Modulo 1. Biomasse - unibo.it · 2019-12-16 · Modulo 1. Biomasse Sezione 1.2: Analisi del...
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Corso di Impianti Meccanici – Laurea Magistrale
Modulo 1. Biomasse
Sezione 1.2: Analisi del processo di combustione di
biomassa solida
Prof. Ing. Cesare Saccani
Prof. Ing. Augusto Bianchini
Dott. Ing. Marco Pellegrini
Dipartimento di Ingegneria Industriale (DIN) - University of Bologna
Viale Risorgimento 2, 40136, Bologna – Italy1
Introduzione: modalità di formazione delle diossine
Analisi della combustione di una singola unità di
biomassa
Agenda
La regolazione in camera di combustione
2
La composizione delle biomasse in termini di costituenti principali (cellulosa,
emicellulosa e lignina) è in realtà difficilmente ottenibile, data l’elevata complessità
dell’analisi. E’ molto più frequente una conoscenza della composizione elementare in
termini di atomi costituenti, di cui un esempio è riportato in tabella. Questa composizione
elementare fornisce quindi informazioni su precursori di emissioni inquinanti quali azoto,
zolfo o cloro. La presenza di cloro, carbonio e ossigeno in processi di combustione
segnala il rischio della formazione di diossine.
Introduzione: meccanismi di formazione delle diossine
3
La diossina è tra le sostanze di sintesi più tossiche in assoluto.
Le diossine vengono generate come sottoprodotti non voluti di numerosi processi di
produzione, utilizzazione e smaltimento del cloro e dei suoi derivati. Le emissioni
industriali di diossine possono essere trasportate per grandi distanze dalle correnti
atmosferiche, e, in misura minore, dai fiumi e dalle correnti marine.
Le diossine sono chimicamente degradabili in pochi giorni dalla radiazione solare
ultravioletta in presenza di donatori di ioni idrogeno; se invece vengono dilavate nel
terreno, si legano al materiale organico ivi presente e permangono per lunghi periodi di
tempo (anni); vengono così trasferite tramite la catena alimentare e possono accumularsi
nei tessuti grassi, tanto degli animali quanto dell’uomo.
Le diossine sono una classe di composti organici aromatici
clorurati la cui struttura fondamentale consiste in due anelli
benzenici legati da due atomi di ossigeno e legati con uno o più
atomi di cloro.
Introduzione: meccanismi di formazione delle diossine
4
Le diossine sono un gruppo di 75 composti noti come policlorodibenzo-p-diossine
(PCDD). Allo stesso modo, furani (PCDF o policlorodibenzofurani) e policlorobifenili
(PCB) sono un gruppo di 135 e 209 composti, rispettivamente. Questi elementi chimici
sono gruppi di composti clorurati con caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche
simili.
Di queste sostanze chimiche, 7 diossine, 10 furani e 12 PCB «dioxin-like» (DL-PCB),
contenenti da 4 a 8 atomi di cloro, sono tra i più tossici e bioaccumulabili, e
rappresentano un grave rischio per la salute.
La tossicità di questi composti varia di oltre cinque ordini di grandezza e dipende in larga
misura dal numero e dalla posizione degli atomi di cloro. La tossicità complessiva di una
miscela di diossine è generalmente espresso come tossicità equivalente (TEQ, Toxic
Equivalent) al componente 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-diossina (2,3,7,8-TCDD), che è la
più tossica di queste 29 diossine, furani e composti «dioxin-like».
A partire dal 1990 diversi paesi europei hanno fissato limiti di emissione rigorosi per le
diossine. In particolare, è stato fissato un limite di 0,1 ng-TEQ/Nm3 nei fumi prodotti dagli
impianti di termovalorizzazione.
Introduzione: meccanismi di formazione delle diossine
5
Il processo di combustione della biomassa
Introduzione: meccanismi di formazione delle diossine
del tar
6
I processi di formazione delle diossine sono particolarmente complessi ed ancora non
completamente noti. In generale, si fa riferimento a due principali meccanismi di
formazione [4, 6, 8, 10]:
i. La produzione a temperature relativamente basse (200-400°C) per reazione sulle
superfici di particolato carbonioso come la fuliggine (soot) e ceneri volanti (fly ash)
contenenti metalli che fungono da catalizzatori (“de novo synthesis”).
ii. La produzione a temperature relativamente alte (500-800°C) in fase gassosa
(omogenea) a partire da sostanze chiamate precursori, come clorofenoli o
clorobenzeni (“pyrosynthesis”).
I meccanismi di produzione si differenziano quindi per due importanti aspetti: il range di
temperatura nel quale avviene formazione di diossine e il tipo di precursore (particelle
solide nel caso della “de novo synthesis”, composti gassosi per la “pyrosynthesis”).
La letteratura si è concentrata particolarmente sullo studio della produzione di diossine
a bassa temperatura in quanto sono quelle prodotte in quantità maggiori.
Introduzione: meccanismi di formazione delle diossine
7
Grafico qualitativo normalizzato della velocità di formazione delle diossine in funzione
della temperatura per i meccanismi di formazione di pyrosynthesis e de novo syntesis
In generale, le concentrazioni di diossine rilevate vengono normalmente espresse in ng/g
di cenere volatile (fly-ashes) nel processo di de novo synthesis, ed in ng/Nm3 di fumi allo
scarico per quanto riguarda il processo di pyrosynthesis. Tali dati, così espressi, non
sono immediatamente confrontabili tra loro se non attraverso un procedimento di
normalizzazione. Il grafico in figura deriva da una attività di analisi della letteratura sui
processi di formazione delle diossine e successiva normalizzazione dei parametri con
cui sono espresse le emissioni di diossine.
Introduzione: meccanismi di formazione delle diossine
0,00E+00
2,00E-05
4,00E-05
6,00E-05
8,00E-05
1,00E-04
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
0 200 400 600 800 1000
V/V
max
Temperatura [°C]8
Per la curva della de novo synthesis (rossa in figura), sono stati elaborati i valori
presentati da Stanmore [24], che esprime i dati in ng di diossine per grammo di cenere
volante. Considerando che circa il 3% in peso del combustibile si trasforma in fly-ashes
(dato medio del termovalorizzatore di rifiuti solidi urbani di Forlì), si moltiplicano le
concentrazioni di Stanmore per 30, ottenendo la concentrazione espressa come ng di
diossine/kgc, dove con kgc è indicato il kg di combustibile costituito dal rifiuto trattato dal
termovalorizzatore. Dal momento che i precursori di partenza (elementi che favoriscono
la formazione di diossine e talvolta le ospitano, come ad esempio particelle solide) e i
tempi di residenza sono i medesimi per i vari esperimenti condotti da Stanmore alle
diverse temperature, si può ipotizzare che, per una data temperatura, la concentrazione
di diossine rilevata sia proporzionale alla velocità di formazione delle diossine stesse.
Tale velocità è stata graficata in figura in forma adimensionale rispetto alla velocità
massima. La formazione di diossine raggiunge un massimo per temperature di circa300°C (108 mg/kgc formati in 2 ore, secondo quanto riportato da Stanmore).
Introduzione: meccanismi di formazione delle diossine
0,00E+00
2,00E-05
4,00E-05
6,00E-05
8,00E-05
1,00E-04
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
0 200 400 600 800 1000
V/V
max
Temperatura [°C] 9
I dati sperimentali sono rappresentati da una curva di interpolazione gaussiana
all’interno dell’intervallo di temperatura T (K) considerato.
i. Il parametro «a» agisce sulla funzione con un cambio di scala rispetto all’asse y
(valore massimo della funzione);
ii. Il parametro «b» agisce sulla posizione dell’asse di simmetria della curva (valore di
temperatura corrispondente alla massima velocità di formazione delle diossine,
legata al concetto di valore medio).
iii. Il parametro «c» agisce sulla funzione con un cambio di scala rispetto all’asse x
(ampiezza della curva, legata al concetto di varianza);
Introduzione: meccanismi di formazione delle diossine
De novo synthesis
a
(altezza della curva)1
b
(Temperatura in K
in corrispondenza
del massimo)
573,15
c
(ampiezza curva)55
σ2: varianza
μ: valor medio
10
Il secondo studio è relativo all’esperienza di Sidhu (curva arancione), dove la
concentrazione iniziale di precursori è assai più elevata (68700 μg/Nm3). È evidente come
la velocità di formazione di diossine per pyrosynthesis sia fortemente condizionata dalla
quantità di precursori in gioco. Infatti, all’aumentare della concentrazione di precursori
diminuisce la distanza che le molecole devono percorrere per interagire tra loro ed
aumenta la probabilità di dare luogo alla formazione di diossina. Secondo Huang e
Buekens [26] la concentrazione di precursori in gioco in un inceneritore è dell’ordine di
10 μg/Nm3: ciò suggerisce come la de-novo synthesis possa essere considerata come il
principale meccanismo di formazione da diossine.
Concentrazione di precursori per la
pyrosynthesis
Per la pyrosynthesis, vengono
riportati, su scale diverse, i risultati di
due differenti studi. Un primo studio
(già graficato in precedenza) è relativo
all’esperienza di Shaub e Tsang [25]
(curva blu). L’esperienza è stata
condotta con una concentrazione
iniziale di precursori attivabili
(triclorofenolo) pari a 300 μg/Nm3.
0,00E+00
5,00E-01
1,00E+00
1,50E+00
2,00E+00
2,50E+00
3,00E+00
0
0,00001
0,00002
0,00003
0,00004
0,00005
0,00006
0,00007
0 200 400 600 800 1000
V/V
max
-de
no
vo
Temperatura [°C]
Introduzione: meccanismi di formazione delle diossine
11
Anche per la pyrosynthesis è stata necessaria un’elaborazione dei dati per riportare le
concentrazioni espresse in μg/Nm3 e in μg/kgcomb. Per fare questo si è utilizzata l’analisi
chimica di un campione di materiale da rifiuto solido urbano (RSU #2920 del Phyllis
database) al fine di calcolare il rapporto stechiometrico aria/combustibile. Tale rapporto
viene poi incrementato del 75% per tenere conto dell’eccesso d’aria (valore medio nella
combustione nel caso di rifiuti solidi urbani). A questo punto sono noti i Nm3fumo/kgcomb e
pertanto risultano noti i μg/kgcomb dal prodotto:
In figura A è mostrata la posizione del
combustibile considerato (PCI 17,4
MJ/kg) all’interno del Diagramma
triangolare di Tanner.
In figura B è riportato il diagramma
triangolare di Tanner per il metano
dove ABC è il triangolo della
combustione. Si vede da questo
diagramma che per una percentuale
di inerti pari al 0%, la percentuale di
CH4 per avere combustione è
compresa fra il 6-7% e il 20%.
Introduzione: meccanismi di formazione delle diossine
𝝁𝒈𝒅𝒊𝒐𝒔𝒔𝑵𝒎𝟑
𝒇𝒖𝒎𝒐×𝑵𝒎𝟑
𝒇𝒖𝒎𝒐
𝒌𝒈𝒄𝒐𝒎𝒃
Figura A. Diagramma di Tanner per
biomassa con PCI 17,4 MJ/kg
Figura B. Diagramma di Tanner
per metano.
100%
80%
60%
40%
20%
0%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
CH4, [%]
Ari
a,
[%]
12
La figura evidenzia tre zone di relativa
“calma”: non si verificano problemi di
formazione di diossine quando le
temperature permangono sotto i 150°C,
o restano in un intorno tra 400 e 500°C o
quando le temperature salgano sopra gli
800°C.
E’ da notare che se anche gli andamenti
delle reazioni di de-novo synthesis e
pyrosynthesis assumono dinamiche
simili, sono però molto differenti: circa 5
ordini di grandezza di differenza!
0,00E+00
2,00E-05
4,00E-05
6,00E-05
8,00E-05
1,00E-04
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
0 200 400 600 800 1000
V/V
max
Temperatura [°C]
Introduzione: meccanismi di formazione delle diossine
De novo
synthesisPyrosynthesis
a
(altezza della curva)1 5,8E-05
b
(Temperatura in K
in corrispondenza
del massimo)
573,15 923,15
c
(ampiezza curva)55 220
13
Introduzione: meccanismi di formazione delle
diossine
Analisi della combustione di una singola unità di
biomassa
Agenda
La regolazione in camera di combustione
14
La temperatura di combustione della biomassa è un parametro difficile da controllare a
causa della natura disomogenea, anisotropa e morfologicamente irregolare del
combustibile. Oltre a ciò esistono numerosi fattori, impiantistici e di processo, che
possono allontanare notevolmente le condizioni reali di combustione da quelle
teoricamente ottimali previste in sede progettuale.
Si consideri, ad esempio, un’unità di combustibile di forma cilindrica investita dall’aria
comburente come indicato in figura, ove sono trascurati gli effetti derivanti dall’altezza
finita dell’oggetto. Si può intuire come la vena fluida dell’aria che lambisce la biomassa
generi zone a temperatura diversa in ogni punto della superficie interessata dalla
fiamma, a causa della diversa portata di aria che interagisce, in ogni punto, con la
superficie laterale del cilindro.
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
15
L’obiettivo della regolazione in camera di combustione dovrebbe essere quello di
mantenere la temperatura non solo mediamente, bensì anche localmente alta (800 : 850
°C). In questo modo è possibile evitare la formazione delle diossine attraverso il
processo di pyrosynthesis.
Per poter fare ciò è necessario mantenere il più possibile costante il rapporto
aria/combustibile, che, come verrà mostrato nelle slide successive, cambia al variare
della superficie di combustione e della velocità di combustione.
Per poter tenere controllati i suddetti parametri, a livello di caldaia, si può agire in due
direzioni:
i. Modulare la portata di aria in funzione dello stato di avanzamento della combustione;
ii. Omogeneizzare il più possibile i parametri termo-fluidodinamici in camera di
combustione al fine di far coincidere i valori medi con quelli puntuali (portata di
combustibile, portata di aria, temperatura di combustione).
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
16
Per poter controllare anche localmente i parametri di combustione è necessario
individuare alcune caratteristiche del combustibile:
i. il rapporto superficie/volume della singola unità non può modificare, al suo ingresso
in camera di combustione, la media degli elementi che, ad un certo istante,
partecipano alla combustione, altrimenti l’introduzione di un nuovo elemento
andrebbe a variare significativamente il rapporto aria/superficie dell’intera massa di
combustibile.
ii. un valore molto alto del rapporto superficie/volume (ad esempio, segatura dalla
lavorazione del legno) e, quindi, di fatto poco variabile durante la combustione, è utile
per una corretta gestione dei parametri in camera di combustione, ma potrebbe
introdurre alcune complicazioni gestionali come i costi di trasporto elevati per la
bassa densità energetica. Difatti, la segatura ha una densità energetica dalle 3 alle 4
volte inferiore al pellet. La segatura è dunque adatta alla valorizzazione energetica in
impianti attigui a quelli di produzione (falegnamerie, industria del legno, etc…).
iii. quando il rapporto superficie/volume del singolo elemento combustibile è, all’origine,
molto basso (ad esempio, legna da ardere in ciocchi), al procedere della ossidazione
la dimensione dell’elemento si riduce, aumentando il rapporto stesso. In questo caso,
quindi, il rapporto superficie/volume varia notevolmente, ed è influenzabile dalla
modalità di alimentazione del combustibile.
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
17
Il pellet è
i. per rapporto superficie/volume (circa due ordini di grandezza superiore alla legna da
ardere in ciocchi),
ii. per densità energetica (dalle 3 alle 4 volte superiore alla segatura, se riferita alla
densità in mucchio),
iii. per ripetitività dei rapporti dimensionali (EN 14961),
iv. per facilità di gestione all’interno dell’impianto,
uno degli elementi che meglio si presta ad una combustione ad elevata efficienza
energetica e ridotto impatto ambientale.
I pellet sono piccoli cilindretti di legno pressato. La
materia prima è costituita da resti naturali del legno,
come trucioli o segatura. I tipici produttori di pellet sono
grandi segherie e falegnamerie, dove la materia prima
per il pellet è un prodotto secondario e grazie a questo
nascono delle sinergie nel ciclo di produzione.
Trafila per la produzione di pellet
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
18
Per la produzione di una tonnellata di pellet (densità circa 1200 kg/m3 , densità apparente
circa 600 kg/m3), occorrono dai sei agli otto metri cubi di trucioli e segatura (densità
apparente circa 200 kg/m3).
La differente umidità presente nei diversi tipi di legno e la grandezza dei trucioli e della
segatura sono variabili di fondamentale importanza. Per raggiungere una qualità
costante della materia prima con un’umidità residua ben determinata, la segatura è
anticipatamente essiccata e pulita dalle impurità.
Dopo la preparazione della materia prima, il materiale è trasportato tramite una coclea
alle presse. Degli appositi cilindri pressano il materiale attraverso i fori di una matrice.
Dopo la pressatura, i pellet caldi sono tagliati alla lunghezza desiderata e raffreddati con
l’aria ambiente.
Il consumo d’energia necessario alla produzione e alla distribuzione del pellet partendo
da resti secchi del legno è molto minore a quello richiesto dal metano o dal gasolio. Il
consumo d’energia per la produzione e la distribuzione del pellet corrisponde a solo il
2,7% dell’energia finale, rispetto al 10% del metano e al 12% del gasolio (valori
orientativi). Se per la pellettizzazione si usa segatura umida o resti della lavorazione del
bosco, il dispendio d’energia aumenta a causa dell’alto contenuto d’acqua.
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
19
Per comprendere il processo di combustione di una biomassa ligneo–cellulosica
prodotta nel formato del pellet si propone il seguente modello semplificato: si consideri
una generica unità di combustibile cilindrica (UNI EN 14961-1) di raggio r e altezza h.
r
h
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
Introducendo la definizione di rapporto di forma
k=h/r, considerato costante durante la combustione,
il volume V dell’unità di combustibile si può dunque
scrivere come:
𝑽 = 𝝅 ∙ 𝒓𝟐 ∙ 𝒉
𝒌 =𝒉
𝒓
𝑽 = 𝝅 ∙ 𝒓𝟐 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓 = 𝝅 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟑
20
Il volume di combustibile Vc interessato dall’ossidazione è costituito solamente dalla
superficie esterna del cilindro, la quale, nell’ipotesi di allontanamento istantaneo della
cenere, andrà riducendosi progressivamente col procedere della combustione.
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
Con riferimento alla figura si può quindi definire il volume
elementare di combustibile effettivamente coinvolto nel
processo di combustione Vc in un determinato istante come
la variazione infinitesima dV del volume V calcolato in
precedenza:
r
dr
hd
h
Indicando con ρ la densità del combustibile e con Gc la
portata in massa del singolo elemento di combustibile
coinvolta nel processo di combustione in un determinato
istante, risulta:
𝑽𝒄 = 𝒅𝑽 = 𝒅 𝝅 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟑 = 𝟑𝝅 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟐 ∙ 𝒅𝒓
𝑮𝒄 = 𝝆 ∙𝒅𝑽
𝒅𝒕= 𝝆 ∙
𝑽𝒄𝒅𝒕
= 𝟑𝝅 ∙ 𝝆 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟐 ∙𝒅𝒓
𝒅𝒕
21
Si definisce velocità di propagazione della fiamma (vpf) in direzione normale alle superfici
del cilindro il rapporto tra la portata volumetrica istantanea di combustibile dV/dt e la
superficie del cilindro Sc esposta alla fiamma.
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
Il coefficiente k’ rappresenta la funzione di trasferimento tra la velocità di propagazione
della fiamma vpf e l’avanzamento radiale dr/dt della stessa. La velocità di propagazione
della fiamma vpf dipende fondamentalmente da i) qualità del combustibile, ii) quantità di
inerti e iii) quantità di acqua (umidità).
Quindi, a valle di un processo di trattamento (essiccazione) del combustibile, la velocità
di propagazione della fiamma vpf di un dato elemento si può assumere costante.
𝒗𝒑𝒇 =𝒅𝑽
𝒅𝒕∙𝟏
𝑺𝒄=𝑽𝒄𝑺𝒄
∙𝟏
𝒅𝒕
𝑺𝒄 = 𝟐𝛑 ∙ 𝒓 ∙ 𝒉 + 𝟐𝝅 ∙ 𝒓𝟐
𝒉 = 𝒌 ∙ 𝒓
𝑽𝒄 = 𝟑𝝅 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟐 ∙ 𝒅𝒓
𝒗𝒑𝒇 =𝟑𝝅 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟐
𝟐𝛑 ∙ 𝒓 ∙ 𝒉 + 𝟐𝝅 ∙ 𝒓𝟐∙𝒅𝒓
𝒅𝒕=
𝟑 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟐
𝟐 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟐 + 𝟐 ∙ 𝒓𝟐∙𝒅𝒓
𝒅𝒕=
=𝟑 ∙ 𝒌
𝟐 ∙ (𝒌 + 𝟏)∙𝒅𝒓
𝒅𝒕= 𝒌′
𝒅𝒓
𝒅𝒕
22
Influenza del fattore di forma k sull’avanzamento radiale dr/dt
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
0,000,100,200,300,400,500,600,700,800,901,001,101,201,301,401,50
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
Fattore di forma k=h/r
Rap
po
rto
k’/
k’ ∞
Co
eff
icie
nte
k’
Esiste dunque una relazione di proporzionalità inversa tra k’ e la velocità di avanzamento
radiale della fiamma dr/dt. La figura riporta l’andamento di k’ al variare di k. Come si può
notare, a bassi valori di k (k<2) corrispondono valori di k’ inferiori alla unità.
Conseguentemente, si hanno valori elevati di dr/dt. Con k=2, si ottiene k’=1 e
l’uguaglianza tra velocità di propagazione della fiamma vpf e dr/dt. Infine, per elevati
valori di k (k∞) il coefficiente k’ tende ad un valore asintotico pari a 1,5, con conseguente
minimizzazione del rapporto dr/dt.
• k < 2 k’ < 1 |dr/dt| elevato
• k = 2 k’ = 1 |dr/dt| = vpf
• k > 2 k’ > 1 |dr/dt| basso
• k tende a ∞ k’ 1,5 dr/dt
minimo
𝒗𝒑𝒇 = −𝒌′ ∙𝒅𝒓
𝒅𝒕= 𝒄𝒐𝒔𝒕
𝒌′ =𝟑 ∙ 𝒌
𝟐 ∙ 𝒌 + 𝟏= 𝒄𝒐𝒔𝒕
𝒅𝒓
𝒅𝒕= 𝒄𝒐𝒔𝒕
𝒌 =𝒉
𝒓
23
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
0,000,100,200,300,400,500,600,700,800,901,001,101,201,301,401,50
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
Fattore di forma k=h/r
Rap
po
rto
k’/
k∞
Co
eff
icie
nte
k’
Risulta quindi che:
i. Bassi valori di k (k<2) pellet di
combustibile di forma schiacciata
(vedi fig. a) elevati dr/dt;
ii. Per k=2 h del cilindro è uguale a
d la forma del pellet è quella che
più si avvicina ad una sfera
(massimo rapporto tra volume e
superficie esterna, come mostrato
in figura b), il coefficiente k’
assume il valore 1 e vpf = dr/dt;
iii. Per elevati valori di k pellet di
combustibile di forma allungata
(vedi fig. c) dr/dt minimo.
Quindi: a parità di massa introdotta in camera di combustione, il pellet di
forma schiacciata si consuma più rapidamente (dr/dt ↑) del pellet «classico»
(forma allungata), ovvero esprime una potenza maggiore.24
La portata d’aria Gat viene quindi identificata in base a:
i. portata di combustibile (ovvero dal raggio r e dal rapporto di forma k),
ii. composizione chimica del combustibile (che determina gast).
Dalla espressione già vista in precedenza, la portata in massa del singolo elemento di
combustibile coinvolta nel processo di combustione è in funzione della velocità di
propagazione di fiamma pari a:
risulta evidente come la portata istantanea Gc di combustibile coinvolto nella
combustione diminuisca in modo assai significativo al diminuire del raggio r dell’unità di
combustibile.
Detti gast il valore dell’aria stechiometrica per la combustione di 1 kg di prodotto (kg di
aria per kg di combustibile), ed et l’eccesso d’aria teorico stabilito per la combustione
(che dovrebbe rimanere complessivamente costante al procedere della combustione), la
portata di aria teorica totale Gat necessaria per il completamento della portata istantanea
Gc si calcola come segue:
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
𝑮𝒄 = 𝟑𝝅 ∙ 𝝆 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟐 ∙𝒅𝒓
𝒅𝒕= 𝟑𝝅 ∙ 𝝆 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟐 ∙
𝒗𝒑𝒇
𝒌′= 𝟐𝝅 ∙ 𝝆 ∙ 𝒓𝟐 ∙ (𝒌 + 𝟏) ∙ 𝒗𝒑𝒇
𝑮𝒂𝒕 = 𝒈𝒂𝒔𝒕 ∙ 𝟏 + 𝒆𝒕 ∙ 𝑮𝒄
25
𝒌′ =𝟑 ∙ 𝒌
𝟐 ∙ (𝒌 + 𝟏)
In realtà, durante la combustione, ad ogni instante t il volume del singolo elemento si
riduce, mentre la portata d’aria reale di combustione introdotta, essendo solitamente
fornita con circolazione forzata, resta costante (Ga = costante), così come costante è la
portata d’aria stechiometrica gast.
Di conseguenza, l’eccesso di aria reale e varia durante il processo di combustione,
contrariamente a quanto desiderato, ovvero aumenta al diminuire della portata di
combustibile interessata alla combustione Gc.
Se definiamo l’indice d’aria λ come:
Possiamo scrivere:
L’incremento indesiderato dell’indice d’aria λ porta ad una variazione del rapporto
aria/combustibile e, quindi, ad un cambiamento della temperatura di combustione.
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
𝑮𝒂 = 𝒈𝒂𝒔𝒕 ∙ 𝟏 + 𝒆 ∙ 𝑮𝒄 = 𝒄𝒐𝒔𝒕 → 𝟏 + 𝒆 ∙ 𝑮𝒄 = 𝒄𝒐𝒔𝒕
𝝀 = 𝟏 + 𝒆
𝑮𝒂 = 𝒈𝒂𝒔𝒕 ∙ 𝝀 ∙ 𝑮𝒄
26
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
(bilancio di massa)
𝑮𝒇 = 𝑮𝒄 + 𝑮𝒂
GaGf
Gc
Bilancio di massa e bilancio energetico
- Gf : portata in massa dei prodotti della combustione
(fumi), comprendente sia la fase gassosa che quella
solida, ovvero fly ash (ceneri volanti) e bottom ash
(ceneri di fondo);
- Δha, Δhc, Δhf : le variazioni specifiche di entalpia (in
kJ/kg), rispettivamente, di aria, combustibile e fumi
rispetto ad una condizione di riferimento comune
(temperatura di riferimento Trif);
-ki : potere calorifico inferiore del combustibile
espresso in kJ/kg;
-Ta : la temperatura di ingresso dell’aria.
𝑮𝒂 ∙ 𝚫𝒉𝒂 + 𝑮𝒄 ∙ 𝚫𝒉𝒄 + 𝑮𝒄 ∙ 𝒌𝒊 = 𝑮𝒇 ∙ 𝚫𝒉𝒇
𝑮𝒂 ∙ 𝒄𝒑𝒂 ∙ (𝑻𝒂 − 𝑻𝒓𝒊𝒇) + 𝑮𝒄 ∙ 𝚫𝒉𝒄 + 𝑮𝒄 ∙ 𝒌𝒊 = 𝑮𝒇 ∙ 𝒄𝒑𝒇 ∙ (𝑻𝒇 − 𝑻𝒓𝒊𝒇)
(bilancio di energia) → Si trascura il contributo entalpico del combustibile.
27
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
Si noti come la temperatura dei fumi Tf diminuisca all’aumentare del rapporto Ga/Gc il
quale, poiché Ga è ipotizzata costante, aumenta al diminuire di Gc.
Si consideri la temperatura di riferimento Trif pari alla temperatura ambiente Tamb. Nel
caso in cui non ci sia preriscaldamento dell’aria in ingresso, la temperatura di ingresso
Ta è pari a quella ambiente Tamb.
𝑮𝒂 ∙ 𝒄𝒑𝒂 ∙ (𝑻𝒂 − 𝑻𝒓𝒊𝒇) + 𝑮𝒄 ∙ 𝒌𝒊 = 𝑮𝒇 ∙ 𝒄𝒑𝒇 ∙ (𝑻𝒇 − 𝑻𝒓𝒊𝒇)
𝑻𝒓𝒊𝒇 = 𝑻𝒂 = 𝑻𝒂𝒎𝒃
→ 𝑮𝒄 ∙ 𝒌𝒊 = (𝑮𝒂+𝑮𝒄) ∙ 𝒄𝒑𝒇 ∙ (𝑻𝒇 − 𝑻𝒂𝒎𝒃) → 𝑻𝒇−𝑻𝒂𝒎𝒃 =𝑮𝒄 ∙ 𝒌𝒊
(𝑮𝒂+𝑮𝒄) ∙ 𝒄𝒑𝒇
𝑻𝒇 = 𝑻𝒂𝒎𝒃 +𝑮𝒄 ∙ 𝒌𝒊
(𝑮𝒂+𝑮𝒄) ∙ 𝒄𝒑𝒇= 𝑻𝒂𝒎𝒃 +
𝒌𝒊𝑮𝒂𝑮𝒄
+ 𝟏 ∙ 𝒄𝒑𝒇
28
Si consideri ora un’unità di combustibile cilindrica, di raggio iniziale r0 e di volume
iniziale V0. Si indichi con %Vr la frazione di combustibile residuo (numero compreso fra 0
ed 1) rispetto al volume iniziale. Esprimendo V ed r in funzione del tempo,
V(t) = k π r3(t) si ha:
Riprendendo ora l’espressione relativa alla temperatura dei fumi Tf, si sostituiscono le
seguenti espressioni per la portata di combustibile disponibile Gc (variabile nel tempo) e
la portata di aria reale Ga, la quale è funzione della dimensione iniziale dell’unità di
combustibile r0 (cioè la quantità di portata di aria è definita in base alle condizioni di
partenza del combustibile).
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
%𝑽𝒓 =𝑽(𝒕)
𝑽𝟎=
𝝅∙𝒌∙𝒓𝟑(𝒕)
𝝅∙𝒌∙𝒓𝟎𝟑 → 𝒓(𝒕) = 𝒓𝟎 ∙
𝟑 %𝑽𝒓=>𝒓𝟎
𝒓 𝒕= 𝟏/𝟑 %𝑽𝒓
𝑮𝒂 = 𝒈𝒂𝒔𝒕 ∙ 𝝀 ∙ 𝟑𝝅 ∙ 𝝆 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟎𝟐 ∙
𝒅𝒓
𝒅𝒕= 𝒄𝒐𝒔𝒕
𝑮𝒄 = 𝟑𝝅 ∙ 𝝆 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟐 ∙𝒅𝒓
𝒅𝒕
𝑻𝒇 = 𝑻𝒂𝒎𝒃 +𝒌𝒊
𝑮𝒂𝑮𝒄
+ 𝟏 ∙ 𝒄𝒑𝒇
Sostituisco e ottengo…
29
Essendo𝒓𝟎
𝒓 𝒕= 𝟏/𝟑 %𝑽𝒓
ki, cpf, gast sono valori legati alle caratteristiche del combustibile e in prima
approssimazione possono essere assunti invarianti durante il processo.
La temperatura dei prodotti di combustione dipende quindi dalla percentuale di volume
di combustibile residuo %Vr e dall’indice di aria λ (ovvero dall’eccesso d’aria e).
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
𝑻𝒇 = 𝑻𝒂𝒎𝒃 +𝒌𝒊
𝟑𝝅 ∙ 𝒈𝒂𝒔𝒕 ∙ 𝝀 ∙ 𝝆 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟎𝟐 ∙
𝒅𝒓𝒅𝒕
𝟑𝝅 ∙ 𝝆 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟐 ∙𝒅𝒓𝒅𝒕
+ 𝟏 ∙ 𝒄𝒑𝒇
=
= 𝑻𝒂𝒎𝒃 +𝒌𝒊
𝒈𝒂𝒔𝒕 ∙ 𝝀 ∙ 𝒓𝟎𝟐
𝒓𝟐+ 𝟏 ∙ 𝒄𝒑𝒇
= 𝑻𝒂𝒎𝒃 +𝒌𝒊
𝒈𝒂𝒔𝒕 ∙ 𝝀𝟑%𝑽𝒓
𝟐+ 𝟏 ∙ 𝒄𝒑𝒇
30
Osservando la figura si può notare quanto l’umidità (u) contenuta all’interno del
combustibile influisca sulle massime temperature di combustione raggiungibili,
facendole diminuire sensibilmente. Poiché nell’ambito della combustione della biomassa
si opera sempre con λ>1, l’equazione determinata in precedenza si può considerare una
valida approssimazione.
Confrontando i dati di letteratura con l’equazione
precedente si può osservare che, fissato %Vr:
i. L’andamento di Tf è antitono per valori di λ≥1
(coerentemente con l’equazione determinata
in precedenza).
ii. Per λ<1, Tf diminuisce perché il combustibile
viene ossidato solo parzialmente.
iii. Il valore teorico massimo della temperatura
si ha per combustioni in condizioni
stechiometriche, in cui l’indice d’aria λ vale 1
(in realtà, per λ=1, Tf non raggiunge il valore
massimo a causa della non completa
ossidazione del combustibile).
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
λ
Tf
31
Applicazione del modello ad un esempio numerico
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
Si consideri la combustione di un singolo elemento di combustibile (pellet). I dati relativi al pellet e alle
condizioni di combustione necessari per lo svolgimento delle considerazioni seguenti sono riportati nella
tabella seguente.
Obiettivi:
1. Calcolare la temperatura dei fumi di
combustione al procedere della combustione e
dunque della riduzione del volume residuo di
combustibile;
2. Calcolare la portata di combustibile;
3. Calcolare l’eccesso d’aria reale durante la
combustione.
Dati di calcolo
Densità pellet ρ [kg/m3] 1180
Potere calorifico inferiore ki [MJ/kg] 16,3 (classe A2*)
Raggio iniziale elemento di combustibile r0, [mm] 5 (D 10*)
Rapporto di forma k, [mm/mm] 4
Altezza iniziale elemento di pellet h0, [mm] 20 (= 𝑘 ∙ 𝑟0)
Rapporto aria/combustibile stechiometrico gat [kga/kgc] 5,79
Velocità di propagazione della fiamma vpf, [mm/min] 4
Eccesso d’aria assunto all’istante iniziale e0, [%] 30
Calore specifico dei prodotti di combustione cpf, [kJ/kgK] 1
Temperatura ambiente Tamb, [°C] 20
*In accordo alla UNI EN 14961-1:2011
32
Applicazione del modello ad un esempio numerico: calcolo della temperatura dei prodotti di
combustione in funzione della percentuale di volume di combustione %Vr
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
Dove l’indice di aria iniziale risulta: 𝜆0 = 1 + 𝑒0 = 1 + 0,30 = 1,30
𝑻𝒇 = 𝑻𝒂𝒎𝒃 +𝒌𝒊
𝒈𝒂𝒕 ∙ 𝝀𝟑%𝑽𝒓
𝟐+ 𝟏 ∙ 𝒄𝒑𝒇
= 𝟐𝟎 +𝟏𝟔. 𝟑𝟎𝟎
𝟓, 𝟕𝟗 ∙ 𝟏, 𝟑𝟎𝟑%𝑽𝒓
𝟐+ 𝟏 ∙ 𝟏
Con i dati a disposizione è possibile calcolare e
diagrammare la temperatura dei prodotti di
combustione in funzione dalla percentuale di
volume di combustibile residuo %Vr e dell’eccesso
di aria.
All’istante iniziale (Vr = 100%) la temperatura teorica dei fumi risulta pari a:
𝑻𝒇 = 𝑻𝒂𝒎𝒃 +𝒌𝒊
𝒈𝒂𝒕 ∙ 𝝀𝟑%𝑽𝒓
𝟐+ 𝟏 ∙ 𝒄𝒑𝒇
= 𝟐𝟎 +𝟏𝟔. 𝟑𝟎𝟎
𝟓, 𝟕𝟗 ∙ 𝟏, 𝟑𝟎𝟑 𝟏𝟎𝟎
𝟏𝟎𝟎
𝟐+ 𝟏 ∙ 𝟏
= 𝟏𝟗𝟑𝟐 °𝑪
Dati di calcolo
Densità pellet ρ [kg/m3] 1180
Potere calorifico inferiore ki [MJ/kg] 16,3 (classe A2*)
Raggio iniziale elemento di combustibile r0, [mm] 5 (D 10*)
Rapporto di forma k, [mm/mm] 4
Altezza iniziale elemento di pellet h0, [mm] 20 (= 𝑘 ∙ 𝑟0)
Rapporto aria/combustibile stechiometrico gat [kga/kgc] 5,79
Velocità di propagazione della fiamma vpf, [mm/min] 4
Eccesso d’aria assunto all’istante iniziale e0, [%] 30
Calore specifico dei prodotti di combustione cpf, [kJ/kgK] 1
Temperatura ambiente Tamb, [°C] 20
*In accordo alla UNI EN 14961-1:2011
33
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
Osservazione:
Si diagramma la temperatura dei fumi di combustione nel caso in cui l’eccesso d’aria rimanga costante
durante la combustione. Con Tpyr è indicato il valore di 800°C sotto il quale iniziano i processi di
pyrosynthesis.
0
500
1000
1500
2000
2500
0102030405060708090100
Tem
per
atura
fum
i, [°C
]
Volume residuo combustibile, [%]
Temperatura fumi di combustione
Tf, [°C] Tpyr, [°C]
Tf
𝑻𝒇 = 𝑻𝒂𝒎𝒃 +𝒌𝒊
𝒈𝒂𝒕 ∙ 𝝀𝟑%𝑽𝒓
𝟐+ 𝟏 ∙ 𝒄𝒑𝒇
Nel caso di portata di aria costante,
l’eccesso di aria cambia durante la
combustione.
All’aumentare dell’eccesso di aria si assiste
ad una riduzione della temperatura.
Conseguentemente si deve valutare
dell’eccesso d’aria durante la combustione
per calcolare la temperatura dei fumi nel
caso di portata d’aria immessa in camera
costante.
Tpyr
e = cost
34
Applicazione del modello ad un esempio numerico
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
Sostituendo si ottiene:
𝑮𝒄,𝒕=𝟎= 𝟑𝝅 ∙ 𝝆 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟎𝟐 ∙
𝒅𝒓
𝒅𝒕= 𝟑𝝅 ∙ 𝝆 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟎
𝟐 ∙𝒗𝒑𝒇
𝒌′= 𝟑𝝅 ∙ 𝝆 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟎
𝟐 ∙𝒗𝒑𝒇
𝟑𝟐∙
𝒌𝒌 + 𝟏
= 3𝝅 ∙ 𝝆 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟎𝟐 ∙
𝒗𝒑𝒇
𝟑 ∙ 𝒌∙ 𝟐 𝒌 + 𝟏
= 𝟐𝝅 ∙ 𝝆 ∙ 𝒓𝟎𝟐 ∙ 𝒌 + 𝟏 ∙ 𝒗𝒑𝒇
Step I: Calcolo della portata di combustibile immessa all’istante t = 0, (Gc, t=0)
La portata di combustibile introdotta con il singolo
elemento di pellet in camera di combustione
all’istante iniziale vale:
𝑮𝒄,𝒕=𝟎 = 𝟑𝝅 ∙ 𝝆 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝒕=𝟎𝟐 ∙
𝒅𝒓
𝒅𝒕Dove:
𝑮𝒄,𝒕=𝟎= 𝟐𝝅 ∙ 𝝆 ∙ 𝒓𝟎𝟐 ∙ 𝒌 + 𝟏 ∙ 𝒗𝒑𝒇 = 𝟐 ∙ 𝝅 ∙ 𝟏𝟏𝟖𝟎 ∙
𝟓
𝟏𝟎𝟎𝟎
𝟐
∙ 𝟒 + 𝟏 ∙𝟒
𝟏𝟎𝟎𝟎= 𝟑, 𝟕 ∙ 𝟏𝟎−𝟑
𝒌𝒈
𝒎𝒊𝒏= 𝟎, 𝟐𝟐𝟐
𝒌𝒈
𝒉
𝒗𝒑𝒇 = 𝒌′ ∙𝒅𝒓
𝒅𝒕⇒
𝒅𝒓
𝒅𝒕=
𝒗𝒑𝒇
𝒌′, 𝒌′ =
𝟑
𝟐∙
𝒌
𝒌+𝟏,
𝒓𝒕=𝟎 = 𝒓𝟎
Dati di calcolo
Densità pellet ρ [kg/m3] 1180
Potere calorifico inferiore ki [MJ/kg] 16,3 (classe A2*)
Raggio iniziale elemento di combustibile r0, [mm] 5 (D 10*)
Rapporto di forma k, [mm/mm] 4
Altezza iniziale elemento di pellet h0, [mm] 20 (= 𝑘 ∙ 𝑟0)
Rapporto aria/combustibile stechiometrico gat [kga/kgc] 5,79
Velocità di propagazione della fiamma vpf, [mm/min] 4
Eccesso d’aria assunto all’istante iniziale e0, [%] 30
Calore specifico dei prodotti di combustione cpf, [kJ/kgK] 1
Temperatura ambiente Tamb, [°C] 20
*In accordo alla UNI EN 14961-1:2011
35
Applicazione del modello ad un esempio numerico
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
Sostituendo si ottiene:
Step II: Calcolo della portata di aria stechiometrica ed immessa all’istante t = 0, (Gat, t=0)
La portata di aria stechiometrica all’istante iniziale
(Gat,t=0) vale:
𝑮𝒂𝒕,𝒕=𝟎 = 𝒈𝒂𝒕 ∙ 𝑮𝒄,𝒕=𝟎
Come visto in precedenza:
𝑮𝒄,𝒕=𝟎= 𝟎, 𝟐𝟐𝟐𝒌𝒈
𝒉
𝑮𝒂𝒕,𝒕=𝟎 = 𝒈𝒂𝒕 ∙ 𝑮𝒄,𝒕=𝟎 = 𝟓, 𝟕𝟗 ∙ 𝟎, 𝟐𝟐𝟐 = 𝟏, 𝟐𝟖𝟓 𝒌𝒈/𝒉
La portata di aria immessa durante la combustione (Ga) vale dunque:
𝑮𝒂 = 𝑮𝒂,𝒕=𝟎 = 𝒈𝒂𝒕 ∙ 𝟏 + 𝒆𝟎 ∙ 𝑮𝒄,𝒕=𝟎 = 𝟓, 𝟕𝟗 ∙ 𝟏 + 𝟎, 𝟑𝟎 ∙ 𝟎, 𝟐𝟐𝟐 = 𝟏, 𝟔𝟕𝟏𝒌𝒈
𝒉
Si suppone che la portata di aria immessa in camera di combustione rimanga uguale a quella immessa
all’istante t=0 per tutta la durata della combustione.
Dati di calcolo
Densità pellet ρ [kg/m3] 1180
Potere calorifico inferiore ki [MJ/kg] 16,3 (classe A2*)
Raggio iniziale elemento di combustibile r0, [mm] 5 (D 10*)
Rapporto di forma k, [mm/mm] 4
Altezza iniziale elemento di pellet h0, [mm] 20 (= 𝑘 ∙ 𝑟0)
Rapporto aria/combustibile stechiometrico gat [kga/kgc] 5,79
Velocità di propagazione della fiamma vpf, [mm/min] 4
Eccesso d’aria assunto all’istante iniziale e0, [%] 30
Calore specifico dei prodotti di combustione cpf, [kJ/kgK] 1
Temperatura ambiente Tamb, [°C] 20
*In accordo alla UNI EN 14961-1:2011
36
Applicazione del modello ad un esempio numerico
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
Inoltre vale il seguente legame fra volume residuo
(Vr) e raggio iniziale r0 dell’elemento di combustibile:
Step III: Calcolo della portata di combustibile (Gc) durante la combustione
La portata di combustibile durante la combustione
può essere calcolata in funzione del volume residuo.
Infatti come visto in precedenza vale:
𝑮𝒄(𝒕) = 𝟐𝝅 ∙ 𝝆 ∙ 𝒓𝟐 ∙ 𝒌 + 𝟏 ∙ 𝒗𝒑𝒇
𝒓 𝑽𝒓 = 𝒓𝟎 ∙𝟑 %𝑽𝒓
Sostituendo si ottiene:
𝑮𝒄(𝒕) = 𝟐𝝅 ∙ 𝝆 ∙ 𝒓𝟐 ∙ 𝒌 + 𝟏 ∙ 𝒗𝒑𝒇 = 𝟐𝝅 ∙ 𝝆 ∙ (𝒓𝟎 ∙𝟑 %𝑽𝒓)
𝟐∙ 𝒌 + 𝟏 ∙ 𝒗𝒑𝒇
Dati di calcolo
Densità pellet ρ [kg/m3] 1180
Potere calorifico inferiore ki [MJ/kg] 16,3 (classe A2*)
Raggio iniziale elemento di combustibile r0, [mm] 5 (D 10*)
Rapporto di forma k, [mm/mm] 4
Altezza iniziale elemento di pellet h0, [mm] 20 (= 𝑘 ∙ 𝑟0)
Rapporto aria/combustibile stechiometrico gat [kga/kgc] 5,79
Velocità di propagazione della fiamma vpf, [mm/min] 4
Eccesso d’aria assunto all’istante iniziale e0, [%] 30
Calore specifico dei prodotti di combustione cpf, [kJ/kgK] 1
Temperatura ambiente Tamb, [°C] 20
*In accordo alla UNI EN 14961-1:2011
Esempio:
• Vr = 50%:𝑮𝒄,𝑽𝒓=𝟓𝟎%= 𝟐𝝅 ∙ 𝝆 ∙ 𝒓𝟎 ∙
𝟑 %𝑽𝒓𝟐∙ 𝒌 + 𝟏 ∙ 𝒗𝒑𝒇 = 𝟐 ∙ 𝝅 ∙ 𝟏𝟏𝟖𝟎 ∙
𝟓
𝟏𝟎𝟎𝟎∙
𝟓𝟎
𝟏𝟎𝟎
𝟏𝟑
𝟐
∙ 𝟒 + 𝟏 ∙𝟒
𝟏𝟎𝟎𝟎. 𝟔𝟎
= 𝟎, 𝟏𝟒𝟎𝐤𝐠
𝐡All’istante iniziale la portata di combustibile è stata calcolata pari a 0,222 kg/h, ossia il 159% =
0,222
0,140% . Quindi durante il
processo la potenza fornita cambia.
37
Applicazione del modello ad un esempio numerico
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
Step IV: Calcolo della potenza termica durante la combustione
Si consideri il singolo elemento di combustibile in figura.
r
dr
hd
h
r0
h0
Il volume del singolo elemento di pellet Vp,t=0 all’istante iniziale è pari a:
𝐕𝐩,𝐭=𝟎 = 𝛑𝐫𝟎𝟐 ∙ 𝐡𝟎 = 𝛑 ∙
𝟓
𝟏𝟎𝟎𝟎
𝟐
∙𝟐𝟎
𝟏𝟎𝟎𝟎= 𝟏, 𝟓𝟕 ∙ 𝟏𝟎−𝟔 𝐦𝟑
La massa all’istante iniziale Mp,t=0 è pari a:
𝐌𝐩,𝐭=𝟎 = 𝛒 ∙ 𝐕𝐩,𝐭=𝟎 = 𝟏𝟏𝟖𝟎 ∙ 𝟏, 𝟓𝟕 ∙ 𝟏𝟎−𝟔 = 𝟏, 𝟖𝟓 ∙ 𝟏𝟎−𝟑𝐤𝐠
L’energia contenuta all’istante iniziale nel singolo elemento Ep,t=0 vale:
𝐄𝐩,𝐭=𝟎 = 𝒌𝒊 ∙ 𝐌𝐩,𝐭=𝟎 = 𝟏𝟔𝟑𝟎𝟎 ∙ 𝟏, 𝟖𝟓 ∙ 𝟏𝟎−𝟑𝐤𝐠 = 𝟑𝟎, 𝟐 𝐤𝐉
Per calcolare la potenza occorre conoscere in quanto tempo viene bruciato l’elemento
di pellet. Supponendo che la fiamma avanzi alla stessa velocità su tutta la superficie,
calcoliamo l’energia contenuta nell’elemento a seguito di un avanzamento pari a 1 mm.
𝐕𝐩 = 𝛑 𝒓𝟎 − 𝒅𝒓 𝟐 ∙ 𝐡𝟎 − 𝟐 ∙ 𝒅𝒉 = 𝛑 ∙𝟓 − 𝟏
𝟏𝟎𝟎𝟎
𝟐
∙𝟐𝟎 − 𝟐 ∙ 𝟏
𝟏𝟎𝟎𝟎= 𝟗, 𝟎𝟓 ∙ 𝟏𝟎−𝟕𝐦𝟑
𝐌𝐩 = 𝛒 ∙ 𝐕𝐩,𝐭=𝟎 = 𝟏𝟏𝟖𝟎 ∙ 𝟗, 𝟎𝟓 ∙ 𝟏𝟎−𝟕 = 𝟏, 𝟎𝟕 ∙ 𝟏𝟎−𝟑𝐤𝐠
𝐄𝐩 = 𝒌𝒊 ∙ 𝐌𝐩,𝐭=𝟎 = 𝟏𝟔𝟑𝟎𝟎 ∙ 𝟏, 𝟎𝟕 ∙ 𝟏𝟎−𝟑𝐤𝐠 = 𝟏𝟕, 𝟒 𝐤𝐉
Il volume, la massa e l’energia contenuta nel singolo elemento di pellet Vp a seguito dell’avanzamento della fiamma in un
minuto risultano:
38
Applicazione del modello ad un esempio numerico
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
Step IV: Calcolo della potenza termica durante la combustione
r
dr
hd
h
r0
h0
La variazione di energia contenuta nel singolo elemento di pellet corrisponde all’energia
termica rilasciata durante l’avanzamento della fiamma ed è pari a:
Per calcolare la potenza termica media fornita occorre calcolare l’intervallo di tempo
necessario per l’avanzamento della fiamma di 1 mm. Considerando una velocità di
propagazione della fiamma vpf pari a 4 mm/min (=0,067 mm/s) si ha:
𝑸𝒕𝒉 =∆𝐄𝐩
∆𝐭=𝟏𝟐, 𝟖
𝟏𝟕, 𝟗= 𝟎, 𝟕𝟐 𝐤𝐖
La potenza termica risulta dunque:
∆𝐭 =𝟏. 𝟐 𝒅𝒓
𝒗𝒑𝒇=
𝟏. 𝟐
𝟎, 𝟎𝟔𝟕= 𝟏𝟕. 𝟗 𝐬𝐞𝐜
∆𝐄𝐩= 𝟑𝟎, 𝟐 − 𝟏𝟕, 𝟒 = 𝟏𝟐, 𝟖 𝐤𝐉
39
Applicazione del modello ad un esempio numerico
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
Considerazioni: confronto k = 4 vs k = 2
Nel caso analizzato si è supposto un elemento di pellet caratterizzato da k = 4. Nel caso di k = 2 (caso in cui
l’elemento di combustibile ha la forma più prossima ad una sfera), a parità di velocità di fiamma e raggio
iniziale, si sarebbe ottenuto:
Risultati k = 4
(r0 =5 mm; h0 = 20 mm)
k = 2
(r0 =5 mm; h0 = 10 mm)
Portata di combustibile all’istante iniziale Gc,t=0, [kg/h] 0,222 0,133
Portata di aria immessa all’istante iniziale Ga, [kg/h] 1,671 1,001
Portata di combustibile con volume residuo al 50% Gc,Vr=50%,
[kg/h]
0,140 0,084
Energia termica contenuta nel singolo elemento di pellet, [kJ] 30,2 15,1
Energia termica residua contenuta a seguito dell’avanzamento
della fiamma di 1 mm nel singolo elemento di pellet [kJ]
17,4 7,7
Potenza termica a parità di massa (il pellet k=4 ha massa
doppia di quello con k=2, a pari raggio) introdotta in camera di
combustione, [kW]
0.72 1.08 (+50% considerando 2
pellet)
40
Applicazione del modello ad un esempio numerico
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
0
0,05
0,1
0,15
0,2
0,25
020406080100
Port
ata
com
bust
ibil
e in
cam
era,
[kg/h
]
Volume residuo combustibile, [%]
Portata di combustibile al variare del volume residuo
Gc, [kg/h]
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
020406080100
Pote
nza
ter
mic
a in
cam
era,
[kW
]
Volume residuo combustibile, [%]
Potenza termica in camera di combustione
Qth, [kW]
Risultato:
La portata di combustibile e conseguentemente la potenza termica in camera di combustione cambia
durante il processo di combustione come diagrammato nelle due figure.
Conseguentemente, mantenendo la portata di aria costante cambia anche l’eccesso d’aria durante la
combustione.
𝑸𝒕𝒉 = 𝑮𝒄 ∙ 𝒌𝒊
41
Applicazione del modello ad un esempio numerico
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
Step V: Calcolo della portata di stechiometrica necessaria e dell’eccesso di aria durante la combustione
La portata di aria stechiometrica vale:Dati di calcolo
Densità pellet ρ [kg/m3] 1180
Potere calorifico inferiore ki [MJ/kg] 16,3 (classe A2*)
Raggio iniziale elemento di combustibile r0, [mm] 5 (D 10*)
Rapporto di forma k, [mm/mm] 4
Altezza iniziale elemento di pellet h0, [mm] 20 (= 𝑘 ∙ 𝑟0)
Rapporto aria/combustibile stechiometrico gat [kga/kgc] 5,79
Velocità di propagazione della fiamma vpf, [mm/min] 4
Eccesso d’aria assunto all’istante iniziale e0, [%] 30
Calore specifico dei prodotti di combustione cpf, [kJ/kgK] 1
Temperatura ambiente Tamb, [°C] 20
*In accordo alla UNI EN 14961-1:2011
𝑮𝒂𝒕 = 𝒈𝒂𝒕 ∙ 𝑮𝒄
L’eccesso di aria durante la combustione risulta
quindi:
𝒆 =𝑮𝒂𝑮𝒂𝒕
− 𝟏
Dove, come visto in precedenza, con e=30%,
𝑮𝒂= 𝟏, 𝟔𝟕𝟏 𝐤𝐠/𝐡
• Vr = 50%. Per il calcolo dell’eccesso di aria si utilizzano alcuni risultati ottenuti in precedenza:
Portata di combustibile, [kg/h] 𝑮𝒄,𝑽𝒓=𝟓𝟎%= 𝟎, 𝟏𝟒𝟎𝐤𝐠
𝐡
Portata di aria teorica, [kg/h] 𝑮𝒂𝒕 = 𝒈𝒂𝒕 ∙ 𝑮𝒄,𝑽𝒓=𝟓𝟎% = 𝟓, 𝟕𝟗 ∙ 𝟎, 𝟏𝟒𝟎 = 𝟎, 𝟖𝟏𝟏𝒌𝒈
𝒉
Eccesso di aria, [%] 𝒆(𝑽𝒓 = 𝟓𝟎%) =𝑮𝒂𝑮𝒂𝒕
− 𝟏 =𝟏, 𝟔𝟕𝟏
𝟎, 𝟖𝟏𝟏− 𝟏 = 𝟏𝟎𝟔%
42
Applicazione del modello ad un esempio numerico
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
Risultato:
Diminuendo la portata di combustibile e mantenendo costante la portata di aria immessa in camera di
combustione si ha un aumento dell’eccesso di aria provocando una riduzione della temperatura dei fumi di
combustione. Questa condizione può favorire la presenza di punti freddi lungo il canale di espulsione dei
fumi con rischio di condense acide. È dunque necessario calcolare la temperatura effettiva dei fumi in
camera di combustione.
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
020406080100
Ecc
esso
di
aria
, [%
]
Volume residuo combustibile, [%]
Eccesso di aria durante la combustione
e, [%]
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
1,4
1,6
1,8
020406080100
Port
ata
di
aria
, [k
g/h
]
Volume residuo combustibile, [%]
Portata di aria teorica vs immessa
Gat, [kg/h] Ga, [kg/h]43
Applicazione del modello ad un esempio numerico
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
Step VI: Calcolo della temperatura dei fumi di combustione
La temperatura dei fumi di combustione vale:Dati di calcolo
Densità pellet ρ [kg/m3] 1180
Potere calorifico inferiore ki [MJ/kg] 16,3 (classe A2*)
Raggio iniziale elemento di combustibile r0, [mm] 5 (D 10*)
Rapporto di forma k, [mm/mm] 4
Altezza iniziale elemento di pellet h0, [mm] 20 (= 𝑘 ∙ 𝑟0)
Rapporto aria/combustibile stechiometrico gat [kga/kgc] 5,79
Velocità di propagazione della fiamma vpf, [mm/min] 4
Eccesso d’aria assunto all’istante iniziale e0, [%] 30
Calore specifico dei prodotti di combustione cpf, [kJ/kgK] 1
Temperatura ambiente Tamb, [°C] 20
*In accordo alla UNI EN 14961-1:2011
Dove
𝑻𝒇 = 𝑻𝒂𝒎𝒃 +𝒌𝒊
𝒈𝒂𝒕 ∙ (𝟏 + 𝒆)𝟑%𝑽𝒓
𝟐+ 𝟏 ∙ 𝒄𝒑𝒇
𝒆 = 𝒆 %𝑽𝒓 =𝑮𝒂𝑮𝒂𝒕
− 𝟏 =𝑮𝒂
𝒈𝒂𝒕 ∙ (𝟐𝝅 ∙ 𝝆 ∙ (𝒓𝟎 ∙𝟑 %𝑽𝒓)𝟐∙ 𝒌 + 𝟏 ∙ 𝒗𝒑𝒇)
− 𝟏
Come visto in precedenza 𝑮𝒂 = 𝟏, 𝟔𝟕𝟏 𝐤𝐠/𝐡
È possibile quindi diagrammare la temperatura dei fumi in funzione del volume residuo.
44
Applicazione del modello ad un esempio numerico
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
Risultato:
L’aumento dell’eccesso di aria in camera di combustione durante il processo provoca un raffreddamento dei
fumi superiore rispetto al caso in cui la portata di aria sia regolata (fig. a destra) per mantenere un eccesso
di aria costante durante la combustione.
0
500
1000
1500
2000
2500
020406080100
Tem
per
atura
fum
i, [°C
]
Volume residuo combustibile, [%]
Temperatura fumi di combustione con portata di
aria costante
Tf, [°C] Tpyr, [°C]
0
500
1000
1500
2000
2500
020406080100
Tem
per
atura
fum
i, [°C
]
Volume residuo combustibile, [%]
Temperatura fumi di combustione con eccesso di
aria costante
Tf, [°C] Tpyr, [°C]
45
Risulta fondamentale quantificare il tempo in cui la combustione avviene al di sotto degli
800°C. L’equazione seguente permette di calcolare il tempo necessario a raggiungere i
diversi valori di %Vr, al procedere della combustione.
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
All’istante iniziale t0 la percentuale di massa incombusta è il 100%, ovvero %Vr = 1. Δtrisulta quindi uguale a 0 (istante iniziale).
Al termine della combustione (trascurando la massa residua di cenere) si ha %Vr = 0 e,
pertanto, il tempo per l’intera combustione risulta Δt = k’ ro / vpf.
Tale intervallo di tempo è ovviamente proporzionale a r0 ed inversamente proporzionale a
vpf, ma si noti che esso è proporzionale anche a k’ (che varia da 0 e 1,5) un corpo di
forma piatta si consuma in modo molto più rapido di uno di forma allungata.
con k’= 3k/2(k+1) che può variare fra 0 e 1,5
𝒅𝒓
𝒅𝒕= −
𝒗𝒑𝒇
𝒌′→ ∆𝒕 = −
𝒌′ ∙ ∆𝒓
𝒗𝒑𝒇=𝒌′ ∙ (𝒓𝟎 − 𝒓)
𝒗𝒑𝒇
𝒓 = 𝒓𝟎 ∙𝟑 %𝑽𝒓
∆𝒕 =𝒌′ ∙ 𝒓𝟎 ∙ (𝟏 −
𝟑 %𝑽𝒓)
𝒗𝒑𝒇
46
Applicazione del modello: un esempio numerico
Di seguito verranno ricavati gli andamenti nel tempo della temperatura dei fumi in
funzione della raggio iniziale r0, avendo supposto k=4.
Integrando da r0 al generico raggio r e da t0 iniziale (uguale a zero) al tempo t in cui si
arriva al raggio r, si ottiene la seguente espressione:
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
𝒅𝒓
𝒅𝒕=𝒗𝒑𝒇
𝒌′→𝒅𝒓
𝒅𝒕= −
𝒗𝒑𝒇
𝒌′→ 𝒅𝒓 = −
𝒗𝒑𝒇
𝒌′𝒅𝒕 → 𝒓 − 𝒓𝟎 = −
𝒗𝒑𝒇
𝒌′𝒕 → 𝒓 = 𝒓𝟎 −
𝒗𝒑𝒇
𝒌′𝒕
Nota: dall’equazione si conferma che tanto più è piatta la particella (k’↓↓) tanto più il tempo
necessario a consumare l’intera particella è piccolo.
Sostituendo l’espressione di r trovata nell’espressione della temperatura dei fumi si ha:
𝑻𝒇 = 𝑻𝒂𝒎𝒃 +𝒌𝒊
𝑮𝒂
𝟑𝝅 ∙ 𝝆 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟐 ∙𝒅𝒓𝒅𝒕
+ 𝟏 ∙ 𝒄𝒑𝒇
=
= 𝑻𝒂𝒎𝒃 +𝒌𝒊
𝑮𝒂
𝟑𝝅 ∙ 𝝆 ∙ 𝒌 ∙ (𝒓𝟎−𝒗𝒑𝒇𝒌′
𝒕)𝟐 ∙𝒅𝒓𝒅𝒕
+ 𝟏 ∙ 𝒄𝒑𝒇
= 𝑻𝒂𝒎𝒃 +𝒌𝒊
𝑮𝒂
𝟐𝝅 ∙ 𝝆 ∙ (𝒌 + 𝟏) ∙ (𝒓𝟎−𝒗𝒑𝒇𝒌′
𝒕)𝟐 ∙ 𝒗𝒑𝒇
+ 𝟏 ∙ 𝒄𝒑𝒇
47
0
500
1000
1500
2000
2500
0 2 4 6 8 10 12 14
Tem
pe
ratu
ra d
ei f
um
i [°C]
Tempo [min]
Andamento della temperatura dei fumi al variare di r0 (k=4)
R= 50mm
R= 30mm
R= 20mm
R= 10mm
R= 5mm
R= 3mm
T pyr
r0 ↑
Tpyr
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
48
Andamenti nel tempo della temperatura dei fumi in funzione della rapporto di forma k con
r0=5mm.
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1600
1800
2000
2200
2400
0,00 0,10 0,20 0,30 0,40 0,50 0,60 0,70 0,80 0,90 1,00 1,10 1,20 1,30 1,40 1,50
Tem
per
atu
ra d
eifu
mi[
°C]
Tempo [min]
Andamento della temperatura dei fumi al variare di k (r0=5mm)
k=2 k'=1 k=10 k'=1,36k=4 k'=1,2
T pyr
• vpf = 4 mm/min
• Ki = 16,3 MJ/kg
• ρ = 1180 kg/m3
• Tamb = 20 C
49
All’aumentare del volume di combustibile, i tempi di permanenza dello stesso a
temperatura dei fumi inferiore a 800°C aumenta. Ciò risulta evidente dal grafico ove
vengono diagrammati i tempi di permanenza sotto gli 800°C al variare del raggio iniziale
r0 e di k.
Analisi della combustione di una singola unità di biomassa
0,00
1,00
2,00
3,00
4,00
5,00
6,00
7,00
0 10 20 30 40 50 60
Tem
pi d
i p
erm
an
en
za a
l d
i so
tto
deg
li 8
00 C
, [m
in]
Raggio iniziale [mm]
Tempi di permanenza dei fumi al di sotto degli 800 durante la combustione complete di un pellet in funzione delle caratteristiche geometriche del pellet
k=10
k=4
k=2• vpf = 4 mm/min
• Ki = 16,3 MJ/kg
• ρ = 1180 kg/m3
• Tamb = 20 C
50
Introduzione: meccanismi di formazione delle
diossine
Analisi della combustione di una singola unità di
biomassa
Agenda
La regolazione in camera di combustione
51
La regolazione in camera di combustioneCaldaia a fiamma diretta
Nei processi a fiamma diretta il combustibile viene caricato dall’alto e l’aria viene
introdotta dal basso. L’aria incontra le unità in avanzata fase di combustione che si
trovano sul fondo del braciere, le quali teoricamente richiederebbero un minor
quantitativo di aria. Il risultato è una combustione in abbondante eccesso di aria fredda
che comporta il rischio di produzione di diossine.
Caldaia a fiamma inversa
Viceversa, nelle caldaie a fiamma inversa la
posizione della camera di combustione è situata al
di sotto del vano nel quale viene caricato il
combustibile (solitamente legna da ardere, ceppi,
bricchetti, pellets). In questo caso l’aria viene
introdotta dall’alto verso il basso. L’inversione
della fiamma consente di ottenere una
combustione progressiva del combustibile, il
quale brucia gradualmente mentre si porta in
prossimità della griglia.Sezione di una caldaia a fiamma
inversa (catalogo Solarfocus Gmbh) 52
La regolazione in camera di combustioneCon la tecnologia a fiamma inversa la regolazione dell’aria disponibile in funzione dello
stato di avanzamento della combustione risulta più agevole.
Difatti, il processo a fiamma inversa determina una progressiva diminuzione della
pezzatura del combustibile lungo il percorso dell’aria di combustione. L’aria
proseguendo verso il basso si miscela con i fumi che si stanno formando nella
combustione ed aumenta di temperatura. Si ottengono così due effetti: i) riduzione
dell’eccesso d’aria nella zona di combustione e ii) preriscaldamento dell’aria di
combustione. Pertanto, si riduce il rischio di formazione di diossine.
53
La regolazione in camera di combustioneEsempio di caldaia a fiamma inversa - modello PelletTop 15 kW, SolarFocus Gmbh
Combustibile utilizzato: pellet
Potere calorifico inferiore ki [kJ/kg] 16.300
Densità ρ [kg/m3] 1.180
Raggio iniziale r0 [mm] 3
Rapporto di forma k 4
Velocità di propagazione della fiamma [mm/min] 4
Caratteristiche caldaia
Potenza termica [kW] 15
Rendimento (%) 94,9
Parametri combustione
Portata di combustibile [kg/h] 3,5
Rapporto aria/combustibile stech [kga/kgc] 5,79
Eccesso aria (%) 25
Portata di aria totale [kga/h] 25,3
Temperatura di riferimento (ambiente) [°C] 20
Sezione di una caldaia a fiamma
inversa (catalogo Solarfocus Gmbh)
54
La regolazione in camera di combustione
Consideriamo una caldaia a fiamma inversa. L’aria e il
combustibile sono introdotti nel braciere dall’alto.
Si può schematizzare il braciere come costituito da n livelli
orizzontali, uno di seguito all’altro, in cui avviene la
combustione. La sezione di ciascuno degli n livelli può
essere considerata uguale a quella del braciere vista
frontalmente dalla portata di aria che lo attraversa.
In ciascuno degli n livelli vengono introdotte una portata di
combustibile (Gc), una portata di aria (Ga), oltre che una di
ceneri (Gs) e una di gas di combustione (Gg), entrambe
prodotte dal processo di combustione del livello n-1
precedente. Di conseguenza, le portate al livello n
dipendono dalla dinamica del processo di combustione
del precedente livello n-1, essendo, per esempio, il
combustibile e l’aria al livello n la quota parte dei reagenti
che non hanno preso parte alla combustione al livello n-1.
Caldaia a fiamma inversa: calcolo della temperatura dei fumi
55
La regolazione in camera di combustioneCaldaia a fiamma inversa: calcolo della temperatura dei fumi
Ipotesi semplificative:
1. combustione perfetta,
2. sistema adiabatico,
3. variazioni di entalpia del combustibile trascurabili,
4. temperatura di riferimento Trif pari a Tamb=20°C,
5. temperatura dell’aria e dei fumi coincidenti (Ta1=Tf1=T1, Ta2=Tf2=T2),
6. il calore specifico a pressione costante dei fumi cpf è pari a quello dell’aria cpa nelle
stesse condizioni termodinamiche (cpa1=cpf1=cp1),
7. la portata di fumi Gf1 al livello n=1 è nulla perché a monte di tale livello non si ha avuto
nessun processo di combustione,
8. aria e fumi si comportano come gas ideali.
Per il primo livello (n=1) è possibile scrivere i seguenti bilanci di massa e di energia:
𝑮𝒄𝟏 + 𝑮𝒂𝟏 + 𝑮𝒇𝟏 = 𝑮𝒄𝟐 + 𝑮𝒂𝟐 + 𝑮𝒇𝟐
𝑮𝒄𝟏 ∙ 𝒄𝒔 ∙ 𝑻𝒄𝟏 − 𝑻𝒂𝒎𝒃 + 𝑮𝒄𝟏 − 𝑮𝒄𝟐 ∙ 𝒌𝒊 + 𝑮𝒂𝟏 ∙ 𝒄𝒑𝟏 ∙ (𝑻𝒂𝟏 − 𝑻𝒂𝒎𝒃) + 𝑮𝒇𝟏 ∙ 𝒄𝒑𝟏 ∙ (𝑻𝒇𝟏 − 𝑻𝒂𝒎𝒃) =
= 𝑮𝒄𝟐 ∙ 𝒄𝒔 ∙ 𝑻𝒄𝟐 − 𝑻𝒂𝒎𝒃 + 𝑮𝒂𝟐 ∙ 𝒄𝒑𝟐 ∙ (𝑻𝒂𝟐 − 𝑻𝒂𝒎𝒃) + 𝑮𝒇𝟐 ∙ 𝒄𝒑𝟐 ∙ (𝑻𝒇𝟐 − 𝑻𝒂𝒎𝒃)
(bilancio di massa)
(bilancio di energia)
56
La regolazione in camera di combustione
𝑮𝒄𝟏 − 𝑮𝒄𝟐 ∙ 𝒌𝒊 + 𝑮𝒂𝟏 ∙ 𝒄𝒑𝟏 ∙ (𝑻𝟏 − 𝑻𝒂𝒎𝒃) = 𝑮𝒂𝟐 ∙ 𝒄𝒑𝟐 ∙ (𝑻𝟐 − 𝑻𝒂𝒎𝒃) + 𝑮𝒇𝟐 ∙ 𝒄𝒑𝟐 ∙ (𝑻𝟐 − 𝑻𝒂𝒎𝒃)
Caldaia a fiamma inversa: calcolo della temperatura dei fumi
Dall’equazione precedente è possibile ricavare la funzione che esprime T2 in funzione
degli altri parametri del processo di combustione:
È da osservare che cp2 è funzione della temperatura T2 che è l’incognita del problema.
L’equazione viene quindi risolta con iterazioni successive, partendo da una soluzione di
primo tentativo cp2(I tentativo)= cp (T1).
La funzione di Cp(T) è stata definita come:
→ 𝑻𝟐 − 𝑻𝒂𝒎𝒃 ∙ 𝑮𝒂𝟐 + 𝑮𝒇𝟐 ∙ 𝒄𝒑𝟐 = 𝑮𝒄𝟏 − 𝑮𝒄𝟐 ∙ 𝒌𝒊 + 𝑮𝒂𝟏 ∙ 𝒄𝒑𝟏 ∙ (𝑻𝟏 − 𝑻𝒂𝒎𝒃)
→ 𝑻𝟐 = 𝑻𝒂𝒎𝒃 +𝑮𝒄𝟏 − 𝑮𝒄𝟐 ∙ 𝒌𝒊 + 𝑮𝒂𝟏 ∙ 𝒄𝒑𝟏 ∙ (𝑻𝟏 − 𝑻𝒂𝒎𝒃)
𝑮𝒂𝟐 + 𝑮𝒇𝟐 ∙ 𝒄𝒑𝟐
57
Caldaia a fiamma inversa: calcolo della temperatura dei fumi
Ulteriori ipotesi semplificative:
9. Gc2 viene definito a priori in quanto si ipotizza per ogni livello un consumo di
combustibile pari all’1% della portata Gc1.
Il processo iterativo termina quando la differenza di valore tra il Cp di tentativo j-esimo e
quello successivo è sufficientemente piccolo (parametro da definire). Viene quindi
calcolato il valore della temperatura di fumi ed aria all’uscita dal primo livello (n=1).
Il medesimo metodo si applica ai livelli n=2 e successivi, in cui Gf(j+1)≠0 (ovvero la portata
di fumi in ingresso non è nulla).
La regolazione in camera di combustione
→ 𝑻𝟐 = 𝑻𝒂𝒎𝒃 +𝑮𝒄𝟏 − 𝑮𝒄𝟐 ∙ 𝒌𝒊 + 𝑮𝒂𝟏 ∙ 𝒄𝒑𝟏 ∙ (𝑻𝟏 − 𝑻𝒂𝒎𝒃)
𝑮𝒂𝟐 + 𝑮𝒇𝟐 ∙ 𝒄𝒑𝟐
𝑻(𝒋+𝟏) = 𝑻𝒂𝒎𝒃 +𝑮𝒄𝒋 − 𝑮𝒄𝒋+𝟏 ∙ 𝒌𝒊 + (𝑮𝒂𝒋+𝑮𝒇𝒋) ∙ 𝒄𝒑𝒋 ∙ (𝑻𝒋 − 𝑻𝒂𝒎𝒃)
𝑮𝒂(𝒋+𝟏) + 𝑮𝒇(𝒋+𝟏) ∙ 𝒄𝒑(𝒋+𝟏)
58
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
1.600
1.800
0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%100%
Te
mp
era
tura
de
ifu
mi
[°C
]
Portata di combustibile residuo %Vr
Caldaia a fiamma inversa: calcolo della temperatura dei fumi
Ripetendo il processo iterativo per tutti gli n livelli nel quale è stato diviso il braciere è possibile
tracciare un andamento della temperatura dei fumi in funzione della percentuale di combustibile
residuo %Vr (fissata pari allo 0% in corrispondenza dell’ultimo livello, ovvero con l’ulteriore ipotesi
di completa ossidazione del combustibile in ingresso), e dunque stimare la temperatura dei fumi in
uscita dalla camera di combustione. In questo modo è possibile valutare il rischio di formazione
delle diossine per pyrosynthesis.
La regolazione in camera di combustione
𝑻(𝒋+𝟏) = 𝑻𝒂𝒎𝒃 +𝑮𝒄𝒋 − 𝑮𝒄𝒋+𝟏 ∙ 𝒌𝒊 + (𝑮𝒂𝒋+𝑮𝒇𝒋) ∙ 𝒄𝒑𝒋 ∙ (𝑻𝒋 − 𝑻𝒂𝒎𝒃)
𝑮𝒂(𝒋+𝟏) + 𝑮𝒇(𝒋+𝟏) ∙ 𝒄𝒑(𝒋+𝟏)Gc
Ga
Camera di
combustione
Gf
Ga: portata in massa dell’aria;
Gc: portata in massa di combustibile;
Gf: portata in massa dei fumi;
Zona a rischio formazione diossine!
59
La regolazione in camera di combustione
Gc
Ga
Camera di
combustione
Gf
φr Gf
Ga: portata in massa dell’aria;
Gc: portata in massa di combustibile;
Gf: portata in massa dei fumi;
φr: frazione di fumi ricircolati.
Come limitare dunque il rischio di formazione delle diossine in camera di combustione?
Una possibile soluzione del problema è quello del
ricircolo di una parte dei fumi.
Per calcolare la temperatura dei fumi è possibile
utilizzare il modello definito in precedenza, ma con
alcune rilevanti correzioni:
1. All’ingresso del primo livello la portata di fumi non è
più pari a zero (Gf1≠0). Infatti, la portata di fumi in
ingresso al primo livello è pari a:
2. La temperatura dell’aria in ingresso non è più pari
alla temperatura ambiente, ma va determinata in
funzione della portata e temperatura di ricircolo dei
fumi, ovvero risulta dall’equazione di bilancio
energetico:
𝑮𝒇𝟏 = 𝑮𝒇𝒏 ∙ 𝝋𝒓
𝑮𝒂𝟏 ∙ 𝑻𝒂𝒎𝒃 +𝝋𝒓 ∙ 𝑮𝒇𝒏 ∙ 𝑻𝒇𝒏 = 𝝋𝒓 ∙ 𝑮𝒇𝒏 ∙ 𝑻𝟏 + 𝑮𝒂 ∙ 𝑻𝟏 → 𝑻𝟏 =𝑮𝒂𝟏 ∙ 𝑻𝒂𝒎𝒃 +𝝋𝒓 ∙ 𝑮𝒇𝒏 ∙ 𝑻𝒇𝒏
𝝋𝒓 ∙ 𝑮𝒇𝒏 + 𝑮𝒂60
Caldaia a fiamma inversa con ricircolo dei fumi: calcolo della temperatura dei fumi
Per quanto riguarda la portata di fumo ricircolato, occorre verificare (diagramma di Tanner) che
questa non sia superiore ad un certo valore oltre il quale la combustione non può avere luogo, in
quanto limitata dalla presenza degli inerti presenti nei fumi stessi. È interessante notare come
l’incremento di temperatura prodotto dal ricircolo diminuisca al crescere della portata di ricircolo
(passando da 0% a 25% della portata di ricircolo la temperatura in ingresso varia da 25°C a 400°C
circa, mentre passando dal 25% al 50% della portata di ricircolo la temperatura in ingresso varia da
400°C a 600°C circa).
La regolazione in camera di combustione
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
1.600
1.800
2.000
0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%100%
Tem
pe
ratu
ra d
ei f
um
i [°C
]
Portata di combustibile residuo %Vr
Ricircolo 25%
Ricircolo 50%
Ricircolo 100%Il rischio di formazione
diossine si evita con un
ricircolo prossimo al
100%: da valutare
l’impatto sul processo
di combustione.
61
Caldaia a fiamma inversa con preriscaldo dell’aria: calcolo della temperatura dei fumi
Con questa soluzione impiantistica si ricade nella casistica trattata nel primo esempio, ma con la
differenza che l’aria in ingresso non è più alla temperatura ambiente, ma ad una temperatura che è
funzione dello scambio termico realizzato con i fumi prodotti dal processo di combustione. Risulta
intuitivo comprendere come, realizzando un preriscaldo dell’aria di combustione tale da consentirne
l’ingresso in camera di combustione ad una temperatura maggiore di 800°C costituisca condizione
sufficiente a limitare la formazione di diossine per pyrosynthesis sin dall’origine.
La regolazione in camera di combustione
Ga: portata in massa dell’aria;
Gc: portata in massa di combustibile;
Gf: portata in massa dei fumi.
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
1.600
1.800
2.000
2.200
2.400
0%20%40%60%80%100%
Te
mp
era
tura
de
ifu
mi
[°C
]
Portata di combustibile residuo %Vr
62
Caldaia a fiamma inversa: confronto tra le diverse soluzioni analizzate
(caldaia a fiamma inversa, caldaia a fiamma inversa con ricircolo al 25%, caldaia a
fiamma inversa con preriscaldo dell’aria comburente a 800°C)
La regolazione in camera di combustione
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
1.600
1.800
2.000
2.200
2.400
0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%100%
Tem
pe
ratu
ra d
ei f
um
i [°C
]
Portata di combustibile residuo %Vr
Fiamma inversa
Ricircolo fumi 25%
Preriscaldamento aria
Attenzione!
Tf>1.800°C
63
La regolazione in camera di combustione
Gc
25% Ga
Camera di
combustione
Gf
30% Ga
45% Ga
Gc
Camera di
combustione
Gf
φrGf40% Ga
60% Ga
Scambiatore
di calore
Gc
Camera di
combustione
Gf
f1
f2
a2
a125% Ga
25% Ga
50% Ga
Parzializzazione ariaParzializzazione aria +
ricircolo parziale dei
prodotti di combustione
Parzializzazione aria +
Pre-riscaldamento
dell’aria
Ga: portata in massa dell’aria; Gc: portata in massa di combustibile;
Gf: portata in massa dei fumi; φr : frazione di fumi ricircolati;
Caldaia a fiamma inversa: confronto tra ulteriori diverse soluzioni impiantistiche
64
La regolazione in camera di combustione
È importante osservare che l’iniezione parzializzata di aria consente, sia nel caso di
ricircolo dei fumi che di preriscaldo dell’aria primaria, la permanenza dei al di sopra degli
800°C, limitandola altresì al di sotto dei 1.800°C, contrariamente a quanto avvenuta in
caso di mancata parzializzazione.
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
1.600
1.800
2.000
0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%100%
Te
mp
era
tura
de
ifu
mi[°
C]
Portata di combustibile residuo %Vr
Parz. aria
Parz. Aria + Ric. Fumi (100%)
Parz. Aria + prerisc.
Caldaia a fiamma inversa: confronto tra ulteriori diverse soluzioni impiantistiche
65
La regolazione in camera di combustioneConfronto: il pericolo formazione diossine
Se la temperatura dei fumi, anche localmente, non raggiunge gli 800°C si possono produrre diossine
per pyrosynthesis. Successivamente, le diossine prodotte possono essere distrutte, purchè
permangano per un tempo sufficiente al di sopra degli 800°C in camera di combustione. Se ciò non
accade, le diossine vengono emesse in atmosfera attraverso il camino. L’obiettivo deve quindi
essere quello di garantire in camera di combustione una temperatura superiore alla soglia di rischio,
possibilmente con un certo margine di sicurezza α, definito come: α = (Tf – Tpyr)/Tpyr.
Il valore minimo di α si ha negli strati iniziali ed oscilla tra l’8 e il 10% per i casi con ricircolo e/o
preriscaldamento dell’aria.
-100%
-80%
-60%
-40%
-20%
0%
20%
40%
60%
80%
100%
120%
140%
160%
180%
200%
0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%100%
Ma
rgin
e d
i s
icu
rezza
α
Portata di combustibile residuoParz. aria Parz. Aria + Ric. fumi Parz. Aria + prerisc. Standard Ric.fumi Prerisc. aria
66
La regolazione in camera di combustioneCaldaia a letto fluido con caricamento dal basso
Il metodo di studio descritto in precedenza si può applicare ad una caldaia a letto fluido
in cui il caricamento del combustibile e l’iniezione dell’aria avvengano entrambi dal
basso. Alimentando il combustibile dalla parte inferiore del braciere si realizza una zona
di combustione a “strati” che, a differenza del caso precedente, presenta il combustibile
di pezzatura maggiore nella parte inferiore e quello ormai esaurito nella parte superiore
della camera di combustione.
Il vantaggio nell’utilizzo di una caldaia a letto
fluido è quello di massimizzare la superficie di
biomassa esposta all’aria comburente. Difatti, la
combustione della biomassa avviene all’interno
di una sospensione di materiale granuloso
inerte (tipicamente sabbia silicea e dolomite)
mantenuta in agitazione dall’aria comburente
aria insufflata dal basso. Il ruolo del materiale
inerte è di conferire inerzia termica al processo,
mantenendo il più possibile omogenea la
temperatura del letto fluido.
67
La regolazione in camera di combustioneCaldaia a letto fluido con caricamento dal basso
Si consideri, per esempio, l’utilizzo di una caldaia a pellet a letto fluido in condizioni
nominali con rendimento di combustione ηc. La potenza P nominale è garantita da una
fornitura costante di combustibile, solitamente attraverso una coclea di alimentazione.
Fissata la densità del combustibile ρc e il suo potere calorifico inferiore ki, la portata
volumetrica Qc di combustibile sarà:
Noto il volume V della singola unità di combustibile (pellet) si può determinare il periodo
di inserimento ti, cioè il tempo che intercorre tra due inserimenti di unità di combustibile
in camera di combustione.
𝑸𝒄 =𝑷
𝜼𝒄 ∙ 𝒌𝒊 ∙ 𝝆𝒄
𝒕𝒊 =𝑽
𝑸𝒄
68
La regolazione in camera di combustioneCaldaia a letto fluido con caricamento dal basso
Definiamo ora il tempo di combustione tc come il tempo che impiega la singola unità di
combustibile a completare il processo di combustione. Il tempo di combustione è
strettamente correlato alla variazione di volume dell’unità di combustibile, secondo la
relazione precedentemente individuata.
Poiché dr/dt è costante (si rimanda alla slide 24), è possibile esprimere la variazione del
raggio nel tempo con la seguente espressione:
𝑸𝒄 =𝒅𝑽
𝒅𝒕= 𝟑𝝅 ∙ 𝝆 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟐 ∙
𝒅𝒓
𝒅𝒕
𝒅𝒓
𝒅𝒕= 𝒄𝒐𝒔𝒕 →
𝒓(𝒕 = 𝟎) = 𝒓𝟎
𝒓(𝒕 = 𝒕𝒄) = 𝟎→ 𝒓 𝒕 = 𝒓𝟎 − 𝒓𝟎 ∙
𝒕
𝒕𝒄
69
La regolazione in camera di combustioneCaldaia a letto fluido con caricamento dal basso
Il volume medio Vm della unità di combustibile all’interno della camera di combustione
può essere definito come media pesata dei valori degli n volumi Vi di ogni unità di
combustibile che partecipano al processo di combustione.
E’ interessante osservare come, calcolando la somma della serie, indipendentemente dal
raggio iniziale r0 o dal rapporto di forma k, il volume medio Vm della singola particella
durante la combustione corrisponda sempre al 25% del volume iniziale V0. Al medesimo
risultato si può arrivare sostituendo alla sommatoria l’operazione integrale (rispetto al
tempo).
𝑽𝒎 =
𝒊=𝟏
𝒏𝟏
𝒏∙ 𝑽𝒊 =
𝒊=𝟏
𝒏𝟏
𝒏∙ 𝝅 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝒊
𝟑
𝑽𝒎 = න𝒕=𝟎
𝒕𝒄 𝟏
𝒕𝒄∙ 𝑽(𝒕) ∙ 𝒅𝒕 =
𝟏
𝒕𝒄∙ න
𝒕=𝟎
𝒕𝒄
𝝅 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟑 𝒕 ∙ 𝒅𝒕 =𝝅 ∙ 𝒌
𝒕𝒄∙ න
𝒕=𝟎
𝒕𝒄
𝒓𝟎 − 𝒓𝟎 ∙𝒕
𝒕𝒄
𝟑
∙ 𝒅𝒕 =𝝅 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟎
𝟑
𝒕𝒄∙ න
𝒕=𝟎
𝒕𝒄
𝟏 −𝒕
𝒕𝒄
𝟑
∙ 𝒅𝒕 =
=𝝅 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟎
𝟑
𝒕𝒄𝟒
∙ න𝒕=𝟎
𝒕𝒄
𝒕𝒄 − 𝒕 𝟑 ∙ 𝒅𝒕 =𝝅 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟎
𝟑
𝒕𝒄𝟒
∙ න𝒕𝒄
𝟎
−𝒕 𝟑 ∙ 𝒅𝒕 =𝝅 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟎
𝟑
𝒕𝒄𝟒
∙𝒕𝒄𝟒
𝟒→
Cambio di variabile
𝑽𝒎 =𝝅 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟎
𝟑
𝟒=𝑽𝟎𝟒
70
Caldaia a letto fluido con caricamento dal basso
Considerando quindi un volume medio all’interno della camera di combustione della
singola unità che partecipa alla combustione pari al 25% del volume iniziale si può
definire una temperatura media dei fumi Tf (applicando la formula di slide 31).
La temperatura così calcolata supera abbondantemente la temperatura critica (800°C) per
la formazione di diossine da pyrosynthesis, quindi è ragionevole supporre che qualora si
riuscissero a mantenere condizioni il più possibili omogenee all’interno della camera di
combustione si riuscirebbe a restare lontani dalle condizioni di rischio per la produzione
di diossine.
La regolazione in camera di combustione
𝑽𝒓 = 𝑽𝒎 =𝝅 ∙ 𝒌 ∙ 𝒓𝟎
𝟑
𝟒=𝑽𝟎𝟒
𝑻𝒇 = 𝑻𝒂𝒎𝒃 +𝒌𝒊
(𝒈𝒂𝒔𝒕 ∙ 𝝀𝟑%𝑽𝒓
𝟐+ 𝟏) ∙ 𝒄𝒑𝒇 Risolvendo il sistema inserendo i
medesimi dati utilizzati nell’esempio di
slide 33 si ottiene una temperatura dei
fumi Tf pari a 1.019°C.
71
Appendice: bibliografia
Agenda
72
BibliografiaBIBLIOGRAFIA
[1] Biomass combustion in fluidized bed boilers: Potential problems and remedies - A.A. Khan, W. de
Jong, P.J. Jansens, H. Spliethof - Fuel Processing Technology, Volume 90, Issue 1, January 2009,
Pages 21-50
[2] Comparative evaluation of techniques for controlling the formation and emission of chlorinated
dioxins/furans in municipal waste incineration - A. Buekens, H Huang - Journal of Hazardous
Materials, Volume 62, Issue 1, 11 September 1998, Pages 1-33
[3] De novo synthesis of polychlorinated dibenzo-p-dioxins and dibenzofurans. Proposal for a
mechanistic scheme. – H. Huang, A. Buekens – The science of the total environment 193 (1996)
121-141.
[4] The formation and emission of dioxin in large scale thermal processes – K. Evereart, J. Baeyens –
Chemosphere 46 (2002) 439-448.
[5] Sviluppi tecnologici negli impianti di abbattimento fumi per forni elettrici – G. Pansera, N. Griffini
– La metallurgia italiana 96 (2004) 33-40. http://www.aimnet.it/allpdf/pdf_pubbli/11/pansera.pdf
[6] Influence of variation in the operating conditions on PCDD/F distribution in a full-scale MSW
incinerator – H. Zhang, Y. Ni, J. Chen, Q. Zhang – Chemosphere 70 (2008) 721-730.
[7] Importance of chlorine speciation on de novo formation of polychlorinated dibenzo-p-dioxins and
polychlorinated dibenzofurans – E. Wikstrom, S. Ryan, A. Touati, M. Telfer, D. Tabor, B. K.
Gullett – Environmental science and technology 37 (2003) 1108-1113.
[8] Relative rates of formation of polychlorinated dioxins and furans from precursor and de novo
reactions – E. R. Altwicker – Chemosphere 33 (1996) 1897-1904.
[9] De novo formation characteristics of dioxins in the dry zone of an iron ore sintering bed – K.
Suzuki, E. Kasai, T. Aono, H. Yamazaki, K. Kawamoto – Chemosphere 54 (2004) 97-104.
[10] Emissions of polychlorinated dibenzo-p-dioxins and dibenzofurans from catalytic and thermal
oxidizers burning dilute chlorinated vapors – J. R. Hart – Chemosphere 54 (2004) 1539-1547.
[11] La termovalorizzazione: prestazioni ambientali di nuovi e vecchi impianti – R. Gori, R.
Francalanci, S. Garro (ARPAT – agenzia regionale per la protezione ambientale della toscana) –
19/02/2008.
[12] Influence of postcombustion temperature profiles on the formation of PCDDs, PCDFs, PCBzs, and
PCBs in a pilot incinerator – I. Fangmark, B. Stromberg, N. Berge, N, C. Rappe, (1994-04-01).
Environmental Science & Technology. v28 (n4), p624
[13] Influencing the production of dioxin/furan in solid waste plants by measures affecting the
combustion as well as he flue gas cleaning systems - H. Vogg, H. Hunsinger, A. Merz, L. Stieglitz
- Chemosphere, Vol. 25, Nos. 1-2, 1992, pp. 19-152
[14] Emission control of dioxin compounds in plastic waste incineration - K. Watanabe, K. Tsukamoto -
Organohalogen Compounds, vol. 19, pp. 431–434, 1994.
[15] Scheda tecnica scambiatore a fascio tubiero fumi/acqua TEMPCO
http://www.tempco.it/static/images/pdf/TST%20EXH.pdf
[16] Physical characterisation and chemical composition of densified biomass fuels with regard to their
combustion behaviour – I. Obernberger, G. Thek – Biomass and Bioenergy, Volume 27, Issue 6,
December 2004, Pages 653-669
[17] Operational Limits of Ignition Front Propagation against Airflow in Packed Beds of Different
Wood Fuels - M. Horttanainen, J. Saastamoinen,P. Sarkomaa - Lappeenranta University of
Technology, Department of Energy and Environmental Technology, Energy Fuels, 16 (3), pp 676–
686, 2002.
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BIBLIOGRAFIA
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Jong, P.J. Jansens, H. Spliethof - Fuel Processing Technology, Volume 90, Issue 1, January 2009,
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mechanistic scheme. – H. Huang, A. Buekens – The science of the total environment 193 (1996)
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[4] The formation and emission of dioxin in large scale thermal processes – K. Evereart, J. Baeyens –
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[5] Sviluppi tecnologici negli impianti di abbattimento fumi per forni elettrici – G. Pansera, N. Griffini
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[6] Influence of variation in the operating conditions on PCDD/F distribution in a full-scale MSW
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19/02/2008.
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[13] Influencing the production of dioxin/furan in solid waste plants by measures affecting the
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- Chemosphere, Vol. 25, Nos. 1-2, 1992, pp. 19-152
[14] Emission control of dioxin compounds in plastic waste incineration - K. Watanabe, K. Tsukamoto -
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[15] Scheda tecnica scambiatore a fascio tubiero fumi/acqua TEMPCO
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[16] Physical characterisation and chemical composition of densified biomass fuels with regard to their
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Technology, Department of Energy and Environmental Technology, Energy Fuels, 16 (3), pp 676–
686, 2002.
[26] On the mechanisms of dioxin formation in combustion process – H. Huang, A. Buekens –
Chemosphere, Vol. 31, No.9, pp.4099-4117, 1995
Bibliografia
74