Funboard 142
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Rider:
Jhon
Skye
Ph: D
arrell
Won
g
The new Freestyle Wave V2 represent the perfect mix of manouverability, going fast, and riding comfort. No other shape in our collection is so difficult yet rewarding in making. You must mix two opposite worlds and still make a board looks sexy and proportionate. The new FSW V2 look more like a wave board than ever before, but have improved in top speed and early planning like no other boards in our range. The freestyle wave V2 perfectly represent the true DNA of the company.
www.robertoriccidesigns.com - info@ robertoriccidesigns.com
Freestyle Wave LTD V2
PROGRAM: FREESTYLE WAVE PRO
SEGUICI SU:
“Power, Beauty, Soul!”
ModeModedeell FSWFSWFSW 90 L90 L0 Ltdtdd
VVVVoluolumeemee 909090 LtsLtsLLtss
SizeSize 233x233x233x233xx616616 cmcmm
FinFinE E MFMFMFFC FC FC FFREEWREEWREEWEEWWAVEAVEAVEEE
27 C27 C7 CNC GNC GNC GGN -10 -10 -10 (PB)(PB)(PB)
FFin in boxboxb POWEPOWEOW RRR
R·S·R·S·SSS 4.5-4.5-4 554 5 6.26.266
ModeModeelll FSWFSW FSW 96 L96 L6 Ltdtdtd
VVoluolumemem 96969666 LtsLtsLtsLtsL
SizeSizSize 234x234234x234x6363633 cmccm
FinFinMFMFMFFC FC FC FFREEWREEWREEWR AVE AVEAVE
228 C28 C28 CNC GNC GNC GN -10 -10 -10 (PB)(P(PB)(
FFin ii boxbox POWEPOWEOWPOW RR
R·S·R S 4.7-4 7-6.46.4.44
ModeModeodeelll FSWFSFSW 102 22 LtdLtdLt
VVVoluVoluo memee 10210210210211 LtsLts
SizeSizee 2235x235x3235 65655565cmcm
FininMFMFMM C FC FC REEWREEWEEWAVE AVE AVE
29 C29 CNC GNC GNC GG-10 1-10 -10 (PB)(PB)PB(PB)
FFin Fin boxbo POWEPOWEPOW RRR
R·S·R SS 5.0-5.0-05 6.76.76..
ModeModeelll FSWFSW F 108 1081 LtdLtdLt
VVVoluVolumeme 1081081081081 LtsLtsLtsLts
SizeSizeS 236x236x236x236x2323 68686688cmcmcmmm
FinFinMFMFMFMFMFC FC FC FC FC FREEWREEWREEWREEWREEWAVEAVE AVE AAV
31 C31 C31 CC31 CNC GNC GNC GC G-10 -10 -10 11 (PB)(PB)(P(PB)B
Fin Fin boxbox POWEPOWEPOWEWEW RRRR
R·S·R·S SSS 5.2-5.2-5.2-7.37.37.37
ModModModdell d6 LtdtdFSW FSW FSW 11611116
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FFFinFinWWWAVE AVE AVEAVEEEWEEWEEWMFMFMFMFC FC FCC FRERERRE
(PB)(PB)(PB)PB-10 -10 -10 33 C33 C33 CNC GNC GNC G--
Fin Fin bobooxox POWEPOWEPOWEW RRRR
R·SR S·S 5.8-5.8-8 8.08.08.0
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FFFin n boxbox POWEPOWEOWERRR
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FinFinE EE MF MF MFMFMFC FC FC FFC FFREEWREEWREEWREEWAVEAVEAVEAVE))))23 C23 C23 C3 CNC GNC GNC GNC G-10 -10 10-10 (PB)(PB)(PB)B(PB)B
FiFin in boxbox POWEPOWEPOWEOWERRR
R·S·R·S·SS 3.7-3.7-3.73. 5.4.45.44
Available in X-Tech
ANNO XVII - NUMERO 142OTTOBRE/NOVEMBRE 2011
DIRETTORE RESPONSABILECristiano Zanni • [email protected]
REDATTORE CAPOFabio Calò • [email protected]
ART DIRECTORGianpaolo Ragno • [email protected]
GRAFICA E DTPCarlo Alfieri • [email protected]
IN REDAZIONEMarco Melloni • [email protected]
FOTOGRAFO SENIORRaffaello Bastiani • [email protected]
INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
testi: Brawzinho, Pascal Bronnimann, Fabio Calò, Vincent Chrétien, Valentina
Crugnola, Andrea Cucchi, Mattia Fabrizi, Ovidio Ferrari, Werner Gnigler,
Francisco Goya, Laurent Guillemin, Angie Holzschuh, Federico Infantino,
Nagoshi Junko, Ferdinando Loffreda, Massimo Mannucci, Pio Marasco, Fabio
Ferrari Pocoleri, Andrea Polloni, Andrea Mariotti, Steve Palier, Andre
Paskowski, Mattia Pedrani, Jason Polakow, Francesco Prati, Kauli Seadi,
Nicola Spadea, Michael Sumereder, Benjamin Thouard, Nick Warmuth.
immagini: Diego Boari, Philip Bru, Gilles Calvet, John Carter, Emanuela Cauli, Fabio
Ferrari Pocoleri, FotoFiore, Adele Frola, Stuart Gibson, Bruno Lemos, Daniele Mei,
Valerio Pedrani, Benjamin Thouard, Roberto Vuilleumier, Felice Zompanti.
EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srlvia Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087fax +39.02.48022901 - [email protected] - www.johnsonsmedia.it
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Funboard è una testata della casa editrice
JOHNSONS MEDIA, che pubblica anche
gli annuari Surfing (surf, windsurf, kite),
Snowb (snowboard) e le riviste
Surf Latino (surf), Kite Magazine Stance (kite)
Entry (snowboard), 4Skiers (sci freestyle)
6:00AM (skateboard), GirLand (femminile),
SupTime (stand up paddle).
Nessuna parte di Funboard può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva
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PREZZO DI UNA COPIA IN ITALIA euro 6,00
ABBONAMENTO ANNUALE ITALIA (8 NUMERI) euro 38,00
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ISSN 1124-0261registrazione Tribunale di Milano n.5 del14.01.1995 ROC - Registro Operatori diComunicazione - 1234
STAMPAAlfaprint - via Bellini 24 Busto Arsizio (VA)
>ECCETERA
Una cover decisamente insolita, dedicata al nuovoCampione del Mondo Wave 2011, il diciasettennePhilp Koster. Spero che anche voi siate riusciti aguardare in streaming la gara in Danimarca dovePhilip metteva a segno heat pazzesche con punteggiche mai erano stati dati prima, noi non ci siamo persiun secondo, e abbiamo esultato quando questoragazzo che vive a Vargas è entrato nella storia delWindsurf diventando il più giovane campionemondiale di sempre!
RIDER Philip Koster
LOCATION Klitmoller, Danimarca
FOTO John Carter
Il Windsurf come ha cambiato la vostra vita? Sareste lo stesso
tipo di persona se non aveste mai messo i piedi sulla tavola?
Fermatevi un attimo a riflettere… Il Windsurf non è solo uno sport,
uno dei più belli ed emozionanti, che ci permette di stare all’aria aperta, di fare della sana attività
fisica, di stare in mare tra le onde interagendo con questi fantastici elementi della Natura. Il Windsurf
è tutto questo e anche molto di più! Grazie a questo sport abbiamo avuto l’opportunità di viaggiare
verso nuove mete, vicine e lontane, conoscere gente nuova e diversa, nuove culture, ideali differenti,
stili di vita diametralmente opposti ai nostri standard. Abbiamo avuto l’opportunità di aprire gli occhi.
Ognuno di noi ha fatto proprie le esperienze che meglio credeva e magari alcune le ha anche
cancellate dalla memoria. Quello di cui sono certo è che il Windsurf ha cambiato drasticamente la
mia vita, facendomi fare delle scelte che non avrei mai fatto se per esempio non avessi partecipato
a quella prima lezione innamorandomi di questo sport. Possono essere state scelte più o meno
importanti, ma il Windsurf, il nostro sport, sono sicuro che abbia influenzato positivamente in
qualche modo la vita di tutti noi che amiamo il mare, il vento e le onde. E chissà quale nuova
avventura ci sta aspettando proprio dietro l’angolo? Vi siete mai fermati per godere e ammirare ciò
che il Windsurf vi ha offerto durante il vostro percorso?
Questo editoriale così filosofico non è solo farina del mio sacco, ma è il succo del discorso di una
recente chiacchierata che ho avuto con Andre Paskowski mentre si trovava, insieme a Gollito, qui sul
Lago di Garda in occasione del contest 48HRS e per girare qualche scena del suo prossimo film
Minds Wide Open negli spot gardesani (insieme abbiamo fatto un’epica uscita al Prà… di cui presto
vi racconterò e vi farò vedere le incredibili foto del 4X World Champion in una domenica gardesana).
Quando ho chiesto ad Andre di spiegarmi quale secondo lui doveva essere il messaggio di fondo del
suo nuovo film siamo arrivati a parlare di come il Windsurf abbia influenzato in modo positivo la vita
di ciascuno di noi, portandoci ad essere “più cittadini del Mondo”. Andre è stato 10 anni in Tour,
partecipando a 3-4 gare al mese, allenandosi all’estero tra una gara e l’altra; in ogni posto dove
arrivava montava le sue vele, si concentrava per la gara, disarmava le vele e ripartiva per la meta
successiva. Sempre di fretta e mai godendosi a pieno quello che stava vivendo. Poi un giorno ha
ottenuto il 5° posto al PWA di Podersdorf e il giorno dopo è entrato in ospedale restandoci due anni.
La sua vita non era più ad Amburgo e tutti i suoi amici erano sparsi in giro per il mondo, mentre lui
doveva stare in una stanza di un ospedale. Andre dopo due anni si è ritrovato al Lago di Garda con
un nuovo progetto da terminare e con la consapevolezza di apprezzare ogni singolo dettaglio e
emozione che la sua vita dedicata a questo sport gli può regalare.
Dobbiamo ricordare nei nostri windsurf trip di non soffermarci solo sull’aspetto sportivo, sulla
frenesia della ricerca della condizione, ma dobbiamo apprezzare il più possibile cosa, come e con chi
stiamo vivendo quell’avventura. VIVA IL WINDSURF!
Have fun!
Fabio I-720
6
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TWINSERQUAD
FREESTYLEWAVE
SINGLETHRUSTER
Oberalp AG/SpA, Via Waltraud Gebert Deeg 4, 39100 Bolzano, Tel. 0039-0471-242874, Email: [email protected], www.oberalp.it
12
L’avevamo detto. La stagione 2011 sarà interessante, molto interessante. La
suspense è quasi insopportabile: Bjorn Dunkerbeck, atleta inossidabile, riuscirà
finalmente a rubare il monopolio di Antoine Albeau dopo ben 5 anni, riuscendo a
riconquistare nuovamente l’ambito titolo all’età di 42 anni, in cui la vecchiaia dei
rider e la loro esperienza fanno la differenza tra rimonte mozzafiato e sconfitte
devastanti? La suspense è culminata il 13 agosto ad Alaçati (Turchia), ancora prima
che si disputasse l’ultima prova della stagione PWA, che è stata organizzata a Sylt, in
Germania, come da tradizione ormai. Improvvisamente una voce comincia ad urlare
in spiaggia: il gigante ce l’ha fatta! Dopo un’altra vittoria in Turchia, (dopo Vietnam,
Corea e Aruba), Bjorn Dunkerbeck è ormai diventato Campione del Mondo di Slalom
2011. Cosa dire d’altro? Cosa si può aggiungere? Se Bjorn vi dovesse proporre un
lavoro da casalinga a pulire la sua sala dei trofei, anche se dovesse pagare in dollari,
in nero, facendo appoggio alle sue banche svizzere, sappiate, che è comunque un
compito gravoso! Il ragazzone ormai ha guadagnato più di 41 titoli mondiale nelle
oltre 100 prove di PWA a cui ha partecipato. Seriamente, ricordiamoci che la prima
apparizione di Bjorn sul circuito professionistico è stata nel… 1986! Eh sì, sapete
ancora contare, è un quarto di secolo! E no, in quel momento l’attuale campione del
mondo Wave, Philip Koster, non era neanche nato… Si può pensare quello che si vuole
della sua personalità e del personaggio, non ci interessa, anche se i suoi colleghi ed
altri sanno che non sia esattamente la personificazione della “simpatia contagiosa
da spiaggia” che spesso e volentieri regna sovrana nel mondo degli sport acquatici.
Tutti però concordano sul fatto che sia un campione senza precedenti, un vero eroe
a livello mondiale. Bjorn è un individuo singolare, quindi è inutile perdersi in
chiacchiere. Come ha fatto quest’uomo diabolico a trovare la forma fisica e mentale
per arrivare a superare una prova del genere? Questo è il nostro interesse primario,
e quindi gli abbiamo fatto qualche domanda nell’intervista che segue…
Bjorn, dopo aver riportato anche questa quarta vittoria, sembra aver definitivamente
sotterrato i suoi guns per battere il record di velocità, annientato da Antoine Albeau.
Anche Antoine ha spinto al massimo in questa stagione, riportando due vittorie su
sei eventi disputati (Costa Brava e Fuerte), due seconde posizioni (Vietnam e Corea)
e due terze posizioni (Aruba e...Turchia). Qui nulla è andato come voleva. A sentirlo,
si capisce la sua frustrazione. A volte però, come sottolinea anche lui, niente va come
si vorrebbe. Che si voglia o meno, il titolo mondiale di Slalom è, con quello Wave, uno
dei più importanti nel mondo del windsurf.
13
Resta ancora una prova a Sylt. Antoine è già da adesso sicuro di chiudere in seconda
posizione nella classifica mondiale di quest’anno. Allora, Sylt, cosa serve? Solo per
divertimento? Per cercare di brillare un’altra volta prima di archiviare questa
stagione e cercare di rialzare i contratti con gli sponsor? Può essere. Per quei due,
però, per quei due atleti formidabili che insieme fanno più di 60 titoli mondiali(sic!)
quest’occasione è l’ennesima sfida. Antoine infatti vorrà terminare l’anno col botto.
Riportando una bella vittoria. Per poi cambiare le carte in tavola e far salire la
pressione per la stagione successiva… su Bjorn ovviamente… Ed ora le interviste ai
due principali protagonisti della stagione Slalom 2011…
BJORN DUNKERBECK : “VIVO NEL PRESENTE, ALL’ISTANTE…”
Bjorn, prima di tutto, congratulazioni!
Grazie...
Ok, come ti senti ad aver riguadagnato la corona di campione del mondo di
Slalom... a 42 anni?
Mmumh, mi sento da dio!!! Devo dire che sono in un ottimo momento… però a dire il
vero la corona mi sta ancora bene e mi ricordavo ancora abbastanza bene come
portarla! Ovviamente, questo era chiaramente il mio obiettivo principale sia per me,
che per Starboard e Severne Sails. Quindi, una volta ottenuto, non puoi che essere
soddisfatto e fiero di aver vinto tutto, con una prova ancora da disputare…
Che cosa è stato più difficile in questi ultimi anni: reimparare a perdere…
prima di vincere nuovamente?
Devi sempre esser capace sia di perdere che di vincere se vuoi essere un vero
campione. Devi saperti gestire in entrambe le situazioni. Potremmo riassumere il
tutto dicendo che devi usare la capacità di perdere per motivarti a vincere e non
dover più sopportare quella situazione…
Hai mai pensato, nel caso non riuscissi a riconquistare il titolo, di rovinare in
qualche modo la tua reputazione o della tua eccezionale immagine sportiva
nata nei lontani anni ‘90?
Sinceramente non mi è nemmeno passato per la testa. Io vivo nel presente, istante
per istante. Non mi preoccupo di sapere se la gente mi vede come IL CAMPIONE. È poi
vitale sapersi rimettere in gioco, anche con gli sponsor, altrimenti non avrei mai
lasciato Pryde per North, poi North per Severne, arrivando terzo nel 2009, secondo
2010 e finalmente primo nel 2011. Come tutti gli sportivi, ho bisogno costante di
stimoli. Oggi, sono l’unico rider ad aver guadagnato 4 titoli mondiali con 4 velerie e
3 shaper diversi, e ne sono davvero fiero…
Come fai ad essere ancora così motivato dopo oltre 25 anni nel tour mondiale
e 41 titoli mondiali?
Io semplicemente amo il windsurf più di ogni cosa. Adoro surfare, e per me è davvero
vitale, più di mangiare… è come respirare. Intanto poi mi diverto facendo anche altri
sport, anche se dopo 3 o 4 giorni che non vado in acqua divento irrequieto. Oltre al
windsurf, mi piace anche il surf, il SUP, lo snowboard, la mountain bike…
Qualche parola su Antoine e sui suoi successi di questi ultimi anni?
Antoine è stato sicuramente il rider che mi ha dato più filo da torcere, ed è stato il
rivale più temibile che abbia mai avuto. E lo sarà ancora per un bel po’…
Considera che io sto anche parlando degli anni ‘90, il periodo in cui correvano anche
Robby, Anders, Phil (Mc Gain), Partice (Belbeoc’h), Robert (Térritéhau), etc...
Ho già sentito questo tipo di domanda. Posso quindi dirti che questa convinzione è
assolutamente falsa. Sì ok, era dura già ai tempi, le prove e le batterie erano
competitive ma ora è tutto molto più complesso. Chiedi anche ad Antoine, anche lui
ha cominciato nel 92, e ti dirà lo stesso… Io poi ora sono anche sposato e papà di tre,
Alba, 8 anni, Liam, 7 anni, e Martina, 4 anni. A livello organizzativo, 2 o 3 bambini
richiedono un po’ di sacrifici. Questo titolo, quindi, lo dedico anche a loro…
Qual è la cosa che ti rende più fiero?
Di poter dire di esser stato il più giovane campione mondiale della storia dello
Slalom... e di poter dire oggi che sono il più vecchio… e di poter precisare che è da
ormai 25 anni che vinco almeno un titolo mondiale in qualche disciplina, e
soprattutto la mia migliore stagione del 1994 con 5 titoli mondiali in Slalom, Wave,
velocità, Freestyle ed overall…
Una domanda per le generazioni future: pensi di ritirarti dal circuito, un giorno?
Innanzitutto, penso a riconfermare il mio titolo. Per il resto, prima poi succederà… forse!
ANTOINE ALBEAU: “SONO CONVINTO CHE I DETTAGLI ABBIANOFATTO LA DIFFERENZA...”
Antoine, come hai vissuto la perdita del tuo titolo mondiale in Slalom dopo
5 anni di monopolio della disciplina?
Effettivamente, ho cercato di affrontare la situazione con filosofia: mi sono detto, non
è tutto perduto, ma comunque mi da fastidio che qualcuno sia riuscito a strapparmi
il titolo per questa stagione 2011... Più ci ripenso, più rivedo la stagione nella testa,
più mi sembra di aver fatto tutto bene, ma sono stati i dettagli che alla fine mi hanno
fregato… e spesso sono proprio i dettagli che fanno la differenza. Attenzione quindi a
parlare di monopolio perchè, anche se potrebbe sembrare a volte, non è mai facile
affrontare una stagione a questi livelli, specialmente puntando a un titolo mondiale!
Dettagli...
Sì i dettagli... Diciamo che, in generale, ho avuto meno fortuna di Bjorn in questa
stagione… Ma ok, si sa che la fortuna gira, e che per vincere, purtroppo serve anche
un po’ di fortuna. È la legge di tutti gli sport di alto livello. A volte poi anche delle
piccole differenze sono fondamentali. In Vietnam, ho perso per 0.7 punti in classifica
finale... In Corea per 0.3 punti... In Costa Brava, Bjorn è riuscito a risalire alla seconda
posizione durante l’ultima prova, con condizioni di vento veramente al limite… Ma
vabbhè, non sto cercando di trovare scuse: Bjorn ha navigato molto bene e con
un’ottima velocità, io ovviamente ho un’altra marcia col vento forte, ma lui è molto
più forte col vento leggero…
Ti ha sorpreso il ritorno di Bjorn al massimo livello?
Aspetta, guarda che Bjorn non è mai sceso minimamente di livello! È sempre stato
perfetto nelle partenze ed è sempre arrivato nei primi 5… ed è quindi sempre stato
pericoloso!
In che rapporti siete?
Siamo in buoni rapporti, ci rispettiamo veramente un sacco… sia nei vari spot, che
come avversari, che come atleti, quindi puoi immaginare che siamo praticamente a
contatto ogni giorno… La sera invece, ci ritroviamo rispettivamente con le nostre
compagnie a bere alle nostre vittorie rispettive…
Vi siete già confrontati sulla difficoltà di restare in cima al podio, anno dopo
anno, mentre il livello continua a crescere?
No, non abbiamo mai discusso apertamente, sebbene ci siano state un’infinità di
occasioni…
Per caso è “eccitante” per un campione del tuo calibro avere nuovi stimoli e
doversi rimettere in gioco?
Io mi rimetto in gioco da una stagione all’altra, indipendentemente dal risultato e
non potrebbe essere altrimenti! Ti devi SEMPRE mettere in gioco e in discussione,
anche perchè non sai mai come può andare a finire e quindi, all’inizio di ogni
stagione, devi cercare di limitare al massimo il margine d’errore, prevedere
l’imprevedibile, un evento in cui vada tutto storto come in Turchia, in cui ho avuto le
prime due giornate da dimenticare, sbagliando completamente le partenze, e
facendomi anche superare durante i quarti di finale… Bisogna quindi essere sempre
iper concentrati per prepararsi al meglio per ogni singola tappa della stagione.
La riconquista del titolo mondiale di Slalom resterà il tuo obiettivo principale
per il 2012?
Sentendo questa tua domanda mi sembra di aver sbagliato tutto in questa stagione…
Ho vinto anche il campionato del mondo di Formula (a Puerto Rico) e sono arrivato
secondo in Slalom che non significa proprio sbagliare completamente la stagione…
Bhè, detto questo, è sicuro che il mio obiettivo principale per il 2012 sarà quello e
sono davvero iper motivato. E ci conto… voglio la corona di nuovo sulla mia testa.
Complimenti Mattia per il tuo titolo di Campione Italiano Freestyle 2011. Da
quando hai iniziato a pensare seriamente che questo titolo potesse essere
alla tua portata?
Grazie Fabio, dopo la vittoria di Reggio Calabria, ho pensato che forse quest’anno
avrebbe potuto essere il mio anno.
Descrivici brevemente la tua stagione agonistica in Italia?
Quest’anno ho partecipato alle tre tappe del Campionato Nazionale a Torbole S/G,
Reggio Calabria e Coluccia, alla Shaka Bump&Jump di Torbole aggiudicandomi il 2°
posto e poi all’E-Vento di Badesi dove purtroppo, non essendoci vento sufficiente per
una gara di freestyle l’organizzazione ha optato per il Tow In, è stato divertente anche
se eravamo veramente in pochi, è stata una bella esperienza in una manifestazione
di sport e musica con un sacco di gente e poi mi sono aggiudicato il primo premio
il che non è affatto male.
Quali sono state le difficoltà maggiori per la conquista del titolo? Qualche heat
in particolare?
Beh le difficoltà ci sono sempre, come hai potuto constatare anche tu a Coluccia il
livello tecnico è abbastanza alto e quindi basta sbagliare una heat per
deconcentrazione o vento troppo debole e sei fuori. La heat in cui ho avuto più
difficoltà è stata quella del single contro Jacopo Testa a Coluccia, dove non sono
riuscito a esprimermi al meglio e sentivo molto la pressione da primo in classifica e
quindi mi è venuta un po’ d’ansia. Anche quella con Marco Vinante nel double non è
stata una passeggiata!
Come è andata la gara in Sardegna, Coluccia Finals?
La gara per me è andata benissimo visto il risultato. Diciamo che durante il double
mi sono calmato e ho dato fuoco “alle polveri”. Aldilà di questo è stata una gara
combattuta fino all’ultima heat, con delle condizioni di vento adeguate allo
svolgimento di una gara di freestyle.
Il momento che ti ricordi con maggior piacere della stagione?
La vittoria a Coluccia, dopo una gara bellissima anche per merito degli avversari, una
sensazione bellissima.
Quali sono i tuoi avversari più difficili?
Sicuramene gli atleti in cima alla classifica, ma tutti possono sempre creare
problemi, nulla è scontato e poi non bisogna dimenticare gli assenti alle ultime gare.
Hai partecipato anche a qualche tappa del PWA e all’unica tappa per ora
svolta del EFPT 2011, dove con solo due heat sei in testa alla classifica insieme
ad altri 3 rider. Potresti essere anche Campione Europeo?
Un sogno, la classica ciliegina sulla torta, ma non credo di poter avere tanta fortuna,
l’ultima tappa dovrebbe essere a Eilat, dico dovrebbe perchè al momento risulta
sospesa, ed è l’home spot di Adam Gavriel atleta veramente forte nonchè mio
compagno di ranking insieme a Varrucciu e Strahlen, entrambi molto forti. Perciò
sarà veramente dura però mai dire mai, in qualsiasi caso andrò lì per giocarmela.
Pensi di poter farti vedere anche nel PWA?
Se riesco a racimolare qualche soldino mi piacerebbe veramente poter fare qualche
tappa in più, quest’anno sono stato solo a Podersdorf. Come sai il circuito è molto
costoso, comunque non si sa mai che arrivi qualche aiuto extra.
Torniamo in Italia, personalmente ho visto un livello davvero alto dei nuovi
ragazzi che partecipano al tour italiano di Freestyle, già al primo turno per
passare devi fare almeno 10 manovre e di qualità. Il numero però degli iscritti
non è più paragonabile a quello di 2 o 3 anni fa. Secondo te qual è il motivo di
questa scarsa adesione alle gare Freestyle? E come si potrebbe tornare ai
tabelloni da 32 atleti?
Credo che il motivo principale sia il costo della partecipazione alle gare vista anche
la crisi economica in atto e se un ragazzo deve sostenere da solo i costi è veramente
dura, considerando poi che proprio per le caratteristiche della specialità il freestyler
alle prime esperienze anche se bravo, non si vuole confrontare con chi considera più
bravo di lui, a differenza dello Slalom e del Free 12 dove è meno sentita la differenza
di capacità. Poi non so se sia una mia impressione ma vedo sempre meno ragazzi
approcciarsi al Freestyle. Mi sa che allo stato attuale delle cose sia abbastanza
difficile far tornare un tabellone da 32 atleti se non con un intervento anche
economico da parte della Federazione o di qualche circolo.
Solo Freestyle o ti dedichi anche a qualche altra disciplina?
Oltre al Freestyle il prossimo anno vorrei cimentarmi anche nello Slalom, magari
riuscirò concludere qualcosa di buono, chi lo sa! Per quanto riguarda il Wave
purtroppo non riesco ad allenarmi in maniera adeguata, però se ci sarà qualche
gara non è detto che non partecipi.
SCHEDA TECNICAAltezza: 175 cm
Peso: 75 kg
Età: 20 anni
Dove vivi: a Capriolo (Brescia)
Home spot: Pra e Pier, Lago di Garda
Anni di windsurf: 13
Manovra preferita: Culo
Boards quiver: Fanatic 89 Skate TE / 99 Skate TE / 75 Quad TE / 111 Falcon
Sails quiver: North Sails Hero 4.0-4.5-5.0 / North Sails Id 5.4-5.9-6.4
Sponsor: North Sails, Fanatic, Ion, Detour, Tecno Limits, Gas Fins, Circolo Surf Torbole
16
Ciao Andrea e complimenti per il tuo stupendo risultato. Raccontaci
brevemente come è andata e se te lo aspettavi?
Grazie ragazzi, grazie per l’ospitalità. È andata bene! Partito malissimo, con catapulte
e squalifiche, e finito N°1! Era il momento di passare allo sviluppo delle vele da
Formula e questo mondiale s’incastrava perfettamente tra una serie di appuntamenti
a cui volevo partecipare nel nord Europa. C’era molto freddo e, appena arrivato in
Danimarca, volevo ritornarmene al caldo. Il giorno prima della gara c’era vento ma
non ero temprato per uscire con 11 gradi sotto la pioggia torrenziale e me ne sono
stato in auto. Erano le 6 di sera quando sono arrivato e per temprarmi ho cercato di
non alzare troppo il riscaldamento! Come mi sento? Marchiato master! Non posso
nasconderlo, sono diventato vecchio eheheh! Se avessi saputo di dichiarare la mia
vecchiaia cosi spudoratamente, avrei forse scelto un altro evento per testare le vele
da Formula! Ero comunque già contento nel vedere che le nuove vele andavano forte
e quando mi hanno chiamato sul podio come campione del mondo è stato davvero
piacevole. È da quando siamo partiti con Point-7 che viviamo tantissime emozioni e
questo è un altro episodio che ci motiva a fare sempre meglio.
Come sei arrivato a questo risultato? Tanto allenamento o scelta giusta dei
materiali o talento puro?
Il talento ce l’hanno veramente in pochi. Io penso che bisogna costruirselo e lo si fa
allenandosi duramente, testando il materiale ed usando l’astuzia ed il cervello in
gara. Sicuramente, dopo anni di solo professionismo, l’esperienza in regata conta
tantissimo, così come è di rilevante importanza conoscere i propri punti deboli e
cercare, durante la regata, di non mettersi in situazioni che sappiamo potersi
rivelare a nostro svantaggio, allo stesso tempo, bisogna avere l’occhio veloce per
capire chi sono gli avversari diretti e colpirli sul loro punto debole nella tattica. Il mio
allenamento in Formula è stato quello di 4 uscite prima del mondiale ed un regata
di Coppa Italia che ho vinto a maggio. Veramente poco, anche se in windsurf esco
quasi tutti i giorni. Il materiale in Formula è molto importante. Se non hai le cose che
camminano, in 15 minuti di gara i nodi in meno che viaggi li vedi. Si ottengono ottimi
risultati se l’attrezzatura è trimmata bene e non si parla solo di pinna e caricabasso,
ma di tutti i minimi particolari, come le curve dei boma, stecche, etc… e questo
compete unicamente alla bravura dell’atleta. E’ vero anche che più tempo si ha a
disposizione, più si può arrivare preparati. Nel mio caso, in 4
giorni, ho solo messo a punto vele ed alberi ed ho spostato più
esterni i tasselli delle strap posteriori della tavola per potere
stare più sul bordo in condizioni di vento leggero.
Ora che hai una tua azienda come affronti le regate?
Sopratutto queste molto importanti. Gareggi “solo” per
te, concentrandoti sulle tue capacità, sulle tue
esperienze di gara oppure gareggi più per l’azienda, per
la Point-7, pensando al risultato come un raggiungimento
di un obbiettivo prefissato?
Amo fare windsurf. Le regate per me sono state sempre in
secondo piano. Era la scusa per fare più windsurf possibile.
Poi col tempo mi sono appassionato ed è cresciuta la voglia
di vincere. Ora la sfida è di far vincere le vele con me o con
un altro pilota e, quindi, in questo momento la priorità è
quella di capire come reaggiscono le vele sotto lo stress
delle gare ad alto livello. Non posso pretendere, dunque, di
avere la stessa concentrazione di una volta perché ho
troppe cose da gestire anche solo durante una gara per
poter focalizzare tutto sull’obbiettivo di vincere. Quando
sono in gara l’obbiettivo è quello, vincere, ma vedo che
faccio degli errori da mangiarsi le mani. Ho velocità da top
10 in PWA ma poi, tra una gara e l’altra, mi rilasso, penso
ad altro, provo delle cose, e così la scala scende... Un altro
aspetto importante quest’anno, ad esempio al PWA, anche
se non ho fatto risultati da vincitore, è stato mostrare agli
altri che le vele non temono nessuno. Abbiamo, infatti,
ricevuto tantissime richieste di sponsorizzazioni da top
rider, ma per adesso siamo contenti di continuare con chi
ha senso per noi avere in squadra. Sarebbe stupendo poter
trovare nuovamente il tempo di fare le cose fatte bene
come un puro atleta, specialmente adesso che ho le mie
vele e che sono super vele. Dall’altro lato, va benissimo così
perché, essendo meno allenato, in gara riesco a capire di
più quello che serve nell’attrezzatura per migliorarla. Non
sembra, ma poter essere ancora in gara, a capo
dell’azienda e con il team tutto l’anno sul campo di battaglia
porta una bella innovazione al prodotto. A dire il vero mi fa
più piacere vedere gli altri vincere con Point-7 che quando
vinco io! Adesso sono a Sylt ed ho passato una settimana
con il nostro team Wave, Martin Ten Hoeve ed il nostro
nuovo tester Adam Lewis che è stato già due volte “sailor of
the day” in solo 2 eventi di PWA. Abbiamo preparato il nuovo
programma di test del periodo invernale e le cose da
sperimentare. Appena torno in Italia ci mettiamo subito
sotto anche con questi progetti.
Abbiamo visto che usavi delle vele prototipo. Come mai?
Sono le 2012?
A maggio in regata, nonostante avessi vinto, sentivo che le vele
potevano essere migliorate in certe andature e range di
utilizzo. Dunque, prima del mondiale, mi ero fatto fare dei
proto con più tensione nella parte centrale della vela. Ho
mischiato gli alberi per ottenere delle basi più rigide e top più
morbidi, per avere più profilo e più apertura in balumina, per
aumentare la velocita dell’uscita del vento nella parte medio
alta della vela, ma avere più potenza nella parte bassa. Questo
per portare la vela ad avere più accelerazione e possibilità di
orzata sopra lo swell laterale. Era una cosa che tenevo molto
a migliorare. Siamo partiti a dicembre scorso con un progetto
che era totalmente nuovo. Integrava pochissima curva
d’albero e per rendere una vela con poca curva d’albero,
veloce con accelerazione bruciante, non è cosi semplice. Porta
molti vantaggi di poppa, di comodità, di facilità di utilizzo
nell’armare, leggerezza, ma il progetto dev’essere azzeccato al
millimetro. Penso che il risultato al mondiale ha chiaramente
mostrato che le modifiche fatte siano quelle giuste. Dal 15
ottobre, appena chiudono le registrazioni per le vele da Slalom
per il PWA, dedicheremo 2 mesi pieni. Abbiamo già dei proto
pronti da mettere in acqua e per il 6 avremo anche una bella
foresta di alberi. Tutti con lo stesso concetto ma piccole
modifiche di curva e reflex.
In quelle condizioni così difficili, al giorno d’oggi con i
materiali che ci sono, conta di più l’atleta o conta di più
avere l’attrezzatura giusta e trimmata?
In questi anni tutti gli atleti e brand hanno lavorato nella
direzione di avere più potenza per il vento leggero e fare più
angolo. Dunque, velocità ridotte e angoli da Coppa America. Nel
vento forte è stato meglio sfoderare i boma stretti di una volta
e pinne che stringevano un po’ meno, ma che sapevano offrire
tanta velocità. Poi bisogna avere anche la cattiveria e la forza
fisica per non mollare... specie di poppa! Non ero più abituato
a fare formula con 30 nodi ed il primo giorno, alla prima gara,
ero partito male ed ero solo decimo di bolina. Quando sono
arrivato per partire di poppa, i primi avevano un bel vantaggio.
Ho messo, a denti stretti, i piedi nelle strap ed ho chiuso tutto.
Li vedevo ingrandirsi sempre di più. Mi ero riposizionato tra i
primi 4, ma poi dopo 3 onde e salti di fila al lasco pieno, con la
70 di pinna e la gamba posteriore che bruciava ed urlava
carità, mi si è ingavonata la prua larga quasi un metro! E
bang... sono rimasto in acqua 5 minuti per capire da che parte
dell’attrezzatura stavo. Sono finito in quarta posizione. La
seconda ero talmente cotto che sono partito dalla boa
sbagliata e sono stato squalificato. Poi, dopo queste belle
esperienze, ho scosso un attimo la testa ed ho iniziato a fare
una serie di primi. È stato un bel mondiale perchè abbiamo
fatto 4 gare con 25-30 nodi, 4 gare con 14-22 nodi e altre 4 gare
con 9-14 nodi.
Visto che ormai abbiamo toccato il tasto “Point-7”, puoi
rivelarci qualche anteprima sulle AC-1 2012?
Abbiamo lavorato da novembre scorso sulle nuove AC-1 PWA
Edition. Non abbiamo aspettato l’ultimo mese. C’è tanta
navigazione, tanti sacrifici, ore e ore ad armare e disarmare
vele e tanta voglia di fare la differenza. Abbiamo partecipato a
tutte le tappe di coppa del mondo per testarle in condizioni
diverse contro i migliori atleti. Ordinato materiale in America,
spedizioni via aerea per velocizzare. Il plotter da taglio era
stufo di vederci, abbiamo sfinito il velaio a forza di mandargli
il file aggiornato con le modifiche. In produzione abbiamo
tempestato di mail per assicurarci ogni piccolo dettaglio. Gli
alberi con cui abbiamo testato le vele hanno visto la macchina
per misurare le curve non una volta appena pronti, ma anche
più volte dopo l’usura. Per le Slalom siamo pronti. Il prodotto
era già velocissimo e ad alta prestazione, l’abbiamo migliorato
molto nel dettaglio. Abbiamo lavorato sui materiali, costruzioni
e sui millimetri su ogni piccolo particolare. Per le Formula,
abbiamo ancora due mesidi tempo e siamo sulla buona strada
visto il titolo vinto... con poco allenamento!
Per gli italiani, la gara, come succede nei motori, è un arte.
Questo è quello che stiamo facendo per il windsurf ed
abbiamo appena cominciato.
Andre Cucchi sponsored by: Plan Srl, Maui Jim, Point-7, Patrik
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Quali sono le novità principali del range JP 2012? Dicci qualcosa di più sui
nuovi Thrusters?
L’anno scorso abbiamo
affiancato i Thrusters alle tavole
Quad per andare a completare la
gamma Wave. Il feedback
ricevuto è stato ottimo in quanto
abbiamo aumentato
notevolmente il range di utilizzo
che, grazie alla varietà di
regolazioni, può essere trimmata
per dare il meglio in condizioni
onshore o anche con vento forte
per fare bump’n’jump sui laghi.
Se invece la pinna centrale viene
accorciata, la tavola cambia
completamente ed è molto più
reattiva ed aggressiva anche in
surfata. È anche per questa
ragione che abbiamo adattato
questo sistema anche sulle 3
misure più piccole delle tavole Freestyle Wave, permettendo ai clienti di usarle con
una pinna sola se sui laghi con vento forte o utilizzare l’assetto Thruster se vogliono
surfare al mare. Un altro notevole vantaggio, anche per le scuole nei posti più ventosi
e choppati, è che con le tre pinne, le tavole risultano molto più stabili e gestibili.
Quali cambiamenti salienti avete fatto sulle tavole Freestyle?
Le 3 nuove Freestyle sono cambiate abbastanza radicalmente rispetto agli scorsi anni.
Sono tutte molto più corte, anche di 12 centimetri e la distribuzione del volume punta
a facilitare le rotazione delle manovre aeree e new school. Per ottenere il massimo
pop up, anche in acqua piatta, abbiamo aumentato notevolmente lo spessore della
poppa, in quanto non serve più che la tavola carvi ma piuttosto che stacchi facilmente.
Un’altra novità importante è il Contour Deck ergonomico che però è meno marcato e
permette di avere un maggior equilibrio per le manovre switch stance. Sul piede
posteriore invece c’è un normale Dome Deck per il massimo controllo.
Cosa ne pensi delle tavole Slalom della prossima generazione? Avete qualcosa
in mente per riconquistare il titolo?
Quest’anno la competizione è stata molto serrata e il nostro materiale ha comunque
dato il massimo della performance. Sono state disputate parecchie prove con vento
leggero e sappiamo tutti che col vento leggero quasi tutti i rider sono allo stesso
livello e quindi entra in gioco anche un po’ di fortuna, che noi non abbiamo avuto.
Antoine Albeau ha sempre perso per scarti inferiori ad un punto, ma almeno ha
dominato nelle gare con vento forte come Fuerteventura, provando che il materiale
sia all’altezza ed ha rubato la scena. Ci siamo concentrati sui piccoli dettagli di
regolazione che, soprattutto sulle misure grosse, permettono di adattarsi alle
condizioni più rafficate e con chop, sfruttando al meglio anche le condizioni
marginali. Le nuove tavole quindi risulteranno più libere e scorrono sopra il chop
senza perdere velocità, permettendo anche di cazzare meno la vela ed avere ancora
maggiore potenza a disposizione, anche con vento leggero.
Quando e dove avete sviluppato le tavole Slalom 2012?
La maggior parte dei test li abbiamo fatti a Maui.
Vedendo la situazione attuale del mercato, cosa ci si può aspettare dal futuro?
La situazione economica attuale purtroppo è piuttosto critica e quindi è difficile che
il mercato cresca. Il windsurf è uno sport molto specializzato e costoso, e questi
aspetti rendono difficoltosa l’esplosione del mercato nel mondo. Per il prossimo
anno almeno cercheremo di pareggiare o di perdere il meno possibile, in quanto,
per la recessione, la gente tende subito a tagliare le spese non necessarie, tra cui il
materiale sportivo.
Cosa ne pensi del SUP? Potrebbe aiutare anche il mercato windsurfistico?
Sicuramente il SUP può aiutare anche il windsurf, in quanto si crea un maggiore
bacino di utenza ed interesse che viene introdotto trasversalmente allo sport.
Possono per esempio iniziare facendo SUP al lago e poi mettere su una vela, per
provare, in quanto le nostre tavole sono convertibili in pochi secondi. Abbiamo anche
introdotto due nuove tavole da Race con una chiglia più curva, che diminuisce l’attrito
in acqua, massimizzandone la scorrevolezza, senza far fatica. Sono tavole multi
utilizzo, e si può perfino montarci su una canna da pesca per quando si esce in mare
aperto, o montare una telecamera GoPro a prua per riprendere le tue session. Non è
il massimo per surfare le onde, ma abbiamo altre tavole ideali per questo.
Il vostro Team è uno dei più famosi e prestigiosi al mondo. Ricardo, Kauli,
Jason Polakow…ci sono delle aggiunte per il 2012?
Il giovane freestyler di Bonaire, Youp Schmidt è una new entry nel team international
e magari ci saranno delle altre novità più avanti.
Un aggettivo per definire Kauli?
Un maestro delle onde. Può surfare al meglio sia in SUP, che in surf da onda, che in
windsurf ed ha davvero una gran determinazione e grinta.
Un aggettivo per definire Jason?
Un radicale canguro impazzito. Hai visto il video di Fiji? Ha preso una botta in testa
dopo aver disintegrato il materiale ed ha sanguinato per ore mentre stava armando
l’altra vela per poi rientrare in acqua a surfare fino al tramonto.
Un aggettivo per definire Robby Swift?
Waverider potente e radicale.
Un aggettivo per definire Antoine Albeau?
Una macchina da guerra.
Un aggettivo per definire Ricardo Campello?
Un pazzo scatenato. Basta vedere i tentativi di tripli fatti a Gran Canaria… Ne ha fatti
un paio a Pozo però poi non ha più provato. Avevamo anche messo in palio 10.000
dollari se l’avesse chiuso, in quanto completamente innovativo, ma ormai non è più
una novità. Gli abbiamo però dato comunque 5.000 dollari perché non lo ha chiuso,
ma la rotazione era ottima e poi il suo coraggio era da premiare… basta vedere cos’è
successo a Boujmaa a Maui! Sembra che Philip Koster ci sia, abbiamo visto dei video
in cui gira tutte e tre le volte e poi esplode all’atterraggio, quasi over ruotando!
Chi di voi vorrebbe essere un “film maker”? E lavorare con i migliori rider al
mondo? Ora potete avere la vostra occasione!
Umi Pictures ha filmato Kiri Thode e Tonky e Taty Frans nel loro home spot Lac
Sorobon a Bonaire e vi da la possibilità di editare il loro fotoshooting in un
esaltante action video. Siate spregiudicati, create quello che più vi piace e spedite
il vostro risultato entro il 1 dicembre 2011, e magari potreste vincere un viaggio
a Bonaire per due persone, incluso volo, hotel e noleggio materiale!!! Questa
iniziativa è supportata da Starboard, Gaastra, Maui Ultra Fins, Mystic, Choco Fins
e Hole.
Non solo il viaggio premio per il primo classificato, atri premi verranno distribuiti
come una tavola Starboard 2012 a scelta, vele, pinne, mute ecc..
COME FUNZIONA?
1. Andate su www.umipictures.com e cliccate sul link umi Bonaire editing contest.
2. Scaricate i clip, le canzoni e i loghi.
3. Leggete con attenzione le regole della competizione.
4. Siate pazzi e editate il video del secolo! Potete aggiungere effetti speciali,
cartoni, animazioni… tutto quello che potete sognare.
5. Quando avete finito il video speditelo a to [email protected] entro il 1
dicembre 2011. Potete usare WeTransfer attraverso il sito umi.wetransfer.com
per l’upload.
REGOLE: Il video deve avere un titolo di vostra invenzione. Deve anche includere gli
sponsor e i loghi. Dovete usare una delle canzoni scaricate dal sito che sono libere
da diritti. Dovete usare una sola canzone di cui i crediti devono essere indicati alla
fine del video. Dovete usare le immagini di azione di tutti e tre i rider.
I migliori video saranno pubblicati sul sito umi e il vincitore sarà annunciato da
Kiry, Tonky e Taty nel nuovo anno! Il vincitore sarà eletto da tre giudizi: 1 voto dai
riders, 1 voto dalla Umi Crew, e l’altro voto arriverà dal numero di visualizzazioni
del vostro clip.
È tutto nelle vostre mani. Potete usare PS, Mac, Windows Movie Maker o Final Cut
Pro… lasciate correre la vostra immaginazione e create il miglior video di sempre!
E magari in futuro potreste anche trovare un lavoro per la Umi.
UMI BONAIRE EDITING COMPETITION
A soli 17 anni Philip Koster (Starboard/Neil Pryde) è il più giovane Campione del Mondo
Wave di sempre! Nella penultima tappa PWA Wave di Klitmoller in Danimarca (12-18
settembre), Philip ha conquistato il titolo con una gara di anticipo (Sylt, Germania; 23
settembre-2 ottobre). Nelle difficilissime condizioni danesi, vento sui 35-40 nodi
completamente on-shore e mare in burrasca, Philip ha dimostrato di essere su un
altro pianeta, anche paragonato ai suoi due diretti avversari, Ricardo Campello
(JP/Neil Pryde) e Victor Fernadez (Fanatic/North Sails). Surfate down the line con
Aerial Tweacked, Goyter One Hand sull’onda e Wave 360° in planata sono solo alcune
delle manovre che questo ragazzino ha chiuso in ogni sua heat nelle difficili condizioni
on-shore. I suoi Back One Foot e doppi Forward hanno poi riscaldato ancora di più il
pubblico in spiaggia. Un nuovo fenomeno che sta portando il Wave su un nuovo livello
con un mix esplosivo di radicalità, follia e manovre Freestyle sull’onda. Complimenti
Philip! Oltre al successo agonistico arrivano per Philip anche i primi riconoscimenti
lavorativi e la Starboard ha appena annunciato che il wonder kid sarà sotto contratto
per i prossimi due anni e sarà parte integrante dello sviluppo delle nuove tavole Wave del marchio, andando così ad affiancare Scott McKercher nel team R&D di Starboard.
PHILIP KOSTER CAMPIONE DEL MONDO WAVE
20
Il marchio Loft Sails è stato
creato da Monty Spindler che
ha prima lavorato con Neil
Pryde e poi ha creato ART. Per
alcuni anni ha lavorato sul
Garda con il marchio ART
custom e le sue vele erano
molto richieste. Poi Monty si è
trasferito in Spagna a Tarifa e
ha creato appunto Loft sails.
La Loft nella stagione 2011 ha
avuto risultati incredibili in
Coppa del Mondo finendo
sempre sul podio, grazie ai
sui rider Ben Van der Steen,
Ludovic Jossin, e Antoine
Questel. Grazie al loro lavoro di test durante tutto l’anno a Tarifa La Loft sta
raggiungendo degli standard nello sviluppo delle vele che la sta rendendo uno dei
marchi più richiesti dai rider. La Loft produce “solo” linee di vele chiare e non si
fa prendere da questa caccia al look più strano. Vele che funzionano, robuste, ben
rifinite e con un look sobrio. Ci sono due modelli di vele Wave, una vela 5 stecche
la Pure Lip e una vela Freestyle-Wave 4 stecche la Wavescape, poi una vela senza
camber con 6-7 stecche perfetta per andare alla massima velocità, la Oxygen. Poi
la vela SSwitchblade, una vela con 3 camber, che è il miglior compromesso che
puoi avere sotto la vela Racing, con un controllo pazzesco e una rotazione delle
stecche che sembra una vela Wave. Poi la vela Race, la Raincingblade. È la vela che
è finita sul podio in tutte le gare di quest'anno. Infine il modello entry-advanced
che è la Advance. Poi i prezzi sono più che competitivi! La Loft Sails offre tutto: vele,
alberi boma, prolunghe e accessori. www.loftsails.com
LOFT SAILS ORA DISPONIBILE IN ITALIA
Philip Koster G-44 in azione a Klitmoller. © PWA/John Carter
Tonky Frans con il suoinconfondibile power style!
Robert Hofmann con laPURE LIP 2012 5.2
Alberto Menegatti (Starboard/Gaastra) fa il cannibale e si conferma campione italiano nella specialità
Formula Windsurfing a Gallipoli (LE), dopo aver già vinto il titolo italiano nello Slalom lo scorso luglio, sul
Garda. Menegatti, ormai una realtà consolidata del windsurf italiano anche a livello internazionale, ha
vinto tre prove delle quattro
disputate, e forse avrebbe vinto
anche la quarta se non avesse
rotto il boma mentre era in testa.
Dietro di lui si piazzano sul podio
il romano Andrea Beverino e
l'elbano Malte Reuscher. Primo
categoria grandmaster leggeri,
Alessandro Giovini, seguito
dall'atleta locale Luciano
Treggiari. Primo dei master
l'inossidabile Marco Begalli.
Nella categoria Leggeri Master
vince il pugliese Paolo Perrone, del Circolo Vespucci di Gallipoli. Tra gli altri titoli assegnati per la
categoria giovani vince Riccardo Errico. Il terzo atleta pugliese in gara, Giuseppe Greco, è giunto settimo.
E' stata la giornata di sabato a determinare la classifica finale, riuscendo a completare tre prove,
mentre nella prima giornata, giovedì scorso, ninete gare per mancanza di vento e venerdì era stata
disputata una sola prova. Oggi, ultimo giorno di gara, ancora nessuna prova disputata sempre per
mancanza di vento, una costante che ha accompagnato l'edizione: sempre al limite senza mai superare
i dieci nodi, con cali improvvisi e continui cambi di direzione. Condizioni dunque difficili per gli atleti che
si sono fisicamente spesi notevolmente nelle tre prove del sabato, anche per l'inusuale caldo, favorendo
gli sicuramente atleti più leggeri di peso. E penalizzando di contro quelli fisicamente più 'pesanti'. Si
ringrazia gli sponsor Franklin and Marshall e Selin per l'ambiente per la riuscita della manifestazione.
CAMPIONATO ITALIANO FORMULA WINDSURFING
21
XRay Windsurf Academy presente con il suo team al completo all’evento dedicato al mondo del Surf - Windsurf and Sup “Italia Surf Expo 2011”. Lo stand XRay capitanato
da Raimondo Gasperini si è occupato durante tutta la manifestazione di promuovere la disciplina windsurfistica attraverso la distribuzione di gadget, depliant e materiale
informativo ma soprattutto attraverso session di lezioni gratuite per principianti dedicate sia agli adulti che soprattutto ai più giovani. Il risultato è stato davvero
sorprendente, con l’aiuto del sistema iDO e la collaborazione del suo stesso inventore Dario Oliviero,
sono stati messi in acqua circa 100 bambini, raggiungendo così l’obiettivo primario di avvicinare i
più giovani a uno sport che non è solo atletico ma che permette anche di praticare all’aria aperta
a contatto diretto con la natura. I bambini sono stati premiati con un diplomino di partecipazione
firmato da Jim Drake,inventore del Windsurf, Dario Oliviero, inventore IDo e mister XRay Gasperini
e poster autografati da Ray sul palco di Radio 105, davanti ad un pubblico entusiasta! L’evento è
stato anche all’insegna dello sport agonismo, ci sono state numerose esibizioni e gare, nelle
giornate di sabato con il Jet Pilot Grinch Contest e domenica con i Campionati Italiani di Sup e di
Indo Board. Soprattutto il sabato pomeriggio davanti a migliaia di spettatori c’è stato il Jet Pilot
Grinch Contest, gara invitational aperta a tutte e tre le discipline con l'aggiunta del Wakeboard. Ai
primi due posti, due surfisti da onda doc Daniele Gugliemetti e Alessandro Marciano, sul podio al
terzo posto Raimondo Gasperini. XRay Windsurf Academy, dalla parte del vento!
SURF EXPO 2011 Testo: Silvia Caronti, foto XRay /Canon /Stanisci
Quante volte ti è capitato di caricare tutto il materiale, partendo per andare a fare una surfata, solo per arrivare sullo spot e vedere che
le previsioni erano completamente sbagliate? Hai rincorso il vento, guidando per ore tra le varie spiagge, solo per poi scoprire a fine serata
che i tuoi amici sono usciti tutti assieme in uno spot diverso. Questa cosa è già capitata a tutti troppo spesso, ed è proprio per questo che
è nato Weendy. L’obiettivo era quello di ottenere un semplice risultato: far smettere alla gente di inseguire le condizioni. Ci sono voluti circa
4 mesi per realizzare l’App e finalmente ora è disponibile su ogni Iphone, GRATIS! Con la Weendy app, puoi mandare e ricevere informazioni
in tempo reale sulle condizioni al momento da tutte le spiagge della zona, direttamente da gente che è sullo spot. I rider possono far sapere
se le condizioni sono buone o se non c’è niente, o altri sappiano se c’è qualche spiaggia in zona che funziona bene. Possono perfino
uplodare dei video in streaming delle condizioni, fare una loro stima, e poi premere Share e condividerle con tutti gli altri. Questo pone
quindi fine all’attesa di tutta la gente che si deve spostare per km per poi rischiare di non trovare le condizioni. Si risparmia quindi un
sacco di tempo e frustrazione, perchè adesso si può andare diretti verso lo spot che offre le condizioni migliori, senza dover perdere tempo a girare inutilmente per vedere
gli altri spot. L’app Weendy ti permette anche di metterti in contatto con tutti gli altri rider della zona, permettendoti poi di condividere delle ottime session nei vostri spot
preferiti. Puoi anche infastidire i tuoi amici in ufficio o a casa, facendo vedere a tutti quanto ti stai divertendo, specialmente quando piove da loro e tu sei in spiaggia al caldo
con onde spettacolari e vento forte. Puoi anche uploadare le manovre migliori, dare consigli ecc ecc. La Weendy app è davvero facile e utile, quindi non perderti mai più
un’uscita! La Weendy app è stata creata da un gruppo di windsurfisti greci (programmatori), inizialmente per la comunità windsurf/kite/surf della zona e poi estesa a tutto
il mondo. Questa app è molto utile anche perché molte delle spiagge che noi frequentiamo non sono dotate di meteo station e molti spot sono caratterizzati da venti termici
e locali, difficilmente prevedibili dalle previsioni meteo. Weendy non vuole solo essere un utile e gratuito mezzo di informazione, ma anche diventare un Social Network
dedicato alla comunità dei windsurfisti e “water-people”. La versione 2 di Weendy è ora disponibile su iTunes… se avete un iPhone non esitate a scaricare questa applicazione!
WEENDY: UN NUOVO MODO PER PRENDERE IL VENTO
Il “top level” trapezio di ION è equipaggiato per il 2012 con la
nuova Memory Foam all’interno, per garantire morbidezza e
assoluto fissaggio al corpo del rider. Il design del Relay
rimane molto tecnico come negli ultimi anni. La costruzione
“X-Spine” protegge la schiena senza irrigidire il trapezio,
così come il “Cross-Link Webbing” che distribuisce
uniformemente i carichi eccessivi su tutta la superfice. Il
Gold Edition è anche dotato del “Quickfit – Leverbuckles” in
metallo, per un rapido e sicuro posizionamento del trapezio
sul corpo del rider. Per info: www.ion-products.com
ION RELAY “GOLD EDITION” 2012
Alberto Menegatti a Gallipoli. © Roberto Vuilleumier
PROGETTO SERENITY
Il Progetto Serenity ha dimostrato ancora una volta come dalla passione e dalla
volontà di fare possono nascere iniziative importanti per il nostro sport. È dall’anno
scorso che da esterno seguo questa iniziativa e ho potuto ammirare come il
Progetto Serenity, dedicato ai ragazzi/ragazze e genitori di Malcesine (Lago di
Garda) sia stato in grado di mettere in acqua e far provare il windsurf a veramente
tanti nuovi giovani, e molti di loro, dopo solo un anno, ora planano, saltano, si
divertono e non si perdono una Pelerata! Sono nati dei nuovi windsurfisti!
Quest’anno mi è stata proposta una collaborazione che ho accettato con molta
gioia: seguire alcuni di questi nuovi surfisti per uno stage di perfezionamento e di
Freestyle nei mesi di luglio e agosto. Ho avuto così modo di conoscere una ventina
di ragazzi, quasi tutti under 18, e di poterli seguire e insegnarli qualche cosa per
due giorni a settimana durante l’estate. Lo stage è partito con il botto… con due
settimane di fila di Peler da 4.7 con i controfiocchi che ci ha permesso di portare a
termine le prime 4 lezioni. Sede del progetto la scuola di Navene, il Nany Aqua
Center. Il gruppo dei ragazzi è stato fenomenale e tutti, incitandosi l’uno con l’altro,
hanno provato a chiudere le loro prime manovre Freestyle. Uno spirito di
aggregazione, di amicizia e di dedizione davvero ammirabile. Quasi tutti hanno
iniziato a provare la Vulcan e i primi tentativi di Forward, vi ricordo che l’anno
scorso nessuno di loro planava! 2 ragazzi hanno chiuso il loro primo Forward
durante lo stage, e Omar ha iniziato a chiudere prima la Vulcan per poi arrivare alla
quinta lezione chiudendo lo Spock! Ora avranno un anno intero per allenarsi prima
di arrivare alla prossima stagione e provare nuove manovre perché il Serenity
Freestyle Stage 2012 è già stato riconfermato. Ringrazio tutti i ragazzi e ragazze che
hanno partecipato allo stage, il Nany Aqua Center di Navene con Silvano e il suo
staff, Luca e la Etnies, i fotografi Angela Trawoeger e Saara Benamati, chi ci ha
aiutato nelle video-riprese e soprattutto Marco e Tommy Carletto che hanno reso
possibile tutto questo. Come sempre VIVA IL WINDSURF! Progetto Serenity in
memoria di Matteo Barzoi e Luca Carletto.
WAVE CLINIC MOULAY BY OCEANSOURCE.NET
Anche quest’anno sono ritornato in Marocco durante la prima settimana di agosto
per il mio Wave Clinic a Moulay. Per il secondo anno consecutivo le adesioni sono
state tante ottenendo un altro “sold out”. La novità principale di quest’anno è stata
la collaborazione di Valentina Crugnola che mi ha dato una mano a seguire gli
stagisti ed è stata un punto di riferimento per le ragazze del corso. Il gruppo è stato
davvero formidabile e tutti hanno provato a migliorare il loro approccio alle onde e
nei salti durante la settimana di corso, nonostante le condizioni fossero davvero
impegnative: il vento non è mai sceso sotto i 25-30 nodi con un metro e metro e
mezzo di onda. Una vera palestra e abbiamo trascorso molte ore in acqua, spesso
anche in compagnia del World Pro e local Boujmaa Guilloul seguito da tutta la sua
crew! Fondamentali ancora una volta sono state le riprese e il video clinc di analisi
delle immagini alla sera nell’accogliente e rilassante nostro quartier generale, il
Lawama (ristorante e hotel). Il pacchetto “tutto compreso” è stato ancora una volta
la soluzione vincente e vi posso già confermare fin da adesso che il mio Wave Clinc
di Moulay è già stato riconfermato per la prima settimana di agosto 2012… e ci sono
già le prime iscrizioni! Un ringraziamento particolare a Mario Gozzetti (“The Boss”)
e alla mitica Valentina Crugnola. Stay tuned…
Per info e iscrizioni: www.oceansource.net (stage Fabio Calò-Moulay).
Il Forward rimane il sogno proibito di molti. Grazie alla collaborazione del Pier
Windsurf (Riva del Garda) mi è stata data l’opportunità di organizzare nel primo
week-end di settembre uno stage dedicato all’insegnamento del Forward e delle
prime manovre di Freestyle come la Vulcan. L’adesione a questa iniziativa è andata
oltre le più rosee aspettative e a un certo punto abbiamo dovuto rifiutare gli iscritti
dell’ultimo momento. 3 giorni di azione anche se il vento ha fatto un po’ i capricci,
permettendoci comunque di trascorrere diverse ore in acqua. Anche in questo
caso le video riprese si sono rilevate fondamentali per un miglior apprendimento
dei ragazzi. Novità assoluta e penso anche provata per la prima volta, è stato il
simulatore di Forward che abbiamo ideato appositamente per lo stage. I ragazzi
hanno potuto così provare in piena sicurezza e senza timore la parte più difficile del
salto, quella di buttarsi in avanti chiudendo la vela con il braccio posteriore. Grazie
alla fiducia del Pier Windsurf lo stesso format di stage verrà riproposto il prossimo
anno con cinque appuntamenti mensili da maggio a settembre. Ringrazio per la
collaborazione Luca Spagnolli, Constanze, Laura, Andrea e tutto lo staff del Pier. Per
info sui prossimi stage contattate la segreteria del Pier Windsurf: tel. +39 0464
550928, www.pierwindsurf.it
Durante quest’estate sono stato impegnato anche sul fronte dell’organizzazione di vari stage, sia dedicati al perfezionamento, che al Freestyle e al Wave.
Procediamo con ordine e vi racconto in questo spazio le iniziative che ho seguito e i miei programmi per il prossimo anno.
FABIO’S CORNER Testo di: Fabio Calò
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Wave Clinic Moulay 2011. © Philippe Bru
Progetto Serenity Navene (Malcesine). © Angela Trawoeger (www.360gardalife.com)
[email protected] 2011
Cattura ogni singola emozione
Distributore Nazionale: SofTeam Macherio (MB) Tel 039 207891 www.softeamitalia.com - www.playhd.it - www.sportxtreme.it
WSF_1011
OverLook GX-5Occhiali con videocamera HD incorporata e lenti polarizza-te che permettono riprese Audio e Video in completa liber-tà, avendo le mani libere, con discrezione in ogni occasio-ne. La qualità Video HD 720p (1280x720) permette di ac-quisire filmati con dettagli incredibili. Overlook GX-5 sonoil compagno ideale per gli sportivi (ma non solo) che voglionoriproporre le loro avventure agli amici.
Sportxtreme e-wawLettore MP3 a tenuta stagna fino a 3 metri di profondità.In plastica resistente, il suo corpo non teme il cloro e puòessere utilizzato senza problemi in piscina. Si adatta a nu-merosi sport, anche a quelli sott'acqua grazie ai suoi in-trauricolari a tenuta stagna. Compatibile con i formati MP3e WMA, dispone di uno spazio di archiviazione di 4 GB. Com-patibile con i formati dei file FAT16 e FAT32, questo letto-re si trasforma anche in chiavetta USB per archiviare dati.
Drift HDVideocamera Full HD 1080p, impermeabile fino ad 1 metro,fino a 30 metri con custodia rigida waterproof (opzionale).Display da 1.5”, 60/50fps, per realizzare stupendi video in“slow-motion”. Telecomando a radiofrequenza permette dirisparmiare le batterie, la memoria e modificare il tempo, ren-dendo semplice girare brevi clip, avviando e fermando la re-gistrazione, senza lottare con la telecamera in movimento.Realizza foto 5MP con un obiettivo grandangolare 170°.
www.sportxtreme.it
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SHARK / LTD: Dal freeride più tranquillo e confortevole alle curve più strette a
tutta velocità. Lo Shark di Fanatic perdona gli errori ai rider intermedi, ma sa
mordere al massimo quando il rail si pianta nell’acqua, o quando hai bisogno del
massimo controllo con vento forte. La linea di scoop rocker progettata col CAD,
affiancata al confortevole deck a dorso d’asino, ed un profilo più compatto, offrono
una sensazione di reattività e facilità di spingere i propri limiti verso il prossimo
livello. Caratteristiche principali: • Linea di scoop alta che poi passa al biconcavo
e chiglia power V per strambate velocissime • Profilo compatto ed efficiente
distribuzione del volume per massima reattività • Deck a dorso d’asino per la
massima capacità di curvare e controllo.
RAY: La tavola di Fanatic iperveloce da freerace che garantisce comfort alle
massime velocità, riutilizzando la linea di rocker delle tavole da slalom in coppa
del mondo. Grazie alla combinazione tra chiglia power V e biconcavo a prua per
planare in anticipo, il profilo compatto delle Ray permette di planare a tutta
velocità e tagliare i chop senza fatica, permettendo al rider di strambare a tutta
velocità facendo mordere i rails affilati e la poppa affosulata. Caratteristiche
principali: • Linea di scoop rocker provata dal Team Pwa race che poi passa alla
chiglia Power V per massimo controllo anche con vento forte • Biconcavo a prua
per entrare velocemente in planata e facilità di conduzione anche con chop •
Pintail a 75° per diminuire l’attrito in strambata • Rapporto perfetto tra comfort
e performance.
FALCON SLALOM: 5 nuovi shape in produzione direttamente dal PWA, con
un’attitudine alla velocità e precisione perfetta. Il sistema di Compact Design Concept
riduce al massimo la lunghezza dei modelli 140, 125, e 113, per il vento più leggero,
in modo da ridurre al massimo l’attrito ed aumentare la spinta, mentre sulle tavole
di volume inferiore, come l’89 e 99, sono leggermente più lunghe in modo da
assicurare maggiore controllo con vento più forte. L’extra larghezza e i rails con
sistema Comfort Heel sul piede anteriore permettono di usare rails più squadrati e
poppe più longilinee in modo da garantire maggiore spinta, proiezione e presa nelle
curve, con qualsiasi intensità di vento. Caratteristiche principali: • Incavo del piede
d’albero maggiorato per aumentare la stabilità del rig • Poppa più dritta per
maggiore controllo sia con vento forte che leggero • Rails più pieni e arrotondati
sotto il piede posteriore per maggiore comfort e manovrabilità • Nuova linea di Scoop
Rocker con sezione piatta più corta e ingresso più alto.
Board Vol. Width Length Technology Fittings
Shark 105 105 65 240 HRS** Fanatic Freeride 39 GFK; Power Box; Sailsize: 5.0 – 7.5m2
Shark 120 120 69 245 HRS** Fanatic Freeride 42 GFK; Power Box; Sailsize: 5.5 – 8.0m2
Shark 135 135 73 245 HRS** Fanatic Freeride 48 GFK; Power Box; Sailsize: 6.0 – 9.0m2
Shark 150 150 78 250 HRS** Fanatic Freeride 50 GFK; Power Box; Sailsize: 6.5 – 9.5m2
Shark 165 165 83 255 HRS** Fanatic Freeride 54 GFK; Power Box; Sailsize: 7.0 – 10.0m2
Shark 135 LTD 135 73 245 CK/BSLT*** Fanatic Freeride 48 G10; Power Box; Sailsize: 6.0 – 9.0m2
Shark 150 LTD 150 78 250 CK/BSLT*** Fanatic Freeride 52 G10; Power Box; Sailsize: 6.5 – 9.5m2
Board Vol. Width Length Technology Fittings
Ray 100 100 61 240 WS** Choco Fin 34 G10; Tuttle Box; Sailsize: 5.8 – 8.3m2
Ray 115 115 67 240 WS** Choco Fin 38 G10; Tuttle Box; Sailsize: 6.2 – 8.8m2
Ray 130 130 73 235 WS** Choco Fin 44 G10; Tuttle Box; Sailsize: 6.8 – 9.5m2
Ray 145 145 81 235 WS** Choco Fin 50 G10; Tuttle Box; Sailsize: 7.0 – 10.0m2
Ray 100 LTD 100 61 240 CK/BSLT*** Choco Fin 34 G10; Tuttle Box; Sailsize: 5.8 – 8.3m2
Ray 115 LTD 115 67 240 CK/BSLT*** Choco Fin 38 G10; Tuttle Box; Sailsize: 6.2 – 8.8m2
Ray 130 LTD 130 73 235 CK/BSLT*** Choco Fin 44 G10; Tuttle Box; Sailsize: 6.8 – 9.5m2
Ray 145 LTD 145 81 235 CK/BSLT*** Choco Fin 50 G10; Tuttle Box; Sailsize: 7.0 – 10.0m2
Board Vol. Width Length Technology Fittings
Falcon Sl. 89 89 59 240 BCS/LF** No Fin; Tuttle Box; Sailsize: 5.0 – 7.8m²Falcon Sl. 99 99 62 235 BCS/LF** No Fin; Tuttle Box; Sailsize: 5.5 – 8.2m²Falcon Sl. 113 113 69 235 BCS/LF** No Fin; Tuttle Box; Sailsize: 6.0 – 8.6m²Falcon Sl. 125 125 79 230 BCS/LF** No Fin; Tuttle Box; Sailsize: 6.5 – 9.2m²Falcon Sl. 140 140 85 230 BCS/LF** No Fin; Deep Tuttle Box; Sailsize: 7.0 – 10.0m²
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FIREFLY: Tested for you! La FireFly 2012 è sostanzialmente diversa dal modello
dell’anno precedente e decisamente migliorata sotto alcuni aspetti. La prima cosa
che si nota una volta armata (sia con albero SDM che RDM) è che le stecche, le prime
due, non puntano più stando addirittura dietro l’albero, ma si posizionano
naturalmente quasi leggermente davanti all’albero rendendo il profilo statico
decisamente più piatto rispetto alla versione precedente. Le altre caratteristiche che
possiamo immediatamente vedere sono la lunghezza d’albero maggiore e una
riduzione drastica della misura del boma, mediamente 6-7 centimetri su ogni misura,
e non sono pochi! Altro aspetto importante è l’aumento del peso della vela, la versione
2011 offriva già una adeguata resistenza all’usura e agli impatti, possiamo ora
affermare che la 2012 migliora ulteriormente questo aspetto, il monofilm è più
“massiccio” e tutte le cuciture sono state raddoppiate. In acqua la nuova vela si
comporta sostanzialmente in modo simile alla versione precedente, partenza in
planata fulminea, ottima velocità di punta, feeling di estrema leggerezza in andatura.
La differenza invece si nota in manovra, dove le stecche maggiormente distanziate
dall’albero permettono passaggi più soft e quindi di maggiore precisione. Il Duck
Sails, tanto di moda nelle power move moderne, risulta così essere sensibilmente
migliorato facilitando la manovra al rider grazie all’ottimizzazione del taglio della vela
sotto il boma, alla lunghezza ridotta della bugna e appunto alla maggiore neutralità
del profilo delle prime due stecche. La FireFly 2012, nelle misure 4.9 e 5.3, per tutte
queste caratteristiche elencate risulta essere perfetta anche per un utilizzo Power
Wave, sia per salti che soprattutto per surfate. È possibile armarla sia con alberi a
sezione standard (SDM) che a sezione ridotta (RDM). Noi la abbiamo testata su un
albero SDM (MaverX EVODS 400) e pensiamo sia la soluzione migliore per questa vela.
NP 5K SERIES 5/4/3: La 5K è una muta iper performante interamente in
neoprene realizzata appositamente per quei rider che non si accontentano mai. La
combinazione perfetta tra flessibilità e calore del neoprene a cucitura singola ti
permette di restare comodo e al caldo anche nelle condizioni atmosferiche più
estreme.
S5: Realizzata con neoprene limestone direttamente dal Giappone. Ha anche una
copertura idrofoba che fa scorrere l’acqua 5 volte più velocemente, eliminando
l’effetto di windchill (sulle spalle e ascelle).
E3 Entry System: Sistema di chiusura anteriore ermetica, che segue perfettamente
il collo e impedisce all’acqua di entrare dal dorso e dal colletto della muta.
Carbone attivo di Bamboo: Licra interna anti-odore ed antibatterica. Questa fibra
naturale è cucita internamente per assicurare un maggiore igiene.
Nastratura P-Skin: Questo sistema al poliuretano è proprietà della Neil Pryde ed
impermeabilizza ogni cucitura. È più flessibile e sottile di ogni altro sistema sul
mercato.
NPX ASSASIN 5/4/3:NPX Assassin è la scelta degli estremisti della libertà, i rider più esigenti che sono
convinti che la migliore muta da indossare sia proprio il non doverla indossare.
L’Assassin è carica di energia e accentua la radicalità del rider, offrendogli
isolazione termica perfetta, raffreddamento ad acqua, ed altre tecnologie
all’avanguardia.
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In linea di principio generale la North Sails ha lavorato sulle vele 2012 per ottenere un
risparmio medio del peso del 10% senza andare a compromettere la robustezza.
Molta attenzione è stata posta anche sull’innovazione dei profili per ottenere
maggiore potenza ma non sacrificando la manovrabilità. Altra importante
caratteristica delle vele North Sails 2012 è l’esclusiva garanzia di 5 anni sui propri
modelli.
RAM F12La macchina raicing di North Sails dove è stato eliminato un camber è la tasca
dell’albero è stata resa più sottile.
Caratteristiche principali: • NEW: iBUMPER, il più avvanzato ed efficaciamente
modellato mast protector • NEW: potenza aumentata grazie al pre-shaping nella zona
del boma e sulla base della vela • Un aspect ratio più basso per migliorare
l’accelerazione in partenza e dopo le strambate • INDEPENDENT.SHAPING.CONCEPT per
migliora la rotazione, il controllo e l’accelerazione • HYPER.CAM il primo hard camber
che può ruotare come un soft camber.
S_TYPELa S_ Type è una delle vele Freerace di maggiore successo nei test di tutte le riviste
internazionali, ed è considerata il punto di riferimento per la categoria. Per il 2012,
Kai Hopf, il velaio, ha migliorato la partenza in planata e l’accelerazione attraverso
una distribuzione diversa del profilo.01 | PRODUCT
Caratteristiche principali: • NEW: iBUMPER, il più avvanzato ed efficaciamente
modellato mast protector • NEW: potenza aumentata grazie al pre-shaping nella zona
del boma e sulla base della vela • Un aspect ratio più basso per migliorare
l’accelerazione in partenza e dopo le strambate • MINIMUM.MAST.CONCEPT: un albero
(460-25) per tutte le misure • HYPER.CAM il primo hard camber che può ruotare come
un soft camber • SWITCH.CAM .OPTION 3/2: 3 camber per il massimo delle
performance- 2 camber per migliorare la maneggevolezza.
X_TYPEAnche per il 2012 la X_ Type dimostra come una vela possa essere veloce e potente
anche senza camber. Il segreto è il ridotto aspect ratio derivato direttamente dalla
WarpF201, e l’elevata tensione della balumina per garantire elevate performance
anche senza camber.
Caratteristiche principali: • NEW: iBUMPER, il più avvanzato ed efficaciamente
modellato mast protector • NEW: potenza aumentata grazie al pre-shaping nella zona
del boma e sulla base della vela • TWIN.TRIM.CLEW per un trimmaggio personale per
aumentare il range di utilizzo • La vela è più resistente grazie all’utilizzo del robusto
X.PLY nella parte • MINIMUM.MAST.CONCEPT: un albero (460-25) per tutte le misure.
Model Size Boom Max Luff Max Top Battens Camber Weight (Kg) IMCS Mast: Best/Altern. Lenght Best/Aletrn. Mast Geometry
RAM F12 SLALOM 5,2 1,85 4,11 7 3 4,6 18-20 400 SDM/--
RAM F12 SLALOM 5,7 1,92 4,31 7 3 4,8 21-19 430/400 SDM/--
RAM F12 SLALOM 6,3 1,98 4,53 7 3 5 20-22 430 SDM/--
RAM F12 SLALOM 7 2,09 4,76 7 3 5,3 24-26 460 SDM/--
RAM F12 SLALOM 7,8 2,22 4,98 7 3 5,6 28-25 490/460 SDM/--
RAM F12 SLALOM 8,6 2,33 5,19 7 3 5,9 28-25 490/460 SDM/--
RAM F12 SLALOM 9,3 2,48 5,28 7 3 6,2 32-28 520/490 SDM/--
S_ TYPE 6 1,86 4,56 6 3/2 4,5 21-25 430/460 SDM/--
S_ TYPE 6,6 1,89 4,64 6 3/2 4,7 25-21 460/430 SDM/--
S_ TYPE 7,3 2,05 4,76 6 3/2 4,9 24-26 460 SDM/--
S_ TYPE 7,8 2,1 4,84 6 3/2 5,1 25-28 460/490 SDM/--
S_ TYPE 8,4 2,29 4,9 7 3/2 5,4 28-25 490/460 SDM/--
S_ TYPE 9,5 2,42 5,2 7 3/2 5,8 28-25 490/460+CX SDM/--
X_ TYPE 5,4 1,77 4,43 6 -- 3,9 21-25 430/460 SDM/RDM
X_ TYPE 6 1,82 4,64 6 -- 4,1 21-25 430/460 SDM/RDM
X_ TYPE 6,6 1,88 4,63 7 -- 4,35 21-25 430/460 SDM/RDM
X_ TYPE 7,3 1,97 4,81 7 -- 4,6 24-26 460 SDM/--
X_ TYPE 7,8 2,08 4,92 7 -- 4,8 25-28 460/490 SDM/--
X_ TYPE 8,2 2,13 5 7 -- 4,95 25-28 460/490 SDM/--
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WAVE TWIN CONTEST V2La quint’essenza della manovrabilità! PROGRAMMA Wave Twinzer PRO.
RRD presenta una nuova gamma di tavole twinzer, la RRD Wave Twin Contest V2,
basata sull’ormai collaudato shape presente nell’attuale collezione, ma
caratterizzata dalla nuova tecnologia di costruzione CONTEST capace di esaltarne
ulteriormente le performance. E proprio le performance di questi shape capaci
di raccogliere grande consenso fra il pubblico così come fra i tester delle più
rinomate riviste internazionali hanno spinto RRD a proporre questi best seller
introducendo un nuovo step in fatto di tecnologia, per fare diventare queste
tavole le più leggere della collezione RRD.
La costruzione dei Wave Twin Contest V2 è stata studiata nei minimi dettagli per
rendere la tavola assolutamente leggera e particolarmente vivace e
performante: il sandwich della coperta è realizzato con PVC Herex 100 da 3 mm,
wood sandwich sotto ai talloni, il tutto laminato con carbonio Innegra, una fibra
realizzata in esclusiva da un importante produttore svedese, capace di associare
grande resistenza alle note doti di leggerezza e reattività della fibra di carbonio.
Anche la carena della tavola è realizzata in full sandwich con PVC Herex 100 da 3
mm laminati con vetro biassiale da 160 grammi, e rinforzata con due stringers
in PVC da 5mm Omega construction. Anche la dotazione accessoristica non è
stata lasciata al caso, visto che i Wave Twin V2 sono caratterizzati dalla presenza
di una nuova scassa d’albero ultraleggera full carbon e nuovi Slot Box da 15 cm
regolabili per le pinne.
WAVE VOGUE OVAL GOLD CARBON MONOCOQUE BOOMRRD impreziosisce la propria collezione inserendo a catalogo un nuovo boma
Wave top di gamma, si tratta del nuovissimo Wave Vogue Oval Gold Carbon
Monocoque Boom. Questo boma è stato disegnato per garantire il massimo delle
performance fra le onde e, come si può intuire dal nome, è caratterizzato da una
colorazione dorata del carbonio a vista nella zona frontale, caratterizzata dalla
presenza di una nuova maniglia. Leggerezza e rigidità sono senza compromessi,
grazie alla tecnologia di costruzione full carbon pre-preg, con tubi a diametro
ridotto e a sezione ovale interna, ricoperti da uno strato super sottile di EVA per
creare massimo comfort nell’impugnatura, senza andare a discapito del peso.
Anche la parte della bugna è realizzata con carbonio pre-preg e disegno
monoscocca, per garantire il massimo della rigidità e delle performance a
qualsiasi lunghezza vengano regolate le prolunghe. I boma sono disponibili in tre
misure.
Model Volume Size Weight Fin Fin Box R-S-S
Wave Twin 66 Contest V2 66 lts 232 x 52,5 cms 5.73 kg MFC LS 15.5 CNC G-10 Slotbox 3.2-4.7
Wave Twin 74 Contest V2 74 lts 233 x 55 cms 5.92 kg MFC LS 16 CNC G-10 Slotbox 3.7-5.3
Wave Twin 82 Contest V2 82 lts 234 x 57.5 cms 6.14 kg MFC LS 16.5 CNC G-10 Slotbox 4.2-5.8
Wave Twin 90 Contest V2 90 lts 235 x 60 cms 6,4 kg MFC LS 17 CNC G-10 Slotbox 4.7-6.3
Model Technology Min Lenght Max Lenght
Wave Vogue Oval Gold Carbon Monocoque Boom 135 Carbon Pre-Preg Monocoque 135 cms 190 cms
Wave Vogue Oval Gold Carbon Monocoque Boom 145 Carbon Pre-Preg Monocoque 145 cms 205 cms
Wave Vogue Oval Gold Carbon Monocoque Boom 160 Carbon Pre-Preg Monocoque 160 cms 220 cms
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GATOR: Vela Crossover orientata alle manovre: Wave/Freemove/Freeride. La linea
di vele Gator copre ogni tipo di condizione windsurfistiche in qualsiasi parte del
mondo. I principi fondamentali dell’intera linea sono la durata, la manovrabilità e la
performance. Ogni misura è stata progettata per soddisfare le necessità del
freerider che vuole sfrecciare in ogni condizione. Non parliamo poi delle richieste di
Boujmaa Guilloul, che ha collaborato direttamente con lo sviluppo delle Gator 2012.
Il nuovo pannello KS Optic X-ply offre un miglioramento della resistenza del 20%,
combinata alla balumina in Dyneema, rinforza l’intera vela, rendendo la Gator più
forte e resistente che mai.
IDEOLOGIA DEL PRODOTTO: • Vele Wave/Freemove/Freeride senza camber in Full X-
Ply • Progressive Ride Geometry – Stessa sensazione indipendentemente dalla
misura • Orientata alle manovre.
Caratteristiche principali: • Nuovo e più basso aspect ratio per una migliore
manovrabilità e compatibilità con i differenti alberi.
3 Specific Material Zones: • CONTROL ZONE – X-ply di spessore ridotto. Longevità
senza peso • POWER ZONE – Nuovo KS Optic X-Ply con 20% più resistenza, per
aumentare la longevità della vela permettendo di vedere perfettamente fuori dalla
finestra principale • IMPACT ZONE – Balumina in Dyneema X-ply per aumentare la
durata dei pannelli intorno al boma.
• Costruzione penna e balumina senza cuciture, per maggiore leggerezza e
resistenza. Zero possibilità di rottura delle cuciture • Distribuzione bilanciata della
potenza sia sul rig che sulla tavola, con una distribuzione costante della pressione
ed enorme range di utilizzo.
TIPO DI TAVOLA: • Tavole FreeMove, FreeRide, Crossover e Wave.
NCX: No Cam extreme Freerace. La NCX offre alte velocità, stabilità, risposta
immediata ed accelerazione senza rivali, specialmente per una vela senza camber.
Realizzata partendo dalla piattaforma race di Severne, con una maggiore tensione
superficiale, la NCX offre performance accessibili da vela race, senza camber. Il
design ha prodotto una vela eccezionalmente bilanciata, permettendo di assorbire
raffiche ed impatti, per dare al rider massimo comfort e potenza, anche con vento
rafficato ed acqua choppata, coprendo un enorme range di condizioni.
IDEOLOGIA DEL PRODOTTO: • Vela No-cam per Freeride alta velocità • Costruzione in
Monofilm per risposta immediata • Stabile anche con un enorme range.
Caratteristiche principali: • Nuova Luff Protect: tasca dell’albero rinforzata per
diminuire i danni quando si monta e smonta • Aramid Torsion Frame: perimetro in
Kevlar per resistere ai carichi più gravosi • Stabilizer Panel: progettato per
supportare al massimo la zona di stress e carico, riducendo al massimo la
deformazione verticale e rendere la vela più stabile e maneggevole, anche sotto
carico • Dropped Clew: bugna più bassa per accorciare la lunghezza del boma, per
una sensazione più diretta • Dual Clew Positions: permette al rider di scegliere
l’assetto perfetto del boma, scegliendo tra i due buchi a seconda delle condizioni
• Avendo spostato il centro di spinta più avanti e più in alto, il rider può stare più
verticale, aumentando la pressione sulla pinna per arrivare alla massima velocità.
TIPO DI TAVOLA: • Ideale per le tavole Freeride • Adatta anche alle tavole Freerace.
TURBO: Twin cam Frreride. La Turbo è la vela con camber più accessibile. La
combinazione tra potenza con vento leggero e maneggevolezza anche alla massima
velocità, la rende la vele più indicata per tutti quei rider che vogliono volare
sull’acqua nel tempo libero, cercando una vela che dia la massima performance in
qualsiasi condizione. Basata sulla Element ma con una maggiore tensione
superficiale, è stata incrementata la performance della vela, rifacendoci alle vele
race. La Turbo offre maggiore velocità ma è comunque leggera e reattiva. La Turbo
utilizza una distribuzione costante della potenza grazie alle stecche. Sulle misure più
piccole (6.0 – 7.0) le 6 stecche garantiscono un handling perfetto, assicurando un
peso in rotazione ridotto. Sulle misure più grosse invece (7.5 - 9.2) ci sono 7 stecche
per aumentare la stabilità della maggiore superficie.
IDEOLOGIA DEL PRODOTTO: • Twin Cam Freeride • Sensazione di potenza e precisione
• Leggera e reattiva • Performance morbida per una vela con cam.
Caratteristiche principali: • Costruzione in monofilm per una risposta più
immediata e sensazione di leggerezza • Profilo in X-ply per maggiore durata • Aramid
Torsion Frame: perimetro in Kevlar per resistere ai carichi più gravosi • Stabilizer
Panel: progettato per supportare al massimo la zona di stress e carico, riducendo al
massimo la deformazione verticale e rendere la vela più stabile e maneggevole,
anche sotto carico • Dropped Clew: bugna più bassa per accorciare la lunghezza del
boma, per una sensazione più diretta • Dual Clew Positions: permette al rider di
scegliere l’assetto perfetto del boma, scegliendo tra i due buchi a seconda delle
condizioni • Costruzione Seamless penna e balumina: più leggera e duratura, per
ridurre al minimo le rotture • Avendo spostato il centro di spinta più avanti e più in
alto, la TURBO permette al rider di stare più verticale, risultando più facile da gestire
e da far arrivare alla massima velocità.
TIPO DI TAVOLA: • Ideale per tutte le tavole Freeride e Freerace.
Size Luff Boom Battens Head Weight Racomm. mast Compat. Mast
Gator 3.7 378 148 5 adj. 2.87 SEVERNE 370 Wave -
Gator 4.0 383 151 5 adj. 2.96 SEVERNE 370 Wave SEVERNE 400
Gator 4.2 394 154 5 adj. 3.10 SEVERNE 370 Wave SEVERNE 400
Gator 4.5 402 157 5 adj. 3.20 SEVERNE 400 Wave SEVERNE 430
Gator 4.7 410 160 5 adj. 3.24 SEVERNE 400 Wave SEVERNE 430
Gator 5.0 415 170 5 adj. 3.38 SEVERNE 400 Wave SEVERNE 430
Gator 5.3 428 172 5 adj. 3.50 SEVERNE 400 Wave SEVERNE 430
Gator 5.5 429 175 5 adj. 3.56 SEVERNE 430 Wave SEVERNE 460
Gator 5.7 439 178 5 adj. 3.64 SEVERNE 430 Wave SEVERNE 460
Gator 6.0 449 182 5 adj. 3.72 SEVERNE 430 Wave SEVERNE 460
Gator 6.5 454 187 6 adj. 4.28 SEVERNE 430 Wave SEVERNE 460
Gator 7.0 463 190 6 fixed 4.39 SEVERNE 430 SEVERNE 460
Gator 7.5 472 197 6 fixed 4.57 SEVERNE 460 -
Gator 8.0 484 204 6 fixed 4.72 SEVERNE 460 -
NCX 5.5 418 182 7 adj 3.99 SEVERNE 400 SEVERNE 430
NCX 6.0 438 187 7 adj 4.17 SEVERNE 430 SEVERNE 460
NCX 6.5 463 188 7 fixed 4.24 SEVERNE 430 SEVERNE 460
NCX 7.0 472 194 7 fixed 4.46 SEVERNE 460 -
NCX 7.5 484 202 7 fixed 4.60 SEVERNE 460 -
NCX 8.0 494 208 7 fixed 4.80 SEVERNE 460 SEVERNE 490
NCX 9.0 519 223 7 fixed 5.13 SEVERNE 490 -
Turbo 6.5 463 188 7 fixed - SEVERNE 400 SEVERNE 460
Turbo 7.0 472 94 7 fixed 4.42 SEVERNE 430 -
Turbo 7.5 484 202 7 fixed - SEVERNE 430 -
Turbo 8.0 494 208 7 fixed - SEVERNE 460 SEVERNE 490
Turbo 9.0 519 223 7 fixed - SEVERNE 460 -
29
FUTURALe Futura sono le tavole Freerace della Starboard, realizzate per andare a velocità
elevate quanto le tavole da Slalom, ma con maggiore comfort ed accessibilità. Dal
momento dell’introduzione del range, nel 2008, Starboard ha rivoluzionato l’intero
design e concetto di tavola Freerace: è il 15% più sottile ed ha un profilo più largo,
ispirato alle moderne tavole da Slalom, offrendo però la stabilità e facilità di gestione
anche a bassi regimi, restando comunque molto potente e planante, coprendo al
meglio l’enorme range di utilizzo. Lo spessore ridotto poi aiuta anche nelle
strambate e conferisce maggiore controllo. Dopo 2 anni di gavetta in cui si è fatta
conoscere, la Futura è diventata la leader di mercato ed un termine di paragone per
tutte le tavole della categoria. Nel 2011 le Futura hanno vinto ogni test comparativo
che facevano, sia nei test di Planchemag, Wind magazine ,Windsurf magazine test,
Boards/Boardseeker e Surf magazine. Per il 2012, le Futura saranno ancora
disponibili in 6 misure e tre tecnologie di costruzione. La 111, 121, 131 sono shape
completamente nuovi.
In generale le tavole Freeride sono più comode, facili da portare alla planata e più
immediate, richiedendo pochissime capacità di regolazione dal rider per dare il
meglio. A confronto, le Futura sono più veloci e riescono a coprire un range di
condizioni più ampio però richiedono una maggiore conoscenza e sensibilità da
parte del rider per prepararle al meglio. Rispetto alle tavole Slalom invece, sono più
comode e accessibili. La posizione delle strap, per esempio, non è così esterna e sul
rail come sul iSonic, che però hanno maggiore potenza e velocità di crociera più alta
e quindi risultano più veloci delle Futura.
Il profilo largo assieme alla riduzione dello spessore è la base della realizzazione di
ogni misura dei Futura. Il profilo largo assicura che le tavole abbiano un’ottima
stabilità anche a bassi regimi, aspetto importante sia quando si deve recuperare la
vela, che in uscita dalle strambate. La riduzione dello spessore invece abbassa il
centro di gravità, rendendo le tavole più sensibili alla pressione dei piedi in
strambata, permettendo di curvare con maggiore aggressività. La combinazione tra
spessore ridotto e larghezza maggiore permette anche di utilizzare vele più grosse,
anche per i rider più pesanti, per avere maggiore spinta anche con vento leggero. La
distribuzione del volume risultante dalla riduzione dello spessore permette al rider
di avere un maggiore controllo anche con vento forte, quando si utilizza sia vela che
pinna piccole.
Le Futura sono state sviluppate in parallelo con le iSonic da Slalom. Come le iSonic,
la prua delle Futura è piuttosto larga e corta, in modo da utilizzare una linea di
rocker meno pronunciata. Così facendo, viene ridotto il peso in rotazione, e la
resistenza aerodinamica, permettendo alla tavola di sorpassare i chop senza
perdere la minima velocità. I rail sono stati disegnati per avere la massima potenza,
grazie ai bordi molto affilati. Restano però più sottili e morbidi rispetto ai rail
affilatissimi delle iSonic. Questo rende le Futura più comode e meno potenti.
Soprattutto, questi rail permettono di usare le strap più interne sul deck rispetto alle
tavole da Slalom. Quando le strap vengono usate in questa posizione, le Futura
diventano sempre più accessibili e comode.
Per concludere, le Futura, danno il meglio in un enorme range di condizioni: possono
essere accessibili, macchine da corsa a tutta velocità con un range di vento enorme,
sempre a seconda delle necessità del rider.
Novità nella versione 2012
I nuovi Futura sono più sottili di 5-17mm.
111/121/131: Più sottili di 5mm, 7mm e 16mm (rispettivamente sulla 111, 121, 131).
Lo spessore ridotto aumenta la reattività e controllo delle Futura. Per aumentare la
velocità di punta è stata anche introdotta una nuova configurazione della V, derivata
direttamente dagli iSonic: meno V in avanti in modo da rendere il tutto più omogeneo.
Per migliorare l’accelerazione e la sensazione in surfata, è stato anche rinnovato lo
shape dei rail, che ora sono più affilati ma voluminosi lungo tutta la lunghezza delle
tavole. Così facendo, il rider ha maggiore presa e il deck è anche più anatomico. Sono
anche stati fatti dei cutaway a poppa per far rilasciare l’acqua più facilmente e
aumentare la velocità di punta.
Model Volume Length Width Tail Width Weight Tech / Carbon / Wood Sail Range Fin Fin Range Fin box
Futura 93 Technora / Carbon / Wood 93 238 61,5 40,4 7,02 / - / 6,36 4,0-7,0 Drake C3 V / Venom 36 28-38 Tuttle
Futura 101 Technora / Carbon / Wood 101 240 65,5 42,8 7,50 / 6,51 / 6,73 4,5-7,5 Drake C3 V / Venom 38 30-40 Tuttle
Futura 111 Technora / Carbon / Wood 111 240 68 43 7,78 / 6,62 / 6,90 5,0-8,0 Drake C3 V / Venom 40 32-42 Tuttle
Futura 121 Technora / Carbon / Wood 121 246 72 47,8 - 5,5-9,0 Drake C3 V / Venom 44 34-44 Tuttle
Futura 131 Technora / Carbon / Wood 131 246 76,5 50,0 - 6,0-9,5 Drake C3 V / Venom 48 40-50 Tuttle
Futura 141 Technora / Carbon / Wood 141 246 80,5 49,9 - / - / 8,26 6,5-10,0 Drake C3 V / Venom 50 40-50 Tuttle
FIRELIGHT TEAM EDITIONNessun Compromesso. Questo è l’obiettivo principale che è stato perseguito nel
progettare la nuova vela Wave di Hot Sails Maui. La Firelight nasce con
l’intenzione di produrre la vela Wave più leggera sul mercato con i migliori
materiali disponibili e niente di superfluo. Sono stati utilizzati il Technora ODL09
e il laminato super leggero C1295 della Dimension-Polyant. Tutti materiali “made
in the USA” di qualità altissima. Il risultato è una vela a 5 stecche compatta (quasi
tutte le misure si possono montare con il 400) che pesa meno di 3 kg!
Ma cosa c’è dietro la decisione di fare la vela Wave più leggera sul mercato? Ce
lo spiega Jeffrey Henderson in persona: “Hot era il leader di mercato in quanto
a leggerezza negli anni 90. La Gridlock Wave era molto popolare e l’unica ragione
che ci ha portato a fare vele più pesanti e resistenti è stata quella di
accomunarci alla concorrenza. Con la nuova Firelight abbiamo dato inizio a un
cambiamento radicale. Ogni movimento sarà più semplice data la leggerezza
della vela, vi stancherete di meno, aumenterete il vostro tempo in acqua e anche
la qualità della vostra surfata!”.
Size Luff Boom Weight (kg) Weight (lbs)
4,5 388 159 2,6 5,7
4,7 396 164 2,7 5,9
5,0 408 169 2,8 6,2
5,3 414 173 2,9 6,4
5,5 417 176 3,0 6,5
5,7 420 179 3,1 6,8
6,0 428 185 3,1 6,8
NAISHSAILS.COM
ACTION TO SPORT [email protected]: 0185 264 754F: 0185 261 231
ANY DAY ON THEWATER IS A GOOD DAY
We make it better
Photo: Darrell WongPhoto: Darre
> Facebook.com/
FORCEPower Wave
SESSIONAll-around Wave
BOXERCompact Wave and Freestyle
FORCEPower WaveORCE ESSION
l d WSION BOXER
Compact Wave and FreeBOXER
Sizes: 3.0, 3.4, 3.7, 4.0, 4.2, 4.5, 4.7, 5.0, 5.3, 5.7
Sizes: 3.7, 4.0, 4.2, 4.5, 4.7, 5.0, 5.3, 5.7
Sizes: 3.6, 4.0, 4.4, 4.7, 5.0, 5.4, 5.8, 6.2
NaishInternationalNaishItalia
32
Arriva ferragosto e arriva il classico Trofeo Nogler organizzato ormai da diversi
anni dal Circolo Surf Torbole. Dopo un’estate ricca di grandi eventi il circolo surf
più famoso d’Italia propone la regata sociale con un innovativo percorso: non più
un classico downwind o un semplice “8” ma bensì il percorso originale, volto a
richiamare più amatori e a far divertire tutti. Con la partenza di flotta posta a sud
della Conca d’Oro, il percorso prevedeva la prima boa di bolina sopravento al
Ponale, per poi proseguire con una poppa libera verso la seconda boa posta
sottovento alla prima, e infine andare a tagliare il traguardo davanti al Circolo
Surf con un lasco mure a dritta. Il percorso aveva suscitato un po’ di
preoccupazione agli atleti nei giorni precedenti la gara, ma si è rivelato un
percorso divertente e che combinava praticamente tutte le andature che un
surfista normale sa fare. I due giorni di regata sono stati caratterizzati dal
classico vento da sud che soffiava intorno ai 13-16 nodi, anche se nella parte
finale del percorso il vento calava vista la vicinanza alla spiaggia e a
Torbole. Thomas Fauster vince senza problemi tutte le prove tranne una dove
Una delle partenze, Thomas Fauster in allineamento perfetto!
Luis Marchegger lotta con Andrea Ferin.Tutto chiaro?
Luigi Romano e Francesco Prati.
vince al photofinish contro Francesco Prati a causa di un calo improvviso
nell’ultima parte della gara. Per quanto riguarda le altre gare non ce n’è per
nessuno, e riesce a vincere sempre in tranquillità grazie alle sue belle partenze
e all’ottima velocità a bordo di tavole RRD e vele North Sails. Francesco Prati
dopo una prima prova dove sbaglia decisamente vela uscendo con la 7.9 Point-7
invece che con la 8.6 usata nelle altre prove, recupera subito dalla seconda prova
collezionando secondi posti, alla rincorsa di Thomas. Regate in recupero per lui
viste le pessime partenze in praticamente tutte le prove, ma che risolveva grazie
alla sua velocità e alla scelta dei bordi giusti di poppa, andando sempre a
cercare la parte rafficata del campo. Andrea Ferin, neo vicecampione italiano, si
aggiudica il terzo posto, grazie alla sua costanza e bravura dimostrata in gara.
Fuori dal gradino del podio, ma sul più alto gradino del podio Juniores c’è Luigi
Romano, fresco campione italiano Youth, che dopo una partenza anticipata nella
prima prova, dimostra a tutti quanto vale e quanto filo da torcere darà nei
prossimi anni a molti altri atleti italiani. Da segnalare c’è il 7° posto di Bruno
Martini, giovane surfista che sta crescendo molto bene e molto velocemente
nelle acque di Torbole, allenandosi sempre con i più forti. Aspettatevi di sentire
il suo nome molto più frequentemente negli anni a venire. E complimenti anche
a tutti gli under15 che hanno partecipato alla gara con molta grinta e voglia di
surfare, tra i quali Matteo, Michele, Riccardo, Federico, Nicolò e Jacopo. Come
ogni anno non ci si è limitati solamente alla classica regata, ma anche il
contorno non è stato da meno a partire dalla mega cena “Brasiliana” di venerdì
sera che ha preceduto i fuochi pirotecnici nel golfo di Torbole, e il grande Beach
Party che si è svolto sabato sera richiamando centinaia di ragazzi da tutta la
zona. Una grande festa che come ogni anno ha il principale scopo di far divertire
i partecipanti e lo fa molto bene. Vi aspettiamo dunque per l’appuntamento del
prossimo anno che si svolgerà come al solito a ferragosto e che Funboard non
si farà di certo scappare!
CLASSIFICA TROFEO NOGLER 2011 Classifica parziale primi 20 atleti su 38 totali.
1. Fauster Thomas ITA-106 (North Sails - Ion - Cst - RRD)
2. Prati Francesco ITA-10 (FRANKLIN&MARSHALL - RRD - Point-7 -
res. Verdeblu - Body&Soul gym -
Torbolerules.com)
3. Ferin Andrea ITA-1111 (RRD - Challenger - Tam imm. - Smith)
4. Romano Luigi ITA-911 (RRD)
5. Camozzi Nicola ITA-993 (Point-7)
6. Brunetti Massimiliano ITA-95 (RRD - Tecnolimits)
7. Martini Bruno ITA-160 (Point-7)
8. Franchini Giovanni ITA-92
9. Calò Fabio ITA-720 (Starboard - Neilpryde - Maverx - Lizard - Fox -
Al 360 - Smith - Prolimit - Pat Love)
10. Fantela Mihovil CRO-93 (Nenocomerc - Bravariarade)
11. Magnaguagno Gigi ITA-167 (Surf Planet)
12. Remy Benjamin FRA-712 (North Sails - Fanatic - Iom - Spar - Glorify)
13. Hirschberg Christian GER-750
14. Righi Rolando ITA-17
15. Imbriaco Gianlorenzo ITA-622
16. Mantovani Andrea ITA-15 (Surf Segnana - North Sails)
17. Bronzetti Armando ITA-186 (RRD - Cst - Scorpion Bay)
18. Masserini Massimo ITA-7 (Point-7)
19. Lai Antonio ITA-165
20. Wenter Roland ITA-94
CLASSIFICA JUNIORES1. Romano Luigi ITA-911 (RRD)
2. Camozzi Nicola ITA-993 (Point-7)
3. Martini Bruno ITA-160 (Point-7)
CLASSIFICA UNDER 151. Evangelisti Matteo ITA-85
2. Nogler Michele ITA-1
3. Renna Riccardo ITA-871Il podio del Trofeo Nogler. Da sinistra: Francesco Prati, Thomas Fauster e Andrea Ferin.
Gli eventi di contorno del Trofeo Nogler: cena brasiliana, fuochi d’artificio e beach party.
34
Un grande successo di pubblico, grande spettacolo e ottime condizioni meteo: si
è chiuso domenica 11 settembre “E…vento 2011 Energised by Nature” nel Golfo
dell’Asinara, sostenuto da E.ON, in collaborazione con la Regione Sardegna -
Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e
sport e Assessorato del turismo, artigianato e commercio -, la Provincia di Olbia
Tempio, il Comune di Badesi e con l’apporto di Meridiana Fly, Geasar, Sardinia
Ferries e le case costruttrici navali Primatist e RibMarine.
Oltre 7.000 presenze, più di 300 atleti nazionali e internazionali iscritti alle gare,
30 migliori aziende a livello mondiale insieme ad altrettanti negozi selezionati
con le novità del mercato di settore. E poi inviati di riviste, di settore e non,
provenienti da varie parti del mondo, visite al sito internet da ben 61 paesi tra
cui Russia, China, Australia, Stati Uniti, America del Sud, Africa. Sono solo alcuni
dei numeri di “E..vento 2011”, un’occasione e una scommessa per il territorio
costiero dell’Asinara per allungare la stagione estiva grazie a un evento-sistema
capace di catalizzare importanti flussi turistici di settore. Un evento a cui la
Regione Sardegna, la Provincia di Olbia – Tempio e il Comune di Badesi hanno
aderito con convinzione e grande partecipazione, con lo scopo di esaltare e
promuovere il territorio.
Un evento in cui sport, natura e intrattenimento hanno fatto da volano per lo
sviluppo di un turismo velico-sportivo che nella costa di Badesi trova la sua
location perfetta durante tutto l’anno.
Quattro giorni d’intensa attività agonistica, con i nomi più prestigiosi del kitesurf
e del windsurf che si sono sfidati nelle acque della località gallurese per
conquistare il montepremi di 12.000 euro; quattro giorni di divertimento per
turisti e residenti, durante le serate di musica e animazione.
E anche una vera e propria fiera di settore in riva al mare.
9 SETTEMBRE Con la prima gara ufficiale dello Stand Up Paddlesurf è iniziato il primo giorno di
gare dell’E…vento. Non solo S.U.P. nella prima giornata dell’E...vento, ma anche
windsurf. Tante le persone che hanno popolato la spiaggia Li Junchi per
assistere alle esibizioni e alle gare dei più famosi atleti italiani e stranieri e
visitato i 30 stand espositivi delle più importanti aziende di settore con le
attrezzature e le novità del mercato surfistico. A fare da cornice alle gare musica
e animazione, spettacoli di Break Dance, Skate, Dj Set, in spiaggia e nei locali
della zona.
10 SETTEMBREDopo aver incantato sportivi e vacanzieri sulle spiagge di mezzo mondo e
stregato California e Hawaii, lo Stand Up Paddlesurf è sbarcato a Badesi per
diventare il protagonista assoluto della seconda giornata di gare dell’“E…vento
2011 Energised by Nature” al Golfo dell’Asinara.
Anche i ragazzi del windsurf freestyle si sono dati da fare e in mancanza del
vento è stata organizzata una super session di tow in, eseguire le manovre
trainati dalle moto d’acqua. Con la migliore manovra Funnel One hand su 4
tentativi è stato Mattia Fabrizi (Fanatic/North Sails) a vincere la gara di fronte a
Matteo Todeschi (RRD/Hot Sails), Paolo Bacchini (Starboard/Severne) e Filippo
Bestetti (RRD/RRD).
Per quanto riguarda invece la long distance ha vinto la gara di windsurf cross
Matteo Iachino (JP/Gaastra) dopo Marco Begalli (Starboard) e Giorgio Giorgi
(Drops/Challenger).
Mattia Fabrizi, vincitore dellatow-in Freestyle session.
Il podio della Long Distance.Da sinistra: Marco Begalli, Matteo Iachino e Giorgio Giorgi.
36
Le previsioni parlavano chiaro. Vento moderato da ponente per domenica, ultimo
giorno disponibile per la gara Freestyle Coluccia Finals, e ottime probabilità per la
chiamata della gara Wave del Campionato Italiano a Cala Pischina (o la Ciaccia) per
lunedì. Era la scintilla che aspettavo per tornare in Sardegna, nonostante i costi
esorbitanti triplicati rispetto a solo un anno fa. A pochi giorni dall’inizio della gara
Freestyle più importante dell’anno le previsioni però iniziano a cambiare ad ogni
aggiornamento, e se era abbastanza sicura la totale assenza di vento per i primi due
giorni di gara, per la domenica era un vero terno al lotto, mentre si prospettava
sempre più probabile un nulla di fatto per la gara Wave del lunedì a causa del vento
troppo forte da Maestrale e del mare in burrasca (leggasi vento dritto da mare e un
tappeto di schiuma sia a Cala Pischina che alla Ciaccia… e così è stato!). Questo è
quello che si poteva vedere su Internet… ma poco ci interessa perché la gara reale
c’è stata e le condizioni di domenica, per fortuna, erano davvero ottimali! Tutti i
ragazzi hanno potuto farsi vedere al massimo delle loro capacità e lo spettacolo è
stato davvero esaltante! A causa di qualche impegno lavorativo di troppo, e al triste
binomio “evento no vento” che ha caratterizzato le ultime gare (ad eccezione della
ventosissima Calabria), era da un po’ di tempo che non osservavo i ragazzi da vicino
in condizioni adatte ad una gara di Freestyle. Vi posso dire dopo questa gara che
anche se il numero degli iscritti non è paragonabile ai tabelloni da 32 di due o tre
anni fa (eravamo solo in 16), il livello dei ragazzi è cresciuto vertiginosamente. Sono
16 ma davvero tutti bravi, nessuno escluso, per passare il primo turno ormai non ti
basta più fare le 6-8 manovrine “collaudate”, ma devi metterne almeno 10 e
soprattutto con qualche nuova power move tipo Toad, Kono o Kulo… altrimenti torni
in spiaggia subito! Mattia Fabrizi ha vinto e ha conquistato il Titolo di Campione
Italiano. È stato in grado durante la stagione di performare sempre al meglio in tutti
i tipi di condizione, ed è rimasto concentrato sull’obiettivo anche quando la
pressione avrebbe potuto causare qualche danno in qualche heat difficile. Il vice-
campione è Marco Vinante, il suo inconfondibile stile e pulizia delle manovre sono le
sue carte vincenti e fino all’ultimo è rimasto in lotta per il titolo. Il giovanissimo
Jacopo Testa si aggiudica il terzo posto nel ranking nazionale dimostrando che sarà
uno dei protagonisti delle prossime stagioni, deve solo imparare a gestire meglio le
situazioni di stress, per il resto ha delle manovre e assi nella manica da coppa del
mondo! Quarto Filippo Bestetti, che ha saputo con il vento leggero raccogliere molti
punti (ha vinto al Garda), per poi perderli in una gara poco felice in Sardegna con il
nono posto. Al quinto posto nel ranking nazionale Stefano Lorioli, sempre competitivo
pur essendo ormai il più vecchio, onore all’atleta!
Vediamo ora come è andata la gara nel dettaglio.
Si è conclusa nel migliore dei modi la stagione del Windsurf Freestyle Italiano.
Una gara appassionante, carica di attese, ricca di episodi. La bellissima spiaggia di
Porto Liscia non ha deluso il foltissimo pubblico ed ha offerto il vento, il sole e il
pubblico delle grandi occasioni. I 16 finalisti hanno potuto gareggiare in condizioni
ottimali ed hanno offerto a pubblico ed ai tecnici presenti uno spettacolo di altissimo
contenuto tecnico. Mattia Fabrizi, di Brescia, si presenta come il candidato numero
uno al titolo e dopo un avvio non esaltante nel primo tabellone, e in seguito ad una
netta e bruciante sconfitta diretta da parte di Jacopo Testa, si impone su Jacopo
battendolo nelle ultime due heat del tabellone double vincendo così Gara e Titolo
Iridato con un netto 2 a 1 che non ha lasciato dubbi a Giudici e pubblico.
Nonostante l’importanza della posta in palio entrambi i finalisti giocano a viso aperto
senza risparmiarsi: il milanese Testa deve cedere le armi solo sul finale quando ha
cominciato ad accusare visibilmente segni di stanchezza che lo hanno portato a non
eseguire perfettamente le ultime manovre. Sospinti da un pubblico molto esigente
che non ha mai smesso di incitare i propri beniamini, molti atleti hanno sfoderato
Mattia Fabrizi
Marco Vinante
Jacopo Testa
manovre di difficoltà elevata con salti e transazioni che fino ad oggi si credeva
fossero solamente nei repertori di pochi atleti internazionali. Alle splendide Kulo di
Mattia Jacopo risponde con una Kono altissima, Skopu e quasi conclude asciutto una
bellissima Kabikuchi. Ma Mattia insiste con doppio Spock e una Spock Kulo a pochi
metri dalla battigia che letteralmente brucia le mani del pubblico.
Importante conferma arriva da Marco Vinante che è una presenza costante su
entrambi i tabelloni e le spettacolari heat della prima parte della gara fanno credere
ad un suo inserimento di potenza nella battaglia finale. La mancanza di Gabriele
Varrucciu, l'Olbiese Campione Italiano in carica, e la prematura uscita dai giochi di
Gigi Madeddu lascia la compagine Sarda a bocca asciutta in questa edizione 2011.
Una compagine Sarda che proprio in questa edizione ha visto apparire nel Ranking
Nazionale il giovanissimo Palaese Luca Pirina che a soli 15 anni è sceso in acqua per
confrontarsi con quelli che fino a ieri erano i suoi idoli. Un grande debutto, Luca si è
battuto alla pari, senza timori, dimostrando una forte personalità oltre ad una
tecnica già matura. Da rimarcare l'ottima prestazione del local di Porto Liscia
Stefanino Lorioli che con il quarto posto in gara si aggiudica la quinta posizione in
graduatoria nazionale affermandosi così come uno degli atleti più regolari e forti del
panorama italiano.
Si ringraziano: GoPro, Lega Navale S.Teresa Gallura, Polisportiva Porto Pozzo Alessio
Mannoni, SURFtoLIVE, Paesana Vacanze, Sardegna WiFi, La Bruttea, NurakuRaku e
Porto Liscia WIndsurf Club.
GOPRO COLUCCIA FINALS PORTO LISCIA1. Fabrizi Mattia (Fanatic/North Sails)
2. Testa Jacopo (RRD/RRD)
3. Vinante Marco (Starboard/Severne)
4. Lorioli Stefano (RRD/RRD)
5. Madeddu Luigi (Fanatic/North Sails)
6. Albano Pietro (Naish)
7. Calò Fabio (Starboard/Neil Pryde)
7. Troiani Dario (JP/Gaastra)
9. Betstetti Filippo (RRD/RRD)
9. Mazzocca Vittorio (RRD/RRD)
9. Todeschi Matteo (RRD/HotSails)
9. Dall'Oglio Roberto (RRD/RRD)
13. Romeo Matteo (RRD/RRD)
13. Pirina Luca
13. Bacchini Paolo (Starboard/Severne)
13. Terenzi Nicola (Fanatic/North Sails)
CLASSIFICA CAMPIONATO ITALIANO FREESTYLE OPEN 20111. Fabrizi Mattia (Fanatic/North Sails)
2. Vinante Marco (Starboard/Severne)
3. Testa Jacopo (RRD/RRD)
4. Bestetti Filippo (RRD/RRD)
5. Lorioli Stefano (RRD/RRD)
6. Mazzocca Vittorio (RRD/RRD)
7. Madeddu Luigi (Fanatic/North Sails)
8. Todeschi Matteo (RRD/Hot Sails)
9. Albano Pietro (Naish)
10. Dall'Oglio Roberto (RRD/RRD)
11. Varrucciu Gabriele (Naish)
12. Calò Fabio (Starboard/Neil Pryde)
13. Romeo Matteo (RRD/RRD)
14. Bacchini Paolo (Starboard/Severne)
15. Cappuzzo Francesco (RRD/RRD)
16. Terenzi Nicola (Fanatic/North Sails)
17. Pedrani Mattia (Starboard/Simmer)
18. Troiani Dario (JP/Gaastra)
19. Gasperini Raimondo (Starboard/Severne)
19. Livraghi Marco
21. Pirina Luca
22. Vinante F. Fabio
23. De Lillo Andrea
Vittorio Mazzocca
Stefano Lorioli
Luigi Madeddu
Filippo Bestetti
38
Ciao Bart, sicuramente non ti ricorderai di me, ma quando avevo 20 anni ho passato
8 estati consecutive a Tenerife e ti ammiravo in acqua. Ero anche presente il giorno
del tuo incidente quando la pinna ti tagliò parte della coscia. Cosa era successo?
Non mi piace tanto parlare di quel giorno perchè me la sono vista brutta. Mi ha
preso una raffica di vento passando uno schiumone che mi ha scaraventato via,
facendomi finire addosso il materiale e la pinna mi ha tagliato la coscia. La
gamba era completamente aperta e per qualche millimetro non mi ha inciso
l’aorta, che era visibile nel taglio! Sono stato anche fortunato perchè ho perso
tantissimo sangue e ci sono volute un paio di borse di sangue
e non so quanti punti per chiudere il tutto. Questo giorno mi ha
cambiato la vita! Ero appena tornato a Tenerife dopo un gran
risultato nel PWA di Gran Canaria e dopo 1 settimana è
successo l’inevitabile.
Come mai sei arrivato a dover fare windsurf senza utilizzare la
strap?
L’idea è venuta vedendo in acqua con il Kite il mio amico Mark
Shinn, che stava testando delle tavole senza footstrap. È nato
tutto per scherzo e mi sono fatto mettere una scassa del piede
d’albero su un longboard da surf. Con questa tavola era
difficilissimo perchè non aveva molto volume, ed aveva troppo
rocker! Però ho iniziato ad intravedere che c’erano delle
possibilità per il futuro. Da lì ho preso le mie vecchie tavole da
windsurf e semplicemente ho svitato i footstrap!
Chi ti ha progettato la tavola? Ha uno shape particolare? E come fai ad ancorarti alla
tavola?
Adesso Why Custom Board mi fa le tavole. Lo shape non cambia da una tavola
normale e corrente. L’unica particolarità sono i pad che sono quelli da kite, che
sono rialzati sui bordi e mi permettono di avere un miglior “aggancio”. All’inizio
poichè potevo solo surfare mi ero fatto fare una tavola super leggera, ma poi ho
iniziato a rendermi conto di poter saltare ed è durata poco!!!
39
Hai dovuto cambiare modo di navigare?
Sì! Quasi non posso più saltare e mi posso dedicare quasi esclusivamente al
surfing! Quello che mi manca di più di non usare le strap è non poter fare più i
doppi! La sensazione che mi dava questo salto non riesco ad averla in nessuna
altra maniera! Adesso sulla tavola cammino come se fossi su un longboard da
surf e in queste condizioni Side-on si riesce a surfare meglio.
Per surfare e fare i salti come funziona la tua tavola no-strap?
Per surfare bisogna camminare tanto sulla tavola. Durante il Bottom mi muovo
in avanti, mentre quando è il momento del Cut Back devo arretrare velocemente!
I salti sono veramente rischiosi perchè non c’è controllo; in qualsiasi momento
ti può scappare via il materiale! Provare per credere!
Sei in grado di chiudere dei Back Loop con la tua tavola “particolare”, come ci riesci?
Per farlo, il Back Loop deve essere perfetto! Senza strap non si possono
correggere gli errori, questo è il difficile! Non ci ho messo tanto tempo ad
impararlo perchè già lo sapevo fare (ride), però nell’aria senza essere attaccato
alla tavola è facilissimo perdere il controllo e cadere.
È l’unico salto che puoi fare o ne provi degli altri?
Ho provato a fare il Forward, ma mi sono dato delle botte spettacolari e non lo
provo più! Credo che un salto che riuscirò a fare sarà il Push Loop! Ho paura di
farmi male al piede a provarlo e per questo sto studiando come fare una
cavigliera migliore e poi... go for it!!! Sarà difficile, ma ci riuscirò a chiuderlo!!!
Vivi sempre a El Medano? Cosa fai nella vita oltre al
windsurf?
Sì vivo sempre qua. Lavoro duro nella
ristrutturazione e nel tempo libero vado a fare surf
e stare con mio figlio. Jonas a 8 anni e già fa tutto:
surf, windsurf e skate! Quando c’è onda viene con
me e già surfa nel picco insieme ai grandi. Nella
Bahia del Medano puoi scorgere una veletta con
numero velico TF-2jr!!!
Cosa ti piace e non ti piace di El Medano?
Del Medano mi piace l’ambiente! Quest’anno
abbiamo avuto la fortuna di avere il PWA qua in casa.
Io sono stato giudice e mi sono potuto godere da
vicino la gara! I nostri local combattendo alla grande con Dany (Bruch) che è
arrivato in finale con il mostro Koster. Che livello!!! Nel surfing sta migliorando
un sacco e ne vedremo delle belle... tripli e doppi into no so cosa! È stata una
gara incredibile perchè si surfa molto di più che a Pozo! Non mi piacciono i giorni
di poco vento! In caso preferisco che non ce ne sia perchè così me ne vado a fare
surf!!!
Progetti futuri?
Innanzitutto salute! Poter surfare costantemente. Con le nuove vele ho avuto un
incoraggiamento in più e tanta voglia di fare!!! Mi ha permesso di avere nuovi
stimoli per poter provare nuove manovre e dare il meglio di me!!! Vorrei salutare
tutti gli italiani e vi aspetto in acqua qua al Cabezo!!!!
Bart David
Tf-2
SCHEDA TECNICANome: BART
Cognome: DAVID
Nazionalità: TEDESCA
Peso: 85 kg
Altezza: 190 cm
Quiver sails: POINT-7 SWELL
Quiver boards: WHY CUTOM
Sponsor: GODZILLA SURF SHOP EL MEDANO
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Come detto, su questa particolare disciplina sono stati scritti pochi lavori
scientifici e questo deriva dal fatto che è sport olimpionico da soli ventisei anni per
la categoria maschile e diciotto per la categoria femminile. La maggior parte degli
studi già effettuati sono presenti sul motore di ricerca scientifico “pubmed” e
hanno riguardato: meccanismi di infortunio nel windsurf, correlazione tra
frequenza cardiaca e performance durante competizioni, richiesta fisiologica della
pompata nella disciplina olimpica R:SX , ecc.
In questo lavoro di tesi ho effettuato un’analisi cinematica del pumping, studiando
riprese effettuate direttamente sul campo di gara con l’ausilio del programma di
analisi video “dartfish”. Il pumping è un gesto tecnico eseguito dal rider per
aumentare la sua velocità di andatura. Questo gesto tecnico è fondamentale in
condizioni di vento leggero in cui la forza propulsiva del vento non è sufficiente per
raggiungere una buona velocità e può essere quindi decisivo in competizioni che
si svolgono in condizioni meteo-marine calme e medie, o nel caso in cui durante la
competizione il vento calasse, o ancora per raggiungere più rapidamente la
planata dopo una strambata o una virata. Il pumping viene eseguito in tutti i livelli
del windsurf e in tutte le sue discipline, in ciascuno di questi può variare di durata,
intensità, numero di ripetute e leggermente d’esecuzione ma il fine è sempre lo
stesso: aumentare la velocità della tavola creandosi il vento con dei movimenti
eseguiti con la vela.
Possiamo suddividere l’esecuzione di questo movimento in due grandi fasi:
posizione di partenza e contrasto della vela:
1) La posizione di partenza del pumping è quella di una normale andatura in
windsurf in dislocamento o planata che sia, ovvero una posizione eretta del corpo
impegnata a bilanciare la forza della vela, le braccia semiflesse e i piedi disposti
nella zona della tavola che va dal piede d’albero alla fine della poppa a seconda
dell’intensità del vento, della velocità della tavola e delle dimensioni della vela.
2) Durante le varie andature con il peso del corpo e con l’impiego di forza
muscolare si tende a contrastare la forza che la vela esercita nella direzione del
vento. Nella prima fase del pumping questo contrasto viene interrotto per seguire
la vela in questa direzione estendendo al massimo le braccia. Quest’azione viene
accompagnata dalle spalle e dalla testa che seguono la distensione delle braccia
in avanti e viene bilanciata dal bacino che simultaneamente all’avanzamento di
spalle e testa si sposta all’indietro. Raggiunta l’estensione massima delle braccia
inizia la seconda fase del pumping, ovvero un nuovo contrasto della vela creato
dalla flessione delle braccia supportate da un repentino sbilanciamento
all’indietro di testa e spalle mentre il bacino si sposta in avanti. Quando la flessione
delle braccia raggiunge il suo culmine si ricomincerà con un nuovo “ciclo di
pumping” e così via.
In tutto ciò giocano un fattore determinante le capacità propriocettive del
windsurfista, la sua capacità di analizzare a livello del sistema nervoso centrale
tutte le informazioni provenienti dall’esterno: intensità del vento, posizione della
tavola, posizione di partenza del corpo all’inizio del gesto tecnico ed inoltre l’abilità
nel saper leggere il vento e capire da quale direzione arriverà e in quale area
spirerà per più tempo e con maggior forza.
Grazie a questo lavoro mai eseguito prima sono stati descritti tre diversi tipi di
impugnatura durante la pompata, considerando la velocità angolare del
movimento delle braccia (prendendo come riferimento la spalla, il gomito e i
polsi), la velocità del windsurf e il numero di pompate al minuto considerando la
massima estensione delle braccia. Tutto ciò è stato reso possibile grazie al
suddetto “dartfish”, il programma di analisi video messo a disposizione
dall’Università degli studi di Cassino, e alla coordinazione di uno staff tecnico per
la realizzazione delle riprese ottenute con non poche difficoltà. Il movimento del
pumping è stato ripreso simultaneamente da tre differenti angolature grazie alla
coordinazione di tre telecamere poste avanti, dietro e sopra il windsurfista.
RISULTATO E DISCUSSIONE
VELOCITÀ DELLA TAVOLA A VELA
Impugnatura rispetto all’ampiezza delle spalle Velocità di crociera in nodi
Inferiore 2.5
Superiore 2
Uguale 4.3
Come si evince dalla Tabella 1 la velocità di andatura di un windsurf generata da
un pumping ad impugnatura uguale all’ampiezza delle spalle è la più alta,
seguono i valori del pumping ad impugnatura inferiore ed infine quelli ad
impugnatura superiore.
VELOCITÀ ANGOLARE
Impugnatura rispetto angolare del braccio angolare del braccio
all’ampiezza delle spalle di poppa (gradi/sec.) di prua (gradi/sec.)
Inferiore 99,7 23,3
Superiore 115,2 60,9
Uguale 88,4 23,8
La velocità angolare risulta notevolmente più alta nel braccio di poppa. Il braccio
di poppa nel windsurf è il braccio più interessato dai cambiamenti di intensità
del vento, quindi di forza impressa dalla vela e dai cambiamenti di direzione di
quest’ultima e quindi è quello che compie maggiori variazioni di angolo. Il
braccio di prua risente meno di questi fattori poiché, essendo collocato più
vicino ad un punto fisso quale l’albero, è più stabile. A conferma di quanto
espresso dai dati la velocità angolare del braccio di prua è maggiore nel
pumping ad impugnatura superiore, in cui si esegue un movimento nel quale le
braccia si flettono molto di più rispetto agli altri due casi. Con un’ampiezza
dell’impugnatura superiore rispetto all’ampiezza delle spalle si limita il
movimento rotatorio della vela insito del pumping corretto e nel tentativo di
prendere più aria senza il movimento rotatorio si aumenta la flessione delle
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braccia non ottenendo comunque buoni risultati ed eseguendo movimenti che
portano all’affaticamento. A seguire il pumping ad impugnatura inferiore
all’ampiezza delle spalle con una velocità angolare sul braccio di poppa di 99,7
gradi/sec. e una velocità angolare sul braccio di prua di 23,3 gradi/secondi:
questo è un gesto tecnico migliore che permette un movimento rotatorio
massimo della vela e quindi una buona dislocazione di questa nel vento
permettendo di generare una buona velocità. L’impugnatura inferiore però non
permette al soggetto di esprimere al massimo la sua forza muscolare. Con i
valori di velocità angolare del braccio di poppa di 88,4 gradi/sec. e velocità
angolare del braccio di prua di 23,8 il pumping ad impugnatura uguale
all’ampiezza delle spalle è il gesto tecnico in cui si riesce ad avere il connubio
migliore tra movimento rotatorio della vela e forza espressa dai gruppi
muscolari generando così la miglior velocità di andatura.
NUMERO DI PUMPING AL MINUTO
N. pump/min impugnatura inferiore all’ampiezza delle spalle 46,51
N. pump/min impugnatura superiore all’ampiezza delle spalle 50,84
N. pump/min impugnatura uguale all’ampiezza delle spalle 46,15
La tabella 3 non è altro che un’ulteriore conferma di quanto detto fin ora
dimostrando che con un valore di 50,84 pompate/minuto durante un pumping ad
impugnatura superiore all’ampiezza delle spalle il windsurf veleggia alla velocità
di 2 nodi. Con un valore di 46,51 pompate/minuto durante un pumping ad
impugnatura inferiore all’ampiezza delle spalle il windsurf veleggia alla velocità
di 2,5 nodi mentre con un valore più basso di tutti gli altri di 46,15
pompate/minuto durante un pumping a impugnatura uguale all’ampiezza delle
spalle il windsurf veleggia alla velocità più sostenuta di 4,3 nodi.
CONCLUSIONIIn conclusione il pumping ad impugnatura uguale all’ampiezza delle spalle riesce
a far raggiungere alla tavola a vela delle velocità più sostenute rispetto agli altri
due modi a parità di tempo eseguendo meno ripetizioni del gesto, dimostrando
così di essere il gesto tecnico meglio eseguito con un’impugnatura ottimale. Per
eseguire quindi un pumping in modo corretto e proficuo l’impugnatura delle mani
sul boma deve essere larga orientativamente quanto le spalle, bisogna far
eseguire alla vela un movimento rotatorio in simbiosi con quello avanti-dietro
creato dalla estensione-flessione delle braccia e bilanciare bene il tutto con il peso
del corpo. Nella pompata con l’impugnatura inferiore all’ampiezza delle spalle il
movimento rotatorio può essere accentuato ancor di più ma non riuscendo ad
esprimere al meglio la forza muscolare per via dell’impugnatura ristretta non
risulta essere il miglior compromesso tra tecnica e forza. Nella pompata ad
impugnatura superiore all’ampiezza delle spalle il movimento rotatorio scompare
quasi del tutto e causa l’impedimento creato dalla posizione del corpo: quindi il
solo movimento avanti-dietro non riesce ad eguagliare le prestazioni tecniche del
gesto con l’impugnatura ottimale. In questo lavoro di tesi sono state gettate le basi
in un campo sconosciuto in certi termini, ricco di conoscenze ancora da acquisire
e viene data la possibilità in futuro di avere una guida con basi scientifiche sul
windsurf e su questo fondamentale gesto tecnico.
Impugnatura largamassima estensione.
Impugnatura largamassima flessione.
Impugnatura ottimalemassima estensione.
Impugnatura ottimalemassima flessione.
Impugnatura stretta destramassima estensione.
Impugnatura strettamassima flessione.
Impugnatura stretta sinistramassima estensione.
Il Dott. Nicola Spadea in Kononel suo home Spot a Formia.
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“Gli infortuni purtroppo fanno parte del gioco e non si può mai escluderli e
prevenirli completamente. È per questo che moltissimi atleti, anche non
professionisti, ricorrono alla fisioterapia per riprendersi il più velocemente
possibile dagli infortuni. Nel mio libro “Finalmente libero dal dolore”, descrivo
tutti i vari tipi di infortuni più comuni nei vari sport, proponendo al paziente dei
trattamenti semplici ed efficaci.”
È vero, non c’è nulla che si possa fare per eliminare completamente il rischio
d’infortuni. Anche se fossi uno dei pochi che fa riscaldamento in maniera
corretta e stretching, ad un certo punto sentirai comunque un forte dolore che
ti paralizza, sia alla schiena, al ginocchio…quel famoso “clack” nella schiena che
a volte ti blocca per giorni se non settimane!
Secondo Angie Holzschuh, naturopata tedesca e laureata in scienza sportiva,
“Una spina dorsale non trattata è una bomba ad orologeria, quindi conviene non
aspettare che scoppi. Prima o poi anche una solo vertebra si dislocherà dalla
sua sede, provocando un dolore lancinante che ti costringe a fermarti per
settimane. Il successo della terapia dipende proprio dalla capacità del
fisioterapista di resettare l’intero allineamento della spina dosale e delle
giunture toccate. Intorno alla vertebra, i muscoli saranno contratti ed
infiammati, ed è proprio questo che provoca il dolore.
La tedesca è riuscita a sviluppare una terapia per la rigenerazione veloce della
spina dorsale, in modo da tenere il fisico sempre il più tonico e giovane possibile.
“C’è già una terapia innovativa che praticamente ti cura immediatamente. Tutti
ne possono quindi trarre beneficio, non solo gli atleti professionisti.”
Secondo Angie, si tende a sottovalutare il dolore causato dai problemi muscolari.
Per la scarsa consapevolezza di questi problemi, si ricorre spesso a trattamenti
complessi e costosi, fino ad arrivare alla chirurgia, senza una vera ragione.
Durante la nostra vita, un sacco di microfratture si accumulano nei nostri fisici,
dovuti alle ragioni più varie tra cui micro-infortuni delle fibre muscolari, che poi
risultano in contrazioni dolorose.
“Cerchiamo sempre i punti doloranti del muscolo, perchè è tramite il dolore che
il corpo ci indica dove sia il problema. Nè il paziente nè il fisioterapista ne
conoscono esattamente la ragione – ma il corpo non mente mai. Chiediglielo
allora! Cerca i punti di massimo dolore e massaggia la zona profondamente!”.
È tutta una questione di riuscire ad alleviare la pressione muscolare con uno
strumento per massaggiare. È anche possibile utilizzare un cucchiaio di legno o
qualcosa della stessa forma che possa aver effetto anche sulle fibre più
profonde. Per poter rigenerare correttamente le fibre muscolari, è necessario
cercare di eliminare le varie fibre sovrapposte, che possono risultare dolorose.
Molte persone sono convinte che il massaggio non debba far male, invece Angie
la pensa diversamente. “Se il massaggio non fa male durante il trattamento,
allora non sta facendo il minimo effetto.”
Dopo aver rilasciato la tensione
muscolare, è fondamentale trattare la
muscolatura “malata” con l’applicazione
di bende magnetiche. La terapia
magnetica ha già dato dei risultati
comprovati nella medicina nel corso dei
millenni. Angie utilizza bende magnetiche
per tutti i tipi d’infortunio, dal mal di
schiena, alle contratture, alle slogature e
perfino alle fratture ossee. (Magnet)
Il paziente stesso può trattare la zona dolorante con l’applicazione delle bende
magnetiche. Basta attaccarle sulle zone interessate, proprio nel punto in cui fa
più male, in modo da ottenere il massimo rilassamento della muscolatura
profonda. L’effetto magnetico sulla muscolatura è come un massaggio
permanente. Il muscolo si rilassa e si ammorbidisce, facendo diminuire
drasticamente il dolore.
Molte terapie sono costose sia in termini
di tempo che denaro, ma la terapia
magnetica è efficace e poco costosa. Per
30 euro ti vengono dati 2 magneti
permanenti e 20 adesivi. I magneti
possono essere applicati più volte e non
perdono mai la loro intensità ed effetto. Gli
adesivi invece si attaccano direttamente
sulla pelle nella zona interessata. (Sticker)
Philip Koster a soli 17 anni è il più giovane PWA World Champion Wave di sempre!
Magnet
Sticker
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La naturopata raccomanda l’uso della terapia magnetica come supporto vitale
per il trattamento dei diffusi dolori muscolari e già un sacco di atleti
professionisti ne fanno uso. Le bende magnetiche ti permettono di sfruttare i
benefici della terapia in ogni momento e in ogni luogo. (Philip Köster therapy)
Come ci spiega Angie, queste bende con effetto magnetico sono polarizzate in
modo speciale e alternano la carica tra polo positivo e negativo. Così facendo, si
ottiene una penetrazione molto profonda del tessuto muscolare ed è per questo
che si ottengono risultati del genere. “Ci vuole veramente poco con questa
terapia ad avere una muscolatura flessibile e senza dolore che quasi non
sembra vero.”
Utilizzo corretto delle bende magnetiche lungo la spina dorsale
La giuntura sacroiliaca è la più importante nella spina dorsale, e fa da
connessione tra l’osso sacro e il coccige, nella zona del bacino. Se questa
giuntura dovesse aver problemi, la mobilità del paziente si limita molto e si sente
un dolore intenso oltre un certo punto. Il dolore poi si espande alla spina
dorsale, e spesso viene diagnosticato erroneamente e le terapie classiche
risultano inefficaci. Passa il pollice sul giunto sacroiliaco, esercitando una forte
pressione coi pollici. Puoi fare lo stesso per la zona lombare o qualsiasi altro
punto la spina dorsale, sempre alla ricerca di una profonda tensione nella
muscolatura. Dopo il massaggio, metti le bende magnetiche proprio sulla zona
interessata come nella foto. (Pelvis, Lumbar zone, Spine)
BENEFICI DELLA TERAPIA MAGNETICA • Miglioramento della circolazione: Rilasciando la pressione in eccesso nei muscoli
contratti, la compressione dei vasi sanguigni nella zona interessata diminuisce. Il
campo magnetico poi migliora la circolazione dilatando i vasi sanguigni.
• Pulizia muscolare: La
circolazione sanguigna
aumenta grazie al campo
magnetico. È per questo che
le tossine ecc. vengono
eliminate più velocemente. È
una vera e propria pulizia
muscolare. I muscoli quindi
si rilassano sotto l’effetto
delle bende magnetiche,
riguadagnando la loro
elasticità originale.
• Maggiore ossigenazione:
L’ossigeno aumenta fino a
fattore 2,5 nella zona in cui è
applicata la benda
magnetica. Questo effetto è
dovuto alla migliore
circolazione grazie alla
dilatazione dei vasi sanguigni.
• Doping legale: A causa del campo magnetico, il corpo ha a disposizione maggiore
ossigeno e quindi l’atleta ha un maggiore margine di efficienza e minore produzione di
acido lattico, permettendo un recupero più veloce. È proprio per questo che molti pro
utilizzano bende magnetiche ed anche coperte magnetiche dopo un duro allenamento.
Se dovessi essere interessato ad avere maggiori informazioni e vuoi anche
tu ottenere la forma fisica di un atleta, vai sul sito di Angie. Ci sono un sacco
di informazioni sui vari trattamenti e l’utilizzo delle patch magnetiche.
www.finally-painfree.com
Andrea Rosati: “Ho incontrato Angie in Costa Brava quest’anno ed è stato il mio
“Angelo”. Appena sceso dall’aereo non riuscivo più a camminare e sentivo il ginocchio
sinistro come bloccato. Sembrava il menisco. Avevo già pensato di tornare a casa ed
ho iniziato a contattare il mio dottore di fiducia per farmi operare. Poi per caso ho
incontrato Angie e appena mi ha visitato mi ha detto che non era il menisco e che non
dovevo operarmi. Per una settimana abbiamo avuto condizioni con vento fortissimo e
grazie alla sua terapia sono guarito. Ho anche comprato il suo massaggiatore e i
magneti per farmi i massaggi in qualsiasi momento e parte del mondo!”.
Philip Köster therapy
Pelvis Lumbar zone Spine
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LAURENT GUILLEMIN: Team Goya Board - Goya Sail
Il mio segreto per riuscire nella maggior parte dei salti e delle surfate è di mettere la mano
posteriore il più lontano possibile sul boma, quasi alla fine del grip. Spesso noto che molti buoni
windsurfisti a Hookipa non utilizzano questo sistema e quando lo fanno hanno l’impressione di farlo
abbastanza. Ok! Anche in questo caso, prendetevi tutto il tempo che volete e controllate quanto
lontano siete riusciti a mettere la vostra mano… e ricordate che avete ancora un spazio di almeno 30-
40 cm per spostarla verso la bugna. L’utilizzo di questo piccolo segreto vi aiuterà immensamente nel
controllo della vela e delle rotazioni.
NICK WARMUTH: Team Hot Sails
Personalmente credo che la preparazione prima di fare una session nell’acqua sia determinante al
fine di ottimizzare il risultato positivo della stessa. Nel wave sailing è importante interpretare le
condizioni dello spot in cui si surfa. Spendere 20 minuti per leggere attentamente le condizioni del
mare, del vento e delle onde oltre che la marea, vi faranno fare sicuramente un’uscita con maggiore
sicurezza e potrete migliorare le vostre performance. Questo concetto va applicato tutte le volte che
si va in mare sia con piccole che con grandi onde. Più le condizioni sono difficili e nuovo è lo spot,
maggiore è l’attenzione che bisogna impiegare per analizzare il comportamento in acqua dei migliori
windsurfisti, quindi osservare dove surfano e quali onde raidano, notare la distanza tra i set delle
onde, guardare i canali di uscita e le correnti; tutto questo vi aiuterà a familiarizzare con lo spot ed
a tranquillizzarvi anche in uno scenario di alto pericolo. Se il tuo albero si rompe? Dove devo
nuotare?...etc. Studiare bene gli spot prima di andare in acqua ed, eventualmente, chiedere
informazioni ai local, migliorerà molto la vostra uscita e vi darà sicurezza per le prossime. Aloha! Ci
vediamo in acqua.
FRANCISCO GOYA: Owner Goya Board - Goya Sails
La foto fa riferimento al mio set up per affrontare il Carving 360°, utilizzo lo stesso anche per i Bottom full
power. L’idea principale è di imprimere la maggior velocità possibile alla tavola al fine di attaccare il lip e
riatterrare fronte all’onda. Spesso, andando ad un’andatura medio lenta non si riesce a finire la manovra
restando bloccati sul lip dell’onda, sul bianco della schiuma. Quindi, state molto alti sul lip perchè questa
partenza vi darà l’abbrevio a quella velocità sperata; successivamente, cercate di andare alla base
dell’onda, anche un po’ più in profondità, nella parte liscia e piatta, per avere la visuale completa del lip e
dell’angolo che vorrete colpire. Tenete la vela vicino e ben sdraiata a pelo d’acqua, aiutando in questa
maniera i rail della tavola e le pinne a creare un drive sicuro e potente, contemporaneamente arretrate
la vela così che anche la prua della tavola sarà libera di scorrere veloce alla ricerca del lip. Armonia e
velocità creeranno quella sinergia giusta per la realizzazione definitiva della manovra.
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MARCILIO BROWNE: Team Fanatic - North Sail
Penso che ci siano diversi modi per affrontare un 360° sull’onda. Secondo la mia esperienza è
determinante andare il più basso possibile alla base dell’onda, perché vi aiuterà per un Bottom Turn
pieno di spazio e quindi ad attaccare il lip dell’onda in ritardo per il 360° (questo atteggiamento porta
conseguente rientro all’interno della stessa onda). Ricordate di aprire bene la distanza tra le mani
sul boma, vi aiuterà ad un spin molto più veloce e reattivo; stando molto aperti con il corpo, cercate
sempre di avere la completa visualizzazione della rotazione, dove colpire il lip e dove eseguire
l’atterraggio. Have fun!
BOUJIMAA GUILLOUL: Team Starboard - Severne
Il mio trick preferito è il Goiter! È stata la manovra che ho impiegato più tempo a completare davanti
all’onda, un paio di anni di duro training! È determinante avere molta potenza al fine di riuscire a tirar
fuori il rig dalla schiuma. Generalmente attacco il lip con l’apertura delle mani sul boma al massimo
possibile e mi concentro sull’atterraggio davanti alla schiuma dell’onda. Quando sento che la tavola
ha di nuovo aderenza, con tutta la mia forza cerco di ritirare su la vela.
NAGOSHI JUNKO: Team Tabou - Goya Sails - Goya Boards
Credo fortemente che la chiave di successo per la maggior parte delle manovre sia la “confidenza”.
Quando ho iniziato a fare gli Aerial molti anni fa’, non avevo paura, ma non avevo molta confidenza. Il
prezzo che ho pagato per tutto ciò sono state tre fratture a un piede per avere atterrato malamente.
È stato un periodo molto frustrante. La confidenza mi ha permesso poi di capire l’importanza di una
seconda parola chiave per il successo di una manovra: la “velocità”! Confidenza e velocità sono la
giusta sinergia per attaccare il lip con il massimo dei risultati.
MASSIMO MANNUCCI “MANNA”: Team Goya Board - Simmer Sails
La manovra nella quale ho acquisito una maggiore facilità di esecuzione è l’Aerial off the lip. È un
traguardo importante e mi ha dato immensa emozione poter realizzare questa manovra con una
certa disinvoltura. Il segreto che mi permette di realizzare l’Aerial in maniera corretta è senza dubbio
la capacità di restare concentrati, bisogna cercare assolutamente di mantenere una surfata fluida e
veloce e al momento perfetto inserire all’interno del tubo dell’onda davanti a te la prua della tavola…
e si, mettere dentro il lip il naso della tavola. Il rollio dell’onda vi sparerà perfettamente in aria e se
tutto è fatto con controllo sarete anche pronti ad atterrare davanti all’onda.
© JIMMIE Pepp - Maui - Hawaii
PIO MARASCO: owner MauiFinCompany, Team RRD - Goya Sails
My little Ho’okipa secret: non ve lo dico! Il segreto è saper nuotare bene, molto bene, in modo da
inseguire il materiale quando vi scappa di mano sotto un’onda e per acquisire sicurezza nello spot ed
essere sempre consapevoli di dove ci si trova, specialmente in un posto pieno di insidie come
Ho’okipa. Per esempio, quando siete davanti alle rocce mai nuotare fuori, cioè verso il largo, ma
nuotare verso Lanes. La corrente è talmente forte che vi spinge velocemente verso le rocce, cosa che
non accade se scegliete la direzione sottovento… verso Mamas Fish e non solo, in questa maniera
eliminate il problema rocce e vi trovate nella zona senza corrente, con una facile water-start sarete
di nuovo pronti a ripartire per andare a surfare un’altra onda. Ragazzi… you are welcome in Ho’okipa!
Vi aspettiamo! Peace and much aloha from the 808 state!
PASCAL BRONNIMANN: Team Quatro - Goya Sails
Personalmente ci tengo a parlare di sicurezza, quindi:
- Prima di entrare in acqua, controllare attentamente il meteo e le condizioni del mare, se avete dubbi
non entrate;
- Non siate timidi ad andare dal primo local a chiedere informazioni sullo spot: reef, corrente, zone di
pericolo, etc;
- Se nessuno è in acqua… c’è di sicuro una ragione! Riflettere, mi raccomando!
- Bere una buona quantità di acqua prima di fare la vostra session;
- Assicurarsi che almeno una persona sappia che tu sei in acqua;
- Cercare di non fare mai le session in acqua in solitudine;
- Assicurarsi di avere sempre una cima lunga di riserva o ben arrotolata al gancio del trapezio o alla
fine del boma;
- Controllare, prima di ogni uscita i materiali: gommino del piede d’albero e cima di sicurezza,
footstrap, viti e pinne, cime del boma e della prolunga, cime del trapezio.
KAULI SEADI: Team JP - Neil Pryde
Il Goiter è una manovra molto bella, direi che la prima cosa da focalizzare è il fatto di posticipare il
momento in cui decidete di mettere giù la vela sul lip per atterrare nell’onda. L’approccio del Goiter
è lo stesso con il quale si affronta un normale Aerial, la sola differenza è che alcuni secondi prima di
attaccare il lip bisogna iniziare a trasferire il peso sulla parte alta del corpo.
FERDINANDO LOFFREDA: Team Maui Sails
Personalmente penso sia importante la fase prima di entrare in acqua e nello specifico: controllare
attentamente le straps e fare attenzione a rinforzare la pressione delle viti; poi assicurarsi un
perfetto fissaggio del piede dell’albero. Ritengo anche essenziale un pre-workout del corpo e della
mente al mattino, prima di fare la session in acqua, in quanto trovo determinante al fine di una buona
surfata sentire il mio corpo ben plastico, flessibile a reattivo.
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Analizziamo questi meravigliosi segreti!
Allora che ne dite, state già affilando i rails dei vostri giocattoli pronti a
mettere in pratica i consigli sopra elencati? Questo è uno degli aspetti
principali del nostro sport, continuare ad avere voglia di imparare qualcosa,
migliorando anche poco alla volta, ma quanto basta per farvi tornare in
spiaggia con quel sorriso, speranzosi di entrare in acqua per riprovarci di
nuovo. Se controllate attentamente i vari consigli troverete delle interessanti
variabili che prese con una certa convinzione vi possono veramente aiutare a
migliorare il vostro riding sulle onde. Ferdinando, Pio, Nik e Pascal hanno
perfettamente esposto il loro segreto. Non ci sono solo l’acqua e i materiali per
migliorare le proprie performance, ma alla base si comincia con una perfetta
coscienza del proprio stato di salute atletico e psicologico. Tutti vi hanno
spiegato la loro priorità ancora prima di entrare in acqua: per Ferdinando e
Pio è il training, per Nick è la preparazione prima di entrare in acqua, per
Pascal è la sicurezza. Personalmente mi associo a tutti questi Local Ho’okipa
talents, è da veri Pro analizzare al meglio la giornata di windsurf.
Junko, ex Pro e probabilmente la migliore windsurfista donna ad Ho’okipa, ha
qualità atletiche e determinazione impareggiabile, eppure anche lei vi ha
mandato un messaggio preciso: velocità! Essere veloci sull’onda vi permetterà
di fare la differenza su chiudere una manovra o impiccarvi sotto una massa
d’acqua! Se siete lenti non ci provate neanche rischiate solo di farvi male,
quindi full power e giù a gas aperto!
Alcuni dei nostri Pro preferiti vi hanno dato consigli tecnici raffinati su come
effettuare alcune delle più famose ed esaltanti manovre del nostro sport,
penso che il denominatore comune in questi casi sia la perseveranza. Il tempo
e l’attitudine positiva vi darà ragione! E’ indispensabile credere nella
possibilità di riuscire in questi splendidi trick. Guardate che bella cosa vi
hanno spigato Francisco e Laurent, entrambi utilizzano con convincimento
l’apertura, direi a questo punto alare, delle mani sul boma, la mano dietro è
alla fine del grip! Vi assicuro che con l’avvento di nuove tavole, shape e pinne,
questo trucco vi farà impazzire di gioia, provare per credere! Senza parlare dei
consigli sul Goiter di Kauli e Boujimaa, sono stati impeccabili tutti e due, e sono
convinto che il mix dei due consigli vi faranno affrontare l’approccio della
prova in acqua con maggiore sicurezza. Di sicuro sarete poi pronti per il 360°
versione Browne. Raccogliete questa perla di informazioni e tenetevele strette!
Vi raccomando di divertirvi sempre e di rispettare l’Oceano!
Manna sponsored by : Goya Board - Simmer Sails - Maui fin company - Teva -
Maresia - David.Firenze.Italia.
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Massimo Mannucci, aka "il Manna", aerialeggia a Hookipacon il nuovo Thruster Goya... next level?!? Stay tuned.© JIMMIE Pepp - Maui - Hawaii
Situata proprio nel cuore della Polinesia Francese, Tahiti come destinazione viene
spesso reputata troppo lontana e costosa. Per quanto mi riguarda, non ho mai visto
un posto in tutti i miei viaggi in giro per il mondo che mi abbia sconvolto e toccato
così profondamente. Sono rimasto così ammaliato che qualche anno fa ho deciso di
trasferirmici definitivamente. È vero che, dal punto di vista logistico, queste isole
risultano veramente isolate e questo può rappresentare un handicap se ci si
dovesse spostare un sacco, ma è anche un aspetto che gioca a favore della
preservazione della sua bellezza naturale.
ALLA FINE DELLA STRADA…Accolgo a casa mia sulla penisola di Tahiti i miei amici Carine Camboulives, Manu
Bouvet e la loro figlia Lou, invitandoli a scoprire il vero giardino dell’Eden. Ho
acquisito una buona conoscenza della zona costiera circostante, negli ultimi anni, e
sebbene le condizioni siano spesso piuttosto imprevedibili, gli consiglio di passare
un po’ di tempo qui, aspettando il momento ideale per fare quella session da sogno.
Loro, ovviamente, non se lo sono fatti ripetere!
Ovviamente, sapevano già dell’esistenza di Tahiti e di alcune altre isole vicine, ma io
volevo che venissero a stare qui con me, proprio alla fine della strada. Esatto, la fine
della strada… e del mondo… ed è proprio qui che si trova il piccolo villaggio di
Teahupoo ed il suo break rinomato, proprio all’estremo sud della penisola di Tahiti.
NATURA COME UNIVERSO Per alcuni turisti, già atterrare a Tahiti li fa sentire lontani dal mondo conosciuto.
Fortunatamente per loro, posso decidere se restare nel mondo civilizzato e nelle
zone più turistiche. Per gli avventurosi, la vera Tahiti è
a solo un’ora di macchina, ed è una giungla preistorica,
che sopravvive incontaminata alla tecnologia e
civilizzazione moderna. È proprio qui che finisce la
strada, e la Natura diventa regina, fondendosi con
l’Universo. Ed è proprio qui che l’avventura comincia!
La terrazza proprio davanti alla laguna viene illuminata
dai primi raggi mattutini, e in sottofondo si sente il
rombo delle onde che tuonano sul reef, e l’aria
profuma di fiori di tiare… Questa è la realtà giornaliera
alla fine della strada. L’umidità tropicale che si posa
sulle tue spalle e s’incolla al tuo viso appena scendi
dall’aereo ti fa capire come mai l’isola sia
completamente coperta da vegetazione lussureggiante
che si addensa nelle vallate di Tahiti. Le giornate sono
differenti da un’ora all’altra, alternando spesso e
volentieri tra pioggia, nuvole e sole, con possibilità di
luci e colori diversi in ogni momento, cambiando
completamente e continuamente il paesaggio, facendo
realizzare i sogni più reconditi di ogni fotografo, tra cui
il sottoscritto.50
52
TRA LE ONDE E LA LAGUNAOgni giorno mi rendo conto di quanto sia privilegiato a vedere queste perfette barre
che si allineano sul reef, mettendosi in posa per il mio obbiettivo. Che regalo della
natura! È davvero un contrasto stupendo tra la violenza e potenza brutale delle onde
che esplodono sul reef, contrapposte alla tranquillità della laguna turchese che
resta riparata dal reef corallino. Ancora una volta madre natura crea delle
meraviglie. Le rotture nel reef sono state create da correnti d’acqua dolce che, in
antichità, hanno creato dei passaggi. Questi sono i punti di comunicazione tra
l’Oceano aperto e le lagune, e sono il punto di caccia preferito per gli squali punta
nera, oltre al playground ideale per i surfisti, che trovano onde che si aprono
perfettamente.
PESCE VOLANTEMi sono abituato molto velocemente allo stile di vita e ritmi polinesiani, e condividere
delle sessions di surf magiche e rimpinzarsi di sashimi fresco è all’ordine del giorno.
Fortunatamente, le acque polinesiane non sono ancora state razziate dai pescatori
giapponesi e pullulano di pesci tra cui i tonni pinna azzurra, i mahi-mahi ed altre
prelibatezze caricate sui “poti-marara” locali. Poti-marara, significa “pesce volante”
in Tahitiano, sono le tipiche imbarcazioni da pesca che sono diffusissime in tutta la
Polynesia. Presentano una chiglia a V molto affusolata, stabile e con la prua alta,
ideale per affrontare anche il mare grosso. Il pilota si siede comodamente nella
cabina rialzata verso la prua dell’imbarcazione, dandogli perfetta visibilità, e utilizza
una cloche anzichè il tradizionale volante, permettendo di fare curve e manovre più
strette. È l’imbarcazione perfetta per prendere i mahi-mahi.
PESCA TRADIZIONALEIl metodo di pesca tradizionale per prendere questi famosi pesci, chiamati anche
pesce delfino dai francesi, è usando un arpione o “patia”, ed è anche per questo che
la cabina di pilotaggio è messa a prua. Con una mano sulla cloche e l’altra
sull’arpione, il pescatore caccia e segue i mahi mahi, standogli dietro, mentre cerca
di zigzagare per scappare, finchè poi si stanca e si mette sul fianco per riposarsi ed
è proprio in questo momento che il pescatore lo arpiona. Spettacolo eccezionale!
CONVIVERE CON GLI SQUALIPer tornare alla nostra storia iniziale, stiamo ora facendo un’immersione in laguna
e siamo circondati da squali! Questi pesci sono davvero straordinari sotto molti
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punti di vista e, sebbene possano fare paura, sono quasi completamente innocui!
Sono praticamente ovunque nella laguna e non si fanno problemi a girarci intorno,
indisturbati dalla nostra presenza. Effettivamente, ci nuotano a fianco come se
niente fosse e si capisce che, fortunatamente, non siamo nemmeno lontanamente
nel loro menù. Oggi siamo stati fortunati, e c’è stato vento. Carine si lancia
immediatamente in una bellissima session di freeride nella laguna turchese,
trovandosi a dover schivare un bel po’ di pinne! Per quanto mi riguarda, non mi resta
altro che mettere la macchina nella custodia subacquea ed entrare a farmi una
nuotata assieme ai nostri amici pinnuti. Fortunatamente sono sopravvissuto e posso
raccontarlo in prima persona, e sono tornato sulla barca con delle bellissime
immagini che rendono la bellezza della spot e fanno anche vedere un aspetto più
tranquillo e giocoso dei nostri fraintesi amici squali. Di solito provocano terrore, ma
quando poi vivi qui e adotti lo stile di vita tahitiano, ti rendi conto di quanto questi
squali siano tranquilli e la paura svanisce immediatamente.
Ovviamente, se fosse spuntato uno squalo bianco di 5metri, non l’avrei
assolutamente pensata allo stesso modo, ma qui nella laguna non ci sono problemi.
(NB: consiglio vivamente di capire ed essere sicuri di sapere identificare gli squali al
100%, prima di entrare in acqua...!)
PIÙ PERICOLOSA DEGLI SQUALI!Quello che però temo di più, ben più degli squali, è l’onda di Teahupoo. Qui non si può
mai abbassare la guardia e il pericolo è reale e sempre presente. Tonnellate d’acqua
dell’Oceano Pacifico si riversano in pochi secondi su questo reef affilatissimo
coperto a malapena da un metro d’acqua, risultando in un impatto devastante!
Sfortunatamente per me, ho più volte vissuto questa situazione sulla mia pelle,
vivendoci per anni. Ho anche assistito a una serie di incidenti davvero pesanti, tra cui
quello del mio amico e partner Baptiste Gossein che, dopo un wipeout, è rimasto
paralizzato dalla vita in giù. Fortunatamente, grazie alla sua inarrestabile personalità
e voglia di vivere, riesce comunque a essere in prima linea, pilotando il jetski che
spara rider del calibro di Laird Hamilton e Raimana Van Bastolaer su bombe
spaventose durante session solitarie. Baptiste ha guadagnato il rispetto dell’intera
isola tornando in acqua dopo quello che è successo, ed è ancora animato da una
profonda passione. Una cosa è sicura, se ne sentirà ancora parlare molto a lungo…
PERCHÈ TU NO?Anche con le giuste condizioni windsurfistiche, questo spot rimane comunque
difficile da surfare, ma finalmente Manu è riuscito a fare un po’ di ottime session
anche qui a Teahupoo. Ha avuto anche lui un assaggio della potenza della mitica onda
alla fine della strada! Teahupoo, ovviamente, è accessibile esclusivamente ai surfisti
e windsurfisti, più esperti e temerari, ma Tahiti offre un sacco di altre possibilità e
c’è qualcosa per ogni livello: sia per i waver che freerider e freestyler. Dallo stand-
up paddling o windsurf a Teahupoo o nella laguna, Manu, Carine e Lou hanno fatto
un pieno di natura, e spero che questo racconto vi abbia fatto venire voglia di
esplorare questo posto meraviglioso, che rimane ancora unico nel suo genere e
offre ricchezze davvero genuine e che vale la pena scoprire. Perchè quindi non ci
vieni anche tu? Perchè non vieni a farti un giro nelle lagune turchesi e ad immergerti
nella mistica cultura tahitiana?
Spero di vederti presto qui nella Polynesia francese – a cavallo tra sogno e realtà…
DIARIO DI VIAGGIO DI TAHITI
VOLI: Da Londra ci sono un sacco di possibilità, spesso però che comprendono uno
stopover, e il costo del biglietto dipende dalla stagione. Cercando su internet si parte
dagli £815 da agosto a novembre, che non è poi così tanto, considerando la distanza.
Un’altra rotta classica è da Londra via Los Angeles a Papeete, ma per gli altri che
vogliono uscire un po’ dagli schemi, ci sono un sacco di possibilità. Magari Londra-
Madrid, poi diretto a Santiago, Cile? Poi da Santiago volando a Tahiti passando per le
bellissime Isole di Pasqua, con i mitici ed enormi Maoi. Un’altra opzione che offre un
buono stop windsurfistico è Tokyo. Puoi così immergerti nella cultura giapponese,
per poi volare direttamente verso Tahiti.
ALLOGGIO: C’è un’ampia scelta di posti dove alloggiare a Tahiti, ed è anche possibile
trovare degli ottimi prezzi. Per gli amanti della natura e del paesaggio, si può cercare
un posto direttamente sulla penisola di Tahiti, dove ci sono un sacco di bed&breakfast
pronti ad accoglierti, tra cui Pension Chayan (pensionchayantahiti.pf) e Vanira Lodge
(vaniralodge.com). Come bonus per coloro che vogliono esser sicuri di trovarsi in
ottime mani, il mio amico Baptiste Gossein noleggia una meravigliosa casa con vista
mare. È piuttosto difficile trovare materiale windsurfistico da noleggiare in questa
zona, quindi conviene portarsi le proprie sacche di materiale da casa.
Se invece preferisci mantenere un legame con la civilizzazione, ci sono un sacco di
alberghi e resort nella zona di Motu Martin vicino a Papenoo, che offre una grande
varietà di condizioni sia per il wave che per il freeride. Qui si può anche noleggiare il
materiale, fare lezioni e, in caso, anche provare a fare kitesurf. Sei poi a due passi
dalla città, quindi chi ama uscire la sera si divertirà un sacco.
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Ci sono talmente tanti posti che vale la pena scoprire in Polynesia però. Basta
prendere un traghetto per andare a Moorea, l’isola sorella di Tahiti, che è
assolutamente pittoresca per le sue alte e drammatiche montagne nell’entroterra,
ed ha un’infinità di bellissime spiagge sia bianche che nere. Non è un’esagerazione
dire che Moorea potrebbe essere una delle isole con le più belle spiagge al mondo,
e finchè ti piace la vita tranquilla, ci sono anche delle ottime condizioni per fare
windsurf. Per quanto riguarda l’alloggio, vi consiglio vivamente Les Tipaniers. Una
tavola ti aspetta pronta in spiaggia, permettendoti in ogni momento di andare a
surfare l’onda cristallina che rompe sul perfetto banco di sabbia di questa
bellissima spiaggia.
Mi devo fermare prima che la lista diventi troppo lunga. La Polynesia è composta da
120 isole, molte delle quali possono accogliere i visitatori, ma per i più curiosi
consiglio di studiare per bene le mappe delle singole isole che potrebbero
interessarvi.
Ah già! Quasi dimenticavo! C’è ancora un’altra soluzione che può rendere il tuo
viaggio davvero indimenticabile: la barca! Ci sono un sacco di compagnie di noleggio
di barche che operano qui nella Polynesia francese, ma quella più rinomata è
Moorings (moorings.co.uk). Che modo migliore di scoprire questa magnifica isola se
non a bordo di un catamarano con tanto di capitano ed equipaggio a disposizione!
Se preferissi, puoi anche noleggiarne uno tuo e farti i tuoi giri.
La scelta è tua, ma qualsiasi approccio tu scelga per scoprire questo posto
incantato, una cosa è sicura: non te ne pentirai!
Vuoi andare ancora più a fondo?
Uno dei miei migliori contatti per andare proprio “al cuore del pollo”, come dicono
da queste parti, è il mio amico Rodo Vinh-Tung, che mette a disposizione tutta la sua
conoscenza da local per aiutarti a pianificare la vacanza della tua vita!
tahitimyconcierge.com
Non hai più scuse!
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TAHITIStavo facendo tow surfing con onde enormi a Tahiti quando ho sentito che
era previsto in arrivo uno swell anche a Fiji.
La mia casella ha cominciato a intasarsi di e-mail, e tutti volevano
assicurarsi che fossi consapevole dell’imponenza dello swell che stava
superando l’Australia sudorientale. Ad inizio mese avevo già perso un grosso
swell a Fiji perchè ero dovuto andare ad un meeting di importatori di JP / NP
in Francia, quindi stavolta non me lo sarei fatto scappare per nessuna
ragione. Queste mareggiate così grosse sono davvero rare, quindi averne
due di fila era praticamente un’opportunità più unica che rara.
FIJICon un sorriso da orecchio a orecchio, saluto tutti e mi imbarco sul mio
aereo diretto verso Fiji. Ho deciso di chiamare anche i miei vecchi amici
Scotty e Mandy O’Conner che sono i proprietari e gestori di un resort di
lusso sull’isola di Namotu e li ho scongiurati di farmi stare da loro.
L’isola è circondata da 5 onde di livello mondiale ed il rinomato Cloud Break
si trova a soli 5 minuti di barca. Puoi scegliere tra un’enorme varietà di spot
e tipologie di onde, a seconda della tua capacità. Le barche sono sempre a
disposizione e ti portano avanti e indietro tutto il giorno dai vari break.
La maggior parte del tempo le onde variano dai 2 ai 4 metri, con dei set più
grossi con le giuste condizioni di marea. È una location assolutamente
perfetta per tutti i surfer, windsurfer e kite surfer con anche acqua ideale
per la pesca subacquea e le immersioni. Se dovessi cercare un posto dove
stare e che offra tutte queste possibilità, con bungalow lussuosi e
mangiando il cibo migliore al mondo, questo è sicuramente il posto che
cerchi! Potete chiamare questo numero a Namotu : + 679 670 6439 o scrivere
un’e-mail a: [email protected] o sul loro sito: namotuislandfiji.com
NAMOTUAppena arrivato all’isola di Namotu sono stato accolto da una vagonata di
sashimi mentre stavamo andando sul picco principale dell’isola, Namotu
Lefts. Quando vado in posti che non conosco, di solito mi tengo il portafoglio
ben stretto mentre mi porto tutto il materiale in testa e chiedo le indicazioni
alla gente. Questo posto è completamente l’opposto. Mai vista una cosa del
genere. Tutto viene fatto per te, davanti ai tuoi occhi, prima che tu apra
bocca. Mi ci sono abituato immediatamente.
Ho deciso di farmi un bagnetto veloce in piscina controllando le previsioni al bar,
sfruttando la connessione wireless dell’isola. Scusa, ma hai capito bene. È
davvero una figata!
Erano previste due gigantesche perturbazioni che avrebbero spedito verso Fiji
delle onde enormi, facendo scattare l’High Surf Advisory per l’intero arcipelago.
Davano onde dai 6 agli 8 metri, dall’indomani e per i 4 giorni successivi.
TOW IN SURFINGSiamo arrivati sullo spot alle prime luci dell’alba ed abbiamo immediatamente
cominciato a fare tow in. Lo swell stava cominciando ad arrivare e c’erano già
onde dai 3 ai 5 metri che si srotolavano perfettamente sul reef.
Sono riuscito a beccarmi una bomba quella mattina, sui 5 metri, super ripida e
cattiva, che ha risucchiato l’acqua dal reef asciugandolo quasi e sparandomi nel
canale a tutta velocità. Ero già al settimo cielo!
Dopo poco sul line up è arrivato un intero entourage di pro surfer, tra cui perfino
Kelly Slater e Bruce Irons. Mentre lo swell continuava ad aumentare, mi sono
seduto tranquillo in barca a guardarmi i pro che si prendevano tubo dopo tubo.
In men che non si dica il canale era intasato da 30-40 barche. Fotografi e
cameramen si sono precipitati sulla scena, con un sacco di barche piene di
spettatori che volevano vedere l’azione con i loro occhi. Le ragazze in bikini si
mettevano sulle prue delle barche ed urlavano minchiate tipo: “Che figata è
divertentissimooo…” ed altre minchiate tipo “Chi mi offre una birra?” ed intanto
si strofinavano i capezzoli con la crema. Era davvero un circo… sia in acqua che
fuori.
L’ARRIVO DELLO SWELLVerso le 11 di mattina i set hanno cominciato a diventare sempre più grossi e le
tavole hanno cominciato a spezzarsi come rametti sotto il peso delle frullate. Io
sono finito sul jetski a tirare i ragazzi fuori dai casini prima che l’onda successiva
li polverizzasse. Quasi tutti si sono presi delle belle mazzate quel giorno. Dopo
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che li recuperavo, mi chiedevano poi di riportarli sulla barca perchè erano
distrutti.
Mark Heally è stato il rider migliore quella mattina ed ha preso le onde più
grosse e si è piazzato nei tubi più profondi. Bruce Irons ha fatto altrettanto
paura.
Verso il primo pomeriggio, il vento è cominciato ad aumentare un po’ sul picco.
Era ancora troppo leggero però e variava tra gli 8 e 10 nodi ed era
completamente side shore, che non è proprio il massimo con onde così grosse.
Il vento side off genera maggiore potenza, accelerando sulla faccia dell’onda e
permettendoti di proiettarti con maggiore velocità down the line e maggiore
potenza nel bottom turn. Con questa direzione la situazione è piuttosto delicata.
Mentre l’onda rompe lungo il reef, curva leggermente, rendendo la zona inferiore
dell’onda molto più interessante di quella superiore. Da quello che ho visto, il
problema principale era riuscire a prendere l’onda nella zona superiore del reef,
che era piena di surfisti, e poi arrivare fino alla zona inferiore del line up per
surfarla per bene.
Una volta uscito dall’onda però il vento finiva completamente e se fosse entrato
un set in quel momento, c’erano ottime possibilità che te lo beccassi in testa. Il
jetski era l’unico modo per riuscire a tornare sul line up appena uscito dall’onda,
ed evitare di farmi triturare.
Le prime bombe hanno cominciato ad arrivare come da previsione, e lo swell ha
raggiunto il pieno regime verso il tardo pomeriggio. Con il line up ancora pieno
di surfisti da onda, ho cominciato ad armare la mia vela. Mentre mi stavo
avvicinando al picco, ho visto arrivare uno dei set più grossi del giorno. I loro
guns da 12 piedi sembravano delle piccole matite mentre venivano triturate e gli
ultimi surfisti sono usciti a nuoto l’uno dopo l’altro. Quel set li ha fatti fuori tutti
e mi ha regalato il line up tutto per me.
Son saltato giù dal jetski ed ho cominciato a galleggiare sottovento verso la zona
del take off. Sapevo che fosse vitale trovarsi esattamente al posto giusto al
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momento giusto, in quanto il vento era leggero e completamente sideshore. Il
primo drop è stato un po’ spaventoso in quanto ho messo i piedi nelle strap
all’ultimissimo secondo. Sono volato down the line per cercare di arrivare al
punto in cui l’onda curva sul reef ed il vento diventa più offshore, ed ho fatto il
mio primo bottom. Sono poi uscito dall’onda e sapevo che mi aspettava un ottimo
pomeriggio.
BIG WIPE OUTHo passato tutto il tempo ad aspettare i set più grossi, facendo delle ottime
surfate ed ecco che poi ho fatto un casino. Ho fatto un bottom troppo verticale e
il vento sideshore mi ha spinto la bugna controvento. Il lip ha ingoiato la bugna
e mi sono sentito andare indietro verso il mio destino crudele. Sapevo di aver
sbagliato e quindi ho cercato di rilassarmi e vedere un po’ come andava. Ad un
certo punto, nella schiuma, ho sentito un forte colpo in testa e penso di aver
sbattuto contro la tavola o l’albero ed ho perso completamente l’orientamento.
Non sapevo più da che parte fosse l’alto. Sono poi riemerso guardando verso la
spiaggia. Mi sono girato giusto in tempo per vedere un’enorme bomba di 6 metri
esplodere sul reef a pochi metri da me. Non sono nemmeno riuscito a riprendere
fiato e son dovuto tornare subito sotto. Mentre la schiuma mi sbatteva con
violenza da una parte all’altra, mi sono reso conto di essere in problemi seri. Non
avevo più aria a disposizione e stavo cominciando a mandare giù acqua, come mi
era successo a Jaws lo scorso anno. Alla fine sono riuscito a riemergere ma ero
completamente sfatto. Fortunatamente, uno dei ragazzi del salvataggio è riuscito
a venirmi a prendere. Sanguinavo più o meno ovunque e non riuscivo ad aprire
l’occhio destro. Ero così malridotto che non sono nemmeno riuscito a tirar su la
testa per fargli vedere la ferita mentre mi riportava verso il canale.
Fortunatamente per me era solo un piccolo taglio appena sopra all’occhio e
quindi sono tornato in barca ed ho fatto una piccola pausa prima di armare
un’altra vela.
Ho armato la mia ultima vela, piano piano, mentre sanguinavo sia sulla tavola
che sulla barca. Le botte ed il wipe out mi hanno davvero risucchiato ogni
energia, e facevo fatica perfino ad infilare l’albero nella vela ed ho cominciato ad
avere le vertigini. Dopo ho vomitato sul jetski. A dire il vero probabilmente ho
avuto una lieve commozione cerebrale, ma dovevo assolutamente finire la
session ed uscire ancora o non mi sarei mai perdonato, e sarei stato un vecchio
inacidito per mesi.
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UN GIOCO PER DURIIl jetski mi ha riportato sul line up ed in men che non si dica ero ancora in acqua.
Sono rimasto in acqua finché il sole ha tramontato, per poi tornare sulla barca
completamente sfinito. Quando cadi su onde simili, bruci tutte le tue energie in
un secondo, cercando di sopravvivere.
Mi sono seduto sulla barca con tutto il mio materiale distrutto mentre tornavo
verso Namotu. Mi usciva ancora sangue ed avevo ancora un po’ di vertigini per il
colpo in testa, ma niente che un po’ di punti ed una buona notte di riposo non
potessero curare. Arroganza ed umiltà vanno in coppia ed è solo dopo che la vita
ti ha insegnato il valore dell’una e dell’altra che puoi veramente comprendere le
lezioni che l’Oceano ha da insegnarti, tra cui la bruta Potenza della natura.
La prima volta che abbiamo parlato del nostro nuovo film che ora si chiama “Minds
Wide Open” è stato in Brasile a gennaio 2010 assieme a Peter. Abbiamo fatto un po’
di brainstorming assieme mentre sorseggiavamo una bottiglia di Montilla (Rum
locale) ed abbiamo cominciato a fantasticare sulle eventuali location di ripresa. Il
primo posto che ci è venuto in mente è stato l’Indonesia. Sarei andato ovunque il mio
team avesse voluto ma l’Indo era proprio un must secondo me. Ho visto troppi video
di surf da onda con onde perfette e surreali, una cultura a mio avviso perfetta ed
armoniosa e paesaggi da sogno. Il mix perfetto.
Dopo un anno e mezzo, me ne stavo seduto su un letto d’ospedale a guardare i
biglietti online per la nostra penultima destinazione per le riprese, diretti in
Indonesia. Purtroppo però non riuscivo nemmeno ad alzarmi a causa della chemio
e, quindi, davvero a malincuore, ho prenotato per tutti gli altri tranne che per me.
L’unica cosa che mi ha tirato su di morale era vedere poi il risultato delle riprese e
delle fotografie, che sicuramente sarebbe stato eccezionale. L’inizio del viaggio non
era proprio il massimo dal punto di vista logistico. Kauli ha volato da Madrid a
Jakarta, Ricardo e Victor da Francoforte, Michael Sumereder (il nostro fotografo) da
Monaco e il nostro filmer Sebastian Dörr da Amburgo. A parte il salasso di 3000 euro
di extra bagaglio per portare il materiale fotografico, tutto è andato per il verso
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Ricardo Campello si gode una session da sogno in solitudine.
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giusto e la crew è riuscita a riunirsi all’aeroporto internazionale di Jakarta dopo
poche ore dalla fine della tappa di coppa del mondo Wave a Tenerife.
Il viaggio però non era che all’inizio. Ora mancavano 8 ore di viaggio in autobus per
andare dal centro del chaos di Jakarta ed arrivare nel mezzo del nulla e cominciare
a lavorare per catturare la vera essenza di questo posto. Dallo smog asfissiante della
Jakarta tempestata di motorini, la crew è poi arrivata in un piccolo villaggio di
pescatori senza internet e nemmeno la copertura telefonica. Questo sarebbe stato il
quartier generale di Kauli, Victor, Ricardo e gli altri per i 10 giorni seguenti.
Io sinceramente non mi aspettavo ci fosse tanto vento in questa location. A dire il
vero pensavamo di concentrarci maggiormente sul lifestyle, variando anche un po’
le riprese tra surf da onda, sup e diving, ma Kauli, che ci era già stato qualche anno
fa, ci aveva anticipato che saremmo rimasti sconvolti da quello che ci aspettava.
Kauli aveva ragione. Qui c’è vento tutto il giorno, tutti i giorni! A volte era giusto per
galleggiare ed andare a prendere una delle onde perfette, a volte era quasi da
essere sovrainvelati e dover mettere le vele piccole. Il vento però non ci interessava
più di tanto… questo viaggio era incentrato sulle onde. Proprio durante la nostra
estate, l’emisfero australe è sconvolto da enormi tempeste che pompano swell
potenti e perfetti nell’Oceano Indiano, che si srotolano alla perfezione quando
Victor, Kauli e Ricardo, tre dei 6 rider protagonisti di Minds Wide Open.
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colpiscono i reef affilati di Java. È proprio la conformazione del fondale che rende
queste onde così straordinarie e riservate solo ai rider di altissimo livello. La potenza
e la velocità sono eccezionali. Non troppo grosse ma veramente ripide e tubanti. Se
non mi credete, basta che guardate quanto materiale è stato distrutto durante il
viaggio. Vele ed alberi lacerati e triturati dal reef e perfino un profondo taglio sulla
gamba di Kauli mentre faceva surf, che si è dovuto recare in un ospedale locale per
farsi mettere i punti, il che è stato ancora più spaventoso del wipe out stesso.
Il windsurf? Assolutamente speciale. È davvero difficile riuscire a trovare un posto
con condizioni simili. Onde che ti fanno partire in planata già da centinaia di metri di
distanza e che appena sbattono sul reef si srotolano perfettamente e sono lisce
come l’olio e trasparenti come il vetro. È come pensare di surfare su un’enorme
lastra di cristallo perfetto. Neanche una minima imperfezione, solo un lungo,
perfetto, potente e veloce muro liscio da fare a pezzi. È stata proprio questa
combinazione di assoluta perfezione e rischio piuttosto alto che ha fatto stampare i
sorrisi in faccia ai rider al termine di ogni singola session. Le giornate erano lunghe.
Zero Facebook, né e-mail, solo conversazioni faccia a faccia mentre si sorseggiava
una birra. Era proprio questo che sognavo. Viaggiare da pro windsurfista è davvero
eccitante e ti permette di vedere un sacco di posti interessanti ma raramente
Kauli Seadi è stato anche protagonista di un spaventoso wipe out terminato con qualche punto di sotura sulla gamba.
Mr. Fernadez tiene sotto stretta osservazione ilpunto di atterraggio di questo Goyter mozzafiato.
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capitano questi momenti in cui tutto il gruppo si unisce e si ritrova in armonia,
lasciando tutto lo stress ed i problemi a casa. È bellissimo vedere il tutto dall’esterno,
ma anche un po’ agrodolce.
Io nel frattempo ero appena stato dimesso dall’ospedale e me ne stavo a casa
cercando di ricevere qualche piccolo update via sms, tra cui “Posto migliore al
mondo”, “Vento ed onde tutto il giorno – stai tranquillo”.
Queste news però hanno fatto di tutto tranne che tranquillizzarmi, in quanto non
vedevo l’ora che i ragazzi tornassero per mostrarmi i frutti del loro lavoro.
Appena i ragazzi sono arrivati in aeroporto, il mio skype ha cominciato ad impazzire.
Kauli mi ha detto che è stato il viaggio migliore che abbia mai fatto ed anche Victor
ha detto lo stesso. Ecco che il giorno seguente tra le mie mani ho tutte le foto ed i
video. Comincio a guardare il tutto ed è esattamente come me l’ero immaginato un
anno e mezzo prima. Paesaggio incontaminato e tranquillo, con una luce stupenda e
gente semplice ed accogliente. Il sogno di ogni surfista e windsurfista e quindi la
scelta perfetta per il nostro nuovo progetto “Minds Wide Open”. Erano proprio queste
le vibrazioni che stavamo cercando. È davvero eccezionale che il nostro sport possa
aprire le menti e nuovi orizzonti, facendoti assaporare ogni momento su questo
magnifico pianeta ed in qualsiasi situazione.
Life style indonesiano.
I ragazzi hanno surfato spot spettacolari constatando loro stessi che in Indonesia c’è vento tutto il giorno e tutti i giorni!
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Intanto, qualche settimana prima dell’inizio dell’evento, le condizioni stavano
eludendo l’isola di Réunion, come ci hanno confermato i local. “Stiamo avendo un
pessimo inizio dell’inverno australe. Poca onda e pochissimo vento, e mi sa che
andrà avanti per un po’, purtroppo!”. Ecco però che, come per magia, a poche
ore dall’apertura delle ostilità, appena i rider hanno messo piede sulla pista
dell’aeroporto “Roland Garros” a St Denis, le previsioni per i 7 giorni seguenti
davano condizioni semplicemente incredibili con un enorme swell, tanto da fare
venire l’acquolina in bocca a tutti gli hardcore rider di Ravine Blanche ed ai puri
waverider “down the line” dalla parte di Etang Salé.
Fortunatamente il meteo non si sbagliava e la competizione è stata veramente
benedetta da Dio! 7 giorni in acqua su 10, 3 eliminazioni completate, onde di un
albero, vento forte, ottime surfate e salti, 10 alberi sbriciolati, 10 vele distrutte…
Con circa 8600 foto e 60 ore di video nell’hard disk, di materiale per spingere la
Réunion Wave Classic ce n’è un sacco anche quest’anno. Qualcuno dei rider più
conosciuti non ha potuto dare la disponibilità ad un mese dall’inizio della gara,
ciò nonostante il livello dei partecipanti effettivi ha davvero incendiato il lip e la
folla in spiaggia!
Prima di cominciare con la prima batteria ufficiale, sono state fatte 2 Free
Sessions ed una Super Session. Una volta che le condizioni sono entrate, la
macchina del vento e onde delle Réunion non ha più smesso, permettendoci
perfino – ciliegina sulla torta - di fare una session di salti spettacolare a Ravine
Blanche, due giorni prima della fine! Questa giornata estrema ha coronato
degnamente la chiusura della terza edizione della “Réunion Wave Classic”, che
ancora una volta ha confermato di essere una delle prove più radicali nel mondo
del wavesailing!
HIGHLIGHTS:Secondo giorno. Super Session a Ravine Blanche: onda sui 4 metri e 25+ nodi
di vento side shore. Camille Juban, caldo come la brace, si gode le condizioni e
vola in Aerial enormi, Cutback slashati al massimo, Goyter e un perfetto Wave 360
staccato dal tubo! Ed infatti si guadagna i 500 ¤ di premio per il “best move” del
contest!
Quinto giorno. 2 heat completate in due 2 spot diversi! Cosa molto strana e
raramente vista in una gara normale! La prima batteria è stata disputata di
mattina all’Etang Salé con 15 nodi di vento offshore ed onde da 2 a 3 metri… La
seconda session è stata fatta a Ravine Blanche con 30 nodi di vento side offshore
ed onde di 4 metri. È tutto possibile qui a La Réunion!
Sesto giorno. Free Session à l’Etang Salé! Con una barca a disposizione
proprio sul picco con appostate le crew video e foto, i rider hanno incendiato lo
spot, navigando per almeno 3 ore. Tutti spingevano al massimo, facendo un
sacco di Aerial su sezioni liscissime di onde di oltre un albero! Sicuramente le
immagini più belle saranno quelle dall’acqua.
Settimo giorno. “Best Jump session” à Ravine Blanche! Vento forte sui 35
nodi, rampe di quasi 4 metri a Ravine Blanche, con timing perfetto per proiettare
i rider nel cielo in una delle prove migliori di salti e solamente il salto migliore,
tra tutti, vincerà i 500 ¤ offerti da Ciel et Terre, uno sponsor locale. È stato Colin
Sifferlen a vincere con un enorme doppio Forward esitato chiuso perfettamente.
Il pubblico in spiaggia non credeva allo spettacolo a cui stavano assistendo, con
Denel che faceva doppi Forward e Backloop a più di 12 metri e Jamaer con
Pushloops tweakkati, Forward esitati e perfino Push Forward!
Ottavo giorno. “Iniziazione e condivisione”. Dall’ultima edizione, i rider si
prendono una mattina per condividere la loro passione assieme ai giovani rider
locali. Anche l’anno scorso una decina di giovani fortunati del posto hanno avuto
la possibilità di affiancare i pro nella bellissima laguna di Saline les Bains.
TEAM VINCENTE: PICHOT/SIFFERLEN/JUBAN
Steven Pichot
Capitano della squadra vittoriosa.
Alla sua terza partecipazione, Steven ha avuto fortuna già dall’inizio dei giochi,
trovandosi come compagni di team Juban e Sifferlen! Con una prima posizione e due
seconde posizioni nelle batterie, Steven ha riconfermato che la squadra da battere
è la sua e che resta anche uno dei migliori rider locali. La sua conoscenza dello spot
è perfetta e riesce sempre a surfare con un sacco di stile e coraggio, sfruttando al
meglio ogni singola onda. Sebbene quest’anno non sia stato sempre perfettamente
costante nelle sue batterie, è riuscito comunque a dare il meglio a Etang Salé.
Colin Sifferlen
Eletto “Miglior Rider” del contest per le sue palle!
Aveva già impressionato tutti nella prima edizione della gara del 2009.
Quest’anno poi è tornato ancora più in forma ed aggressivo che mai! Rapido,
stiloso, aggressivo e preciso… il caledoniano infatti ha vinto tutte le sue batterie,
guadagnando i tanto ambiti punti che hanno poi permesso al suo team di vincere
questa terza edizione. Sempre al posto giusto, sulle onde migliori, andando a
spaccare il lip proprio nel punto più critico, senza la minima esitazione e con un
coraggio da leone e, infatti, Colin ci ha regalato gli Aerial più grossi e belli
dell’intera manifestazione! Se il suo livello in surfata è assolutamente
spaventoso e stiloso, cosa dire dei salti? Anche durante la “Best Jump Session”,
ha lottato all’ultimo sangue con Denel, essendo sempre iper radicale e
spingendo al massimo. Un enorme e perfetto doppio Forward esitato ha poi
permesso a Colin di vincere i 500 euro in palio per il “Best Jump” ed anche di
guadagnare il titolo di “Miglior Rider” (pro) di questa terza edizione!
Camille Juban
Sempre stiloso, vincitore del trofeo “Best Move”!
“Ti Cam” continua come sempre ad impressionare e a dare spettacolo! È
sicuramente uno dei waverider più dotati della sua generazione, ed è alla terza
partecipazione consecutiva a questa manifestazione. Durante la seconda
giornata di gara, il giovane originario della Guadalupa ha tirato fuori l’artiglieria
pesante, chiudendo un perfetto Wave 360, vincendo la super session. Questo trick
gli ha fatto guadagnare i 500 ¤ offerti dallo sponsor locale “Ciel et Terre” per il
“Best Move”! La sua scelta e lettura delle onde hanno poi fatto la differenza
anche nelle batterie. A colpi di Aerial enormi, Cut Back spinti all’inverosimile e
Goyter enormi, sempre con stile fluido, è arrivato una volta primo e due secondo
su 3 batterie. Anche quest’anno ha vinto il trofeo per la migliore caduta, che è
stata votata sul web dal pubblico da casa! Sebbene Camille abbia brillato
leggermente meno rispetto alle edizioni precedenti, il ripper della Guadalupa
resta uno dei concorrenti più temibili, specialmente per il suo stile in condizioni
così estreme, affrontando ogni onda senza la minima pressione.
SQUADRA #2: BOURLARD/DENEL/TABOULET
Sylvain Bourlard
Prima competizione della sua vita.
Ha seguito la “Réunion Wave Classic” già dalla prima edizione. Quest’anno è
riuscito a qualificarsi ed a vivere l’evento in prima persona. Abituato
maggiormente ai viaggi in giro per il mondo, con free sessions piuttosto che
gare, Sylvain si è ritrovato leader della sua squadra a capo di Jules Denel e Wesh
Taboulet ed ha fatto delle buone heat, facendo guadagnare un sacco di punti
preziosi al suo team. Il local si è davvero divertito un sacco a surfare affianco ai
pro e dando consigli da vero local ai vari rider, facendo sempre battute e
sdrammatizzando la situazione. La sua squadra poi ha chiuso in seconda
posizione.
Jules Denel
La rivelazione di questa Réunion Wave Classic 2011.
A solamente 21 anni, Jules possiede già un’enorme esperienza. Questo è stato il
suo primo viaggio alla Réunion. Già dall’inizio dei giochi, il “Ch’ti” ha saputo
sfruttare le condizioni hardcore con vento forte ed onda grossa a Ravine
Blanche: ha capito il funzionamento dello spot in men che non si dica ed ha
cominciato a surfare al massimo da subito. Anche nell’infame Etang Salé, Jules
ha sorpreso tutti per la sua scelta e lettura delle onde. A vederlo surfare,
sembrava che lo “Sciamano” fosse un vero local del posto! Aggiungi poi uno stile
potente ed aggressivo sia in Bottom che in Cut Back, con grossi Aerial e entrate
spaventose nelle sezioni critiche e si capisce perchè Jules sia stata la rivelazione
di questa Réunion Wave Classic. Per chiudere il tutto in bellezza, “Ch’ti” ha
scioccato tutti durante la “Best Jump Session”, in cui ha chiuso 3 doppi Forward,
dei giganteschi Backloop 1 hand, e perfino uno spettacolare Wave 360!
Attenzione, questo ragazzo va veramente tenuto d’occhio!
Julien Taboulet
Un Wesh da paura in Free Session quest’anno…
“Wesh” conosce questo spot come le sue tasche, in quanto ha partecipato già
dalla prima edizione della Réunion Wave Classic. Durante questa terza edizione
però è stato piuttosto sfortunato, rompendo spesso e volentieri durante le sue
batterie. Esplosivo e radicale durante le Free Session, ma un po’ più rigido
durante le prime batterie. Si è però riscattato a bomba nella terza manche,
battendo Camille Juban facendo degli Aerial giganteschi a Etang Salé. Sempre
potente, con Bottom Turn profondi e Cut Back sempre al limite, Wesh è
veramente affezionato a queste condizioni hardcore, tanto che dopo essere
uscito due volte in una batteria dalle rocce a Ravine Blanche, le ha ironicamente
soprannominate “Wesh Point”, in quanto ci finisce puntualmente ogni volta che
rompe qualcosa! E come d’abitudine, il suo atteggiamento positivo e bravura
hanno incendiato gli spot durante le varie sessions.
70
71
Pierre Godet, “miglior local” di quest’anno.
Julien Taboulet, sempre uno dei più radicali!
Il “Wesh Point” a Ravine Blanche.
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SQUADRA #3: GODET/HARTMANN/JAMAER
Pierre Godet
Eletto “miglior local”, papi ha combattuto strenuamente!
Con il doppio ruolo di organizzatore e rider da ormai 2 anni, Pierre è riuscito a
svolgere al meglio entrambi i compiti! Il veterano, infatti, è riuscito ad
organizzare l’evento in maniera impeccabile, dimostrando ancora una volta che
è lui il miglior rider del posto. Per la seconda volta, si è ritrovato nelle sue heat
contro i due titani Juban e Wesh. Dopo aver perso una volta contro Juban nella
prima batteria, è poi riuscito a vincere nella seconda e terza heat contro i rider
locali Pichot e Bourlard. Non è però abbastanza per Pierre, che non riesce a
guadagnare i punti necessari, finendo col suo team in terza posizione.
L’importante alla fine è comunque di essere riusciti a rendere questo evento un
vero successo e di aver guadagnato anche il titolo di “miglior local”, deciso dai
suoi amici rider!
Tom Hartmann
Il “grosso” soulrider!
Questo ragazzone di 1m90/100 kg è alla sua prima partecipazione. È abituato a
surfare qui all’isola vicina di Mauritius e con le ottime condizioni di wavesailing
“down the line”. Tom è stato un po’ svantaggio nelle prime batterie con vento più
leggero a Etang Salé; poi ha anche avuto un po’ di sfortuna a Ravine Blanche
perdendo tempo dopo essersi fatto frullare. L’austriaco ha un buono stile in
surfata ed ha tentato il tutto per tutto nella batteria numero 3 con vento più forte
a Etang Salé, ma perderà poi contro Wesh e Camille Juban. Anche se non ha
guadagnato il massimo dei punti per il suo team, ha comunque fatto delle ottime
surfate, prendendosi anche un sacco di onde in testa, ricci e materiale rotto,
tutto per il suo team. Tom è rimasto davvero impressionato da questa esperienza
che anche lui definisce “hardcore”!
Leon Jamaer
Un charger sfortunato.
Poco conosciuto sulla scena internazionale in quanto non partecipa a quasi
nessuna delle tappe di coppa del mondo PWA, il giovane tedesco ventunenne ha
sorpreso tutti per il suo stile e coraggio, già dal primo giorno di gara: veloce,
potente e cattivo… elementi che rendono Leon un problema per tutti i rider delle
altre squadre contro cui però ha perso quasi sempre. Sebbene sia riuscito a fare
degli enormi Aerial a Ravine Blanche, non è riuscito a trovare il timing giusto a
Etang Salé, spero per sua sfortuna, rompendo anche più volte alberi e vele
durante le sue batterie. Leon però ha dato un’ottima dimostrazione delle sue
capacità, mostrando a tutti il suo talento nascosto durante la “Best Jump
Session”, facendo degli ottimi Forward esitati, Tweaked Pushloop e perfino
Pushloop into Forward! Durante la sera della premiazione ha detto che questa è
stata l’esperienza più bella della sua vita.
I nostri più grandi ringraziamenti agli sponsor e supporter senza i quali
questa terza edizione non si sarebbe potuta fare: Région Réunion, Ile de la
Réunion Tourisme, Ciel et Terre, Rentus, Quatro, Kit Kat, Réunion Windsurf.
RISULTATI RWC 2011Miglior team: Steven Pichot/Colin Sifferlen/Camille Juban
Miglior pro rider: Colin Sifferlen
Miglior rider locale: Pierre Godet
Miglior trick: Camille Juban
Miglior Wipe out: Camille Juban
“Best Jump session” à Ravine Blanche.A sinistra Jules Denel in un immenso Back Loop;
a destra l’ex King of the Lake Colin Sifferlenche si aggiudica la Jump Session grazie ad un
esitatissimo doppio Forward.
Sylvain Bourlard, local di Reunion alla sua primaesperienza in una competizione internazionale.
Dopo lo skipper’s meeting di giovedì sera al Shaka Surf Shop di Torbole che sanciva
l’inizio delle ostilità, i team si sono sfidati con la prima prova: il gioco delle freccette,
Dart Game 301. Dopo le batterie di qualificazione il team Funboard riesce ad
accedere alla finale contro il Windinfo Team che ci batte. Otteniamo così già nella
prima prova un utilissimo secondo posto!
Il giorno dopo ci spostiamo tutti quanti al Pier Windsurf per la Freestyle Session.
L’appuntamento è per le ore 7:00 per sfruttare il Peler previsto. Alle 8:00 tutti i team
sono in acqua a dare spettacolo. Il Team 045 entra in acqua in maschera, davvero
simpatici. Come prevedibile tutto il pubblico è per Gollito che ci delizia con le sue
spettacolari manovre davanti alla spiaggia dei Maiali e porta ovviamente il Team
Fanatic a vincere questa prova. Subito dietro di lui, Marco Vinante (Team Funboard),
che con le sue Kulo e Bob stilosissime si piazza alle spalle del World Champion. Quindi
per il nostro Team un altro secondo posto!
Il Peler dura giusto il tempo di finire i 20 minuti di Super Session e poi tutti al Pier e
pronti per un’altra prova prima dell’arrivo dell’Ora: la 2x300 metri SUP race. Questa
volta è il Team Austrian Freestyle Tour che si aggiudica i 10 punti per la vittoria.
Nel pomeriggio fa il suo ingresso una timida Ora che permette lo svolgersi di un’altra
Super Session di Freestyle, poiché il Super Star di Malcesine chiamato per la Jump
Session ci ha tirato un pacco clamoroso!!! Anche in questa seconda Super Session è
Gollito a portare il Team Fanatic saldamente in testa, il nostro team invece cede una
posizione al NeilPryde/JP Team che con Andy Laucher riesce ad aggiudicarsi questa
volta il secondo posto e noi il terzo.
Terminate le ostilità in acqua tutti i team si ritirano per prepararsi alla prova più
divertente, la Carnival Night Performance al Moby Dick, dove tutto è permesso per
impressionare i giudici! Ore 22:00 il centro di Torbole si anima e iniziano ad arrivare
i vari Team con le loro “creazioni”. Il primo a scendere sul campo è il Detonation
Team che impressiona giudici e polizia con il loro Hawaiian Style Bar mobile trainato
da un quad, seguiti a ruota dal A-Team che arriva su una Ape Car trasformata in
camion dei pompieri e che inonda il pubblico d’acqua. Saranno poi questi due team
ad aggiudicarsi meritatamente la prova. Il Team Shaka, padrone di casa, fa il suo
ingresso su una lussuosa limousine e con tanto di sigaro cubano e giacca spargono
soldi con il marchio Shaka, davvero ammirevole il loro lavoro organizzativo. Il nostro
team si traveste invece da chirurghi e fa divertire il pubblico spruzzando
direttamente in gola attraverso delle siringhe del liquido “un po’ alcolico”.
Terminata la serata tutti a riprendere le energie per il giorno dopo.
La giornata di sabato inizia con la prova del “Longest Golf Drive into the water” in
Conca d’Oro che è stata dominata dall’Austrian Freestyle Tour Team che si aggiudica
i 10 punti con un super colpo da 250 metri. Il Team Funboard non riesce nemmeno a
mandare la pallina in acqua e si aggiudica l’ultima posizione per questa disciplina!
Poco dopo fa il suo ingresso una violenta Ora, Golitto e gli altri freestyler entrano
subito in acqua e intrattengono il pubblico della Conca d’Oro. Il vento inizia però
quasi da subito a calare e diventare molto rafficato, annullata quindi nuovamente la
76
Lo stilosissimo Marco Vinante impressiona
giudici e pubblico e si piazza in seconda
posizione dietro a Gollito.
Gollito delizia il pubblico della
Conca con le sue full stretch Kono.
77
SUP race.
Longest Golf Drive into the Water.
A-Team in versione vigili del fuoco.
Nicholas Slijk in Flaka durante la
Freestyle Super Session.
Dart Game 301.
78
Jump Session si da il via allo Slalom. Partenza approssimativa in Conca, arrivo al
Ponale con virata/strambata il più vicino possibile ad una bandiera posizionata sulla
montagna (ndr: ma chi l’ha vista?!?) e ritorno in Conca. Vince Kevin Mevissen (Team
F2 Rockets), alle sue spalle mi posiziono io e Craig Gertenbach; nonostante fossi
arrivato sotto il Ponale in prima posizione con 300 metri di vantaggio sul secondo…
ma a causa della bandiera non visibile abbiamo iniziato a fare qualche virata per
risalire sopravento per cercarla fino a quando Kevin non ha deciso di tornare
indietro e tutti gli altri a inseguirlo… Comunque abbiamo ottenuto un altro prezioso
secondo posto per il nostro Team! Verso sera è di scena poi la spettacolare parata
con il materiale d’epoca. Un’emozione davvero impagabile poter planare prima con
il Sud e poi con il Nord con materiali di 20 e addirittura 30 anni fa!!! I Team Shaka,
Fanatic e 045 sono stati i migliori per lo stile della loro attrezzatura.
Giusto prima del Prize Giving delle ore 22:00 in Conca e dopo la grigliata offerta da
Shaka, abbiamo potuto ammirare proiettate sul megaschermo le foto per la
categoria Sexy Shoot. Vince il Team Shaka con una spettacolare e professionale foto
di Ronny Kiaulehn con soggetto la bellissima Greta Marchegger, e a pari merito
l’A-Team per l’idea più pazza e divertente, ma è meglio che non vi descriva il soggetto
e il tema della foto… Subito dopo ecco che Andre Paskowski annuncia la classifica
finale… e anche per quest’anno il Team Funboard non si può lamentare, peccato solo
per il Golf… Per la prossima edizione ci organizzeremo ancora meglio per togliere il
titolo al Team Fanatic che è la seconda volta consecutiva che vince!
PS: Ore 24:00 il vento da Nord non cessa di diminuire e insieme a Andre Paskowski,
Fiore, Michael Sumereder e Gollito decidiamo di darci appuntamento l’indomani
mattina alle 7:30 al Prà… ma questa è un’altra avventura e una nuova storia che vi
racconterò sul prossimo numero… stay tuned!
RISULTATI FINALI DELLA 48HRS ANALYSIS
1 • Fanatic 77 Points
2 • AUT Freestyle Tour 64 Points
3 • Funboard 59 Points
4 • F2 Rockets 56 Points
5 • Shaka 52 Points
6 • A Team 51 Points
7 • 045 Team 50 Points
8 • Detonation 49 Points
9 • NeilPryde 41 Points
10 • Windinfo 21 Points
Get ready for 2012 - The next level!
L’organizzatore Stehsegelrevue.com ringrazie gli sponsor che hanno sostenuto
l’evento: Chiemsee, Fanatic, ION, Moby Dick, NeilPryde, North Sails, Pier Windsurf,
Shaka Shop & Surf Center, Surf Hotel Pier e Troika.
La partenza della gara Slalom.
Vento da Nord e luce spettacolare per uno dei momenti
più intensi di questa edizione della 48HRS ANALYSIS.
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Dopo una prima session mattutina al Capo, ero appena uscito dall’acqua quando una
bella serie attira la mia attenzione, naturalmente il local Matteo era presente su di
essa, dopo uno dei suoi Botton radicali a vela sdraiata vedo che sale su attaccando
il picco e staccando un mega Aerial, l’atterraggio è stato imbarazzante! A prima
impressione, vedendo il tutto da lontano, mi è sembrato che esattamente durante
l’atterraggio Matteo “risdraiasse” la vela ripartendo subito in Botton continuando a
surfare, ma riguardo la sequenza, catturata naturalmente dalla grande fotografa
Adele Frola, vediamo che durante l’atterraggio perde la mano davanti e ciò fa si che
la vela gli si sdrai all’istante, penso che io in quel caso sarei “morto” partendo in un
mega Wipe Out. Matteo invece no… come se niente fosse puntando con lo sguardo il
picco successivo rimette la mano sul boma ripartendo in Botton riattaccando l’onda
dove solo lui riesce! Anche se giocavi in casa, un “Grande Matte” te lo meriti!
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HOW TO DOSe si possiede un buon controllo del Back Loop, provarlo ad una mano non è poi
tanto più difficile! La difficoltà di questa manovra varia a seconda di quanto a
lungo lasciamo la mano staccata dal boma!
Mentre sei in andatura punta una bella rampa e lasca un pochino per acquisire
più velocità possibile, appena prendi l’onda prima di staccare orza leggermente
su questa e imposta un Back Loop normale senza però staccarti dal trapezio. Vi
consiglio di usare delle cimette abbastanza lunghe (almeno 28”… io uso le 30”) in
modo tale da non essere troppo attaccati alla vela ed avere più controllo in
manovra!
Nella prima fase di decollo assicurati di avere una buona posizione che ti
permetta di controllare bene il tuo rig in manovra, a quel punto sposta la mano
posteriore un po’ verso bugna, per controllare meglio la vela e stacca la mano
anteriore dal boma.
Una volta arrivati all’apice del salto giria la testa e guarda il punto di atterraggio,
per evitare di andare in over rotation è fondamentale che in questa fase il
braccio sia in linea con la testa.
Appena inizia la fase di discesa rimetti la mano assicurandoti una buona presa
sul boma, staccati dalle cimette del trapezio, cosa che avviene quasi spontanea
quando rimettiamo la mano sul boma, e concludiamo la manovra come un Back
Loop atterrando di prua al lasco, aprendo un po’ la vela e spingendo sui talloni!
STEP BY STEPFoto 1: Cerca una bella rampa ripida che ti spari alto come in Back Loop normale
rimanendo agganciato al trapezio.
Foto 2 - 3: Iniziata la fase di “decollo” e assicurati di essere impostato bene e
agganciato al trapezio prima di mollare la mano, a quel punto puoi lanciare la
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mano anteriore facendo una piccola torsione con il corpo verso il vento per
mantenere l’assetto, controllando la rotazione con la mano posteriore!
Foto 4 - 5: Arrivato all’apice del salto devi, come nel Back Loop, girare la testa
oltre la spalla e fissare il punto d’atterraggio cercando di tenere il braccio in
asse con la testa, l’emozione che si prova in questa fase è a dir poco
indescrivibile!
Foto 6 - 7: Dopo esserti goduto a fondo questa nuova sensazione bisogna
concentrarsi sull’atterraggio, quindi rimetti la mano sul boma, staccati dal trapezio
(per rallentare ed evitare di andare in over rotation) e tieni bella salda la presa!
Foto 8 - 9: D’ora in poi nulla cambia da un Back Loop normale, fissa sempre con
lo sguardo il punto d’atterraggio controllando bene le ultime fasi di rotazione, e
ricordati di allargare la presa per avere più controllo.
Foto 10 - 11: Atterra di prua al lasco e appena impatti l’acqua apri la vela e
spingi sui talloni!
CONSIGLIEseguire il Back Loop ad una mano aumenta la velocità di rotazione della
manovra, dobbiamo quindi controllare e dosare bene la rotazione con la mano
posteriore e girare la testa all’apice del salto e non quando stacchiamo la mano,
altrimenti il rischio di over rotation è molto alto! Quando abbiamo preso
confidenza con questa manovra dobbiamo cercare di tenere la mano staccata
dal boma per più tempo ad ogni tentativo fino ad eseguire anche l’atterraggio ad
una mano sola! Questa manovra migliora tantissimo il timing del Back Loop
normale!
86
SHAKA FLAKAInnanzitutto assicurati di saper chiudere Flaka e Shaka ad occhi chiusi. Non utilizzare
una vela più grossa della 5.0 ed una tavola tanto più grossa dei 100L, in quanto hai
bisogno di potenza e proiezione per saltare nuovamente. Cerca anche di trovare una
zona d’acqua piuttosto piatta e vicino a riva, in modo da avere lo scenario ideale.
Cerca di visualizzare il trick già quando sei in spiaggia prima di entrare a provare e
concentrati sulla transizione dalla Shaka alla Flaka. OK. Vai a tutta velocità per
staccare nella Shaka. Utilizza un chop molto piccolo e cerca di staccare in lungo
piuttosto che in alto, permettendoti di aver maggiore proiezione e saltare
nuovamente. Gira la Shaka e comincia a spingere sulla prua quando hai girato poco
più di 180° della rotazione finale. Sposta il peso leggermente a prua e controlla la
rotazione della Shaka, preparandoti a staccare nuovamente, tenendo la vela piena e
pronta ad esplodere. Appena atterri, spingi nuovamente sulle ginocchia e rimbalza
per innescare la seconda rotazione della Flaka. Fai il tutto molto velocemente, senza
bisogno di saltare troppo in alto. Per rendere il trick davvero dinamico e bello da
vedere, hai bisogno di ruotare col fisico e la vela in potenza, in aria, girando la testa
sottovento per far seguire il corpo. Spingi sul braccio posteriore mentre continui a
girare tutto il corpo sottovento. Unisci le due manovre singole continuando a
spingere sulla mano posteriore e sfruttando tutta la potenza della vela per ruotare
in aria e supportare la rotazione del fisico. Così facendo, la rotazione diventa sempre
più aerea e d’impatto, fino all’inverosimile. Se fossi Gollito, faresti la seconda
rotazione quasi come una Air Flaka completa, senza nemmeno bagnarti le caviglie.
Surreale e assolutamente ad altissimo livello. Se dovessi chiudere questo trick al tuo
home spot, iscriviti alla prossima tappa di PWA!
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FLAKA PONCHSinceramente non ho mai chiuso una Flaka into Ponch ma è da un anno che
ormai sempre più gente riesce a chiudere questa combinazione.
Il trick è sicuramente uno dei più radicali e ricercati ma vedendo come Gollito
li fa, tutto sembra possibile e comprensibile.
Ancora una volta, la chiave per chiudere la manovra correttamente è la
condizione giusta che lo permetta. È importante infatti avere tavola e vela
piccola, con vento forte ed acqua piatta, rendendo il secondo stacco più facile.
Cerca di andare alla massima velocità su acqua più piatta possibile e imposta
tutto come una Flaka, cercando però di non andare troppo al lasco, altrimenti
neutralizza troppo la potenza nella vela, rendendo difficoltoso lo stacco del
Ponch.
Vai leggermente al traverso lasco prima di staccare per la Flaka. Concentrati
poi sull’atterrare e girare i primi 360 gradi a tutta velocità e quando la vela
riprende la massima potenza, stacca nuovamente per il Ponch.
Il timing è sicuramente la parte più critica e decisiva dell’intera manovra.
Stacca ed infila l’albero nel vento verso poppa, utilizzando tutto il corpo,
specialmente la testa e le spalle per impostare e completare la rotazione con
potenza.
Se segui questi consigli alla lettera, la chiuderai anche tu. Non dimenticare, è
importante chiudere sia Flaka che Ponch ad occhi chiusi e poi capire il timing
e la transizione in mezzo alla combinazione per chiudere il tutto
correttamente.
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La bellezza di un grande Aerial Off The Lip è senza tempo e va al di là delle mode.
Quindi, se proprio doveste desiderare una sola cosa nel windsurf, desiderate un
Aerial perché rappresenta il gioiello più importante della corona di un wave rider
che si rispetti. Infatti, questa è la manovra che richiede più esperienza, dedizione e
soprattutto timing a prova di bomba! Questo perchè se impattate l’onda troppo
presto non riuscirete a staccarvi dall’acqua, ma se invece impattate il lip troppo
tardi molto probabilmente vi ritroverete a esplorare il tubo dell’onda ed il fondale.
Se colpirete l’onda col giusto timing vi ritroverete proiettati in aria in un esperienza
a dir poco esilarante. Ancora una volta le condizioni ottimali sono rappresentate da
vento side-offshore, mentre è davvero difficile riuscire ad eseguire questa manovra
in condizioni più onshore. Esistono due varianti della manovra: il primo è l’Aerial
Classic (vedi sequenza fotografica 1), il secondo è l’Aerial Board Kick (vedi sequenza
fotografica 2), più difficoltoso del primo. Ora vi spiegherò meglio il Classic Aerial Off
The Lip. Per piazzare un buon Aerial la prima cosa da fare è allargare la presa delle
mani sul boma dopo il Bottom Turn (analizzato nel capitolo 1), a questo punto dovete
ritrovarvi sparati alla massima velocità sul lip dell’onda, perché avere una velocità
elevata è essenziale per la buona riuscita della manovra. Mantenetevi dunque
sempre vicini al face dell’onda a tutta velocità, poi con un buon tempismo dovete
andare a colpire il lip nel momento in cui l’onda sta per frangere, e vi ripeto ancora
una volta di farlo con la massima velocità possibile. In questo modo il lip stesso
colpirà la vostra tavola e vi proietterà in aria. Appena vi staccate dall’onda cercate
di raccogliere le gambe e di mantenere il vostro peso esattamente a metà fra il piede
anteriore e quello posteriore. Questo vi aiuterà a mantenere un buon equilibrio in
volo. AIRTIME. Mantenete le gambe raccolte ed aggrappatevi alla vela utilizzandola
come un’ala e tenendola bella cazzata sopra la testa. Nel momento dell’atterraggio
tenete lo sguardo fisso sul punto in cui andrete ad impattare l’acqua, cominciando
a distendere le gambe, che vi serviranno da ammortizzatori durante l’atterraggio ed
alleggerite il peso sulla vela. Infatti, quando la vostra tavola impatterà l’acqua con
violenza dovrete flettere le ginocchia per ammortizzare il colpo, cercando allo stesso
tempo di appoggiarvi il meno possibile sul boma, mantenendo equilibrio e
concentrazione per uscire indenni dalla schiuma. Dopo l’analisi del Classic Aerial,
parliamo della variante più complessa e difficile, l’Aerial Board Kick. Questa
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stupenda manovra è un'altra grande prova di grossa coordinazione e potenza fisica.
Anche per questo Aerial serve tanta, tanta velocità e questo perché dovete andare in
orbita con la vostra attrezzatura. Infatti, dopo l’impatto con il lip dell’onda, la
maggiore altezza rispetto al Classic Aerial vi serve per calciare in aria la tavola
adeguatamente ed avere poi il tempo e lo spazio necessari per raddrizzarla prima
dell’atterraggio. Per prima cosa nel Bottom dovete tenere il busto vicino al rig,
tagliando l’onda longitudinalmente in piena velocità ed invertendo il bordo della
vostra tavola verso l’interno dell’onda per andare ad impattare il lip della stessa.
Questo impatto, dovuto alla grande velocità, fa letteralmente esplodere l’onda come
si evince dallo spray spazzato dal vento nella sequenza fotografica. Inoltre, in questa
fase iniziale, prima di impattare il lip, il vostro sguardo andrà attraverso la finestra
della vela, verso la sezione dell’onda che si andrà a colpire, tenendo le gambe rigide
per trasmettere tutta la spinta necessaria per salire verticali sull’onda.
Dopo aver impattato l’onda e guadagnata quindi una certa altezza, raccoglietevi con
tutto il corpo e le gambe vicino all’attrezzatura. In questa posizione, già di per sé
altamente spettacolare, raccolti in aria sopra l’onda, con un gesto atletico stile kung-
fu, dovrete scalciare forte verso l’alto con il piede posteriore la vostra tavola,
mantenendo la vela nella stessa posizione. Ora il vostro sguardo deve essere rivolto
verso la base dell’onda, mantenendovi pronti a qualsiasi evenienza. È BOARD KICK!
Nella fase successiva al board kick, si inizia il recupero delle gambe raddrizzando il
busto e il rig per prepararsi all’atterraggio. Quest’ultima fase nasconde però
un’insidia dal momento che, data l’altezza, si è un po’ in ritardo e quindi si atterra
quasi sempre nel punto in cui l’onda sta chiudendosi, trasformando il board kick in
un floater obbligato in mezzo alla schiuma dell’onda già franta.
A questo punto, con la vela ben cazzata, con un po’ di sangue freddo ed una grande
determinazione è necessario completare al meglio il rientro. Tale rientro in gergo
surfistico viene chiamato “free fall”, ossia caduta libera. Bisogna rimanere ben rigidi
e mantenersi saldi all’attrezzatura perché la schiuma che ovviamente si
impadronisce della vela rende durissimo il già difficile compito di chiusura della
manovra. Lo sforzo è enorme ma alla fine, liberando la vela dalle schiume, si porta
felicemente a termine questo “aerial board kick-floater freefall”.
Have Fun! and “GO FOR IT”.
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DOVE ANDARE?… Mentre fuori piove e fa freddo, il cielo plumbeo di
febbraio aiuta la mente a vagare sui ricordi e sulla
voglia di nuove onde e nuovi popoli da visitare. Per la
tribù dei windsurfer il mondo altro non è che un
posto dove le perturbazioni si rincorrono creando le
condizioni per conoscere nuovi spot! Skype si
accende, è Gianluca, Boss della WindJeri,
contemporaneamente a Francone… la conversazione
è vaga ma subito punta all’obiettivo, dove andare per
spaccare la monotonia dell’inverno! Mentre l’Italia è
spazzata dalla neve, noi mettiamo giù il piano
“antinoia” e dopo un breve confronto nasce subito
l’idea, Franco dice: “che ne pensi del Madagascar?”.
Ecco che si mette in moto la macchina del windsurf
e subito mi viene in testa il trip che hanno fatto Fabio
Calò e Mattia Pedrani… la telefonata con Fabio è
chiarificatrice ed il Madagascar diventa la nostra
meta per maggio 2011. Per dare un po’ l’idea del
posto, il Madagascar è un territorio che milioni di
anni fa si è “staccato” dalla Pangea dando origine ad
un luogo unico con una biodiversità incredibile e
meravigliosa, ma allo stesso tempo l’isola è rimasta
molto scollegata dal progresso e dalla tecnologia
oramai normale per noi popolo della rete e della
telefonia cellulare. Quindi, la prima cosa da
assimilare è la difficoltà di comunicare dalle location
di windsurf con il continente europeo, Internet c’è
solo nelle grandi città ed anche per questo motivo si
prospetta un viaggio unico nel suo genere.
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MADAGASCARLe location ideali per la pratica del windsurf nella
parte nord dell’isola sono principalmente due e sono
vicine a Diego Suarez: una si chiama Babaomby e
l’altra Sakalava. Il viaggio per arrivare in
Madagascar è lungo e pesante: Bologna, Parigi, poi il
salto verso Antananarivo, capitale del Madagascar, e
via verso Diego Suarez. La prima parte della
permanenza in terra malgascia sarà presso il
Babaomby Eco Lodge e la seconda a Sakalava!
Per non rendere noiosa la lettura di questo report ci
soffermeremo poco sul viaggio e su Babaomby visto
che il report pubblicato da Funboard Magazine era
molto esaustivo mentre racconteremo più
approfonditamente la permanenza presso Sakalava.
BABAOMBY, UN POSTO DA SOGNOBabaomby Lodge è una bellissima invenzione di
Nicolas Martin, francese e un po’ guascone, ragazzo
simpatico e molto raffinato nelle cose che fa; al
Babaomby Lodge molti sanno già che non prendono
i cellulari e che ci si arriva, dopo 50 minuti di
navigazione a bordo di dubbie imbarcazioni di
pescatori, all’interno della baia per poi arrivare
sempre dentro il reef in un posto magico fuori dal
mondo dove tutto è organizzato con maestria a
dispetto delle poche risorse che la terra offre. Una
vacanza dove si mangia quello che il pescatore
assoldato da Nicolas prende con un fucile ad
elastico, dove la tavola per cena è sempre
perfettamente apparecchiata da uno staff attento in
grado di fornire ogni bontà che il mare possa offrire
accompagnando il tutto addirittura con
freschissimo vino francese… una meraviglia! La sera
al tramonto si accendono le lampade a petrolio
creando un’atmosfera magica e si sta tutti nella
zona living, dove si mangia allo stesso desco
discutendo della giornata windsurfistica, in barba a
tutte le convenzioni internazionali, confrontandosi
con francesi, sudafricani, americani e chi ne ha più
ne metta. Per la notte si dorme in tende “chiuse”,
data la possibilità di incontrare qualche scorpione
La laguna davanti all’Eco Lodge Babaomby nel Mer d’Emeraude, spotperfetto per il Freestyle e lunghe planate!
Il Team al completo!
non mortale ma molto doloroso. Attenzione quindi
alle scarpe e alle borse aperte.
Solitamente al mattino ci si alza all’alba e si
comincia. Il vento quando soffia è forte e costante,
mure a dritta, sulla laguna si può fare dell’ottimo
freestyle, oppure decidere di dirigersi verso lo spot
wave con onde perfette anche se un po’ lontane da
riva, con un bordo solo, in tutta sicurezza all’interno
del reef, si arriva comunque al point break. Quando
fai il bordo per uscire davanti all’isoletta, ultimo
baluardo di civiltà, si passa su di un mare che
sembra finto e si possono vedere razze enormi sotto
la tavola e una spiaggia degna delle più fervide
immaginazioni, ma il bello arriva quando viri! Qui
siamo in paradiso e davanti a voi avete onde perfette
con vento side. La condizione che abbiamo trovato
era bella ma molto “safe”: circa due metri che
srotolavano tranquilli su un reef a tavolato dove in
condizioni di bassa marea non si arriva mai sotto il
mezzo metro di acqua e con l’alta marea addirittura
in alcuni punti non si tocca! Chi fa Wave sa bene che
questa caratteristica lo rende un posto abbastanza
tranquillo. Mai dimenticare però che non siete a
Maui, qui farsi male può essere un problema e le
strutture di soccorso sono poche e molto lontane.
Quindi state tranquilli senza mai esagerare. I ragazzi
del Windjeri team saltavano come delle quaglie su
quei bomboni, Edvan con i suoi “Back” stellari e Cico
con un “Ponch” appresso all’altro, mentre Gianluca
“sfowardava” a gò gò io nel mio piccolo ho fatto il
mio e mi sono divertito veramente molto. Raimondo
non si perdeva un’onda. Quest’anno avevamo anche
un kiter a seguito per la “par condicio”, un ospite
che si è veramente divertito in questo paradiso.
Insomma come direbbe un mio amico: “Babaomby
omologato”.
SAKALAWA, LO SPOT GIUSTO PERVOLARE ALTOIl tempo scorre e quindi si torna verso la civiltà e ci
dirigiamo dopo 7 giorni verso Sakalava che si trova
un po’ più vicino alla “city”. Noi tutti ci aspettavamo
un posto un po’ meno “wild” ed infatti non ha deluso
le aspettative. Siamo arrivati la sera e ci siamo
rivolti al “ROYAL SAKALAVA” una struttura sulla
spiaggia gestita da Lucas, anche lui francese ma dai
tratti somatici asiatici, accompagnato nella gestione
dalla sua graziosissima compagna. Qui si cena con
menù alla carta, poche pietanze ma molto
succulente, a partire dai granchi reali per arrivare
alla carne di Zebu (simile ad uno gnù africano), luce
tutta la notte e spiaggia da sogno. Il nostro
rimessaggio era la spiaggia davanti alle casette
dove si lasciava tutto montato preferibilmente
all’ombra per preservare le attrezzature dal cocente
sole subequatoriale.
Lo spot si trova di fronte al lodge e ci si arriva con
un bordo solo, il vento è leggermente da mare e
permette salti spaziali e surfate solo per i più
esperti. Qui torna in ballo il Gaspero che con la vela
aperta quasi bugna avanti chiude dei Cut Back al
limite! Questo spot è favoloso per saltare e il team
WindJeri ha dato il meglio di se: Edvan ha stupito
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Edvan Sousa in Push Loop Tweacked a Sakalawa.
Freestyle session nella laguna di Babaomby.
per le altezze dei suoi Push Loop, Ray evergreen con
Back e Forward a gògò. Mentre Chico Bento, king of
capoeira, si concentrava più sul Wavefreestyle con
Shove-It e anche Crazy Peat esagerati !Io ho fatto del
mio meglio divertendomi un macello!!
Lo spot è molto facile, puoi addirittura tornare a
terra a bere o a cazzare la vela in un battibaleno e
via di nuovo, si possono fare tranquillamente due
session giornaliere e se ne avete voglia anche il
tramontino. A Sakalava c’è posto per tutti e lo spot è
ottimo anche per i photoshooting, visto che proprio
sul picco c’è un isolotto che fornisce un
particolarissimo punto di vista per i salti presi da
sottovento ad un’altezza di inquadratura di circa 10
metri, la luce è perfetta ed i colori sono spaziali.
Sakalava può essere una buona soluzione anche per
fidanzate o mogli che possono prendere il sole
mentre voi surfate! Altra cosa da segnalare è che la
vita è molto più economica che in Europa… Il
Madagascar è una terra piena di colori, odori ed
animali stupendi, gente ospitale, di grande povertà
ma ricca d’animo, e natura mozzafiato. Una terra dai
mille contrasti dove tutto sembra essere in un
ordine caotico ma naturale, in ogni caso, qualunque
sia la vostra opinione sulla vacanza ideale, questa
terra vi resterà nel cuore e vi ricorderà la grandezza
di Dio!
Frank, Ray and WindJeri Team.
TRAVELLER INFOS:• Volo: Roma/Milano/Bologna-Parigi,
Parigi-Antananarivo, Antananarivo-Diego Suarez.
• Trasporto attrezzature: per il volo Air France fino
ad Antananarivo la vostra attrezzatura di massimo
32 kg in una singola sacca vi costerà 200 euro ad
andare ed altrettanto a tornare, mentre la tratta
interna da Antananarivo fino a Diego Suarez circa 30
euro da contrattare. Il vostro bagaglio personale
deve essere di 20 kg, anche se Air France ve ne
concede 2 da 20 Kg, Air Madagascar che opera la
tratta interna, ve ne concede solo 1 da 20 Kg.
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Raimondo in Back Side a Sakalawa.
Il rimessaggio davanti casa di Sakalawa.Le eco tende di Babaomby.
• Lingua: la lingua ufficiale è il Malgascio, il francese
è molto diffuso. Pochissimi parlano inglese.
• Fuso orario: meno 2 ore rispetto all’Italia.
• Moneta: 1 euro = circa 2300 Ariary.
• Periodo migliore: da aprile a novembre. I mesi di
luglio, agosto e settembre sono i migliori con quasi
il 100% dei giorni sopra i 4 btf. Il mese di maggio
quando noi eravamo lì non è il più ventoso ma
comunque siamo usciti in mare con la 5.0 per 6
giorni su 10.
• Temperatura: sui 27 gradi! Sulla spiaggia 30 gradi.
Stessa temperatura per l’acqua!
• Onde: il periodo migliore per le onde è da luglio a
ottobre.
• Quiver: un freestyle piccolo sui 90 litri e un wave sui
77 litri. Vele dalla 4.2 alla 5.3.
• Accomodations:
BABAOMBY LODGE, www.babaomby.com. SAKALAVA,
Facebook: royalsakalava. [email protected]
• Raccomandazioni:
non tentate il trasporto di souvenir particolari tipo
camaleonti vivi o simili, vi fermeranno di sicuro,
sono molto attenti e sono severissimi.
Special thanks to: WINDJERI TEAM (il main sponsor).
MANUZZI VIAGGI di Cesena, in particolare Alida Parrino,
che ha organizzato il volo aereo. BABAOMBY LODGE ed
in particolare Nicolas Martin che ha accolto con
simpatia il WindJeri Team. ROYAL SAKALAVA ed in
particolare Lucas e Nadia, sempre attenti ad ogni
esigenza dei propri ospiti.94
Sakalawa, interminabili jump session. Raimondo in Forward.