Alma Mater Studiorum di Bologna: dallo Studium all'Università

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Comune di Bologna Con il patrocinio di: a cura di: Alma Mater Studiorum: dallo Studium all’Università Bologna eccelle per i suoi doctores e scholares in collaborazione con l’Università di Bologna

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La mostra, che ha avuto il patrocinio del Comune di Bologna e della Festa Internazionale della Storia è stata promossa da Fondazione CEUR e CAMPLUS BOLOGNA con la collaborazione del Centro Studi per la Cultura Popolare, ed è stata realizzata da cinque studentesse universitarie di varie facoltà guidate dal prof. Fernando Lanzi del Centro Studi e dalla dott. Lorenza Agostinelli. Attraverso uno studio attento delle fonti e una suggestiva ed accurata documentazione fotografica, la mostra ripercorre le vicende dell’Alma Mater dalle origini dello Studium nel sec. XI alla nascita della moderna Università, dando un particolare rilievo alla presenza femminile, sorprendentemente qualificata, nel mondo accademico bolognese del sec. XVIII. E' stata allestista da sabato 20 a lunedì 29 ottobre 2012 nel Chiostro del Complesso Universitario di San Giovanni in Monte (via San Giovanni in Monte, n. 2) nell’ambito delle manifestazioni della Festa Internazionale della Storia; e mercoledì 24 Ottobre 2012 alle ore 17.30 si è tenuta la presentazione e visita guidata di Fernando Lanzi, curatore della Mostra.

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Fernando Lanzi, ingegnere, dopo un’esperienza di insegnamento, da trentacinque anni ha orientato i propri interessi allo studio e alla ricerca, sul campo e d’archivio, di tutti gli aspetti della cultura popolare. A questo fine si è fatto promotore, insieme alla moglie Gioia Lanzi Arzenton, del Centro Studi per la Cultura Popolare, che riunisce studiosi di diverse specializzazioni e utilizza un metodo di lavoro multidisciplinare.

Ha svolto lezioni presso il DAPT (Dipartimento di Architettura e Pianificazione Territoriale) dell’Università di Bologna, è direttore del Museo della Beata Vergine di San Luca e membro delle Commissioni di Arte Sacra, di Liturgia e di Turismo e pellegrinaggi dell’ Arcidiocesi di Bologna.

Con la moglie ha al suo attivo più di venti mostre fotografiche documentali e più di cinquanta pubblicazioni, alcune delle quali tradotte in Francia, Spagna, Germania, Polonia, U.S.A., Slovacchia e Lituania; ha inoltre un accordo di cooperazione scientifica con il Dipartimento di Storie e Metodi per la Conservazione dei Beni Culturali dell’ Alma Mater Studiorum.

Nel sec. XI la situazione in Europa è caratterizza-ta da un grande fervore di rinnovamento in tutti i settori, e a Bologna nell’ultimo quarto del secolo si ha una novità eccezionale nel campo della cul-ture: un certo Pepone tiene lezione ad alcuni che per questo lo pagano.

E ciò su cui Pepone fa lezione è il codice di leggi di Giustiniano: il Corpus Iuris Civilis.Ha così inizio la grande avventura dell’universi-tà bolognese, che questa mostra illustra nel suo svolgersi dallo Studium all’Università moderna, oggi Alma Mater Studiorum.

La mostra mette in evidenza la grande importan-za delll’insegnamento del diritto, svolto a Bologna da docenti illustri, la cui fama si stendeva all’in-tera Christianitas europea, per cui papa Onorio III in una bolla del 1220 può scrivere: “Escono (da Bologna) i capi che governano il popolo cristiano (l’Europa)”.

Il grande afflusso di studenti da ogni parte d’Euro-pa influì moltissimo sull’economia cittadina, che ne ebbe grande vantaggio, e diede anche origine, con l’invenzione degli sporti e delle stilate lignee, alla maggior caratteristica della città: i portici.

Nel sec. XVI poi, il desiderio di avere una sede de-gna di tanta fama sarà il motivo della costruzione del palazzo dell’ Archiginnasio, prima sede univer-sitaria del mondo.

Nel sec. XVIII sarà lo Studium bolognese a cono-scere le prime donne in cattedra per l’autorevo-le azione del card. Prospero Lambertini, poi papa Benedetto XIV, che, inoltre, valorizzando l’Accade-mia delle Scienze e il relativo Istituto a Palazzo Poggi, porrà involontariamente le basi per la moderna Università, che vi troverà le propria sede nel 1803.

Donne docenti insigni, come Laura Bassi Veratti, Maria Gaetana Agnesi, Anna Morandi Manzolini, Clotilde Tambroni e Maria Dalle Donne costitui-scono un vero vanto non solo per l’Università, ma per la città tutta.

Di tutto ciò, e di altro ancora, parla questa mostra, realizzata con grande impegno da cinque studen-tesse di varie facoltà dell’Alma Mater, la cui ricer-ca sia documentale che iconografica è stata coor-dinata da Fernando Lanzi del Centro Studi per la Cultura Popolare.

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La nascita dello Studium

Copia quattrocentesca del falso Privilegio Teodosiano che vorrebbe retrodatare alla metà del V secolo la nascita dello Studium.

Giustiniano emana le leggi in una miniatura di Andrea da Bologna del 1406. Giustiniano I fece raccogliere tutte le leggi romane e le consuetudini legali dal suo funzionario Triboniano, fra il 528 e il 565, rispettivamente nel Codex e nel Digesto, che insieme costituiscono il Corpus Iuris Civilis.

Irnerio è stato così importante per lo Studio Bolognese che di lui un documento, della metà del sec. XIII, dice: “Or, seniori, debetis scire quod dominus Yrnerius fuit apud nos lucerna iuris”.Qui lo vediamo in cattedra, nell’affresco di Luigi Serra del 1886.

Rifarsi al grande imperatore Giustiniano era ovviamente un grande onore per i giuristi bolognesi che commissionarono questa miniatura del 1430, che ci mostra l’imperatore mentre legifera.

“Quidam dominus Pepo cepit auctoritate sua legere in legibus”.Sono queste le prime parole di un documento del 1088, che hanno fatto decidere a Giosuè Carducci che in quell’anno po-tesse porsi la nascita dello Studium bolognese, il più antico del mondo.Oggi, un documento quasi identico ci consentirebbe di retro-datare la nascita dello Studio al 1076.In entrambi i documenti si dice che un certo Pepo faceva lezio-ne ad alcuni, che per questo lo pagavano.L’argomento delle “lectiones” era il “Corpus Iuris Iustinia-neum”, a cui Pepo –non sappiamo come- poteva accedere.Se di Pepo sappiamo poco altro, molto meglio conosciamo il suo allievo Irnerio (Vernerius, Guarnerius, Warnerius) la cui fir-ma compare sul Privilegio del 1116, concesso dall’imperatore Enrico V ai “concives” bolognesi, di poter continuare a condur-re la “cosa pubblica”, “res publica”, e che è considerato l’inizio del Comune cittadino.

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Giudici e legisti

Questa miniatura del sec. XV, tratta dalle “Costituzioni del Collegio dei Dottori, Giudici e Avvocati”, illustra due episodi salienti nella storia dello Studio: il Privilegio di Papa Paolo II, che ribadisce l’importanza dell’Ateneo Bolognese, e il falso Privilegio di Teodosio II al vescovo Petronio, che l’autorizza a fondare lo Studio.

Bologna diventa una fucina di miniaturisti, che illustrano i testi di diritto.La situazione di un tribunale è ben sintetizzata in questa immagine, del 1409, nella quale il giudice, col berretto di vaio e la mantellina di ermellino, detta la sua sentenza a un notaio, mentre due avvocati in ermellino la commentano fra di loro, alla presenza delle parti in causa.

Questa miniatura bolognese del 1376 illustra la scena vivace del tribunale civile, col giudice in cattedra, i notai che scrivono, e le parti in causa, durante l’arringa di un avvocato.

La fama di alcuni dottori dello Studium era tale che a Roma, per illustrare un testo di Diritto Canonico per il Papa, nel 1354 si scelse di rappresentare Giovanni d’Andrea, che era ancora vivo, durante una sua affollatissima lezione.

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Statuti e matricole degli studenti e dei docenti

Il Rettore tedesco dell’Università dei Giuristi viene presentato alla Vergine e al Bambino Gesù da santa Caterina d’Alessandria, protettrice degli studenti e della Facoltà di Teologia. La miniatura porta la data del 12 maggio 1476.

Statuto del sec. XV dell’Università dei Giuristi, che costituiva la corporazione di studenti più numerosa e privilegiata. Gli Statuti contenevano le regole dell’Università degli Studenti, e la descrizione del loro funzionamento.

Questa matricola del Collegio di Diritto Canonico del 1502 contiene l’elenco dei docenti (doctores) di Diritto Canonico, le loro cariche in seno al Collegio, e le regole per il suo funzionamento. La mantellina di ermellino era propria della loro condizione di docenti. La presenza dei santi Pietro e Paolo sta a significare la fedeltà del Collegio all’ortodossia.Pietro e Paolo simboleggiano infatti la Chiesa con Pietro il pastore e Paolo il missionario.

Rotulo degli Artisti del 1764 con l’elenco dei corsi con i rispettivi orari e docenti. In quell’anno, fra gli altri, figurano, Luigi Galvani docente di Chirurgia e Anatomia, Laura Bassi docente di Filosofia Universale, e Maria Gaetana Agnesi docente di Geometria Analitica.C’è da notare inoltre che le lezioni, in precedenza indicate e scandite con le Ore canoniche (Terza, Sesta, Nona) dall’inizio del sec. XVI furono dette “Classi” Mattutine e Pomeridiane, computate con ore di sessanta minuti.

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Elenco dei docenti, orario delle lezioni el’importanza dello Studium bolognese

L’importanza dello Studio Bolognese è tale che questa miniatura di Jacopino da Bologna, realizzata per illustrare l’episodio della disputa di Gesù con i dottori, mostra Gesù seduto su una cattedra, e i dottori della legge come allievi.

Inizio del quarto libro del Codice giustinianeo, manoscritto del sec. XIV, con le Glosse (annotazioni) di Accursio, del 1230. Accursio fu il più famoso docente del suo tempo, noto in tutta Europa.

Rotulo dei Legisti del 1514, con l’elenco dei Corsi e i nomi dei rispettivi docenti di quell’anno accademico.

Rotulo degli Artisti del 1625, con l’elenco dei Corsi e i nomi dei rispettivi docenti. Le Arti liberali erano: Grammatica, Retorica, Dialettica, Aritmetica, Geometria, Musica, Astronomia.

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Arche presso San Domenico

L’arca di Rolandino dei Passeggeri del 1300 è l’ultima realizzata, ed è anche la più importante dal punto di vista simbolico.Innanzitutto è orientata, in modo che l’immagine del defunto si trovi sul lato orientale, in serena attesa della resurrezione. Mentre sul lato occidentale Rolandino è rappresentato durante una sua lezione.

La croce scolpita sul fianco meridionale del sarcofago simboleggia la certezza della resurrezione in Cristo, cioè che il morto è destinato, per i meriti della sua vita, al Paradiso.

Il Chiostro dei Morti del Convento di San Francesco era il luogo dove venivano seppelliti docenti dello Studium, soprattutto i docenti delle Arti Liberali.

L’arca del glossatore Egidio Foscherari, del 1289, non presenta ancora l’immagine del defunto, e le varie croci simboleggiano la certezza della resurrezione in Cristo del docente per i suoi meriti.Come quella di Rolandino dei Passeggeri, si trova nell’area del Convento di San Domenico, cui facevano riferimento le Scuole dei Legisti.

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Arche presso San Francesco

Arca dei Glossatori Accursio e Francesco d’Accursio, del 1250, fatta costruire dal figlio per sé e per il padre, che insegnò per oltre quarantanni e che era noto in tutta la Christianitas per la sua Magna Glossa al Codex (oltre novantaseimila annotazioni), che viene ancora ristampata. In Germania tutt’ora si dice: “Chi non conosce la Glossa, non conosce il Diritto”.

Lastra apposta sul fianco meridionale del basamento dell’arca degli Accursio, a ricordo dei restauri realizzati dal 1888 al 1893 nell’ambito dei festeggiamenti per l’Ottavo Centenario dello Studium.

Fiancata meridionale della Basilica di San Francesco, primo esempio in Bologna di arte gotica, realizzata fra il 1245 e il 1263.Al convento francescano fa-cevano riferimento le Scuole degli Artisti.

Lo Studio nel sec. XIII ha onorato al sommo grado i propri docenti, realizzando per loro sepolture d’importanza artistico-simbolica volutamente superiore a quelle fatte costruire da Federico II per sé e per la propria madre Costanza d’Altavilla. Oltre alle arche di Rolandino dei Passeggeri e di Egidio Foscherari ne sono esempio quelle realizzate, dietro l’abside delle Basilica di San Francesco, per gli Accursio, padre e figlio, per Odofredo Denari e per Rolandino dei Romanzi.

Arca del 1265 di Odofredo Denari, che fu il miglior allievo di Accursio, e poi il suo più acerrimo rivale. Insegnò in Francia e presso la corte di Federico II, poi tornò a Bologna, tentando continuamente di superare in fama il suo maestro.

Arca di Rolandino dei Romanzi, realizzata nel 1285: è l’ultima costruita presso il Convento di San Francesco. Da notare i leoni stilofori, ai quattro angoli, a difesa del morto, e la “modernità”, per l’epoca, dell’architettura gotica.

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Studenti a lezione

Sarcofago di Giovanni da Legnano del 1386. L’affollamento della lezione evidenzia l’eccellenza dell’insegnamento del defunto: sono presenti allievi di ogni età e di diversi stati sociali, sempre però piuttosto abbienti.I personaggi in piedi sono “uditores” e non veri e propri allievi.

In questo dettaglio del sarcofago di Giovanni da Legnano sono da notare l’eleganza dei banchi e la ricchezza degli allievi, messa in evidenza dal grande numero di bottoni, che avevano un costo assai elevato, ed erano perciò privilegio delle classi abbienti.

La Pietra della Pace, realizzata fra il 2 marzo e il 30 aprile del 1322, ricorda l’esistenza in questo luogo, oggi via D’Azeglio 57, di una cappella dedicata a Maria Madonna della Pace, voluta dagli studenti a suggellare la fine del loro abbandono dello Studium, a causa dell’ingiusta messa a morte di un loro collega l’anno precedente.

I Rettori degli studenti, rappresentati in posizione di grande fierezza con i loro titoli e nomi, evidenziano l’importanza che lo Studium aveva per Bologna, anche dal punto di vista economico. L’economia della città infatti risentì al punto della mancanza degli studenti che, nell’anno della loro assenza, si faticò a raccogliere le tasse.

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Studenti, dispense e licenze

Diploma di “Licentia in utroque iure” di Francesco Totila, del 1531. La “Licentia” è praticamente l’odierna laurea, e questa documenta che il candidato ha terminato brillantemente gli studi di Diritto Civile e di Diritto Canonico.

La ricchezza del diploma (miniature, lamina d’oro, utilizzo di un bravo calligrafo) della “Licentia” di Giulio Bonasoni, del 1583, è evidente testimonianza del rigido e assai costoso cerimoniale di laurea.

Per essere ammessi alla “Natio” della propria patria occorreva rispettare le regole del relativo Statuto, avere adeguati requisiti morali e infine prestare solenne giuramento alla presenza di testimoni. Verso il 1182 l’insieme degli studenti delle varie “Nationes” aveva dato origine all’U-niversitas Scholarium, cioè all’organizzazione di tutti gli studenti, i cui rappresentanti contrattavano autorevolmente con i docenti e con le autorità civili. Questa miniatura del sec. XV mostra il momento del giuramento degli studenti tedeschi a Bologna.Il volo di anatre verso nord indica la nostalgia dello studente per la propria patria, da cui rimaneva lontano a lungo, e inoltre serve a datare l’avvenimento alla primavera.

La sempre crescente richiesta di testi favorì una nuova tecnica editoriale, la “pecia”, che era praticamente l’odierna dispensa frazionata in parti, che si potevano “affittare” per alcuni giorni per poterle copiare o far copiare.La “pecia” veniva copiata da un amanuense autorizzato dall’ “exemplar” posseduto dal docente, che ne garantiva la correttezza. Questa è la facciata di una “pecia” del Codice giustinianeo del sec. XIV.

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E’ la più antica rappresentazione di un bidello, la cui iniziale funzione primaria era di portare in aula i pesanti volumi necessari per la lezione.

Docenti in cattedra

Questa lastra del sarcofago di Matteo Gandoni, del 1330, proveniente dal chiostro dei morti del Convento di San Domenico, mostra la scena della lezione secondo la tipologia inaugurata nel 1300 per l’arca di Rolandino dei Passeggeri. Da notare la ricchezza dei banchi e la grande quantità di pelli d’ermellino della mantellina del docente.

Ciò che balza agli occhi in questa lastra del sarcofago di Pietro Cerniti, del 1338, è la diversa posizione del docente rispetto agli allievi. Posizione che esprime un forte messaggio politico, e cioè la centralità nella società del “Doctor”, il quale godeva di un prestigio sociale veramente notevole.

La miopia di questi allievi, messa in evidenza da questo dettaglio della lastra del sepolcro di Bonifacio Galluzzi del 1346, ricorda il rischio, per gli studenti, di non arrivare a terminare il corso degli studi prima di non riuscire più a decifrare gli scritti.

La mano sinistra di Pietro Cerniti tiene una sfera rovesciata, a significare che anche l’imperatore è soggetto alla legge.La sfera infatti simboleggia il mondio, insegna regale per eccellenza, e la mano del giurista che lo tiene rovesciato significa: “Lex id est rex”, e cioè che la legge è re, e non viceversa.

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Sporti e stilata lignea

La richiesta di camere crebbe al punto che si decise di espandere la case della larghezza di un’intera camera. In questo caso però la sporgenza richiese il sostegno di pali, come questi in via del Carro, del sec. XIII.Si arrivò così alla stilata lignea petroniana diretta anticipazione del portico.

Elementi costitutivi della stilata lignea petroniana: il legno utilizzato è il robusto rovere.

La notevole fama dello Studium, tale che Papa Onorio III poté scrivere in una bolla del 1220 che “escono da Bologna i capi che governano il popolo cristiano”, indusse un numero sempre crescente di giovani a venire da tutta Europa a licenziarsi a Bologna: tale affluenza portò a modificare la forma delle case per aumentarne la capienza.Si allargavano infatti, a partire dal primo piano, vani interni, troppo grandi per una sola camera ma troppo piccoli per esser divisi in due, espandendo la facciata esterna fino a un metro e mezzo, con sporgenze, dette poi sporti, sorrette da puntoni, come questi in vicolo Luretta.

Altro esempio di sporti in vicolo Sampieri (sec. XII-XIII).

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Stilate lignee in Bologna

Il bisogno di stanze divenne tale che ben presto tutte le vie della città si riempirono di stilate lignee, che verranno poi trasformate in veri e propri portici, che sono la caratteristica più saliente di Bologna. La miniatura del 1600 mostra case di proprietà dell’Ospedale di Santa Maria della Vita.

Nella facciata di Palazzo Grassi il muretto serviva a proteggere dagli schizzi di acqua e di fango i passanti e gli artigiani che lavoravano all’aperto, protetti dalla sporgenza della stilata.

La base lapidea protegge il legno dal rischio di marcire a contatto con l’acqua piovana e la neve, come in questo edificio di via Marsala.

Perfino famiglie magnatizie di grande censo, come gli Isolani, non disdegnavano il reddito derivante dalle camere di una stilata, come evidenzia la facciata del loro palazzo su Strada Maggiore, che vanta la più alta della città.

Rilievo a penna del 1593 di un tratto di via San Felice caratterizzato dal fronte sulla strada interamente a stilata lignea.

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Artigiani al servizio dello Studium

La grande presenza degli studenti svilupperà in sommo grado in Bologna anche l’attività dei fabbricanti di pergamene, che si riuniranno in società, di cui qui vediamo una pagina dello Statuto e della Matricola, cioè dell’elenco degli iscritti, del 1379.Da notare ai due lati dello stemma della parte magnatizia del Comune, lo stemma della Corporazione.

Lastra tombale di un sarto nel Complesso di Santo Stefano. Il defunto ha voluto che la sua tomba fosse indicata semplicemente con lo stemma dell’Arte di cui era orgoglioso di far parte.

Miniatura con gli stemmi della società delle Arti e delle Armi (sec. XV).

Lo stemma dei Fabbricanti di pergamene, all’interno del Complesso Stefaniano, ci testimonia dell’impor-tanza raggiunta da questa Corporazione.

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Dalle Scuole all’Archiginnasio

Verso la metà del sec. XIII Bologna era la quinta città d’Europa, e al suo interno la presenza degli studenti aveva raggiunto una dislocazione precisa.Le Scuole dei Giuristi, sicuramente le più antiche (risalgono infatti alla fine del sec. XI) erano situate nell’area sudorientale e facevano riferimento al Convento di San Domenico, appena terminato.Le Scuole degli Artisti si situavano nell’area nord-occidentale, convergendo verso il Convento di San Salvatore e quello di San Francesco, anch’esso appena terminato.Non a caso dei due ordini mendicanti di recente costituzione, quello più acculturato era quello domenicano, e i Legisti si consideravano i più importanti dello Studium.

L’8 marzo 1561 un “Breve” di Papa Pio IV stabilì che lo Studium dovesse avere una sede unica, decorosa e all’altezza della sua fama, e si diede inizio alla costruzione del palazzo dell’Archiginnasio, che fu inaugurato il 21 ottobre 1563.La facciata presenta 30 arcate, come i giorni del mese solare, mentre i locali al piano terreno, adibiti ad attività di commercio, molte delle quali legate allo Studium, sono 28, come i giorni del mese lunare.

La corte del palazzo dell’Archiginnasio, quadrata, a due ordini sovrapposti di cinque arcate per lato, presenta, di fronte al portale principale, l’ingresso alla cappella di Santa Maria dei Bulgari (dal nome del famoso giurista Bulgaro, morto nel 1166, che risiedeva in questa zona) aperta a quanti, studenti e docenti, volevano raccogliersi in preghiera.

L’Archiginnasio presenta il maggior complesso araldico del mondo, con non meno di seimila stemmi, dei più di settemila originari. Sono gli stemmi del Ret-tori degli studenti e dei docenti, dalla fondazione al 1797, anno in cui, il 27 maggio il Comitato Centrale della Repubblica Cispadana ordinò l’abolizione di tutti gli stemmi nobiliari. Dobbiamo all’azione dell’Accademia Clementina se tutto questo patrimonio stemmario non è stato abraso.

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Papa Lambertini e l’Istituto delle Scienze

Nel sec. XVIII l’Istituto delle Scienze, realizzato in Palazzo Poggi, raccogliendo le collezioni di carattere scientifico di vari scienziati e ricercatori bolognesi, era la punta più avanzata degli studi tecnico scientifici in Bologna e in Europa, e veniva visitato dai più illustri viaggiatori durante il loro Gran Tour in Italia allo scopo di perfezio-nare i loro studi.Per alcuni di loro venivano approntati all’occasione esperimenti scientifici, come documenta questa miniatura.

Luigi Ferdinando Marsili (1658-1730) fu scienziato, viaggiatore curioso, collezionista erudito, e uomo d’armi valoroso. L’insieme degli oggetti di carattere scientifico e tecnico da lui raccolti,durante la sua lunga attività di generale al servizio dell’imperatore Leopoldo I, costi-tuisce il nucleo fondamentale del patrimonio dell’Istituto delle Scienze.E’ altresì autore d’importanti trattati scientifici, soprattutto intorno alle acque.

Alcuni modelli anatomici in cera, che si trovano presso l’Istituto delle Scienze, realizzati con estrema precisione da Anna Morandi Manzolini e che erano indispensabili per le lezioni di Anatomia.

Questo veliero, in perfetta scala, fa parte della notevole collezione di modelli di imbarcazione di vario genere, patrimonio dell’Istituto delle Scienze.

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Dall’Istituto delle Scienze all’Università

Palazzo Poggi con la sua importante specola, riprodotto in questa incisione del sec. XIX, sede dell’Istituto della Scienze, accolse dal 1803 i docenti dello Studium, che era stato abolito con decreto napoleonico, e divenne così la prima sede della moderna Università.

Trono realizzato su disegno di Palagio Pelagi per Napoleone, divenuto intanto imperatore dei Francesi e re d’Italia, in visita all’Università regia il 25 giugno 1805.

Prospetto dei docenti, assistenti e impiegati della Regia Università di Bologna, sotto la presidenza di Napoleone “Restauratore” dell’Ateneo, per l’anno accademico 1805-1806, essendo Magnifico Rettore il prof. Filippo Re.

Questa incisione, ideata da Palagio Pelagi, riproduce la lapide realizzata nel 1802 per acclamare il console a vita Napoleone, socio dell’Istituto Nazionale per meriti militari, letterari e politici.

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Laura Bassi Veratti

La laurea di Laura Bassi, resa possibile anche dall’intervento del Cardinale Prospero Lambertini, che si oppose all’atteggiamento misogino del Collegio dei Dottori, ebbe tale risonanza, che ad essa fu dedicata questa Insignia degli Anziani (credit: Archivio di Stato).

Laura Maria Caterina Bassi (Bologna, 1711-1778) fin dall’adole-scenza manifestò doti intellettuali eccezionali, al punto da essere accettata, non ancora laureata, come socia onoraria dall’Accade-mia delle Scienze.Laureatasi nel 1732 in Filosofia Naturale a pieni voti, ebbe la cattedra di Fisica allo Studium nel 1733, diventando così la prima docente di Fisica d’Europa.

Nonostante che l’ Assunteria dello Studium avesse messo in orario l’insegnamento della Bassi, di fatto la sua reale pratica trovò continui ostacoli creati a bella posta, il che spinse Laura Bassi ad aprire una scuola privata di Fisica Sperimentale, cui accorsero studiosi insigni, fra i quali L. Spallanzani e A. Volta.La miniatura la mostra mentre tiene una lezione all’ Archiginnasio (credit: Archivio di Stato).

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Maria Gaetana Agnesi

Maria Gaetana Agnesi (Milano, 1718-1799) di vivacissima intelligenza, che manifestò fin da bambina nella casa del padre, docente di matematica nello Studio Bolognese, fu invitata da Papa Benedetto XIV ad accettare la cattedra che era stata del padre. Dopo un’iniziale accettazione, l’Agnesi preferì rientrare a Milano, per dedicarsi totalmente alla cura dei malati presso il “Luogo pio Trivulzio”.

Veduta d’assieme del “Luogo pio Trivulzio”, detto affettuosamente dai milanesi Ca’ Granda, dove l’Agnesi trascorse gli ultimi quattordici anni della sua vita, come direttrice, maestra e infermiera.

La fama di Maria Gaetana Agnesi come matematica e donna coltissima - conosceva latino, greco, francese, tedesco e spagnolo - fu tale che anche a lei fu dedicato un monumento.

Benedetto XIV, nato Prospero Lambertini (Bologna, 1675-Roma 1758), ha fra i suoi moltissimi meriti quello di avere combattuto la misoginia dei docenti dello Studio, favorendo gli studi e l’insegnamento di donne di valore come la Bassi e l’Agnesi, aprendo così la strada all’inserimento delle donne nella vita culturale ufficiale di Bologna. Ha inoltre potenziato, favorendone l’attività scientifica, il ruolo dell’Accademia delle Scienze e del relativo Istituto, che saranno le basi della moderna Università cittadina, non trascurando l’Archiginnasio, dove istituì la cattedra di Anatomia Funzionale.

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Donne docenti illustri

Anna Morandi Manzolini (Bologna 1714-1774) fu ceroplasta insigne, la cui fama giunse perfino in Russia, dove l’imperatrice Caterina II la invitò a trasferirsi, invito che la Manzolini declinò. Nel 1755 fu aggregata all’Accademia Clementina e all’Accademia delle Scienze, e le fu conferita dal Senato una cattedra di Anatomia, con la possibilità di insegnare sia allo Studio che a casa propria. Dal 1774 i suoi perfetti modelli anatomici in cera sono conservati nell’Istituto delle Scienze.

Clotilde Tambroni (Bologna 1758-1817) manifestò una capacità di apprendi-mento fuori dal comune, imparando il greco semplicemente assistendo alle lezioni private che il grecista Emanuele Aponte dava a un suo allievo.Nel 1793 la sua fama di grecista era tale che le fu data la cattedra di Greco, non ostante non fosse laureata. Nel 1798 la cattedra le fu tolta, perché si era rifiutata di prestare giuramento al governo della Repubblica Cisalpina.L’insegnamento le venne riconferito nel 1799 per volontà di Napoleone, che ne ammirava l’enorme cultura. La presenza femminile nel mondo culturale fu tema a lei molto caro, e per essa molto si adoperò.

Maria Dalle Donne (Roncastaldo, 1778 - Bologna, 1842), di umili origini, fu avviata agli studi dallo zio prete, che ne aveva intuito le grandi potenzialità. Discusse la tesi in medicina il 19 dicembre 1799, accompagnata dall’amica Clotilde Tambroni.Fu abilitata all’insegnamento e associata all’Accademia Benedettina l’anno successivo, e nel 1804 ebbe la direzione della Scuola di Ostetricia. Insegnò ininterrottamente per un quarantennio, fino alla morte, avvenuta improvvisamente per sincope il 9 gennaio 1842.

La grande valorizzazione della presenza femminile nella cultura, nelle scienze e nelle arti, iniziata con autorevolezza dal cardinale Prospero Lambertini, divenuto poi Papa Benedetto XIV, che trovò esempi molto validi in donne bolognesi, ha portato alla valorizzazione postuma di donne, come la pittrice Elisabetta Sirani, il cui profilo fu inserito fra i medaglioni di insigne docenti dello Studio, realizzati in uno dei chiostri del Convento di San Giacomo Maggiore, espropriato dai governi filo napoleonici del primo Ottocento.Elisabetta Sirani (Bologna, 1638- 1665) morì a soli ventisette anni lasciando più di trecento opere, tutte di grande livello.

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Alma Mater Studiorum: dallo Studium all’UniversitàBologna eccelle per i suoi doctores e scholares

Alma Mater Studiorum: dallo Studium all’UniversitàBologna eccelle per i suoi doctores e scholares

Ricerca storica e iconografica a cura di: Fernando Lanzi con le studentesse del Camplus Bologna: Raffaella Dicuonzo, Storia, Alma Mater Studiorum Anna Fairhurst, Lingue Medievali, Cambridge University Roberta Gatto, Scienze della Comunicazione, Alma Mater Studiorum Maria Eugenia Leoni, Lettere Classiche, Alma Mater Studiorum Maria Grazia Meloni, Relazioni Internazionali, Alma Mater Studiorum

Fotografia e illustrazione a cura degli studenti del Camplus Bologna:

Gaël Truc, Fotografo, Dams Cinema, Alma Mater Studiorum Gianluigi Fanelli, Illustratore, Accademia di Belle Arti di Bologna

Con la collaborazione di:

Riccardo Guidetti, Direttore Camplus Alma Mater e San Felice Lorenza Agostinelli, Organizzazione e Comunicazione Eventi, Camplus Bologna

Progetto grafico e stampa: Immaginazione srl

Si ringraziano per la cordiale amicizia i Proff. Rolando Dondarini e Beatrice Borghi, docenti dell’Alma Mater Studiorum; la Nova Atlantis, Associazione studentesca dell’Università di Bologna; la Conferenza dei Collegi Universitari di Merito (CCU); l’European University College Association (Euca).

Si ringraziano per il patrocinio il Comune di Bolognae la Festa Internazionale della Storia.

Comune di Bologna

in collaborazione con l’Università di Bologna

Camplus è una rete di residenze universitarie di eccel-lenza presenti a Torino, Milano, Catania e Bologna in cui vivono più di 700 studenti provenienti da tutta Italia e dall’estero.Camplus è un progetto formativo e culturale della Fonda-zione C.E.U.R. (Centro Europeo Università e Ricerca), ri-conosciuta legalmente dal M.I.U.R. (Ministero Istruzione Università e Ricerca), membro della C.C.U. (Conferenza dei Collegi Universitari di merito) e di EUCA (European University College Association).Camplus offre numerose opportunità dedicate agli stu-denti in ambito culturale, accademico e professionale che favoriscono l’emergere della personalità e del talento di ciascuno di essi.Un ricco ventaglio di strumenti didattici come tutorati con dottorandi e ricercatori dell’Università, un’ampia proposta di laboratori e corsi, importanti occasioni di incontri con professionisti, visite in aziende, momenti di svago, sport, viaggi, feste: tutte opportunità che Camplus mette a disposizione dei suoi studenti e costituiscono un importante investimento per il loro futuro.

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