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2004 N OTIZIARIO DELL ’A SSOCIAZIONE N AZIONALE M EDICI C ARDIOLOGI O SPEDALIERI - ANMCO M A G G I O - G I U G N O N . 139 Sped. in A.P. - Art. 2, comma 20, lettera b, Legge 662/96 - FILIALE DI FIRENZE - In caso di mancato recapito inviare all’ufficio di Firenze C.M.P. detentore del conto per la restituzione al mittente che s’impegna a pagare la relativa tariffa - Contiene Inserto Redazio- n a l e AstraZeneca Aventis Boehringer Ingelheim Knoll una Divisione di Abbott Merck Sharp & Dohme Pfizer Italiana Roche Sanofi-Synthelabo Schering-Plough SpA Servier Italia Sigma-Tau A MICI DELL ’ANMCO

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N O T I Z I A R I O D E L L ’ A S S O C I A Z I O N E N A Z I O N A L E M E D I C I C A R D I O L O G I O S P E D A L I E R I - A N M C O

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AstraZeneca • Aventis • Boehringer Ingelheim • Knoll una Divisione di Abbott • Merck Sharp & Dohme Pfizer Italiana • Roche • Sanofi-Synthelabo • Schering-Plough SpA • Servier Italia • Sigma-Tau

AMICI DELL’ANMCO

“Cardiologia negli Ospedali” 1964-2004

“Cardiologia negli Ospedali” 1964-2004

“Cardiologia negl20

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IN QUESTO NUMERO:

N O T I Z I A R I O D E L L ’ A S S O C I A Z I O N E N A Z I O N A L E M E D I C I C A R D I O L O G I O S P E D A L I E R I - A N M C O

2 0 0 4M A G G I O - G I U G N O N . 1 3 9

INDICE:

2 EDITORIALE

3 DAL PRESIDENTE

5 DAL CONSIGLIO DIRETTIVO

17 DALL’ITALIAN HEARTJOURNAL

20 DAL CENTRO SERVIZI ANMCO

22 DALLA HEART CAREFOUNDATION

30 DALLE AREEAritmie - Emergenza-UrgenzaMalattie del Circolo PolmonareNursing - Prevenzione CardiovascolareScompenso Cardiaco

48 DALLE REGIONIAbruzzo - Friuli Venezia Giulia -Lombardia

55 CUORI ALLO SPECCHIO

61 VIAGGIO INTORNO AL CUORE

63 FORUM

67 FIGURARE LA PAROLA

“CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI”1964 - 2004di Francesco Bovenzi e Francesco Boncompagni2ANMCO 2004 - A CHE PUNTO SIAMO?di Alessandro Boccanelli3LA FORZA DELLE NOSTRE IDEE TRA PRESENTE E FUTUROdi Francesco Bovenzi5L’ANMCO SOTTO LA LENTE DEGLI STATIGENERALIdi Francesco Clemenza7ANALISI DEL SISTEMA ANMCOdi Antonio Mafrici10MISSIONE E STRATEGIE DI HCFdi Carmelo Chieffo12LE STRATEGIE DELLA RICERCAdi Aldo Pietro Maggioni14L’ANMCO E GLI ASSOCIATIdi Giuseppe Vergara15L’ITALIAN HEART JOURNAL VERSO LA SVOLTA DECISIVAdi Pantaleo Giannuzzi e Giuseppe Ambrosio17UNA SFIDA DA VINCERE INSIEMEdi Federico Mioni20APPRENDERE A PORTARE SOCCORSO AL CUOREdi Franco Valagussa22FELLOWSHIP ANMCO26LA RICERCA: IL PUNTO A METÀ DEL 2004di Pietro Delise31BLITZ-2FINAL INVESTIGATOR’S MEETINGdi Francesco Chiarella33L’ATTIVITÀ DELL’AREA EMERGENZA-URGENZA: BILANCIO E PROGETTI DI LAVOROdi Cesare Greco34ARIA DI PRIMAVERAdi Pietro Zonzin38

BENVENUTI AL CARDIONURSING 2004di Domenico Miceli40L'AREA NURSING: IL “MIO” BILANCIOdi Lucia Sabbadin42LA III CONFERENZA SULLAPREVENZIONE DELLE MALATTIECARDIOVASCOLARIdi Massimo Uguccioni e Sergio Pede43LE INIZIATIVE DELL’AREA SCOMPENSONEL CAMPO DELLA FORMAZIONEdi Giuseppe Cacciatore45NEWS DA ANMCO ABRUZZOa cura del Consiglio Direttivo Regionale48I RICOVERI PER SCOMPENSO CARDIACOIN FRIULI VENEZIA GIULIAM.C. Albanese, R. Cesanelli, A. Di Lenarda, G. Giuliano, M. Iacono, D. Miani, D. Pavan, R. Piazza, O. Vriz, M. Werren, G. Zilio49IL PIANO REGIONALE DELLALOMBARDIA LA PREVENZIONE E LACURA DELLE MALATTIECARDIOVASCOLARIdi Antonio Vincenti52INTERVISTA AL PROF. PIER FILIPPOFAZZINIdi Giovanni Maria Santoro55INTERVISTA AL PROF. PASQUALESOLINASdi Paolo Verdecchia59IL “CUORE” DELLA BUGATTI ROYALEdi Francesco Bovenzi61PIÙ PARTECIPAZIONE ALLE DONNE IN ANMCO: PERCHÉ NO?di Francesco Bovenzi63ANMCO: ASSOCIAZIONE NAZIONALEMASCHI CARDIOLOGI OSPEDALIERIdi Giuseppe Steffenino63ALESSANDRA CHINAGLIA E MARIAGRAZIA SCLAVO RISPONDONO64FIGURARE LA PAROLAa cura di Francesco Bovenzi67

In copertina:L’almanacco di “Cardiologia negli Ospedali”2002-2004

2MAGGIO/GIUGNO 2004 - N. 139

EDITORIALE di Francesco Bovenzi e Francesco Boncompagni

“CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI” 1964 - 2004

I primi 40 anni del Notiziario meritano di essere ricordati. Sfogliando le pagi-ne dei vecchi libroni d’archivio rilegati si ha la sensazione di leggere la storia

dell’ANMCO, ed è come leggere il grande libro dell’intera storia del-la cardiologia ospedaliera italiana. Oggi celebriamo insieme un traguardo per niente scontato, non sap-piamo quanti dei protagonisti di ieri avrebbero scommesso che a quelprimo numero, stampato il 23 maggio del 1964, ne sarebbero segui-ti tanti e tanti altri, fino a festeggiare questo compleanno.Per l’occasione abbiamo pensato di presentare, ampliando la coperti-na con un pieghevole, una selezione delle più significative testimo-nianze e momenti della nostra storia. Indubbiamente il segreto, o se preferite la parte più rilevante e lon-geva di questo grande patrimonio, è stata la costante passione e fan-tasia che ha animato per tanti anni i numerosi, mutevoli “Redattori”. Ieri Bollettino, oggi Notiziario, diciamo che il “Giornale”, presente

anche nel Web (sito dell’ANMCO www.anmco.it) è molto cambiato, così comeè cambiata la cardiologia della quale ha seguito, fin dai primi anni, ogni evolu-zione temporale in campo scientifico, organizzativo e sindacale. Con l’attuale tiratura di circa 15.000 copie, sempre più autorevolmente, “Car-diologia negli Ospedali” fa sentire la sua voce: scegliendo di più, informando,rinnovandosi, cercando di capire come potrebbero in futuro essere messi a se-gno competitivi e più ambiziosi traguardi. Lo sfogliamo e ci appare più sogget-tivo, rinnovato nell’impostazione, nelle rubriche, nel linguaggio, più originalenella grafica, più innovativo nei contenuti e più ricco di immagini, capaci sirafforzare la comunicazione edare immediatezza ai conte-nuti. Ed ancora, con questo nume-ro ricevete, come supplemen-to al Notiziario, la pubblica-zione dei Fellow ANMCO2004. In futuro riteniamo uti-le veicolare attraverso nuoviSupplementi altre attività as-sociative. Alla base di questascelta un forte razionale: diopportunità economica, d’im-magine, di continuità, diidentità associativa. Infine, un sentito ringrazia-mento a coloro che in questiquaranta anni, con impegnohanno lavorato per “Cardiolo-gia negli Ospedali”.Auguri cari Lettori, perchéquesto compleanno è di tutti.

N. 139 - maggio/giugno 2004

Notiziario ufficiale dell’AssociazioneNazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

Editor:Francesco Boncompagni

Co-Editor:Francesco Bovenzi

Comitato di Redazione:Antonio Mafrici, Giuseppe Vergara

Segreteria di Redazione:Simonetta Ricci

Segreteria Nazionale:ANMCO

Via La Marmora, 36 - 50121 FirenzeTel. 055 571798 - Fax 055 579334

E-mail: [email protected]://www.anmco.it

Direttore Responsabile:Pier Filippo Fazzini

Aut. Trib. di Firenze n. 2381 del 27/11/74Centro Servizi ANMCO srl

Stampa: Tipografia Kleine SchnelVia Capo di Mondo, 9/r. - Firenze

“Cardiologia negli Ospedali” n.1 del 13 maggio1964

Auguri ai 40 anni di storia dell’ANMCO

3CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

Non mi dilungherò sull’”inventario” delle cose realizzate, ma proverò a de-scrivere brevemente come, oggi, si pone la nostra Associazione all’interno delpanorama delle Società Scientifiche e della Società Civile.All’ANMCO è riconosciuto un livello di maturazione avanzato: questo è vero co-me struttura organizzativa (Centro Studi, Centro Servizi, Heart Care Foundation,articolazioni in Delegazioni Regionali e Aree) e come equilibrio tra le diversecomponenti dell’organizzazione. Il Consiglio Direttivo ha il compito di armoniz-zare le attività delle strutture di ANMCO, avendo cura di guidare politicamentele “holding” senza comprimerne la creatività, compito non sempre facile. La pro-positività di tutti gli organismi di ANMCO è molto alta – si vedano i progettiCentro Studi, Centro Formazione, Aree e Regioni – e cercare di coordinarla ren-dendola efficiente può qualche volta essere veramente difficile. Per mettere ordi-ne nei processi e nella comunicazione interna, abbiamo sentito il bisogno di av-viare, da una parte, la certificazione di qualità, che obbliga al rigore metodologi-co e, dall’altra, strutturare il Centro Servizi con un management professionale.Il Consiglio Direttivo invita regolarmente, nelle proprie sedute, il Presidente diHCF e consulta su argomenti di interesse specifico il Direttore del Centro Stu-di e, da adesso in poi, il Direttore del Centro Servizi. È emersa la necessità diuna maggiore comunicazione con i rappresentanti di Aree e Regioni, che è incorso di correzione. L’organizzazione, pertanto, è solida e dispone di tutti glistrumenti per fare fronte alla missione dell’Associazione nei confronti dei pro-pri Associati e della comunità.Nei confronti di quest’ultima, l’impegno è stato ed è molto grande e si articolain diverse linee strategiche:1) Migliorare la qualità dell’assistenza in Ospedale attraverso i programmi for-

mativi di cardiologi e infermieri. Questo impegno è verificabile nel pro-gramma di formazione. Il Centro Formazione è confluito nel Centro Servi-zi, che ha, tra gli altri, il compito di verificare l’effettiva efficacia dei corsi.

2) Migliorare la cultura della verifica dei risultati. Questa è anche una misura del-l’efficacia della formazione nel tempo. A questo scopo è stato dato un grandeimpulso alla realizzazione dei registri, così da essere divenuti partner dell’Isti-tuto Superiore di Sanità per la verifica della qualità delle cure in Cardiologia.

3) Migliorare l’organizzazione sanitaria. Siamo nella fase di diffusione e soste-gno del documento “Struttura e organizzazione funzionale della Cardiologia”finalizzato alla realizzazione delle reti integrate e della “presa in carico” daparte del Sistema Sanitario del cittadino-paziente. Si è compresa la necessitàdelle alleanze in questo settore, non solo con le altre società cardiologiche enon, ma anche e soprattutto con le Autorità Sanitarie regionali. A questostanno lavorando attivamente aree e regioni ed il nostro documento sta di-ventando il punto di riferimento nelle programmazioni sanitarie regionali.

4) Migliorare la consapevolezza del cittadino sui fattori di rischio cardiovasco-

DAL PRESIDENTE di Alessandro Boccanelli

ANMCO 2004 - A CHE PUNTO SIAMO?

lare delle malattie di cuore. Questo è il compito di HCF e fa parte dell’ac-cordo di ANMCO-HCF con l’Istituto Superiore di Sanità e con il Ministerodella Salute all’interno dell’Alleanza per il cuore. Il progetto “Tuttocuore” diHCF è esattamente la misura del nostro impegno.

5) Far conoscere l’Associazione ai cittadini per aumentare la fiducia nella car-diologia ospedaliera. A questo ha lavorato attivamente l’ufficio stampa, ga-rantendo 197 uscite su quotidiani, 70 su periodici e 43 passaggi su circuitiradiotelevisivi (dati aggiornati al 30-04-2004).

Come vedete, c’è lavoro per tutti. In realtà, la maggiore ricchezza dell’ANMCOè l’entusiasmo e lo spirito di appartenenza dei Cardiologi, che fanno sì che sisia formata la rete: questa è una rete di informazioni, di assistenza, di cultura,di spirito di colleganza in una missione comune. I compiti e le sfide di cui so-pra saranno sempre affrontabili fino a che questo esista. La conservazione e lacoltura di questo patrimonio è il compito dei futuri direttivi dell’ANMCO.Desidero ringraziare, anche a nome del Consiglio Direttivo uscente, tutti i Col-leghi che lavorano attivamente e l’eccezionale staff di Segreteria.

4MAGGIO/GIUGNO 2004 - N. 139

Michelangelo, Il giudizio universale (particolare), 1534-1541

5CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

Non esiste vento favorevole

per il marinaio che non sa dove andare

SENECA

Il Notiziario “Cardiologia negli Ospedali” pubblica in questo numero il reso-

conto dell’importante evento tenutosi il 2 e 3 aprile a Frascati, presso l’Hotel

Villa Tuscolana, che ha avuto come tema “Le idee e le strategie dell’ANMCO:

anatomia, fisiologia e sviluppo di una Società Scientifica”.

Il Presidente Alessandro Boccanelli, il Presidente Designato Giuseppe Di Pa-

squale e l’attuale Consiglio Direttivo, dopo due anni dal primo incontro dei ver-

tici istituzionali, che si svolse presso l’Eremo di Lecceto (Firenze), hanno rite-

nuto utile ripetere l’iniziativa riorganizzando opportunamente un nuovo semi-

nario, sempre con spirito residenziale. Lo scopo è stato quello di fornire spun-

ti di riflessione, scambi di opinioni e indicazioni proficue a Giuseppe Di Pa-

squale e al futuro Consiglio Direttivo che guideranno l’Associazione nel prossi-

mo biennio.

Totale, attiva ed entusiasta è stata la partecipazione di coloro che oggi rivesto-

no ruoli strategici ed esecutivi nell’attuale ordinamento associativo.

Due giorni di costruttivo confronto in piccoli gruppi di lavoro interattivo coor-

dinati da esperti, che muovendosi dall’attuale verifica dello “stato dell’arte”

(analisi del sistema, missione e strategia di HCF, strategia della ricerca, coinvol-

DAL CONSIGLIO DIRETTIVO di Francesco Bovenzi

LA FORZA DELLE NOSTRE IDEE TRA PRESENTE E FUTURO

• Consiglio Direttivo ANMCO

• Ultimi 4 Presidenti

• Presidenti Regionali ANMCO (compre-si i nuovi nove eletti)

• Chairmen e Co-Chairmen delle AreeANMCO

• Rappresentante dei Soci AggregatiANMCO

• Editor Italian Heart Journal

• Comitato Scientifico ANMCO

• Consiglio di Amministrazione HCF

• Comitato Scientifico HCF

• Responsabili Settori Operativi (Ricercae Educazionale) HCF

• Responsabile Sito Web ANMCO

• Commissione Etica ANMCO

• Consulente Certificazione Qualità

• Ufficio Stampa

• Presidente FIC

• Economisti

Invitati a Frascati

gimento degli associati), hanno fotografato l’esistente e suggerito metodi e idee

per il futuro.

Come leggerete nei resoconti dell’incontro che seguono, l’ANMCO ha acquisito

consapevolezza del potere delle nuove idee e recepito completamente gli stru-

menti e i metodi più opportuni per realizzarle.

Avrete modo di costatare, anche attraverso le diapositive qui riproposte, di co-

me siano stati ripercorsi e analizzati criticamente i traguardi già raggiunti e co-

me siano scaturite le progettualità e i piani di lavoro per il futuro. In buona so-

stanza, sono emerse importanti indicazioni di politica associativa di cui potrà

far tesoro il nuovo Consiglio.

6MAGGIO/GIUGNO 2004 - N. 139

- ruolo dei Referenti Regionali HCF

- ruolo e autonomia delle Aree

- metodologia della Formazione

Bernardo Celentano, Il Consiglio dei dieci, 1861

7CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

Le note che seguono rappresentano la sintesi degli argomenti esposti dai quat-tro relatori/portavoce e delle relative osservazioni emerse durante la discussio-ne. In alcuni casi sono state raggiunte conclusioni condivise, in altri sono ri-masti problemi aperti, che dovranno essere affrontati in successive occasioni daparte di specifici organismi.

La strategia della Ricerca• Pubblicazione di lavori scientifici: vi è una produzione limitata – per quan-

to in lieve aumento negli ultimi anni – di articoli pubblicati in relazione alnotevole numero di ricerche svolte all’interno della Cardiologia ospedalieraitaliana. In questo senso il ruolo dei componenti degli Steering Committee èstato mediamente poco attivo. Si possono studiare forme di incentivazioneeconomica per la scrittura dei lavori, purchè interessino soggetti realmentecoinvolti nel processo della ricerca in questione, mentre la strada dei medicalwriter “professionisti” esterni sembra meno efficace, perché solitamente por-ta alla scrittura di lavori tecnicamente ineccepibili ma privi di sostanziale par-tecipazione. Può essere utile l’assunzione di alcuni giovani medici da partedel Centro Studi, con contratto part-time in modo che possano anche man-tenere un rapporto con i Centri ospedalieri di provenienza. È importanteidentificare le caratteristiche e le motivazioni dei ricercatori italiani che negliultimi anni hanno pubblicato autonomamente su Riviste con alto Impact Fac-tor, e capire se è possibile un loro maggiore coinvolgimento nella politica edi-toriale dell’ANMCO.

DAL CONSIGLIO DIRETTIVO di Francesco Clemenza

L’ANMCO SOTTO LA LENTE DEGLI STATI GENERALI

Villa Tuscolana (Frascati)

• Ruolo del Comitato Scientifico: ha svolto un lavoro molto utile, ma persi-stono alcune incomprensioni interne e nei rapporti con il Consiglio Diretti-vo. Occorre quindi maggiore chiarezza sul suo ruolo, sviluppando soprattut-

to l’aspetto propositivo per la Ricerca. In questo senso può es-sere utile una riunione plenaria del Comitato Scientifico, concadenza almeno annuale, nel corso della quale possano emer-gere le linee di ricerca condivise tra le Aree così da evitare so-vrapposizione tra le proposte (come già avvenuto anche recen-temente) e si possa suggerire una scala di priorità. È opportu-no che i referee che hanno esaminato e giudicato un determi-nato Protocollo abbiano un feedback dopo il parere definitivodel Consiglio Direttivo. Per i protocolli di ricerca per i qualinon è richiesto un giudizio scientifico, ma soltanto un endorse-ment (che non comporta una sostanziale “modificabilità” delprogetto) il Comitato Scientifico deve essere coinvolto soltantoquale consulente “tecnico” del Consiglio Direttivo, cui spetta la

decisione “politica” sulla partecipazione dell’ANMCO (che in molti casi puòessere ritenuta opportuna per ragioni economiche o di “visibilità” o per la ge-stione di sottoprogetti ecc.); in questo caso è comunque sufficiente che siesprima un numero limitato di referee esperti nel settore specifico, interni alComitato Scientifico.

• Ruolo dei fellow: deve essere valorizzato, con un loro maggior coinvolgi-mento come referee per il Comitato Scientifico, e come componenti degliSteering Committee. Di contro si devono trovare forme per “rinnovare” l’albodei fellow, tenendo conto delle attività degli ultimi anni.

• Ricerca indipendente: è definita dalla proprietà dei database, dalla libertà dipubblicare il lavoro (anche nel caso di esito negativo della ricerca) e dalla im-possibilità di chiudere precocemente lo studio se non per motivi clinici. Nonimplica che i finanziamenti non possano provenire dall’Industria. Deve se-guire le regole della Good Clinical Practice, e ciò deve valere anche per gli stu-di regionali, che devono quindi essere approvati dal Comitato Scientifico edavere un Responsabile chiaramente identificato. Deve essere chiarita (lo faràla Commissione Etica) la modalità della dichiarazione di conflitto di interes-si e/o disclosure dei componenti degli Steering Committee. In generale è da li-mitare la partecipazione agli Steering Committee di esponenti delle Aziende fi-nanziatrici della ricerca, anche come non-voting member, con possibili ecce-zioni nell’ambito di ricerche internazionali in cui tale prassi è solitamente am-messa.

• I Registri e la ricerca di outcome: unanimemente condivisa la scelta delConsiglio Direttivo di indicarli come strategici per l’ANMCO. Deve essere ul-teriormente incoraggiata la strada dell’informatizzazione per la loro gestionee trasmissione, curando ovviamente i processi necessari per consentire lacompatibilità di dati provenienti da diversi sistemi operativi e garantendo co-sti contenuti.

• Ricerca di base e fisiopatologica: per quanto priva di vera tradizione all’in-terno dell’ANMCO, dovrebbe essere incoraggiata. È ovviamente cruciale ilproblema dei fondi per il finanziamento; l’ANMCO non ha al momento pos-sibilità di garantire la ricerca “orfana”, ed è semmai auspicabile che in futu-ro ciò possa essere reso possibile dall’attività di Heart Care Foundation. At-tualmente il naturale ambito per il reperimento di fondi è quello dei bandi difinanziamento pubblico; poiché si tratta di procedure complesse, potrebbe es-

8MAGGIO/GIUGNO 2004 - N. 139

9CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

sere studiato il modo di supportare – economicamente e organizzativamente– per i progetti ritenuti più validi la stessa partecipazione ai bandi europei.Per quelli italiani è importante il ruolo delle Sezioni Regionali, che finora nonsono state attive in questo senso. In ogni caso (e ciò vale anche per la Ri-cerca clinica) si va verso l’individuazione di Centri di Eccellenza per la Ri-cerca. All’interno dell’ANMCO questi potrebbero coincidere con quelli che ilCentro Studi individua in base al livello quali/quantitativo nelle concreteesperienze di ricerca collaborativi; essi potrebbero essere identificati come“Unità di ricerca clinica” dell’ANMCO, da sostenere con finanziamenti perfunzioni segretariali o per infermieri dedicati alla ricerca, con fondi ricavabi-li dai fee degli studi, in modo da agevolare il compito dei medici solitamen-te molto impegnati.

Analisi del sistema ANMCO• Consiglio Nazionale: pur avendo – per Statuto – la funzione di controllo

sul Consiglio Direttivo, ha perso nel tempo parte del suo ruolo. È quindi ne-cessario migliorare il processo di comunicazione, in senso bidirezionale (an-che da parte della “periferia” dovrebbero arrivare più input al Consiglio Di-rettivo). L’incoming President potrebbe diventare il responsabile della Comu-nicazione con le Regioni, e preparare insieme ai Presidenti regionali un do-cumento programmatico/politico da presentare alla riunione degli “Stati ge-nerali”, che potrebbe diventare un appuntamento periodico (per esempiobiennale, negli anni di rinnovo elettorale del Consiglio Direttivo) con la fun-

zione di verificare lo stato dell’arte e di stabilire le linee stra-tegiche dell’Associazione.• Federazione Italiana di Cardiologia: con tutte le riserve –

espresse da più parti – sull’attuale significato e sulla persi-stenza dei presupposti che ne avevano motivato la nascita, sitratta di un aspetto strutturale al momento ineludibile pergarantire una adeguata rappresentatività europea della Car-diologia italiana. È importante concludere presto il processofederativo con le Società di settore.

• Centro Servizi: è nato per migliorare la gestione e l’efficien-za degli eventi formativi, consentendo ai Cardiologi di con-centrarsi sugli aspetti scientifici e liberandoli da quelli orga-nizzativo/economici. Tra gli obiettivi c’è anche quello di ga-rantire all’ANMCO un utile dalla Formazione.

• Attività sindacale: si può dichiarare esaurito il tentativo di far nascere unsindacato-ANMCO (attualmente soltanto 40 iscritti).

• Problemi aperti: modifica dei meccanismi elettorali; verifica elettorale del-l’incoming President.

L’ANMCO e gli associati• Aree: emergono problemi di comunicazione e coordinamento analoghi a

quelli visti per il Consiglio Nazionale, di cui fanno parte anche i chairmendelle Aree. Anche in questo caso occorre quindi trovare nuovi luoghi e nuo-vi tempi di incontro per migliorarne l’incisività, anche se il Comitato Scien-tifico può essere già oggi un momento di raccordo.

• Sezioni regionali: sono chiamate a compiti sempre più impegnativi, dato chebuona parte delle funzioni organizzative sono “regionalizzate”. Le più grandiavrebbero forse necessità di una funzione segretariale autonoma, che al mo-

Alessandro Boccanelli e Giuseppe Di Pasquale

mento è però fuori dalla portata economica e pertanto non realizzabile.• Italian Heart Journal: la maggior parte degli aspetti organizzativi e strate-

gici è di competenza della Federazione Italiana di Cardiologia, “titolare”del giornale. Su due punti critici (se continuare a stampare i due volumiin italiano e in inglese, e se proseguire l’iter verso l’Impact Factor) l’opi-nione prevalente è tuttavia affermativa.

Missione e strategia di Heart Care Foundation• Deve migliorare il fundraising, fino a questo momento delu-

dente, soprattutto perchè non si è realizzato presso le azien-de non farmaceutiche; si sta comunque lavorando in questosenso. Il 2004 è stato dichiarato “Anno del cuore”, e ciò do-vrebbe facilitare l’opera.

• L’altro tema fondamentale di Heart Care Foundation, quellodelle Campagne Educazionali di Comunità, potrebbe piùutilmente essere sviluppato coinvolgendo come protagonistefigure non mediche.

• Si deve avviare un processo di “laicizzazione”, che dovreb-be portare in futuro a una Presidenza non-cardiologica; lapresenza dei cardiologi dovrà peraltro restare forte anche nelnuovo contesto.

10MAGGIO/GIUGNO 2004 - N. 139

Struttura, funzioni e ruoliIl dibattito si è incentrato sui rapporti tra Consiglio Direttivo e Consiglio Na-zionale, si è poi allargato al rapporto con le Regioni e ha interessato anche imeccanismi elettorali (Diapo 2).È stato richiesto un maggior coinvolgimento del Consiglio Nazionale nelle de-cisioni operative ed una migliore preparazione delle riunioni, che devono averededicato un tempo adeguato agli argomenti da discutere (Diapo 3-4). È statosottolineato come si avverta, a tutti i livelli, un difetto di comunicazione tra cen-

ANALISI DEL SISTEMA ANMCO

di Antonio Mafrici

DALLE SESSIONI DEI LAVORI

1

2 3 4

La Sessione Plenaria

11CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

tro e periferia (CD e CN, CD e Regioni, CD e Soci, Regioni e Soci); dalla di-scussione sono emerse interessanti proposte, compresa quella di definire unaparte dei compiti dei presidenti e dei direttivi regionali, che così agirebbero, inparte, in maniera uniforme per quanto riguarda alcune attività ritenute impre-scindibili (Diapo 5-10).

Meccanismi elettoraliSi è rilevato come gli attuali meccanismi elettorali non prevedano la conoscen-za anticipata del programma del successivo Consiglio Direttivo e si è discussosulla necessità di rieleggere l’incoming president. Le diapo 11-12 sintetizzano iproblemi: da rilevare la generale approvazione per ufficializzare la convocazio-ne degli Stati Generali nell’anno elettorale per definire una linea di programmadi massima cui dovrà attenersi il successivo Consiglio Direttivo.

Certificazione di qualitàPassaggio fondamentale per poter essere provider del Ministero della salute perla formazione ECM. Costituisce un valore aggiunto per alcuni importanti obiet-tivi (Diapo 13).

Centro Servizi ANMCO (CSA)Ormai avviato il meccanismo della progettazione e realizzazione di eventi for-mativi con buon risultato. È stato acquisito un Manager per la direzione delCentro Servizi, finalizzata alla gestione professionale dell’attività di formazione.

11 12 13

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È stata sollecitata un’azione di coordinamento dei vari eventi formativi (per evi-tare repliche o concorrenze), eventualmente accorpando proposte di differenteorigine; è stata sollecitata la programmazione di eventi multidisciplinari.

Attività SindacaleScarsa l’adesione all’ANMCO-FeSMeD, a fronte di molteplici richieste di chiari-menti e aiuto di tipo sindacale. L’attività sindacale quindi non sembra essere ar-gomento importante per i Soci (Diapo 14).

Attività Federativa (FIC)Più luci che ombre, soprattutto nei rapporti con la SIC e nel faticoso processofederativo nazionale (Diapo 15).

Rapporti con Isti San (ISS) e altre Società scientifiche (italiane e straniere)Diapo 16.

12MAGGIO/GIUGNO 2004 - N. 139

MISSIONE E STRATEGIE DI HCF

di Carmelo Chieffo

DALLE SESSIONI DEI LAVORI

Nel corso della prima della 4 sessioni è stata presentata la missione di HCFcome struttura dell’ANMCO che si rivolge ai cittadini, cardiopatici e non, conlo scopo di renderli consapevoli del loro stato di salute cardiovascolare. Pertan-

14 15 16

13CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

to HCF deve potersi avvalere del background culturale dell’ANMCO e dalla par-tecipazione attiva di tutti i suoi associati. In discussione sono state analizzate lepossibili cause di una fidelizzazione dei soci ANMCO non ancora ottimale. Dapiù parti è stata segnalata anche la necessità di un maggior coinvolgimento deiReferenti Regionali, in verità il Consiglio d’Amministrazione di HCF aveva giàsensibilizzato i Direttivi Regionali ANMCO ad una cooptazione dei Referenti Re-gionali di HCF nei rispettivi CD locali. Nelle sessioni successive sono state pre-sentate le strategie di HCF, che in gran parte sono espresse nel progetto TUT-TOCUORE, presentato da Valagussa nell’ultimo numero di Cardiologia negliOspedali. Da ultimo si è discusso sull’opportunità di espandere ulteriormente i due siti diHCF, con la doppia funzione di informazione per gli associati e di formazione(consigli pratici) per i cittadini.

14MAGGIO/GIUGNO 2004 - N. 139

LE STRATEGIE DELLA RICERCA

di Aldo Pietro Maggioni

DALLE SESSIONI DEI LAVORI

SSono state discusse le aree e le tipologie dei progetti in corso attualmente, edin particolare chi detiene la proprietà dei dati dei singoli progetti. Una parte ri-levante della discussione è stata poi orientata alla indipendenza ed eticità del-la ricerca. Si sono condivise una definizione di ricerca indipendente e le stra-tegie per poter ottenere quanto l’ANMCO ritiene necessario per poter svolgereautonomamente i propri studi. Oltre alla valutazione dei protocolli, è stato ri-

badito che il Comitato Scientifico ha soprattutto ilruolo di orientare le strategie di ricerca dell’Associa-zione. Per ottimizzare questo aspetto si è propostal’organizzazione di almeno una riunione annuale delComitato Scientifico per discutere questi aspetti.Si è ribadito l’impegno da parte dell’Associazione adaiutare nella pianificazione e nel reperimento di risor-se per condurre studi fisiopatologici e di base, che fi-no ad oggi non hanno avuto una parte rilevante nellaricerca ANMCO.In questo ambito è stato discusso come si procederà

15CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

per cercare di aumentare i finanziamenti pubblici, italiani e/o europei, alla no-stra ricerca. Un maggiore coinvolgimento di tutte le forze propositive, che si-curamente esistono in ANMCO, è stata avanzata come necessaria e sono statefatte ipotesi organizzative da implementarsi nei prossimi mesi.

Il rapporto tra la Associazione e gli Associati è emerso, ed era facilmente pre-vedibile, come nodo cruciale per la crescita ed il conseguimento della missiondell’ANMCO. Nel sotto-linearne la crucialità, idelegati, in modo propo-sitivo, hanno tuttavia in-dividuato nella carenzadei flussi informativi lamaggiore criticità al ri-guardo (figure 1 e 2).Molto forte dovrà esserenei prossimi 2 anni ilruolo della Associazione

L’ANMCO E GLI ASSOCIATI

di Giuseppe Vergara

DALLE SESSIONI DEI LAVORI

Fig. 1

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nella implementazione nella realtà assistenziale cardiologica del nostro Paese deldocumento FIC “Struttura ed Organizzazione funzionale della Cardiologia”(Ital. Heart J. 2003; 4:881-930) secondo un percorso di massima riportato nel-la figura 3.Per quel che riguarda gli organi di comunicazione ufficiali della Associazione, iDelegati Regionali hanno espresso unanime apprezzamento per la nuova lineaeditoriale di “Cardiologia negli Ospedali” (figura 4-5-6), mentre è stato rimar-cato il relativamente poco utilizzo del sito web che dovrà essere reso più appe-tibile.Infine, dopo una esauriente messa a punto dello stato attuale e dei pros/consdelle possibili strategie per l’Italian Heart Journal, i Delegati Regionali hanno ri-tenuto non opportuno interrompere il percorso intrapreso verso la “internazio-nalizzazione” della testata (figura 7).

Fig. 6 Fig. 7

Fig. 4 Fig. 5

Fig. 2 Fig. 3

17CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

L’Italian Heart Journal è nato nel 2000 intorno all’idea forte e condivisa da tut-ti i Cardiologi di pubblicare in Inglese gli aspetti più innovativi della ricerca ita-liana e in lingua Italiana tutto ciò che può contribuire alla formazione profes-sionale e alla diffusione delle conoscenze su tutti gli aspetti – fisiopatologici, cli-nici e gestionali – relativi alla pratica della Cardiologia.La direzione venne affidata al Prof. Attilio Maseri, primo Editor dell’Italian HeartJournal, e al Dott. Pantaleo Giannuzzi, co-Editor responsabile del Supplementin Italiano.Sin dai primi passi il Giornale ha inteso stimolare ed ha privilegiato articoli ori-ginali in tutti i settori della ricerca e, nello stesso tempo, ha sviluppato il dibat-tito e lo scambio di informazioni in tutti i campi della Medicina Cardiovascola-re. Di fatto, al di là di ogni possibile giudizio, il Giornale non è passato inos-servato: molti lettori hanno potuto cogliere gli aspetti innovativi e forse anchequalche spunto di interesse.Nel luglio 2002 il Prof. Maseri, che ha avuto un ruolo fondamentale nel pro-cesso di unificazione della stampa scientifica della Cardiologia Italiana dando ra-pidamente visibilità e soprattutto imprimendo personalità al nuovo Giornale, haterminato la sua attività di Editor.Noi abbiamo assunto l’incarico di Editor e Co-Editor, accettando di continuarela sua opera con orgoglio, entusiasmo e determinazione.Mossi i primi passi, l’Italian Heart Journal aveva bisogno di crescere e consoli-dare i propri contenuti. Per questo in tutte le sedi abbiamo incessantemente sti-molato e incoraggiato i Cardiologi Italiani a sviluppare, sia individualmente chenell’ambito delle varie Unità Operative, l’impegno editoriale e a comunicare at-traverso l’Italian Heart Journal i risultati delle proprie ricerche e approfondi-menti. Questo non è stato sempre facile, in un contesto in cui la stampa scien-tifica internazionale è sempre più attraente per molti italiani che, tra l’altro, han-no una buona produzione scientifica.All’inizio del nostro mandato il Prof. Luigi Tavazzi, Presidente della Federazio-ne Italiana di Cardiologia, ci ha invitato a mantenere elevata la qualità dei la-vori pubblicati, senza tuttavia scoraggiare con troppi rifiuti o pesanti revisioni,i possibili Autori. Con questo spirito abbiamo costantemente orientato e stimo-lato i Revisori e gli Autori a migliorare la qualità dei manoscritti.Il contenuto scientifico e il profilo editoriale del Giornale è ora ben caratteriz-zato: il fascicolo in Inglese è sempre più impegnato a pubblicare articoli origi-nali in tutti i settori della ricerca di base, della ricerca clinica e fisiopatologica,di epidemiologia, nuove ipotesi di lavoro, editoriali, rassegne e opinioni nei set-tori più avanzati della Cardiologia; mentre l’Italian Heart Journal Supplement inlingua Italiana, attraverso rassegne, messe a punto, editoriali, Linee Guida, svol-ge un ruolo preminentemente educazionale-formativo e rappresenta un forumspeciale per lo scambio di informazioni, di conoscenze e il dibattito in tutti icampi della Medicina Cardiovascolare.Il consolidarsi dei contenuti e del valore scientifico del Giornale, divenuto nelfrattempo Organo Ufficiale anche della Società Italiana di Chirurgia Cardiaca,insieme alla citabilità di articoli e Autori su Index Medicus e alla migliore visi-

DALL’ITALIAN HEART JOURNAL di Pantaleo Giannuzzi e Giuseppe Ambrosio

L’ITALIAN HEART JOURNAL VERSO LA SVOLTA DECISIVA

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bilità in rete, ha stimolato progressivamente l’interesse del lettore, dimostratodal numero crescente di accessi al sito WEB e di articoli originali, anche di grup-pi stranieri, che vengono inviati per la possibile pubblicazione.Verso la svolta. La crisi economica che ha coinvolto il Giornale, in gran partedovuta alla riduzione di inserzioni pubblicitarie da parte delle Aziende Farma-ceutiche, ha stimolato il dibattito nell’Editorial Board sulle prospettive del Gior-nale e ha indotto la Federazione Italiana di Cardiologia a istituire una Com-missione ad hoc guidata dagli Editors allo scopo di verificare e suggerire il Pu-blisher più appropriato per l’Italian Heart Journal, ma soprattutto ridefinire gliobiettivi del Giornale e le strategie per raggiungerli.Sono emersi i seguenti orientamenti, condivisi all’interno della Federazione diCardiologia:1. l’editoria, e l’Italian Heart Journal in particolare, costituisce una scelta priori-

taria della Federazione Italiana di Cardiologia e delle Associazioni Federate,così come lo sono la ricerca, la formazione e i Convegni Nazionali;

2. le prospettive di sviluppo del Giornale sono strettamente legate, da una par-te, ad una maggiore autonomia ed indipendenza economica, e, dall’altra, allaricerca di una chiara impronta internazionale: un Publisher straniero di con-solidata esperienza e prestigio è visto come garanzia di visibilità e maggiorediffusione internazionale, di credibilità e di maggior autorevolezza culturale;

3. mantenere l’Italian Heart Journal Supplement in Italiano (valutando successi-vamente se cambiare l’attuale denominazione) quale Organo Ufficiale dellaFederazione Italiana di Cardiologia. L’attività editoriale dovrebbe mantenere leattuali caratteristiche ed essere orientata prevalentemente ad una funzioneeducazionale e di dibattito su tutti gli aspetti clinici e gestionali legati alla pra-tica della Cardiologia;

4. rivalutazione del destino editoriale dell’Italian Heart Journal in Inglese, consi-derando i seguenti punti:- negoziazione e coinvolgimento di un Publisher interessato allo sviluppo

della parte inglese del Giornale in senso internazionale e in grado di gesti-re la raccolta pubblicitaria “dall’estero per l’estero”;

- in accordo con il Publisher, definizione del percorso editoriale volto al rag-giungimento dell’Impact Factor entro 3-4 anni;

- eventuali disponibilità a ridurre, almeno inizialmente, il numero di fascico-li a 6 per anno;

- esplorare, in accordo con il Publisher, la possibilità di aprirsi ad altre realtàcardiologiche europee e/o dell’America Latina, mediante interventi “infor-mali”, cioè di tipo commerciale, distributivo ed editoriale. In alternativa,(ovvero, in momento successivo), valutare la possibilità di adesione di So-cietà scientifiche di altri Paesi;

- considerare la necessità-opportunità di cambiare nome alla testata, com-prendendo tuttavia che ciò comporta l’azzeramento dei dati di citazione ot-tenuti.

Le prime indagini esplorative sono promettenti in tal senso:1. dopo la recente revisione della composizione dell’Editorial Board, che ha vi-

sto l’introduzione di una buona quota di rappresentanza internazionale (parial 50%), gli organismi internazionali deputati alla valutazione dell’ImpactFactor hanno giudicato ora soddisfacente l’organizzazione dell’Italian HeartJournal;

2. la struttura del Giornale con due testate indipendenti permette, sul piano for-male e legale, di coinvolgere Publisher diversi (ad esempio uno italiano per

19CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

il fascicolo in Italiano, e uno internazionale per il fascicolo in Inglese). Que-sta scelta è già stata adottata da altre Società ed è risultata utile per il rico-noscimento dell’Impact Factor. Se questo è ritenuto un obiettivo forte da per-seguire, questa è verosimilmente l’unica strada percorribile. Non esistono Ca-se Editrici Italiane in grado di fronteggiare e sviluppare sul piano organizza-tivo le sinergie necessarie al raggiungimento dell’Impact Factor e, conte-stualmente, di dare visibilità e autorevolezza internazionali;

3. le valutazioni sui contenuti e sulle prospettive effettuate da autorevoli Publi-sher stranieri sono rassicuranti. Il materiale pubblicato negli ultimi anni ègiudicato interessante, di buon valore scientifico e sufficientemente vario peravviare il percorso verso l’Impact Factor attraverso il meccanismo della cita-zione.

Le prospettive del Giornale sono ora più chiare e decisamente lusinghiere. Co-me sempre, il successo dipende dall’impegno e dalla determinazione dei singo-li Cardiologi, ma anche dagli strumenti e dai partners che le Associazioni sa-pranno scegliere.

“Su 1.600-1.700 società scientifiche nominalmente presenti in Italia, l’ANM-CO è una delle 50-60 che meritino davvero questo nome”. Basterebbero questeparole di una collega di un importante ente formativo, alla quale avevo comu-nicato il mio imminente passaggio all’ANMCO, a dare ragione del grande pia-cere con cui, qualche giorno prima, avevo colto la notizia che l’Associazione deiCardiologi Ospedalieri si era orientata sul sottoscritto per la direzione del Cen-tro servizi. In effetti, le ragioni dell’autorevolezza dell’ANMCO stanno nei tantirisultati di questi anni, dalle ricerche di livello internazionale a un piano for-mativo in cui l’ampiezza crescente della proposta è sempre stata in linea con laqualità, dalle molteplici attività della Heart Care Foundation a una vita associa-tiva che si nutre di dibattito reale e non di vuote liturgie.Per queste ragioni posso dire, al netto di ogni retorica, che considero un privi-legio l’essere stato scelto da questa Associazione per un percorso professionaleaffascinante e coinvolgente, e di ciò ringrazio il Presidente e il Consiglio Diret-tivo. Quanto alla prospettiva, mi è stato detto che il mio inserimento rispondea una volontà di crescita dell’Associazione, nel senso però non di un supera-mento dell’attuale esperienza (estremamente positiva, e quindi da recuperaretutta), quanto di un’evoluzione per rispondere a un mutato quadro esterno.Sembra infatti che sia importante acquisire un più ampio quadro di contatti ri-spetto a quelli (comunque rilevanti) finora coltivati, e sviluppare ulteriormenteil quadro dell’offerta formativa, anche sul versante dell’e-learning. Ciò in quan-to si sta aprendo, come noto, un nuovo capitolo della vicenda ECM, e forse an-che una nuova fase a livello di modalità di rapporto fra le Società scientifiche ei soggetti finanziatori.Vi è comunque un terzo versante molto importante, vale a dire la vita associa-

tiva: questa costituisce il motore di tutte le iniziati-ve, o almeno l’elemento che determina il loro livel-lo di diffusività. Anche per questo, ho preso l’impe-gno di cercare di incontrare nei primi cinque-seimesi tutte le sezioni regionali dell’Associazione: aFrascati ho avuto infatti la percezione che, in parti-colare in certe regioni, vi sia la richiesta di un refe-rente amministrativo su cui poter contare con mag-gior assiduità.Un elemento in cui credo molto è rappresentato dal-lo spirito di squadra, e questo vale non solo per i va-lidissimi e generosi collaboratori del Centro Servizi(e allo stesso modo, per i collaboratori della HeartCare Foundation e del Centro Studi), ma anche perquei rapporti che, in riferimento ai medici del-l’ANMCO, ha espresso il Vicepresidente Mafrici con

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DAL CENTRO SERVIZI ANMCO di Federico Mioni

UNA SFIDA DA VINCERE INSIEME

Pitstop Ferrari: un gioco di squadra

21CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

una slide presentata al seminario di Frascati, che riportava due immagini: la Fer-rari e una squadra di rugby, vale a dire la tecnologia e il sacrificio per un grup-po, per rendere quel gruppo vincente. In realtà, credo che l’ANMCO non abbial’obiettivo di vincere contro qualcuno, in quanto l’unica vittoria che le interes-sa è la corsa continua contro le malattie del cuore. Semmai, ci si può porre l’o-biettivo di una visibilità sempre più forte, e di un complesso di proposte for-mative e di ricerca sempre più ricco.D’altra parte, nonostante le parole molto gentili che hanno accompagnato l’av-vio del mio mandato, ritengo che il compito del sottoscritto sia di natura stru-mentale al lavoro dei Soci ANMCO, in quanto il mio compito, per restare nellametafora di poco fa, consiste nel garantire l’arrivo ai box Ferrari dei pneumati-

ci e di qualche altro componente, e nonnel dare consigli sull’assetto di guida.Questa era la percezione del mio ruoloanche nella esperienza professionale cheho da poco concluso, in cui dicevo ai do-centi che il mio compito era di far arri-vare al porto i materiali necessari perchéloro potessero costruire una nave all’al-tezza delle tradizioni di un certo ateneo.Provengo infatti dall’Università Cattolicadi Milano, nella quale fino alla metà diaprile ho ricoperto l’incarico di respon-sabile della Formazione permanente e dicoordinatore amministrativo del CEPaD(il Centro d’Ateneo per l’EducazionePermanente e a Distanza).Si trattava di un lavoro amministrativo eprogettuale, e di un lavoro che richiede-va un continuo mix fra scenari e compe-

tenze diverse, dalla formazione postlaurea al management, dall’e-learning alleanalisi di fattibilità di un corso. Si tratta di un’esperienza che mi sembra vadain parte a replicarsi anche nell’ANMCO, ma in uno scenario più impegnativo, equesto costituisce un grande stimolo professionale.Lo stimolo più forte però proviene dall’esperienza del recentissimo seminario diFrascati, in cui ho potuto cogliere una vivacità associativa autentica e correttis-sima, e una ampiezza di problematiche che si è espressa in due giornate inten-sissime di lavoro. Se ero arrivato a Frascati affascinato dalla mia nuova pro-spettiva professionale, ne sono tornato entusiasta per il clima di ricchezza pro-fessionale ma anche umana che vi ho incontrato.Certamente non mi nascondo le difficoltà di un impegno come quello che contanta fiducia mi è stato affidato, soprattutto nel senso di un riorientamento dicompetenze che dovrò operare in tempi abbastanza brevi, al punto che un ami-co mi ha chiesto se questa svolta non mi mandasse in crisi. Posso dirvi che horisposto con la frase di uno dei riferimenti culturali dei miei figli, quella LisaSimpson (la figlia di Homer dal pensiero positivo) che, parafrasando John Ken-nedy usa ripetere: “Papà, lo sai che in cinese c’è una parola che vuol dire sia cri-si che opportunità?”. Per me, ciò vuol dire l’opportunità di calare un profilo pro-fessionale in un nuovo contesto, e di assumere il margine di incertezza e cre-scita che è intrinseco ad ogni sfida.Anche per questo, buon lavoro a tutti!

Edgard Degas, Ritratti in un ufficio, 1873

DA UN PROGETTO VALIDATO NELLE SCUOLE DELLA BRIANZANEL PERIODO 1999-2003 NASCE UN PROGRAMMA SCUOLATUTTOCUORE HCFNell’arresto cardiaco/morte improvvisa fuori ospedale un punto critico perl’attivazione del soccorso è il primo anello della catena della sopravvivenzae cioè la immediata chiamata dell’1.1.8. Spesso, per mancanza di adeguatacultura, il tempo che intercorre da quando la vittima perde coscienza a quandoqualcuno telefona all’1.1.8. è di diversi minuti, e ciò riduce di molto la proba-bilità di sopravvivenza senza esiti neurologici.Un’altra considerazione è che non infrequentemente, ma non ci sono dati pub-blicati, può essere unico testimone dell’arresto cardiaco un ragazzo o unbambino. Questo può valere soprattutto negli arresti cardiaci che avvengo-no in casa, che per altro sono oltre il 70% degli arresti cardiaci fuori ospedale.Occorre quindi che anche bambini e ragazzi abbiano confidenza con l’emer-genza sapendo riconoscere l’assenza di coscienza e di respiro, essendo in gradodi allertare senza esitazione l’1.1.8., fornendo le indicazioni giuste e nel modocorretto per facilitare il soccorso.Dai 12-13 anni in poi i ragazzi devono idealmente saper avviare le manovre sal-vavita del primo soccorso (BLS) della rianimazione cardiopolmonare (rendere emantenere aperte le vie aeree ed eseguire le compressioni toraciche).Anche questo aspetto deve far parte dei programmi di educazione alla sa-lute, soprattutto ora che le dotazioni del sistema di Emergenza Medica, in par-ticolare con l’avvento dei defibrillatori semiautomatici (AED), hanno di molto

ampliato la potenzialità di in-tervento efficace.Per tutto ciò il Settore Scuola diBrianza per il Cuore Onlus,prendendo spunto da una inizia-tiva inserita nei programmi delMinistero della Educazione Na-zionale Francese, ha dato vitaad un progetto pilota chiamato“Apprendere a Portare Soccorso”che è stato testato nel periodo1999-2003 in 75 classi di 30scuole dell’area Brianza, con ilcoinvolgimento di 2.390 alunnio studenti dai 9 ai 13 anni e di208 insegnanti.Il tema principale è stato quel-lo del prendere confidenza con

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DALLA HEART CARE FOUNDATION di Franco Valagussa

APPRENDERE A PORTARE SOCCORSO AL CUORECome anche i ragazzi della scuola primaria imparano ad attivarela catena della sopravvivenza

23CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

l’1.1.8. e con il modo di allertarlo in caso di probabile arrestocardiaco riconosciuto per l’assenza di coscienza e di respiro,il concetto di portare soccorso è stato presentato in ma-niera più estensiva, inquadrandolo nelle indicazioni dellalegge 626 sulla sicurezza.

Il percorso e la strategiaI passi del programma sono stati:- sensibilizzazione dei docenti e attraverso i docenti dei ge-

nitori al primo soccorso di base;- proposta di una azione interdisciplinare;- sviluppo, se possibile, dalla psicomotricità alla confidenza

con le emergenze del cuore.

Oggi il modo di affrontare le emergenze del cuore si fondasulla “catena della sopravvivenza” come modello per il Siste-ma di Emergenza Medica. Il programma proposto considera iprimi due anelli:- chiamata del soccorso tramite 1.1.8., dopo aver verificato la

mancanza di coscienza e di respiro;- primi gesti salvavita: mantenere aperte le vie dell’aria, posi-

zione di sicurezza quando necessaria.Il risultato dipende dalla rapidità/tempestività della chiamata

e dall’efficacia delle azioni compiute prima dell’arrivo dei soccorsi specializzati.Attualmente entrambe sono ancora insoddisfacenti: nel caso dell’arresto cardia-co infatti risulta che solo in un caso su 10 qualcuno fa qualcosa. Dato che glialunni di oggi sono gli adulti di domani l’apprendere i comportamenti più adat-ti nella scuola è una strategia che può migliorare la sensibilizzazione della co-munità.L’apprendimento dei gesti di primo soccorso consente di valutare meglio le rea-zioni dei ragazzi e di valorizzarle, favorendo anche l’educazione alla salute glo-bale, come sapere fondamentale. Inoltre questo apprendimento costituisce unmodo eccellente per far sentire ai ragazzi il senso di responsabilità e per pren-dere confidenza con l’imprevisto.

Le competenze acquisite da parte degli alunni- Anni 5-8: sensibilizzazione da parte dell’insegnante, rico-

noscere un pericolo, prestare attenzione alla sicurezza persé e per gli altri, cercare aiuto

- Anni 9-13: constatare assenza di coscienza e respiro, aller-tare l’1.1.8., rispondere correttamente alle domande dellacentrale operativa sapendo descrivere il fatto e la situazio-ne; saper verificare le vie aeree e il respiro (Guarda AscoltaSenti), realizzare la posizione di sicurezza. Anni 12 e 13 an-che le compressioni toraciche.

La proposta alla scuola e la realizzazione del programmaIl coinvolgimento della scuola inizia con la presentazione del-la proposta al Dirigente Scolastico e suo tramite agli Inse-gnanti e ai Rappresentanti dei genitori. Quando la proposta èaccolta si svolge per i Docenti e i Genitori un corso breve di

Primo Soccorso e Rianimazione Cardio-Polmonare (4 ore).Il programma in classe prevede 4 fasi:1a fase: Importanza di conoscere il proprio corpo e le sue funzioniAttraverso vari esercizi guidati gli alunni approfondiscono la conoscenza delproprio corpo, e simulano anche situazioni di disagio attraverso alcuni giochi(es. “la muraglia umana”).

2a fase: Proposta in classe e realizzazione di una “fic-tion” simulando una situazione di pericoloGli insegnanti coordinano il lavoro assegnando le parti:viene realizzata una scenetta della durata di 10 minuti.Vengono utilizzate schede di lavoro per meglio inqua-drare il problema.3a fase: I concetti e le azioniÈ finalizzata ad agire allertando il soccorso. Gli alunniimparano cosa fare e la giusta sequenza del fare. Vienefatta, in accordo alla centrale operativa, una chiamataall’1.1.8. così che il bambino/ragazzo si confronti real-mente con il Sistema di Emergenza Sanitaria.Prima viene insegnata la sequenza:- riconoscere l’assenza di coscienza;- verificare l’assenza di respiro (GAS guardo, ascolto,

sento);- chiamare l’1.1.8. e comunicare con calma e precisione.Discussione e riesame di cosa va fatto e come.Riflessione con lo scopo di:- fare prendere confidenza con il concetto e la realtà dell’emergenza;- far capire l’importanza e la semplicità del soccorso;- far capire che il soccorso è una cosa seria (non fare scherzi);- far riflettere sulla attenzione da dare al giusto comportamento.4a fase: Il gioco e la verificaOgni alunno riceve un Kit da dipingere e montare, che simula la occlusione ela liberazione delle vie aeree e il gioco “Perché il soccorso non sia enigmisti-co”: insieme di enigmi e schede per ricordare e memorizzare.

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25CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

La scheda di valutazione individuale e i giudizi di insegnan-ti e genitori dimostrano la capacità di quasi la totalità deglialunni di “apprendere a portare soccorso” in maniera ade-guata. L’entusiasmo vero e proprio dei ragazzi conferma cheil tema è ritenuto importante da loro, forse anche perché al-cuni programmi televisivi hanno risvegliato il loro interessee la loro volontà di imitazione.La verifica di processo ha confermato la fattibilità del pro-gramma testato e un grado di interesse del mondo scola-stico positivo. Heart Care Foundation ha quindi deciso difinalizzare questo programma con il titolo “Apprendere aportare soccorso al cuore” editando un manuale per gliinsegnanti e gli operatori sanitari che tracci un percorso,

partendo da un razionale e sviluppando sulla base delle esperienze realizzate al-cuni percorsi didattici e le relative schede operative.La struttura del manuale prevede:- parte prima

1. conosciamo il cuore e le sue emergenze2. cosa è possibile fare oggi3. la catena della sopravvivenza e istruzioni per l’uso dell’1.1.8.4. il ruolo dell’insegnante e del bambino/ragazzo

- parte seconda5. una proposta per la scuola: il programma “Apprendere a portare soccor-

so al cuore”6. le fasi da realizzare e la presentazione alla comunità scolastica7. chi deve partecipare e come

- parte terza8. schede operative9. la valutazione, schede per ragazzi, insegnanti e genitori

10. giochi.La distribuzione del manuale verrà fatta attraverso la Rete dei Referenti Regio-nali di HCF, mediante compilazione di una scheda-progetto da richiedere allaSegreteria di HCF. Coloro che vogliono avviare il programma devono farsi cari-co di una raccolta dati, tramite questionari, per la valutazione. Sono previsti al-cuni corsi di formazione centrali per insegnanti e operatori sanitari.

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Il Conferimento della Fellowship ANMCOal XXXV Congresso Nazionale

Fellow per il campo Scientifico-Didattico-Editoriale e Organizzativo-Gestionale

COGNOME NOME OSPEDALE CITTÀ PROV.

SPECA GIANCARLO OSPEDALE CIVILE G. MAZZINI TERAMO TE

UGUCCIONI MASSIMO C.T.O. ROMA RM

Fellow per il campo Scientifico-Didattico-Editoriale

COGNOME NOME OSPEDALE CITTÀ PROV.

ACCADIA MARIA OSPEDALE LORETO MARE NAPOLI NA

ANTONIELLI D’OULX EMANUELE OSPEDALE MAGGIORE SS. ANNUNZIATA SAVIGLIANO CN

AZZARELLI SALVATORE A. OSPEDALE CANNIZZARO CATANIA CT

BALDINI UMBERTO OSPEDALI RIUNITI LIVORNO LI

BELOTTI GIUSEPPINA OSPEDALI RIUNITI DI TREVIGLIO TREVIGLIO BG

CAPOMOLLA ANTONIO SOCCORSO FONDAZIONE S. MAUGERI CLINICA DEL LAVORO MONTESCANO PV

CASAZZA FRANCO OSPEDALE SAN CARLO BORROMEO MILANO MI

D'ANDREA ANTONELLO PRES. OSPEDALIERO MULTIZONALE G. RUMMO BENEVENTO BN

DE MICHELE MARIO PRESIDIO OSPEDALIERO MOSCATI AVERSA CE

DI MICCO GIAN LUCA AZIENDA OSPEDALIERA VINCENZO MONALDI NAPOLI NA

IMAZIO MASSIMO OSPEDALE MARIA VITTORIA TORINO TO

MISURACA GIANFRANCO OSPEDALE DELL'ANNUNZIATA COSENZA CS

PONTILLO DANIELE OSPEDALE BELCOLLE VITERBO VT

RIGATELLI GIORGIO OSPEDALE CIVILE LEGNAGO VR

TARANTINI LUIGI OSPEDALE CIVILE BELLUNO BL

VILLANI GIOVANNI QUINTO OSPEDALE CIVILE “GUGLIELMO DA SALICETO” PIACENZA PC

Fellow per il campo Organizzativo-Gestionale

COGNOME NOME OSPEDALE CITTÀ PROV.

ITALIANI GESSICA OSPEDALE DELLA VAL DI NIEVOLE PESCIA PT

MILANI LOREDANO OSPEDALE CIVILE SAN DONA' DI PIAVE VE

NOTARISTEFANO ANTONIO OSPEDALE SILVESTRINI PERUGIA PG

PERSICO MAURO OSPEDALE MADONNA DEL SOCCORSO S. BENEDETTO DEL TRONTO AP

FELLOWSHIP ANMCO

27CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

Io sottoscritto:

Cognome ______________________________________________________________________

Nome __________________________________________________________________________

Via ____________________________________________________________ N° _____________

CAP _____________ Città ______________________________________ PROV. _________

Autorizzo a prelevare € _______________________________________

per la quota associativa dell’anno _______________________

Socio Ordinario

€ 90,00 per i Dirigenti di Struttura Complessa

€ 70,00 per altri Incarichi Dirigenziali

€ 10,00 Iscrizione Unatantum (solo per inuovi Soci Ordinari)

Socio Aggregato

€ 50,00

a mezzo carta credito:

Carta Si Carta Visa Eurocard Master Card

numero carta:

data di scadenza:

firma: ________________________________________________________________________

FOTOCOPIARE - COMPILARE IN STAMPATELLO - INVIARE VIA FAX ALLA SEGRETERIA (055/579334)

PRESIDENTI REGIONALI ANMCO 2002 - 2004

ABRUZZODott. ANGELO VACRI - Ospedale Civile San Massimo - Via Battaglione Alpini - 65017 Penne (PE) - tel. 085/82761 - e-mail: [email protected] LUCIA PALUMBO - Ospedale Regionale S. Carlo - Contrada Macchia Romana -85100 POTENZA - tel. 0971/612357

CALABRIADott. GIUSEPPE ZAMPAGLIONE - Ospedale Civile San Giovanni di Dio - Via XXV Aprile -88900 Crotone (KR) - tel. 0962/924111 - e-mail: [email protected]. CARMELO CHIEFFO - Ospedale Civile - Via Tescione - 81100 CASERTA - tel. 0823/232395 - e-mail: [email protected] ROMAGNADott. UMBERTO GUIDUCCI - Arcispedale Santa Maria Nuova - Viale Risorgimento, 80 -42100 Reggio Emilia - tel. 0522/296111 - e-mail: [email protected] VENEZIA GIULIADott. GIANFRANCO SINAGRA - Ospedale Maggiore - Piazza Ospedale - 34100 Trieste - tel. 040/399111 - e-mail: [email protected]. MASSIMO SANTINI - Ospedale S. Filippo Neri - Via G. Martinotti, 20 - 00135 ROMA - tel. 06/33062294 - e-mail: [email protected]. ROBERTO MUREDDU - Ospedale Civile - Via S. Agata, 57 - 18100 Imperia - tel. 0183/794352 - e-mail: [email protected]. ANTONIO VINCENTI - Ospedale San Gerardo - Via Donizetti, 106 - 20052 MONZA - tel. 039/2333032 - e-mail: [email protected]. NINO CIAMPANI - Ospedale Civile - Via Cellini, 1 - 60019 Senigallia (AN) - tel. 071/79091 - e-mail: [email protected] VANDA MAZZA - Ospedale F. Veneziale - Via S. Ippolito - 86170 ISERNIA - tel. 0865/442285 - e-mail: [email protected] VALLE D'AOSTADott. GIULIANO BROCCHI - Ospedale Martini - Via Tofane, 71 -10142 Torino - tel. 011/70951 - e-mail: [email protected]. BOLZANODott. WALTER PITSCHEIDER - Ospedale Generale Regionale - Via Boehler, 5 - 39100 BOLZANO - tel. 0471/909950 - e-mail: [email protected]. TRENTODott. ROBERTO BETTINI - Presidio Ospedaliero San Giovanni - Via Alpini, 11 - 38017 Mezzolombardo (TN) - tel. 0461/6111111 - e-mail: [email protected]. GIANFRANCO IGNONE - Ospedale Perrino - SS Brindisi - Mesagne - 72100 Brindisi - tel. 0831/537466 - e-mail: [email protected]. PAOLO BONOMO - Ospedale SS. Trinità - Via Is. Mirrionis, 92 - 09100 CAGLIARI - tel. 070/6091 - e-mail: [email protected]. MICHELE GULIZIA - Ospedale S. Luigi - S. Currò - Viale Fleming, 24 - 95125 Catania - tel. 095/7591111 - e-mail: [email protected]. FRANCESCO MAZZUOLI - Azienda Ospedaliera Careggi - V.le Morgagni, 85 50139 FIRENZE - tel. 055/4277285 - e-mail: [email protected]. GIORGIO MARAGONI - Ospedale S. Matteo degli Infermi - Via Loreto, 3 - 06049 SPOLETO - tel. 0743/210513 - e-mail: [email protected]. LOREDANO MILANI - Ospedale Civile - Via N. Sauro, 25 - 30027 San Donà di Piave (VE) - tel. 0421/227111 - e-mail: [email protected]

SEMPLIFICA LA TUA ISCRIZIONESei già Socio ANMCO?

Puoi pagare la quota associativa con la tua Carta di Credito;basta compilare il coupon allegato ed inviarlo via fax alla Se-greteria ANMCO, che provvederà al prelevamento.

Vuoi diventare Socio ANMCO?Compila il modello pubblicato nella pagina a fianco ed in-vialo al Presidente Regionale ANMCO della tua Regione peril preliminare visto di approvazione.Se la richiesta sarà definitivamente accolta dal Consiglio Di-rettivo, potrai regolarizzare l’iscrizione utilizzando anche latua Carta di Credito.L’iscrizione prevede il pagamento di € 10 (solo per i Soci Or-dinari) come quota di adesione all’Associazione e di unaquota sociale annua così differenziata:

– € 90,00 per i Dirigenti di Struttura Complessa

– € 70,00 per altri Incarichi Dirigenziali

– € 50,00 per i Soci Aggregati

Il suddetto importo include la somma di € 15,00 (quindici/00) com-prensivo di IVA che, per il tramite della Federazione Italiana di Cardio-logia, verrà versata in Vostro nome e conto alla società CEPI s.r.l., consede a Roma, Via N. Tartaglia n. 3, 00197 Roma, Codice Fiscale:00393740584 e Partita IVA 00877781005, a titolo di corrispettivo perl’abbonamento annuale all’organo scientifico della Federazione Italianadi Cardiologia, rivista denominata “Italian Heart Journal” con sottotitolo“Official Journal of the Italian Federation of Cardiology, Official Journalof the Italian Society for Cardiac Surgery”.

Per ulteriori informazioni o chiarimenti la Segreteria rimane adisposizione dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore16.00 (tel. 055-571798 - fax 055-579334).

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TIENI A CUORE LA PIÙ GRANDE ASSOCIAZIONE DELLA CARDIOLOGIA ITALIANA, ISCRIVITI ALL’ANMCO

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DATI ANAGRAFICI E PROFESSIONALI

NOME _____________________________________________ COGNOME ______________________________________________ DATA DI NASCITA

Abitazione: INDIRIZZO _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________

CITTÀ __________________________________________________________________________________________________________ PROVINCIA CAP

TEL. ____________________________________________________ FAX _______________________________________________________ E-MAIL: _________________________________________________

Anno di laurea ___________________ Specializzato in Cardiologia SI NO Anno di specializzazione ___________________

Altre specializzazioni _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________

COLLOCAZIONE PROFESSIONALE

Ruolo: Cardiologo Cardiochirurgo Medico

Struttura: Ospedaliera Universitaria Distretto Sanitario Privata

Altro _______________________________________________

Tipologia:

Divisione di Cardiologia * Divisione di Cardiochirurgia *Servizio di Cardiologia autonomo con posti letto * Servizio di Cardiologia aggregato con posti letto *Servizio di Cardiologia autonomo senza posti letto * Servizio di Cardiologia aggregato senza posti letto *Divisione Medicina * Altro * ___________________________________________________________

* Accreditamento (da compilare se struttura privata): SI NO

Nome del Primario o facente funzione ___________________________________________________________________________________________________________________________

Nome del Responsabile (per strutture aggregate) ____________________________________________________________________________________________________________

Presidio:

DENOMINAZIONE _________________________________________________________________________________________________________________

INDIRIZZO _____________________________________________________________________________________________________________________________

CITTÀ _______________________________________________________________ PROVINCIA CAP

TEL. ____________________________________________________ FAX _______________________________________________________ E-MAIL REPARTO: ___________________________________

Qualifica:

Dirigente II livello Dirigente I livello Prof. Ordinario Prof. Associato

Ricercatore - Borsista - Medico in formazione Medico di base Altro _________________________________

In quiescenza: Non di ruolo:

Non compilare

Non compilare

Codice ANMCO

Non compilare

Codice Unico

Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO)Sede Nazionale: 50121 Firenze - Via La Marmora, 36

Tel. 055 571798 - Fax 055 579334 - e-mail: [email protected]

DOMANDADI ISCRIZIONE

29CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

CAMPI DI IMPEGNO PROFESSIONALE

Il Presidente Regionale ANMCO ___________________________________________________________________________________________________________ della Regione

______________________________________________________________________________________________ dichiara che il suddetto collega, in base allo Statuto ed aiRegolamenti dell’Associazione, può essere iscritto nell’Albo dei Soci dell’ANMCO con la qualifica di:

Socio Ordinario Socio Aggregato

Data __________________________________________________________________ Il Presidente Regionale _________________________________________________________

INFORMATIVA E CONSENSO PER IL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI - L. 196/2003 (Cosiddetta legge sulla privacy)

ANMCO, Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, con sede in Firenze, Via La Marmora n. 36, è un’associazione a scopi scientifici che prestaservizi ai propri associati, attivandosi per l’organizzazione di congressi a carattere scientifico. I dati vengono acquisiti direttamente dall’interessato (ad esempio,al momento dell’adesione all’associazione ovvero mediante i moduli di iscrizione ai convegni), nonché presso terzi, quali associazioni di categoria o pubblici elen-chi, comunque nel rispetto dei principi di cui alla L. n. 196/2003. I dati richiesti sono necessari ad ANMCO per poter rendere i propri servizi per la costituzio-ne dello stesso rapporto associativo.Responsabili del trattamento sono il Centro Servizi ANMCO srl, con sede in Firenze, Via La Marmora n. 36, e la Federazione Italiana di Cardiologia, c/o Di-partimento di Cardiologia, IRCCS Policlinico S. Matteo - P.le Golgi, 2 - 27100 Pavia.Per motivi inerenti allo svolgimento dell’attività istituzionale, i dati raccolti possono essere comunicati ad altri enti o associazioni, operanti nell’ambito della ricercae dell’organizzazione di convegni a carattere scientifico, ed alla ESC (European Society of Cardiology, con sede in Sophia Antipolis Cedex – France – 2035, Rou-te des Colles – Les Templiers), cui i soci ANMCO hanno diritto ad essere iscritti.È possibile inoltre che i dati raccolti siano comunicati da ANMCO a terzi, tipicamente case editrici che curino la spedizione delle riviste dell’associazione o di al-tre pubblicazioni agli associati, e ad altre associazioni, anche estere. La informiamo che, ai sensi della L. n. 196/2003, cit., la mancata prestazione di un Suospecifico consenso a tali forme di comunicazione impedisce l’esercizio delle stesse. D’altra parte, il rifiuto del consenso può comportare pregiudizio all’ordinariosvolgimento dell’attività istituzionale dell’Associazione.Un elenco dettagliato dei soggetti ai quali è possibile che siano comunicati i dati è disponibile presso la nostra sede.Infine, ma sempre dietro prestazione del Suo consenso espresso, i Suoi dati potranno essere oggetto di pubblicazione (ad esempio, nell’annuario degli Associatio in eventuali opuscoli di carattere informativo), in forma telematica o, più semplicemente, su supporto cartaceo.ANMCO assicura l’esercizio dei diritti ai sensi della L. n. 196/2003, quali, ad esempio, la richiesta di aggiornamento o di modificazione dei dati personali, og-getto del trattamento. Per l’esercizio dei predetti diritti è possibile rivolgersi ai seguenti indirizzi:- Firenze, Via A. La Marmora 36, tel. 055/571798 (sede ANMCO, Centro Servizi ANMCO srl, Heart Care Foundation - Fondazione Italiana per la Lotta alleMalattie Cardiovascolari - ONLUS;

- Pavia, P.le Golgi, 2, tel. 0382/525838 (sede della Federazione Italiana di Cardiologia c/o Dipartimento di Cardiologia - IRCCS Policlinico S.Matteo).

INFORMATO DI QUANTO SOPRA ESPOSTO,CON RIFERIMENTO ALLA COMUNICAZIONE DEI MIEI DATI A TERZI DO IL CONSENSO NEGO IL CONSENSO

INFORMATO DI QUANTO SOPRA ESPOSTO,CON RIFERIMENTO ALLA PUBBLICAZIONE DEI MIEI DATI DO IL CONSENSO NEGO IL CONSENSO

Data __________________________________________________________________ Firma __________________________________________________________________________________

Sono interessato alla seguente Area:Area Aritmie - AR Area Chirurgica - ACH Area Emergenza/Urgenza - AEUArea Informatica - AIN Area Malattie del Circolo Polmonare - AMCP Area Management & Qualità - AMQArea Nursing - ANS Area Prevenzione Cardiovascolare - AP Area Scompenso Cardiaco - AS

La presente domanda d’iscrizione è stata accolta dal Consiglio Direttivo ANMCO in data ____________________________________________________

Il Segretario ______________________________________________________________________

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Ai sensi dell’art. 3 dello Statuto ANMCO dichiaro di non volermi iscrivere alla Heart Care Foundation - ONLUS

Generale (non più di due):

Valutazione funzionale eriabilitazione del cardiopatico

Biologia cellulare del cuore

Farmacologia in Cardiologia

Cardiologia Nucleare e RisonanzaMagnetica in Cardiologia

Ecocardiografia

Aritmologia ed elettrostimolazione

Circolazione polmonare e funzioneventricolare destra

Epidemiologia e prevenzione

Cardiopatie valvolari

Informatica

Aterosclerosi, emostasi e trombosi

Ipertensione arteriosa sistemica

Malattie del miocardio e del pericardio

Emodinamica e Cardiologia Interventistica

CardiochirurgiaInsufficienza cardiacaCardiologia PediatricaCardiologia ClinicaSindromi Coronariche Acute

Altro (non più di due):

Pianificazione ed organizzazione delle strutture sanitarieOrganizzazioni di manifestazioni culturaliAttività organizzativo gestionale

30MAGGIO/GIUGNO 2004 - N. 139

COMITATI DI COORDINAMENTO AREE ANMCO 2003-2004AREA ARITMIE

Chairman: Pietro Delise (Conegliano Veneto - TV)

Co-Chairman: Maurizio Lunati (Milano)

Comitato di Coordinamento: Fabrizio Ammirati (Roma),Domenico Catanzariti (Rovereto - TN),Michele Gulizia (Catania), Marco Scaglione (Asti)

www.anmco.it/ita/attivita/aree/aritmie

AREA CHIRURGICA

Chairman: Ettore Vitali (Milano)

Co-Chairman: Claudio Zussa (Venezia - Mestre)

Comitato di Coordinamento: Claudio Grossi (Cuneo),Alessandro Mazzola (Teramo),Lorenzo Menicanti (S. Donato Milanese - MI),Alessandro Pardini (Terni)

Consulente Editoriale: Felice Achilli (Merate - LC)

www.anmco.it/ita/attivita/aree/chirurgica

AREA EMERGENZA-URGENZA

Chairman: Cesare Greco (Roma)

Co-Chairman: Cesare Greco (Roma)

Comitato di Coordinamento: Gianni Casella (Bologna),Claudio Cuccia (Brescia), Claudio Fresco (Udine),Filippo Ottani (Vicenza)

Comitato Scientifico Editoriale: Cesare Baldi (Salerno),Irene Bossi (Milano), Francesco Chiarella (Pietra Ligure - SV),Stefano De Servi (Legnano - MI), Francesco Liistro (Arezzo),Patrizia Maras (Trieste)

Referenti per le problematiche relative alle reti di emergenza - urgenza:Alessandro Capucci (Piacenza), Maurizio Marzegalli (Milano)

Consulente Scientifico: Stefano Savonitto (Milano)

www.anmco.it/ita/attivita/aree/emergenza

AREA INFORMATICA

Chairman: Gianfranco Mazzotta (Genova)

Co-Chairman: Antonio Di Chiara (Udine)

Comitato di Coordinamento: Fabio Fonda (Trieste),Walter Pitscheider (Bolzano), Christian Pristipino (Roma),Augusto Ruggeri (Bologna)

Comitato G8 - Cardio ANMCO

Coordinatori: Gianfranco Mazzotta (Genova),Antonio Di Chiara (Udine), Giancarlo Carini (Bologna)

Per l’ecocardiografia: Luigi Badano (Udine)

Per l’ergometria: Stefano Urbinati (Bologna)

Per l’emodinamica: Leonardo Paloscia (Pescara)

Per l’aritmologia: Massimo Zoni Berisso (Genova)

Per la prevenzione cardiovascolare:Sergio Pede (San Pietro Vernotico - BR)

Per la cardiologia nucleare: da individuare

Per le sindromi coronariche acute:Francesco Chiarella (Pietra Ligure - SV)

www.anmco.it/ita/attivita/aree/informatica

AREA MALATTIE DEL CIRCOLO POLMONARE

Chairman: Pietro Zonzin (Rovigo)

Co-Chairman: Giuseppe Favretto (Treviso)

Comitato di Coordinamento: Franco Casazza (Milano),Stefano Ghio (Pavia), Francesco Greco (Cosenza),Andrea Perkan (Trieste)

www.anmco.it/ita/attivita/aree/circolo

AREA MANAGEMENT & QUALITÀ

Chairman: Pier Antonio Ravazzi (Alessandria)

Co-Chairman:Vincenzo Cirrincione (Palermo)

Comitato di Coordinamento:Giovanni D’Angelo (Oliveto Citra - SA),Francesco De Vito (Veruno - NO),Roberto Lorenzoni (Lucca), Giuseppe Tricoli (Palermo)

Consulenti: Stefano Domenicucci (Genova - Sestri Ponente),Franco Ingrillì (Palermo), Francesco Mazzuoli (Firenze)

www.anmco.it/ita/attivita/aree/management

AREA NURSING

Chairman: Domenico Miceli (Napoli)

Co-Chairman: Quinto Tozzi (Roma)

Comitato di Coordinamento:Paolo Bonomo (Cagliari),Giulietta Ferranti (Bentivoglio - BO),Rossella Gilardi (Milano), Lucia Sabbadin (Trento)

Comitato Scientifico Editoriale: Claudio Coletta (Roma),Tiziana Maietta (Roma)

Consulenti: Paola Di Giulio (Torino)

Referente Area Chirurgica: Antonio Vicentini (Milano)

www.anmco.it/ita/attivita/aree/nursing

AREA PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE

Chairman: Massimo Uguccioni (Roma)

Co-Chairman: Carmine Riccio (Caserta)

Comitato di Coordinamento: Maurizio Abrignani (Trapani),Cristina M. Castello (Verona), Furio Colivicchi (Roma),Maria Grazia Sclavo (Aosta)

Consulente Editoriale: Pompilio Faggiano (Brescia)

www.anmco.it/ita/attivita/aree/prevenzione

AREA SCOMPENSO CARDIACO

Chairman: Giuseppe Cacciatore (Roma)

Co-Chairman: Andrea Di Lenarda (Trieste)

Comitato di Coordinamento: Gerardo Ansalone (Roma),Gianfranco Misuraca (Cosenza), Fabrizio Oliva (Milano),Gianfranco Alunni (Perugia)

Comitato Scientifico Editoriale: Giovanni Pulignano (Roma),Luigi Tarantini (Belluno), Guido Gigli (Rapallo - GE)

Medical Writer: Renata De Maria (Milano)

www.anmco.it/ita/attivita/aree/scompenso

DALLE Aree

31CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

AreaARITMIE di Pietro Delise

LA RICERCA: IL PUNTO A METÀ DEL 2004

All’inizio del mio mandato come Chair-man dell’Area Aritmie era in corso il dibat-tito sulla opportunità della sopravvivenzadell’Area dato che si era consolidata nel no-stro Paese un’Associazione di aritmologiaforte (l’AIAC), capace di coagulare i miglio-

ri specialisti del settore e in grado di rap-presentare tutti gli aritmologi italiani a livel-lo internazionale.All’epoca io sostenni l’utilità che l’ANMCOmantenesse la sua Area Aritmie, perché ri-tenevo che l’Area stessa non era una alter-nativa all’AIAC (che per vocazione si rivol-ge agli specialisti) ma aveva un ruolo diver-so avendo come target i cardiologi clinici.In questa ottica l’Area Aritmie avrebbe do-vuto sfruttare l’opportunità di fare ricerca

clinica nel campo delle aritmie coinvolgen-do estesamente i cardiologi clinici su temi diinteresse generale, sfruttando lo sperimen-tato network che l’ANMCO possiede.Giunto alla fine del mandato, che passerà al-l’amico Maurizio Lunati dalla fine dell’anno,e ormai liberato dal possibile sospetto cheun “conflitto di interessi” influenzasse la miapresa di posizione, continuo a pensarla allostesso modo.A sostegno della mia tesi vado ad elencare inumerosi progetti di ricerca che sono nati ecresciuti in grembo all’Area Aritmie, ispiratidai presupposti appena esposti, progetti chemalgrado le difficoltà economiche del mo-mento spero vedano la luce quanto prima.

RIFAF (Registro italiano della fibril-lazione atriale familiare)Obiettivi: definire la prevalenza, caratteristi-che cliniche e modalità di trasmissione ge-netica della fibrillazione atriale familiareChairman e Co-chairman: M. Disertori, E.ArbustiniSteering Committee: R. Cappato, P. Delise,A. Gavazzi, M. LunatiStato dei lavori: approvato dal ComitatoScientifico ANMCOSponsor: da individuare

Effetto dei sartanici nella prevenzio-ne della fibrillazione atrialeObiettivi: vedi titoloChairman: M. DisertoriSteering Committee: A. Capucci, P. Delise,F. Lombardi, A. Mugelli, M. Santini.Stato dei lavori: approvato dal Comitatoscientifico e in fase di reclutamento deiCentriSponsor: Novartis

Copertina del 45 giri di Alfredo “radio cardiology” (particolare)

32MAGGIO/GIUGNO 2004 - N. 139

CONSULTA ANCHE:

www.anmco.it/ita/attivita/aree/aritmie

Efficacia degli omega-3 nella preven-zione della fibrillazione atrialeObiettivi: vedi il titoloChairmen: P. Delise, M. ScaglioneSteering Committee: F. Ammirati, D. Catan-zariti, M. Gulizia, M. LunatiStato dei lavori: sottoposto al ComitatoScientifico ANMCO, in attesa di approva-zioneSponsor: contatti con Sigma Tau

Indagine conoscitiva sulla gestione cli-nica della fibrillazione atriale in ItaliaObiettivi: valutare i comportamenti dei car-diologi clinici italiani in tema di diagnosi eterapia nella fibrillazione atriale, attraversoun questionario inviato a tutti gli iscritti al-l’ANMCOChairmen: P. Delise e D. CatanzaritiSteering Committee: F. Ammirati, M. Gulizia,M. Lunati, M. ScaglioneStato dei lavori: approvato dal Consiglio Di-rettivoSponsor: ANMCO

Indagine conoscitiva sull’utilizzo deidevice nei pazienti con scompensoObiettivi: valutare i comportamenti dei car-diologi italiani in tema di applicazione di pa-cemaker biventricolari e defibrillatori nei

pazienti con scompenso, attraverso un que-stionario inviato agli ambulatori dello scom-penso.Chairman: M. LunatiSteering Committee: F. Ammirati, P. Delise,M. Gulizia, M. ScaglioneIn collaborazione con: Area ScompensoCardiacoStato dei lavori: definizione dei protocolli in-sieme all’Area ScompensoSponsor: ANMCO

ACTIVEObiettivi: valutare l’efficacia del clopidogrel(e dell’irbesartan) nella prevenzione trom-boembolica della fibrillazione atriale (vsaspirina e anticoagulanti dicumarolici)Chairmen: S. Yusuf e S. ConnollyEndorsment: ANMCOStato dei lavori: già in fase di arruolamentoa livello sia nazionale che internazionale

Studio epidemiologico sulla mortecardiaca improvvisa in ItaliaObiettivi: studio epidemiologico sulla preva-lenza, incidenza e cause della morte im-provvisaChairman: M. Zoni Berisso in collaborazio-ne con Area Aritmie e AIACStato dei lavori: approvato dal ComitatoScientifico ANMCOSponsor: da individuare

Alla fine di questa esposizione consentitemiuna preghiera ai nostri Associati: se vi arriva ilquestionario sulla fibrillazione atriale non get-tatelo nel cestino. È molto semplice, va com-pilato di getto e porta via solo pochi minuti.Sappiamo perfettamente che al giorno d’og-gi la routine asfissiante rende prezioso il vo-stro tempo. Fate tuttavia un piccolo sacrificio.La consapevolezza di quello che stiamo fa-cendo e la possibilità di governare i nostripercorsi clinici è uno dei punti di forza chenoi medici ancora abbiamo!

Il Prof. Paul D. Withe intento a leggere conattenzione un elettrocardiogramma, 1963

33CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

AreaEMERGENZA-URGENZA

BLITZ-2FINAL INVESTIGATOR’S MEETING

Lunedì 22 marzo sono stati presentati ediscussi i risultati di BLITZ-2, il più recentestudio epidemiologico sulle Sindromi Coro-nariche Acute non ST-elevation effettuato nelnostro Paese (Tab. 1). Con questa indaginel’ANMCO ha voluto mettere maggiormen-te a fuoco il percorso diagnostico e gestio-nale dei Pazienti con Sindrome CoronaricaAcuta già delineato con la prima indagineBLITZ sull’infarto miocardico acuto, effet-tuata nell’ottobre 2001 e pubblicata nel set-tembre scorso su European Heart Journal(2003,24,1616-29).I Ricercatori si sono riuniti nelle sale predi-sposte in nove città italiane, collegate tra lo-ro in televideoconferenza (Tab. 2). Coordi-nati dai Presidenti Regionali e dagli Espertidell’Area Emergenza, i partecipanti hannoascoltato le relazioni presentate dalla sededi Roma, discutendo poi i risultati generali

e, nella sessione pomeri-diana, i dati ed i proble-mi emersi nell’analisi permacroregioni (Tab. 3).Guardando tappe diBLITZ-2 si può cogliereun impegno associativodi ampio respiro, cuimolti hanno contribuito,ciascuno con il propriospecifico apporto.Vanno ricordati il ruoloispiratore del Presidentee del Consiglio Direttivo,l’impegno culturale edorganizzativo dell’AreaEmergenza, quello ope-rativo del Centro Studi,l’apporto tecnico di Ane-mos – che ha permesso

l’innovativa esperienza della raccolta dati pervia elettronica – e, non meno importante, ilsupporto di MSD. Ma soprattutto va rico-nosciuto il ruolo determinante dei Ricerca-tori, aperti all’impiego di strumenti innovati-

di Francesco Chiarella

Tab. 2

Tab. 3

Tab. 1

René Magritte, Il raduno, 1926

34MAGGIO/GIUGNO 2004 - N. 139

vi, quale il CRF elettronico e pronti a ri-spondere alla richiesta associativa di forniredati da raccogliere con sistematicità.L’analisi dei casi raccolti è stata effettuatacon rigore, sono stati verificati i requisiti diinclusione, escludendo le schede relative aPazienti con requisiti incompleti. La popola-zione finale comprende 1888 arruolati, pre-

valentemente maschi, età media 67 anni dicui la Tabella 4 descrive i fattori di rischio, laTabella 5 la afferenza alle diverse tipologiedi strutture per fascia di età.I dati di BLITZ-2 verranno ripresi nelle ses-sioni del Congresso Nazionale ed in partico-lare nella Convention delle UTIC e nella pre-sentazione degli Studi Clinici dell’ANMCO.

di Cesare Greco

L’ATTIVITÀ DELL’AREA EMERGENZA-URGENZA: BILANCIO E PROGETTI DI LAVOROLa strategia di Rete Interospedaliera e l’applicazione delle Linee GuidaCardiologiche sulle Sindromi Coronariche Acute

Gli studi epidemiologici BLITZ-1 e BLITZ-2condotti rispettivamente nel 2001 e nel 2003dall’Area Emergenza-Urgenza dell’Associazio-ne Nazionale Medici Cardiologi Ospedalierihanno offerto informazioni fondamentali percomprendere quanto avviene nel campo del-le sindromi coronariche acute all’interno del-le strutture ospedaliere italiane. I due studihanno offer to un panorama completo, ab-bracciando tutte le differenti forme cliniche,dall’infarto miocardico ad ST in alto, all’infartomiocardico non ST in alto, all’angina instabile.Accanto al fatto che la successione dei due

studi ha documentato una positiva evoluzionedi alcuni comportamenti, come ad esempiol’uso progressivamente maggiore dei marcato-ri biochimici di necrosi più specifici e l’allarga-mento dell’utilizzo dell’interventistica, i risulta-ti si prestano anche ad alcune importanti con-siderazioni critiche:- nell’IMA ad ST in alto la percentuale di sog-

getti trattati con terapia di riperfusione ènelle UTIC di circa il 55%, lontana dall’esse-re ottimale ed inferiore a quella di altri pae-si europei;

- il ricorso all’angioplastica primaria è ancora

Tab. 5Tab. 4

35CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

CONSULTA ANCHE:

www.anmco.it/ita/attivita/aree/emergenza

limitato, sia a causa della mancanza di La-boratori di Emodinamica nelle sedi UTICsoprattutto nel centro-sud, sia per il bassoricorso ai trasferimenti interospedalieri;

- nelle SCA NSTE l’utilizzo delle risorse (dia-gnostica invasiva, interventistica, uso di far-maci) non è determinato da una correttastratificazione prognostica e quindi dal livel-lo di rischio individuale a breve termine, masolo dalla disponibilità in loco delle risorsestesse;

- queste ultime sono spesso impiegate, se di-sponibili, nei pazienti a rischio più basso ecomunque in ritardo rispetto ai tempi sug-geriti dall’evidenza e dalle Linee Guida;

- i trasferimenti interospedalieri non sono de-cisi in base ad una valutazione corretta delprofilo di rischio.

Va considerato inoltre che la situazione deli-neata dagli studi BLITZ è probabilmente mi-gliore di quella reale, poiché rispecchia quan-to accade nelle UTIC e non nelle struttureospedaliere in generale. È verosimile infatti ri-tenere che la disponibilità di strutture di emo-dinamica interventistica e l’aderenza alle LineeGuida cardiologiche siano ancora inferiori nel-l’intero gruppo dei pazienti ospedalizzati inItalia piuttosto che nel sottogruppo, sia purnumeroso, di quelli ricoverati nelle UTIC. Aquesto proposito basti esemplificare che, con-

siderando tutti i soggetti con infarto miocar-dico acuto ad ST in alto ospedalizzati la per-centuale di trattati con terapia riperfusiva, cheè del 55% nelle UTIC, scende al 45% circa.È quindi improcrastinabile una iniziativa delleSocietà Scientifiche in questo campo. L’affinitàdei percorsi diagnostico-terapeutici delle di-verse SCA, in particolare per i sottogruppi adalto rischio, rende potenzialmente efficace unainiziativa generalizzata di implementazione diprotocolli fondati sull’appropriatezza, da por-tare avanti unitamente alle altre forze del set-tore: il decisore pubblico e l’industria farma-ceutica privata.È ampiamente documentato da osservazionidi registri internazionali e dai programmi diimplementazione delle Linee Guida statuni-tensi, specifici per le sindromi coronaricheacute, che il livello di aderenza alle Linee Gui-da delle singole strutture ospedaliere è in rap-porto con la prognosi delle SCA ammessenelle stesse strutture e che programmi di im-plementazione delle Linee Guida consentonodi ottenere riduzioni della mortalità in sotto-gruppi ad alto rischio. Nel nostro Paese l’ini-ziativa delle Società Scientifiche per l’imple-mentazione di programmi e Linee Guida èstata carente, soprattutto perché rivolta esclu-sivamente all’interno.È evidente che la strategia di rete interospe-daliera per la terapia delle SCA non può es-sere attuata se non condivisa, programmata emessa in pratica insieme al decisore pubblicoed a tutti i soggetti attivi nel settore delleSCA.L’Area Emergenza-Urgenza sente il bisogno dipromuovere una campagna nazionale di ap-plicazione della strategia di rete interospeda-liera e delle Linee Guida cardiologiche, perdiffondere il modello di rete interospedalieraper l’emergenza coronarica, promuovere l’ap-plicazione di protocolli clinico-organizzativiomogenei, ridefinire l’alto rischio in modo fun-zionale ad una strategia di rete e stimolare l’a-derenza ai suggerimenti delle Linee Guida cir-

Impegno per la rete

36MAGGIO/GIUGNO 2004 - N. 139

ca i trattamenti terapeutici, interventistici efarmacologici.Nell’ottobre 2004 si svolgerà una Conferenzadi Consenso sulla Rete interospedaliera perl’emergenza coronarica, in cui si elaborerà unmodello di strategia di rete da adattare allerealtà regionali e si concorderanno i contenu-ti scientifici clinico-terapeutici di questa strate-gia. Successivamente sarà promossa una Cam-pagna Nazionale articolata in:- Tele-video Conferenze Regionali che coin-

volgeranno gli Assessorati alla Salute Pubbli-ca, le Agenzie di Sanità Regionali, le direzio-ni generali e sanitarie delle Aziende ospe-daliere, le Società scientifiche del settore(SIMEU), il 118.

- Iniziative di formazione del personale delsettore, da gestire insieme alle Agenzie diSanità regionali, basate su corsi e materialestampato.

- Una linea diretta con tutte le UTIC italianeattraverso il sito Web dell’ANMCO/AreaEmergenza-Urgenza.

Il Progetto di Pagina Web dell’AreaEmergenza-UrgenzaL’esigenza di creare una linea di comunicazio-ne diretta con gli iscritti all’Area Emergenza-Urgenza e con i Cardiologi di tutte le UTICci ha spinto a progettare una pagina Web de-dicata all’Area, denominata UTIC Hot Line,a cui si accederà dalla Home Page del sitoANMCO, cliccando sulla familiare icona deglistudi BLITZ.La pagina Web dell’Area comprenderà alcunesottosezioni:- Nei Critical Pathways nell’Emergenza

Cardiologica saranno proposte flow-chartdi trattamento riferite all’emergenza, inclu-dendo sia documenti internazionali che na-zionali.

- In Parla l’Esperto si inseriranno periodicicommenti sugli argomenti clinici del mo-mento mentre nel Reader’s Digest sarà pre-sentato settimanalmente un breve com-

mento su articoli importanti, riportati comeabstract in inglese.

Nella sezione Il Meglio dell’Area sarannoofferte le presentazioni ai Congressi o lavorioriginali pubblicati dai componenti del Comi-tato di Coordinamento dell’Area o del Comi-tato di redazione. Ne Gli Studi dell’AreaEmergenza-Urgenza saranno inseriti tutti glistudi ed i progetti seguiti dall’Area Emergen-za-Urgenza.Una importanza centrale sarà però attribuitaal Filo Diretto con l’Area, Forum di discus-sione nel quale i Cardiologi visitatori potran-no inviare i loro commenti sulla pagina, pro-porre nuovi argomenti, discutere casi clinici,prendere posizione votando su questioni dicarattere clinico-terapeutico. La pagina Webdovrà in sostanza contribuire a confrontareed omogeneizzare gli atteggiamenti terapeuti-ci dei Cardiologi delle UTIC, consentendo lo-ro di “sentire” che si lavora insieme.

Iniziative di formazioneIl Comitato di Coordinamento dell’Area haidentificato due tematiche particolarmente ri-levanti, indirizzando su queste le maggiorienergie nel campo della formazione. Si trattadello shock nell’IMA, del problema della tera-pia di facilitazione per l’angioplastica nell’IMAe della trombolisi preospedaliera. Nel corsodel 2004 partiranno iniziative di formazionesui primi due punti ed all’inizio del 2005 sulterzo punto.

a) Corsi di sensibilizzazione al proble-ma dello shock in corso di infarto mio-cardico acutoLa mortalità dell’infarto miocardico acuto è ingran parte concentrata nei soggetti che van-no incontro a shock cardiogeno. Malgrado sia-no da tempo identificati predittori clinici del-l’insorgenza dello shock e malgrado sia docu-mentato in letteratura il vantaggio derivanteda una strategia di contropulsazione e riva-scolarizzazione miocardica precoce, in realtà il

37CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

CONSULTA ANCHE:

www.anmco.it/ita/attivita/aree/emergenza

ricorso alle tecniche aggressive,in questi casi pienamente indi-cato, è molto poco diffuso. Alloscopo di sensibilizzare i Cardio-logi delle UTIC ed in particola-re quelli delle UTIC sprovvistedi facilità all’interventistica, l’A-rea Emergenza-Urgenza, insie-me al SICI-GISE, si propone diorganizzare alcuni corsi di sen-sibilizzazioneI corsi si svolgeranno nell’ambi-to di 2 giornate di lavoro.Verràposta particolare attenzione al-la scelta delle terapie farmaco-logiche preparatorie nell’ambi-to del trasferimento dei pazien-ti tra strutture ospedaliere a di-versa dotazione tecnologica esi discuterà il problema dell’uti-lizzo della contropulsazione

aortica anche presso strutture con UTIC sen-za emodinamica. Si analizzeranno i criteri ge-stionali per i pazienti con infarto con gravecompromissione emodinamica. I corsi, che siterranno in 3 sedi al Nord, Centro e Sud dal-la fine del 2004, vedranno la partecipazione di50-60 cardiologi ospedalieri ed emodinamistiper incontro. La tematica dello shock nell’IMAsarà trattata in un position paper comune.

b) La terapia di facilitazioneLa questione di quale siano le scelte di tera-pia farmacologica da preferire nei 90 minutiche precedono l’angioplastica in emergenzanell’IMA è tutt’ora aperta. Gli studi attual-mente in corso su questo problema terapeu-tico porteranno nuove evidenze, ma nel frat-tempo è ragionevole tendere verso protocol-li omogenei, basati sulle evidenze finora di-sponibili. Allo scopo di avviare un confrontosu questa tematica un Learning intramurarioorganizzato insieme al SICI-GISE nel mese diottobre 2004 sarà l’occasione di un ap-profondimento e di una discussione analitica.

A partire da questo lavoro sarà curata la pub-blicazione di un position paper comune.

Il percorso del dolore toracicoIl percorso intraospedaliero del dolore toraci-co rappresenta uno degli snodi più delicatiprocesso di cura dei pazienti con sospetta sin-drome coronarica acuta, assorbendo una no-tevole quantità di risorse e non essendo an-cora stato sistematizzato in modo organiconel nostro Paese. Il tema è squisitamente plu-ridisciplinare e può quindi essere affrontatocon successo solo attraverso la collaborazio-ne delle Società Scientifiche cointeressate.L’Area Emergenza-Urgenza ha avviato unacollaborazione con la SIMEU per arrivare al-la condivisione di protocolli articolati per di-verse tipologie di strutture ospedaliere: lacollaborazione si è concretizzata nella forma-zione di una Commissione Nazionale con-giunta che inizierà i lavori a partire dal Con-gresso Nazionale dell’ANMCO, passando peruna inchiesta sugli assetti organizzativi degliospedali italiani relativamente al dolore tora-cico, per arrivare ad un documento comunedi indirizzo.

I corsi di Formazione BLS-D ACLSNegli ultimi anni l’ANMCO ha svolto una im-portante attività nel campo della formazioneattraverso i corsi BLS-D ed ACLS organizzatidal Gruppo di lavoro che fa capo al Coordi-natore organizzativo Giuseppe Fradella, alCoordinatore Scientifico Danilo Neglia ed aiCoordinatori BLS-D, ACLS e PBLS rispettiva-mente Maurizio Burattini, Fabrizio Bandini edEliseo Ciccone.Attualmente l’importante attività svolta e l’e-levato livello qualitativo dei corsi sono testi-moniati dalle prospettive di accordi di colla-borazione con l’American Heart Associatione dalla prossima strutturazione di corsi di Cli-nical Competence per i Cardiologi delleUTIC, da realizzare in collaborazione con ilBoard dell’Area Emergenza-Urgenza.

Marcel Duchamp,Ruota di bicicletta,1951

38MAGGIO/GIUGNO 2004 - N. 139

MALATTIE DEL CIRCOLO POLMONARE di Pietro Zonzin

ARIA DI PRIMAVERA

Area

Iniziative in cantiereMolte le iniziative messe in cantiere: indivi-duazione dei Referenti Regionali; program-mazione dell'attività a livello periferico con

supporto bibliografico e dimateriale didattico-formati-vo; progettazione di uno stu-dio osservazionale (BLITZ-EP); sostegno allo studioWARFASA, ecc.Accanto a questi progettiche richiedono un’ulterioremessa a punto, si attende

una partecipazione più consistente da par-te di tutti gli iscritti all'Area.Altre iniziative sono già state messe in volo.

E-Learning: “La gestione clinica del-l’embolia polmonare”Innanzitutto l’Area ha dato un fondamenta-le contributo ad un progetto da tempoideato dal Coordinatore della Commissio-ne per il sito WEB ANMCO, Carlo D’Ago-stino, dedicato alla formazione a distanza su“La gestione clinica dell’embolia polmona-re”, il primo corso interamente on line or-

ganizzato dall’ANMCO, realizzato dallaQUBIsoft con il supporto di Boehringer In-gelheim.Il corso comprende i seguenti argomenti:- epidemiologia ed inquadramento clinico

(C. D'Agostino)- significato degl i esami strumental i

(F. Casazza)- strategie diagnostiche (G. Favretto)- terapia anticoagulante e trombolitica

(P. Zonzin)- embolectomia e filtri cavali (L. Roncon)- profilassi del tromboembolismo venoso

(G. Agnelli)Si propone di approfondire le attuali cono-scenze in riferimento alle più recenti LineeGuida nazionali ed internazionali mediantel'utilizzo di tecniche semplici ma efficaci diformazione a distanza. Capitoli interattivi,casi clinici a scelte multiple, bibliografia, ma-teriale scaricabile e test di comprensioneaiuteranno il medico ad impratichirsi con lenuove modalità di aggiornamento.Il corso sarà on line da giugno 2004.L'iscrizione può essere effettuata sui sitiwww.anmco.it e www.infarto.it.

L'Area Malattie del CircoloPolmonare sembra esseredecollata. La primaveratardivamente esplosa portacon sé una serie diiniziative culturali

Giovanni Segantini,Primavera sulle Alpi, 1897

39CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

IPERTENSIONE POLMONARECORSO MURALE A FIRENZE

Il 29 aprile 2004 si è svolto nella sedeANMCO di Firenze un corso murale dal ti-tolo “L'ipertensione polmonare. Background e percorso diagnostico tera-peutico”con il seguente programma:

Moderatori: Pietro Zonzin (Rovigo), Franco Casazza (Milano)

INTRODUZIONE E ASPETTIPATOGENETICI

Basi genetiche dell'ipertensione polmona-re primitiva (E. Arbustini, Pavia)

La patogenesi della malattia tromboem-bolica (A. Perkan, Trieste)

Discussione

IL PERCORSO DIAGNOSTICO

Il ruolo del cardiologo (S. Ghio, Pavia)

Il ruolo del pneumologo (M. Sofia, Napoli)

Discussione

PRESENTAZIONE E DISCUSSIONE DI CASI CLINICI

MALATTIE A RISCHIO

Necessità di screening: in reumatologia,pneumologia, infettivologia (C. Campana, Pavia)

Discussione

IL PERCORSO TERAPEUTICO

La valutazione emodinamica ed i tests divasoreattività (N. Galiè, Bologna)

La terapia farmacologica (C.D. Vizza,Roma)

La tromboendoarteriectomia polmonareed il trapianto (A.M. D'Armini, Pavia)

Discussione

PRESENTAZIONE E DISCUSSIONE DI CASI CLINICI

EMBOLIA ED IPERTENSIONEPOLMONARE A ROVIGO

A Rovigo giovedì 10 giugno è program-mato un corso di aggiornamento, gratuito,dedicato a “Embolia ed ipertensione pol-monare” promosso dall'ANMCO Veneto inCollaborazione con l'Area. Il programma èil seguente:

I Sessione: Embolia Polmonare Acuta

Moderatori: M. Guarnerio (Feltre - Belluno),M. Morpurgo (Milano)

14.00 Registrazione dei partecipanti

Questionario iniziale

14.30 Percorsi diagnostici(G. Favretto, Treviso)

14.45 Stratificazione prognostica (F. Casazza, Milano)

15.00 Terapia farmacologica e non (P. Zonzin, Rovigo)

15.20 Discussione

II Sessione: Ipertensione Polmonare

Moderatori: G.L. Nicolosi (Pordenone), P. Zonzin (Rovigo)

16.20 Classificazione e inquadramentoclinico (A. Perkan, Trieste)

16.40 Diagnostica ecocardiografica (S. Ghio, Pavia)

16.55 Ruolo dell'angiografia e della TC(L. Roncon, Rovigo)

17.10 Tests di vasoreattività e terapiafarmacologica (C.D. Vizza, Roma)

17.25 Terapia chirurgica (A. M. D'Armini,Pavia)

17.40 Aspetti normativi ed organizzativi(L. Milani, S. Donà - Venezia)

18.00 Discussione

Questionario finale

Per le iscrizioni rivolgersi alla Segreteriaorganizzativa: I&C - Via Andrea Costa, 240134 Bologna - Tel. 051.614.4004Fax 051.614.2772 - e-mail: [email protected]

CONSULTA ANCHE:

www.anmco.it/ita/attivita/aree/circolo

Infine non mancate all'Assemblea degli iscritti all'Area MCPlunedì 24 maggio 2004 dalle 15.30 alle 17.00,nella sala Modigliani alla Fortezza da Basso

in occasione del XXXV Congresso Nazionale ANMCO.

40MAGGIO/GIUGNO 2004 - N. 139

NURSING di Domenico Miceli

BENVENUTI AL CARDIONURSING 2004

Area

Come è tradizione, questo numero di“Cardiologia negli Ospedali” coincide con ilnostro annuale appuntamento al Cardio-nursing,I numeri dell’Area Nursing si fanno semprepiù grandi, e quest’anno toccano i 2.600iscritti al Congresso: la tabella che segue(fig. 1) mostra una sostanziale impennatanegli ultimi due bienni, e questa straordina-ria ed imponente partecipazione ci spronaa continuare sulla strada intrapresa, con laconsapevolezza che, con il contributo ditutti, si possa riuscire a fare ancora di più esoprattutto a colmare alcune lacune che sivanno evidenziando.Tra queste, il problema, da più parti solle-vato, del difetto di comunicazione fra “cen-tro” e periferia. La “regionalizzazione” del-l’Area Nursing, come realizzata fino ad og-gi, non ha prodotto, o almeno non in tuttele Regioni, i risultati attesi. I Presidenti re-gionali (i Cardiologi) e i Referenti regionali(gli Infermieri) non in tutte le realtà sonoriusciti a coagulare gruppi, a sostenere ini-ziative, ma soprattutto a mantenere il giustocontatto con il “centro”, a sua volta, eviden-temente, colpevole per non essere riuscitoa realizzare una efficace trasmissione.Ritengo giusto, quale Chairman dell’Area

Nursing invia… di “estin-zione”, assume-re la responsa-bilità di questostato di cose,consegnando alnuovo Comita-to di Coordi-namento, che siformerà alla fi-ne dell’anno incorso, l’onere

di affrontare e verosimilmente risolverequesto problema.In proposito, invito tutti coloro che leggonoquesto numero della rivista in sede con-gressuale ad intervenire alla Riunione diArea, prevista per domenica 23 maggio, du-rante la quale sarà affrontata specificamen-te la problematica dei collegamenti all’inter-no degli iscritti all’Area.Ma veniamo alle nuove iniziative: nei prossi-mi mesi, tutti coloro che già sono iscritti al-l’Area Nursing e posseggono un indirizzo diposta elettronica e tutti coloro che si iscri-veranno per la prima volta all’Area Nursing,compilando il Form in calce all’articolo especificando la loro e-mail, riceveranno, amezzo posta elettronica, la Newsletterdell’Area Nursing. Sarà un’occasione perinformare tutti gli iscritti sull’attività dell’A-rea, sui progetti in corso, sulle proposte esugli eventi delle singole Regioni, e conterràanche una parte “scientifico-culturale” me-diante la divulgazione e il commento degliarticoli di più significativo interesse compar-si sull’European Journal of Cardiova-scular Nursing: si tratta di una rivista direcente costituzione, a cui il Comitato diCoordinamento ha sottoscritto un abbona-mento on-line.Ci è sembrato opportuno, vista la grandez-za numerica dell’Area Nursing, allargare inostri orizzonti con uno sguardo a quelloche si fa e si dice, in Europa, in tema di Nur-sing Cardiovascolare.Per il resto, ovvero per i progetti e le ini-ziative in corso, e per identificare i “canali”di comunicazione con la Segreter iaANMCO e con i componenti del Comita-to di Coordinamento, vi invito a “visitare”il sito web nella pagina dedicata all’AreaNursing (www.anmco.it/attività/aree/area-nursing).

41CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

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Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO)Sede Nazionale: 50121 Firenze - Via La Marmora, 36 - Tel. 055/588784 - Fax 055/579334

e-mail: [email protected]

Area Nursing chi è interessato?Utilizza il presente modulo anche se non hai ancora dato il consenso per il trattamento dei dati personali

COGNOME ______________________________________________________________________________________ NOME __________________________________________________________________

Socio ANMCO Non Socio Dirigente di Dirigente construttura complessa altri incarichi dirigenziali

Infermiere Altro

Indirizzo abitazione:

VIA _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ N° ___________

CAP ______________________ CITTÀ _______________________________________________________________________________________________________ PROVINCIA ______________________

TEL. ________________________________________________ FAX ___________________________________________________ E-MAIL __________________________________________________________

Notizie sulla Struttura:

DENOMINAZIONE OSPEDALE _____________________________________________________________________________________________________________________________________________

DENOMINAZIONE STRUTTURA ____________________________________________________________________________________________________________________________________________

VIA _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ N° ___________

CAP ______________________ CITTÀ _______________________________________________________________________________________________________ PROVINCIA ______________________

TEL. ________________________________________________ FAX ___________________________________________________ E-MAIL REPARTO_________________________________________________

Nome del Primario _______________________________________________________________________________________________________________________________________________________

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Se sì, indica in stampatello il tuo indirizzo di posta elettronica

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INFORMATIVA E CONSENSO PER IL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI - L. 196/2003 (Cosiddetta legge sulla privacy)

ANMCO, Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, con sede in Firenze, Via La Marmora n. 36, è un’associazione a scopi scientifici che prestaservizi ai propri associati, attivandosi per l’organizzazione di congressi a carattere scientifico. I dati vengono acquisiti direttamente dall’interessato (ad esempio,al momento dell’adesione all’associazione ovvero mediante i moduli di iscrizione ai convegni), nonché presso terzi, quali associazioni di categoria o pubblicielenchi, comunque nel rispetto dei principi di cui alla L. n. 196/2003. I dati richiesti sono necessari ad ANMCO per poter rendere i propri servizi per la co-stituzione dello stesso rapporto associativo.Responsabili del trattamento sono il Centro Servizi ANMCO s.r.l., con sede in Firenze, Via La Marmora n. 36, e la Federazione Italiana di Cardiologia, c/o Di-partimento di Cardiologia, IRCCS Policlinico S.Matteo - P.le Golgi, 2 - 27100 Pavia.Per motivi inerenti allo svolgimento dell’attività istituzionale, i dati raccolti possono essere comunicati ad altri enti o associazioni, operanti nell’ambito della ri-cerca e dell’organizzazione di convegni a carattere scientifico, ed alla ESC (European Society of Cardiology, con sede in Sophia Antipolis Cedex – France –2035, Route des Colles – Les Templiers), cui i soci ANMCO hanno diritto ad essere iscritti.È possibile inoltre che i dati raccolti siano comunicati da ANMCO a terzi, tipicamente case editrici che curino la spedizione delle riviste dell’associazione o dialtre pubblicazioni agli associati, e ad altre associazioni, anche estere. La informiamo che, ai sensi della L. n. 196/2003, cit., la mancata prestazione di unSuo specifico consenso a tali forme di comunicazione impedisce l’esercizio delle stesse. D’altra parte, il rifiuto del consenso può comportare pregiudizio all’or-dinario svolgimento dell’attività istituzionale dell’Associazione.Un elenco dettagliato dei soggetti ai quali è possibile che siano comunicati i dati è disponibile presso la nostra sede.Infine, ma sempre dietro prestazione del Suo consenso espresso, i Suoi dati potranno essere oggetto di pubblicazione (ad esempio, nell’annuario degli Associatio in eventuali opuscoli di carattere informativo), in forma telematica o, più semplicemente, su supporto cartaceo.ANMCO assicura l’esercizio dei diritti ai sensi della L. n. 196/2003, quali, ad esempio, la richiesta di aggiornamento o di modificazione dei dati personali,oggetto del trattamento. Per l’esercizio dei predetti diritti è possibile rivolgersi ai seguenti indirizzi:- Firenze, Via A. La Marmora 36, tel. 055/571798 (sede ANMCO e Centro Servizi ANMCO s.r.l.);- Pavia, P.le Golgi, 2, tel. 0382/525838 (sede della Federazione Italiana di Cardiologia c/o Dipartimento di Cardiologia - IRCCS Policlinico S. Matteo).

INFORMATO DI QUANTO SOPRA ESPOSTO,CON RIFERIMENTO ALLA COMUNICAZIONE DEI MIEI DATI A TERZI DO IL CONSENSO NEGO IL CONSENSOINFORMATO DI QUANTO SOPRA ESPOSTO,CON RIFERIMENTO ALLA PUBBLICAZIONE DEI MIEI DATI DO IL CONSENSO NEGO IL CONSENSO

Data __________________________________________________________________ Firma _________________________________________________________________________________

42MAGGIO/GIUGNO 2004 - N. 139

di Lucia Sabbadin

L'AREA NURSING: IL “MIO” BILANCIO

Con i prossimi mesi questo Comitato diCoordinamento concluderà il proprio man-dato. In questa fase, è quasi inevitabile pro-porre un bilancio dell’attività svolta ed al-cune riflessioni sulle possibili linee di svilup-po per l’Area Nursing in così for te fer-mento ed evoluzione.Per quanto mi riguarda, questa è stata un’e-sperienza non facile, ma estremamente ric-ca e stimolante. Mettermi al servizio di col-

leghi, lavorando per rendere evidente laprofessione infermieristica cercando di va-lorizzarne i risultati, mi ha costretta a met-termi in continuo apprendimento e qualchevolta (spesso) mi sono resa conto di averemolta strada da percorrere.Il confronto con i colleghi, sia all’interno delComitato sia nel momento dei Congressi,ha costituito la risorsa più preziosa per ca-

pire quale potesse essere il contributo cheavrei potuto dare.Credo che essere parte attiva nell’ANM-CO e, nella fattispecie, in seno all’AreaNursing, riconosca quale “Mission” l’esserestrumento per accompagnare i cambia-menti in atto nella professione e nelle or-ganizzazioni.Durante questo mandato abbiamo cercatodi proporre iniziative volte a coniugare ilnuovo concetto di professionalità infermie-ristica con la domanda di salute in costan-te evoluzione; abbiamo cercato di essereattenti a tutto ciò che stava cambiando, rac-cogliendo dati all’interno delle nostre realtàriportando il tutto nelle riunioni del Comi-tato di Coordinamento, cercando di essereinterpreti dei bisogni formativi dei colleghi.La richiesta di formazione negli ultimi anniè molto aumentata e richiede rispostesempre più sofisticate; penso però che, pa-rallelamente alle proposte formative, siaestremamente importante che l’Area Nur-sing proponga iniziative di ricerca multicen-triche che, coinvolgendo i colleghi su ampiascala, favoriscano la crescita professionale enel contempo contribuiscano a definire erendere evidenti i risultati di assistenza in-fermieristica. Sarà necessario mantenereforti i collegamenti con la Federazione Na-zionale Collegi I.P.A.S.V.I. e con le SocietàScientifiche presenti in ambito europeo, peracquisire stimoli che aiutino ad individuareproposte innovative, utili all’infermiere cheprende in carico il paziente cardiologico.L'auspicio per i prossimi anni è che l'AreaNursing continui nel suo impegno di aiuta-re gli infermieri a maturare e spenderecompetenza e professionalità all’interno diun progetto assistenziale di qualità.

43CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

AreaPREVENZIONE CARDIOVASCOLARE di Massimo Uguccioni e Sergio Pede

LA III CONFERENZA SULLA PREVENZIONE DELLE MALATTIECARDIOVASCOLARIPresentata la Carta Italiana del Rischio Cardiovascolare

Il 15 e 16 aprile si è svolta a Roma, pressol’Istituto Superiore di Sanità, la III Conferenzasulla Prevenzione delle Malattie Cardiovasco-lari. La collaborazione tra ANMCO-HCF eIstituto Superiore di Sanità (ISS) ha, infatti,reso possibile, a distanza di cinque anni dal-la precedente Conferenza, dedicata alla pre-venzione della Cardiopatia Ischemica, unanuova occasione di confronto sullo statodelle malattie cardiovascolari in Italia e sullestrategie da attuare per realizzare efficaci in-terventi di prevenzione nella realtà assisten-ziale del nostro Paese.Un’ulteriore opportunità di successo dell’e-vento può derivare dalla fortunata conco-mitanza con azioni di divulgazione e infor-mazione sulle tematiche della prevenzionecardiovascolare, rivolte alla popolazione ge-nerale e previste nel corso del 2004, nel-l’ambito delle iniziative dell’“Anno del Cuo-

re”, come recentemente procla-mato dal Ministero della Salute.La Conferenza si è svolta in quat-tro sessioni, ognuna delle qualidedicata ad una delle quattrocomponenti nelle quali, attual-mente, si articola la strategia del-la prevenzione delle malattie car-diovascolari.Nella prima sessione, dedicata al-l’epidemiologia, sono state presen-tati i più recenti dati sui trend dimalattia e sull’andamento dei fat-tori di rischio in Italia, derivati da-gli studi di coorte in corso e dallapreziosa esperienza dell’Osserva-torio Epidemiologico Cardiova-scolare, che, realizzato grazie allacollaborazione tra ANMCO e ISS,ha fornito importanti informazioni

sulla distribuzione dei fattori di rischio e sul-la prevalenza di malattia nelle diverse ma-croregioni del nostro Paese.È stata poi sottolineata la necessità di co-struire sistemi di sorveglianza, su scala na-zionale, che consentano di monitorizzarel’andamento delle malattie cardiovascolarinel tempo e la loro ricaduta in termini dimortalità, di morbosità ospedaliera, nonchédi valutare i costi della diagnosi e del trat-tamento della malattia.Nonostante la diffusione della patologia,non esiste, purtroppo, ad oggi nel nostroPaese un sistema nazionale di sorveglianzadelle MCV. Non è infatti noto, su scala na-zionale, né il numero assoluto, né i tassi diattacco e di incidenza per gli eventi coro-narici (EC) e gli accidenti cerebrovascolari(ACV) non fatali.A questa prima parte ha fatto seguito unasessione dedicata alle strategie di popola-zione, nella quale è stato affrontato in aper-tura il tema delle strategie di comunicazio-ne, con una approfondita riflessione sullepiù opportune modalità di intervento, se-guito dalle proposte per un’azione efficacein realtà specifiche e peculiari, come lascuola ed i luoghi di lavoro.Sono stati, successivamente, trattati gli

J.W. Baur, Prospetto di Villa Borghese, 1636

44MAGGIO/GIUGNO 2004 - N. 139

aspetti relativi alproblema del ritar-do decisionale, sot-tolineando le mo-dalità operative at-traverso le quali ot-tenerne una ridu-zione; mentre, a se-guire , sono statiproposti, con forza,i vantaggi di un in-tervento di preven-zione che veda uncoinvolgimento at-tivo, anche, del cit-tadino. L’ultimo te-ma della sessioneprevedeva il tratta-mento degli aspettinormativi attual-mente esistenti inprevenzione cardio-vascolare, che rien-trano nella cosid-detta strategia dellaHealth Protection.La prima giornatasi è conclusa con ilsaluto inauguraledel Presidente del-l’ISS e la presenta-zione da parte delDott. Iadicicco, peril Ministero dellaSalute, del proget-to “Alleanza per ilCuore” e del leprospettive di azio-

ne nell’ambito dell’Anno del Cuore.Nella terza sessione dedicata alla strategiadell’alto rischio, è stata presentata, per la pri-ma volta in una sede scientifica ufficiale, lanuova Carta del Rischio CardiovascolareItaliana, che, come noto, stima la probabilitàdi eventi cardio e cerebrovascolari nei suc-

cessivi 10 anni nella popolazione italiana dientrambi i sessi. Si ha, così, finalmente, a di-sposizione uno strumento costruito sullabase di dati provenienti interamente dacoorti recenti italiane, che consente di eli-minare tutti i dubbi e le incertezze connes-se con l’impiego di carte del rischio che, uti-lizzando funzioni derivate da database nor-damericani, espongono alla possibilità di unasoprastima del rischio stesso per popolazio-ni dell’area mediterranea. In tale sessionesono stati successivamente trattati alcuniaspetti di grande rilevanza per la strategiaindividuale del soggetto ad alto rischio, qua-li il ruolo del medico di medicina generalee della medicina di opportunità, i compitidel cardiologo, ma anche la funzione istitu-zionale dell’organo regolatore e l’uso distrumenti efficaci, ma poco utilizzati come ilcounseling motivazionale.Gli strumenti per un efficace intervento diprevenzione secondaria sono stati propostinella quarta ed ultima sessione, con parti-colare riferimento alla carta del rischio nelpost-infarto, ai problemi connessi con la po-literapia, ma anche al trattamento non far-macologico ed alla sempre crescente rile-vanza del ruolo del Nursing nella gestionedel paziente affetto da malattia cardiova-scolare.La Conferenza si è conclusa con una ani-mata tavola rotonda, nella quale tutte leprincipali componenti scientifiche ed istitu-zionali, attive nel campo della prevenzionecardiovascolare, hanno espresso la propriaposizione in un clima di collaborazione fina-lizzato al raggiungimento di strategie di in-tervento quanto più possibile comuni.Gli atti della Conferenza, comprensivi dellerelazioni, del dibattito scaturito nelle discus-sioni, dei contributi della tavola rotonda e diun documento di indirizzo conclusivo sa-ranno disponibili, come Supplemento del-l’Italian Heart Journal, in occasione del pros-simo Congresso ANMCO.

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… la ninfa appare in fuga in un crescendo della suametamorfosi: la corteccia ne avvolge ormai gran par-te del corpo, ma la mano di Apollo, narrata nelle Me-tamorfosi di Ovidio (I, 450-567), sotto il legno di al-loro sente ancora il battito del cuore.

La presenza di questa favola pagana nella casa delCardinale Maffeo Barberini futuro Papa Urbano VIIIvenne giustificata da un moraleggiante inciso scrittosulla base, che recita:“chi ama seguire le fuggenti for-me dei divertimenti, alla fine si trova foglie e baccheamare nella mano”.

Gian Lorenzo Bernini, Apollo e Dafne, 1622-1625Roma, Galleria Borghese

45CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

AreaSCOMPENSO CARDIACO di Giuseppe Cacciatore

LE INIZIATIVE DELL’AREA SCOMPENSONEL CAMPO DELLA FORMAZIONEL’Area Scompenso continua a manifestare una forte vitalità culturale ed un crescente fermento organizzativo in tema di attività formativa

Nel corso di questo biennio sono in pro-gramma tre importanti manifestazioni di ca-rattere formativo, a carattere nazionale, ri-volte a tutte le figure professionali impe-gnate nella diagnosi, nell’assistenza e nellaterapia dei pazienti con scompenso cardia-

co. La prima di queste, lo“Scompenso Cardiaco aFunzione Sistolica Con-servata” che ha già visto larealizzazione di varie giorna-te in molte regioni, riguardaun tema poco conosciuto,ma di forte impatto epide-miologico e clinico.Infatti a fronte di numerosicontributi della letteraturainternazionale e nazionale,

ancora non vi è chiarezza sull’esistenza esulla corretta diagnosi di tale forma fisiopa-tologica di scompenso cardiaco.L’iniziativa, che vede nuovamente insieme lanostra Associazione Scientifica e la FADOIin un progetto di aggiornamento sulloscompenso cardiaco di grande portata, haun taglio prevalentemente pratico e coin-volge in modo prioritario le figure profes-sionali specialistiche (cardiologi, internisti egeriatri ospedalieri e del territorio) chemaggiormente sono impegnate nella gestio-ne dei pazienti affetti da questa patologia.Partendo dal concetto di scompenso confunzione sistolica conservata (o scompenso“diastolico”), si è cercato di definirne la rile-vanza epidemiologica e di sottolinearne lemolteplici caratteristiche ultrastrutturali,morfologiche e fisiopatologiche nonché l’iterdiagnostico e le modalità di trattamento.

Tutte le riunioni svolte fino ad oggi hannoavuto un altissimo valore culturale conbuona partecipazione di pubblico.La seconda iniziativa che vedrà la sua par-tenza immediatamente prima del Congres-so ANMCO in tre città italiane, è stata pro-gettata e realizzata congiuntamente conl’Area Management & Qualità ed ha cometema fondamentale il “Management Or-ganizzativo ed Assistenziale dei pa-zienti con Scompenso Cardiaco”.Il tema è di grande attualità: numeroseesperienze di carattere gestionale ed assi-stenziale vengono descritte nella letteratu-ra internazionale e non poche iniziativesorgono in varie regioni italiane.Al fine di diffondere in modo capillare egenerale i principi ispiratori e le linee dicondotta che emergono dal nostro Docu-mento sull’organizzazione in rete integratadella Cardiologia, recentemente pubblicatosull’Italian Heart Journal, è stata organizzatauna serie di conferenze in tutta Italia cheavranno lo scopo diretto di fare il puntosugli aspetti organizzativo-gestionali e clini-ci della patologia, ma anche di presentareuna esemplificazione di modello gestionalebasato su rete integrata dei servizi territo-riali ed ospedalieri, nel trattamento di unapatologia cardiaca cronica quale lo scom-penso cardiaco.È necessario per tanto che nelle riunioniRegionali venga garantita la presenza delleIstituzioni Regionali cui deve essere indiriz-zata in ultima analisi la nostra proposta or-ganizzativa. Il programma dei workshop re-gionali prevede considerazioni sulla farma-co-economia, sull’epidemiologia dello scom-

La ricca attività in tema diformazione svolta dall’AreaScompenso interpreta inmodo pieno lo spiritodell’ANMCO, che vede unostretto legame tra tutti icomponenti della nostraAssociazione Scientifica

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penso cardiaco sia nella globalità del nostroPaese che nelle singole regioni, per passaresuccessivamente al ruolo delle diverse figu-re professionali coinvolte nella gestione deipazienti: dal cardiologo all’internista al medi-co di famiglia ed all’infermiere, nelle diverserealtà assistenziali esistenti. Infine ampio spa-

zio viene lasciato alla esposizione di espe-rienze locali sia di tipo assistenziale che dia-gnostico e terapeutico.L’ultima iniziativa formativa è il progettoeducazionale sul beta blocco nello scom-penso cardiaco denominato “BRINGOUT: Beta-blockeRs ImplementatioNproGram In OUt-patient with hearTfailure”.Il progetto che prevede una serie di confe-renze in tutta Italia, mette in atto interventiindirizzati a tutte le figure professionali im-pegnate nella gestione dei pazienti conscompenso cardiaco, in modo da “portarefuori” dall’ambito ultraspecialistico la culturadel beta-blocco nello scompenso cardiaco,incrementandone in modo appropriato l’u-

tilizzo secondo quanto consigliato dalle Li-nee Guida e dalla buona prassi clinica.La campagna educazionale nazionale sul be-ta-blocco nello scompenso cardiaco, che sisvolgerà, analogamente alle due precedentiiniziative sotto forma di quindici riunioniscientifiche a carattere regionale, è preva-lentemente rivolta alle figure professionaliche non hanno ancora maturato un suffi-ciente grado di confidenza con tale stru-mento terapeutico.Il programma per tale motivo, ha un taglioprevalentemente pratico prevedendo la di-scussione, mediante illustrazione di casi cli-nici, dei punti salienti del trattamento conbeta-bloccanti: l’inizio della terapia, le moda-lità di incremento del dosaggio, la condottada seguire in caso di comorbidità e di peg-gioramento delle condizioni di compenso.Tutti i progetti hanno richiesto un impor-tante sforzo organizzativo da parte dei ri-spettivi comitati scientifici: si tratta infatti diprogrammi educazionali da diffondere sututto il territorio nazionale ad un’ampia pla-tea di medici.Lo spirito dei vari comitati scientifici chehanno elaborato i programmi è stato quel-lo di fornire messaggi efficaci, scientifica-mente ineccepibili che potessero avere unaricaduta nella pratica clinica quotidiana diciascuno, nel pieno rispetto della tradizionedi tutte le iniziative dell’ANMCO.La realizzazione pratica del progetto spettaora ai Soci delle varie delegazioni regionali,spetta cioè a tutti i membri della nostra As-sociazione, che nelle rispettive sedi avrannomodo di rielaborare ed esporre i temi pro-posti alla luce della propria esperienza erealtà.Credo che il precedente e l’attuale comi-tato di coordinamento dell’Area Scom-penso, nella progettazione di queste inizia-tive abbia pienamente realizzato il manda-to ed interpretato lo spirito dell’Area cheprevede uno stretto legame tra tutte le

Una significativa traccia nel deserto

47CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

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componenti dell’Associazione.I tre progetti sono di alto profilo per cuiconfidiamo nell’attiva partecipazione e nel-l’entusiasmo che sempre caratterizza le ini-ziative formativepromosse dal lanostra Associazio-

ne. Per un ulteriore approfondimento sia ditipo scientifico che organizzativo e pratico viattendiamo numerosi all’Assemblea dell’AreaScompenso al prossimo Congresso.

LO SCOMPENSO CARDIACO:DOPO 70 ANNILA SFIDA CONTINUA

di Maurizio Porcu

Per secoli abbiamo considerato loscompenso cardiaco come una sindro-me ineluttabilmente evolutiva, gravatada sintomi e segni contro i quali nonavevamo che trascurabili rimedi.Sono passati solo settant’anni daquando i Maestri ci esortavano adusare con cautela la digitale e lo stro-fanto e a considerare con grande at-tenzione la novità dell’epoca, rappre-sentata dai diuretici mercuriali. In po-chi decenni abbiamo acquisito sbalor-ditive conoscenze nel campo della fi-siopatologia. Raffinate tecniche diagno-stiche, oramai di ampio utilizzo clinico, consentono di svelare anche le fasi pre-sintomatiche della sindrome, definendone i poliedrici aspetti morfologici. Riu-sciamo spesso a penetrare fin nei recessi più reconditi della fibrocellula mu-scolare cardiaca e ad identificare le alterazioni del genoma che sottendono di-verse patologie muscolari. Sofisticate terapie farmacologiche, elettriche e chirur-giche hanno reso quasi obsoleti i quadri anasarcatici d’antica memoria ed han-no migliorato in modo sostanziale la qualità di vita e la prognosi. Tuttavia l’epi-demia avanza e lo scompenso cardiaco, lungi dall’essere prossimo alla sconfit-ta, continua a rappresentare una sfida estremamente attuale ed impegnativaper i clinici ed i ricercatori della nostra generazione.

Appunti di Michele Bovenzi tratti dallelezioni del Prof. Luigi Condorelli, 1937

Prof. Luigi Condorelli

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NEWS DA ANMCO ABRUZZOa cura del Consiglio Direttivo Regionale

D A L L E R E G I O N IAbruzzo

Il 15 marzo scorso si è tenuta l’assemblea elettiva dei Soci della Regione che havisto un ampio rinnovamento del Consiglio: sono subentrati ai Consiglieri uscen-ti i Colleghi Mauro Cionci, Giuseppe D’Orazio, Pietro Di Sabatino, Angelo Gian-nandrea, Antonio Scimmia, mentre sono stati riconfermati Massimo Pasquale edAngelo Vacri. Quest’ultimo, in una successiva Riunione del Consiglio eletto, te-nutasi il 20 marzo, è stato confermato Presidente Regionale.Si è convenuto, inoltre, di riunirsi nuovamente appena dopo il Congresso Nazio-nale per definire le linee operative del prossimo biennio, che si presenta sicura-

mente per noi tutti estremamente impe-gnativo, sia per i cambiamenti che sipreannunciano nella sanità abruzzese, co-me del resto in quella nazionale, sia per laprossima elaborazione del 3° Piano Sanita-rio Regionale.Il 17 aprile u.s. si è tenuta a Montesilva-no, per iniziativa del Direttivo, una riu-nione dei Direttori delle U.O. di Cardio-logia, dei Responsabili provinciali del 118e dei Laboratori di Emodinamica, per di-scutere e valutare proposte correttive emigliorative della delibera regionale ri-guardante l’organizzazione della rete re-gionale per l’emergenza cardiologica, dicui si è data notizia nel precedente nume-ro del nostro notiziario.Alla riunione hanno partecipato il Presi-dente Regionale della SIC, Prof.ssa MariaPenco, il Dott. Costantino Nieddu, Diri-gente dell’Assessorato alla Sanità, respon-sabile del settore dell’emergenza, ed ilDott. Alberto Deales, dell’Agenzia Sanita-

ria della Regione Marche, che ha portato il contributo dell’esperienza maturata nel-l’istituzione della rete per l’emergenza cardiologica marchigiana.I dettagli e le conclusioni di questa riunione saranno oggetto di una newsletter chea breve sarà inviata a tutti i Soci della nostra Regione.Ai Consiglieri uscenti Luciano Fagagnini, Giacomo Levatesi, Aldo Mariani, Anto-nio Mobilij ed Alfonso Valerio un doveroso ringraziamento per l’impegno e la pas-sione dimostrata nello svolgimento del loro mandato.

Eventi formativiRicordo a tutti gli interessati a partecipare agli eventi del Piano formativo ANMCO2004 che l’iscrizione via Web (www.anmco.it) prevede una minor quota d’iscri-zione; le scadenze per quelli che si svolgeranno nella nostra Regione sono: 27maggio (evento medico) e 17 agosto (evento infermieristico).

Avezzano (L’Aquila)

I RICOVERI PER SCOMPENSO CARDIACOIN FRIULI VENEZIA GIULIA

Gruppo di lavoro sullo Scompenso Cardiaco.M.C. Albanese, R. Cesanelli, A. Di Lenarda, G. Giuliano, M. Iacono, D. Miani,

D. Pavan, R. Piazza, O. Vriz, M. Werren, G. Zilio

49CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

D A L L E R E G I O N IFriuli venezia Giulia

Grazie al contributo del Dott. Luca Lattuada dell’Agenzia Regionale della Sanitàci è stato possibile fotografare il fenomeno scompenso cardiaco (SC) in Friuli Ve-nezia Giulia relativamente al periodo 1997-2001. Nella Regione Friuli Venezia

Giulia sono state recentemente pubblicate alcune analisi re-lative all’impatto dei ricoveri per SC nelle strutture cardiolo-giche ed internistiche. Attraverso l’utilizzo del DRG 127 (in-sufficienza cardiaca o shock) sono stati ricavati alcuni datiepidemiologici di interesse relativi a questa patologia nellaProvincia di Trieste, dove il fenomeno del progressivo invec-chiamento della popolazione generale è particolarmente ac-centuato. Sono stati valutati l’epidemiologia e l’outcome deiricoveri per DRG 127 nella provincia di Trieste dal 1997 al2000 (5.556 ricoveri e 69.236 giornate di degenza totali), uti-lizzando come strumento d’analisi la banca dati del SistemaInformativo Sanitario Regionale. Il DRG 127 è risultato re-sponsabile del 2.6% del totale dei ricoveri e del 4% di tutte

le giornate di degenza, nonché la prima causa di ricovero per DRG medici (18.8%)e di ricovero e giornate di degenza per DRG cardiovascolari (27.5 e 40.5%, ri-spettivamente). Il 72% dei pazienti ricoverati per DRG 127 aveva più di 75 anni.Nel 1997, una media di 4 ogni 1.000 residenti della provincia di Trieste è stata ri-coverata per DRG 127 (4.6 ricoveri e 63 giornate di degenza/1000 abitanti). Nelcorso dei 4 anni analizzati, il numero dei ricoveri per DRG 127 è aumentato del20.4%, quello delle giornate di degenza dell’11.1% e la relativa spesa sanitaria del36.7%. La gran maggioranza (89%) di questi pazienti è stata ricoverata in repartidi Medicina o Geriatria. La sopravvivenza intraospedaliera, a 1, 2 e 3 anni dal pri-mo ricovero ospedaliero per scompenso cardiaco è stata, rispettivamente, del 92,80, 68 e 56%. La cardiopatia ischemica si è dimostrata l’eziologia con il maggioreimpatto prognostico con una sopravvivenza a 3 anni del 44%. La prognosi è ri-sultata in ogni caso significativamente influenzata dall’età dei pazienti, indipen-dentemente dall’eziologia della malattia.Dai dati ISTAT del 2001 risultano risiedere nella Provincia di Udine 510.840 sog-getti (su una popolazione regionale di 1.183.764) di cui 95.030 in Udine città. Lapercentuale residente di età superiore a 65 anni è del 20,58%, con un indice divecchiaia del 177 (media nazionale 131). Il Dipartimento di Scienze Cardiovasco-lari dell’Ospedale S. Maria della Misericordia è Centro riferimento Nazionale perla stratificazione al Trapianto Cardiaco a cui pertanto afferiscono pazienti affetti daSC severo provenienti da altre Regioni.Il problema SC, per la realtà locale, è stato affrontato partendo da una indagineepidemiologica eseguita dalla Cardiologia nel 1999 che ha evidenziato come il97% dei pazienti con diagnosi Scompenso venisse ricoverata in Medicina.

Utilizzando i dati fornitidall’Agenzia Regionaledella Sanità vengonoanalizzate alcune variabiliinerenti lo scompensocardiaco in Friuli VeneziaGiulia nel periodo 1997-2001 e descritte leesperienze gestionali in atto

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Nel 2002 è stato elaborato ed accettatodalla Direzione Generale un progettooperativo coordinato dalla Cardiologiacon il coinvolgimento degli InternistiOspedalieri e del Distretto. L’idea di ba-se è che il punto di partenza per l’impo-stazione terapeutica, diagnostica ed edu-cativa debba essere iniziata nel pazientericoverato e rispettivamente completata,eseguita e rafforzata nel follow-up. Par-tendo dall’esperienza accumulata conl’Ambulatorio scompenso cardiologicoinserito nella rete IN-CHF dal 1995, dal-l’ottobre 2003 è in funzione un ambula-torio Scompenso Interdipardimentalecoordinato dalla Cardiologia, in cui la-vorano Cardiologi ed Internisti, primaparte del Progetto. È inoltre entrato infunzione, nello stesso periodo un ambu-latorio territoriale di continuità Assi-stenziale per lo Scompenso coordinatoda un Cardiologo del Territorio il cuipersonale medico ed infermieristico uti-lizza i protocolli dell’ambulatorio Scom-penso Ospedaliero, cui vengono riferiti ipazienti stabili residenti nel Distretto eche più facilmente, rispetto alla realtàospedaliera, è in grado di interagire coni MMG, l’ADI, l’assistenza sociale ecc.).Ambedue gli ambulatori si sforzano diessere aperti (segreteria telefonica, con-tati diretti con il MMG). Il progetto pre-vede ulteriori sviluppi organizzativi sia alivello territoriale che ospedaliero.Al 31/12/2002 risultano risiedere nellaProvincia di Pordenone 2.977 (1.575femmine e 1.402 maschi) persone affet-te da SC documentato da una diagnosiospedaliera (10,4 per 1.000 abitanti). I ricoveri ripetuti entro l’anno oscillanointorno al 20%. La durata media delladegenza risulta in tendenziale declino,

passando da 11,1 giorni nel 2000 a 10,3 nel 2002. La mortalità intraospedalieraoscilla intorno al 16-17%. Molto elevata, anche in considerazione dell’età avanza-ta dei pazienti (84% età > 70 anni; 52% età > 80 anni; età media 79 anni), è lamortalità cumulativa entro 6 mesi (33,2%) e ad 1 anno (41,0%) dalla dimissione.La gestione del paziente con SC nella Provincia di Pordenone presuppone la cor-retta diagnosi e l’identificazione della cura a lungo termine come una rete di per-corsi, legati all’età del paziente, all’etiologia ed alla gravità della malattia, median-

Il numero dei ricoveri per DRG 127 nella Regione Friuli Venezia Giuliaè aumentato dal 1997 al 2001 del 14.9% (+609 ricoveri). La percentua-le di pazienti deceduti nei 5 anni di osservazione (media 11.8%), dopouna fase di crescita dal 1997 al 2000 (dal 11.4 al 12.8%), si riduce nel2001 al 10.5%.Tale percentuale risulta comunque nettamente superiorea quella registrata nello studio Temistocle su 2127 ricoveri per scom-penso cardiaco in Italia nel 2000 (5.6%).

La percentuale di ricoveri per scompenso cardiaco classificati come “ur-genti” varia dal 82.2% (1997) all’88.4% (2001). Nello studio Temistocle lapercentuale è risultata del 90.6%.La percentuale dei DH è di poco superiore al 2% senza sostanziali va-riazioni nei 5 anni di osservazione

Dal 1997 al 2001 non sono emerse sostanziali variazioni nella percen-tuale di pazienti ricoverati per DRG 127 nelle classi di età (≤64, 65-74 e75-84 anni). Al contrario, l’aumento del 14.9% del totale dei ricoveri perDRG 127 è da ascrivere solamente all’aumento registrato nella classe dietà ≥85 anni (dal 27.5% al 34.2%: +640 ricoveri, +24.3%).

51CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

te il consenso e integrazione fra gli ope-ratori sanitari del Territorio e dell’Ospe-dale e fra Specialisti Ospedalieri.Viene riconosciuto il ruolo essenzialedel Medico di Medicina Generale(MMG), osservatore privilegiato per l’a-nalisi del bisogno del paziente con SCper la differenziazione della domanda edella risposta.Appare critica la disponibilità per iMMG di un supporto alla decisione perle problematiche di tipo cardiologico daparte dello specialista, effettuato ancheper via telematica (teleconsulto, ecc.) alfine di evitare accessi impropri all’ospe-dale e di filtrare e risolvere in periferia ibisogni più semplici.Il modello operativo locale è contestua-lizzato nel Dipartimento Cardiovascola-re Interaziendale della Provincia di Por-denone che riconosce la centralità dellafigura del “paziente” e non della “pre-stazione” o dell’Unità o ambulatorio de-dicato allo scompenso.Le cardiologie degli ospedali che incido-no sullo stesso bacino d’utenza, accetta-no e condividono ruoli funzionalmentediversi e complementari.L’obiettivo comune dell’ASS 6 e dell’A-zienda Ospedaliera di Pordenone è quel-lo di arrivare gradualmente alla compar-tecipazione al progetto di tutti gli attoricoinvolti nelle varie fasi del percorso delpaziente con SC, in primis i medici dimedicina generale che svolgono un ruo-lo cruciale, in quanto rappresentano i“case-manager” ideali per questa tipolo-gia di pazienti sotto la guida e nel con-testo del DIC.In sintesi, i dati presentati fotografanoun fenomeno progressivamente cre-scente nonostante una lieve riduzione

della degenza media, l’aumento dei ricoveri ospedalieri ha determinato un au-mento globale delle giornate di degenza totali. È noto come sia fondamentaleuna gestione integrata del paziente con scompenso cardiaco sia all’interno del-l’ospedale in collaborazione con Internisti e Geriatri che nel territorio in strettocontatto con i Cardiologi extraospedalieri ed i Medici di Medicina Generale.Nella regione FVG sono in atto molte esperienze, a basso costo, finalizzate a ren-dere operativo tutto questo.

Nei 5 anni di osservazione la degenza media dei ricoveri ospedalieri perDRG 127 si è lievemente ridotta (da 10.54 a 9.95 giorni, -5.6%).Tale valo-re risulta inferiore a quello registrato nello studio Temistocle che risulta-va di 11.5 giorni nelle Medicine e di 10.5 giorni nelle Cardiologie.

In linea con il dato dei ricoveri ospedalieri, il numero totale delle giorna-te di degenza è aumentato nei 5 anni di osservazione dell’8.4% (da 57343a 62170 giorni).

Le differenze nel numero dei ricoveri per DRG 127 risentono della popo-lazione residente nelle rispettive Aziende, delle caratteristiche demografi-che della popolazione e della tipologia della rispettiva offerta sanitaria (pre-senza o meno di una struttura cardiologica con posti letto). La percentua-le di pazienti con DRG 127 ricoverati in Cardiologia (nelle Aziende in cuiesiste una struttura cardiologica) varia dal 14.1 dell’Azienda 1-TS al 3.7%della 4-UD.

IL PIANO REGIONALE DELLA LOMBARDIA LA PREVENZIONE E LA CURA DELLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI

Il Direttivo regionale della Lombardia è stato rinnovato. Il Direttivo uscente ha portato a compimento alcune importanti azionidi Antonio Vincenti, Presidente uscente della delegazione regionale ANMCO Lombardia

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D A L L E R E G I O N ILombardia

Il piano regionale per le malattie cardiovascolariIl piano sanitario della Regione Lombardia 2002-2004 pre-vedeva che per tutta la problematica delle malattie cardiova-scolari fosse preparato un piano ad hoc, sull’esempio del Pia-no oncologico, già giunto in regione alla sua seconda revi-sione.È stato chiesto ed ottenuto che nella stesura del Piano Car-

diovascolare fossero coinvolti i rappresentanti delle Società Scientifiche di ambitocardiologico, e segnatamente i rappresentanti della FIC, come espressione della va-sta maggioranza del mondo cardiologico. Il lavoro è iniziato con la stesura del-l’indice che prevedeva una prima parte sui dati epidemiologici relativi alla preva-

lenza ed incidenza delle malattie cerebrocardiovascolari, unaseconda parte sugli “obiettivi” fondamentali, una terza partesulle “azioni” da intraprendere, una quarta sui “ruoli” che levarie parti devono rivestire.Ogni parte del Piano, divisa in capitoli, è stata assegnata aduna sottocommissione, che comprendesse le principali com-petenze presenti in Regione sui singoli argomenti da tratta-re. Ogni commissione aveva un coordinatore che era incari-cato di raccogliere e compendiare i vari contributi.

Una prima stesura, ampia e disorganica, era pronta prima della fine dell’anno pas-sato. I contenuti generali del Piano sono stati presentati in una apposita riunionea Milano il 22 novembre 2003 che ha visto la partecipazione anche di alti espo-nenti dell’assessorato regionale. Successivamente un intenso lavoro di editing e diomogeneizzazione ha portato ad una versione semi-definitiva, che si è resa dispo-nibile verso la fine di marzo, e che ora dovrà essere presentata al vaglio dei poli-tici regionali per la approvazione e pubblicazione.La componente ANMCO, in collaborazione con i Soci della SIC, ha chiesto ed ot-tenuto che i contenuti del Piano ricalcassero alcuni principi contenuti nel docu-mento FIC “Struttura ed organizzazione funzionale della Cardiologia”. In partico-lare, i punti salienti del Piano si possono riassumere nei seguenti:• La ampia prevalenza delle malattie cardiovascolari, e la complessità crescente

delle tecniche, richiede che l’assistenza per questa patologia sia organizzata inrete; questa ha un suo ruolo in particolare nell’organizzazione per l’emergenzain tema di cardiopatia coronarica acuta, ma anche nella razionalizzazione di tut-ti i servizi, a partire da quelli di prevenzione, a quelli di cura e riabilitazione. Ilconcetto fondamentale informatore della rete è che ogni cittadino deve poter ri-cevere il miglior trattamento possibile scientificamente provato. Nella rete perle malattie cardiovascolari non deve trovare posto solo l’Ospedale, ma altresì le

I contenuti del Pianoricalcano alcuni principicontenuti nel documentoFIC “Struttura edorganizzazione funzionaledella Cardiologia”

53CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

strutture ed i presidi territoriali e la rete dei Medici di Medicina generale.• Gli atti organizzativi e medici devono essere ricondotti ai principi di qualità e

di appropriatezza: in questo capitolo rientra la cura per l’appropriatezza strut-turale e la competenza clinica degli operatori, l’elaborazione, condivisione, im-plementazione ed utilizzo delle Linee Guida, l’appropriatezza clinica di proce-dure e terapie, la valutazione della soddisfazione dell’utente.

• Il ruolo fondamentale della prevenzione, sia quella primaria, basata sul mo-nitoraggio del rischio mediante la carta del rischio cardio-vascolare e l’attuazione di programmi di prevenzione nel-la popolazione, sia quella secondaria in cui un ruolo im-portante gioca la rete delle strutture di Riabilitazione.

• La gestione dell’emergenza ed urgenza, sostanzialmenteincentrata sull’organizzazione dell’assistenza alla sindromecoronarica acuta ed all’estensione dell’uso della defibrilla-zione precoce in caso di arresto cardiaco.

• La gestione della cronicità, principalmente in ambito di cardiopatia ischemi-ca cronica e di scompenso cardiaco, che anche in questi ambiti deve poter es-sere organizzata in rete, con ampio coinvolgimento delle strutture territoriali edei medici di medicina generale.

Vi è viva speranza in tutti coloro che hanno contribuito alla stesura di questo pia-no, a nostra conoscenza il primo Piano Regionale dedicato espressamente alle ma-lattie cardiovascolari, che possa essere un utile strumento per tutti gli operatoriper razionalizzare gli interventi ed agire secondo comportamenti condivisi e basa-ti sulle prove di efficacia.

GESTIMA, registroosservazionale dell’infartomiocardico acuto con STsopralivellato inLombardia…

Umberto Boccioni, Dinamismo del corpo umano, 1913

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Lo studio GESTIMALa Lombardia è nota come regione in cui abbondano le strutture ad elevata com-plessità tecnologica, particolarmente nell’ambito della emodinamica interventisti-ca. Tuttavia non sono molto noti dati relativi all’effettivo comportamento dei Car-diologi delle Unità Coronariche in ambito di infarto miocardico acuto.

L’ANMCO Regionale ha dunque progettato lo studio GESTI-MA, registro osservazionale dell’infarto miocardico acutocon ST sopralivellato, per definire in ambito regionale i mo-delli comportamentali soprattutto in tema di organizzazioneper la rivascolarizzazione precoce, farmacologica o meccani-ca. Lo studio ha interessato anche i decisori regionali, pro-prio nell’ottica dell’organizzazione in rete per l’emergenzacardiovascolare prevista nel Piano Cardiovascolare, tanto cheGESTIMA è stato realizzato con l’endorsement della Regio-ne Lombardia. Lo studio ha riguardato tutti i casi di infartocon ST sopralivellato ricoverati nel mese di novembre nellestrutture che hanno aderito: (l’adesione è pervenuta da 60strutture dotate di UCC su 66 invitate).

Sono stati raccolti dati di circa 660 pazienti, ed i risultati sono in corso di elabo-razione. Quelli preliminari saranno presentati al Congresso Nazionale di Firenzea maggio. I dati che emergono sono un sostanziale elevato utilizzo delle tecnichedi rivascolarizzazione sia farmacologica che meccanica (46% di angioplastica pri-maria), elevati tempi door to cath-lab, un numero di trasferimenti secondari nontrascurabile (20%).Lo studio GESTIMA appare comunque come un modello di valutazione epide-miologica, ripetibile, molto utile per monitorare su scala regionale i modelli com-portamentali in tema di sindrome coronarica acuta.

Problematiche cardiologiche nell’anzianoIl 24 aprile a Milano si è svolto il semestrale conve-gno ANMCO Regionale, dedicato in questa occasio-ne alle problematiche cardiologiche dell’anziano.Con l’aumento della sopravvivenza, e del numero dianziani nella popolazione, si pone sempre più spes-so il problema di utilizzo di metodiche ad elevatoimpegno tecnico ed economico nel paziente anzianoe molto anziano.Sono stati discussi, sempre con riferimento ai pa-zienti anziani, i temi del trattamento della cardiopa-tia ischemica acuta, e del trattamento chirurgico del-la cardiopatia ischemica, del trattamento avanzatodello scompenso, della riabilitazione cardiovascola-re, dell’utilizzo dei device per il trattamento dellearitmie, del trattamento della fibrillazione atriale;una relazione conclusiva ha cercato di delinearel’applicabilità agli anziani dei risultati dei granditrial.

Le relazioni hanno suscitato molto interesse e ampia discussione, che ha prece-duto l’Assemblea dei Soci per il rinnovo del Direttivo Regionale.

Con l’aumento dellasopravvivenza, e del numerodi anziani nellapopolazione, si pone semprepiù spesso il problema diutilizzo di metodiche adelevato impegno tecnico edeconomico nel pazienteanziano e molto anziano

55CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

Quando mi è stato proposto di intervistare il Prof.Pier Filippo Fazzini, ho considerato i vari aspetti diquesto impegno. Prima di tutto, ovviamente il pia-cere di poter instaurare ancora una volta per qual-che ora o per qualche giorno una collaborazionecon lui, come quella che abbiamo vissuto per tantianni. In secondo luogo, la possibilità di offrire un ri-tratto completo del Professore. Chi mi aveva datol’incarico aveva raccomandato di ricostruire nonsolo la vicenda del cardiologo, ma anche di mette-re in luce la personalità dell’uomo, del resto bennota ai cardiologi ospedalieri italiani data la popo-larità del personaggio. In ultimo, ho pensato all’in-tervista come l’opportunità di ricostruire la “storia”della cardiologia ospedaliera fiorentina perché sicu-ramente il Prof. Fazzini è stato protagonista di que-sta per quasi cinquantanni. Mi interessava capirequale era stato il percorso, quali le scelte che ave-vano portato quest’uomo dall’elettrocardiografo atre canali dei primi anni ’50 alla responsabilità di di-rigere una moderna divisione di cardiologia all’a-vanguardia nel campo della cardiologia interventi-stica della fine degli anni ’90. Ero infatti convintoche ripercorrere questo percorso lungo e di certogratificante, ma anche lento e faticoso, potesse es-sere utile per ricordare a noi tutti che le difficoltà,gli ostacoli e le amarezze non sono mai mancati,anche durante quello che probabilmente sarà ri-cordato come il periodo d’oro della cardiologia ita-liana.L’incontro con il Professore è avvenuto nello studiodella sua casa, dove per tanti anni ci siamo ritrova-ti per discutere i risultati della nostra attività e perprogrammare il lavoro di ricerca. Anche questa col-locazione, con i ricordi che suggeriva, ha contribui-to a farmi sentire il rappresentante dei miei colle-ghi di reparto, meglio dire amici, con i quali ho vis-suto l’avventura della divisione di cardiologia di Ca-reggi.Di seguito è riportata la trascrizione dell’intervista.Professore, ci racconti in quale situazione sitrovò quando iniziò la sua attività e come ènata la divisione di cardiologia dell’Ospedaledi Careggi.Appena laureato, nel 1952, iniziai la vita ospedalie-ra nel Policlinico di Careggi come assistente volon-tario in una divisione di medicina. A quei tempi neireparti ospedalieri la diagnostica strumentale car-diologica, limitata alla radiografia del torace ed al-l’elettrocardiogramma, era affidata ad un anzianoprimario radiologo che disponeva di un unico elet-trocardiografo fotografico Siemens con le sole tre

derivazioni D1, D2 e D3, che erano quelle che cierano state insegnate all’Università.Nel 1953 con l’arrivo di un nuovo primario radio-logo, la diagnostica elettrocardiografica in ambitoospedaliero fu affidata a Luciano Pozzi, il quale eraconsiderato meritatamente un esperto di elettro-cardiologia essendo fra l’altro, sia pure informal-mente, uno dei consulenti delle Officine Galileo cheera allora la principale delle ditte italiane che co-struivano elettrocardiografi. Pozzi accettò di venirea Careggi senza alcuna retribuzione, con il solo ti-tolo di assistente volontario, e mise a disposizionedell’Ospedale, oltre al suo lavoro per tre mattine lasettimana, anche un elettrocardiografo Galileo R10a 12 derivazioni di sua proprietà. Così, senza alcu-na spesa, senza alcun programma e senza che nes-suno lo prevedesse, o lo volesse, nasceva il primonucleo della cardiologia ospedaliera di uno dei piùgrandi ospedali d’Italia. Incuriosito da questo stru-mento diagnostico chiesi di svolgere una sorta diapprendistato in elettrocardiologia. Pozzi, che eraun personaggio geniale, anche se assai bizzarro, do-po avermi dato sommarie istruzioni tecniche ed unpaio di libri da studiare, mi affidò il prezioso stru-mento perché procedessi ad effettuare gli esami ri-chiesti anche in sua assenza.Trascorsero così quasi tutti gli anni cinquanta du-rante i quali, rimanendo sempre assistenti volontariaggregati alla radiologia, riuscimmo ad ottenere so-lo una stanza più grande, un paio di elettrocardio-grafi e due infermiere. Nonostante queste sconfor-

Congresso ANMCO 1995. Uno scambio di ve-dute tra Pier Filippo Fazzini e Giorgio Ferugliodurante una pausa dei lavori

Intervista al Prof. Pier Filippo Fazzinidi GIOVANNI MARIA SANTORO

tanti condizioni di lavoro, Pozzi non cessò mai di sti-molarmi nell’impegno intellettuale e ricordo ancoracon piacere le non poche notti trascorse nel labo-ratorio sperimentale della clinica chirurgica a stu-diare nel cane gli errori della conduzione intraven-tricolare nel blocco di branca bilaterale. Io gli sonorimasto molto grato di aver destato il mio interes-se per gli aspetti speculativi della professione e, amia volta, ho cercato di fare altrettanto con i mieicollaboratori.Soltanto nel 1959 un concorso (il primo dal 1952)ci permise di ottenere un posto di ruolo, Pozzi co-me aiuto ed io come assistente, come medici-chi-rurghi addetti al servizio di elettrocardiologia, chetuttavia rimaneva aggregato alla radiologia.Nel 1963 si cominciò ad avvertire la spinta propul-siva dell’ANMCO che, guidata da Giorgio Feruglio,propugnava il concetto che la cardiologia, per le sueconquiste tecniche e scientifiche e per le sue gran-di capacità assistenziali, doveva entrare rapidamen-te ed estesamente a far parte integrante dell’orga-nizzazione sanitaria ospedaliera con la dignità di unadisciplina autonoma. In quell’anno finalmente dopooltre dieci anni di attività il nostro Servizio raggiun-se l’autonomia!Con l’autonomia risultò più agevole sviluppare leattività del servizio. Nel 1964 grazie all’elargizionedi un Istituto di Credito (la prima che in tanti annieravamo riusciti a procurarci!) potemmo dotare ilServizio del defibrillatore esterno a corrente conti-nua con sincronizzatore che Lown aveva introdot-to nella pratica clinica appena due anni prima epressoché nello stesso periodo arrivammo a di-sporre anche di un buon poligrafo. Ma naturalmen-te eravamo ben consapevoli di essere ancora benlontani dalle istituzioni cardiologiche italiane piùavanzate!.L’anno dopo, nel 1965 si presentò un’occasionestraordinaria che purtroppo non andò a buon fine.Erano da poco comparsi i primi lavori americani suirisultati ottenuti dalle unità coronariche nel con-trollo della morte improvvisa da fibrillazione ventri-colare in corso di infarto acuto. La OTE, che era su-bentrata alle officine Galileo nella produzione degliapparecchi elettromedicali, aveva messo a puntouna centrale per il monitoraggio dei pazienti critici,un prototipo di Unità Coronarica, che ci metteva adisposizione per valutarne insieme ai suoi tecnicivalidità e difetti nell’applicazione clinica. Ma erava-mo un servizio senza letti e quindi senza pazienti,per cui ci occorreva la collaborazione dei primarimedici; che ce la negarono adducendo la giustifica-zione che i tempi non erano ancora maturi per ini-ziative così avveniristiche! Sfumò così l’occasione dimettere in funzione a Careggi la prima unità coro-narica d’Italia!Nonostante le lotte di retroguardia promosse dagliinternisti, universitari ed ospedalieri, il progressodella cardiologia italiana procedeva in maniera in-calzante ed era chiaro che le Amministrazioni ospe-daliere non avrebbero potuto continuare a lungoad ignorare le proprie carenze. Nel 1967 al mar-tellante impegno organizzativo dell’ANMCO si ag-giunse un formidabile strumento per quella pro-

mozione culturale che è risultata sempre il soste-gno fondamentale per la crescita della cardiologiaospedaliera italiana: Renato Donatelli e Fausto Ro-velli dettero vita al primo dei Corsi di Aggiorna-mento in Cardiologia del De Gasperis. Ma special-mente il primo corso servì anche a mostrare ai car-diologi convenuti a Milano da ogni parte d’Italia chenel nostro paese esistevano già strutture cardiolo-giche che avevano raggiunto livelli di eccellenza pa-ragonabili a quelli stranieri e ciò costituì per tuttiun’iniezione di fiducia ed un forte stimolo per im-pegnarsi ad ottenere l’adeguamento delle propriestrutture.Negli stessi anni prendeva avvio anche da noi a Fi-renze un’attività cardiochirurgica moderna ad ope-ra di Leonardo Salvatore, un giovane assistente del-la Clinica Chirurgica che si era formato a Parigi al-la scuola di Dubost. Pur senza un incarico ufficiale,ma con il tacito consenso di tutti, mi distaccai dalServizio di Cardiologia ospedaliera e cominciai a la-vorare come cardiologo nel piccolo reparto di car-diochirurgia dell’Università. Spinto da questi eventiche si andavano verificando al di fuori di una qual-siasi programmazione, nell’aprile del 1969 il Consi-glio di Amministrazione dell’Ospedale deliberò dicostituire un Dipartimento di Cardiologia formatoda una divisione di cardiologia con unità di cura in-tensiva, una divisione di cardiochirurgia con aggre-gato un laboratorio di cardiologia sperimentale edun servizio di cardiologia per l’espletamento delleindagini strumentali. Sebbene al momento esistessesoltanto il servizio di Cardiologia e la piccola se-zione di cardiochirurgia ospitata in Clinica Chirurgi-ca, erano state finalmente poste le basi amministra-tive che ci avrebbero permesso di poter crescere.Questa delibera ebbe una prima utilizzazione nel1971 in quanto consentì di trasferire la sezione dicardiochirurgia dalla Clinica chirurgica ad ambientiospedalieri, di assumere alcuni assistenti cardiochi-rurghi, di approntare i locali che avrebbero dovutoaccogliere l’Unità Coronarica e di spostare me dal-l’organico del servizio a quello della divisione dicardiologia, rimanendo addetto alla cardiochirurgia.Eravamo abbastanza soddisfatti: l’attività cardiochi-rurgica procedeva a pieno ritmo con eccellenti ri-sultati e permetteva insieme l’espletamento delleattività cardiologiche di maggior impegno tecnolo-gico, quali l’emodinamica e l’elettrostimolazione car-diaca. Ma la gracilità gerarchica di Salvatore, sempli-ce assistente universitario, e mia, aiuto cardiologoospedaliero, si prestò a che una serie di contrastiuniversitari, ospedalieri e politici minacciasse la pro-secuzione dell’attività. Poiché facevo parte da pocodel Direttivo dell’ANMCO esposi al Consiglio lemie preoccupazioni e Fausto Rovelli, come soste-gno dell’ANMCO propose di fare a Firenze il Con-gresso Scientifico del 1972, scegliendo come temaorganizzativo quello della Cardiochirurgia in Italia.Con mia grande preoccupazione mi fu dato incari-co di provvedere a tutta la parte organizzativa; for-tunatamente mi venne benevolmente in soccorsoGiacomo Binda che allora era aiuto a De Gasperise possedeva grandi doti ed esperienze organizzati-ve in ogni settore, compreso quello congressuale. Il

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57CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

Congresso si svolse con gran successo, ma la car-diochirurgia non si salvò dallo smembramento eSalvatore fu messo in condizione di andarsene. Sa-rebbero trascorsi quindici anni, prima di riavere aCareggi una Cardiochirurgia efficiente!Se il Congresso non fu di utilità per la cardiochi-rurgia lo fu invece, e molto, per la cardiologia. Con-vinsi il Presidente del Consiglio di Amministrazioneche sarebbe stato sconveniente ricevere a Firenzecardiologi di tutta Italia e non avere ancora in fun-zione a Careggi, uno dei maggiori ospedali d’Italia,un’Unità Coronarica. Ebbi l’autorizzazione ad utiliz-zare in via provvisoria i locali già da tempo appre-stati, naturalmente se fossi riuscito a procurare tut-to ciò che non c’era: gli apparecchi di monitoraggioe tutte le attrezzature elettromedicali, il personalemedico, quello infermieristico. La OTE mi prestò gliapparecchi, Francesco Marchi procurò un’eccellen-te caposala che pensò agli arredi ed a tutto il ma-teriale occorrente per accudire i pazienti, la diret-trice della scuola infermieri mi mise a disposizione10 allieve del secondo anno sul punto di diplomar-si e l’Unità Coronarica fu aperta. Giacomo Bindariuscì perfino a far giungere la televisione ed il re-parto appena aperto andò in onda sulla rete na-zionale! Ovviamente secondo il costume italiano ilprovvisorio divenne definitivo. Nacque così il primonucleo della divisione di cardiologia, che avrebberaggiunto il suo completamento con la collocazio-ne negli ambienti definitivi dopo altri sei anni, nel1978. Fu allora che finì la faticosa marcia per ade-guarsi agli standard europei; tutte le difficoltà cheho incontrato dopo mi sono sembrate irrilevanti.Più che una storia questa è un’epopea. Pensa-vo di sapere tutto della cardiologia ospedalie-ra fiorentina e invece devo confessare chemolti dei fatti che Lei ha raccontato mi era-no sconosciuti. Mi piacerebbe approfondireora il ruolo che secondo Lei ha avuto l’ANM-CO per la cardiologia italiana e per la sua sto-ria personale.L’ANMCO è stato un fenomeno associativo distraordinaria importanza che ha avuto un ruolo de-terminante nella nascita e nello sviluppo della car-diologia italiana, e non solo di quella ospedaliera. Laformula intelligente che ha permesso tante realiz-zazioni, sia assistenziali che scientifiche, è stata ditrasformare di fatto un organismo sorto come sin-dacale in una potente ed efficiente organizzazionedi tipo culturale. Peccato però che ad un certopunto la componente sindacale sia stata talmentetralasciata da consentire che molte strutture fra lepiù importanti, nate come ospedaliere, siano stateprogressivamente facogitate dall’espansione univer-sitaria.Mi iscrissi all’ANMCO poco dopo la sua fondazio-ne, e nel numero uno di Cardiologia negli Ospeda-li (25 maggio 1964) il mio nome figura fra gli iscrit-ti del 1963, che erano 58 in tutto. Nel 1970 fuieletto nel Consiglio Direttivo per il biennio 71-72e da allora, fino al 1993, ho avuto ripetutamente in-carichi associativi che, insieme alla direzione dellacollana “il Punto su,” mi hanno dato occasione diavere rapporti di lavoro, scambi di vedute e discus-

sioni con quasi tutti i personaggi più rappresentati-vi della cardiologia italiana, ospedalieri e non. Daqueste frequentazioni ho tratto molti spunti di ri-flessione, utili insegnamenti, continui stimoli per mi-gliorare. Non ultimo, ho avuto modo di svilupparetante care amicizie che prescindono ormai dal co-mune interesse per la cardiologia e sono divenutevere e proprie amicizie di famiglia.Fra i vari incarichi ricoperti nell’ANMCOquale è stato il più oneroso?I due incarichi più impegnativi sono stati la direzio-ne del Giornale di Cardiologia e la presidenza del-l’ANMCO. Per il giornale ho avuto modo di gio-varmi di una segreteria di redazione costituita da al-cuni dei miei diretti collaboratori con i quali avevoun rapporto quotidiano e da un comitato di reda-zione nominato su mia scelta: poche discussioni,nessun contrasto, molta efficienza. Vi erano da af-frontare solo le difficoltà che venivano dall’esternodella redazione, più che altro dipendenti dall’orga-nizzazione editoriale e dalle limitate risorse econo-miche a disposizione.Di gran lunga maggiore il peso della Presidenza del-l’ANMCO ove ogni iniziativa richiedeva il consensodel Consiglio Direttivo e del Consiglio Nazionale,ambedue organismi elettivi che, giustamente, espri-mevano opinioni differenti e talora anche moltocontrastanti. Perciò molte discussioni, alcuni contra-sti e, più che altro, una lentezza decisionale alla qua-le le mie caratteristiche caratteriali mal si adattava-no. Fu una prova impegnativa che riuscii a portarea termine grazie ad alcuni sostegni determinanti, frai quali ricordo quello molto energico di Carlo Vec-chio, past-president, e quelli più diplomatici di Gio-vannini, Nicolosi e Delise.Queste difficoltà non saranno dipese dal suocarattere?Senza dubbio. Riconosco di avere un carattere “nonfacile”, come dicono gli amici più benevoli: pococonciliante, molto esigente, impaziente, autoritario.Ho fatto diversi tentativi per controllare questi di-fetti, ma con scarsi risultati. C’è forse qualche colle-gamento fra questi miei aspetti caratteriali e la miaformazione giovanile impostata molto sulla discipli-na e sui doveri e poco sui diritti. Per questo sonoconvinto che efficacia ed efficienza richiedano ordi-ne e disciplina, nel quadro di una precisa scala di re-sponsabilità.In pratica una gerarchia; non sarà che conqueste idee lei abbia impresso alla vita del re-parto un tono un poco militaresco?È possibile ed al proposito conosco molti com-menti ironici sul mio modo di condurre il reparto.Però devo dire che funzionava tutto molto bene.D’altro canto sia nell’ambito dell’ospedale che al difuori di esso ho prestato sempre molta attenzionealle opinioni degli altri e, come ho ricordato prima,ho cercato sempre di adottare prontamente ogniidea che mi sembrava valida. Nella gestione del re-parto non credo di aver mai preso decisioni di uncerto rilievo senza consultarmi con i miei più diretticollaboratori, accogliendo ogni utile suggerimento.Però ho sempre ritenuto che l’ultima decisione fos-se un mio preciso dovere e che una volta stabilita

la linea da seguire non ci dovessero essere devia-zioni, salvo che non fossero determinate da validemotivazioni.A par te alcuni aspetti formali che cer tamenteavrebbero potuto essere affinati, ma che in definiti-va ritengo d’importanza abbastanza marginale, cre-do che chiunque abbia la responsabilità di un re-parto sia tenuto a riservare a sé la responsabilità didecidere ed il diritto di pretendere da parte di tut-ti i collaboratori la stretta osservazione delle rego-le. Sono anche della convinzione che l’ammalato ri-coverato in un reparto non apprezzi molto di es-sere gestito collegialmente e che sia confortato nelpotere individuare una figura di riferimento moltoattenta allo svolgersi di ogni attività che lo riguardae capace di controllare ed esigere che tutto sia ese-guito nel migliore dei modi con puntualità e preci-sione.Con queste convinzioni quali sono stati i rap-porti con i collaboratori?Questa è una domanda che sarebbe più giusto ri-volgere ai collaboratori; tu stesso potresti dareinformazioni precise ed estese. Comunque diròquali sono le mie impressioni.Nel corso degli anni mi sono accorto che qualchemedico e diversi infermieri desideravano cambiarereparto ed io per quanto ho potuto li ho assecon-dati; molto raramente mi è capitato di essere io arichiedere un allontanamento.In genere ritengo di essere stato molto fortunato,e forse anche un poco abile, nella scelta dei colla-boratori. Di certo ho potuto sempre ottenere uncorretto espletamento delle funzioni assistenziali ilche, sia a livello medico che infermieristico, richie-de il possesso di conoscenze complesse ed aggior-nate e molto spirito di sacrificio. Da molti collabo-ratori medici ho anche ottenuto un impegno in at-tività intellettuali di tipo creativo i cui risultati, talo-ra lusinghieri, hanno dato a me, e certo anche a lo-ro, notevoli soddisfazioni. Ritengo che di questo misiano rimasti grati.Anche gli infermieri hanno avuto un modo simpa-tico per manifestarmi un benevolo apprezzamento:quando ho lasciato il servizio mi hanno offerto unloro ricordo, accompagnato da una pergamena oveè scritto: Consapevoli che non c’è “limite al peggio”!Con affetto. I suoi infermieri.Come è cambiata la Sua vita ora che è inpensione?Per 45 anni l’ospedale è stata la mia seconda casaed i miei collaboratori la mia seconda famiglia.Quando a settanta anni sono andato in pensioneho provato a continuare l’attività privata ma ho se-guitato soltanto per un anno. Senza l’ospedale esenza il quotidiano scambio di vedute con i colle-ghi collaboratori, la cardiologia aveva perduto perme ogni interesse. Il distacco è avvenuto senza sof-ferenza né rimpianti; partecipo solo raramente aCongressi, ma solo all’inaugurazione, per incontrarei vecchi amici, con molti dei quali del resto sono inun affettuoso rapporto familiare. Le poche volteche mi capita di passare dal reparto noto molteabitudini cambiate, ma osservo anche con piacereche gli spazi studio sono sempre occupati da qual-

che medico libero da compiti assistenziali: segnoche l’impegno intellettuale si sta mantenendo viva-ce.A parte le idee che ha già espresso sulla con-duzione di un reparto e sull’attività intellet-tuale che preferibilmente un medico dovreb-be svolgere a completamento di quella assi-stenziale, quali altre raccomandazioni farebbeai giovani cardiologi ospedalieri?In primo luogo un consiglio che ebbi quando eromolto giovane ed ero allievo interno nell’Istituto diAnatomia Patologica. Mi fu detto allora dal mioMaestro: vede caro Fazzini, quando affronta un pro-blema non si deve tanto preoccupare che la solu-zione che lei propone sia veramente quella esatta,il che spesso è troppo difficile o impossibile ad ap-purare, basterà che lei sia certo che nessuno pos-sa dimostrare con facilità che il suo ragionamentoè sbagliato. Ho sempre ritenuto prezioso questoconsiglio che solo apparentemente può sembrarespregiudicato ma che in realtà vuol dire: sii tu stes-so il revisore più severo di ogni tuo ragionamento.Una seconda considerazione è connessa al concet-to enunciato in economia liberista che ”l’abbon-danza delle risorse crea certamente degli sprechi,ma l’esiguità delle risorse determina uno spreco to-tale”. Spesso può essere così: ho visto molti nonutilizzare le poche risorse di cui disponevano, nel-l’attesa lunga, e spesso vana, di entrare in possessodi tutto ciò che ritenevano necessario.Io raccomando di non cadere in questo errore: nel-l’attesa di ottenere mezzi più adeguati occorre ve-rificare se si sta ottenendo il massimo dal poco chepossediamo. Se non si acquista l’abitudine di otte-nere il massimo rendimento dalle risorse a disposi-zione (personale, locali, apparecchi) si rischia di rag-giungere scarsi risultati anche disponendo di molto.

Qui si conclude l’intervista. A rileggerla ora, a di-stanza di qualche giorno, mi sembra che emerga unritratto fedele del Professore (così da sempre iden-tificato per antonomasia dai suoi medici e infer-mieri). Pier Filippo Fazzini è stato un personaggio“scomodo” per l’establishment sanitario fiorentino,perché molto spesso contrario alle posizioni alli-neate dei più, perché sempre pronto a combatterebattaglie già in partenza apparentemente perdute.Tutti però gli hanno sempre riconosciute le carat-teristiche del leader: autorevolezza, grande compe-tenza professionale, coraggio delle scelte, sinceritànei rapporti umani. A me ha insegnato tanto: da luiho imparato a mettere l’interesse del paziente in ci-ma alla lista delle mie priorità, ho imparato a farebene le cose, tutte, anche quelle in apparenza me-no importanti, ho imparato la necessità di lavorareduramente per ottenere risultati. Oltre a questo, dalui ho imparato a fare il cardiologo e, come me,hanno imparato il mestiere della cardiologia i colle-ghi di Careggi con i quali ho diviso oltre venti anniduri, faticosi, di gran sacrificio ma ricchissimi di sod-disfazioni professionali. Penso che nessuno di noi di-menticherà quegli anni. Sono stati una scuola di se-rietà professionale e di rigore morale: cioè, ed èquello che più conta, una scuola di vita.

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59CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

Il Prof. Pasquale Solinas, Primario della Divisionedi Cardiologia del Policlinico di Perugia negli an-ni tra il 1968 ed il 1990, è stato socio fondato-re dell’ANMCO nel lontano 1963 e ne è statoconsigliere, poi vice Presidente ed infine Presi-dente negli anni 1988-1990. Sotto la sua Presi-denza fu deciso l’acquisto dell’attuale sede di ViaLamarmora, con indubbi vantaggi per l’Associa-zione. In quegli anni l’ANMCO è cresciuta a rit-mi vertiginosi.Prof. Solinas, come si è accostato alla Car-diologia?Ero Assistente Universitario in Clinica Medica,diretta dal prof. Dominici (un epatologo), cheaveva affidato la Cardiologia al Prof. DiogeneFurbetta. Negli anni ’50 il Prof. Furbetta creò ilCentro per la Lotta alle Malattie Cardiovascola-ri e Reumatiche presso il Policlinico di Perugiaed io fui aggregato a questo Servizio. QuestoCentro fu uno tra i primissimi in Italia, sorto po-co tempo dopo quello fondato da Di Giuseppeall’Ospedale di Ancona, da Puddu e Masini a

Roma e da Rovelli a Milano. Allora, i principalistrumenti in uso erano l’elettrocardiografo ed ilpoligrafo. Per un breve periodo usammo ancheil ballistocardiografo! Avevamo vita difficile poi-ché la nostra attività non era ancora ricono-sciuta a livello istituzionale. Eravamo solo unasezione non riconosciuta della Clinica MedicaUniversitaria.Come ha contribuito alla nascita del-l’ANMCO?A Napoli, intorno al 1955, fondammo l’Associa-zione dei Centri Cardiologici, che furono poi ri-conosciuti con Decreto del Ministero della Sa-nità. Formalmente riconosciuti come CardiologiOspedalieri, diventammo più forti e numerosi.Nel 1963, a Venezia, fondammo l’ANMCO e aduno dei nostri primi congressi affidammo unarelazione al Simposio Organizzativo al DottorCecati, Assessore alla Sanità di Perugia, allo sco-po di promuovere il riconoscimento e l’organiz-zazione dei Reparti Cardiologici Ospedalieri.Si arrivò così al riconoscimento, per legge, della

Intervista al Prof. Pasquale Solinasdi PAOLO VERDECCHIA

L’attuale Sede ANMCO - Via La Marmora, 36

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Cardiologia Ospedaliera (Servizi e Divisioni, cono senza Unità Coronarica).Cosa è avvenuto di importante durante laSua Presidenza?Un aspetto che ricordo con grande piacere è lacrescita esponenziale del numero degli associati.Erano 1450 nel 1984 e sono passati ad oltre i3000 durante la mia Presidenza. Nonostante vi-vessimo un periodo piuttosto favorevole in ter-mini di possibilità di reperimento di risorse eco-nomiche, mi sono sempre preoccupato di porta-re avanti, pur con una gestione finanziaria atten-ta e senza sprechi, uno sviluppo degli uffici e del-le attività. Pensa che allora la segreteria era com-posta da sole 2 unità! Era evidente che l’organi-co segretariale doveva essere incrementato, e co-sì fu fatto successivamente. Abbiamo consolidatol’istituzione degli AMICI DELL’ANMCO e abbia-mo cercato di rendere il bollettino CARDIOLO-GIA NEGLI OSPEDALI più agile e informativo,anche ai fini del miglioramento del contatto congli associati e con le Delegazioni Regionali.Cosa ricorda dell’acquisto della nuova sededi Via Lamarmora?La vecchia sede di Via S. Monaca era diventatainadeguata per spazi e strutture. Peraltro, il cano-ne di locazione era esorbitante ed in continuacrescita. Tuttavia i costi di acquisto di una nuovasede erano molto elevati anche per allora. Ab-biamo dovuto darci da fare per trovare propostevantaggiose. Finalmente abbiamo trovato l’occa-

sione: dopo molte trattative siamo riusciti astrappare un costo di acquisto di quasi 2 milionie mezzo al metro quadro, conveniente anche perallora. Il prezzo mi è sembrato vantaggioso ancheperché si trattava di un immobile di indubbioprestigio, funzionale e confor tevole, situato inun’area di grande valore edilizio. Abbiamo utiliz-zato la formula del leasing, che ci ha comporta-to notevoli vantaggi di tipo fiscale. Ma non tuttierano d’accordo. Ci sono state accese discussio-ni in Consiglio Direttivo. L’amico Feruglio, adesempio, si era inizialmente opposto, ma poi, unavolta convinto (con il decisivo aiuto di Fazzini), siè adoperato nelle trattative con una grinta e unacompetenza manageriale che a me certamentemancava.Da chi era composto il Consiglio Direttivosotto la Sua Presidenza?Vittorio Puddu era Presidente Onorario. I Vice-Presidenti erano Campolo e Tavazzi. Gullace eraSegretario e Martiny Tesoriere. I Consiglieri era-no Baldi, Di Carlo, Furlanello, Mininni, Pinelli, San-tini e Vinci.La nuova sede ha portato vantaggi?Certamente, ed in tutti i settori. Ad esempio, ilglorioso Giornale Italiano di Cardiologia, organoscientifico ufficiale della nostra Associazione, ha fi-nalmente trovato spazi più ampi e funzionali. An-che il Centro Studi, che doveva divenire il moto-re delle nostre attività di ricerca ha trovato unasistemazione più conveniente. Per non parlaredella Segreteria e degli spazi destinati agli eventiformativi ed alle riunioni del Consiglio Naziona-le. Peraltro, anche l’organizzazione dei congressiNazionali richiedeva spazi sempre maggiori.Prof. Solinas, il concetto di management incardiologia è oggi molto diffuso. L’ANMCOsi è dotata di un manager per la gestionedel Centro Servizi. Che ne pensa?Per statuto, l’ANMCO deve promuovere l’aggior-namento professionale degli associati, la ricercanegli ospedali ed il miglioramento delle attivitàcliniche in generale. Tutto questo ha un costo, enegli anni a venire il costo è destinato a cresce-re ancora. Mi rendo anche conto che oggi vivia-mo in un’epoca di grande competitività in tutti isettori, compreso quello della formazione e del-la ricerca. Con queste premesse, ben venga il ma-nager del centro Servizi, a condizione che portiad un aumento delle risorse da destinare agli ob-biettivi prioritari dell’ANMCO: aggiornamentoprofessionale e ricerca clinica. Penso in particola-re a tutte le ricerche che non trovano un finan-ziamento, penso al costo degli abbonamenti perle riviste scientifiche, a quello di tante altre fontidi aggiornamento per gli associati. Penso alla for-mazione a distanza, di cui oggi sentiamo tantoparlare.

Grazie Prof. Solinas!

61CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

La Bugatti Royale

Tamara de Lempicha,Sulla Bugatti, 1925

IL “CUORE” DELLA BUGATTI ROYALEdi Francesco Bovenzi

V I A G G I O I N T O R N O A L C U O R E

Il cuore è un “motore” estremamente piùpiccolo e molto più leggero del motore diuna Bugatti Royale. Esaminate le sue presta-zioni, non possiamo che continuare a stupir-ci nel considerare il suo ininterrotto lavoro.Sappiamo che nel corso di una vita un cuo-re batte in media più di due miliardi e mez-zo di volte e spinge in circolo circa 200 mi-lioni di litri di sangue.Il richiamo alla metafora cuore/pompa, flus-so/propulsore, ritmo/slancio, vita/energia,battito/velocità, ci porta al meccanico Albertdel racconto “Rebus” di Antonio Tabucchi in -Piccoli equivoci senza importanza - EditoreUniversale Economica Feltrielli.Albert come tutti i meccanici era un po’ filo-sofo, come del resto, lo siamo anche noi cardio-logi. E infatti, studiando il cuore, così come i mo-

tori, si possono capire tante cose.Alla fine le due rappresentazioni, quella del cuore e quel-

la del motore Bugatti, possono sovrapporsi dando la medesi-ma immagine della vita che è fatta come «… un ingranaggio, una ro-

tella qua, una pompa là, e poi c'è una cinghia di trasmissione che collegatutto e trasforma l'energia in movimento, proprio come nella vita, un giorno mi

piacerebbe capire come funziona la cinghia di trasmissione che lega tutti ipezzi della mia vita, il concetto è lo stesso, bisognerebbe aprire il cofa-

no e stare lì a studiare il motore che ronza, collegare tutto, tut-ti gli istanti, le persone, le cose, dire: questo è il vano

motore, erano i miei giorni di allora, questo è Al-bert, fu il motorino di avviamento, questo ero io,i pistoni con la camera a scoppio, e questa èla candela che fece scoccare la scintilla del-l'accensione; e ora a bordo, si parte. La scintil-la fu Miriam, naturalmente, lei ho già capito,ma quale sarà stata la cinghia di trasmissio-ne? Non quella immediata, quella fu una Bu-gatti Royale, così dissi a Albert; ma quella ve-ra, occulta, che unisce tutti i pezzi, che fa muo-vere una macchina in quel preciso modo co-me si mosse, col suo ritmo, le sue pulsazioni, ilsuo slancio, la sua velocità e il suo arresto».

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V I A G G I O I N T O R N O A L C U O R E

Ettore Bugatti progettò l’imponente Tipo 41 come un'autoda re, non soltanto nel senso figurato del termine.Questo spiega perché fu presto soprannominata Royale oBugatti D'Oro (Golden Bugatti).Ma la Tipo 41 non ebbe né dalle Case regnanti, né da uncapo di Stato grande riconoscimento: il risultato fu che in6 anni ne furono costruite soltanto 6.Tutto ciò che riguardava la Royale era enorme:il passo da 4318 mm, il suo peso di oltre 2500 Kg e ilgigantesco motore a 8 cilindri (275 CV a soli 3000 giri/min)sviluppato da un 16 cilindri per aeroplani prodotto a metàdegli anni 20.Il prezzo la rese di gran lunga l'auto più costosa al mondo.

La Bugatti Royale

Motore Bugatti Royale

Cuoree

motore

63CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

PIÙ PARTECIPAZIONE ALLE DONNE IN ANMCO: PERCHÉ NO?F OR U

M

di Francesco Bovenzi

“Il mio governo sarà formato al cinquantaper cento da donne, applicheremoper legge il principio di paritàper le alte cariche dell’amministrazione”.José Luis Rodriguez Zapatero, 8 marzo 2004

Il dibattito relativo alla crisi storica della rappre-sentanza femminile nelle istituzioni politiche eassociative è molto attuale. Proprio per questo,con piacere pubblichiamo un puntuale contribu-to del Collega Giuseppe Steffenino, cui fa ecol’intervento delle Colleghe Alessandra Chinaglia eMaria Grazia Sclavo.La speranza è che all’interno dell’ANMCO si sviluppi una sensibilizzazione alla problematica con maggiore impegno da parte ditutti. Auguriamoci che presto si possano raccogliere e vagliare proposte e adottare misure concrete tese a promuovere una mag-giore rappresentanza e partecipazione attiva delle donne.

di Giuseppe Steffenino

Un’osservazione assai rudimentale: anche se non conosco la percentuale esatta, negli ospedali italiani ci sono parecchie donnecardiologo (o cardiologi donna, come preferite). Non so quante donne cardiologo siano iscritte all’ANMCO, ma nei posti di comandodell’Associazione ce ne sono pochine:- Direttivo: 0/12- Presidenze Regionali: 2/21- Chairman Aree: 0/10- Direzione IHJ: 0/2- Comitato di Coordinamento Area Aritmie: 0/6- Comitato di Coordinamento Area Informatica: 0/6- Comitato di Coordinamento Area Chirurgica: 0/6- Comitato di Coordinamento Area Management & Qualità: 0/9- Comitato G8-Cardio ANMCO: 0/10- Comitato di Coordinamento Area Malattie del Circolo Polmonare: 0/6- Comitato di Coordinamento Area Scompenso Cardiaco: 0/9- Comitato di Coordinamento Area Emergenza-Urgenza: 2/15- Comitato di Coordinamento Area Nursing: 5/9- Comitato di Coordinamento Area Prevenzione Cardiovascolare: 2/7- TOTALE: 11/128 = 8.6%Non so cosa si debba pensarne, ma credo occorra chiedersi qualcosa. Forse sarebbe giusto e utile chiedere alle donne cardiologoiscritte all’ANMCO cosa ne pensano.

ANMCO: ASSOCIAZIONE NAZIONALE MASCHI CARDIOLOGI OSPEDALIERI

Malcontento e proteste

Settimana delle giovani donne, 1940

ALESSANDRA CHINAGLIA E MARIA GRAZIA SCLAVO RISPONDONO

Caro Beppe,ti ringrazio per aver portato alla discussione,con dati precisi, una evidenza che finora nonmi pare abbia trovato l’attenzione dovuta al-l’interno dell’ANMCO: le cardiologhe in Italiasono numerose ed attive, ma nei ruoli direttivisono assai scarsamente rappresentate.Dalla tua analisi emerge che quasi la metàdelle donne appartengono al Comitato diCoordinamento dell’Area Nursing, un settoreprevalentemente femminile.Aggiungo che anche a livello delle DelegazioniRegionali la componente femminile è assente(in 11 Regioni), o scarsa (una rappresentantenelle altre Regioni, in una sola Regione tre).Perché questa assenza? Perché le donne non ricoprono cariche elettive? Non perché non vengano votate; piutto-sto perché raramente si candidano.Abbiamo scelto una professione impegnativa e sappiamo che qualsiasi impegno ulteriore all’interno dell’Associa-zione va ad aggiungersi ai normali orari di lavoro e può non essere facilmente conciliabile con le esigenze fami-liari. D’altra parte l’esperienza, sia pur parziale, è di colleghe competenti, attive, che si aggiornano e partecipanoagli eventi formativi ed associativi al pari dei colleghi maschi.Quindi non ritengo che il problema tempo costituisca l’unico limite alla partecipazione. Credo invece che peruna donna sia più difficile, a parità di competenza, proporsi in un ruolo dirigenziale abitualmente consideratoal maschile. E che sia necessario pagare un prezzo elevato in termini di impegno, lavoro e talvolta anche ag-gressività per riuscire a dimostrare a se stesse ed agli altri che si è in grado di svolgere tale ruolo. Convinta cheuna maggiore rappresentatività femminile costituirebbe un arricchimento per l’ANMCO, ad iniziare dalla basee quindi dalle Delegazioni Regionali, mi auguro di poter scegliere di sostenere anche candidature femminili al-le prossime elezioni.

Alessandra Chinaglia

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Franz Borghese, I burocrati, 2002

Mi è stato chiesto di commentare l’osservazione del Dott. Steffenino circa la quota ristretta delle donne nei ruolidirigenziali dell’ANMCO. Chiedere alla donne cardiologo italiane di individuarne le cause richiede una riflessione incomune senza pregiudiziali.In teoria nei ruoli dirigenziali ci dovrebbe essere una percentuale femminile proporzionalmente paragonabile al nu-mero delle iscritte, sempre rispettando la relativa rappresentanza regionale, anche se il requisito della visibilità re-gionale mi pare non sempre si evidenzi, perfino ad oltranza per anni, anche per la controparte maschile. Tuttavia,e innanzi tutto, chiediamoci se il numero delle cardiologhe iscritte ANMCO rispecchi anche in parte la presenzafemminile cardiologica negli ospedali italiani che è già stata correttamente rilevata numerosa. A parer mio non ècosì, ma, al di là delle varie considerazioni sulle cause generali di una non adeguata adesione associativa per i car-

65CARDIOLOGIA NEGLI OSPEDALI

Franz Borghese, I burocrati, 0000

diologi di entrambi i sessi e prima di lanciare le diverse strategie di inserimento, occorre porci insieme un’altra se-rie di domande:• quante donne hanno conosciuto e conoscono l’Associazione e le sue finalità? ancora, quante donne hanno avu-

to la possibilità o hanno colto l’occasione di conoscerle?• quante donne si sono adoperate in tal senso?• quante donne si sono proposte al fine di entrare ed operare nell’Associazione?• quante donne sono state agevolate (o no) al fine di portare avanti, anche ai livelli più elevati, il loro lavoro nel-

l’Associazione?• quanto spazio si sono prese?• quanto hanno aspettato che venisse loro dato lo spazio necessario?E’ frequente vedere in ANMCO, peraltro anche in altre associazioni/istituzioni/sistemi organizzativi, e nella vita!, ledonne in ruoli di mediazione ( o“di spalla”?), ma a mio avviso è uncomportamento considerabile atermine: il discorso culturale e diproposizione del femminile deveessere portato avanti per cambia-re la mentalità e ciò andrebbe fat-to senza troppi complimenti. Michiedo, tuttavia, quante donnehanno lavorato, in team ovviamen-te, per l’ANMCO nelle varie regio-ni, quante hanno dedicato tempo,risorse psicologiche ed intellettualiad obiettivi associativi specifici.Certamente le doti scientifiche eprofessionali alle donne cardiologoitaliane non mancano, ci sono dellepunte scientifiche e culturali di for-te rilevanza nazionale, europea ed oltre. Per emergere, tuttavia, in ruoli dirigenziali associativi, ANMCO in questaspecie, dovrebbero sussistere, tuttavia, e vale per entrambi i sessi, anche altre caratteristiche, se volete qualità: ca-pacità comunicative e lucidità intellettiva in grado di valutare ed allargare gli orizzonti programmatici, in una pa-rola mentalità strategiche e politiche. Quante donne (ma non solo!), assorbite, giustamente, nell’ottica tecnico-scien-tifica e professionale, posseggono anche queste specificità? Molto spesso allora si delega, se non addirittura si ab-bandona. Per contro, l’ANMCO fatica forse ad accettare donne e soprattutto donne che “facciano”?Credo che la componente femminile abbia bisogno, in ogni caso, di una iniezione di fiducia e di competizione persviluppare maggiormente una sana ambizione e competitività verso ruoli dirigenziali in questa Associazione, cosìricca di indubbio prestigio culturale e doverosamente aspirante a ruoli di interlocutore verso le istituzioni.Ritengo, tuttavia che dall’altra parte, quella maschile naturalmente, siano necessarie, e spesso invece sono man-cate, intelligenza e mente, occhi e cuore vividi e aperti, capaci di vedere e capire, in buona fede, quella percen-tuale di donne con la cosiddetta marcia in più (perché per noi è indispensabile, non è un complemento voluttua-rio come è spesso per gli uomini), in grado di dare visibilità alla quota ANMCO femminile ora ingiustamente de-privata, come nota il Dott. Steffenino, potenziandone le caratteristiche e i meriti o apportando all’Associazione spe-cificità ed efficacia in alcuni settori di cui non infrequentemente si sente la mancanza.

Mariagrazia Sclavo

Mary Cassat, Donna e bambina che conducono la carrozza, 1881

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Amedeo Modigliani, Ritratto di donna con cappello e ciliege, 1903

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La serata del 25 maggio 2004 è dedicata all’evento sociale “Tutti insieme”nel corso del XXXV Congresso Nazionale ANMCO di Firenze. Quest’an-no avremo il piacere di ascoltare alla Fortezza da Basso la Doctor DixieJazz Band di Bologna. Ritmo, improvvisazione, creatività, immediatezza, questo il patrimoniomusicale del Jazz nato poco meno di cento anni fa a New Orleans, città

nella quale venivano deportati come schiavi milioni di negri catturati nell’Africa Occidentale. I ritmi del Jazz hanno tante affinità con i ritmi del cuo-re. Ora lenti, ora rapidi, la vitalità di entrambi li acco-muna inesorabilmente, così come la forza, i repentinicambiamenti, l’armonia ricorrente, la musicalità unica.Da un lato il ritmico susseguirsi di note e irripetibili ac-cordi: il Jazz; dall’altro i “suoni” cardiaci, anch’essi unicie sempre diversi: flussi, toni, soffi, sfregamenti e movi-menti che ne completano la somiglianza. Il Cuore è anche Jazz e quest’anno lo scopriremo “Tuttiinsieme”.

Figurare la Parolaa cura di Francesco Bovenzi

“Riesco a stento a comprenderel’importanza data alla parola ricercanella pittura moderna. A mio avviso,cercare non significa nulla in pittura.Ciò che conta è trovare”.

(PABLO PICASSO)

Pablo Picasso,Donna col busto a cuore, 1945

“In questa rete non sono soltantoi fili che contano, ma anchel’aria che sfugge tra le maglie”.

(PABLO NERUDA)

Stent

Henry Matisse, Jazz, 1957

IL CUORE DELL’ANMCO BATTEA RITMO DI JAZZ

Original Dixieland Jazz Band, 1917

C’è…

FORMAZIONERICERCA

ORGANIZZAZIONEIDEE

CONFRONTOINFORMAZIONE

ARTEINCONTRO

PARTECIPAZIONECULTURA

Benvenuti!XXXV CONGRESSO NAZIONALE DI CARDIOLOGIA

22-26 maggio 2004 - Firenze, Fortezza da Basso

L’onore alimenta le arti

La dignità non consiste nel possedere onori,ma nella coscienza di meritarli

(ARISTOTELE)