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FUORILUOGO 15 UNA REGRESSIONE MOTIVATA A PURPOSEFUL REGRESSION Galleria Limiti inchiusi Campobasso 18 dicembre 2010 - 23 gennaio 2011

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FUORILUOGO 15UNA REGRESSIONE MOTIVATAA PURPOSEFUL REGRESSION

Galleria Limiti inchiusi

Campobasso

18 dicembre 2010 - 23 gennaio 2011

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Fuoriluogo 15Una Regressione Motivata / A Purposeful Regression

a cura di / curatorDeirdre MacKenna

partnersThe National Galleries of ScotlandStills, Scotland’s Centre for Photography, EdinburghVRC, Duncan of Jordanstone College of Art and Design, DundeeDocumenti dal Molise

si ringrazia / with support fromSEAC, Società Esercizio Autoservizi Comunali, CampobassoCosmo Iannone Editore, IserniaScatolificio Stella, Pozzilli (IS)NewMediaFreelancers

coordinamento / co-ordinationPaolo Borrelli, Dante Gentile Lorusso, Luigi Grandillo

allestimento mostra / installationLimiti inchiusiBert Ross

ufficio stampa / pressLimiti inchiusi

CATALOGO

edizione / editionLimiti inchiusi, Campobasso

progetto grafico / designDaniela Guerrizio

traduzioni / translationDaniela Castrataro

stampa / printLampo, Tipolitografia, Campobasso

ringraziamenti / thanksSam Ainsley, Valentina Bonizzi, Paolo Borelli, Rosanna Carnevale, Daniela Castrataro,Cheryl Connell, Dante Gentile Lorusso, Luigi Grandillo, Keith Hartley, Lisa LeFeuvre,Ivana and Vito MacKenna, Carrie Maginn, Bert Ross, Paolo Rossi, Wendy Short, Stella Salvatore,Evan Thomas, Matthieu Verrecchia, Romano Verrecchia, David Watt.

ISBN 978-88-905288-0-4© per tutte le immagini, gli autori così come indicati nelle rispettive didascalie© 2011, Edizioni Limiti inchiusiwww.limitiinchiusi.it / [email protected]

La costante ed attenta azione di promozione e sostegnodelle attività culturali che la Provincia di Campobassoporta avanti, si sostanzia annualmente con il concretoappoggio a “Fuoriluogo”, appuntamento ormai codifica-to delle proposte più innovative dell’arte contemporanea,ideato e portato avanti meritoriamente dall’Associazione“Limiti Inchiusi”.

Per questa edizione, gli amici artisti animatori della rasse-gna che, non va dimenticato, si propone ormai come unatteso momento di verifica di quanto di meglio va produ-cendosi per lo più nell’ambito delle arti figurative, sia inItalia che all’estero, si sono orientati verso una riflessioneche, partendo probabilmente dalla fase di crisi generaleche ha investito ormai da un paio d’anni non solo le eco-nomie, ma anche la vita sociale ed artistica in particolaredel mondo occidentale, vuole porsi come un momento dimeditazione e di riconsiderazione di miti, luoghi comuni,percezioni, acquisizioni culturali che mostrano il fianco alrepentino mutare dei tempi ed allo scadere del primodecennio del nuovo secolo.

Il titolo stesso della rassegna, “Una regressione motivata”suona come un’apertura di discorso e di ragionamento conil pubblico potenziale che vuole andare aldilà dello strettoambito degli addetti ai lavori. Incontrando gli amici di“Limiti Inchiusi”, ho con piacere constatato il loro fortelegame con le comuni radici culturali molisane che in que-sto caso ha prodotto in un certo senso lo spunto, la scintil-la della traccia artistica che è alla base di “Fuoriluogo 15”.

L’esplorazione proposta attraverso l’arte figurativa delmondo raccontato da Don De Lillo e da Giose Rimanellinelle loro opere letterarie mi è sembrata molto vicina altaglio proposto dalla Provincia di Campobasso nella pro-grammazione degli eventi culturali per la scorsa stagioneestiva che, appunto, avevamo impostato nel segno“dell’Identità ed innovazione” proprio per sottolinearel’esigenza di favorire la nascita e la proposizione di conte-nuti nuovi che fossero comunque in grado di mantenereun filo di continuità con la sensibilità e l’essenza stessadella nostra identità culturale. Un modo di favorire laconoscenza dell’altro senza doversi snaturare ed annulla-re nella grande baraonda dell’omologazione globale.

Una operazione culturale, quella tentata con “Fuoriluogo15” che, grazie alla collaborazione e al grande livello degliartisti coinvolti e provenienti per i tre quarti dal RegnoUnito, si pone come un intreccio sicuramente fecondo erinnovatore per tarare il linguaggio dell’arte.Un contributo al dibattito culturale che siamo contenti dipoter sostenere, nell’unico interesse della crescita civile esociale della nostra comunità, impegnata nella ricerca enella costruzione di un avvenire positivo e dinamico.

PROVINCIA DI CAMPOBASSOAssessorato alla Cultura

promossa da / promoted by

LIMITI INCHIUSIAssociazione Culturale arte contemporanea, Campobasso

Fuoriluogo which has now become established as anannual appointment with contemporary art practice,critical in enabling the Province of Campobasso toproviding a progressive cultural programme.

This review is a well anticipated opportunity to engage withcritical voices and observations of our society as perceivedby the artworld, both within Italy and beyond. The worksin this edition reflect the growing concerns of our currentcrisis, both economic and cultural, and aims to propose anopportunity for meditation and reconsideration of mythsand assumptions at the end of our first decade in the newcentury.

The very title, A Purposeful Regression, sounds like theopening of a brainstorming session wishing to go beyondthe normal restrictions of conventional areas of practice.I am delighted to learn of the strength of connectionbetween Limiti Inchiusi and another Molisana al’EsteroDeirdre MacKenna, who have initiated this project whichexplores their common links.

I am equally delighted to find a continuation in theme inthe works of Rimanelli and DeLillo which sustains thedialogue around identity and innovation stimulatedthrough the cultural programme of the Province ofCampobasso of 2010. Our aim was to explore emergingconcerns while remaining sensitive to our existing culturalidentity, and to seek to evolve while retaining a sense ofourselves within an increasingly homogenised globalcommunity.

Fuoriluogo XV, and the works of artist Colavecchia,Gordon, Partridge and Shemilt enables us to re-calibratethis discourse through the language of art, making animportant contribution to the cultural debate which we arekeen to support in order to stimulate the civic and socialevolution of our community in order to build a positive anddynamic future.

Nicola D'AscanioPresidente della Provincia di CampobassoPresident of the Provincia di Campobasso

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Anche in tempi in cui ai più alti livelli istituzionali la cul-tura viene vista e trattata alla stregua dell’ultima ruotadel carro, tartassata da tagli e sottovalutazioni sia in ter-mini di riduzioni di budget che di considerazione gene-rale nell’azione governativa, gli Enti Locali - e la nostraProvincia è tra questi - cercano di tenere insieme la gran-de rete di piccole e meno piccole ma sempre significati-ve iniziative, di associazioni, di manifestazioni affermatee consolidate sul territorio nazionale che appunto costi-tuiscono quel tessuto connettivo che ha dato respiro,crescita e maturità alle variegate realtà italiane.

Per questo l’Amministrazione provinciale di Campobassosostiene da anni e con soddisfazione il gruppo di opera-tori culturali ed artisti riuniti nell’Associazione “LimitiInchiusi” che hanno dato vita alla singolare esperienza di“Fuoriluogo”, rassegna di arte figurativa arrivata allaquindicesima edizione, eppure capace di trovare linguag-gi sempre attuali per raccontare l’evoluzione della comu-nicazione visiva.

Questa volta con “Una regressione motivata”, curata daDeirdre MacKenna, operazione sofisticata e intelligente,si parte da quel “Molise fuori dal Molise” raccontatomagistralmente da Giose Rimanelli e, per certi versi, daDon De Lillo, che hanno dato lo spunto a FaustoColavecchia, Douglas Gordon, Stephen Partridge eElaine Shemilt a per addentrarsi e rivisitare il mondoarcaico delle radici quando tutto iniziò a formarsi pergiungere ai nostri tempi globalizzati.

“Fermarsi, rivedere, riconsiderare e ricostruire” storie emodi di essere. Una sorta di stop in questo momento di frenesia.Un gesto artistico, quindi, da studiare e da capire.

Even in these times when, at the highest level, culture canbe seen as a ‘fifth wheel’, expendable in the face ofpressures to deliver of governments of all scales, it is crucialto maintain the networks of small cultural operations inorder to consolidate a sense of cultural territory.

These activities form a collective infrastructure whichprovides sustenance for development and maturation ofour variegated Italian culture.

Therefore, the we are delighted to support the culturaloperators and artists who are Limiti Inchiusi which hascollaborated to create the fifteenth edition of FuoriluogoXV which prevails to present stories of evolution andpossibility.

Curated by Deirdre MacKenna, A Purposeful Regression isa sophisticated and bright manifestation which takes as itsstarting point Molise outside Molise, masterly expressed byRimanelli and the works of DeLillo who’s works in turnprovide a framework and directly inform artistsColavecchia, Gordon, partridge and Shemilt to revisit whatcan seem to some as an archaic past in order to considerhow events took form and how they might bereconfigured in these globalised times.

To stop, revisit, and rebuild stories and ways of being – akind of pause in these frenetic times, and an artistic gestureto be studied and understood.

Nicola OcchioneroAssessore alle Politiche Culturali

Provincia di CampobassoCouncillor for Culture

Province of Campobasso

Questa mostra rappresenta la mia prima collaborazioneculturale in Molise e dà il via ad una serie di progetti cheesplorano la cultura contemporanea molisana, con unosguardo volto al passato e uno al futuro, dall’interno edall’esterno della regione. Si tratta di un approccio da“forestiera”: una Molisana all’estero, seppur lavori nelcontesto della Galleria Limiti Inchiusi e abbia radici fer-mamente piantate a Filignano.

Il mio scopo è quello di presentare opere che fannoesperimenti con alcune nozioni intrinseche alla nostravita, nozioni che sembrano centrali nella società molisa-na odierna: Tempo, Memoria e Identità. Ogni singolaopera in questa mostra affronta il Tempo in uno o l’altroaspetto, ognuna suggerendo strade che viaggiano all’in-dietro nel tempo e con esse la possibilità di un ritornovolto a rivisitare e rivivere il passato al fine di rinnovarnei significati.

Con sede al centro di Campobasso, il collettivo di artistiLimiti inchiusi ha scelto di operare con un passo diversoda esibizioni simili al di fuori del Molise, al fine di offrireun programma di arti visuali che rifletta le preoccupazio-ni e il momento della situazione culturale in cui gli stes-si artisti vivono. Sono grata ad essi per aver generato unarchivio culturale dal quale posso apprendere, per l’inco-raggiamento e il sostegno che hanno saputo offrire anuovi talenti, e soprattutto per avermi dato questaopportunità.

Vorrei ringraziare gli artisti per la loro generosa parteci-pazione al progetto: Fausto per il suo spirito collaborati-vo, Douglas per aver tratto ispirazione dal fatto che ilsuo lavoro è stato considerato come interno al contestodel Molise, Stephen e Elaine per il loro talento e peraverci permesso di ospitare la première delle loro operea Campobasso.

I miei piu sentiti ringraziamenti alla Provincia diCampobasso, agli sponsor di Una Regressione Motivata,e in particolare a Ross MacDougall, Alba Izzi, e Toninoe Angela Buono per la generosità e l’incoraggiamento.

This exhibition is my first cultural collaboration in Moliseand launches a series of projects which explore thecontemporary culture of Molise – with views to the pastand the future from within and beyond the Region. Thisis an approach by an outsider: a Molisana dal’Estero,albeit one working within the context of Galleria LimitiInchiusi and with roots firmly planted in Filignano.

My aim is to present works which experiment withnotions intrinsic to all our lives, but which seem to becentral to society in Molise today: Time, Memory andIdentity. Each of the works in this exhibition addressesTime in one aspect or another, each suggesting routestravelling backwards through Time and the possibility ofa return, to re-view and re-experience in order to makemeaning afresh.

Located in central Campobasso, the artists’ collectiveLimiti inchiusi has chosen to operate at a differenttemporal rate than their peers beyond Molise in order toprovide a visual art programme which reflects theconcerns and momentum of their cultural situation. I amgrateful to them for generating the cultural archivewhich I can learn from, the encouragement and supportthey have provided for new talent, and especially forgiving me this opportunity.

I would like to thank the artists for their generousparticipation in this project: Fausto for his collaborativespirit; Douglas for being inspired about his work beingunderstood within the context of Molise, and toStephen and Elaine for their insightful talent and forallowing us to premier their work in Campobasso.

My great thanks also go to the Provincia of Campobasso,the sponsors of A Purposeful Regression, and inparticular to Ross MacDougall, Alba Izzi and Tonino andAngela Buono for their generosity and encouragement.

Deirdre MacKennaDirettore, Documenti dal MoliseDirector, Documenti dal Molise

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Fuoriluogo torna alla sua vocazione originaria,quella d’intessere rapporti con realtà lontane eterritori nel mondo. Lo ha fatto spesso in passato,presentando artisti provenienti da molti Paesi qualiFrancia, Inghilterra, Austria, Danimarca, Africa,Stati Uniti d’America solo per citarne alcuni.

Con questa quindicesima edizione, infatti, lamostra si concentra sulla Scozia e lo fa esponendoil lavoro di artisti del calibro di Douglas Gordon,Stephen Partridge ed Elaine Shemilt, autori tra ipiù rappresentativi dell’arte contemporanea ingle-se che hanno influenzato notevolmente le nuovegenerazioni di artisti, e che in questa occasionecollaboreranno con Fausto Colavecchia, chiamatoa rappresentare l’Italia e il nostro Molise svilup-pando tematiche del quotidiano attraverso il lin-guaggio delle sue opere.Una regressione motivata è il risultato di un pro-getto sviluppato attraverso un rapporto delladurata di circa due anni con la critica d’arte scozze-se (di origini molisane) Deirdre MacKenna, Direttoredi Stills (Scotland’s Centre for Photography)Edinburgh. Su invito dell’Associazione culturaleLimiti inchiusi l’approccio di Deirdre è quello diesplorare i temi del recente romanzo di Don Delillo“Point Omega” e delle opere di Giose Rimanelli.

La curatrice ha suggerito la possibilità di rallenta-re il flusso del Tempo come tema per la quindice-sima edizione di Fuoriluogo: “rivedere, riconside-rare e ricostruire il modo in cui interpretiamo lenarrazioni che usiamo per capire il nostro postonel mondo” come se fosse possibile far rivivere leimmagini e fermare il tempo. Con queste intenzio-ni Una Regressione Motivata da adito ad una rivi-sitazione e rielaborazione del “Sensibile contestoculturale del Molise, vicino al suo cinquantesimoanno di vita”.

Tale approccio è senza dubbio attuale in quantostimolo per una riflessione a trecentosessantagradi sull’utilità di rielaborazione in senso organi-co delle peculiarità storico-culturali della regione,considerando il momento storico e le vicissitudinipolitiche dell’ultimo decennio, quelle nazionali equelle regionali.

RewindPaolo BorrelliDante Gentile Lorusso

E’ noto che l’arte contemporanea e il Molise hannosempre avuto ben poche cose in comune,Fuoriluogo è una delle rare occasioni che gli abitan-ti della regione hanno per confrontarsi con la ricer-ca artistica più attuale e con il prodotto delle rifles-sioni più sperimentali degli artisti nazionali e inter-nazionali. Proprio per questo motivo l’Associazioneculturale Limiti inchiusi, da anni, tenta di ridurre ilritardo accumulato nei confronti di altre realtà ter-ritoriali, e lo fa con l’intenzione di promuovere gliartisti emergenti con un’attenzione particolare aquelli molisani, ma anche per consentire all’artecontemporanea di sottrarsi alla marginalità chespesso le politiche culturali locali le hanno cucitoaddosso.

Un programma complesso e ambizioso che si com-plica ulteriormente per la carenza di fondi struttu-rali e spazi dedicati, che richiede una visione cheguardi ben oltre le dinamiche localistiche. Adesempio la nostra regione potrebbe finalmentedotarsi di un contenitore capace di ospitare colle-zioni e progetti culturali, che potrebbe nascerenegli spazi dell’ex Palazzo della GIL, edificio ubica-to nel cuore del capoluogo: un Museo d’ArteModerna e Contemporanea del Molise.

Si concretizzerebbe in questo modo, dopo decennidi dibattiti spesso elusi dal mondo politico, il pro-getto di far nascere un luogo dove riflettere sulpassato culturale, e sperimentare con le formed’identità future in una sorta di “officina” di ricer-ca e valorizzazione in grado di attivare l’immagina-zione delle nostre innovative giovani generazioni.

Un progetto non più rinviabile in un momento incui abbiamo grandemente bisogno di creare lega-mi culturali e di fornire risposte alle urgenze delmondo contemporaneo.

Fuoriluogo continues its vocation of formingrelationships with far-away territories and realitiesas it has done so in the past, introducing artistsfrom countries including France, England, Austria,Denmark, Africa and the USA.

In its fifteenth edition, the exhibition focuses onScotland through the works of artists DouglasGordon, Stephen Partridge, and Elaine Shemilt,artists from the UK who have significantlyinfluenced new generations of artists, and who forthis exhibition collaborate with FaustoColavecchia, representing Italy and our ownMolise by developing themes of everyday lifethrough the language of his artworks.A Purposeful Regression is the result of a plandeveloped throughout the two-year relationshipwith the Scots curator of Molisane origin, DeirdreMacKenna. Invited by Limiti Inchiusi, Deirdre’sapproach is to explore the themes of Don DeLillo’srecent novel Point Omega, and of the works ofGiosè Rimanelli.

The curator has proposed the possibil ity ofslowing down the flow of Time as the theme forFuoriluogo XV: ‘to revise, reconsider andreconstruct the way we interpret the narrativesthat we use to understand our place in the world’,as if it were possible to stop Time and bringimages back to life in a different way. With theseintentions, A Purposeful Regression provokes areview of the ‘sensitive cultural context of Molise,close to its fiftieth year of life’.

This approach is timeous in itself as a prompt foran all-round consideration on the usefulness of arevision of the historical and cultural peculiaritiesof our region, and when considering the widerhistorical moment and the Italian politicalvicissitudes of the last decade, at both nationaland regional levels.

It is known widely agreed that contemporary artand Molise have always had little in common.Fuoriluogo is one of the too few opportunities forMolisani to confront themselves withcontemporary artistic research and the most

experimental practice of artists in theinternational arena. For this very motive, LimitiInchiusi has been operating to minimise the delaybetween the rate of cultural presentation inMolise and movements beyond the Region, andhas been doing so with close participation ofemerging artists from Molise in order to pre-emptfurther marginalisation by limited cultural policies.

The complications of operating in this context ofrestricted support and limited resources is clearlyonly one way of operating; we would welcome anambition which would provide a purpose for thecurrently un-designated ex-GIL development,located in the very centre of Campobasso whichwould be a natural repository of culturalcollections and projects: a Museum of Modern andContemporary Art of Molise.

After decades of unfulfilled political debate such aresource would create a place where one couldreflect on cultural pasts and experiment with theformat of future identities in a sort of workshopfor research and development which wouldactivate the imaginations of our innovativeyounger generations.

Surely this resource cannot be postponed anylonger when we so dearly need to create culturallinks and find answers to the pressing needs ofour contemporary world.

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Fermiamo il tempo e scendiamo…

Deirdre MacKenna

Mentre la nostra esperienza del Tempo si fasempre più deterritorializzata e virtuale e lepressioni sui nostri stili di vita a conquistare,comprare e accumulare sembrano ammassarsisenza tregua, cosa stiamo rischiando in questoprocesso? Quale capacità abbiamo di teneresotto controllo il ritmo della nostra vita? Forsel’auto-realizzazione non porta in effetti all’indi-vidualismo ma è solo una corsia preferenzialeverso l’omogeneità che soffoca il valore delnostro vicino sotto l’urgenza dei nostri bisogni?In quale tipo di società dovremmo vivere pertrovare il giusto equilibrio? E qual è il giustoequilibrio?

Le opere in questa mostra ci costringono a fareuna pausa per pensare, per prendere in consi-derazione i materiali che usiamo per rivelare lenostre identità e rivisitarle al fine di (ri)definirecosa ha valore per noi.

Nel contesto del Molise, una regione nascentecon un’antica storia culturale, questa nozione èparticolarmente potente in quanto il rispettoper il Passato e l’ambizione per il Futuro cammi-nano fianco a fianco. Dal sito archeologico di

Pietrabbondante alla Biblioteca Provinciale“Pasquale Albino” di Campobasso, il Moliseoffre una ricca storia culturale da cui è possibi-le definire una forte identità tra Italiani e com-petizione internazionale.

Storicamente, il destino dell’eredità culturaledel Molise è stato nelle mani di pochi editoriprivati, collezioni private molto riservate ebibliotecari altamente motivati. Ancora dobbia-mo assistere a una strategia culturale coerenteper la regione che conservi e illumini l’eredità eallo stesso tempo offra sostegno a nuove vociculturali.

La regione si prepara a celebrare il 150°Anniversario dell’Unificazione nel 2011 e il pro-prio 50° Anniversario nel 2013 in un equilibriotra sfide economiche e sociali sia urbane cherurali, mentre continua a sforzarsi per ottenereun’identità sicura su cui impostare di conse-guenza i propri valori e la propria posizione.

Si dice che quando un ridotto numero di perso-ne comincia a comportarsi in un certo modo,l’effetto può moltiplicarsi e influenzare di con-seguenza altri gruppi2. Questo è chiaramente ilcomportamento dei produttori di cultura, ovve-ro quello di vivere ottimisticamente nella con-vinzione che ciò che essi vedono verrà un gior-no riconosciuto, condiviso e valorizzato datutti. Ma è davvero questo il modus operandidelle nuove generazioni di molisani, di educa-zione universitaria, con una chiara sensazionedi potenziale insito nella loro diaspora interna-zionale e nel Molise stesso. Su quali valori si ècostruita questa generazione? Fino a che puntoessa prende spunto da una società fondatasulle conquiste dei predecessori, della GenteBuona3 di Cirese, o da un’immagine della socie-tà proiettata dai personaggi dei media locali enazionali?

U Tiémpe du rèllògge me fa víve:vússe stu cuórpe da mètín'a sére.Quànne me férme súle, cu pènziére,è sèmbe 'n àtu Tiémpe che me véve.Dèmàne rèchèmènze cu pèssate.Squèrdàte sònn'i suónne ch'è sènnàte?

Il Tempo dell'orologio mi fa vivere:spinge questo corpo dalla mattina alla sera.Quando mi fermo solo, col pensiero,è sempre un altro Tempo che mi beve.Domani ricomincia col passato.Dimenticati sono i sogni che hai sognato?

Giose Rimanelli1 ‘U Tiémpe’ 21 settembre 1984, Termoli, Molise.

Se andiamo a leggere la voce “VentesimoSecolo”4 su Wikipedia, è facile chiedersi comeil Molise abbia fatto a prendervi parte. A partela brutale devastazione della seconda GuerraMondiale, non compaiono voci che trattanodirettamente del Molise. D’altro lato, scoprire-mo che la forma culturale dominante, il film,era popolata da italiani talentuosi, ambiziosi,pionieri, molti dei quali divennero nomi famosiin tutto il mondo e molti dei quali condividonoradici molisane. Quello che Wikipedia non diceè che una caratteristica che definisce in modosignificativo il ventesimo secolo è stata l’emi-grazione, la dislocazione di persone dal proprioluogo di nascita, sia se forzate, sia se motivatedalla ricerca di lavoro, sia se in cerca di realiz-zazione personale. Se lo avesse fatto, alloraavrebbe riportato una sezione piuttosto estesasul Molise.

L’idea della mostra ha preso forma dai lavori didue scrittori: Giosè Rimanelli e Don DeLillo,entrambi di origine molisana, ma ognuno conuna propria e distinta esperienza di iniziazionealla vita e una diversa relazione con il ventesi-mo secolo. Nato a Casacalenda nel 1926, GioséRimanelli fuggì dalle strette della vita rurale,restando tuttavia legato al suo luogo di origine;le sue prime opere Tiro al Piccione e PeccatoOriginale parlano direttamente della sua par-tenza e Rimanelli ritorna più tardi nella sua vitaal linguaggio e alla cultura del Molise in IlViaggio, Molise Molise, Moliseide e altre opere.

“Questo ritorno alle origini, così centralenelle più recenti opere di Rimanelli e al cuoredei poemi della sua Moliseide, è una regres-sione motivata controllata, una rimappaturae un riordino della vita di una persona allaluce di una comprensione più profonda ecompleta. Una regressione verso il miticomondo dell’infanzia, con la sua promessa diuna lingua maternale e archetipa.”5

Nato nel 1936, l’anno in cui Rimanelli lasciò ilMolise per la prima volta, DeLillo inizia la suavita in una tipica casa di immigrati a New York,

figlio di emigranti di Montagano, ed è cresciu-to influenzato in egual modo dall’ambiente cul-turale locale e dalla grande famiglia che lo cir-condava. DeLillo è largamente riconosciutocome uno dei più influenti scrittori di fictiondell’ultima parte del ventesimo secolo. Le sueopere esplorano temi che caratterizano lasocietà occidentale di fine millennio: i massmedia, la disintegrazione della famiglia, il ruolodell’attivista - sia esso un artista o un terrorista- , e ha a sua volta influenzato un’intera gene-razione di scrittori e artisti. Come per Rimanelli,l’introduzione a DeLillo riflette l’ansia di unasocietà e il crescente senso di impotenza nel-l’affrontare fattori determinanti per la nostravita ma che restano oltre il nostro controllo.

“Gli disse che le piaceva l’idea di lentezza ingenerale. Così tante cose che vanno così infretta, disse. Abbiamo bisogno di tempo perperdere interesse nelle cose”6

Nel suo recente romanzo Point Omega, De Lillostruttura la trama come una descrizione di 24Hour Psycho di Douglas Gordon, in cui il narrato-re fa esperienza di un solo frammento di una sto-ria che sente di dover conoscere e a cui si ritrovaincapace di partecipare come si aspettava.

La più grande opera della mostra, la video-installazione di Gordon 24 Hour Psycho (1993)è una versione del film Psycho di AlfredHitchcock, del 1960, che è stata rallentata finoa durare 24 ore, trasformando ogni scena delfilm in una serie di singole fermo-immagini chesi succedono una all’altra. La scala monumen-tale dell’opera seduce lo spettatore mentreconfonde le sue aspettative di una conclusionericonoscibile; come parti senza una somma.Così come con tutte le opere di Gordon, abbia-mo la possibilità di trovare bellezza e soggezio-ne entro ogni fotogramma e ogni sfumatura,gradualmente realizzando allo stesso tempoche non riusciremo mai a cogliere il tutto da cuiestrarre significato.

Gordon sceglie un’opera iconica di uno dei più

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influenti registi della cinematografia, da cuiestrapolare nuove visioni nel medium del filmcinematografico, e nel farlo svela le prospettiveraccapriccianti di una famiglia distrutta e la vul-nerabilità degli individui isolati. La protagonistaè intrappolata in una stasi causata dal suoimpulso a cambiare radicalmente le sue sorti; èalla deriva in un movimento proteso in avantisenza solidità o sicurezza e ha biogno di mette-re indietro l’orologio. Gordon espande questoorrore all’infinito, un infinito da cui lo spettato-re non può trovare né soluzione né fuga.

Tutti condividiamo il Tempo Giusto7 dell’infan-zia, quando la nostra esperienza della vita eraal passo con il nostro io biologico. Spero ci tro-viamo d’accordo sul fatto che l’esperienza eraquella di una semplicità nella vita di tutti i gior-ni, in cui era possibile unire i mattoncini a unpasso del tempo naturale, e in cui il mondo checi costruiamo intorno si formava gradualmente.Ma come entrano in gioco qui i fattori cultura-li? E quale ruolo gioca la Memoria nel ricreare iframmenti che tratteniamo dalle varie esperien-ze insieme ai valori che al tempo passaronoinosservati?

Abbiamo creato da soli le nostre memorie osiamo stati aiutati nel farlo? Quanti genitori tradi noi fanno attenzione a non costruire acci-dentalente autocoscienza del momento nei lorobambini, e quanti di noi deliberatamente oaccidentalmente evidenziano momenti e li rien-fatizzano attraverso documenti vari come, adesempio, album fotografici?Il trittico di Fausto Colavecchia Tempo (2010)funge da annunciatore della mostra: all’entra-ta, si può trovare una giustapposizione di seipagine di una rivista originale del 1940. Siviene quindi immediatamente sfidati a trovareun insieme di possibili significati da ciò cheresta degli intenti degli editori della rivista. Nelfarlo, percepiamo la precarietà del momento dipubblicazione: quanto è effimera la nostra per-cezione e fragile l’intento dell’editore. In Father(2010), Colavecchia armeggia con immaginioriginali provenienti dall’archivio della sua stes-

sa famiglia svelando un molisano all’estero. Nelfarlo, l’intervallo di tempo tra il momento dellacattura dell’immagine e la nostra lettura collas-sa e veniamo così lasciati a riflettere su cosaesisteva prima ma è ora diventato vago e indi-stinto; quello che l’artista vuole farci vedere equello che sta trattenendo, determinandonuovi significati per noi stessi.

Le opere più vecchie di Giosè Rimanelli prendo-no spunto dalla sua osservazione della societàmolisana in via di cambiamento - mentre eglistesso assisteva alla sua rottura e cedeva ilpasso a opportunità all’estero - e delle crudesfide incontrate in una società di ricezionespesso ostile e raramente solidale. Entro il1930, molte comunità del Molise avevano giàperso la maggioranza dei lavoratori maschiadulti, in un trend che si sarebbe stabilizzato, inproporzioni molto minori, solo al volgere delsecolo successivo. La strana sensazione di con-nessione nel Molise durante gran parte del1900 era tale che spesso risultava più semplicericevere informazioni dalle società di Glasgow,Parigi o Brasile piuttosto che da altre parti dellaregione.

Sin da questi primi viaggi, il Molise ha iniziato afare esperienza del Tempo in una combinazionedi stati reali e immaginari. I molisani residentierano governati dal Tempo delle stagioni inquanto membri di una comunità co-dipendenteche seguiva il calendario lunare e l’alternarsidelle stagioni, con i rintocchi della campanadella chiesa a regolare il giorno. I molisaniall’estero invece vivevano in un Tempo indu-strializzato, ipotecato dalle scadenze di qualcu-n’altro e da un futuro che doveva ancora esse-re guadagnato.

Ciò che si è creato nel mezzo di queste dueesperienze estremamente diverse fu uno spazioimmaginario e un tempo senza tempo, in cuientrambi gli aspetti potevano proiettarsi senzapossibilità di quantificazione o misurazione.

Colavecchia ci invita a guardare alla materialità

dei documenti a cui ci affidiamo per fornireprove e a mettere in dubbio la loro implicitaveracità e utilità. I suoi ultimi lavori nell’esibi-zione sono posizionati al centro della galleria.L’immagine de L'estrema distanza (1997 -2010) è stata scattata nel 1997 su una pellico-la di 35mm che è stata sviluppata ma lasciatasenza stampare. La pellicola è rimasta lì dor-miente fino a quando non si è presentataun’occasione per trovarne l’utilità. E nel conte-sto di questa mostra e catalogo essa agiscecome un frammento, offrendo un’esile tracciache è prova di quel momento di almeno 14 annifa, su cui possiamo proiettare la nostra immagi-nazione.

Filmato nella citta di Venafro, in Molise,Quattro Minuti di Mezzogiorno (2010),un’istallazione video e audio di StephenPartridge e Elaine Shemilt, impiega una posizio-ne della camera fissa che si rivela frustranteprima di rivelare l’immediatezza della storia.Allo scoccare di mezzogiorno, le tante campa-ne della chiesa di Venafro competono in suc-cessione per almeno 240 secondi permettendo-ci così di realizzare che non possiamo più fidar-ci della tecnologia, in quanto non c’è infatti unsingolo e unico momento per il mezzogiorno.

Partridge e Shemilt hanno collaborato per oltre10 anni lavorando con film, video, audio e istal-lazioni, esplorando e decostruendo sistemi dilinguaggio al fine di rivelarne le strutture e sug-gerire possibilità che potrebbero emergere daesse. L’audio proveniente da Quattro Minuti diMezzogiorno risuona in tutti gli spazi della gal-leria, pervadendo la nostra lettura di ogniopera e l’immagine d’insieme che ci costruia-mo, minando gentilmente la vera e propriamisura del tempo e con esso le istituzioni che loscandiscono.

“Il mio bisnonno, morto in casa nostra nel1940, non ricordava il suo anno di nascitacon esattezza. Tuttavia, aveva certamenteuna buona idea della stagione dell’anno incui era nato. Il suo Tempo era l’esperienza

esistenziale del caldo e del freddo, una qua-lità dell’aria, un’esperienza tattile, non unasomma astratta.”8

Dopo una generazione (ovvero circa 20 anni) sipuò iniziare a ripiegare il tempo per cogliernegli effetti in modo più tangibile. Se consideratoin questo modo, il Tempo rurale inizia a mostra-re i suoi frutti, che hanno a che fare più spessocon cosa è stato conservato piuttosto che conquello che è cambiato. Ma naturalmente civuole una vita per imparare a riconoscere ciò eil valore delle conquiste può diventare difficileda distinguere in una società che è abituata avivere il tempo allo scoccare dei minuti.

1 Giose Rimanelli, Moliseide, Peter Lang Publishing,Incorpo. [ISBN-13 9780820417226] [Enne, ISBN-13:9788872131701]

2 Malcolm Gladwell, The tipping point: how little thingscan make a big difference, Little Brown.[ISBN 9780316316965]

3 Eugenio Cirese, Gente Buona, Giuseppe CarabbaEditore, 1925. Ristampa 2007 dell'Edizione del 1925 acura della Biblioteca Provinciale Pasquale Albino,Campobasso.

4 http://en.wikipedia.org/wiki/20th_century,http://it.wikipedia.org/wiki/XX_secolo

5 Introduzione di Luigi Bonaffini alla Moliseide, PeterLang Publishing, Incorpo. [ISBN-13 9780820417226][Enne, ISBN-13: 9788872131701]

6 Don DeLillo, Point Omega, A Novel, 2010, Scribner.[ISBN-13 9781439169957]. Punto Omega, Einaudi.[ISBN: 9788806202590]

7 Eva Hoffman, Time, Profile Books.[ISBN 9781846680380]

8 Franco Ferrarotti, Time, Memory and Society, 1990,Greenwood. [ISBN 0313268282]. Il ricordo e la tem-poralità, 1987, Laterza. [ISBN-13: 9788842029397]

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Molise participated in it. Apart from the brutaldevastation of the Second World War there areno entries that engage directly with Molise. Onthe other hand, you will see that the dominantcultural form – film - was saturated withpioneering, ambitious, talented Italians, manyof whom have become household namesaround the world and many of whom shareroots in Molise. What Wikipedia does not say isthat a significant defining characteristic of theTwentieth Century was emigration – thedislocation of people from their place of birthwhether forced, employment-motivated or inpursuit of self-actualisation. If it were to do so,then it would have a rather large section onMolise.

The thinking behind this exhibition has beenshaped by the works of two writers: GioseRimanelli and Don DeLillo – both d’origineMolisani, but each experiencing a differentstart to life and their relationship with theTwentieth Century. Born in Casacalenda in1926, Giose Rimanelli escaped the clutches ofrural life but has remained preoccupied withhis place of origin; his earlier works Tiro alPiccione and Original Sin (Peccato Originale)deal directly with his departure, and Rimanellireturns later in life to the language andculture of Molise in Il Viaggio, Molise Molise,Moliseide and other works.

“This return to origins, so central toRimanelli’s most recent works and at the heartof the poems of Moliseide, is a controlledpurposeful regression, a remapping and areordering of one’s life in the light of a deeperand fuller understanding. A regression towardthe mythical world of childhood, with itspromise of a maternal, archetypal tongue”5

Born in 1936, the year Rimanelli left Molisefor the first time, DeLillo started out in anaverage immigrant household in New York,the son of recent emigrants from Montagano,and grew up influenced as much by his localcultural environment as by the large family

which surrounded him. DeLil lo is widelyrecognized as one of the most influentialfiction writers of the latter twentieth Century.His works explore the themes whichcharacterize Western society at the turn ofthe Millennium: mass media, thedisintegration of the family, the role of theactivist, be it artist/performer or terrorist, andhave in turn influenced a generation ofwriters and artists. Like Rimanelli, DeLillo’soeuvre reflects the anxiety of society and theincreasing sense of powerlessness in dealingwith factors which determine their lives yetremain beyond their control.

“She told him she liked the idea ofslowness in general. So many things goingso fast, she said. We need time to loseinterest in things”6

In his recent novel Point Omega, DeLilloframes the story within a description ofDouglas Gordon’s 24 Hour Psycho, in whichthe narrator experiences only a fragment of astory he feels that he should know, and findshimself incapable of participating as he wouldhave expected.

The largest work in the exhibition, Gordon’svideo-installation 24 Hour Psycho (1993) is aversion of Alfred Hitchcock's 1960 filmPsycho that has been slowed down to last 24hours, turning each frame of this film into aseries of unfolding single still images. Themonumental scale of the work seduces theviewer while confounding his expectations ofa knowable conclusion; the parts without thesum. As with all of Gordon’s works, we enterinto a possibility of finding beauty and awewithin every frame and nuance, whilegradually realising that we cannot ever graspthe whole from which to make meaning.

Gordon chooses an iconic work by one of themost influential directors of cinematic film-making from which to extrapolate newinsights into the medium of cinematic film,

May we live in interesting times...

Deirdre MacKenna

U Tiémpe du rèllògge me fa víve:vússe stu cuórpe da mètín'a sére.Quànne me férme súle, cu pènziére,è sèmbe 'n àtu Tiémpe che me véve.Dèmàne rèchèmènze cu pèssate.Squèrdàte sònn'i suónne ch'è sènnàte?

The time of the clock makes me live:pushing this body from morning to eve.Only when I stop to thinkDo I find another time that I drink.The past tomorrow will have again begun,Have you forgotten all the dreams you’ve known?

Giose Rimanelli1 ‘U Tiémpe’ 21 settembre 1984, Termoli, Molise.

As our experience of T ime becomesincreasingly de-territorialised and virtual, andthe pressures upon our lifestyles to achieve,acquire and accumulate seem to mountincreasingly, what do we risk in this process?What ability do we have to control the pace ofour lives? Could it be that self-actualisationdoes not in fact lead to individuality but is afast-track to a homogeneity that denies thevalue of our neighbour over the urgency ofour own needs? What kind of society do wehave to live in to find the right balance? Whatis the right balance?

The works in this exhibition urge us to pausefor thought, to consider the materials that weuse to demonstrate our identities and to visitthem afresh to re/define what is valuable to us.

Within the context of Molise, a nascentregion with an ancient cultural history, thisnotion is particularly potent as respect for thePast and ambition for the Future jostle side byside. From the archaeology of Pietrabbondanteto the Biblioteca Provinciale “Pasquale Albino”of Campobasso, Molise has a wealth of

cultural history from which to define strongidentity amongst Italian and Internationalcompetition.

Historically, the fate of Molise’s culturalheritage has lain in the hands of a few ofprivate-sector publishers, very discreet privatecollections and highly motivated librarians.We are yet to see a coherent cultural strategyfor the Region which will both conserve andilluminate heritage while supporting newcultural voices.

As the Region gears-up for celebration of the150th Anniversary of Unification in 2011, andit’s own 50th Anniversary in 2013, it does sowith a balance of both urban and ruraleconomic and social challenges, whilecontinuing to strive for a confident identityupon which to state its values and positionaccordingly.

It is said that when a small number of peoplestart to behave in a certain way the effect canripple out to influence others accordingly2.This is clearly the attitude of the culturalproducer: living optimistically in the beliefthat what they see will someday becomerecognised, shared and valued by all, but is itthe modus operandi of the new generationsof Molisani, university-educated, with a clearsense of the potential of their internationaldiasporas and of Molise itself? What valuesare this generation building from? To whatextent do they draw from a society informedby their predecessors’ achievements, fromCirese’s Gente Buona3, or from an image ofsociety projected by the characters of localand national media?

If you read the Wikipedia entry for theTwentieth Century4, it is easy to wonder how

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in 1997 on 35mm film which was processedbut left un-printed. The film lay dormant untilthe situation arose for it to find its purpose,and in the context of this exhibition andbook, it acts as a fragment, offering a moteof evidence of that moment almost fourteenyears ago onto which we can project our ownimaginations.

Filmed in the town of Venafro, in Molise,Quattro Minuti di Mezzogiorno (2010), amonitor-based video and sound installationby Stephen Partridge and Elaine Shemilt,employs a fixed camera position which at firstfrustrates before revealing the veryimmediacy of its story. At the announcementof midday, the many church bells of Venafrocompete in succession for almost 240 secondsand we realise that we can no longer trusttechnologies as there is in fact, no singlemoment of midday.

Partridge and Shemilt have collaborated forover ten years working with film, video,sound and installation, exploring anddeconstructing systems of language in orderto reveal their structures and suggestpossibilities which may arise from them. Thesound from Quattro Minuti di Mezzogiornoresonates throughout all the spaces withinthe gallery, pervading our reading of eachwork and the picture we construct as a whole,gently undermining the very measurement ofTime and in doing so, the institutions thatprofess to announce it.

“My great-grandfather, who died in ourhome in 1940, did not remember the yearof his birth, with exactitude. However, hehad a very good idea of the season of theyear when he was born. His time was theexistential experience of hot and cold, aquality in the air, a tactile experience – notan abstract sum.”8

After a generation, say 20 or so years, youcan start to fold Time to grasp its effects

more tangibly. When considered in this way,Rural Time starts to illustrate its yield, oftenconcerned more with what has beenconserved rather than changed. But of courseit takes almost a lifetime to learn how torecognise this, and the value of achievementscan become difficult to distinguish in asociety which has become used to living Timeat a rate of minutes.

1 Giose Rimanelli, Moliseide, Peter Lang Publishing,Incorpo. [ISBN-13 9780820417226] [Enne, ISBN-13:9788872131701]

2 Malcolm Gladwell, The tipping point: how little thingscan make a big difference, Little Brown.[ISBN 9780316316965]

3 Eugenio Cirese, Gente Buona, Giuseppe CarabbaEditore, 1925. 2007 Reprint of 1925 Edition edited byBiblioteca Provinciale Pasquale Albino, Campobasso.

4 http://en.wikipedia.org/wiki/20th_century,http://it.wikipedia.org/wiki/XX_secolo

5 Introduction by Luigi Bonaffini to Moliseide, PeterLang Publishing, Incorpo. [ISBN-13 9780820417226][Enne, ISBN-13: 9788872131701]

6 Don DeLillo, Point Omega, A Novel, 2010, Scribner.[ISBN-13 9781439169957] [Punto Omega, Einaudi,ISBN: 9788806202590]

7 Eva Hoffman, Time, Profile Books.[ISBN 9781846680380]

8 Franco Ferrarotti, Time. Memory and Society, 1990,Greenwood. [ISBN 0313268282] [Il ricordo e la tem-poralità, 1987, Laterza, ISBN-13: 9788842029397]

and in doing so, demonstrates the horrificpossibilities of a shattered family and thevulnerabil ity of isolated individuals. Theprotagonist is trapped in a stasis brought onby her impulse to radically change herfortunes; she is adrift in a forward motionwithout substance or security and needs toturn the clock back. Gordon’s treatmentexpands this horror to an infinity, from whichthe viewer can find neither resolution norescape.

We all share the Tempo Giusto7 of childhood,when our experience of life was in tune withour biological self. We would agree I hopethat the experience was of a simplicity in dailylife, when the building blocks are allowed tobe connected at a natural rate of time, andthe world we construct around us becomesgradually formed. But how do cultural factorscome into play here? And what role doesMemory play in re-creating the fragments weretain from experiences with values which atthe time went un-recognised?

Have we s ingle-handedly created ourmemories, or were we aided? How manyparents amongst us are careful not toaccidentally construct self-awareness of themoment in their children, and how many ofus del iberately or accidental ly highl ightmoments and re-emphasise them throughdocumentation – family albums?

The montage triptych by Fausto ColavecchiaTempo (2010) functions as a herald to theexhibition: upon entry, one finds ajuxtaposition of six pages from one originalmagazine of 1940, and is immediatelychallenged to find a new set of possiblemeanings from the remains of the intent ofthe magazine’s editors. In doing so we sensethe ephemerality of the moment of issue:how fleeting our perception and fragile theintent of the publisher. In Father (2010),Colavecchia tampers with original imagesfrom his own family archive demonstrating a

Molisano abroad. In doing so, the period ofTime between the moment of image captureand our reading is collapsed and we are leftto consider what existed but has becomeobscured; what the artist wants us to see andwhat he is withholding, and to determinenew meanings for ourselves.

Giose Rimanelli’s earliest works are drawnfrom his own observations of the changingsociety of Molise as he saw it rupture andyield to opportunities abroad, and of thestark challenges found within an often hostileand rarely sympathetic receiving society. Bythe 1930’s many of the communities ofMolise had already lost the majority of adultmale workers in a trend that would onlystabilise, to a much diminished proportion, atthe turn of the next century. Such was theodd sense of connectedness of Molise duringmuch of the 1900’s that it was often easier toobtain knowledge of society in Glasgow, Parisor Brazil than in other parts of the Region.

Since these early journeys, Molise started toexperience Time in a combination of real andimagined states. The resident Molisani weregoverned by Seasonal Time as members of aco-dependent community following a Lunarcalendar and the changing seasons, with thepeel of the church bell regulating the day. TheMolisani al’Estero lived in industrialized Time,mortgaged to the momentum of someoneelse’s deadlines and a future yet to be earned.

What was created in between these twoenormously different experiences was animagined space and a timeless Time intowhich both aspects could project without anypossibility of quantification or measurement.Colavecchia urges us to look at themateriality of the documents we rely on toprovide evidence, and to question theirunderlying veracity and usefulness. Hisultimate work in the exhibition is positionedat the centre of the gallery. The image ofL'estrema distanza (1997-2010) was captured

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FUORILUOGO 15

UNA REGRESSIONE MOTIVATA

FAUSTOCOLAVECCHIADOUGLASGORDON

STEPHENPARTRIDGE e ELAINESHEMILT

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L'estrema distanza (1997 - 2010)stampa digitale su alluminio dibond, 122 x 85 cm.digital print on aluminium, 122 x 85 cm.

a destra e nelle pagine successive / right and next pages:

Tempo (2010)pagine originali di riviste del 1940 incorniciate, 180 x 43cm. (trittico) original magazine pages, 1940, 1800 x 43 cm. (triptych)

FAUSTOCOLAVECCHIA

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a destra e nelle pagine successive / right and next pages:

Father (2010)stampe fotografiche su carta hahnemuhle, 120 x 35 cm. (trittico)prints on photographic paper, 120 x 35 cm. (triptych)

FAUSTOCOLAVECCHIA

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a destra e nelle pagine successive / right and next pages:

24 Hour Psycho (1993),istallazione video, dimensioni variabili Da Psycho. 1960. USA. Diretto e prodotto da Alfred Hitchcock. Distribuito dallaParamount Pictures. ©Universal City Studios.video installation, dimensions variable From Psycho. 1960. USA. Directed and Produced by Alfred Hitchcock. Distributed byParamount Pictures. ©Universal City Studios.

DOUGLASGORDON

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a destra e nelle pagine successive / right and next pages:

Quattro Minuti di Mezzogiorno (2010),istallazione videovideo installation

STEPHENPARTRIDGE e ELAINESHEMILT

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Fausto Colavecchia è nato a Limosano, Campobasso nel 1959, dove vive e lavorawas born in Limosano, Campobasso where he lives and works

principali mostre / main exhibitions

Spaesamenti, Mostra ed interventi nel centro urbano, Ex Convento, Limosano (CB)VIAGGIO/VIAGEM, Museo Històrico Municipal Pe. Francisco de Paula Lima, Itatiba (Sao Paulo), BrasileSogni d'oro, Galleria Limiti inchiusi, CampobassoEncontrarse, Museo Arte Contemporanea Toro, Toro (CB)Futuro Anteriore, Galleria Limiti Inchiusi, CampobassoWe Are Real, Galleria Limiti Inchiusi, CampobassoIn Tandem per l’Italia, Antico Ospedale dei Battuti, S. Vito al Tagliamento (PN); Villa Comunale, Frosinone e LimitiInchiusi, Campobasso e Studio Arte Fuori Centro, RomaEventi Prudenti 05, Domus Area, Boiano (CB)What you see is what you see, Ecoteca, PescaraRassegna di videoartisti internazionali, a cura di Lorenzo Canova, Università degli studi del Molise, CampobassoFuoriluogo 11, a cura di Maria Cristina Bastante, Galleria Limiti Inchiusi, CampobassoP.E.A.M., a cura di Luigi Pagliarini, PescaraEventi Prudenti 04, installazioni urbane, Colle d’Anchise, CampobassoMolise GLO/CAL Identity, Galleria Limiti Inchiusi, Campobassoduedidue, Galleria Limiti Inchiusi, CampobassoISART, a cura di Pietro Campellone, MACI (Museo Arte Contemporanea Isernia), Isernia Fuoriluogo 10, a cura di Lorenzo Canova, Palazzo Chiarulli, Ferrazzano (CB)Genius Loci (sensi contemporanei), a cura di Lorenzo Canova, Galleria Civica di Arte Contemporanea, Termoli, (CB)Contaminazione, Eddie Lang Jazz Festival, Castello Pignatelli, Monteroduni (IS)Ouverture, Galleria Limiti Inchiusi, CampobassoBricolage Democratic, (Personale), Galleria Limiti Inchiusi, CampobassoPrimavera Nera, Galleria Limiti Inchiusi, CampobassoOrme del contemporaneo, Galleria Limiti Inchiusi, CampobassoTra arte e solidarietà, Kalenarte, Museo civico, Casacalenda, CampobassoFuoriluogo 8, Galleria Sala1, RomaIl giardino dei pensieri, Galleria Limiti Inchiusi, CampobassoCasadolcecasa, (Personale), Zonacinque, CampobassoII Premio Trevi Flash Art Museum (vincitore 1' Premio), Trevi (PG)Galleria d'Arte Contemporanea Bianca Pilat, Milano

bibliografia / bibliography

Fuoriluogo 11 - DUECENTOANNI (Molise 1806-2006), a cura di Maria Cristina BastanteFuoriluogo 10 Il corpo elettrico, a cura di Lorenzo CanovaViagem, a cura di Silvia ValenteFuturo anteriore, testi di Paolo BorrelliMolise Glo/Cal Identity, AA.VV.Fuoriluogo 8 – Afritalia, 41° Parallelo - longitudine 14,7 / latitudine 41,6, a cura di Mary Angela SchrothII Pemio Trevi Flash Art Museum, a cura di Paolo Nardon

Douglas Gordon è nato a Glasgow nel 1966. Vive e lavora tra Berlino e Glasgowwas born in 1966 in Glasgow. Lives and works in Berlin and Glasgow

premi / awards

Roswitha Haftmann Prize, Roswitha Haftmann-Stiftung, Zürich Central Kunstpreis, Kölnischer Kunstverein, CologneLord Provost’s Award, Glasgow City Council, GlasgowHugo Boss Prize, Guggenheim Museum SoHo, New York Premio 2000, 47. Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia, VeniceDaad-Stipendium, Berlin Turner Prize, LondonKunstpreis Niedersachsen, Kunstverein Hannover, Hannover

recenti mostre personali / recent solo exhibitions

blood, sweat, tears, DOX, PragueDouglas Gordon, DVIR Gallery, Hanger 2, Jaffa Port, IsraelPlug In # 48 Zidane: A 21st Century Portrait, Van Abbemuseum, EindhovenZidane: A 21st Century Portrait, Magasin 3, Stockholm Between Darkness and Light, Kunstmuseum Wolfsburg, WolfsburgPretty much every film of video work from about 1992 until now, The British School at Rome, Rome and San FranciscoMuseum of Modern Art, San FrancisoSelf-Portrait of You + Me, after the factory, Gagosian Gallery, New YorkZidane: A 21st Century Portrait, National Gallery of Canada, OttawaDouglas Gordon: Timeline, The Museum of Modern Art, MOMA, New York and Museo de Arte Latinoamericano deBuenos Aires, ArgentinaPrettymucheverywordwritten, Spoken, Heard, Overheard from 1989, MART, Rovereto, ItalySuperhumanatural, Royal Scottish Academy Building, Edinburgh What You Want Me To Say... I’m Already Dead, Fundacio Joan Miro, BarcelonaDouglas Gordon’s The Vanity of Allegory, Deutsche Guggenheim Museum, BerlinDouglas Gordon, Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington D.C.24 Hour Psycho, Rooseum Center for Contemporary Art, MalmöDouglas Gordon: Blind Star, Andy Warhol Museum, Pittsburgh Douglas Gordon, Museo Tamayo and Instituto Nacionale de Bellas Artes, MexicoConfessions of a Justified Sinner, Kunsthaus Bregenz, BregenzWhat Have I Done, Hayward Gallery, London Douglas Gordon: Black Spot, Tate Liverpool, LiverpoolSheep and Goats, Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, France

recenti mostre collettive / recent group exhibitions

Universes in Universe, The São Paolo Biennale, BrasilArt and the Sublime, TATE Britain, LondonAtopia. Art and City in the 21st Century, Centre Cultura Contemporània de BarcelonaAUTO-KINO!, Temporaere Kunsthalle Berlin, BerlinCrash, Gagosian Gallery, LondonGlasgow International Festival of Visual Art, Tramway, GlasgowHaunted: Contemporary Photography/Video/Performance, Guggenheim, New York and Guggenheim, BilbaoAll Creatures Great and Small, Zacheta National Gallery of Art, WarsawBAROCK – Art, Science, Faith and Technology in the Contemporary Age, MADRE Museo d’Arte contemporaneaDonnaREgina, NaplesBetween Metaphor and Object: Art of the 90’s from the IMMA Collection, Irish Museum of Modern Art, DublinBlickmaschinen oder wie Bilder entstehen, Mücsarnok/Kunsthalle BudapestCompass in Hands: Selections from Judith Rothschild Foundation Contemporary Drawing Collection, MOMA New YorkInstallations II, Video from the Guggenheim Collection, Guggenheim Museum, BilbaoLeon d’Oro Jonathan Monk, Douglas Gordon, Fondazione Morra Greco, NaplesPassports, Whitechapel Gallery, LondonBabylon, Myth and Truth, Pergamonmuseum, Berlintheanyspacewhatever, Solomon R. Guggenheim Museum, New YorkPassage du temps, Collection Francois Pinault Foundation, LilleStop & go. Nuovi Film e Video della Collezione Sandretto Re Rebaudengo, Fondazione Sandretto Re Rebaudegno, Turin

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Stephen Partridge and Elaine Shemilt

Stephen Partridge

Nato a Leicester 1953. Vive a Dundee, ScoziaStephen Partridge è un artista e Professore di Media Art nonché Direttore della Ricerca responsabile per la gestio-ne della ricerca presso il Duncan of Jordanstone College of Art and Design, University of Dundee dove ha fonda-to la School of Television & Imaging.Progetti recenti includono REWIND | Artists’ Video in the 70s & 80s, rewind.ac.uk; Narratives in ExpandedCinema; e REWINDItalia.Le sue opere erano incluse nelle esibizioni video landmark degli anni ’70; the Video Show, Serpentine London(1975); The Installation Show, Tate gallery, London (1976); The Paris Biennale (1977); The Kitchen, New York(1979). Durante gli anni ’80 ha esibito in molte occasioni; le sue opere esploravano il formato e il medium dellatrasmissione televisiva ed erano commissionate e presentate da Channel 4 e BBC 2.

Born in Leicester 1953. Lives in Dundee, ScotlandStephen Partridge is an artist and Professor of Media Art and Dean of Research responsible for the research lea-dership of Duncan of Jordanstone College of Art and Design, University of Dundee where he established theSchool of Television & Imaging.Recent projects include REWIND | Artists’ Video in the 70s & 80s, rewind.ac.uk; Narratives in Expanded Cinema;and REWINDItalia.His works were included in the landmark video exhibitions of the 1970s; the Video Show, Serpentine London(1975); The Installation Show, Tate gallery, London (1976); The Paris Biennale (1977); The Kitchen, New York(1979). During the eighties he exhibited widely and his works explored the format and medium of broadcast tele-vision and were commissioned and presented by Channel 4 and BBC 2.

bibliografia / bibliography

Video and Expanded Cinema in Britain in Narrative Exploration in Expanded Cinema, David Curtis and Al Rees,Tate Publishing, 2011Interruptions-Interventions, in Rewind: The First Two Decades of British Video Art, Sean Cubitt and StephenPartridge, BFi Palgrave Macmillan, 2011A History of Artists' Film and Video in Britain, Curtis David, BFI Publishing, 2008A History of Video Art, Chris Meigh-Andrews, Berg, Oxford, 2006Experimental Film and Video, Jackie Hatfield, John Libbey Publishing 2005Video Art: A Guided Tour, Catherine Elwes, Published by I.B. Tauris, 2004Diverse Practices: A Critical Reader on British Video Art, Julia Knight, Arts Council/John Libbey, 1996A Directory of British Film and Video Artists, David Curtis, Arts Council/John Libbey, London, 1996The Video Show, Serpentine Gallery, Arts Council of Great Britain, 1975.

Elaine Shemilt

Nata ad Edimburgo nel 1954. Vive a Dundee, ScoziaL’opera di Elaine Shemilt esplora l’immagine riprodotta che utilizza la produzione di stampe, la fotografia, ilvideo e l’istallazione. Laureata al Royal College of Art di Londra, Elaine ha esibito internazionalmente in tutti gliStati Uniti, Canada e Europa, nonché all’Imperial War Museum e ICA di Londra. È professoressa di Fine ArtPrintamaking al Duncan of Jordanstone College of Art and Design, Dundee, ed è stata Presidente della Societyof Scottish Artists nonché Presidente della USSCOT. Eletta membro della Royal Society of Arts nel 2000, è diven-tata Shackleton Scholar nel 2001 grazio al suo lavoro ambientalistico nell’isola di South Georgia, Atlantico meri-dionale. Elaine al momento dirige un progetto di ricerca internazionale per proteggere l’eredità naturale e storicadell’Isola di South Georgia e sta collaborando con scienziati dello Scottish Crop Research Institute e del SangerInstitute per creare opere basate su immagine e suono.

Born Edinburgh 1954. Lives in Dundee, ScotlandElaine Shemilt's work explore the reproduced imaged utilising printmaking, photography, video and installation.A graduate of the Royal College of Art, London she has exhibited internationally in throughout the USA, Canadaand Europe, and at the Imperial War Museum and ICA, in London. She is professor of Fine Art Printmaking,Duncan of Jordanstone College of Art and Design, Dundee, and was President of the Society of Scottish Artistsand President of USSCOT. Elected a Fellow of the Royal Society of Arts in 2000, she became Shackleton Scholarin 2001 for her environmental work in the Island of South Georgia, South Atlantic.Elaine is currently leading an international research project to protect the natural and historical heritage of theIsland of South Georgia and is collaborating with scientists from the Scottish Crop Research Institute and TheSanger Institute to create image and sound-based works.

bibliografia / bibliography

Digital Visual Culture: Theory and Practice, Computers and the History of Art, Bentkowska-Kafel, Cashen,Gardiner, Bristol: Intellect, 2009Traces of Conflict, University of Dundee, 2002Behind Appearance, University of Dundee, 1997Art Practice in a Digital Culture, Charlie Gere, AHRC ICT Methods NetworkA Millennium Bestiary, University ofthe West of England, Bristol, 1996.

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Fuoriluogo 14

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999 Tito Amodei Ali Assaf Nino Barone Fiorella Bellocchio EmenueleBeltramini Jacopo Benci Maura Biava Nicola Biondi Fabio BisonniBonzo Paolo Borrelli Davide Bramante Alessandro Busci Stefano CagolLuigi Caiffa Cristina Califano Paolo Cardone Dario CarmentanoFrancesco Carone Pino Caruso Saverio Cecere Elena CiamarraVincenzo Cianciullo Stefano Cirillo Mariagrazia Colasanto FaustoColavecchia Gianluigi Colin Giacomo Costa Antonio D’AttellisFrancesca De Amicis Azzurra De Gregorio Arnaldo de Lisio EmanuelaDe Notariis Paolo De Santoli Carmine De Soccio Francesco Paolo DiodatiParide Di Stefano Salvatore Dominelli Charles Doria Raffaella D’UvaKarin Eggers Pablo Echaurren Theo Eshetu Barbara Esposito DavidFagioli Gabriele Fanelli Marco Fantacone Emilio Fantin ErmelindoFaralli Iaia Filiberti Alessia Finori Elmerindo Fiore James Fischer NicolaFlocco Letizia Fornasieri Elio Franceschelli Ettore Frani Laura FratangeloJudith Frost Ico Gasparri Claire Gavronsky Cinzia Laurelli LetiziaLomma Dante Gentile Lorusso Walter Genua Massimo GiannoniAlessandra Giovannoni Nicola Giuliani Douglas Gordon Luigi GrandilloLuc François Granier Nazario Graziano Heinrich Gresbeck FrancescaGrilli Francesco Guadagnuolo Jonathan Guaitamacchi Fathi HassanRegina Hübner Rachel Inmann Michelangelo Janigro Cynthia Karalla AliKichou Roger Kite Giovanni La Cognata Ernesto Liccardi Bertina LopesNicola Macolino Alessandra Mancini Luca Manes Manovella GinoMarotta Vincenzo Mascia Titina Maselli Cosetta Mastragostino LinoMastropaolo Chiara Mastropietro Luca Matti Heidi McFall AndreaMelloni Nicola Micatrotta Antonio Miccichè Roberto Micheli FabiolaMignogna Giuseppe Miriello Guido Moretti Francesco Morgillo CarloMoschella Charles Mulin Nicolantonio Mucciaccia Carmine MarioMulière Pasquale Napoli Andrea Nicodemo Caterina Notte TommasoOttieri Achille Pace Luca Pace Cosimo Paiano Ciro Palladino GildaPansiotti Carlo Parente Gianluca Parente Stephen Partridge SalvatorePepe Michele Peri Mette Perregaard Luciano Perrotta AntonioPettinicchi Cesare Pietroiusti Alfredo Pizzanelli Mauro Presutti AntonioPriston Prolifique (Adolfo Pretorino) Oliviero Rainaldi Nicola RenziAntonio Riello Valentino Robbio Stefano Ronci Marianna RuggieriNordine Sajot Ernesto Saquella Mario Sasso Sandro Scalia MarcelloScarano Chiara Scarpone (Cristiano Sornione) Stefano Scheda RoseShakinovsky Elaine Shemilt Arthur Simms Paolo Worde! Soriano SoupyRecords Silvia Stucky Sabina Sacchetti Floria Sigismondi Federico SolmiDemetrio Spina Antonio Tamilia Giovanni Tesauro Silvano TessarolloCarmen Testa Amedeo Trivisonno Ascanio Renda Antonio Venditti IgorVerrilli Jenny Watson We/Ragni2 (Antonio Ragni e Sandra Lazzarini)

Stefania Zocco George Zogo

Gli artisti presenti alle quindici edizioni del Fuoriluogo

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Finito di stampare nel mese di febbraio 2011

presso la tipografia Foto Lampo s.r.l.

Tel. 0874 65276 - Campobasso