Leve di Marketing per il Retail

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Leve di Marketing per il Retail Definizioni ed evoluzioni in atto Marco Santambrogio Managing Director VALUE LAB www.valuelab.it [email protected] 1

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Stimolare e orientare il comportamento d’acquisto dei Consumatori sfruttando leve di marketing: location, assortimento, format, private label, format distributivo, promozioni e pubblicità, merchandising, pricing, crm e loyalty.

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Leve di Marketing per il RetailDefinizioni ed evoluzioni in atto

Marco SantambrogioManaging Director – VALUE LAB

www.valuelab.it [email protected]

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Il Retail Marketing Mix

Il RETAIL MARKETING MIX è l’utilizzo congiunto ed armonico delle leve dimarketing a disposizione del retailer per il punto di vendita e nel punto divendita.

Obiettivi• Stimolare ed orientare il comportamento d’acquisto dei Consumatori• Creare un differenziale competitivo stabile nei confronti dei Concorrenti

Le leve del Retail Marketing Mix sono• Il punto di vendita: location, format e merchandising• L’offerta: assortimento e private label• Il prezzo: posizionamento e promozioni• La comunicazione promo-pubblicitaria• Il Customer Relationship and Loyalty Management

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Il punto di vendita – Location

La LOCATION è il luogo ove è ubicato il punto vendita.È una scelta fondamentale perché non potrà essere cambiata nel corso deltempo, ma solo gestita.

Scelta localizzativain un Centro Commerciale, in un Parco commerciale, in una Via commerciale, inun Centro storico, Stand alone

Elementi da considerare• Potenzialità e caratteristiche della domanda del bacino di mercato (N°

famiglie residenti, n° persone che lavorano in zona, profilo socio-economico-demografico, ecc.)

• Intensità e tipologia competitiva• Presenza di generatori di traffico (es.: scuola, fermata mezzi pubblici, ecc.)• Valore dell’acquisto o dell’affitto dell’immobile• Vincoli normativi (per metrature medie e grandi)• Rispetto delle zone di esclusiva (se il Network la prevede)

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Il punto di vendita - Format

Per SERVIZIO COMMERCIALE s’intende l’insieme delle attività necessarie amettere a disposizione dei consumatori i beni di cui essi hanno bisogno neiluoghi, nei tempi e nelle modalità desiderate.

La FORMA DISTRIBUTIVA e’ il risultato della differente combinazione degliattributi elementari del servizio commerciale.

• Ipermercato (oltre 2.500 mq)• Superstore• Supermercato (tra 400 e 2.499 mq)• Superette (tra 100 e 399 mq)• Negozi di vicinato• Discount (hard e soft)

Il FORMAT è l’ulteriore differenziazione dell’offerta, in termini di Dimensione delpunto vendita e Assortimentopunto4

LOGISTICI INFORMATIVI AGGIUNTIVIProssimità Preselezione dei prodotti Velocità

Ampiezza dell’assortimento Profondità dell’assortimento Comfort

Orario di apertura Informazione diretta Servizi post-vendita

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Il punto di vendita - Format

Non esiste una modalità universale di segmentare e definire i Format (sia daparte dei Distributori, sia dell’Industria, sia di fonti terze)

Il Format è l’insieme degli elementi di un punto vendita che lo caratterizzano elo differenziano dagli altri.

Deve esistere coerenza tra format scelto, caratteristiche del micro-contestocompetitivo e altri punti vendita già aperti dalla stessa rete

La mobilità del consumatore tra le diverse Forme distributive e Format èaltissima

• mobilità intrinseca della domanda• iniziative promozionali• Intertype competition (verso l’ingrosso e la somministrazione)

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Il punto di vendita – Merchandising

Il MERCHANDISING è l’utilizzo integrato dello spazio espositivo e del servizio logistico per orientare il comportamento di acquisto del consumatore in modo da aumentare il sell out del punto vendita ed in particolare delle categorie e referenze a più alto margine unitario.

Finalità• Allungare la presenza del consumatore nel punto vendita• Aumentare la superficie visitata• Migliorare la visibilità delle categorie, delle marche e delle referenze

Con il merchandising si tende particolarmente a stimolare gli acquisti di impulso e orientare le scelte in punto vendita

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Il punto di vendita – Merchandising

Il Lay out delle attrezzature è l’assetto complessivo (corsie, scaffale, banchi,gondole, etc) del punto vendita e conseguenti modalità di circolazione deiconsumatori al suo interno.

• A percorso obbligato• A griglia• A isole

Il Lay out merceologico è l’allocazione degli spazi da dedicare ai singolireparti (es grocery, gastronomia, ittico, etc) e quindi alle differenti categoriemerceologiche ( es.pasta semola, caffè tostato, etc), definendo le logiche diassociazione

• analogia merceologica (es. derivati del latte)• momenti di consumo (es. prima colazione)• mondi (es. bambini)• target-stili di vita (es. bio).

Il Display è la quantità e qualità dello spazio espositivo attribuito alle categoriee alle marche sugli scaffali, sulle gondole e nei banchi (es organizzazione inorizzontale e verticale, altezza occhi, mani, piedi)

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Il punto di vendita – What’s new

• Ri-scoperta dell’importanza della prossimità

• Valorizzazione e Riqualificazione delle aree dismesse

• Trasformazione di insediamenti già esistenti

• Crescente interesse della finanza immobiliare nel Commercial Real Estate

• Il punto vendita come luogo di intrattenimento

• Integrazione delle offerte tra punti vendita diversi

• Aumento dell’integrazione servizi - prodotti

• Tendenza verso punti vendita aperti 7 giorni su 7 con orari serali prolungati

• Punto vendita come luogo di consumo dei prodotti in vendita (punti didegustazione)

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L’offerta - Assortimento

L’ASSORTIMENTO e’ il “prodotto” del distributore ossia l’insieme dellecategorie merceologiche organizzate al fine di soddisfare i bisogni deiconsumatori e garantire nel contempo la più alta redditività al punto di vendita.

ObiettivoScegliere e gestire dinamicamente (nel tempo e per i diversi punti vendita)all’interno dell’offerta delle aziende industriali, i prodotti più coerenti con ilprofilo dei consumatori clienti e le loro dinamiche di

• acquisti programmati• acquisti occasionali• acquisti d’impulso

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L’offerta - Assortimento

Classificazione dell’assortimento• Ampiezza: numero di categorie trattate o marche all’interno della

categoria• Profondità: numero di marche trattate o referenze all’interno delle

marche. La Varietà consiste poi nella differenziazione delle varianti diprodotto trattate

Classificazione dei punti vendita in base all’assortimento• Specializzati: con scarsa ampiezza ed elevata profondità• Despecializzati: con elevata ampiezza e scarsa profondità• Plurispecializati: con elevata ampiezza e profondità• Marginali o di emergenza: con scarsa ampiezza e profondità

La costruzione dell’assortimento segue un approccio più razionale con le logichedi category management, che attribuiscono ai diversi reparti ruoli specifici inbase al formato di punto vendita (traffico, margine, destinazione, routine,emozionale).

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L’offerta – Private Label

La PRIVATE LABEL (o MARCA COMMERCIALE) e’ il prodotto trattato inesclusiva dal distributore, al fine di creare una differenziazione assortimentale

Obiettivi• economici: di norma genera un margine lordo superiore al margine

lordo ponderato di categoria• di differenziazione: essendo esclusiva non e’ confrontabile con altri

prodotti concorrenti• di filiera: più elevata e’ la quota di private label, minore e’ la dipendenza

dall’industria di marca• di marketing: creare fedeltà all’insegna

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L’offerta – Private Label

Classificazione per naming• di insegna quando ha il medesimo nome della catena trattante,• di fantasia quando non vi e’ alcun tipo di legame con l’insegna

proponente.

Classificazione per fascia di prezzo• di primo prezzo• di categoria• premium

La gestione delle private label impone anche al retailer, come per le aziendeindustriali, competenze ed organizzazione specializzate e dedicate.

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L’offerta - What’s new

• Crescita dei prodotti ad alto contenuto di servizio

• Crescita dei prodotti tipici e locali

• Processo di razionalizzazione assortimentale con graduale diminuzione deiprodotti follower nelle categorie tradizionali

• Crescita delle vendite delle categorie di prodotto deperibili

• Allargamento a nuovi reparti (farmacia, editoria, viaggi, etc)

• Crescita del peso delle private label, soprattutto premium

• Ingresso delle private label in categorie emergenti

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Il Prezzo - Posizionamento

Il POSIZIONAMENTO DI PREZZO è la scelta e la gestione dinamica dei prezzi di vendita dei prodotti atti a formare una immagine complessiva di convenienza nella percezione del consumatore.

Logica di formazione dei prezzi• Mark up costante• Price leadership

Due logiche di gestione contrapposte • EDLP (Every Day Low Price), non prevede promozioni (tipico del format

discount)• HLP (High Low Price), gestione dinamica (consuetudine di tutte le altre

formule distributive al dettaglio)

Discriminazione dei prezzi• Spaziale (tra punti vendita o in base alla provenienze dei Clienti)• Temporale• Del servizio• Di prodotto (sistematica o selettiva)

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Il Prezzo - Posizionamento

Le PROMOZIONI DI PREZZO sono variazioni temporanee dei prezzi finalizzate ad attirare nuovi consumatori nel punto vendita e stoccare i consumatori abituali (obiettivi di traffico, di categoria o di prodotto, di convenienza)

Tipologia• Taglio prezzi (es. -33%, tutto a 1 euro, etc)• MxN (es. 3x2, 4x2, etc)• sconto a fasce (es. 20-30-40%, etc)• buoni sconto• di categoria (es. festa della birra)

Misurazione della performance promozionale • pressione (intensità) promozionale: percentuale di vendite veicolate

attraverso i prodotti in promozione rispetto al totale venduto di periodo• efficacia promozionale: capacità della promozione di generare nuove

vendite.

Temi critici• Cherry picker• Scelta dei prodotti da promozionare• Pricing guidato dalla segmentazione della clientela

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Il Prezzo - What’s new

• Crescente omologazione dei posizionamenti complessivi di prezzo conutilizzo massivo delle promozioni

• Progressiva diminuzione delle promo MxN

• Crescita delle promozioni

• Associazione scientifica dei prodotti oggetto di promozioni congiuntaattraverso analisi dei dati provenienti dalle carte fedeltà

• Maggior capacità di lettura dei risultati promozionali

• Tendenza delle aziende di produzione a riconoscere contributi a fronte direale sell-out

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La comunicazione promo-pubblicitaria

La COMUNICAZIONE PROMO-PUBBLICITARIA ricomprende tutte le attivitàvolte ad acquisire clienti, aumentarne la frequenza di visita e lo scontrinomedio, massimizzandone il livello di fedeltà.

Tipologie di comunicazione• Targettizzate o di massa• Di insegna o di singolo punto vendita• Continuativa o estemporanea• Svolta autonomamente dal retailer o in collaborazione con le aziende di

marca• In store o off store

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La comunicazione promo-pubblicitaria

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La comunicazione promo-pubblicitaria

Promozioni non di prezzo

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Promozione sui media promo-sponsorizzazioniconcorsi

raccolta puntisampling

Promozione sul prodotto non di prezzo regalovendite abbinateformato specialemultipack

Promozione legata all'utilizzo dello spazio di vendita esposizioni preferenziali

Animazione del punto vendita degustazioniconcorsi

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La comunicazione promo-pubblicitaria

Media diretti a seconda del momento del contatto

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Direct MailingPrima dell'acquisto E mailing(a casa) Telemarketing (call center)

Telemarketing (Interactive voice response system)

Prima dell'acquisto SMS(ovunque) MMS

Chioschi elettroniciDurante l'acquisto Carrelli intelligenti(in punto vendita) Self scanning

Proximity marketing (Bloutooth, Wi-Fi)

Dopo l'acquisto POS scanner (couponing sullo scontrino)(alla cassa del punto vendita)

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La comunicazione promo-pubblicitaria - What’s new

• Il Digital Signage guadagna sempre più terreno.

• Il punto di vendita e’ esso stesso un medium.

• Si comunicano maggiormente i valori di insegna

• La Corporate Social Responsibility come frontiera di comunicazione

• Non esiste più una differenziazione tra istituzionale e tattico (di prezzo)

• Crescente utilizzo del geomarketing per pianificare e gestire le attività locali

• Sviluppo di piani di micro-marketing integrati

• Esperimenti di comunicazione in Second Life

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Il Customer Relationship & Loyalty Management

Per CUSTOMER RELATIONSHIP & LOYALTY MANAGEMENT si intendonotutte le attività nominative effettuate ad hoc per singoli Clienti o clusteromogenei di Clienti, sulla base della conoscenza e la misurazione delcomportamento di acquisto, ottenute per il tramite delle carte fedeltà.

Obiettivi:• Aumentare la soddisfazione nel tempo, migliorando congiuntamente le

performance di categoria / brand / prodotto e di punto vendita /insegna.

• Mirare e differenziare gli sforzi e gli investimenti sui consumatori e/ocluster di consumatori a più alto ROI

• Erogare vantaggi differenziati ai clienti in funzione del propriocomportamento d’acquisto.

• Incrementare la frequenza d’acquisto e lo scontrino medio attraversol’erogazioni di nuovi vantaggi,

• Creare nuove formule promozionali attraverso i punti fedeltà

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Il Customer Relationship & Loyalty Management

I principali step per una attività di Crm:1) Allineamento strategico2) Definizione obiettivi3) Predisposizione del Customer Data Base (normalizzazione, deduplica

arricchimento, geocodifica, georeferenziazione di indirizzi e nominativi)4) Predisposizione e test dei modelli analitici5) Profilazione e scelta dei consumatori target6) Definizione meccanica di comunicazione7) Definizione mezzi di comunicazione8) Definizione vantaggi per il consumatore9) Predisposizione materiali e partner operativi10) Implementazione attività11) Verifica risultati12) Allineamento del Customer Data Base con gli esiti dell’attività

Le azioni nascono al fine di migliorare le relazioni con i clienti trasformandole inuna cumulata di esperienze positive e quindi in fedeltà.

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Customer Relationship & Loyalty Management - What’s new

• Collaborative CRM

• Iniziative di collaborazione tra insegne di diversi settori

• Utilizzo di Media digitali per ridurre il costo contatto

• Sperimentazioni di RFID

• Integrazione con credito al consumo: card come strumento finanziario

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