La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi...

61
da La villa. Forma e ideologia di James S. Ackerman Storia dellarte Einaudi 1

Transcript of La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi...

Page 1: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

da La villa. Forma e ideologia

di James S. Ackerman

Storia dell�arte Einaudi 1

Page 2: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

Edizione di riferimento:James S. Ackerman, La villa. Forma e ideologia,trad. it. di Piera Giovanna Tordella©Einaudi, Torino 1992© Edizioni di Comunità, Torino 2000Titolo originale:The Villa. Form and Ideology of Country Houses© 1990, by the Trustees of the National Gallery ofArt, Washington D.C.Published by Princeton University Press, Princeton,New Jersey

Storia dell�arte Einaudi 2

Page 3: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

Indice

Storia dell�arte Einaudi 3

II. L�antica villa romana 4

«Otium» 9Virgilio e la vita di campagna 16La tipologia della villa romana 23Vestigia di ville nella penisola italica 29

Page 4: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

Capitolo secondo

L�antica villa romana

A conclusione della Sesta Satira del libro II (vv.80-109), nella quale le esasperanti tensioni quotidianedella vita a Roma vengono contrapposte alla tranquillitàdella vita campestre, Orazio narra la favola del topo dicampagna e del topo di città. Il primo invita l�amico cit-tadino a spartire un pasto nella sua umile dimora nelbosco e gli offre le poche prelibatezze conservate daparte con tanta cura � ceci, avena lunga, acini d�uva sec-chi, pezzi di lardo mezzo rosicchiati � che il suo ospiteschifiltoso tocca appena, mentre lui si accontenta umil-mente di spelta e loglio. Il topo di città persuade alloral�amico che la vita è troppo breve per essere vissuta incondizioni rustiche e frugali e che egli dovrebbe unirsia lui nel ritorno in città. Qui, dove tutto è lusso, in unagrande casa arredata sontuosamente, le molte portateavanzate da un banchetto tenutosi la sera precedentecostituiscono un�attrazione irresistibile. Ma, appenapostisi a giacere sui letti d�avorio del triclinio, si ode ungrande strepito di battenti e la sala viene invasa da canimolossi. Il topo di campagna batte frettolosamente inritirata sostenendo che: «... me silva cavusque tutus abinsidiis | tenui solabitur ervo» («... la selva e il buco sicu-ro da insidie | mi consolerà della povera veccia»).

Nei versi precedenti Orazio si era lamentato della suavita nella capitale, della quale soffre il clima sfavorevo-le e dove, oltre a doversi fare largo a gomitate tra la

Storia dell�arte Einaudi 4

Page 5: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

folla, a causa dei suoi rapporti con personaggi altolocatie addirittura con l�imperatore, è perennemente assilla-to dai postulanti, richiesto come testimone e soggetto apettegolezzi triviali. Egli sogna la sua villa nel paese deisabini, vicino a Tivoli, dove può rilassarsi leggendo itesti degli antichi scrittori, dormire o solamente riposa-re dimenticando le preoccupazioni mondane, gioire dellasemplicità di cibi e vino abbondanti, discutendo con ipropri ospiti di temi fondamentali come la natura delbene e la questione della sua espressione piú elevata1.L�immagine delineata da Orazio non è comunque carat-teristica a lui solo; quasi tutti gli scrittori latini cheaffrontano l�argomento della vita in campagna descri-vono la città sotto una luce sfavorevole2. Marziale mettea confronto il rumore e le seccature costanti della vitacittadina che disturbano il suo sonno (Epigrammi, XII,57) alla quiete della campagna dove egli possiede una fat-toria; Giovenale (Satire, III, 160) mette a confronto ilcosto della vita a Roma, assai elevato specialmente peri ceti poveri, con la semplicità della vita in campagnadove nessuno indossa la toga fino al momento dellamorte. Evidentemente la toga era l�equivalente romanodell�abito maschile con cravatta e se ne alludeva spessoin questo senso; Plinio il Giovane, come abbiamo giàvisto, elenca tra i vantaggi dei Tusci, la sua villa inToscana, il fatto che non occorre indossarvi la toga.Marziale afferma, in modo ovviamente esagerato, che seun cittadino romano in una sola estate logora quattrotoghe una sola è invece sufficiente per quattro stagioniautunnali nella sua modesta villa a Mentana (Epigram-mi, X. xcvi. 11); altrove egli allude alla «tunicata quies»(Epigrammi, IV. lxiv. 10).

Se Plinio il Giovane fu un ricchissimo senatore inpossesso di numerose proprietà e di due ville suntuose,Orazio, celebre poeta del i secolo a. C., fu figlio di unliberto semplice esattore di gabelle e ricevette in dono

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 5

Page 6: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

la sua modesta villa-fattoria dall�amico e protettoreMecenate. Marziale (40 d. C. circa - 104 d. C. circa),anch�egli poeta, possedeva un piccolo appezzamentorurale, evidentemente molto piú rustico di quello diOrazio, comparabile nel proprio ambito a quello deltopo di campagna. Benché le condizioni economiche deitre personaggi fossero chiaramente differenti essi dimo-strarono però una predilezione comune nei confrontidella vita rurale e, come alcuni loro contemporanei,contribuirono a formulare per la posterità i caratterifondamentali di una ideologia. In antitesi alla vita urba-na, gli elementi essenziali di un�esistenza rurale erano lasemplicità e l�informalità del vivere, la salubrità dell�a-ria e la possibilità di esercizio fisico (specialmente la cac-cia e la pesca � sebbene Plinio confessi di pescare da uncocchio), l�opportunità di dedicarsi ad attività intellet-tuali e creative nella quiete piú assoluta, lungheconversazioni con gli amici e il piacere derivante dallacontemplazione di paesaggi naturali o coltivati, in sta-gioni e situazioni differenti.

Ciò che consente di definire questo complesso diatteggiamenti un�ideologia è il fatto che gli unici a poter-seli permettere erano individui privilegiati le cui rendi-te, mediocri o cospicue, non dipendevano dai rigori deltempo e dai rischi corsi da chi essendo costretto a vive-re sempre in campagna doveva strappare alla terra imezzi di sostentamento e soffrire il tedio di una vita diisolamento. Poche sono le testimonianze storiche cherivelano agricoltori, braccianti o schiavi, senza altra pos-sibilità di scelta se non quella di vivere in campagna, sen-sibili al fascino della vita rurale decantato dalla lettera-tura sulla villa. In verità, era proprio il sudore dellafronte dei lavoratori a consentire ai proprietari di gode-re dei piaceri della vita rustica.

Labili echi di questo contrasto trapelano tuttaviadagli encomi letterari. I rigori della stagione invernale

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 6

Page 7: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

nella campagna tempestosa sono descritti da Marziale(Epigrammi, VII. xxxv), che nondimeno conserva la piúgrande affezione per la sua villa. In una epistola Oraziorespinge, con ciò che oggi appare crudele insensibilità,le lagnanze del fattore della sua villa in Sabina (Episto-le, I, 14) che brama la città con i suoi giochi e le sueterme e che si lamenta della pesantezza dei lavori agri-coli (sentimenti perenni, come testimonia la canzonedella prima guerra mondiale «How�re you gonnakeep�em down on the farm, after they�ve seen Paree?»).Columella (De re rustica, XII. Introduzione, 9) lamen-tandosi delle donne del suo tempo cosí scriveva:

Nunc vero, cum pleraeque sic luxu et inertia diffluant,ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domiconfectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi-me placeant, quae grandi pecunia et paene totis censibusredimuntur, nihil mirum est, easdem ruris et instrumento-rum agrestium cura gravari, sordidissimumque negotiumducere paucorum dierum in villa moram.

Ma adesso che la maggior parte delle donne si sonodedicate talmente al lusso e all�inerzia, che non si degnanonemmeno di occuparsi della filatura e tessitura della lana,ma arricciano il naso davanti alle vesti fabbricate in casa edessendosi pervertito il gusto, amano ormai solo quelle chesi comprano con folli somme di denaro, se non addiritturacon patrimoni interi, non desta nessuna meraviglia il fattoche queste stesse signore si sentano oppresse se devonooccuparsi delle cose di campagna, anzi trovino cosa anti-paticissima anche il piú breve soggiorno in campagna3.

Analogamente, nei secoli successivi, molti degli aspet-ti affascinanti e dei momenti piacevoli della vita cam-pestre decantati dalla letteratura, erano nella realtà pre-clusi alle donne.

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 7

Page 8: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

Nel caso dei grandi latifondisti il panorama ruralepoteva essere offuscato dall�atteggiamento di non coope-razione tra il proprietario e i suoi contadini; Plinio scri-ve dalla Toscana di essersi rifugiato qui per essere liberodi fare ciò che desidera e di trovarsi invece assillato dallelagnanze e dalle suppliche dei contadini (Epistole, IX.xv. 1.3). Nell�epistola indirizzata al suo fattore Orazioafferma di desiderare che venga espletata una moderataquantità di lavoro nella sua fattoria, la cui gestione pra-tica aveva affidata allo stesso individuo posto a capo diun piccolo numero di schiavi. Nel secondo degli Epodi,che inizia con le parole «Beatus ille qui procul negotiis |ut prisca gens mortalium | paterna rura exercet...», Ora-zio si sofferma sulle fatiche ricompensate del fattore edella sua consorte e sui piaceri offerti dai cibi semplicidella campagna, probabilmente nel desiderio di emulareCatone e gli autori dei trattati di agronomia sopracitati.La celebrità di questo brano fu rinnovata dalla liberaparafrasi di Alexander Pope, un entusiasta della vita divilla che non avrebbe comunque provato alcun piacere nelmaneggiare una zappa, nella Ode on Solitude:

Happy the man, whose wish and careA few paternal acres bound,Content to breathe his native air,In his own ground.

Whose herds with milk, whose fields with bread,Whose flocks supply him with attire,Whose trees in summer yield him shade,In winter fire.

Blest! who can unconcern�dly findHours, days and years slide soft away,In health of body, peace of mind,Quiet by day...

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 8

Page 9: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

Nel poema di Orazio il punto di vista cambia ina-spettatamente nell�ultima quartina, dove si comprendeche l�interlocutore è l�usuraio Alfio, il quale, essendosifatto restituire tutte le somme prestate per acquistareuna proprietà in campagna, poco dopo ricomincia aimprestarle ad alto interesse e continua a esercitare incittà la sua spregevole professione.

«Otium».

Il termine negotium cui Orazio nel verso testé cita-to («Beatus qui procul negotiis...») attribuisce comegli altri autori latini il significato di occupazione, affa-re, preoccupazione, difficoltà, costituisce l�antitesi pe-renne dell�otium, il tempo libero dalle occupazioni, con-dizione ideale della vita campestre nella mente dei cit-tadini romani4. Plinio, nel descrivere i vantaggi del Lau-rentinum, la sua villa sulla costa laziale a sud della focedel Tevere, esclama (Epistole, I. ix. 6): «O dulce otiumhonestumque ac paene omni negotio pulchrius!» («Opace dolce e nobile, e piú bella, quasi, di qualsiasi ope-rosità!») Se si volesse indicare un vocabolo inglese cor-rispondente al sostantivo otium, questo potrebbe esse-re seclusion o serenity oppure relaxation; gli antichi peròlo associavano piuttosto a una opportunità di impegno,intenso e arricchente, in occupazioni intellettuali meri-torie. Tale concezione fu propugnata nei tempi piúantichi di Roma dagli insegnamenti del filosofo grecoEpicuro (341-270 a. C.), che rifiutò la gloria, le impre-se militari, la politica e la folla. Le argomentazioni diEpicuro furono caldeggiate nel i secolo a. C. dai poetilatini Lucrezio, Catullo, e, come abbiamo visto, Orazio.

Plinio il Giovane offre una vivida immagine dell�im-portanza di tale concetto per la comprensione della vitarurale nella descrizione fatta all�amico Fusco di una tipi-

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 9

Page 10: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

ca giornata estiva ai Tusci, la piú appartata tra le sueville (Epistole, IX. xxxvi):

Quaeris, quemadmodum in Tuscis diem aestate dispo-nam. Evigilo cum libuit, plerumque circa horam primam,saepe ante, tardius raro. Clausae fenestrae manent; mireenim silentio et tenebris ab iis quae avocant abductus etliber et mihi relictus non oculos animo, sed animum oculissequor, qui eadem quae mens vident, quotiens non videntalia. Cogito, si quid in manibus, cogito ad verbum scribentiemendantique similis, nunc pauciora nunc plura, ut vel dif-ficile vel facile componi tenerive potuerunt. Notarium vocoet die admisso quae formaveram dicto; abit rursusque revo-catur rursusque dimittitur.

Ubi hora quarta vel quinta (neque enim certum dimen-sumque tempus), ut dies suasit, in xystum me vel crypto-porticum confero, reliqua meditor et dicto. Veheliculumascendo. Ibi quoque idem quod ambulans aut iacens; duratintentio mutatione ipsa refecta. Paulum redormio, deindeambulo, mox orationem Graecarn Latinamve clare et inten-te non tam vocis causa quam stomachi lego; pariter tamenet illa firmatur. Iterum ambulo, ungor, exerceor, lavor.Cenanti mihi, si cum uxore vel paucis, liber legitur: postcenam comoedus aut lyristes. Mox cum meis ambulo, quo-rum in numero sunt eruditi, ita variis sermonibus vesperaextenditur et quamquam longissimus dies cito conditur.

Non numquam ex hoc ordine aliqua mutantur. Nam si diuiacui vel ambulavi, post somnum demum lectionemque nonvehiculo, sed quod brevius, quia velocius, equo gestor. Inter-veniunt amici ex proximis oppidis partemque diei ad setrahunt interdumque lasso mihi opportuna interpellationesubveniunt. Venor aliquando, sed non sine pugillaribus, ut,quamvis nihil ceperim, non nihil referam, datur et colonis, utvidetur ipsis, non satis temporis, quorum mihi agrestes que-relae litteras nostras et haec urbana opera commendant. Vale.

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 10

Page 11: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

Mi chiedi con quali criteri io ordini la giornata nella miavilla di Toscana. Mi sveglio quando mi torna comodo, gene-ralmente verso la prima ora del sole, spesso prima, rara-mente piú tardi. Le finestre rimangono chiuse; infatti ilsilenzio e il buio hanno un�efficacia straordinaria per sot-trarmi alle distrazioni e allora io, libero e tutto per me, nonvado con le idee dietro agli occhi, ma con gli occhi dietroalle idee, dato che essi vedono gli stessi oggetti della mentetutte le volte che non ne vedono altri. Elaboro i miei pen-sieri sul tema che sto eventualmente trattando; li elaboroparola per parola, come se stessi scrivendo e dando l�ulti-ma mano: si tratta di passi talora piú brevi e talora piú lun-ghi, a seconda che siano difficili o facili da redigere e daricordare. Chiamo poi il mio stenografo e, lasciata entrarela luce, gli detto ciò che ho approntato; poi egli se ne va,lo richiamo di nuovo e di nuovo lo lascio in libertà.

Tra le nove e mezza e le undici (il mio orario non si svol-ge con una precisione priva di oscillazioni), in conformitàcon le indicazioni del tempo, me ne vado sulla terrazza onella galleria vetrata e continuo il filo delle riflessioni e delladettatura. Poi salgo in carrozza, e anche là proseguo la stes-sa occupazione a cui ero dedito sia quando stavo a letto chequando passeggiavo; la mia concentrazione permane integra,giacché il cambiamento stesso le rinnova le forze. Me neritorno a un breve pisolino, poi faccio una passeggiata e suc-cessivamente leggo con voce incisiva ed energica un�orazionegreca o latina, non tanto per tenere in esercizio le cordevocali quanto per rinvigorire i polmoni; tuttavia anche leprime ne traggono un rinsaldamento non inferiore. Nuovapasseggiata, frizioni con unguenti, ginnastica, bagno. Duran-te la cena, se sono presenti solo mia moglie o pochi amici,si legge un libro; dopo cena ascoltiamo la declamazione diqualche scena comica o le esecuzioni di qualche suonatoredi lira. Poi passeggio con i miei dipendenti, alcuni dei qualisono forniti di buona cultura. Cosí, chiacchierando sui piúdiversi argomenti si tira in lungo la sera e, quantunque lagiornata sia molto lunga, giunge rapidamente al termine.

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 11

Page 12: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

Talora in questa trama avvengono alcuni mutamenti.Infatti, se ho indugiato lungamente a letto od ho protrattola passeggiata, soltanto dopo a riposo e la lettura faccio ungiro, però non in carrozza, ma a cavallo, per recuperaretempo andando piú in fretta. Sopraggiungono amici dalle cit-tadine dei dintorni e mi sottraggono una qualche parte dellagiornata, e talvolta, quando stanco, mi vengono in aiuto,imponendomi una sospensione davvero opportuna. Ditempo in tempo vado a caccia, ma, senza mai dimenticarele tavolette da scrivere, per poter riportare qualche bottinose non avessi preso nulla. Consacro pure del tempo ai colti-vatori delle mie terre, anche se essi lo trovano troppo scar-so; le loro lamentele paesane mi fanno meglio apprezzare lenostre lettere e i nostri impegni cittadini. Stammi bene5.

In origine, tuttavia, la società romana era di tipoagricolo e lo spirito conservatore e a un tempo liberta-rio dell�agricoltore indipendente sopravvisse in un seg-mento del ceto intellettuale romano della tarda etàrepubblicana e della fase iniziale dell�Impero. Influen-zati dalla tradizione stoica, questi intellettuali disprez-zavano l�ideale epicureo e il tipo di vita rurale da essosottointeso. Essi raccomandavano la frugalità, un�ali-mentazione e un alloggiamento semplici, duro lavoro. Leloro opinioni sono espresse nei trattati agronomici diCicerone e di Plinio il Vecchio, zio dell�autore delleEpistole. Tra i principali testi di agronomia conservati-si, quelli di Marco Porcio Catone il Censore (234-149a. C.), Marco Terenzio Varrone (116-27 a. C.) e LucioGiunio Moderato Columella (i secolo d. C.), rappresen-tano tre diversi stadi e tre secoli differenti nell�evo-luzione della villa-fattoria romana6.

Catone, uno dei principali statisti del suo tempo,scrisse il breve De agri cultura, il piú antico libro inprosa latina a noi giunto, di fronte alle disastrose con-seguenze delle guerre puniche, durante le quali la cam-

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 12

Page 13: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

pagna e le sue riserve alimentari erano state devastate,la manodopera agricola decimata, i servi o i liberi pos-sidenti uccisi o sospinti nelle città dai saccheggi deglieserciti, dalla concorrenza del lavoro degli schiavi e deiprezzi modesti dei prodotti importati dalle province.L�economia agricola fu riassestata ricorrendo a duediverse soluzioni, alternative all�attività delle fattorietradizionali a conduzione familiare7. Da un lato l�acqui-sto da parte di membri del ceto medio, ad esempio Cato-ne, di fattorie di dimensioni modeste in cui le mansio-ni agricole venivano espletate da schiavi; dall�altro la riu-nione di vasti latifondi nelle mani di cittadini molto piúfacoltosi che avevano tratto profitto, spesso in modoillegale, dagli eventi bellici. Queste ultime erano fatto-rie con allevamenti di bestiame oppure piantagioni �rese disponibili dal collasso della classe contadina e dallaconseguente confisca delle proprietà di coloro che era-no stati sconfitti nella guerra civile del i secolo a. C. �trasformate da terre coltivate in terre da pascolo, oppu-re, nelle regioni piú meridionali, in vigneti o uliveti. Plu-tarco (Vita di Tiberio Gracco, 8) parlando della cam-pagna intorno a Cosa nell�Etruria meridionale, ossiadella zona di Settefinestre, afferma che «i poveri, cosíespulsi, da una parte persero ogni entusiasmo per il ser-vizio militare, e dall�altra trascurarono di allevarsi unaprole, sí che presto l�Italia intera si trovò povera diuomini liberi, e piena invece di schiavi barbari, che i ric-chi impiegavano per coltivare le proprie terre dopo aver-ne cacciato i cittadini»8. Tale strategia fu deplorata dagliagronomi poiché indeboliva Roma costringendola a sod-disfare il fabbisogno interno di cereali unicamente tra-mite prodotti importati dalle province9.

Catone fu profondamente impegnato sia in questio-ni di stato che in attività finanziarie di tipo privato eil suo trattato si rivolse ad altri che come lui tentavanodi rendere proficui i loro investimenti in campo agri-

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 13

Page 14: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

colo. Egli dissertò sulla villa come se si trattasse di unafabbrica destinata a creare determinati prodotti e neisuoi consigli relativi al trattamento che doveva essereriservato agli schiavi si dimostrò calcolatore nella suagenerosità e rigorosamente severo nell�amministrazionedei propri beni: raccomandando di ridurre le razioni ali-mentari a schiavi adibiti a lavori leggeri egli consiglia-va di vendere tra questi i vecchi e gli ammalati. Catonesollecitava inoltre frequenti ispezioni da parte del pro-prietario il quale si avvaleva di uno schiavo di largaesperienza con funzioni di soprintendente, denomina-to vilicus, per gestire l�amministrazione della tenutaagricola10. La sua idea della villa come struttura atta aessere abitata, per quanto è possibile dedurre dallabreve descrizione da lui datane (De agri cultura, XIV.iv), consisteva unicamente in un semplice riparo dota-to di meno che minime comodità. Questo tipo di archi-tettura è comunemente indicato come villa rustica. Uncosí fatto edificio è descritto in modo piú completo daMarco Terenzio Varrone (De re rustica, I. xiii. 1 sgg.).A esclusione dell�ampia cucina, esso appare progettatopiù per soddisfare le esigenze degli animali che degliindividui che vi dovevano abitare: evidentemente ilproprietario non presumeva di trascorrervi molto delsuo tempo. Un interlocutore nel libro III del trattato diVarrone chiede chiarimenti sulla definizione di villa,rilevando che lo stesso termine è riferibile tanto allaspartana villa rustica quanto alla confortevole villa urba-na (modellata sulle abitazioni urbane) incorporata nelcomplesso di una fattoria attiva come quella di Varro-ne a Reate. Varrone stesso ammette che ciò è vero, mainsiste sul fatto che tutte le ville possono essere econo-micamente produttive e che, in ogni caso, il tipo moder-no della villa elegante, progettata per il piacere del pro-prietario e dei suoi ospiti, è deplorevole quanto dege-nerato.

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 14

Page 15: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

L�atteggiamento di Catone nei confronti della cam-pagna appare scevro di qualunque nota sentimentaletranne che per un motivo, ricorrente nel suo testo comein quelli di altri agronomi, cioè l�idealizzazione dellafigura dell�agricoltore tradizionale (De agri cultura, I. iv):«At ex agricolis et viri fortissimi et milites strenuissimigignuntur, maximeque pius quaestus stabilissimusqueconsequitur minimeque invidiosus, minimeque male cogi-tantes sunt qui in eo studio occupati sunt» («Ma è daicontadini che nascono gli uomini piú forti e i soldati piúcoraggiosi, è da essi che provengono i guadagni piú giu-sti e piú sicuri e meno soggetti all�odio, e coloro che sonooccupati in queste faccende sono i meno mal pensanti»).Varrone scrive, nella prefazione al libro II (De re rustica,IL i): «Viri magni nostri maiores non sine causa praepo-nebant rusticos Romanos urbanis. Ut ruri enim qui invilla vivunt ignaviores, quam qui in agro versantur in ali-quo opere faciendo, sic qui in oppido sederent, quam quirura colerent, desidiosiores putabant» («Non a torto inostri grandi antenati preponevano a quelli della città iromani della campagna; e come ritenevano ignavi quelliche vivevano nella villa in confronto a quanti s�occupa-vano dei lavori campestri, cosí infingardi coloro che sene stavano in città, a paragone di coloro che lavorasserola terra»)11. Scrive Plinio il Vecchio nella sua descrizio-ne della piú antica agricoltura romana (Naturalis Histo-ria, XVIII. iii. 13): «Rusticae tribus laudatissime eorumqui rura haberent, urbanae vero in quas transferri igno-minia esset, desidiae probo» («Le tribú del contadoerano le piú stimate perché costituite dai proprietari diterreni, mentre quelle urbane erano accusate di pigriziae si riteneva disonorevole esservi trasferiti»)12.

L�opinione di questi agronomi (echeggiata da ThomasJefferson), esprimeva una posizione ideologica antiteti-ca a quella che sosteneva l�importanza dell�otium e siarmonizzava con l�idea secondo la quale la vita in cam-

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 15

Page 16: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

pagna di coloro che vi avevano cercato rifugio dallacittà, doveva essere spartana, parca e frugale. Questoideale costituiva il retaggio di un�epoca di agricoltoriindipendenti, al quale fu difficile mantenersi coerentiquando i proprietari cominciarono a risiedere in città, eche, dopo la metà del i secolo d. C., nel periodo in cuile case di campagna divennero eleganti dimore, si rivelòdel tutto anacronistico.

Virgilio e la vita di campagna.

Virgilio scrisse due opere dedicate alla vita rurale lettee ammirate per duemila anni: le Bucoliche o Egloghe, unpoema pastorale in dieci carmi composto tra il 42 e il 39a. C., e le Georgiche (37-30 a. C.), un trattato poetico sul-l�agricoltura conforme alla tradizione della letteraturaagronomica. Entrambi i poemi furono concepiti all�in-terno della sfera culturale di Ottaviano, il futuro impe-ratore Augusto, e riflettono l�impatto delle sue sceltepolitiche sui metodi della gestione agricola. Entrambiidealizzano e mitizzano la vita campestre ma in un modonuovo che accorda curiosamente le posizioni ideologichecontrastanti degli autori analizzati nel precedente para-grafo. Analogamente agli agronomi, Virgilio rappresen-ta la vita e le occupazioni dell�agricoltore e del pastorecome la condizione esistenziale ottimale, pregna del piúelevato valore etico; come tutti i possidenti residenti incittà, egli rappresenta il lavoro agricolo come un�occu-pazione, scevra dalle preoccupazioni e dalle distrazioniindesiderate della città, che offre addirittura all�agricol-tore l�opportunità dell�otium. Contrariamente a Plinio ilGiovane, Virgilio ritiene che l�otium rappresenti laricompensa del duro e gravoso lavoro fisico13.

Le Bucoliche costituiscono il paradigma della lettera-tura arcadica (il termine «Arcades» compare al v. 31

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 16

Page 17: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

della egloga X). Pastori e contadini o semplici agricol-tori popolano una campagna ideale, scherzano l�uno conl'altro oppure compongono canzoni che parlano di eroio ragazzi e fanciulle di bell�aspetto; miti e leggendearricchiscono la loro esistenza piacevolmente oziosa.L�universo delle Bucoliche è idillico e avulso dalla realtà.Tuttavia in due dei dieci carmi (I e IX) si insinua ladimensione del reale. Nel dialogo del carme I tra Titiroe Melibeo, quest�ultimo si lamenta di aver perduto lafattoria che gli era stata espropriata quando, al terminedelle guerre civili che avevano condotto al potere Otta-viano e i suoi alleati politici (in particolare dopo la vit-toriosa battaglia di Filippi del 42 a. C.), i piccoli pro-prietari erano stati spodestati dalle loro terre destinatea essere ridistribuite ai soldati che avevano combattutoal fianco di Ottaviano. Titiro, invece, come lo stessoVirgilio, si era recato a Roma e, probabilmente tramitela protezione di Mecenate, amico fraterno e consiglieredi Augusto, aveva ottenuto di ritornare in possesso dellasua proprietà. Egli parla con fervente ammirazione diOttaviano Augusto cui ascrive il merito di avere porta-to pace nella penisola. La egloga IX torna ad affronta-re questo tema. In essa Licida, uno dei due protagoni-sti afferma (vv. 7-10): «Certe equidem audieram, qua sesubducere colles | incipiunt mollique iugum demittereclivo, | usque ad aquam et veteres, iam fracta cacumina,fagos, | omnia carminibus vestrum servasse Menalcan»(«Eppure, se non erro, avevo udito | che il buon Menal-ca vostro, come acquisti | de� suoi versi, salvato avesseil sito | che sotto l�alta cresta di collina | si fa pendio viavia diminuito | fino all�acque ed ai faggi, e là confina: |là ai faggi vecchi, quelli in cima rotti»)14. Traspare untono curiosamente distaccato di fronte a questa dram-matica e catastrofica espropriazione. Le gioie ideali dellacampagna hanno il potere di compensare la completarovina e la condizione d�esilio in cui versa la popolazione

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 17

Page 18: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

contadina della campagna intorno a Mantova, città nata-le del poeta. Virgilio d�altra parte non concede al letto-re la possibilità di determinare lo status sociale dei suoipersonaggi, se non chiarendo il fatto che non si trattadi grandi latifondisti: Titiro possedeva un tempo nume-rose greggi, ciò nonostante vive in modo semplice; Meli-beo ha perduto la sua umile capanna dal tetto ricopertodi zolle erbose; altri lavorano per un possidente e potreb-bero essere schiavi.

Le Georgiche sono un�opera molto piú vicina allarealtà proprio perché il suo fine era in parte quello difornire al lettore nozioni fondamentali di agricoltura. Lanatura che Virgilio esalta nel poema è quella coltivatadall�uomo. Un passo del libro II delle Georgiche com-pendia l�idealizzazione virgiliana di questa dimensionenaturale:

O fortunatos nimium, sua si bona norint,agricolas! quibus ipsa procul discordibus armisfundit humo facilem victum iustissima tellus.Si non ingentem foribus domus alta superbismane salutantum totis vomit aedibus undamnec varios inhiant pulchra testudine postesinlusasque auro vestes Ephyreiaque aeraalba neque Assyrio fucatur lana venenonec casia liquidi corrumpitur usus olivi,at secura quies et nescia fallere vita,dives opum variarum, at latis otia fundis,speluncae vivisque lacus, et frigida tempemugitusque bovum mollesque sub arbore somninon absunt; illic saltus ac lustra ferarumet patiens operum exiguoque adsueta iuventus,sacra deum sanctique patres; extrema per illosIustitia excedens terris vestigia fecit.Me vero primum dulces ante omnia Musae,quarum sacra fero ingenti percussus amore,

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 18

Page 19: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

accipiant caelique vias et sidera monstrent,defectus solis varios lunaeque labores,unde tremor terris, qua vi maria alta lumescantobicibus ruptis rursusque in se ipsa residant,quid tantum Oceano properent se tinguere soleshiberni, vel quae tardis mora noctibus obstet.Sin, has ne possim naturae accedere partis,frigidus obstiterit circum praecordia sanguis,rura mihi et rigui placeant in vallibus amnes,flumina amem silvasque inglorius. O ubi campiSpercheosque et virginibus bacchata LacaenisTaygeta! o qui me gelidis convallibus Haemisistat et ingenti ramorum protegat umbra!Felix, qui potuit rerum cognoscere causasatque metus omnis et inexorabile fatumsubiecit pedibus strepitumque Acherontis avari.Fortunatus est ille, deos qui novit agrestis,Panaque Silvanumque senem Nymphasque sorores.

O fortunati appieno se capissero la propria felicità icampagnoli! Cui lontano dall�armi litigiose la terra, che ècosí giusta, porge abbondantemente di per sé, dalla gleba,un facile sostentamento.

Non per loro un�alta dimora da superbi portali vomitasul mattino in tutte le anticamere una schiuma di osse-quianti; essi non spalancano la bocca davanti agli stipitivariegati di splendente tartaruga e di fronte alle vesti scre-ziate d�oro e ai bronzi di Efira. Non è falsata la bianca lorolana con velenosi colori di Assiria e non si corrompe con lacannella l�uso del loro olio schietto. Bensí essi hanno sicu-ra pace e una vita cui è ignoto l�inganno, ricca di beniinconsueti. Bensí a loro gli ozi inerenti alle grandi cam-pagne: grotte e bacini d�acqua viva, fresche valli, muggiredi buoi, e sonni in abbandono sotto un albero.

Là le boscaglie e i nascondigli delle fiere e una gioventúche assuefatta alla sobrietà sopporta le fatiche, là sacri gli

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 19

Page 20: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

Dèi, venerati i padri. In mezzo a loro, andandosene dallaterra, la Giustizia lasciò le sue ultime impronte.

E io desidero soltanto che le Muse, mia prima dolcez-za, dal cui sovrano amore sono colpito e delle quali portoil culto, accondiscendano a me. E mi dicano le vie del cieloe le costellazioni, le assenze alterne dei soli e l�ansie dellaluna; e perché si scuota la terra e per qual forza tra i diru-ti scogli montino le alte maree e poi di nuovo si riabbassinoin sé; a che scopo i giorni invernali s�immergano cosí solle-citamente nell�Oceano e quale indugio ritardi le notti esti-ve. Se invece, perché io non possa giungere a questa comu-nione con la natura, freddo il sangue contristerà il miocuore, care mi siano almeno le campagne e le acque scor-renti nelle valli, e io privo di gloria possa amare i fiumi ele selve.

Oh le pianure del fiume Spercheo, oh il monte Taigetodov�erano baccanti le vergini spartane! Si, qualcuno miporti alle fresche convalli del monte Emo e mi nascondasotto la vasta oscurità dei rami.

Felice chi poté scoprire il perché delle cose e tiene sottodi sé calpestato ogni timore e il Destino implacabile e ilrombo dell�esoso Acheronte.

Fortunato però anche colui che scorge gli Dèi campa-gnoli, Pan, il vecchio Silvano, le Ninfe sorelle15.

Come tutti i ragionamenti a favore della vita di villa,anche questa riflessione prende in considerazione i pia-ceri rustici propri all�età dell�oro consumatasi al tempodei sabini, degli etruschi e dei primi romani, in antitesialle esasperazioni e alle gravose responsabilità della vitaurbana moderna. Virgilio, che aveva vissuto in primapersona l�esperienza della guerra civile e, come sostienenelle Bucoliche, aveva rischiato di perdere la propriafattoria, conobbe meglio di ogni altro quanto la vita agri-cola potesse essere rischiosa e impegnativa. Per questoegli afferma: «O fortunati appieno se capissero la pro-

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 20

Page 21: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

pria felicità i campagnoli! Cui lontano dall�armi litigio-se la terra, che è cosí giusta, porge abbondantemente diper sé, dalla gleba, un facile sostentamento» e sostienealtresí che i contadini «... hanno pace sicura e una vitacui è ignoto l�inganno, ricca di beni inconsueti». Natu-ralmente la natura si mostra prodiga quando si lavoriduramente e si conduca un�esistenza frugale.

Le Bucoliche e le Georgiche riflettono, ciascuna a suomodo, quella che era la situazione agricola della peniso-la italica durante il periodo augusteo. Abbiamo già nota-to come al tempo di Catone le piccole fattorie stesseroscomparendo e come nel secolo successivo cittadinifacoltosi investissero il loro denaro nell�acquisto di vastilatifondi che poi trasformavano, con grande preoccupa-zione degli agronomi, da terre coltivate in terre dapascolo. Nelle Bucoliche, i piccoli agricoltori appaionoanche largamente penalizzati dalla ridistribuzione delleterre che, nonostante potesse solamente far ruotare laproprietà dei piccoli latifondi, rappresentò comunque unpiano di centralizzazione della terra su vasta scala. Iprimi due libri delle Georgiche sono dedicati alla colti-vazione (dei cereali il libro I e degli alberi, in particola-re della vite, il II, il III all�allevamento del bestiame. Nellibro III Virgilio scrive (vv. 40-42): «Interea Dryadumsilvas saltusque sequamur | intactos, sua, Maecenas,haud mollia iussa: | te sine nil altum mens incohat»(«Per ora tuttavia andiamo alle selve e agli incontami-nati anfratti delle Driadi, | secondo i tuoi non lievi ordi-ni, o Mecenate. | Senza di te la mia mente non sa ini-ziare nulla di elevato»). In questi versi rivolti a Mece-nate l�espressione «haud mollia iussa» è stata interpre-tata nel senso che, nonostante l�opposizione di Virgilio,la tematica del poema nel suo insieme, e in particolaredel libro III, era stata stabilita dallo stesso Mecenate alfine di suffragare la politica agraria dei grandi latifon-disti e probabilmente dei vertici dello stato. René Mar-

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 21

Page 22: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

tin ha ipotizzato in modo plausibile che le richieste diMecenate fossero state esaudite unicamente nel libro IIIe che in origine Virgilio avesse inteso concludere il suopoema con l�elogio alla natura, precedentemente citato,che conclude il libro II16.

Nell�economia rurale il passaggio dalla fattoria a con-duzione familiare alla grande tenuta è fenomeno che siripresenta anche in secoli successivi. Nel corso del xvsecolo, ad esempio, i primi Medici riunirono vaste pro-prietà acquisendo in maniera sistematica piccole fatto-rie dai loro vicini impoveriti e nel Seicento l�aristocra-zia terriera inglese attuò le enclosures per consolidare lepiccole fattorie sopravvissute al Medioevo. In ambeduei casi le iniziative furono collegate all�emergere di untipo particolare di casa di campagna. Inevitabilmente leopere di Virgilio erano indirizzate alla classe rappre-sentata dai grandi latifondisti � nelle Epistulae moralesad Lucilium (LXXXVI. 16) Seneca si lamentava chenelle Georgiche Virgilio «... non quid verissime sed quiddecentissime diceretur aspexit, nec agricolas docerevoluit sed legentes delectare» («... non badò tanto allaverità quanto all�eleganza dell�espressione e non mirò adammaestrare gli agricoltori bensí a dar piacere al letto-re»)17 � e ciò serve a spiegare la descrizione idealizzatadella vita agreste e la rappresentazione falsamente idil-lica della realtà contadina. I personaggi delle Bucolichepotrebbero essere ricchi aristocratici che recitano laparte di pastori, come i cortigiani di Maria Antoniettanel celebre Hameau di Versailles. Virgilio non prendeesplicitamente le parti dei proprietari: nel rivolgersi allettore come se costui stesse vagheggiando di diventareun agricoltore o un pastore, egli associa i due filoni tra-dizionali della letteratura latina sulla vita agreste, quel-lo degli agronomi-contadini e quello dei cittadini chenelle loro tenute agricole vanno alla ricerca del tantoanelato e decantato otium.

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 22

Page 23: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

La tipologia della villa romana.

Il termine «villa» doveva essere relativamente nuovoal tempo in cui Catone scriveva. Plinio il Vecchio (Natu-ralis Historia, XIX. xix. 50) affermava che non vi èmenzione alcuna della parola nella Legge delle DodiciTavole, la piú antica opera legislativa di Roma. Vitru-vio, l�autore dell�unico trattato antico di architettura anoi giunto, il De architectura, redatto prima dell�anno 27a. C., offre una rapida e inadeguata descrizione dellavilla residenziale (VI. v. 3): «Earum autem rerum nonsolum in urbe aedificiorum rationes, sed etiam ruri,praeterquam quod in urbe atria proxima ianuis solentesse, ruri ab pseudourbanis statim peristylia, deindetunc atria habentia circum porticus pavimentatas spec-tantes ad palaestras et ambulationes» («E in esse nonsolo avremo le norme degli edifici in città, ma purequelli in campagna, salvo che in città gli atrii soglionesser prossimi alle porte, e in campagna, dai sobborghiin là, immediati i peristili, in seguito i portici lastricatirivolti verso le palestre e i passeggi»)18. Dopo questobreve passo, egli descrive unicamente granai e altrestrutture agricole.

Una definizione piú completa delle terminologie rela-tive alla villa si incontra nel De re rustica (I. vi. 1) diLucio Giunio Moderato Columella, un enciclopedicotrattato di agricoltura del i secolo d. C. La «villa ur-bana» è la residenza del proprietario19, la «villa rustica»ospita il dormitorio del fattore e degli schiavi (con unaprigione sotterranea destinata a schiavi in catene), stal-le e recinti per animali mentre la «villa fructuaria» è lastruttura adibita alla lavorazione e all�immagazzina-mento del vino, dell�olio e del grano, funzioni che nellamaggior parte delle ville riportate alla luce dagli scavisono assolte dalla «villa rustica», il nucleo della quale èoccupato da un�ampia cucina. La «villa urbana» è ele-

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 23

Page 24: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

gante, con alloggi separati per la stagione invernale e perquella estiva, bagni e passeggi. La «villa suburbana», chenon è presa in considerazione da Columella dato che nonè legata ad attività di ordine agricolo, è una dimoraappartata nei pressi della città. Questo è il tipo di archi-tettura cui si riferisce Marziale quando confronta la suamodesta villa con la proprietà di un amico ai margini diRoma, sufficientemente ampia da produrre vino e cosíestesa da non essere raggiunta dal rumore e dalla con-fusione della città (Epigrammi, IV. lxiv). Infine, la «villamarittima», anch�essa senza finalità agricole, risulta edi-ficata sui litorali e spesso protesa sull�acqua. Le fonti let-terarie non forniscono informazioni su questo tipo divilla tranne che nel rilevarne la frequenza sui lidi dellabaia di Napoli ma essa appare rappresentata in molte pit-ture murali pompeiane. Queste ultime mostrano per lopiú portici anziché abitazioni ed edifici adibiti a usoagricolo; il desiderio di contemplare il mare era eviden-temente maggiore del piacere di ammirare le montagnee il verde.

Predecessore di Columella, Varrone disapprovava illusso della «villa urbana», che proprio ai suoi tempistava cominciando a essere di moda (De re rustica, I.xiii. 6):

Fundanius, Fructuosior, inquit, est certe fundus prop-ter aedificia, si potius ad antiquorum diligentiam quam adhorum luxuriam derigas aedificationem. Illi enim faciebantad fructum rationem, hi faciunt ad libidines indomitas [...]Nunc contra villam urbanam quam maximam ac politissi-mam habeant dant operam ac cum Metelli ac Luculli villispessimo publico aedificatis certant.

E Fundanio: Certo è piú redditizio, disse, il fondo ingrazia degli edifici, se fatti piú conformi alla diligenza deinostri vecchi, che secondo l�uso odierno; poiché allora sifabbricava per ricavarne una rendita, oggi per indomabile

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 24

Page 25: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

capriccio [...] Ora, invece, vogliono la villa suburbana piúgrande e ricca che sia possibile, e gareggiano con quelle diMetello e Lucullo costruite con pessimo esempio.

La villa di Lucullo fu largamente criticata dagli scrit-tori contemporanei, come dimostra questo brano di Vel-leio Patercolo:

[...] et Lucullus, summus alioqui vir, profusae huius inaedificibus convictibusque et apparatibus luxuriae primusauctor fuit, quem ob iniectas moles mari et receptum suffos-sis montibus in terras mare haud infacete Magnus PompeiusXerxen togatuin vocare adsueverat.

Quanto a Lucullo, grand�uomo per il resto, fu il primoa introdurre l�attuale lusso nelle costruzioni, nei banchettie negli arredi; e per le dighe addentrantesi nel mare, e leacque marine portate in terraferma attraverso gallerie,Pompeo Magno non senza arguzia aveva preso l�abitudinedi chiamarlo il Serse in toga20.

Varrone torna su questo argomento nella prefazioneal libro II del De re rustica quando afferma:

Viri magni maiores non sine causa praeponebant rusti-cos Romanos urbanis: Ut ruri enim qui in villa vivunt igno-viores, quam qui in agro versantur in aliquo opere faciendo,sic qui in oppido sederent, quam qui rura colerent, desi-diosiores putabant. Itaque annum ita diviserunt, ut nonismodo diebus urbanas res usurparent, reliquis septem utrura colerent. Quod dum servaverunt institutum, utrumquesunt consecuti, ut et cultura agros fecundissimos haberentet ipsi valetudine firmiores essent, ac ne Graecorum urba-na desiderarent gymnasia. Quae nunc vix satis singula sunt,nec putant se habere villam, si non multis vocabulis reti-neant graecis, quum vocent particulatim loca, procaetona,

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 25

Page 26: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

palaestram, apodyterion, peristylon, ornithona, peripteron,oporothecen.

Non a torto i nostri grandi antenati preponevano a quel-li della città i romani della campagna; e come ritenevanoignavi quelli che vivevano nella villa in confronto a quantis�occupavano dei lavori campestri, cosí infingardi coloro chese ne stavano in città, a paragone di coloro che lavorasserola terra. Perciò divisero l�anno in maniera che delle faccendeurbane ci si doveva occupare solo ogni nove giorni, e neglialtri sette badare alle faccende dei campi. Seguendo un talsistema ottennero un doppio vantaggio, d�aver, cioè, cam-pagne molto fertili, e d�irrobustirsi loro medesimi nel corpo;inoltre di non sentir il bisogno delle palestre greche nellecittà, ove una oggi, appena basta. Anzi neppure credereb-bero d�avere una villa, se non usassero molti vocaboli greciper indicare i diversi luoghi ond�essa risulta, come procoi-tona, palaistra, apodyterion, peristylon, ornithona, perip-teron, oporothecen.

Anche il personaggio di un dialogo ciceroniano espri-me la sua avversione per le ville alla moda affermandodi disprezzare le magnifiche ville dai pavimenti mar-morei e dai soffitti decorati. In una vena simile, Sene-ca (54 a. C. - 39 d. C.), descrive in una delle Epistolaemorales ad Lucilium (LXXXVI, 4 sgg.) l�antica città tur-rita e fortificata costruita dal generale Scipione l�Afri-cano nel ii secolo a. C.:

Vidi villam extructam lapide quadrato, murum circum-datum silvae, turres quoque in propugnaculum villae utrim-que subrectas, cisternam aedificiis ac viridibus subditamquae sufficere in usum vel exercitus posset, balneolumangustum, tenebricosum ex consuetudine antiqua: nonvidebatur maioribus nostris caldum nisi obscurum. Magnaergo me voluptas subiit contemplantem mores Scipionis ac

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 26

Page 27: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

nostros: in hoc angulo ille «Carthaginis horror», cui Romadebet quod tamtum semel capta est, abluerat corpus labo-ribus rusticis fessum. Exercebat enim opere se terramque(ut mos fuit priscis) ipse subigebat.

Vidi la villa costruita con pietre quadrate, un murotutt�intorno alla selva, anche torri erette da una parte e dal-l�altra a difesa della villa, una cisterna coperta di edifici edi verzure, che potesse bastare a un esercito, una piccolastanza da bagno, oscura secondo l�antica consuetudine: ainostri antenati non sembrava calda se non era buia. Oraprovai un grande piacere considerando i costumi di Scipio-ne e i nostri: in questo cantuccio colui che fu il terrore diCartagine, a cui Roma deve di essere stata invasa una voltasola, lavava il corpo stanco dei lavori campestri. Infatti eglilavorava e � come soleva farsi nel buon tempo antico � conle sue mani dissodava la terra.

Tutti gli autori di trattati di agricoltura si mostraro-no infastiditi e preoccupati dal sempre minore coinvol-gimento dei proprietari della villa nelle attività agricolea essa connesse. Sia Cicerone (De Senectute, XVI, 56)che Plinio il Vecchio ricordano che tutti i senatori roma-ni un tempo erano agricoltori, e Cicerone aggiunge cheil console Lucio Quinzio Cincinnato stava arando la suaterra quando nel 458 a. C. gli fu comunicata la nominaa dittatore. Columella cita con intento elogiativo il per-duto trattato del piú antico agronomo conosciuto, il car-taginese Magone (De re rustica, I. i. 13, 18):

[...] verum tamen ut Carthaginiensem Magonem rusti-cationis parentem maxime veneremur; nam huius octo etviginti memorabilia illa volumina ex senatus consulto inLatinum sermonem consersa sunt [...] Maximeque reor hocsignificantem Poenum Magonem suorum scriptorum pri-mordium talibus auspicatum sententiis: «Qui agrum para-

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 27

Page 28: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

vit domum vendat, ne malit urbanum quam rusticum laremcolere; cui magis cordi fuerit urbanum domicilium, rusticopraelio non erit opus».

Ma ricordiamoci che il padre della scienza agricola,degno di tutto il rispetto e di tutta la venerazione, è il car-taginese Magone. Basta pensare che i suoi memorabiliventiquattro volumi furono tradotti in latino per ordine delSenato [...] E questo concetto credo veramente che voles-se inculcare il cartaginese Magone, quando al principio deisuoi scritti pose questa sentenza: «Chi ha acquistato un ter-reno, venda il palazzo, per non correre il rischio di stare piúin città che in campagna, chi poi preferisce abitare in città,lasci andare i campi»21.

Plinio il Vecchio ripete lo stesso passo (NaturalisHistoria, XVIII. vii, 35) dopo avere affermato che neitempi piú antichi della storia di Roma gli agricoltorierano tenuti nella massima considerazione mentre colo-ro che si erano stabiliti nella città erano cadutinell�ignominia (XVIII. iii. 13). Nella concezione cato-niana la villa era una struttura architettonica quasiesclusivamente adibita a funzioni agricole; il corpoprincipale avrebbe dovuto ospitare, oltre ai magazzini,stalle e scuderie per gli animali, torchi da vino e da olioe altre aree strumentali, l�alloggiamento per il fattore,le celle e un dormitorio per gli schiavi, e un modestoalloggio che il proprietario, abitualmente residente incittà, utilizzava in occasione delle sue brevi visite diispezione. In simili casi non era più applicabile la distin-zione tra «villa rustica» e «villa urbana» operata daColumella: esse risultano infatti riunite in un�unicatipologia architettonica, come nel capitolo del trattatovitruviano dedicato alla villa concepita con finalità agri-cole (VI, 1 sgg.) che si occupa piú degli animali, deimagazzini e dei torchi che degli individui che doveva-

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 28

Page 29: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

no abitarvi. Vitruvio sembra trattare di una strutturaarchitettonica molto piú elaborata quando, in un altrocapitolo (VI. v. 3), sostiene che nella villa la sequenzache iniziando dall�atrio termina nel peristilio è contra-ria a quella che caratterizzava normalmente le case dicittà.

Vestigia di ville nella penisola italica22.

Tra le vestigia di fattorie romane riportate alla lucedagli scavi archeologici, gli esempi di ville nelle quali ledue diverse funzioni si contemperano superano larga-mente di numero quelli in cui esse risultano separate.Nella maggior parte dei casi queste ultime sembranoessere state la residenza principale del proprietario,come si può dedurre dalla presenza frequente di ampiperistili centrali e di elementi decorativi quali pittureparietali e mosaici, oltre che, ma piú sporadicamente, disale termali. A esclusione di Roma pochi erano i centriurbani densamente abitati e la popolazione era per lo piúdisseminata nelle zone rurali. A giudicare dai restiarcheologici la maggioranza delle fattorie era di dimen-sioni modeste.

Le ville piú antiche tra quelle rinvenute nelle cam-pagne di scavo, databili alla fine del ii secolo a. C., sonosemplici case contadine nelle quali, come pure nellamoderna casa colonica, non esiste una distinzione chia-ra tra gli spazi riservati al proprietario e quelli assegna-ti ai dipendenti. In una villa di Boscoreale, vicino aPompei, l�ampio cortile a destra dell�ingresso principa-le era destinato esclusivamente a ospitare i contenitoriper la fermentazione del vino. Non esiste né atrio néperistilio; l�ingresso si affaccia direttamente su di unapiccola corte aperta. Le camere da letto sono situate nelgrande blocco in fondo al cortile adibito alla lavorazio-

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 29

Page 30: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

ne vinicola. A proposito di ville di questo tipo Varronescriveva (De re rustica, I. xiii. 6-7):

Illic laudabatur villa, si habebat culinam rusticambonam, praesepis laxas, cellam vinarium et olearium admodum agri aptam et pavimento proclivi in lacum, quodsaepe, ubi conditum novum vinum, orcae in Hispania fer-vore musti ruptae neque non dolea in Italia. Item cetera utessent in villa huiusce modi, quae cultura quaereret, provi-debant. Nunc contra villam urbanam quam maximam acpolitissimam habeant dant operam ac cum Metelli ac Lucul-li villis pessimo publico aedificatis certant. Quo hi laborantut spectent sua aestiva triclinaria ad frigus orientis, hiber-na ad solem occidentem, potius quam, ut antiqui, in quampartem cella vinaria aut olearia fenestras haberet, cum fruc-tus in ea vinarius quaerat ad dolia aera frigidiorem, itemolearia calidiorem.

Allora si lodava una villa che avesse una cucina como-da, vaste stalle, cantina per il vino e per l�olio proporzio-nata all�ampiezza del fondo, e col pavimento inclinato versouna fossa, perché mettendoci il vin nuovo, gli orciuoli comein Ispagna rotti per la forza del mosto, e le botti, come inItalia, non vada a male. Del pari si pensava a tutto ciò che,in una villa di tal genere, fosse richiesto dalla coltivazione.

Ora, invece, vogliono la villa suburbana piú grande ericca che sia possibile, e gareggiano con quelle di Metello eLucullo costruite con pessimo esempio. E perciò costorovogliono che le loro sale da pranzo godan, d�estate, la brez-za orientale, d�inverno il sol d�occidente; mentre i vecchibadavan da che parte la cantina avesse le finestre, poichéle botti vogliono il freddo, gli ziri il caldo.

Magazzini, granai e stalle erano riuniti all�internodelle stesse mura che accoglievano gli appartamenticonfortevoli, talvolta addirittura suntuosi, del proprie-

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 30

Page 31: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

tario. Nella cosiddetta «Villa di Publius Fannius Sini-stor» a Boscoreale, nei pressi di Pompei23, gli alloggia-menti del proprietario erano disposti lungo il colonnatodel peristilio centrale. La sala da bagno era situata sul latoorientale mentre a ovest dell�ingresso principale vi era illocale che conteneva i torchi da vino e da olio. Ciò chedovevano presumibilmente essere un granaio e le cucinesi affacciano sulla corte d�ingresso a est dell�entrata. Lestalle e forse altre strutture erano collocate a un livelloinferiore, mentre esisteva un secondo piano sopra la cuci-na e forse in altre parti. Il triclinio estivo presenta unagrande finestra che si apre a oriente, come nella descri-zione di Varrone, e un�altra rivolta a nord mentre quel-lo invernale si affaccia sull�atrio ed è chiuso sul lato set-tentrionale. Una pianta del tutto similare fu riscontratain una villa meno elegante di Russi, vicino a Ravenna, adimostrazione del fatto che questa tipologia architetto-nica non caratterizzò unicamente la Campania, dove èstata in effetti rintracciata la maggioranza dei resti. Ilbisogno di sicurezza è la ragione principale per cui lamaggior parte delle ville rustiche del i secolo a. C. eranochiuse ermeticamente all�interno del loro perimetro ret-tangolare come le case di città. La villa di Russi, a dif-ferenza di quelle situate nelle vicinanze del Vesuvio cuiabbiamo sopra accennato e che non assolvevano funzio-ni agricole, consentiva di ammirare la baia di Napoliunicamente dalle finestre del suo triclinio estivo.

Due siti nei quali la «villa rustica» costituisce unastruttura separata dalla «villa urbana» sono stati ripor-tati alla luce e recentemente pubblicati: San Rocco, aFrancolise, vicino a Capua, nell�Italia meridionale, eSettefinestre, sulla costa vicino a Orbetello, nella Tosca-na sud-occidentale.

Villa San Rocco (fig. 1) fu edificata su due terrazza-menti costruiti su di un pendio, il superiore dei quali,ossia quello nord-occidentale, è occupato dalla «villa

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 31

Page 32: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

urbana» mentre l�inferiore ospita la «villa rustica»24.Entrambe le ville erano approvigionate da grandi cister-ne con volta a botte. I due blocchi rettangolari presen-tano lo stesso orientamento ma assi differenti ed eranoseparati da una stretta strada che poteva essere sbarra-ta quando motivi di sicurezza lo avessero richiesto. Lavilla fu ristrutturata e ampliata intorno al 30 a. C. Nellaprima versione, databile agli anni tra il 100 e il 90 a. C.,la parte residenziale, senza peristilio, era composta dadieci stanze disposte a L, mentre quaranta divennero gliambienti nella versione definitiva. In essa la «villa urba-

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 32

1. Villa di San Rocco a Francolise, pianta e ricostruzione prospettica dopol�ampliamento realizzato verso l�anno 30 a. C.

Page 33: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

na» fu progettata come una dimora urbana, con unasequenza assiale introdotta, dal lato dell�ingresso versola strada, da un vestibolo o portico a colonne che, supe-rato un peristilio di forma pressoché quadrata, introducea un tablino anch�esso quadrato fiancheggiato da un tri-clinio e da una esedra e, lungo uno stretto passaggio,conduce all�esterno dove, attraverso la terrazza, unascala pone in comunicazione con il piano inferiore. Èprobabile che guardando lungo quest�asse da un latoall�altro della villa si scorgesse al di là un pezzetto dicielo. Nella seconda metà del i secolo furono aggiuntele sale termali sul lato settentrionale. Porticati apertirivolti a sud e a ovest dominavano dall�alto della terrazzala campagna e il mare in lontananza. La piú piccola«villa rustica», a sud-est, presentava due cortili divisi daun lungo blocco comune atto sia ad assolvere funzionidi tipo agricolo (frantoio, aia, magazzino) che ad allog-giare la servitú.

Anche il complesso architettonico di Settefinestre(fig. 2), edificato principalmente nel secondo quarto deli secolo a. C., era costituito da due strutture di formacubica, la «villa rustica» e la «villa urbana» che in que-sto caso erano però collegate in corrispondenza di unangolo25. La «villa urbana» fu, come a Francolise,costruita su di un alto terrazzamento atto a compensa-re la pendenza del sito. Malgrado la sua eleganza essaaccoglieva un�area situata lungo la parte orientale delblocco che, oltre a una latrina per un numero elevato dilavoranti, includeva locali per la torchiatura delle olivee la pigiatura dell�uva e un mulino. Le sale termali si tro-vavano all�estremità settentrionale della stessa sezione.La zona domestica presenta spazi canonicamente assia-li che creano attraverso il suo centro una fuga prospet-tica culminante in un�esedra che si apre, oltre un porti-co a colonne, su di un loggiato (che caratterizza tutto illato nord-occidentale della terrazza) e, al di là di questo,

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 33

Page 34: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 34

2. Villa di Settefinestre, 75-50 circa a. C., pianta della �villa urbana� e vedu-ta ricostruttiva dall'alto dell'intero complesso. La loggia a nord-ovest,visibile nella parte superiore della pianta, appare nella parte inferioresinistra della ricostruzione, prospiciente il giardino delimitato dallemura turrite.

Page 35: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

sulla valle sottostante. Numerosi erano gli ambientidecorati con pitture parietali nel secondo stile pom-peiano (90 circa - 45 a. C.). Il loggiato, che può solo esse-re stato progettato a scopo di riposo e svago, oltre cheper la piacevolezza del panorama che da esso si potevagodere, prosegue lungo il fianco sud-occidentale dellaterrazza. Al di sotto del loggiato un portico grandioso aquindici archi impostati su pilastri si apre sul giardinoprincipale delimitato da una bizzarra cinta muraria tur-rita che riflette metaforicamente le ville fortificate diun�epoca precedente, come avverrà quindici secoli piútardi per le ville toscane. Questa cinta muraria rinfor-zata e ornata da pilastri-contrafforti a forma di torrettecircolari, era nota in età rinascimentale come dimostraun anonimo disegno quattrocentesco. Benché gli scavidella «villa rustica» non siano stati completati sembrache essa presentasse due ampi cortili aperti e forse iquartieri degli schiavi. Questi ultimi di solito risultanodifficili a identificarsi a meno che nella pianta non ap-paiano file di celle isolate dal nucleo domestico. In altricasi potevano essere collocati nelle stalle o in magazzi-ni superiori che non si sono conservati.

I proprietari della maggior parte delle ville di questotipo furono probabilmente impegnati in modo costantein occupazioni agricole e condivisero solo in parte le ideedei proprietari di ville lussuose. Non ebbero un Plinioil Giovane che parlasse per loro; il loro atteggiamentodeve essere stato comunque simile a quello espresso daVarrone e Columella.

Molto di quanto conosciamo sulle ville di piaceredella tarda fase repubblicana e della prima età imperia-le lo dobbiamo alle campagne di scavo condotte a Pom-pei, Ercolano, Boscoreale e in località limitrofe rimasteanch�esse sepolte dall�eruzione del Vesuvio nel 79 a. C.Quest�area, che costeggia il golfo di Napoli e che com-prende anche il territorio di Baia a esso contiguo (dove

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 35

Page 36: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

minori sono state le possibilità di intervento da partedegli archeologi), era a quel tempo il principale luogo divilleggiatura dei romani26. Le circostanze dell�immanesciagura, che seppellí le città sotto un manto di cenere,una grandine di pietre vulcaniche e ondate di lava incan-descente e melma seguite da scosse telluriche, hannomantenuto relativamente intatte le strutture murarie alpiano terreno di parecchi edifici, proteggendole dall�ir-reversibile decadimento al quale sono andate soggettemoltissime altre costruzioni romane.

Le numerose ville suburbane dei dintorni di Pompeied Ercolano presentano una pianta simile a quella dellecase all�interno delle mura urbane (fig. 3), la maggior

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 36

3. Pianta della casa di Pansa, Pompei, II secolo a. C. (1: atrium; 2: ala; 3:tablinum; 4: peristylium; 5: triclinium).

Page 37: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

parte delle quali edificate su appezzamenti rettangolaricon un lato rivolto verso la strada e gli altri adiacenti aquelli delle case vicine27. L�ingresso è situato su di unasse lungo a quale sono allineati l�atrio, il peristilio (cor-tile aperto circondato da un colonnato), talvolta unvestibolo che precedeva l�atrio oppure un tablino (saladi rappresentanza con funzioni di passaggio) che loseguiva e, in fondo, un�esedra o un triclinio, ossia la salada pranzo. Alcune delle dimore piú importanti presen-tavano vasti giardini sul retro. Sebbene le case fosserodi rado costruite simmetricamente rispetto a questoasse, spesso ci si preoccupava di creare una prospettivavisiva che collegasse l�entrata principale al retro dell�e-dificio, determinata dalle aperture nella successionedelle pareti divisorie.

Le ville piú antiche, come quella «urbana» di SanRocco a Francolise, seguono la tradizione della casa dicittà e, benché in aperta campagna, sono generalmenteubicate all�interno di un involucro compatto di formacubica. Lungo un asse piú o meno centrale sono di-slocati in sequenza gli ambienti di pubblica utilità. LaVilla dei Misteri di Pompei � cosí denominata per le sueraffinate decorazioni parietali che rappresentano la cele-brazione dei misteri dionisiaci � la cui costruzione e suc-cessive ristrutturazioni si protrassero per due secoli, dif-ferisce da questa tipologia, presentando porticati ester-ni su tre lati ed essendo in parte edificata su di un ter-rapieno sorretto dalle strutture di un criptoportico a trebracci e dotato di archi esterni ciechi destinati a com-pensare la pendenza del terreno. L�orientamento dellavilla non sembra essere stato scelto in funzione panora-mica ma piuttosto secondo la suddivisione in centurie(superficie di 200 iugeri) dell�area: altre ville rivelanoinfatti un orientamento analogo. Il vestibolo situato sullato orientale, introduce direttamente al peristilio che asua volta si apre sull�atrio (la sequenza inversa è il cri-

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 37

Page 38: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

terio fondamentale suggerito da Vitruvio [VI. v. 3] perdistinguere le piante delle ville da quelle delle case).L�atrio è seguito da un tablino. In questo caso però, lacontinuità visiva è interrotta in modo atipico da unaparete che si può attraversare solo tramite porticinelaterali (questo tipo di interruzione di una prospettivaassiale si rintraccia in alcune contemporanee pitturearchitettoniche parietali del secondo stile pompeianocome quelle che decorano la cosiddetta «Villa di PubliusFannius Sinistor» a Boscoreale). L�estremità dell�asse ècostituita da un�esedra aperta realizzata probabilmentenel i secolo d. C. Questa serviva da salotto oppure datriclinio e, dominando dall�alto la baia di Napoli, con-sentiva nuovamente alla prospettiva visiva di prolungarsifino all�orizzonte. Tra il 14 ed il 63 d. C., poco primadell�eruzione vulcanica che avrebbe seppellito la città, fupoi aggiunta, in corrispondenza dell�angolo nord-orien-tale della villa, un�ala destinata a funzioni agricole conquartieri per gli schiavi, torchi per la pigiatura dell�uvae un magazzino vinicolo. Ulteriori cambiamenti eranoancora in fase di realizzazione al momento dell�eruzio-ne del Vesuvio.

Nell�area l�esempio piú lussuoso di questo tipo divilla è documentato da un edificio a Oplontis, vicino aPompei, iniziato nel i secolo a. C. e recentemente ogget-to di indagini di scavo (fig. 4)28. Qui la forma urbanarisulta notevolmente ingrandita dall�annessione di unquartiere termale, di un ampio peristilio sul lato orien-tale, di un corridoio con soffitto affrescato simile a uncriptoportico e di porticati aperti verso l�esterno. L�as-se dei locali di rappresentanza è introdotto da un vastoatrio, seguito da ciò che è probabilmente un tablino, unpiccolo viridarium racchiuso tra due pareti piene a est ea ovest e, all�estremità, un grande ingresso aperto sullabaia di Napoli tramite un portico distilo ornato di fron-tone, che potrebbe cosí come potrebbe anche non esse-

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 38

Page 39: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

re un triclinio. A differenza della Villa dei Misteri, nellaquale le pareti del tablino impediscono l�accesso fisico evisivo al panorama retrostante, qui si ha dall�ingresso lapossibilità di scorgere, seguendo con lo sguardo l�assecentrale che attraversa la villa, il giardino a essa re-trostante. Una vasta ala a oriente, rara nelle ville pom-peiane, fu aggiunta alla struttura compatta del bloccoprincipale nel i secolo d. C.

La Villa dei Misteri e la villa di Oplontis adottaronol�organizzazione interna delle abitazioni urbane dellaCampania ma il loro sito isolato e semirurale suggerí dueinnovazioni già peraltro rilevate nelle ville-fattoria diSan Rocco e Settefinestre: l�ambiente che conclude l�as-se centrale, anziché essere un elemento terminale orien-tato all�interno verso il peristilio, si affaccia verso l�e-sterno ad abbracciare il panorama; porticati a colonnesono annessi a porzioni perimetrali cosí da assicurare uncollegamento protetto con l�ambiente naturale circo-stante. Benché strutture agricole fossero state aggiuntealla Villa dei Misteri in un momento tardo delle suevicende costruttive, queste residenze, come le moderne

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 39

4. Pianta della villa di Oplontis, I secolo a. C. - I secolo d. C.

Page 40: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

ville suburbane, non furono centri di produzione agri-cola e probabilmente non vennero mai utilizzate né perla caccia né per altre attività sportive.

A partire dalla fine del i secolo d. C., ville progetta-te principalmente come luoghi di otium o di puro pia-cere cessarono di costituire un�eccezione per divenireregola. Agricoltori indipendenti (diversi dai soldati ri-compensati dei loro servigi con la concessione di picco-li appezzamenti di terreno, espropriati a contadini comeil Melibeo virgiliano, in grado di assicurare loro lasopravvivenza) avevano da lungo tempo perduto la lorobattaglia con gli schiavi e immensi pascoli aperti per l�al-levamento di greggi e bestiame finirono per sostituirsialle piccole tenute agricole del tipo che abbiamo or oraanalizzato. Ciò nonostante poche sono state le ville dipiacere grandiose e suntuosamente eleganti riportatealla luce a lato di quelle edificate per volontà imperiale,la piú celebre delle quali fu fatta costruire dall�impera-tore Adriano a Tivoli. Per quanto concerne le ville piúpiccole sono le fonti letterarie piú che gli scavi ar-cheologici a fornirci la messe maggiore di notizie.

Il nostro miglior informatore è Plinio il Giovane.Come molti altri personaggi della sua stessa classe socia-le, egli possedeva vaste proprietà su almeno due dellequali egli aveva costruito oppure acquistato ville lus-suose. Una, il Laurentinum, si trovava a Vicus Augu-stanus una località costiera a circa diciassette miglia daRoma. L�altra, i Tusci, era ubicata in Toscana a Tifer-num Tiberinum, vicino all�odierna Città di Castello,sulle pendici meridionali degli Appennini che domina-no dall�alto il Tevere. La prima veniva usata nei fine set-timana, unicamente a scopo di riposo e divertimento, enon assolveva quindi ad alcuna funzione agricola. L�al-tra, progettata per piú lunghi periodi di vacanza estivi,comprendeva vigneti e altre utili coltivazioni. Pliniodescrive in modo estremamente dettagliato questi due

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 40

Page 41: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

complessi architettonici nelle epistole scritte a scopodivulgativo come componimenti letterari29.

Le lettere assumono la forma di una peregrinazioneattraverso gli edifici analizzati da ogni lato; enfatizzanol�esperienza visiva, soprattutto le vedute paesaggistichee marine, oltre che i diversi effetti della luce solare.Acquisiamo un�impressione della varietà e della relati-va grandezza dei numerosi ambienti e dei passaggi inter-ni ma rimane tuttavia difficile visualizzare il complessonella sua globalità anche perché nel corso dei secoli sonostate presentate ipotesi ricostruttive notevolmente

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 41

5. Planimetria della Villa Adriana, Tivoli, II secolo d. C.

Page 42: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

divergenti. Quella proposta da Winnefeld nel 1891 parecomunque la piú convincente30. La difficoltà nasce appa-rentemente dal fatto che in origine le ville non furonoprogettate in base a una pianificazione globale unitariama crebbero per aggregazioni successive. Se pure singolisettori risultavano organizzati secondo una disposizioneassiale coerente, da un nucleo poteva comunque emer-gere solamente una parte dell�intero progetto. In unacerta misura questo fenomeno può trovare la propriamotivazione nell�irregolarità del terreno ma esso appa-re una caratteristica cosí comune all�architettura delleville imperiali da rappresentare realmente lo stile diquell�epoca. La villa adrianea di Tivoli (fig. 5) è il locusclassicus di questo tipo di impostazione progettuale doveciascuna parte ha significato per se stessa e non si unifor-ma materialmente alle strutture contigue sebbene traesse possa esistere un collegamento visivo.

Tra le ville pliniane il Laurentinum (Epistole, II. xvii)è la più semplice da visualizzare (fig. 6)31; essa si presen-ta infatti maggiormente compatta e meno «moderna»dato che costituisce una variante del tipo della villa pom-peiana suburbana. Plinio ne descrive l�ingresso (Epistole,II. XVII. 4-5):

Villas usibus capax, non sumptuosa tutela. Cuius in primaparte atrium frugi nec tamen sordidum; deinde porticus in Dlitterae similitudinem circumactae, quibus parvula, sed festi-va area includitur. Egregium hae adversus tempestates re-ceptaculum; nam specularibus ac multo magis imminentibustectis muniuntur. Est contra medias cavaedium hilare, moxtriclinium satis pulchrum, quod in litus excurrit, ac si quan-do Africo mare impulsum est, fractis iam et novissimis fluc-tibus leviter adluitur. Undique valuas aut fenestras non mino-res valuis habet atque a lateribus, as fronte quasi tria mariaprospectant; a tergo cavaedium, porticum, aream, porticumrursus, mox atrium, silvas et longinquos respicit montes.

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 42

Page 43: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

La villa è in grado di soddisfare tutte le esigenze e lamanutenzione non è dispendiosa. Si comincia con un atriosobrio ma dignitoso; viene poi un loggiato che s�incurva asomiglianza di una D, delimitando tutto all�intorno un cor-tile, piccolino ma grazioso.

Quest�ambiente costituisce un ottimo asilo contro le

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 43

6. Il Laurentinum di Plinio il Giovane, II secolo d.C., secondo la ricostru-zione di Winnefeld (pianta: 1: atrium; 2: area; 3: cavaedium; 4: trich-nium; 5: cubiculum amplum; 6: cubiculum minus; 7: cubiculum in hab-sida curvatum; 8: dormitorium. membrum; 9: cubiculum politissimum;10: cubiculum magnum; II: cella frigidaria; 12: unctorium; 13: hypo-causton; 14: piscina; 15: sphacristerium; 16: turris; 7: turris; 18: apothe-ca; ig: triclinium; 20: cryptoporticus; 21: heliocaminus; 22: cubiculumnoctis; 23: hypocauston) e di Leon Krier (prospettiva).

Page 44: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

inclemenze atmosferiche; infatti è protetto dalle invetriatee molto di piú dall�aggetto dei tetti. Dirimpetto al suo cen-tro si stende un ridente cortile coperto, poi una sala dapranzo abbastanza bella che si protende verso la spiaggia e,quando il mare è battuto dal libeccio, viene dolcementesfiorata dalle ultime lingue dei flutti ormai smorzati. Daogni parte ha delle porte o delle finestre non meno spazio-se delle porte e cosí, dai fianchi e dalla fronte, si potrebbedire che offra la vista di tre mari; alle spalle guarda il cor-tile coperto, un lato del loggiato, il cortiletto, l�altro lato delloggiato, poi l�atrio, dei boschi e, lontano sull�orizzonte, lemontagne.

Ai lati del triclinio si trovano le principali stanze daletto, una delle quali (cubiculum in habsida curvatum)presenta una specie di abside le cui finestre ricevonotutto il giorno la luce del sole. Gli ambienti accanto aquest�ultima sono riscaldati tramite il piccolo andito aldormitorium membrum, «... qui suspensus et tabulatusconceptum vaporem salubri temperamento huc illucdigerit et ministrat» («... il quale è stato sopraelevatoper lasciare passare sotto il suo pavimento delle tuba-zioni, cosí che accumula e fornisce calore ai diversivani»). Vi è poi un gymnasium per i servi e gli schiavi(«Huius cubiculi et triclinii illius obiectu includiturangulus, qui purissimum solem continet et accendit.Hoc hibernaculum, hoc etiam Gymnasium meorum est;ibi omnes silent venti exceptis, qui nubulum inducuntet serenum ante quam usum loci eripiunt» «I muri dellacamera da letto di qui e della sala da pranzo di là rin-chiudono un angolo il quale trattiene e potenzia nelriverbero i raggi che il sole dardeggia attraverso unalimpida atmosfera. Questo è l�accampamento inverna-le ed è anche la palestra dei miei dipendenti; qui tac-ciono tutti i venti, eccetto quelli che portano il nuvoloe tolgono piú il sereno del cielo che non l�uso del

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 44

Page 45: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

luogo») e un ampio quartiere termale formato da unacella frigidaria (sala per i bagni freddi), dall�unctorium (lasala per i massaggi), dall�hypocauston (centrale termica)e dalla calida piscina. Assai vicino vi è lo sphaeristerium,sala per a gioco della palla, «... quod calidissimo soliinclinato iam die occurrit. Hic turris erigitur, sub quadiaetae duae, totidem in ipsa, praeterea cenatio, quaelatissimum mare, longissimum litus, villas amoenissimaspossidet» («... la quale, durante le giornate torride, èesposta al sole soltanto quando esso si avvia al tramon-to. Qui si erge una torre che ha due locali di soggiornoal piano terreno, altrettanto al primo piano e inoltre unasala da pranzo che domina un estesissimo tratto dimare, un lunghissimo lembo di spiaggia e delle splen-dide ville»).

Anche se non necessariamente in una struttura sepa-rata da questo settore della villa (la quale probabil-mente era quasi completamente a un unico piano, comemostra la ricostruzione proposta da Winnefeld, Plinioil Giovane descrive un�altra torre «... in hac cubicu-lum, in quo sol nascitur conditurque; lata post apothe-ca et horreum, sub hoc triclinium... hortum et gesta-tionem videt, qua hortus includitur» («... nella qualeè situata una camera da letto che riceve il sole al suosorgere e al suo tramontare; poi vi sono un�ampiadispensa e un granaio; sotto si trova una sala da pran-zo... essa dà sul giardino e sul viale destinato alle pas-seggiate in lettiga che abbraccia il giardino») e un tri-clinio contiguo a un magazzino per le provviste sulquale s�innesta una galleria vetrata quasi adatta a unpalazzo pubblico: «Hinc cryptoporticus prope publicioperis extenditur». Quest�ultimo si sviluppa parallela-mente alla spiaggia e ha molte finestre che dominanodall�alto una terrazza-giardino odorosa di viole(«xystus violis odorosus»), protesa sul mare. Menonumerose sono quelle sul lato opposto che guardano

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 45

Page 46: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

verso il giardino floreale e l�orto. Anche quest�ala pos-siede camere da letto dotate di riscaldamento.

La descrizione dei Tusci (Epistole, V. VI. 7) inizia conuna narrazione celebrativa del paesaggio circostante.Scrive Plinio:

Regionis forma pulcherrima: imaginare amphitheatrumaliquod immensum et quale sola rerum natura possit effin-gere. Lata et diffusa planities montibus cingitur, montessumma sui parte procera nemora et antiqua habent. Fre-quens ibi et varia venatio.

Il panorama che vi si gode è incantevole: immaginati unanfiteatro smisurato e tale che la sola natura lo possa for-mare. Un�ampia ed estesa pianura è cinta da monti, i qualirecano nella loro parte superiore alte e antiche foreste: quisi trova selvaggina in grande quantità e varietà.

Sia le colline che la pianura hanno un terreno ferti-le, ricco di vigneti, che impongono alla scena forme arti-ficiose, poi prati fioriti e pascoli variopinti, e in fondoil fiume. Cosí si conclude il passo (V. vi. 13):

Magnam capies voluptatem, si hunc regionis situm exmonte prospexeris. Neque enim terras tibi, sed formam ali-quam ad eximiam pulchritudinem pictam videribus cerne-re: ea varietate, ea descriptione, quocumque inciderintoculi, reficientur.

Assaporeresti un vivo godimento se contemplassi dal-l�alto di una montagna la disposizione di questa contrada;avresti infatti l�impressione di scorgere non un paesaggioreale, ma una specie di quadro di stupenda bellezza: è talela varietà, tale la grazia delle linee, che dovunque cadanogli occhi ne restano ricreati32.

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 46

Page 47: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

La villa (fig. 7) è situata proprio sotto la sommità diuna collina ai piedi della catena appenninica, e la facciataè rivolta a sud cosí che il sole pomeridiano penetra nel-l�ampio e corrispondentemente lungo porticato d�in-gresso collegato a molti ambienti interni tra i quali l�a-trio che presenta una struttura arcaica. Di fronte al por-tico c�è una terrazza-giardino (xystus) decorata, come nelLaurentinum dove si sviluppa pure da un portico, daalberi di bosso e, sotto di essa, un giardino con piantepotate in modo da simulare figure animali e anche un�a-rea di forma circolare con molti esempi di potatura orna-mentale (gestatio). La sala da pranzo principale è all�e-

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 47

7. I Tusci, la villa toscana di Plinio il Giovane, II secolo d.C., pianta del com-plesso secondo la ricostruzione di Winnefeld (1: porticus; 2: triclinium;3: atrium; 4: areola; 5: cotidiana cenatio; 6: dormitorium cubiculum; 7:cubiculum con fontana alimentata da una sorgente; 8: cubiculum; 9:piscina; 10: hypocauston; II: apodyterium; 12: frigidaria cella; 13: pisci-na; 14: cella media; 15: caldaria cella; 16: scalae;, 17: cryptoporticus;18: aestiva criptoporticus; 19: triclinium; 20: scalae; 21: porticus; 22:diaetae I-VI).

Page 48: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

stremità destra del portico e guarda da un lato verso loxystus e il prato a esso adiacente e dall�altro lato versol�hippodromus. Un piccolo cortile (areola) con una fon-tana centrale e platani si affaccia sul portico; intorno aessa sono situate le camere da letto private � una dellequali ha una piccola fontana e una decorazione parieta-le raffigurante uccelli posati su rami d�albero � e sale dapranzo d�uso strettamente privato.

All�estremità sinistra del portico vi è l�apodyterium(spogliatoio), la piscina e una serie di stanze da bagnodotate di acqua fredda, tiepida e calda, (cella frigidaria,cella media, caldaria cella) l�ultima delle quali contienetre descensiones, ossia delle vasche scavate nel pavimen-to. Un criptoportico conduce fuori dal quartiere ter-male (non è chiaro tra l�altro come fosse raccordato adaltre aree); vi sono poi l�aestiva cryptoporticus, galleriavetrata che si erge su di un rialto al centro della quale ècostruita una sala da pranzo, e un�altra galleria a voltacon finestre che domina dall�alto i vigneti (anche la posi-zione degli ambienti non è però esattamente definibile).Al di sotto di quest�ultima galleria esiste un altro crip-toportico in buona parte interrato, al cui interno l�ariasi mantiene gelida anche in estate, che fu probabilmen-te il modello al quale si richiamò Thomas Jefferson nelprogettare le dispense e le cucine sotterranee di Monti-cello. Al di là della sala da pranzo si sviluppa un porti-cato aperto � la cui ubicazione lungo l�ippodromo nonè peraltro provata � comunicante alla due estremità conalcuni ambienti.

L�hippodromus è un raffinato giardino ideato a formadi circo (da non confondersi con la gestatio), simile aquello che in seguito sarebbe stato costruito a Romaaccanto al palazzo dei Flavi sul colle Palatino. Era ador-no sia di sempreverdi che di piante decidue tra cui albe-ri da frutta, siepi di bosso potate a imitazione di mol-teplici e differenti figure e obelischi, tappeti erbosi e

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 48

Page 49: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

roseti; al centro vi era un�area che emulava la di-mensione selvaggia della natura. Quest�ultima costitui-sce un elemento destinato a influenzare profondamen-te nel corso del Settecento inglese gli architetti di giar-dini che allontanandosi dai principî della classicità acco-glievano l�estetica del pittoresco. Scrive Plinio (Episto-le, V. vi. 36-37):

In capite stibadium candido marmore vite protegitur;vitem quattuor columellae Carystae subeunt. Ex stibadioaqua, velut expressa cubantium pondere, sipunculis effluit,cavato lapide suscipitur, gracili marmore continetur atqueita occulte temperatur, ut impleat nec redundet. Gustario-rum graviorque cena margini imponitur, levior naucularumet avium figuris innatans circumit. Contra fons egeritaquam et recipit; nam expulsa in altum in se cadit iuncti-sque hiatibus et absorbitur et tollitur. E regione stibadiiadversum cubiculum tantum stibadio reddit ornatus, quan-tum accipit ab illo.

Al termine è costruito un divano semicircolare di marmobianchissimo, il quale è ricoperto da un pergolato sorretto daquattro colonnine di marmo di Caristo. Dal divano, come sefosse fatta scaturire dal peso dei commensali, sgorga, attra-verso dei canalicoli, dell�acqua che viene ricevuta da una pie-tra incavata e poi raccolta in una fine vasca di marmo laquale, mediante un sistema di regolamentazione nascosto,rimane colma senza straripare. Il vassoio di servizio per gliantipasti e le portate piú pesanti vengono appoggiati sull�or-lo, invece gli alimenti piú leggeri passano dall�uno all�altrogalleggiando in piatti sagomati a forma di barchette e diuccelli. Di fronte una fontana emette acqua e la riprende;infatti il getto scagliato in alto ricade su di sé e mediante delletubature collegate viene assorbito ed eliminato. Di fronte aldivano si innalza un edificio a una sola camera che gli con-ferisce un abbellimento uguale a quello che ne riceve.

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 49

Page 50: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

Robert Castell tenterà in modo piuttosto maldestrodi rappresentare tutto questo nella ricostruzione dellavilla di Plinio da lui pubblicata in Villas of the Ancientsdel 1728.

Le ripetute descrizioni che Plinio fa delle vedute chesi possono godere dalle finestre dei vari ambienti dellesue ville, suggeriscono che la pianificazione architetto-nica delle sue due residenze poteva essere stata condi-zionata da una posizione panoramica di particolare sug-gestione e bellezza. Da una piccola stanza da letto situa-ta nel villino in fondo al giardino del Laurentinum, adesempio, si avevano «... a pedibus mare, a tergo villae,a capite silvae», ossia «... ai piedi il mare, alle spalledelle ville, in direzione del capo dei boschi» (Epistole,II. xvi. 21). Le diverse aperture incorniciano il panora-ma del mare, delle montagne e dei campi coltivati comese fossero creazioni pittoriche, estetizzando la natura se-condo la tendenza della contemporanea pittura parieta-le nella quale elementi architettonici fittizi di solitoinquadrano la veduta in lontananza33. La varietas è ilprincipio che informa la scelta di un sito che offra moltee differenti possibilità panoramiche e, di conseguenza,l�ubicazione di porte e finestre in angoli e ad altezzediverse34. Anche in questo caso la tendenza estetica, chetale principio esprime, anticipa il gusto del pittoresco.

Se ancor oggi si è portati a ritenere che la formachiusa, circoscritta, e la marcata assialità delle ville pom-peiane avesse influenzato la concezione del Laurenti-num, occorre d�altra parte sottolineare come i Tuscipresentassero invece, a causa dell�irregolarità topografi-ca, una libera e slegata articolazione delle varie parti. Ladifferenza rappresenta però anche una diversa tenden-za di gusto, enfatizzando l�informalità e un più spon-taneo approccio alla natura. È un elemento che caratte-rizza la maggior parte delle ville costruite nella secondametà del i secolo d. C., ma fu anticipato, già prima del-

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 50

Page 51: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

l�eruzione del Vesuvio dell�anno 79 d. C., in molte villecostruite lungo le coste del golfo di Napoli e del marMediterraneo Queste ultime furono apparentemente lepiú lussuose tra tutte le ville benché alcune di esse assol-vessero funzioni specifiche come documentano le fonticontemporanee dalle quali ricaviamo notizie sulla produ-zione vinicola e sull�allevamento ittico in acquari situa-ti lungo le rive del mare35. Spesso le scogliere scoscesecostrinsero gli architetti a costruire su vari livelli e a col-legare le varie parti tramite rampe e scale36. Poche sonole ville di questo genere sufficientemente ben conserva-te o scavate completamente da rivelare qualcosa di piúdella pianta generale del sito; esse furono però uno deisoggetti prediletti dei pittori pompeiani durante gli anniimmediatamente precedenti la distruzione della lorocittà.

In pitture murali di piccole dimensioni del quarto stile(62-79 d. C.) le ville paiono le caratteristiche principali delpaesaggio costiero37. Queste decorazioni non raffiguranoedifici reali ma sono una testimonianza dell�interesse perle ville al mare e dell�evoluzione progettuale che rivo-luzionò le residenze concepite per il riposo e lo svago;dalle strutture chiuse e compatte dei primi esempi pom-peiani alle forme aperte del i e del ii secolo d. C.

Alla luce delle ricerche archeologiche la tipologiaarchitettonica piú frequente in Gallia, Britannia e Ger-mania è la villa con portici e ali simmetriche rivolteverso l�esterno. Di solito gli edifici risultano costruiti sudi un elevato basamento, si affacciano sul fronte di unporto e hanno aerei colonnati che scandiscono l�interafacciata e talvolta anche i lati e il retro. Molti, come gliesempi qui illustrati, hanno anche un piano superiore.La maggioranza delle ville rappresentate nelle pittureparietali non sono però simmetriche e regolari comequeste, tutt�altro; molte presentano una disposizionelibera dei blocchi, quasi sempre con loggiati lungo la fac-

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 51

Page 52: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

ciata e spesso con torri isolate oppure unite alla lorostruttura. Un mosaico cartaginese rappresenta il com-plesso di una villa la cui impostazione compositiva appa-re analogamente casuale.

La disposizione casuale di queste strutture immagina-rie si ritrova in alcune vestigia di ville realmente esistite,databili a partire dalla prima metà del secolo38. Tra que-ste vi sono le ville dell�imperatore Domiziano, una vici-no a Sabaudia e l�altra a Castelgandolfo, entrambe ubi-cate su declivi scoscesi che dominano il mare dall�alto.

Meglio conservata e soggetta a rilevamenti archeo-logici rivelatisi proficui piú che in ogni altro caso è lavilla di Val Catena nell�isola di Broni in Istria (fig. 8)39.In questa circostanza una insenatura protetta fu tra-sformata in un porto dal quale potevano essere speditii prodotti di una proprietà eccezionalmente ampia. Unaterrazza larga undici metri si sviluppa lungo l�intera fac-ciata della grandiosa dimora, situata sulle alture a suddella baia. Divisa in due parti da una parete centralepriva di passaggi comunicanti, la residenza si presentacome un blocco compatto e non ha nulla del carattereaudacemente aperto delle strutture del porto. Il com-plesso edificio che appare in corrispondenza del lidosettentrionale è una struttura balneare. Una terrazzaestesa consente l�accesso a un sacro recinto in cimaall�insenatura marina.

Il fatto che la libertà e l�informalità maggiori checaratterizzano le tendenze progettuali del ii secoloappaiano anche in ville dell�entroterra, ubicate su ter-reni relativamente pianeggianti, è dimostrato dal mae-stoso complesso di Sette Bassi nei pressi di Roma40. Ilnucleo originale della residenza è conforme alla descri-zione fatta da Vitruvio della villa pseudourbana.Costruito poco dopo l�anno 139 d. C., esso si compo-ne di un grande peristilio e di un blocco di edifici col-locati dietro a quest�ultimo in corrispondenza del suo

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 52

Page 53: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

lungo asse. L�adito al peristilio non si trova però sulmedesimo asse, come esempi precedenti ci indurrebbe-ro a credere, bensí al centro della lunga parete esternacosicché occorre compiere un giro di novanta gradi asinistra per poter entrare nell�edificio. Non esiste unvero e proprio atrio, piuttosto un vestibolo a forma dinicchia dietro al quale sono riuniti vari ambienti dimodeste dimensioni. A destra del vestibolo vi è unaserie di sale da bagno. Qualche anno dopo fu aggiunta,sul lato del peristilio opposto all�ingresso, una sequen-za di locali piú vasti con una grande esedra che domi-na il giardino. Le stanze hanno qui grandi finestrediversamente da quelle anguste della struttura piú anti-ca e rivelano il crescente desiderio di coinvolgimentocon l�ambiente naturale circostante già testimoniato daPlinio il Giovane nelle sue epistole. Nel successivoampliamento, sul lato opposto del complesso, fu costrui-to un maestoso corridoio coperto, lungo 320 metri ecaratterizzato da numerose finestre aperte tra le colon-ne binate, che formava un ippodromo-giardino al livel-

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 53

8. Pianta della villa di Val Catena, Brioni, I-II secolo d. C.

Page 54: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

lo del basamento dei quartieri residenziali. In ultimo furealizzato di fronte agli edifici piú antichi un compli-cato palazzo a tre piani di grandiose dimensioni. L�a-simmetrica facciata esterna è dominata da un enormesalone di ricevimento mentre la fronte verso il giardi-no è caratterizzata da un loggiato che ne scandisce l�in-tera larghezza. Con l�aggiunta di quest�ultima ala ilcomplesso finí con l�assomigliare maggiormente alpalazzo dei Flavi anziché alle più lussuose dimore dicampagna progettate in epoche precedenti.

Le poche ville analizzate in questa sede rappresenta-no ovviamente solo una piccola parte dei documentiarcheologici di epoca romana avendo io voluto illustra-re unicamente i tipi di strutture di cui si ritrovi men-zione negli scritti contemporanei. Le fonti letterariecosí come le testimonianze archeologiche risalgono quasitotalmente alla tarda età repubblicana e alla prima epocaimperiale, periodo di rapida evoluzione della villa roma-na. Sappiamo ben poco delle ville della penisola italicaa partire dal ii secolo d. C., tranne nel caso delle pocheedificate per volontà degli imperatori e destinate adassolvere funzioni rappresentative e cerimoniali che nefanno una categoria a parte.

Ho anche omesso di trattare delle ville nelle provin-ce romane che la ricerca archeologica e i rilievi aerei nel-l�ultimo mezzo secolo hanno permesso di conosceremeglio di quelle italiane. Troppo diverse sia sotto il pro-filo funzionale che economico, a causa del loro isola-mento dai centri urbani, erano state costruite o rico-struite posteriormente al ii secolo.

L�evoluzione della villa romana in Italia fu intima-mente connessa ai cambiamenti economici e culturali delperiodo tardorepubblicano e protoimperiale. In queltempo, la penisola italica visse in campo agricolo il tra-passo da una situazione di autonomia a una posizione disubordinazione. L�istituzione del lavoro schiavistico,

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 54

Page 55: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

associata all�importazione dalle province dei cereali e deigeneri alimentari, contribuí a generare il collasso dellepiccole proprietà agricole possedute o da contadini prividelle risorse economiche necessarie per mantenere glischiavi o da cittadini facoltosi, come Catone, le cui terreerano coltivate e amministrate da schiavi su cui essiesercitavano il loro controllo in occasione di regolariispezioni. Molti ricchi possidenti terrieri acquistaronoestesi latifondi trasformandoli poi in pascoli sfruttati perl�allevamento del bestiame e la pastorizia, nessuno deiquali ha potuto essere correlato con sicurezza alle ville.Conseguenza di tale trasformazione fu anche la com-parsa delle prime ville concepite esclusivamente per ilriposo e lo svago dei loro abitanti, prive quindi di qua-lunque funzionalità agricola. I romani comunque nonconiarono alcun termine nuovo per designare questonuovo tipo di architettura.

Una significativa metamorfosi ideologica fu il requi-sito indispensabile alla creazione, da parte di individuiresidenti in città, di un mito della vita agreste destina-to a sopravvivere dall�età romana fino ai giorni nostri.Al tempo di Catone, e tra gli scrittori conservatori dellegenerazioni successive, la proprietà rurale rappresenta-va un solido investimento che offriva l�opportunità diaccrescere i profitti personali per mezzo del duro lavo-ro, addirittura della fatica fisica, in un ambiente alquan-to frugale. L�attività agricola, e, in generale, la vita rura-le, fu cosí associata alle virtú di antenati soggetti a unprocesso di idealizzazione.

Fu poi una corrente ideologica epicurea � destina-ta ad accrescere la sua influenza sulle generazioni suc-cessive � a trasformare la casa di campagna in unadimora, spesso di grande lusso e ricchezza, finalizza-ta al godimento dell�otium, al perfezionamento di perse stesso rilassante della mente e del corpo. Questicambiamenti esercitarono una influenza notevole sul

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 55

Page 56: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

processo evolutivo delle ville romane. Da forme chiu-se e compatte condizionate dall�architettura urbana (efavorite dal desiderio di sicurezza) si giunse cosí adarmonizzare alla struttura originaria elementi chepotevano essere aggiunti in fasi successive quali stan-ze, portici, criptoportici, bagni e torri. Gli esempi piùantichi, costruiti su terreni dalla conformazione irre-golare, mantennero comunque una geometrica regola-rità favorita da solidi basamenti in muratura mentrequelli piú recenti si armonizzavano alla configurazio-ne del terreno tramite rotazioni di assi e diversifica-zione di piani41.

Nel corso di questa trasformazione il carattere dellavilla mutò gradualmente evolvendo, da una condizionedi chiusura e di distacco dall�ambiente circostante, a unacondizione di apertura e di coinvolgimento motivatafondamentalmente dal concetto di varietas. Ville comequelle di Plinio il Giovane furono l�espressione di que-sta ultima tendenza stilistica dato che l�atrio e il peri-stilio interni consentivano direttamente l�accesso al por-tico esterno e allo xystus (sebbene alcune parti della villaadrianea e la villa di Piazza Armerina in Sicilia rivelasse-ro ancora uno spirito intimistico e introspettivo). Que-ste non solo abbracciavano materialmente e visivamen-te le bellezze naturali della campagna e della costa madivennero esse stesse oggetto di fruizione estetica. Lanuova coscienza dei piaceri che la contemplazione di unpanorama poteva arrecare emerse contemporaneamentealla raffigurazione dell�ambiente naturale nell�arte. Iproprietari delle ville spesso duplicavano il piacere dellacontemplazione diretta della natura decorando le pare-ti delle proprie dimore con dipinti di paesaggio. Pittu-ra e architettura interagivano anche nella definizione deirapporti prospettici dato che gli architetti concepivanosequenze di porte e finestre lungo assi che incornicia-vano la veduta e i pittori perfezionavano la tecnica di

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 56

Page 57: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

rappresentare gli oggetti in modo da esprimere i rapportispaziali tra le varie parti.

Questi cambiamenti, il piú importante dei quali fu lacrescente autonomia delle forme rurali rispetto a quelleurbane, avvenuti nel corso di circa un secolo, sarannofondamentali per lo sviluppo della residenza di campa-gna nella futura cultura occidentale. Benché dopo lafine dell�Impero Romano fosse estremamente difficilecivilizzare la vita rurale, quando la villa riapparve, pre-sentava ancora i valori e a un certo grado le forme svi-luppatesi in questo secolo in cui la civiltà romana avevatoccato il suo apogeo. Anteriormente ai primi scavi com-piuti a Pompei, Ercolano e in altre località alla metà del-l�Ottocento, gli occidentali conoscevano la villa romanae l�ideologia a essa connessa unicamente tramite le fontiletterarie. Tuttavia i metodi costruttivi applicati dairomani negli edifici rurali si conservarono in certo qualmodo inconsciamente nelle fattorie del bacino del Medi-terraneo e nel mondo bizantino aiutando cosí i com-mittenti e gli architetti rinascimentali nel loro sforzo diripristinare le forme architettoniche dell�antichità.

1 Le considerazioni di Orazio sui benefici della vita in campagnasono contenute nelle Odi (Carmina), III. i e III. xiii; Satire, I. vi e II.vi (fonte della favola del topo di campagna e del topo di città); Epistole,I. x, I. xiv, I. xvi e V. xvi; ed Epodi II.

2 K. D. White ha compilato un�utile antologia di scritti antichi sutemi rurali in Country Life in Classical Times, Ithaca 1977; cfr. ancheE. Martinengo-Cesaresco, The Outdoor Life in Greek and Roman Poets,London 1911.

3 Lucio Giunio Moderato Columella, L�arte dell�agricoltura e librodegli alberi, introduzione e note a cura di C. Carena, traduzione di R.Calzecchi Onesti, Torino 1977.

4 J. -M. André, L�otium dans la vie morale et intellectuelle romaine,Paris 1966.

5 Tutte le citazioni dalle Epistole di Plinio il Giovane sono tratte dalleOpere di Plinio Cecilio Secondo, a cura di F. Trisoglio, Torino 1973.

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 57

Page 58: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

6 Cfr. A. Foucher, La vie rurale à l�époque de Caton d�après le «Deagricultura», in «Bulletin de l�Association G. Budé», 1957, pp. 41-53;A. Astin, Cato the Censor, Oxford 1978, in particolare pp. 240-66; R.Martin, Recherches sur les agronomes latins et leurs conceptions écono-miques et sociales, Paris 1971; K. White, Roman Agricultural Writers,I: Varro and his Predecessors, in Aufstieg und Niedergang der römischenWelt, Berlin - New York 1973, vol. I, parte IV, pp. 439-97.

7 Sul possesso delle proprietà terriere nella tarda età repubblicanae in epoca imperiale, cfr. E. Rawson, The Ciceronian Aristocracy and itsProperties e M. I. Finley, Private Farm Tenancy in Italy before Diocle-tian, in M. I. Finley (a cura di), Studies in Roman Property, Cambridge1975. Sull�evoluzione dell�economia agricola romana, cfr. C. A. Yeo,Tbe Development of the Roman Plantation and the Marketing of Farm Pro-ducts, in «Finanzarchiv», xiii (1952), pp. 321-42.

8 Plutarco, Vite parallele, a cura di C. Carena, Torino 1958, vol. III.9 Cedric A. Yeo, in The Economics of Roman and American Slavery,

in «Finanzarchiv», xiii (1952), pp. 445-85, dimostra che i «latifundia»declinarono nel corso del i secolo a. C. quando la necessità di granoprovocò il ritorno degli affittuari.

10 Cfr. E. Maróti, The Vilicus and the Villa-System in Ancient Italy,in «Oikumene», i (1976), pp. 109-24.

11 Tutte le citazioni dal De re rustica di Varrone sono tratte da: Teren-zio Varrone, La vita dei campi, versione di A. Bartoli, Milano 1930.

12 Plinio Gaio Secondo, Storia Naturale, edizione diretta da G. B.Conti, 5 voll., Torino 1892-88, vol. III (Botanica, I, libri 12-19).

13 Ho trovato utile la discussione dell�approccio di Virgilio alla cam-pagna in F. Klinger, Über das Lob des Landlebens in Virgils «Georgica»,in «Hermes», lxiv (1931), pp. 159-89; G. Highet, Poets in a landsca-pe, London - New York 1957, pp. 50-74; Martin, Recherches sur lesagronomes latins cit., pp. 109-20 (il piú completo); A. Cossarini, LeGeorgiche di Virgilio: ideologia della proprietà, in «Giornale filologicoferrarese», i (1978), pp. 83-93; André, L�otium cit., pp. 500-33.

14 Virgilio, Le Bucoliche. Le Georgiche, versione di AgostinoRichelmy, Torino 19813, Bucolica Nona, vv. 7-10.

15 Ibid., Le Georgiche, libro II, vv. 458-94. Una prosa parimenti vici-na allo spirito virgiliano può ritrovarsi nella salutazione di Cicerone aCatone, De Senectute, XV. 51.

16 Martin, Recherches cit., pp. 109 sgg.17 Tutte le citazioni da Seneca sono tratte da: Lucio Anneo Seneca,

Lettere a Lucillo, a cura di U. Bollea, Torino 1969 (1a ed. 1951).18 Vitruvio, Dell�Architettura, versione di Ugo Fleres, Milano 1933.19 Questa designazione non pare essere riferita alla villa «pseu-

dourbana» vitruviana, che considero un tipo formale � la villa a bloc-co compatto con un asse centrale del genere ritrovato a Pompei �

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 58

Page 59: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

distinto da quello di ville costituite da piú assemblaggi di parti orga-nizzate in modo incongruo; non significa altro che «residenza» ed è tal-volta chiamata «domus».

20 Velleius Paterculus, Res gestae Divi Augusti, II. xxiii. 4; cfr. Vel-leio Patercolo, Le Storie, a cura di L. Agnes, Torino 1969, p. 137. Cfr.anche il commento di Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, IX, 170; Plu-tarco, La vita di Lucullo, XXXIX.

21 Columella, L�arte dell�agricoltura cit., I. i. 13; I, 18.22 La trattazione piú aggiornata delle antiche ville in Italia può esse-

re rintracciata in Harald Mielsch, Die römische Villa: Architektur undLebensform, München 1987 (trad. it. La villa romana, Firenze 1990).Cfr. anche R. J. Carrington, Studies in Campanian Villae Rusticae in«Journal of Roman Studies», XXI (1931), pp. 110-30; B. Crova, Edi-lizia e tecnica rurale di Roma antica, Milano 1942; A. Mansuelli, La villaromana nell�Italia settentrionale, in «Parola del passato», lvii (1957), pp.444-58; J. E. Skydsgaard, Den romerske Villa Rustica, Copenhagen1961; K. D. White, Roman Farming, Ithaca-London 1970, pp. 415-41;J. J. Rossiter, Roman Farm Buildings in Italy (British Academy in RomeInternational Series, 52), Oxford 1978. La maggior parte delle antichevestigia furono riportate alla luce precedentemente al periodo dell�ar-cheologia scientifica, e di poche delle campagne di scavo piú recentisono state redatte relazioni esaustive.

23 F. Barnabei, La villa pompeiana di P. Fannio Sinistore, Roma1901. Il nome dato alla villa appariva sull�urna qui riportata alla luce.Non vi è prova alcuna che il personaggio fosse il proprietario.

24 M. A. Cotton e G. P. R. Métraux, The San Rocco Villa at Fran-colise, New York 1985; originariamente riportato in P. vonBlanckenhagen, M. A. Cotton e J. B. Ward-Perkins, Two Roman Vil-las at Francolise, Prov. Caserta; Interim Report on Excavations, 1962-64,in «Papers of the British School in Rome», xxxiii (1965), pp. 57 sgg.

25 A. Carandini (a cura di), Settefinestre: una villa schiavistica nel-l�Etruria romana, Modena 1985, 3 voll.; cfr. anche A. Carandini e T.Tatton-Brown, Excavations at the Roman Villa at «Sette Finestre» inEtruria, 1975-79: First Interim Report, in K. Painter (a cura. di), RomanVillas in Italy, London 198o, pp. 9-7.

26 Cfr. John d�Arms, Romans on the Bay of Naples: a Social and Cul-tural Study of the Villas and Their Owners from 150 B. C. to A. D. 400,Cambridge (Massachusetts) 1970; id., Proprietari e ville nel golfo diNapoli, in I campi flegrei nell�archeologia e nella storia (Accademia Nazio-nale dei Lincei, Atti dei Convegni, 33), Roma 1977, pp. 347-63.

27 H. Drerup, Die römische Villa, in «Marburger Winckelmann-Pro-gramm», 1959, pp. 1-24; sommario utile e ben illustrato delle scoper-te è il testo di Theodor Kraus, Pompeii and Hercolaneum, New York1975, in particolare pp. 65-96.

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 59

Page 60: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

28 A. de Franciscis, La villa romana di Oplontis, in B. Andreae e H.Kyrieleis (a cura di), Neue Forschungen in Pompeii, Recklinghausen1979. Per una villa contemporanea di comparabili dimensioni nei pres-si di Roma cfr. M. Moretti e A. Sgubini Moretti, La villa Volusii aLucus Feroniae, Roma 1977.

29 Guido Mansuelli, La villa nelle «epistulae» di C. Plinio CecilioSecondo, in «Studi romagnoli», xxiv (1978), pp. 59-76.

30 H. Winnefeld, Tusci und Laurentinum des jüngeren Plinius, in«Jahrbuch des Kaiserlichen Deutschen Archäologischen Instituts», vi(1891), pp. 201-17; una raccolta di piú antiche ricostruzioni, una tra-duzione imparziale e una nuova proposta furono pubblicate da HelenTanzer in The villas of Pliny the Younger, New York 1924. Di recentesi è svolta in Francia una competizione tra alcuni famosi architetti con-temporanei per la ricostruzione del Laurentinum che ha generato unanuova serie di proposte: Institut français de l�architecture, La Lauren-tine et l�invention de la ville romaine, Paris 1982.

Gli archeologi stanno attualmente riportando alla luce alcunedelle numerose vestigia di ville che si trovano sull�area designata daPlinio come sito del Laurentinum e vi è chi asserisce di avere ritro-vato la villa; tra coloro che rivendicano tale scoperta, Eugenia SalzaPrina Ricotti, La cosidetta Villa Magna. Il Laurentinum di Plinio il Gio-vane, in «Atti della Accademia nazionale dei Lincei, Rendiconti dellaclasse di scienze morali, ...», serie VIII, xxxix (1984), pp. 339-58.

31 L�interpretazione dei testi e del loro arcano vocabolario è stataalquanto favorita dall�analisi coscienziosa di A. N. Sherwin-White,The Letters of Pliny, Oxford 1966, pp. 186-99 e 321-30, e di K. Leh-mann-Hartleben, Plinio il giovane: lettere scelte, Firenze 1936, pp.43-57.

32 La «formam... pictam», secondo Lehmann-Hartleben (Plinio ilgiovane cit., p. 51) e Sherwin-White (The Letters cit., p. 323) è unamappa; Mansuelli (La villa nelle «epistulae» cit., p. 68) rifiuta questainterpretazione riaffermando quella tradizionale secondo la quale sitratta di un dipinto di paesaggio.

33 Come suggerito dall�acuta interpretazione di Eckhard Lefèvre,Plinius-studien I: Römische Baugesinnung und Landschaftsauffassung in denVillenbriefe, in «Gymnasium.», lxxiv (1977), pp. 519 sgg. Inoltre,come proposto da Heinz Kälher in Hadrian und seine Villa bei Tivoli,Berlin 1950, i lunghi assi descritti da Plinio il Giovane muovono attra-verso una sequenza di porte che conducono a una finestra panorami-ca; queste aperture fungono da quinte teatrali e l�osservatore all�iniziodell�asse non può visualizzare gli spazi intermedi. Analoghe organiz-zazioni dello spazio per piani successivi si ritrovano nelle pitture parie-tali pompeiane.

34 Ad esempio il passo già citato, Epistole, II. xvii. 21, prosegue: «...

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 60

Page 61: La villa. - giovannipediconeart...ut ne lanificii quidem curam suscipere dignentur, sed domi confectae vestes fastidio sint, perversaeque cupidine maxi - me placeant, quae grandi pecunia

tot facies locorum totidem fenestris et distinguit et miscet» («... ad ognitipo di paesaggio corrisponde una finestra, di modo che possono esse-re colti singolarmente oppure fusi in un solo quadro»).

35 Cfr. sopra la nota 26 del presente capitolo.36 Esempi citati da Mielsch (Die römische Villa cit., pp. 50 sgg.)

sono ville a Sperlonga, Anzio, Capo di Massa e Punta nei pressi diSorrento.

37 M. Rostovtseff, Die hellenistisch-römische Architekturlandschaft,in «Mitteflungen des Kaiserlichen Deutschen Archäologischen Insti-tuts, Römische Abteilung», xxv (1911), pp. 1-185; P. Zanker, Die Villaals Vorbild des späten pompeianischen Wohngeschmacks, in «Jahrbuch desDeutschen Archäologischen Instituts», xciv (1979), pp. 461-523.

38 Come suggerisce Mielsch (Die römische Villa cit., pp. 64 sg.), que-sti cambiamenti possono essere stati stimolati dalle innovazioni delvasto complesso della Domus Aurea neroniana a Roma.

39 Anton Gnirs, Forsckungen über antiken Villenbau in Südistrien I:Die Grabungen in der antiken Villenlage von Val Catena, in «Jahreshef-te des Österreichischen Archäologischen Institutes in Wien», xvin(1915), pp. 101-46.

40 N. Lupo, La villa di Sette Bassi sulla via Latina, in «EphemerisDacoromana», vii (1937), pp. 117-118.

41 Vi sono eccezioni nella tarda età imperiale, ad esempio la villa diDiocleziano a Spalato, città fortificata dalla forma quadrata, compat-ta seppure immensa.

James S. Ackerman L�antica villa romana

Storia dell�arte Einaudi 61