—Riscoperte II laureando Pavese inmimesisedizioni.it/rassegna/magrelli-tuttolibri... · 2020. 8....

4
1 / 4 Data Pagina Foglio 29-08-2020 1+6/7 tutinlibri in imiam IMO —Riscoperte II laureando Pavese spiega Whitman da «sbroffoncello» ENRICO MAGRELLI - PAG. VI Cesare Pavese e Walt Whitman in un disegno di Delvox La vitalità del nuovo mondo contro la prosopopea fascista o tuttolibri La ~In ()h\ scltm~+ i+o\í'hihnan i critici italiani non hanno capito uu Ila Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. 120634 Settimanale

Transcript of —Riscoperte II laureando Pavese inmimesisedizioni.it/rassegna/magrelli-tuttolibri... · 2020. 8....

Page 1: —Riscoperte II laureando Pavese inmimesisedizioni.it/rassegna/magrelli-tuttolibri... · 2020. 8. 31. · Walt Whitman. L'incontro con le Leaves of Grass risaliva agli ultimi anni

1 / 4

Data

Pagina

Foglio

29-08-20201+6/7tutinlibri

inimiam• IMO

—RiscoperteII laureando Pavesespiega Whitmanda «sbroffoncello»ENRICO MAGRELLI - PAG. VI

Cesare Pavese e Walt Whitman in un disegno di Delvox

La vitalitàdel nuovo mondo

contro la prosopopeafascista

otuttolibri La ~In

()h\ scltm~+ i+o\í'hihnani critici italiani non hanno capito uu Ila

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

120634

Settimanale

Page 2: —Riscoperte II laureando Pavese inmimesisedizioni.it/rassegna/magrelli-tuttolibri... · 2020. 8. 31. · Walt Whitman. L'incontro con le Leaves of Grass risaliva agli ultimi anni

2 / 4

Data

Pagina

Foglio

29-08-20201+6/7fliflolibri

La riscoperta11~1~11111h

LA TESI DELLO SCRITTORE VENTUNENNE

Oh Whitman, mio selvaggio Whitmani critici italiani non hanno capito nullaPavese si laureò ne11930 sul poeta americano attaccando gli "inutilissimi studiosi, piccini e chiacchieroni"La commissione giudicò il testo innovativo ma troppo "sbroffoncello" e lo congedò con un 108/110

VALERIO MAGRELLI

120 giugno 1930, ancoraventunenne, Cesare Pa-vese si laureò in lettere

all'Università di Torinocon una tesi intitolata Inter-pretazione della poesia diWalt Whitman. L'incontrocon le Leaves of Grass risalivaagli ultimi anni del liceo, co-me dimostrano alcune lette-re a Tullio Pinelli. In una mis-siva del 10 agosto 1926, leg-giamo per esempio: «Io, inquesti boschi, mi esalto diWalt Whitman», mentreun'altra del 19 settembre suc-cessivo recita: «Ora io, non sose sia l'influenza di Walt Whit-man, ma darei 27 campagneper una città come Torino».

Ciò spiega perché, sebbeneil giovane studioso restasseprofondamente colpito dalcorso biennale di letteraturee lingue classiche comparatetenuto da Augusto Rostagni,le sue preferenze si volseroben presto verso quello di let-teratura inglese. La discussio-ne della tesi, tuttavia, risultòpiuttosto problematica, datoche all'ultimo momento ilprofessore di tale materia, Fe-derico Olivero, non si presen-tò alla seduta di laurea. A su-bentrargli, su sollecitazionedi Leone Ginzburg, fu uno frai più valenti francesisti italia-ni, Ferdinando Neri.Secondo alcuni critici (a co-

minciare da Davide Lajolo),Olivero non avrebbe accetta-to il tono polemico nei riguar-di del Regime e la stessa impo-stazione crociana della tesi.Umberto Mariani ha però ridi-

mensionato queste accuse, inun saggio che ricostruisce det-tagliatamente la tormentatavicenda a partire dal fattoche Olivero fosse in realtà«tra i professori meno fascistiin quegli anni». Muovendosicon grande discrezione, Nerie Ginzburg evitarono ogniscalpore, al punto che nulladel delicato affaire trapelòfra gli amici di Pavese. Anchel'andamento della discussio-ne rispecchiò la necessità disoffocare ogni polemica. Lacommissione, ha osservatoMariani, si limitò a soffer-marsi su semplici dettagliespositivi, come l'uso di ag-gettivi desueti («spallata»per «sbagliata», secondo lalezione di Papini) o di so-stantivi dialettali («miglia-rota» per «quantità») .Come che sia, Pavese finì

per ottenere il punteggio di108 su 110 (diversamente daquanto indicò Lajolo), votocorrispondente al 28 più trelodi della sua media.. Da un la-to il risultato fu piuttosto sod-disfacente, vista la scarsa ac-curatezza nella redazione fi-nale di una tesi costellata daerrori di battitura; dall'altrosi finì per penalizzare una ri-cerca degna, a dir poco, di undottorato attuale.Pavese, evidentemente,

aveva fretta, e giunse a supe-rare ben quattro esami, tuttibiennali, nel brevissimotempo intercorso tra la finedell'anno accademico e laseduta di laurea. Conclusoil periodo universitario, la.tesi, come un rito di passag-gio, gli consentiva l'ingres-so nel mondo del lavoro, nel-la dimensione, così a lungoanelata, di quell'età adultacui allude la dedica shake-

speariana de La luna e i falò:«Ripeness is al?».Non per niente, i mesi suc-

cessivi si riveleranno densi diavvenimenti: l'ammirata ri-lettura del poema whitmania-no durante l'estate (comeconfermano alcune lettere aPinelli e Augusto Monti); laproposta di tradurre Sher-wood Anderson e HermannMelville per la rivista La. Cul-tura; la stesura di quella chePavese giudicherà la sua pri-ma prova poetica riuscita, os-sia I mari del Sud; infine lamorte della madre, il 4 di no-vembre, Il inondo dell'inse-gnamento, comunque, nonvenne dimenticato, se è ve-ro che, ancora nel 1932, Pa-vese tenterà di diventareprofessore d'inglese. Loscritto e la lezione si svolse-ro con successo, ma la catti-va pronuncia pregiudicò l'e-sito dell'esame orale.Siamo comunque nell'ar-

co di quegli anni, intercorsitra i11930 e il 1936, che mol-ti giudicheranno fra i più se-reni nell'esistenza dell'auto-re, e che egli stesso, in uninedito datato 5 febbraio1946, ricostruirà in terminientusiastici: 411 decenniodal '30 al '40, che passerànella storia della nostra cul-tura come quello delle tra-duzioni, è stato un momentofatale, e proprio nel suo appa-rente esotismo e ribellismo èpulsata l'unica vena vitaledella nostra recente culturapoetica. L'Italia era estrania-ta, imbarbarita, calcificata --bisognava scuoterla, decon-gestionarla e riesporla a tuttii venti primaverili dell'Euro-pa e del mondo».Lo stesso spirito informa

un articolo apparso sull'uni-tà il 2 agosto 1947, in cui silegge: «Verso il 1930, quan-do il fascismo cominciava aessere la "speranza ciel mon-do", accadde ad alcuni giova-' liani di scoprire nei libri

l'America, un'America penso-sa e barbarica, felice e risso-sa, dissoluta, feconda, grevedi tutto il passato del mondo,e insieme giovane e innocen-te. Per qualche anno questigiovani lessero, tradussero escrissero con una gioia disco-perta e di rivolta che indignòla cultura ufficiale».

In tale prospettiva appareinevitabile che, fra i maestripiù amati, spiccasse appuntoWhitman, su cui Pavese tor-nerà più tardi, in un articolopubblicato da La Cultura nelluglio-settembre 1933, peraffermare: «Watt Whitmancanta la gioia di scoprirepensieri». La sua «poesiadella scoperta», insomma,doveva costituire il miglio-re dei viatici per una genera-zione votata alla scopertapolitica, oltre che lettera-ria, del Nuovo Mondo. Na-turalinente molto andreb-be detto intorno all'influen-za di Whitman sullo scritto-re italiano, tanto più che, so-lo pochi anni fa, Antonio Si-chera osservava come nonfosse stato ancora esaustiva-mente studiato «il contribu-to complessivo delle Leavesof Grass al mondo poetico diPavese». Tuttavia, nell'im-possibilità di affrontare un ar-gomento tanto impegnativoe vasto, limitiamoci a unosguardo sulla tesi di laurea.Ventun'anni. Bisogna ri-

cordare questo dato, per va--lutare appieno la tesi di Pave-se e insieme, forse, lo sconcer-

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

120634

Settimanale

Page 3: —Riscoperte II laureando Pavese inmimesisedizioni.it/rassegna/magrelli-tuttolibri... · 2020. 8. 31. · Walt Whitman. L'incontro con le Leaves of Grass risaliva agli ultimi anni

3 / 4

Data

Pagina

Foglio

29-08-20201+6/7tullolibri

to di Olivero. Dalle sue pagi- laurea si trasforma in un au-ne, infatti, emerge un brio, tentico pamphlet: «Ma mi ac-una sicurezza, una sicume- corgo di andare oltre. Tantera, che sconfinano aperta- sono le quisquilie e i pettego-mente nell'arroganza, per ri- lezzi di questa minuta e inuti-correre a un'espressione già lissima critica whitmaniana,usata dalla critica. Dice bene che, al solo parlarne, si diven-Mariani: il tono dello scritto ta piccini e chiacchieroni alsi sarebbe potuto accettare di là dell'onesto».dalla penna di autori famo- Eppure, ecco il punto, que-si («certe pagine polemiche sta veemenza ha sempre lodi Carducci, certi pezzi d'oc- scopo di riportare l'attenzio-casione più urbani, di un Cro- ne sulla specifica naturace, di un Russo»), non però dell'oggetto letterario, misco-da quella di un laureando. nosciuta da tanti, troppi ese-Eppure proprio in questo ri- Reti: «Tutti discutono di me-siede il fascino di un lavoro trìca e di democrazia e allaappassionato, acuminato, poesia ci pensi il lettore. Che,acerbo. fra parentesi, non sarebbeLa tesisi articola in sette ca- una cattiva soluzione, ma si

pitoli, il primo dei quali (finti- bruciassero allora anche letolato fi mito della scoperta) opere suddette». Lo «sbrof-imposta il discorso critico e foncello» (per restare a un ter-avanza la proposta di una mine di Mariani) avanza in-nuova interpretazione, men- somma osservazioni ditre gli altri forniscono una let- prim'ordine, come quandotura analitica del poema suggerisce la prospettiva diwhitmaniano. A sorprende- un «Walt Whitman arcade»,re il lettore è innanzitutto ossia non un poeta primitivo,l'impiego disinvolto della pri- bensì un poeta del sentirsi pri-ma persona singolare. La mitivo, e pertanto capace discelta sembrerebbe solo stili- creare il mito modernista del-stica, ma bastano due pagine la primitività. Da qui la clau-per tradire quella iattanza in sola: «Che poi questovoleres-cui Mariani ha scorto l'eco sere primitivo sia la cosa piùdelle lezioni liceali di Monti. letteraria del mondo è un al-Infatti, a una citazione di tro affare».Whitman, segue la chiosa: Per diretta ammissione del

«Nessuno mi pare l'hai mai laureando, l'essenza dello

notato», e poche righe dopo, studio si trova nel primo capi-per dissipare ogni dubbio: tolo, dove si afferma che«Nessuno mi pare l'hai mai Whitman «non fece il poemanotato, ripeto», con una ri- primitivo che sognava, ma ilpresa ulteriore che precisa co- poema di questo suo sognome Pavese stia guardando al creò un suo libro dove il so-poeta americano «seco.ndo gno pratico si risolve nellaun angolo mai applicato a lui poesia di questo sogno, nellada nessuno». lirica del mondo veduto attra-Questo concerto tornerà verso questo sogno passando

più volte, riassunto in un pas- la vita a ripetere in vario mo-so di bella presunzione: «Tu t- do questo disegno, egli feceto il mio sforzo è sempre sol- la poesia di questo disegno,tanto di chiarire e isolare al la poesia di scoprire un mon-possibile dalla scoria conge- do nuovo e di cantarlo. Senita e dalla nebbia altrui la ve- non paresse un gioco di paro-ra natura della creazione poe- le, direi che Walt Whitman fe-tica withmaniana». Né l'at- ce poesia di fare poesia. Ed ètacco sì ferma alla «nebbia al- questo che, in altra forma, iotr-ui», dato che altrove avrà chiamo in lui il mito della sco-per obbiettivo il «nebbione», perta».con la variante «nuvole». Tale nozione di una «poe-Tanta foga nel difendere sia del far poesia» (destina-Whitman dai suoi interpreti ta a diventare il sottotitolocostituisce il filo conduttore del già menzionato saggiodell'intera ricerca: «Tutti su Whitman pubblicato nelhan sempre sezionato le sue 1933 da La Cultura) si puòopere cogli strumenti più di- spiegare anche sulla base disadatti». Insomma, la tesi di una forte affinità fra l'auto-

re e il suo interprete. Infatti,in un colloquio con GuidoDavico Bonino, Italo Calvi-no volle rivendicare la com-pattezza e la sistematicitàdella tematica nel Pavesenarratore e poeta, conclu-dendo: «Bisogna ammette-re che il suo sforzo di auto-costruzione è stato immen-so». Il giovane universitariodovette dunque individua-re con gioia, nel capolavorodel maestro americano, ilprototipo di quell'atteggia-mento volontaristico a cuiavrebbe votato il proprio fu-turo di scrittore.Ma torniamo alla tesi. Fis-

sato il punto di mira da cuitraguardare le Leaves ofGrass, tenuto fermo il tonofortemente assertivo («Dicosubito che in questo poemac'è una parte fallita», Paveseprocede a un sistematicosmantellamento della biblio-grafia whitmaniana, con pa-gine brillanti ed efficaci con-tro falsi pudori o biografismi(«L'autentico" potrà au-mentare il valore di una bar-zelletta ma non entra pernulla in un apprezzamentoestetico. Di solito anzi gua-sta». Di fatto, sebbene rifiutidi dedicarsi a una «criticadella critica», i passi polemi-ci si moltiplicano fino a inva-dere la trattazione, con gran-de godimento del lettore,chiamato ad affrontare unsottisier di chiara ascenden-za flaubertiana.Tra tanto incrociare di la-

me («I1 Jannaccone conclu-de rosette»; «Non sì scherzacol Kennedy», seguiamoper esempio questo affon-do: «Nulla, al mio parere, èpiù simpatico di un criticoche sappia deporre a tempol'agghiacciante mascheradel suo mestiere». La con-cessione, in realtà, è solo ap-parente, poiché, irritato daun'ennesima castroneria,Pavese esclama: «Allora mela tolgo io la maschera e micompiaccio che, per maleche vada il mio studio, suW.W. ne saran sempre statedette di più carine».

Nella battaglia ingaggia-ta contro lo stupidario com-posto dalla letteraturawhitmaniana («la colpa è,sinora, soltanto dei eri ti-

ci»). Pavese intende ribatte-re colpo su colpo. Certo, lasua pazienza è messa a du-ra prova: «Che cosa debbofare? Rimettermi a spiega-re tutta la mia teoria dellostile? L'ho già fatto anchetroppo». Grande è l'insoffe-renza del nostro candida-to: «Come ho già scritto die-ci volte», esclama, oppure:«Tutto questo è pacifico» eancora: «Conosco la que-stione», come anche «Nonsto a soffermarmi più oltrea litigare e passo al miocommento», su su fino a in-dicare «un critico di cuinon faccio più il nome pernon logorarglielo», Il culmi-ne, però, si tocca nel terzo ca-pitolo, dove, dopo un appun-to vergato di sfuggita «(Cheesagerazione!)», lo studio-so, parlando di sé, evoca «lamia modesta persona». Senon bastasse, poi, valga co-me sigillo il passo in cui, a ungiudizio sui versi di I Sing theBody Electric, segue imme-diata la precisazione: «Co-me lo vedo io» .No, un io del genere non si

dimentica davvero. Ma chepiglio attraversa le paginesul cinematografo, che auto-revolezza trapela dalla segna-lazione di Whitman e Melvil-le come campioni dell'Ameri-ca letteraria e che baldanza sidispiega nell'attacco alla reto-rica del Regime. Ha notato alriguardo Michele Tondo:«Una risentita coscienza civi-le ispira alcune pagine in cuisi ironizza la prosopopea fa-scista della sana civiltà lati-na, opposta alla decadenzaspirituale del popolo ameri-cano». Pavese, d'altra parte,non esita a condannare alcu-ni fra i testi più celebri di Lea-ves of Grass, come nel caso diOcaptain, mycapta.in! (desti-nata a finire, non per nulla,proprio in un film di succes-so), affermando sprezzanteche la situazione descrittanella lirica «è davvero degnadi esser tanto piaciuta algran pubblico» .

Certo, il suo crocianesimosi fa talvolta ingombrante, co-me quando si scaglia controle tecniche di analisi del ver-so: «Intendiamoci: io noncombatto qui la scienza me-trica. Voglio però ch'essa sia

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

120634

Settimanale

Page 4: —Riscoperte II laureando Pavese inmimesisedizioni.it/rassegna/magrelli-tuttolibri... · 2020. 8. 31. · Walt Whitman. L'incontro con le Leaves of Grass risaliva agli ultimi anni

4 / 4

Data

Pagina

Foglio

29-08-20201+6/7tuttolibri

davvero uno studio storico enon càpiti di vedersela tra ipiedi quando si discorre diuno scrittore, in campo esteti-co». Un presupposto, questo,che lo porta a vere e proprieenormità, come quando, par-lando della differenza fra leprose di Whitman e le Leavesof Grass, definisce la formaesteriore «trascurabile un me-ro accidente tipografico».Ma queste sono soltanto leparti più datate di un'indagi-ne per altri versi assai accor-ta, e soprattutto basata suuna profonda, empatica co-noscenza dell'autore esami-nato. Lo dimostrano le splen-dide pagine su come Whit-man ascolti, con gusto quasimorboso, le infinite variazio-ni di un cinguettio odi un ron-zio, fino a seguire «certi scin-tillii, quasi shelleyani, dellaluce sulle acque e tra le pian-te». Per questo, a chiusura dilibro, il lettore non potrà cherestare ammirato e insiemecommosso dallo slancio concui questo ventunenne delleBasse Langhe faceva il suo to-nitruante ingresso nella Let-teratura. —

z RIRR9OUZIGNEA!SEAV4'P.

Emerge una sicurezzache sconfinaapertamentein arroganza

Di «Leaves of Grass»disprezza la liricapiù nota, «O captain,

my captain!»

Sa " á Ei tittàdtiU44#Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo 1908 - Torino 1950) èconsiderato uno degli intellettuali italiani più rilevanti del XX secolo.Ha contribuito alla scoperta in Italia di molti autori angloamericani.Tra le sue opere: «Dialoghi con Leucò», «La bella estate», «La lunae i falò» e il diario «Il mestiere di vivere» (tutti Einaudi)

Scritta in prima persona

Nel giugno del 1930 Cesare Pavese si laureò conuna tesi sulla poesia di Whitman. Il giovane Pavesesi distingue per il suo orientamento da «crocianoimpuro», sensibile non soltanto al profilodell'autore ma al contesto storico nel quale èimmerso. L'attenzione alla storia è il trait d'unionche lega la tesi agli altri saggi coevi e successiviconsacrati da Pavese alla letteratura americana.Ma è importante anche come punto di partenzadella riflessione dell'autore sul mito, sul rapporto

■.1 INTERPRETAZIONE

DELLA POESIA 01WATT WHIt MAN

.-wrsC:nwlla WI

Cesare Pavese«Interpretazione della poesiadi Walt Whitman»(a cura di Valerio Magrelli)Mimesispp.154, €18

tra realtà e simbolo, nonché sulla questione dellalingua, che trae senz'altro alimento dallo studiodello slang. Il testo fu osteggiato dalla culturafascista sia per l'impostazione crociana, sia perlascelta di dedicare lo studio a un autore straniero.Ancora oggi la tesi di laurea del giovane Pavese è trai suoi scritti meno conosciuti. Mimesis Io proponenel settantesimo anniversario della scomparsa conun'introduzione di Valerio Magrelli, che anticipiamoin queste pagine.

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

120634

Settimanale