natural mind numero 6 2013

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1 sei un piccolo lettore? mandaci la tua fiaba! la pubblichiamo su junior club Econotizie per gli amanti della natura e del bello Anno 2013 • N. 6 in collaborazione con FAITA natural-mind.it Magazine prodotto con energia certificata Il viaggio di Babbo Natale ITINERARI DI Momento clou del turismo open air RECEPTION Ricette natalizie: il torrone A GUSTO MIO

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La prima ecorivista gratuita online, per gli amanti della natura e del bello

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sei un

piccololettore?

mandaci la tua fiaba!

la pubblichiamosu junior

club

Econotizie per gli amanti della natura e del bello

Anno 2013 • N. 6

in collaborazione con FAITAin collaborazione con FAITA

natural-mind.it

Magazine prodottocon energia certifi cata

Il viaggio di Babbo NataleITINERARI DI

Momento clou del turismo open air

RECEPTION

Ricette natalizie: il torroneA GUSTO MIO

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3GRADIREMMO CONOSCERE LA TUA OPINIONE SU natural mind

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Cari lettori,

se non volessimo mantenere un minimo di speranza per il fu-turo, potremmo defi nire gioco delle tre carte il comportamento della politica riguardo al tanto, sempre di più, che c’è da fare per il Paese. Ci limitiamo, perciò, a parlare semplicemente di usuale gioco delle parti a proposito dei balletti tipo IMU sì, IMU no, l’aventino di Forza Italia, le facezie di Grillo, la diaspora del PD terminata (o culminata?) con l’elezione del nuovo segretario.

“Tutto cambi, affi nché niente cambi”, sulla scia del gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Staremo a vedere.

In ogni caso, natural mind® continua a lavorare. In questo nu-mero, argomenti natalizi, come il viaggio di Babbo Natale, le comete, la bianca coltre della neve a cornice della storia di un mitico campione dello sci, Zeno Colò. Ed in più, la storia della Jaguar, il consuntivo della passata stagione del turismo open air, la favoletta per i bambini scritta da una bambina ed altro.

A tutti, un sereno Natale e, fi nalmente, un migliore Anno Nuovo.

Buona lettura.

La redazione

L’usuale gioco delle parti

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16RECEPTION• 10 MILIONI DI ARRIVI NEL 2013

Stabile il mercato dell’open air

• MOMENTO CLOU DEL TURISMO OPEN AIRGrande successo del Sipac

• IL TURISMO IN CAMPER E IN CARAVAN2° rapporto nazionale a cura di APC

• V4AIl marchio qualità internazionale dell’ospitalità accessibile

• CAMPING-ELITE.COMIl nuovo sito per gli amanti dell’open air

49IL CLUB NATURAL MINDLA POSTA DEI LETTORI

ITINERARI DI 6

44JUNIOR CLUBIL PAPA BUONO

IL VIAGGIO DI BABBO NATALEDa Myra al Polo Nord

natural mind®

Econotizie per gli amantidella natura e del belloPeriodico online del Club

‘natural mind’

Anno 2013 • N. 6

REDAZIONE,COORDINAMENTO E PUBBLICITÀDall’esperienza ultraventennale di

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L’ETA’ DEL NONNOCiao Lorenzo: come nasce un libro

E-SHOPPING

36SALUTE & BENESSERESE LA DIETA VA IN FUMO

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LE COMETEPresagio di morte o di vita?

RICETTE NATALIZIEIl torrone

12STILI DI VITA

L’UOVO DI COLÒCampionissimo dello sci anni ‘50

SFIDE & SPORT40PICCOLA STORIA DELL’AUTOIl marchio JAGUAR

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A GUSTO MIO30

PASSIONI

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ITINERARI DI

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ITINERARI DI

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L’immagine e la storia dI Babbo Natale hanno un’origine lontana nei secoli. Il suo viaggio in slitta

intorno al mondo è cominciato fra il 200 ed il 300 a.C. ed è legato ad un personaggio storico, il vescovo San Nicola di Myra, antica città dell’o-dierna Turchia.

Venerato come santo dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e da

diverse altre confessioni cristiane, San Nicola di Myra è noto anche al di fuori del mondo cristiano come la fi gura che ha dato origine al mito di

Santa Claus (o Klaus), Babbo Natale in Italia. Questa immagine è stata ali-mentata dalle peregrinazioni cui sono state sottoposte le reliquie di San Ni-cola. Da sempre ritenuto protettore dei marinai, i suoi resti umani sono stati oggetto di ricerca minuziosa e di venerazione nel tempo, al punto da essere oggi contemporaneamente conservati a Bari, Venezia, Saint-Ni-

colas-de-Port in Lorena e Bucarest.

Dopo la conquista di Myra da parte dei musulmani, una spedizione na-vale barese organizzata allo scopo

Da Myra al Polo Nord

Il viaggio di Babbo Natale

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ITINERARI DI

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riportò nella città pugliese una metà dello scheletro del santo. Sul punto d’approdo della nave che riportava le reliquie fu costruita una prima chiesa (oggi San Michele Arcangelo), poi so-stituita dalla nuova cattedrale, inau-gurata da Urbano II nel 1089. Da allora, San Ni-

cola divenne patrono di

Bari. Meno noto è il percorso di parte delle reliquie del santo verso Venezia. All’epoca, la Serenissima era grande rivale di Bari nei traffi ci marittimi con l’oriente e, da signora del mare, mal digerì che le reliquie del patrono dei marinai fossero fi nite presso il maggior concorrente. Così organizzò a sua volta una spedizione navale e riportò a casa una quantità di frammenti ossei rinvenuti in un am-biente secondario, frammenti che una recente perizia ha confermato come

autentici, ponendo fi ne a una secola-re contesa fra le due città. Le reliquie furono conservate a San Nicolò del Lido dove, da allora, fu fatto termi-nare l’annuale rito dello sposalizio del Mare.

N o n meno avventuroso e romantico

è l’approdo in Lorena del patrono San Nicola. Un’altra parte del suo corpo, una falange della mano destra, fu ri-portata da Bari nel 1087 dal signor di Varangéville e, in onore di ciò, il suo villaggio di Port venne ribattezzato Saint-Nicolas-de-Port. Circa un se-colo e mezzo dopo, intorno al 1230, il cavaliere di Lorena Cunon de Réchi-court, al seguito dell’imperatore Fe-derico II di Svevia alla Sesta Crocia-ta, fu fatto prigioniero. Il 5 dicembre, vigilia della morte di San Nicola, lo avrebbe pregato di liberarlo dalle ca-tene che lo avvolgevano e la matti-

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na, svegliandosi, si sarebbe trovato sciolto. Da allora, ogni anno, il saba-to più vicino alla festa di San Nicola si celebra una processione

in ricordo del miracolo.

Più misterioso l’arrivo a Bucarest di altra parte delle reliquie di San Nico-la custodite nella omonima chiesa ortodossa russa. Tutte queste pere-grinazioni hanno favorito la diffusione del culto di San Nicola. Ma da dove nasce il suo abbinamento con Babbo Natale, quella fi gura allegra e paffu-tella, in abito rosso bordato di bian-co, così descritta per la prima volta nel 1821 da Clement C. Moore nella poesia “A Visit from St. Nicholas“?

L’iconografi a del santo racconta che, per diffondere il cristianesimo presso i bambini che non frequentavano la chiesa, anche a causa del freddo in-vernale, il vescovo San Nicola esor-

tasse i parroci ad andare a trovarli a casa portando un dono. Quella par-ticolare e gradita attenzione consen-tiva di evangelizzare i bambini, rac-contando loro chi era Cristo e cosa aveva fatto per l’umanità. Per riparar-si dal freddo, i parroci indossavano un pesante soprabito ed un coprica-po rosso scuro e viaggiavano su slit-te trainate da cani.

Questa versione cristiana di Babbo Natale si è fusa nel tempo con le tra-dizioni del folklore tedesco e nordi-co, il quale narrava come il dio Odino (Wodan) ogni anno effettuasse una grande battuta di caccia durante il solstizio invernale, in compagnia degli altri dei e dei guerrieri caduti. I bam-bini lasciavano nel caminetto i propri

ITINERARI DI

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ITINERARI DI

stivali pieni di carote, paglia o zucchero per sfamare il ca-vallo volante del dio, Sleipnir. In cambio, Odino sostituiva il cibo con regali o dolciumi.

Questa pratica è sopravvis-suta in Belgio e Paesi Bassi, associata alla fi gura di San Nicola. I bambini, ancor oggi, appendono al caminetto le loro

scarpe piene di paglia per il ca-vallo (e non per le renne) di Bab-

bo Natale, e lui le riempie di dolci e regali. In Lorena, invece, San Nicola accompagnato dal suo asino visita le case la notte fra il 5 e il 6 dicembre per regalare caramelle ai bambini che cantano il famoso “lamento di San Nicola”. Nella parte di lingua tede-sca, Sankt Niklaus è accompagnato tradizionalmente dal suo assistente Rüpelz o Ruprecht (“Spauracchio”).

Il nome Santa Claus ha origine dall’olandese

Sinterklaas, il personaggio fantastico derivato da San Nicola, chiamato an-che Sint Nicolaas. Ciò spiega le di-verse varianti inglesi del nome: Santa Claus, Saint Nicholas, St. Nick.

Ma, da dove viene Babbo Natale o Santa Claus che sia? Dove abita du-rante tutto il resto dell’anno? Anche qui, si va secondo la tradizione. Per gli americani, abita al Polo Nord, che per loro è l’Alaska. In Canada, il suo laboratorio viene posto nel nord del paese. In Europa, è diffusa la ver-sione fi nlandese che lo colloca in un paesino vicino alla città lappone di Rovaniemi, sul Circolo Polare Artico. Per i norvegesi, invece, la residen-za di Babbo Natale è Drøbak, dove c’è addirittura il suo uffi cio postale, mentre altre tradizioni parlano di Da-lecarlia, in Svezia, o della Groenlan-dia. Per i paesi orientali, dove viene identifi cato con San Basilio, abita a Cesarea, in Cappadocia.

Da secoli, per noi italiani

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ITINERARI DIBabbo Natale scende comunque dal nord, con la sua slitta trainata dalle renne, carica di regali, e si arrampi-ca la notte della vigilia sulle fi nestre o sui camini per lasciare ai bambini un segno della sua famosa bontà. Lo depone sotto l’albero, altra tradizio-ne proveniente dal nord a signifi care la potenza e la generosità della na-tura offerte da Dio. La città di Riga in Estonia è fra quelle che si procla-mano sede del primo albero di Nata-le esibendo una targa in otto lingue, a ricordo del “primo albero di capo-danno” addobbato nella città nel lon-tano 1510.

Babbo Natale e l’albero di Natale (Weihnachtsbaum, in tedesco) tradi-zioni che hanno contribuito ad amal-gamare il mondo, affi ancandosi ad altre simili, come l’Epifania, o diver-se, come il presepe, che sopravvive in molti paesi latini. O come la oggi dila-

gan-te tradizione della notte delle streghe di Hal-loween, anch’essa di origine nordica. Ce-lebrazioni di quella bontà spontanea e suprema che l’uo-mo attribuisce a Dio o manifestazio-ni per esorcizzare il male che affl igge l’u-manità.

Ulisse

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L’immortale prosa di Tolstoj descrive mirabilmente l’effetto e le

sensazioni che produceva nelle epoche passate

il passaggio di una cometa

attraverso l’orizzonte

del pianeta Terra. Lo sfavillio di luce,

spesso imponente, con il quale la cometa contrastava l’immobile calma del cielo stellato, era interpretato come un annuncio funesto, l’arrivo di ogni sorta di orrori, se non addirittura la fi ne del mondo.E la gente ci credeva. Nel caso specifi co della citazione tolstojana, la Grande Cometa, poi defi nita scientifi camente C/1811 F1, fu visibile ad occhio nudo per la durata record di circa 260 giorni, superata solo nel 1997 dalla cometa Hale-Bopp. Una presenza, dunque, così imponente

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STILI DI VITA

Le cometePresagio di morte o di vita?“Quasi al centro di quel cielo, circondata da tutte le parti da un fi tto polve-rio di stelle, ma spiccante fra tutte per la vicinanza alla terra, per il biancore della luce, e per la lunga coda girata verso l’alto, stava l’enorme, sfolgorante cometa del 1812, quella cometa, appunto, che preannunziava, secondo le dicerie, ogni sorta di orrori e la fi ne del mondo“.Lev Nikolàevic Tolstòj: Guerra e Pace, Libro secondo, Parte quinta

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da convincere l’animus popolare che fosse lì per annunciare eventi nefasti, come l’invasione napoleonica della Russia o la contemporanea guerra anglo-americana fra Regno Unito e Stati Uniti d’America. Eppure, sin dal XVII secolo, Edmond Halley aveva dato una nuova interpretazione scientifi ca all’arrivo delle comete. Usando la teoria della gravitazione, da poco formulata da Isaac Newton, egli aveva stabilito che in moltissimi casi le comete non avessero apparizioni episodiche ma ricorrenti e si ripresentassero sul cielo della terra a cicli di anni.Sulla base di dati storici, Halley aveva calcolato l’orbita di alcune comete ed aveva trovato che una di queste tornava periodicamente vicino al Sole ogni 76 o 77 anni. Fece, allora, quella che all’epoca apparve una spocchiosa

previsione: la cometa sarebbe tornata dopo altri 75 anni, nel 1758. Ed il giorno di Natale di quell’anno la cometa si ripresentò puntualmente e gli astronomi attribuirono ad Halley la soddisfazione postuma (era già morto da 16 anni) di chiamarla con il suo nome.Ma, nonostante le scoperte scientifi che, anche oggi si continua a credere che l’arrivo di una cometa sia foriero di eventi nefasti. Gli adepti della setta “WW Higher Source” di San Diego, all’arrivo della cometa Hale-Bopp nel 1997, si suicidarono in 39, 21 donne e 18 uomini. Il loro santone li aveva convinti che la cometa venisse per annunciare la fi ne del mondo e che l’abbandono del loro corpo fi sico fosse la condizione necessaria per ottenere un posto spirituale nell’astronave che si nascondeva nella coda dell’astro.

STILI DI VITA

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Ma, se si deve parlare di morte associata alle comete, la realtà scientifi ca odierna ci insegna che essa riguarda soprattutto le stesse comete. Ad ogni passaggio in prossimità del sole o di altre stelle, il calore sprigionato dall’astro fa lentamente evaporare i gas emessi dal nucleo solido della cometa. Ciò crea la fantastica chioma che l’accompagna, ma anche una progressiva dispersione del gas e, quindi, delle dimensioni della cometa che, infi ne, viene disintegrata dall’attrazione di un altro corpo celeste o si riduce ad un semplice asteroide.Come la cometa Shoemaker-Levy 9 che, nel 1994, passò troppo vicino a Giove e rimase catturata dalla gravità del pianeta che ne spezzò il nucleo in una ventina di pezzi i quali, cadendo, lo bombardarono offrendo viste spettacolari ai telescopi di mezzo mondo. O come, proprio in questi giorni, la cometa Ison, giunta a noi dagli spazi interstellari dopo un viaggio durato 4,5 miliardi di anni e fi nita nell’enorme braciere del sole.Ma la cosa più grandiosa delle comete

è che gli scienziati pensano siano state proprio loro a portare la vita sulla terra. Le varie sonde spedite al loro inseguimento hanno, infatti, catturato molecole organiche di ammine precursori di quelle organiche, come il Dna. Queste molecole si sarebbero attivate nell’acqua, anch’essa trasportata dalle migliaia di comete cadute sulla terra nei primi miliardi di anni dopo la sua formazione, creando la vita.Tutto ciò in parziale contrasto con la storia della cometa più famosa della storia dell’uomo, quella di Betlemme. O, forse, in armonia con essa, visto che le comete come Ison non si sa da dove vengano.

Tiffany

STILI DI VITA

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RECEPTION

Il consuntivo delle presenze nei cam-peggi italiani durante il 2013 indica una stagione turistica sostanzial-

mente stazionaria, con una leggera crescita dal punto di vista degli arrivi che, in attesa dei consuntivi fi nali in elaborazione, dovrebbero raggiunge-re i 10 milioni, il 40% dei quali stranie-ri. La perdurante crisi dovrebbe, inve-ce, aver leggermente ridotto la durata media dei giorni di presenza.Nella stagione scorsa erano stati tota-lizzati 9.459.000 arrivi, dei quali circa 3,8 milioni stranieri, per circa 70 milio-ni di presenze. Il 2013 dovrebbe con-fermare queste cifre con una variazio-ne +/-2% non meglio rilevabile allo

stato delle cose. FAITA-FederCam-ping, la federazione che raggruppa 2.000 dei circa 2.500 campeggi italia-ni, attraverso le Associazioni regionali federate, ha registrato l’indicazione di una sostanziale tenuta dell’incoming dall’estero e di una fl essione conte-nuta del mercato interno. Va, tuttavia, considerato che l’inizio di stagione è stato caratterizzato da un diffuso maltempo che ha condizionato i pri-mi arrivi. Prezzi in generale invariati e contrazione dei consumi di servizi ag-giuntivi fanno prevedere un calo dei fatturati nell’ordine del 3%.Circa la scelta della modalità di vacan-za all’interno delle strutture open air

10 milioni di arrivi nel2013

Stabile il mercato dell’open air

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RECEPTION

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si conferma la tendenza consolidata in questi anni, con una prevalenza di soggiorni in bungalow e case mobili (40% delle presenze), mentre dovreb-be confermarsi stabile il dato di ospiti con veicoli ricreazionali (35% del to-tale). Ancora in diminuzione la quota di ospiti in tenda e dei c.d. “stanziali” (meno del 25%).Naturalmente la situazione differi-sce regione per regione, con il nord in minore diffi coltà, essendo la meta di riferimento degli stranieri. In parti-colare, il Veneto (25% delle presenze in Italia), in leggera crescita di arrivi e presenze; l’Emilia Romagna (9%), in situazione stazionaria o in lieve cre-

scita; il Piemonte (3%), in calo nell’or-dine del 2%; Valle d’Aosta, in cresci-ta, ma condizionata dal meteo d’inizio stagione; Liguria (3%), in lieve calo la riviera di levante per la fl essione di ospiti “stanziali”, mentre è migliore la situazione sulla riviera di ponente per l’incoming dalla Francia.Al centro, la Toscana (13%) +/-1%, con lieve crescita degli arrivi dall’estero; il Lazio (4%), in crescita l’area metropo-litana di Roma, in fl essione il litorale sud, stazionaria la situazione sui laghi e sul litorale nord; le Marche (5%), si-tuazione stazionaria, con l’estero in lieve calo ed il mercato nazionale in leggero aumento; Abruzzo (2,5%), in

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RECEPTION

cre-scita di

arrivi e presen-ze +3%. Al sud e nelle isole: la Cam-pania (5,5%), in calo arrivi e presen-ze; la S a r d e -g n a (4%), in recu- pero rispet-to al 2012; Puglia (5%), Basilicata, Ca-l a b r i a (2%), Sicilia (2%), Trentino Alto Adige (4%), diffi cili da giudicare per mancanza di dati re-gionali. Comunque, statici od in calo.Malgrado la crisi, il turismo open air si conferma, dunque, come una moda-lità di vacanza in grado di sostenere

validamente l’economia italiana, at-traendo un numero sempre maggio-re di stranieri e confermando, più o meno, le proprie cifre relative al turi-smo interno.Il maggior comfort fornito dalle case

mobili al campeggiatore, la maggio-re offerta d’intrattenimento e, last

but not least, il prezzo compe-titivo rispetto alla vacanza

in albergo, specie per le famiglie che rappre-

sentano il target pre-valente, sono gli

asset che fan-no prevedere una sempre maggiore af-fermazione

del turismo all’aria aperta.

Chaperon

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HELIOS, la nuova casa mobile per i disabili costruita in base alla consolidata esperienza e ai consigli dell’associazione francese per i portatori di handicap. Un mercato da considerare sempre di più per ragioni etiche ma anche economiche.

ABBIAMO TANTE COSE DA CONDIVIDERE

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Si è svolta a PadovaFiere il 20 e 21 novembre u.s. la III edizione del SIPAC, il Salone lnternazio-

nale di Attrezzature per Camping che riunisce annualmente tutte le compo-nenti professionali del turismo all’aria aperta: campeggi, tour operator di set-tore, aziende fornitrici.

Al Salone hanno partecipato oltre 400 rappresentanti di campeggi, 64 azien-de fornitrici ed una ventina di tour ope-rator che, tutti insieme, hanno dato vita ad un programma altamente innovati-vo, vivace di interscambi professionali e commerciali.

Fra il cocktail di benvenuto, il lunch buffet ed il breakfast offerti dall’orga-nizzazione, i partecipanti sono stati coinvolti per due giorni in una serie di

eventi, in gran parte inediti, che hanno registrato un altissimo gradimento, fra una visita e l’altra del padiglione fi eri-stico e degli stand degli espositori.

Gli obiettivi di questa edizione del SI-PAC erano quelli di posizionare l’e-vento nel calendario di novembre, più consono alla dinamica dell’open air dopo l’esperimento di febbraio, e di aprire l’orizzonte ad incontri che aves-sero anche un interesse commerciale, oltre a quello istituzionale.

Perciò, ai temi professionali del tradi-zionale Convegno Nazionale FAITA, è stato aggiunto un programma d’in-contri con tour operator internazionali, desiderosi di allargare i propri contatti con i campeggi italiani, e con aziende innovative, in grado di presentare novi-

Momento cloudel turismo open airGrande successo del Sipac

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tà in settori d’interesse.

I temi professionali si sono incentra-ti su “La nuova domanda di turismo all’aria aperta” e, con l’introduzione del Dr. Maurizio Vianello, Presidente di FAITA Nazionale, e la conduzione del Dr. Marzio Bartoloni, giornalista del Sole 24 Ore, sono stati dibattuti argo-menti relativi agli attuali scenari di mer-cato ed alla necessità che i campeggi si evolvano secondo le nuove esigenze del consumatore.

Che, in sostanza, vuol dire continuare sulla strada che il turismo open air ha intrapreso già da alcuni anni: costante miglioramento del comfort del turista, attraverso l’adozione di comode ed ef-fi cienti strutture residenziali, come le case mobili; cura sempre più metico-losa del verde e dell’ambiente, la vera risorsa per questo tipo di offerta di va-canza; il pieno rispetto delle regole a tutela del cliente, come quelle riguar-danti la prevenzione degli incendi, un rischio da non sottovalutare per una modalità di turismo che vive in mezzo al verde ed agli alberi. Novità di questa edizione, l’incontro dei titolari di cam-peggio con una serie di tour operator

internazionali, al fi ne di migliorare l’of-ferta e la penetrazione all’estero del tu-rismo open air italiano, e l’incontro con alcune aziende che offrono al settore prodotti e servizi innovativi.

Particolare interesse ha suscitato la presentazione da parte dell’agenzia di marketing Make Tailored Adverti-sing del nuovo portale in costruzionewww.campingcloud.it, destinato a fare sistema interattivo di tutte le varie componenti del turismo open air, in-clusi gli utenti fi nali, e cioè i campeg-giatori.

Il porta-le diverrà operativo a gennaio.

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E’ uscita la seconda edizione del rapporto che si propone l’obiettivo di fotografare l’an-

damento dell’industria caravanning e del turismo itinerante en plein air in Italia. Lo studio è condotto dall’Asso-ciazione Produttori Caravan e Cam-per (APC), con la collaborazione del

CISET-Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e di Vivilitalia.L’APC rappresenta in Italia e in Europa la fi liera produttiva del comparto ca-ravanning (camper, caravan, carrelli/carrelli tenda, autotelai, rimorchi), con la missione di promuovere nel nostro Paese la cultura del camper style, del turismo itinerante e della ricettività en plein air.Nel 2012 le aziende produttrici asso-ciate ad APC con 1.500 dipendenti diretti - ai quali si aggiungono i 4.000 dipendenti della fi liera plein air - han-no prodotto 10.000 camper, generan-do un fatturato totale di circa 500 mi-lioni di euro.Secondo l’indagine 2013, l’Italia si conferma come la meta più ambita dai camperisti per la bellezza dei luo-

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Il turismo in camper e in caravan2° rapporto nazionale a cura di APC

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ghi, anche rispetto a Germania e Fran-cia, dove il camperismo è uno stile di viaggio maggiormente diffuso. Nono-stante questa sua positiva peculiari-tà l’Italia, tuttavia, continua ad essere vista come carente nell’offerta di aree di sosta camper, nell’accessibilità alle strutture ricettive e nei servizi offerti.La crisi colpisce in Italia anche il setto-re caravanning. La domanda di nuovi veicoli ricreazionali ha subito nel 2012 una diminuzione del 29,4% rispetto al 2011. Il mercato totale del nuovo e dell’usato, invece, registra una con-trazione decisamente inferiore, pari al 16,6%. Nel 2012 sono stati venduti in Italia 6.156 veicoli ricreazionali, di cui 4.731 camper (-32,6%) e 1.425 cara-van (-16,1%).In questo scenario, le aziende italiane hanno reagito con una spinta verso le esportazioni. Il made in Italy continua, infatti, a registrare interesse all’estero, come testimonia la quota export delle autocaravan che nel 2012 si attesta al 74,4% della produzione, contro il 62,3% nel 2011 ed il 55,4% nel 2010.In Europa il comparto dei veicoli ri-creazionali chiude il 2012 a -6% ri-spetto al 2011, passando da 156.000 a 146.650 nuove immatricolazioni. Il mercato dei camper segna nel 2012

un -2% rispetto all’anno precedente, mentre le caravan registrano un calo più sensibile, pari al 9,7%. Si registra, così, un ulteriore incremento della quota di mercato camper rispetto alle caravan, sintomatico del cambiamen-to verso veicoli più confortevoli e stili di viaggio più dinamici.I Paesi con la più alta densità di nuo-vi camper e caravan sono Germania e Francia, rispettivamente con 29,4 e 27,5 veicoli ogni 100.000 abitanti, mentre in Italia si riscontrano 7,8 auto-caravan ogni 100.000 abitanti. Inoltre, l’Italia, rispetto ai mercati di Germania e Francia, registra il minor numero di veicoli venduti: 39 ogni 100.000 abi-tanti, contro 92 della Germania e 102 della Francia.

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In Italia i volumi del mercato dell’u-sato sono maggiori rispetto ai volumi del nuovo: per ogni veicolo immatri-colato ci sono 4 veicoli usati, rapporto sensibilmente più elevato rispetto alla Francia (2,7) e alla Germania (2,1). A fi ne 2012, secondo i dati ACI, in Italia circolavano 271.156 camper, il 61,5% dei quali con oltre 10 anni di anzianità ed il 28,6% addirittura con oltre 20.Il turista estero en plein air spende in Italia in media circa 49 euro al gior-no e 430 euro pro capite per l’intero soggiorno. Il turista italiano in viaggio all’estero spende più o meno le stes-se cifre. In genere, i camperisti me-diamente spendono meno dei turisti in caravan.Le principali destinazioni dei campe-risti italiani all’estero sono: Croazia, Francia, Spagna, Austria e Grecia.Nel 2012 le aree di sosta camper al di fuori dei campeggi erano circa 2.000, delle quali il 69% aree attrezzate, il 18% camper service ed il 13% punti di sosta non attrezzati. La maggiore concentrazione delle aree totali è di-slocata al Nord Italia (45,1%, di cui 21% al Nord Ovest e 24,1% al Nord Est), mentre al Centro (26,5%) e al Sud (28,4%) la presenza è minore.Infi ne, il dato forse più importante: il

fatturato generato nel 2012 dal turi-smo mobile in Italia ammonta a 2,7 miliardi di euro.

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TPVision rinnova ed estende la gamma di TV dedicata al settore alberghiero

• La nuova gamma di TV LED rappresen-ta l’offerta più diversifi cata di TV Philips dedicata al settore Hospitality

• La gamma di TV Philips per il settore alberghiero include ora tre serie com-plete di Smart TV

• La serie Philips EasySuite+, annunciata recentemente, offre caratteristiche che rispondono alle esigenze di ospedali e di strutture sanitarie

• I modelli Signature sono caratterizzati da un design elegante e lineare, e sono dotati di una gamma completa di funzionalità per il settore alberghiero

TPVision annuncia la nuova gamma di TV Philips dedicata al settore Hospitality, caratterizzati dal design sottile e dotati di retroilluminazione LED eco-friendly. Questa serie come le precedenti è stata sviluppata attraverso la cooperazione di un team di esperti nel settore. Questa linea di TV Philips è la più diversifi -cata per il settore alberghiero mai realizzata, con cinque modelli differenti per rispondere alle esigenze di albergatori e strutture sanitarie. Tre di loro – la serie PrimeSuite, MediaSuite e Signature – sono Smart TV. Questi TV permettono l’accesso alle applicazioni online, tra cui YouTube e Facebook, e alla funzionalità Secure SimplyShare, che permette lo streaming di contenuti digitali, come fi lm e immagini, dai dispositivi mobile alle TV.

www.tpvision.it

Page 26: natural mind numero 6 2013

26

Village for all – V4A®

Questo è il motto di V4A®. Come riferisce il sito dell’associazione, in

un’epoca in cui il mondo è diventato un Villaggio Globale, è molto diffi cile per turisti con bisogni specifi ci o disabilità, trovare informazioni affi dabili che consentano loro di programmarsi una vacanza, un viaggio o semplicemente un week end adeguato alle proprie esigenze. V4A® garantisce, attraverso le proprie informazioni, alle persone con disabilità permanente o temporanea, motoria, limitazioni sensoriali (ciechi e/o sordi), allergie e intolleranze alimentari, agli anziani, diabetici, dializzati, persone obese e alle famiglie con bambini piccoli, di poter scegliere un Hotel, un Agriturismo, un Campeggio,

uno Stabilimento Balneare, un Museo, ecc… dove troveranno

una Ospitalità Accessibile, una Ospitalità per tutti!

Le strutture che si fregiano del Marchio

V4A® sono state visitate

dagli ispettori dell’organizzazione che hanno raccolto personalmente le informazioni pubblicate dal sito. Queste informazioni sono liberamente fruibili, non è necessario registrarsi o lasciare dati e, se interessati, ci si può iscrivere alla newsletter per ricevere tutti gli aggiornamenti e conoscere tutte le opportunità di vacanza e le offerte speciali disponibili nelle strutture V4A®.Da segnalare, in particolare, lo sviluppo da parte della IRM, società appartenente al gruppo francese Beneteau e leader nella fabbricazione di case mobili per campeggi, di unità abitative appositamente attrezzate per rispondere ai bisogni dei disabili.

Ulteriori informazioni sul sito www.villageforall.net

Il Marchio Qualità Internazionale dell’Ospitalità Accessibile

RECEPTIONRECEPTION

La nostra Mission è di garantire “A ciascuno la sua vacanza”.

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27

RECEPTIONRECEPTION

2727

Firenze

Perugia

Roma

Bologna

Venezia

Trieste

Trento

MilanoAosta

Torino

Genova

Ancona

L’Aquila

Campobasso

NapoliBari

Potenza

Catanzaro

Palermo

Cagliari

RomaRoma

CAMPING CA’ SAVIOCavallino Treporti (VE)

VILLAGGIO DEL SOLEMarina Romea (RA)

PARCO VACANZE RIVAVERDEMarina di Ravenna (RA)

VILLAGGIO DEI PINIPunta Marina Terme (RA)

HOLIDAY VILLAGE FLORENZLido degli Scacchi (FE)

VILLAGGIO PINETAMilano Marittima Cervia (RA)

BolognaBologna

L’AquilaL’AquilaL’AquilaL’Aquila

CENTRO TURISTICO ECOCHIOCCIOLAMaserno di Montese (MO)

CAMPING VILLAGE DON DIEGOGrottammare (AP)

CAMPING EUCALIPTUSAlba Adriatica (TE)

MilanoMilano

VILLAGE HOTEL GREEN ASSISIAssisi (PG)

PerugiaPerugiaPerugiaPerugiaPerugiaPerugia

VILLAGGIO CAMPING LIDOMaccagno (VA) VILLAGGIO CAMPING BOSCOCannobio (VB)

CAMPING VILLE DEGLI ULIVIMarina di Campo (LI)

CAMPING CANAPAIRio Marina (LI)

CAMPING RESIDENCE AMIATACasteldelpiano (GR)

VILLAGGIO CAMPING LE MARZEMarina di Grosseto (GR)

CAMPEGGIO SUMMERLANDViterbo

HAPPY VILLAGE & CAMPINGRoma

VILLAGGIO CAMPING TESONISMarina di Tertenia (OG)

CAMPING MIRAGEBarano d’Ischia (NA)

CAMPEGGIO EUROPATerracina (LT)

LE PALME VILLAGETerracina (LT)

GREEN VILLAGEMarina di Camerota (SA)

VILLAGGIO CAMPING COSTA DEL MITOCaprioli - Pisciotta (SA)

CAMPING VILLAGE PUNTA NAVACCIATuoro sul Trasimeno (PG)

I campeggi preferiti di

27

Page 28: natural mind numero 6 2013

RECEPTION

Successo del nuovo sito per gli amanti dell’open air

c mping-elite.com

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E’ operativo da alcuni mesi il nuovo sito www.camping-elite.com

il cui obiettivo è quello di aiutare la scelta della propria vacanza all’aria aperta, facilitando la ricerca della località e del camping attraverso una serie di facili clic. I siti internet che trattano di viaggio o di vacanza in genere sono ormai una quantità e non è facile orientarsi nel ginepraio delle loro pagine ed immagini. La diffi coltà riguarda anche chi si orienta verso quella forma di turismo sempre più emergente che è la vacanza all’aria aperta o, detta in termini tradizionali, il campeggio. Sempre più persone si avvicinano a questa formula, sollecitate dalle nuove modalità residenziali che hanno trasformato il camping da vacanza naif a contatto con la rude terra in una forma di turismo confortevole e stimolante come e più di quella offerta da un buon hotel a tre o quattro stelle. E,

cosa non trascurabile di questi tempi, ad un prezzo altamente competitivo!Ecco, quindi, il nuovo sito Camping Elite® che offre tre vantaggi fondamentali a chi sta cercando un campeggio per la propria vacanza:

1. una selezione facile e comparata di località, camping, attrezzature ed attività disponibili, in modo da arrivare rapidamente a compiere la propria scelta;

2. una dettagliata scheda informativa sui camping presenti nel sito, tutti associati a FAITA FederCamping, la Federazione che cura gli interessi del settore. In un solo colpo d’occhio, la scheda permette una visione d’assieme del campeggio e facilita il confronto con gli altri;

3. il link fra Camping Elite ed il sito di ogni camping, per consentire ulteriori approfondimenti e, se si arriva ad una scelta, la prenotazione della vacanza.

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RECEPTION

PER VISITARE IL SITO, CLICCA SU

www.camping-elite.com

e... buona vacanza!29

Page 30: natural mind numero 6 2013

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A GUSTO MIO

Oggi il torrone è uno dei dolci natalizi più diffusi in Italia e sempre più spes-so è possibile trovarlo anche all’estero. I principali centri di produzione sono Cremona, dove operano le due principali industrie del settore, Benevento e San Marco dei Cavoti, pure in provincia di Benevento, ove la tradizione è ra-dicata dal 1892 e dove si svolge annualmente la Festa del Torrone.

Ricette natalizie

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il torroneIngredienti per circa 300 gr. di torrone:• 100 gr. di miele di acacia (il miele di

acacia è più chiaro e fa venire un tor-rone più bianco, ma va bene anche un altro tipo di miele)

• 100 gr. di zucchero semolato• 50 gr. di nocciole spellate• 150 gr. di mandorle pelate • 1 albume d’uovo• 1 bustina di vanillina• la scorza grattugiatia di un piccolo li-

mone• un foglio di ostia

PREPARAZIONEPreparare lo stampo, ritagliando due ostie della stessa grandezza del fondo della teglia e appoggian-done una sul fondo.Mettere a tostare le mandorle e le nocciole in forno già caldo a 180° per circa 10-15 minuti. Se hanno la pellicina, appena tolte dal forno, farle intipiedire, poi strofi narle fra le mani per eliminarla.

Page 31: natural mind numero 6 2013

31

A GUSTO MIO

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Mettere il miele in una casseruola a bagnomaria e farlo cuocere per circa un'ora e mezza, fi nchè risulta di colo-re più scuro e ristretto, mescolando di tanto in tanto per non far attaccare.

Quando il miele è quasi pronto, in un’altra casseruola a bagnomaria mettere lo zucchero con l’acqua e far caramellare per 20-30 minuti, o fi nchè risulta ristretto.

Nel frattempo montare a neve fermis-sima l’albume e unirlo al miele ormai pronto. Continuare a girare, il compo-sto inizierà a diventare bianco e spu-moso.

Mescolare per 5 minuti, poi uni-re lo zucchero, continuando a mescolare. Quando inizierà a restringere, unire le mandorle, la vanillina e il limone grat-tugiato.

Continuare a mescolare per qualche minuto per far amalgamare bene e far restringere il composto.

Rovesciarlo nella teglia, livellarlo, met-tere sopra l’altro pezzo di ostia, pres-sare bene per non far restare vuoti all’interno.

Far raffreddare, poi tagliare in due nel senso della lunghezza per ottenere due torroni di circa 150 gr. l’uno.

Epicuro

Page 32: natural mind numero 6 2013

PASSIONI

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Piccola storia dell’autoIl marchio JAGUAR

Siamo all’undicesima pun-tata della nostra piccola storia dell’automobile, una

innovazione tecnologica che ha cambiato il mondo. Nelle pre-cedenti abbiamo trattato dell’in-troduzione generale al mondo dell’auto e poi, via via in ordine alfabetico, dei singoli marchi: Alfa Romeo, Audi, BMW, Ferrari, Citroën, DAF, Fiat, Ford, Honda. Giova ripetere che protagonista del nostro racconto è la storia del marchio e dell’azienda, più che il dettaglio dei suoi elementi mec-

canici. In termini tecnici, il mar-chio è l’associazione fra il nome che contraddistingue il prodotto/azienda e la rappresentazione grafi ca che lo racchiude.

Il marchio del quale trattiamo oggi è quello della Jaguar, la casa del giaguaro, nata nel 1945 da una costola della Swallow Sidecar Company, precedentemente fondata (1921) dal giovane inge-gnere di Blackpool William Lyons e dall’altrettanto giovane pilota motociclistico William Walmsley per costruire sidecar. In segui-

Born to perform (Nata per adempiere)Il motto Jaguar

Page 33: natural mind numero 6 2013

to, al gruppo si aggiunse anche l’anima commerciale di Arthur Whittaker, rimasto al fi anco di Lyons per circa cinquant’anni.Come intuibile dall’insegna del gruppo, la sua prima produzione riguardò le moto ed in particolare quelle versioni “da trasporto” con la navetta a fi anco, dette appun-to “sidecar” (letteralmente “auto a fi anco”). Ma l’azienda non tar-dò ad inserirsi nel mercato delle auto vere e proprie e l’attività ri-sultò così redditizia che, già nel 1926, si dovette trasferire in una sede più ampia, aggiornando la propria ragione sociale in Swal-low Sidecar Company Coachbu-ilding, a sottolineare la novità (coach = carrozzeria per auto).La produzione iniziale si caratte-rizzò soprattutto con la ricarroz-zatura della Austin Seven, un’i-cona dell’epoca. Ma il talento

di William Lyons non si fermò a questa semplice, seppur inge-gnosa ed apprezzabile, impresa. Egli prese ben presto a disegnare proprie carrozzerie, esteticamen-te valide e piacenti, che dettero il nome a ben 3.500 (circa) mo-delli di Austin Seven, ribattezzati Swallow. Nel 1928, per continuare ad in-grandirsi, la necessità di un nuo-vo trasferimento presso la sede rimasta storica di Swallow Street a Coventry. E, successivamen-te, il defi nitivo passaggio dal-la produzione motociclistica a quella automobilistica con il pri-mo modello Jaguar, la SS1 del 1931. Fino a quando, nel 1934, Walmsley diede le dimissioni e

PASSIONI

33

Page 34: natural mind numero 6 2013

34

PASSIONI

Lyons, ormai solo al comando dell’azienda, mutò la ragione so-ciale in SS Cars Ltd. ed iniziò la produzione di vetture di lusso in proprio. La seconda guerra mondiale ed

i bombardamenti che colpirono Londra danneggiarono grave-mente il polo industriale di Co-ventry. Così, la produzione ri-prese utilizzando il solo marchio Jaguar. Per ovvii motivi di op-portuntità, dalla ragione sociale fu tolto l’acronimo “SS”, chiara-mente non più proponibile.Il 1945 segnò l’esordio di Jaguar Mark IV, con motori a 4 o 6 cilin-dri da 1,5, 2,5 e 3,5 litri. Il model-lo Mark IV divenne così celebre da sostituire il nome commer-ciale Saloon (berlina) con il qua-

le, all’epoca, si contrasse-gnava quel tipo di vettura. Nel 1947 arri-varono anche le versioni ca-briolet (solo a 6 cilindri) Dro-phead e una

Page 35: natural mind numero 6 2013

versione ridisegnata Mark V. Successivamente, a seguito del-la spinta del governo inglese a vendere prodotti fi niti nei paesi a moneta forte, soprattutto ne-gli Stati Uniti, la Jaguar sviluppò la XK120, commercializzandola con un discreto successo. Profu-se, poi, grande impegno nell’at-tività sportiva, vincendo negli anni cinquanta tre titoli mondiali sportprototipi, due 24 Ore di Le Mans e due 24 Ore di Daytona. Fu il momento in cui Jaguar pas-sò da realtà artigianale ad indu-stria, acquistando la Daimler e la Coventry Climax. A metà degli anni sessanta, l’api-ce. Da allora una fase discenden-te sino alla fallimentare fusione con la Leyland, diventata British Leyland (1968) e nazionalizzata nel corso degli anni settanta con smembramento della Jaguar, poi ceduta alla Ford nel 1990 e da

questa (2008) al gruppo indiano Tata Motors. Con la speranza di un rapido ri-torno del marchio Jaguar al pre-stigio storico che gli compete.

35

PASSIONI

Page 36: natural mind numero 6 2013

Questo pezzo è dedicato a tutti

coloro che vorrebbero smettere

di fumare ma hanno paura della

bilancia. Innanzitutto niente panico!

Cerchiamo di capire perché sarebbe op-

portuno smettere di fumare.

Nel fumo di sigaretta sono presenti 69

sostanze cancerogene tra cui 10 specie

di idrocarburi, l’acroleina, 10 specie di N-

nitrosammine e 11 composti appartenenti

al gruppo dei carcinogeni umani (come il

polonio-210). Il benzopirene ad esempio

ha capacità di modifi care il DNA.

Sostanze irritanti presenti nel fumo di si-

garetta (come acido cianidrico, acetaldei-

de, formaldeide, ossido di azoto, ammo-

n i a c a ,

acroleina) danneggiano la funzione

dell’apparato respiratorio e, nel caso

dell’acroleina, svolgono anche un ruolo

importante nello sviluppo del cancro ai

polmoni.

Il monossido di carbonio presente nel

fumo del tabacco esercita un’azione tos-

sica legandosi all’emoglobina e riducen-

do, di conseguenza, l’ossigenazione san-

guigna.

Comunque il componente più subdolo

presente nel tabacco è la nicotina, quella

sostanza che porta alla dipendenza e che

ci fa ingrassare quando smettiamo di fu-

mare. Conosciamo il nostro nemico:

La nicotina è un alcaloide (un compo-

sto chimico come la caffeina, la morfi na,

la stricnina)

La nicotina è un alcaloide

tossico presente nelle foglie

di tabacco con funzione in-

setticida.

La nicotina è un alcaloide

tossico ed è uno stupefacente.

SALUTE & BENESSERE

36

Se la dieta va inBreve guida (semi)seria su come smettere di fumare senza ingrassare.

fumo

Page 37: natural mind numero 6 2013

Cioè una sostanza che altera le facoltà men-

tali producendo fenomeni di dipendenza si-

mili a quella generata da eroina e cocaina.

Questa sostanza ha anche diversi effetti che

hanno a che fare con la nostra alimentazio-

ne:

1. Aumenta la pressione sanguigna e la fre-

quenza cardiaca, aumentando di fatto la

spesa calorica. Cioè chi fuma brucia più

calorie (oltre che tanto catrame).

2. Aumenta il livello di Dopamina nei cir-

cuiti cerebrali del piacere e provoca un

aumento della produzione di Beta-endor-

fi ne. Tradotto, fumare genera una sensa-

zione di piacere che porta alla dipenden-

za psicologica e fi sica.

3. Ha un effetto anoressizzante dato che si

lega a degli specifi ci recettori del cervel-

lo che regolano la fame. Cioè stimola la

sazietà.

Ragioniamo insieme sulle possibili soluzioni.

• Se due degli effetti principali dell’assenza

di nicotina sono il ridotto consumo calo-

rico e la ridotta produzione di Dopamina

ed Endorfi ne, il primo rimedio da provare

sarà qualcosa che ci porterà a bruciare

più calorie e a produrre sostanze anti-

stress, cioè L’ATTIVITA’ FISICA. La cor-

SALUTE & BENESSERE

37

Page 38: natural mind numero 6 2013

SALUTE & BENESSERE

sa, il nuoto, il fi tness, insomma, quel-

lo che vi piace di più, ma che sia una

buona attività fatta almeno tre volte a

settimana per minimo 45 minuti.

• Seguire un’alimentazione equilibra-

ta a calorie controllate (ma non trop-

po, altrimenti aumenta lo stimolo della

fame). Deve essere un piano alimen-

tare che tolga circa 500 kcal al gior-

no utili a contenere l’aumento di peso.

Può essere un’idea anche introdurre

cibi contenenti Tirosina, l’amminoa-

cido precursore della Dopamina. Gli

alimenti più indicati sono la soia, molti

formaggi come il grana, il provolone,

qualche alimento proveniente dal mare

come la bottarga o il tonno fresco, le

uova, la frutta secca come arachidi e

pinoli, la carne come il pollo, il tacchi-

no e molti tipi di legumi e semi.

• Dato che la Dopamina si ossida (si ro-

vina) facilmente, è utile assumere an-

che antiossidanti naturali come Beta-

carotene, Vitamina C e Vitamina E che

- come sappiamo - sono presenti in

molta frutta e verdura a foglia, vege-

tali arancioni e rossi (peperoni, arance,

fragole ecc..) e frutta secca.

• Per fi nire, una cosa assolutamente da

evitare è assumere cibo spazzatura,

perché, essendo ricco di grassi di bas-

sa qualità o peggio ancora idrogena-

ti, “stimola le dipendenze” portando il

nostro cervello a chiedere sempre più

Dopamina. Evitare caffè, cibi industria-

li in busta, come patatine, snack, fast

food ecc...

Capirete da soli che l’alimentazione otti-

male quando si smette di fumare è quella

sana, privilegiando alcuni alimenti rispetto

ad altri, ma in generale basta stare attenti

a mangiare bene, con tanta, tanta frutta e

verdura.

Volete un esempio?

Pronto in tavola!

38

Page 39: natural mind numero 6 2013

39

SALUTE & BENESSERE

Dott. Luca Di RussoBiologo nutrizionistaLife coach nutrizionale328 3769181 - [email protected] su Facebook

Colazione:

• Una tazza di latte di soia alla vaniglia

• Una fetta di pane integrale con marmel-

lata bio alle fragole

• Una mela

Spuntino:

• Un’arancia

Pranzo

• 5-6 cucchiai di riso integrale con verdure

e una bella spolverata di grana

• Una fettina di petto di pollo (100 g) o una

fettina di provolone

• Contorno di broccoli romaneschi

• Frutta di stagione

Spuntino del pomeriggio:

• Un vasetto di yogurt alla pesca

• 5-6 mandorle

Cena:

• 150 g di tofu saltato con verdure e pinoli

• Insalata di spinaci

• Una fetta di pane integrale

• Frutta di stagione

Spuntino dopo cena

Se non siete ancora soddisfatti concedete-

vi una tisana rilassante e un quadraTINO di

cioccolato fondente almeno al 70%

Questo è un menù generico da prendere

solo come esempio. Le quantità vanno tara-

te sulle singole persone.

Capisco che viviamo in una società nichilista e cinica che non apre molto ad uno stile di

vita sano, però credo che su alcune cose dobbiamo rifl ettere profondamente. Il fumo è

una sostanza veramente molto nociva per noi e per chi ci sta intorno. È un’abitudine gri-

gia che toglie colore alla vita e impuzzolisce i

vestiti (un po’ come il fritto). Non è mia inten-

zione fare il bacchettone e sono il primo che

desidera godersi la vita, ma credo sia meglio

poterlo fare esultando e correndo senza sen-

tire il fi atone.

A buon intenditor...

Page 40: natural mind numero 6 2013

SFIDE & SPORT

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E’ sempre arduo stabilire qua-le sportivo, nell’ambito di una disciplina, è o è stato il

migliore al mondo. Metodi di al-lenamento, attrezzi, fi sicità, con-correnza rendono quasi sempre le epoche incomparabili. Anche le vittorie ed i primati sono soggetti alle stesse variabili e, quindi, alla stessa incomparabilità.Così è anche per lo sci, dove è ar-duo stabilire se Tomba sia stato più forte di Thoeni o se, entram-bi, debbano cedere la palma del migliore ad un toscano dai capelli radi, piccolo e minuto rispetto ai giganti che competono oggi sulle piste, che correva negli anni ’50,

insieme all’amica Celina Seghi.L’atleta in questione è Zeno Colò. il “Corriere della Sera” del 13 mag-gio 1993 ne annunciò, il giorno dopo, la morte titolando: “E’ morto Colò, il Signor Sci”. Un riconosci-mento che, se non vale oggi a de-fi nirlo più grande dei Thoeni e dei Tomba che vennero dopo, ne sta-bilisce perlomeno la statura epica, da proto eroe dello sci agonistico.Zeno era nato all’Abetone e sin da bambino aveva maturato un fee-ling particolare con la neve, che ri-usciva a dominare anche sui pendii dove gli altri si smarrivano. Vestito di maglione e pantaloni, il suo look standard, ai piedi i mitici sci di le-

Campionissimo dello sci anni ‘50L ’uovo di Colo’

Page 41: natural mind numero 6 2013

gno fermati allo scarpone da pri-mordiali attacchi a molla, nel 1948 “Blitz” Zeno Colò riuscì addirittura a toccare i 159,292 km/h, stabi-lendo il primato mondiale di velo-cità sugli sci di allora. Un’impre-sa che qualcuno defi nì pazzesca. Dopo aver iniziato a gareggiare a quattordici anni e fatto parte della nazionale già a quindici, Zeno fu coinvolto nella II guerra mondiale, subendo anche la prigionia, e poté riprendere l’attività agonistica solo nel 1947, a 27 anni suonati. La ve-locità, e quindi la discesa libera, era la sua gara. Ma Blitz apparte-neva a quella categoria superio-re di atleti completi che possono

primeggiare in qualsiasi disciplina. Dopo aver vinto tutto quello che da sempre fa la storia dello sci, Kandahar, Lauberhorn, Sestriere, Sankt Anton, Livrio, a trenta anni, per la prima volta nella sua vita, prese un aereo per Aspen, Colo-rado, dove si correvano i Mondiali del 1950. Lì, nella terra dei cerca-tori d’oro, Zeno Colò fece incetta di quel metallo, stupì gli americani sublimando la leggenda del “Si-gnor Sci”. Primo nello slalom gi-gante, secondo per soli tre decimi nello speciale, primo ancora nella discesa libera. In un percorso che il francese Oreiller defi nì “un con-corso di salto di 3400 metri, 800

SFIDE & SPORT

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Page 42: natural mind numero 6 2013

SFIDE & SPORT

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di dislivello, costellati di dossi, cu-nette, gobbe a non fi nire”, dette due secondi al primo avversario dietro di lui. Fu così che in America, dopo “l’uovo di Colombo”, scoprirono “l’uovo di Colò”. Zeno fu, infatti, il precursore di quella posizione a uovo che, rimpicciolendosi, con-sente tuttora allo sciatore di adat-tarsi meglio al terreno e di diminu-ire l’attrito dell’aria. In un lampo, Zeno Colò divenne un divo e gli americani, intuendone le poten-zialità commerciali, gli proposero

contratti fara-onici perché restasse negli States ad inse-gnare sci. Da gentiluomo, Zeno ringra-ziò per tanto onore e ritor-nò all’Abetone, a prepararsi per le Olimpia-di di Oslo del 1952. Vinse la discesa libera

a modo suo, tanto che i giornali scrissero: “Ha fatto del coraggio una scienza perfetta”, intrattenen-dosi con dovizia di particolari sulla sua meticolosa analisi del percor-so, risalito a piedi prima della gara per scoprirne in dettaglio i pas-saggi più diffi cili. Era all’apice della carriera ed avrebbe voluto chiudere in bellez-za vincendo i mondiali di Helsin-ki del 1954, ma l’ostracismo de coubertiniano dell’epoca contro il professionismo volle che Zeno in-corresse in una squalifi ca, peraltro

Page 43: natural mind numero 6 2013

SFIDE & SPORT

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mai sanzionata uffi cialmente, per aver dato il proprio nome ad una marca di scarponi e ad una tuta rivoluzionaria. Un laconico comu-nicato della Federazione Interna-zionale lo pregò di non partecipare alla gara e lui si vendicò a modo suo, da Grande Orso qual era. Chiese di scendere come apripi-sta e fece il miglior tempo. Quella squalifi ca gli pesò come un macigno fi no al 1989, quando gli venne tolta. Ma ormai un cancro causato dalle troppe sigarette l’a-veva ridotto a vivere con un solo polmone ed in miseria, avendo dovuto smettere di fare il mae-stro di sci, per quel motivo. Nel-lo stesso anno, la legge Bacchel-li gli aveva assegnato un vitalizio mensile di 800.000 lire per venirgli incontro. Da toscanaccio indomi-to, Zeno commentò: “Si dice che sono malato e in miseria. Malato sì, nel senso che non posso lavo-rare come ho sempre fatto, ma la parola “miseria” mi sembra un po’ forte e non mi piace molto”.

Olimpia

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C’erano una volta nella città di Campobasso, in Molise, un re e un Papa.

Il re si chiamava Riccardo ed era un politico importante. Invece il Papa ave-va scelto come nome Francesco ed era

un Papa bravis-simo; diceva del-le cose bellissi-me che aiutavano nella vita di tutti i giorni.Il Papa era così bravo che tutti andavano all’u-dienza per sentire cosa diceva.Re Riccardo co-

minciò ad ingelosirsi, diventava sempre più furioso. Allora decise di creare un piano per la sua vendetta contro Fran-cesco. Non avendo occasioni per fargli del male, pensò di uccidere molte per-

JUNIOR CLUB

Il Papa buono

Da questo numero di natural mind® vogliamo dare spazio a giovanissimi scrittori fra gli 8 e i 12 anni che vogliano raccontare una loro fi aba. Le bambine o bambini interessati possono inviare i loro scritti al seguen-te indirizzo email: [email protected]. Pubblicheremo quelli che riterremo più interessanti, comunicandolo prima alla piccola o al pic-colo scrittore.

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Page 45: natural mind numero 6 2013

JUNIOR CLUBsone in Marocco, così il Papa si sareb-be recato nello stato del delitto per consolare le famiglie dei defunti e lui avrebbe avuto l’occasione di ucciderlo senza essere “beccato”.Così accadde: il re fece una strage in Marocco e il Papa, premuroso, si recò sul luogo del delitto, cascando così nella trappola del malefi co Riccardo.Quando il Papa si trovava in una stra-dina con migliaia di persone intorno, il re cominciò a superare la gente e… giunto di fronte a Francesco… gli spa-

rò.Non lo colpì dove vo-leva, ma lo colpì ad

una gamba. R i c c a r d o era furio-

so. Eppure aveva fatto parec-chio male al Papa. Dopo lo sparo, portarono Fran-cesco di corsa all’ospedale più vicino, lo rico-vera-

rono subito, ma gli dovettero tagliare la gamba.Continuò a fare il Papa nonostante si trovasse sulla sedia a rotelle. Qualche tempo dopo, l’umile Papa andò al car-cere di Campobasso, dove perdonò re Riccardo che, a quanto pare, era stato catturato. Riccardo, da quel momento, divenne sacerdote (come il ragazzo di Santa Maria Goretti) e tutti vissero felici e contenti!

Caterina, 9 anni

Maria Goretti) e tutti vissero felici e contenti!

Caterina, 9 annigiunto di fronte a Francesco… gli spa-

rò.Non lo colpì dove vo-leva, ma lo colpì ad

una gamba. R i c c a r d o era furio-

so. Eppure aveva fatto parec-chio male al Papa. Dopo lo sparo, portarono Fran-cesco di corsa all’ospedale più vicino, lo rico-vera-

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Page 46: natural mind numero 6 2013

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L’ETA’ DEL NONNOCome nasce un libro

L’età del nonno, dopo quel-la del fi glio e del padre, è l’e-tà defi nitiva. Un’età che,

molto più delle altre, marca il tem-po e che, al suo inizio, può crea-re sgomento. Un’età che, oggi più che mai, segna il trapasso dai len-ti e naturali ritmi millenari della vita dell’uomo a quelli frenetici e sem-pre più artifi ciali dell’età moderna.L’annuncio del primo nipote in ar-rivo spalanca d’improvviso la pro-spettiva della vecchiaia. Risuona come la tromba del silenzio dopo una lunghissima giornata di marcia, esaltante e faticosa. Così, l’idea di diventare nonno può istintivamen-te far puntare i piedi nel tentati-vo di fermare il tempo o rallentarlo.Invece, quando ci si accomoda den-tro, si scopre che un nipote rega-la nuovi scopi e traiettorie alla vita,

offrendo l’occasione per un viaggio nella memoria alla ricerca di ciò che è stato e di ciò che potrà ancora es-sere. Un fi l rouge che ha stimolato Luciano Lupi a scrivere “Ciao Lo-renzo”, un libro, bello e tenero, ot-timamente recensito da stampa e lettori, una lettera d’amore da non-no a nipote, dall’ultima generazio-ne della terra alla prima delle stelle.Il dialogo del nonno con Lorenzo, il nipote nascituro, affronta temi impor-tanti diventando, pagina dopo pagi-na, una sorta di vademecum rigoro-so ma senza pregiudizi, affettuoso e delicato, intelligente e moderno, in grado di aiutare futuri neo geni-tori o nonni a fornire risposte con-crete ai tanti perché di fi gli e nipoti.

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“Ciao Lorenzo”,una lettera d’amore da nonno a nipote, dall’ultima generazione della terra alla prima delle stelle.

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LA POSTA DEI LETTORI

IL CLUB NATURAL MIND

Grande successo per la nostra ecorivista! Continuate a scriverci i vostri commenti all’indirizzo [email protected]; ci aiuteran-no a migliorare il magazine.

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i vostri commenti all’indirizzo [email protected]; ci aiuteran-

Bellissimo, complimenti per l’articolo e per il rac-

conto!Carlo

Bel lavoro.

Grazie

Marta

Grazie mille. Ho letto gli articoli

con molto piacere.

Buona giornata.

Marco

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mi sono emozionato nel leggere le attente memorie nella mitica P&G. Che gruppo fantastico, quanti talenti. Non basterebbero giorni, settimane per raccontare quelle esperienze uni-che ed indimenticabili. Luigi

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natural mind®, il magazine per chi ama l’aria, i viaggi e la natura edito da Make Tailored Advertising in collaborazione con FAITA FederCamping, è prodotto e distribuito nel rispetto dell’ambiente. I consumi di energia elet-trica legati alla produzione/invio delle newsletter di natural mind® del 2012 sono stati, infatti, certifi cati con “100% energia pulita Multiutility”.Certifi care i propri consumi energetici equivale ad utilizzare energia elettrica in-teramente prodotta da fonte rinnovabile: la certifi cazione "100% energia pulita” è basata sull'immissione in rete (tramite l'annullamento di certifi cati RECS) di un quantitativo di energia rinnovabile pari al consumo di energia legato alla produzione/invio del magazine, che dà diritto all'ottenimento di status "100% energia pulita” a favore dello stesso. Grazie a questa iniziativa è stata evitata l’e-missione in atmosfera di 700 Kg di CO2 e sono stati risparmiati 250 Kg di petrolio.

Il marchio "100% energia pulita Multiutility" che ap-pare sulla newsletter, marchio di proprietà di Multiutili-ty S.p.A. registrato a livello europeo e che viene conces-so solamente a chi rispetta l’ambiente, è l’attestazione della scelta etica che ha effettuato l’editore di natural mind®.

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I certi� cati RECS (Renewable Energy Certi� cate System) sono titoli che attestano la produzione di ener-gia elettrica da fonte rinnovabile per una taglia minima pari a 1 MWh e favoriscono la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile dagli impianti che altrimenti non avrebbero le condizioni economi-che per continuare a produrre energia "verde". I certi� cati RECS sono distinti dall'erogazione � sica dell'elettricità e la loro emissione consente la com-mercializzazione dei certi� cati stessi anche separatamente dall'energia elettrica cui fanno riferimento. Mediante il loro consumo, l'acquirente � nanzia l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili testimo-niando, pertanto, il suo impegno a favore dell'ambiente.