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1 I SERVIZI BANCARI PER I MIGRANTI U NO STUDIO APPLICATO ALLA COMUNITÀ SENEGALESE IN I TALIA di Daniele Frigeri WP 2 e WP 4 Progetto Su.Pa. “Successful Paths. Supporting human and economic capital of migrants” marzo 2011

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I SERVIZI BANCARI PER I MIGRANTI

UNO STUDIO APPLICATO ALLA COMUNITÀ SENEGALESE

IN ITALIA

di Daniele Frigeri

WP 2 e WP 4

Progetto Su.Pa. “Successful Paths. Supporting human and economic capital of migrants”

marzo 2011

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INDICE

1. I SENEGALESI IN ITALIA

2. IL PROCESSO DI BANCARIZZAZIONE DEI MIGRANTI IN ITALIA

BOX 1 – La bancarizzazione dei migranti in Francia

3. IL PROCESSO DI BANCARIZZAZIONE DEI SENEGALESI IN ITALIA

3.1. UNO SGUAR DO DI I NSI EM E

3.2. I CO MPORT AMENTI LEGATI AL RI SP ARMIO E ALL ’ I NVIO DELLE RI MES S E

3.3. CAR ATT ERISTI CHE DEL PRO CES SO DI BAN CARI Z ZAZI ON E DELLE DONN E MI GR ANTI

AFRI CAN E

3.4. AS PETTI R ELI GIOSI N E L R AP PORTO CON LE BA N CHE E I PRO DO TTI FI NANZI ARI

4. L’OFFERTA DELLE BANCHE ITALIANE

4.1. AN ALI SI DI ALCUNI CA S I S TUDIO

Box 2 – Casi studio di banche francesi

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1. I SENEGALESI IN ITALIA

Il fenomeno della migrazione in Italia è stato caratterizzato, in quest‟ultimo decennio, da due

elementi:

da un lato un trend di crescita molto elevato (Grafico 1) che ha reso la presenza di immigrati ad

essere costituiva all‟interno della popolazione del nostro paese. Una crescita che è destinata a

proseguire e anzi ad incrementarsi ulteriormente nel futuro, secondo le previsioni basate

sull‟incrocio dei dati relativi alla crescita demografica e alla domanda di lavoro nel nostro

paese.

Grafico 1 – Immigrati residenti in Italia (paesi non OCSE

1)

Fonte: elaborazione CeSPI su dati ISTAT e previsioni ISMU

La maggiore esposizione dell‟Italia alle rotte internazionali delle migrazioni espone il nostro

paese ad un maggiore tasso di frammentazione delle etnie presenti. Le prime dieci nazionalità

coprono solo il 63% delle presenze sul nostro territorio, il resto è caratterizzato da comunità

molto piccole provenienti da oltre 180 paesi diversi. La composizione stessa delle nazionalità di

origine ha subito negli anni cambiamenti significativi. Con l‟eccezione del Marocco, infatti le

prime cinque nazionalità di provenienza dei migranti, nella classifica italiana è completamente

cambiata rispetto al 1991, l‟incidenza dei paesi dell‟Est ad esempio è passata dal 10% ad oltre

il 40%.

Anche la migrazione dal Senegal, negli anni, ha seguito un percorso di incremento significativo,

crescendo, fra il 2002 e il 2009, ad un tasso medio annuo del 10% (Grafico 2). Nel 2009 i cittadini

senegalesi residenti in Italia erano 72.618 di cui il 77% uomini e il 23% donne.

1 Sono stati ricompresi, anche se paesi OCSE, Turchia e Polonia, per la significatività degli immigrati provenienti da

questi due paesi nel nostro paese.

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2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010e2015e2020e

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Grafico 2 – Residenti senegalesi in Italia

Fonte: elaborazione CeSPI su dati ISTAT

In questi anni, si possono individuare alcune tendenze significative nel processo che ha riguardato il

processo migratorio senegalese nel nostro paese :

un diverso posizionamento all‟interno della classifica delle nazionalità di provenienza della

migrazione in Italia. Mentre infatti nel 2002 il Senegal era l‟ottavo paese in ordine di

numero di immigrati residenti, nel 2009 si colloca al 17° posto nonostante il costante

incremento nei flussi;

una diversa composizione di genere che vede negli anni una graduale riduzione della forbice

fra uomini e donne residenti (Grafico 3), indice di una maggiore stabilità e integrazione di

questa comunità nel nostro paese.

Grafico 3 – Composizione di genere della presenza senegalese in Italia

Fonte: elaborazione CeSPI su dati ISTAT

Per quanto riguarda invece la distribuzione dei cittadini senegalesi sul territorio Italiano (Grafico 4)

si evidenzia una forte concentrazione in quattro Regioni principali: Lombardia, Emilia Romagna,

Veneto e Toscana, dove risiede oltre il 60% dei cittadini di questa nazionalità. Allo steso modo i

20.000

30.000

40.000

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60.000

70.000

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2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

CAGR 10%

0% 20% 40% 60% 80% 100%

2002

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2006

2007

2008

2009

Uomini

Donne

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dati mostrano una distribuzione capillare dei senegalesi su tutto il territorio nazionale, infatti l‟Istat

registra residenti di origine senegalese in 17 delle 20 Regioni italiane.

Grafico 4 – Distribuzione territoriale dei Senegalesi in Italia

Fonte: elaborazione CeSPI su dati ISTAT

Guardando al dettaglio delle due Regioni coinvolte nel progetto Su.Pa, il Veneto (Grafico 5 ) vede

la presenza di 8.564 senegalesi, concentrati per oltre la metà nelle Province di Treviso e Vicenza,

mentre le Marche (Grafico 6) registrano una presenza più contenuta, di 2.406 senegalesi,

concentrati nelle Province di Pesaro-Urbino e Macerata.

Circa la composizione di genere in entrambe le Regioni i pesi non si discostano di molto dalla

media nazionale con valori leggermente inferiori della presenza maschile per il Veneto (74%

uomini2).

Grafico 5 – Distribuzione presenza senegalese in Veneto, per Provincia

Fonte: elaborazione CeSPI su dati ISTAT

2 A livello nazionale, la comunità senegalese è caratterizzata da una presenza maschile del 77%.

Piemonte8%

Sardegna3%

Lombardia39%

Veneto12%

Emilia Romagna

12%

Marche3%

Toscana10%

Campania2%

Altre Regioni11%

Verona15%

Rovigo1%

Padova10%

Venezia11%

Treviso37%

Belluno1%

Vicenza25%

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Grafico 6– Distribuzione presenza senegalese nelle Marche, per Provincia

Fonte: elaborazione CeSPI su dati ISTAT

Ascoli Piceno9%

Macerata37%

Ancona14%

Pesaro-Urbino

40%

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2. IL PROCESSO DI BANCARIZ ZAZIONE DEI MIGRANTI IN ITALIA

Con il termine Migrant Banking si intende l‟insieme di prodotti e servizi offerti e realizzati dalle

banche a favore di un segmento di clientela specifica: gli immigrati.

Il processo di bancarizzazione degli immigrati in Italia costituisce una chiave importante all‟interno

del processo di integrazione sociale ed economica. Il legame fra sistema bancario e integrazione è

infatti duplice: da un lato il sistema bancario può rappresentare una chiave di accesso e un motore

importante nella sua evoluzione. L‟inclusione finanziaria accresce infatti il risparmio e la

disponibilità di credito; modifica la percezione del rischio e la vulnerabilità, accresce la sicurezza

economica e la capacità decisionale sul risparmio. Dall‟altro lato il progredire del processo di

integrazione garantisce quegli elementi di stabilità che costituiscono il principale motore per la

richiesta e l‟ottenimento di nuovi e maggiori servizi finanziari verso un profilo di cliente più

maturo.

Il fenomeno migratorio in Italia ha assunto solo di recente una dimensione tale da essere

considerato un segmento target con caratteristiche e bisogni propri da parte del sistema economico e

finanziario italiano. Ad un inizio abbastanza timido di iniziative prevalentemente di marketing,

orientate ai migranti e caratterizzato da un rapporto che potremmo definire di “bancarizzazione

passiva”, in cui il sistema finanziario ha subito un processo di bancarizzazione prevalentemente

legato all‟apertura di un conto corrente su richiesta del datore di lavoro, è seguita una fase di forte

vivacità nelle strategie cosiddette di welcome banking da parte del sistema bancario che si è

mostrato molto proattivo verso questo particolare segmento di clientela. Insieme ai giovani i

migranti infatti rappresentano i nuovi clienti del futuro. La bancarizzazione è certamente un

processo e come tale risponde ad una molteplicità di esigenze e si definisce all‟interno di un

complesso interagire di variabili e di percorsi di immigrazione e di integrazione. Fattori territoriali

quali l‟area di provenienza e la regione di residenza in Italia, fattori lavorativi e abitativi, fattori

anagrafici come l‟età o l‟anzianità di residenza, ma anche fattori maggiormente legati ai percorsi

sociali e individuali delle persone, come il ricongiungimento familiare o il maggior o minor legame

con reti di connazionali, hanno indubbiamente un influsso diretto sul processo di bancarizzazione e

sul diverso grado di utilizzo dei prodotti e servizi bancari. Il CeSPI, grazie alla collaborazione con

l‟Associazione Bancaria Italiana3, da diversi anni monitora il fenomeno del migrant banking

attraverso un‟indagine che coinvolge tutto il sistema bancario italiano, in grado di rilevare

l‟evoluzione e i drivers principali dell‟offerta verso questo particolare segmento di clientela. A

questa attività si è poi sommata, nel 2009, un‟indagine complessa, attraverso una campionatura

statisticamente significativa con lo scopo di indagare il rapporto fra banche e immigrati dal lato

della domanda4.

3 E in particolare l‟Ufficio ABI dedicato alla Responsabilità Sociale d‟Impresa.

4 Un‟analisi dell‟evoluzione delle strategie di Welcome-Banking e di offerta nei confronti della clientela immigrata

realizzate dalle banche italiane sono contenute nei contributi di E.M. Napolitano, Il Welcome Banking in “Quaderni di

Welcome-Marketing, 2006, di A. Omarini, Il migrant banking, Bancaria Editrice, 2006 e di S.Ceschi e J. Rhi-Sausi

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Le rilevazioni CeSPI-ABI (2005, 2007 e 2009) su un campione rappresentativo di banche5

costituiscono una chiara evidenza dell‟evoluzione del processo in questi ultimi anni (Grafico 7), che

ha permesso di raggiungere un livello di bancarizzazione significativo: il 61% dei migranti adulti

residenti in Italia e provenienti da paesi non OCSE è titolare di un conto corrente. Si tratta di un

processo che naturalmente procede in modo disomogeneo in funzione di una molteplicità di fattori,

primo fra i quali la dimensione territoriale di residenza (che vede il Nord Italia al primo posto), ma

anche la differenza di genere (che penalizza il genere femminile), la nazionalità, la precedente

alfabetizzazione bancaria, la posizione lavorativa, il livello di istruzione e naturalmente il percorso

di integrazione, mostrando un‟elevata correlazione fra anzianità migratoria e processo di

bancarizzazione. Fattori quali la prossimità al luogo di lavoro o di residenza, la flessibilità delle

condizioni, i costi dei servizi e l‟accoglienza costituiscono i principali drivers del rapporto fra

banche e immigrati, prevalendo su fattori linguistico-culturali che tendono a scemare durante il

processo di integrazione. Un aspetto importante che emerge è la richiesta di una banca attenta alla

gamma di prodotti e servizi in funzione delle esigenze specifiche del migrante, ma che non lo

discrimini e lo tratti come un cliente italiano.

Si tratta perciò di soggetti finanziari che, nelle loro scelte di allocazione del risparmio, si muovono

secondo schemi tipicamente razionali, particolarmente attenti a tutti gli aspetti di economicità (non

solo i costi).

Grafico 7 - Numero di correntisti immigrati presso le banche italiane

Fonte: dati CeSPI-ABI

I dati sembrano rilevare inoltre un processo a due velocità, mentre infatti i conti correnti intestati a

immigrati fra il 2005 e il 2007 sono cresciuti ad un tasso superiore a quello relativo all‟incremento

degli immigrati residenti in Italia, il rapporto si è invertito fra il 2007 e il 2009. Sicuramente diversi

fattori hanno influito su questo andamento, in primis la forte accelerazione subita dal processo di

Banche Italiane e clientela immigrata, Bancarie Editrice, 2004. La metodologia relativa all‟indagine è riportata in

dettaglio nella nota 11. 5 La rilevazione 2009 ha coperto un campione di banche rappresentativo del 63% degli sportelli in Italia e del 75% del

totale attivo del sistema bancario.

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2005 2007 2009

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bancarizzazione nei primi anni che in parte ha subito un rallentamento in una fase successiva,

consolidando posizioni e strategie, complice anche la crisi economica. Ma, come vedremo, anche

l‟evoluzione del processo migratorio nel nostro paese ha contribuito in modo significativo.

Sempre grazie alla disponibilità di dati rilevati in anni diversi è stato infatti possibile costruire un

panel perfettamente omogeneo e quindi confrontabile fra il 2007 e il 2009, consentendo un ulteriore

approfondimento del fenomeno. Il panel (Tavola 1) prende in considerazione, nei due anni

considerati, gli stessi gruppi bancari (7 gruppi bancari nazionali che rappresentano il 56% del totale

sportelli del sistema) e le stesse 13 nazionalità di provenienza che rappresentano le nazionalità più

consolidate sul nostro territorio (complessivamente rappresentano il 75% degli stranieri in Italia).

Tavola 1 -Analisi panel omogeneo 2007 – 2009 (7 gruppi bancari e 13 nazionalità)

2007 2009 Delta %

Numero c/c intestati a clienti nazionalità selezionate 310.246 542.206 75%

Popolazione residente nazionalità selezionate 1.919.470 2.670.578 39%

Fonte: dati CeSPI-ABI 2007-2009

Complessivamente i residenti immigrati che fanno parte del panel comune 2007-2009 sono cresciuti

ad un tasso del 39%, mentre il numero di c/c intestati a queste nazionalità è cresciuto ad un tasso

quasi doppio, pari al 75%. L‟analisi, proprio perché si riferisce ad un insieme di dati omogeneo,

consente di rilevare da un lato che il processo di bancarizzazione è proseguito e anche a ritmi

sostenuti e dall‟altro che fattori quali la nazionalità e la durata della permanenza in Italia si

confermano fattori rilevanti per l‟inclusione finanziaria.

Negli ultimi anni infatti l‟Italia è stata caratterizzata da flussi migratori nuovi e consistenti come

Romania, Bulgaria, Moldova, Polonia, India e Bangladesh, cresciuti tra il 133% e il 32% nel

biennio 2005-2009, ben al di sopra della media nazionale. È ragionevole ipotizzare che il processo

di bancarizzazione non avvenga immediatamente all‟ingresso nel nostro paese, ma richieda un arco

temporale minimo per acquisire una prima, pur se ancora precaria, stabilità economica e lavorativa,

perché si avverta il bisogno di un rapporto bancario e si abbiano i documenti necessari per l‟accesso

in banca.

Le due indagini offrono inoltre l‟opportunità di analizzare e confrontare in modo omogeneo il grado

di utilizzo dei diversi prodotti finanziari da parte della clientela migrante (all‟interno di un intervallo

di valori compreso fra 1, livello basso, e 3, livello alto), sulla base della percezione da parte delle

banche stesse (Grafico 8).

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Grafico 8 -Grado di utilizzo servizi bancari, confronto 2007-2009

[1=basso; 2=medio; 3=alto]

Fonte: dati CeSPI-ABI

Dal confronto fra i due anni emergono alcune considerazioni rilevanti:

il livello di utilizzo dei prodotti bancari mostra una crescita rispetto al 2007 relativamente ai

prodotti finanziariamente più evoluti (in particolar modo il servizio di custodia e

amministrazione titoli, i servizi di internet banking, le carte di credito e i prodotti di

accumulo risparmio). Questo da un lato conferma che una maggiore stabilità e integrazione

da parte del migrante si traduce in un‟evoluzione dei bisogni finanziari e in una sua

maggiore maturità finanziaria verso profili più evoluti e dall‟altro evidenzia la capacità e la

pro attività da parte del sistema bancario di rispondere a questi bisogni con processi di up-

selling;

la concorrenza legata a nuovi operatori e strumenti finanziari alternativi rivolti anche al

segmento migrante trova evidenza nella contrazione nel livello di utilizzo dei servizi di

trasferimento delle rimesse e delle carte di debito pre-pagate.

Si tratta di evidenze importanti che rafforzano ulteriormente un‟altra importante evidenza emersa

attraverso l‟indagine sui bisogni finanziari dei migranti, dal lato della domanda, e cioè che il

segmento di mercato migranti sia tutt‟altro che omogeneo ma presenti elementi di complessità e di

segmentazione significativi, consentendo di identificare l‟esistenza di profili finanziari diversi. In

base all‟analisi di una serie di variabili complesse fra cui la familiarità con la banca, la mobilità

all‟interno del sistema bancario e il diverso grado di utilizzo dei prodotti finanziari è stato infatti

possibile riconoscere e tratteggiare tre profili diversi (Tavola 2) e ben distinti a cui corrispondono

bisogni finanziari e strategie differenziate. Si tratta di un‟evidenza importante che apre nuovi

0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0

Conto corrente

Servizio bancario di base

Prodotti di accumulo risparmio

Carta di credito

Credito consumo–Credito personale

Mutui casa

Custodia / amministrazione titoli

Servizi di internet banking

Prodotti Assicurativi

Trasferimento di rimesse

2009 2007

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importanti spazi di miglioramento del rapporto fra banca e immigrati e grosse potenzialità di

sviluppo che appaiono essere ancora poco esplorati e soprattutto richiedono un‟analisi e una

conoscenza attenta di un bacino di utenza che assume oggi forme e modalità che difficilmente

possono essere racchiuse in un unico profilo omogeneo. Il rischio è quello di non rispondere a

precisi bisogni finanziari creando insoddisfazione.

Tavola 2 – Profili finanziari dei clienti migranti

PROFILO BASE

Comprende non i bancarizzati

Caratterizzato da un rapporto distante e flebile con il sistema

bancario all‟interno del quale molteplici fattori soggettivi e

oggettivi contribuiscono a creare una certa distanza ed una

fragilità di fondo. Costituisce un importante bacino potenziale

per una prossima bancarizzazione

PROFILO MEDIO

Comprende l‟82% dei

bancarizzati (dato 2007)

Caratterizzato dal ricorso agli strumenti finanziari che

rispondono a esigenze molto semplici e basilari e da un loro

generale sottoutilizzo, tipici di un profilo mass-market. Si tratta

inoltre di soggetti caratterizzati da un rapporto sostanzialmente

esclusivo con un‟unica banca. Nel futuro costituirà certamente

il bacino più rilevante per sviluppare e ampliare strategie di

offerta da parte del sistema bancario basate su un processo di

accompagnamento verso i servizi finanziari, cogliendo

opportunità e bisogni ancora insoddisfatti

PROFILO EVOLUTO

Comprende il 18% dei

bancarizzati (dato 2007)

Caratterizzato da un rapporto più maturo con gli intermediari

finanziari, generalmente da rapporti plurimi e dall‟utilizzo di un

numero medio consistente di prodotti bancari (in media almeno

sei), concentrando il maggior ricorso a prodotti maggiormente

evoluti come i servizi di gestione patrimoniale e un elevato

ricorso al credito. Si tratta in prevalenza di uomini giovani, con

un livello elevato di istruzione (quasi il 40% possiede un titolo

universitario), residenti in Italia da più di 5 anni e per oltre un

terzo imprenditori (la restante parte possiede un impiego a

tempo indeterminato). Fonte: dati CeSPI-ABI

I dati relativi al grado di utilizzo dei prodotti finanziari evidenziati dall‟analisi sull‟offerta 2009

sembrano evidenziare un ulteriore allargamento del divario nella capacità del sistema bancario di

rispondere alle esigenze finanziarie dei due profili estremi, quello del cliente finanziariamente

marginale e quello del migrante finanziariamente evoluto. Le banche italiane sembrano avere perciò

ancora ampi spazi di evoluzione e di miglioramento nel rapporto con i migranti, accompagnandoli

nel processo di integrazione economico-finanziaria strettamente interconnesso con il processo di

integrazione sociale.

Come già emerso dall‟analisi dei dati, il fattore “permanenza in Italia”, che si può presumibilmente

associare al progredire del processo di integrazione nel nostro paese, costituisce un fattore

determinante nel processo di bancarizzazione e nella sua evoluzione in termini di bisogni finanziari.

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Integrazione economico-finanziaria e integrazione sociale sono pertanto due facce di un processo

che si autoalimenta all‟interno di quello che A. Omarini6 definisce “Progetto Migratorio” (Grafico

9). Ciascuna fase del processo descritto è accompagnato da specificità nel rapporto con le istituzioni

finanziarie e in termini di bisogni finanziari che richiedono un‟adeguata conoscenza, al fine di

consentire una corretta segmentazione dell‟offerta e delle strategie di marketing e di informazione

che facciano percepire chiaramente la banca al migrante come un accompagnatore del proprio

progetto migratorio, senza trascurare nessun aspetto.

Grafico 9 – Il progetto migratorio

Fonte: Anna Omarini, Migrant Banking

6 A. Omarini (a cura di) “Il migrant banking: esigenze della clientela immigrata e modelli di servizio per l‟offerta",

Bancaria Editrice, Roma, Marzo 2006

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BOX 1: LA BANCARIZZAZIONE DEI MIGRANTI IN FRANCIA

Le informazioni e i dati a disposizione sulla relazione tra i migranti ed il sistema bancario francese sono

molto limitati. In particolare, i dati a nostra disposizione provengono dallo studio realizzato dalla

Presidenza della Cassa Nazionale delle Casse di Risparmio per conto del Governo francese nel 20067, in

collaborazione con l‟istituto di ricerche di mercato CSA8, e dai dati dell‟indagine censuaria sul

patrimonio dei francesi condotta dall‟INSEE, l‟istituto nazionale di statistica francese.

Il tasso di bancarizzazione emerge dunque dalla combinazione delle due indagini. I dati mostrano che il

tasso di bancarizzazione dei migranti è elevato, e che il 96% di essi dispone di un conto in banca. Questo

tasso è molto vicino alla media nazionale della popolazione francese (98%9), e occorre tenere conto che

nel 2006 la Francia registrava il tasso più elevato tra i grandi paesi europei.

L‟indagine CSA permette di approfondire le caratteristiche dei migranti che non possiedono un conto in

banca. Tra questi, è molto alta la percentuale di minori di 35 anni che non hanno un‟occupazione (sono il

52% dei non bancarizzati) oppure che hanno un impiego precario (il 26%). Inoltre, è significativo il peso

dell‟anzianità migratoria, e l‟11% di coloro che sono giunti in Francia da meno di 5 anni non ha un conto

in banca10

.

Più in generale, gli studi mostrano come gli immigrati incontrino difficoltà ad integrarsi, e le

conseguenze si riflettono sia sul piano economico che strettamente finanziario. Ad esempio, sul piano

dell‟inserimento nel mercato del lavoro, i migranti dei paesi non appartenenti all‟Unione Europea hanno

un tasso di disoccupazione del 17,6%, ben al di sopra della media nazionale. Questa cifra nasconde forti

disparità in termini di provenienza geografia. Ad esempio, il tasso di disoccupazione degli immigrati

provenienti dai paesi del Nord Africa e dalla Turchia è del 25%.

Se si analizza il reddito, l‟indagine INSEE offre dati relativi al reddito dei nuclei familiari migranti e

permette una comparazione con le famiglie francesi: il reddito delle famiglie migranti è inferiore in

media del 26% rispetto a quello delle famiglie francesi11

. Anche l‟indagine condotta dall‟istituto CSA

registra alcune informazioni relative al patrimonio finanziario detenuto dai migranti intervistati e, nel

57% dei casi, il patrimonio dichiarato è inferiore a 15.000 Euro12

.

Le difficoltà incontrate nel processo d‟integrazione dei migranti sono evidenti anche se si considera il

settore abitativo. Il desiderio di accedere alla proprietà, espresso dal 43% dei migranti intervistati

nell‟indagine CSA, rimane insoddisfatto, in particolare per quelli dell'Africa sub-sahariana (meno del

10% accede ad una casa di proprietà). Accanto a questo dato, emerge come il 20% dei migranti desidera

acquistare un immobile nel paese di origine, a dimostrazione del fatto che i legami con il paese d'origine

restano importanti. Questi elementi concorrono a rallentare il processo di integrazione economica e

7 Caisse Nationale des Caisses d‟épargne (Charles Milhaud), L’intégration économique des migrants et la valorisation

de leur épargne (Sept. 2006, 114 p.). 8 Inchiesta costituita da un‟indagine quantitativa realizzata su un campione rappresentativo di 812 migranti di almeno

25 anni e provenienti da Algeria, Marocco, Africa Sub-sahariana e Asia Orientale e da un‟indagine qualitativa realizzata

con interviste in profondità a 48 migranti. 9 Tasso di possesso di un conto bancario, dato dell‟inchiesta sul patrimonio dell‟INSEE (2003). Il dato è calcolato sulla

base di coloro che non possiedono il conto, 1 250 000 persone, che rappresentano il 2% della popolazione censita. 10

Anche nella ricerche ABI-CeSPI sui comportamenti bancari e finanziari degli immigrati in Italia è emerso il tema

dell‟importanza dell‟anzianità migratoria nel processo di bancarizzazione. 11

INSEE, Les immigrés en France, 2005. 12

Per i noti fenomeni di dichiarazioni inferiori in occasione delle indagini campionarie, il patrimonio dichiarato è

inferiori alla realtà, ma permette comunque di avere indicazioni utili per l‟analisi.

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14

giustificano la sensazione, condivisa da gran parte dei migranti, che siano ostacoli reali il trovare un

lavoro (per il 57% di loro) o un‟abitazione (62%).

Le relazioni tra i migranti e le banche riflettono in buona parte il quadro del processo d‟integrazione sin

qui delineato. Il 14% dei migranti (il 24% di quelli dell‟Africa Sub-Sahariana) ha avuto difficoltà

nell‟ottenere un credito (anche nella forma dello scoperto bancario). Va notato che questo fenomeno

riguarda in particolare quelli economicamente più deboli (reddito mensile inferiore a 1000 Euro). Il

persistere di tali difficoltà spiega anche perché il tasso di detenzione di prodotti bancari - intesi come i

prodotti di risparmio - rimanga basso tra la popolazione migrante. Mentre la media nazionale è dell‟84%,

solo il 62% dei migranti è in possesso di tali prodotti (e si tratta in particolare del cosiddetto Livret A13

e

del Codevi14

). Inoltre, è solo il 24% dei migranti ad utilizzare i piani di risparmio (in particolare PEL e

CEL15

), mentre la media nazionale è del 41%. Infine, la percentuale di detenzione di prodotti finanziari

più complessi, come le assicurazioni vita, il possesso di azioni e obbligazioni, in questa popolazione

rimane bassa (16% contro una media della popolazione francese del 40%).

Se consideriamo il comportamento dei migranti francesi riferito all‟invio di rimesse, le indagini

mostrano che il 41% dei migranti invia denaro nel proprio paese d‟origine, e che questo dato sale al 60%

se consideriamo solo i migranti provenienti dall‟Africa Sub-sahariana. La Caisse d‟Epargne stima inoltre

che le rimesse costituiscono, nel lungo periodo, un valore compreso tra il 15% ed il 25% del reddito dei

migranti. Rispetto all‟uso dei canali di invio, questi variano molto a seconda del corridoi di rimesse presi

in considerazione. Per esempio, se si considerano i trasferimenti dalla Francia verso l‟Algeria, le stime

mostrano una quota di mercato di WesternUnion, il principale operatore di trasferimento monetario, pari

al 27% ed un 16% è gestito dalle banche. Nel caso del Marocco la quota attribuita a WesternUnion

sarebbe del 23%, e quella alle banche il 19%. Se si considera infine il complesso dei paesi dell‟Africa

Sub-sahariana, la percentuale di WesternUnion sale al 46% e quella delle banche si attesta attorno

all‟11%, di modo che il sistema bancario, benché meno utilizzato rispetto ad altri corridoi di rimesse,

rappresenta anche nei trasferimenti verso quest‟area un canale di trasferimento non secondario.

A cura di Giulio Giangaspero

13

Il Livret A è un schema di risparmio regolato per legge e molto diffuso, che permette di depositare fino a 15.300 Euro

ad un tasso di interesse del 2% annuo (condizioni riferite al febbraio 2011). Fino al 2009 è stato distribuito solo dalle

Casse di Risparmio e dalle Poste francesi. 14

Le Compte pour le Développement Industriel (Codevi) è stato rimpiazzato a partire dal 2007 dal Livret de

Développemente Durable (LDD). Il Codevi era uno schema di risparmio distribuito dalle banche commerciali a partire

dal 1983, in riposta al Livret A, che era distribuito solo dal settore pubblico. Infatti, le condizioni del Codevi, ed oggi

quelle del LDD, sono le stesse applicate al Livret A. Ad ogni modo, dal 2009 la distribuzione del Livret A è stata

liberalizzata. 15

Il Compte Epargne Logement (CEL) ed il Plan Epargne Logement (PEL) sono piani di accumulo risparmio volti a

fornire una garanzia per l‟accesso ad un mutuo per la casa.

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15

3. IL PROCESSO DI BANCARIZZAZIONE DEI SENEGALESI IN ITALIA

3.1. Uno sguardo di insieme

Le principali considerazioni contenute all‟interno di questa analisi fanno riferimento alla

rielaborazione dei dati relativi all‟indagine CeSPI-ABI sui bisogni finanziari dei migranti realizzata

nel 2008 e pubblicata nel volume “Banche e nuovi italiani”16

.

L‟indagine ha riguardato dal lato dell‟offerta un campione di banche rappresentativo del 67% degli

sportelli bancari e dal lato della domanda un campione statisticamente significativo di 1.324

immigrati intervistati attraverso un sistema di campionamento stratificato su 5 unità territoriali

distribuite su tutto il territorio italiano e su 10 nazionalità. Il questionario sottoposto agli immigrati

prevedeva 75 domande suddivise in diverse sezioni tematiche che hanno riguardato informazioni di

base sul campione, la storia migratoria, il progetto migratorio, i comportamenti economici, i

comportamenti bancari e finanziari, l‟utilizzo dei servizi bancari, dei prodotti assicurativi e dei

prodotti di accumulo risparmio, la valutazione del rapporto con la banca e l‟individuazione dei

fattori determinanti e delle aspettative future.

L‟analisi costituisce una fotografia sincronica di una serie di comportamenti che sono il risultato

dell‟interagire di variabili sociali, economiche e finanziarie. Si tratta di un contesto in continua

evoluzione che va necessariamente contestualizzato nel momento storico in cui è stata fatta la

rilevazione. La crisi economica in atto ha certamente apportato importanti modifiche al contesto di

riferimento i cui effetti sulla popolazione immigrata, allo stato attuale, appaiono ancora di difficile

previsione e quantificazione

Fra le 10 nazionalità intervistate il campione ha ricompreso anche un sottocampione di 81

senegalesi rilevati nei comuni di Brescia e Sesto San Giovanni (Milano). L‟analisi qui contenuta

prenderà spunto dalle principali conclusioni dell‟indagine relativa al sottocampione senegalese,

andando ad integrare e ad approfondire alcuni aspetti legati alla loro bancarizzazione e al loro

comportamento specifico rispetto all‟invio delle rimesse, tema a cui era dedicata una sezione

specifica dell‟indagine. Per meglio comprendere le specificità di una determinata nazionalità si è

ritenuto opportuno ricorrere, laddove tale esercizio è risultato significativo, ad un‟analisi

comparativa rispetto al comportamento di un campione più vasto che ricomprenda la nazionalità

oggetto di ricerca. Di volta in volta l‟analisi relativa ai senegalesi è stata perciò affiancata a quella

del campione complessivo dell‟indagine e del sottocampione di immigrati residenti in Italia

provenienti dall‟area sub-sahariana (che nello specifico ha compreso Ghana e Senegal). In questo

modo non solo abbiamo a disposizione un sottocampione più ampio di riferimento, quindi

statisticamente più rilevante, ma siamo in grado di rilevare specificità e omogeneità dei diversi

comportamenti che possono dare utili indicazioni e informazioni nella ricerca di canali e strumenti

per valorizzare il risparmio e le rimesse degli immigrati senegalesi.

16

J.Rhi Sausi e M.Zupi (a cura di), CeSPI-ABI, Banche e nuovi italiani, Roma, Bancaria Editrice, 2009.

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16

Una breve sintesi dello studio realizzato all‟interno del progetto MIDA Donne17

sui comportamenti

finanziari delle donne senegalesi fornirà un ulteriore dettaglio delle specificità di genere di questa

nazionalità all‟interno del sottocampione generico delle donne africane.

Infine una breve analisi comparativa consentirà di approfondire il tema della finanza islamica

rispetto alla clientela bancaria proveniente da paesi in cui la religione islamica è predominante,

come appunto il Senegal.

Il quadro di sintesi che ne emergerà fornirà un insieme di dati significativi per comprendere i

comportamenti finanziari degli immigrati senegalesi in Italia.

Il campione senegalese oggetto dell‟indagine è composto da soggetti, tutti residenti regolari in

Italia, in maggioranza uomini (78%). In prevalenza si tratta di soggetti con un‟occupazione

lavorativa (solo il 12% ha dichiarato di essere disoccupato, mentre il 6% è casalinga) e per oltre il

60% residenti in Italia da più di 5 anni, solo il 9% è in Italia da meno di 1 anno. Un senegalese su

10 è proprietario della propria abitazione in Italia, mentre il 70% vive in affitto e la restante parte

vive in situazioni maggiormente precarie (sub-affitto o coabitazione con amici o parenti). Dalla

descrizione del campione emerge perciò già un quadro di una etnia che presenta importanti elementi

di stabilità e di integrazione nel tessuto sociale ed economico del nostro paese

Rispetto al processo di bancarizzazione i dati a disposizione, aggiornati a dicembre 2008, mostrano

come oltre il 60% dei senegalesi risulta titolare di un conto corrente in Italia.

Il lavoro ha costituito il principale canale di accesso al sistema bancario, attraverso la richiesta del

datore di lavoro di un conto corrente per l‟accreditamento dello stipendio, ma dall‟analisi dei dati

emerge come il rapporto con le banche si sia evoluto molto rapidamente, mostrando una vivacità

particolare del contesto stesso senegalese. Infatti, se sommiamo al dato relativo a coloro che sono

titolari di un conto corrente in Italia, la percentuale dei senegalesi che ha dichiarano l‟intenzione di

aprire un conto corrente entro l‟anno, pari al 20%, il tasso di penetrazione degli istituti di credito

all‟interno della comunità senegalese sale ad un livello particolarmente significativo, pari all‟80%.

Un altro fattore importante segnala un‟evoluzione del rapporto con le banche che è andato oltre il

semplice conto corrente richiesto dal datore di lavoro. Rispetto all‟accesso al credito si rileva come

poco più di un senegalese su tre ricorre ad un finanziamento per far fronte a spese impreviste, indice

di un ruolo importante delle banche quali erogatrici di credito a fronte di una vulnerabilità ancora

elevata dal lato delle fonti di reddito.

Relativamente agli aspetti più qualitativi del rapporto senegalesi-banche italiane, le condizioni

economiche dei prodotti e dei servizi finanziari costituiscono il principale ostacolo sia alla

bancarizzazione (per chi non è ancora titolare di un conto corrente), sia all‟accesso al credito

(soprattutto di lunga scadenza) e sia ad una piena soddisfazione all‟interno del rapporto con la

17

MIDA Donne, Migration for Development of African Women realizzato dall‟Organizzazione Internazionale per le

Migrazioni in collaborazione con il CeSPI e terminato nel 2009.

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17

propria banca (l‟80% dei correntisti ha indicato i costi come il principale aspetto da migliorare nel

rapporto con le banche e il 70% come il principale fattore di insoddisfazione). Quest‟ultimo dato è

significativo anche perché mostra come le componenti di valutazione economica siano determinanti

all‟interno delle scelte di allocazione del risparmio.

Sempre all‟interno del rapporto banca-cliente, nei senegalesi appare particolarmente sentita

l‟esigenza di ricevere un uguale trattamento rispetto ai cittadini italiani, all‟interno di un rapporto in

cui però accoglienza e comunicazione assumono un valore significativo.

Un indicatore importante che fornisce una lettura aggregata e numerica del comportamento

finanziario dei migranti e delle diverse variabili che interagiscono all‟interno di questo rapporto è

costituito dall‟indice di bancarizzazione, sia in quanto indice sintetico, che rispetto alle sue due

componenti costitutive: l‟indice di familiarità e l‟indice di utilizzo dei prodotti bancari:

l’indice di familiarità con la banca (e il sistema finanziario in genere), comprende la titolarità

di un conto corrente in Italia, la bancarizzazione precedente o attuale nel paese di origine e

l‟eventuale pluralità di rapporti con banche diverse in Italia (i dati hanno infatti mostrato come

la mobilità rispetto alle banche italiane possa essere correttamente interpretata come indicativo

di una valutazione razionale da parte dell‟immigrato circa l‟offerta dei diversi istituti di credito

e nella scelta dell‟istituto di riferimento, più che a spostamenti geografici della residenzialità).

Ad un valore dell‟indice pari ad 1 corrisponde un individuo bancarizzato, che possiede (o

possedeva) un conto corrente nel paese di origine e che in Italia ha cambiato una o più banche.

Ad un valore pari a 0 corrisponde invece un soggetto non bancarizzato e privo di rapporti

precedenti con il sistema bancario;

l’indice di utilizzo dei prodotti bancari misura il maggiore o minore numero di prodotti

bancari utilizzati all‟interno del rapporto. È stato considerato come indicatore di un maggior

grado di maturità del rapporto banca-cliente. Il passaggio da un utilizzo della banca da pura

depositaria del risparmio a fornitrice di servizi di pagamento, di gestione del risparmio e del

rischio e finanziatrice delle proprie spese è infatti un indicatore qualificante il grado di

evoluzione del rapporto e quello di integrazione economica, oltre che della cultura finanziaria

dell‟individuo.

Si tratta di un esercizio di astrazione, con tutti i limiti che questo comporta, ma che consente però

una lettura più immediata anche di fenomeni complessi e diversamente correlati, dandone una

visione di insieme. Alla base della costruzione dell‟indice vi è il tentativo di definire e misurare il

grado di bancarizzazione, non soltanto sulla base della titolarità o meno di un conto corrente,

informazione necessaria ma insufficiente a descrivere i diversi comportamenti finanziari sottostanti,

ma di graduare tale livello di bancarizzazione sulla base di due fattori ritenuti qualificanti i

comportamenti e misurabili all‟interno del questionario. L‟indice di bancarizzazione è stato così

costruito combinando e ponderando più risposte del questionario, appositamente selezionate sulla

base dell‟obiettivo di indagine. Ad ogni risposta è stato attribuito un punteggio che, sommato, ha

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18

fornito un valore sintetico compreso fra un minimo di 0 ad un massimo di 10 che costituisce

l‟indice di bancarizzazione di riferimento.

Il Grafico 10 mostra per i senegalesi valori dei tre indici più alti sia rispetto al campione

complessivo e sia rispetto al sottocampione dell‟area Sub-Sahariana.

Grafico 10 - Indice di bancarizzazione e sue due componenti, confronto con campione

complessivo e sottocampione area sub-sahariana

Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI

In particolare, analizzando l‟indice di familiarità nelle sue diverse componenti, emerge come il

tasso di bancarizzazione nel paese di origine per il Senegal sia pari al 40,5%, superiore rispetto al

sottocampione regionale (38,8%), ma inferiore rispetto al campione complessivo che si colloca al

45%. All‟interno di questo dato, inoltre, la percentuale di coloro che hanno dichiarato di aver

mantenuto il conto corrente in patria è pari al 94%. Quindi la quasi totalità dei senegalesi

bancarizzato, nel proprio paese continua ad utilizzare il proprio conto corrente. Purtroppo il

questionario non ci consente di stabilire se il conto corrente nel paese di origine è stato aperto prima

o durante la migrazione, non evidenziando quindi eventuali correlazioni fra il processo migratorio e

la bancarizzazione nel paese di origine che però appare molto probabile.

Infine i dati mostrano che la mobilità dei senegalesi all‟interno del sistema bancario italiano appare

molto più alta, e maggiore rispetto a tutte le nazionalità oggetto della rilevazione. Un senegalese su

tre infatti ha cambiato banca in Italia e nel 5% dei casi più di una.

L‟indice di utilizzo dei diversi prodotti bancari mostra valori (0,957) superiori sia rispetto al

campione complessivo (0,821) che rispetto al sottocampione regionale (0,922). Si tratta comunque

di valori dell‟indice prossimi ad 1, quindi caratterizzati da un utilizzo limitato a solo uno o due

prodotti bancari. Guardando però in maggiore dettaglio il grado di utilizzo dei diversi prodotti

bancari rilevati dal questionario18

(Tavola 3) emerge, relativamente al caso senegalese, un maggiore

18

Sono stati oggetto di indagine l‟utilizzo di diversi prodotti bancari ricompresi all‟interno di cinque macro-aree così composte:

0

0,5

1

1,5

2

2,5

Indice bancarizzazione Indice familairità Indice prodotti

campione Sub-Sahara Senegal

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19

utilizzo generalizzato della maggior parte dei prodotti, ma soprattutto un maggior ricorso a prodotti

finanziariamente più evoluti relativi sia alla gestione della liquidità che all‟accesso al credito (il

68% dei senegalesi ha infatti in corso un prestito in Italia legato all‟acquisto di beni durevoli).

Tavola 3 - Grado di utilizzo dei sevizi bancari

(percentuale sul totale bancarizzati per nazione)

Senegal Campione

complessivo

Home banking 12,5 8,96

Libretto risparmio 14,58 20,86

bancomat 72,92 67,11

carte prepagate 14,58 16,31

carte di credito 22,92 17,65

carte revolving 4,17 2,41

assegni bancari 16,67 20,72

rimesse 10,42 12,30

addebito bollette 22,92 14,44

accredito stipendio 47,92 26,34

cassette sicurezza 2,08 1,47

titoli e fondi di

investimento

0,00 2,41

mutui 12,50 11,36

prestiti personali 10,42 12,43

Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI

Aspetti simili possono essere rilevati per la comunità senegalese anche rispetto all‟utilizzo dei

prodotti assicurativi (Grafico 11). Il ricorso a strumenti assicurativi può essere espressione di due

diversi indicatori, da un lato della percezione del rischio da parte di un individuo o di un

determinato gruppo di individui, e dall‟altro del grado di conoscenza e confidenza con prodotti

finanziari di gestione del rischio e del proprio risparmio maggiormente evoluti, quali appunto i

prodotti assicurativi. Il grafico mostra per il sottocampione senegalese livelli superiori alla media

del campione e fra i più elevati all‟interno delle 10 nazionalità rilevate.

Si evidenzia pertanto una certa vivacità nel rapporto dei migranti senegalesi con i prodotti finanziari

che il dato sintetico dell‟indice anticipava, differenziandosi dagli altri due gruppi, e emerge la

presenza di un segmento non trascurabile di immigrati che si rapporta al sistema bancario in modo

molto più maturo e finanziariamente evoluto, utilizzando una pluralità di prodotti.

gestione della liquidità: comprende il conto corrente e i depositi a risparmio; servizi di pagamento: comprende gli assegni, le carte di debito, i servizi di addebito delle bollette e accredito dello

stipendio; servizi di finanziamento: comprendendo sia le carte di credito e revolving e sia i mutui e i prestiti personali; servizi di investimento: comprende sia i servizi di gestione titoli che i prodotti di accumulo risparmio; altri servizi: comprende il servizio delle cassette di sicurezza e i prodotti assicurativi

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20

Grafico 11 - Incidenza sottoscrittori polizze assicurative per nazionalità

Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI

Rispetto all‟indice di bancarizzazione nel suo complesso, a questo punto, risulta abbastanza

evidente il maggior valore mostrato per il sottocampione senegalese, che si colloca a 2,20, rispetto

al sottocampione regionale (valore medio dell‟indice: 2) e al campione complessivo (valore medio:

1,7). Se infatti un valore dell‟indice pari a 1,5 costituisce il valore soglia che separa coloro che pur

con gradi diversi di cultura bancaria, risultano ancora non bancarizzati nel nostro paese o, se lo

sono, non vanno oltre la titolarità del conto corrente, l‟indice di bancarizzazione per i senegalesi si

colloca ad un livello che mostra elementi significativi che sembrano confermare un passaggio da

una bancarizzazione di tipo passivo ad una bancarizzazione attiva.

Guardando alle singole classi di valori, rapportate ai titolari di conto corrente (Tavola 4), poco più

della metà del sottocampione è caratterizzato da un grado di bancarizzazione prossimo a quello che

in letteratura si definisce bancarizzazione passiva19

, mentre il 48% dei senegalesi bancarizzati si

colloca invece in un segmento di clientela sicuramente più vivace e attivo.

Tavola 4 - Sintesi indice bancarizzazione

complessivo Senegal, per classi di valori

Classi di valori

Percentuale

su tot campione

Percentuale

su tot

bancarizzati

0 - 1 38,3% -

1,5 - 3,5 33,3% 56,3%

4 - 6 27,1% 45,8%

>6,5 1,2% 2,1%

19

In letteratura si distingue fra bancarizzazione attiva, in cui il soggetto interagisce con l‟intermediario e si caratterizza

per un utilizzo di un ampio spettro di prodotti finanziari e per una gestione attiva del proprio risparmio, e

bancarizzazione passiva, in cui il soggetto ricorre ad un utilizzo dei soli prodotti finanziari di base, all‟interno di un

rapporto passivo di puro consumo di servizi elementari.

0 10 20 30 40 50 60 70

Albania

Bangladesh

Cina

Equador

Egitto

Fillipne

Ghana

Marocco

Romania

Senegal

Media

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21

Può valer qui la pena approfondire la correlazione positiva fra l‟indice di bancarizzazione e

l‟anzianità migratoria (Grafico 12), ad evidenza di come la maggiore o minore permanenza in Italia

(misurata dalle classi di anzianità migratoria) comporti diversi livelli di integrazione nel tessuto

economico e sociale di destinazione, da cui ne seguono bisogni finanziari differenti e un diverso

rapporto con gli istituti di credito. Una correlazione che per il caso senegalese è molto significativa,

con un andamento molto più pronunciato dopo i primi 5 anni di residenza in Italia.

Grafico 12 - Indice di bancarizzazione per classi di anzianità migratoria, campione

complessivo

Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI

L‟indice di bancarizzazione complessivo è quasi tre volte maggiore già nella classe

immediatamente successiva al primo anno di residenza, per arrivare a quintuplicarsi, posizionandosi

ben al di sopra della media, nella classe relativa ai 10 anni di residenza. Trattandosi di dati di stock

la curva non va letta in un‟ottica dinamica, ma solo come linea di tendenza che unisce valori medi

dell‟indice per classi di anzianità. Il dato è comunque in grado di segnalare una possibile tendenza,

le potenzialità di crescita non indifferenti per il futuro del segmento migranti e il ruolo importante

che le banche possono giocare nell‟accompagnare il processo di integrazione. Altri due fattori di

interazione fra il processo di inclusione finanziaria e quello di integrazione che hanno mostrato una

correlazione positiva con l‟indice di bancarizzazione sono la condizione abitativa e quella

lavorativa.

È però solo l‟analisi dell‟indice di bancarizzazione per classi di valori, riferito alle diverse

nazionalità, (Grafico 13) che ci consente di riconoscere rispetto al campione senegalese, i tre diversi

profili di clientela individuati, identificando così i diversi identikit di “utenti” finanziari descritti in

precedenza20

(Tavola 2).

20

- Profilo base: valori dell‟indice di bancarizzazione compresi fra 0 e 1,5

- Profilo medio: valori dell‟indice di bancarizzazione compreso fra 2 e 4

- Profilo evoluto: valori dell‟indice di bancarizzazione compreso fra 4,5 e 10

0

0,5

1

1,5

2

2,5

3

3,5

Index Campione 0,58 1,62 2,24 2,86

Index Senegal 0,43 1,13 2,74 3,19

Meno di 1 anno Da 1 a 5 anni Da 5 a 10 anni Più di 10 anni

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22

Grafico 13 - Profili di clienti per classi di valori dell’indice di bancarizzazione

Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI

In particolare il profilo evoluto comprende il 7,4% della popolazione senegalese intervistata,

inferiore rispetto sia al campione complessivo (8,9%) che al sottocampione sub-sahariano (10,8%).

Rapportato al numero di titolari di conto corrente questo profilo corrisponde però al 12,5% dei

senegalesi bancarizzati, percentuale comunque significativa. Si tratta di un caratterizzato da

esigenze specifiche più mature e in grado di dialogare con il sistema bancario, dove, come vedremo,

anche la componente transnazionale assume una rilevanza non trascurabile.

In conclusione è possibile affermare che il tasso di penetrazione delle banche italiane rispetto alla

diaspora senegalese è alto e in crescita, all‟interno di un rapporto che sembra mostrare elementi di

reciproco interesse. Emergono ancora elementi di debolezza nel ricorso agli strumenti finanziari e di

vulnerabilità importanti (come il prevalente ricorso al credito per spese impreviste), che lasciano

spazio ad ulteriori sforzi di inclusione finanziaria e di miglioramento della maturità nel rapporto con

le banche e i prodotti finanziari, in primis rispetto ai prodotti assicurativi e a quelli di accumulo

risparmio che appaiono ancora scarsamente utilizzati. Ma nello stesso tempo la comunità senegalese

si contraddistingue per una generalizzata vivacità da un punto di vista dei comportamenti finanziari

con un livello di partenza elevato (indice di bancarizzazione, quindi di familiarità con prodotti e

intermediari), con elementi di dinamismo significativi e importanti potenzialità di sviluppo legate al

proseguire del processo di integrazione in Italia. Ma il dato più interessante riguarda l‟emergere di

un profilo finanziario evoluto, particolarmente rilevante in termini di utilizzo degli strumenti

finanziari e in termini di maturità del processo di integrazione finanziario, non trascurabile in

termini di dimensioni.

Significativi appaiono anche i primi risultati emersi dall‟analisi delle scelte di allocazione del

risparmio, prevalentemente legato all‟invio in patria delle rimesse. Non solo affiora una rilevante

capacità di risparmio degli immigrati senegalesi, ma anche un‟evoluzione della destinazione finale

delle rimesse che dal rimborso del prestito contratto per l‟emigrazione e dall‟obbligo morale di

sopperire alle necessità immediate della propria famiglia di origine, tende ad indirizzarsi verso

allocazioni maggiormente legate al miglioramento delle condizioni di vita (sanità, educazione,

44,6% 45,7% 42,0%

46,5% 43,5% 50,6%

8,9% 10,8% 7,4%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Campione Sub-Sahara Senegal

Evoluto

Medio

Base

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23

attività imprenditoriali, migliorie abitative…), a preparare il proprio ritorno o a cogliere opportunità

di investimento. Un‟evoluzione nelle scelte di allocazione del proprio risparmio, che procede di pari

passo con il processo di integrazione sociale ed economica nel nostro paese e che lascia aperto un

ampio spazio per la creazione di strumenti finanziari adeguati e capaci di rispondere di volta in

volta alle diverse esigenze sottostanti (credito, accumulo risparmio, assicurazione ecc.)-

L‟educazione finanziaria costituisce certamente una chiave di volta fondamentale, accompagnata

tuttavia da una maggiore attenzione ad alcuni aspetti rilevanti che richiedono adeguate strategie:

la capacità di guardare al migrante non come una somma di comportamenti distinti e

disarticolati, né come un segmento di clientela caratterizzato da comportamenti omogenei,

ma come un soggetto razionale, caratterizzato da una maggiore propensione al rischio, da

profili economico-finanziari anche molto diversi e che realizza scelte di allocazione del

proprio risparmio dinamiche sia in termini spaziali che temporali;

la dimensione transnazionale come elemento costitutivo di questo processo di allocazione

del risparmio che non risponde sempre e solo ad esigenze di sostegno primario alla famiglia

di origine;

la necessità di sviluppare adeguate strategie di segmentazione della clientela capaci di

cogliere i diversi profili finanziari di clienti migranti e di accompagnare il processo di

crescita economica e finanziaria e di scelte di allocazione e investimento attraverso

un‟offerta completa, adeguata, flessibile e capace di rispondere alle diverse esigenze sia sul

lato del risparmio, che del credito, che della gestione della liquidità oltre che di tipo

imprenditoriale, prevedendo processi di up-selling.

3.2. I comportamenti legati al risparmio e all’invio delle rimesse

Un dettaglio del volume e del mercato delle rimesse verso il Senegal è contenuto nel Paper il

Fenomeno delle Rimesse verso il Senegal. Qui ci limitiamo ad un‟analisi del comportamento

relativo all‟invio delle rimesse, rilevando non solo la propensione media (attraverso la frequenza

media di invio), ma anche l‟importo medio (dato da considerare con tutte le precauzioni necessarie

data la tendenza tipica da parte degli intervistati a ridimensionare i valori in sede di rilevazioni di

questo tipo).

Per la popolazione senegalese il ricorso ai canali informali è ancora molto elevato, circa il 29% dei

senegalesi intervistati li utilizzano abitualmente (il 33% se rapportiamo il dato ai senegalesi che

inviano rimesse), ben superiore al campione complessivo, il cui ricorso ai canali informali riguarda

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24

solo il 25% della popolazione. Scarso appare anche il ricorso dei senegalesi alle banche, solo il 14%

contro il 23% del campione21

, prediligendo il canale dei money transfer operators.

Mediamente la popolazione senegalese intervistata invia rimesse nel proprio paese ogni due o tre

mesi, quindi con una frequenza compresa fra le 6,8 e le 5 volte all‟anno (il 50% degli intervistati ha

dichiarato di inviare rimesse una volta al mese), e mediamente viene mandata una cifra compresa

fra i 200€ e i 290€ (il 20% degli intervistati invia più di 300 euro). Questi dati, proiettati nel tempo,

ci consentono di stimare un invio medio annuo pro-capite dei senegalesi intervistati compreso fra i

600€ e i 1.300€. Si tratta di dati molto indicativi, che molto probabilmente tendono a sottostimare il

fenomeno per la diffidenza e la riservatezza degli intervistati a fornire dati così sensibili. L‟analisi

dei dati disaggregati per nazionalità forniti da Banca d‟Italia, rapportati alla popolazione senegalese

residente in Italia collocano infatti il valore medio annuo pro-capite delle rimesse senegalesi intorno

ai 4.000€ annui. Secondo l‟indagine solo l‟11% dei senegalesi intervistati dichiara di non inviare

rimesse durante l‟anno. Se, con la dovuta prudenza, consideriamo la significatività statistica dei dati

come una possibile proxy del comportamento medio dei senegalesi residenti in Italia, e

considerando solo il numero di senegalesi residenti adulti (di età maggiore ai 18 anni) il volume

medio pro-capite sale a 5.900€ annui22

, senza tener conto dei flussi di rimesse che transitano

attraverso i canali informali.

L‟analisi della frequenza e dell‟importo medio delle rimesse rispetto alla variabile “anzianità

migratoria” (Tavola 5), mostra come a classi di anzianità migratoria maggiori corrisponda una

frequenza maggiore nell‟invio delle rimesse, con importi medi che rimangono pressoché costanti.

Tavola 5 - Frequenza e importi medi rimesse verso il Senegal

Classi di anzianità

migratoria

Frequenza

media di invio

Importo

medio di invio

Importo

medio annuo

Meno di 1 anno 6,0 180€ 1.080€

Da 1 a 5 anni 6,5 130€ 850€

Da 5 a 10 anni 7,1 200€ 1.420€

Oltre 10 anni 7,1 189€ 1.340€ Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI

La permanenza in Italia e l‟avanzamento del processo di integrazione, spesso accompagnato da un

contestuale aumento del reddito, il miglioramento delle condizioni di vita e il progredire del proprio

progetto migratorio, non sembrano elementi in grado di spezzare il legame con il paese di origine,

ma anzi sembrano rafforzarlo in termini di flussi finanziari. Il dato può essere però interpretabile

anche come il risultato di precise scelte di allocazione del risparmio fra i due paesi, quello di origine

21

Percentuali rapportate alla popolazione intervistata 22

Il calcolo è stato effettuato sulla base dei dati Banca d‟Italia 2008 che rilevano un volume complessivo di rimesse per

il Senegal pari a 263 milioni di euro e sulla base dei dati Istat sui residenti immigrati in Italia che al 1 gennaio 2008

contavano 62.620 senegalesi residenti. Se a questa cifra togliamo un 10%, corrispondente alla percentuale media di

minorenni presenti nella popolazione immigrata in Italia, otteniamo una popolazione attiva senegalese di 50.100 unità.

Sottraendo un ulteriore 11% dei soggetti che hanno dichiarato di non inviare rimesse, abbiamo un numero di soggetti

potenziali che inviano rimesse pari a 44.600 senegalesi.

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25

e quello di destinazione del processo migratorio, che evolvono e si modificano con le diverse fasi

del processo di integrazione e di quello migratorio. Interpretazione che confermerebbe la

convinzione che le rimesse si inseriscono in una più ampia strategia di allocazione del risparmio che

risponde a scelte razionali da parte del soggetto migrante.

Un ulteriore elemento per comprendere il comportamento dei migranti nell‟allocazione del proprio

risparmio fra Italia e Senegal riguarda la destinazione finale delle rimesse una volta giunte a

destinazione23

. Le diverse finalizzazioni del denaro ricevuto sottoforma di rimessa

(indipendentemente dal canale utilizzato, sia esso formale o informale) sono state raggruppate in

quattro categorie: consumi (che comprendono tutti gli utilizzi in beni di consumo immediati),

trasferimenti per la famiglia (che comprendono utilizzi legati a servizi come l‟istruzione o la sanità

e quindi costituiscono spese destinate a migliorare la qualità di vita anche nel medio periodo),

attività sociali (che comprendono tutte le spese destinate alla comunità di origine, attraverso il

finanziamento di opere e progetti di pubblica utilità), risparmi e investimenti (che comprendono sia

investimenti in immobili, che in attività produttive, oltre ai flussi legati al rimborso di debiti

contratti). Ad un‟analisi più generale del campione complessivo e del sottocampione senegalese,

emerge una sostanziale omogeneità di comportamento (Grafico 14). Maggiore per il contesto

Senegalese (quasi il doppio, anche se con percentuali contenute) la quota destinata alle attività

sociali, indice di una maggiore sensibilità di questa comunità rispetto alle comunità di origine, ma

anche effetto della diffusione del fenomeno della daira24

(particolarmente diffuso fra i senegalesi

come emerso all‟interno di focus groups specifici).

Grafico 14 - Destinazione finale delle rimesse per aree di

utilizzo

Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI

23

Il questionario prevedeva una domanda specifica che chiedeva di valutare diversi utilizzi finali sulla base di un indice

di tre valori: molto, poco, per niente. L‟analisi si riferisce soltanto al valore “molto”, in quanto espressivo di un

comportamento certo e costante nel tempo. 24

Il fenomeno nasce dall‟obbligo morale-religioso di destinare somme ai capi religiosi per opere di beneficienza. Molto

diffuso fra i Senegalesi. Formalmente si configura come un‟associazione a carattere locale a cui mensilmente viene

versata una donazione. Un sistema nazionale raccoglie e trasferisce in Senegal ingenti somme di denaro utilizzate

prevalentemente per opere religiose e scuole coraniche nei dintorni della città di Touba.

40,0% 40,1%

38,2% 39,5%

20,4% 18,1%

1,4% 2,3%

Campione Senegalesi

Consumo Trasferimenti per la famiglia Attività Sociali Risparmio e investimenti

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26

Può essere opportuno approfondire questa analisi per evidenziare se le scelte di allocazione del

risparmio si modificano al variare di alcune variabili come l‟anzianità migratoria e la maggiore

maturità finanziaria, a cui si associano in entrambi i casi maggiori livelli reddituali e un maggior

grado di integrazione in Italia.

La ripartizione in cluster rispetto alle due variabili prese come riferimento (Grafico 15),

stratificando la popolazione senegalese di riferimento, già numericamente contenuta, ci impone di

considerare il risultato come puramente indicativo di una tendenza e non immediatamente

associabile alla totalità della popolazione senegalese in Italia. Ma la sostanziale omogeneità di

comportamento evidenziata rispetto al campione complessivo (che essendo più numeroso rende

statisticamente significativa anche un‟analisi multivariata) può fornire un utile supporto alle

possibili conclusioni.

Grafico 15 - Analisi della destinazione finale delle rimesse per classi di anzianità migratoria. Confronto fra

campione complessivo e sottocampione senegalese

CAMPIONE COMPLESSIVO SOTTOCAMPIONE SENEGALESE

Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI

I dati mostrano come a fasce di anzianità migratoria crescenti corrispondano livelli di rimesse

destinati a consumo decisamente inferiori. Guardando al campione la quota destinata al consumo si

riduce di 4 punti percentuali fra coloro che sono in Italia da meno di 5 anni e coloro che risiedono

nel nostro paese da più di 10 anni. Guardando invece al sottocampione senegalese, la riduzione

appare ancora più consistente, pari a quasi al doppio (8%). Una prima evidenza significativa, che

sembra quindi indicare sia un diverso impatto delle rimesse nel tempo sulle famiglie destinatarie

(miglioramento delle condizioni di vita e minore dipendenza per i beni di prima necessità) e sia

un‟evoluzione verso scelte di allocazione del risparmio più attente a impieghi maggiormente

orientati al medio termine, allo sviluppo di strutture di sostegno più durature e a investimenti.

Per quanto riguarda le attività sociali i primi anni di integrazione in Italia sono caratterizzati da una

maggiore attenzione alla necessità delle famiglie di origine, con una bassa incidenza della

componente sociale delle rimesse, solo successivamente il flusso verso le attività di carattere sociale

e religioso in Senegal aumenta raggiungendo i livelli medi.

40,9% 39,4% 36,9%

16,6%38,9% 40,3%

20,6%

14,8% 20,0% 20,2%

2,6%1,7%

< 5 anni > 5 anni > 10anni

Consumo Trasferimenti per la famiglia Attività Sociali Risparmio e investimenti

46,7% 36,8%

35,0% 41,9%

16,7% 18,8% 1,7%

2,6%

< 5 anni > 5 anni

Consumo

Trasferimenti per la famiglia

Attività Sociali

Risparmio e investimenti

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27

I trasferimenti alle famiglie per educazione e sanità sono la componente che subisce maggiori

modifiche. Per la diaspora senegalese l‟incremento appare consistente (+7%) spostandoci verso

classi di anzianità maggiori, anche se il contesto appare caratterizzato da un livello elevato di questa

componente sin nella prima classe di valori. Il dato relativo a questa componente appare importante,

in quanto fa emergere un‟evoluzione chiara nel sostegno finanziario alle famiglie caratterizzato da

un maggior controllo del risparmio e da una maggiore attenzione anche a dinamiche di lungo

periodo. Si tratta di componenti di spesa che non possono essere considerati investimenti a tutti gli

effetti da un punto di vista finanziario, ma certamente costituiscono un‟indicazione interessante ai

fini dell‟elaborazione e dell‟offerta di prodotti finanziari adeguati, come prodotti di accumulo

risparmio o prodotti assicurativi.

Infine, per quanto riguarda la componente di risparmio e investimento per entrambe le popolazioni

analizzate, emerge un maggiore peso per le classi di anzianità migratorie più elevate. La tendenza è

più marcata per il campione complessivo, mentre il contesto senegalese segnala una crescita di soli

due punti percentuali, raggiungendo comunque quasi 1/5 del denaro complessivamente inviato.

Interessante rispetto al caso senegalese è però l‟andamento delle componenti che compongono

questo aggregato. Si azzera infatti, passando verso la classe più stabile, la componente legata al

rimborso dei debiti mentre raddoppia la componente legata all‟investimento in attività

imprenditoriali, segno di un‟attenzione transnazionale anche economico produttiva e non solo legata

all‟investimento immobiliare.

La seconda variabile analizzata ha riguardato il maggiore o minore grado di maturità finanziaria

degli immigrati sintetizzata dai diversi profili disegnati in precedenza sulla base dell‟indice di

bancarizzazione (Grafico 16).

Grafico 16 - Analisi della destinazione finale delle rimesse per profili di maturità finanziaria.

Confronto fra campione complessivo e sottocampione senegalese

CAMPIONE COMPLESSIVO SOTTOCAMPIONE SENEGALESE

Fonte: elaborazione dati Indagine Abi-CeSPI

Riguardo al contesto senegalese i dati ci consentono di mettere a confronto i comportamenti dei

soggetti caratterizzati da un profilo di bancarizzazione medio-alto con quelli relativi al profilo

medio del campione senegalese complessivamente considerato. Si confermano le principali

40,4% 38,4%

39,2%35,7%

19,2% 24,1%

1,2%1,8%

Profilo medio Profilo evoluto

Consumo Trasferimenti per la famiglia Attività Sociali Risparmio e investimenti

36,5%

44,3%

15,7%

3,5%

Prof ilo med io - evo lut o

Risparmio e

investimenti

Attività Sociali

Trasferimenti per la

famiglia

Consumo

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28

conclusioni che emergono relativamente al campione complessivo dell‟indagine: il profilo più

evoluto è infatti caratterizzato da una destinazione della rimessa per consumo inferiore, con una

riduzione doppia (-4%) di questa componente per il profilo medio-alto. Sempre rispetto a questo

profilo, la componente legata ai trasferimenti alle famiglie è maggiore del 5% e maggiori i

trasferimenti legati alle attività di carattere religioso e sociale. Il caso senegalese sembra però

rivelare una tendenza inversa rispetto alla quota parte di rimesse destinate a risparmio e a

investimento che mostra una riduzione per il profilo più evoluto. Il dato andrebbe comunque

maggiormente approfondito dato il limitato numero di casi oggetto di indagine che potrebbe quindi

essere legato a fattori specifici collegati al contesto della rilevazione e alle opportunità di

investimento e di allocazione del risparmio in Senegal25

al momento della rilevazione. Altre

indagini mostrano infatti percentuali destinate a investimento e risparmio molto superiori, mentre la

crisi finanziaria ha sicuramente contribuito invece a ridurre questa componente temporaneamente.

A parziale conferma della ricerca da parte dei senegalesi residenti in Italia di strumenti adeguati in

grado di sostenere il processo di ownership e allocazione del risparmio, sono i risultati di una

recente indagine svolta dal CeSPI26

su un campione di 107 senegalesi in Italia composto per il 78%

da uomini e per il 22% da donne (nel rispetto quindi della composizione della presenza senegalese

in Italia). Alla domanda “saresti interessato ad un prodotto che ti consente di decidere mensilmente

come distribuire i tuoi risparmi fra Italia e Senegal” il campione mostra un chiaro interesse verso

prodotti o pacchetti di prodotti che consentono un‟allocazione efficiente delle risorse di volta in

volta in risposta alle necessità/opportunità (Tavola 6). Oltre due terzi degli intervistati si dichiara

interessato all‟offerta di un pacchetto di prodotti di questo tipo.

Tavola 6 – Risultati campione senegalese

% su totale campione

Interessati 72%

Non interessati 28% Fonte: elaborazioni CeSPI

2.4 Caratteristiche del processo di bancarizzazione delle donne migranti africane

La componente di genere, come abbiamo già avuto modo di vedere, è uno dei fattori che influiscono

sul rapporto banca-immigrato. Pur se ancora in minoranza rispetto alla componente maschile, la

donna senegalese mostra elementi di vivacità anche nei comportamenti finanziari, pur partendo da

una situazione di maggiore fragilità. Uno sguardo alle caratteristiche dei comportamenti finanziari

25

Basti ricordare, a tal proposito che il tasso di bancarizzazione in Senegal è ancora molto basso. 26

Fonds des Emigrés pour le Développement Rural au Sénégal, FEDRS Project

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29

delle donne africane e in particolar modo di quelle senegalesi può aiutare a completare il quadro di

analisi delle diverse caratterizzazioni esistenti.

All‟interno del panel di rilevazione dell‟indagine CeSPI-ABI sui bisogni finanziari dei migranti, le

donne provenienti dall‟area sub-sahariana (Ghana e Sengal) sono complessivamente 56. Data la

ristrettezza del numero dei casi, si è ritenuto opportuno ricorrere ad un sottocampione più ampio,

costituito dalle donne africane (egiziane, ghanesi, marocchine e senegalesi).

Anche per le donne africane il lavoro ha costituito il primo fattore di bancarizzazione, mentre il

canale informale del passaparola (anche all‟interno di associazioni di connazionali) costituisce di

gran lunga la principale fonte di accesso in banca.

Complessivamente le donne provenienti dall‟area sub-sahariana, sembrano caratterizzate da una

maggiore marginalizzazione finanziaria (meno della metà delle donne sono titolari di un conto

corrente), un grado di bancarizzazione passiva, un minor accesso al credito27

e un minor livello di

integrazione finanziaria e di conoscenza degli strumenti finanziari. Un rapporto con le banche e i

prodotti finanziari che appare ancora fragile e caratterizzato, in prevalenza, dal ricorso a pochi

strumenti finanziari, quasi unicamente connessi al deposito e alla custodia dei propri risparmi e alla

gestione delle spese correnti.

La metà delle donne africane non bancarizzate intervistate dichiara di non aver bisogno di un conto

corrente, a differenza degli uomini, dove solo un quinto ha dato questa risposta. Il dato riflette una

molteplicità di fattori legati al ruolo della donna all‟interno della famiglia e al diverso percorso di

migrazione e di integrazione. Allo stesso modo una parte significativa (quasi il 40%) ha mostrato

l‟interesse ad aprire un conto corrente nei prossimi anni. Quest‟ultima percentuale corrisponde

esattamente a coloro che hanno dichiarato di non essere titolari di un conto corrente in quanto non

percepiscono un reddito sufficiente, indice che, al mutare delle condizioni reddituali, la banca

costituirà un passo necessario nel processo di integrazione. Una percentuale bassa, ma comunque

non trascurabile, individua nella mancanza di fiducia la causa principale del non ricorso alla banca,

una diffidenza che contraddistingue il campione africano in genere (7% per le donne e 11% per gli

uomini). Quindi, mentre poco meno della metà delle donne africane accederanno al sistema

bancario, l‟altra metà cela una molteplicità di casi e di motivazioni di più difficile identificazione e

interpretazione. L‟analisi mostrerà però che il bisogno di risparmio e di gestione dei pagamenti

costituiscono due drivers importanti sui quali far leva per progredire nel processo di inclusione

finanziaria delle donne africane e di quelle sub-sahariane in particolare.

Tornando ad analizzare le caratteristiche del processo di bancarizzazione delle donne africane, i

fattori di prossimità costituiscono i primi elementi che determinano la scelta di una banca, con un

peso relativo maggiore della vicinanza al luogo di residenza piuttosto che a quello lavorativo. Il

rapporto banca-donna africana appare inoltre caratterizzato da una bassa mobilità, relativamente

27

Solo il 21% delle donne sub-sahariane intervistate ha attualmente in corso un finanziamento presso un intermediario

finanziario.

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30

attento a fattori relazionali e, in modo lievemente maggiore rispetto agli uomini africani, ai fattori

religiosi. Non sembrano però emergere particolari problematicità o criticità all‟interno di questo

rapporto, certamente, l‟evidenza è condizionata dalla semplicità dei bisogni e delle aspettative ad

essi legati (infatti, maggiore è il grado di complessità dei bisogni e dei servizi richiesti e maggiore

naturalmente è il grado di insoddisfazione che può nascere).

Il Grafico 17 fotografa la misura dell‟incidenza delle diverse macro-aree di prodotti bancari28

consentendoci un confronto tra i campioni.

Grafico 17 – Incidenza utilizzo classi prodotti finanziari (donne sub-

sahariane, donne africane e donne di altre nazionalità)

Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI

Emergono alcuni elementi caratterizzanti:

un minor ricorso da parte delle donne sub-sahariane a strumenti di gestione della liquidità. Il

dettaglio evidenzia un uso del libretto di risparmio quale strumento esclusivo nel rapporto con la

banca, mentre negli altri sottocampioni esso si configura come strumento accessorio e

aggiuntivo al conto corrente ordinario, finalizzato all‟accumulo del risparmio. L‟esigenza di un

luogo sicuro dove depositare i propri risparmi costituisce di gran lunga la motivazione

principale per l‟apertura di un conto corrente, espressione di una percezione molto precisa della

banca, legata alla sua funzione di custodia;

l‟elevato ricorso ai servizi di pagamento rispetto ad entrambi gli altri sottocampioni.

Significativa appare l‟incidenza dell‟utilizzo delle carte di credito29

utilizzate dalle donne sub-

sahariane fondamentalmente quali strumenti di pagamento e delle carte di debito ricaricabili a

cui ricorrono anche per inviare denaro nel paese di origine. Risultano però ancora poco

28

L‟incidenza è data dal rapporto fra la frequenza di utilizzo all‟interno di una determinata classe di prodotti e il totale

dei titolari di un c/c, mentre le diverse macro-aree si riferiscono alle stesse classi di prodotti indicate nella nota 9. 29

Il 29% delle donne sub-sahariane titolari di un conto corrente utilizza lo strumento delle carte di credito.

0,96

1,79

0,42

0,00

1,12

0,36

0,05

0,39

0,05

1,50

1,09

1,31

-0,2 0,3 0,8 1,3 1,8

Gestione liquidità

Servizi di pagamento

Servizi di finanziamento

Altri servizi

Donne Ghana_Senegal Donne africane donne campione

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31

sviluppati gli strumenti più evoluti e di nuova generazione come l‟home banking o le carte di

credito revolving.

Altri dati emergono dall‟analisi, le donne provenienti da quest‟area dell‟Africa non sono

completamente a digiuno in termini di rapporti con il sistema bancario: una quota significativa era

già titolare di un conto corrente nel proprio paese di origine. L‟operatore BancoPosta, inoltre,

presenta un grado di penetrazione maggiore rispetto ad altri sottocampioni, indice che questo

intermediario presenta elementi competitivi interessanti per questa particolare fascia di clientela. Il

ricorso al credito appare ancora fortemente limitato ed elevata è la percentuale delle donne che

ritengono questo strumento non necessario. Si tratta di un non bisogno che può trovare diverse

interpretazioni, probabilmente interconnesse, ciascuna delle quali richiederebbe un‟analisi ulteriore.

Da un lato infatti può non ancora essere emerso il bisogno di quei beni di investimento durevoli

tipici di una fase più avanzata dell‟integrazione, come la casa o l‟automobile; dall‟altro la non

conoscenza dei prodotti può non far cogliere le opportunità derivanti da forme particolarmente

flessibili come il credito al consumo, oppure, ancora, è possibile che il bisogno di credito ricada

prevalentemente sul coniuge.

Una panoramica circa i canali ritenuti preferenziali in caso di necessità finanziarie (Grafico 18),

mostra la predominanza del ricorso a canali informali che contraddistingue tutto il campione di

immigrati, ma che è particolarmente rilevante all‟interno del campione delle donne africane e, in

modo ancora più evidente, del sottocampione sub-sahariano. La prima fonte a cui ricorrere in caso

di bisogno è costituita dalla rete di solidarietà dei connazionali e delle associazioni o degli enti di

assistenza italiani.

Grafico 10 – Canali preferenziali di accesso al credito

Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI

A livello aggregato la capacità di risparmio delle donne africane risulta essere inferiore, mentre per

quanto riguarda le scelte di allocazione, nella maggioranza dei casi il risparmio viene accumulato in

previsione di spese future e solo per il 3% entra nel circuito informale della rete di solidarietà fra

connazionali. Ma, se presso le donne africane che accumulano risparmio, ben il 61% lo deposita in

80

72

67

64

32

28

31

40

4

3

7

12

10

7

7

7

6

4

5

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Donne sub-sahariane

Donne africane

Donne campione

Uomini Africani

Canali informali Banche BancoPoste Società finanziarie Acquisti rateali

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32

banca, all‟interno del sottocampione sub-sahariano una quota ancora significativa delle donne sub-

sahariane (pari al 39%), e superiore rispetto agli altri campioni lo custodisce in casa, a conferma di

una fragilità del rapporto con la banca e di una scarsa alfabetizzazione finanziaria.

Il dato relativo alle rimesse colloca il sottocampione sub-sahariano sostanzialmente in linea con il

campione femminile generale, segno che su questo fronte, nonostante i diversi percorsi di

inserimento familiare e lavorativo e i diversi livelli di integrazione anche finanziaria, non si

modificano di molto i comportamenti rispetto all‟invio di risorse nel paese di origine. Il 38% delle

donne africane effettua un invio con frequenza mensile, negli altri casi gli invii si distribuiscono su

frequenze diverse nell‟arco dell‟anno, anche se la concentrazione maggiore si ha all‟interno di una

frequenza quadrimestrale. L‟importo medio si colloca nella fascia compresa fra i 100€ e i 200€. I

Money Transfer Operators sono i principali operatori scelti per l‟invio, ma i canali informali

mostrano una preferenza ancora elevata, sono il secondo canale con il 17% degli invii, maggiore

rispetto ai connazionali uomini.

2.5 Aspetti religiosi nel rapporto con le banche e i prodotti finanziari

Il paragrafo contiene un primo tentativo di analizzare l‟incidenza dei fattori religiosi nei

comportamenti finanziari e nel rapporto con le banche da parte delle comunità a prevalenza islamica

presenti sul territorio italiano. Si tratta di un primo esperimento che parte dai dati disponibili sui

bisogni e sui comportamenti finanziari rilevati e che di conseguenza va considerato con la dovuta

prudenza.

Dall‟analisi dei dati relativi ai bisogni finanziari dei migranti (2007) e all‟offerta da parte del

sistema bancario Italiano (2009), così come da attività di ricerca specifiche condotte dal CeSPI in

questi anni (in particolare su alcune comunità specifiche) non sembrano emergere indicazioni che

mostrino il fattore religioso come determinante o comunque rilevante all‟interno del rapporto fra

banche e immigrati, relativamente al segmento retail e small business.

L‟analisi applicata ad alcune delle nazionalità dove più forte è la presenza della religione islamica

non sembra mostrare scostamenti significativi dai comportamenti medi delle altre nazionalità o

comunque attribuibili in modo univoco a fattori diversi da quelli confermati come determinanti nel

processo di bancarizzazione: anzianità migratoria, grado di integrazione nel tessuto sociale ed

economico, tipologia di contratto e settore di inserimento lavorativo, tasso di bancarizzazione nel

paese di origine.

Alcuni dati che indagano singoli comportamenti che in modo diverso potrebbero essere influenzati

dai dettami religiosi consentono di confermare quanto affermato:

Indice di bancarizzazione (Grafico 19): tutte le nazionalità selezionate in quanto a rilevanza

della religione islamica, mostrano un indice di bancarizzazione intorno al valore medio delle 10

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33

nazionalità che compongono il campione complessivo(in alcuni casi anche superiore). Unica

eccezione il Bangladesh il cui minor tasso di bancarizzazione è imputabile ad una serie di

fattori caratterizzanti il processo di bancarizzazione di questa nazionalità, diversi da quelli

religiosi, primo fra cui la giovane età di questa comunità all‟interno della diaspora residente in

Italia.

Grafico 19 – Indice di bancarizzazione

Fonte: dati Abi - CeSPI

Utilizzo delle rimesse per attività religiose/sociali nel paese di origine: l‟indagine sui bisogni

finanziari dei migranti non consente di distinguere fra le due finalità (che sono state considerate

in modo aggregato), ma complessivamente si può affermare che la destinazione delle rimesse

inviate dai migranti con finalità religiose/sociali nel proprio paese di destinazione è molto basso

(in media solo il 2% dei migranti). Rispetto alle nazionalità più legate alla religione islamica

presenti nel campione (Albania, Bangladesh, Egitto, Ghana, Marocco e Senegal) solo Ghana e

Senegal mostrano una maggiore propensione verso un utilizzo delle rimesse per finalità

sociali/religiose (4% per il Ghana e 5% per il Senegal). Si tratta anche delle comunità dove più

forte è il dovere morale di fare offerte legate alla Daira.

Determinanti nel rapporto con le banche: rispetto ai fattori indicati dai migranti come

determinanti nel rapporto con le banche, l‟attenzione ai fattori religiosi non sembra emergere

come influente. Solo il 13% del campione complessivo indica questi fattori come qualificanti

all‟interno del rapporto con le banche.

Rispetto alle nazionalità che compongono il sottocampione specifico di questa indagine solo

Marocco e Bangladesh si discostano dalla media con valori superiori: il 27% dei titolari di un

conto corrente marocchini e il 18% dei bangladesi, reputano importante il rispetto delle norme

religiose.

0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00

Albania

Bangladesh

Egitto

Ghana

Marocco

Senegal

Media 10 nazionalità 2007

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34

Anche rispetto alla domanda relativa a quali fattori andrebbero migliorati nel rapporto con le

banche (Tavola 6) l‟attenzione ai fattori religiosi si colloca all‟ultimo posto.

Tavola 6 - Fattori che andrebbero migliorati nel rapporto

con le banche

% su tot

bancarizzati

Minori costi 72,1%

Riduzione degli ostacoli burocratici (documenti, requisiti) 46,7%

Maggiore disponibilità alla concessione del credito 34,6%

Maggiore offerta di servizi 32,9%

Uguale trattamento umano rispetto ai clienti italiani 24,2%

Flessibilità negli orari (apertura sabato e ore pasti) 23,9%

Migliore capacità di comunicazione linguistica e culturale 22,3%

Migliore formazione / informazione all'uso dei servizi 14,4%

Migliore accoglienza (spazi, arredamento, simboli) 8,7%

Maggiore attenzione ai fattori religiosi 5,5%

Un dettaglio di questa domanda relativo al sottocampione dei paesi con religione islamica

rileva solo per Egitto e Marocco valori superiori alla media, pur senza modificare di molto il

peso relativo rispetto agli altri fattori. L‟attenzione al fattore religioso si colloca infatti per il

Marocco sempre al 10° posto, mentre per l‟Egitto si colloca 7° posto.

Indagini specifiche condotte dal CeSPI sulla comunità Egiziana non hanno mostrato evidenze

particolari che possano confermare una maggiore sensibilità di questa nazionalità verso i fattori

religiosi.

Grado di utilizzo dei prodotti bancari: un dettaglio del diverso grado di utilizzo dei diversi

prodotti bancari per il sottocampione di nazionalità dove maggiore è la presenza della religione

islamica rispetto alla media complessiva delle nazionalità oggetto di indagine (Grafico 20, in

allegato) non sembra mostrare comportamenti che si discostino in modo significativo rispetto

alla media. In particolare rispetto ai prodotti dove maggiore potrebbe essere il conflitto con i

dettami della religione islamica (il mondo del credito e delle carte di credito in generale, così

come quello degli investimenti, della custodia e amministrazione titoli) non sembrano emergere

dati che confermino un sottoutilizzo, al contrario si evidenziano livelli di utilizzo superiori alla

media per diverse nazionalità interessate.

Se il ricorso al credito potrebbe costituire un indicatore indicativo del grado di attenzione rispetto ai

dettami del Corano, solo l‟Egitto mostra un sottoutilizzo del credito al consumo e degli “altri

prestiti”, ma allo stesso tempo mostra una maggiore incidenza del credito immobiliare (Tavola 7) e

un maggior ricorso al credito in generale (espresso come percentuale dei crediti totali sul numero

dei c/c retail, che misura la percentuale di titolari di un conto corrente che hanno ottenuto un

finanziamento retail). Così come nella media o superiori sono, per questa stessa nazionalità, il grado

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di utilizzo di prodotti di accumulo risparmio e dei prodotti di custodia e amministrazione titoli.

Anche la percentuale di titolari di un conto corrente da più di cinque anni mostra valori elevati

(26%), indice di un rapporto ormai maturo con il sistema bancario tradizionale.

Tavola 7 - Credito area retail (indagine Abi-CeSPI 2010)

Nazionalità

% credito

immobiliare su

tot crediti retail

% credito consumo

su tot crediti retail

% altri crediti su

tot crediti retail

% crediti totali

su c/c retail

Bangladesh 21% 46% 12% 39%

Egitto 43% 24% 33% 35%

Ghana 13% 51% 35% 51%

Marocco 24% 43% 33% 38%

Pakistan 27% 41% 32% 41%

Senegal 17% 40% 43% 48%

Sri Lanka 17% 46% 37% 45%

Tunisia 25% 37% 38% 34%

La debolezza mostrata invece dalle due nazionalità asiatiche: Bangladesh e Sri Lanka è certamente

attribuibile ad altri fattori più rilevanti nel processo di bancarizzazione che caratterizzano le due

comunità, come la minore permanenza in Italia, il minor grado di bancarizzazione nei paesi di

origine e i settori di inserimento lavorativo. Dato confermato dall‟elevato ricorso al credito

necessario per la prima fase di integrazione.

Anche l‟evoluzione registrata nel processo di bancarizzazione negli anni (2007 e 2009) non sembra

mostrare fenomeni di rallentamento o di arresto riferito a particolari nazionalità, ma anzi sembra

sempre più confermare i legame diretto fra processo di bancarizzazione e anzianità migratoria nel

nostro paese.

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4. L’OFFERTA DELLE BANCHE ITALIANE

Come abbiamo avuto già modo di affermare l‟interesse delle banche italiane verso il segmento della

clientela migrante rimane alto. La consapevolezza che la bancarizzazione costituisca parte

integrante dell‟attività della banca e che il segmento di clientela immigrato rappresenti un bacino di

bancarizzazione importante per il futuro sembra essere ampiamente diffuso all‟interno del sistema

bancario italiano. Si tratta di un segmento di clientela, nonostante le molteplici iniziative avviate in

questi anni, ancora sostanzialmente inesplorato e sconosciuto per quanto riguarda i suoi bisogni

specifici.

La crisi finanziaria ha portato per le banche vincoli più stringenti in termini di rischi e redditività,

comprimendo i margini disponibili per sostenere processi di inclusione finanziaria, che

necessariamente richiedono orizzonti temporali medio-lunghi, così come ha certamente influito

sulla percezione del rischio anche rispetto al segmento di clientela migrante. In questo contesto le

banche sembrano aver puntato soprattutto sul consolidamento delle strategie già avviate, poche

sono state le iniziative innovative in termini di migrant banking o di nuovi prodotti dedicati

all‟inclusione finanziaria.

In questi ultimi mesi si evidenziano però segnali importanti di risveglio del settore dell‟inclusione

finanziaria in generale e in particolar modo dei migranti. Gli spazi per avvicinare i soggetti ancora

finanziariamente esclusi e per accompagnare il processo di crescita di quelli inclusi durante gli anni

passati sono ancora molto ampi. L‟evoluzione del processo migratorio nel nostro paese mostra

flussi netti in entrata positivi e ancora in aumento anche in un‟ottica futura. Non solo, ma a fianco di

questa crescita continua dei flussi in entrata, si sono affiancati significativi flussi in uscita,

all‟interno di un processo di circolarità delle migrazioni, che si prevede in ulteriore evoluzione nel

futuro. Contemporaneamente il tasso di crescita del potere di acquisto degli immigrati cresce con

tassi di viluppo elevati e superiori a quelli degli italiani. È evidente come per il sistema bancario si

tratta di un‟importante opportunità di crescita in termini dimensionali e reddituali: il Rapporto

“Mercati e Competitività” nel 200730

stimava in un intervallo compreso fra il 3% e l‟8% la

percentuale di margine derivante dai migranti. Fattori di costo legati allo sviluppo di prodotti rivolti

a questo segmento di clientela non sembrano costituire un elemento determinante, mentre maggiore

attenzione è invece richiesta dai fattori di rischio.

Anche nelle banche italiane cresce inoltre la consapevolezza di una correlazione positiva fra

processo di integrazione e bisogni finanziari. Nel tempo le esigenze finanziarie dei migranti

evolvono molto più rapidamente di quelle della clientela italiana in termini di utilizzo di prodotti

finanziari e di bisogni. Il cliente immigrato appare un soggetto finanziario più consapevole e a volte

anche più informato di quello nazionale. Allo stesso modo è sempre maggiore la consapevolezza

della necessità da parte dei migranti di un approccio di tipo inclusivo e non discriminante. In questo

senso la direzione è quella di un processo evolutivo del rapporto fra banca e immigrato che da una

“Welcome Bank” si dirige verso un modello di “Equality Bank” (Grafico 21).

30

Mercati e Competitività Vol. 4, 2007

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Grafico 21 – Evoluzione dell’approccio della banca verso il segmento di clientela migrante

Il tutto si traduce in un bacino significativo di soggetti per i quali l‟inclusione finanziaria costituisce

un bisogno reale che le banche italiane, allo stato attuale, non sono ancora riuscire ad intercettare in

modo incisivo.

Dall‟analisi del contesto italiano emergono infatti elementi che sembrano indicare l‟esistenza di una

soglia minima, in termini di rischi e di investimenti necessari, che pongono le banche in un

atteggiamento di attesa rispetto al processo di inclusione finanziaria e di passaggio da un profilo

base ad uno medio. Decisivo appare stabilire se si tratti di una soglia reale che determina l‟effettivo

interesse delle banche verso segmenti di clientela più marginale o solo di una soglia “congiunturale”

oltre la quale si può prevedere una effettiva maggiore pro attività delle banche verso strategie e

prodotti di inclusione finanziaria.

L‟indagine svolta presso gli operatori bancari fa emergere un numero significativo di banche che

intendono investire su specifiche nazionalità quali segmenti di potenziale clientela futura, pur senza

negare il persistere di una certa distanza fra la pratica nella gestione del rapporto banca-migranti, e

l‟emergere di questa nuova consapevolezza, così come di difficoltà legate ad una diffidenza ancora

presente all‟interno delle Direzioni Generali delle banche e a difficoltà legate ad obiettive maggiori

problematicità rispetto cliente alla clientela tradizionale.

Di particolare interesse appare il ricorso da parte delle banche italiane alla microfinanza e in

particolare al microcredito quale strumento di inclusione finanziaria rivolto anche ai migranti.

Diverse sono le iniziative avviate, con modelli di sviluppo molto diversi, che hanno visto anche

alcuni gruppi bancari acquisire una partecipazione in società specializzate. La microfinanza assicura

quella flessibilità nelle caratteristiche dei prodotti, nelle condizioni di accesso e nella valutazione

del merito di credito del cliente che i vincoli della banca tradizionale non consentono. Si tratta di

un‟innovazione importante, che coinvolge il 55% degli sportelli bancari in Italia31

, anche se in

prevalenza legato quasi esclusivamente a prodotti di microcredito: il prodotto di microfinanza di

gran lunga più offerto è infatti il finanziamento rivolto alle famiglie senza garanzie, per importi

inferiori ai 25.000€. La microfinanza richiede cultura e competenze specifiche che le banche

31

Fonte: indagine CeSPI-ABI 2009.

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italiane dovranno essere in grado di sviluppare o di acquisire perché lo strumento sia effettivamente

efficace nel campo dell‟inclusione finanziaria. Il rischio è quello di offrire un prodotto che risponde

a determinate caratteristiche, ma all‟interno di schemi e di competenze legati all‟attività bancaria

tradizionale e non in grado di intercettare effettivamente un segmento di clientela specifico legato ai

soggetti finanziariamente esclusi o con basso reddito.

Molta attenzione viene data al tema del trasferimento delle rimesse, dove le banche appaiono ancora

prevalentemente orientate alla dimensione nazionale dei bisogni finanziari degli immigrati e

faticano a cogliere la duplicità del processo di accumulazione e impiego del risparmio fra i due

paesi, quello di destinazione e quello di origine. Si sommano alcune problematicità di carattere

operativo legate alla difficoltà nell‟identificare partner affidabili nei paesi di destinazione e nello

stipulare accordi ampi che consentano di sviluppare una trasferibilità del risparmio attraverso il

canale bancario. Rispetto ad altri paesi, dove la maggiore concentrazione di alcune nazionalità di

migranti consente abbastanza agevolmente di creare una rete di corrispondenti efficace nei paesi di

origine (come è il caso spagnolo rispetto all‟America Latina o francese rispetto alle ex-colonie), in

Italia la maggiore frammentarietà e il diverso peso numerico tra le nazionalità presenti e il

cambiamento subito nella composizione delle stese negli anni rende necessario sviluppare una rete

di banche corrispondenti molto più ampia e complessa che risulta laboriosa e costosa. Infine la

scelta strategica attuata dalla maggior parte delle banche italiane di operare sul mercato delle

rimesse esclusivamente attraverso accordi interbancari, quindi attraverso il tradizionale canale

Swift, con costi unitari elevati e sottovalutando la rimessa come opportunità di inclusione

finanziaria del cliente immigrato, ha di fatto ostacolato il processo di canalizzazione del risparmio

del migrante attraverso il canale bancario32

, non riuscendo a garantire sul lato del paese ricevente

un‟adeguata copertura in grado di raggiungere i famigliari.

Nonostante esistano alcune esperienze che, a fianco del tradizionale bonifico bancario

transfrontaliero, offrono anche il servizio di trasferimento delle rimesse tramite MTO (come quella

della Banca Popolare di Milano che ha aderito all‟accordo fra Western Union e l‟Associazione delle

Banche Popolari), non sono stati contemporaneamente messi in atto adeguati processi di

integrazione della rimessa all‟interno di un pacchetto di servizi e prodotti finanziari completi, in

grado di rispondere alle esigenze dei migranti, non consentendo così di ottenere i risultati sperati

nell‟avvicinare i migranti al canale bancario. La banca è diventata un‟agenzia qualsiasi del MTO,

senza offrire un processo di inclusione finanziaria o di valorizzazione del risparmio, ma portando

con sé tutti i limiti tipici dell‟intermediazione bancaria: orari di sportello, maggiore richiesta di dati,

ostacoli di natura culturale.

Emerge in questo senso una duplice debolezza, da un lato una non-comprensione o sottovalutazione

da parte degli istituti di credito italiani circa le determinanti sottostanti alla scelta del canale di

trasferimento del denaro (capillarità, rapidità e certezza nei tempi e nelle condizioni), con il

32 Così come invece è accaduto nella vicina Spagna (dove proprio grazie alle rimesse il tasso di bancarizzazione dei migranti è pari

all‟80% e sale a quasi il 100% se si escludono i nuovi arrivati).

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conseguente sviluppo di un business model inadeguato. Dall‟altro lato emerge un cortocircuito fra

domanda e offerta di prodotti e servizi finanziari, dove le banche lamentano l‟assenza di una

domanda di prodotti più sofisticati da parte dei migranti e questi a loro volta lamentano l‟assenza di

prodotti adeguati a soddisfare i propri bisogni di risparmio, investimento, assicurazione e credito. Si

tratta di un processo che si autoalimenta, contribuendo a creare incomprensioni che vanno ad

intaccare e ostacolare quella fiducia reciproca alla base dell‟intermediazione finanziaria. La

soluzione, a nostro avviso, risiede in una capacità di offerta da parte degli intermediari finanziari

che guardi al migrate come soggetto economico razionale nella sua interezza (e non come semplice

richiedente credito, come è avvenuto fino ad ora). Un‟offerta basata su “pacchetti di prodotti” in

grado di soddisfare una pluralità di esigenze, assicurando quel livello di flessibilità richiesto dalle

condizioni di inclusione sociale ed economica dei migranti stessi.

L‟analisi dei diversi approcci e strategie presenti all‟interno del sistema bancario italiano conferma

infine l‟esistenza di un diverso approccio fra le banche di piccole e medie dimensioni e quelle di

grandi dimensioni. Le prime appaiono più orientate ad investire nella costruzione di rapporti di

fiducia stabili e nel lavoro di accompagnamento delle associazioni di migranti, ricercando quel

livello di flessibilità che consente di trovare soluzioni ai diversi bisogni dei migranti. Le banche di

dimensioni più grandi mostrano invece maggiore difficoltà a svolgere un lavoro così puntuale e

appaiono maggiormente “ingessate” all‟interno di competenze che coinvolgono più strutture, con

una capacità ridotta di rispondere in modo adeguato ad esigenze specifiche.

4.1 Analisi di alcuni casi studio

L‟analisi dei casi studio relativi all‟offerta di prodotti e servizi rivolti a cittadini immigrati è stata

condotta sulla base di una prima fase di analisi del sistema bancario italiano e di selezione dei casi

ritenuti più interessanti e significativi. La scelta degli istituti bancari oggetto dell‟indagine si è

basata sull‟applicazione congiunta di tre criteri distinti, due di carattere quantitativo e uno di

carattere più qualitativo legati non solo alla tipologie e alla qualità dell‟offerta verso il segmento di

clientela specifico, ma anche a fattori quali la presenza sul territorio e il modello di migrant banking

adottato. L‟interazione dei diversi criteri ha così permesso di selezionare sette casi studio che

possono costituire altrettanti modelli di sviluppo di strategie orientate all‟inclusione finanziaria dei

migranti, ciascuno caratterizzato da punti di forza e di debolezza e adattabili in forme ibride al

contesto di riferimento.

I tre criteri di selezione adottati sono stati:

a. la presenza sul territorio, misurata dalla quota di sportelli di ciascun gruppo bancario sul totale

sportelli di sistema nella Regione di riferimento. Sono state prese come riferimento le due

Regioni coinvolte all‟interno del Progetto Su.Pa: il Veneto e le Marche. La Tavola 9 mostra,

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per ciascuna regione, le principali banche presenti sul territorio sulla base della quota sportelli

sul totale della regione.

Tavola 9 - Presenza delle banche sul territorio (percentuale sul totale sportelli nella

regione)

REGIONE VENETO REGIONE MARCHE

Unicredit 19% Banca delle Marche 20%

Intesa Sanpaolo 18% Unicredit 15%

BCC 16% BCC 15%

Monte Paschi Siena 10% UBI 9%

Gruppo Banco Popolare 9% Intesa SanPaolo 9%

Banca Popolare di Vicenza 7% Monte Paschi Siena 9%

Veneto Banca 4% BNL 2%

BNL 2% Fonte: elaborazione CeSPI su dati ABI 2009

Questo primo criterio, oltre a consentire di individuare i gruppi bancari più significativi sul

territorio, costituisce un primo fattore quantitativo importante per valutare i processi di migrant

banking, laddove infatti la prossimità della banca costituisce uno dei principali drivers nel

rapporto con la banca. La diffusione degli sportelli sul territorio costituisce quindi un primo

fattore di bancarizzazione importante per il segmento migranti.

b. Il numero di conti correnti intestati a clienti stranieri. L‟indagine ABI-CESPI 2009 ha

consentito di monitorare, su un campione di banche significativo a livello nazionale, il numero

di conti correnti intestati a clienti immigrati. La Tavola 10 mostra, in modo aggregato, i

principali gruppi bancari in termini di correntisti stranieri.

Tavola 10- Numero di conti correnti intestati a clienti stranieri

(31/12/2008)

GRUPPO BANCARIO NUMERO DI CLIENTI IMMIGRATI

Intesa San Paolo

Unicredit Oltre 250.000

Monte Paschi Siena 100.000 – 250.000

Gruppo Banco Popolare

UBI

BCC

Banca Popolare di Milano

25.000 – 100.000

Banca Popolare di Sondrio

Veneto Banca 5.000 – 25.000

Fonte: dati CeSPI-ABI 2009

Il dato, attraverso una fotografia dei rapporti già esistenti, costituisce un‟approssimazione

importante del rapporto con i clienti immigrati e della capacità di attrarre questo segmento di

clientela. Non va infatti trascurato infatti che il passaparola, e quindi il grado di

soddisfazione del rapporto con i clienti esistenti, costituisce il principale fattore di

bancarizzazione degli immigrati dopo la richiesta del datore di lavoro.

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c. L‟applicazione di un criterio più qualitativo ha riguardato la selezione dei casi studio sulla

base del diverso approccio utilizzato nelle strategie di migrant banking al fine di fornire

modelli diversi all‟interno dei quali valutare potenzialità e efficacia in rapporto alle

caratteristiche di contesto e delle risorse disponibili. Guardando al panorama delle strategie

adottate dalle banche italiane, è infatti possibile individuare alcuni modelli diversificati che

possono essere rappresentati (Tavola 11) per gradualità di impegno e risorse necessarie. Un

giudizio di efficacia di ciascun modello non può trovare spazio in questa sede in quanto

richiederebbe informazioni quantitative e qualitative strettamente confidenziali non

disponibili. La sintesi non è naturalmente esaustiva di tutti gli approcci disponibili nel

quadro del sistema bancario italiano, sia in termini di modelli che in termini di Gruppi

Bancari individuati, ma ne rappresenta le principali macro-tiplogie all‟interno delle quali è

possibile individuare formule ibride. I Gruppi bancari appartenenti a ciascun modello sono

stati individuati sulla base dell‟interazione con i due precedenti criteri.

Tavola 11 – Classificazione dei modelli di migrant banking esistenti nel panorama

bancario italiano

MODELLO DI MIGRANT BANKING GRUPPI BANCARI

INDIVIDUATI

Modello banca

indistinta

Un‟offerta indistinta fra clienti immigrati e italiani, al

massimo accompagnato da materiali informativi in lingua e

un prodotto di bancarizzazione di base

Essendo il modello

meno interessante

non è stato

selezionata alcuna

banca come caso

studio

Modello BCC

Si tratta di un modello di banca e di approccio al migrante a

se stante, nonostante la ricchezza e le diversificazioni

presenti nell‟universo del credito cooperativo. Le BCC si

caratterizzano infatti per una presenza e un legame

particolari sul territorio e per un approccio al cliente molto

orientato alla relazione e all‟accompagnamento,

caratteristiche molto apprezzate dai clienti migranti. I fini

mutualistici che contraddistinguono le BCC e l‟obbligo di

destinare parte dei profitti al sostegno di attività sul territorio,

creano occasioni importanti di legame e di sostegno anche

finanziario ad attività di vario tipo (assistenziali, culturali e

religiose) promosse dalle associazioni di migranti, creando

opportunità di conoscenza e di contatto oltre che di

costruzione di fiducia. A livello di sistema le BCC hanno

sviluppato un prodotto specifico per questa clientela

finalizzato al trasferimento del denaro all‟estero.

Banche di Credito

Cooperativo,

ICCREA Holding

Modello prodotti

target

Un pacchetto di prodotti specificatamente disegnato sui

bisogni finanziari della clientela immigrata, accompagnato da

un marketing specifico e da documenti informativi in lingua.

La complessità dell‟offerta può variare all‟interno di un range

molto ampio che va da un puro restyling dei prodotti

tradizionali della banca alla creazione di un pacchetto di

prodotti specifici per l‟inclusione finanziaria dei migranti che

Gruppo Intesa

SanPaolo

Veneto Banca

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42

può essere rivolto ad un target circoscritto alle principali

nazionalità presenti sul territorio di riferimento o essere

generalizzata a tutti gli immigrati residenti.

Modello banca

includente

Attraverso la creazione di un rapporto stabile e di fiducia con

una rete di associazioni di migranti attraverso la cui

interazione costruire una struttura di offerta

completa,disegnata sulle esigenze della clientela migrante e

un processo di accompagnamento della crescita economico-

finanziaria del cliente migrante verso i prodotti ordinari della

banca tradizionale, gestendo così il passaggio dall‟inclusione

finanziaria alla piena integrazione.

Monte Paschi di

Siena

Gruppo UBI

Creazione di una

rete di sportelli

Prevede la creazione, all‟interno della struttura operativa

della banca, di una rete di sportelli interamente dedicati ai

migranti, con un proprio marchio, personale di nazionalità

diverse, caratteristiche operative proprie, una strategia di

informazione e comunicativa e un‟offerta specifica.

Unicredit

Creazione di una

banca dedicata

Modello che richiede un investimento significativo anche in

termini finanziari, prevede la creazione di una banca

interamente creata e dedicata per servire la clientela

migrante, con specificità proprie legate a questo segmento di

clientela. Naturalmente si tratta di un investimento che

prevede ritorni più lunghi e investe nella specificità anche di

lungo periodo di questo segmento do clientela.

Extrabanca

Sulla base delle considerazioni e delle analisi precedenti sono state prese come riferimento per i casi

studio i seguenti Gruppi Bancari:

Tavola 12 – Casi studio selezionati

Gruppo Monte dei Paschi di Siena Gruppo Intesa SanPaolo

Unicredit Extrabanca

Gruppo UBI Banca Banche di Credito Cooperativo

Veneto Banca

GRUPPO MONTE DEI PASCHI DI SIENA

L‟approccio del Gruppo Monte Paschi Siena verso il migrant banking risale al 1997 (una delle

prime banche in Italia) con un progetto specifico “Progetto Paschi Senza Frontiere” che ha

coinvolto inizialmente solo l‟area di Firenze e il relativo interland, per poi essere esteso a livello

nazionale come Monte Paschi e successivamente, a seguito dei processi di aggregazione, a tutto il

gruppo bancario. Un processo che anche all‟interno della struttura e dell‟organizzazione della banca

trova una sua identità specifica.

Paschi Senza Frontiere è oggi un brand che contiene un approccio specifico e un pacchetto di

prodotti studiati negli anni per la bancarizzazione dei migranti. Nasce da un lavoro di consultazione

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43

e di confronto sul territorio con le associazioni di migranti e tutta una serie di soggetti e strutture

interessati o impegnati a titolo diverso al tema della migrazione e dell‟integrazione che continua

tutt‟ora. Il coinvolgimento ha riguardato diversi piani diversi, dalle realtà a livello nazionale e

sopranazionale, come le istituzioni ecclesiastiche e umanitarie, i sindacati, le associazioni

rappresentative di comunità straniere, le banche estere operative nei Paesi da cui provengono i di

flussi migratori, le associazioni di consumatori, gli organismi della cooperazione internazionale e

del volontariato, le Ambasciate e i Consolati, alle realtà a livello locale come i piccoli proprietari di

immobili e gli affittuari, gli esercizi commerciali, le aziende private e pubbliche erogatrici di servizi

agli immigrati. Le banche del gruppo hanno agito successivamente come "centri di ascolto" sul

territorio, attraverso il loro contatto diretto con la clientela e il tessuto sociale e imprenditoriale

locale. Nel tempo la banca ha così creato e strutturato una rete di rapporti stabili e di fiducia, in

particolare con le associazioni di migranti, che sono diventati partner importanti nell‟analisi dei

bisogni e nello sviluppo dei prodotti.

La filosofia sottostante al Progetto Paschi Senza Frontiere è quella di avvicinare il migrante alla

banca con prodotti studiati sulle esigenze dei migranti e con condizioni di costo più favorevoli

rispetto ai prodotti tradizionali, senza però fossilizzare il rapporto ai prodotti di prima

bancarizzazione, ma facendolo evolvere verso una tipologia di clientela standard. L‟obiettivo è

infatti quello di far crescere finanziariamente il migrante per poi aprirgli le porte al pacchetto

competo dei prodotti MPS offerto ai clienti ordinari.

Si tratta di un processo di ascolto e di ricerca della migliore risposta al bisogno specifico attraverso

un‟adeguata strutturazione dell‟offerta, che è in continuo divenire, offrendo informazione e

formazione. In questo contesto nascono esigenze legate al tessuto territoriale e di immigrazione

specifico a cui si risponde con interventi ad hoc (un esempio è stata la creazione di una fideiussione

per l‟anticipo della caparra dell‟affitto).

Paschi Senza Frontiere prevede una serie di prodotti specifici per la clientela immigrata, organizzati

su due moduli diversi: famiglie e lavoratori autonomi/piccoli imprenditori, che consentono di

diversificare l‟offerta su queste due tipologie ben distinte di clienti e di bisogni finanziari

sottostanti. L‟offerta è particolarmente ampia e complessa:

­ un primo prodotto di immediata bancarizzazione studiato per chi non è ancora residente: si

tratta di una carta prepagata con IBAN (che quindi consente di effettuare bonifici e

un‟operatività molto simile a quella del c/c), che viene emessa dietro presentazione del

semplice passaporto. Si tratta di un prodotto che può risultare in competizione rispetto al conto

corrente ordinario, ma la sfida è proprio quella di fa evolvere il cliente e i suoi bisogni;

­ le carte “cristal”: serie di carte ricaricabili nominative, di fatto, utilizzate dai migranti

inviandole ai familiari nel paese di origine. Le carte prepagate sono offerte gratuitamente. È

allo studio la realizzazione delle cosiddette carte gemelle (due carte di debito pre-pagate,

emesse contemporaneamente una delle quali può essere utilizzata dal migrante in Italia e la

seconda dai suoi familiari all‟estero);

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­ il c/c Paschi Senza Frontiere con condizioni agevolate che diviene la chiave di accesso a tutti

gli altri prodotti e servizi;

­ la rimessa a costo 0 fino a 250€, senza limite massimo sul numero di transazioni annue (esiste

anche una certa flessibilità sull‟importo previsto). Si tratta di uno strumento che si è dimostrato

molto utile per accedere alle comunità e apprezzato dai migranti (i volumi lo confermano). Nel

tempo si sono cercati partner stranieri che condividessero la filosofia di fondo e replicassero le

commissioni nulle anche dal lato del ricevente, promuovendo e formalizzando accordi con

primarie banche estere corrispondenti, operative nelle aree a maggior flusso migratorio.

Inizialmente si è optato per Senegal, Marocco e Albania, fino ad interessare progressivamente

anche le altre aree, pur con le difficoltà legate alla diffidenza mostrata in generale dai partner

locali su una proposta di questo tipo;

Accordi con Banche Estere corrispondenti attivi

Paese Banca corrispondente

Albania Banca Kredins

Brasile Banco do Brasil

Marocco Attijariwafa Bank

Senegal Compagnie Bancaire Afrique Occidentale (CBAO)

Fonte: dati CeSPI

­ la fideiussione (Cresco New), con un costo pari all‟1% del valore della garanzia, che consente

ai migranti di ridurre la caparra richiesta dagli affittuari per la concessione di una casa in

affitto;

­ una polizza assicurativa (Welcome New) che, in caso di sinistro indennizzabile (morte o

invalidità permanente del migrante), prevede il rimborso delle spese mediche, delle spese per il

rimpatrio della salma e di quelle per il viaggio o soggiorno di un familiare. La polizza può

essere sottoscritta dal singolo migrante o può essere dall‟associazione di migranti

(l‟associazione paga il premio) con copertura sui singoli associati;

­ un call- center multilingue (inglese e francese) a disposizione della clientela straniera;

­ un leaflet multilingue (8 lingue, oltre all‟italiano) e una scheda prodotto nel sito internet di

ciascuna banca del Gruppo;

­ programmi formativi ad hoc per le associazioni rivolti sia ad un gruppo ristretto di referenti che

in plenaria a tutti gli associati;

­ dal lato della raccolta sono stati sviluppati forme di accumulo semplici che prevedono

versamenti con quote minime mensili (25€) con garanzia totale del capitale e di un interesse

prefissato (prodotto AXA). Durata: 5 anni. Due le motivazioni sottostanti: una di tipo etico e

una commerciale legata all‟acquisizione di nuovi clienti;

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­ dal lato degli impieghi: prestiti personali (credito al consumo tramite società specializzata:

Consumit), prestito finalizzato, anticipo di 2 mensilità dello stipendio e mutui con riduzione del

50% delle spese di istruttoria rispetto al prodotto per gli italiani (le altre condizioni sono quelle

dei prodotti offerti alla clientela ordinaria) e fideiussione per affitto.

­ Al suo interno la banca effettua poi specifiche campagne informative rivolte alle funzioni di

Direzione Generale e agli addetti alle reti di vendita, monitorando i risultati delle diverse

iniziative in atto.

Particolarmente significativa e innovativa è poi la strutturazione di procedure e canali finalizzati ad

accompagnare il cliente immigrato nella propria crescita finanziaria, portandolo gradualmente verso

i prodotti tradizionali offerti alla clientela ordinaria. Si tratta di un processo naturale, legato al

normale evolversi del processo di integrazione del migrante nel nostro paese, ma la previsione di un

percorso strutturato all‟interno dell‟offerta della banca finalizzata ad un accompagnamento del

cliente in questo senso, costituisce una novità importante nel panorama bancario italiano.

Completa l‟offerta di prodotti finalizzati all‟inclusione finanziaria il microcredito, attraverso la

partecipazione con capitale proprio alla costituzione di in una società di microcredito esterna

(Microcredito di Solidarietà S.p.A.), particolarmente legata al territorio (sono infatti il Comune e la

Provincia di Siena a condividere la partecipazione nella struttura, insieme alle tre principali

associazioni di volontariato sul territorio) e che sta avendo un grande successo. Microcredito e

microfinanza sono considerati dal Gruppo Bancario una chiave decisiva per il futuro, ma con la

consapevolezza della necessità di svolgere queste attività attraverso istituzioni create ad hoc, esterne

all‟attività bancaria tradizionale. Si tratta di una scelta strategica precisa legata alle competenze e ad

un approccio specifico richiesti per svolgere questa attività che non appartengono alla tradizione e

alla cultura bancaria tradizionale e legata alla richiesta di requisiti di rischio e assorbimento

patrimoniale diversi, difficilmente compatibili con l‟attività ordinaria della banca.

UNICREDIT SPA

Unicredit costituisce un caso studio interessante nel campo del migrant banking in Italia perché

separa l‟attività rivolta alla clientela migrante attraverso la creazione di sportelli dedicati con un

brand “Agenzia Tu” e un‟offerta ad hoc.

Si tratta di una strategia di posizionamento in questo segmento di clientela che si colloca a metà

strada fra la creazione di una struttura esterna (una banca, ad esempio) interamente dedicata ai

migranti, e la strutturazione di prodotti dedicati o di una campagna di marketing attraverso le

agenzie della banca stessa. Pur rimanendo all‟interno della struttura della banca, in termini di

collocazione organizzativa e di servizi centrali, Agenzia Tu infatti si configura come un‟agenzia

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specializzata e interamente dedicata alla clientela migrante, ritagliata prevalentemente sui bisogni di

finanziamento e su alcune esigenze specifiche.

Ad oggi la rete di Agenzia Tu è costituita da 12 agenzie in 10 città italiane e si caratterizza, oltre

che per un design definito che consente una facile identificazione rispetto alle agenzie del Gruppo,

per un approccio molto accogliente e informale verso il cliente. Due i punti di forza nella

costruzione della relazione con il cliente: l‟ampio ricorso a personale multilingue proveniente da

paesi diversi (Marocco, Romania, Albania, Algeria, Perù, Filippine, Sri-Lanka Cina, Siria) e la

definizione di orari di sportello che meglio si avvicinano alle esigenze dei migranti, pur se lasciando

ancora scoperta la giornata di sabato (le filiali di Agenzia Tu aprono infatti dalle 10,20 del mattino

alle 14,20 e dalle 15,45 alle 18.15).

A fianco delle agenzie sul territorio Agenzia Tu si avvale di un portale dedicato dove, oltre

all‟intera gamma dei prodotti e all‟accesso all‟internet banking, è disponibile una sezione

“Eucation” con informazioni relative al sistema bancario e ai principali prodotti di base. Lo stesso

materiale è disponibile, sottoforma di una piccola guida cartacea, nelle agenzie.

L‟offerta di prodotti è molto ampia e particolarmente orientata sul lato del credito, individuato come

il principale bisogno finanziario del migrante e causa di esclusione finanziaria. L‟offerta di

finanziamento di Agenzia Tu si basa su una metodologia che consente di “prezzare” il rischio del

cliente, definendo un costo del finanziamento ritagliato sulle caratteristiche specifiche del singolo

cliente, assicurandogli così l‟accesso al credito. Appare trascurata l‟offerta dal lato del risparmio, il

conto corrente infatti è funzionale al servizio del credito, mentre non è previsto nel pacchetto di

prodotti alcun conto di deposito, prodotti di accumulo del risparmio, piani di risparmio ecc.

Manca ancora, all‟interno del modello, un meccanismo che consenta la mobilità della clientela di

Agenzia Tu verso la rete e i prodotti tradizionali del gruppo, lasciando il cliente immigrato

all‟interno di una struttura che ne facilita la bancarizzazione e l‟accesso al credito, ma che nel

progredire del processo di integrazione può apparire o essere percepito come uno strumento di

ghettizzazione.

Prodotti che costituiscono l‟offerta per il segmento migranti per Agenzia Tu:

Conto TU, conto corrente a pacchetto, con un costo fisso di 5€ mensili che offre gratuitamente

una gamma di servizi e prodotti:

- un certo numero di operazioni gratuite per trimestre (30 operazioni);

- un libretto assegni;

- spese fisse trimestrali di liquidazione;

- la domiciliazione di utenze e pagamenti periodici

Invio di Rimesse attraverso una rete di banche corrispondenti numerosa e in grado di coprire

un‟ampia gamma di paesi. È inoltre offerta la possibilità di inviare 6 rimesse gratuite nell‟arco

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dell‟anno, se effettuate via internet, per importi non superiori a 2.500€ e verso una delle banche

estere corrispondenti.

Accordi con Banche Estere corrispondenti attivi

Paese Banca corrispondente

Albania Banka Kombëtare Tregtare e Raiffeisen Bank

Brasile Banco Itaù

Costa d‟Avorio Banque de l'Habitat de Cote d'Ivoire e Bridge Bank

Ecuador Banco del Pichincha e Banco del Austro

Marocco Attijariwafa, Banque Centrale Populaire, Banque Marocaine du

commerce extérieur, Credit Immobilier et hotelier, Credit du Maroc

Filippine Allied Banking Corporation

Romania Unicredit Tiriac Bank (Gruppo UniCredit)

Senegal

Banque Regionale de Solidaritè, Caisse Nationale de Credit

Agricole du Senegal, Compagnie Bancaire de l‟Afrique Occidentale,

Sociètè Gènèrale de Banque au Senegal Fonte: dati CeSPI

Conto specchio per cittadini rumeni che lavorano in Italia. Il cittadino rumeno può infatti aprire

contestualmente al conto presso Agenzia Tu un conto corrente dedicato presso la Tyriac Bank,

banca rumena appartenente al Gruppo Unicredit. I due conti correnti, che a scelta possono

funzionare sia in Euro che in Ron, consentono un‟operatività su entrambi i paesi, maggiore

semplicità nel trasferimento di fondi e l‟accesso all‟intera rete di sportelli e ATM di entrambe

le banche sul territorio italiano e rumeno.

Programma assicurativo Assistenza Tu. Si tratta di un prodotto assicurativo che prevede un

sistema di coperture ad ampio raggio. Al tradizionale pagamento delle spese di viaggio

sostenute per rientrare al paese di origine in caso di morte di un familiare si aggiunge la

copertura delle spese di viaggio per un familiare che viene in Italia per assistere il titolare del

conto corrente in caso di lungo periodo di degenza ospedaliera e assistenza informativa per

certificati, documenti di lavoro e pratiche burocratiche,

Carte di debito e di credito:

- fino a 2 carte bancomat (Cash Tu) per ogni correntista

- 1 carta prepagata (UnicreditCard Click Tu)

- una carta revolving (Money Tu)

Internet banking

Portale web dedicato con area e guida education

La disponibilità di materiale informativo in 8 lingue: italiano, inglese, spagnolo, francese,

arabo, albanese, rumeno, cinese.

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Prestiti e mutui che coprono diverse esigenze, dai finanziamenti alle piccole spese, all‟acquisto

di beni durevoli o della casa, all‟avvio di piccole attività economiche. Il prezzo del prodotto è

commisurato al rischio del singolo richiedente. Di seguito uno schema dei principali prodotti di

credito offerti

CATEGORIA PRESTITI PERSONALI

Prestito TU

Finalità Acquisto beni durevoli (auto, arredamento) e spese mediche o spese impreviste

Importi Min 2.000€ – Max 15.000€

Durata minimo 24 mesi - massimo 60 mesi

Tasso fisso

Polizza assicurativa facoltativa

Compact TU

Finalità Rimborso prestiti precedentemente contratti

Importi Min 2.000€ – Max 15.000€

Durata minimo 24 mesi - massimo 60 mesi

Tasso fisso

Polizza assicurativa facoltativa

Cessione del quinto dello stipendio (solo per lavoratori a tempo indeterminato)

Finalità

Importi 1/5 dello stipendio netto. Importo massimo: 4.600€

Durata minimo 24 mesi - massimo 60 mesi

Tasso fisso

Polizza assicurativa protezione del prestito in caso di eventi definitivi (morte)

CATEGORIA MUTUI

Mutuo TU Opzione Sicura

Finalità Acquisto prima casa

Importi Min 80.000€ e Max 200.000€

Durata Da 5 a 30 anni con possibilità di allungamento di ulteriori 5 anni

Tasso Misto

Polizza assicurativa Copertura incendio/scoppio obbligatoria sull'immobile oggetto di garanzia

ipotecaria

Mutuo TU 80

Finalità Acquisto prima casa

Importi fino ad un massimo di 200.000€ e all‟80% del costo dell‟immobile

Durata Fino a 30 anni

Tasso Fisso o variabile (a scelta)

Polizza assicurativa

Copertura incendio/scoppio obbligatoria sull'immobile oggetto di garanzia

ipotecaria. Altre forme assicurative a tutela della famiglia e dei richiedenti il

mutuo non obbligatorie

Mutuo TU all jobs (rivolto a lavoratori atipici)

Finalità Acquisto prima casa

Importi fino ad un massimo di 200.000€ e all‟80% del costo dell‟immobile

Durata fino a 30 anni in caso di tasso variabile e massimo 20 anni per tasso fisso

Tasso Fisso o variabile (a scelta)

Polizza assicurativa

Copertura incendio/scoppio obbligatoria sull'immobile oggetto di garanzia

ipotecaria. Altre forme assicurative a tutela della famiglia e dei richiedenti il

mutuo non obbligatorie

CATEGORIA PRESTITI PICCOLE IMPRESE E DITTE INDIVIDUALI

Fido TU

Finalità Acquisto di beni materiali (macchinari, auto) e immateriali o per aumentare le

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scorte del magazzino

Importi Min 10.000€ – Max 30.000€

Durata Minimo 12 mesi - massimo 36 mesi

Tasso Fisso o variabile (a scelta)

Polizza assicurativa Polizza assicurativa facoltativa che garantisce l‟estinzione del debito residuo in

caso di morte del Mutuatario/Assicurato

GRUPPO BANCA INTESA

Banca Intesa costituisce un esempio di modello di migrant banking diverso, che negli anni si è

modificato anni sulla base dell‟evoluzione del rapporto con i clienti migranti. Intesa è uno degli

operatori bancari più diffusi sul territorio nazionale e con un elevato numero di clienti immigrati.

Oggi un nuovo cliente su cinque è un cittadino immigrato. L‟approccio al migrant banking del

Gruppo bancario è infatti passato da un‟offerta dedicata, che comprendeva una serie di prodotti di

prima bancarizzazione disegnati e finalizzati alla clientela immigrata (con un servizio di call-center

multilingue e un piano di marketing definito), ad un‟offerta molto mirata sul tema del trasferimento

del denaro che risponde ad un bisogno molto specifico di questo segmento di clientela.

L‟esperienza maturata nel rapporto con i propri clienti in questi anni ha fatto emergere il forte

bisogno di una banca che non sia escludente e che faccia sentire il migrante come un cittadino

italiano. Allo stesso modo il tema del trasferimento del risparmio è apparso come fortemente

caratterizzante questo segmento di clientela, a fronte di un‟inadeguatezza dei prodotti bancari

tradizionali.

L‟offerta canalizzata attraverso la rete tradizionale della banca (Banca dei Territori) si caratterizza

quindi per una generale indifferenziazione del cliente migrante rispetto alla clientela tradizionale ad

esclusione di due prodotti specificatamente strutturati che rispondono a due esigenze specifiche

della clientela immigrata: l‟invio di rimesse e la relazione con la banca. La strategia di migrant

banking del Gruppo Intesa Intesa si così è sviluppata su due filoni principali:

un prodotto di inclusione finanziaria, caratterizzato da semplicità e costi molto contenuti e da

un‟operatività molto limitata, che ha trovato nella Carta Superflash (una carta-conto,

prepagata, ricaricabile) lo strumento più adeguato e apprezzato dagli immigrati. La carta è

dotata di IBAN che ne consente un‟operatività di base molto simile a quella di un conto

corrente con costi molto ridotti: un canone annuo di 9,90€ (il primo anno successivo

all‟emissione il canone è gratuito), la ricarica gratuita se effettuata in contanti presso uno

sportello, l‟operatività on-line. È allo studio la realizzazione di una “carta gemella”, ossia di

una carta emessa in duplice copia che consente al cliente un‟operatività in Italia e di spedire la

copia gemella ai familiari nel paese di origine per un utilizzo contestuale;

una strategia di posizionamento sul mercato del trasferimento del denaro all‟estero attraverso

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- un prodotto specifico (GetMoney to Family) e una fitta rete di relazioni con banche

corrispondenti nei paesi di destinazione del denaro per la gestione dei flussi nei corridoi

già banca rizzati;

- un accordo con un operatore di Money Transfer (Western Union) per la gestione dei

flussi nei corridoi non ancora banca rizzati, assicurando quella capillarità sui territori di

destinazione che gli operatori bancari esteri non sono in grado di assicurare. L‟accordo

consentirà inoltre di sviluppare in modo integrato tutti i canali di gestione degli ordini,

dal mobile banking, all‟internet banking alla rete degli ATM.

Il servizio GetMoney to Family, servizio di trasferimento delle rimesse di Intesa si basa su specifici

accordi con banche corrispondenti in 18 paesi che rappresentano i principali gruppi etnici presenti

nel nostro paese.

Accordi con Banche Estere corrispondenti attivi

Paese Banca corrispondente

Albania Intesa San Paolo Bank of Albania

Bangladesh Prime Bank Limited

Brasile Banco do Brasil

Bulgaria DSK BANK

Ecuador Banco del Pacifico

Egitto Bank of Alexandria

Filippine Bank of the Philippine Islands

India Icici Bank

Mali Banque de l.Habitat du Mali

Marocco Banque Marocaine du Commerce Exterieure

Moldavia Moldova . Agroindbank e Eximbank

Perù Banco Continental

Romania Intesa Sanpaolo Bank Romania

Serbia Banca Intesa Beograd

Serbia Banca Intesa Beograd

Tailandia TMB . BANK

Tunisia Banque Internationale Arabe en Tunisie

Ucraina Privatbank, Okrsotbank

Vietnam VietinBank

Fonte: dati CeSPI

Attraverso GetMoney to Family il destinatario può ricevere il denaro direttamente sul proprio conto

corrente (se cliente di una delle banche corrispondenti) o può prelevarli in contanti. Il prodotto

assicura tempi di esecuzione e costi certi, attraverso la definizione di commissioni definite ex ante e

a disposizione del cliente all‟interno del foglio informativo, che si differenziano a seconda che il

ricevente sia cliente o meno della banca corrispondente. Riguardo alla tempistica di esecuzione del

trasferimento è previsto che la rimessa sia disponibile il giorno lavorativo successivo o al massimo

il secondo giorno successivo, a seconda dell‟orario di invio. È previsto anche un importo massimo

di invio per singola transazione di 5.000€.

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Uno strumento ulteriore nella gestione del rapporto con la clientela immigrata, che si è fortemente

radicato nel tessuto locale e che è ora in fase di revisione complessiva, è costituito dai Multiethnic

Point. Si tratta di luoghi fisici, creati all‟interno delle filiali (attualmente sono presenti nelle città di

Torino, Padova, Venezia, Pescara e Poggiomarino-Napoli), dove personale specializzato con

conoscenze linguistiche è a disposizione del cliente immigrato per fornire informazioni e

consulenza in lingua. In questo modo si cerca di gestire la relazione con il cliente immigrato a

partire dalla ricerca di una soluzione a due delle principali barriere all‟accesso in banca, l‟ostacolo

linguistico, particolarmente sentito per chi si trova in una prima fase di integrazione in Italia e per

particolari nazionalità di provenienza, e quello legato alla necessità di un adeguato

accompagnamento nel primo approccio con la banca e nella conoscenza dei principali prodotti e

della contrattualistica. All‟interno di questi punti informativi sono disponibili materiali in otto

lingue.

Completa il quadro degli interventi a sostegno dell‟inclusione finanziaria dei migranti un‟iniziativa,

Progetto Imprenditori Immigrati, in collaborazione con la Provincia di Milano, la Fondazione

Antiusura e la Fondazione Ethnoland, finalizzata all‟accompagnamento degli immigrati nell‟avvio

di attività imprenditoriali, agevolandone l‟accesso al credito tramite un fondo mutualistico di

garanzia che si autoalimenta attraverso la stessa attività.

EXTRABANCA

Completamente innovativo nel panorama italiano è invece la creazione della prima banca

interamente dedicata ai cittadini immigrati. A differenza di altri modelli adottati all‟interno del

sistema bancario italiano, Extrabanca è un istituto bancario a tutti gli effetti, fondato con la

partecipazione della Fondazione Cariplo, delle Assicurazioni Generali e di diverse imprese di

medio-grandi dimensioni attive in diversi settori, che si propone in modo esplicito come punto di

riferimento per rispondere alle esigenze specifiche delle comunità di immigrati in Italia. Attraverso

un dialogo con le comunità, facilitato da uno staff multiculturale, proveniente da 11 nazionalità

diverse, la banca cerca di disegnare prodotti e servizi partendo dalle specificità dei bisogni di questo

segmento di clientela. Si è venuto così a creare un portafoglio prodotti particolarmente ampio e

completo, che copre tutte le esigenze finanziarie sia dal lato del risparmio che del credito e dei

servizi di monetica e di pagamento internazionali, attraverso prodotti disegnati a partire da diversi

profili di conoscenza e utilizzo degli strumenti bancari. Viene quindi riconosciuta l‟esistenza, sin

dalla fase di definizione dei prodotti, di profili finanziari diversi dei migranti.

Il sito di extrabanca è disponibile in 4 lingue: italiano, inglese, francese e spagnolo) e ad oggi è

attivo un solo sportello della banca, a Milano.

L‟offerta di Extrabanca è composta da:

Conti Correnti

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Extrazero: conto corrente a canone zero che prevede una serie di servizi gratuiti (carta

bancomat internazionale, accredito dello stipendio, prelievi bancomat presso la rete e

versamenti allo sportello) e il pagamento dei servizi aggiuntivi in funzione del loro

utilizzo. Tipico per una clientela caratterizzata da un utilizzo standard del conto corrente.

Extrapass: conto corrente pensato per chi non ha ancora un permesso di soggiorno perché

in attesa di rinnovo o di regolarizzazione (avendo presentato regolare richiesta) e prevede

un‟operatività molto limitata. Il conto non prevede strumenti di monetica, ma solo un

numero di operazioni illimitate allo sportello ad un canone annuo di 36€

Extratutto: conto corrente a pacchetto con un canone annuo di 60€, pensato per una

clientela che utilizza il conto corrente in modo ordinario. Il conto prevede una serie di

servizi gratuiti fra cui il servizio di internet banking, una carta bancomat internazionale, 24

prelievi su altre banche, un libretto assegni, accredito dello stipendio e domiciliazione delle

utenze, bonifico friendly.

Accumulo e gestione del risparmio

Extrakids: un libretto di risparmio nominativo che riconosce un tasso annuo di interesse

lordo del 3% e la piena libertà di movimentazione. Non è prevista alcuna penale in caso di

prelievo anticipato delle somme.

Extrarisparmio: un libretto di risparmio vincolato nominativo che riconosce un tasso di

interesse commisurato alla durata del vincolo: il 3% annuo lordo per la quota parte

vincolata a un anno e il 3,5% annuo lordo per la quota parte vincolata a 36 mesi. Costi di

gestione annuali previsti: 8€ e nessun interesse corrisposto in caso di prelievo delle somme

invia anticipata.

Extrafree: un libretto di risparmio libero, senza alcun vincolo temporale. Il tasso di

interesse riconosciuto è in funzione delle somme versate: fino a 25.000 il tasso annuo lordo

è del 2% e oltre tale importo scende all‟1%. Nessun costo annuale previsto.

Monetica e carte di pagamento

Extrabancomat: carta di pagamento internazionale, con copertura assicurativa e servizio di

messaggistica alert;

Extraprepaid: carta di debito ricaricabile, valida sui circuiti di pagamento internazionali.

Offre una copertura assicurative e prevede limiti di ricarica e di utilizzo pari a 3.000€

mensili. Ha un costo di emissione di 30€ e costi di ricarica di 5€ per la prima ricarica e 3€

o il 2% per le ricariche successive. Commissione di prelievo presso ATM: 1,5€

Extraclassic: carta di credito classica. Offre una copertura assicurative e prevede limiti di

utilizzo fissati al momento dell‟emissione (da 500€ a 5.000€ mensile). La quota annuale è

fissata a 52€.

Extragold: è la carta di credito disegnata per una clientela con esigenze di pagamento

maggiori. Prevede limiti di utilizzo maggiori ( e una quota annuale di sottoscrizione pari a

100€.

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Invio di denaro all‟estero

Extrafriendly: si tratta di un servizio di invio delle rimesse tramite canale bancario con

addebito diretto dal conto corrente. Il servizio prevede un limite di invio per singola

operazione di 2.500€. L‟accordo con banche convenzionate estere prevede che la banca

ricevente contatti il beneficiario per il ritiro del denaro presso lo sportello a lui più

vicino.

Finanziamenti

Extramutuo: mutuo per l‟acquisto della prima casa, rivolto sia a lavoratori autonomi che

dipendenti. Prevede due soluzioni, una a tasso fisso e durata massima 20 anni e una

seconda a tasso variabile con una durata massima di 25 anni. Spese di istruttoria: 500€

Extraprestito: prestito personale rivolto anche a lavoratori con contratti atipici. Sono

previste diverse tipologie che rispondono ad esigenze finanziarie diverse (nuovi

finanziamenti distinti per diverse tipologie di importi, consolidamento debiti precedenti)

Non prevede garanzie e può essere concesso per importi minimi di 2.500€ fino ad un

massimo di 30.000€. La durata è compresa fra un minimo di 24 mesi ad un massimo di

84 mesi.

Extra@home: si tratta di un prodotto finalizzato all‟acquisto della casa nel proprio paese

di origine. Un finanziamento da un minimo di 25.000€ ad un massimo di 50.000€

rimborsabile in un arco temporale compreso fra i 5 e i 10 anni con tasso fisso (11%) e

rate fisse. Costi di istruttoria pari al 2,5% dell‟importo con un massimo di 1.000€.

Extraviaggio: formula di credito al consumo finalizzato all‟acquisto di un biglietto aereo

andata e ritorno o di un pacchetto di soggiorno. L‟importo finanziabile è compreso fra un

minimo di 600€ ad un massimo di 4.000€ rimborsabili in rate da 6 o 12 mesi. È richiesta

un‟anzianità lavorativa minima e un periodo di residenza minima in Italia di 2 anni.

Tasso fisso, senza garanzie

A questi prodotti rivolti alla clientela privata si sommano una serie di prodotti rivolti all‟attività

imprenditoriale sia profit che no-profit:

Il conto corrente Extraimpresa, rivolto alle piccole-medie imprese, commercianti e liberi

professionisti. Prevede un canone di 15€ mensili che comprende l‟internet banking, la

carta di credito e una serie di servizi di pagamento legati all‟attività d‟impresa (pagamenti

F24, F23, AMV, RAV ecc..). Il conto corrente Extranoprofit, dedicato alle aziende no-

profit

La carta di credito Extracorporate, con una quota annua di iscrizione massima di 100€

Il finanziamento Extraprestito, per un importo da definire in funzione delle esigenze del

richiedente, fino ad un massimo di 100.000€ e una durata compresa fra i 6 e gli 84 mesi. È

prevista sia l‟opzione a tasso fisso che quella a tasso variabile. Costi di istruttoria compresi

fra i 100€ e i 500€. Garanzia prevista: accollo.

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VENETO BANCA

All‟interno del panorama italiano il Gruppo Veneto Banca rappresenta un altro modello di

approccio al segmento di clientela migrante che si fonda su due punti cardine principali:

l‟identificazione di un target specifico di clientela predominante nel contesto territoriale sulla base

della nazionalità e la scelta di una strategia di internazionalizzazione del gruppo a partire dalle

nazionalità individuate.

Fortemente radicato nel Trevigiano e presente in Friuli Venezia Giulia, Puglia e Basilicata, il

Gruppo Veneto Banca ha infatti identificato nei paesi dell‟Est il principale bacino di utenza di una

bancarizzazione dei residenti stranieri presenti sul proprio territorio e di un‟offerta adeguata ai

bisogni finanziari specifici espressi da questa clientela. Sulla base di questa scelta ha avviato un

processo di espansione e di internazionalizzazione del gruppo attraverso 4 banche in altrettanti paesi

confinanti: Albania, Moldavia, Croazia e Romania. Il modello di sviluppo è particolarmente

interessante perché costituisce uno dei pochi casi nel sistema bancario italiano in cui la presenza

significativa di alcune nazionalità di migranti ha costituito uno stimolo per la banca ad avviare un

processo di iternazionalizzazione, a conferma che la bancarizzazione dei migranti può costituire un

incentivo e un‟opportunità importante anche in questa direzione. Il Gruppo Veneto Banca si trova

così ad operare nei quattro paesi indicati attraverso altrettante banche controllate:

Banca Italo Romena S.p.A. (in Romania)

Exibank S.p.A. (in Moldavia)

Veneto Banca d.d. (in Croazia)

Veneto Bank Sh.a (in Albania)

A partire dalla presenza in questi paesi, il Gruppo ha così potuto strutturare una serie di prodotti

specifici in grado di poter rispondere in modo puntuale ed efficace alle esigenze finanziarie espresse

dai migranti residenti in Italia e provenienti dai quattro paesi. Si tratta di un‟offerta molto mirata,

ma che, grazie alle banche del Gruppo presenti nei diversi paesi, consente condizioni e opportunità

difficilmente sviluppabili (se non a costi necessariamente molto elevati) all‟interno dei tradizionali

accordi di corrispondenza fra banche italiane e banche estere.

Alla base dell‟offerta c‟è un conto corrente Conto Senza Frontiere, rivolto ai cittadini

rumeni, albanesi, croati e moldavi residenti in Italia. Il conto, pensato per una clientela

standard e un utilizzo medio, prevede un canone annuo di 36€ che comprende una serie di

servizi gratuiti, come due carte di debito ricaricabili valide sia sul circuito nazionale che su

quello internazionale, 120 operazioni gratuite, operatività on-line e soprattutto la possibilità

di effettuare trasferimenti di denaro sul proprio conto nel presso la banca del Gruppo nel

paese di destinazione a costo zero. Il conto consente così una piena operatività su entrambi i

paesi.

L‟acquisto di una casa nel paese di origine o la ristrutturazione dell‟abitazione dei familiari

costituisce un‟altra esigenza primaria espressa dai migranti. Il prodotto Mutuo Senza

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Frontiere risponde a questa esigenza attraverso la concessione di un mutuo da parte della

banca italiana che può essere utilizzato per l‟acquisto o la ristrutturazione in Romania. La

durata è compresa fra i 5 e i 15 anni e il valore mutuabile è al massimo l‟80% del valore di

perizia dell‟immobile, comunque non superiore a 100.000€. Il tasso è variabile. La

problematica relativa all‟emissione di un mutuo in Italia a fronte di un bene acquisito in un

paese estero (su cui far valere la garanzia ipotecaria) è stato risolto attraverso l‟emissione di

un prestito chirografario da parte di Veneto Banca nei confronti del migrante richiedente. A

sua volta la banca del Gruppo estera emette una “letter of guarantee” in valuta locale pari al

100% dell‟importo erogato, a fronte della concessione di un‟ipoteca volontaria da parte del

cliente stesso.

Sovvenzione Senza Frontiere è invece un prodotto studiato a sostegno della creazione o

dell‟ampliamento di attività imprenditoriale valido solo in Romania. La procedura di

valutazione del merito di credito viene svolta in Italia, mentre il monitoraggio del prestito e

l‟attività di consulenza e assistenza viene gestita dalla banca nel paese estero. Il credito può

essere emesso per un importo minimo di 100.000€ e massimo di 150.000€, ad un tasso

variabile. Il prestito può essere erogato sia in Euro o in valuta locale, applicando il cambio

legato al Bubor.

Infine al fine di garantire un‟adeguata capillarità e copertura del territorio di destinazione dei

flussi finanziari verso i paesi di origine il Gruppo ha avviato una politica di investimento

finalizzata all‟installazione di nuovi punti ATM nelle aree rurali, ampliando così la

possibilità di utilizzo delle carte e di accesso ai servizi di pagamento.

BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO (BCC)

Le BCC costituiscono nel panorama del sistema bancario italiano un soggetto che presenta

specificità e caratteristiche che lo rendono unico e interessante anche in un‟ottica di inclusione

finanziaria. Il sistema delle BCC è infatti caratterizzato da un numero significativo di oltre 400

banche di piccole o piccolissime dimensioni, con quasi un milione di soci e distribuite in oltre 2.500

comuni33

. Le BCC italiane sono organizzate a livello territoriale (attraverso Federazioni locali) e a

livello nazionale attraverso due strutture: la Federazione nazionale (Federcasse) che svolge un ruolo

di governo e di rappresentanza del mondo del credito cooperativo e ICCREA Holding, una banca

che offre una serie di servizi operativi centrali a supporto delle singole BCC. Ogni banca, sul

proprio territorio di riferimento, è libera di agire in piena autonomia, realizzando strategie e prodotti

in maniera autonoma, con la possibilità di distribuire anche i prodotti creati a livello centrale.

33

Fonte: sito ufficiale del Credito Cooperativo, dati aggiornati al 2008.

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La specificità del modello delle BCC non risiede soltanto nel modello aggregativo e di governance,

ma soprattutto nel particolare rapporto che le banche hanno sviluppato con il territorio e nel fine

mutualistico che le contraddistingue come cultura e come funzionamento.

Nate in ambito rurale, grazie alla struttura giuridica cooperativa e il livello associativo nazionale,

che ne ha garantito l‟autonomia e ne ha difeso le specificità, le BCC hanno mantenuto dimensioni

molto contenute e fortemente connesse al territorio. Le dimensioni ridotte, la cultura e la finalità

mutualistiche hanno facilitato il rapporto con il territorio, realizzando quel collegamento con le

realtà locali che ne hanno sempre contraddistinto la storia. L‟obbligo di destinare gli utili per attività

di interesse sociale, così come la partecipazione attiva dei soci, clienti delle cooperative, alla vita

della banca, costituiscono importanti strumenti per creare e rafforzare quel legame di fiducia che

abbiamo visto costituisce un ingrediente fondamentale anche all‟interno del processo di

bancarizzazione e di integrazione dei migranti. Spesso le BCC sono molto proattive nel rispondere

alle esigenze delle associazioni e delle comunità di migranti presenti sul proprio territorio. La

dimensione ridotta ne ha però spesso limitato la possibilità di rispondere alle esigenze

transnazionali, non avendo la forza contrattuale e l‟expertise necessarie per stipulare accordi

internazionali con controparti estere in modo particolare per il trasferimento del risparmio.

All‟interno del panorama delle BCC esiste un pluralità e un‟ampia variabilità di iniziative a favore

della clientela migrante, difficilmente classificabili e rappresentabili, generalmente basate

sull‟offerta di un conto corrente dedicato a cui si aggiungono una serie di prodotti specifici.

Esistono però alcune iniziative realizzate a livello nazionale, tramite la Holding ICCREA banca e

alcune buone pratiche interessanti da parte di alcune BCC particolarmente attive in tema di

inclusione finanziaria.

A livello centrale, sono stati infatti realizzati due prodotti rivolti alla clientela migrante. Un primo

prodotto, denominato “Bonifico Friendly” è finalizzato alla gestione delle rimesse. Attraverso la

stipula di accordi interbancari fra ICRREA Holding e corrispondenti estere, Bonifico Friendly

consente di trasferire il risparmio attraverso il canale bancario a costi ridotti e senza la necessità per

il beneficiario di essere titolare di un conto corrente. Il prodotto consente di trasferire il denaro ad

una commissione fissa di 9€ presso le principali banche di Senegal, Filippine, Sri Lanka, Ecuador,

Perù, Ghana, Marocco, Moldavia, Argentina, Brasile, Cina, Bangladesh, Tunisia, Ucraina, Albania,

per un importo massimo di 2.500€. Le rimesse verso l‟Ecuador, grazie al Progetto Microfinanza

Campesina, non prevedono invece nessuna commissione.

Un secondo prodotto riguarda invece il sostegno del migrante nell‟avvio e nella gestione della

propria attività di impresa, spesso principale canale di integrazione economica e sociale. Il Leasing

Etico rappresenta una formula innovativa studiata per promuovere e sostenere progetti di contenuto

etico attraverso facilitazioni e procedure speciali. Primo prodotto di leasing a livello nazionale,

finalizzato al sostegno dello sviluppo solidale costituisce, per le sue caratteristiche, un prodotto

applicabile e particolarmente in linea con le esigenze e le caratteristiche della clientela immigrata.

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Complementare alle operazioni e ai finanziamenti delle Banche di Credito Cooperativo, consente un

accesso privilegiato per acquistare sia beni strumentali che autoveicoli e furgoni.

Il rapporto privilegiato che le BCC hanno costruito nel tempo con le realtà dell‟associazionismo

migrante nel nostro paese è stato il punto di partenza per l‟avvio di un progetto innovativo di

cooperazione e interconnessione transfrontaliera fra sistemi finanziari. Il progetto Microfinanza

Campesina in Ecuador, nato dall‟iniziativa di alcune BCC e successivamente adottato a livello di

sistema nazionale, secondo il classico metodo bottom-up, tipico del sistema cooperativo, ha

suscitato interesse e riconoscimento tra i diversi organismi di cooperazione multilaterale.

Basato sull‟inclusione finanziaria, quale strumento di valorizzazione delle risorse dei migranti e di

interconnessione e scambio fra i sistemi finanziari di Italia e Ecuador, il progetto prevede la il

rafforzamento della rete di strutture finanziarie locali denominate CODESARROLLO34

, ispirata

alle finalità mutualistiche del credito cooperativo, in grado di offrire servizi finanziari nei territori

ad elevata incidenza di emigrazione urbana e rurale. Finalità di Codesarrollo è l'erogazione di

microcredito agli strati marginali della popolazione, ai campesinos, agli indios per il sostegno

all‟avvio di attività produttive di trasformazione dei prodotti agricoli. Il progetto di sostegno da

parte delle BCC a Codesarrollo, ed al sistema nascente di casse rurali, si realizza su più livelli:

un coinvolgimento diretto da parte delle BCC italiane fornendo sostegno finanziario diretto

(sottoforma di sottoscrizione di quote sociali delle consorelle ecuadoriane) , consulenza e

trasferimento di Know how;

un coinvolgimento del movimento nazionale del credito cooperativo, soprattutto per quanto

riguarda gli aspetti più istituzionali;

un sostegno dei produttori attraverso la rete del commercio equo e solidale ed i progetti

collegati di sviluppo;

una dimensione educativa alla finanza etica e di attivazione di nuove forme di solidarietà.

GRUPPO UBI BANCA

Il Gruppo UBI banca, nato nel 2007 dalla fusione tra il Gruppo BPU Banca e il Gruppo Banca

Lombarda e Piemontese, costituisce un altro caso studio interessante in quanto ha di recente avviato

una propria strategia di inclusione finanziaria dei migranti che siamo in grado qui di tratteggiare

solamente nelle sue linee essenziali in quanto manca ancora di una sua piena implementazione e

soprattutto di un rodaggio necessarie per fare alcune prime valutazioni.

Il caso di UBI è comunque interessante perché fino ad oggi, nonostante una presenza significativa

nelle principali aree di residenza dei cittadini stranieri in Italia era l‟unico dei primi cinque gruppi

34

Una cooperativa di risparmio e credito diretta dall‟italiano Bepi Tonello e fondata dall‟ONG FEPP-Fondo

Ecuatoriano Populorum Progressio.

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58

bancari italiani a non aver ancora sviluppato una propria strategia specifica per la clientela

immigrata35

. Se da un lato questa evidenza costituisce una debolezza dal punto di vista della nostra

analisi, dall‟altro rende il caso interessante proprio per la possibilità di inserire il progetto

all‟interno di un processo di ricerca e sviluppo di prodotti e servizi per i migranti che è stato

formalmente adottato dal piano strategico della banca come una delle linee di investimento per i

prossimi anni, aprendo spazi di dialogo a tutto campo.

Il Gruppo bancario non era estraneo ad esperienze in questo campo, infatti, già nel 2003 la Banca

Popolare di Bergamo aveva avviato un progetto specifico, denominato Progetto “Welcome”

attraverso la creazione di uno sportello “pilota” (posizionato in un‟area della città di Bergamo ad

alta concentrazione di presenza/transito di immigrati) con l‟obiettivo di fornire accoglienza e

consulenza e comprendere le esigenze e le difficoltà alla base del rapporto banca-immigrato.

Dall‟esperienza pilota era nata una linea di prodotti e servizi dedicati “InItaly” (conti correnti di

base, trasferimento del denaro all‟estero, prestiti personali, mutui casa e polizze assicurative e

fideiussorie per l‟ottenimento dei visti, una carta ricaricabile) finalizzati all‟inclusione finanziaria

dei migranti. A fianco di queste iniziative era stato avviato un programma rivolto ai dipendenti

incentrato sui temi della conoscenza e della comunicazione interculturale, creando così i

presupposti per una migliore accoglienza dei cittadini immigrati nelle filiali. Il progetto si collocava

all‟interno di una modalità di approccio a questo segmento di clientela attraverso l‟offerta di un

pacchetto di prodotti e servizi dedicati che individuavano nelle esigenze di economicità e semplicità

i due elementi determinanti.

La riorganizzazione e la ridefinizione del Gruppo a seguito della fusione e il conseguente

importante ampliamento della rete delle filiali, ha comportato la sospensione del progetto e una

completa revisione della strategia di migrant banking per la definizione di una rinnovata strategia

unitaria, che è parte del piano strategico aziendale, tenendo conto delle esperienze fatte e delle

esigenze riscontrate su questo segmento di clientela, attraverso un processo che ha coinvolto diverse

strutture del Gruppo.

All‟interno della nuova strategia ha un ruolo importante per l‟inclusione finanziaria dei migranti

PerMicro, società specializzata nel microcredito con cui UBI Banca ha stretto un forte legame

anche attraverso l‟acquisizione di una partecipazione azionaria.

La novità del modello realizzato da UBI, che è ancora in fase di start-up, sta proprio nella creazione

di sinergie fra la realtà bancaria e quella del microcredito. Due realtà diverse sia per target di

clientela a cui si rivolgono e sia in termini di cultura, approccio al cliente e in generale alle sue

caratteristiche di “bancabilità”. In questo modo la banca affida ad un soggetto specializzato, che ha

competenze e strumenti adeguati e soprattutto minori vincoli legati all‟attività bancaria tradizionale,

il processo di bancarizzazione di quel segmento di clientela migrante che non è ancora bancarizzato

35

Come vedremo esisteva un‟offerta dedicata al segmento di clientela migrante, che mancava però di una strategia più

ampia e che era stata sospesa a seguito della ristrutturazione del Gruppo.

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per una serie di motivi che si sovrappongono: difficoltà di accesso alla banca dovuto a diffidenza,

scarsa cultura bancaria, livelli reddituali insufficienti, maggiore precarietà in termini di condizioni

lavorative o di integrazione scoiale in generale. Il migrante trova in PerMicro un soggetto

specializzato nell‟inclusione finanziaria, in grado di fornire, insieme alle competenze specifiche del

microcredito, quel bagaglio relazionale e di consulenza necessario ad avviare un rapporto con un

ente o un prodotto finanziario.

Per Micro offre prodotti di microcredito sia per finalità imprenditoriali e sia per finalità legate alle

esigenze familiari, dove al richiesta di prestito è supportata dalla presentazione della rete sociale

(associazione, parrocchia, gruppo etnico, agenzia territoriale) che fornisce le referenze sul

richiedente e da un processo di assistenza nella fase di concessione del credito e in quella successiva

di avvio di un‟attività per quanto riguarda il credito imprenditoriale. In questo modo l‟attività di

valutazione del merito di credito può basarsi su un patrimonio relazionale e non solo su garanzie

reali o su modelli quantitativi che la banca tradizionale non è in grado di valutare e valorizzare.

Per Micro svolge quindi un ruolo di primo accesso ai servizi finanziari e di accompagnamento

dell‟immigrato in banca, anche attraverso alcuni “corner” dedicati all‟interno di alcune filiali del

Gruppo dove l‟istituzione di microcredito è presente con propri operatori. La banca si inserisce

all‟interno di questo processo offrendo un canale privilegiato di invio delle rimesse. Attraverso un

accordo con un Money Transfer Operator, il nuovo cliente può così approcciarsi alla banca

utilizzando uno strumento efficace ed efficiente di invio del denaro, che garantisce capillarità nel

paese di origine e certezza nei costi e nei tempi. La banca si propone così attraverso un servizio

riconosciuto come rilevante per gli immigrati e adeguato alle loro esigenze. A fianco di questo

strumento di invio il Gruppo ha poi sviluppato una serie di accordi con banche nei paesi di

destinazione in grado di soddisfare esigenze di trasferibilità del risparmio più complesse e ampie

(l‟accordo con il Money Transfer Operator prevede infatti un limite di importo finalizzato a

circoscrivere l‟utilizzo di questo canale alle rimesse legate ad un sostegno ordinario alle famiglie di

origine), rafforzando i legami con i sistemi finanziari in loco. Interessante da questo punto di vista

appare un accordo con una banca Bielorussa che prevede l‟applicazione di una clausola “our”

(addebito di una commissione unica al momento dell‟invio, comprensiva sia della commissione

riconosciuta alla banca inviante sia di quella della banca ricevente che viene riconosciuta

successivamente da UBI), dando certezza a due delle tre principali componenti di costo e la

possibilità, per il ricevente, di ricevere il denaro direttamente in euro (in cash) o di aprire un conto

in valuta denominato in euro presso la banca ricevente. In questo modo il ricevente ha la possibilità

di cambiare il denaro al tasso più conveniente, al momento opportuno e di avere un conto in euro. Il

proseguimento di questa strategia, se opportunamente valorizzata, potrà consentire al Gruppo di

rispondere a quell‟esigenza di servizi e prodotti finanziari transnazionali in grado di consentire una

valorizzazione e un‟allocazione delle risorse economiche del migrante che ancora oggi in Italia non

riesce a trovare formule adeguate al di là del puro trasferimento del denaro.

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I due strumenti di prima bancarizzazione (PerMicro) e di primo accesso in banca (servizio di invio

delle rimesse) costituiscono solo il primo passo di un processo di inclusione finanziaria del migrante

che si fonda su tre linee strategiche specifiche:

un processo di collegamento e di contatto diretto con le comunità dei migranti, quali

principali veicoli per ascoltare i bisogni finanziari, costruire un rapporto di fiducia e,

attraverso il meccanismo del passaparola, avvicinare le comunità alla banca

la scelta di modellare l‟intervento non tanto alla clientela immigrata indistinta, considerata

come un soggetto omogeneo, ma sulla base delle caratteristiche e delle specificità delle

nazionalità più rilevanti nei singoli territori in cui opera la banca. Un processo di selezione

e di segmentazione della clientela quindi su base territoriale

l‟individuazione, all‟interno dei prodotti offerti dalla banca, degli strumenti e dei servizi di

volta in volta più adeguati alle esigenze della clientela, adeguandone, quando necessario, le

condizioni alle caratteristiche specifiche della clientela di riferimento (in particolare le

condizioni di accessibilità economica rispetto alle quali la clientela immigrata appare

particolarmente sensibile)

BOX 2 – CASI STUDIO DI BANCHE FRANCESI

Dal lato dell‟offerta delle banche nei confronti della popolazione immigrata, l‟indagine svolta presso gli

operatori bancari francesi ha permesso di individuare cinque casi di studio, suddivisibili in due tipologie:

a) banche specializzate nell‟offerta ai clienti migranti;

b) banche appartenenti a gruppi internazionali e che offrono una gestione transnazionale del conto.

Banche specializzate nell‟offerta ai clienti

I primi due casi di studio si riferiscono alla prima tipologia di offerta. In Francia, alcune banche si sono

inserite nel segmento del migrant banking fornendo una serie di servizi esclusivamente dedicati ai

migranti. Altre, oltre a creare una società controllata per offrire il servizio di trasferimento delle rimesse

e specializzarsi in questa attività, hanno individuato una strada per ampliare il proprio bacino di clientela

attraverso la creazione di partnership con banche africane interessate ai connazionali all‟estero. Le

banche africane, dal canto loro, non potendo contare su risorse a sufficienza per seguire i propri

connazionali all‟estero attraverso l‟apertura di una rete di agenzie nei principali paesi di destinazione

dell‟emigrazione, hanno trovato un forte incentivo a ricercare partner in Francia per l‟offerta di servizi

finanziari ai connazionali residenti in quel paese europeo.

La CBIP - Compagnie de Banques Internationales de Paris è una banca di diritto francese a capitale

marocchino (del gruppo Attijariwafa Bank), e rappresenta l‟esempio di una banca specializzata

esclusivamente nei servizi finanziari per migranti e ha fatto dell‟invio delle rimesse il cuore della sua

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61

offerta36

. CBIP ha un‟agenzia a Parigi, una a Montreuil ed una a Marsiglia, ed offre alla comunità

africana residente in Francia un sistema di trasferimenti su conto e di messa a disposizione del denaro in

molti paesi africani, attraverso una buona rete di banche partner in diversi paesi:

La Banque d’Escompte ha aperto nel 2005 una società controllata e dedicata al trasferimento

internazionale di denaro, BDE Cash. Le agenzie BDE, attraverso accordi con banche dei paesi di origine

degli immigrati, offrono alcuni servizi finanziari e bancari. Ad esempio, in virtù dell‟accordo con la

senegalese Banque de l‟Habitat, il migrante in Francia può aprire un conto BHS presso un‟agenzia BDE,

inviare rimesse direttamente sul conto BHS, oltre che avviare le procedure per richiedere i mutui per la

casa o altre azioni legate al settore immobiliare (BHS è infatti una banca specializzata nel settore

immobiliare).

Attraverso il partenariato con la società finanziaria camerunese Express Union, BDE offre vari servizi

finanziari transnazionali ai propri clienti:

dalle agenzie BDE in Francia il migrante può fare accreditare il proprio stipendio su un conto

bancario in Camerun.

il migrante in Francia può versare direttamente la retta scolastica del minore restato nel paese di

origine, oltre che acquistare il materiale scolastico.

Grazie all‟accordo con Express Union, il migrante in Francia può anche saldare le spese sanitarie

del parente ospedalizzato o che debba sostenere esami clinici e farmaceutici in Camerun.

Attraverso la controllata Express Immobilier, si possono realizzare a distanza operazioni di

acquisto di case e terreni.

Attraverso la controllata Express Finance, il migrante che ha beneficiato di un finanziamento

può attuare un progetto di investimento in Camerun con un controllo costante del ritmo di

erogazione e realizzazione.

BDE è anche la società finanziaria corrispondente in Francia per la banca filippina BPI (Bank of

Philippine Islands). Ai clienti BPI – BDE sono offerti i seguenti servizi: l'apertura di conti presso BPI

(conto corrente, conto di risparmio, depositi a termine), trasferimenti bancari ondine, trasferimenti porta

Burkina Faso Banque Internationale du Burkina

Camerun Afriland First Bank

Costa d‟Avorio

Banque Atlantique de Côte d'Ivoire, Banque pour le

Financement de l'Agriculture, Banque de l'Habitat de Côte

d'Ivoire

Mali

Banque de Développement du Mali, Banque de l'Habitat du

Mali, Banque Internationale pour le Mali, Banque Malienne

de Solidarité

Repubblica Democratica del Congo Afriland First Bank, Banque Internationale pour l'Afrique au

Congo

Senegal CBAO

36

La principali fonte delle informazioni è il sito web della banca http://www.cbip.fr e gli esperti dell‟equipe Portail

microfinance – CGAP.

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62

a porta e, infine, servizi immobiliari nelle Filippine37

.

Banche appartenenti a gruppi internazionali e che offrono una gestione transnazionale del conto

Altre banche, appartenenti a gruppi francesi o africani ad elevato grado di internazionalizzazione e che

dispongono di filiali nei paesi di origine di alcune significative comunità di migranti, offrono la

possibilità al cliente di relazionarsi con un unico interlocutore bancario presente sia nel paese di

destinazione che in quello d‟origine.

È questo il caso della Société Générale gruppo francese presente nei principali paesi dell‟Africa

francofona38

. L‟iniziativa della banca si basa sul principio di creare una doppia relazione bancaria,

bancarizzando il migrante "qui" e "lì". Nel paese di destinazione per soddisfare i bisogni bancari

quotidiani, come il conto corrente, carta di credito, l'online banking, o la domiciliazione degli addebiti.

La bancarizzazione nel paese di origine è invece volta a soddisfare altre esigenze quali l‟invio di rimesse,

l‟accesso ai servizi bancari da parte dei familiari, l‟accesso al finanziamento di progetti immobiliari nei

paesi di origine. SG offre un pacchetto di servizi che comprende:

un servizio di trasferimento di denaro su un conto in una filiale estera di Société Générale, ad un

costo compreso tra 5 € e 10 € ed un conto fisso di tenuta del conto di 1 €;

la possibilità di aprire dalla Francia un conto bancario in una filiale SG nel paese di origine;

un mutuo per finanziare un progetto di investimento immobiliare nel paese di origine, sulla base

di un'analisi dei redditi in Francia;

assicurazione per il rimpatrio del corpo in caso di decesso.

Inoltre, SG ha aperto agenzie specializzate nel trattare con la clientela di alcune nazionalità specifiche

(tra queste, la cosiddetta „Agenzia Panafricana‟ a Parigi), ed ha potenziato e formato il personale

impiegato nelle agenzie a maggiore concentrazione di emigrati.

Anche Attijariwafa Bank Europe, banca di diritto francese del gruppo marocchino Attijariwafa, ha

sviluppato l‟opzione del conto gemello per i propri clienti migranti, rivolgendosi in particolare ai

marocchini che vivono e lavorano in Francia, anche se la casa madre ha aperto succursali in Belgio,

Germania, Olanda e Italia e sedi di rappresentanza in Spagna, Inghilterra, Arbai Saudita ed Emirati

Arabi39

.

L‟offerta di Attijariwafa diretta ai marocchini residenti all‟estero è molto ampia, dalla gestione del conto

gemello alle assicurazioni sanitarie per la propria famiglia in Marocco, a piani di accumulo risparmio o

mutui per l‟acquisto della casa. Concentrando l‟attenzione sul caso francese, gli immigrati marocchini in

Francia possono contare su 10 agenzie del gruppo presenti in 9 città. I servizi offerti, basati sul principio

di un unico interlocutore per la gestione del rapporto con la banca in Francia ed in Marocco,

comprendono:

l‟apertura di un conto in Euro domiciliato presso l‟agenzia in Francia;

37

http://www.bdecash.com 38

http://rse.societegenerale.com/Accueil/RSE-au-coeur-de-nos-metiers/Banque-de-detail-a-l-international/Une-banque-

au-service-de-la-population-des-migrants 39

http://www.attijariwafabank.com/Rme/France/Pages/Attijari-wafa-bank-france-Accueil.aspx

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la possibilità di gestire contemporaneamente entrambi i conti;

realizzare trasferimenti sul conto oppure la messa a disposizione dei fondi nell‟uno o nell‟altro

paese.

Inoltre, attraverso le controllate in Senegal (CBAO) e Mali (Banque Internationale pour le Mali), che

hanno siglato accordi con la banca CBIP del primo caso studio, Attijariwafabank offre servizi finanziari

anche ai migranti senegalesi e maliani presenti in Francia.

Infine, l‟ultimo caso studio riguarda ancora una volta l‟offerta di servizi bancari rivolta alla comunità dei

marocchini residenti in Francia, che d‟altra parte rappresenta una delle nazionalità più presenti nel paese

europeo e storicamente maggiormente legate alla Francia.

La banca LCL (Le Crédit Lyonnaise), controllata dal gruppo Crédit Agricole, che ha sviluppato

un‟offerta di servizi ai marocchini residenti in Francia grazie all‟accordo con il Crédit du Maroc, banca

anch‟essa controllata dal gruppo Crédit Agricole. L‟offerta si concentra nel settore immobiliare ed è

destinata soprattutto ai migranti che intendono tornare in Marocco una volta raggiunta la pensione,

oppure a coloro che vogliono comprare una casa in Marocco ai fini di un investimento o come casa di

villeggiatura40

. In particolare, la banca LCL offre:

un servizio di consulenza gratuita per la ricerca della proprietà immobiliare più adatta alle

esigenze del cliente in Marocco;

sulla base della garanzia fornita dalla proprietà immobiliare in Francia, LCL propone un

finanziamento fino al 100% del costo dell‟acquisizione immobiliare in Marocco;

a coloro che accedono al finanziamento, e che aprono un conto presso Crédit du Maroc, è inoltre

offerto il trasferimento gratuito di rimesse.

A cura di Giulio Giangaspero

40

http://immobilier.lcl.fr/achetez-au-maroc/

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Allegati Grafico 20 – Gado utilizzo prodotti bancari per nazionalità

Fonte: indagine CeSPI-ABI 2009

0 1 2 3

Servizi di base per l'inclusione finanziaria

Conto Corrente

Prodotti di accumulo risparmio

Carta di debito prepagata

Carta di debito escluso prepagata

Carta di credito

Credito al consumo -prestito personale

Prestiti per l'acquisto di immobili

Altri prestiti *

Custodia / amministrazione titoli

Servizi di internet banking

Prodotti assicurativi

Trasferimento di rimesse

Media di sistema

Tunisia

Sri Lanka

Senegal

Pakistan

Marocco

Ghana

Egitto

Bangladesh