BergamoUp N° 9 giugno 2010

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9 mensile bergamasco PUBBLIZETA MENSILE DI ECONOMIA, COSTUME E SOCIETÀ - ANNO 2 - N°9 - GIUGNO 2010 WWW.BERGAMOUP.IT SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N°46) ART. 1 COMMA 1. DCB BRESCIA € 2,00 STORIA DI COPERTINA: Niniva Restaurant e Lounge Bar - Almè A BERGAMO: Intervista in esclusiva a Mauro Marin CASA UP: Loft con giardino A PASSEGGIO PER LA CITTÀ: I Borghi LA CITTA’: Almè APPUNTAMENTI CON L’ARTE: 11 giugno Lazzaretto - Bergamo Simona Atzori in Kaos 25 giugno - Piazzetta Bergamo Jazz: i migliori giovani talenti dal 10 giugno al 9 luglio Teatro Sociale - Bergamo Festival di Danza Contemporanea EVENT: Centro Porsche Bergamo; 20° Caffè del Viale di Dalmine; Fotografare L’energia; Inaugurazione de’ “Amo la Prugna”; Mario Dondero;

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Mensile di economia, costume e società

Transcript of BergamoUp N° 9 giugno 2010

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STORIA DI COPERTINA:

Niniva Restaurant e Lounge Bar - AlmèA BERGAMO:

Intervista in esclusiva a Mauro MarinCASA UP:

Loft con giardinoA PASSEGGIO PER LA CITTà:

I BorghiLA CITTA’:

AlmèAPPUNTAMENTI CON L’ARTE:

11 giugno Lazzaretto - Bergamo

Simona Atzori in Kaos

25 giugno - Piazzetta Bergamo

Jazz: i migliori giovani talenti

dal 10 giugno al 9 luglio Teatro Sociale - Bergamo

Festival di Danza Contemporanea

EVENT:

Centro Porsche Bergamo;

20° Caffè del Viale di Dalmine;

Fotografare L’energia;

Inaugurazione de’ “Amo la Prugna”;

Mario Dondero;

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Mauro MarinIntervista esclusiva per Bergamo Up

Mauro MarinIntervista esclusiva per Bergamo Up

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BERGAMO2009giugno

www.bergamoup.it

“Molti pensano che avere talento sia una

fortuna; a nessuno viene in mente che la fortuna possa essere questione

di talento.”

Jacinto Benavente y Martinez

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Già un anno…

L’11 giugno la nostra rivista compie un anno. Durante questi mesi BergamoUp si è distinta per il

suo contributo alla valorizzazione delle diverse realtà locali, cercando sempre di dare il meglio.

E vogliamo continuare a farlo. Così, consapevoli che ogni processo evolutivo richiede una rottu-

ra degli schemi ormai consolidati, dopo un’attenta valutazione, abbiamo deciso di introdurre i

codici QR (p. 4). Tuttavia, poiché un’invenzione per potersi considerare fonte di progresso deve

permettere uno sviluppo e poiché siamo intimamente convinti che le differenze siano ricchezza

- ma non solo nella natura, anche nel pensiero - in questo 2010 dichiarato dalle Nazioni Unite

l’anno della biodiversità abbiamo deciso di utilizzare questa versione evoluta del codice a barre

oltre che per diffondere messaggi pubblicitari, anche per approfondire i nostri contenuti, per

dare delle “chicche” e collegare la carta stampata alla fonte d’informazione più democratica che

esista: Internet.

Insomma, lo avrete capito, siamo fervidi sostenitori dello sviluppo, ma non a tutti i costi. Ecco

perché, dopo aver introdotto pagine non patinate nel centro della nostra rivista, in questo nume-

ro per noi molto speciale diamo voce a chi da anni lavora per uno sviluppo sostenibile. Infatti,

questo mese potrete scoprire, o riscoprire, il ruolo fondamentale dei tetti verdi, delle costruzioni

autosufficienti e dell’industria ecocompatibile, e troverete preziose riflessioni sul tema nel nostro

ultimo Salottino Virtuale.

Ma siccome si può essere seri senza essere seriosi, non perdetevi la nostra intervista in esclusiva

al vincitore del Grande Fratello, Mauro Marin, e lo speciale Coppa del mondo 2010 perché, per

riprendere parole di Nelson Mandela, “Lo sport ha il potere di ispirare e unire la gente”, oserei

dire “come i nostri Alpini” a cui dedichiamo alcune nostre pagine.

Maryline JM-W

Caporedattrice

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Da questo mese BergamoUp ha deciso di cavalcare l’onda del codice QR per offrire ai suoi lettori

contenuti supplementari e ai suoi inserzionisti la possibilità di andare oltre le parole.

Quindi vediamo insieme cos’è il codice QR:

Questo quadratino puntinato è una vera e propria rivoluzione della comunicazione su supporto

cartaceo e non solo. Versione evoluta del codice a barre, permette di visionare video, pagine web

e messaggi di testo. Ideato dalla Denso-Wave in Giappone, ormai ha invaso le facciate dei grat-

tacieli, le etichette dei prodotti, i messaggi pubblicitari e le magliette di tutta Tokyo e non solo.

Il codice QR (Quick response: risposta rapida) si sta infatti diffondendo a gran velocità in tutta

Europa. Italia compresa. Ibm per esempio ha disseminato di mattonelle bianche con codici QR

pali, cestini, e altri possibili supporti in prossimità dei monumenti di Venezia, permettendo così ai

turisti di sapere dove si trovano e che monumento stanno ammirando con un semplice clic.

Come funziona:

Se il vostro telefonino non ha un lettore QR di serie, non importa! Basta un semplice telefono con

fotocamera che supporti java e poco più di 1 minuto e tre clic:

1.mandate un sms al +447797882325 scrivendo : i-nigma.

2.In pochi secondi vi arriverà un sms. Lanciate il download (dovrebbe riconoscere automatica-

mente il vostro cellulare altrimenti, scegliete a secondo del tipo di cellulare che avete, iPhone,

BlackBerry, o altro)

3.Finita l’istallazione, cliccate sull’icona del programma i-nigma.

4.Inquadrate questo codice:

E cliccate! Avrete così scoperto il contenuto del vostro primo QR!

Il servizio è completamente gratuito, pagate solo l’sms iniziale e l’eventuale navigazione internet

se il QR è un link ad un sito.

Codice QR

di Maryline JM-W

BergamoUp sempre più multimediale

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Tetti verdi78

Niniva Restaurant e Lounge Bar10

Intervista a Mauro Marin14

TECNODOMO home & yachting18

Casa Up24

Federico Pedersoli30

Antica Locanda Crotti32

Punto di Vista36

Medicina Estetica42

BergamoUp Model44

Incontri sportivi: Giacomo Ferrari50

Migrazioni - sviluppo sostenibile54

A passeggio per la città: I borghi58

Bel Pais: Almè62

39° Soap Box Rally66

Tecnologia: iPad76

Sommario

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Contaminazioni Contemporanee80

Uno psi per amico84

Andiamo per monti86

Scelte illuminate: Leroy Merlin90

Mondiali di calcio 201092

Stars in the city: Gianni Canova100

Obiettivo 2019104

Controcorrente108

Moda: Must have p/e 2010110

Dans les coulisses...112

Salottino Virtuale116

Parola all’Industria118

Parola al Risparmio120

Parola al Solare121

Parola al Nucleare122

La Governante Tilde124

Fotografare L’energia150

Amo la prugna152

Mario Dondero154

Volti di Alpini Bergamaschi156

Un tavolo per due128

Arte131

Vito Signorile136

Cesvi teatro Donizetti138

Un coro, mille voci140

Patrucco incontra Brassens142

Appuntamenti Giugno - Luglio144

Centro Porsche Bergamo146

20° Caffè del Viale148

faceberghem160

Oroscopo: Gemelli158

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Editore Pubblizeta DI EMANUELE ZARCONEVIA BRUNO BUOZZI, 5/A - 25125 BRESCIA [email protected]

Direttore Generale

Michele [email protected]

Direttore Responsabile

Luca [email protected]

Caporedattrice

Maryline [email protected]

Redazione

Raffaella RavasiAmministrazione

Claudia [email protected]

Art

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Impaginazione

Alessandro Di [email protected]

Pubbliche Relazioni

Enzo CutrìLuca FacoettiProgetto Grafico Originale

Raineri DesignSegreteria

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Webwww.bergamoup.it

Stampa

Tipolitografia Pagani S.R.L.Fotografi

Matteo MottariSimone MontanariLaura Marinoni

BERGAMOUP, PERIODICO MENSILE DI INFORMAZIONELOCALE ISCRIZIONE PRESSO IL TRIBUNALE DI BERGAMO N° 16/2009 DEL 18 MAGGIO 2009.

CONCESSIONARIA PUBBLICITÀ E ABBONAMENTI: T: 035 23 66 61 - F: 035 23 66 61www.bmadv.it

REDAZIONE:[email protected] BERGAMO, VIA CASALINO, 5H

BERGAMOUP MAGAZINE TESTI E IMMAGINI DELLA PRESENTE PUB-BLICAZIONE NON POSSONO ESSERE RIPRODOTTI SENZA AUTORIZ-ZAZIONE FIRMATA DA PUBBLIZETA PRODUCTION

Hanno collaborato:Glenda Manzi, Nicola Catania, Sara Gusmini, Mario Tintori, Joseph Procino, Valentina Fradegrada, Roberto Sacchi, Vip International S.r.l., Prime s.r.l.

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In un open space di ben 330 metri ai quali si

uniscono gli 80 del dehors durante la bella

stagione, Fabio Vanini e la moglie Manuela,

accolgono i loro clienti a tre anni dall’aper-

tura del loro locale. Aperto 365 giorni l’anno

dalle 5.30 alle 2.00 del mattino, il Niniva è un

appuntamento fisso per Almè e non solo: co-

lazione, pranzo, pomeriggio e serata. «Il mio

collaudatissimo, professionale e affidabile

staff è composto da 18 dipendenti, una pic-

cola azienda, - racconta Fabio -, ci alterniamo

in due turni per garantire un servizio puntuale

ai nostri clienti nell’arco dell’intera giornata».

Colazione a partire dalle 5.30 di mattina con

Niniva

ottime brioches fresche di pasticceria, 180 al

dì durante la settimana e 500 nel fine setti-

mana, torte caserecce, - lo staff comprende

due cuochi -, e un ottimo cappuccino, «si dice

sia il più buono della zona: giusta tempera-

tura e perfetto equilibrio fra schiuma, caffè

e latte». Alle 11.00 al Niniva si organizza il

pranzo di mezzogiorno: menù a prezzo fisso,

piatti speciali e da giugno, menù speciale con

grigliate di pesce, pasta fatta in casa, fiorenti-

na, costate e… sarà una sorpresa! Alle 15.00,

concluso il pranzo, nuova trasformazione del

locale fino alle 18.00 in una sala da the: 36

tipi di cioccolate, 48 profumi di the, brioches,

di Raffaella Ravasi - Ph. Simone Montanari

Restaurant e Lounge Bar a Almè

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frolle e gelato artigianale. Assaggiamo la cre-

ma Niniva con frutta secca e canditi: fresca

e delicata. Alle 18.00 ha inizio l’Happy Hour

fino alle 21.30: nuovo cambio di look al Niniva

con un abbondante buffet e con al banco uno

dei migliori giovani barman sul mercato che

ci prepara il Niniva Fresch: kiwi, succo di limo-

ne, Absolut Citron e Lichy. Raffredda la coppa

da cocktail, nello shaker “pesta” 4 foglie di

menta con succo di limone, mezzo kiwi, un

po’ di zucchero liquido, 3/4 oz di Lichy e 1 ¼

oz di Absolut Citron. Il tutto shakerato e servi-

to, filtrandolo in coppetta da doppio cocktail:

colore puro con gusti base.

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Niniva

Lo proviamo: originale, fresco, leggermente

alcolico, capace di soddisfare tutti i gusti. Ma

non solo cocktails, al Niniva ci sono anche 80

etichette di vino rosso di tutta Italia e 30 fra

bollicine e bianco. Alle 21.30 ultima trasfor-

mazione del locale: «cambiamo la musica, si

abbassano le luci, si alza la musica e inizia la

serata: dopo cena o uno spuntino veloce fino

alle 2.00 del mattino». 300 coperti, un ban-

cone ad angolo di 11 metri per 3, un angolo

vini, whisky e grappe particolari con tavolino

e sgabelli in acciaio. Il Niniva organizza tutti i

mesi event per i suoi clienti, su prenotazione

organizza cene, feste, compleanni. Un locale

che si rinnova continuamente, al passo con

i tempi. Cosa ti soddisfa Fabio? «Vedere la

gente che entra nel mio locale ed esce con il

sorriso».

NINIVA

Restaurant e Lounge Bar

Via Milano, 42/A Almè

Tel.035/638123

www.niniva.it

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Mauro Marin

di Raffaella Ravasi - Ph. Simone Montanari

Intervista esclusiva per BergamoUp

Il vincitore del GF10 ci raggiunge a Bergamo

nella prima vera giornata di primavera (lune-

dì 17/5 ndr), pranziamo insieme per poi an-

dare nel cuore di Città Alta. Simpatico, buon

conversatore, occhi verdi profondi e intriganti,

Mauro è Mauro, quello che abbiamo seguito

durante la sua avventura mediatica. Lontano

da essere un vip, - ride quando glielo chiedia-

mo anche se per strada la gente continua a

chiamarlo e a fotografarlo -, ci racconta che

il 7 tatuato sul braccio è in ricordo del non-

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no, che il cappello, sempre del nonno, perso

all’uscita della casa gli è stato restituito da

un ragazzo napoletano dopo l’appello al TG5.

Mauro, il dottor Marin, ha un Diploma di Lau-

rea in Marketing e Gestione delle Imprese con-

seguito a Ca’ Foscari (Venezia) e continua ad

occuparsi dell’azienda di famiglia, il salumifi-

cio a Castelfranco Veneto (Treviso).

Da cosa iniziamo Mauro? Dalla tua ex che vo-

levi riconquistare durante il GF?

«Ci siamo sentiti due volte. Questo è il mio

anno sabbatico, quando mi ricapita? Caval-

co l’onda, poi penserò alla mia vita. A luglio

compio 30 anni, un’età di passaggio, spero

di accantonare più che posso e poi vedrò. Pri-

ma ero più “leggero”, ora vado dove mi porta

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il cuore e mangio volpe a colazione!» (e ride

ndr).

Domanda di rito: dove vai in vacanza?

«A giugno a Malta, ad agosto in Sardegna, un

po’ vacanza, un po’ lavoro. L’anno scorso ero,

ci devo pensare… d’estate lavoriamo molto, si

vendono più salumi, ero presissimo dal lavo-

ro, ho fatto solo brevi puntate al mare dalle

mie parti con gli amici».

Sei un tifoso?

«Interista e felicissimo per lo scudetto vinto

ieri (16/5 ndr). Questa sera festeggio a San

Siro indossando la maglia dell’Inter giocando

una partita di beneficienza. Il massimo, un

mio sogno da bambino!».

Allora parliamo dei Mondiali? Un pronostico?

Qualche rito scaramantico?

«Credo sia duro ripetersi, Lippi punta sul

gruppo, non su quelli che possono disturbare

lo spogliatoio. Speriamo… li guarderò con gli

amici, il mio rito è…» (e scoppia a ridere ndr)

Mauro Marin

Meglio parlare di libri?

«Mi piace leggere, leggo un po’ di tutto, ulti-

mamente una biografia su Nelson Mandela e

oggi in borsa ho un libro di poesie, Antonio

Gallo e “Poeti estinti”».

Lo apriamo a caso e mi commenti qualche

verso?

Il sogno

Svanisce come la nebbia

Spazzata via dal vento,

rimane il nulla…

«Proprio questo? Il sogno? Non fare la Sarah e

la Veronica, sai che loro nella casa si chiama-

vano sogno!» (e ride ndr)

È vero che dipingi?

«Sì, mi diletto con la pittura, soprattutto pae-

saggi, sono un autodidatta, ora voglio cimen-

tarmi facendo copie dei “grandi” come Van

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Gogh, sperando di non diventare famoso da

morto!»

3 cose importanti Mauro?

«Salute, famiglia e rispetto».

I soldi?

«Farseli scivolare addosso per non vivere

male… “Impara a cadere e rialzati” è il mio

motto, le bastonate da giovane servono».

Aiuta crescere in provincia?

«In provincia c’è più solidarietà, ci si cono-

sce tutti, l’ambiente è più protetto, mentre la

grande città offre più possibilità lavorative».

Come concludiamo Mauro?

«Mi sono divertito e alla fine l’importante è

partecipare, poi se vinci, meglio così! Ringra-

zio e saluto tutti i lettori di BergamoUp».

Anche noi ci siamo divertiti e ringraziamo

Mauro che, mentre riparte per Milano, è as-

salito da un gruppo di ragazzi per una foto

ricordo. n

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Tecnodomo home & yachting è una giovane e

dinamica azienda con sede a Seriate.

Dal 2007 Marco Schena e Angelo Barcella,

con un’esperienza di dodici anni nella domo-

tica applicata al settore nautico e a quello ci-

vile, hanno creato una nuova realtà orientata

alla progettazione e realizzazione di soluzioni

tecnologiche dalla più semplice ed economica

alla più complessa e sofisticata.

La domotica, contrazione della parola latina

“domus” e di “informatica” , ha infatti come

obiettivo il miglioramento della qualità della

vita.

La domotica è la tecnologia che rende un am-

TECNODOMO home & yachting

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TECNODOMO home & yachting

biente “intelligente” gestendo impianti ed ap-

parecchiature per aumentare i livelli di vivibi-

lità e confort.

“Il nostro obiettivo, spiegano in Tecnodomo,

è quello di realizzare progetti che vanno oltre

a quelli classici: forniamo ai nostri clienti so-

luzioni di avanguardia personalizzando case,

imbarcazioni, migliorandone il confort sem-

plificandone l’uso, la sicurezza, favorendo il

risparmio energetico.

I nostri impianti sono studiati ad hoc a secon-

da delle specifiche esigenze del cliente.”

I sistemi d’automazione domotici, a differenza

di quelli tradizionali, sono un’unica entità for-

mata da diversi dispositivi che la compongono

e che sono in grado di interagire l’uno con l’al-

tro, garantendo la semplicità d’uso e miglio-

rando la qualità della vita, dal riscaldamento

alla climatizzazione, alla sicurezza, dall’illumi-

nazione al controllo dell’audio/video.

Tecnodomo è presente sia nel mercato italiano

sia in quello estero, tra i lavori in fase di rea-

lizzazione spiccano: un complesso progetto di

una villa di circa 4000 mq in Africa, dove la

domotica e l’automazione sono state applicate

a 360 gradi, integrando impianti e tecnologie

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TECNODOMO home & yachting

di altissimo livello.

Entrando nello specifico:

- circa 1.100 punti luce;

- 320 tra tende ed oscuranti comandati elet-

tricamente;

- 105 splits per l’impianto di raffrescamento;

- 38 zone audio e 15 zone video;

- Sala cinema;

- 15 touch screen portatili;

- Sistema di videosorveglianza con analisi vi-

deo;

- Due mega yachts di oltre 40 metri;

Tecnodomo garantisce ai suoi clienti la proget-

tazione di un impianto sicuro, con funzionalità

sempre aggiornabile a seconda delle necessità

e desideri, utilizzando materiali delle migliori

aziende presenti sul mercato mondiale.

Tecnodomo unisce la pluriennale esperien-

za maturata quando la domotica era ancora

sconosciuta in Italia, alla professionalità della

sua squadra di lavoro in grado di progettare

e realizzare un impianto che soddisfi tutte le

esigenze del cliente.

Passione volta al futuro: con un semplice “clik”

è possibile migliorare la qualità della vita,

il confort, la sicurezza ed il risparmio energe-

tico.

“Cambia la tua vita con un dito!”

TECNODOMO

home &yachting

Via Pascoli 2/a - Seriate (BG)

Te. 035/4921473

[email protected]

www.tecnodomo.it

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di Raffaella Ravasi - Ph. Simone Montanari

Casa UpLoft con giardino

metri d’altezza e valorizzato da una piccola e

pregevole cantina. Il passaggio dall’ingresso

al living è marcato da un importante muro in

cemento trattato per rendere l’idea del pila-

stro di ferro, caratteristico dell’architettura in-

dustriale. Il living si apre con la grande cucina

a isola con piano di lavoro in nero assoluto,

pensili a scomparsa e la cappa di ben 5 metri

La Casa Up di questo mese è un luminosissimo

loft nell’ex cementificio Italcementi ad Alzano

Lombardo. Suddiviso su due livelli più soppal-

co, lo spazio è un continuum che prosegue lun-

go la scala, disegnata ad hoc, in ferro, acciaio

e rovere in armonia con il parquet a listoni di

rovere, utilizzato in tutti gli ambienti. L’ingres-

so è illuminato da una lampada ancorata a 7

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di acciaio ancorata al tetto. La zona soggior-

no, illuminata da vetrate di più di 7 metri che

si affacciano sul giardino, è caratterizzata da

un cubo libreria disegnato dall’Architetto Mar-

co Bendotti in cemento spatolato. Il cubo è

sfruttato come libreria in soggiorno e come

cabina armadio rivestita di legno nella camera

matrimoniale adiacente, semplice e con pare-

te con dedica personalizzata, con accesso a

un grande bagno a mosaico in vetro e stucco,

box doccia e vasca idromassaggio: elegante e

raffinato. Arredamento essenziale e persona-

lizzato, il living si caratterizza per un tavolone

Casa Up

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quadrato di legno di 2metri per 2, con

vista sulla corte e sul tetto del sotto-

stante museo d’arte contemporanea,

e per la zona relax con angolo TV e di-

vani di pelle nera. Il loft, con impian-

to domotico per l’illuminazione e il

riscaldamento a pannelli, dal soppal-

Casa Up

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co adibito a zona relax e “camera” ospiti, si

affaccia sul living e sul giardino esterno, una

terrazza essenziale:

un tavolo e due dormeuse bianche per

rilassarsi. n

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Federico Pedersoli

Incontriamo l’avvocato Federico Pedersoli

nello studio di Piazza della Repubblica: ber-

gamasco, 45 anni, due figli maschi, Leonar-

do e Alessandro, ha studiato al Liceo Sarpi

e all’Università Statale di Milano. Avvocato

Penalista dal 1992 e Cassazionista dal 2004,

colto, amante dell’arte e del cinema.

Avvocato, lei si occupa solo di diritto Pena-

le?

«Sì, ho avuto un grande maestro, l’avvocato

Antonio Rodari, recentemente scomparso, che

durante i sette anni di pratica presso il suo

studio, mi ha insegnato ad indossare la toga

con grande dignità e lealtà. Credo nel rilancio

della professionalità dell’avvocato, oggi in de-

clino: è necessaria più attenzione all’accesso

e al merito, più formazione anche culturale e,

appunto, più specializzazione».

Avvocato, grande lettore, appassionato d’arte

e cinefilo?

«Amo molto l’arte moderna e contemporanea,

leggere, ultimamente soprattutto saggi e il ci-

nema: da 15 anni trascorro tre giorni al Fe-

stival di Venezia e nell’arco dell’anno guardo

circa 100 film fra sale e dvd».

L’ultimo libro letto, avvocato?

«“Mille e una toga. Il penalista tra cronaca

e favola”, con dedica dell’autore, il Profes-

sor Amodio. Narra gli aneddoti dell’avvocato

penalista, i nostri tormenti prima e dopo il

processo. Amo molto anche i classici, come

di Raffaella Ravasi - Ph. Matteo Mottari

Dostojeskij. Ascolto molta musica classica, i

miei preferiti Bach e Chopin».

Avvocato, lei ha partecipato alla rassegna “La

parola alla difesa” organizzata da A.G.P.S. e

Lab 80?

«Sì, tre serate in collaborazione con A.G.P.S.,

- avvocati per la giustizia e la pace e la soli-

darietà - Onlus, fra marzo e aprile: abbiamo

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proposto tre film cult nei quali l’avvocato rive-

ste un ruolo chiave. Il caso paradine di Alfred

Hitchcock del ‘47, con Gregory Peck, Charles

Laughton e Alida Valli; l’uomo della pioggia di

Francis Ford Coppola del ‘97, con Matt Da-

mon, Danny DeVito e Jon Voight, e Testimone

d’accusa di Billy Wilder del ‘57, con Tyrone

Power, Charles Laughton e Marlene Dietrich.

“Testimone d’accusa” è un grandissimo film

che tutti quelli che aspirano alla professione

d’avvocato penalista dovrebbero vedere. Narra

le riflessioni interiori del penalista che com-

batte, nel pieno rispetto delle regole, per far

emergere ogni elemento utile al giudizio a tu-

tela del proprio assistito».

Avvocato, è sportivo?

«Amo camminare in montagna con meta pre-

ferita le Dolomiti. Il sabato gioco a calcio con

gli amici, sono da sempre un tifoso dell’Ata-

lanta, passione tramandatami da mio padre.

Ho fatto interi campionati seguendo l’Atalanta

anche in trasferta, conciliando la mia passio-

ne per la maglia alla conoscenza e scoperta di

diverse città, del nostro patrimonio artistico,

in giro per l’Italia». n

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ANTICA LOCANDA CROTTIAlmè

Da maggio nuova gestione della Antica Locan-

da Crotti, storica locanda di Almè sin dal 1833,

nella caratteristica casa in pietra seicentesca.

Ambiente raffinato e curato suddiviso in tre

sale per i 70 coperti, una clientela alla ricerca

della buona ed elegante cucina: muri in pietra,

soffitto con travi di legno, tavoli apparecchiati

con fiori e posate d’argento, camino d’epoca

acceso d’inverno, musica in filodiffusione e

la particolarissima cantina, “la Ghiacciaia”.

Unica nel suo genere, la cantina, era appunto

una vecchia ghiacciaia del Seicento, dove oggi

si possono degustare vini, formaggi e salumi

d’alta qualità, carne alla brace, circondati da

bottiglie e comodamente seduti intorno a un

tavolone di ciliegio per 12 persone. La cuci-

na della Locanda Crotti, classica e al contem-

po creativa, ha come base la cucina classica

mediterranea alla quale unisce una particolare

cura e creatività nella preparazione e presen-

tazione dei piatti: tutte le settimane un menù

stagionale e una diversa carta di pesce fresco.

All’ora di pranzo c’è anche la possibilità di un

curato “pranzo d’affari”, con menù che varia

tutte le settimane. Dal menù di pesce, “Le

nostre portate di pesce”, ci facciamo tentare,

di Raffaella Ravasi - Ph. Matteo Mottari

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come antipasto, da una degustazione di “Ton-

no in tre versioni”, (cotto con olio a bassa tem-

peratura, sushi rivisitato alla mediterranea, e

trancetto di tonno croccante), e “Capesante

dorate con passatina di zucchine” - come pri-

mo, la pasta è sempre fresca e fatta in casa,

“Tortelli ripieni di cernia con pomodorini, se-

dano e cipolla rossa di Tropea” - come secon-

do, “Trancetto di branzino alla mediterranea”,

un trancio di branzino pescato cotto in padel-

la e servito in un guazzetto mediterraneo con

pomodorini Pachino, capperi di Pantelleria,

olive Taggiasche e cipolle rosse di Tropea. Al

dolce, sempre fatto in casa con uova e pan-

na fresca, non sappiamo resistere: “Semifred-

do di cioccolato bianco con salsa mou”. Non

solo il piatto si presenta elegantemente, ma il

nostro dessert vale il peccato di gola: fresco

e delicato. Alla Locanda Crotti si organizzano

anche “Serate in Locanda”, occasioni per i

buongustai per lasciarsi tentare da serate di

degustazione a tema. Prossimo appuntamen-

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to per gli amanti della buona cucina, venerdì

18 giugno: Serata Calabrese alle 20,30. Buffet

di antipasti tipici calabresi, (salumi e formag-

gi, ricotta fritta al miele di castagno, frittelle di

fiori di zucca, frittelle di melanzane con salsa

al pomodoro, baccalà inzuppato al pomodoro

e molto altro ancora…), primi Filei tropeani al

ragoût di capra e Mezzemaniche con ‘nduja, e

come dessert una selezione di dolci tipici. La

cena è accompagnata da vini scelti dall’ampia

carta della cantina della Locanda Crotti.

Antica Locanda Crotti

Via Brughiera, 8

Almè (BG)

Tel. 035/639055

Giorno di chiusura:

martedì sera e il mercoledì

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PUNTO DI VISTAdi Raffaella Ravasi - Ph. Simone Montanari

Nadia Foppa, ottico optometrista,

il 28 giugno festeggia i 25 anni

del suo “Punto di Vista” a Gorle.

Occhiali da vista, occhiali da sole

e lenti a contatto al passo con il

progresso e con la moda. Forte

dell’esperienza maturata negli

anni, Nadia, ha da sempre scelto

un’impostazione particolare per

il suo negozio, orientata verso

prodotti di nicchia, spesso anche

all’avanguardia rispetto alle ten-

denze, unita alla speciale attenzio-

ne nei confronti del cliente, “segui-

to e coccolato” durante la scelta.

Filosofia di lavoro che Nadia con-

divide con Sergio Fossati, suo col-

laboratore da 15 anni, perché gli

occhiali non sono solo un corredo,

ma un importante accessorio poi-

ché “è il nostro modo di vedere il

mondo a determinare la natura

delle nostre sensazioni”: qualità,

funzionalità e attenzione all’esteti-

ca da “Punto di vista”. Dopo un ac-

curato esame della vista, il cliente

è accompagnato nella scelta di un

occhiale su misura: scelta che non

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si focalizza solo sulla correzione dell’ametro-

pia, ma che è volta anche a soddisfare i criteri

ergonomici del soggetto, come nel caso delle

lenti progressive che rispondono ai bisogni –

su misura - della persona in base al lavoro

che svolge, alle diverse abitudini e necessità.

Da “Punto di vista” particolare attenzione è

rivolta anche ai più piccoli, con occhiali da vi-

sta con lenti infrangibili e occhiali per i diver-

si sport con dichiarazione di conformità CE

per la sicurezza. Oltre alle migliori firme sul

mercato come Chanel, Dior, Jil Sander, Jim-

my Choo, Lafont, Ray Ban, Carrera, D&G, Per-

sol e Rēvo, Nadia propone la linea di nicchia

MYKITA, azienda tedesca di Berlino, che re-

alizza occhiali tecnici, robusti ma leggeri dal

design molto particolare, accattivante. Gli oc-

chiali, in filarmonico d’acciaio, si caratteriz-

PUNTO DI VISTA

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zano per la notevole elasticità ed eleganza.

Da “Punto di Vista”, fra i prodotti di nicchia

e lenti di qualità, preferibilmente italiane, si

possono trovare per gli occhiali da vista, ol-

tre alle classiche firme della moda, anche oc-

chiali realizzati da designer italiani come Pie-

ro Massaro, occhiali artigianali, fatti ancora

a mano, che si contraddistinguono per l’uni-

cità sia della linea sia del colore. Ma colore,

design e tecnologia anche nelle linee di Alan

Mikli, T look, l.a.Eyeworks, Frost…, basta la-

sciarsi consigliare da Nadia e Sergio.

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Ottenere un corpo perfetto, o quasi.Ma anche intervenire su qualche piccola imperfezio-ne che proprio non si riesce ad accettare. La chirur-gia estetica è la soluzione cui oggi ricorro no in tanti, e può veramente garantire risultati soddisfacenti, purché eseguita seriamente e con grande professio-nalità. Il dottor Nicola Catania vanta una notevole esperienza in questa branca della chirurgia. Laurea-tosi in medicina e chirurgia nel 1970 presso l’Univer-sità di Bologna, si è specializzato cinque anni dopo in ginecologia presso l’Università di Padova.Quindi ha seguito una dettagliata formazione in chi-rurgia estetica a Parigi e numerosi stage in Francia, Spagna, Argentina, Brasile, USA, Messico. Oggi pra-tica da 40 anni ogni tipo di intervento dichirurgia estetica e dal 1974 anche la lipoaspirazione.Dottor Catania, quali interventi esegue per il viso?«Rispondo a quasi tutte le esigenze dei miei pazienti. In particolare, sono specializzato nella rinoplastica chirurgica e senza intervento, nella blefaroplastica,

nelI’otoplastica, nel li-fringe nel trapianto dei capelli. Inoltre, eseguo peeling e filling».E per quanto riguarda gli interventi sul cor-po?«Aumento delseno con intervento e senza In-tervento, riduzione del seno, mastopessi, lipo-aspirazion e total body tridimensionale, ad-dominoplastica, lifting delle cosce».Ha accennato a rino-plastica e mastoplasti-ca additiva senza inter-vento.

Cosa significa?«Sia la rinoplastica che la mastoplastica additiva possono essere eseguite con risultati apprezzabili senza ricovero e senza ricorrere ad alcun intervento chirurgico, ma semplicemente iniettando una nuova sostanza biologica. Questa è una delle ultime fron-tiere del settore. Una tecnica veramente innovativa che comporta non pochi vantaggi».Qual è l’intervento più richiesto?«Oggi la lipoaspirazione rappresenta l’operazione più richiesta. Consiste nell’eliminazionedel tessuto adiposo in una determinata parte del corpo per ridurne l’eccesso. Il vantaggio è rappre-sentato dal fatto che le cellule-adipose, una volta eli-minate, non si riproducono: si tratta, dunque, di un intervento estetico definitivo».Ci sono alcuni interventi che considera i suoi“punti di forza”?«Direi rinoplastica, lipoaspirazione tridimensionale, mastoplastica additiva, mastoplastica riduttiva, ma-stopessi, lifting del collo con tecnica di sospensio-ne»,Quali sono gli aspetti fondamentali che l’intervento di chirurgia estetica deve rispettare?«Bisogna intervenire cercando di ottenere effetti as-solutamente naturali, perché i pazienti richiedono risultati in cui non si vede il passaggio della mano del chirurgo e tempi veloci di recupero. La cosa più importante resta comunque la sicurezza, quindi, bi-sogna operare in strutture adeguate, in modo che si possa rispondere celermente a qualsiasi emergenza che possa capitare in corso di intervento».

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A cura del Dott. Nicola Catania1

Medicina Estetica

Nuovi metodi di bellezzaMigliorare la propria immagine. Senza sottoporsi necessariamente alla chirurgia. Il dottor Nicola Catania

illustra non solo gli interventi di chirurgia estetica in cui è specializzato, ma anche i trattamenti che non ri-

chiedono l’uso del bisturi.

1 Specialista in Ostetricia - Ginecologia e Chirurgia Estetica

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Questo Mese presentiamo, per “modella e modello per un giorno”:

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Foto: Matteo Mottari

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La rubrica di BergamoUp che permette a tutti

i giovani bergamaschi, aspiranti modelli/e di

usufruire di un servizio fotografico che verrà,

successivamente, pubblicato sulle pagine

della nostra rivista.

Se sei interessato/a contatta la nostra

redazione

telefonicamente allo 035.236661

o via e-mail:

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Cercaci anche su Facebook.

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La proposta piu’ preziosa della citta’.

TRESCORE BALNEARIO

Collinare, nel rinomato Castello dei Lanzi (sec. XIII-XIV) in contesto unico di sole 8 unità abitaive, magnifico ed esclusivo appartamento disposto su due livelli oltre a sottotetto abitabile: ingresso, ampio soggiorno, cucina abitabile 4 camere, 3 bagni, capitolato di elevato pregio, 2 posti auto coperti, cantina, parco in comune di ca. 7.000mq.

€ 1.200.000,00.

GORLE, ECOBIOCOMPATIBILITA’

L'intervento si colloca nel centro di Gorle, a due passi da Bergamo. Si compone di tre ville servite dal corsello comune di accesso carrale da via Kennedy, strada a fondo chiuso ad esclusivo servizio del complesso.

La villa n. 1 è la più ampia del lotto, posta di testa, con ampia area verde:Pinao interrato: autorimessa, locali tecnici, area fitness e sauna, specchio d'acqua interrato: tot. 145mq;Piano terra: 110mq oltre a 385mq di giardino; Piano primo: 110mq oltre a balconi.

La villa n. 2 è la più luminosa del lotto, posta di testa, con ampia area verde:Pinao interrato: autorimessa, locali tecnici, area fitness e sauna, specchio d'acqua interrato: tot. 120mq;Piano terra: 110mq oltre a 273mq di giardino; Piano primo: 110mq oltre a balconi.

La villa n. 3 è la più accessibile del lotto, posta di testa, con ampia area verde:Pinao interrato: autorimessa, locali tecnici, area fitness e sauna, specchio d'acqua interrato: tot. 120mq;Piano terra: 110mq oltre a 268mq di giardino; Piano primo: 110mq oltre a balconi.

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PONTERANICA ALTAIn magnifica posizione collinare, disponibilità di n. 4 alloggi, nuova realizzazione, classe B, bilocali/trilocali, ultimo piano con terrazzo, giardino, box, a partire da Euro 1.900,00/mq

SERIATEIn zona tranquilla su strada a fondo chiuso, meravigliosa villa singola recentemente ristrutturata disposta su unico piano oltre a seminterrato adibito a taverna con bagno-lavanderia e locali pluriuso. Grande soggiorno con camino, cucina abitabile, 3 camere, doppi servizi, ampio porticato su splendido giardino pianeggiante e piantumato di ca. 5.000mq, box doppio, 3 posti auto coperti.

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Iniziamo le prenotazioni di esclusivi appartamenti in piccola palazzina in fase di costruzione con giardino o terrazze, autorimesse interrate, cantine, possisibilità di personalizzazione spazi e finiture.Consegna dicembre 2011.

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In esclusivo contesto d’epoca, in fase di totale, pregevole restauro conservativo, disponibilità di:- loft, distribuiti su due livelli, piano terra e piano primo;- bilocali, trilocali, quadrilocali al piano terra, primo e secondo;- villette indipendentiBox e cantine.Possibilità di personalizzare spazi interni e finiture.Il complesso si completa con un’ampia, caratteristica corte.Consegna settembre 2010.

BERGAMO, SAN MARTINO ALLA PIGRIZIAMeraviglioso appartamento di 300mq, distribuito su due livelli: - piano primo: ingresso, ampio salone, sala da pranzo, cucina abitabile, bagno, lavanderia; - piano secondo e ultimo: 4 camere da letto, doppi servizi, terrazzo. In fase di totale ristrutturazione con capitolato extra lusso. Spettacolare vista panoramica. Giardino di proprietà. Box doppio.

€ 2.300.000,00.

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€ 2.000.000,00.

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BERGAMO, VIA VERDIBellissimo appartamento al sesto piano, 150mq composto da: ingresso, soggiorno, zona pranzo, cucina abitabile, 3 camere, 2 bagni, lavanderia, 3 ampi terrazzi, posto auto coperto, ottima vista su città alta.

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Centralissimo attico 250mq distribuito su 3 livelli: soggiorno, cucina, bagno, camera ospiti; secondo soggiorno, bagno, lavanderia, soppalco; 2 camere, cabina armadi, 2 bagni. L’immobile si caratterizza per i luminosissimi ed ampi spazi, le ampie vetrate con eccezionale vista su città alta, finiture di lusso e deliziosi terrazzi. Box e cantina.

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BERGAMO, V.LE VITTORIO EMANUELE IIIn palazzo storico, unico, pregevole appartamento 320mq di particolare sapore: ingresso, grande soggiorno, cucina abitabile, 3 camere, doppi servizi, eccellenti finiture, box doppio.

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€ 690.000,00.

BERGAMO, SAN MARTINO ALLA PIGRIZIAMeraviglioso appartamento di 300mq, distribuito su due livelli: - piano primo: ingresso, ampio salone, sala da pranzo, cucina abitabile, bagno, lavanderia; - piano secondo e ultimo: 4 camere da letto, doppi servizi, terrazzo. In fase di totale ristrutturazione con capitolato extra lusso. Spettacolare vista panoramica. Giardino di proprietà. Box doppio.

€ 2.300.000,00.

BERGAMO, ZONA POSTEElegante appartamento terzo piano: ingresso, soggiorno, cucina abitabile, 3 camere, cabina armadio, 2 bagni, 2 balconi, box singolo, cantina, soffitta.

€700.000,00.

BERGAMO, PORTA DIPINTAStRepitoso appartamento 150mq in meraviglioso palazzo al secondo piano con vista strepitosa: ingresso, soggiorno, cucina, 3 camere, 2 bagni, lavanderia, box nelle vicinanze.

€ 1.250.000,00.

BERGAMO, COLLI DI CITTA’ ALTAIn esclusiva e magnifica posizione con vista sui colli, rara opportunità, importante villa singola, completamente ristrutturata, finiture di elevatissimo pregio, giardino di 5.000mq, box per 10 auto.

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BERGAMO, QUARTIERE FINARDIVilla singola libera su 4 lati 500mq immersa nel verde. Piano terra: ampio patio d'ingresso, studio, salone, sala da pranzo, cucina, bagno ospiti, stireria, lavanderia; piano primo: tre camere e due bagni, ampio terrazzo vivibile; piano seminterrato: taverna, cantina, camera e bagno. Box triplo e giardino privato.

€ 1.400.000,00.

BERGAMO, VIA TASSOIn palazzetto anni '70, elegante quadrilocale, posto al quarto piano, tutto ristrutturato 140mq ca.: ingresso, soggiorno, grande cucina, tre camere, doppi servizi, parquet ovunque. Arredi bagni e cucina compresi nel prezzo. Cantina e box.

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BERGAMO, ZONA VIA VERDIElegantissimo appartamento libero sui 3 lati 240mq penultimo piano, stupenda vista panoramica, completamente ristrutturato con finiture di altissimo livello e dotato di tutti i comforts: ingresso, salone, cucina abitabile, 4 camere, tripli servizi, cantina.

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Stupenda villa singola di ca. 450mq con 500mq di giardino: piano terra: ingresso, soggiorno, cucina, bagno; piano primo: 3 camere, 2 bagni, 3 terrazzi; secondo piano mansarda abitabile con travi avista; interrato: box per 3 auto e zona palestra; finiture di alto livello.

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La villa n. 3 è la più accessibile del lotto, posta di testa, con ampia area verde:Pinao interrato: autorimessa, locali tecnici, area fitness e sauna, specchio d'acqua interrato: tot. 120mq;Piano terra: 110mq oltre a 268mq di giardino; Piano primo: 110mq oltre a balconi.

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€ 750.000,00.

BERGAMO, ZONA VIA VERDIElegantissimo appartamento libero sui 3 lati 240mq penultimo piano, stupenda vista panoramica, completamente ristrutturato con finiture di altissimo livello e dotato di tutti i comforts: ingresso, salone, cucina abitabile, 4 camere, tripli servizi, cantina.

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Anche se oggi Giacomo Ferrari è il Personal

Travel Agent titolare della Glam Viaggi, nel

cuore di molti bergamaschi è ancora il bomber.

Nelle sette stagioni che ha militato nell’Alza-

no, dal ’94-’95 al 2000-2001, Ferrari, in 199

presenze ha realizzato 99 goal e per tre anni

è stato capocannoniere. Nella stagione 2002-

2003 ha giocato in serie A con il Modena, nel

2004-2005 è tornato a Bergamo con l’Albino-

Leffe e ha concluso la carriera da professioni-

sta nel 2005-2006 con il Monza in C2. Classe

1967, sposato e padre orgoglioso di Nicole 18

anni e Giorgia 16 anni, Giacomo affabile e di-

sponibile, si diverte ancora a giocare a calcio

con il Calvenzano, in Promozione. E ad oggi i

goal del bomber hanno raggiunto quota 220.

“Ferrari il bomber”, una bella soddisfazione

Giacomo?

«Sì, ma non bisogna dimenticare che un at-

taccante è forte quando la squadra lo mette

in condizione di far goal. Ho iniziato a giocare

all’oratorio a Mornico al Serio, poi nel settore

giovanile del Leffe, all’epoca in C2, e nel 1985,

a 16 anni ho debuttato in C2 appunto con il

Leffe con Beppe Signori».

Da calciatore, sei un tifoso?

«Sono juventino, ma simpatizzo per l’Atalanta.

In realtà più che un tifoso sono uno sportivo,

amo “il bel calcio” giocato».

di Raffaella Ravasi

Giacomo Ferrari

Incontri sportivi

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Quanto è stato importante il calcio nella tua

vita?

«Il calcio per me è stato prima un divertimen-

to, poi un lavoro. Un privilegio poter fare della

propria passione la propria professione, senza

dimenticare che per giocare da professionisti

oltre al talento, è necessario rigore e sacrifi-

cio».

11 giugno Mondiali in SudAfrica, cosa ne

pensi della nostra nazionale?

«La nostra è un’ottima squadra che può dire

la sua, anche se i Mondiali sono sempre una

competizione a parte, difficile, spero saremo

fra le squadre protagoniste, siamo i Campio-

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ni del Mondo in carica. Abbiamo giocatori

d’esperienza, i “senatori” come Cannavaro,

Buffon Gattuso e Pirlo che sono una garan-

zia per la squadra, Pazzini l’attaccante della

Samp molto forte e il capocannoniere Di Na-

tale con 27 goal all’attivo. Condivido le scelte

di Lippi, Di Natale ad esempio, gioca nell’Udi-

nese, ma è il più in forma e quindi gli spetta

una maglia».

Totti sì, Totti no?

«Totti è un grandissimo campione, se dipen-

desse da me lo farei sempre giocare, ma oltre

alle polemiche che lo accompagnano per non

aver giocato le qualificazioni, l’espulsione al

90° durante la finale di Coppa Italia Roma - In-

ter (5/5 ndr) per il calcio a Balotelli, non gioca

Giacomo Ferrari

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certo a favore della sua immagine. Un cam-

pione come Totti, anche se sotto pressione,

dovrebbe avere un comportamento da cam-

pione». Alla fine il tormentone Totti si è risol-

to con la non convocazione del capitano della

Roma: Lippi ha dichiarato che la sua scelta

non è stata condizionata

dal “calcione” a Balotelli.

(11/5 ndr)

Il tuo pronostico?

«Tifo Italia, ma guardiamo

anche l’Inghilterra, amo

molto il calcio inglese e poi

hanno come allenatore Ca-

pello che è un vero vincente,

la Spagna, campioni Euro-

pei in carica, il Brasile e…

ai Mondiali ci può essere

sempre la classica sorpre-

sa». n

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Lo sviluppo sostenibile passa anche attraver-

so una presa di coscienza delle conseguenze

delle migrazioni di popoli cosidetti poveri ver-

so terre più ricche. Senza entrare nel merito

del fatto che il concetto di povertà andrebbe

analizzato tenendo conto della realtà locale di

provenienza e non basandoci sul nostro livel-

lo di vita. Per esempio, in Senegal il biglietto

del bus costa meno di un terzo di euro per

un tragitto di circa 30 km, mentre da noi ne

costa almeno 10 volte tanto. Il problema delle

migrazioni consiste nella persistenza di luo-

ghi comuni. Bisogna invece rendersi conto di

quanto questo concetto (sviluppo sostenibile

legato alla migrazione) sia spesso sottovalu-

tato sia dai mass-media che dalle stesse orga-

nizzazioni internazionali di cooperazione che,

ripetendo questi luoghi comuni, non danno la

possibilità all’opinione pubblica di formarsi

una coscienza critica in merito.

Per esempio, secondo voi, la migrazione com-

porta problemi solo per i paesi di destinazio-

ne? O l’uscita dal proprio Paese di persone

giovani per “cercare fortuna” ha un peso ne-

gativo sulle nazioni di provenienza?

Prima di rispondere, pensate a quanto noi,

paesi sviluppati, siamo preoccupati per l’in-

vecchiamento della popolazione. I giovani

sono la linfa vitale di ogni popolo.

Ma vediamo un altro esempio. Secondo voi, le

rimesse dei migranti hanno solo effetti positivi

sull’economia del loro Paese o anche qualche

riflesso negativo? Pensate all’aumento del co-

sto della vita che ne consegue attraverso l’au-

mento indotto dei prezzi di alcuni beni quali

beni d’importazione e terreni (sia per la pro-

pria abitazione che per l’attività orticola fami-

gliare). Fonti ufficiali affermano che in Senegal

nel 2009 le rimesse degli emigrati sono am-

montate a 762 milioni di euro: cifra superiore

a quanto il governo locale stanzia annualmen-

te per lo sviluppo. Eppure le condizioni di vita

non sono migliorate, anzi assistiamo a moti

popolari per via del carovita.

di Maurizio Quirico1

Migrazioni

Per uno sviluppo sostenibile

1 Da più di dieci anni impegnato in attività di volontariato nel settore delle migrazioni e di cooperazione internazionale con l’associazione Gruppo Africa 2000 onlus.

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E non è tutto. Secondo voi, i famigliari degli

immigrati rimasti in patria sanno far fruttare

lo sforzo di chi rinuncia alle proprie usanze

per vivere in condizioni d’isolamento affettivo?

A giudicare dalle poche iniziative che nascono

nei paesi di destinazione, si è più propensi a

credere che lo vivono come una rendita che

cade dal cielo.

Se a questo aggiungiamo decenni di coopera-

zione internazionale realizzata sulla linea di

questi luoghi comuni, la presa di coscienza

del legame tra migrazioni e sviluppo di quei

Paesi si fa sempre più urgente.

Ma come sempre prima di agire, bisogna por-

si alcune domande. Quale tipo di sviluppo si

pensa di realizzare? Ogni comunità è diver-

sa da tutte le altre, anche se si è nello stes-

so paese. Attraverso quali canali? Solo quelli

istituzionali o altri? E soprattutto, quale sarà

l’impatto sulla cultura locale e quindi sulla so-

cietà coinvolta?

Jagdihs Bhagwati, nato in India, professore

alla Columbia University e consigliere [poco

ascoltato, per la verità, n. d. a.] delle Nazio-

ni Unite, titolava un articolo pubblicato alcu-

ni anni fa su un nostro quotidiano di tiratura

nazionale che “Una dieta economica sfamerà

l’Africa”. Per indicarci che se modificassimo

il concetto di “aiuti”, partendo da “quanto si

spende per l’Africa e non quanto si spende in

Africa”, l’obbiettivo di destinare lo 0,7% del

Pil dei paesi OCSE ai Paesi in Via di Sviluppo

risulterebbe addirittura sottostimato. Ossia,

che lo sforzo fatto a favore della cooperazione

internazionale va calcolato tenendo conto non

solo dei soldi spesi in Africa, bensì tenendo

anche conto dei capitali investiti per l’Africa

nei nostri paesi, vedi le spese per la forma-

zione di personale proveniente da Paesi in via

di sviluppo che, una volta tornati in patria,

diventeranno protagonisti preziosi di un vero

sviluppo sostenibile. D’altronde chi meglio di

loro conosce veramente la realtà locale. Senza

dimenticare che si potrebbe chiedere, magari

a gruppi di nostri anziani ancora attivi, di tra-

sferirsi sul posto per un certo periodo (abba-

stanza lungo da non vanificare gli sforzi come

spesso avviene oggi) affinché contribuiscano

ad alleviare l’enorme carenza di competenze

che ostacola lo sviluppo del continente afri-

cano.

Perché solo così, la migrazione porterà ad uno

sviluppo sostenibile e quindi duraturo. n

Migrazioni Per uno sviluppo sostenibile

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A passeggio per la città

di Raffaella Ravasi - Ph. Matteo Mottari

Borgo Santa Caterinae Borgo Palazzo

Da sempre ricchi di fascino e di storia, i borghi

sono fra i luoghi più caratteristici delle città.

Borgo Santa Caterina, vivace e antico quar-

tiere cittadino, nasce come vicolo suburbano

nel periodo romano, al di fuori della cinta di

mura medievali, raggiungendo, lungo i secoli,

notevole importanza. La posizione allo sbocco

delle Valli Seriana e Brembana, ha favorito il

fiorire delle attività commerciali, di luoghi di

ristoro, di trattorie, locande, ristoranti, caffè e

bar. Ne conseguì, probabilmente, l’appellativo

di “Borgo d’Oro” dato al quartiere. La strada,

divisa in due tratti, ha nella sua prima metà la

Chiesa di Santa Caterina, la parrocchiale del

XIII secolo è un rifacimento nel 1725 dell’ar-

chitetto Gian Battista Caniana: ruotò di 90°

gradi la precedente chiesa cinquecentesca

che a sua volta aveva sostituito la prima par-

rocchiale. Una breve deviazione a sinistra per

ammirare la Chiesa ed il Convento dei Celesti-

ni dedicati a San Nicolò, fondati dal cardina-

le Guglielmo Longo all’inizio del Trecento. Ex

convento, oggi convitto femminile, conserva

un chiostro trecentesco ed uno quattrocen-

tesco. Nella seconda metà del borgo, il San-

tuario della Beata Vergine Addolorata, fondato

nel 1603 in seguito all’evento miracoloso del

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Borgo Santa Caterinae Borgo Palazzo

18 agosto 1602, quando, in pieno gior-

no, alcuni raggi luminosi colpirono un

affresco su un muro esterno, in parte

guasto, restituendolo prodigiosamente

a forme integre. Ne conseguirono even-

ti e guarigioni miracolose e una gran-

de devozione popolare, ricordata ogni

anno durante la Festa dell’Apparizione

che anima il borgo. Il Santuario, tra-

sformato nell’Ottocento, ha nel piazza-

le antistante una colonna del 1614 che

in origine era nel centro della via.

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Trasferiamoci ora in Borgo Palazzo, nella pri-

ma metà che giunge sino a Piazza Sant’Anna.

Anche Borgo Palazzo è sempre stata esterna

alla cinta urbana, anche se con il quadrivio

che forma con Via Camozzi, Frizzoni e Pigno-

lo, era una porta delle mura quattrocentesche.

Il nome del borgo risale, probabilmente, a un

palazzo che sorgeva sul torrente Morla, allog-

gio degli imperatori germanici. Caratteristico

è l’alternarsi di ampie corti e di grandi portoni

per consentire il passaggio di carri e carroz-

ze. L’edificio d’angolo a destra è Palazzo Ca-

mozzi, costruito a fine Settecento nel corpo

su strada, e ampliato nell’Ottocento verso il

giardino.

Poco oltre la barocca Chiesa di Santa Croce in

Rocchetta, consacrata nel 1636. A metà del

borgo il ponte cinquecentesco con tre archi di

pietra sul torrente Morla, uno dei pochi corsi

d’acqua ancora visibili in città. La statua scol-

A passeggio per la città

Borgo Santa Caterina e Borgo Palazzo

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pita da Sanz nel 1747 raffigura San Giovanni

Nepomuceno, santo invocato contro le inon-

dazioni. Concludiamo la nostra passeggiata

dinnanzi alla Chiesa di Sant’Anna. Il campa-

nile, ottocentesco, segna il passaggio dalla

via alla piazza formatasi nel 1914. Sant’Anna,

costruita tra il 1841 e il 1856 dall’architetto

Giuseppe Berlendis, ha un’unica navata e la

facciata scandita nella parte inferiore da quat-

tro semicolonne. n

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Bel Pais

di Raffaella Ravasi - Ph. Matteo Mottari

Nel 1596, Almè è già un comune

autonomo, descritto da Giovanni

Da Lezze come “…terra di qua dal

Brembo in piano ai piedi dei monti

de Villa de Almè, confina fin a riva di

Brembo”. Scegliamo di raccontare il

piccolo centro a soli 8 kilometri da

Bergamo, attraverso le sue torri e le

caseforti, fortificazioni e sistemi di

difesa che ne caratterizzano il terri-

torio di un comune dalle origini anti-

chissime, i primi insediamenti risal-

gono all’epoca preistorica. Posizioni

strategiche e di difesa che hanno

facilitato l’insediamento urbano

e lo sviluppo del centro di Almè,

sono la Torre di San Fermo, tozza

e massiccia, nella piazza omonima:

secondo la leggenda sorge sul luo-

go del martirio del santo; oggi è di

proprietà privata ed è stata abitata

fino a qualche anno fa. Quando fu

trasformata in abitazione, la parte

superiore originale fu sostituita da

un normale tetto, un mosaico ricor-

da la cattura di San Fermo, men-

tre il lato sud conserva gli originali

conci e le due aperture sormontate

da un arco. La Torre d’Oro, si tro-

va anch’essa nella via omonima, al

centro di un complesso fortificato,

Almèfra torri e caseforti

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in direzione del ponte romano della Regina,

costruito all’epoca dell’imperatore romano

Traiano per favorire la formazione di insedia-

menti urbani nella zona. La piena del 1493

fece crollare ben cinque archi, resistettero tre

archi in mezzo al fiume per più di trecento

anni, crollando dopo una nuova grande pie-

na del 1783. Il Ponte della Regina fu demo-

lito definitivamente nel 1893. La Casaforte è

un’antica residenza signorile fortificata tipica

del medioevo, che ebbe il suo maggior svilup-

po nel periodo dei liberi comuni. Il cuore della

struttura fortificata era la torre, robusta co-

struzione quadrata che si sviluppa in vertica-

le, cinta alla cima da un muro merlato.

La Casaforte Ovest, in via S.Rocco, si trova

nelle vicinanze della torre di San Fermo lun-

go una strada che fin dalle origini del paese

andava verso via Torre d’Oro. La torre Colleo-

ni, in via San Michele è anch’essa massiccia

seppure meno imponente della Torre di San

Fermo ed è disabitata.

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Bel Pais

Almè

La Casaforte Est, nota come “Torrione” ha una

struttura a sé, libera ai quattro lati e quindi in-

teramente visibile, nelle vicinanze dell’attuale

Chiesa Parrocchiale e della Chiesa di Santa

Maria, luogo di culto ai tempi. Ristrutturata

dal locale Gruppo Alpini nel rispetto della pro-

pria originalità conservandone l’imponenza,

- era avamposto del sistema difensivo del-

la corte -, oggi è la sede principale della se-

zione di Almè degli Alpini oltre ad ospitare,

fra le sue mura, diverse associazioni del ter-

ritorio. n

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Soap Box Rally39° edizione

di Raffaella Ravasi - Ph. Matteo Mottari

zazione per il lavoro svolto, che «il Soap Box

Rally costituisce una bella e consolidata tra-

dizione della città di Bergamo, un’occasione

per incrementare il turismo e far conoscere a

tutti le meraviglie della Città Antica, ammira-

ta dai 500.000 alpini che hanno partecipato

all’Adunata. Bisogna continuare a fare eventi,

queste manifestazioni portano la città a esse-

re un’importante vetrina». Il Soap Box Rally

ha un grande successo di pubblico, si parla di

30/40.000 spettatori nelle passate edizioni,

«grande successo e grande partecipazione,

una giornata all’insegna dello sport e della

goliardia, per le famiglie» -, ha confermato

Danilo Minuti, Assessore allo Sport, Istruzio-

ne, Politiche Giovanili e Tempo Libero. Fra le

novità di quest’edizione, il patrocinio all’even-

to anche della Provincia di Bergamo: l’asses-

Presentato venerdì 14 maggio a PalaFrizzoni

il 39° Soap Box Rally, dal 1955 la più antica

e pazza gara delle macchine di legno al mon-

do - domenica 23 maggio Viale delle Mura di

Città Alta - organizzato da TEAMITALIA , coor-

dinatore logistico dell’evento Rudy Zanchi che

ha introdotto il Presidente del Comitato Orga-

nizzatore Roberto Gualdi: «Il Soap Box Rally

è un appuntamento ormai entrato a far parte

della tradizione della nostra città e rappre-

senta un’importante manifestazione sportiva,

oltre che un’iniziativa di forte richiamo turisti-

co. La presenza di sponsor importanti e part-

ner della manifestazione (BergamoUp media

partner) è un segnale della grande importan-

za dell’evento, nonostante il difficile periodo

in cui ci troviamo». Il vice Sindaco Gianfranco

Ceci ha sottolineato, ringraziando l’Organiz-

Associazione Nazionale Imprese Disinfestazione

!!

Problemi di zanzare?

Per vivere il tuo giardino come hai sempre sognato!

Sede amministrativa: Servizi: Via dell’ Industria 31 Derattizzazioni – Rat proofing 24126 Bergamo Disinfestazioni contro ogni tipo di insetto tel. 035.222211 Monitoraggi - Pest proofing fax. 035270846 Disinfestazioni -Disinfezioni- Diserbi [email protected] Allontanamento Volatili - Pulizia e asporto del guano www.ecotime.com Sopralluoghi e preventivi gratuiti

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Associazione Nazionale Imprese Disinfestazione

!!

Problemi di zanzare?

Per vivere il tuo giardino come hai sempre sognato!

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HanamiVia F. Corridoni, 18 - 24124 Bergamo Tel e Fax 035 3692338

[email protected]

... perché un bel r icordo vale più di 1000 parole

sore provinciale Fausto Carrara

ha dichiarato, infatti, che «gli

eventi ben organizzati non pas-

sano mai di moda, a ogni edizio-

ne cresce l’attenzione anche a

livello nazionale, diventando un

evento trainante per la diffusione

del nostro patrimonio culturale.

L’anno prossimo parteciperà an-

che una Soap targata Provincia

di Bergamo» e, l’attesa parte-

cipazione della Scuderia Ferra-

ri Club Caprino Bergamasco.

Giulio Carissimi, - Presidente

del club recentemente premiato

come il migliore in assoluto da

tutti i piloti e dal Direttore Ge-

nerale Stefano Domenicali -, si

augura che «il contributo delle

tecnologiche Soap Box che par-

tecipano al campionato Ferrari,

congiuntamente alle mitiche

vetture del Cavallino che fun-

geranno da apripista, possano

contribuire ad aumentare il già

notevolissimo successo che da

anni riscuotono le goliardiche

Soap Box Bergamasche». Buon

divertimento a tutti! n

Soap Box Rally

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HanamiVia F. Corridoni, 18 - 24124 Bergamo Tel e Fax 035 3692338

[email protected]

... perché un bel r icordo vale più di 1000 parole

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39°Soap Box Rally

Dal 1955 la più antica e pazza garadelle macchine di legno del mondo

TUTTI PAZZI PER IL SOAP BOX RALLY

Cassette di legno, fantasia e divertimento alla

39° edizione del Soap Box Rally

Ph. Matteo Rodari

DOMENICA 23 MAGGIO alle 15,00 le mura venete di CittàAlta hanno ospitato uno degli eventi più antichi epartecipati dell'anno: la 39° EDIZIONE DEL SOAP BOXRALLY che ha potuto godere di uno splendido sole e di unpubblico costituito da più di 50.000 appassionati ecuriosi.Quest'anno la manifestazione era caratterizzatadall'abbinamento tra la tradizione delle Soap Box di legnoe la modernità e la tecnologia delle Ferrari Box, unsimpatico e accattivante connubio, non una competizionevera e propria, visto che il cuore della manifestazione

resta sempre il divertimento in assoluta sicurezza. La gara è cominciata alle 15,30 con la prima manche divelocità: si sono succedute le nove auto della ScuderiaFerrari Box, le sei auto della FICS - Federazione ItalianaCart's, i nove brusì o carretti e le dodici soap boxclassiche, per un totale di 36 macchine che hannosfrecciato lungo le Mura Venete di Città Alta cercando diaccaparrarsi il Premio Velocità.Successivamente si è tenuta la seconda manche per tuttigli equipaggi, la più attesa per le soap box di legno,perché contempla il superamento dei celeberrimi

ostacoli: sabbia, vasca d'acqua, chicane, salto, passerella,fumo, freno, scaletta e vasca di schiuma, che hannoemozionato il pubblico presente. Più di 50.000 persone si sono assiepate lungo le Mura diCittà Alta per assistere alla gara dove hanno trionfato lafantasia e la stravanganza delle macchine: due tributi aglialpini, una vasca da bagno, il volante di una vecchiaautobianchi e la cabina doccia occupata da una bambolagonfiabile. Ma non solo: hanno sfrecciato anche un autodedicata a L’Eco di Bergamo, una soap box ispirata al FarWest, una a Speedy Gonzales e ai Promessi Sposi.

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FOTO E IMPAGINATO FORNITI DA TEAM ITALIA

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39°Soap Box Rally

Dal 1955 la più antica e pazza garadelle macchine di legno del mondo

TUTTI PAZZI PER IL SOAP BOX RALLY

Cassette di legno, fantasia e divertimento alla

39° edizione del Soap Box Rally

Ph. Matteo Rodari

DOMENICA 23 MAGGIO alle 15,00 le mura venete di CittàAlta hanno ospitato uno degli eventi più antichi epartecipati dell'anno: la 39° EDIZIONE DEL SOAP BOXRALLY che ha potuto godere di uno splendido sole e di unpubblico costituito da più di 50.000 appassionati ecuriosi.Quest'anno la manifestazione era caratterizzatadall'abbinamento tra la tradizione delle Soap Box di legnoe la modernità e la tecnologia delle Ferrari Box, unsimpatico e accattivante connubio, non una competizionevera e propria, visto che il cuore della manifestazione

resta sempre il divertimento in assoluta sicurezza. La gara è cominciata alle 15,30 con la prima manche divelocità: si sono succedute le nove auto della ScuderiaFerrari Box, le sei auto della FICS - Federazione ItalianaCart's, i nove brusì o carretti e le dodici soap boxclassiche, per un totale di 36 macchine che hannosfrecciato lungo le Mura Venete di Città Alta cercando diaccaparrarsi il Premio Velocità.Successivamente si è tenuta la seconda manche per tuttigli equipaggi, la più attesa per le soap box di legno,perché contempla il superamento dei celeberrimi

ostacoli: sabbia, vasca d'acqua, chicane, salto, passerella,fumo, freno, scaletta e vasca di schiuma, che hannoemozionato il pubblico presente. Più di 50.000 persone si sono assiepate lungo le Mura diCittà Alta per assistere alla gara dove hanno trionfato lafantasia e la stravanganza delle macchine: due tributi aglialpini, una vasca da bagno, il volante di una vecchiaautobianchi e la cabina doccia occupata da una bambolagonfiabile. Ma non solo: hanno sfrecciato anche un autodedicata a L’Eco di Bergamo, una soap box ispirata al FarWest, una a Speedy Gonzales e ai Promessi Sposi.

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Il Premio Originalità è stato aggiudicato sin dallamattinata, successivamente alle verifiche tecniche dellaauto, ed è stato vinto da Emilio Bandirali e Mirko Morzenticon "WANTED". Secondo posto per "LA SARNEGHERA" diSimone Belometti e Giacomo Pansera e "RENZO E LUCIA"di Cesare Manzotti e Maurizio Agostino Pasta.

Il Premio Velocità è stato vinto da Diego Baratelli e WalterDossi con "LA CARETA"; secondo e terzo posto assegnatia due tributi agli alpini; rispettivamente AlessandroCarrara e Federico Dubbini con "W GLI ALPINI" e GiacomoBurini e Guido Giacomo Giovanzana con "BELLA CIAO".

Il Premio Gran Combinata è stato, invece, assegnato in exaequo ai due cowboy, Emilio Bandirali e Mirko Morzenticon "WANTED" e a Cesare Manzotti e Maurizio AgostinoPasta con un divertente tributo a "I Promessi Sposi","RENZO E LUCIA", mentre il terzo va a "LA SARNEGHERA"di Simone Belometti e Giacomo Pansera, che siaggiudicano anche il primo posto per la classifica oratoricontro Zanica e Seminarino di Città Alta.

I premi sono stati consegnati durante una cena dipremiazione tenutasi presso il ristorante Vita CafèHosteria a Bergamo.

Un ringraziamento da parte dell’Organizzazione vasicuramente ai volontari che, come ogni anno, aiutano nelcontrollo ligistico del percorso.quest’anno era presenti circa sessanta persone facentiparte di diverse associazioni e protezioni civili:G.O.V.O., Protezione civile di Bergamo, U.O.R. Unitàoperativa radioemergenze, Protezione Civile Barzana,Volontari Antincendio Boschivo Torre Boldone, CVSProtezione Civile Grassobbio Onlus, N.O.R.S. Protezionecivile, Bergamo sud Protezione civile.

Fotografia Fotoclub Bergamo - Antonio Pecis

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Il Premio Originalità è stato aggiudicato sin dallamattinata, successivamente alle verifiche tecniche dellaauto, ed è stato vinto da Emilio Bandirali e Mirko Morzenticon "WANTED". Secondo posto per "LA SARNEGHERA" diSimone Belometti e Giacomo Pansera e "RENZO E LUCIA"di Cesare Manzotti e Maurizio Agostino Pasta.

Il Premio Velocità è stato vinto da Diego Baratelli e WalterDossi con "LA CARETA"; secondo e terzo posto assegnatia due tributi agli alpini; rispettivamente AlessandroCarrara e Federico Dubbini con "W GLI ALPINI" e GiacomoBurini e Guido Giacomo Giovanzana con "BELLA CIAO".

Il Premio Gran Combinata è stato, invece, assegnato in exaequo ai due cowboy, Emilio Bandirali e Mirko Morzenticon "WANTED" e a Cesare Manzotti e Maurizio AgostinoPasta con un divertente tributo a "I Promessi Sposi","RENZO E LUCIA", mentre il terzo va a "LA SARNEGHERA"di Simone Belometti e Giacomo Pansera, che siaggiudicano anche il primo posto per la classifica oratoricontro Zanica e Seminarino di Città Alta.

I premi sono stati consegnati durante una cena dipremiazione tenutasi presso il ristorante Vita CafèHosteria a Bergamo.

Un ringraziamento da parte dell’Organizzazione vasicuramente ai volontari che, come ogni anno, aiutano nelcontrollo ligistico del percorso.quest’anno era presenti circa sessanta persone facentiparte di diverse associazioni e protezioni civili:G.O.V.O., Protezione civile di Bergamo, U.O.R. Unitàoperativa radioemergenze, Protezione Civile Barzana,Volontari Antincendio Boschivo Torre Boldone, CVSProtezione Civile Grassobbio Onlus, N.O.R.S. Protezionecivile, Bergamo sud Protezione civile.

Fotografia Fotoclub Bergamo - Antonio Pecis

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organizzazione generale:

Via Zelasco, 1 - 24122 BERGAMOtel.035.237323 - fax 035.224686www.teamitalia.come-mail: [email protected]

teamitalia

con il patrocinio

Ass. Politiche giovanili Ass. allo Sport

sponsor ufficiali

sponsor

Turismo Bergamo

partner tecnico-servizi turistici fotografi ufficiali

media partner ristorante ufficiale

IL SOAP BOX RALLY RINGRAZIA I SUOI PARTNER

Fotoclub Bergamo

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organizzazione generale:

Via Zelasco, 1 - 24122 BERGAMOtel.035.237323 - fax 035.224686www.teamitalia.come-mail: [email protected]

teamitalia

con il patrocinio

Ass. Politiche giovanili Ass. allo Sport

sponsor ufficiali

sponsor

Turismo Bergamo

partner tecnico-servizi turistici fotografi ufficiali

media partner ristorante ufficiale

IL SOAP BOX RALLY RINGRAZIA I SUOI PARTNER

Fotoclub Bergamo

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Come iPhone ha fatto sì che le persone ripen-

sassero l’uso del cellulare (da strumento per

telefonare e mandare SMS a dispositivo mul-

tifunzionale per interagire con la realtà intor-

no a noi, portando e-mail in mobilità, mappe

interattive che conoscono la nostra posizione

e oltre 250.000 applicazioni nelle mani della

gente comune, senza la necessità di essere in-

gegneri per usarlo), così iPad rivoluzionerà il

modo in cui pensiamo il computer?

Una scatola con schermo, tastiera e mouse,

complessa da usare, misteriosa e per molti

anche poco comprensibile, che non fa mai

quello che vogliamo. Non è una questione cul-

turale né anagrafica: il computer risulta ostico

tanto agli anziani quanto ai giovani, che ma-

gari hanno più occasioni di interagirvi, ma lo

fanno comunque controvoglia. L’interazione

con il computer, d’altronde, fatta di puntato-

ri, mouse, trackpad, tastiere, si basa su para-

digmi inventati da ingegneri per gli ingegne-

ri, da tecnici per i tecnici. L’idea di muovere

una scatoletta di plastica sulla scrivania per

spostare una freccia disegnata dentro un’altra

scatola più grande, in fondo, non risulta natu-

rale ai più, a meno che non vi abbiano abituati

fin da piccoli.

di Emanuele Lorenzo Cavassa1

iPad

Tecnologia

iPad spezza questi paradigmi. iPad prende

l’interfaccia tattile di iPhone, ben conosciuta

dalla gente e la estende su uno schermo enor-

memente più spazioso per permettere un’in-

terazione ancora più comoda alle persone che

lo utilizzano.

Il dito, puntatore per eccellenza, è l’unica

cosa che ci unisce all’azione che dobbiamo

compiere, che sia scrivere un’e-mail, disegna-

re, comporre musica, annotare un pensiero,

sfogliare le nostre foto o navigare sul web.

Da piccoli impariamo a conoscere il mondo

attorno a noi attraverso l’esperienza tattile

che ne facciamo. iPad estende ed espande

questa esperienza, introducendola nel mondo

informatico e mutuando dalla realtà gesti che

facciamo con gli oggetti reali, come rotazione,

ingrandimento, ecc.

1 Blogger e techwriter, si occupa di tecnologia e new media dal 2001. Gestisce il sito ilifetutorial.org e lavora come Genius presso 1Place.

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Non pensate tuttavia ad iPad come ad un

grosso iPhone. Sarebbe riduttivo e non rende-

rebbe giustizia all’esperienza utente dell’uso

della tavoletta di Apple. È iPhone ad essere

un piccolo iPad, in realtà. La cura con cui è

stata creata l’interfaccia grafica di iPhone

OS montato su iPad, maniacale a livello di

pixel, rivela un piano ben preciso. E non mi

sorprenderebbe se Apple fosse stata al lavoro

sul progetto iPad ben prima della nascita di

iPhone nel 2007, ripiegando su un oggetto più

piccolo con cui abituare gli utenti al sistema

multi touch per poi presentare iPad una vol-

ta in cui fosse assorbito completamente dalle

persone.

iPad può sostituire un portatile? O uno dei fa-

migerati Netbook, tanto di moda fino al no-

vembre scorso? Protrebbe. Se è facile parago-

nare l’ultimo arrivato con i suoi predecessori

iPhone ed iPad, infatti, con un po’ d’uso ci si

accorge di come uno schermo più grosso uni-

to all’interfaccia di iPhone OS riadattata alla

maggior superficie dia maggior spazio per

operare sulla lastra di vetro multitouch, con

conseguente maggior comodità e soprattutto

più possibilità espressive. Se iPhone ed iPod

sono dispositivi pensati principalmente per la

fruizione di contenuti e la sporadica creazio-

ne, soprattutto di note ed e-mail, iPad è inevi-

tabilmente un dispositivo di creazione. È vero,

Apple nel suo marketing punta tantissimo per

iPad sulla fruizione (web, eBook, e-mail, foto,

film, applicazioni) perché la maggior parte

delle persone che usa il computer per intera-

gire con web ed e-mail, vedere le foto scattate

e guardare i video su YouTube è il target pri-

mario di iPad, ma la verità è che in moltissimi

aspetti iPad non ha nulla da invidiare ai suoi

cugini Mac.

Chi fa uso del computer principalmente per

scrivere, navigare, vedere film, cercare infor-

mazioni e presentare il proprio lavoro troverà

in iPad un compagno fedele, se non indispen-

sabile. Con dimensioni ancora più ridotte di

un Netbook, mancando tastiera e trackpad

sostituiti dallo schermo sensibile al tocco;

iPad per gli scrittori, i giornalisti, gli studen-

ti, gli artisti sarà uno strumento fenomenale.

Pensate all’immediatezza di uno strumento

in cui tutto quello che faccio sta sotto le mie

dita, senza una separazione concettuale tra

video e input (mouse e tastiera).

Se il trend di vendita continuerà come ne-

gli Stati Uniti, con oltre 1 milione di unità in

meno di un mese, iPad potrebbe creare una

nuova consapevolezza negli utilizzatori. Pen-

sate ad un anziano, la semplicità di navigare

in internet, ricevere le foto dei nipotini e po-

terle visualizzare, senza la complessità tipica

di un computer.

Pensate alla liberazione di non dover sapere

dove avete salvato un file, ma semplicemente

aprire l’applicazione e trovare tutti i vostri file

ordinatamente elencati al suo interno.

Pensate al futuro, ad un qualunque film di fan-

tascienza, al fatto che i computer come li in-

tendiamo adesso non ci sono ed ecco, l’iPad.

La rivoluzione nel modo in cui interagiamo

con il computer. Oggi. n

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I primi giardini pensili della storia sono sicura-

mente quelli attribuiti alla regina assira Semi-

ramide (Babilonia 590 a.C.). La leggenda in-

torno a questo lussureggiante impianto vuole

che la regina potesse trovare fiori freschi tutti

i giorni, in particolare rose. Da recenti ritrova-

menti sembra che i primi in Italia invece siano

stati realizzati dalla civiltà etrusca intorno al

400 a.C. Ma l’utilizzo diffuso delle tecniche

per i tetti verdi inizia veramente negli anni ’70

nelle regioni del Nord Europa, per giungere da

noi con un po’ di ritardo (anni ’90).

Oltre al ruolo estetico e di miglioramento

dell’inserimento paesaggistico dell’edificio,

l’abbattimento delle polveri sottili unite al ri-

spetto del microclima rendono i tetti verdi, e

di Matteo Scarpellini1

Tetti verdiBelli, ecosostenibili ed economicamente vantaggiosi

le pareti verdi, una scelta attenta all’ambiente

e alla qualità della vita, ma non solo. Il ver-

de pensile, infatti, svolge importanti funzio-

ni di utilità diretta con ricadute economiche

quantificabili visto che l’isolamento e lo sfa-

samento termico del tetto verde si traducono

in risparmio sulle spese di coibentazione e di

condizionamento. Nel grafico potete parago-

nare l’andamento delle temperature in agosto

con e senza la copertura verde:

Significativo è anche il potere di isolamen-

to acustico dei vari strati che compongono il

tetto verde. Senza dimenticare che l’elevata

ritenzione idrica limita fino all’80% il deflus-

so delle acque meteoriche, riducendo così il

carico nella rete fognaria. Attenzione però,

è tassativamente da escludere il “fai da te”,

in quanto i tetti verdi presentano complessi-

tà progettuali e logistiche che solo operatori

1 Giardiniere specializzato in verde pensile, nonché titolare di Tillia Garden’s Mirabilia Bergamo – Milano Tel. 035 19951458. Sul sito: www.tettiverdi.it, potrete seguire l’evoluzione del verde pensile e conoscere i meccanismi d’incentivazione che sempre più comuni stanno predisponendo.

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specializzati possono gestire in modo da ga-

rantire la tutela del fruitore sia dal punto di

vista normativo che assicurativo.

I tetti verdi si dividono in due categorie:

estensivi (a bassa manutenzione) e intensivi

(a manutenzione ordinaria). Questi due ter-

mini non hanno dunque niente a che vedere

con le dimensioni del tetto verde, anche se

le coperture intensive rappresentano giardini

come normalmente li concepiamo (con i loro

volumi, cromatismi e necessariamente con gli

interventi di manutenzione), mentre le coper-

ture estensive rappresentano un modo di fare

natura interessante soprattutto su estensioni

importanti. In ogni caso la vegetazione impie-

gata deve essere opportunamente selezionata

tenendo conto di quelle che sono le condizioni

microclimatiche della zona che s’intende rin-

verdire. La parte verde delle coperture non è

come un pannello di un qualsiasi materiale da

dimensionare e quantificare, bensì un sistema

vivo con le sue esigenze e con il suo punto di

equilibrio agronomico, botanico e funzionale.

Invero, grazie alla diffusione sempre maggiore

dei tetti verdi in Italia si è superato il concetto

stereotipato di fare verde pensile solo con la

copertura a Sedum, e si è cominciato a fare

giardini pensili “all’italiana”. Ossia mettendo

l’estro creativo a disposizione di essenze au-

toctone o naturalizzate. Al di là dell’origina-

lità, questa filosofia permette al giardino sul

tetto di essere un vero sistema biologico in

movimento con i naturali rapporti di competi-

zione tra le specie e quindi di contribuire alla

preservazione della biodiversità.

Oltre ai noti usi come giardini pubblici o pri-

vati, oggi la realizzazione di un tetto verde

specificatamente attrezzato può offrire nuove

e più creative opportunità di utilizzo, con so-

luzioni “chiavi in mano” quali: Il Fitness sky

center (vere e proprie palestre all’aperto con

“percorsi natura”, vasche idromassaggio, sala

pesi e tanto altro) ideale per palestre o cen-

tri benessere ma anche per centri commer-

ciali e strutture pubbliche; il Break business

sky point (giardino dove organizzare pause

caffè, rinfreschi o aperitivi dopo un evento o

nella pausa di un convegno, trovare una zona

riservata ai fumatori all’aperto) che miglio-

ra la qualità di vita sul luogo del lavoro; così

come l’Open sky office (spazio gradevole dove

fare riunioni, perché è più facile apprendere

e comunicare, lavorare e studiare sotto gli

alberi e al riparo da ogni disturbo); il Kinder

sky garden (giardino condominiale, magari

attrezzato con altalene ed altri giochi, dove i

bambini possono giocare senza allontanarsi

da casa); o ancora gli orti sospesi (occasioni

per la coltivazione di ortaggi, piante officinali

e addirittura frutta di vario tipo) compendio

ideale, anche economicamente vantaggioso,

per ristoranti, bar, mense aziendali, bed &

breakfast o anche solo per dei condomini, per

esempio anziani, che non hanno la possibilità

di spostarsi in periferia alla ricerca di piccoli

orti da coltivare.

Ultimo punto importante, la sensibilità delle

amministrazioni locali (e quindi la politica

d’incentivazione) sta crescendo alla luce degli

ottimi risultati ambientali riscontrati un po’ in

tutto il mondo. Basti pensare che nella sola

città di Toronto, la creazione di un esiguo nu-

mero di tetti verdi ha comportato l’abbassa-

mento della temperatura in estate di 3 gradi

centigradi. Se considerate che uno dei nostri

problemi maggiori oggi è il riscaldamento del

pianeta, direi che il verde pensile ha il suo ruo-

lo da giocare. n

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Contaminazioni ContemporaneeViaggio nell’immaginario sonoro

di Raffaella Ravasi Ph. Simone Montanari

Presentato venerdì 21 maggio al Teatro Doni-

zetti il programma della V edizione del festi-

val Contaminazioni Contemporanee – viaggio

nell’Immaginario sonoro ECM – alla presenza

dell’Assessore alla Cultura e Spettacolo del

Comune di Bergamo Claudia Sartirani, del Di-

rettore Artistico Alessandro Bettonagli e con

Maco Matalon di Ducale – ECM. Il festival avrà

inizio con il concerto organizzato dall’Associa-

zione Verbo Essere della “punta di diamante”

Keith Jarrett. Il pianista torna a Bergamo dopo

37 anni venerdì 16 luglio al Lazzaretto con il

suo Standards Trio (Keith Jarrett al piano,

Gary Peacock al contrabbasso e Jack DeJoh-

nette alla batteria). Il programma di Contami-

nazioni Contemporanee proseguirà a settem-

bre con ben quattro prime nazionali assolute.

Martedì 21 settembre nella Basilica di Santa

Maria Maggiore si esibirà Jan Garbarek (sax

tenore e soprano) con The Hilliard Ensemble:

David James (controtenore), Rogers Covey-

Crump (tenore), Steven Harrold (tenore), Gor-

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don Jones (baritono): il musicista norvegese e

il quartetto inglese presenteranno in esclusiva

italiana il loro Officium Novum. Seguiranno

due appuntamenti nella prestigiosa cornice

del Teatro Sociale in Città Alta: venerdì 24 set-

tembre con Stephan Micus (strumenti etnici

a fiato, corde e a percussione) e sabato 25

con il Stefano Battaglia Trio: Stefano Batta-

glia (pianoforte), Salvatore Maiore (contrab-

basso), Roberto Dani (percussioni). Si esibirà,

a seguire, la cantante Norma Winstone, figura

di spicco sin dagli anni Sessanta del British

Jazz, accompagnata da Klaus Gesing (clari-

netto basso, sax soprano) e da Glauco Venier

(pianoforte).

Prezzi biglietti:

- Concerto Keith Jarrett/Gary Peacock/Jack

DeJohnette: 45, 78, 98 Euro + diritti di pre-

vendita

- Concerto Jan Garbarek & Hilliard Ensemble:

30 Euro + diritti di prevendita

- Concerti al Teatro Sociale: 20 Euro a concer-

to; 30 Euro abbonamento ai due concerti; +

diritti di prevendita.

Info e prevendite:

Biglietteria del Teatro Donizetti

tel. 035 4160601/02/03

(dal lunedì al sabato dalle ore 13 alle 20,30).

Prevendite on line: www.teatrodonizetti.it n

Contaminazioni ContemporaneeViaggio nell’immaginario sonoro

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Essere padre

Uno psi per amico

1 Psicologo Psicoterapeuta - e-mail: [email protected] - www: psicologo.bergamo.it

di Mario Tintori1

“I padri non ci sono più”, refrain tanto osses-

sivo da perdere, alla fine, ogni significato.

Quello autoritario che la contestazione degli

anni ’60 e ‘70 ha combattuto non c’è più e, a

conti fatti, è meglio così.

Il padre assente, il padre debole, il padre

amico. Tutte figure dell’inadeguatezza con la

quale viene rappresentato il padre di oggi.

“Ciò di cui c’è bisogno è un padre autorevo-

le”, si dice.

Ma cos’è un padre?

Spesso si pensa, ancora che un padre sia co-

lui che dà le norme, indica ciò che è bene e

ciò che è male. Colui che permette e che proi-

bisce. Un padre normativo; generalmente au-

toritario. Quello di una volta, insomma.

Mentre quello odierno fa fatica a interpretare

questo ruolo, ancor meno in modo autorevo-

le, sia perché, lui stesso non ha chiaro ciò che

sia giusto e ciò che sia sbagliato, sia perché

è scavalcato da tanti altri “padri” artificiali e

virtuali, prodotti dei mezzi di comunicazio-

ne, che indicano più o meno intenzionalmen-

te quali siano le norme ispiratrici dell’oggi,

con individualismo e narcisismo nei ruoli di

primo piano.

Padri questi che permettono molto, solleci-

tando il superamento strutturale del limite,

e quasi mai proibiscono. Anzi,

una cosa la proibiscono: quella di

pensare in autonomia e di avere

la capacità e il coraggio di essere

autentici, cioè di essere fedeli a sé

stessi.

Perché ogni essere è un individuo

unico, uno dei compiti a cui è chia-

mato un padre è quello di creare le

condizioni perché il proprio figlio

sia nel mondo con la consapevo-

lezza di sé e dei propri desideri e

con la forza e il coraggio di vivere

ed impegnarsi per realizzarli.

Ma ne riparleremo. n

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Il Rifugio Tagliaferri è in un certo senso il sim-

bolo della sottosezione Club Alpino Italiano

“Val di Scalve”. Creata nel 1978 la sottosezio-

ne è stata presieduta dall’alpinista Nani Ta-

gliaferri che, insieme ad amici iniziò la ricerca

di un posto adatto alla costruzione di un rifu-

gio alpino. Purtroppo nel 1981 perse la vita,

assieme a Livio Piantoni e Italo Maj, scalando

il Pukajirka Central, nelle Ande Peruviane: il

crollo di un’intera parete ghiacciata appena

sotto la vetta travolse gli scalatori.

Così il fratello, Francesco, e altri amici s’im-

pegnarono in modo ancor più deciso per re-

alizzare il nuovo rifugio e finalmente scelsero

la piccola conca a circa m.2330 di altezza,

appena sotto il passo Venano, collegata da

ampie e storiche mulattiere a Schilpario e al

passo dell’Aprica. Giacché, nonostante la quo-

ta ed una posizione vicinissima alla cresta,

una sorgente garantiva la fornitura costante di

acqua potabile, elemento indispensabile per

la conduzione di qualsiasi rifugio alpino.

Il rifugio fu costruito nel corso dell’estate 1985

grazie al lavoro volontario di diverse persone e

inaugurato il 22 settembre 1985.

Purtroppo, dopo solo un anno, nel mese di

novembre del 1986, un incendio distrusse il

rifugio. Bruciarono tutte le opere in legno: tra-

vi, travetti, parti interne, arredi; rimasero solo

i muri in pietra. Siccome lasciare la costru-

zione in quello stato per tutto l’inverno voleva

dire rischiare un decadimento irrimediabile di

quanto restava dei muri, si dette subito il via

ai lavori di ricostruzione. Meno di un mese di

lavoro competente ed attivissimo di diversi vo-

lontari portò alla ricostruzione del rifugio con

ampliamento della cucina, nuovo tetto, nuovi

serramenti e muri riadattati.

Nel 1998 il rifugio venne nuovamente amplia-

to, dedicando più spazia ai dormitori e cre-

ando nuovi servizi igienici dotati di docce e

acqua calda.

Nel 2007 si è eseguito un ulteriore importante

ampliamento erigendo sul retro del rifugio un

Rifugio Nani Tagliaferri 2328m

Andiamo per monti

1 Paolo Valoti è socio della Sezione di Bergamo del Club Alpino Italiano (CAI) dal 1982 e attualmente Presidente sezionale eletto per il terzo mandato 2008/2010, nonché Istruttore Nazionale di Sci Alpinismo (INSA) nella Scuola di Sci Alpinismo “Bepi Piazzoli” e Istruttore di alpinismo. La Sezione CAI di Bergamo è stata fondata il 23 maggio 1873 ed è stata dedicata nel 1936 alla memoria di Antonio Locatelli. Oggi è la prima Sezione italiana per numero di soci e conta circa 10.000 soci distribuiti nelle 19 sedi territoriali capillarmente diffuse nella provincia bergamasca. Il Club Alpino Italiano è una storica e moderna realtà associativa con profonde e sane radici in montagna che si rinnovano senza sosta nel servizio per la montagna e per le sue genti grazie alla dedizione dei soci attivi impegnati a diffondere i grandi valori del Club e a condividere l’intramontabile passione per la Montagna, in ogni sua espressione, in particolare coinvolgendo i giovani d’ieri, di oggi e di domani. www.caibergamo.it

di Paolo Valoti1

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corpo di fabbrica in muratura di pietra e tetto

a struttura lignea con un aumento di una de-

cina di posti letto. Nella scorsa primavera si è

provveduto a installare un impianto eolico di

produzione di energia elettrica che sfrutta la

costante presenza del vento. Il nuovo impian-

to, unitamente al potenziamento dei pannelli

fotovoltaici, permette una maggior autosuffi-

cienza energetica con fonti rinnovabili.

L’accesso al rifugio può avvenire seguendo

diversi percorsi:

Dalla Valle del Vò, che inizia nei pressi •di Schilpario con partenza nella frazione

Ronco seguendo la mulattiera militare

con segnavia CAI numero 413.

Dalla Valle del Venerocolo, con partenza •dal ristorante del Vò sino al passo del Ve-

nerocolo, al passo del Demignone, al pas-

so del Vò; seguendo sentieri CAI numero

414 e 416.

Da Bueggio, frazione di Vilminore, sino •ai ruderi della diga del Gleno, al passo di

Belviso e quindi al rifugio lungo i sentieri

CAI 410 e 434.

Dal rifugio Curò, lungo il Sentiero natu-•ralistico “Antonio Curò”, attraverso la val

Cerviera attraverso il passo Bondione, nel-

la parte alta della valle del Gleno e da qui

al rifugio lungo i sentieri CAI 321 e 324.

Dal rifugio Curò al lago naturale del Bar-•

bellino, al passo Grasso di Pila, alle baite

Pila, passo di Venano e da qui al sotto-

stante rifugio, lungo il sentiero CAI 424.

Dal passo del Vivione, lago di Valbona, •passo del Gatto, passo del Venrocolo,

passo Demignone, passo Vò, passo Vena-

no e rifugio lungo il sentiero 416.

Dal lago di Belviso (Valtellina, zona Apri-•ca) alla malga di Pila, passo di Venano e

rifugio lungo il sentiero CAI 324.

Dal lago di Belviso (Valtellina, zona Apri-•ca) alla malga Demignone al passo di Ve-

nano al rifugio lungo il sentiero CAI nume-

ro 24 e 416.

L’elenco da un’idea della posizione “centrale”

di questo stupendo rifugio, raggiungibile dalla

Val di Scalve, dalla valle Seriana e dalla Val-

tellina.

Una sosta di più giorni al rifugio consente di

intraprendere escursione veramente sorpren-

denti. Dal passo Venano, passando dal passo

del Vò, passo Demignone, malga di Campo,

sopra il lago di Belviso, malga Demignone si

arriva nuovamente al rifugio. Un giro durante

il quale è possibile incontrare camosci, mu-

floni, cervi, caprioli e marmotte. L’itinerario

conduce a baite e malghe utilizzate da pastori

e mandriani durante la stagione estiva e dai

quali si possono acquistare squisiti formaggi

d’alpe dal gusto ineguagliabile.

Un altro interessante anello è il passo Venano,

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malga di Pila, passo di Pila, (eventuale devia-

zione sino al passo del Serio e alla vetta del

monte Torena), laghi artificiali di Pila, lago

Barbellino, rifugio Barbellino, valle Cerviera,

passo Bondione, (eventuale salita sino alla

vetta del Pizzo Tre Confini), valle del Gleno,

passo Belviso, passo venano e finalmente

Rifugio Tagliaferri. Anche qui possibili, anzi,

probabili incontri con camosci e stambecchi

e, perché no, avvistamento di aquile reali, che

frequentemente planano quasi come alianti

tra il monte Torena e il Pizzo Tornello.

La sera, rientrando al rifugio, una favolosa

doccia calda e una succulenta cena in un’at-

mosfera familiare e allegra ritemprano anche

il fisico più stanco. Nel rifugio è, tra l’altro,

esposta una serie di cartelloni fotografici con

testi descrittivi in italiano ed in inglese, che

illustrano dettagliatamente il rifugio e l’am-

biente naturale circostante.

Biodiversità e tipicità enogastronomica del

rifugio:

Casoncelli bergamaschi, Carne al Venà, Cus

di agnello, formaggi e salumi della Valle di

Scalve.

Scheda tecnica

Altitudine: 2328 metri sul livello del mare

Zona: Valle del Vo - Schilpario – Valle di

Scalve

Gestore Francesco Tagliaferri

Recapito telefonico gestore: 0346.51.219

Recapito telefonico rifugio: 0346.55.355

Proprietà: CAI Bergamo

Apertura: per il 2010 dall’1.5 al 12.6 aperto

festivi e prefestivi (tempo permettendo),

dal 13.6 al 12.9 apertura continuata,

dal 25.9 all’1.11 aperto festivi e prefestivi

(tempo permettendo)

www.caibergamo.it

Evento da non perdere:

Domenica 11 luglio 2010 - ore 11.00 presso

al Rifugio Tagliaferri.

Concerto “Armonie e bellezze a fil di cielo”

Esecuzione musicale dedicata alle celebra-

zioni per i venticinque anni del Rifugio Nani

Tagliaferri (1985-2010). A cura di Gianluigi

Trovesi, Stefania Trovesi, Gianni Bergamelli e

Stefano Montanari n

Rifugio Nani Tagliaferri 2328m

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Leroy Merlin in prima linea per l’ecologia

Scelte illuminate

Una lampadina incandescente tradizionale

disperde sotto forma di calore oltre il 90%

dell’energia elettrica, mentre le lampade fluo-

rescenti compatte, a parità di luce diffusa,

permettono di abbattere i consumi elettrici

dell’80% e di ridurre notevolmente le emissio-

ni di gas a effetto serra.

Si parla di un risparmio di circa 3 milioni di

tonnellate di CO2 e di un risparmio in bolletta

pari a 100 euro all’anno per una famiglia tipo.

Per saperne di più vi segnalo il risparmiome-

tro di Greenpeace: http://www.greenpeace.it/

incandescenti/ che permette di calcolare sia il

proprio risparmio annuo che il proprio contri-

buto alla tutela della natura.

L’Italia ha fissato al 1° gennaio 2011 la messa

al bando delle incandescenti, ma alcune ca-

tene della grande distribuzione organizzata,

quali Leroy Merlin, Coop e Ikea, le hanno già

rimosse da un anno, dando un forte segnale

di voler andare verso uno sviluppo sostenibile.

Già in testa alla classifica di Greenpeace delle

catene a favore dell’ecologia, Leroy Merlin non

si ferma. Infatti, consapevole che pur garan-

tendo notevoli vantaggi dal punto di vista del

consumo, le lampade a risparmio energetico

non sono prive di effetti negativi sull’ecosi-

stema, per la presenza di mercurio, da mesi

già Leroy Merlin ci propone delle lampade re-

alizzate da Wiva group con materiali riciclati e

che contengono meno di 2,5 mg di mercurio

(ossia la metà del mercurio attualmente usa-

to per il funzionamento di queste tipologie di

lampade, senza peraltro rinunciare a nessuna

prestazione tecnica). E per i lettori di Berga-

moUp, Leroy Merlin va ancora oltre, offrendo

loro un buono sconto valido fino al 31 luglio

2010 n

di Maryline JM-W

Valido fino al 31/07/10 per l’acquisto di una lampadina

Buono sconto del 25%

Presso: LEROY MERLIN

Via E. Fermi, 60/62 - Curno (BG) - Via Cassinone - Seriate (BG)

Orari d’apertura: Lun-Sab: 9.00 - 20.30

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Tanti numeri per arrivare aZero.

Dosaggio Zero MirabellaVede finalmente la luce, alla fine diun lungo labirinto di strade tortuose evicoli ciechi! Ma la tenacia e la grandeprofessionalità riescono a raggiungeretraguardi anche dopo percorsi difficili:trovare la luce dopo molto buio rendesempre importante il risultato.Mirabella può ora proporre un segnodistintivo, di grande personalità e diindubbio valore.

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az. agr. Mirabellavia Cantarane, 2 - 25050 Rodengo Saiano (BS)Tel +39 030 611197 Fax +39 030 [email protected] www.mirabellavini.it

Un percorso lungo trent’anni. Un labirinto!30L’esperienza di tre enologi. 3Le annate che compongono la cuvée 2000, 2001 e 2002.

3

Gli anni di età media dei vigneti.25I mesi di permanenza sui lieviti.60

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“K e nako”, “è giunta l’ora” recita lo slogan coniato dagli organizzatori della FIFA Sokker-Wêreld-

bekertoernooi. Il Sudafrica emerso dagli anni bui dell’Apartheid vuole infatti cogliere l’occasione di

questo campionato mondiale per dimostrare di essere un Paese moderno, e che, per riprendere le

parole di Nelson Mandela, «Una cosa sembra impossibile finché non è stata realizzata». Ricordia-

moci invero che tanti erano i dubbi (lentezza dei lavori e rischi di violenze xenofobe) sulle capacità

del Sudafrica (o di qualunque altro stato africano) ad accogliere una tale gara. Ma l’impegno del

governo di Kgalema Motlanthe (presidente della Repubblica sudafricana dal 2008) è stato poderoso

(non solo per i 2,5 miliardi di euro investiti) e l’entusiasmo è alle stelle, sia nei quartieri “bianchi” di

Città del Capo che nelle township “nere” di Soweto.

Visto che gli Azzurri di Marcello Lippi disputeranno la loro prima partita per questa diciannovesima

edizione del campionato mondiale di calcio solo lunedì 14 giugno alle 20:30 nello stadio di Cape

Town contro il Paraguay, perché non ingannare l’attesa in compagnia di un uomo che ha vissuto

sulla propria pelle le emozioni che provano oggi i nostri Azzurri, Mario Bertini, ex centrocampista

della vincitrice quest’anno del quinto scudetto consecutivo, l’Inter.

di Maryline JM-W

Mondiali di calcio 2010«Lo sport ha il potere di ispirare e unire la gente» Nelson Mandela

Come sempre la comunicazione non verbale

opera appena ci si vede. Mario colpisce per

la sua eleganza raffinata e i suoi modi gentili.

Trasmette una calorosa sensazione di sempli-

cità. Ci diamo subito del tu.

Cosa hai provato quando sei stato selezionato

per la prima volta per rappresentare l’Italia?

La prima volta non si scorda mai, è come il pri-

mo amore [sorride, gli s’illuminano gli occhi,

quindi procede] anche se, l’ultimo è sempre

il più bello. [Ridiamo di fronte a questo suo

giocare con le parole] Direi che le emozioni

più forti sono quelle che si vivono da giovani,

anche se forse ti gusti di più le successive. Io

sono arrivato ai massimi livelli a 22 anni, e

quello che ho provato è indescrivibile perché

in un attimo sei al centro del mondo e ti senti

la testa scoppiare. Per fortuna avevo gente vi-

cina che mi ha tenuto abbastanza a freno. Ho

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avuto dei bei maestri. Innanzitutto in famiglia:

un mio fratello è stato un vero carabiniere, an-

che se di professione fa tutt’altro [ridiamo di

gusto], mi ha fatto da padre in qualche senso,

mentre l’altro, professionista di calcio, è stato

di buoni consigli.

Qual è il ricordo più bello della tua carriera

di calciatore?

Il triplice fischio finale della partita Italia Ger-

mania è ovvio. Non per niente l’Azteca ha an-

cora oggi un blocco di cemento sul quale c’è

scritto : qui è stata giocata la partita del seco-

lo. Certo ormai dovrebbero aggiungere del se-

colo scorso, però insomma la realtà è quella.

E il ricordo più brutto invece?

Quando “mio padre Chiappella” [il suo alle-

natore da sempre, morto qualche mese fa] ha

smesso di farmi giocare. Da lì capii che non

ero più abituato a fare la riserva, così lasciai

l’Inter e il calcio, per finire “in bellezza”. An-

che se in realtà, qualche mese dopo mi lasciai

tentare dal Rimini che era in serie B. Ma ap-

pena ripreso, capii subito che la mia decisio-

ne iniziale era confermata: volevo smettere di

giocare. Recisi dunque il contratto di tre anni

che avevo con la società del Rimini. Insomma

sono sceso da un piedistallo e ho ricominciato

come tutti gli altri.

È stata dura?

No, io sono uno che sdrammatizza tutto, nel

bene e nel male; non mi entusiasmo molto e

non drammatizzo. Ho avuto tutto dalla vita,

anche se poi mi ha tolto molto. [Per un attimo

esita. Fa una battuta] Questa diventa un’inter-

vista di vita più che di calcio [Sorride. Quindi

procede] Ho perso un figlio ventenne. Dopo

aver lottato per alcuni anni contro la droga,

mentre pensavo di averlo finalmente ritrova-

to, è morto uscendo di comunità. [Scoprirò

la sera dell’intervista che la figlia sedicenne

di alcuni amici si ricorda benissimo di Mario

e del suo intervento a scuola per parlare del

problema della droga.] In ventiquattrore cadi,

gli amici ti guardano e vorrebbero dirti parole

che non esistono. Comunque quello che mi dà

conforto è che sono convinto di aver fatto tut-

to quello che potevo. [Sorride e con lo sguardo

m’incoraggia a riprendere con le mie doman-

de, esito. Allora continua lui] In quarant’anni

questa sarà la quinta o la sesta intervista, non

Mario Bertini (Prato, 7 gennaio 1944)

A vent’anni fa il suo esordio in serie A come

mediano. Due anni dopo è aggregato, come

“apprendista” fuori rosa nella spedizione

italiana ai mondiali d’Inghilterra con Gigi

Riva. Dopo quattro stagioni a Firenze passa

all’Inter, dove diventa rigorista, raccoglien-

do un discreto bottino di reti, anche grazie

al suo destro potente e preciso, che a fine

carriera gli frutterà 44 reti su 307 presenze

in massima serie. Le sue doti principali: la

corsa, l’interdizione e appunto la conclusio-

ne secca. Oltre a questo notevole percorso,

Mario rimane nei cuori di tutte le età per

aver giocato in quella che è considerata la

più bella partita del secolo (Italia Germania

4 a 3 allo stadio Atzeca di Città del Messi-

co con 105.000 spettatori che tratteranno

il fiato fino all’ultimo secondo dei tempi

supplementari) e per aver lottato contro il

Brasile più forte di tutti i tempi per la finale

della coppa del mondo nel 1970.

Ma lo sapevate che nel 1971 Roberto Vec-

chioni ha scritto parole messe in musica

da Renato Pareti e cantate proprio da Ma-

rio Bertini? No?! Allora inquadrate questo

QR e gustatevi Inter Spaziale!

(vedi istruzioni p.4)

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mi concedo volentieri; io sono uno che ama il

suo giardino segreto, non faccio entrare molte

persone nel mio libro interiore, ma se lo fac-

cio, lo faccio con estrema sincerità. [Stupita

gli faccio notare che ha subito accettato la

mia richiesta anche se non ero “raccomanda-

ta”] Quando mi hai telefonato, mi è piaciuto la

tua voce e così ho accettato. [Onorata, stavo

per montarmi la testa, ma avendo avuto dei

buoni maestri, lo è diventato anche lui] non

te lo dico per impreziosire quest’incontro, è il

mio modo di essere: mi piace sentirmi libero

di fare quello che voglio, per esempio al cen-

tenario dell’Inter non sono andato. [Seguono

risate complici quindi riprendiamo]

Come fanno calciatori che si sono opposti du-

rante il campionato, a formare una squadra

quando vengono selezionati per i mondiali?

Lo sport è una professione. Come in un qual-

siasi ufficio; ci sono persone che ami, altre

che stimi e altre ancora che devi sopportare,

ma ci devi lavorare. Quando scendi in campo

pensi solo alla partita. Io ho giocato contro

mio fratello e il tempo della partita è stato

mio avversario. Insomma, prima della partita

ci si bacia e ci si dà la mano, e dopo la partita

ci si bacia e ci si dà la mano, ma in campo il

pallone è mio.

Qualcosa è cambiato nel calcio in tutti questi

anni?

Le cose torbide ci sono sempre state e ci sa-

ranno sempre, come ci sono in politica. Dicia-

mo che sono cresciute con l’aumentare degli

interessi economici.

Per la professione del calciatore il cambia-

mento è avvenuto con la figura del procura-

tore. Ai miei tempi eravamo di proprietà della

società, come una mandria. È brutto da dirsi

ma eravamo merce di scambio. Adesso invece

il procuratore con i media e con il suo peso, a

seconda di quanti giocatori rappresenta nella

squadra, può fare tanto. I giocatori oggi sono

professionisti di loro stessi.

Cosa diresti ad un ragazzino che ha talento e

che vuole far carriera nel calcio?

A lui direi di divertirsi quando scende in cam-

po. Una volta a fine partita, che tu avessi vinto

o perso, l’allenatore si complimentava sempre

e ti portava a mangiare la pizza. Oggi conta

solo il risultato quindi a 13/14 anni o vinci

o non sei nessuno. Tornando a quello che è

cambiato nel calcio direi che oggi è più facile

Mondiali di calcio 2010

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diventare campione, ma è più difficile rima-

nerlo. Mentre una volta c’era molto meno bu-

siness quindi era difficile diventare campione,

ma era più facile rimanerlo.

Ai genitori invece consiglierei di stare calmi,

perché si possono fare grossi danni. Ma fare

i genitori è il mestiere più difficile al mondo,

bisogna trovare la giusta via tra l’indifferenza

e l’eccessiva pressione.

Come ti appresti a vivere questi mondiali?

Da quarant’anni dico quello che ha dichiarato

pochi giorni fa Ronaldinho sulla Gazzetta: il

calcio mi piaceva giocarlo, ma non mi piace

tanto vederlo. Infatti, quando m’invitano in

televisione per commentare le partite, mi di-

verto a parlare di calcio, ma non le guardo

molto.

Quale potrebbe essere secondo te la squadra

rivelazione quest’anno?

Guarda, sono anni che aspettiamo e forse

quest’anno, visto che giocano in casa, potreb-

be essere una squadra africana la rivelazione.

Magari la Costa d’Avorio.

Che ne pensi degli azzurri di questi mondia-

li?

Se mi posso permettere, direi che manca la

fantasia. Dai miei tempi fino ad ora, grazie

a Riviera, a Baggio, a Totti e a Cassano, c’è

sempre stata la fantasia. Però, c’è da dire che

il calcio non è fatto di sola fantasia, è fatto

anche di tattica, di tecnica e muscolosità.

L’intervista è finita. Mario mi regala una foto

autografata e ci divertiamo ad ascoltare Inter

Spaziale.

E siccome il calcio mondiale si declina anche

al femminile dal 1991 (la prossima Women’s

World Championship si disputerà l’anno pros-

simo), perché non trascorrere anche un po’ di

tempo con un centrocampista “rosa”: Laura

Pasinetti, “nata” con l’Atalanta femminile e

oggi in serie A2 con la F.C.F. Tradate.

Com’è nata la tua passione per il calcio?

Non saprei, fa parte della mia indole da ma-

schiaccio credo. È vero che in famiglia siamo

tutti appassionati di calcio, ma fin da piccola

è stato istintivo per me uscire di casa e andare

a giocare con il pallone. Poi a 8 anni ho inizia-

to a giocare in squadre miste. E a 15 anni mi

ha cercata l’Atalanta e l’avventura è iniziata.

Secondo te è giusto che le squadre miste ab-

biano un limite di età?

Sì, perché anche se alcune giocatrici possono

essere più agili e avere più tecnica, non avran-

no mai la potenza fisica dei giocatori.

Qual è il tuo ricordo più bello?

Senza dubbio la vittoria della Coppa Italia nel

2006 con la A.C.F. Aurora Bergamo; credo sia

stata la più bella partita, forse perché sofferta

e veramente inaspettata. Giocavamo contro

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una squadra che aveva molta più esperienza

di noi, eppure abbiamo segnato il primo goal

subito e questo ci ha dato la carica per vincere

3 a 2.

E quello più brutto?

Il distacco dall’Atalanta. Sai negli spogliatoi

nasce anche una vita fuori, così temevo di per-

dere le mie amiche staccandomi dal gruppo.

Hai un sogno nel cassetto?

Vorrei essere allenata da Nazi (Nazarena Gril-

li, oggi allenatrice del Milan). Mi ha visto gio-

care un giorno e mi ha detto “sei tosta” e da

allora sogno.

Perché secondo te l’Italia non è mai giunta in

semifinale nei mondiali femminili?

Credo sia una questione di visibilità. In Italia

il calcio femminile è poco quotato, quindi di-

spone di meno mezzi. Stati Uniti, Germania

e Spagna invece valorizzano molto di più le

loro giocatrici. Negli Stati Uniti per esempio,

quando vai al College, il calcio femminile può

far parte del tuo iter formativo, quindi non

devi allenarti oltre lo studio.

Come ti appresti a vivere questo mondiale?

Confesso che non sono molto fiduciosa, avrei

convocato giocatori più meritevoli. Per me vin-

ce l’Inghilterra.

Come reagiscono gli uomini (ormai hai 25

anni quindi non si può più parlare di ragazzi)

quando scoprono che sei una calciatrice?

[Ride] Mi fanno tutti più o meno la stessa do-

manda. [Indago, ma non vuole dirmela; Laura

è molto timida. Insisto e con l’aiuto di Luca

Facoetti, il nostro PR, si lascia andare] mi

chiedono sempre se facciamo le docce tutte

insieme. [Ridiamo di gusto e a questo pun-

to mi sento autorizzata a farle due domande

suggeritemi da amici maschi che sapevano

che avrei incontrato Laura]

Se è vero che si raccomanda ai calciatori

l’astinenza la vigilia di una grande partita,

vale anche per le donne?

[Arrossisce, prima di rispondere] No, anzi…

A noi dicono che fa bene!

Seconda domanda per soddisfare curiosità

maschili: Nelle docce esiste anche tra donne

lo stress da “competizione” legato al fisico?

Direi proprio di no. Quello che succede a volte

è che prendi in giro le avversarie che magari

sono molto formose, ma solo quando questo

fa nascere situazioni “divertenti” in campo.

Sai il calcio, come tutti gli sport, aiuta nel

corso della crescita e crea dei legami molto

forti, quindi negli spogliatoi non ci sono solo

compagne di gioco, bensì amiche!

Et voilà, ora non manca che un augurio di cuo-

re agli Azzurri di Lippi!! n

Mondiali di calcio 2010

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StarS in the Citydi Glenda Manzi

Aveva sei anni e l’irresistibile fascinazione per

le immagini che l’ha dominato per tutta la vita

si era già impossessata di lui, tanto da spinger-

lo a rubare delle monete dal borsellino di sua

madre per infilarsi in un cinema. Adesso però,

che di film ne ha visti e criticati tantissimi, ci

ha confessato in esclusiva che sono le parole,

più delle immagini, ad appassionarlo davvero,

a tal punto che recentemente si è addirittura

sottoposto a un “digiuno visivo”. Lui è Gianni

Canova, uno dei più importanti e brillanti criti-

ci cinematografici italiani, fondatore e direttore

del mensile duellanti, critico ufficiale del canale

satellitare Sky e docente di Teoria e critica del

cinema e Filmologia presso la Libera Universi-

tà di Lingue e Comunicazione IULM di Milano,

dove è preside della Facoltà di Comunicazione,

relazioni pubbliche e pubblicità. E come se non

bastasse ha anche scritto un thriller, Palpebre,

che è stato definito «fulminante, estremo, defi-

nitivo» e il cui protagonista, Giovanni Vigo, è un

giovane studioso delle pene che Dante infligge

alle anime del Purgatorio. L’incontro con una

misteriosa sconosciuta gli spalancherà le por-

te di un inferno spaventoso fatto di delitti non

meno osceni di quelli immaginati da Dante, che

cambieranno la sua vita per sempre. Un esor-

dio sconvolgente e illuminante, che ha diviso il

pubblico suscitando reazioni contrastanti.

Gianni CanovaA tu per tu con le s te l le di casa nost ra

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C’è chi se n’è perdutamente innamorato e chi,

in rete, è arrivato a definire Palpebre «un libro

immondo». Cosa ne pensa?

Palpebre voleva essere un tentativo di dare una

scossa su alcuni temi importanti e sul fatto che

l’umanità si deve dare una disciplina se vuole

uscire da questo gorgo dell’orrore, del male,

dell’attrazione per tutto ciò che è inquietante-

mente violento e sanguinario. Sono contento

che qualcuno lo ami e lo trovi al tempo stesso

scioccante perché vuol dire che i libri possono

ancora fare incazzare e non è male. Ma non

mi aspettavo che chi lo rifiuta lo rifiutasse con

questa virulenza, significa che ho sbagliato e

che le palpebre, la gente, non le vuole aprire.

L’incapacità di aprire gli occhi e osservare la

realtà è uno dei temi ricorrenti del suo roman-

zo e la storia prende le mosse da uno sguardo

mancato tra i due protagonisti: come a sugge-

rire che non saper guardare è pericoloso?

Interpretazione legittima ma potrebbe anche

significare che, forse, è ora di limitare l’ingor-

digia delle nostre pulsioni visive e riscoprire la

bellezza del non visibile. Faccio una confessio-

ne: quando è uscito questo libro, il 14 gennaio,

sono andato al cinema e ho visto Avatar. Dopo

di che non sono più entrato in un cinema e ho

deciso di sottopormi a una dieta visiva, fino a

ieri (12 maggio, ndr). Il film per cui ho deciso

di interrompere la mia disciplina è stato Ago-

rà di Alejandro Amenábar, perché speravo che

fosse un film in cui la parola contasse più della

visione. Era così.

Sta forse dicendo che si è stancato di guarda-

re? Proprio lei?

Vengo da un anno in cui ogni volta che andavo

al cinema mi sembrava di aver già visto tutto.

Diciamo che in questo periodo ho più voglia

di leggere che non di vedere perché traggo più

emozione e conoscenza dai libri che non dai

film. È una cosa che non avrei mai pensato po-

tesse accadermi ma forse è come nelle storie

d’amore e vale la teoria secondo cui dopo aver

fatto l’amore un certo numero di volte - miglia-

ia di volte - la chimica si interrompe, basta, è

finita.

Non sarà che ha iniziato troppo presto?

Può darsi. La mia prima esperienza cinefila ri-

sale a quando frequentavo la prima elementa-

re ed è legata a Bergamo. Sono nato nell’alta

Val Seriana ma nei primi anni della mia vita

ho abitato in città, in via Santa Lucia. Vicino a

casa nostra c’era un oratorio con un cinema,

quei cartelloni sulla strada mi attiravano tan-

tissimo e un giorno d’inverno rubai delle mo-

nete dal borsellino di mia madre, uscii di casa

e mi infilai in quel cinema. Non ricordo nulla

del film, solo il bianco e nero e i fari di un’au-

to sull’asfalto, probabilmente era un noir. Poi,

bel bello, me ne tornai a casa e mia madre mi

diede un ceffone memorabile. Credo sia stata

l’unica volta che mi ha picchiato.

C’è qualcosa in cui si sente bergamasco?

Più che altro mi sento un uomo di montagna.

Adesso non ci vado più e per la logica degli

opposti preferisco il mare, mangio il pesce e

adoro il peperoncino ma la mia è stata un’in-

fanzia da polenta, a Castione della Presolana.

Credo che la mia capacità di lavorare senza so-

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sta e senza dormire per giorni provenga da lì,

come alcuni antichi valori in cui ancora credo

fermamente: la lealtà, mantenere fede alla pa-

rola data, rispettare gli impegni presi.

Qualcosa che Bergamo le ha lasciato e di cui

avrebbe fatto a meno?

Sono cresciuto in una famiglia di preti, monsi-

gnori e suore e quel rigorismo un po’ bigotto

che si respirava in casa rendeva l’atmosfera

molto pesante. Quando mio zio, un prete ber-

gamasco vecchio stampo, tosto e inflessibile

mi vide partecipare a una manifestazione a fa-

vore del divorzio in famiglia scoppiò una specie

di scandalo. Tuttavia l’autoritarismo di un’edu-

cazione religiosa è ciò che mi ha dato la cosa

che ritengo più fondamentale: la vergogna e il

senso di responsabilità. La mia vita è stata un

tentativo di lottare contro le mie inadeguatezze

e tutto ciò che sapevo di non sapere, nella spe-

ranza di tenere a bada la vergogna che provavo.

Per cui odio ciò che mi ha salvato e mi ha sal-

vato ciò che odio.

Dal suo romanzo emerge una visione molto

pessimistica dell’essere umano. Una reazione

a quel tipo di educazione?

Per grazia di Dio, come diceva Buñuel, a un

certo punto della mia vita ho perso il dono del-

la fede e ci sono domande a cui non posso ri-

spondere come coloro che una fede ce l’hanno,

invocando il paradiso e l’inferno. Al fondo di

StarS in the City

Gianni Canova

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questo libro c’è un interrogativo molto dram-

matico sulla natura umana, c’è la vergogna

di essere uomo. Posso dire che alcune volte

l’essere umano produce la Cappella Sistina, la

Nona Sinfonia di Beethoven e Imagine dei Be-

atles ma altre volte produce il male con la M

maiuscola.

Progetti futuri?

Sto lavorando a una mostra commissionata da

Borsalino sul cappello nella storia del cinema e

a una grossa ricerca sui modi di comunicazio-

ne nel film che nasce dalla constatazione che

i siti web dei film italiani sono molto brutti e

la rete è sottoutilizzata. E poi ci sono tre libri

quasi pronti: uno si intitola Le immagini mento-

no ma chi lo dice mente ed è la sintesi di anni di

lezioni al corso di Filmologia. Un altro si chia-

ma Anni Zero. Il cinema italiano degli anni zero e

si tratta di duecento recensioni di film italiani,

secondo me imperdibili, usciti tra il 1° gennaio

2000 e il 31 dicembre 2009. E infine il terzo

è la pubblicazione di alcuni scritti su La Dolce

vita, L’avventura e Rocco e i suoi fratelli.

Scriverà un nuovo romanzo?

È già in cantiere. Il protagonista è un operatore

della tv generalista che si occupa di riprendere

i grandi delitti di cronaca nera ma non è mai lui

a scegliere cosa filmare, c’è sempre un regista

o un giornalista che gli indica cosa inquadra-

re. Poi però su un blog racconta quello che ha

visto davvero e che in televisione non è stato

mostrato. n

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OBiettiVO 2019

Lo ha recentemente stabilito il Parlamento Eu-

ropeo, approvando un testo elaborato dal Co-

mitato per l’Industria, la Ricerca e l’Energia.

Tutti gli edifici costruiti dopo il 31 dicembre

2018 dovranno essere autosufficienti dal punto

di vista energetico. Ogni nuova costruzione do-

vrà dunque pareggiare l’energia utilizzata con

quella prodotta, ossia essere in grado di pro-

durre in loco tanta energia quanto quella che

consumerà, adottando fonti energetiche rinno-

vabili. L’obiettivo si pone per tutte le costru-

zioni private, mentre per gli edifici pubblici,

stando alle decisioni dell’U.E., il tempo limite

sarà anticipato al 2016, anno entro cui tutti gli

edifici pubblici, siano essi nuovi che esistenti,

dovrebbero essere resi energeticamente auto-

sufficienti.

Un edificio di abitazione necessita di tre appor-

ti energetici per consentire ottimali condizioni

di vita: energia per la climatizzazione degli am-

bienti (riscaldamento invernale e raffrescamen-

to estivo), energia per la produzione di acqua

calda ad uso sanitario ed energia per il funzio-

namento delle apparecchiature elettriche. Fino

ad ora per la climatizzazione invernale e per la

produzione di acqua calda nelle case d’abita-

zione si sono adottati impianti a gas metano o

a gasolio, mentre per la climatizzazione estiva

e per il funzionamento degli elettrodomestici

il fabbisogno energetico è stato soddisfatto at-

tingendo direttamente dalla rete elettrica na-

zionale, che produce l’energia principalmente

attraverso la fonte idroelettrica e la combustio-

ne di prodotti di origine fossile (gas metano,

carbone, gasolio).

Per raggiungere l’obiettivo imposto dall’Unione

Europea, dal 2019 si dovranno mettere in cam-

po le più avanzate tecnologie per favorire una

produzione di energia massificata a tutte le

costruzioni. Ogni nuovo edificio verrà dunque

dotato d’impianti solari termici o fotovoltaici o

Costruire case energeticamente autosufficienti

Dell’Arch. Roberto Sacchi1

1 Architetto sostenibile libero professionista, esperto in ecologia dell’architettura dal 1994, collaboratore dell’Agenzia Casa-Clima per la formazione, docente al Centro Studi Polis Maker del Politecnico di Milano polo di Como, catalogatore di edifici storici per la Carta del Rischio, collaboratore della rivista Chiesa Oggi architettura e comunicazione, Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.

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geotermici, ovvero di generatori a biomassa o

ad olio vegetale e, dove la morfologia del terri-

torio lo consentirà adottando impianti eolici o

mini-idroelettrici.

Ma la vera battaglia per raggiungere l’autosuffi-

cienza energetica si combatterà sul fronte del-

la costruzione, progettando edifici in grado di

consumare meno e di minimizzare la necessità

dell’impianto di climatizzazione.

Ottimizzando il sistema costruttivo con un ef-

ficiente isolamento termico, evitando i ponti

termici, si possono infatti costruire case che ri-

ducono al minimo la funzione dell’impianto di

climatizzazione, sia per il riscaldamento inver-

nale, che per il raffrescamento estivo, arrivan-

do addirittura ad annullarlo completamente, si

parla allora di edifici passivi. Se immaginiamo

un edificio che non richiede corrente elettrica

per raffrescare gli ambienti, né di altra fonte

energetica per ripararsi dal freddo invernale,

poiché in grado di auto climatizzarsi, è logi-

co pensare che la richiesta energetica si possa

ridurre alla sola necessità di produrre acqua

calda ad uso sanitario, oltre che per il funzio-

namento delle apparecchiature elettriche ad

uso domestico.

Una casa passiva ha questa caratteristica: è in

grado di minimizzare il sistema impiantistico

per la climatizzazione, riducendolo ad un mero

impianto di ricambio d’aria.

Costruttivamente si tratta di un edificio corret-

tamente orientato, in grado di sfruttare al me-

glio il ciclo solare, è iperisolato ed è in grado

di sfruttare gli apporti di calore derivanti dalle

sorgenti interne; è cioè in grado di regolare l’ha-

bitat attingendo dal calore prodotto dalle micro

variazioni termiche derivanti dal funzionamen-

Casa Petrogalli attualmente in costruzione a ClusoneProgettazione e direzione lavori: Arch. Roberto Sacchi in collaborazione con Geom. Luigi ZanolettiImpresa EdilPacì snc

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to degli elettrodomestici, dall’illuminazione

artificiale e dal calore prodotto direttamente

dagli abitanti presenti, senza dover ricorrere ad

uno specifico impianto di climatizzazione.

Le case passive sono già presenti in molti co-

muni nei paesi del Nord Europa, in Austria se

ne contano circa 2500. In questi ultimi anni,

anche in Italia ne sono state costruite, soprat-

tutto in Alto Adige e più recentemente in Lom-

bardia e in Emilia Romagna, ad opera di archi-

tetti come Manuel Benedikter.

Alla luce dell’attuale mercato dell’edilizia in

Italia, c’è da sperare che l’obiettivo di creare

case autosufficienti energeticamente non ri-

manga solo un progetto ambizioso, ma possa

concretizzarsi nelle modalità indicate dall’U.E.,

senza dover ricorrere a proroghe sui tempi di

attuazione. A distanza di cinque anni dall’in-

troduzione delle norme nazionali per il conte-

nimento dei consumi energetici in edilizia, (De-

creto L.gs n°192/05 e 311/06), restano infatti

diversi dubbi circa le modalità di attuazione

del progetto che rischia di essere contrastato

sia da una generale impreparazione dei tecnici

alla progettazione di case energeticamente ef-

ficienti, che da una scarsa esperienza pratica

da parte delle imprese artigiane, molte delle

quali ancor’oggi ostiche al rinnovamento dei

materiali costruttivi e all’uso di tecniche in-

novative, ma soprattutto dal dilagare di una

cultura comune che sottovaluta l’importan-

za dell’ottimizzazione del sistema costruttivo

dell’edificio, per raggiungere un vero sviluppo

sostenibile.

Nella nostra provincia le case energeticamente

efficienti (classe A, B, C) stanno cominciando

ora a diffondersi, ma sono ancora poche quel-

le di nuova generazione (quali case passive). A

Clusone è in corso di costruzione un edificio

che si avvicina ai concetti sopraesposti; co-

niuga infatti l’utilizzo di materiali innovativi e

l’ottimizzazione del sistema di climatizzazio-

ne, con l’apporto energetico derivante da fonti

rinnovabili. Inoltre, nel quartiere Conca d’Oro

in città, il gruppo ArchiclimA, coordinato dallo

scrivente in collaborazione con l’arch. Manuel

Benedikter, sta progettando un edificio che riu-

nisce l’autosufficienza energetica alla sosteni-

bilità dei materiali costruttivi. n

OBiettiVO 2019Costruire case energeticamente autosufficienti

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ControcorrenteBergamo Up segnala

di Maryline JM-W

Nella busta contenente l’ultima bolletta Enel, una nota avvisa i consumatori del passaggio obbliga-

torio alla bioraria a partire dal prossimo 1° luglio. Tariffa che potrebbe non essere conveniente per

tutte le famiglie come segnala Altroconsumo, l’associazione indipendente di consumatori, nella sua

campagna Controcorrente. E siccome tanti consumatori continuano a non capire le offerte proposte

sul mercato libero e non si fidano a cambiare fornitore, ho pensato di segnalarvi il preziosissimo

calcolatore messo a disposizione da Altroconsumo sul suo sito, www.altroconsumo.it , per aiutare

gli utenti a scegliere secondo le proprie abitudini di consumo. Inoltre, sul medesimo sito troverete

preziosi consigli per compiere scelte che vi permettano di ridurre i consumi di energia e rispettare

l’ambiente. Alcuni di questi consigli li ritrovate in questo simpatico decalogo pubblicato sull’ultimo

numero di Altroconsumo. n

Mattino

IN BAGNO

Doccia invece della vasca

Con un riduttore di flusso si rispar-

mia:

1/3 dell’acqua e dell’energia •per scaldarla

Una doccia di 5 minuti, invece che

di 10, riduce:

292 Kg di CO• 2

Chiudere il rubinetto

Mentre ci si lava i denti o ci si rade

significa:

usare 10 litri di acqua in meno •ogni mattina

Lo sciacquone con criterio

Scarica tutta la cassetta solo quan-

do è necessario:

meno 16 litri di acqua per •persona al giorno

VIA VERSO IL LAVORO

Lascia a casa l’auto entro i 3 Km

di tragitto l’automobile non convie-

ne:

percorrendo 75 km alla set-•timana sulle due ruote si ri-

sparmiano 750 kg di CO2

In ufficio

Imposta la stampa del Pc su fron-

te/retro e riutilizza il retro dei fogli

per prendere appunti:

Risparmi metà carta e 92 kg •di CO2

Vivere verde dal mattino alla sera

Lo stile di vita ecologico non va vissuto come uno sforzo, è solo una questione di abitudine. Partire

con il piede giusto, fin dal mattino, è più semplice di quanto non si creda. Guardate in basso quan-

ti gesti quotidiani danno risultati tangibili: economici per voi, utili per l’ambiente. Una famiglia che

li mette in pratica ogni giorno risparmia in media molte decine di euro l’anno.

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Pomeriggio

ACQUISTI

Compatta gli imballaggi

La raccolta differenziata di pla-

stica, carta e vetro vale:

un volume dei rifiuti•domestici ridotto•del 70%•

Se ricicli una bottiglia di vetro

abbatti:

7,8 Kg di CO• 2

Porta la sporta di tela

Per ogni sacchetto di plastica

evitato:

meno 80 g di CO• 2

SPOSTAMENTI

Prova il car pooling

Se condividi il trasporto in auto

per 10 mila km l’anno eviti:

800 Kg di CO• 2

IN CASA

Rimedi della nonna

aceto contro il calcare, •limone contro gli odori a

volte sono meglio dei pro-

dotti industriali

ricorri ai detersivi ecolo-•gici garantiti: cercali su

www.eco-label.com/italian

Lavastoviglie di classe A

Utilizzatela a pieno carico e

con il programma “eco”:

risparmio di 10 euro •l’anno

Irrigazione controllata

Per innaffiare terrazzi e balconi

non lasciate scorrere a lungo

l’acqua: basta un annaffiatoio

o un sistema di irrigazione a

goccia

Sera

A CENA

Scegliere il cibo

Sono da privilegiare in partico-

lare i prodotti locali e di stagio-

ne. Frutta e verdura biologiche

permettono di non immettere

pesticidi nell’ambiente

IN CASA

Meno sprechi energetici

Spegni la luce nelle stanze

quando non serve:

in media si risparmiano •60 euro l’anno

in media si abbattono ogni •anno 400 Kg di CO2

Lavatrice a pieno carico

Inutile avviarla mezza vuota, in

genere è sufficiente il program-

ma a basse temperature

Se la lavatrice è di clas-•se A si riducono i consu-

mi di acqua e detersivi e

si spendono 20 euro in

meno l’anno

I RIFIUTI

Non gettare rifiuti a

rischio in pattumiera

Pile e farmaci scaduti van-•no raccolti separatamente

e portati negli appositi

contenitori quando se ne

ha l’occasione

Attenzione con il wc

Bastoncini di cotone, filo •interdentale, assorbenti e

tutto ciò che non è carta

igienica vanno in pattu-

miera, sennò ostacolano

la depurazione delle fo-

gnature

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1 Fashion Blogger, ossia blogger di moda che tramite uno spazio interattivo (blog) commenta le sfilate e porta ispirazione. Valentina Fradegrada, Bergamasca di 18 anni, ha due passioni, la moda e la fotografia, e un legame speciale con la famiglia, cane compreso! Le sue muse ispiratrici, per stile ed eleganza, la mamma e Gabrielle Coco Chanel.”Essere alla moda non è la ricerca disperata della marca da mostrare, essere alla moda vuol dire essere se stessi perché non c’è nulla di meno alla moda che essere forzati e sentirsi inadeguati.” www.coopstyle.com. [email protected]

1- Lace

Dolce & Gabbana insegna vestendo la splendi-

da Madonna con la nuova collezione.

Questa primavera non si può prescindere dal

pizzo: per top, completi, una giacca, la cami-

cia, abiti mini o maxi, in versione iper-roman-

tica o super sexy.

Moda

Must have p/e 2010 Prima parte

di Valentina Fradegrada1

Queste mese e il prossimo vi parlerò degli irri-

nunciabili 10 per la primavera estate 2010.

Questi sono i primi 5 “must have” che nel

vostro armadio devono esserci necessaria-

mente.

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2- Training trousers

La comodità è la parole d’ordine per que-

sta primavera. Molti stilisti tra cui Alexander

Wang, Chloé e Richard Chai hanno vestito le

proprie modelle sportivissime con giacche e

pantaloni di tuta come se fossero veri panta-

loni e vere giacche.

3- Nautical look

Oggetti e accessori in corda, righe e i colori

blu, rosso e bianco sono necessari per un to-

tal look marinaretto. Zara per questa primave-

ra estate ha proposto moltissimi capi perfetti

per un Nautical look.

4- Flakes

Negli anni 80 si decoravano le ballerine con

dei fiocchi vistosi mentre Madonna già li uti-

lizzava nelle sue acconciature. Potete prende-

re spunto dai grandi stilisti, ma potete trovare

un equivalente più economico nelle grandi ca-

tene come Zara e H&M,

Dovete assolutamente averne un paio scarpe e

headband con fiocchi più o meno vistosi.

5- Long dress

Torna prepotente lo zoccolo dimenticato. Viste

in passerella la variante classica di Chanel, la

rielaborazione di Prada e la versione bizzarra

di Vuitton.

Mantenendo fede allo stile diretto dei blog inviate via email i vostri outfit, verranno selezionati

per trovare spazio in questo rubrica. Aspetto commenti, critiche e consigli, tutto quanto possa

rendere questo spazio sempre in linea con la moda!

A presto n

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1 Nata in Francia, a vent’anni l’autrice è venuta a vivere in Italia dove, dopo la pubblicazione del suo primo romanzo collage - Dans les coulisses... ed. Il filo -, ha iniziato a collaborare con la rivista BergamoUp senza abbandonare le sue passioni, insegna-re la propria lingua, viaggiare, dipingere e fotografare riflessi. Anche se, dalla pubblicazione di Se la donna fosse un elefante… ed. Miele, la scrittura occupa ormai un posto predominante nella sua vita. www.romanzocollage.it 2 Industria del recupero e riciclo - Via Fabio Filzi, 5 – Montello (BG). www.montello-spa.it

Confesso che i siti industriali mi affascinano da sempre (forse per via di Uomini e Topi di John

Steinbeck, libro che mi sconvolse da scolara quando fui costretta a leggerlo). Infatti, ancora pri-

ma di essere giornalista, mi capitava spesso di cercare modi, più o meno ufficiali, per entrare in

questi luoghi che generano spesso sentimenti contraddittori.

La Montello S.p.A. ne è un esempio. Nata nel 1997 durante un’emergenza rifiuti nella nostra re-

gione, è stata in un primo tempo vista con benevolenza. D’altronde risolveva ben due problemi

urgenti: smaltire i rifiuti che erano per strada e permettere la riconversione dell’allora acciaieria

in crisi; famosa in Italia e in Europa per il suo tondino per cemento armato scelto dall’arch. Giò

Ponti per la realizzazione del primo Pirellone. In seguito, invece, il normale processo di decompo-

sizione dell’umido (che genera quell’odore che conosciamo tutti per averlo sentito nella propria

pattumiera, soprattutto l’estate) ha suscitato critiche. La forza di Roberto Sancinelli è stata, gra-

zie ad importanti investimenti tecnologici e un know how 100% Montello, di trasformare un pro-

blema in una risorsa: il biogas e non solo. Infatti oggi la Montello S.p.A. è in grado di trasformare

in prodotto l’80% dei rifiuti che giunge nel suo stabilimento, tratta più del 50% dei rifiuti umidi

organici e plastici della raccolta differenziata della Lombardia, ha risposto all’appello della prote-

zione civile per venire in aiuto alla regione Campania, ha generato oltre 260 posti di lavoro per un

La plastica è sicuramente un prodotto messo all’indice quando si pensa alla natura. Basti pensa-

re che ci vogliono mille anni perché un bicchiere di plastica si degradi. Ma, se si può con un po’

di buona volontà rinunciare ai sacchetti di plastica e affini, è praticamente impossibile pensare di

eliminare oggi la plastica dalla nostra vita. Così, quando ho letto questa frase: “E’ sostenibile uno

sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle popolazioni

future di soddisfare i propri.” (Commissione mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo - 1987) su

uno dei depliant a disposizione dei visitatori della Montello S.p.A2, mi è sembrato un dovere in-

dagare. E, scoprendo che quest’azienda bergamasca investe da decenni nel riciclo della plastica

e dei rifiuti a matrice organica con notevoli benefici ambientali (tra cui 50.000 ton/anno di CO2

risparmiate), non ho resistito alla curiosità di mettermi in contatto con il suo amministratore

delegato, Roberto Sancinelli, per entrare Dans les coulisses...

Dans les coulisses...di Maryline JM-W1

di uno sviluppo sostenibile

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fatturato annuo che si attesta sui 50 milioni

di euro, ha ricevuto il premio “Sviluppo Soste-

nibile 2009” (istituito dalla Fondazione per lo

sviluppo sostenibile con l’adesione del Presi-

dente della Repubblica) ed è considerata, da

Legambiente, “una delle aziende più avanzate

nel settore” sia per tecnologia applicata, sia

per sistema integrato, sia per risultato finale

di riciclo in prodotto. Ma vediamo come.

Per quanto riguarda il recupero della plastica - 120 000 ton/anno d’imballaggi in plastica post

consumo (quindi non industriali e rigorosamente provenienti da raccolta differenziata) - nel pas-

seggiare nella lunghissima catena per lo più meccanizzata, la prima cosa che colpisce è il pro-

fumo. Non ho detto odore, bensì profumo. Perché se le vecchie bottiglie d’acqua non lasciano

tracce olfattive, nel reparto dove vengono riposti i granuli ricavati dai vecchi flaconi di shampoo

o detersivi ondeggia, invece, lo stesso profumo di pulito che si sente in casa dopo aver fatto il

bucato.

La catena inizia con una complessa procedura di selezione tramite detettori ottici di tipo NIR –

Near Infra Red - che separano gli imballaggi in plastica per tipo di polimero ( bottiglie di PET,

contenitori in HDPE, imballaggi in plastica mista poliolefinica, ecc…) e colore (PET incolore,

azzurrato e colorato misto).

Quindi i vari imballaggi vengono trattati tramite un’accurata procedura di macinatura, lavaggio

e centrifugazione per essere ridotti in scaglie e/o in granuli permettendo così ai nostri rifiuti di

dare vita a nuovi oggetti. Le scaglie di PET per esempio sono utilizzate dall’industria tessile (felpe

in pile, pannolini, imbottiture), dal settore automobilistico (sedili, cruscotti) e dal settore edilizio

o ancora per produrre i contenitori tristrato che servono per contenere gli alimenti. Mentre dagli

ex contenitori per liquidi in HDPE (quelli profumati) si ricavano tubi e geomembrana bugnata Ge-

omont®, ideale come isolante sia nelle opere di costruzione sotterranee che nella posa orizzonta-

le grazie alla sua indiscutibile capacità drenante e impermeabilizzante. I tappi invece torneranno

ad essere tappi. E dagli imballaggi misti poliolefinici si ottengono scaglie e granuli impiegati in

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Dans les coulisses...di uno sviluppo sostenibile

4 Entro fine 2010 pensano di arrivare a smaltire ben 210 000 ton/anno.5 Per digestione anaerobica s’intende la degradazione della sostanza organica da parte di microorganismi in condizioni di anaerobiosi (senza ossigenazione). Si tratta di un processo alternativo al compostaggio, che al contrario avviene tramite bat-teri il cui metabolismo richiede la presenza di ossigeno, che oltre ad essere meno stabile sui grossi volumi (quindi a produrre concime di qualità disomogenea), emana i famigerati odori molesti denunciati nel 2002.

particolare nel settore edile (granchi, distanziatori, canaline, guaine bituminose, ecc.) e per la

produzione di vasi da fiori e vari manufatti per l’arredo urbano.

Infine, gli scarti eterogenei degli imballaggi che decadono dai vari processi (selezione e riciclo)

sono invece preparati per il recupero energetico (tramite i termovalorizzatori).

Per essere sincera, il secondo reparto che smaltisce 180.000 ton/anno4 di frazione umida organi-

ca da raccolta differenziata (altrimenti detto “umido”: residui di cibo, scarti vegetali o simili), mi

attirava meno. Non tanto per l’odore - vi assicuro che non si sente nulla, se non nella prima fase

di pretrattamento del rifiuto (per eliminare i materiali indesiderati quali plastica, vetro o metalli)-,

quanto per la poca magia che ci vedevo nel trasformare l’umido in biogas e concime. Invece

l’entusiasmo del Sig. Roberto (lo chiamano tutti così in azienda) è stato contagioso. Per lui il

digestore è un enorme stomaco naturale. “Mangia, digerisce ed evacua. E, come noi, non mangia

di tutto [infatti stanno molto attenti a selezionare i rifiuti, per esempio la buccia di arancia è indi-

gesta. Così come stanno attenti alla quantità d’acqua necessaria per garantire un “minestrone”

omogeneo]. Inoltre, se mangia troppo pesante, necessita anche lui di bicarbonato.”

Non avrei mai vista la cosa sotto quest’aspetto neanche se fossi rimasta giorni e giorni a guar-

dare i sei giganteschi stomaci di ferro nei quali durante la digestione anaerobica5 si produce il

biogas che rende elettricamente e termicamente l’azienda completamente autonoma dal punto

di vista energetico e gli permette anche di vendere energia elettrica al GSE (gestore dei servizi

elettrici).

Ma riprendiamo dall’inizio. L’umido viene messo in acqua, tutto quello che galleggia o affonda

viene eliminato. Solo la sospensione (chiamata qui minestrone) permetterà di produrre un biogas

contenente circa il 65% di metano. In merito a questo minestrone, un tecnico mi ha spiegato che

- siccome mangiamo più frutta nei periodi caldi - la ricetta estiva del minestrone richiede meno

acqua di quella invernale. E che, attraverso gli scarti, si sono accorti della crisi che colpisce le

famiglie. Come? Riscontrando una notevole riduzione delle ossa, che attesta un calo del consumo

di carne.

Dopo la fase di digestione del minestrone, il fango proveniente dalla disidratazione del digestato

(la parte che non si trasforma in biogas) subisce una fase di compostaggio aerobico che permet-

te di produrre un fertilizzante organico di alta qualità (i contadini parlano di 20% di raccolto in

più).

PRIMA DOPO

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In altre parole, si produce energia grazie ad una biotrasformazione all’interno di capannoni man-

tenuti in depressione, con serbatoi e tubazioni ermeticamente chiusi per eliminare emissioni di

odori all’esterno e all’interno dell’impianto e con l’utilizzo di biofiltri per trattare l’aria esausta

dell’impianto al fine di abbattere totalmente le emissioni in atmosfera. Inoltre, il biogas con la

sua combustione non contribuisce all’aumento delle concentrazioni atmosferiche di CO2 e quindi

all’effetto serra. Infatti, l’energia elettrica prodotta dalla digestione anaerobica viene considerata

una forma di energia verde (a basso impatto ambientale), dato che il gas non viene rilasciato di-

rettamente nell’atmosfera e l’anidride carbonica deriva da fonte organica caratterizzata da breve

ciclo del carbonio.

Ultimo dato importante, conferire i propri rifiuti alla Montello costa ai comuni un terzo in meno

che conferirli ad un impianto di termovalorizzazione.

Quest’azienda ecocompatibile c’insegna dunque quanto la raccolta differenziata sia fondamen-

tale per uno sviluppo sostenibile, così come lo sono ricerca e investimenti. Infatti, Roberto San-

cinelli sta valutando soluzioni alternative per recuperare energeticamente al suo interno anche

il 20% dei rifiuti “scarti” dei vari processi che, oggi, sono inviati ai termovalorizzatori. A questo

proposito, se è vero che i termovalorizzatori non sono sostenibili in quanto non permettono il

riciclo in materia, ma “solo” in energia, è altrettanto vero che, le tecnologie di oggi rendono meno

pericolosi i camini dei termovalorizzatori delle nostre vie intasate di macchine.

Quindi, come si dice dalle mie parti, à bon entendeur, salut5.

6 A buon intenditore, arrivederci (poche parole). Nata nel xvii secolo quest’espressione è un invito alle persone che hanno colto il senso delle parole dette di agire e reagire. In questo caso è anche un invito a scrivermi, se avete delle quinte da svelare. Quindi vi lascio il mio indirizzo e-mail: [email protected]. E, per i più curiosi, le quinte di chi vi scrive le trovate sul blog del mio libro che si diverte a raccontarmi: http://milemary.blogspot.com/.

PRIMA DOPO

Per saperne di più su quest’incontro

inquadra questo QR:

(vedi istruzioni p.4)

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Salottino Virtuale

1 Per commenti e suggerimenti vi lascio il mio indirizzo e-mail: [email protected].

di Maryline JM-W1

Sappiamo tutti a grandi linee cosa sono le

fonti rinnovabili quali l’eolico, il fotovoltaico,

le biomasse e il biogas, o ancora l’energia nu-

cleare che, pur non essendo rinnovabile, viene

spesso considerata come una fonte pulita di

energia in quanto non emette CO2. Ma quanto

sappiamo realmente del loro impatto sull’am-

biente e della loro sostenibilità effettiva? Le

lobbies sono maestre nel confondere le acque

e l’argomento non è dei più facili, tanto più

che la legge non ci aiuta. Infatti, ha integrato

tra le energie rinnovabili quella derivata da olio

di colza e di palma, benché la loro sostenibili-

tà sia alquanto discutibile, basti pensare alla

deforestazione e alle carenze alimentari che

generano nei paesi in via di sviluppo. A fronte

d’innumerevoli ricerche in materia, giornate

intere trascorse a sentire e leggere gli argo-

menti degli uni e degli altri, credo che l’unica

vera domanda da porsi in merito all’eventuale

nuclearizzazione dell’Italia è: vogliamo o no

uno sviluppo sostenibile?

Se non lo vogliamo, allora possiamo far finta di

non sapere quali sono i rischi legati all’energia

nucleare: trasporto e stoccaggio delle scorie

radioattive e l’uso di sostanze chimiche (fluo-

ro, acido solforico) per l’attività di produzione

del combustibile nucleare. Rischi reali come

ce lo ricordano la tragedia di Chernobyl e lo

scandalo dei pellets radioattivi di quest’inver-

no. Rischi che nessun controllo o misura di

sicurezza è capace di eliminare del tutto.

Se non lo vogliamo, possiamo anche far finta

che passando al nucleare non ci esponiamo

alle stesse difficoltà irrisolte di un quarto di

secolo fa. Invece di dipendere dai paesi che

possiedono i combustibili fossili, dipende-

remmo da quelli che hanno l’uranio. A questo

proposito ricordo che il più importante giaci-

mento rinvenuto in Italia si trova nei pressi di

Novazza, a circa 40 km a nord est di Berga-

mo; giacimento ritenuto insufficiente al fabbi-

sogno nazionale all’epoca del primo tentativo

di nuclearizzazione del nostro paese. Quindi,

le guerre di potere cambieranno bersagli e vit-

time, ma ci saranno sempre guerre.

Se vogliamo invece lasciare alle future

generazioni un pianeta che non sia una

discarica, con delle scelte drastiche e

qualche rinuncia personale, è possibile.

Basta seguire l’esempio di Varese Ligure,

primo Comune in Europa ad avere ottenuto

la certificazione ambientale 14001 e recen-

temente premiato dalla UE a Berlino come

“Comune rurale più virtuoso d’Europa”

per aver saputo applicare un concreto

modello di sviluppo sostenibile economi-

camente e socialmente conveniente per

tutti. Infatti, negli ultimi dieci anni Varese

Ligure è diventato autosufficiente tramite le

energie rinnovabili ed ha attuato un piano diffuso

di risparmio energetico; ha raggiunto il

95% di agricoltura biologica (1.600 ettari e

2.000 capi tra bovini e caprini); ha triplicato

il turismo, creando nuovi posti di lavoro e ha

ridotto la produzione di rifiuti a 350 kg pro-

capite (rispetto ai 530 medi sul territorio pro-

vinciale).

La scelta

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O quello di Castiglione Messer Marino (in pro-

vincia di Chieti), meglio conosciuto come il

Paese delle pale per via delle sue 67 pale eo-

liche che riforniscono l’intera zona di energia

pulita. O ancora quello di Vauban, eco-quar-

tiere di Friburgo (Germania) dove 5000 abi-

tanti hanno deciso di conciliare vita moderna

e natura, ricorrendo all’energia solare, grazie

ai pannelli installati sui tetti di tutte le case, e

limitando la circolazione delle auto (150 auto

ogni mille persone contro una media italiana

di 592) grazie al car sharing che è stato ab-

binato a un abbonamento gratuito al tram.

Il solare, infatti, è la strada preconizzata dal

premio nobel per la fisica, Carlo Rubbia, i cui

studi di fisica di ricerca al Cern di Ginevra e

incarichi di consulenza in campo energetico

in Spagna, Germania, presso le Nazioni unite

e la Comunità Europea lo trattengono lonta-

no dall’Italia. “La strada promettente è piutto-

sto il solare, che sta crescendo al ritmo del 40%

ogni anno nel mondo e dimostra di saper supe-

rare gli ostacoli tecnici che gli capitano davanti.

Ovviamente non parlo dell’Italia. I paesi in cui si

concentrano i progressi sono altri: Spagna, Cile,

Messico, Cina, India, Germania e Stati Uniti”.

Se vogliamo questo sviluppo sostenibile, dob-

biamo dunque investire in fonti energetiche

rinnovabili, rispettando e utilizzando le carat-

teristiche morfologiche del nostro territorio;

parchi eolici laddove il vento non manca mai,

centrali idroelettriche vicino ai fiumi, impianti

che sfruttino le correnti marine sullo stretto di

Messina2, e l’energia geotermica e solare di

cui il Bel Paese è ricchissimo. Senza dimenti-

care tutti i progressi e le scoperte possibili da

qui a dieci anni (tempo preconizzato per la co-

struzione di una centrale nucleare). Mi viene in

mente la notizia pubblicata due mesi fa sulla

rivista Nature Nanotechnology, che informa il

mondo scientifico che, al Massachusetts Insti-

tute of Technology (MIT) di Boston, i ricerca-

tori hanno compiuto un notevole passo avanti

nella ricerca di energie alternative grazie ai vi-

rus M13. Virus geneticamente modificati, che

normalmente infettano alcuni batteri e sono

innocui per l’uomo, capaci di replicare i mec-

canismi della fotosintesi. Scoperta che apre

ottimistici spiragli verso un futuro di energia

prodotta solo con acqua e sole.

Qualcuno penserà che sono solo un’idealista,

ma per fortuna quattro ospiti d’eccellenza

hanno accettato di parlarci di come l’industria

può contribuire ad uno sviluppo sostenibile,

investendo in energia pulita (Giorgio Ghinaglia

vicedirettore di Italcementi) o riducendo gli

sprechi (Franco Donati di Xelio), e di come si

potrebbero illuminare le città grazie all’ener-

gia solare (arch. Fulvio Valsecchi), visto che

l’energia nucleare non sembra poi così conve-

niente (Carlo Monguzzi).

Ringrazio di cuore gli ospiti e tutti quelli che

nell’ombra hanno partecipato alla stesura di

quest’ultimo Salottino Virtuale. n

2 L’Unione Europea ha di recente concluso uno studio che identifica circa 100 siti suscettibili di essere utilizzati per la pro-duzione di energia elettrica dalle correnti marine. In Italia è lo stretto di Messina ad essere stato identificato tra i siti più promettenti. http://www.energoclub.it/doceboCms/page/12/idroelettrico_energia_dal_mare.html

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1 Vice Direttore Generale Italcementi2 Produce energia attraverso 14 centrali idroelettriche in Lombardia, Piemonte e Veneto ed una centrale termoelettrica in Lombardia, interconnesse attraverso una rete di circa 400 chilometri di elettrodotti di proprietà. Ora sta costruendo tre parchi eolici in Marocco e Turchia.

Parola all’industriaCon Giorgio Ghinaglia 1

Energia “pulita” come asse portante dell’im-

pegno a favore dello Sviluppo Sostenibile. Da

questa consapevolezza nasce l’impegno del

Gruppo Italcementi per lo sviluppo di fonti rin-

novabili, attraverso la produzione e la distribu-

zione di energia idroelettrica, eolica e fotovol-

taica sul mercato nazionale ed estero.

La società del Gruppo Italgen2, che da oltre 10

anni opera in Italia, Marocco, Egitto e Turchia

nel pieno rispetto dell’ambiente e delle comu-

nità locali, utilizza le tecnologie più innovative

sul fronte dell’energia per gestire centrali eco-

logiche in tutto il mondo.

L’energia “pulita” è utilizzata anche per ali-

mentare gli automezzi Italcementi. Nell’aprile

2009 sono infatti stati inaugurati e sono en-

trati in funzione - presso la sede centrale di

Bergamo - i nuovi distributori a “Zero Emissio-

ni”. L’energia “verde” prodotta dalle centrali

idroelettriche Italgen, situate sui monti della

Lombardia, viene portata in città e attraverso

i distributori viene utilizzata per ricaricare i

mezzi elettrici aziendali (6 biciclette elettriche

e un furgone elettrico utilizzato per le com-

missioni in città) e quelli anche a disposizione

dei dipendenti.

Infine il concetto di “energia” pulita è reso

concreto anche nelle cementerie Italcementi:

oltre all’impegno costante per ridurre i consu-

mi energetici degli impianti con interventi di

modernizzazione e razionalizzazione, lo scor-

so anno si è cominciato a valorizzare anche

l’energia solare, con l’installazione dei primi

10.000 metri quadri di pannelli fotovoltaici

negli impianti di Salerno e Vibo Valentia, che

permettono un risparmio di oltre 500 tonnel-

late di CO2 all’anno.

Autonomia, autoproduzione e sostenibilità

sono valori che possono davvero caratterizza-

re le politiche energetiche di un grande grup-

po industriale. n

Salottino Virtuale

Dati dal 1° gennaio al 31maggio 2010

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Parola al risparmioCon Franco Donati1

1 Amministratore delegato di Xeliox, società che, in parole povere, con l’ausilio di specchi parabolici concentra i raggi solari su un tubo ricevitore posto nel fuoco geometrico della parabola per scaldare il fluido che passa all’interno dello stesso a temperature superiori ai 400°. Fluido che viene successivamente usato per azionare delle turbine per la produzione di energia elettrica oppure per il solar cooling, ossia il freddo con il caldo; con il sole facciamo marciare dei frigoriferi ad assorbimento che possono raffreddare edifici oppure processi industriali. Proprio in questi giorni stiamo installando sul tetto del Municipio di Cinisello Balsamo uno di questi rivoluzionari e innovativi impianti.

Salottino Virtuale

Lo sviluppo sostenibile passa anche attra-

verso il risparmio energetico. E siccome ci

occupiamo di solare termodinamico, tecno-

logia all’avanguardia, abbiamo pensato di

realizzare un edificio altrettanto all’avan-

guardia per la nostra sede. Edificio proget-

tato da Marco Acerbis (giovane architetto

bergamasco) che stiamo costruendo grazie

ai nostri valenti ingegneri, e che chiameremo

XEL, acronimo di Xeliox Energy Lab. Un con-

tenitore innovativo, che rientrerà in classe A

(edificio ad alto risparmio energetico) grazie

a un rivoluzionario sistema di pannellature

perimetrali (che abbiamo appena brevettato)

che si avvale per il riscaldamento e il raf-

freddamento dei locali di un impianto solar

cooling. Impianto coadiuvato da pannelli fo-

tovoltaici montati sul tetto e su una ONDA di-

segnata dall’arch. Acerbis. Quest’ONDA sarà

il tratto caratteristico di XEL. Questa tecno-

logia, combinata con una normale struttura

prefabbricata in cemento armato solo leg-

germente modificata, non è molto più co-

stosa di un normale prefabbricato costruito

con tecniche standard e permette importanti

risparmi energetici.

Il nostro sogno è che XEL sia non solo la

nostra sede, ma anche un laboratorio e un

punto di riferimento in Lombardia. Dico que-

sto perché, pur essendo un giovane spin off,

Xeliox ha al suo attivo l’aggiudicazione di

un bando regionale relativo alla produzione

di energia solare e un secondo bando deno-

minato “Industria 2015” per la costruzione

di un impianto in Sicilia del valore di oltre

tredici milioni di euro. Questi progetti sono

finanziati, il primo dalla regione, il secondo

dallo stato, con un impegno a fondo perduto

di oltre il cinquanta per cento.

Queste eccellenze sono frutto d’investimen-

ti fatti a favore della ricerca e della nostra

fiducia nei giovani. Speriamo che il nostro

sogno diventi realtà. XEL sarà fruibile nella

sua prima parte entro quest’anno. n

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Con Fulvio Valsecchi1

Parola al Solare

1 Designer, già docente di architettura alla facoltà di architettura di Parigi Paris-Malaquais, oggi direttore del Master San Vigilio, convenzione tra il comune di Bergamo e la facoltà di Parigi nata per valorizzare il castello cittadino, creando un centro di creatività interdisciplinare.

In quanto ambasciatrice della possibilità già

reale di una città ecocompatibile, avrei voluto

chiamarla Lucciola, in omaggio a questo pic-

colo insetto che rende magici i prati appena

arrivano i primi caldi. Ma temevo il doppio

senso. Così ho optato per la sua traduzione

in inglese, Firefly, più adatta a questa lampa-

da solare ideata sia per un contesto pubblico

che privato. Nella nostra cittadina, 9 Firefly

illuminano uno dei sentieri del parco 8 Marzo

di via Leopardi.

Grazie alla sua forma particolare (un cubo

trasparente), di giorno tre pannelli

fotovoltaici - orientati in modo da

essere esposti al sole dall’alba al

tramonto - ricaricano una batteria

sotterrata ai piedi della lampada. E

quando il sensore crepuscolare si at-

tiva, i quattro led si accendono.

Dopo averla brevettata nel 2006,

ho affidato la sua realizzazione alla

Electronsystem di Giangiacomo Ci-

boldi (Albano San Alessandro) per

via del suo contenuto altamente

tecnologico. Oltre a produrre ener-

gia pulita, Firefly è facile da istalla-

re (non deve essere collegata alla

rete energetica e non necessità di

nessuna autorizzazione) e richiede

pochissima manutenzione (la bat-

teria ha una durata di vita di circa

15 anni, i pannelli di circa 25 anni

e i led sembra fino a 50 anni). Inoltre, se si

volessero collegare una decina di Firefly alla

rete energetica, si potrebbe addirittura diven-

tare fornitore di energia pulita in eccesso.

Firefly necessità di una sola cosa, la luce del

giorno. In Germania, Olanda e Danimarca,

pur avendo la metà di sole che da noi, sono

impiegate abitualmente dappertutto. A Ber-

gamo, esposta al sole, la batteria è in grado

di garantire un’autonomia di circa 20 giorni.

Si tenga presente che per ricaricare la batte-

ria basta la luce di un giorno. n

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Parola al nucleareCon Carlo Monguzzi1

1 Carlo Monguzzi, Consigliere regionale lombardo, è laureato in Ingegneria chimica e insegnante di matematica. Autore del primo saggio sulle piogge acide in Italia, recentemente, con Sergio Zabot, ha pubblicato “Illusione nucleare”. E’ stato presi-dente regionale di Legambiente e nel 1993 assessore regionale all’Ambiente.2 Sergio Zabot, ingegnere, responsabile del Settore Energia della Provincia di Milano, è autore di numerose pubblicazioni scientifiche. Ha partecipato a diverse ricerche e progetti internazionali nel campo dell’energia e delle fonti rinnovabili. Carlo Monguzzi e Sergio Zabot hanno entrambi partecipato all’incontro di Suisio (Bg) del 6 maggio scorso Italia: ritorno al nucleare? e parteciperanno quest’autunno al ciclo di Incontri sull’uomo e l’ecologia Terra: giardino dell’Eden che si svolgerà in diversi comuni della provincia di Bergamo. Autorevoli studiosi, personalità di livello internazionale, esperti e scrittori affronteranno allora temi quali l’agricoltura biologica, la riduzione dei rifiuti, gli Ogm, le energie alternative, il nucleare, il diritto al cibo, la biodiversità e lo sviluppo sostenibile.

Salottino Virtuale

Il nucleare non è la scelta più conveniente per

il nostro Paese anzi è antieconomica. Questa

considerazione anticipa le altre, pur impor-

tanti, sulla sicurezza e sullo smaltimento delle

scorie radioattive. Perché non è conveniente?

Semplice, perché con gli stessi soldi che il

governo italiano vuole immobilizzare per una

quindicina d’anni (tanto almeno ci vorrà per-

ché forse gli impianti vedano la luce), cioè cir-

ca 32 miliardi di euro, potremmo nella metà

degli anni attuare un gigantesco piano di svi-

luppo delle energie rinnovabili e di risparmio

ed efficienza energetica nel nostro sistema di

produzione, di trasporto e di vita.

Sulla base di studi del Politecnico di Milano,

con l’ing. Zabot2 abbiamo elaborato una pro-

posta che con un investimento di 20 miliardi

di euro in efficienza energetica, uso razionale

dell’energia e mini cogenerazione a gas mette-

rebbe a disposizione, entro il 2020, 107 mila

gigawattora/anno di energia elettrica, mentre

il piano nucleare sostenuto dal ministro Scajo-

la ne metterebbe a disposizione solo 48 mila.

Senza contare la disponibilità delle energie

rinnovabili: solo copiando il modello tedesco

in materia di energia pulita potremmo fornire,

sempre entro il 2020, altri 32 mila gwh/anno,

anche se a costi sensibilmente più alti.

Inoltre, in merito alle scorie, va ricordato

come in tutta Europa non sia stato trovato un

luogo intrinsecamente sicuro per il loro smal-

timento così come va ricordato che la cifra per

lo smaltimento delle stesse è ancora oggi al-

tissima, tale da scoraggiare qualsiasi impresa

privata del settore che non possa contare su

abbondanti sostegni pubblici, pagati ossia da

tutti i cittadini.

Non possiamo infine non sottolineare l’irre-

sponsabile atteggiamento di molti governatori

regionali che si dichiarano d’accordo con il

nucleare proposto dal governo, dichiarando

allo stesso tempo di non volerlo nella propria

regione. Tanto più che la motivazione avanza-

ta è l’autosufficienza energetica, che rimette

in sé in questione l’utilità del nucleare. n

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cucito a mano con una morbidezza che esal-

tava un’unica bellezza, come se la mano di un

artista li avesse scolpiti per rendere insepara-

bile la loro unione.

Seguì le linee dei fianchi e delle spalle. Trovò

la stessa armonia. Si fermò con lo sguardo

sul collo, che formava una delicata fossetta

proprio sopra le clavicole, con i cordoncini

dei muscoli laterali che si estendevano come

colonnine tra queste e la base della testa. Si

passò la mano sulla pelle, per togliere la trac-

cia di qualche ruga che aveva fatto da poco

la sua comparsa. Non provò sgomento, ma

piacere per quei segni dell’età che davano va-

lore e giustizia ai suoi cinquant’anni passati.

Aveva visto altre donne che a soli quarant’an-

ni erano completamente da rifare. Lei aveva

piacere del suo aspetto, che dava l’immagine

di sé senza togliere niente al tempo che era

trascorso, rendendo comunque l’idea di una

persona che aveva avuto cura di un corpo che

le aveva richiesto attenzioni.

Sorrise, ripensando a quel vecchio, ai com-

menti che aveva fatto sul suo seno, forse su

quello di una ragazza che non ricordava, mu-

tando espressione all’istante per le sue oc-

chiatacce perverse e maliziose.

Tilde entrò nella propria stanza da letto.

Si fermò a guardare la sua figura slanciata

nello specchio dell’armadio.

Le braccia non le apparvero in nessun modo

esili, e le sue gambe possedevano ancora una

grazia di forma che lei aveva sempre ritenuto

essere estremamente adatta al suo modo di

concepire la bellezza. I polpacci rotondi dietro

le ossa della gamba, alla giusta distanza dalla

cavità delle ginocchia, avevano la forma pro-

pria dei muscoli che si

attaccavano al tendine

di Achille, il quale scen-

deva teso e vibrante a

prendere attacco con

il calcagno. I malleoli

evidenti rendevano le

caviglie, velate dalle

calze di nylon chiaro,

una perfezione di gra-

zia, come una scultu-

ra di epoca classica. I

piedi affusolati dentro

le scarpe di cuoio, col

tacco alto, esibivano

un dorso che aderiva

alla rifinitura del bordo

Un noir inedito1

La governante tilde

di Antonio G. D’Errico2

1 Negli episodi precedenti: La morte sospetta del vecchio preside di un noto liceo di Bergamo manda nel panico i cittadini di Roncola. Il commissario Gribaudi della questura indaga tra gli abitanti del paese, che si sono chiusi in un mutismo inspiegabi-le. La signora Tilde, ex allieva del professore Ruggeri, si trasferisce a San Pellegrino per incontrare l’anziano ormai in pensione. Sono passati trent’anni dall’ultima volta che si sono visti. Il professore non la riconosce, e la invita a casa sua, per il piacere subdolo della donna. Le propone di occuparsi della casa come governante, insistendo che si trasferisca a casa con lui. Dopo un finto dubbio, la donna accetta.2 Scrittore e sceneggiatore teatrale, televisivo e cinematografico. Tra le varie opere e riconoscimenti di Antonio G. D’Errico si segnalano due lavori diversi per dare un’idea della vastità dell’opera di quest’artista. Il suo ultimo lavoro, il thriller ambientato nella Bergamasca, Il Discepolo - ed.Frilli (classificato, alla votazione della giuria popolare, al terzo posto del premio Scerba-nenco, edizione 2008) che s’ispira al mondo dei giovani, e in particolare al mondo nascosto delle sette sataniche. E un lavoro realizzato con Donato Placido, attore e poeta, fratello del più noto attore e regista Michele Placido, “Montalto. Fino all’ultimo respiro, diario sentimentale” (Giuseppe Laterza Editrice, dicembre 2000) Premio Pavese, edizione 2002, e Premio città di Monteverde, V edizione, estate 2001. Dal cui romanzo è stato tratto un film sul caso “Montalto”, il giovane agente di polizia penitenziaria ucciso nella campagna di Trapani la sera del 23 dicembre 1995, vittima di un agguato mafioso. Per i più curiosi ecco il suo spazio nell’etere: http://www.myspace.com/antoniogderrico

Capitolo 7

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una voglia ardente di annusarla. Ma si spa-

ventò. Si ritirò su stesso, rannicchiandosi, ge-

mendo, cercando di nascondere lo sguardo.

- Non gradisci la mia esibizione? - si impostò

di fronte a lui. Gridò: - Guardami!

Il professore girò lentamente la testa. La guar-

dò: - che cosa vuoi? - chiese appena con un

esile filo di voce. Poi volse lo sguardo alle sue

trasparenze, ossessionato dalla sua bellezza e

dal timore del suo affannoso furore.

- Allora, ti piace? - si passò le mani sul seno,

ansimando, continuando, spalancando la boc-

ca, contorcendosi, sospirando, con gli occhi

chiusi.

L’anziano approfittò per guardarla, sentendo

uno stimolo interiore di strana e perversa ec-

citazione.

Tilde lo guardò, sorrise. Gli tirò le mutande,

con un gesto violento.

Il professore ricadde nella disperazione e nel-

la vergogna. Tentò di coprirsi con le mani.

Tilde sorrise, allo stesso modo di prima. Si

sfilò la maglietta esibendo un seno tutt’altro

che cadente.

Il vecchio sentì il piacere di una nuova e più

intensa voglia irrefrenabile, senza vedere pro-

priamente gli effetti di quella sensazione che

era tutta interiore.

Tremò di furore, preparandosi per un incontro

che era decisivo e improrogabile. Si cambiò

d’abito e scelse con cura l’intimo, fantasti-

cando sull’impressione che avrebbe suscitato

negli occhi allucinati di quel porco imbecille.

Distese le fibre delle calze sui polpacci, stiran-

dole, evitando di lasciare l’impronta della più

piccola piega. Fece aderire ai fianchi la seta

di una canottiera trasparente, che lasciava in-

travvedere sul petto la morbidezza generosa

del seno. Coprì le mani con un paio di guanti

della stessa stoffa, che aderirono perfetta-

mente ai polsi e ai muscoli del braccio. Diede

volume ai capelli ed uscì.

Entrò nella stanza del professore, che dormiva

sotto le coperte, come fosse seppellito. Lo udì

russare.

Accese la luce.

Il vecchio gemette, frastornato, colpito dal

bagliore che rifletterono i cristalli del lam-

padario. Si sollevò appena con la testa, cac-

ciandola fuori dal lenzuolo, stropicciandosi le

palpebre. - Cos’è successo? - disse, come un

lamento, infastidito dai raggi che gli colpirono

le pupille, tenute aperte a stento.

Tilde sorrise, lo sguardo minaccioso. Tirò con

un gesto violento le coperte dal letto, scopren-

do i resti di quel corpo che le fece ribrezzo.

L’anziano ritirò appena le gambe, provando

vergogna. Guardò confuso la donna, ammiran-

done la bellezza straordinaria, ma intimorito

nello stesso tempo dalle sue intenzioni.

- Che cosa vuoi? - tremò, coprendosi alla me-

glio con le mani.

- Non sei contento? - sorrise un’altra volta. -

Sono venuta a trovarti. Volevi altre volte la mia

compagnia, volevi finanche sposarmi! Ecco,

sono qua! - iniziò lo spogliarello, come una

danza, cominciando dalle spalline del vestito.

Il vecchio comprese la minaccia, cercò di rea-

gire: - Ma che cosa stai dicendo? Chi sei? - gli

venne il dubbio.

- Stai zitto! - pronunciò con sdegno, conti-

nuando con determinazione il balletto. - Non

ti piace la mia sorpresa? E in tuo onore questo

spettacolo! - fece scendere il vestito sui piedi.

Spostò una gamba, e con un gesto del piede

lanciò il vestito sul letto.

Il professore si scosse, tremando. Poi fu assa-

lito dall’odore che emanava la stoffa. Lo prese

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info: 030 7242349 - 328 4232387 Rovato (Bs)

Tilde si girò mettendole il sedere proprio sulla

faccia.

Il professore ansimò, cercando di toccarsi il

pene con la mano.

Tilde lo guardò, sorridendo: - Sì, bravo! Sei un

porco, tu! Sì, così!

Il vecchio continuò in quell’inutile sforzo.

La donna si sfilò le calze e gli slip. Restando in

piedi con il pube lucente sopra il viso dell’an-

ziano che si affannò, senza più vergogna. La

bocca aperta, la bava che schiumava tra le

labbra.

Tilde gli prese le mani e gli allargò le braccia,

con la mano inguantata effettuò la presa del

suo piccolo organo genitale e iniziò a frizio-

narlo con maggiore efficacia.

Il professore la lasciò fare, aumentò l’affan-

no.

- Sei un maiale tu! Un maiale!

- Sì, sì! - urlò il professore. - Sì, sono un maia-

le! - si abbandonò al ritmo di quell’eccitazione

che gli toglieva il respiro.

- Ti piace, eh?

- Sì!

- Ti piacciono le mie mani?

- Sì, sì! Mi piace tutto di te! - urlò, all’estremo

dello spasimo.

- Bravo! E adesso crepa! - aumentò il ritmo

con la mano, mentre con l’altra gli strinse la

gola, penetrando con le unghie appuntite, co-

perte dalla seta, nelle fibre molli del collo, che

non resse allo sforzo. Sbarrò gli occhi, incre-

dulo, crepitando nella gola, strozzando a poco

a poco, senza forze per resistere all’affanno di

un piacere subdolo e mortale. Chiuse gli occhi

quel vecchio imbecille e soffocò nel respiro,

avendo appena il tempo per un ultimo e defi-

nitivo sospiro. Piegò la testa di lato, quando

le dita della mano della donna allentarono la

presa e le concessero la libertà e la quiete di

quell’abbandono. Fuoriuscì qualche goccia di

liquido spermatico da quel grumo di pelle che

si ritirò all’istante.

Tilde si alzò in piedi, guardando la faccia

oscena di quel morto che non aveva saputo

mai guardarla come avrebbe dovuto.

Riprese il vestito e l’intimo, tornò in came-

ra sua. Si vestì con abiti da lavoro. Scese in

cantina, prese una vanga e andò in giardino.

Scavò un fosso, neanche tanto capiente per

seppellirci quel cadavere che era senza consi-

stenza e senza peso.

Ritornò nella stanza del vecchio, raccolse i

suoi vestiti dalla sedia. Gli infilò i pantaloni, e

lo tirò per la cintola, facendolo saltare giù per

lo scalone ad ogni gradino. Lo trascinò sul pa-

vimento della sala e sull’acciottolato, nel viale

all’esterno. Lo lasciò cadere sul limite della

fossa, poi gli diede un calcio e lo fece rotolare

al suo interno. Buttò anche i vestiti, che aveva

raccolto dal letto e dalla sedia, seppellendoli

insieme a lui. Sulla sommità del tumulo pian-

tò un delizioso cespuglio di lavanda. Raccolse

delle scaglie di corteccia di quercia, che il vec-

chio aveva lasciato a mucchietti in ogni ango-

lo del giardino. Coprì con le scaglie la terra

mossa sotto la pianta, e poi completò il tutto

con delle foglie morte. n

La governante tilde

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Un tavolo per due

APPASSIONATO DI CUCINA, MEMBRO DI UN’IMPORTANTE ACCADEMIA GASTRONOMICA, QUANDO

PASSA PER BERGAMO, CERCA UN BUON LOCALE PER TRASCORRERE UN MOMENTO CON LEI.

1 Via Castello, 1 - Bergamo. Telefono 035/253191

Come noi, comuni esemplari del genere uma-

no, guardiamo con rancorosa invidia i Clooney

di questo mondo, probabilmente i ristoratori

bergamaschi sospirano afflitti passando vicino

al Baretto di S. Vigilio. Lì il cliente si siede,

guarda giù ed è beato, fors’anche se nutrito

a pane e fave. Pure altri, in primis il Pianone,

godono di emozionante colpo d’occhio, ma il

Baretto è lì, facile, vicino, scrupoloso discepolo

del maestro che diceva esserci tre segreti del

successo commerciale: il primo la location, il

secondo la location, il terzo infine ancora la

location.

Potrebbe approfittarne, il Baretto, vista anche

la non enorme dimensione, e allegramente

spennare gli inglesi di passaggio: vediamo al-

lora se passa l’esame.

Ci sediamo, stranamente concordi nel sacri-

ficare la vista a favore di maggior tepore e

intimità, dunque all’interno. Rapidamente ci

portano, col menu, un qualcosina, per sceglie-

re senza avere crampi allo stomaco: pallina di

ricotta con brodino freddo di pomodoro, che

mette entrambi di buonumore. Il limite della

lista del Baretto è che è piuttosto essenziale,

poca scelta insomma, e mi sembra anche piut-

tosto costante nel tempo, ma il pregio è che

senza cercar di stupire propone cose gradevo-

li ed evidentemente collaudate, non si rischia

cioè. E’ sbilanciata sul pesce, ma questo è

legittimo, doverosa essendo a mio avviso una

qualche caratterizzazione nei ristoranti, solo

Leonardo (non quello del Milan) riuscendo a

far bene tutto. Lei va sulla crema di patate con

gamberi e zucchine, io invece sui polipetti con

olive, pomodori e sedano (che scarto accurata-

mente perché lo detesto). La crema di patate è

difficile sbagliarla, ma non è facile farla un po’

speciale: questa è decisamente ok, ed anche il

gamberozzo è di bello e rosso aspetto.

Elegante… e adoro le

loro composizioni

floreali.Sì, ma la vista è sicuramente

il loro punto forte.

al Baretto di San Vigilio1

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I miei polipetti discreti, un po’ più caldi sareb-

bero pienamente soddisfacenti, escluso quello

del quale la sacca non era stata pulita: piccolo

appunto, ma il pesce deve essere perfetto da

questo versante, perché le interiora davvero

fanno danni. Per il secondo, andiamo entrambi

sulla treccia di branzino: forse a rischio di ba-

nalità, ma in fondo - ci diciamo - perché cercar

sempre cose strane?

Dobbiamo dirlo, perché anche il branzino è dif-

ficile rovinarlo ma anche esaltarlo: era ottimo,

ne avrei mangiati due. Saporito e delicato, cosa

chiedere di più? Sospetto che parte del merito

vada al suo intelligente ed umile servo accom-

pagnatore, delle patate arrosto profumate al

pesto, che oltre ad essere una bella scoperta

di per loro, da replicare a casa, ritengo abbia-

no donato profumo e personalità al più timido

pesce. Un bell’applauso all’accoppiata.

E’ un momento gradevole grazie anche ad uno

Chardonnay riserva di forte, molto forte ner-

bo, che tiene testa gagliardamente al tubero

profumato, senza però sopraffare il branzino.

Lode al vino, ed alla mezza bottiglia disponibi-

le, che rende ragionevole l’investimento.

Chiudiamo con frutta varia per lei (menzione

speciale per il melone) ed una zuppa inglese

per me, detta “zuppetta” in lista ma in verità

abbastanza impegnativa, discreta anche se,

essendo uno dei miei “dolci della memoria”,

mai pari al modello avito. Spendiamo 50 € a

testa, ci può stare, e riscendiamo soddisfatti e

satolli verso le verdi valli.

Mr. Pink

Un tavolo per due

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PAPA FAYE “AIMEROU”Nato a Dakar (Senegal il 6 Gennaio 1970), vive e lavora a Brescia.

Dal 1994, dopo aver sperimentato varie forme espressive (teatro e musica), ha trovato nella pittura un mezzo artistico congeniale, che gli permette di affermare con passione gli esiti di un lungo percorso interiore. La pittura che oggi pratica evoca il

EMANUELA DI GREGORIODopo la maturità artistica, si è diplomata nel 2004 presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera (Milano).

Un forte impulso emotivo, innervato nello slancio pittorico, è la condizione strutturale della sua produzione artistica. Nelle sue opere, come nei suoi interventi e nelle sue installazioni, è presente un dinamismo incalzante, , nel quale ritmi e cromatismi si coniugano in efficace equilibrio. La sua operosità dimostra una salda consapevolezza della scena estetica e dei suoi valori formali, che vengono proiettati verso un altrove allusivo e sorprendente, simile a una lingua dell’origine che sempre e da capo chiede di essere interpretata e goduta.

grafismo dei tessitori, mentre i suoi temi dominanti si riferiscono all’intimità e al mistero delle cerimonie nuziali. Infatti quasi tutti i suoi lavori sono da leggere assecondandone la particolare sensibilità, sostenuta dal profondo amore che egli prova nei confronti dell’universo femminile. Nella sua opera la figura femminile appare spesso come esaltante Donna-Madre, generatrice e simbolo di vita.

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PAPA FAYE “AIMEROU”Nato a Dakar (Senegal il 6 Gennaio 1970), vive e lavora a Brescia.

Dal 1994, dopo aver sperimentato varie forme espressive (teatro e musica), ha trovato nella pittura un mezzo artistico congeniale, che gli permette di affermare con passione gli esiti di un lungo percorso interiore. La pittura che oggi pratica evoca il

EMANUELA DI GREGORIODopo la maturità artistica, si è diplomata nel 2004 presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera (Milano).

Un forte impulso emotivo, innervato nello slancio pittorico, è la condizione strutturale della sua produzione artistica. Nelle sue opere, come nei suoi interventi e nelle sue installazioni, è presente un dinamismo incalzante, , nel quale ritmi e cromatismi si coniugano in efficace equilibrio. La sua operosità dimostra una salda consapevolezza della scena estetica e dei suoi valori formali, che vengono proiettati verso un altrove allusivo e sorprendente, simile a una lingua dell’origine che sempre e da capo chiede di essere interpretata e goduta.

grafismo dei tessitori, mentre i suoi temi dominanti si riferiscono all’intimità e al mistero delle cerimonie nuziali. Infatti quasi tutti i suoi lavori sono da leggere assecondandone la particolare sensibilità, sostenuta dal profondo amore che egli prova nei confronti dell’universo femminile. Nella sua opera la figura femminile appare spesso come esaltante Donna-Madre, generatrice e simbolo di vita.

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IL VIAGGIO NECESSARIO

Ci sono viaggi per caso e viaggi di fretta, viaggi per semplicità curiosità e viag-gi che subito si dimenticano, viaggi che non hanno ritorno e viaggi dispersi nel mi-stero, viggi d’avventura e viaggi che sfidano l’esotico, viaggi di scoperta e viaggi nel ricordo.Tutti, in varie età della vita, possono sembrare viaggi indispensabili perchè corri-spondono ai desideri umani. - Ma il viaggio necessario è quello che risponde all’es-senziale bisogno quotidiano, quello che porta con sè la pazienza della fatica e la tenacia della speranza, quel-lo che segna il proprio tra-gitto col senso del dovere e con la virtù dell’operosità. Infatti, come per la formica - simbolo, il tempo umano è scandito nel profondo proprio della ricerca di un pane one-sto e dalla solidarietà ver-so cloro che stentano: dato che la necessità subita ci costringe a forza, ma dalla necessità affrontata provie-ne la felicità sociale che tutti, nei momenti migliori, possono ancora tentare.

Titolo opera: IL VIAGGIO NECESSARIODimensioni: h 1.90mt 1.50 larg. 0.70 profTecnica: polistirolo garzato, pigmenti e verniciAnno: 2009

Kitchencrea Via delle Battaglie, 48Emanuela Di Gregorio

[email protected]

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KITCHENCREA All’insegna di vicine distanze

Di Chroma Sgorbie

Chi passa oggi per via Battaglie, in Brescia, si accorge di essere attorniato da una particolare vivacità. La zona la esprime da sempre: per ragioni urbanistiche, storiche e sociali. Ora vi si aggiungono, come recente ricchezza, officine di artisti che prolungano in altra forma le antiche artigianalità del quartiere. Una di queste realtà innovative si propone per metodo l’approfondimento creativo, di quel tipo di creatività che coinvolge, associa e affina i gusti; da qui la cucina (kitchen) come metafora, indice dell’euforia che sorprende i sensi quando vengono sollecitati da ingredienti ben assortiti. Così lo spazio creativo di Emanuela Di Gregorio e di Papa Faye Aimeru si chiama “Kitchencrea” e si configura, per analogia gastronomica, come un luogo dove poter sperimentare un incontro felice tra culture distanti – quella europea di Emanuela, quella africana di Papa. Visioni del mondo già organizzate da un’estetica propria si trovano, in questo luogo artistico, a riaprire i propri stilemi in un confronto operativo che scambia suggestioni e valori. Infatti, la personalità dell’una entra in complicità con l’esperienza dell’altro; i colori e i grafismi d’Africa, in densità ancestrale, si comunicano alla tavolozza europea. Emanuela, col suo lavoro di ricerca, diventa il nuovo orizzonte di Papa, che a sua volta lo percorre con le mappe spirituali della propria peculiare ispirazione. Da questa feconda tensione reciproca prende forza il progetto dello spazio-laboratorio Kitchencrea, dove i due artisti si prestano i propri sapori e li espongono alla fruizione pubblica.

Luogo di sperimentazione e di riflessione, luogo di tentativi e di discussione, ma anche ambiente in cui il pubblico penetra con stupore per scoprire la multiforme vocazione di Emanuela e di Papa. Da questo luogo privilegiato, che non ha nulla della tradizionale galleria d’arte (né per impostazione né per finalità), germinano anche iniziative che si espandono nel quartiere del Carmine, valorizzandone gli angoli e gli scorci più inconsueti con installazioni originali che hanno, inoltre, il grande pregio dell’ospitalità. Seguendo infatti la propria sincera vocazione, Emanuela e Papa si esprimono volentieri attraverso la disponibilità logistica e cooperativa offerta a numerosi altri artisti, che interagiscono con loro allo scopo di proporre un’ampia rassegna delle moderne possibilità formali. È accaduto proprio di recente con la rassegna “Segni e Simboli”, grazie alla quale sono apparse nel quartiere opere e installazioni legate dal “filo rosso” di una mentalità aperta al nuovo e, insieme, consapevole delle tradizionali problematiche sociali che stringono questa zona della città in un contesto non facile. La punteggiatura artistica prodotta dalla rassegna “Segni e Simboli” ha illuminato vicoli e slarghi, indicando che un altro modo di significare il quotidiano è pur sempre possibile se lo si abita con passione comune e con linguaggi plurali. Ai quali, secondo lo sforzo perseguito dal laboratorio Kitchencrea, è necessario dedicare un ascolto attento, pronto a rilevare le nuove parole che trasformano il nostro giorno anonimo nell’occasione di una comunità creativa. Incoraggiati dalla capacità delle proprie opere di dialogare anche con l’ambiente urbano in cui esse prendono forma, gli artisti che hanno collaborato con Kitchencrea riproporranno in autunno una nuova versione dell’iniziativa “Segni e

Simboli”. Stavolta il sottotitolo di questa impresa comune sarà ancora più esplicito nell’indicarne l’intenzione: “Rivelazioni di luogo” – tracciando così sin dal nome il percorso all’interno dello spazio cittadino, trasfigurato per l’occasione in un tempo corale per l’arte contemporanea.

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IL VIAGGIO NECESSARIO

Ci sono viaggi per caso e viaggi di fretta, viaggi per semplicità curiosità e viag-gi che subito si dimenticano, viaggi che non hanno ritorno e viaggi dispersi nel mi-stero, viggi d’avventura e viaggi che sfidano l’esotico, viaggi di scoperta e viaggi nel ricordo.Tutti, in varie età della vita, possono sembrare viaggi indispensabili perchè corri-spondono ai desideri umani. - Ma il viaggio necessario è quello che risponde all’es-senziale bisogno quotidiano, quello che porta con sè la pazienza della fatica e la tenacia della speranza, quel-lo che segna il proprio tra-gitto col senso del dovere e con la virtù dell’operosità. Infatti, come per la formica - simbolo, il tempo umano è scandito nel profondo proprio della ricerca di un pane one-sto e dalla solidarietà ver-so cloro che stentano: dato che la necessità subita ci costringe a forza, ma dalla necessità affrontata provie-ne la felicità sociale che tutti, nei momenti migliori, possono ancora tentare.

Titolo opera: IL VIAGGIO NECESSARIODimensioni: h 1.90mt 1.50 larg. 0.70 profTecnica: polistirolo garzato, pigmenti e verniciAnno: 2009

Kitchencrea Via delle Battaglie, 48Emanuela Di Gregorio

[email protected]

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KITCHENCREA All’insegna di vicine distanze

Di Chroma Sgorbie

Chi passa oggi per via Battaglie, in Brescia, si accorge di essere attorniato da una particolare vivacità. La zona la esprime da sempre: per ragioni urbanistiche, storiche e sociali. Ora vi si aggiungono, come recente ricchezza, officine di artisti che prolungano in altra forma le antiche artigianalità del quartiere. Una di queste realtà innovative si propone per metodo l’approfondimento creativo, di quel tipo di creatività che coinvolge, associa e affina i gusti; da qui la cucina (kitchen) come metafora, indice dell’euforia che sorprende i sensi quando vengono sollecitati da ingredienti ben assortiti. Così lo spazio creativo di Emanuela Di Gregorio e di Papa Faye Aimeru si chiama “Kitchencrea” e si configura, per analogia gastronomica, come un luogo dove poter sperimentare un incontro felice tra culture distanti – quella europea di Emanuela, quella africana di Papa. Visioni del mondo già organizzate da un’estetica propria si trovano, in questo luogo artistico, a riaprire i propri stilemi in un confronto operativo che scambia suggestioni e valori. Infatti, la personalità dell’una entra in complicità con l’esperienza dell’altro; i colori e i grafismi d’Africa, in densità ancestrale, si comunicano alla tavolozza europea. Emanuela, col suo lavoro di ricerca, diventa il nuovo orizzonte di Papa, che a sua volta lo percorre con le mappe spirituali della propria peculiare ispirazione. Da questa feconda tensione reciproca prende forza il progetto dello spazio-laboratorio Kitchencrea, dove i due artisti si prestano i propri sapori e li espongono alla fruizione pubblica.

Luogo di sperimentazione e di riflessione, luogo di tentativi e di discussione, ma anche ambiente in cui il pubblico penetra con stupore per scoprire la multiforme vocazione di Emanuela e di Papa. Da questo luogo privilegiato, che non ha nulla della tradizionale galleria d’arte (né per impostazione né per finalità), germinano anche iniziative che si espandono nel quartiere del Carmine, valorizzandone gli angoli e gli scorci più inconsueti con installazioni originali che hanno, inoltre, il grande pregio dell’ospitalità. Seguendo infatti la propria sincera vocazione, Emanuela e Papa si esprimono volentieri attraverso la disponibilità logistica e cooperativa offerta a numerosi altri artisti, che interagiscono con loro allo scopo di proporre un’ampia rassegna delle moderne possibilità formali. È accaduto proprio di recente con la rassegna “Segni e Simboli”, grazie alla quale sono apparse nel quartiere opere e installazioni legate dal “filo rosso” di una mentalità aperta al nuovo e, insieme, consapevole delle tradizionali problematiche sociali che stringono questa zona della città in un contesto non facile. La punteggiatura artistica prodotta dalla rassegna “Segni e Simboli” ha illuminato vicoli e slarghi, indicando che un altro modo di significare il quotidiano è pur sempre possibile se lo si abita con passione comune e con linguaggi plurali. Ai quali, secondo lo sforzo perseguito dal laboratorio Kitchencrea, è necessario dedicare un ascolto attento, pronto a rilevare le nuove parole che trasformano il nostro giorno anonimo nell’occasione di una comunità creativa. Incoraggiati dalla capacità delle proprie opere di dialogare anche con l’ambiente urbano in cui esse prendono forma, gli artisti che hanno collaborato con Kitchencrea riproporranno in autunno una nuova versione dell’iniziativa “Segni e

Simboli”. Stavolta il sottotitolo di questa impresa comune sarà ancora più esplicito nell’indicarne l’intenzione: “Rivelazioni di luogo” – tracciando così sin dal nome il percorso all’interno dello spazio cittadino, trasfigurato per l’occasione in un tempo corale per l’arte contemporanea.

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L’arte…di Vito Signoriledi Daniela Pacchiana

L’abilità nell’uso del colore e nella composizio-

ne materica, fanno di Vito Signorile un artista

raffinato. La sua predilezione per l’astratto in-

formale permea ogni quadro, anche quelli più

figurativi. Nulla è realtà, niente è tangibile, ma

tutto è informe, inconsistente: il colore crea e

insieme cela. Fulcro delle composizioni è la

dicotomia, il gioco degli opposti. Pieni e vuoti,

luce e ombra, forme nette e trasparenti, volu-

me e non volume, colori bianchi e neri: questi

sono i tratti salienti.

Niente è calcolato, premeditato. L’azione pit-

torica viene prima del pensiero, anzi è essa

stessa a guidarlo. Il quadro si svela pian piano

e il gesto è sempre percepibile. n

www.vitosignorile.it

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L’arte…di Vito Signorile

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avvenimenti138

Cesvi: Premio Takunda Ph. Simone Montanari

Premio Takunda al progetto

Maasai Women Art organizza-

to da CESVI giovedì 13 maggio

al Teatro Donizetti condotto

da Lella Costa, testimonial e

voce delle più importanti cam-

pagne Cesvi, con la partecipa-

zione straordinaria di Franca

Valeri. La serata, interamente

dedicata alle donne, ha visto

tra gli ospiti la cantante Paola

Turci e Niccolò Fabi, vincitore

come Testimonial, a fianco di

Medici con l’Africa – Cuamm.

Menzione d’onore conferi-

ta a Padre Claudio Marano,

alla guida del Centre Jeunes

Kamenge in Burundi. Sette

giovani attrici hanno interpre-

tato storie di donne, accom-

pagnando il pubblico in un

viaggio attraverso il sud del

mondo: dal Sud Africa all’In-

dia, dallo Zimbabwe al Brasi-

le, dal Perù al Marocco.

Nora Chipaumire, artista zim-

babwana, ha regalato grandi

emozioni con la sua perfor-

mance di danza contempora-

nea, musica jazz con il gruppo

NU-Drop Quintet. Le parentesi

più leggere della serata sono

state regalate da il Trio Medu-

sa, fedeli sostenitori Cesvi.

Assegnati i premi per le 5 ca-

tegorie - Progetto, Protagoni-

sta sul campo, Comunicazio-

ne e informazione in Italia,

Testimonial e Bergamo per il

mondo - dalla Giuria d’Onore

composta da personalità del

mondo del giornalismo, della

cultura e delle istituzioni tra

cui Toni Capuozzo, Lella Co-

sta, Dario Di Vico, Ettore Mo,

Giovanni Porzio, Paolo Rumiz.

Il premio “Bergamo per il

mondo” è stato consegnato a

Pietro Gamba, medico berga-

masco che si è distinto per la

sua attività solidale in campo

sanitario iniziata nel 1986 a

Cochabamba, una delle zone

più povere e depresse della

Bolivia. n

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avvenimenti140

Martedì 18 maggio l’associazione In-Oltre ha of-

ferto una serata molto speciale. Protagonisti in

primis il coro a cappella dell’Associazione In-Oltre,

composto di ragazzi disabili e non, che si esibiva-

no per la prima volta in pubblico grazie alla super-

visione di Giorgio Moschetti, psicologo e musico

terapeuta.

Seguiti dalla musica rock dell’originale band, Aut.

Min. Rock, composta da 5 medici degli Ospedali

Riuniti (Michele Colledan, Sergio Vedovati, Franco

Terraneo, Bernardo Righi e Sergio Mottana) e una

cantante Rosalba Piccinini, fiorista di professione.

Era presente anche il corpo di ballo del Festival

Internazionale della Cultura.

L’evento ha permesso al pubblico di vedere gli stra-

ordinari risultati che si possono ottenere creando

contesti che includono diverse abilità. n

Un coro, mille voci Ph. Valeriu Popescu

Musica e solidarietà

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avvenimenti142

Anche Patrucco

pensa ecologico, scopri

come inquadrando

questo QR:

(vedi istruzioni p.4)

Il 21 maggio - grazie al Cava-

liere Giallo e al Lab 80 con il so-

stegno della Fondazione ASM

- Alberto Patrucco è tornato a

cantare in uno spettacolo graf-

fiante e al quanto coinvolgen-

te! D’altronde, quando i testi

satirici di Antonio Voceri e di

Alberto Patrucco (uno dei più

corrosivi monologhisti italia-

ni) incontrano le musiche del

caustico disincanto poetico

del grande cantautore france-

se Georges Brassens, la cro-

naca legata alla quotidianità

non può essere che sorpren-

dente ed esplosiva. Tanto più

se è il Quartetto Sotto Spirito

- Sergio Bassanini (Clarinetto

e Chitarra), Daniele Caldarini

(Pianoforte e Tastiere), Fran-

cesco Gaffuri (Contrabbasso

e Basso Elettrico), Massimo

Villa (Chitarre) sotto la dire-

zione di Daniele Caldarini –

a restituire agli spettatori la

complessità e la profondità

musicale di Brassens. n

Patrucco incontra Brassens Comicità e Canzoni Ph. Matteo Mottari

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Altri appuntamenti,inquadrando questo QR:

(Istruzioni a p.4)

APPUnTAmenTi GiUGnO - LUGLiO

Sabato 12 giugno

MatrixLive Club a Trezzo (MI)

Music Trip Bar DonizettiBergamo

Domenica 13 Giugno

Evento Finale ArtwaySentierone di Bergamo

Martedi 15 Giugno

Little Street Indians & Pocket ChestnutDruso Circus (BG)

Mercoledì 16 Giugno

Flamenco Lunares in “Mi Sombra”Bergamo, Teatro Sociale (BG)

Keith JarrettLazzaretto di Bergamo (BG)

Giovedì 17 Giugno

Acoustic, Soul e BluesP.le Lotto - Trescore Balneario (BG)

Venerdì 18 Giugno

Acoustic, Soul e BluesP.le Lotto - Trescore Balneario (BG)

Sabato 19 Giugno

Artemis Danza in “I Bislacchi, Omaggio a Fellini”Teatro Sociale - Bergamo

Domenica 20 Giugno

Gandolfi LiveBar Donizetti - Bergamo

Mercoledì 23 Giugno

Silence Teatro: “Malapianta”Teatro Sociale - Bergamo

Punkreas Claudun FestChiuduno (BG)

Giovedì 24 Giugno

Ol gioedè l’è ol dé di macc’Bar Donizetti - Bergamo

Medicina CrowRock‘n’Beer Fest - Curno (BG)

Venerdì 25 Giugno

Sun & Stars Musica Elettro-nicaArea Feste - Solza (BG)

Sabato 26 Giugno

“Le Roi” – Hip Hop DanceTeatro Sociale - Bergamo

Music TripBar Donizetti - Bergamo

Sun & Stars Musica Elettro-nicaArea Feste - Solza (BG)

Domenica 27 Giugno

Mickey Finn plus Cuong VuBrignano Gera D’Adda (BG) - Palazzo Visconteo h21.30 Rassegna Clusone Jazz Ingresso Gratuito

Bepi & The PrismasValbondione (BG)

Francesca Caraffini e Body Painting Bar Donizetti - Bergamo (BG)

Festa della birra EnamirA per Ambramarie!Curno (BG)

Mercoledì 30 Giugno

Zu, Chaos Physique e BancaleRockisland FestivalBottanuco (BG)

Giovedì 1 Luglio

Arearea in “Innesti. Il Corpo Tecnico”Teatro Sociale - Bergamo

Moltheni, Giuliano Dottori e StardogRockisland FestivalBottanuco (BG)

Venerdì 2 Luglio

Massimo Volume, Valentina Dorma e Ultimo Attuale Cor-po SonoroRockisland FestivalBottanuco (BG)

Gaspare De Vito “Passing No-tes” Rassegna Clusone JazzVerdello (BG) - Parco Comunale h21.30

Sabato 3 Luglio

Zen Circus, Criminal Jokers e Sakee Sed Rockisland FestivalBottanuco (BG)

Domenica 4 Luglio

Bill Frisell Trio - ClusoneJazzTeatro Mons. Tomasini 21.00Clusone (BG)

Art Vision India in “Shakti, il femminile di Dio”Bergamo, Teatro Sociale (BG)

Live Sax Massimiliano Milesi e Ritratti di alluminioBar Donizetti - Bergamo

Marta sui Tubi + Triste Colore Rosa Forest Summer FestForesto Sparso (BG)

Edda, Brunori sas e Unòrso-minòre - Rockisland FestivalBottanuco (BG)

Venerdì 9 Luglio

Oscar Boldre & SimoneMauri duoVecchio Tagliere 21.00Galverina terme (BG)

Spellbound Dance Company in “Don giovanni o il gioco di Narciso”Teatro Sociale - Bergamo

Rassegna Clusone Jazz Carlo Canevali Conduction 3Piazza Giovanni XXIII° - Osio Sotto

Domenica 11 Luglio

Percussioni Live Gionny Grey Gomez ed Esposizione ArtisticaBar Donizetti - Bergamo

Altri Eventi e Concerti sul sito www.mynight.it.

Il Sito per i consumatori di Locali.

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Martedì 4 maggio il Centro Porsche Bergamo

e il Team Bonaldi Motorsport nella sede della

Bonaldi Tech S.p.A., hanno presentato le nuove

Porsche Cayenne. Presentati a marzo in prima

mondiale al Salone di Ginevra, i nuovi modelli

della Cayenne sono disponibili dall’8 maggio

in Europa. Per la prima volta la sportiva fuo-

ristrada della Porsche debutta con il modello

Cayenne S Hybrid dotata del sistema Full-Hy-

brid parallelo, che combina le caratteristiche

di un motore a 6 cilindri con la performance di

un motore a 8 cilindri, ma con consumi note-

volmente ridotti. Tutti i modelli della nuova ge-

nerazione Cayenne s’impongono sulle vetture

della loro classe come standard di riferimento

per efficienza e performance e rispetto alle

versioni precedenti, i consumi sono diminuiti

fino al 23%. n

Centro Porsche Bergamo Ph. Matteo Mottari

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event148

Venerdì 21 maggio il Caffè del

Viale di Dalmine (via Locatelli,

107) ha festeggiato il 20° an-

niversario. Serata di gala per i

numerosi ospiti di “Venti Volte

Viale” all’insegna del divertimen-

to con un ricco buffet dolce e sa-

lato, fragole e ostriche, una sera-

ta chic offerta dai F.lli Marchesi

a tutti i loro affezionati clienti.

Roby e Filippo hanno festeggiato

i 20 anni del loro Caffè del Viale

offrendo anche un graditissimo

omaggio per tutte le donne inter-

venute alla serata. n

20° AnniversarioCaffè del Viale di Dalmine Ph. Simone Montanari

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event150

Inaugurata giovedì 27 maggio la prima mostra

presentata da Libri Aparte del ciclo Fotografare

l’energia. Sole, acqua e vento negli scatti di sei

fotografi italiani : Alvise Vivenza e Luca Volpe ,

promosse da ABenergie, trader di energia elet-

trica che opera su tutto il territorio italiano.

Il progetto si inserisce nell’ambito di un inno-

vativo progetto di comunicazione aziendale che

si affida al linguaggio della fotografia per sensi-

bilizzare e portare all’attenzione del pubblico il

tema delle energie da fonti rinnovabili. Tre ap-

puntamenti curati da Marcella Cattaneo, Viola

Giacometti e Sara Mazzocchi dove sei giovani

fotografi si misurano con i tre attori primari del

cambiamento globale in atto nell’approvvigio-

namento energetico: sole, acqua e vento.

Il primo appuntamento della rassegna, a cura

di Marcella Cattaneo, è dedicato al Sole e pre-

senta i lavori in digitale di Alvise Vivenza e Luca

Volpe, due autori impegnati nel campo fotogra-

fico da diversi anni sia in Italia che all’estero.

Abenergie

Via Tasca, 3 - Bergamo

da lunedì a venerdì, ore 9-13 e 14-18

Ph. Laura Marinoni

Fotografare L’energia

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event152

La prima tappa del tour ufficiale di AMO LA

PRUGNA sponsoring InChiostro Bergamo Alta.

L’atmosfera originale e suggestiva della loca-

tion ha collimato perfettamente con il brand

elettrico dell’universo dell’abbigliamento gio-

vanile. Il marchio d’abbigliamento provocato-

re per ragazzi e ragazze AMO LA PRUGNA e

100%PRUGNA reinventa lo stile informale con

originalità e irriverenza. Sinonimo di qualità e

ricercatezza AMO LA PRUGNA e 100% PRU-

GNA si distingue per il colore viola d’impatto

del suo logo, divertente ed eccentrico. www.

amolaprugna.it n

Ph. Sara Gusmini

Amo la prugna

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event154

“ [Oggi] si assiste alla produzione di foto anche

eccellenti dal punto di vista tecnico, ma prive

del senso della verità. […] A volte, se sei bravo

e se vuoi essere esteticamente seducente, rischi

di raccontare la superficie e perdere la sostanza

della realtà.” Con queste parole, Mario Don-

dero, fotografo engagé, ha risposto a Antonio

Gnoli, autore del catalogo dedicato alla mo-

stra Dello Sguardo, della Vita, un film del Nove-

cento inaugurata il 15 maggio scorso.

Poeta del reportage, a più di ottant’anni, Ma-

rio Dondero, con la sua eterna borsa a tracolla

e il suo sorriso da ragazzo impertinente, non

smette di girare il mondo. Famoso per il ce-

lebre scatto che per primo ritrae il crollo del

Muro di Berlino, per lo scoop in omaggio al

suo maestro Robert Capa (è riuscito a scoprire

il nome di “Il miliziano morente”) e tanti altri

lavori quali i suoi reportages dall’Afghanistan

realizzati in collaborazione con Emergency.

Ha fotografato i più grandi (Samuel Beckett,

Fidel Castro, Francis Bacon, Herbert Marcuse,

Pier Paolo Pasolini, George Best) e gli umili

(fornai iracheni, contadini, tunisini, pescatori

portoghesi, sentinelle turche e operai francesi

in sciopero) con lo stesso interesse umano.

Fino al 26 giugno in via S. Tomaso, 86. n

Per saperne di più su quest’incontro

straordinario inquadra questo QR

(vedi istruzioni p.4)

mario Dondero Ph. Simone Montanari

Leggenda vivente del fotogiornalismo in galleria Ceribelli

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83a AdunataVolti di Alpini bergamaschi

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...tanti altri volti, inquadrando questo QR:

(vedi istruzioni a p.4)

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Oroscopo

1 Laureato in scienze della comunicazione, e specializzando in editoria multimediale presso l’Università di Bergamo, Joseph Procino studia astrologia dal Prof. Umberto Pirotta di Milano, partecipando a vari seminari su come predire avvenimenti nella vita del singolo in relazione al transito dei pianeti. Per informazioni: “e-mail:[email protected]”.

di Joseph Procino1

Il segno dei Gemelli, terzo segno nella cerchia zodiacale, rappresenta la parola e la relativa capacità espressiva nel mondo. I gemelli rappresentano l’intelletto, lo studio, l’adolescenza, la versatilità, il movimento intellettuale, una difficile scelta, un dualismo, il ragionamento, la con-versazione, la scrittura, la stampa, le lettere, i libri di fantasia, i giornalisti, i librai, gli scrittori, i postini e tutti i messaggeri. Quelli che fanno lavorare il loro cervello o le loro gambe quindi anche i ciclisti e i podisti i vendi-tori ambulanti, i letterati, le persone colte, i bibliotecari ecc. E’ il domicilio di Mercurio, pianeta della gioventù e della comunicazione. E’ il segno in cui Giove, grande maestro della maturità e dell’insegnamento, è in esilio e perde totalmente il suo potere. Da qui infatti il contrasto tra le generazioni, ma anche la dispersione di sapere (Giove) in favore al gruppo giovanile (Mercurio). L’Ariete corrisponde alla prima casa (il fisico, l’azione) il Toro alla seconda (i beni, il denaro) i Gemelli alla terza (l’intelligenza, gli spostamenti). I gemelli, sono un segno doppio e sterile, corrispondono alle braccia, ai polmoni, reggono il commercio, l’aria, la stampa e i libri, evocano ragione e dualismo, fratelli e sorelle, i cambiamenti, i tentativi rinnovati, un doppio lavoro, una doppia fortuna o sfortuna (se gli aspetti sono disarmonici).

Segno Zodiacale del mese:

Il Sole transita nel segno dal 22 Maggio al 21 Giugno

Scheda tecnicaFRASE CHIAVE:IO PENSO

SIMBOLO: I DUE GEMELLI

PIETRA PORTAFORTUNA:TOPAZIO, AGATE (TUTTE LE PIETRE CON IL COLORE GIALLO)

COLORE: GIALLO

PIANTE E FIORI:CAMELIA

METALLO:MERCURIO

ESSENZE:LIMONE, LAVANDA, MANDARINO

Nati Sotto Questo Segno1. BRUNO VESPA (27 MAGGIO 1944) - GIORNALISTA, SCRITTORE E CONDUTTORE TELEVISIVO ITALIANO

2. LIONEL RITCHIE (20 GIUGNO 1949) - CANTAUTORE, COMPOSITORE, PRODUTTORE AMERICANO

3. PRINCIPE WILLIAM (21 GIUGNO 1982) - PRINCIPE D’INGHILTERRA

4. MARILyN MONROE (NORMA JEANE MORTENSEN) (1 GIUGNO 1926) - ATTRICE AMERICANA

5. CHE GUEVARA (ERNESTO GUEVARA DE LA SERNA) (14 GIUGNO 1928) - RIVOLUZIONARIO CUBANO

Gemelli

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ARIETEnati tra il21 marzo e il 20aprile

Amore: Tutto sta cam-biando. Da Giugno con Venere in quadratura al sole alti e bassi nell’umo-re che si rifletteranno nel-la vita di coppia.

Lavoro: Giove entra in Ariete: primi cenni di un cambiamento che vi ve-drà protagonisti l’anno venturo. Questo è il mese giusto per concretizzare progetti e prendere de-cisioni.

TOROnati tra il 21 aprile e il 20 maggio

Amore: Mercurio passa nel vostro segno e vi sa-luta permettendovi un chiarimento con amici o partner. Marte esce dalla quadratura con il vostro sole e vi regala un sorriso vincente.

Lavoro: In ripresa la si-tuazione professionale con Giove in sestile al sole. Giugno favorevole per firmare contratti e per piccoli spostamenti.

GEMELLInati tra il 21 maggio e il 21 giugno

Amore: Saturno, pianeta della saggezza, vi porterà a “tagliare i rami secchi del passato” e molte sto-rie affettive vedranno la chiusura.

Lavoro: Cambiamenti professionali. Giove, pia-neta dell’espansione su Urano, pianeta del cam-biamento improvviso in quadratura al vostro sole vi porteranno migliora-menti nel vostro settore e per molti la possibilità di ottenere aumenti o posi-zioni importanti.

CANCROnati tra il22 giugno e il22 luglio

Amore: Venere nel segno allieterà le vostre giorna-te e vi porterà incontri passionali già dai primi del mese.

Lavoro: Godetevi questi splendidi aspetti planeta-ri. Molti cancerini vedran-no i frutti del duro lavoro invernale.

LEONEnati tra il 23luglio e il 22agosto

Amore: Finalmente Mar-te esce dal vostro segno! Da metà ottime le pos-sibilità di incontri per i single e di per chi già in coppia buone nuove su cui brindare.

Lavoro: Giove in Ariete preannuncia un estate fa-volosa, parentesi di quel-lo che sarà il vostro 2011 Per molti di voi l’avverarsi di desideri.

BILANCIAnati tra il 23settembre e il23 ottobre

Amore: situazione non semplice. Giove in oppo-sizione al sole dei nati nella prima decade con Marte in semisestile as-sicura incontri passionali ma Venere in quadratura dal canto suo ne ostacola la semplicità. Per chi è in coppia si avvicina il mo-mento di scegliere.

Lavoro: Non è ancora il momento per capire dove andare, cosa fare. Già da Luglio avrete le idee più chiare su come proce-dere. Tante le delusioni. State in guardia e più con i piedi per terra!

SCORPIONEnati tra il 24ottobre e il 21 novembre

Amore: i single riceve-ranno il beneficio di una solare Venere in Cancro che porterà incontri ma di natura meramente sessuale. Marte confer-ma la sessualità e mette in guardia assieme a Nettuno in opposizione nel sopravvalutare certe situazioni.

Lavoro: Il 2010 ha por-tato molti Scorpione ad una situazione di stabili-tà, almeno apparente. At-tenzione ad un’estate in cui saranno più le uscite che le entrate. In partico-lare dalla seconda parte del mese.

SAGITTARIOnati tra il 22novembre e il 21 dicembre

Amore: Giugno positivo grazie a Giove nel vostro fratello Ariete. Saturno chiude definitivamente situazioni affettive supe-rate. Basta con il passa-to. Già da luglio buone nuove per molti single.

Lavoro: Vicino ad una stabilità Giugno vi ob-bliga ancora a pazienta-re e per gli insoddisfatti dalla seconda parte del mese buone nuove per incrementare le vostre entrate.

PESCInati tra il 20febbraio e il 20 marzo

Amore: Marte in opposi-zione al Sole con Giove su Urano vi chiede di pazientare ancora per questo mese. Dalla metà di Giugno attenzione ai colpi di testa e tenete a freno la vostra impulsi-vità.

Lavoro: Occhio alle spe-se in eccesso. Molte situazioni professionali prenderanno una brutta piega. Non gettatevi a ca-pofitto su nuovi progetti. Non è il momento giusto!

ACQUARIOnati tra il 21gennaio e il 19febbraio

Amore: Un incontro all’orizzonte dalla metà del mese. Molti hanno il cuore spezzato. Ora con Marte in quinconce otti-ma l’energia per ritrovare la serenità.

Lavoro: Giove in sestile al sole porta novità e possibilità concrete di in-crementare il patrimonio con lavori extra.

CAPRICORNOnati tra il 22dicembre e il 20 gennaio

Amore: Giugno non po-sitivo con Venere in op-posizione al Sole e Giove transitante in quadratura ad un Plutone. Piccole di-scussioni, allontanamen-ti, malcontenti. Single: Buoni gli incontri già dal-la prima parte del mese. E’ alle porte un incontro intenso.

Lavoro: Situazione in ascesa. Attenzione però a non sprecare inutilmente le vostre energie!

VERGINEnati tra il 23agosto e il 22settembre

Amore: Saturno per l’ul-tima volta nel vostro se-gno vi saluta regalandovi un Giugno tranquillo. Dal canto suo Giove esce dall’opposizione, dunque si andranno a definire e chiarire situazioni finora lasciate in sospeso.Molte donne del segno avranno il desiderio di maternità.

Lavoro: Cambiamenti ina-spettati sul fronte lavoro! Occhio alle spese che sa-ranno poco bilanciate.

Se volete scoprire la grande passione del nostro astrologo, inquadrate questo QR:

(vedi istruzioni a pag. 4)

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faceberghemLa rubrica dedicata a tutti i bergamaschi

Inviandoci, entro la fine di ogni mese, una vo-stra fotografia avrete la possibilità di vederla pubblicata il mese successivo all’interno di questo apposito spazio.La foto va inviata all’indirizzo mail:[email protected] oppure [email protected] da per appreso, che chiunque invii la foto-grafia per e-mail, si assume ogni responsabi-lità in merito alla divulgazione e pubblicazio-ne della stessa approvando e sottoscrivendo quanto segue:“Al fine di far pubblicare la mia foto sul mensile BergamoUp acconsento al trattamento dei miei dati personali, come stabilito dalla legge sulla privacy. Dichiaro, di avere il diritto di distribuire questa immagine e che essa non viola le condi-zioni d’uso, e sollevo da ogni possibile controver-sia legale il mensile BergamoUp (nel nome dei suoi rappresentanti legali), per la quale mi ritengo personalmente responsabile”.

di Alessandro Di Miceli

... e auguri a Valentina Laura Agostiniche compie gli anni il 6 Giugno

da parte di un suo “fan”.

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Mauro MarinIntervista esclusiva per Bergamo Up

Mauro MarinIntervista esclusiva per Bergamo Up

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STORIA DI COPERTINA:

Niniva Restaurant e Lounge Bar - AlmèA BERGAMO:

Intervista in esclusiva a Mauro MarinCASA UP:

Loft con giardinoA PASSEGGIO PER LA CITTà:

I BorghiLA CITTA’:

AlmèAPPUNTAMENTI CON L’ARTE:

11 giugno Lazzaretto - Bergamo

Simona Atzori in Kaos

25 giugno - Piazzetta Bergamo

Jazz: i migliori giovani talenti

dal 10 giugno al 9 luglio Teatro Sociale - Bergamo

Festival di Danza Contemporanea

EVENT:

Centro Porsche Bergamo;

20° Caffè del Viale di Dalmine;

Fotografare L’energia;

Inaugurazione de’ “Amo la Prugna”;

Mario Dondero;

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