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SOMMARIO LA LETTERA DI INFORMAZIONE DELLA RETE EUROPEA DELLE ASSOCIAZIONI DI LOTTA CONTRO LA POVERTÀ E L’ESCLUSIONE SOCIALE Q uesto primo numero di Notizie dalla rete del 2004, pren- dendo spunto dalle conclusioni della conferenza con- giunta EAPN-EUROCITIES e dalla Assemblea generale annuale della nostra rete svoltasi a Lille, approfondisce l’analisi delle azioni locali di lotta contro la povertà e l’esclusione sociale. Ora che le decisioni politiche ed economiche vengono prese sempre più a livello planetario, sono proprio gli attori e le azioni sul territorio che essi real- izzano che possono creare le condizioni per una reale partecipazione di coloro che quotidianamente affrontano la dura realtà della povertà e del- l’esclusione sociale. E’ a livello locale, come del resto dimostrano gli articoli contenuti in questo numero della nostra pubblicazione, che vengono identi- ficati i nuovi bisogni, che vengono sviluppati strumenti e metodi innovativi, che vengono costruiti partenariati effettivi e, più importante, che vengono messe in essere quei meccanismi di partecipazione che danno voce a col- oro che vivono in povertà dando vigore ai processi di cambiamento sociale. Ed è principalmente a livello locale che dobbiamo impegnarci contro la delusione, l’alienazione e l’apatia politica. La fase di consultazione che ha preceduto la redazione dei secondi Piani nazionali per l’inclusione sociale ha ulteriormente evidenziato che la mobilitazione di tutti gli attori locali durante questo processo, così come l’elaborazione di Piani d’azione locali, sono tappe importanti per tutti gli Stati dell’Unione europea per raggiungere gli obiettivi di Lisbona. La sfida per coloro che credono nella solidarietà sociale è di riuscire a collegare l’esperienza e i risultati cui pervengono le azioni locali alle politiche regionali e a quelle nazionali, così come alla pianificazione della strategia europea e, anche, a livello planetario, là dove si prendono le decisioni. EAPN può dare un utile contributo al raggiungi- mento di questi obiettivi. M. Marinakou Presidente EAPN Le strategie locali "Pensare globalmente, agire localmente!" .......................... 2 Alcune piste da seguire .................. 2 Le quattro tappe dell’azione locale ....3 Anversa, città solidale...................... 4 MRIE: un esempio di partenariato locale ............................................ 4 Repubblica Ceca: progetti locali per disabili .................................... 5 L’iniziativa URBAN .......................... 5 Intervista: "Più attenzione al contesto rurale" .......................... 6 Il progetto LOCIN+: iniziative locali sul Web ................................ 6 Notizie dalla Francia La riforma del reddito minimo .......... 7 EAPN Francia: agire localmente e influenzare le politiche nazionali .. 7 Quale politiche di lotta contro la povertà ? .................................... 8 dalla rete N r 104 I GEN.-FEB. I 2004 Editoriale Mobilitare tutti gli attori a livello locale Notizie DOSSIER AZIONI LOCALI I NOSTRI MIGLIORI AUGURI PER UN FELICE 2004 A TUTTI I NOSTRI LETTORI ! D’Alessandro - sede: Via dei Mille 6 - 00185 Roma - tel. 06 491 340. Autorizzazione del Tribunale di Roma del 2/09/2002 n. 508/02. Spedizione in abbonamento posta- le comma 20 lettera c) Legge 23/12/96 art. 2 n. 662 - filiale di Roma.

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EAPN I Nr103 I 20031

SOMMARIO

LA LETTERA DI INFORMAZIONE DELLA RETE EUROPEA DELLE ASSOCIAZIONI DI LOTTA CONTRO LA POVERTÀ E L’ESCLUSIONE SOCIALE

Q uesto primo numero di Notizie dalla rete del 2004, pren-

dendo spunto dalle conclusioni della conferenza con-

giunta EAPN-EUROCITIES e dalla Assemblea generale

annuale della nostra rete svoltasi a Lille, approfondisce

l’analisi delle azioni locali di lotta contro la povertà e l’esclusione sociale.

Ora che le decisioni politiche ed economiche vengono prese sempre più a

livello planetario, sono proprio gli attori e le azioni sul territorio che essi real-

izzano che possono creare le condizioni per una reale partecipazione di

coloro che quotidianamente affrontano la dura realtà della povertà e del-

l’esclusione sociale. E’ a livello locale, come del resto dimostrano gli articoli

contenuti in questo numero della nostra pubblicazione, che vengono identi-

ficati i nuovi bisogni, che vengono sviluppati strumenti e metodi innovativi,

che vengono costruiti partenariati effettivi e, più importante, che vengono

messe in essere quei meccanismi di partecipazione che danno voce a col-

oro che vivono in povertà dando vigore ai processi di cambiamento sociale.

Ed è principalmente a livello locale che dobbiamo impegnarci contro la

delusione, l’alienazione e l’apatia politica. La fase di consultazione che ha

preceduto la redazione dei secondi Piani nazionali per l’inclusione sociale

ha ulteriormente evidenziato che la mobilitazione di tutti gli attori locali

durante questo processo, così come l’elaborazione di Piani d’azione locali,

sono tappe importanti per tutti gli Stati dell’Unione europea per raggiungere

gli obiettivi di Lisbona. La sfida per coloro che credono nella solidarietà

sociale è di riuscire a collegare l’esperienza e i risultati cui pervengono le

azioni locali alle politiche regionali e a quelle nazionali, così come alla

pianificazione della strategia europea e, anche, a livello planetario, là dove

si prendono le decisioni. EAPN può dare un utile contributo al raggiungi-

mento di questi obiettivi.

M. MarinakouPresidente EAPN

Le strategie locali

■ "Pensare globalmente,agire localmente!" .......................... 2

■ Alcune piste da seguire .................. 2■ Le quattro tappe dell’azione locale ....3■ Anversa, città solidale...................... 4■ MRIE: un esempio di partenariato

locale ............................................ 4■ Repubblica Ceca: progetti locali

per disabili .................................... 5■ L’iniziativa URBAN .......................... 5■ Intervista: "Più attenzione

al contesto rurale" .......................... 6■ Il progetto LOCIN+: iniziative

locali sul Web ................................ 6

Notizie dalla Francia

■ La riforma del reddito minimo .......... 7■ EAPN Francia: agire localmente

e influenzare le politiche nazionali .. 7■ Quale politiche di lotta contro

la povertà ?.................................... 8

dalla reteNr104 I GEN.-FEB. I 2004

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le Mobilitare tutti gli attori a livello locale

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Questo slogan, lanciato dalle Nazioni Unite durante le

sue conferenze per lo sviluppo sostenibile, può facilmen-

te essere applicato alla lotta contro la povertà e l’esclu-

sione in Europa….

ensare globalmente, agire localmenteci suggerisce che i problemi planetaripossono essere risolti efficacemente

solo partendo dal livello locale. Questa feliceespressione, ormai così famosa, trae la sua orig-ine da una conferenza sull’ambiente delle NazioniUnite del 1972 che puntava a rendere le personeconsapevoli che un ambiente migliore comin-cia….a casa. Il risalto dato alle azioni locali per ilmiglioramento dell’ambiente servì anche per met-tere in evidenza l’importanzadelle differenze geografiche, cul-turali e climatiche.

Al centro del lavoro svolto daEAPN durante tutto il 2003 c’èproprio questo concetto che,come si vede, può essere facil-mente trasferito alla lotta controla povertà nel mondo e, di con-seguenza, nell’Unione europea. Di questi temi abbi-amo discusso a fondo sia durante una conferenzaorganizzata all’inizio dell’anno scorso con EUROC-ITIES (1) sia durante la nostra 14ma Assembleagenerale a Lille del 19 - 23 novembre (2).

L’analisi condotta sui primi due cicli di Pianid’azione nazionali di lotta contro l’esclusione hamesso in evidenza che per assicurare il successodella Strategia europea per l’inclusione è indis-pensabile che i poteri pubblici locali, in concer-tazione con gli altri attori, tra cui le ONG, svilup-pino o rafforzino Piani di azione locali sull’inclu-sione sociale.

Le sfide della decentramento Appare chiaro che non esistono strutture di gover-no " migliori " di altre per elaborare e realizzarele politiche di lotta contro la povertà e l’esclusione:se da una parte, i sistemi di governo decentratipossono incontrare difficoltà ad ottenere l’avallo eil sostegno di tutti ad una strategia nazionale, dal-l’altra, i sistemi centralizzati si scontrano con unaserie di difficoltà nell’elaborare strategie locali di

lotta contro la povertà. E’ quindi essenziale che gliaccordi istituzionali tra i diversi livelli di governo(nazionale, regionale e locale) stabiliscano i ruolie le responsabilità di ciascuna delle parti in causanel coordinamento delle strategie nazionali elocali per l’inclusione sociale. Accordi che devonoaltresì stabilire i meccanismi di finanziamento e divalutazione di queste strategie.

In ogni caso, il decentramento deve servire a raf-forzare e non a indebolire i sistemi di protezionesociale così come le politiche dei governi nazion-ali devono garantire sistemi di protezione socialeforti, che concretizzino i diritti economici, sociali eculturali per tutti e assicurino l’accesso di tutti aservizi sociali di qualità e a un reddito adeguato…

Questo tema è stato affrontato anche dai rappre-sentati politici francesi presenti all’apertura dei

lavori dell’Assemblea generaledi Lille. Dominique Versini,Segretario di Stato per la lottacontro la precarietà e l’esclu-sione, ha evidenziato come ildecentramento, in Francia, s’in-scriva dentro un quadro costi-tuzionale che stabilendo leresponsabilità delle istanzelocali e regionali, assegna allo

Stato il ruolo di garante dell’uguaglianza di tuttidavanti alla legge. Dominique Versini ha portatol’esempio del Reddito minimo di attività (RMA) (3),la cui gestione sarà affidata ai Dipartimenti: "L’RMA si basa sul principio della responsabilità,che ricade sui suoi beneficiari e consente, attra-verso una maggiore vicinanza con i cittadini, diavviare la necessaria riforma dello Stato. A partiredal 2006, il governo elaborerà, ogni tre anni eper ciascun Dipartimento, un rapporto su comesono state gestite le competenze che verranno viavia trasferite".

Patrick Kanner, Vice-presidente del Dipartimentodel Nord, ha affermato che: " Anche se possiamoconcordare con l’obiettivo di sviluppare l’attivitàeconomica e il lavoro per i titolari del reddito min-imo di inserimento, l’RMA pone diversi interroga-tivi perché va contro la legge francese sul diritto allavoro ". L’oratore ha poi aggiunto, citandoMartine Aubry, sindaco di Lille, che: " La grandez-za di una società si misura con quello che fa per ipiù deboli…..".

2EAPN I Nr104 I 2004 2

Pensare globalmente, agire localmente

Qualche pista da seguire

Riconoscendo e rispettandoappieno la specificità e le com-petenze specifiche di ciascunlivello nella lotta contro lapovertà e l’esclusione sociale,EAPN si rivolge alle comunitàlocali e ai suoi rappresentanti-politici di:

■ Sviluppare o rafforzare, in concertazione

con le altre parti interessate (quali le

ONG), Piani locali e / o regionali per l’in-

clusione sociale;

■ Concretizzare a livello locale il quarto obi-

ettivo della Strategia europea per l’inclu-

sione, che mira a mobilitare l’insieme

degli attori, comprese le ONG. Ciò potrà

avvenire attraverso l’elaborazione, la real-

izzazione e la valutazione congiunta delle

politiche locali di lotta contro la povertà e

l’esclusione sociale;

■ Coinvolgere le persone che vivono in

povertà e le organizzazioni che lavorano

con loro o che le rappresentano nell’elab-

orazione, la realizzazione e la valutazione

delle azioni locali in loro favore;

■ Dedicare tempo e risorse per favorire il

coinvolgimento dei decisori politici locali

nelle strategie nazionali ed europee per

l’inclusione sociale.

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Il decentramentodeve servire a

rafforzare e non aindebolire i sistemi

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Il diritto alla partecipazioneNelle azioni locali è essenziale assicurarsi che tuttigli attori, compresi i diretti interessati, siano coin-volti nel processo politico decisionale e per questo,EAPN richiede con forza – come esplicitato nelladichiarazione finale sottoscritta dai partecipantiall’Assemblea generale di Lille - che la parteci-pazione diventi un diritto e che il ruolo delle associ-azioni sia riconosciuto attraverso accordi prestabiliti.

Tuttavia, il riconoscimento formale di questo dirittonon ne garantirà automaticamente l’accesso senon verranno messi in essere principi chiari,finanziamenti certi e tutta una serie di misure,quali l’avvicinamento delle istituzioni agli utenti omigliori sistemi di comunicazione tra queste ultimee le fasce più deboli della popolazione. In questocontesto, Dominique Versini ha giustamente riba-dito che: " Sono le istituzioni che devono rispon-dere ai bisogni degli utenti e non viceversa! ".

Ma, non sempre la volontà politica resiste allaprova dei fatti… Nel suo discorso a Lille, Jean-Pierre Bultez, presidente di EAPN Francia, haespresso l’opinione, condivisa da molte associ-azioni, che la consultazione, così come concepitaoggi, è un’operazione " al ribasso " anche là dovequesta collaborazione è prevista : " C’è ancoramolta strada da fare per far evolvere i meccanis-mi istituzionali la cui pesantezza, troppo spesso,rende difficile l’elaborazione di nuove strategiecollettive ".

Tante risposte diversificateSeguendo l’approccio ambientalista, che prendein considerazione le caratteristiche locali, anche lalotta contro la povertà e l’esclusione socialedovrebbe porre più attenzione ai fattori scatenan-ti e alla varietà dei vissuti. Le particolari caratteris-tiche dei contesti rurali (e in particolare, i proble-mi relativi all’agricoltura e alla pesca) necessitanodi risposte diverse da quelle proprie ai contestiurbani o ai quartieri in crisi e, a maggior ragione,si dovrà rispondere in modo nuovo ai problemidei paesi che presto entreranno a far partedell’Unione europea.

Le chiavi del successoMolte misure innovative sono quotidianamenterealizzate proprio grazie ai tanti programmi,progetti e iniziative a carattere locale. Misure chepossono interessare un intera comunità o gruppidi popolazione o che puntano all’inserimento

lavorativa, alsostegno sociale oal miglioramentodel contesto ambi-entale.

La conferenza di EAPN e di EUROCITIES ha iden-tificato alcuni punti fermi per il successo di taliiniziative :

■ Il primo è di " agire là dove vivono le persone "con tutto ciò che questo comporta, come adesempio, partire dalla cultura del paese di orig-ine o rendere partecipi le organizzazioni localio capire le priorità e le preoccupazioni degliabitanti. E’ importante assicurare la parteci-pazione, fin dall’inizio, di coloro che vivono inpovertà e che sono socialmente escluse e delleorganizzazioni di base che lavorano a strettocontatto con queste persone, formalizzando lemodalità per garantire il diritto di espressione.

■ Le iniziative che registrano risultati positivi sonoquelle che godono di un ampio sostegno politi-co e di risorse finanziarie adeguate. Le ammin-istrazioni locali sono sovente i capo fila diqueste iniziative, distribuiscono i fondi e sonoresponsabili del coordinamento con il livelloregionale e di governo.

■ E’ importante investire nel lavoro di rete.Riuscire a mettere a disposizione di tutti lediverse esperienze e competenze delle ammin-istrazioni locali e delle ONG, unito alla valoriz-zazione delle competenze e dei saperi nascostidi coloro che vivono in povertà o sono social-mente esclusi può dar vita a sinergie significa-tive.

■ Infine, è importante che i risultati di questeiniziative diventino patrimonio comune, facen-done elementi essenziali delle strategie per l’in-clusione a più ampio respiro, siano esse citta-dine o nazionali, affinché esse entrino a farparte a pieno titolo delle politiche nazionali.

V. Forest

(1) "La stratégie européenne pour l’inclusion sociale: en faire une réus-site au niveau local", Atene, 28 febbraio – 1 marzo 2003. Il rapporto(inglese e francese) sul sito di EAPN: www.eapn.org(2) Vedere la dichiarazione finale "Le azioni locali di lotta contro lapovertà e l’esclusione" sul sito del cilap eapn Italia:www.romacivica.net/cilap(3) Vedere alle pagine 7 e 8 di questo numero

EAPN I Nr104 I 20043

Le quattro fasi dell’azionesociale

Nel discorso tenuto in occasionedell’Assemblea generale di EAPN a Lille,Patrick Kanner, Vice-presidente del ConsiglioGenerale del Dipartimento del Nord (Francia),ha spiegato che, nel suo Dipartimento, la ris-posta ai bisogni dei cittadini passa attraversoquattro fasi distinte: 1. L’analisi dei bisogni sociali, ovvero la com-prensione dei problemi sociali perché, haaffermato Kanner: " Non si può fare se primanon si capisce quel che succede sul territorio".2. Definire le priorità e avviare il dibattito sullerisorse a disposizione perché, ha aggiuntol’oratore: " Bisogna far capire alla popolazio-ne, anche a coloro con i problemi più gravi,che non è possibile fare tutto, tutto in unavolta ".3. Il partenariato. Per assicurarsi che le sceltefatte siano corrette, il Dipartimento lavora congli altri attori presenti sul territorio, in partico-lare con i Comuni, le associazioni di quartieree le associazioni. 4. La realizzazione. Le politiche sono trasferi-te sul territorio e le politiche decentrate per-mettono di dare una risposta il più vicino pos-sibile ai bisogni delle persone.

Liegi (Belgio). Centro pubblico di assis-tenza sociale, Unità per i senza fissadimora – Foto di Christophe Smets

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In questa città portuale, dove l’opulenza si affianca alla

miseria, le associazioni si sono organizzate affinché le

persone in povertà possano dire la loro sulla qualità del-

l’amministrazione locale.

rrivando al numero civico 54 diStuivenbergstraat ci imbattiamo in "Casa Aperta " (Open huis), un luogo

di solidarietà nel cuore di un quartiere perifericodi Anversa, dove il commercio è quasi tutto di sec-onda mano. Delle ripide scale ci conducono inuna grande sala dove ci aspettano gli animatoridel Centro sociale protestante. Wim De Weerd, ilcoordinatore dell’associazione, ci dice che : "Quici troviamo in una casa aperta perché coloro chelo desiderano possono, bevendo un caffè, parlaredei loro problemi, scambiarsi idee anche politicheo, semplicemente, incontrarsi".

L’attività caritatevole è fatta soprattutto di dis-tribuzione di viveri, ma l’associazione sa bene chel’essere umano non di solo pane vive … "CasaAperta" è impegnata in una vasta gamme di attiv-ità che vanno dal sostegno individuale alla prati-ca sportiva passando per l’accesso alla cultura eall’apertura verso il mondo esterno per consentirealle persone in povertà di ritrovare la loro dignitàe, come sottolinea Wim: "Per provare a loro stes-si di non essere inutili". L’associazione si impegnaper attività sportive e culturali di qualità viste comestrumento utile a spezzare l’isolamento delle per-sone attraverso la partecipazione a progetti comu-ni, quali, per esempio, una rappresentazioneteatrale basata sulla loro vita.

Scambio di esperienze e sostegno reciprocoA pochi chilometri di distanza, nell’anticoquartiere popolare dove l’Università si è trasferita20 anni incrociamo una folla di studenti. Ma, iltrasferimento dell’Università ha provocato un’im-pennata del prezzo degli affitti e lo sfratto permolti degli abitanti originari. E’ proprio in questoquartiere che l’associazione "CentrumKauwenberg" assiste quelle famiglie (specialmentedonne e bambini) che sono rimaste nel quartiereo che vi si sono trasferite in seguito. Un lavoro perpiccoli gruppi consente alle donne di parlarsi e diaiutarsi a vicenda mentre una serie di visite a

domicilio permettono un sostegno più personaliz-zato. Le attività culturali e sportive o quelle orga-nizzate per particolari festività, rafforzano i lega-mi della comunità, specialmente quelli intergener-azionali. L’associazione è anche in contatto con lescuole del quartiere per discutere di questionifinanziarie e pedagogiche.

Una Piattaforma associativa"Casa Aperta" e l’associazione "CentrumKauwenberg" sono membri della Piattaforma diAnversa per la lotta contro la povertà che, nata nel1997, raggruppa cinque associazioni per l’eman-cipazione delle persone in situazione di povertà.Sostenuta finanziariamente dalla città attraversouno specifico programma del governo fiammingo,la Piattaforma è in stretto contatto con le autoritàlocali e facilita il dialogo tra queste ultime e i grup-pi più svantaggiati della città sulle questioni che leriguardano da vicino : alloggio, istruzione, lavoro,sostegno sociale, vita culturale e sportiva e cosìvia. Il dialogo prevede sei tappe distinte: ■ Scelta della problematica da trattare■ Scambio di esperienze■ Identificazione degli ostacoli da superare■ Avvio della discussione con i rappresentanti dei

servizi competenti■ Definizione e presentazione di raccoman-

dazioni■ Avvio della discussione con i rappresentanti

politici.

Un dialogo con la cittàQuesta modalità di attuazione consente il coinvol-gimento delle autorità durante tutto il processo enon solo nella sua parte conclusiva. La definizionedelle raccomandazioni prende il via dall’esperien-za diretta delle persone che, attraverso questoprocedimento, migliorano le loro competenze eritrovano la loro dignità perché sono finalmentetrattate con il giusto rispetto.

Un’agenzia cittadina per la lotta contro la povertàassicura il coordinamento tra i diversi servizi efunge da collegamento tra questi servizi e il modoassociativo. L’agenzia organizza le riunioni tra idiversi partner, diffonde le proposte delle associ-azioni e cerca di spingere i servizi ad ascoltare lavoce dei più svantaggiati.

V. Forest

2EAPN I Nr104 I 2004 4

Anversa, città solidale

A

MRIE: un esempio di partena-riato locale

Dal 1992, la Mission Régionale d’Informationsur l’Exclusion (MRIE ) è punto di incontro dicoloro che nella regione francese Rhône-Alpeslavorano per l’inclusione e contro la povertà.La Mission mette intorno ad un tavolo i ricer-catori e gli statistici, gli attori e le istituzioniimpegnati nella lotta contro le esclusioni e,infine, coloro che sono maggiormente coin-volti, ovvero, le fasce più svantaggiate dellapopolazione. Finanziata dallo Stato, dalla Regione e dalDipartimento di Rhône-Alpes, la MRIE svolgequattro compiti:

■ Osservazione e studio, in particolare pub-

blicando un dossier annuale;

■ Studio e sviluppo della riflessione partendo

dai rapporti elaborati dai gruppi di lavoro

(ultimi temi affrontati: agire con i più svan-

taggiati, le attività di utilità sociale, l’ac-

cesso ai diritti e la vita quotidiana, l’in-

fanzia e la prevenzione dell’esclusione);

■ Sensibilizzazione dei decisori e degli

attori;

■ Comunicazione, con l’utilizzo di diversi

strumenti, animazione e diffusione delle

tematiche relative alla povertà e all’esclu-

sione attraverso una serie di incontri a liv-

ello locale.

L’MRIE è un partenariato tra pari dove la vocedei politici, degli esperti, degli attori e degliutenti ha lo stesso peso e dove ciascuno può,volendo, esprimersi a titolo strettamente per-sonale.

Per maggiori informazioni: www.mrie.org

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Il Primo maggio 2004, la Repubblica ceca, insieme ad altri

nove paesi, entrerà a far parte dell’Unione europea. In

questo numero presentiamo due progetti locali finanziati

da Phare, il programma dell’UE di pre-adesione.

na delle eredità più negative delcomunismo è l’assenza di conoscenzeda parte della popolazione in materiadi inclusione e integrazione sociale.

Coloro che soffrivano di disabilità fisiche o mentalivenivano esclusi o messi al bando e rinchiuse inistituzioni totali gestite dallo Stato, senza contatticon l’esterno.

Alcune di queste istituzioni (per gli anziani, per imalati psichici e fisici) sono ancor oggi in funzionee le ONG sono le sole ad offrire un’alternativa aiservizi sociali pubblici.

Grazie al programma europeo Phare, la nostraFondazione, ha appoggiato la nascita di strutturemodello e di progetti pilota, due dei quali descriv-iamo qui di seguito. Da parte nostra, ci auguri-amo che nascano altri progetti di questo tipo e cheessi possano, in futuro, essere finanziati e nelquadro dell’utilizzo dei Fondi Strutturali.

Supporto individuale e assistenza professionaleSpolu (Insieme), una ONG di Olomouc, inMoravia centrale, ha organizzato uno stage for-mativo di un anno grazie al quale 16 giovani dis-abili potranno accedere a un lavoro retribuito.Questi giovani, privi di qualifiche professionali incondizioni " normali " non avrebbero mai trovatoun lavoro ma Spolu è riuscita a trovare impresedisponibili ad assumerli (vedere foto): banche,grandi magazzini, stazioni ferroviarie, bib-lioteche, asili nido e così via. I ragazzi hannoavuto il supporto di assistenti sociali che li hannoaiutati ad affrontare le difficoltà quotidiane e lihanno accompagnati durante tutto il periodo diinserimento al lavoro. Dopo il primo anno di attiv-ità, Spolu ha ratificato cinque contratti di lavoromentre gli altri ragazzi continuano la formazione.

Questa esperienza ci dimostra che è più facileinserire un disabile nel mercato del lavoro attra-verso la pratica piuttosto che all’interno di istituti "chiusi " o di asili. Lavorare insieme fa cadere le

barriere e facilita l’integrazione sociale.

Comunità terapeutica in un contesto ruraleLa Comunità, situata in un’antica azienda agrico-la di un paese al sud della Boemia, è gestita, dalmaggio del 2003, da CAPZ, Associazione cecaper la salute mentale ed è la sola Comunità diquesto tipo in tutto il paese. Il metodo seguito sibasa su un’esperienza olandese. Gli undici gio-vani che oggi vivono all’interno della Comunitàinsieme a quattro terapeuti, avevano difficoltàenormi a trovare un impiego sia se vivevano anco-ra in famiglia o se erano rinchiusi in una isti-tuzione psichiatrica. Oggi, hanno raggiuntobuone qualifiche professionali come cuochi oaddetti in cucina o come falegnami, lavori chepermettono loro, insieme ai loro compagni e aiterapeuti, di valutare giornalmente il loro lavoro ele loro emozioni. Il soggiorno è limitato a dueanni, dopo di che CAPZ li aiuterà a trovare lavorofuori dalla Comunità.

Stabilire questa Comunità in un contesto rurale,dove di solito si è più " conservatori ", si è rivela-ta una decisione dalle conseguenze imprevedibili.Sia quel che sia, la popolazione locale, anchesenza avere mai avuto contatti diretti con personecon malattie mentali, ha velocemente assuntoun’attitudine più che positiva. Alcuni sono arrivatia offrire un lavoro part time agli ospiti dellaComunità, pagato regolarmente o con un contrib-uto in natura. Da parte loro, gli ospiti dellaComunità hanno organizzato un concerto per ipaesani che hanno decisamente apprezzato ques-ta novità.

David Stulík

Fondazione per lo sviluppo della società civile (NROS), Praga

EAPN I Nr104 I 20045

Repubblica Ceca : i progetti locali per disabili URBAN: RAFFORZAMENTODELLE CAPACITÀ IN UN CONTES-TO URBANO

L’iniziativa URBAN è uno strumentodell’UE per la promozione e la rinasci-ta di zone e quartieri urbani in crisi. Laseconda tranche di URBAN (2000-2006) prevede la realizzazione di 70progetti, su tutto il territorio dell’UE,per un totale di circa 2,2 milioni abi-tanti. Dal 2001 al 2006, L’Unioneeuropea investirà per URBAN più di728 milioni di euro del Fondo europeodi sviluppo regionale (FESR). I princi-pali obiettivi di URBAN sono il raffor-zamento delle competenze locali, ilmiglioramento dei meccanismi per lapartecipazione dei gruppi esclusi, ilradicamento delle imprese sociali, lacaduta degli ostacoli all’occupazione eil miglioramento della qualità dell’am-biente.

Una caratteristica di URBAN è l’esis-tenza di partenariati locali estesi.Nella maggioranza dei casi le autoritàlocali dialogano con i gruppi presentisul territorio e lavorano in partenariatocon le autorità nazionali, le regioni econ la Commissione europea.Segnaliamo altresì che esiste una retedei programmi URBAN (URBACT) il cuiscopo è lo scambio di informazioni edi esperienze nel campo dello svilupposostenibile di tutto il territorio dell’UE.

Una delle lezioni di questo programmae che il rafforzamento delle competen-ze locali non può avvenire senza unsupporto esterno. Purtroppo, il futurodi questa iniziativa (dopo il 2006)resta incerto…

Per maggiori informazioni, consultare: http://www.europa.eu.int/comm/regional_policy/urban2/index_fr.htme www.urbact.org

U

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osa è la Mutualité Sociale Agricole?L’MSA è l’organismo per la pro-tezione sociale della popolazioneagricola in Francia, ovvero di circa

4,5 milioni di persone. I nostri 18 000 impiegatiassicurano la gestione delle prestazioni e realiz-zano un largo ventaglio di azioni sociali individu-ali e collettive. Quest’ultime non si rivolgono soloagli agricoltori ma spesso sono indirizzate allapopolazione rurale nel suo insieme.

Quali sono oggi le sfide sociali da affrontare nelcontesto agricolo ?Tanto per iniziare, bisogna cambiare punto divista. Si crede, a torto, che il contesto rurale siaprotetto dalla povertà grazie a forme tradizionalidi solidarietà: la conoscenza reciproca e l’auto-produzione. Il settore pubblico della ricerca siconcentra sui quartieri in difficoltà e le difficoltàdel mondo rurale sono poco conosciute e assentidall’agenda politica. Il Piano francese di azionenazionale per l’inclusione, come del resto la mag-gior parte dei PAN inclusione degli altri paesieuropei, non ne fa alcun cenno. E’ dunque indis-pensabile conoscere meglio le particolarità e iproblemi di questo settore per poterli trasmettereai politici.

E’ inoltre urgente ripensare alla gestione del terri-torio rurale con un occhio più attento ai servizi,non solo a quelli essenziali ma anche a anche aquelli sanitari, di aiuto agli anziani, di accompa-gnamento e inserimento dei giovani….

Infine, bisogna poter contare sulla vicinanzaanche fisica esistente tra gli attori del contestorurale e la loro grande capacità di mobilitazioneper sviluppare strumenti partecipativi. La parteci-pazione degli abitanti, unica in grado di garantireil successo dei progetti, dovrebbe essere sviluppa-ta tanto quanto avviene nel contesto urbano.

Come l’MSA integra la dimensione europea nellasua azione ?Siamo impegnati in diversi progetti europei. Peresempio, all’interno del programma " Pace Avenir", abbiamo animato una riflessione e la redazionedi una guida sull’organizzazione territoriale coor-dinata della lotta contro l’esclusione nel contestorurale, con partner portoghesi, tedeschi e irlan-desi. Il sito www.pace-rural.org presenta questoprogetto.

Per il progetto Equal/Inseco (Inserimento durevoleeconomico e sociale nell’agricoltura) e per quello" Les chemins de l'insertion ", abbiamo lavoratocon l’Austria, i Paesi Bassi, la Finlandia el’Ungheria sull’inserimento in settori chiave, per losviluppo delle competenze degli utenti per far loroassumere il ruolo di protagonisti e per il coordina-mento dei diversi attori. Poi, nel quadro del prog-etto Cit'Emploi (Citoyenneté et emploi) sull’inseri-mento in contesti rurali, collaboriamo con l'Italia ela Spagna.

Cosa vi aspettate dall’Unione europea ? L'Unione europea deve dimostrare la volontàpolitica comune di agire contro l’esclusione cheperò non raggiungerà i suoi scopi se non darà ilgiusto peso all’inclusione nei contesti rurali. I Pianid’azione regionali sull’inclusione dovrebberogarantire questa presa in carico visto che tutte leregioni, almeno in parte, hanno zone rurali. Il liv-ello regionale permette anche un buon coordina-mento delle politiche sociale, coordinamento tantopiù necessario in un contesto di decentramentodove lo Stato " perde la mano ".

Cosa vi aspettate da EAPN ?L’azione delle associazioni si concentra troppospesso sul contesto urbano. EAPN deve consider-are la povertà rurale non limitando i suoi parte-nariati alle sole ONG, ma avvicinandosi ancheagli organismi di protezione sociale. Oggi si vaverso un rafforzamento delle solidarietà diprossimità, e questo può mettere in forse i mecca-nismi di solidarietà nazionale. Il rischio è che il liv-ello locale non dia la stessa attenzione delle Statoalla coesione sociale e non riesca a risponderealle sfide della globalizzazione. E’ per questo chequegli attori che sono maggiormente convinti delprincipio di coesione sociale devono allearsi traloro.

Intervista di Claire Champeix

2EAPN I Nr104 I 2004 6

Più attenzione al contesto ruraleIntervista con Bruno Lachesnaie, della Mutualité Sociale Agricole française (MSA).

IL PROGETTO LOCIN+:INIZIATIVE LOCALI SULWEB!EAPN è titolare del progetto " Ricerca e scam-bio di iniziative locali di lotta contro l’esclusio-ne sociale attraverso una piattaforma Internet- LOCIN+ ", finanziato dalla DG Ricerca dellaCommissione europea.

COCIN+ svilupperà ulteriormente e aggiorneràla banca dati già esistente - LOCIN – attivatadalla Commissione nel 1996. LOCIN+ si occu-pa anche di valutare iniziative locali e studi diricerca attraverso un partenariato tra differentiattori. In terzo luogo, il sito Web costituirà unlegame tra gli attori coinvolti nel mondo dellaricerca, le ONG e le autorità pubbliche, percreare un sistema informativo adatto a tutti ilivelli: locale, regionale, nazionale ed europeo.

Quali sono le tappe della realizzazione del pro-getto?

■ Analisi delle iniziative già presenti nella

banca dati;

■ Identificazione di nuove iniziative locali

(del mondo associativo, dei sindacati, delle

imprese, delle collettività locali);

■ Aggiornamento delle informazioni sulle

politiche nazionali;

■ Preparazione di una bibliografia degli studi,

le ricerche e le statistiche esistenti;

■ Collegamento Internet con altri siti utili.

Sette i paesi che partecipano al progetto:Austria, Belgio, Finlandia, Germania, Italia,Portogallo e Regno Unito. Il coordinamento ègestito da EAPN e ogni paese partner si è dota-to di un gruppo di lavoro gestito dalla retenazionale corrispondente di EAPN.

Potete consultare la banca dati esistente all’in-dirizzo: http://locin.jrc.it

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EAPN IN FRANCIAAGIRE LOCALMENTE E INFLUEN-ZARE LE POLITICHE NAZIONALI

EAPN Francia è composta da una trentina di retilocali che, a livello cittadino o di Dipartimento,mettono in sinergia le azioni delle differentiassociazioni locali che lavorano sull’inclusione.

A livello nazionale, il collettivo ALERTE raccoglieda dieci anni quaranta ONG che lavorano insie-me per cercare di influenzare le scelte governa-tive. Questa azione di coordinamento nazionaleè stata determinante sia per l’approvazionedella legge del 1998 sulla lotta contro le esclu-sioni sia nel 1999 per l’approvazione dellacopertura sanitaria universale e della legge suldiritto alla casa.

Questi successi rischiano però di essere effimeriperché :

■ Le leggi e i regolamenti decidono l’azione

amministrativa, ma la loro applicazione

piena e completa sul terreno, per incidere

efficacemente nella qualità della vita delle

persone che vivono in condizioni di esclu-

sione, necessita di un’attenzione perma-

nente delle strutture territoriali, così come la

partecipazione regolare degli attori pubblici.

■ I cambiamenti di governo possono portare a

rimettere in causa i risultati raggiunti con

tanta fatica: le nuove politiche di "workfare"

e l’RMA, la mancanza di impegni obbligatori

da parte dei comuni in materia di alloggio, di

discriminazione, di accesso alle cure sani-

tarie, sono oggi nell’occhio del ciclone e

richiedono una attenzione costante.

MM. HilaireMembro francese del Comitato esecutivo di EAPN

l reddito minimodi inserimento(RMI) è entrato in

vigore in Francia grazie auna legge del 1998 che garantisce un redditominimo a tutti coloro che hanno compiuto i 25anni di età e risiedono regolarmente in Francia. Ilreddito ammonta attualmente di 411 euro al meseper persona sola e aumenta se il titolare ha per-sone a carico. Tutti coloro che dispongono dirisorse inferiori a questa somma hanno il diritto aun complemento di risorse per poter arrivare alminimo stabilito. Il titolare dell’RMI firma un con-tratto di inserimento che prevede l’attuazione dimisure atte a favorirne l’inserimento sociale e/oprofessionale.

L’RMI ha segnato un grande passo avanti e hagarantito ai più deboli risorse per 15 anni. Ma,l’inserimento delle persone che beneficianodell'RMI è, alla prova dei fatti, molto difficile e soloun beneficiario su due riesce a rispettare i terminidel contratto di inserimento. Per migliorare questasituazione, il governo francese ha fatto votare dalParlamento una legge che delega la gestionedell’RMI ai Dipartimenti (strutture intermediarie tracomuni e regioni) e crea un " reddito minimo diattività " (RMA). Le associazioni sono scettiche suimiglioramenti da attendersi e vedono al contrarionon pochi rischi.

Il governo, che vuole mettere tutti i beneficiaridell’RMI al lavoro, aveva introdotto nel progetto dilegge una definizione del contratto di inserimentocon caratteristiche quasi esclusivamente di carat-tere professionale così che una persona povera,incapace di esercitare una qualsiasi attività lavo-rativa o impossibilitato a seguire una formazione,rischiava di rimanere senza reddito.Fortunatamente, dopo che le associazioni hannodenunciato con forza questa deriva verso il "Workfare ", il Parlamento ha rettificato il tiro: ilcontratto d’inserimento potrà certamente orientareverso l’impiego o la formazione, ma potrà ancheprevedere in modo prioritario misure di inseri-mento sociale (alloggio, accesso alle cure….).

Malgrado i tentativi delle associazioni di farcambiare questo punto della legge, tutti i poteri inmateria di RMI passano ai Presidenti dei Consigligenerali dei Dipartimenti, senza contrappesi ocontrolli. E, peggio ancora, il Parlamento hadeciso contro il dispositivo di legge che dal 1998obbligava i Dipartimenti a devolvere una certasomma del proprio bilancio generale (anche min-ima) all’inserimento sociale dei beneficiari di RMI:una clausola applicata in modo difforme dai variDipartimenti ma che almeno aveva il merito diesserci. D’ora in avanti i Dipartimenti potrannodecidere di spendere tutto il loro bilancio per lestrade e nulla per i poveri!

La gestione dell’RMI, secondo il governo, nondoveva coinvolgere le associazioni ma, dietropressione di queste ultime, il Parlamento ha riaf-fermato questo ruolo. Ultima lacuna della legge: loStato non si è dato strumenti per valutare il fun-zionamento dell’RMI decentrato e le associazioninon hanno ottenuto, come richiesto, la nascita diuna commissione nazionale di valutazione.

La riforma dell’RMI si accompagna alla creazionedell’RMA: il reddito minimo di attività. Attraversoquesto nuovo meccanismo, i beneficiari dell’RMIpossono essere assunti da un’impresa o da unaassociazione, a mezzo tempo o più, per un mas-simo di 18 mesi, ricevendo uno stipendio legger-mente superiore all’RMI. Si ritrova qui il desideriodel governo di " mettere gli Rmisti al lavoro ": ilDipartimento versa l’RMI al datore di lavoro chepaga il restante: a conti fatti, questo metodo diassunzione costa molto poco. Le associazionidenunciano questo dispositivo perché si tratta dicontratti di lavoro sotto il minimo salariale: le per-sone non avranno lo statuto di lavoratori salariatie soprattutto beneficeranno di una protezionesociale ridotta sia per i sussidi di disoccupazioneche per i versamenti a fini pensionistici così che chiavrà lavorato per un anno con questo tipo di con-tratto avrà corrisposto un solo trimestre di lavorovalevole per la pensione! Si offre dunque una pro-tezione a tre quarti. Altrimenti detto, dal momentoche questo dispositivo è destinato alle persone incondizioni di vita precarie, si aumenta la loro pre-carietà dando loro una protezione sociale debolis-sima!

EAPN I Nr104 I 20047

La riforma del reddito minimo

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Di Bruno Grouès, Consigliere tecnico di UNIOPSS, Vice-presidente di EAPN Francia

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Questo è, agli occhi delle associazioni, inaccetta-bile. Inoltre, la legge non definisce né le modalitàdi accompagnamento né quelle per la for-mazione. Inoltre, non sono previsti controlli sericontro gli abusi da parte dei datori di lavoro chepossono preferire assumere a basso costo i bene-ficiari di RMA piuttosto che lavoratori pagati sec-ondo le tabelle salariali. Siamo in presenza digravi rischi che potranno far aumentare la rabbiadi coloro che hanno a disposizione poche risorse,

cosa che serve solo ad aumentare gli estremismi. Si può quindi temere che questa riforma dell’RMI,che avrebbe potuto essere occasione per un suomiglioramento, diventi di fatto un passo indietrodelle politiche sociali. Il 15 dicembre scorso leassociazioni del collettivo ALERTE hanno incontra-to il primo ministro e hanno espresso tutto il lorodisaccordo sul testo di legge. Ma, purtroppo, ildado è tratto, dato che la legge è stata votatadefinitivamente dal Parlamento il 10 dicembre.

Con il sostegno dellaCommissione Europea

8EAPN I Nr104 I 2004

Vis i ta i l s i to WWW.eapn.org

Nr104Gennaio-Febbraio 2004

Pubblicatoin Francese, Inglese, Italiano, Spagnolo

e Tedesco

Direttore ResponsabileF. Farrell

Responsabile della PubblicazioneV. Forest

Rue du Congrès 37-41 (6th floor)B-1000 Brussels

tel. 32 2 230 44 55fax 32 2 230 97 33

E-mail: [email protected]: http://www.eapn.org

Con il contributo diP. BrandelleroC. ChampeixC. NolmansC. Fonseca

Bureau de dépôt1600 Sint Pieters Leeuw 1

EAPN lavora per una societàdove ognuno possa dichiararsi

cittadino a pieno titolo.

Quale politica di lotta contro la povertà?La politica francese di lotta alla povertà si basa su tregrandi leggi:

1. La legge del 1988 che ha creato il reddito min-imo di inserimento (si veda articolo precedente)

2. La legge del 1988 " Legge d’orientamento rel-ativa alla lotta contro le esclusioni " cheprevede misure sostanziali di contrasto allapovertà anche se i punti principali sono con-tenuti nei principi enumerati nel primo articolo:" La lotta contro le esclusioni è un imperativonazionale fondato sul rispetto dell’uguale dig-nità di tutti gli esseri umani ed è una priorità perl’insieme delle politiche pubbliche dellaNazione. La presente legge tende a garantiresu tutto il territorio l’accesso effettivo a tutti aidiritti fondamentali nei campi dell’impiego, del-l’alloggio, della protezione della salute, dellagiustizia, dell’istruzione, della formazione,della cultura, della protezione della famiglia edell’infanzia". Questa legge, fortemente volutadalle associazioni, è la bussola che deveguidare tutti i governi nel gestire questa mate-ria.

3. Infine, la legge del 1999 e ha esteso la coper-tura sanitaria a tutti i cittadini, che garantisce lagratuità delle cure sanitarie a chi dispone dipoco reddito o risorse (6798 euro l’anno peruna persona sola). Cinque milioni di personeBeneficiano di questa legge.

Tutte queste leggi compongono un insieme dieccellenza, ma non sono sufficienti. La legge del1988 è anche mal applicata e, soprattutto, nongode di sufficienti risorse finanziarie per garantirea tutti, in modo soddisfacente, l'accessoall'impiego e all’alloggio (mancano 1 milione dialloggi sociali) e in Francia, a tutt’oggi, si contanoancora quattro milioni di poveri, ovvero il 6% dellapopolazione. Come già avanti, il sistema francese, fino ad orapreponderantemente basato sui poteri di unoStato centralizzato, sarà a breve profondamentemodificato con il decentramento ai Dipartimentidella politica sociale e di quella per l’inserimento.I poveri saranno presi in considerazione daglieletti locali come lo sono stati dallo Stato?

Bruno Grouès

CILAP EAPN ITALIAVia dei Mille 6 - 00185 Roma

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