DISTRUBI DEL COMPORTAMENTO E DELLA CONDOTTA, ADHD · Attention-Deficit Hyperactivity Disorder) ......

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14 Marzo 2013 Limbiate DISTRUBI DEL COMPORTAMENTO E DELLA CONDOTTA, ADHD U.O. di Neuropsichiatria Infanzia Adolescenza A.O. “G. Salvini“ di Garbagnate Milanese Responsabile UONPIA: NPI Dott.ssa Simonetta Oriani Dott.ssa Stefania Villa Psicologa-Psicoterapeuta Dott.ssa Maria Caterina Bellomo Psicologa Scolastica Dott.ssa Stefania Villa 14.03.2013 Limbiate

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14 Marzo 2013 Limbiate

DISTRUBI DEL COMPORTAMENTO E DELLA CONDOTTA, ADHD

U.O. di Neuropsichiatria Infanzia Adolescenza A.O. “G. Salvini“ di Garbagnate Milanese

Responsabile UONPIA: NPI Dott.ssa Simonetta Oriani Dott.ssa Stefania Villa Psicologa-Psicoterapeuta

Dott.ssa Maria Caterina Bellomo Psicologa Scolastica

Dott.ssa Stefania Villa 14.03.2013 Limbiate

ARGOMENTI TRATTATI:

CHE COS’E’ L’ADHD: QUADRO CLINICO

SINTOMI PRIMARI E SECONDARI

L‘EVOLUZIONE DEL QUADRO CLINICO

LE CAUSE

LA DIAGNOSI

I DISTURBI ASSOCIATI

INTERVENTI TERAPEUTICI

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Il Disturbo da Deficit dell’Attenzione ed Iperattività, ADHD (acronimo inglese per

Attention-Deficit Hyperactivity Disorder) è un disturbo dello sviluppo neuropsichico del

bambino che si manifesta in tutti i suoi contesti di vita, i cui sintomi cardine sono: inattenzione,

impulsività e iperattività

Disturbo ad esordio precoce (prima dei 7 anni, ma

generalmente prima dei 3-4 anni), caratterizzato da

iperattività-impulsività e/o disturbo dell’attenzione

non riferibile ad altri disturbi, presente da almeno

6 mesi, che si manifesta in diversi contesti, e

determina una significativa compromissione

funzionale.

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Quadro clinico: Iperattività

Incapacità di star fermi

Attività motoria incongrua e non (o

poco) finalizzata

Gioco rumoroso e disorganizzato

Eccessive verbalizzazioni

Sensazione soggettiva di instabilità

e tensione (sia negli adolescenti che

negli adulti)

Limitate possibilità di inibizione

motoria

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Quadro clinico: Disattenzione

Disturbo di attenzione focale e

sostenuta Distraibilità da stimoli banali Difficile esecuzione di compiti

scolastici, attività quotidiane, gioco

Difficoltà nel seguire un discorso Incapacità di autoorganizzazione Interruzione di attività iniziate Evitamento di attività che

richiedono sforzo cognitivo Ruolo parziale della motivazione

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Quadro clinico: Impulsività

Difficoltà di controllo comportamentale

Incapacità a differire la risposta

automatica ad uno stimolo (es. una

domanda)

Scarsa capacità di riflessione

Difficoltà a rispettare il proprio turno

Tendenza ad interrompere gli altri

Difficoltà nel valutare le conseguenze di

una azione

Tendenza ad esporsi a situazioni

pericolose, con possibili danni fisici

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Naturalmente tutti i bambini/adolescenti possono presentare, in

determinate situazioni, uno o più dei comportamenti descritti…

…ma nell’ADHD tali comportamenti sono…

• inadeguati rispetto allo stadio di sviluppo

• ad insorgenza precoce (prima dei 7 anni)

• pervasivi (espressi in diversi contesti quali casa,

scuola, ambiente di gioco)

• significativamente interferenti con le attività

quotidiane

DSM IV (American Psychiatric Association):

Tre forme cliniche:

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ADHD Inattentivo

ADHD Iperattivo -Impulsivo

ADHD Combinato 50-75%

20-30%

< 15%

Barkley RA. Attention-deficit/hyperactivity disorder. In: Mash EJ, Barkley RA, eds. Child Psychopathology 1996;63-112

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Rapporto sessi: M:F=6-9:1 in campioni clinici,

4:1 in campioni epidemiologici.

Femmine ADHD non diagnosticate. Prevalenza

inattentiva nelle femmine.

Gli studi epidemiologici, condotti in molti paesi del

mondo, compresa l’Italia, stimano che dal 3 al 5% della

popolazione in età scolare presenta l’ADHD.

La prevalenza delle forme particolarmente severe è stimata

intorno all’1% della popolazione in età scolare.

FREQUENZA DEL DISTURBO:

Indicazioni e strategie terapeutiche per i bambini e gli adolescenti con disturbo da deficit attentivo e iperattività. Conferenza Nazionale di Consenso. Cagliari, 6-7 Marzo 2003.

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Quadro clinico

SINTOMI PRIMARI:

- Iperattività motoria

- Impulsività

- Inattenzione

SINTOMI SECONDARI:

- Difficoltà relazionali

- Difficoltà scolastiche

- Bassa autostima

- Disturbo del comportamento

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ALTERAZIONI FUNZIONALI E LE SUE CONSEGUENZE A CASA

• A casa l’impatto dell’ADHD si ripercuote su tutta la famiglia

• I genitori pensano di non esser capaci di svolgere il loro

compito in quanto il loro figlio non rispetta le regole familiari

e non si comporta in maniera adeguata

• Fratelli e/o sorelle del bambino/adolescente con ADHD

soffrono per il comportamento dirompente e spesso vengono

trascurati dai genitori

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ALTERAZIONI FUNZIONALI

E LE SUE CONSEGUENZE

IN SITUAZIONI SOCIALI

I bambini e gli adolescenti con ADHD :

• Vengono costantemente ripresi e/o puniti per i loro

comportamenti

• Possono avere difficoltà a legare con i coetanei

• Tendono ad essere distruttivi o aggressivi

• Sono rifiutati dai compagni di gioco e dai coetanei

• Vengono così isolati e/o emarginati

• L’intera famiglia soffre a causa del disturbo del figlio

perché non più coinvolta nelle attività sociali con amici e

parenti

Quadro clinico : difficoltà scolastiche E’ proprio in un ambiente come quello della classe, dove ci si aspetta che gli

studenti prestino attenzione alle lezioni, stiano seduti al loro banco e completino

i loro compiti, in cui disattenzione, iperattività e impulsività si rendono più

evidenti pur essendo costantemente presenti durante l’intera giornata.

IL BAMBINO ADHD PRESENTA:

Rendimento inferiore alle potenzialità

Abilità cognitive che si manifestano in modo irregolare ed alterno

Disturbo attentivo

Disturbo nella memoria sequenziale

Stile cognitivo impulsivo

Deficit di controllo delle risorse cognitive

Ricadute pesanti sul piano emozionale e comportamentale

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Di conseguenza i bambini e gli adolescenti con ADHD: Non sono capaci di portare a termine i loro obiettivi accademici.

Possono essere puniti per i loro comportamenti dirompenti.

Possono avere bisogno di un insegnante di sostegno.

Non tengono il passo dei loro compagni di classe e,

Se hanno raggiunto la scuola superiore, spesso la abbandonano.

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Quadro clinico: Bassa autostima L’autostima dei bambini/adolescenti con ADHD è compromessa dal giudizio

negativo degli insegnanti, della famiglia e dei coetanei.

Gli individui con ADHD, si sentono spesso rifiutati e non amati; si vedono come

poco intelligenti e non hanno fiducia in se stessi.

Spesso la mancanza di autostima porta ad un

comportamento di autodistruzione

Le emozioni disfunzionali che vivono sono spesso di:

• Demoralizzazione

• Scarsa fiducia in sé stessi

• Solitudine

• Sentimenti abbandonici

• Inadeguatezza per rimproveri, rifiuto sociale, insuccesso

scolastico, sportivo, ecc.

• Rischio di un disturbo depressivo, ansioso, comportamentale

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Quadro clinico: Disturbo del comportamento

• Comportamento negativista e provocatorio

• Crisi di collera

• Comportamento arrabbiato o rancoroso

• Comportamento dispettoso o vendicativo

• Frequenti litigi con gli adulti

• Incapacità di rispettare le regole

• Accusare gli altri per i propri errori

• Sistematica violazione delle regole sociali

• Aggressioni a persone o animali

• Distruzione di proprietà

• Frode o furto

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ADHD in età prescolare

- Massimo grado di iperattività

- Comportamenti aggressivi

- Crisi di rabbia

- Litigiosità, provocatorietà

- Assenza di paura, condotte pericolose,

incidenti

- Disturbo del sonno

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ADHD in età scolare

- Comparsa di sintomi cognitivi

(disattenzione, impulsività)

- Difficoltà scolastiche

- Possibile riduzione della iperattività

- Evitamento di compiti prolungati

- Comportamento oppositorio-provocatorio

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ADHD in adolescenza

Possibili evoluzioni:

• 35%: superamento dei sintomi, prestazioni

scolastiche talvolta inferiori ai controlli.

• 45%: permanenza della sindrome, frequente

attenuazione della componente iperattiva,

crescente compromissione emotiva (depressivo-

ansiosa) e sociale

• 20%: permanenza della sindrome, disturbi

comportamentali di adattamento sociale

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ADHD in adolescenza

• Disturbo dell’attenzione: difficoltà scolastiche, di

organizzazione della vita quotidiana

(programmazione)

• Riduzione del comportamento iperattivo (sensazione

soggettiva di instabilità)

• Instabilità scolastica, lavorativa, relazionale

• Condotte pericolose

• Disturbi depressivo-ansiosi

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ADHD in età adulta

- Difficoltà di organizzazione nel lavoro

(strategie per il disturbo attentivo)

- Intolleranza di vita sedentaria

- Condotte rischiose

- Rischio di marginalità sociale

- Bassa autostima, tendenza all’isolamento

sociale, vulnerabilità psicopatologica

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L’ADHD è un disturbo neurobiologico, dovuto alla

disfunzione di alcune aree e di alcuni circuiti del cervello ed

allo squilibrio di alcuni neurotrasmettitori (come

noradrenalina e dopamina), responsabili del controllo di

attività cerebrali come l’attenzione e il movimento.

I CIRCUITI CEREBRALI regolano l’attenzione e l’attività,

inibiscono i pensieri ed i comportamenti inappropriati,

organizzano le azioni in modo da raggiungere uno scopo

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Orientamento visivo

Funzioni visive

Spaziale

Verbale

Giro del cingolo Attenzione esecutiva

Memoria di lavoro

Castellanos FX et al. Nature Neuroscience 2002; 3: 617-628 Pliszka SR et al. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 1996, 35 (3): 264-272

Circuiti cerebrali coinvolti

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NEURONE DOPAMINERGICO

Fessura

sinaptica

Presinapsi Postsinapsi

DA

DA DA

DA

DA

DOPA DOPA decarbossilasi

HVA

DAT

R R

DOPA DA NA

NA

NA

NA

NA

Trasportatore di

NA

R R Dopamina-b

idrossilasi

MHPG

DOPA decarbossilasi

NEURONE

NORADRENERGICO

MAO

MAO

Recettori

Acido omovanillico HVA

Trasportatore di dopamina

3-metossi-4-idrossifenilglicole MHPG

Monoaminoossidasi MAO

3,4-diidrossifenilalanina DOPA

Dopamina

Noradrenalina NA

DA

DAT

HVA

Sinapsi noradrenaliniche e dopaminiche

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ADHD

Neuroanatomica

Neurochimica Genetica

Fattori Ambientali Fattori biologici acquisiti

L’EZIOLOGIA: UN MODELLO INTEGRATO

L’ADHD è un disturbo ad eziologia multifattoriale

i fattori responsabili della sua manifestazione sono diversi:

genetici, neuro-biologici, ambientali.

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FATTORI GENETICI

STUDI FAMIGLIARI

Alta prevalenza di ADHD e di altri disturbi mentali nei parenti dei

pazienti

STUDI SULLE ADOZIONI

Maggiore prevalenza di ADHD nei genitori biologici rispetto ai genitori

adottivi

STUDI SUI GEMELLI

Concordanza dei sintomi ADHD

gemelli monozigoti> gemelli eterozigoti

Coefficienti di ereditarietà: 0,65-0,91

Genetica

Barkley R.A. – Deficit di Attenzione ed Iperattività – Le Scienze n°365, Gennaio 1999

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Neuroanatomica

Neurochimica

NEUROANATOMIA

Aree del Sistema Nervoso Centrale di dimensioni

inferiori:

Encefalo (4%): lobo frontale destro (8%)

Gangli della base (6%) Normalizzazione (18

anni)

Cervelletto (12%) Ulteriore riduzione (18 anni)

Castellanos et al 2002, JAMA, 288:1740-8

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Età (anni)

900

1000

1100

5 7 9 11 13 15 17 19 21

ml

Maschi NV Maschi con ADHD Femmine NV Femmine con ADHD

Controlli > ADHD P <0.003

Volume cerebrale totale

Castellanos et al 2002, JAMA, 288:1740-8

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Fattori biologici acquisiti

FATTORI BIOLOGICI ACQUISITI

• Esposizione intrauterina ad alcool o nicotina

• Nascita pretermine e basso peso alla nascita

• Disturbi cerebrali (encefaliti, traumi)

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Lobo frontale

Cervelletto Corteccia senso-motoria

Normale ADHD

Neurofisiologia – flusso ematico SPECT Single photon emission computed tomography = tomografia ad

emissione di fotone singolo

Kuperman et al 1990

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Stroop task negli adulti con ADHD

Neurofisiologia – PET Positron Emission Tomography – TOMOGRAFIA AD EMISSIONI DI POSITRONI

Le immagini mostrano l’attivazione di reti neuronali diverse

Bush et al. - 1999 Society of Biological Psychiatry

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Fattori Ambientali

FATTORI AMBIENTALI

I fattori ambientali MODULANO l’effetto dei fattori

biologici.

I fattori che favoriscono l’espressione sintomatica

dell’ADHD e ne aggravano il quadro clinico con la

comparsa di sintomi secondari più severi sono:

• Instabilità familiare

• Conflitto genitoriale

• Disturbi psicologici dei genitori

• Scarsa competenza dei genitori

• Rapporto negativo bambino-genitori

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La diagnosi di ADHD è di competenza del Neuropsichiatra Infantile o

di altri operatori della salute mentale dell’età evolutiva con specifiche

competenze sulla diagnosi e terapia dell’ADHD e si basa sulla raccolta

di informazioni fornite dai genitori e dagli insegnanti e

sull’osservazione e valutazione clinica del bambino da parte dello

specialista

COME SI FA LA DIAGNOSI

• IMPORTANTE: Raccogliere informazioni da diverse fonti (genitori, insegnanti, ecc.)

e relativamente a diversi contesti d’interazione

• Il disturbo solitamente si evidenzia con l’inserimento del bambino in un ambiente

strutturato che richiede l’osservanza di regole, quale quello scolastico

• Differenziare forme di diseducazione e mancanza di regole dovute a carenze affettivo-

educative riconducibili a un contesto socio-familiare povero e/o problematico

• Anamnesi: deambulazione precoce (correlazione positiva), sofferenze peri/neonatali

• Il bambino è spesso aggressivo, prepotente, con scarsa tolleranza alla frustrazione,

troppo insistente nelle richieste

• Scarso rendimento scolastico fino a comorbilità con dist. dell’apprendimento.

• Spesso presenti interazioni genitore–bambino inadeguate e negative come

conseguenza del disturbo primario.

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ASSESSMENT

NEL COLLOQUIO CON I GENITORI: cosa indagare

• Famigliarità del disturbo

• Sofferenza fetale (potrebbe far pensare ad un fattore di rischio)

• Traumi fisici accidentali frequenti

• Sviluppo motorio precoce

• Ci sono spesso disturbi del sonno e pregresso disturbo della regolazione (ipersensibile,

attivo-aggressivo, disorganizzato sul piano motorio/sensoriale/attentivo).

• Chiedere ai genitori di chiarire bene quali sono i comportamenti tipici del bambino

(sta seduto a tavola, pensa prima di agire, mette tutto sottosopra, aggressività, passa da

una attività all’altra, da un pensiero all’alto, perde gli oggetti, non sembra ascoltare,

facilmente distratto da stimoli esterni, parla sempre).

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STRUMENTI PSICODIAGNOSTICI PRESSO NS. UONPIA

CENTRO DI RIFERIMENNTO LOMBARDO ADHD

• Scala di sviluppo/deterioramento intellettivo

La scale di intelligenza WISC-R, può dare spunti interessanti per una possibile diagnosi: i sub-test che

maggiormente risentono di difficoltà attentive sono il cifrario, il ragionamento aritmetico e la memoria

di cifre (chiamati triade dell’attenzione).

• Interviste e questionari Sono interviste somministrate a coloro che conoscono il bambino e seguono il

suo comportamento quotidianamente; si richiede di rispondere a domande su scala likert.

- SDAI (scala per l’individuazione di comportamenti di disattenzione e iperattività rivolta a insegnanti–

1994-) e SDAG (scala diretta ai genitori per l’individuazione di comportamenti di disattenzione e

iperattività rivolta ai genitori- 1995-) di Cornoldi e al

- SCALA CONNERS PER I GENITORI (Conners’ Parent Rating Scale-Revised –L), SCALA

CONNERS PER INSEGNANTI (Conners’ Teachers Rating Scale-Revised –L), SCALA CONNERS

PER ADOLESCENTI di autosomministrazione (da 12 anni) Le scale Conners individuano sia i sintomi

primari di attenzione e iperattività/impulsività, sia i sintomi secondari e comorbilità quali oppositività, ansia/timidezza, sintomi

psicosomatici, perfezionismo e problemi sociali. Forniscono inoltre indici ADHD e valori del DSM IV per i sottotipi ADHD.

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Valutazione funzioni esecutive:

ANT (Amsterdam Neuropsychological Tasks) somministrazione del test

computerizzato per la valutazione neuropsicologica delle funzioni attentive e

esecutive divise in 9 prove in età scolare e 7 in età prescolare (valutate in termini di

velocità/tempi di reazione e accuratezza/omissioni e falsi allarmi:

1) Velocità di processamento d’informazioni semplici

2) Decodifica dello stimolo

3) Attenzione divisa nella componente di analisi percettiva

4) Memoria di lavoro

5) Attenzione focalizzata

6) Attenzione prolungata

7) Programmazione della risposta: flessibilità attentiva e controllo inibitorio

8) Coordinazione oculo-manuale

9) Programmazione del movimento manuale

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Valutazione neurofisologica

Valutazione neurofisiologica attraverso lo studio dell’analisi computerizzata

dell’elettoencefalogramma (QEEG) che permette, secondo diversi autori, una

migliore diagnosi e quindi un migliore approccio terapeutico

Per eventuali comorbilità:

- Per sospetto Disturbo Specifico dell’Apprendimento: prove sulle capacità di

lettura, scrittura e calcolo

- Per valutare sfera emotiva: Blacky-pictures, TAT, Favole della Duss, Disegno

(libero, figura umana, famiglia, emozioni, albero, famiglia animale, ecc.), Gioco

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COMORBILITA’

I bambini e gli adolescenti con ADHD possono

manifestare anche

altri disturbi psicologici e psichiatrici in contemporanea

(comorbilità).

NELL’80% DEI CASI L’ADHD SI ASSOCIA AD

ALTRI DISTURBI

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0% 0%

2%

(N=2)

6%

(N=6)2%

(N=2)

2%

(N=2)

42%

(N=42)

8%

(N=9)4%

(N=4)

64%

(N=68)

25%

(N=27)

37%

(N=39)

55%

(N=59)

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

Anxiety

Depressio

n

Conduct Dis

ODD

Tourette's

Tics

Coord Probs

Learning Dis

Bipolar Dis

Psychosis

OCD

Asthma

Epilepsy

64% Disturbo Oppositivo Provocatorio (ODD); 55% Ansia; 42% Disturbi

dell’apprendimento (DA); 37% Depressione; 25% Disturbo della Condotta (CD)

Dell'Agnello G. et al. per l'ADORE Study Group. Poster presentato al X Congresso Nazionale della Società Italiana di Psicopatologia (SOPSI), Roma 22-26 Febbraio 2005

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MOLTO FREQUENTI I DISTURBI

DEL COMPORTAMENTO e DELLE EMOZIONI:

Disturbo Oppositivo Provocatorio (64%):

modalità ricorrente che persiste per almeno 6 mesi di comportamento negativistico,

provocatorio, disobbediente ed ostile nei confronti delle figure dotate di autorità.

Disturbo della Condotta (25%):

modalità di comportamento ripetitiva e persistente (per almeno 6 mesi), in cui i diritti

fondamentali degli altri o le principali norme o regole societarie appropriate per l’età

vengono violati.

Ansia (55%) e Depressione (37%)

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FREQUENTI (FINO AL 40%): tipi diversi di ritardo del

neurosviluppo

• Ritardo nel linguaggio

• Difficoltà di coordinazione motoria

• Competenze di scrittura e lettura sotto l’età cronologica definiti

Disturbi Specifici dell’Apprendimento

distribuzione percentuale dei DSA nei

soggetti con ADHD

lettura

ortografia

grafismo

matematica

Lettura 23%

Ortografia 26%

Grafismo 60%

Matematica 28%

EFFETTO ADITTIVO

ADHD+DSA= DIFFICOLTA’

PIU’ IMPORTANTI

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La natura complessa dell‘ADHD richiede un intervento precoce, competente e

qualificato che preveda una attenta valutazione diagnostica, un progetto terapeutico

efficace e periodiche rivalutazioni nel tempo.

“Ogni intervento va adattato alle

caratteristiche del soggetto in base all’età, alla

gravità dei sintomi, ai disturbi secondari, alle

risorse cognitive, alla sua situazione familiare

e sociale”

Linee guida SINPIA; ADHD: diagnosi e terapie farmacologiche.

Approvazione CD: 24 Giugno 2002

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INTERVENTO MULTIMODALE

NELL’ADHD

L'intervento multimodale implica

l’integrazione di diverse tecniche e di diverse

figure, professionali e non, che possono essere

chiamate a rispondere a quel disagio specifico.

L‘intervanto multimodale consiste nella combinazione di

diversi interventi e quindi integra il lavoro con il

bambino con gli interventi volti a modificare i contesti

di vita significativi per il bambino stesso (casa e scuola).

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Perché un approccio multimodale:

1. Elevata incidenza del disturbo

3. Probabilità di prognosi infausta

2. Compresenza di numerosi altri disturbi

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OBIETTIVO PRINCIPALE

degli interventi terapeutici è quello di migliorare il funzionamento

globale del bambino/adolescente.

1. Migliorare le relazioni interpersonali con genitori, fratelli,

insegnanti e coetanei.

2. Diminuire i comportamenti dirompenti ed inadeguati.

3. Migliorare le capacità di apprendimento scolastico (quantità di

nozioni, accuratezza e completezza delle nozioni apprese,

efficienza delle metodiche di studio).

4. Aumentare le autonomie e l’autostima.

5. Migliorare l’accettabiltà sociale del disturbo e la qualità della vita

dei bambini/adolescenti affetti.

BAMBINO

FAMIGLIA

SCUOLA

CHILD-TRAINING

FARMACOTERAPIA

PSICOEDUCAZIONE

PARENT-TRAINING

PSICOEDUCAZIONE

L'INTERVENTO MULTIMODALE IN NPIA

TEACHER-TRAINING

PSICOEDUCAZIONE

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INTERVENTI SUL BAMBINO

• Problem solving: riconoscere il problema, generare

soluzioni alternative, pianificare la procedura per

risolvere il problema, ecc.

• Autoistruzioni verbali al fine di acquisire un dialogo

interno che guidi alla soluzione delle situazioni

problematiche.

• Stress inoculation training: indurre il

bambino/adolescente ad auto-osservare le proprie

esperienze e le proprie emozioni, soprattutto in

coincidenza di eventi stressanti e, successivamente,

aiutarlo ad esprimere una serie di risposte alternative

adeguate al contesto. L’acquisizione di queste risposte

alternative dovrà sostituire gli atteggiamenti impulsivi e

aggressivi.

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INTERVENTI SULLA FAMIGLIA

Perché proporre un programma di Parent training:

• il lavoro con il bambino, a volte non è sufficiente per produrre

l’apprendimento di adeguati comportamenti a casa e a scuola;

• la famiglia è una risorsa importante per favorire i comportamenti positivi

del bambino, soprattutto nell’età prescolare;

• l’istinto materno e paterno, ovvero la disponibilità dei genitori ad

affrontare le problematiche sollevate dal figlio con ADHD, non sono

sufficienti a modificare i comportamenti iperattivi e/o la disattenzione;

• la frequente presenza di relazioni disfunzionali dei membri della famiglia

con il bambino ne aggravano il suo profilo psicologico.

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Per Parent Training si intende un’ attività di

formazione di gruppo diretta da conduttori esperti

e rivolta ai genitori di bambini con particolari

difficoltà, al fine di sviluppare maggiore

consapevolezza e competenza nella risoluzione di

problematiche inerenti la gestione e l’educazione

dei figli.

Incontri periodici semi-strutturati con i genitori:

- fornire informazioni sull'ADHD

- aiutare a comprendere i comportamenti e i bisogni del bambino

- promuovere un atteggiamento costruttivo e riflessivo

- proporre l'applicazione di strategie comportamentali per

ampliare il bagaglio delle tecniche educative

- favorire la condivisione e il confronto PRESSO LA UONPIA DI RHO E’ ATTIVO IL SERVIZO DI PARENT TRAINING

SECONDO IL MEDOTO COGNITIVO-COMPORTAMENTALE DI BARKLEY

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INTERVENTI SULLA SCUOLA: TEACHER TRAINING

1. Consulenza agli insegnati per fornire informazioni scientifiche e cliniche sulla natura del disturbo

2. Proposta di strategie educative e comportamentali finalizzate a modificare l’ambiente fisico e sociale del bambino al fine di migliorarne il comportamento ed il benessere psicologico

3. Formazione tra pari: referente ADHD per ciascun Istituto

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