

Carboidrati

Calorie

% / 100 grammi di KA:

37,7 %

24,0 %

8,9 %

4,3 %

4,5 %

29,9 %

498,7

Descrizione botanicaPianta erbacea coltivata per uso alimentare sulle Ande e nel Messico da millenni: semi di questapianta sono stati trovati in siti archeologici peruviani risalenti al 4.000 A.C. Ha stami, talvolta con-giunti in un tubo, dal quale sorgono appendici petaloidi. Produce enormi quantità di piccoli semi chesono la parte più ricca in principi attivi.

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KA è un nuovo prodotto ottenuto concentrandole proteine contenute nei semi di Kiwicha oAmaranthus Caudatus. Questa pianta era colti-vata anticamente dagli Incas in Perù e dagliAtzechi in Messico per il suo alto valore nutri-zionale. Nell’area geografica di queste duegrandi civiltà del passato, esistono tuttora colti-vazioni di Kiwicha che è una delle rare piante incui sono commestibili le foglie, i frutti ed i semisono utilizzati come cereali.La Kiwicha è una pianta annuale che può rag-giungere i 2,5 metri di altezza, i semi sono pic-coli di forma lenticolare e il colore delle grana-glie derivate va dal marrone chiarissimo al mar-rone scuro.

PROTEINELe proteine sono parte fondamentale di tutti itessuti (muscoli, pelle, capelli e ossa). Le pro-teine, inoltre, sono costituite da amminoacidinove dei quali non sono sintetizzatidall’Organismo (devono essere assunti attraver-so il cibo) e vengono chiamati amminoacidiessenziali (Triptofano, Metionina, Leucina,Isoleucina, Valina, Lisina, Treonina, Arginina eIstidina).Gli amminoacidi essenziali che limitano la qua-lità della maggior parte dei cibi sono:Lisina, Meteonina, Treonina e Triptofano.KA contiene un’elevata concentrazione di pro-teine di alta qualità con un eccezionale bilancia-mento di amminoacidi essenziali ed un alto con-tenuto di Lisina.La Lisina è essenziale per le cellule cerebrali inparticolare di quelle deputate alle funzionimemoria e apprendimento.

OLI e GRASSIKA contiene un’eccellente qualità e quantità dioli non saturati (acido linoleico, oleico e pal-mitico).

ENERGIAKA contiene 498,7 calorie per 100 grammi diprodotto.

FIBREL’alto contenuto di fibre di KA rende questoprodotto altamente digeribile richiedendo pic-cole quantità di energia per essere assimilato.KA regola le funzioni digestive.

VANTAGGI NUTRIZIONALIKA può sostituire carne, latte e uova, fornisceuna buona quantità di fibre, non aumenta il cole-sterolo o l’acido urico.KA viene utilizzato:

per compensare il consumo di energia derivante da affaticamento fisico o mentale

per stitichezza o obesitàper combattere colesterolo, diabete e iperten-

sione.

MODALITÀ DI UTILIZZOKA ha un gusto neutrale che non cambia quan-do viene mescolato a succhi di frutta, latte,yogurt, minestre o insalate fresche.Si consumano normalmente uno o due cucchiaida te, una o due volte al giorno, quale integra-tore alimentare in assenza di particolari proble-mi psicofisici. Il senso di sazietà che producepuò essere sfruttato efficacemente per diminuirel’appetito, se consumato prima dei pasti.Si possono assumere quantità maggiori di KA(8-10 cucchiai da te al giorno) senza effetti col-laterali.

Esiste un’ampia letteratura scientifica sull’uti-lizzo dell’Amaranthus Caudatus (e quindi diKA che corrisponde ad una concentrazione dicirca 4 volte dei principi attivi contenuti nellapianta fresca).

La Maca viene utilizzata da secoli per aumenta-re la fertilità negli esseri umani e negli animali.

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LMWP - LEPIDIUM MEYENIICODICE DI PRESCRIZIONE

Flacone da 30 opercoli da 100 mg. cad.

Famiglia: SolanaceaeGenere: LepidiumSpecie: meyeniiNome botanico: Lepidium Meyenii W.Nome tradizionale: Maca, Peruvian Ginseng,

Maka, Maca-maca, Maino,Ayak chichira, Ayuk Willku

Droga: Radici

DESCRIZIONE

Proprietà/effetti

Costituenti

Descrizione botanicaPianta erbacea che cresce nei luoghi umidi e viene sovente coltivata anche nella sierra. Foglie alterne,semplici, stipolate. Fiori piccoli, ermafroditi, raccolti in infiorescenze racemose. Frutto siliqua.

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Antiaffaticamento, afrodisiaco, nutritivo, immunostimolante, steroideo,tonico.

Alcaloidi, aminoacidi, b-ecdysone, carboidrati, calcio, ferro, magnesio,para-metossi-benzil-isotiocianato, fosforo, proteine, saponine, stigma-sterolo, sitosterolo, tannini, zinco, vitamina B1, vitamina B2, vitaminaB12, vitamina C, vitamina E.

Subito dopo la conquista spagnola del SudAmerica, gli Spagnoli scoprirono che il lorobestiame si riproduceva scarsamente nelle altu-re. Gli indiani locali raccomandavano di dareMaca agli animali, ed i risultati furono cosìrimarchevoli, che i cronisti spagnoli ne diederogrande risalto. Anche i resoconti coloniali dicirca 200 anni fa, indicano che pagamenti percirca 9 tonnellate di Maca erano stati richiestiper questo scopo, da una zona andina.Le sue proprietà che inducevano l’aumentodella fertilità furono confermate clinicamentenel 1961, quando ricercatori scoprirono cheaumentava la fertilità nei ratti. A questa pianta energizzante viene fatto riferi-mento come Ginseng peruviano sebbene Macanon sia della stessa famiglia del Ginseng.Un’analisi iniziale di Maca indica che gli effet-ti sulla fertilità sono il risultato dei glucosinola-ti. Sono presenti anche alcaloidi che però nonsono stati ancora quantificati.Maca, sta aumentando la sua popolarità nelmondo, grazie ai suoi effetti energizzanti, allesue proprietà afrodisiache e di aumento dellafertilità. Altri usi tradizionali, includono l’au-mento di energia, potenza e resistenza negliatleti, il favorire la lucidità mentale, il tratta-mento dell’impotenza maschile, un aiuto alleirregolarità mestruali ed agli squilibri ormonalifemminili, inclusa la menopausa e la sindromeda affaticamento cronico. É usata come alter-nativa agli steroidi anabolizzanti dai culturisti,grazie alla sua ricchezza di sterolo.

MODALITÀ DI UTILIZZO

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Trattamenti per la fertilità (durata tre mesi)per la donna: tre capsule al giorno (mattino, pomeriggio e sera) solo dal secondo all’undicesimo giorno dopo il termine del cicloper l’uomo: tre capsule al giorno (mattino,pomeriggio e sera) per tre mesi

Altri trattamenti (durata minima 60 gg):due capsule al giorno (mattina e pomeriggio)

Summary

This prospective randomized studyaimed at assessing whether Andeanphytotherapy based on polarizad Maca(Lepidium Meyenii Walp), combinedwith low-dose recombinant FSH, mayimprove pregnancy rates in an intrauterine insemination (ITI) programme. To this end, two homogeneous groups,including 63 selected couples each,were compared. In group A, withoutAndean phytotherapy, 13 pregnancieswere recorded, i.e. 11.8% per cycle,with a 20.63% global pregnancy rateafter 4 attempts. In group B (polarizedMaca+ recombi nant FSH), 35 pregnancies were recorded, (26.51%per cycle), with 55% global pregnancyrate atter 4 attempts. The differencebetween both was statistically significant (p < 0,001).

AE - ESTRATTO DI PROSOPIS PALLIDACODICE DI PRESCRIZIONE

Flacone da 200 gr. Estratto fluido

Famiglia: MimosaceeGenere: ProsopisSpecie: PallidaNome botanico: Prosopis PallidaNome tradizionale: Algarroba, GuarangoDroga: frutto

Descrizione botanicaL’Algarroba (Prosopis Pallida) vive nei deserti settentrionali del Perù. È un albero maestoso, massic-cio, longevo ed in grado di crescere in condizioni ambientali particolarmente sfavorevoli. Raggiungel’altezza di 3 metri, presenta foglie di medie dimensioni e produce frutti simili a quelli del nostrocarrubo.

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La polpa dei frutti di Algarroba è ricca di zuc-cheri, proteine, fibre, vitamine (C, E, B1, B2,B6) e minerali (K, Mg, Na, Ca, Fe).

Dalla polpa si ricava l’estratto di AlgarrobaAE attraverso un particolare processo di estra-zione (sotto vuoto a temperatura e pressionecontrollata) che non altera le caratteristiche bio-chimiche della droga.

AE – Algarroba estrattoL’AE mantiene inalterati i componenti del frut-to e viene utilizzato nella Medicina Tradizionaleperuviana per combattere: mancanza di appeti-to, anemia, stanchezza in generale.AE ha un alto contenuto di acido glutamico(7.54g/100g) che è un costituente basale dellegiunzioni intercellulari (desmosoni). AE puòessere utilizzato in Medicina Naturale qualecoadiuvante nelle terapie di “rafforzamento”della matrice cellulare.

Valori nutrizionali medi per 100g:valore energetico 384 Kcal proteine 16,3g carboidrati 4,21g grassi 1,5g

MODALITÀ DI UTILIZZOBambini e adulti: un cucchiaio al mattino,un cucchiaio al pomeriggio.

AE: COMPOSIZIONE - MECCANISMO DIAZIONE - INTERAZIONE CON P53 E P21

Per comprendere appieno il meccanismo diazione di AE, è utile soffermarsi sulle interazio-ni di alcuni composti contenuti in AE stesso.

POTASSIO VITAMINA C

SALIFICAZIONE

ASCORBATO DI POTASSIO

Per azione enzimatica, cationi salificati di acidoascorbico (di cui AE è ricco) vanno a consolida-re le strutture della sostanza basale, in cui la cel-lula è immersa, stabilizzando protoaminoglicanie glicosaminoglicani (interazione mediataanche dal catione Ca++).Il potassio, inoltre, per la sua attività e affinitàverso i gruppi idrogeno degli amminoacidi pre-senti all’interno delle membrane cellulari, pre-siede attivamente ai fenomeni degli scambiossidoriduttivi dei medesimi: la quota proteicanecessaria ad una ordinata struttura dell’impal-catura dell’edificio cellulare si mantiene costan-te.Queste strutture sono fondamentali per mante-nere segnali di codice tra cellula e cellula e, inparticolare modo, tra i geni autoregolatori dellacellula stessa (P53 e P21) e la matrice.

Uno dei problemi più importanti planetari,oltre a quelli ambientali, è senza dubbio l’ali-mentazione.In una parte ristretta della popolazione mon-diale si mangia troppo, nell’altra, molto piùnumerosa, troppo poco e male.La situazione va affrontata con tutti i mezzi,ma non è certo di facile attuazione, anche perdifficoltà etniche e sociali.La nostra attenzione verterà sui principali pro-blemi dell’alimentazione nel nostro paese, oveormai il 30% della popolazione è in sovrappe-so ed almeno il 10-15% addirittura obeso. Il tema del presente intervento prende in consi-derazione gli aspetti dell’assunzione smodatadi cibo oppure la mancata assunzione in rap-porto all’iperstress, che ormai ha assunto lenote di una malattia sociale, purtroppo ancorapoco controllata anche nelle sue manifestazio-ni più evidenti ed eclatanti.

ANSIA E STRESSL’ansia e lo stress costituiscono una delle piùcomuni componenti della normale reazioneemozionale dell’uomo a svariate situazioniambientali.Se adeguati alle caratteristiche oggettive dellevarie situazioni-stimolo, come intensità e dura-ta nell’arco del tempo, essi rappresentano unfondamentale e indispensabile seppur normalemeccanismo di allerta dell’organismo.Tutto ciò per una migliore risposta sul pianofisico e fisiologico, sia biologica che compor-tamentale agli stimoli esterni e quindi necessa-ria per la sopravvivenza.Quando gli stimoli si presentano continui perun lungo periodo di tempo la risposta dell’or-ganismo si modifica e iniziano alterazioni neu-roendocrine e psicofisiologiche che vannoconosciute, almeno per sommi capi.

ALTERAZIONI NEUROENDOCRINENELLA REAZIONE D’ANSIA(BIONDI M. 1988)

ALTERAZIONI PSICOFISIOLOGICHENELLA REAZIONE D’ANSIA(BIONDI M. 1988)

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“PROBLEMATICHE ALIMENTARI: STRESS E CURE TERMALI”

A. BRUGNOLI

Medico Specialista in Idrologia e Climatologia Medica

Esperto del Centro di Ricerche in Bioclimatologia Medica, Biotecnologie e Medicine Naturali

dell’Università degli Studi di Milano

Aumento, a volte spiccato, dei livelli di adrenalina e noradrenalina

Aumento dei livelli di ACTH e di cortisolo

Aumento dell’ormone somatotropo

Aumento della prolattina

Aumento degli ormoni tiroidei

Possibile aumento delle beta-endorfine plasmatiche

Alterazione dell’equilibrio neurovegetativo

Diminuzione dell’ampiezza e aumento dellafrequenza delle onde all’EEG

Aumento della tensione muscolare generalee/o distrettuale

Aumento della frequenza cardiaca, con fre-quenti episodi di extrasistolia

Aumento della pressione arteriosa sistolica,in modo quasi specifico nelle ore serali

Vasocostrizione periferica, con diminuzionedella temperatura cutanea a volte di qualchegrado

Aumento della frequenza del respiro conirregolarità respiratorie

Modifica della secrezione e motilitàgastrointestinale con eèispdi di reflussogastroesofageo

Dilatazione pupillare

Aumento della sudorazione

Iperreflessia

Aumento del consumo di ossigeno

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I PRINCIPALI CENTRI DELL ANSIA

STRESS - EUSTRESS - DISTRESS -IPERSTRESSUna situazione di stress normale, come quelloche ormai viviamo tutti i giorni a causa deinostri molteplici impegni, in modo particolarequelli di lavoro, si può classificare come “Statodi impegno neurofisiologico, ormonale eghiandolare” con presenza di molteplici neuro-trasmettitori, neuromodulatori e neuroormoni.Si potrebbe anche definire con il termine dieustress.Se siamo ai limiti della neuropatologia lo pos-siamo invece definire distress.Uno stato di stress protratto per un certo perio-do di tempo genera invece uno stato d’allertadell’organismo difficile da controllare. Si entra allora nello stato di iperstress anche inassenza di uno stimolo continuo.L’iperstress diviene cosi sintomo-malattia contutte le conseguenze neurofisiologiche e neuro-patologiche che abbiamo già preso in considera-zione a proposito dell’ansia.Il soggetto vive in una condizione di difficoltàalla quale cerca di reagire con specifici disturbidenominati somatoformi.

IPPOCAMPO ED AMIGDALAUn brevissimo ricordo per puntualizzare.Nell’ippocampo si formano i processi diapprendimento e memorizzazione coscienti.Nell’amigdala invece si ritrovano le conoscenzea priori della specie umana, cioè apprendimentoe memoria atavici. Essa infatti risponde immediatamente ed incon-sciamente a tutti i segnali di pericolo provenien-ti dall’esterno.Si avvale dell’esperienza della specie umanaacquisita non singolarmente, ma tramandatadall’evoluzione con funzioni eminenti di salva-guardia dell’esistenza.È chiamata anche la ghiandola delle emozioni.Se gli impulsi neuroormonali, di neurotrasmis-sione e di neuromodulazione di va e vieni tra idue organi si mantengono troppo vivaci perlunghi periodi di tempo, si attua sovente un’a-malgama importante di fitti ricordi ancestrali e

ricordi coscienti, i quali determinano un mecca-nismo di biofeedback. Esso nel tempo innestaemozioni e paure immotivate e delle quali lostesso soggetto non fornisce una spiegazioneplausibile a livello cosciente.Si potrebbe arguire che l’iperstress, a livellodell’ippocampo e dell’amigdala, evoca poten-ziali biochimici e bioumorali ancora tutti dascoprire.Tra le emozioni protratte e spesso anche incon-sce molto importanti i disturbi dell’alimentazio-ne che, specie in questi ultimi anni, possonodivenire vere e proprie malattie come la buli-mia-l’anoressia e l’obesità grave.Come abbiamo già osservato, ormai è noto atutti che nei paesi industrializzati molti sono ifattori che disturbano il normale svolgersi dellavita.Ricordiamo come primo fattore il grado semprepiù intenso di inquinamento, che si ripercuotesu tutte le categorie di cibi, in modo sempre piùevidente l’elevato contenuto in polveri fini nellegrandi città, anche all’interno delle abitazioni.Ricordiamo pure l’uso di cibi sempre più raffi-nati, di quelli conservati troppo lungamente e ilcontinuo abuso di prodotti animali che incidonoin modo eclatante sulla salute ed il benessere diun sempre maggior numero di persone.Nei paesi in via di sviluppo e del terzo mondo alcontrario la situazione si presenta completa-mente capovolta.La malnutrizione resta ancora uno dei maggiorihandicap per tutti e vi sono buoni motivi per nonsperare in un prossimo radicale mutamentodella situazione ambientale. Ormai in tutti i paesi, per motivi anche antiteti-ci, si mangia male, si mangia di fretta, si man-gia in modo errato, dissipando così le già scarserisorse naturali del pianeta e di conseguenza,come dicevamo, sono in continuo aumento lemalattie fisiche e psichiche dovute ad alimenta-zione incongrua o errata.Come esempio eclatante è necessario ricordareche fino alla metà del secolo scorso la medicinaufficiale non aveva mai preso in considerazionel’alimentazione come uno dei fattori influen-

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zanti la salute dell’individuo, anche per il fattoimportante che, sia per le guerre che per lapovertà di molte zone del nostro paese, l’ali-mentazione era ancora alquanto scarsa, anche sein alcuni luoghi agricoli di buona qualità, per-ché naturale e sobria.Ma, con l’avvento progressivo di un certobenessere, in modo particolare negli anni ’60-’70, l’assenza di regole alimentari particolari,anche da parte della medicina ufficiale, halasciato ampio spazio poco controllato all’indu-stria dei prodotti alimentari.Così, senza che ce ne rendessimo conto, l’indu-stria ha esercitato, tramite un’oculata e capillarepubblicità, un controllo sempre maggiore sullescelte dei consumatori, riuscendo a modificarenon solo le abitudini alimentari di tutta la popo-lazione, ma addirittura modificando, con sceltealquanto opinabili, la stessa struttura chimica dialcuni alimenti.Abbiamo assistito così ad un progressivo dete-rioramento dello stato della salute collettiva consensibile aumento delle malattie degenerative,immunologiche e cardiovascolari in soggettisempre più giovani.In più si sono aggiunte a questo quadro anche lemalattie dell’alimentazione come ad esempio labulimia-l’anoressia e l’obesità grave.Solo negli ultimi anni di nuovo tutto è cambiato.Sono sorte le prime cattedre di Scienza dellaAlimentazione e non c’è giornale o rivista, spe-cie femminile, che non parli di diete speciali edi prevenzione accurata. Vengono infatti proposti infiniti tipi di dietecome ad es. la dieta macrobiotica, la vegetaria-na, l’eubiotica, la vegan, la crudista, l’igienista,la programmata, la Kousmine, ecc.. Ognuna di esse sembra essere la migliore pub-blicizzando il proprio modello come il più adat-to ed il meno faticoso da seguire per risolverei problemi soprattutto estetici.Esistono diverse possibilità di nutrirsi in modoadatto, nel rispetto delle singole abitudini etni-che, religiose, culturali e regionali. L’importante è però offrire alla popolazione unaspecifica conoscenza alimentare perché ognuno

possa acquisire la necessaria consapevolezzadel metodo migliore di nutrizione in relazionecon se stesso.A questo punto ricordiamo anche che sullanostra tavola compaiono in misura sempre mag-giore alimenti sintetici, artificiali e quasi sempredevitalizzati.Sono i prodotti che vengono costantemente sot-toposti a processi tecnologici atti a mantenerne lecaratteristiche organolettiche oppure a modificar-le nel senso di una migliore percezione gustativa.Ricordiamo i vari processi di conservazione,sterilizzazione, irradiazione, raffinazione, sur-gelazione, che prevedono l’impiego di un grannumero di additivi chimici come coloranti, insa-porenti, antiossidanti, antifermentativi, conser-vanti, vernici, emulsionanti, spray nocivi, acidi-ficanti, deodoranti, agenti essicanti, addensanti,disinfettanti, defolianti, neutralizzanti, antiglut-tinanti e antischiuma, salatori idrogenatori.Tutti questi processi di conservazione e dimanutenzione dei cibi sono molto utili, ma ènecessario ricordare che essi distruggono ingran parte vitamine, minerali, enzimi e qualitàvitali.È altrettanto logico che questi cibi siano semprepiù attraenti per le loro qualità organolettichecome l’odore, il colore, il sapore e non ultima labella confezione, studiata da tecniche pubblici-tarie adatte e coinvolgenti, ma è nostro doverericordare che possono causare allergie, accessiasmatici, disturbi dell’apparato gastroenterico,eczemi ecc. Sono danni dovuti allo squilibrio e alla carenzadi sinergia tra calorie e fattori vitali con riper-cussioni negative dal punto di vista digestivo eassimilativo.Un solo esempio tra tutti.Lo zucchero raffinato altera il metabolismo per-ché per la sua assimilazione sono necessariegrandi quantità di vitamina B1 e del complessoB in generale.Ormai sappiamo tutti che la Vitamina B1 ed ilcomplesso B sono necessari per uno sviluppoarmonico, per una crescita graduale, per unabuona digestione, per un equilibrato funziona-

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mento del sistema nervoso, dei muscoli e del-l’apparato cardiovascolare. Se assumiamo troppo zucchero raffinato sot-traiamo quindi una parte del complesso B a que-ste funzioni indispensabili.Non così invece per lo zucchero di canna, menobello alla vista ma non raffinato.

Alcuni motivi fondamentali per raggiungere inmodo sicuro ed in breve tempo disordini nel-l’alimentazione.Analizziamo ora, sempre per sommi capi, alcu-ni tra gli errori più comuni che possono causareun’alimentazione dannosa e molto squilibrata.

L’eccesso di proteine è nocivo per l’essereumano perché tende ad acidificare troppo l’orga-nismo. Si produce infatti un’abbondante quantitàdi acidi forti: acido solforico, acido nitrico e clo-ridrico. Essi, durante il periodo digestivo, devo-no essere neutralizzati ed eliminati attraversol’utilizzo di importanti sali minerali.Un’alimentazione ipercalorica favorisce ancheobesità, stitichezza, diabete, disturbi cardiova-scolari, ecc..Vediamo poi come un esagerato consumo di ali-menti raffinati o sintetici come grano, riso, sale,zucchero, cioè la maggior parte dei cibi in manoalle industrie alimentari, siano sempre piùimpoveriti o mancanti dei vari fattori vitali checontengono, come ad es. per il grano la crusca,

MANGIARE TROPPO POCO

MANGIARE TROPPO

MANGIARE MALE

MANGIARE SEMPRE GLI STESSI CIBI

MANGIARE DISORDINATAMENTE

MANGIARE IN FRETTA

MANGIARE IN PIEDI NEI “FAST FOOD”

SALTARE FREQUENTEMENTE I PASTI

NON INTRODURRE MAI VEGETALI O FRUTTA

per i cereali il loro germe o per il sale marino glioligoelementi in esso contenuti. In questo modo si perdono sostanze vitali comele fibre grasse e le vitamine.

ASSOCIAZIONE ERRATA DI CIBI DURANTE LO

STESSO PASTO

Dobbiamo anche tener presente che le associa-zioni di cibi troppo diversi tra di loro sonoresponsabili di reciproche interferenze digestivecon eccessiva produzione di gas intestinali opeggio ancora di putrefazione intestinale, condiminuzione o distruzione della flora battericaintestinale.Un solo esempio significativo.L’associazione di amidi e carne dovrebbe essereproscritta nello stesso pasto.Gli amidi infatti iniziano la loro digestione inbocca tramite la salivazione che contiene ptiali-na, mentre invece la carne inizia il suo processodi scomposizione solo nello stomaco; un’aciditàmaggiore inattiva la ptialina con conseguenteinibizione della digestione e gli amidi in talmodo danno luogo a fermentazione intestinale.La digestione delle proteine necessita di unambiente acido, tanto più acido quanto più laproteina è concentrata e pertanto la presenza diamidi, giunti qualche minuto prima di esse,favorisce sia l’iperacidità gastrica, sia il reflussogastroesofageo.

MANGIARE TROPPO

Il consumo eccessivo di cibo è dovuto più chealtro ad un atteggiamento mentale che associa laquantità di cibo al benessere e alla salute. Cosìspesso non si mangia per sensazione di fame, maper abitudine o per momento di aggregazionesociale e di riposo. Spesso si mangia troppo percompensare i propri problemi esistenziali e sisacrifica alla tavola denaro, salute e molto di più.Mangiando troppo non si lascia agli organi iltempo necessario per riposarsi e disintossicarsi.Così ci si alza dalla tavola con lo stomaco trop-po pieno e a volte ci si rimette a tavola quandonon è ancora stato digerito il pranzo precedente.Tutto ciò comporta un indebolimento dell’orga-

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nismo causato dalla sovrabbondanza di cibo cheesso deve assimilare e un accumulo di rifiuti etossine che non possono essere né trasformatiné eliminati.

MANGIARE MALE E IN FRETTA

Oggi di norma si pensa troppo poco a ciò che simangia. Noi riteniamo che sia molto utile laconoscenza degli elementi di base. Abbiamoosservato che molto spesso la quantità non vad’accordo con la qualità.Quando si mangia troppo in fretta non si masti-ca bene il cibo ed invece sappiamo che “Primadigestio fit in ore”. In più, specie nello spuntinodi mezza giornata, mangiamo spesso assorti neinostri pensieri, nelle preoccupazioni individualie professionali, addirittura a volte, specie nellemense aziendali, discutiamo di problemi perso-nali e sociali, a volte davanti a scene scabrose difronte al televisore acceso, ecc..Nell’ultimo decennio poi le abitudini alimentarihanno subito nuove e profonde trasformazioni.Il tempo disponibile per la preparazione dei cibiin casa è sempre più ridotto, perché ormai quasitutte le donne giovani lavorano e pertanto i pastianche serali si consumano spesso fuori casa, dinorma con cibi preparati dalla tecnologia indu-striale. Questo mutare delle abitudini alimentariha aumentato l’insorgenza delle malattie dellacivilizzazione come sovrappeso, malattievascolari e metaboliche.La ricerca scientifica epidemiologica nordame-ricana ha dimostrato la stretta correlazione traqueste patologie e il consumismo alimentare eha riscoperto la validità dell’alimentazione“povera” della nostra tradizione cioè la dieta“italian style” degli anni ’50, ribattezzata poicome “dieta mediterranea”.Noi siamo dell’avviso che per riprendere un’ali-mentazione sana non si deve aspettare l’insorge-re di una malattia o di disturbi come il sovrap-peso, l’aumento della pressione, del colesterolo,dell’acido urico. È al bambino che bisogna impartire sane abitu-dini alimentari per una corretta assunzione dicibi naturali.

DISORDINI DELL’ALIMENTAZIONEPer tutti i disordini dell’alimentazione che trat-terò in questo contesto, è necessario puntualiz-zare che si tratta di disturbi legati spesso ad unavisione errata del proprio corpo, con manifesta-zioni a volte di estremo disagio, complicato daconflittualità psicologico-relazionali.

ANORESSIA NERVOSA

“Disordine caratterizzato da un senso alteratomentalmente dell’immagine del corpo, da unaimponente perdita di peso, da fobia angosciosaper l’obesità e da amenorrea persistente nellefemmine”.Il sesso maschile è colpito solo nel 5% dei casi.L’esordio si manifesta nel periodo dell’adole-scenza.Un’alta percentuale di casi si manifesta nellefamiglie di medio o alto livello socio-economico.Inizia in modo subdolo, ma in tutti i pazientiesiste una forte preoccupazione per il peso e l’a-dolescente diventa sempre più irritabile e mani-festa disagio ambientale, in modo particolarecon il suo corpo.Così entra in uno stato particolare di ansia-depressione che aumenta in modo circolare ilconflitto con il peso e la visione corporea.L’immagine mentale del corpo viene vissutaspesso in modo angoscioso-fobico, caratteriz-zando una magrezza estrema per orrore dell’o-besità.Difficile anche la terapia psicologica cognitivo-comportamentale con tutte le conseguenze chene derivano. La terapia di appoggio in ambitotermale può essere utile solamente nelle fasiprodromiche della malattia, sempre se esisteanche uno psicologo adatto a questo tipo diterapia. Ma è difficile creare motivazioni cosìimportanti da superare facilmente l’orrore per ilpeso ed il cibo, che viene vissuto come nemicoda combattere sempre ed in tutti i momenti dellagiornata. Purtroppo a volte il paziente lenta-mente precipita nell’Anoressia mentale, contutte le gravi conseguenze che ne derivano. Sipassa così dal rifiuto del corpo e del cibo ancheal rifiuto della vita.

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BULIMIA NERVOSA

“Episodi ricorrenti di abbuffate durante le qualiil paziente sperimenta una perdita di controllosulla sua alimentazione che lo porta a provo-carsi il vomito, ad usare lassativi e/o diuretici,ed a seguire una dieta rigorosa o a digiunareper contrastare gli effetti delle abbuffate”.I pazienti sono molto preoccupati della loroforma fisica e del peso, come per l’anoressianervosa.Come per l’anoressia, il più colpito è il sessofemminile con livello socio-economico medio-alto. Anche in questi casi la magrezza divienequasi scheletrica. Le abbuffate infatti servono solamente a crearesempre nuovi sensi di colpa che si accumulanonel fluire del tempo.La terapia si presenta difficile anche in ambitotermale. Si può ottenere qualche risultato solonelle fasi iniziali della malattia con un supportopsicologico adatto. Ad ogni modo la bulimia èuna malattia meno grave dell’anoressia e i risul-tati terapeutici spesso sono migliori.

OBESITÀ

Si parla in modo del tutto arbitrario di obesitàquando il peso reale eccede di almeno il 20% ilpeso ideale.Si parla invece di obesità grave quando il pesoreale eccede del 100% il peso ideale.Se si tratta di adolescenti la terapia migliore èdel tipo cognitivo-comportamentale, come delresto anche per le forme precedenti, con ricove-ro ospedaliero nelle forme più difficili e resi-stenti.Negli ultimi tempi, secondo ricerche di uncerto livello scientifico, si è propensi a valuta-re l’obesità come un grave disturbo dell’ali-mentazione che, nei casi più eclatanti, sfocia invera e propria malattia, con tutte le conseguen-ze da valutare, sia in campo fisico, come alte-razione dell’equilibrio acido-base, frequentidisturbi cardiovascolari, respiratori e pancreo-epatici, nonché di complicanze metabolichecome ad es. il diabete, la gotta, l’artrite reuma-toide ecc..

MODELLI DI TERAPIA TERMALEPer i disordini dell’alimentazione appenadescritti è molto importante prendere in consi-derazione anche terapie a livello termale chevanno dalle terapie fisiche per la ripresa delleenergie perdute, al sostegno psicologico conpsicoterapeuti adatti, specie se ad indirizzocognitivo-comportamentale.In questi casi l’associazione della terapia fisicae psicologica ottiene risultati brillanti se il sog-getto è in grado di seguire con pazienza, perse-veranza e forza di volontà quanto si desideraottenere da lui.È ovvio che i risultati saranno ancora migliori,specie in soggetti obesi di età media o avanzata,se essi iniziano la terapia con forti motivazioninella riuscita della cura.Molto più incerta e difficile è invece la terapiadegli adolescenti affetti da anoressia e bulimia,per il fatto specifico che non seguono maivolentieri i suggerimenti dello psicoterapeuta,essendo, non solo poco motivati, ma spessoanche troppo impazienti e soprattutto dotati discarsa o nulla volontà di riuscire a riprendereuna vita normale.

VARI TIPI DI RILASSAMENTO FISICO EPSICHICORilassamento“Pratica individuale o collettiva, che ha comefinalità di allontanare, almeno per un certoperiodo di tempo, variabile da individuo a indi-viduo, lo stato di iperstress o almeno di dimi-nuirlo, mediante un costante e diurno allena-mento”.Si rivela molto utile nei disturbi somatoformi,nei disordini dell’alimentazione, nella sindromeda “burn-out professionale” e in tutti queimomenti in cui diventa necessario raggiungereuno stato di riposo, di distensione, di calma, ditranquillità fisica e, se possibile, anche psichica.Ricordiamo vari tipi di rilassamento più usati algiorno d’oggi:

Jacobson: rilassamento muscolare e somaticocon indicazione specifica dei vari punti di

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appoggio, se possibile senza intervento del pen-siero nel senso che tutto avviene da solo, “nondevo far nulla”, “I’m not doing”.

Schultz: esercizi inferiori e superiori delTraining Autogeno

Geissmann: training autogeno analitico

Ajuriaguerra: rilassamento tonico, usato spe-cie nei bambini

Sapir: rilassamento a induzioni variabili, insedute diverse e a volte anche con modalitàdiverse

Desoille: visualizzazioni guidate in condizio-ni di veglia rilassata, lasciandosi dirigere dalleparole del terapeuta (réve - eveillé - dirigé)

Fretigny–Virel: rilassamento in stato diimmaginazione mentale (imagerie mentale)

Kretschmer: metodo detto del doppio-binario

Ai ginger: training analitico di tipo compensato

Jarreau e Klotz, Stokvis, Alexander, Rolfing,Mezieres: vari tipi di rilassamento basato sulcontrollo del tono muscolare in stato di vegliarilassata, con esercizi diversi, a seconda delmomento e degli autori

Caycedo: metodo cosiddetto sofrologico conrilassamento fisico e mentale seguito da un con-trollo dinamico di tre tipi:- Rd1 rilassamento dinamico concentrativo - Rd2 rilassamento dinamico contemplativo- Rd3 rilassamento dinamico meditativo

Parietti: tecnica della distensione immagina-tiva.L’approccio migliore ai disturbi dell’alimenta-zione è il “cognitivo-comportamentale” di fon-damentale importanza per individuare, nellamaniera più esaustiva, il modo di pensare, di

immaginare e le aspettative legate a questomondo sotterraneo (Autori vari, Tecnica dellacreazione di riflessi condizionati, Diverse scuo-le tra cui la Scuola di Ipnosi di Granone-Torino).

- Wolpe: desensibilizzazione sistematica e tecnica di sollievo dell’ansia

- Bandura: tecnica del modellamento- Skinner: tecnica del rinforzamento- Salter: training assertivo

TECNICA DELLA DISTENSIONE IMMA-GINATIVAVediamo ora di illustrare meglio in questo con-testo la Tecnica della distensione Immaginativadi Parietti, come esempio di quanto sia possibileottenere agendo sul corpo e sulla psiche dell’in-dividuo affetto da disturbi dell’alimentazione.La tecnica della distensione immaginativa sirivela una pratica utile nella cura dei disturbisomatoformi, anche dovuti ad errori alimentari,ma necessita di una buona dose di creatività e dicarisma.La distensione immaginativa è una tecnica sortadalle esigenze e dalle esperienze connesse allavoro clinico, alle esperienze cliniche e didatti-co formative in ambito psicosomatico e inizial-mente ipnologico presso l’Istituto Italiano Studidi Ipnosi Clinica e di Psicoterapia H. Bernheimdi Verona, da parte di Piero Parietti e della suaequipe di lavoro (alla quale anch’io ho fornitoun lungo appoggio a partire dagli anni ’60). Dalle esigenze del lavoro clinico è emersa ladifficoltà del trattamento dei cosiddetti malatipsicosomatici, in cui i sintomi legati a lesioniorganiche si intrecciano con manifestazioni didisagi e conflittualità psicologico-relazionali. L’esperienza clinica ha evidenziato come il tra-dizionale bagaglio di conoscenze del medico elo strumentario terapeutico fondamentalmentebiologico da esso posseduto, non sia adeguatoalle esigenze della terapia.D’altro canto né la tecnica psicoanalitica “orto-dossa”, né la psicoterapia analitica, né le varieforme di psicoterapia ad impostazione dinamica

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ed anche comportamentale hanno prodottoapprezzabili risultati in questo campo.In ambito psicosomatico, in definitiva, le terapiea livello esclusivamente verbale risultano altret-tanto inadeguate di quelle esclusivamente soma-to-farmacologiche.Da tutto ciò è sorta l’esigenza di ricorrere a tec-niche in grado di poter agire sia a livello “soma-tico”, sia a livello “psicologico” anche utiliz-zando “stati di coscienza modificati” di tipodiverso a seconda del soggetto, delle circostan-ze operative e dell’ambiente.La Distensione Immaginativa è stata elaboratatenendo conto di tali esigenze.Nella sua struttura operativa la tecnica in que-stione è stata suddivisa in fasi o momenti, traloro articolati secondo la seguente modalità:

FASE DELLA CONTRAZIONE / DISTENSIONE

AGITA:- presa di coscienza, da parte del soggetto, delproprio corpo (situato in una posizione comodadivano-poltrona-lettino) ottenuta attraverso lafocalizzazione dell’attenzione sulle sensazionicollegate ai punti di contatto del corpo col sup-porto che lo accoglie. (Tutto questo con la fina-lità di iniziare il viraggio dell’orientamentomentale, spostandolo dalla percezione dei datidella realtà esterna verso una sempre maggioresoggettività dei vissuti);- esecuzione programmata di una serie di con-trazioni muscolari (attività) in vari distretti cor-porei, seguiti da periodi di maggiore durata didetensione muscolare (passività), con la finalitàdi addestrare il soggetto a cogliere le differenzetra i momenti di contrazione muscolare da atti-vità (tensione) e quelli di detensione da inatti-vità (rilassamento).

FASE DELLA CONTRAZIONE / DISTENSIONE

IMMAGINATA:Consiste nella ripetizione della fase precedente(contrazione - detensione) senza però eseguire imovimenti, ma solo immaginando di farli.Questo per accentuare ed affinare la capacitàimmaginativa del soggetto (é più facile rappre-

sentarsi mentalmente azioni, atti ecc. compiutida poco o con cui si ha familiarità) collegata alproprio corpo.

FASE DELL’INVENTARIO CORPOREO

Si tratta di una “nominazione” delle varie partidel corpo a partire dai piedi) sino a realizzareuna sorta di “passeggiata immaginativa” inte-ressante il corpo in toto sia nelle sue componen-ti esterne che in quelle interne (non si tratta peròdi una forma di autoscopia nel senso tradiziona-le del termine, ma di una risposta immaginativaad una formulazione ambigua correlata allaparola “interno” o “dentro”).1. Verbalizzazione dei vissutiL’esperienza di focalizzazione corporea costi-tuita dalle varie fasi è preceduta e seguita damomenti di verbalizzazione dei vissuti del sog-getto.2. Costruzione del testoQuesta fase (che fa parte della “verbalizzazio-ne” successiva all’esperienza) prevede che laproduzione immaginativa emersa costituisca un“testo” (verbale e/o scritto) che verrà “letto” inriferimento agli aspetti “formale” e “contenuti-stico” che lo caratterizzano.La raccolta di detto “testo” può essere effettua-ta con modalità differenti in relazione alle diver-se condizioni di utilizzazione della tecnica che,inizialmente appresa con la guida del terapeuta,viene in seguito sperimentata in maniera auto-noma dal soggetto come progressivo allenamen-to.Potrà quindi trattarsi di un “testo” verbalmente“raccontato” dal paziente al terapeuta, oppureregistrato in forma scritta.I “contenuti” vengono letti facendo riferimentoa tre parametri:- Simbolico: collegato alla traduzione dei con-tenuti emersi in significati simbolici comune-mente utilizzati.Esempio: vaso = contenitore = utero = madre ecc.- Relazionale: permette di collegare i contenutie la loro traduzione simbolica alla relazione traoperatore e soggetto, ma anche all’atmosferadella seduta in atto o della terapia in corso.

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Questo aspetto permette di cogliere i vari movi-menti transferali che vengono attivati nel corsodel rilassamento (es. vaso = contenitore = utero= madre = tipo di relazione attivata col terapeu-ta nella seduta o nella terapia in generale).- Circostanziale o contestuale: in cui vengonoconsiderati i vari elementi che sono connessiall’esperienza esistenziale del soggetto (la sto-ria, il tipo di rapporti con se stesso e gli altri, imotivi del suo essere in trattamento, la partico-lare tecnica terapeutica utilizzata ecc.).Partendo da questi elementi, possiamo ritenereche la tecnica della “Distensione Immaginativa”può essere utile secondo varie prospettive:

a) quella di poter disporre di un ulteriore mezzodi intervento tanto a livello diagnostico che tera-peutico in tutti quei disturbi o affezioni in cuiappare più accentuata la “somatizzazione” delleemozioni, con riduzione delle capacità di sim-bolizzazione anche a livello verbale

b) quella di rendere possibile un allenamento acomunicare sul duplice registro immaginativo(corporeo/verbale)

c) quella di fornire al soggetto la possibilità diun progressivo abbandono delle modalità difen-sive a livello somatico, tramite l’acquisizione diun progressivo allenamento al rilassamento

d) quella di aprire spiragli all’operatore di quan-to certe somatizzazioni possano costituire bar-riere difensive contro la possibile evenienza discompensi psicologici.

La Distensione Immaginativa (D/I) può essereconsiderata come una tecnica a focalizzazione cor-porea in cui la “distensione”, intesa come rilassa-mento muscolare, è perseguita attraverso un’alter-nanza programmata di attività/passività: a livellosomatico contrazione e distensione muscolare, alivello mentale attività immaginativa.Questa componente “somatica” viene utilizzataa livello terapeutico secondo particolari caratte-ristiche del “rilassamento” inteso come:- attivatore della “funzione trofotropica”, e riat-tivatore mnestico della primaria “relazione toni-

ca” madre - bambino.- elemento di “modificazione” del livello divigilanza che favorisce l’attivazione della fun-zione immaginativa del soggetto. La componente “immaginativa” é intesa comecapacità di “rappresentazione mentale” dioggetti, persone, scene con le emozioni associa-te, al momento assenti dal campo percettivosensoriale del soggetto ed organizzate secondosequenze narrative e regole specifiche e partico-lari, definibili come “mondo immaginale” -“percezione immaginativa” - “coscienza imma-ginante”. La tecnica, attraverso le sue “fasi”:Contrazione/Distensione - agitaContrazione/Distensione - immaginataInventario Corporeo, tende a correlare la produ-zione immaginativa ai vissuti del “corpo in rela-zione” regressiva del soggetto con l’operatore. Questa tecnica, che fa propri, modificandoli, alcu-ni aspetti di diverse forme di “rilassamento strut-turato” e di “imagerie mentale” viene particolar-mente utilizzata in ambito psicosomatico, ambitoche pare caratterizzato da un’incapacità elaborati-va delle dinamiche affettive, che vengono esiliatenella periferia biologica del somatico. Il corpoviene “agito”, fase della contrazione/distensioneagita e “parlato”, nominato verbalmente nella fasedell’inventario corporeo a ciò corrispondendol’attivazione della produzione immaginativa delsoggetto. In sintesi potremmo definire la“Distensione Immaginativa” una tecnica che uti-lizza il ricorso alla distensione (detensionemuscolare) per attivare l’immaginazione.Immaginazione: intesa, a livello operativo, comerappresentazione mentale di eventi ecc... non pre-senti, al momento, nel campo percettivo sensoria-le del soggetto. Dinamizzazione dell’immagina-zione come attivazione dell’immaginario nelsenso, ad esempio della capacità di creare storie(vicende immaginative). Si può concludere consi-derando la “Distensione Immaginativa” una tecni-ca psicoterapica a “focalizzazione corporea” diderivazione “psicodinamica” che chiamando incausa funzioni “somatiche” e “psichiche” si col-loca nell’ambito delle procedure terapeutiche ad“impostazione psicosomatista”.

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Tecnica

Schultz

TrainingAutogeno

Jacobson

Rilassamentoprogressivo o frazionato

De Ajiuraguerra

rieducazionetonica

Sapir R.I.V. (rilassamento,

induzioni multipleo variabili) (influenza

della psicoanalisi)

Parietti

DistensioneImmaginativa

Basidella relazione

Induzionee controllo; da

suggestionea verbalizzazione

Controllo

Analisidelle resistenze

mediante il “dialogo tonico”

Analisidella situazione di trasferimentoin rilassamento

a induzione multipla

Alternanzadi livelli

di vigilanza in una dinamica

di attività/passività(regressione passante per

il corpo)

Tipo di approcciocorporale

Segmento doposegmento

verso l’unitàdel corpo

“Rilassamentodifferenziale”

segmento dopo segmento

Considerazionedell’immaginario

del corpo

Considerazionedell’immaginario

del corpo

Dal corpo “reale”al corpo

“fantasmatico”

Progressione della cura

Due cicli:uno inferiore (6 esercizi)

uno superiore (7 esercizi)

Rilassamentogenerale profondo;

rilassamentodifferenziale;

decondizionamento

Ciclo inferiore del training autogeno

e progressionedella relazione

terapeutica

Ciclo inferiore del training autogeno

e progressione della relazione

terapeutica

Tre fasi integrate (1 agita

2 immaginate)

Scopi esplicitidella cura

Deconnessionedell’organismo;

statiautenticamente

suggestivi

In vista di una “inibizionecorticale”

Ristrutturazionedell’immagine

del corpo,riacquisizione

simbolicadel vissuto corporale

Ristrutturazionedell’immagine

del corpo,riacquisizione

simbolicadel vissuto corporale

Attivazione della produzione

immaginativaper acquisire simbolismi

correlatialle funzioni

corporeee mobilizzare

emozioni“radicate” nel

somatico

VARI TIPI DI TECNICHE DI RILASSAMENTO (PARIETTI)

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“PROBLEMATICHE ALIMENTARI: STRESS E CURE TERMALI”

F. PADRINIPsicoterapeuta bioenergetico,Milano

L’alimentazione è carica di valenze psicologi-che fin dai primi giorni della vita. Il cibo è infatti il primo rapporto che il bambi-no ha con il mondo e in relazione ad esso sipossono esprimere i problemi o i disagi che sisviluppano tra il bambino e l’ambiente stesso. Per effetto della sua rilevanza simbolica il cibopuò diventare l’espressione di diversi conflittipsichici.L’alimentazione è particolarmente connessacon la fase orale dello sviluppo del bambino.Successivamente l’individuo può restare fissa-to o regredire a questa fase.C’è una stretta correlazione tra lo stress e leproblematiche alimentari. Il cibo è una gratificazione che si può ottenerefacilmente e può servire come ansiolitico econsolazione.Anche nell’eziologia dell’obesità, oltre a fatto-ri genetici, metabolici, endocrini, convergonoin modo significativo i fattori psicologici.Disturbi complessi del comportamento alimen-tare come l’anoressia e la bulimia nervosa col-piscono con una maggiore frequenza le giova-ni donne e le adolescenti.L’anoressia nervosa è quella condizione clini-ca caratterizzata da dimagrimento con rifiutodi mantenere il peso corporeo al di sopra delpeso minimo normale per età e statura. Si accompagna ad intensa paura di acquistarepeso e distorsione dell’immagine corporea,cioè alterazione del modo in cui il soggettovive il peso e la forma del proprio corpo.La bulimia è una condizione caratterizzata dafrequenti abbuffate alimentari per cui la perso-na assume in modo incontrollato massiccequantità di cibo e ha la sensazione di non esse-re in grado di smettere. A questi episodi seguono ricorrenti e inappro-priati comportamenti compensativi comevomito autoindotto, uso improprio di lassativi,diuretici, enteroclismi, lunghi periodi di digiu-

no, esercizio fisico eccessivo. Proprio per la messa in atto di queste condottecompensatorie di eliminazione, il soggettobulimico, nonostante gli episodi di iperalimen-tazione, non presenta un aumento di peso.Come per l’anoressia, anche nella bulimia illivello di autostima è fortemente influenzatodalla forma del corpo. Vi è una dispercezione e una non correttaconoscenza delle proprie emozioni e un’iden-tità psicosessuale e corporea imperfetta.Un soggetto affetto da anoressia può virareverso un comportamento di tipo bulimico.Dal punto di vista Bioenergetico i disturbi delcomportamento alimentare si riscontrano conmaggiore frequenza in alcune tipologie carat-teriali.È soprattutto nella tipologia che ho definitoCEREBRALE che si riscontrano disturbicome l’anoressia nervosa e la bulimia.Questi individui hanno avuto nella fase neona-tale o addirittura prenatale un vissuto di diffi-cile o non completa accettazione da parte deigenitori.Essi hanno avuto la sensazione che il loro dirit-to di esistere venisse negato.Da bambini, per poter sopravvivere e non sen-tire il dolore, hanno organizzato la loro perso-nalità scindendo il corpo dalla mente, staccan-dosi dalle sensazioni corporee, che sarebberovissute conflittualmente, e rifugiandosi nell’a-spetto mentale, nella cerebralità. Da adulti sviluppano un’ansia particolarmenteforte di essere riconosciuti come esseri viventi.Presentano uno scarso contatto con il propriocorpo e un blocco profondo, un vero e proprioraggelamento delle emozioni, nel senso che laloro estrema sensibilità e vulnerabilità li porta-no, per non soccombere, ad attuare un mecca-nismo difensivo di ritrazione e distacco dalleemozioni (Fig.1).

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Figura 1 Figura 2

Nella tipologia che ho definito DIPENDENTEsi riscontrano invece più frequentemente ten-denza al soprappeso, obesità e fame nervosa.La problematica psicoemozionale di questatipologia trova origine nella fase orale (primoanno di vita).Il tipo dipendente è afflitto da un senso di vuotointeriore. Il senso di privazione che lo caratte-rizza è dovuto alla mancanza di contatto conuna figura materna calda sufficientemente affet-tuosa e protettiva, per assenza o per problemati-che analoghe della stessa madre. Ciò gli haimpedito di soddisfare in modo completo e cor-retto i propri bisogni di amore, calore, contatto,nel primo anno di vita (fase orale).È come se si aspettasse che arrivi qualcuno ariempirlo, anche se a volte si comporta come sefosse lui quello che dà appoggio agli altri. Dalpunto di vista psicosomatico ne risulta unastruttura corporea debole e senza sostegno nelproprio interno, che porta questo tipo ad appog-

giarsi agli altri, diventandone dipendente.Ha, sia in senso letterale che figurato, difficoltàa stare in piedi da solo, ma questa tendenza puòessere mascherata da un atteggiamento esagera-to di indipendenza. Un altro elemento tipico diquesta tipologia è quello di ritenere che tutto glisia dovuto, atteggiamento che deriva dall’espe-rienza precoce di deprivazione.È soggetto a repentini sbalzi di umore, amomenti di malinconia e tristezza alternati amomenti di grande euforia (Fig.2).L’individuo CEREBRALE vive una divisionecorporea e ha paura di entrare in contatto diret-to con il proprio corpo a causa delle sensazioniinquietanti che tale contatto potrebbe risveglia-re. Nell’approccio con questi individui l’unicaimportante precauzione da osservare è quindi lagradualità. L’approccio deve essere pertantoimprontato con molta prudenza in modo dainstaurare progressivamente un rapporto di fidu-cia.Le tecniche corporee che decide di attuare per

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avere il controllo del proprio corpo, sono ese-guite in modo meticoloso e ossessivo. Vi è spes-so un iperinvestimento sull’attività sportiva.L’orientamento sarebbe quello di accompagnarela persona a percepire a poco a poco le sensa-zioni corporee in modo graduale e non invasivo.Dal punto di vista motorio bisognerebbe passa-re da attività fisiche molto dinamiche e di gran-de dispendio energetico ad attività più dolcinelle quali può trovare spazio anche la sensa-zione del movimento. Possono essere partico-larmente indicate una ginnastica dolce in acquache utilizza il movimento in sincronia con larespirazione; l’idroterapia con getti di acqua abassa pressione con la sinergia di aromaterapiae cromoterapia; la talassoterapia e l’idroterapiaKneipp con percorsi prestabiliti. Può ancheessere previsto l’intervento di un operatore inpiscina termale per un massaggio in acqua mira-to alla distensione muscolare attraverso piccolitocchi di posizionamento, che devono mantene-re una modalità piuttosto tecnica e non troppoaffettiva.Il massaggio bioenergetico per questa tipologiaè mirato a far prendere consapevolezza del pro-prio corpo con manovre di tipo “integrante” dicontatto a livello delle articolazioni e delle zonedi giuntura del corpo (collo, spalle, gomiti,polsi, vita, anche, ginocchia, caviglie): peresempio una mano “calda”, appoggiata su unginocchio “freddo” darà una sensazione di soste-gno, di passaggio di energia e di congiungimen-to delle articolazioni (grounding massage).La fangoterapia può essere ugualmente utilizza-ta a livello delle articolazioni con una funzioneriscaldante ed integrante per favorire il senso diunità corporea. L’utilizzo degli oli essenziali(aromaterapia) nel trattamento della tipologiacerebrale prevede la scelta di essenze come lamelissa e il petitgrain che svolgono una delica-ta azione riequilibrante, il sandalo ad azionestabilizzante, la lavanda per aiutare a ristabilireil contatto con la femminilità negata, la cannel-la per riscaldare le estremità fredde. Dal puntodi vista cromoterapico i colori che si identifica-no con gli aspetti caratteriali del tipo cerebrale

sono il nero e il bianco, che rappresentano l’e-lemento di divisione tra il corpo e la mente. Ilcolore va irradiato con gradualità partendo dalviola che è collegato ad elementi intuitivi e spi-rituali, passando poi per il blu e l’azzurro, arri-vando al rosa e infine ai colori più caldi comel’arancione e il rosso.Nel corso dei trattamenti può essere utile un’in-tegrazione musicoterapica. La tipologia cere-brale presenta fondamentalmente uno stress ditipo mentale, perché nella sua attività impegnaprevalentemente la mente piuttosto che il corpo.Queste persone si mantengono in uno stato dicostante vigilanza con difficoltà ad “abbandona-re la testa”. La musica per il rilassamento men-tale avrà una dimensione “cosmica” e meditati-va, con elementi di trascendenza e spiritualitàche “agganciano” questa tipologia particolar-mente sensibile a tali aspetti.L’approccio alle problematiche alimentari checolpiscono la tipologia DIPENDENTE (ten-denza al soprappeso, obesità, fame nervosa) perpoter essere efficace deve adattarsi ai bisogniprofondi di questa tipologia.Da una parte bisogna “nutrire” in modo affetti-vo per appagare la necessità di amore, calore econtatto, dall’altra occorre aiutare il soggetto adaumentare il proprio livello di energia e favorirelo sviluppo di una maggiore autonomia.Gli interventi terapeutici prevedono sempre unacomponente di supporto relazionale.L’ambiente termale si presenta particolarmentefavorevole per questi soggetti, perché vi è unaforte esigenza di contatto con gli elementi natu-rali come acqua termale calda, fanghi, vapore,calore, aromi, colori e musica. In questi ele-menti la persona troverà un momento regressivoe rigenerante. Le attività motorie prevedonol’impegno delle articolazioni superiori e inferio-ri per rafforzare la consapevolezza e l’autono-mia andando verso obiettivi propri. Negli eser-cizi è importante l’aspetto della respirazioneche favorisce l’aumento della carica energeticain sostituzione del cibo. Esercizi bioenergeticiper aumentare il “grounding” e l’autoespressio-ne sono particolarmente indicati.

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Eccone alcuni:1) Bend-over o esercizio di “grounding”Questo esercizio aumenta la carica e l’energia.Stando in posizione eretta, ponete i piedi paral-leli distanti quanto la larghezza delle vostre spal-le e le punte leggermente verso l’interno, inmodo da estendere anche alcuni muscoli dellenatiche. Flettete quindi il busto in avanti tenendoil collo rilassato fino a toccare il pavimento conle dita delle mani. Le ginocchia devono essereleggermente piegate. Il peso del corpo nondovrebbe essere sulle mani, ma restare sui piedio meglio sugli avampiedi. Lasciate andare latesta il più in basso possibile. Respirate con labocca liberamente e profondamente durantetutto l’esercizio. Raddrizzate poi lentamente leginocchia, fino a distendere i tendini delle ginoc-chia nella parte posteriore delle gambe, mante-nendo la posizione per circa un minuto (Fig.3).2) Posizione ad arcoQuesto esercizio aiuta ad allentare la tensionenel ventre che spesso è causa di gonfiore.

Dalla posizione eretta, appoggiate contro i renile mani chiuse a pugno con le nocche rivolte inavanti. Piegate poi le ginocchia il più possibilesenza alzare i talloni da terra. Inarcatevi all’in-dietro sopra i pugni, assicurandovi che il pesodel vostro corpo rimanga in avanti. Respirateprofondamente nel ventre. Se provate un po’ didolore alla schiena è perché in questa parte delcorpo avete accumulato tensione. Svolto l’eser-cizio ripetere l’esercizio di “grounding” (Fig.4).L’idromassaggio con immersione in gruppi, l’e-sposizione a vapori caldi, l’elioterapia e la fan-goterapia hanno un’ottima efficacia e vengonorecepiti in modo molto positivo da questi sog-getti. Il massaggio in acqua fa percepire il pia-cere di essere sostenuti e avvolti dall’acqua eanche dalle braccia dell’operatore che esegue iltrattamento. A differenza della tipologia cerebra-le, la tipologia dipendente ricerca in modo diret-to la relazione tattile e il calore umano offerto daquesto tipo di intervento. Agli elementi nutritivi edi sostegno bisogna alternare anche elementi sti-

Figura 3 Figura 4

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molanti e tonificanti come le variazioni di tempe-ratura dell’acqua durante l’idroterapia e le diffe-renze di pressione dei getti dell’idromassaggio.Nel massaggio bioenergetico le manovre, conl’utilizzo di un olio riscaldante, assumeranno laforma di contatto nutritivo e avvolgente in modoche la persona massaggiata si possa sentire sor-retta e unita. La persona acquisirà coscienza deipropri confini corporei e dei propri limiti psico-logici. Il massaggio inoltre aiuterà la persona aridimensionare le immense richieste del suo Io.L’altro gli apparirà in una luce più realistica:non più come distributore automatico di “ciboaffettivo” ma come un altro Io dotato di temati-che proprie. Attraverso il passaggio tra contattoe distacco, impliciti nel trattamento del massag-gio bioenergetico, il tipo dipendente saprà rica-vare un sentimento più chiaro della propria indi-vidualità e autonomia, per potersi sorreggeresulle proprie gambe.Il massaggio per questa tipologia è particolar-mente indicato a livello delle braccia e dellegambe, che dovranno essere ricaricate, rinvigo-

rite e mobilizzate. L’utilizzo degli oli essenzialiper questa tipologia prevede la scelta di essenzead azione tonificante come il rosmarino; riscal-dante, come lo zenzero, la cannella o i chiodi digarofano; avvolgente come il mandarino ol’ylang ylang; balsamica e respiratoria come ilmirto, il pino o l’eucalipto. Dal punto di vistacromoterapico il colore che si identifica con gliaspetti caratteriali del tipo dipendente è l’azzur-ro-blu della dimensione acquatica che corri-sponde simbolicamente al bisogno di sentimen-ti sinceri per sentirsi appagati e protetti. Il trat-tamento cromoterapico volgerà verso le tonalitàcalde e solari del giallo, dell’arancione e delrosso. L’utilizzo del verde a livello delle gamberafforzerà il senso di radicamento. La tipologiadipendente è sottoposta prevalentemente ad unostress di tipo emotivo, perché presenta una par-ticolare sensibilità a livello affettivo: ha quindiun particolare bisogno di calore e nutrimento edi sentirsi sorretta ed amata. L’integrazionemusicoterapica più adatta per questa tipologiaavrà una coloritura affettiva e sentimentale,

BIBLIOGRAFIA

A. LOWEN

Il linguaggio del corpoFeltrinelli, Milano, 1978

F. PADRINI

L’energia dentro di noiMondadori, Milano, 1997

F. PADRINI

Il grande libro del massaggio con gli oli essenzialiDe Vecchi, Milano, 1999-2003

F. PADRINI, M.T. LUCHERONI

Bellezza e benessereDe Vecchi, Milano, 2000

F. PADRINI, M.T. LUCHERONI

Il grande libro degli oli essenziali De Vecchi, Milano, 1995-99

F. PADRINI, M.T. LUCHERONI

Guida alla cromoterapiaDe Vecchi, Milano, 1998-2004

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“FONDAMENTI RAZIONALI E CRITICI DEGLI INTEGRATORI ALIMENTARI”

G. CACCIALANZA

Prorettore e Ordinario di Chimica Farmaceutica

dell’Università degli Studi di Pavia

GLI INTEGRATORI ENERGETICI

Gli integratori energetici

di primo piano sono i carboidrati,

principalmente per le prestazioni

di lunga durata (ossia di almeno un ora).

La scelta tuttavia deve essere molto

oculata, sia in termini di quantit

assunta che in termini di qualit

(in rapporto all indice glicemico).

GLI INTEGRATORI ENERGETICI

Gli integratori alimentari non sono altro

che i normali nutrienti, comunemente

presenti nel cibo che consumiamo,

selezionati e concentrati industrialmente

allo scopo di facilitare la copertura

del fabbisogno giornaliero.

Un integratore alimentare diventa

utile quando ci che mangiamo

non in grado di soddisfare

le necessit minime di alcuni nutrienti

specifici necessari all organismo per

poter funzionare regolarmente.

IL BICARBONATO

La supplementazione di bicarbonato di

sodio nata con l intento di tampona-

re l acidosi metabolica indotta dall eser-

cizio, ed in particolare in tutte le situa-

zioni in cui vi fosse una notevole produ-

zione di acido lattico. I risultati sono

apparsi in modo significativo quando la

durata dello sforzo superiore al minu-

to e inferiore ai due - quattro minuti.

IL REINTEGRO IDRICO SALINO

Lacqua costituisce il 40-60% della massa

corporea. In condizioni normali

di temperatura e a riposo un soggetto

assume mediamente 2.5 litri di acqua

al giorno, con le bevande oppure

attraverso gli alimenti. In condizioni

di intenso lavoro e in condizioni

ambientali che richiedono forte

sudorazione, l assunzione di acqua pu

aumentare di 6 volte rispetto

al normale, ...ma cosa bere?

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AMINOACIDI A CATENA

RAMIFICATA (BCAA o RAM)

Una somministrazione di aminoacidi

a catena ramificata prima di un impegno

fisico intenso e protratto pu risultare

utile nell ostacolare l appannamento

mentale da affaticamento. Un loro

utilizzo regolato indicato durante i

periodi di allenamento intenso, quando

cercando di aumentare le capacit

prestative l atleta aumenta i carichi di

lavoro e i rischi di una sindrome da

sovrallenamento.

GLUTAMMINA

Non un aminoacido essenziale,

ma tuttavia estremamente importante

per l atleta: circa il 20% di tutto

il pool di aminoacidi circolante

nel sangue costituito infatti

da glutammina, e si pu perci

definire il veicolo pi importante

per il trasporto di azoto tra i tessuti;

inoltre un substrato fondamentale

per l ammoniogenesi.

CARNITINA

La carnitina una molecola

importante nel metabolismo

degli acidi grassi. Le sue funzioni

principali sono il trasporto

degli acidi grassi all interno

del mitocondrio perch possano

essere ossidati e la modulazione

del metabolismo del Coenzima-A,

importante anch esso

nello svolgimento

dei processi ossidativi.

LE PROTEINE

Il fabbisogno proteico giornaliero

per un atleta che si alleni regolarmente,

indipendentemente dal tipo di sport

(potenza o endurance), arriva a 1.7 g

per chilogrammo di peso.

Pu risultare difficile arrivare a coprire

le necessit plastiche proteiche con

l alimentazione per atleti il cui impegno

fisico sia regolare e quotidiano, ma

senza un grosso dispendio energetico.

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CREATINA

La creatina (Cr) la molecola che,

arricchita da un gruppo fosforico,

diventa fosfocreatina (PCr),

unica fonte di energia di pronto

utilizzo per il muscolo

(sistema anaerobico alattacido).

Il fabbisogno giornaliero di un adulto

di 2 grammi al giorno, e viene coperto

per met attraverso la sintesi

endogena (che avviene nel fegato

e nel rene) e per met con

l assunzione del cibo.

CARNOSINA

La carnosina un dipeptide,

ossia una molecola composta

da due aminoacidi, l alanina e l istidina,

che si trova in notevoli quantit

nel tessuto muscolare.

Gli studi compiuti ne hanno

rilevato le buone propriet

antiossidanti e l azione di controllo

dei livelli intracellulari

di calcio nelle cellule miocardiche.

VITAMINE

Tra le varie vitamine, tutte essenziali

per l organismo anche nei sedentari,

ma facilmente rintracciabili

in un alimentazione varia e completa,

quelle di cui pu sicuramente

aumentare il fabbisogno

in un atleta sono le vitamine

del gruppo B e la vitamina C.

GLI ANTIOSSIDANTI

I cosiddetti radicali liberi

sono molecole instabili

prodotte dagli organismi che tendono

molto facilmente a reagire con altre

molecole, generando cos delle reazioni

a catena, attraverso le quali avviene

il passaggio dei radicali liberi da una

molecola ad un altra. Nell atleta agonista

si verifica un aumento fisiologico

di radicali liberi, in seguito al maggior

turn-over a cui viene sottoposto

il suo organismo.

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“STRESS, ALIMENTAZIONE E GINNASTICHE IN AMBIENTE TERMALE”

E. DE GIACOMOMedico, Agopuntore Docente del Corso di Perfezionamento in Agopuntura

Il benessere è un obiettivo che tutti ci propo-niamo di raggiungere.Per fare ciò è necessario correggere lo stile divita e di comportamento. Pensiamo alle abitudini alimentari scorrette,alla scarsa vigilanza sulla qualità dei cibi, allasedentarietà, all’insufficiente controllo delleemozioni, alla rassegnazione con cui l’uomocontemporaneo tende a giustificare una vita“folle” e piena di eventi stressanti (“ … è unaruota che gira …”).È quindi del tutto evidente che la correzionedello stile di vita implichi la disponibilità apercorrere un cammino educativo: imparare adalimentarsi in modo corretto, a selezionare glialimenti allo scopo di scegliere quelli concaratteristiche energetico-nutrizionali migliori,apprendere ginnastiche e tecniche di rilassa-mento come le ginnastiche mediche cinesi(Taiqi e Qi Gong), conoscere ed utilizzare lemigliori tecniche per la cura del corpo.Uno dei luoghi privilegiati di questo iter rivo-luzionario è l’ambiente termale: la personamette in gioco la propria libertà nel decidere diinvestire tempo e denaro per la propria salute,compiendo il primo passo del cammino educa-tivo di cui si è detto.Scegliere di dedicare del tempo al propriobenessere sembra quasi scontato, tuttavia non ècosì semplice: la cultura contemporanea ci haabituato a considerare la salute solo come undiritto.Le considerazioni fin qui svolte sono senzadubbio vere, ma forse è bene fare un passoindietro e riflettere sul fatto che il “diritto allasalute” è la conseguenza di un giudizio che laidentifica come un valore affidato in primaistanza alla cura della persona. Si può così comprendere meglio come dedica-re un po’ più di tempo al proprio benessere siail primo passo per un approccio corretto al pro-blema.

COME CI PUÒ AIUTARE LA MEDICINACINESE?Uno degli strumenti è il Qi Gong ovvero diGinnastica Medica Cinese.Il significato stesso della parola (Qi = Energia,Gong = Lavoro) “ Lavoro sull’Energia” implicala conoscenza di alcuni aspetti della culturamedica cinese.La nostra esperienza clinica ci insegna chequanto più il paziente è consapevole di ciò chesta facendo e del significato degli esercizi, tantopiù questi ultimi risultano efficaci.Una delle più grosse difficoltà consiste nella tra-smissione dei principi e dei fondamenti dellaMedicina Cinese evitando che essa venga inter-pretata per quello che non è, cioè una dottrinafilosofica, una religione, una regola monasticao, peggio ancora, qualcosa di trascendente edesoterico.La Medicina, sebbene “cinese” è sempre medi-cina: l’oggetto delle sue attenzioni è l’uomonella sua fisicità: appetito, digestione, urine,feci, ritmo sonno-veglia, sessualità, ciclomestruale, ecc…, insomma l’insieme delle cose“importanti” che ogni brava mamma tiene d’oc-chio nel suo bambino (come dicevamo: il man-giare, il bere, la pipì, la cacca, … ). Tutta questaprosaicità per smitizzare una certa aura di“quasi soprannaturale” di cui alcuni operatori sicircondano. Se la Medicina Cinese è una “medi-cina fisica” è altrettanto vero che uno degliaspetti che più ci affascina è la concezione“globale” dell’uomo nella sua unità soma-psi-che e nell’intimo legame di questa unità conl’ambiente circostante.Il mondo medico occidentale usa spesso il ter-mine “psico-somatico” per etichettare condizio-ni morbose che non trovano risposte soddisfa-centi sia per quanto concerne la spiegazionedella loro insorgenza, che per la loro terapia.La conoscenza della Medicina Cinese permetteinvece di classificare e poi anche di curare

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diversi squilibri di fronte ai quali il medico occi-dentale è spesso inerme: tutto ciò proprio graziea questa concezione unitaria dell’uomo in cui èimpossibile separare l’immaterialità dellamente dalla materialità del soma.Una delle tante realtà immateriali note alla cul-tura medica cinese è l’Energia (il Qi) che circo-la nell’organismo in precisi sistemi di conduzio-ne (i meridiani).Le Ginnastiche Mediche Cinesi (tra cui il QiGong) hanno come obiettivo l’armonizzazionedella circolazione energetica sia per il manteni-mento dello stato di salute che per la cura dialcune disarmonie. Ecco che si profila un altro argomento “spino-so” per la nostra mentalità occidentale: l’armo-nizzazione della circolazione energetica dellapersona non si realizza “una volta per tutte” o“una volta alla settimana”: si tratta di lavoraresull’energia del proprio corpo e questa circolasempre; ecco l’esigenza che le ginnastichecinesi vengano praticate con assiduità e tutti igiorni.

Se ritorniamo all’esigenza di trasmettere alcunenozioni fondamentali del pensiero medico cine-se che ci permetteranno di capire meglio gliesercizi praticandoli con consapevolezza emiglior profitto, ci troviamo di fronte ad un ulti-ma difficoltà: la Medicina Cinese, oltre cheaffrontare il paziente nella sua globalità di per-sona, è essa stessa “globale” e comprende diver-si aspetti e discipline: la Farmacoterapia,l’Agopuntura, la Dietetica, il Massaggio e leGinnastiche Mediche. Ovviamente in questasede non approfondiremo tutto ma vorremmoevidenziare l’importanza di un’informazioneunitaria in quanto spesso gli effetti beneficidipendono dal sinergismo di più discipline: èbene quindi che alcune scelte terapeutiche opreventive siano gestite da un medico esperto inMedicina Cinese. Per realizzare questo progettopossiamo utilizzare come paragone l’immaginefotografica di un panorama montano in cui ilmassiccio fotografato costituisce la visione diinsieme, globale ed unitaria e da questo massic-cio emergono le singole cime che corrispondo-

Qi Gong& Tai Qi

Massaggio

Agopuntura Dietetica

Farmacologia

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no alle singole discipline. Immaginando semprela nostra fotografia dobbiamo descriverne lacornice, ovvero i fondamenti storico – filosoficidel pensiero medico cinese e il contenuto, ovve-ro il massiccio montano che corrisponde allastruttura anatomo – fisiologica dell’uomo da cuisi sviluppano le diverse cime, cioè le disciplineutili a mantenere l’armonia del sistema. I fondamenti di questa lettura energetica dellarealtà portano alla strutturazione di un’artemedica capace di rispondere al bisogno di salu-te ed alla domanda di benessere della personaattraverso le diverse discipline di cui daremo uncenno sintetico.Bisogna comunque premettere che si tratta pursempre di medicina e pertanto è indispensabilela figura professionale del medico. Costui, ingrado di approfondire i problemi della personagiungendo ad una diagnosi, sia occidentale(secondo i canoni della Medicina convenziona-le), che energetica (seguendo i criteri dellaMedicina Cinese), potrà guidare ed accompa-gnare l’individuo in quel lungo cammino chepermetterà di raggiungere e mantenere la salute,cioè una buona condizione psico – fisica inarmonia con sé stesso, gli altri e l’ambiente;riprendendo il paragone “montano” sin quiseguito, il medico svolge le stesse funzioni diuna buona guida che impedirà all’escursionistadi avventurarsi per sentieri pericolosi…Non vogliamo con questo affermare che alcunetecniche e, in particolare le GinnasticheMediche non possano essere insegnate da per-sonale non medico preparato ed adeguatamenteformato, tuttavia permane l’obbligo etico e lega-le di sottolineare l’importanza del fatto che ogniattività, anche a livello “salutistico”, deve esse-re preceduta da una corretta impostazione dia-gnostica.

AGOPUNTURA E MOXIBUSTIONESi tratta dell’espressione più nota e più sugge-stiva della Medicina Cinese.Una volta individuato lo squilibrio energeticoche da luogo alla malattia, si tenta di corregger-lo attraverso la stimolazione di particolari zone

(punti di Agopuntura) localizzabili lungo il per-corso dei meridiani.Gli agopunti in genere vengono sollecitati attra-verso l’uso dell’ago o di un’erba particolarechiamata “moxa” (lana di Artemisia Cinese).I suoi campi di applicazione sono numerosi tut-tavia la stessa tradizione cinese la definiscecome una “tecnica esterna” quindi particolar-mente indicata nel trattamento delle malattieindotte dagli agenti climatici e, in particolarenella terapia del dolore.

MASSAGGIOQuesta disciplina può essere praticata anche daoperatori non medici.Consiste nell’indurre un’adeguata circolazioneenergetica nei meridiani attraverso la stimola-zione degli stessi e dei punti di agopuntura attra-verso precise e caratteristiche tecniche manuali.In questa sede vale la pena ricordare che alcuniesercizi di Qi Gong implicano l’applicazione dialcune tecniche di automassaggio sia sui puntidi agopuntura che sui Meridiani Principali.Nel mondo Occidentale il Massaggio Cinese(Tuina) viene spesso confuso con lo Shiatsu:tale tecnica, elaborata e strutturata in Giappone,consiste soprattutto in manovre di digitopressio-ne sui punti e i cinesi affermano che si tratta diuno degli aspetti del Tuina.

FITO - FARMACOLOGIA CINESEL’operatore deve essere un medico: giunti alladiagnosi energetica, la disarmonia viene curataselezionando delle erbe o prodotti minerali cheagiscono in profondità sui meccanismi cheregolano la produzione, l’elaborazione e la cir-colazione dell’energia. Si tratta quindi di una “tecnica interna” e cura lemalattie interne.Le formulazioni terapeutiche in genere conten-gono più componenti con le quali si prepara unadecozione (tecnica molto diversa dall’infuso)che il paziente dovrà assumere anche più volteal giorno.È la modalità terapeutica più diffusa in Cina maè la meno nota e praticata in Italia.

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DIETETICA CINESEAnche in questo caso si tratta di una “tecnicainterna” cui viene attribuito un grande valoresia curativo che preventivo e che spesso è beneassociare alle altre metodiche.Per la cultura medica cinese i cibi hanno lestesse caratteristiche dei farmaci e vengonoclassificati con gli stessi criteri.La differenza sostanziale con la farmacologia èla concentrazione di “principio attivo” che saràmolto più elevata nel decotto che non nel ciboanche se cucinato.Se è vero che la dietetica ha un valore curativocomplementare alle altre tecniche è altrettantovero che si mangia tutti i giorni, quindi, allalunga, la correzione di eventuali errori nell’ali-mentazione può aiutarci a correggere o a pre-venire molti squilibri.

GINNASTICHE MEDICHELa confusione presente nei nostri ambientideriva spesso dall’equivoco che queste ginna-stiche sono spesso definite “arti marziali” equindi valutate in modo riduttivo.È vero che tutti gli esercizi possono avereanche un valore “marziale” se interpretati conuna certa forza e rapidità, ma la loro naturaenergetica fa si che siano stati e siano tuttorautilizzati soprattutto per la terapia e la preven-zione delle disarmonie…comunque di ciò fare-mo esperienza nell’apprendere e praticare leforme contenute in questo testo.

DIETA E GINNASTICA: BENESSERE ELONGEVITÀL’ideogramma che descrive il termine QI trovamolteplici traduzioni: fluido vitale, spirito,ecc.: quella scelta dal mondo medico è energiavitale.L’uomo per vivere ha bisogno di alimentarsi,respirare e, ancor prima, di essere concepito;sinteticamente quindi possiamo distinguere tretipi di energia: nutritiva, respiratoria ed“ancestrale”.Gli alimenti vengono trasformati in energia(guqi = energia dei cereali) che fondendosi con

l’aria inspirata (tianqi = energia celeste) costi-tuisce l’energia nutritiva (yingqi); questa circo-la in modo preferenziale nei canali o meridianiprincipali per diffondersi in tutti i distretti delcorpo. L’energia ancestrale deriva dai genitori:alla fusione dei gameti si costituisce il jinginnato che poi, nello sviluppo dell’embrione edel soggetto, assumerà differenti caratteristi-che funzionali come ad esempio la yuanqi chedetermina il continuo mantenimento dellecaratteristiche ereditarie della specie e dell’in-dividuo durante tutto il suo sviluppo dal con-cepimento alla morte; essa circola in modopreferenziale in alcuni meridiani denominati“curiosi” o “straordinari” dal momento che,grazie alla yuanqi, svolgono funzioni partico-larmente nobili (irrorano gli organi genitali epermettono la procreazione, irrorano il cervel-lo ed il sistema nervoso centrale, le ghiandoleendocrine, ecc.).La caratteristica peculiare del jing e di tutte leforme di energia che da esso derivano consi-ste nel fatto che ogni individuo ne possiedealla nascita una quantità ben definita che, nelcorso della vita viene progressivamente con-sumata sino ad esaurirsi totalmente almomento della morte.Il jing non può essere incrementato: si deveperciò cercare di “risparmiarlo” nutrendolo eproteggendolo. Gli alimenti sono dotati di unaquota energetica (essenza o jing degli alimen-ti) che va a nutrire il jing innato; risulta evi-dente quindi l’importanza di un’alimentazionecorretta.La protezione del jing è anche correlata a cor-rette abitudini di vita ed alla pratica delleGinnastiche Mediche (Qi Gong e Taiqi.)Da quanto detto risulta evidente che il benesse-re fisico è garantito anche da un corretto equili-brio tra alimentazione e respirazione: la dietaquindi è fondamentale ma non va disgiunta dal-l’apprendimento e dalla pratica delle ginnasti-che mediche: non a caso alcune serie di esercizidi Qi Gong, come ad esempio il protocollo del“Midollo d’Oro” (IX secolo d.C.) vengonoanche chiamati “esercizi di longevità”.

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RESPIRARE

Energia respiratoria Tianqi

MANGIARE

Energia nutritiva Guqi

ESSERE GENERATO

Energia ancestrale Jing

L’energia ancestrale

permette il controllo dello sviluppo

e del mantenimento di tutte le funzioni

vitali secondo le caratteristiche

individualie della specie in relazione col cosmo.

ENERGIARESPIRATORIA

ALIMENTAZIONE

ENERGIA VITALE +SANGUE

nutrizione dei tessuti;

termoregolazione;

sensibilità;

difesa;

il sangue circola nei vasi, l’energia nei meridiani.

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“L’ALIMENTAZIONE NELLE FASI CRITICHE DELLA VITA DELLA DONNA”

F. ZANDONINIMedico Specialista in Ostetricia e GinecologiaEsperto del Centro di Ricerche in Bioclimatologia Medica, Biotecnologie e Medicine Naturalidell’Università degli Studi di Milano

ALIMENTAZIONEOgni organismo vivente è costituito da una seriedi sostanze (proteine, glicidi, lipidi, minerali,vitamine), ognuna delle quali ha compiti parti-colari ed è indispensabile alla vita. Queste sostanze vengono fornite dalla natura,scisse, rielaborate e fatte proprie in ciascun esse-re vivente; l’alimentazione diventa, così, un ele-mento fondamentale del benessere e deve conte-nere tutti i nutrienti necessari per fornire energia,per crescere e per sostituire o riparare i tessutilesi. Non bisogna inoltre dimenticare la valenzapsicologica insita nel cibo (vedi modelli vincen-ti: top-model e sportivi) che è così determinantesui rapporti familiari e sociali e quindi incidemolto sulla sicurezza dell’individuo.Attualmente siamo in grado di valutare le esi-genze nutrizionali di ciascuno, separatamenteper singole fasce di età, di attività lavorativa edi necessità ambientali, nozioni che per i ritmicui siamo sottoposti non riusciamo a rispettare;vi è quindi un continuo aumento di patologiegravi croniche che interessano tutte le fasce dietà della popolazione.Oggi ci interesseremo dell’alimentazione nelladonna in periodi importanti della sua esistenza:

PubertàGravidanzaMenopausa

Dobbiamo però fare una considerazione: ilsistema ormonale, il sistema immunitario e ilsistema nervoso, intimamente collegati tra loro,condizionano la risposta agli stimoli ambientalie quindi al bisogno nutrizionale. La ciclicità della situazione ormonale nelladonna rende questo meccanismo estremamentedelicato.La dieta deve garantire:

L’OPTIMUM DEL RENDIMENTO BIOLOGICOLA PREVENZIONE DI CARENZE O SOVRACCARICHI METABOLICI

In realtà siamo abituati a:SCARSA VARIABILITÀ DI CIBOERRATE COMBINAZIONI ALIMENTARIERRATE DISTRIBUZIONI DEI PASTI

Analizziamo ora le proprietà delle principalisostanze utilizzate dall’organismo:1. CARBOIDRATI: sono la principale fonte dienergia delle cellule (55%), influiscono sul cen-tro di sazietà e sul benessere mentale, vengonoimmagazzinati come glicogeno nel fegato e neimuscoli2. PROTEINE: sono i mattoni fondamentali per lacostruzione del corpo, costituiscono il 10-15%delle fonti energetiche, entrano nei sistemi ditrasporto, sono costituenti di ormoni e di anti-corpi 3. LIPIDI: sono catene di acidi grassi, sono il30% delle calorie, hanno importanti funzione distruttura, di protezione meccanica e di riservaenergetica, entrano nella costituzione di ormoni4. VITAMINE E MINERALI: sono importanti cata-lizzatori del metabolismo

PUBERTÀ (11-18 anni)È il periodo di transizione tra l’infanzia e l’etàadulta, dura diversi anni: compaiono i peli alpube e sotto l’ascella, crescono i seni, matural’apparato genitale, aumentano peso e altezza,s’allargano i fianchi, cambia la personalità.

Attività ormonali coinvolte:centri ipotalamiciipofisiormone della crescitaormoni tiroideiestrogeniinsulinasurrenemelatoninasomatomedinasomatostatina

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Gli estrogeni aumentano il rapporto glicidi-lipi-di, accellerano la crescita insieme ai glicocorti-coidi.Il testoterone e il DEAS (vedi ovaio policistico)aumentano la resistenza all’insulina, favorisco-no il soprappeso. Gli ormoni tiroidei accellerano la maturità osseae cerebrale.

DietaÈ utile:

variare la scelta dei cibimantenere il peso desideratoevitare il consumo di troppi grassiconsumare alimenti ricchi di amido e fibreevitare il consumo di troppi zuccheri sempliciaumentare lievemente l’apporto proteicomoderare il consumo di bevande alcoliche

GRAVIDANZASi verificano importanti fenomeni:

produzione di ormoni dalla placentaaumento volume plasmaticoespansione massa eritrocitariadiminuzione delle proteine sericheaumento dei lipidi totalivariazioni della glicemiadiminuzione della sensibilità all’insulinamodificazione dei fattori della coagulazionemodificazioni del sistema immunitarioaumento delle resistenze periferichemodificazione del metabolismo di molti organi

Una gestante inizialmente normopeso e con unacrescita ponderale controllata ha un rischio diritardo di crescita fetale del 6%, una in sottopesodel 18%, una in sovrappeso ha un rischio del 10%ma aumenta la possibilità di morti fetali in utero.

È necessario un aumento del fabbisogno giorna-liero di 300 kl/cal:

FABBISOGNO PROTEICOAumento pro die 9 gr. (LARN)Eccesso rischio di nati prematuriCarenza rischio neonati a basso peso

FABBISOGNO dei CARBOIDRATISi verifica una tendenza all’ipoglicemia e allachetonuria a digiuno, una diminuita sensibilitàall’insulina, l’aumento dell’utilizzo degli acidigrassi nel terzo trimestre. I glicidi sono impor-tanti fonti di energia per il feto; l’utilizzo vieneregolato dall’insulina fetale

FABBISOGNO LIPIDIDiminuisce nel primo trimestre (immagazzinaticome riserva di energia per la madre)Aumenta nel terzo trimestre (come risparmiodelle proteine e i glicidi utili al feto)

FIBRESono necessari almeno 19 gr. al giorno

VITAMINE e MINERALIUna loro carenza può causare patologie fetalimultiple e malformazioni

DietaCerealiProteine animaliGrassiOli vegetaliLegumiFruttaLatte e derivati

Aumento ponderale consigliato 12 kg.L’alimentazione deve essere frazionata, equili-brata, finalizzata al periodo, perchè eccessi ocarenze sono sempre legati anche al benesserefetale.

MENOPAUSAFa parte dei fenomeni naturali dovuti all’invec-chiamento, precede un lungo periodo che ladonna deve e può vivere in buona salute e sere-namente.Segna la fine naturale del periodo riproduttivodella donna, è caratterizzata dalla mancanzadelle mestruazioni e dalla carenza estrogenica,che causa nel tempo modificazioni significativedel corpo e della psiche.

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La composizione corporea varia:il tessuto adiposo aumenta del 35%la massa muscolare diminuisce del 40%l’acqua totale del 17% e così il volume plasmatico dell’8%

I bisogni energetici scendono a 1700 Kcal die

DietaDeve essere personalizzata per prevenire le

patologie tipiche della senescenza varia e com-pleta di tutti gli elementi.

Bisogna evitare carenze proteiche, vitamini-che e di minerali

Sono necessari supplementi di Ca, P, MG,ZN, Fe, Se, di vitamine (A, C, gruppo B, E)

Fabbisogno proteico: 0.80 – 1 g/kg pesoFabbisogno lipidico: scende al 30% Kcal die

(ricco di acidi grassi monoinsaturi Omega3DHA, EPA)

Fabbisogno lipidico: in una percentuale del50% Kcal die (15% glicidi semplici)

Raccomandazioni:- Mantenere il peso ideale (rapporto alimentazione-attività fisica)- Assumere proteine qualitativamente importanti- Limitare i cibi ricchi di grassi- Consumare adeguate quantità di carboidrati- Limitare sali e bevande alcoliche

CONSIDERAZIONI

1. L’allattamento al seno riduce il rischio di obe-sità in età adulta

2. La dieta influisce sulla formazione del senonell’adolescente e quindi sulla possibilità diallattare in futuro

3. L’obesità nell’età pubere aumenta il rischio diinfertilità

4. Notevole rischio da adulte in adolescenti insovrappeso di diabete e ipertensione

5. Diete ricche di fibre tendono a far diminuiredi peso

6. Diete ricche di grassi o con alto indice glice-mico sono causa di accrescimento ponderale

CONCLUSIONI

1. L’obesità è una malattia grave che tende acronicizzarsi2. Colpisce maggiormente le donne3. Si associa ad infertilità, ipertensione, diabetee malattia cardio-vascolare4. La perdita di peso in una obesa (-12%) ridu-ce quasi a zero il rischio diabete5. Una dieta equilibrata, completa, personaliz-zata, unita a movimento e a terapie antistress èla condizione essenziale per il benessere perso-nale. L’educazione alimentare deve iniziare sindai primi anni di vita.

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“INTOLLERANZE ALIMENTARI. RIFESSIONI CRITICHE”

E. SANGIORGIEsperto del Centro di Ricerche in Bioclimatologia Medica, Biotecnologie e Medicine Naturalidell’Università degli Studi di Milano

Le reazioni avverse agli alimenti costituisconoun problema di frequente riscontro nella praticaclinica e nonostante siano note da molto tempo,rimangono un argomento di difficile inquadra-mento nosografico.Ciò è riconducibile sia all’estrema variabilitàdei sintomi attribuiti all’ingestione dei cibi, siaalla difficoltà di individuare una sicura relazio-ne di causa-effetto tra cibo ingerito e sintomo.Clinicamente esiste frequentemente una relazio-ne diretta fra i sintomi riportati e la loro scom-parsa o attenuazione con la sospensione deglialimenti individuati come intolleranti (non IGEsensibili).La società statunitense di allergologia ha classi-ficato in modo chiaro le reazioni avverse ai cibiin:

Allergie alimentari che si manifestano conreazione immediata, con un eccesso di immono-globuline IGE e liberazione di istamina

Pseudo-allergie dovute a deficit enzimatici,come la mancanza di enzimi per la digestionedel latte o nel caso di fauvismo

Ipersensibilità, con una reazione ad alcunesostanze presenti in certi alimenti che rilascianoistamina (vino rosso, formaggi stagionati, ecc)

Reazioni tossiche come gli avvelenamenti dacibi avariati o da funghi, ecc.

Intolleranze alimentari, quando non vi è laproduzione di IGE e le reazioni non sono imme-diate, ma croniche.

Per quanto riguarda le intolleranze alimentari,di recente inserite fra le reazioni ai cibi, i mec-canismi immunologici ipotizzati sono da attri-buirsi al contatto con molecole di grandi dimen-sioni di per sé immunogenetiche, o con mole-cole più piccole che svolgono il ruolo di aptene

(sostanze di basso peso molecolare, incapaci distimolare da soli la formazione di anticorpi, main grado di reagire con un anticorpo e diventareimmunogenetiche se accompagnate da un car-rier proteico o polissacaridico).Alcune molecole antigieniche, anche di grandepeso molecolare, riescono comunque a superareintatte l’epitelio intestinale passando attraversogli enterociti mediante processo di esocitosi.I conservanti, gli additivi, le tossine prodotte dabatteri o virus o funghi intestinali, i prodotticatabolici della flora intestinale interagisconocon le molecole antigeniche, determinando uncambiamento del pH intestinale.La variazione del pH intestinale contribuisce adeterminare una ulteriore alterazione della florabatterica orientandola verso la presenza di bat-teri patogeni.Le disbiosi intestinali sono molto frequenti esono uno dei fattori che contribuiscono all’in-sorgenza delle intolleranze alimentari.Il mutamento del terreno intestinale determinaun’alterazione della mucosa che coinvolge in modo diretto il GALT (Gut-AssociatedLynphoid Tissue) che è costituito dalle Placchedi Peyer, Epitelio Follicolo Associato, cellulelinfatiche della lamina propria, linfociti intrae-piteliali.Una delle caratteristiche principali del GALT èdovuta alla capacità, da parte delle cellule immu-nitarie - linfociti B e T - stimolate in un determi-nato distretto (intestino), di circolare e localiz-zarsi nella lamina propria di altre mucose.Questo spiega perché una reazione che avviene alivello intestinale determini reazioni a livello dimucose di altri distretti con l’insorgenza di sinto-mi come l’asma, l’orticaria, l’insonnia, ecc..L’aumentato passaggio di molecole antigenica-mente intatte e non processate o degradate, puòavvenire a qualsiasi età.L’ipotesi è che alla base di questi disturbi ci siala degranulazione di linfociti che liberano

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sostanze vasoattive, che aumentano la permea-bilità vasale, la contrazione dei muscoli lisci eun’aumentata aggregazione piastrinica.L’attivazione di mastociti e basofili è possibileanche senza l’intervento delle IGE, anche daparte di anticorpi IGG che hanno un’attivitàsimil-reaginica con potere sensibilizzante dibreve durata. Lo stato di immunoflogosi cronicache si verrebbe a creare spiega in gran parte l’e-strema variabilità dei sintomi. Un’altra variabile clinicamente evidente, è larelazione fra intensità del sintomo e lo statogenerale del sistema immunitario e di quellopsicologico. Un’orticaria che si evidenzia inge-rendo un determinato alimento, si manifesteràpiù intensamente in corso di influenza o altresituazioni di “abbattimento immunitario”, o insituazione di stress, o di forti emozioni. Fattori questi che devono essere attentamentepresi in considerazione qualora ci sia il sospettodi una possibile intolleranza verso certi alimenti.Inoltre i tests di intolleranza non andranno effet-tuati in soggetti sottoposti a terapie:

antibioticheimmunostimolanti/immunosoppressivecortisonicheantistaminichechemioterapicheantidepressive

I sintomi più ricorrenti riconducibili alle intolle-ranze alimentari sono:

CefaleaStanchezzaOrticariaEczemiDermatitiRaffreddore cronicoDispneaAsmaSinusite cronicaDiarreaColon irritabileTachicardiaSovrappeso

Vengono abitualmente utilizzate diverse metodi-

che per rilevare eventuali intolleranze alimentari.Tra i tests Bioelettronici, l’apparecchio E.A.V.,misura l’energia di punti particolari delle ditadella mano individuati da Voll, inserendo nelcircuito paziente-apparecchiatura un campionedel cibo da testare. Se c’è intolleranza l’energiamisurata in quel punto dovrebbe calare in modosignificativo. Altre metodiche, che misurano levariazioni dei campi Bioelettronici sono rappre-sentate dal Vega-test, Mora-test, Dria-test.Il Cito-test valuta le variazioni della forma deileucociti del sangue del paziente, che vengonomessi a contatto con i diversi allergeni.L’Aller Elisa-test, valuta la reazione delle IGG acontatto con gli allergeni.Quest’ultimo è stato messo a punto dal Prof.Jrikowski dell’Università di Yena (Germania), eviene attualmente utilizzato in Germania e inInghilterra.Viene eseguito su un campione di sangue evaluta la reazione delle IGG a contatto con gliallergeni di 94 o 181 alimenti.

Metodica dell’Aller Elisa test:Si effettua un prelievo di 5 cc di sangue veno-

so, raccolti in provetta vacutainer che permettela conservazione del sangue stesso per 10 gg atemperature comprese fra i 4 °C e 8 °C.

In laboratorio il sangue viene centrifugato perseparare il siero dalla parte corpuscolata, ven-gono aggiunti reagenti e soluzioni tampone.

Questa preparazione viene uniformementedistribuita sui pozzetti delle lastre precedente-mente sensibilizzati con antigeni dei vari ali-menti.

In questa fase reattiva si forma un complessoantigene-anticorpo (IGG mediato).

Si mette in incubazione umida per un’ora,segue l’aggiunta di un reagente e di un coloran-te per evidenziare una eventuale reazione che,se presente, darà origine ad una colorazione piùo meno intensa del pozzetto.

Questa colorazione viene poi letta dallo scan-ner del computer. In questo modo la lettura deltest non è influenzabile da fattori esterni, comepuò accadere per altri tests.

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Nel Centro di Metodologia Naturale delle Termedi Riolo in questi anni abbiamo utilizzato diversidei tests sopra citati e dal 2001 stiamo verifican-do l’attendibilità dell’Aller Elisa test.Sono stati testati diversi campioni dello stessosangue con nome diverso, consegnati al laborato-rio e i risultati erano esattamente sovrapponibili.Sono stati eseguiti prelievi a 30-60-90 giorni insoggetti senza modificare la dieta, nelle stessecondizioni di salute (non sovrapponibile), ed idati non hanno riportato variazioni significativerispetto ai valori precedenti, nell’82% dei casi.Abbiamo condotto uno studio osservazionale su24 casi clinici, pazienti che si sono presentatialmeno a due controlli ogni 3 mesi e che hannoeseguito correttamente le indicazioni sullasospensione e rotazione degli alimenti.Sebbene il numero dei pazienti che ad oggi sisono sottoposti al test superi le 1200 unità, que-sto numero limitato può essere indicativo perpoter impostare una ricerca “scientifica”.Fanno parte di questi 24 pazienti, 14 con ortica-ria che persisteva da almeno 4 mesi, 4 pazienticon episodi diarroici e coliche addominali, 6pazienti con rinite cronica diagnosticata su baseallergica (diagnosi ORL).A tutti i pazienti sono stati aboliti per 3 mesiquei cibi a cui risultavano intolleranti con valo-ri superiori al 50% e reintrodotti nel secondo tri-mestre una volta ogni 15 giorni, e per due mesiquei cibi positivi con valori tra il 30 e il 50%.Abbiamo constatato che la sospensione deglialimenti positivi al test ha determinato:

la scomparsa del sintomo nel 42% dei casil’attenuazione del sintomo iniziale nel 29%

dei casila non variazione del sintomo nel 29% dei

casi.Questi dati, seppur incompleti, indicano la neces-sità di continuare nella ricerca di metodiche sem-pre più precise per individuare eventuali intolle-ranze alimentari che costituiscono un problemaclinico sempre più frequente.Qualsiasi test sulle intolleranze alimentari nonpotrà comunque fornire mai dei risultati assoluti.Abbiamo verificato che un alimento al quale si

è risultati intolleranti con valori superiori al50% possa dare disturbi evidenti in un periododi stress, di superlavoro, di malattie cronicheche determinano un’alterazione del sistemaimmunitario, mentre lo stesso alimento può nondare disturbi evidenti in un periodo di benesse-re psico-fisico. Ne deriva, pertanto, la necessitàdi considerare questi tests come un’indagine“relativa alle condizioni cliniche riscontrate almomento dell’esame”, in particolare allo statodell’intestino del soggetto e a quello del suosistema immunitario. Questa indagine può essere considerata unoscreening immunitario indiretto. Un’influenza, una cistite, una bronchite o altrepatologie acute, non ultimo un intenso statoemotivo, possono alterare i valori ottenuti ed èquindi consigliabile non effettuare il test in que-sti casi. Un alimento al quale si risulta intolleranti nonva eliminato per sempre, ma solo per determi-nati periodi in dipendenza del grado di intolle-ranza.Per correggere il terreno del soggetto intolleran-te è utile intervenire su tre livelli:

1. Modulare il sistema immunitario con piante erimedi ad azione spiccatamente antiallergica eimmunomodulante (Ribes nigrum MG, olio diEnotera, lipopolisaccaridi, ecc.).

2. Regolare la funzionalità intestinale, risolverela flogosi e riequilibrare la flora batterica, rista-bilendo una sana eubiosi intestinale. Ciò com-porta necessariamente un miglioramento dellostato della barriera della mucosa intestinale cheregola il passaggio degli allergeni e, conseguen-temente, il sistema immunitario.

3. Favorire il drenaggio degli emuntori per aiu-tare l’eliminazione delle scorie e/o tossine.Se possibile intervenire anche con un rimediocostituzionale.

Il problema delle intolleranze alimentari rimanecomunque una problematica complessa eaperta a nuove possibili soluzioni.

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“CLIMI, MICROCLIMI E ALIMENTAZIONE”

A. BRUGNOLIMedico Specialista in Idrologia e Climatologia MedicaEsperto del Centro di Ricerche in Bioclimatologia Medica, Biotecnologie e Medicine Naturali dell’Università degli Studi di Milano

V. CONDEMIResponsabile Biometeolab del Centro di Ricerche in Bioclimatologia Medica, Biotecnologie e Medicine Naturalidell’Università degli Studi di Milano

L’analisi della distribuzione dei climi sullaTerra, non soltanto dal punto di vista descrittivoin senso stretto ma, anche, nelle sue implicazio-ni dinamiche storiche e cioè paleoclimatiche(proxy data) e in quelle non meno importanti eper molti versi più dettagliate della climatologiastorica (documentary data), è ancora oggi que-stione di ardua definizione, specie se si conside-ri l’infinita varietà di climi osservati ed osserva-bili sul nostro Pianeta. Il sistema climatico pro-posto da Wladimir Koppen, pur nella sua eccel-lente formulazione descrittiva, lascia ampio spa-zio per ulteriori analisi di infiniti aspetti di det-taglio che attengono alla climatologia vigentealle scale regionali e sub-regionali.Inoltre, è noto che il clima non è un concettostatico ma tende ad evolversi ed involgersi nelcorso del tempo (climate change) modificando-si dinamicamente. Le scale temporali su cui siraccorda questa incessante variabilità vanno inordine decrescente dai millenni, ai secoli, aidecenni, per giungere infine alle oscillazioni cli-matiche di brevissimo periodo (praticamente unattivo in climatologia) che considerano le oscil-lazioni stagionali ed interstagionali. Resta di estrema difficoltà proporre una classifi-cazione esauriente e sistematica a causa dellacomplessità del sistema stesso, sia sotto il profi-lo dinamico che descrittivo. Il punto di partenzanella costruzione del clima terrestre trae spuntodalla radiazione solare incidente, cioè da unimput energetico di fondamentale importanzasu cui vanno poi ad innestarsi vari sottosistemiche completano il quadro.Fu per merito del geologo Thomas ChrowderChamberlin, nel XIX secolo, se il sistema cli-matico venne compreso in tutta la sua realedimensione; sulla scia di John Tyndall, JeanLouis Agassiz e Svante August Arrehnius,Chamberlin concepì il sistema climatico comeinsieme multidisciplinare su cui convergono edinteragiscono svariati fattori. La fisica, la chimi-

ca, la geologia, l’oceanografia, il ciclo del car-bonio ecc. sono settori che concorrono ed inte-ragiscono in vario modo nella determinazionedel meccanismo climatico apparendo in tutta lasua complessità.Da un punto di vista strettamente descrittivo siosservano categorie climatiche generali e poi, indownscaling, un insieme praticamente infinitodi mesoclimatologie, topoclimatologie, micro-climatologie in un incessante meccanismo dicorrelazione, compenetrazione, influenzamen-to. Su una scala spaziale sufficientemente ampiaè un ottimo esempio l’Italia ove convivonostrutture climatiche in molti casi radicalmentediverse tra di loro; nel prosieguo del lavoro sifarà cenno al clima Mediterraneo.Quale relazione può esserci tra il clima e l’ali-mentazione, ovvero tra il clima inteso comecondizione meteo-ambientale mediata, spalma-ta su un periodo di tempo significativo (almeno30 anni)? Il primo problema da risolvere è diordine concettuale: il clima ed il tempo non col-limano per cui quando si indaga il rapporto traclima ed alimentazione è più corretto chiarire laquestione parlando di tempo, clima e alimenta-zione. Con ciò si intende definire come tempo(in senso meteorologico e non cronologico) unacondizione istantanea ed immediata di grandez-ze meteorologiche come temperatura, umidità,vento, nebulosità ecc. Il clima, invece, altri nonè che una condizione diluita e mediata di “x”tempi meteorologici ed è pertanto una condizio-ne astratta. Ne deriva, pregiudizialmente, lanecessità di introdurre una diversa metodologiadi analisi nella trattazione del problemaclima/alimentazione: più correttamente sidovranno condurre studi anche sulla relazioneistantanea tempo/alimentazione.È intuitivo che il concetto di tempo meteorolo-gico non può coincidere con la nozione di climapur costituendone l’aspetto immediato; in que-st’ottica può essere proficuamente approfondita

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efficacemente l’esatta correlazione concettualetra sistemi diversi.Il problema presenta nodi di complessità dovutiessenzialmente agli innumerevoli risvolti spa-zio-temporali, storici, attuali e di scenario, e allevarie scale spaziali che si intrecciano nell’anticoe nell’attuale rapporto tra tempo, il clima ed ali-mentazione.Riguardo al modello di alimentazione si tratta didiscriminare modelli suggeriti da condizionimeteorologiche immediate da modelli costruitinel corso del tempo sulla scorta di medie clima-tiche su base stocastica. A questo proposito ilBiometeolab, in futuro, nell’ambito dei sistemibioprevisionali comunemente adottati, si impe-gna a concepire schemi avanzati volti a darespecifiche informazioni per una migliore e piùcorretta gestione del rapporto tra tempi, climaed alimentazione.Ciò premesso, è qui opportuno cominciare afare cenno ad un riferimento biblico da cui sievincono alcuni fatti essenziali sia per ciò cheriguarda la climatologia, sia per gli aspetti stret-tamente collegati all’alimentazione. Il famososogno del Faraone, abilmente interpretato daGiuseppe, è un esempio ancestrale di previsioneclimatica che si incrocia indissolubilmente conil problema alimentare ed in particolare conquello specifico dell’approvvigionamento dellescorte alimentari specie in previsione di cicliclimatici sfavorevoli.

Ecco qualche passaggio del dialogo risolutivotra Giuseppe ed il Faraone, tratto dalla Genesi41 (Vecchio Testamento):“Al termine di due anni, il Faraone sognò ditrovarsi presso il Nilo. Ed ecco salirono dal Nilo sette vacche, belle di

aspetto e grasse e si misero a pascolare tra igiunchi.Ed ecco, dopo quelle, sette altre vacche saliro-no dal Nilo, brutte di aspetto e magre, e si fer-marono accanto alle prime vacche sulla riva delNilo.Ma le vacche brutte di aspetto e magre divora-rono le sette vacche belle di aspetto e grasse. E

il Faraone si svegliò”. “Allora Giuseppe disse al faraone: Il sogno delfaraone è uno solo: quello che Dio sta per farelo ha indicato al faraone. Le sette vacche bellesono sette anni e le sette spighe belle sono setteanni: è un solo sogno.E le sette vacche magre e brutte, che salgonodopo quelle, sono sette anni e le sette spighevuote, arse dal vento d’oriente, sono sette anni:vi saranno sette anni di carestia”.

CLIMA E ALIMENTAZIONELo studio delle oscillazioni climatiche e dellaloro variabilità intrinseca costituisce una sfidaancora in atto nel lungo processo di traduzionee comprensione del sistema. Dette ricerche, rap-presentate a livello globale da una sterminata edipertrofica bibliografia, comprendono svariateapplicazioni (specie di scenario) di estrema uti-lità per l’umanità ed in particolare per queisistemi umani ancora estremamente fragili sottoil profilo socio-economico.Molte aree del globo stentano a raggiungere ilminimo alimentare necessario per sopravvivere.Le cause sono molteplici: il clima si inserisceprepotentemente giocando un ruolo non secon-dario.Specialmente se si considerano sistemi-Paese omacro-aree caratterizzate da estrema fragilitàsocio-economica con meccanismi primordiali disussistenza alimentare facile preda delle oscilla-zioni climatiche a carattere estremo (alluvioni esiccità prolungate). Il problema dell’alimentazione, valutato sia intermini storici che al tempo attuale trova sempreil suo fondamento nei singoli sistemi agricoli enel loro grado di efficienza da un lato; sull’altroversante, nelle correlazioni climatiche che lifavoriscono, ovvero li deprimono significativa-mente.Una risposta tecnologica al problema agricolo,cioè nella definizione di un sistema funzionaleed avanzato sotto il profilo della produzione edella distribuzione dei prodotti agricoli e loroderivati si esplicita compiutamente nei paesisviluppati. Diversamente, nei paesi sottosvilup-

pati (o in via di parziale sviluppo) gli eventiestremi hanno avuto ed hanno un impatto ormaisconosciuto nelle aree più evolute.Lo storico Emmanuel Le Roy Ladurie in untesto ormai classico, “Tempo di festa, tempo dicarestia. Storia del clima dall’anno mille”, hadescritto in modo mirabile i cicli di abbondanzae di carestia che si sono avvicendati a partiredall’anno mille in Europa, frutto di bruscheoscillazioni climatiche a cui l’uomo non sapevaopporre valide difese subendone pertanto leconseguenze. Tutto ciò è ancor oggi attuale inlarghe fette del globo. Tra superalimentazione, alimentazione e denu-trizione, dove il pane è ancora un miraggio. Ilclima (e il tempo) come elargitori di carestia edabbondanza, prospettano una distinzione clima-to-agroeconomica tra:

AGROECONOMIA DI SUSSISTENZAAGROECONOMIA DI MERCATO

Nel primo caso rimane attuale la vulnerabilitàagli eventi climatici estremi: il problema dell’a-limentazione è essenzialmente (all’ingrosso) unproblema basilare di sopravvivenza. Al contra-rio, nei Paesi sviluppati il rapporto (anche) tra iltempo, il clima e l’alimentazione si collega adaspetti relativi alla superalimentazione imperan-te che necessità di sostanziali correzioni a tuttovantaggio di regimi alimentari più sobri ed equi-librati. In questi Paesi (o aree), la sostanzialesoluzione del problema alimentare e l’effettivabassa dipendenza dagli eventi climatici estremidetermina un diverso modo di affrontare la cor-relazione tra clima ed alimentazione. In altri ter-mini si vanno a descrivere due differenti approc-ci alla questione:

1. approccio del problema clima/alimentazionenei Paesi sottosviluppati.

2. approccio del problema clima/alimentazionenei Paesi sviluppati.

La questione può essere facilmente riassuntanella differenza tra i Paesi ricchi e i Paesi poveri.

Prima di proseguire con un’analisi piùapprofondita sugli argomenti proposti dallaprima questione, conviene ancora precisare chei Paesi sviluppati hanno attuato un sistema pro-duttivo, tecnologico e distributivo nel settoreagroalimentare che consente di sormontare agil-mente le barriere costituite dai climi estremi oremoti e le brusche oscillazioni del clima stesso. L’analisi degli eventi meteorologici e/o climati-ci estremi, se considerati in rapporto ai singolisistemi, determinano come è facile intuire effet-ti diversi che si legano a differenti scale di fra-gilità dei sistemi stessi. Gli eventi meteo-clima-tici che possono interferire in modo significati-vo nel rapporto clima/alimentazione possono insintesi essere riassunti in:

AlluvioniSiccitàGrandineGelate anomaleGelate tardiveVenti impetuosi ed oppressiviUragani e tornados

Consideriamo subito il caso del Sahel, macro-area spesso in preda a devastanti siccità, presoad esempio per discriminare il tema “clima edalimentazione” come barriera o steccato su cuisi raccordano problematiche molto diverse.Nell’immagine successiva (Fig.1) viene raffigu-rata la piovosità nei Paesi saheliani come para-digma dei problemi alimentari che trovano unaconnotazione ezioclimatologica nota. La spiegazione del fenomeno trova solide basinon soltanto nella vulnerabilità alimentare perevidenti cause socio-economiche presenti nel-l’area ma, anche, nei processi climatici sovra-strutturali di riscaldamento o raffreddamentodel Pianeta, che determinano uno spostamentoverso Nord o verso Sud delle fasce di anticiclo-ni permanenti delle latitudini subtropicali. Detticentri di azione tendono a traslare versol’Equatore in presenza di cicli climatici freddi,mentre riprendono ad espandersi verso latitudi-ni settentrionali sulla scia di cicli climatici di

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riscaldamento alla scala globale.L’andamento della piovosità nel Sahel descrittadi seguito è coincisa con un ciclo di raffredda-mento che si è protratto dagli anni cinquantafino agli anni ottanta del secolo scorso.Il Prof. Mario Pinna ha proposto un’ottima ana-lisi del problema, tutto incentrato su consistentispostamenti delle fasce climatiche in aree sub-tropicali che rendono conto dei problemi:“…l’affermarsi del freddo nelle zone artichecome prima manifestazione di un generale spo-stamento delle zone climatiche verso Sud finisceper accrescere l’umidità sui Paesi che si affac-ciano sul Mediterraneo in conseguenza di unodislocamento del bordo meridionale del desertosahariano verso i territori del Sahel (onde siparla di fenomeno di desertificazione), nonchéla formazione di una nuova fascia di regionisubaride in una latitudine più vicinaall’Equatore; in tal modo il freddo al Nord el’aridità al tropico possono essere consideratidue diversi aspetti dello stesso problema”.

Nel successivo grafico (Fig. 2), tratto dal quintorapporto del Food and Agricolture Organizationof the United Nations (The State of Food inse-curity in the World, 2003), si evince la distribu-zione del fenomeno alla scala globale.L’insicurezza alimentare è figlia del sottosvilup-po e della vulnerabilità agli eventi climatici ingenere.L’esempio successivo (Fig.3) introduce in modopiù esplicito concetti di climatologia teleconnet-tiva, cioè di quella parte della climatologia dina-mica che assegna estrema importanza all’in-fluenza indotta da determinate fenomenologieche avvengono ciclicamente su vaste aree delglobo, con effetti che si riverberano in areeanche molto lontane dal dominio in cui i feno-meni si verificano. L’esempio più classico edistruttivo ci è dato dal fenomeno “El Nino” e delsuo corrispondente fenomeno di segno opposto,“La Nina”. L’anomalo riscaldamento delleacque superficiali del Pacifico equatoriale sud-emisferico in corrispondenza delle coste del

Central and West Sahel Rainfall1950 - 1997

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Figura 1

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Cile e del Perù ed i loro effetti su scale piùampie, trovano la loro base nelle ricerche svolteoriginariamente da Gilbert Walker. Il fenomenotende ad influenzare efficacemente altre aree delglobo innescando processi climatici caratteristi-ci, anche di estrema intensità.Ad esempio, è ormai noto che i fenomeni di “ElNino” molto intensi determinano un crollo delleattività economiche di quei Paesi (e quindi conimpatti molto significativi sulle condizionisocio-economiche) che si reggono essenzial-mente sulla pesca o mediante strutture agroeco-nomiche prettamente tradizionali, se non di purasussistenza. È altrettanto noto che “El Nino”distribuisce con connotazioni approssimativa-mente simmetriche, zone con intensa piovositàin determinati comparti (ad esempio Perù) esettori ove si sviluppano acute siccità (ad esem-pio Indonesia), sempre sul dominio complessi-vo sud-emisferico e durante gli episodi “ElNino”. Tutto ciò viene a determinarsi dentro unquadro teleconnesso altamente significativo. Inquesta ottica assume particolare rilievo la for-mulazione di previsioni future del fenomeno, in

modo da predisporre, con largo anticipo, azionipreventive a salvaguardia delle popolazionidirettamente interessate. Il grafico successivo (Fig. 4) si riferisce al cornod’Africa; rappresenta i diversi effetti indottidalla fenomenologia “El Nino” in questamacroarea.L’agricoltura risente degli eventi atmosfericiestremi condizionando non poco la quantità e laqualità delle annate agrarie. Per dare un’idea delcontrasto, può essere utile qualche informazionesui paesi sviluppati ove sono state elaboraterisposte efficienti alla volatilità del clima, anchein campo finanziario; un esempio piuttostocaratteristico è il Chicago Mercantile Exchange,una Borsa specialistica in cui vengono negozia-ti strumenti finanziari derivati, anche sulle oscil-lazioni climatiche che si ripercuotono stagional-mente o annualmente sulle produzioni agricoleche fanno capo a grandi multinazionali eSocietà dimensionalmente meno importanti. LeSocietà del settore energetico e quelle agroali-mentari spiccano su tutte coprendo i rischi deglieventi atmosferici mediante la negoziazione dei

Figura 2

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sato recente. L’esempio tipico è quello del climaMediterraneo.Storicamente, molte civiltà che si svilupparonotra il 30º e il 48º parallelo Nord, nelle loro con-tinue peregrinazioni (popolazioni spesso noma-di), una volta giunte sul Mediterraneo trovaronofavorevoli condizioni climatiche divenendo

stanziali.Il clima Mediterraneo,nei suoi lineamentigenerali è caratteriz-zato, sommariamen-te, da temperaturemedie spesso entro ilimiti confort, ottimosoleggiamento comedesunto da opportunemappe (isoelie), ven-tilazione apprezzabilema mai su valoriestremi, presenza dibrezze costiere spe-cialmente in estate,precipitazioni suffi-cienti all’agricoltura,gelate e precipitazioninevose estremamenterare lungo tutte lecoste, umidità relativamediamente oscillantetra il 40 ed il 70%. Quando si parla delclima e dell’alimenta-zione mediterranea sirilevano due concettiassolutamente coinci-denti e perfettamenteintercambiabili. Sitratta di un modello

(alimentare) ormai riconosciuto anche dallaFood and Agricolture Organization of theUnited Nations.Mediterranei sono infatti il clima, il mare, l’am-biente geografico e geologico, gli usi e i costu-mi delle nostre Regioni, che sono parte inte-grante del sistema Mediterraneo, sia di gruppi di

futures. Si tratta di prodotti finanziari ad altorischio finanziario se utilizzati con modalitàspeculative; viceversa, detti prodotti assolvonoalla funzione sostanziale di copertura delrischio. Le scommesse o le coperture del rischiohanno per oggetto variabili come la maggiore ominore piovosità (in sostanza alluvioni o sic-cità), le oscillazionitermiche e tutto ciòche può determinareconsistenti cali nellaproduzione agricola.Ciò che osserviamo,rispetto ai sistemi adalto indice di fragilitàcome ad esempio ilcaso del Sahel, è ilnotevole grado di effi-cienza nel contrastodegli eventi climaticidi estrema intensità.Si tratta di strumentidi garanzia posti inessere nei Paesi svi-luppati e comunque inquei Paesi che adotta-no sistemi di gestionedel problema alimen-tare altamente effi-cienti. Tutto si traducein un’oscillazione deiprezzi delle derratealimentari, in alcunicasi notevole, senzaalcuna ulteriore con-nessione con gli effet-ti negativi indotti dalclima e dalle sue bru-sche oscillazioni dibrevissimo periodo. Il riferimento al Sahel (e adaltre aree sensibili) non deve far dimenticareche alla scala globale si riscontrano climatolo-gie che sono in grado di determinare condizioniottimali di sviluppo dell’agricoltura, anche inpresenza di sistemi socio-economici arretrati,come in effetti si è potuto riscontrare in un pas-

Figura 3 e 4

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popolazione di altri Paesi (Grecia, Spagna, lastessa Francia, i Paesi settentrionali dell’Africa edel vicino Oriente). Si tratta di Nazioni che sonogeograficamente collocate in un contesto clima-tico similare. Usi e costumi, e tra questi sonocompresi anche quelli alimentari, sono basatisugli stessi principi nutrizionali, fatti di prodottiche in questi luoghi nascono, tramandatisi nelcorso dei secoli di generazione in generazione.In realtà, qualora dovessimo rivolgere unosguardo più penetrante nel contesto dell’areadel Mediterraneo, si scoprono molteplici tipolo-gie climaticheche stimolanoalcune rifles-sioni sul tipo di alimentazio-ne da adottarein rapporto alclima stesso. Ad es. l’Italia,costituita pergran parte dasistemi mon-tuosi con cli-matologie nonassimilabili alclima Mediter-raneo “strictusensu”.Questo tipo diclima costieroe l’orografia alcontorno pro-pongono situazioni anche diametralmente oppo-ste.

Il problema dell’alimentazione in rapporto alclima (condizione media) può anche essereaffrontato secondo una distinzione ormai classi-ca del clima per fasce di latitudine:- Alimentazione e clima nei Paesi freddi- Alimentazione e clima nei Paesi a clima mite- Alimentazione e clima nei Paesi a clima tropicale- Alimentazione e clima nei Paesi a clima equa-toriale.

Questo schema, modulato per fasce di latitudinesu una classica distinzione del clima definitatecnicamente “classificazione zonale” costitui-sce, come già accennato in precedenza, unesempio estremamente semplificato della com-plessità climatica. Prenderemo brevemente inconsiderazione il primo esempio, cioè il model-lo di alimentazione sviluppato nel corso deltempo nei Paesi a clima freddo (artico, conti-nentale, sub-continentale) osservato in tutti iPaesi delle alte ed in molti esempi delle medielatitudini. Questo esempio ci servirà, poi,

per introdurrequalche valu-tazione sulclimate chan-ge in partico-lare sugli sce-nari di cam-biamento cli-matico ipotiz-zati per il fu-turo, che oggisono impron-tati verso unprogressivo esostanziale ri-scaldamentodel Pianeta,s o p r a t t u t t odella porzionedell’emisferoNord delle al-te latitudini

(global warming). In queste fasce climatiche latemperatura è piuttosto bassa nel semestreinvernale, con ventilazione talvolta piuttostoapprezzabile (a seconda delle aree) con conse-guente esaltazione di valori estremi di wind-chill che innegabilmente sottraggono calorieall’organismo umano. Le precipitazioni inver-nali sono quasi sempre nevose. In queste condizioni l’alimentazione non hapotuto prescindere da un modello alimentaremolto calorico basato sull’assunzione di proteine,grassi animali e zuccheri. Le condizioni climati-

Figura 5

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che estreme (climi remoti ed ostili), anche se siposseggono supporti tecnologici avanzati di col-tivazione, possono costituire un fattore di svi-luppo e di crescita o, al limite, di sopravviven-za. Nelle due rappresentazioni successive (Fig.5e Fig.6) può essere apprezzata una struttura dicoltivazione in serra all’avanguardia, collocatain clima ostile, per la produzione di fitomassaalimentare. Ecco sommariamente quanta impor-tanza può rivestire la tecnologia nel reperirerisorse alimentari in condizioni estreme emargi-nando gli effetti negativi del clima. Si tratta sol-tanto di esem-pi di non sem-plice applica-zione concet-tuale in Paesisottosviluppa-ti; questa è tut-tavia la stradamaestra chedeve assoluta-mente essereintrapresa peropporre validiargini all’an-noso problemadella fame delmondo, ed aiguasti provo-cati dalle con-tinue oscilla-zioni climati-che che si inseriscono prepotentemente in siste-mi estremamente fragili.

CLIMATE CHANGE E ALIMENTAZIONESono in atto processi di cambiamento climaticoparticolarmente accelerati a cui si associanomanifestazioni estreme, con scenari futuri chedovranno tuttavia essere ancora verificati. Larisposta del complesso climatico allo stressindotto dalle immissioni di gas-serra (biossidodi carbonio, metano ecc.) derivanti dall’utilizzodi combustibili fossili utilizzati a scopi civili ed

industriali, potrà rivedere radicalmente consoli-date tradizioni alimentari. Secondo scenari pro-posti da opportuni modelli di simulazione cli-matica (cosiddetti AOGCM) gli scenari futuridel clima sembrano improntati verso un pro-gressivo e radicale riscaldamento del Pianeta.Tutto ciò suggerisce qualche riflessione su pos-sibili modificazioni di modelli climato-alimen-tari in cui gioca un ruolo fondamentale il “glo-bal warming”. L’immagine seguente (Fig.7)illustra diversi sfondi di incrementi termici dacui dipendono conseguenze climatiche diverse.

I diversi sce-nari di riscal-damento glo-bale a bassoimpatto (Low)sono intreccia-ti sovente cons i m u l a z i o n ipotenzialmen-te deprimentiper tutta lapopolaz ione(Hight).La rappresen-tazione succes-siva (Figura 8)risulta esserepiù esplicita;descrive l’an-damento delbiossido di car-bonio a partire

da 450.000 anni fa. Si può subito osservare comenell’ultimissima fase i valori di concentrazione dibiossido di carbonio, gas-serra per eccellenza,hanno raggiunto valori che non sono stati speri-mentati nei precedenti cicli climatici. A partiredai primordi della rivoluzione industriale il trendal rialzo di questo gas-serra non ha conosciutointerruzioni di sorta. Ciò può essere meglio com-preso osservando il grafico in alto, nella medesi-ma rappresentazione, che descrive il tracciatodelle misurazioni avvenute nel sito più significa-tivo (Manua Loa - Hawai) a partire dal 1955.

Figura 6

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Dovendo rimanere strettamente legati al tema intrattazione, un’osservazione si impone subito,peraltro osservata sia in passati cicli caldi che inquelli attualmente in vigore: il riscaldamentoglobale (anche di scenario, ancor più importan-te) sembra attecchire con maggiore efficienzaalle alte latitudini ove, come è noto, le popola-zioni che vi abitano hanno sviluppato nel corsodel tempo un modello alimentare basato essen-zialmente sulla preponderante assunzione digrassi e proteine, a tutto svantaggio di altri pat-ners alimentari. Il clima ha giocato un ruolofondamentale nel dettare il modello.Sempre in tema di cambiamenti climatici,meritano qualche considerazione alcuni scena-ri climatici che incrociano i processi di globalwarming, naturalmente associati all’incremen-to del biossido di carbonio e ad altri fattoricontigui, con quelli strettamente legati allepercentuali di variazione nella produzione delgrano, del mais e del riso. Si evince un nettomiglioramento (nel 2050 ed ancor più nel2080) nella produzione di questi cereali allealte latitudini ed un sostanziale regresso allelatitudini subtropicali (si veda Fig.9) ove siriscontrano, oggi, fragilità sistemiche e fortedipendenza dagli eventi climatici. Occorre tut-

tavia aggiungere che stiamo trattando orizzon-ti strettamente allacciati ad andamenti climati-ci virtuali che possono non trovare reale attua-zione.La problematica dei cambiamenti climaticiglobali in rapporto all’alimentazione può esse-re affrontata considerando anche fenomenolo-gie estreme come le onde di calore, con rifles-si in questo caso notevoli anche nei Paesi svi-luppati, con livello medio di vita piuttosto alto.Per comprendere il modello di alimentazioneutilizzato in occasione di sensibili onde dicalore (heat waves) riteniamo opportuno farequalche annotazione critica sul monitoraggiodegli anziani che hanno subito l’ondata dicalore senza giungere al decesso. Ricordiamouno Studio elaborato dall’Istituto Superiore diSanità, Centro Nazionale di Epidemiologia,Prevenzione e Promozione della Salute,Ufficio di Statistica, in cui si è cercato di trac-ciare, in accordo con ricerche già sperimentatea livello internazionale, un profilo dell’anzianosoggetto a condizioni meteo-ambientali cosìestreme come le onde di calore. Figura 7

Figura 8

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Figura 9

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È emerso un identikit molto caratteristico:è molto anzianocon una preesistente malattiavive da soloha casa piccolaabita ai piani altiha basso livello socio-economiconon ha condizionamento d’aria

Si osserva che in questo profilo manca un’in-dagine specifica sulle abitudini alimentaridegli anziani. Particolarmente utile in questocontesto è la comprensione del modello di ali-mentazione utilizzato, in presenza di onde dicalore di forte intensità, dai soggetti che hannomanifestato una sintomatologia riconducibileai colpi di calore o agli infarti di calore, inmodo da accertare se sussistano (unitamentealle altre caratteristiche predisposte) modellialimentari non opportuni in presenza di questesituazioni meteo-ambientali così impegnativeper l’organismo umano.In questo contesto merita un accenno la pro-blematica relativa all’assunzione di alcolici,sia alcolici leggeri che superalcolici. Si tratta di un’abitudine alimentare che deveessere assolutamente evitata, anche dai sogget-ti non ritenuti a rischio in presenza di onde dicalore; questa pratica alimentare può senz’al-tro favorire l’insorgenza sia di colpi di caloresia di infarti da calore.

Sempre nel rapporto tempo/clima/alimenta-zione merita di essere spesa qualche parola suuna tipologia di approccio in cui il tempo e ilclima devono essere apprezzati anche rispettoa:

1. Ambienti indoor2. Ambienti outdoor

In particolare sui tempi di permanenza inambienti indoor climatizzati. Nei Paesi industrializzati ed in tutti i Paesidelle medie ed alte latitudini gli ambientiindoor sono adeguatamente climatizzati, sia in

estate per contrastare (talvolta con modalitànon opportune) gli effetti del caldo estivo, siain inverno a causa del freddo intenso. La permanenza continuativa in questi ambienti(Uffici di lavoro, proprie abitazioni, autovettu-ra, locali pubblici) costituisce uno schermoimpenetrabile nel rapporto con l’ambienteesterno ove, al contrario, possono realizzarsicondizioni meteorologiche anche estreme. Considerando un soggetto tipo che vive preva-lentemente in ambienti indoor (per necessitàlavorative o altro) in inverno, alle alte latitudi-ni, ove si hanno condizioni di freddo intenso,si osservano alcuni fatti che è opportuno sotto-lineare.Il soggetto che si trova implicato in questo vis-suto, va certamente incontro ad un basso con-sumo di calorie. Tuttavia, le abitudini ed i modelli alimentarisviluppatasi nel corso del tempo costituisconoancora oggi un ostacolo nella corretta imposta-zione di un modello alimentare altamente pro-ficuo, nel bilancio tra tempo vissuto in ambien-ti indoor climatizzati e tempo vissuto inambienti esterni. Risulta tuttavia ovvio, in questa considerazio-ne, che gli addetti che svolgono gran parte otutta la loro attività lavorativa in ambienti out-door in cui si possono materializzare condizio-ni atmosferiche piuttosto impegnative (caldo,freddo, wind-chill), dovranno al contrario pre-stare la massima attenzione al regime alimen-tare, osservando modelli altamente calorici.

Infine, in tema di rapporti tra tempo, clima edalimentazione, merita qualche accenno ilcostante e progressivo incremento del turismointernazionale, un fenomeno a scala globaleche non sembra conoscere pause. Venendo all’oggetto della trattazione, cioè airapporti tra clima ed alimentazione in sensostretto, sono intuibili molteplici problemi diordine sanitario che possano celarsi in questivasti movimenti turistici, tra i quali va certa-mente considerata l’alimentazione del Paese diapprodo.

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Nel nostro caso ci limitiamo subito ad accen-nare, per lo scopo che più interessa, ai cambia-menti di clima (o di tempo) cui va incontro ilviaggiatore che intenda recarsi in localitàdiverse da quelle dove esso abitualmente risie-de ed è in sostanza acclimatato. Con speciale riguardo alle problematiche con-nesse ai bruschi e radicali cambiamenti propo-sti da un clima qualitativamente e quantitativa-mente diverso rispetto al clima abituale. Come ad esempio il passaggio quasi immedia-to (nel giro di qualche ora al massimo) da climioriginari temperati, verso climi d’approdocome possono essere i climi tropicali o equato-riali.La brusca ed improvvisa transizione versoclimi molto diversi è, per molte ragioni, un ele-mento che può influire in senso negativo sulbenessere del turista, dovendosi tenere in debi-ta considerazione i processi di acclimatamentoe di adattamento cui l’organismo umano anchesotto il profilo del modello alimentare propo-sto.Merita una menzione particolare il clima equa-toriale, notoriamente caratterizzato da tempe-rature e tassi di umidità piuttosto alti, conescursioni termiche giorno-notte poco signifi-cative. Soprattutto quei Paesi che non hannouna organizzazione efficiente, costituisconoper il turismo internazionale un problema; sievidenziano spesso condizioni di deteriora-mento degli alimenti, di qualsiasi genere ma inparticolare il pesce e la carne. Le forme patologiche che possono essere con-tratte in dette condizioni climatiche sono gene-ralmente a carico dell’apparato digerente, spe-cie gastralgia e diarrea del viaggiatore.Questi Paesi, per loro stessa struttura, hannouno scarso accesso all’insieme di risorse tec-nologiche come frigoriferi, forni a microonde,pentole a pressione, forni elettrici. Ciò rinvia,ancora una volta, al tema principalmente trat-tato in questo lavoro: il tempo, il clima e l’ali-mentazione, visti sotto vari profili, finisconosempre per sfociare sullo steccato eretto inquesta sede tra Paesi evoluti e Paesi arretrati.

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nel mese di marzo 2005

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