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Ancona Ravenna Poste Italiane s.p.a - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 N. 46) art.1 comma 1 - Commerciale Business Ancona n. 45/2008. Euro 3,00

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Agganciare la ripresa economica partendo da infrastrutture, sviluppo degli hub logistici e trasporti

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Sono passati circa due mesi dal nostro ultimo numero e già allo-ra avevamo immaginato uno scenario elettorale di grandeincertezza. I tempi tecnici, l’elezione del Presidente della

Repubblica e l’equilibrio delle forze in Parlamento scaturito dalle ele-zioni ci hanno fatto vivere 60 giorni di stallo con il conseguente sensodi totale assenza delle istituzioni, anche se, di fatto, un Governo c’era.Il tutto nello scenario tragico che tutti ben conosciamo e che haaccentuato questa sensazione di disagio. Ma oggi abbiamo unGoverno e, dati alla mano, gli italiani vedono di buon occhio la for-mazione del nuovo esecutivo guidato da Enrico Letta con un giudizioche è positivo, ma non entusiasta. In attesa che i primi provvedimenti inizino a prender forma è toccatoa Mario Draghi e alla Bce tentare di dare una sferzata all’economiaattraverso la politica monetaria con la decisione di tagliare di ulteriori25 punti base, ovvero dello 0.25 per cento il tasso d’interesse di riferi-mento, passando dallo 0.75 allo 0.50 per cento. Una decisione attesae auspicata poiché l’ultimo intervento risaliva, ormai, al luglio 2012.Così facendo il Governatore Draghi è riuscito a spuntarla sui falchidella Bundesbank tedesca. Si tratta, quindi, della quarta sforbiciatadal settembre 2011 che porta questo valore al suo minimo storico.Molti analisti sono concordi che questo è più un segnale simbolicoche non uno strumento efficace per far tornare a circolare la liquidità.Forse, ma di sicuro oggi il denaro è meno costoso, per ora, ancorauna volta, solo per le banche. Certo per chi ha sottoscritto un mutuoa interessi variabili, per esempio, il taglio dello 0,25 per cento sugli inte-ressi passivi potrebbe corrispondere a una riduzione della rata di 10/15euro al mese. Chi potrebbe guadagnarci qualcosa in più, forse, sonocoloro i quali il mutuo devono ancora sottoscriverlo e potrebbero,pertanto, beneficiare della riduzione del costo del denaro, incontran-do finanziamenti a tassi variabili più convenienti sul mercato.La verità è che si potrebbero portare i tassi, per assurdo anche a zero,ma se la cinghia di trasmissione tra banche ed economia reale èrotta, allora non si sortirà nessun effetto. E non è un problema di liqui-dità che manca alle banche. Tutt'altro. La Bce ha inondato di denaroa un tasso all'1% le banche italiane proprio a cavallo tra il 2011 e l'av-vio del 2012. Circa 250 miliardi affluiti nelle casse degli istituti che sonofiniti ad acquistare titoli di Stato e proprie obbligazioni. Questa è la madre di tutte le questioni che il nuovo Governo dovreb-be affrontare. Questo è lo stallo dello stallo. La questione del lavoro èlegata a doppio filo con l’accesso al credito di piccole e medieimprese, che continuano a pagare il denaro al 6%, sempre se riesco-no ad ottenerlo. Il denaro non è mai stato così a buon mercato, main realtà costa caro nel passaggio dalle banche alle imprese, et voilàil paradosso! Sembrerà ridondante dirlo, ma questa è la tematica sucui ci giocheremo il futuro di tante azienda da oggi alla fine dell’an-no.

Gabriele Costantini

LO STALLO E IL PARADOSSO

www.adriaeco.eu .Editoriale

Adriaeco Adriatic Economy Observer · n. 28Anno V · Marzo/Aprile 2013Registrazione Tribunale di Ancona n°26/07 del Registro Periodici del 22 dicembre 2007

Iscrizione al ROC · numero 16575

Direttore responsabile Gabriele [email protected] · Gabbiano-Srl - Via Chiusa, 6edificio C · 60027 Osimo (AN)T. 071.9989979

Redazione · Via Chiusa, 6 - edificio C60027 Osimo (AN) - T. [email protected] - www.adriaeco.euRedazione Zadar · Trg Kneza Višeslava 6/g23000 Zadar Tel. 00385 - 23778833

Hanno collaborato:Silvia Badon, Sofia Beradi, Mafalda Bruno, Pierluigi Bonora, Pietro Ceccarelli, Gabriele Costantini, Ilaria Ferlito, Luigi Gagliardi,Andrea Gamberi, Giulia Jorini, Virginia Lupi,Nicole Pelizzon, Leone di San Marco

Ufficio grafico · Clizia Pavani, [email protected]

Ufficio commerciale · [email protected]

Segreteria · [email protected]

Stampa · Tipografia Luce - Osimo (An)www.tipoluce.com

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Distribuzione: in abbonamento postale 6 edizioni Euro 15,00. Per informazioni: 071.9989979Versamento a mezzo bonifico bancario c/o Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana SpaAgenzia Ancona 2 - Via Totti - IBanIT80 I 06140 02601 050570030286Chiuso in redazione: 24/04/2013

“Adriaeco – Adriatic Economy Observer” non è responsabile per la qualità,provenienza o veridicità delle inserzioni. La direzione di “Adriaeco” si riser-va di modificare, rifiutare o sospendere la pubblicazione dei testi o delleinserzioni a proprio insindacabile giudizio. L’editore non risponde pereventuali ritardi o perdite causate dalla non pubblicazione dell’inserzioneper qualsiasi motivo. Non è neppure responsabile per eventuali errori distampa. Gli inserzionisti dovranno rifondere all’editore ogni spesa da essoeventualmente supportata in seguito a malintesi, dichiarazioni, violazionedi diritti, ecc. a causa dell’annuncio. È vietata la riproduzione totale o par-ziale di tutti i testi, i disegni, le foto riprodotte su questo numero della rivi-sta. Manoscritti, disegni, foto anche se non pubblicati, non vengono resti-tuiti. Tutti i diritti riservati.

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EDITORIALE p. 3Lo stallo e il paradosso

EVENTO p. 6Benvenuto Stracca: Ancona riscopre il suo più illustre concittadino

FORUM AIC p. 8XIII° Forum AIC delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio

PORTI, TRASPORTI & LOGISTICA p. 10Fermento nel medio AdriaticoNorberto Bezzi: i porti italiani devono poter competere con quelli del Nord EuropaPortualità, snodo cruciale per lo sviluppo economicoRavenna esce dal NAPAInnovazione al Terminal Container RavennaPaolo Eusebi, Regione Marche: Infrastrutture e sinergie per competere nel mercato globaleSYNTHESIS: Il Trasporto sostenibile al servizio del territorioRenata Mambelli: il legame tra uomini e mareNuova linea Snav Ancona-Spalato: Abbiamo bisogno di un sogno!Trenitalia: una “Frecciarossa” da Ancona a MilanoNuovo Trasporto Viaggiatori: “Italo” ti accoglie ad alta velocità

AREE DELL’ADRIATICO p. 37Puglia · Molise · AbruzzoRegione Marche: l’impegno per la salvaguardia del mareAdriano Cardogna: un “sistema costiero” per difenderci dall’inquinamentoUniversità di Urbino: il restauro per una didattica dell’arteOli Monovarietali d’ItaliaRepubblica di San Marino · Emilia RomagnaVeneto · Friuli Venezia Giulia

AVVISO AI NAVIGANTI p. 50Global Village

S o m m a r i o

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Jadranka Radovanić Rodolfo Giampieri

Norberto BezziGalliano Di Marco

Giovanni Mauro

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Organizzare eventi che devono coinvolgere una buona partedella società civile, non è cosa facile poiché si devono rispet-tare tutta una serie di prerogative e specifiche diverse che,

allo stesso tempo, devono diventare minimo comune denominatoreche coinvolga e coaguli l’interesse di tante peculiarità diverse.

Se poi il tema è tanto sentito da pochissimi e il personaggio èin concreto uno sconosciuto, nonostante un’indiscussa cara-tura intellettuale riconosciuta a livello internazionale, raggiun-gere obiettivi diviene cosa ardua. Difficile quindi, ma nonimpossibile e, infatti, due dei principali obiettivi sono stati rag-giunti al convegno tenutosi venerdì 22 febbraio presso laLoggia dei Mercanti di Ancona su Benvenuto Straccha “ExAntiquitate Renascor”. L’evento si è potuto tenere grazieall’impegno di Giovanni Mauro titolare della storica agenziamarittima G & G Mauro con il supporto di enti e istituzionicome la Camera di Commercio di Ancona, gli ordini degliAvvocati e dei Commercialisti della Provincia di Ancona, laFondazione Storia Patria per le Marche, la Fondazione

ANCONA

RISCOPRE

IL SUO PIÙ

ILLUSTRE

CONCITTADINO

A Benvenuto Stracca il padre del diritto commerciale è stato dedicato un convegno, un segnale importante

per la città dorica da sempre caratterizzata dal suocosmopolitismo commerciale che proprio quest’anno si appresta a festeggiare i 2.400 della sua fondazione

www.adriaeco.eu.Evento

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Mansutti di Milano e l’Istituto Superiore Vanvitelli - Stracca - Angelini di Ancona. Grande e ingiu-stificato assente nel sostegno all’iniziativa è stato il comune di Ancona, che anche se in situazio-ne di commissariamento, non solo non ha concesso il richiesto patrocinio gratuito, ma non haneanche partecipato a nessuna delle due sessioni dei lavori, continuando a perpetrare quelladamnatio memoriae che ha fatto sì che uno dei più illustri, se non il più illustre, personaggio anco-netano fosse non solo dimenticato ma sistematicamente offuscato alla memoria dei suoi con-cittadini. Ad onor del vero, va però fatta salva la persona del dimissionario Sindaco FiorelloGramillano che ha partecipato, a titolo personale alla sessione mattutina.Una giornata di lavori, quella del 22 febbraio, divisa in due sessioni e magistralmente coordinatadal prof. Gilberto Piccinini, presidente della Deputazione di Storia e Patria per le Marche. Nellaprima, con un taglio più storico – sociale, vi è stato l’intervento del presidente della Camera diCommercio Rodolfo Giampieri (ente che già dal 2009 ha dedicato una sala di formazione pres-so la sua sede al giurista anconetano). E’ stata poi la volta dello studioso anconetano prof.Alessandro Mordenti ex docente universitario ed ex direttore dell’Archivio di Stato di Ancona cheha preceduto l’intervento della dott.ssa Marina Bonomelli della Fondazione Mansutti che inclu-de, all’interno della propria biblioteca, ben otto edizioni di lavori di Benvenuto Stracca fra cuiun’edizione del 1553 del suo lavoro principale il “De Mercatura” e un’edizione del 1569 del“Tractatus de assecurationibus”. Ha chiuso i lavori della sessione mattutina, la prof.ssa PaolaGuidi dirigente scolastico dell’Istituto Superiore Vanvitelli - Stracca – Angelini.Nonostante l’importanza dei relatori che li avevano preceduti, proprio gli studenti hanno presen-tato in chiusura un lavoro molto interessante, attualizzando gli argomenti, coinvolgendo gli oltre150 partecipanti e dando pienamente significato a questa fase mattutina dell’incontro che eraproprio quella di far riscoprire ai più giovani cittadini anconetani la figura del padre del dirittocommerciale. Nel pomeriggio si è dato al convegno un taglio ancor più scientifico, quando hanno realizzato iloro interventi, il presidente dell’Ordine degli Avvocati della Provincia di Ancona avv. GiampieroPaoli e quello dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Ancona Dott.Stefano Coppola. E’ stato poi il momento prof. Marco Moroni che ha realizzato un interventoimpeccabile atto a inquadrare storicamente la successiva trattazione. Hanno chiuso gli interven-ti, i maggiori esperti al mondo delle opere del giurista anconetano ovvero, il Prof. VitoPiergiovanni dell’Università di Genova e il Prof. Gian Savino Pene Vidari dell’Università di Torino, iquali hanno fatto una dissertazione tecnica sugli scritti di Benvenuto Stracca. Il convegno si èconcluso con l’impegno alla realizzazione e pubblicazione degli atti dello stesso all’interno deiquali si potranno sicuramente apprezzare in modo più completo gli studi e le analisi dei relatori.

Ilaria Ferlito

Evento.www.adriaeco.eu 7

I relatori del convegno tenutosi la mattina. Da sinistra: Gilberto Piccinini, PresidenteDeputazione di Storia Patria per le Marche; Paola Guidi, Dirigente scolastico Istituto SuperioreVanvitelli, Stracca Angelini; Marina Bonomelli,Direttore della Fondazione Mansutti, Milano;Alessandro Mordenti, ex Direttore dell'Archivio diStato di Ancona; Rodolfo Giampieri, Presidente Camera di Commercio di Ancona.

Sotto, i relatori del convegno tenutosi nella sessionepomeridiana. Da sinistra: Gian Savino Pene Vidari,Dipartimento di Scienze Giuridiche, biblioteca “F. Patetta”, Torino; Vito Piergiovanni, Università di Genova; Giampiero Paoli, Presidente Ordinedegli Avvocati della Provincia di Ancona; Marco Moroni, Università Politecnica delle Marche

Giovanni Mauro

La preside Paola Guidi dellʼIstituto SuperioreVanvitelli, Stracca Angelini tra “Benvenuto Stracca”e la sua intervistatrice, interpretati da due alunnidell'istituto, protagonisti di un'intervista immaginaria

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XIII° FORUM AICAl via a Medjugorie la tredicesima edizione del Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio per rafforzare i legami tra i Paesi transfrontalieri

Promuovere lo sviluppo economico dell'area adriatica e ionica, rafforzare le relazioni fra glienti camerali dei Paesi transfrontalieri, favorire la cooperazione giuridica e amministrativatra gli stessi, diffondere la cultura di impresa attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori del

territorio.

Questi gli scopi del Forum delle Camere di Commercio dell'Adriatico e dello Ionio, cheil 14 e 16 maggio 2013 giungerà alla sua XIII edizione. L'evento, organizzato in collabo-razione con la Camera di Commercio della Federazione di Bosnia-Erzegovina, avràluogo appunto in Bosnia-Erzegovina, nella città di Međugorje. Lo svolgimento dei lavoriverrà articolato, come consuetudine, in tre giornate nelle quali sono previste le riunioni

dei Tavoli tematici ambiente, agricoltura,imprenditoria femminile, pesca, trasportie turismo, la sessione plenaria del Forum,le riunioni degli organi dell’Associazionee del Gruppo di lavoro sulla progettazio-ne europea che ha intensificato negliultimi mesi le sue attività grazie all’aggiu-dicazione di nuovi progetti.Nello specifico, la tredicesima edizionedel Forum delle Camere di commerciodell'Adriatico e dello Ionio - associazionecon personalità giuridica nata nel 2001che unisce gli enti camerali appartenentialle regioni costiere del bacino - verteràsul tema, di stretta attualità, dellaMacroregione Adriatico-Ionica, strategiache sta attirando l'interesse di tutti i Paesidell'area, che facciano già partedell'Europa o che siano potenziali ade-renti. All'iniziativa prendono parte, comeaccade in ogni edizione, i rappresentantidelle istituzioni europee, delle reti parte-nariali italiane ed estere, del SegretariatoPermanente dell'Iniziativa AdriaticoIonica, delle istituzioni regionali, provin-ciali e locali, nonché rappresentanti dienti, associazioni e consulenti espertinelle tematiche dei tavoli di lavoro delForum.

www.forumaic.org.Forum AIC8

Segreteria organizzativa Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio,presso la Camera di Commercio di Ancona, Piazza XXIV Maggio, 1 - 60124 Ancona,

Italy - Tel: +39 071 5898249 +39 071 5898266 - Fax: +39 071 5898255www.forumaic.org - [email protected]

Il Forum delle Camere di Commerciodell'Adriatico e dello Ionio, costituito nel 2001unisce, ad oggi, 38 enti camerali e altre istituzionipubbliche e private appartenenti ai paesi che siaffacciano sulle due sponde dell'Adriatico: Italia,Croazia, Federazione di Bosnia ed Erzegovina,Montenegro, Slovenia, Grecia ed Albania.Il Forum punta a coordinare ed armonizzare leazioni delle Camere di Commercio presenti in tuttii Paesi che si affacciano sul mare Adriatico, al fine dicurare l'integrazione giuridica ed amministrativa,sviluppare progetti di promozione dell'area, faresistema nell'ottica di una Macroregione Adriatica. L'obiettivo strategico è favorire un processo di cre-scita duraturo attraverso un efficace utilizzo dellerisorse pubbliche nazionali e comunitarie ed unaconcreta applicazione sia dei principi europei chedelle politiche di coesione e prossimità: partenaria-to, sostenibilità e sistematicità delle azioni sonoparole chiave della strategia dell'Associazione. Lasegreteria del Forum si trova presso la Camera diCommercio di Ancona.

Jadranka Radovanić, Presidente del Forum delle Camere di CommerciodellʼAdriatico e dello Ionio

Rodolfo Giampieri, Vice Presidente del Forum delle Camere di CommerciodellʼAdriatico e dello Ionio

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Fermento nel medio AdriaticoIl baricentro della Macroregione Adriatico – Ionica

scalda i motori e guarda al futuro con speranza

Nonostante il perdurare della crisi economica di

cui forse si potrà iniziare a vedere la fine soltanto

agli inizi del 2014, i richiami della BCE, che però

sembrano essere lettera morta per gli istituti di credito sem-

pre più restii a finanziare le aziende alla ricerca di liquidità, il

decreto sblocca risorse per gli enti locali che tarda a dare i

frutti sperati, nel medio Adriatico c’è fermento. Da sempre,

infatti, l’area dell’Italia centrale fa da traino e spina dorsale

all’economia nazionale ed è, da quest’area, che s’intravedono

alcuni segnali di rifiuto del passato e rilancio per il futuro.

E’ sufficiente pensare al porto di Ravenna che fino aqualche mese fa viveva con grandi speranze la sua pre-senza all’interno del NAPA, ma con un intervento decisodel presidente Galliano Di Marco ha voluto dare un

segnale forte, uscendo da uno schema che, forse, nondava il giusto ruolo al porto romagnolo. Scelta condivisadagli operatori portuali che si apprestano ad affrontarela seconda parte del 2013 in trincea, ma senza temere ledifficoltà. Un altro segnale giunge dal Terminal ContainerRavenna che ha investito per ammodernare le cabine diguida delle gru. Non va poi dimenticato che è in diritturad’arrivo il finanziamento per aumentare il pescaggio delporto che consentirà alle navi di ultima generazione diraggiungere lo scalo ravennate.Anche il porto di Ancona, da parte sua, sta vivendo unperiodo di rilancio, nonostante lo stallo dovuto alla man-cata nomina, da parte del precedente Ministro per leInfrastrutture, del nuovo presidente dell’AutoritàPortuale. Come annunciato dall’assessore regionale

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Paolo Eusebi è previsto per fine anno l’avvio dei lavoriper l’Uscita Ovest che darà uno slancio notevole allaviabilità del porto e della città. Anche per lo scaloDorico è in procinto l’avvio dei lavori per il dragaggiodei fondali. Un segnale forte è arrivato anche dai pri-vati con il Gruppo MSC: questo ha realizzato investi-menti sia nel terminal container per l’acquisto dinuove gru e la sostituzione da parte di SNAV del cata-marano con una nave traghetto che collegherà quasiquotidianamente Ancona con Spalato.A proposito di trasporti, non va dimenticato l’avvio delservizio di Trenitalia che, con il Frecciarossa, colleghe-rà Ancona a Milano in meno di tre ore. E in città siattende l’arrivo della concorrenza di Ntv con Italo. Altro tassello importante per la mobilità di merci e per-sone è l’allargamento dell’A/14. L’opera riguarda iltratto marchigiano fino a Rimini e agevolerà i collega-menti dalle e per le Marche. L’asse Est – Ovest saràcoperto dalla Fano – Grosseto nella speranza chediventi una realtà, il collegamento, tra i due mari conun’unica direttrice.Tutte queste iniziative s’inseriscono nella più ampiastrategia per la Macroregione Adriatico - Ionica: que-sta anche se non ancora operativa è catalizzatricedell’interesse della Commissione Europea su un’areae su settori fondamentali per la ripresa economica.

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LeNavi Seaways Srl è l’agenzia raccomandataria di MSC, leader a Ravenna nel business deiServizi di Linea contenitori. A riguardo della Macroregione Adriatico - ionica abbiamovoluto confrontarci con Norberto Bezzi, CEO di Le Navi Seaways Srl, che ci ha rilasciato le

seguenti dichiarazioni: “mi sono fatto l’idea che, nell’area in esame, lo sviluppo dell’economia marit-tima possa ragionevolmente essere conseguito puntando sul rafforzamento delle “Autostrade delmare”.

Posto che il traffico esistente tra l’Italia e i Paesi balcanici e greci già trova in diversi portiadriatici il proprio gate di entrata e uscita e che, a mio avviso, le relazioni marittime esistentigià soddisfano l’attuale domanda proveniente dal traffico turistico – mercantile, ne conse-gue che lo sviluppo di questa tipologia di traffico non dipende tanto dal possibile incre-mento economico dell’Italia o dei Paesi ad essa frontalieri, quanto dalla possibilità di poteraccedere al traffico avente origine o destinazione in Europa. Ove ciò avvenisse, mi paredel tutto ragionevole ipotizzare che a beneficiarne saranno principalmente i portidell’Adriatico. E’ un fatto, tuttavia, che per l’acquisizione del traffico europeo via Italia ènecessario che i porti italiani siano in grado di essere competitivi con quelli del Nord Europa;vi è quindi la necessità di rimuovere con urgenza i nodi burocratici che attualmente com-promettono la nostra competitività; se ciò non avverrà nei tempi richiesti dall’Europa, temoche l’Italia non si metterà nelle condizioni di ricevere i benefici che dall’Europa stessapotrebbero derivarle”.Quali le esigenze dello scalo Ravennate?“Ravenna, per quanto riguarda le necessità di “pescaggio” proprie dei traghetti impiegatinelle “Autostrade del mare”, non avrebbe bisogno di maggiori fondali; mentre, per rispon-dere alle esigenze dei traffici rinfusieri e contenitori, ha necessità di approfondire il CanaleCandiano e adeguare le proprie infrastrutture portuali, opere sulle quali la nostra AutoritàPortuale è fortemente impegnata”. Per quello che concerne le attività del vostro porto che tipo di vantaggi vedete in questaprogettualità?“Per tutti i porti che si affacciano in Adriatico e non solo per accogliere il traffico di originee/o destinazione europea, vi è una forte necessità di porre attenzione al potenzia-mento delle infrastrutture sia portuali sia di collegamento viario e ferroviario tra ilporto e l’hinterland”.Quali le necessità per i collegamenti viari e ferroviari?“Ravenna ha l’assoluta necessità di potenziare i collegamenti viari con la realizza-zione, almeno, dello stralcio autostradale Cesena – Ravenna – Porto Garibaldi. Sitratta di pochi chilometri ma essenziali per collegare, oltre a Ravenna, ancheAncona a Porto Garibaldi, attraverso la rete autostradale A14 e la superstrada E45,che già giunge a Ravenna. Una volta raggiunto Porto Garibaldi si potrebbe utiliz-zare la superstrada Porto Garibaldi – Ferrara, eventualmente da riqualificare inautostrada, e, attraverso questa, connettersi con l’autostrada che, via Verona, rag-giunge il Brennero. Per i collegamenti ferroviari, invece, è importate che sia realiz-zata la linea Ravenna, Poggio Rusco, Verona, Brennero. Questa linea, da annirichiesta e auspicata, consentirebbe di bypassare il nodo di Bologna e raggiungerei mercati della Baviera e Austria nei tempi richiesti da quei mercati”.

I PORTI ITALIANI DEVONO

POTER COMPETERE CON

QUELLI DEL NORD EUROPA

Nella strategia Macro-regionale prende corpo l’opportunità di potenziare le infrastrutture portuali e i collegamenti viari e ferroviari

14 www.seaways.it.Porti, trasporti & logistica

Norberto Bezzi CEO di Le Navi Seaways Srl

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www.istao.it.Porti, trasporti & logistica16

Èstato di recente presentato il Rapporto 2012 dell’Osservatorio sulla Piattaforma Logisticadelle Marche, prodotto dall’Istao di Ancona e intitolato Dalle infrastrutture allo sviluppo deiservizi. Nato inizialmente dalla collaborazione tra Istao, Camera di Commercio e Autorità

Portuale di Ancona, l’Osservatorio oggi conta anche sul supporto di Regione Marche, Provincia,Comuni di Ancona e di Jesi, Interporto Marche.

Gli studi effettuati in passato hanno spesso concentrato l’attenzione sugli effetti econo-mici e sociali che derivano dalla incompleta realizzazione delle opere infrastrutturali. Lacentralità di questi argomenti resta oggi, più che mai, intatta. In questo rapporto però siè voluta porre l’attenzione su tre temi specifici che hanno in comune l’appartenenza aquestioni di tipo organizzativo e commerciale capaci di incidere, con maggiore rapiditàdelle questioni infrastrutturali, sullo sviluppo dei traffici. Di seguito i temi e le proposteavanzate. Competitività del porto di Ancona rispetto agli altri porti Adriatici relativamen-te ai Terminal Handling Charges (THC). Sono i costi di terminalizzazione dei container diun porto, sostenuti dagli armatori e corrisposti ai terminalisti per le movimentazioni di grue di piazzale. Se è vero che lo scalo dorico riesce a mantenere un buon livello di compe-titività sul mercato, l’indagine sugli armatori ha il pregio di aver messo in luce un aspettointeressante. E’ sicuramente un’anomalia nel panorama dei porti italiani il modello anco-

PORTUALITÀ

SNODO CRUCIALE

PER LO SVILUPPO ECONOMICOPresentati i risultati del rapporto 2012 dell'Osservatorio Piattaforma Logistica delle Marche

Il porto di Ancona

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netano, con le funzioni del termi-nalista spezzettate e gestite trasoggetti diversi: chi movimenta lemerci in banchina, i prestatorid’opera, chi movimenta le mercisu piazzale. Solo questi ultimi sog-getti si interfacciano con gli arma-tori e ne subiscono spesso le pres-sioni. In questo momento storico, inparticolare, la pressione a conte-nere le tariffe è molto spinta.Questo modello, oltre ad essere ailimiti consentiti dalle norme sullaconcorrenza, comporta una rigidi-tà di offerta, di formazione delprezzo dei servizi di THC, che il mer-cato attuale non riconosce più.

Negli altri porti chi si interfaccia con l’armatore, cioè il terminalista, ha la possibilità di control-lare tutta la filiera a monte, dai servizi di piazzale a quelli di gruaggio, per avere a disposizionetutte le leve possibili per rispondere in maniera efficace ed efficiente alle esigenze del merca-to. La prima attività da mettere in cantiere è dunque quella di ripensare all’organizzazione deiterminal di Ancona, in un’ottica di efficienza e concorrenza. La situazione in effetti sta giàcambiando e questo processo va consolidato e strutturato nel tempo. Da tempo si discute,nelle Marche, di come far decollare il traffico ferroviario. La quota attuale, in regione, è del2% circa sul totale delle merci movimentate, lontana dalla media italiana (intorno al 9%) masoprattutto europea. Eppure l’Europa ci chiede di compiere un salto netto in questo senso:entro il 2030 il 30% delle merci che viaggiano oltre 300km ( e il 50% entro il 2050) dovrannoutilizzare la modalità ferroviaria. Oggi inoltre vi è la necessità di far decollare i servizi dall’in-terporto e di stimolare attraverso l’intermodalità lo sviluppo di nuovi mercati dal porto diAncona. Una legge regionale sull’intermodalità, che preveda un contributo per ogni spedi-zione che utilizzi la soluzione ferroviaria combinata con strada o mare è un percorso già spe-rimentato in altre regioni (Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia) con un buon successo in ter-mini di servizi intermodali attivati. L’impegno pubblico certo sarebbe cospicuo e naturalmen-te non gioca a favore, in questo momento, la ristrettezza di risorse pubbliche a disposizione. Ilterzo ambito di indagine è più articolato e complesso. Si tratta di individuare se e come lapiattaforma logistica potrebbe avere una maggiore efficacia nel mercato dell’intermodalitàpresentandosi come un soggetto integrato, al limite unico, piuttosto che come somma di sin-goli nodi. Quando si avvia questa riflessione si ha in mente, quasi sempre, il modello Koper. Loscalo sloveno oggi leader in Adriatico nel traffico container è riuscito a crescere rapidamen-te, mettendo in campo un’offerta di servizi logistici di elevato livello e una vasta rete di serviziferroviari che collegano il porto ad Austria, Germania e molti Paesi dell’Est Europa, Russiacompresa. Questa rapidità di azione è opera dell’equivalente delle nostre Autorità Portuali,che tuttavia hanno competenze e possibilità di azione totalmente diverse. Luka Koper d.o.oè una società fortemente orientata al business, quotata inborsa, con circa 800 dipendenti, terminalista delle 12 ban-chine portuali, appartenente ad un gruppo che controllaanche terminal terrestri, servizi tecnico nautici, vettori ferro-viari. Le nostre Autorità Portuali non hanno, per legge, com-petenze di natura commerciale sui loro porti. E’ vero, molteAutorità nostrane hanno cercato formule diverse per entra-re nel business intermodale: dalle partecipazioni negli inter-porti, alla costituzione di nuove società in partnership conoperatori ferroviari. Le esperienze in tal senso di altre realtàterritoriali non hanno prodotto granché: spesso sono statecreate società tra porti e interporti (o partecipazioni con-giunte), nella speranza che esse producessero nuovi busi-ness, senza che poi avessero nessuna capacità di imporreindirizzi o attività ai singoli soggetti che le partecipavano, edistanti dai mercati che essi controllavano. Il modello di par-tnership con operatori ferroviari si è mostrato efficace in unsolo caso (quasi tutte le altre società analizzate sono in liqui-

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dazione), ovvero in quello del porto di Trieste, dove l’Autorità Portuale ha dato vita ad Alpe Adriaspa, società da lei stessa partecipata in quote paritarie con Regione Friuli Venezia Giulia eTrenitalia spa. Va peraltro ricordato che se questo modello ha garantito un forte sviluppo di serviziintermodali dal porto friuliano è anche vero che non rappresenta un esempio di efficienza, poi-ché sono necessari annualmente almeno sei milioni di euro in contributi pubblici circa il 20-25%del fatturato) per raggiungere il pareggio di bilancio. Nella nostra PLM inoltre ci sono oggi condizioni di mercato specifiche che fanno apparire unavera forzatura un modello di governance unica. I tre nodi servono segmenti di mercato differentie indipendenti di merci, tutte o quasi, marchigiane: il porto è funzionale alle merci da e per leMarche su lunghissime percorrenze, che utilizzano il mare; l’aeroporto trasporterà nel mondo lemerci ad alto valore aggiunto e che richiedono tempi rapidissimi di consegna; l’interporto dovràintercettare le merci regionali che vanno attualmente verso Nord o verso il Tirreno (e viceversa)su strada, per convertirle alla modalità ferroviaria. È chiaro che se domani, si vogliono serviremercati terrestri distanti da Ancona, che contemplino la modalità marittima e terrestre di traspor-to (ad es. il mercato della Lombardia verso la Cina), allora bisogna essere in grado di offrire ser-vizi lato mare e lato terra, via ferrovia, in una logica integrata. Due nodi della piattaforma, portoe interporto, possono essere coinvolti in uno stesso processo/servizio, qualora l’offerta di serviziferroviari dal porto non bastasse più. E’ auspicabile in questo caso coordinare le azioni di portoe interporto: il presidio del mercato, la progettazione di servizi comuni, lo sviluppo di un’offertaunica ai clienti. In ogni caso la spinta al coordinamento dovrebbe venire dal basso e coinvolgeregli operati del porto che interloquiscono con armatori e operatori logistici multimodali. Nonappare invece inevitabile una forma strutturata di governance, tipo società, tra i soggetti gestoridei nodi. Piuttosto una governance forte, che coinvolga i soggetti istituzionali del territorio, ènecessaria quando si agisce sulle scelte infrastrutturale dei nodi, al fine di evitare duplicazioni diinvestimenti e valorizzare al meglio possibile le dotazioni già esistenti; oppure quando si tratta diagire sulle istituzioni nazionali e europee per avere un qualche ruolo nella progettazione strate-gica delle infrastrutture e dei trasporti, come nella politica dei Corridoi. Per questo però c’è laRegione.

Ida Simonella

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RAVENNA

ESCE DAL NAPA

Nella mancanza di una strategia comune e di obiettivi condivisi è maturata la scelta del presidente Di Marco

Un fulmine a ciel sereno l’addio dell’Autorità Portuale di Ravenna al Napa,l'associazione dei porti del nord Adriatico che comprende anche Venezia,Trieste, Koper e Rijeka e se a ogni saetta segue sempre un tuono, questo è

assimilabile alla fuoriuscita dello scalo emiliano anche da Assoporti.

Presidente Di Marco ha definito il Napa, un’assemblea di amiconi che vannoin giro a far fiere…“Si è vero, l’ho fatto a botta calda, anche se a ben pensare forse nellacomunicazione integrata e, ovviamente, nella visibilità a eventi internazio-nali il Napa ha raggiunto una certa efficacia. Comunicare un’area comequella dell’alto Adriatico nello scacchiere mondiale non è poi così semplicee scontato”.Che cosa è mancato a quest’associazione su cui per tanti anni si è lavoratoanche a Ravenna allora?“La cosa fondamentale. La mancanza di obiettivi condivisi. Quando man-cano questi è difficile che i personalismi non abbiano la meglio a discapitodi una strategia comune. Avevamo chiesto di fare un Piano Strategico per

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Galliano Di MarcoPresidente Autorità Portuale di Ravenna

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definire come, eventualmente, ripartirsi le varie tipologiedi merci, in funzione delle precipue caratteristiche deisingoli Porti. Non abbiamo avuto riscontri. Alcuni membridel Napa, evidentemente, pensavano che ciò compor-tasse il rischio di portare alla creazione di una AutoritàUnica, con conseguente perdita di mercato e potere”.Presidente qual è stata il “casus belli” che ha portato aquesta sua decisione?“La storia è nota ed è relativa al maxiemendamento del-l’ultima Finanziaria che elargiva 100 milioni di euro aVenezia e di cui è stato relatore del provvedimento l'exministro Renato Brunetta, ma anche con l’appoggiodell’onorevole Baretta del PD. La somma è stata destina-ta al progetto “Porto off – shore di Venezia”, di cui anco-ra non si conosce nemmeno il costo complessivo, mache supererà, e di molto, i due miliardi di euro. Un pro-getto, peraltro, che nessuno ha ancora istruito e che,date le modalità di erogazione del finanziamento, nonsarà comunque soggetto ai lunghi e complicati iter pro-cedurali cui tutti i programmi degli altri porti hanno dovu-to sottostare in questi anni. La cosa è ancora più sgradevole se paragonata allevicende che vedono protagonista la nostra Autority,quella di Ravenna, che ha faticosamente ottenuto, condelibera del CIPE del 26 ottobre 2012, un finanziamentodi 60 milioni di euro per l’escavo dei fondali, a frontedella presentazione di un progetto, quello dell’“HubPortuale di Ravenna”, estremamente dettagliato eoggetto di un iter autorizzativo complesso e articolato.

Le esigenze localistiche e non piuttosto una visione d’in-sieme delle esigenze dell’intera portualità italiana, nonpotranno che creare una profonda spaccatura nel set-tore. Con il risultato che tra poco saremo travolti dalNuovo Regolamento UE del settore”.Come potrebbero cambiare gli scenari nel futuro?“Beh difficile a dirsi. Rijeka che attualmente è l’unicoporto Napa non Ue lo diventerà nel giro di pochissimimesi. Con scenari in rapido mutamento non è escludibileche si possano creare alcuni ombrelli istituzionali, natural-mente sanciti con il beneplacito dell’Europa per alcuniscali adriatici”.E per Ravenna?“Ravenna, è il solo porto italiano presente tra i primi 5porti in una qualsiasi classifica europea (secondoEurostat), nel settore delle merci varie non unitizzate. Ilnostro scalo ha movimentato oltre 23 milioni di tonnellatedi merci nel 2011, 27 milioni di tonnellate nel 2006 e sicandida, con il futuro approfondimento dei fondali aconsolidare il proprio primato nella movimentazionedelle merci secche alla rinfusa, inoltre, grazie al progettodel nuovo terminal container, ad affermarsi anche nelsettore dei contenitori. Detto ciò non escludo che si pos-sano avviare dei dialoghi fra istituzioni, magari di altreregioni, al fine di poter creare rapporti di collaborazioniatti a raggiungere un peso adeguato nei tavoli di lavorodi Roma e Bruxelles, il tutto, naturalmente senza crearealtre strutture organizzative dai costi proibitivi”.

Gabriele Costantini

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Il porto canale di Ravenna

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INNOVAZIONE

AL TERMINAL CONTAINER

RAVENNA8 milioni di euro investiti per le nuove gru di banchina dotate degli innovativi dispositivi di guida Dynamic Control Station

Il Terminal Container Ravenna (joint venture tra il Gruppo SAPIR e il Gruppo CON-TSHIP ITALIA) è il principale terminal container del porto di Ravenna e sorge in uncontesto industriale di spicco, collegato da un’efficiente rete ferroviaria con Milano,

Padova e Bologna, tanto da essere identificato fra uno dei più operosi scali del NordMediterraneo.

La dinamicità del Terminal Container Ravenna si è palesata anche in questigiorni quando è stato presentato il progetto di ammodernamento di duedelle sue quattro gru di banchina che, a lavori terminati, avranno un braccioin grado di operare sino a 17 file di container sul ponte, un'altezza sotto sprea-der di 34,5 metri e una capacità di sollevamento per 55 tonnellate.“Un investimento importante, necessario e non più rimandabile – ha dichiara-to Milena Fico general manager di TCR – per offrire ai nostri clienti una mag-giore flessibilità sull’utilizzo di navi di maggiore dimensione. Abbiamo inoltreapprofittato di quest’opportunità per dotarci di nuovi e innovativi dispositivi diguida prodotti da Brieda Cabins e attivi in pochissimi porti al mondo. Il tuttos’inserisce nel programma di sviluppo del terminal che vuole incrementare leperformance operative e contemporaneamente migliorare ulteriormente la

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qualità del lavoro degli addetti. L’ergonomicità posturale delle postazioni e lesue funzionalità permettono di diminuire lo stress biomeccanico fino al 50%riducendo, di conseguenza, il carico nella zona lombare e nella schiena. Nonsolo, l’attenzione all’ambiente è garantita dai nuovi motori elettrici prodotti daControl Techniques (Gruppo Emerson ndr) che assicurano un risparmio di circail 30% dei consumi. Un investimento importante in un momento di forte crisi congiunturale…“Si è vero. Abbiamo investito in questo progetto circa 8 milioni di euro che,tengo a sottolineare, utilizza tutta tecnologia e ricerca italiana, ma ripeto eranecessario. D’altronde gli scenari nel medio periodo cambieranno e già oggialcuni nostri clienti, come ad esempio MSC, utilizzano navi sempre più grandie noi dobbiamo garantire un servizio che sia conforme a questa tipologia dinavi portacontainer”.L’Adriatico può giocare un ruolo chiave negli scenari futuri?“L'Adriatico in generale e Ravenna in particolare può assumere un ruolo daprotagonista nella ripresa economica. Per realizzare tutto questo, TCR deveriuscire a lavorare navi di maggiore dimensione per offrire una migliore flessibi-lità ed economia di scala ai propri clienti. Ravenna è la porta ideale per loscambio con i mercati del Levante e del Medio Oriente. Può vantare servizidiretti e veloci oltre ad una serie di relazioni storiche consolidate. Inoltre, con ildispositivo Dynamic, vogliamo ulteriormente migliorare le condizioni di lavorodei manovratori perché siamo sicuri che sia possibile crescere in termini di per-formance e volumi aumentando contemporaneamente la qualità del lavoronel nostro terminal".

Gabriele Costantini

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Milena Fico, general manager di TCR

Gli spazi del Terminal Container Ravenna

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INFRASTRUTTURE E SINERGIE

PER COMPETERE

NEL MERCATO GLOBALE

Gli scali adriatici riuniti sono più piccoli di quelli con i quali devono competere. Occorre riporre i campanilismi e collaborare per trasformare un piccolo mare in una piattaforma logistica dal Mediterraneo per il Nord Europa

Nello scacchiere Sud-Est europeo e in particolare nel medioAdriatico, il porto di Ancona deve giocare un ruolo da prota-gonista così come tutto il sistema porto – aeroporto – inter-

porto, vero fulcro logistico e infrastrutturale della regione Marche. Èproprio su questi temi che si è soffermato l’assessore regionale PaoloEusebi con il quale abbiamo provato a capire quali saranno le stra-tegie per i prossimi anni.

“Lo scalo Dorico - conferma l’assessore - si sta preparandoa giocare un ruolo importante non solo nell’ambito delmedio Adriatico, ma all’interno della futura strategiaMacroregionale. La prima e fondamentale opera è diavviare il cantiere per la realizzazione dell’uscita Ovest.Quest’opera cambierà non solo le dinamiche viarie di portoe città di Ancona, ma sarà anche fondamentale per age-volare l’operatività dell’aeroporto e dell’interporto creandole condizioni per far diventare quest’ultimo l’effettivo retro-porto dello scalo Dorico”.Che tempi ci sono perl’avvio dell’opera?

“Il 1° ottobre 2012 le attività di vigilanza sull’esecuzionedei lavori di costruzione delle opere date in concessio-ne e di controllo della gestione delle autostrade, cheerano in capo ad Anas, e il personale dell'Ispettorato diVigilanza Concessioni Autostradali dell’ANAS, sono statitrasferiti al Ministero delle Infrastrutture dei Trasportinell’ambito del quale è stata istituita una Struttura divigilanza sulle concessioni autostradali. Quindi la prati-ca è in mano al Ministero e si attende soltanto la stipuladella concessione fra il promotore e la nuova strutturaministeriale, con un occhio attento alla revisione delprogetto e dei costi nel suo complesso. Difficile quindidare un effettivo “timing”, ma diciamo che entro la finedell’anno, se non ci sono particolari difficoltà, potrebbeessere siglata la convenzione propedeutica all’avviodei lavori”.Quali altre opere sono previste?“Anche dal punto di vista delle opere a mare, siamopronti a partire con il dragaggio per aumentare la pro-fondità fino a 14,0 metri e si sta caratterizzando la zonaa mare dove depositare poi i materiali di risulta. Un altrointervento riguarda la realizzazione della vasca di col-

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La Fano - Grosseto

Paolo EusebiassessoreRegione Marche

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mata di Ancona che permetterà ai porti marchigiani sotto-scrittori della convenzione con la Regione Marche di sver-sare i sedimenti dragati. In questi giorni si sta effettuando laconsegna dei suddetti lavori. Credo inoltre che sia rilevanteporre l’accento anche sull’importanza di portare ad attua-zione un’incompiuta da anni: la Fano – Grosseto. È notiziadi pochi giorni fa, il sì quasi unanime dell’AssembleaLegislativa sulla proposta di legge per la costituzione di unasocietà pubblica. Tale atto impegna le tre Regioni coinvol-te (Marche, Umbria e Toscana) alla conclusione dell’operae beneficia dell’agevolazione, derivante dal recente inse-rimento della direttrice all’interno delle reti Ten-T, con la pos-sibilità di avere il 50% di finanziamento europeo sulle spesedi progettazione e il 10% per i costi di realizzazione. Sempredi grande importanza in funzione del miglioramento dellaviabilità e, quindi, rivalutazione delle strutture logisticheregionali è il completamento dell’intervento relativo allarealizzazione della terza corsia della A/14. A conclusionedei lavori già ultimati in diversi tratti, da Porto Sant’Elpidio el’apertura di complessivi cinque nuovi svincoli, fino a Riminisi viaggerà su 3 corsie più la corsia di emergenza. Talenuovo assetto autostradale consentirà, una volta usciti dalporto di Ancona, di raggiungere con facilità l’interporto,l’aeroporto e tutte le altre destinazioni a Nord con estremafacilità”.Anche aziende d’importanza internazionale stanno pun-tando molto sulle prospettive di sviluppo dello scaloDorico…“Sì, infatti, un’importante azienda come MSC ha dato duesegnali considerevoli, partecipando all’acquisto di duenuove gru nel terminal container e aumentando l’attività ditrasporto delle persone sostituendo il catamarano velocecon un traghetto. Questo collegherà quasi quotidiana-mente Ancona a Spalato con una capacità di trasporto di1800 passeggeri e oltre 500 veicoli”.Tutte novità importanti, ma con la poltrona di presidentedell’Autority del porto vacante, è come avere una super-car senza pilota…“In effetti, anche su quest’argomento, da parte dell’enteRegione Marche, sono state già realizzate tutte le procedu-re atte alla nuova nomina, ma dobbiamo attendere il vialibera del ministro che speriamo arrivi in tempi celeri”.

L’uscita dal NAPA dell’Autorità di Ravenna apre nuovi sce-nari nell’ambito della portualità in Adriatico.“Oggi la competitività dei porti non deve essere più vissutatra scali dell’Adriatico o del Mediterraneo, ma con quellidel Nord Europa e dell’Est. È assurdo poter immaginare dicompetere a livello globale stando soli. Occorre superarela politica dell’isolazionismo in cui ha vissuto lo scalo doricoper troppo tempo e avviare proficue collaborazioni a inizia-re con quegli scali più vicini e con i quali ci possono essereinteressanti sinergie e integrazioni. Credo che si possa fartesoro dell’esperienza che il NAPA ha realizzato fino ad oggie, replicarla, correggendo quelle distorsioni che hanno por-tato all’allontanamento di Ravenna dall’organizzazione”.Come sempre lo sviluppo e tanto più la ripresa economicainiziano sempre dalle novità infrastrutturali ed è su queste esui nuovi scenari che si stanno delineando che ci si dovràbasare per un concreto rilancio economico regionale edell’intera costituenda Macroregione Adriatico Ionica.

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Il porto di Ancona

Uscita ad Ovest

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SYNTHESIS: IL TRASPORTO

SOSTENIBILE AL SERVIZIO

DEL TERRITORIOIl progetto Synthesis del programma Marco Polo II amplia la prospettiva del trasporto sostenibile a livello comunitario

Il progetto Synthesis si sviluppa all’interno del programma europeo "MARCOPOLO II" ed ha come obiettivo la diffusione del moderno concetto di trasporto“sostenibile”. Le azioni del progetto mirano infatti a:

• promuovere l'intermodalità limitando la modalità camionistica a favo-re di quella ferroviaria e marittima nel trasporto delle merci, nel rispettodelle direttive europee che nel Libro Bianco dei Trasporti indicano chia-ramente che, entro il 2030, il 30% delle merci in Europa dovrà viaggiaresu modalità alternative alla gomma, il 50% entro il 2050. tali interventimiglioreranno la qualità dell'aria, limitando l'emissione di Pm10 e di CO2,e la sicurezza delle strade; • sviluppare "Reti di apprendimento”, mettendo a disposizione deglioperatori innovativi corsi di formazione "a Bordo" e "a Terra";• condividere conoscenze, strumenti di lavoro e “Best Practice” perincentivare il trasporto intermodale nel bacino Adriatico e nelMediterraneo orientale.Per fare il punto sulle attività dei partner di progetto, Interporto MarcheSpa, Diastasi e Bpm, coordinati dal capofila Anek Lines, il prossimo saba-to 18 maggio organizzano a Jesi, nella sala convegni di InterportoMarche, l’evento finale dal titolo: “Macroregione Adriatico-Ionica: infra-strutture, trasporti, logistica, intermodalità” al quale parteciperanno tragli altri: Spyridon Protopapadakis, Vice Presidente Anek Lines (leaderpartner di progetto), Roberto Pesaresi, Presidente Interporto Marche Spache, nello specifico, approfondirà il tema delle “piattaforme logisticheterritoriali”, Galliano Di Marco, Presidente Autorità Portuale di Ravenna,Adamis Mitsotakis, Manager DIASTASI (partner di progetto). Previstaanche la presenza delle principali associazioni di categoria del mondodell’autotrasporto e di rappresentati istituzionali dei territori di Marche edEmilia Romagna. Il convegno organizzato in collaborazione con FITA-CNA Marche - Confartigianato Trasporti Marche - FIAP Marche, permet-terà di avere maggiore percezione delle problematiche e delle oppor-tunità affrontate dal progetto Synthesis, oltre a favorire la diffusione dinuove logiche legate al trasporto delle merci in ottica più europea.In Italia 24 interporti movimentano 80milioni di tonnellate di merci, occu-pando 60mila persone. L'Interporto delle Marche, con sede a Jesi, è unodi questi e vanta 2 collegamenti ferroviari settimanali sulla linea Jesi-Milano con treni rilanciati sulle principali destinazioni europee.Produrre efficienza nei processi logistici utilizzando la intermodalità, que-sta è la mission di Interporto Marche Spa.

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In un Paese dove la logistica vale il 15% del PIL, l'intermodalità va a braccetto con lasostenibilità, e non solo ambientale le infrastrutture, gli interporti, primi fra queste, devo-no necessariamente evolversi da nodi di una rete ad aggregatore di servizi impegnatoa muovere il Made in Italy su lunghe distanze, favorendo i processi di internazionalizza-zione e contribuendo a traghettare aziende in una dimensione più europea.Integrare i differenti nodi non é però di per sé sufficiente a determinare il trasferimentomodale; occorre lavorare sul modello gestionale, concentrando le merci secondo lalogica della Piattaforma Logistica Territoriale, così come descritta nel testo di leggeche riforma gli Interporti. Tale modello organizzativo/gestionale é, di fatto, già realtà nelle Marche. Una delibera della Giunta regionale delle Marche dello scorso autunno, concertatacon la Regione Umbria, ha assegnato a Interporto Marche e Sviluppumbria il compitodi implementare il trasporto intermodale, integrando flussi di traffico e filiere merceolo-giche delle due regioni, attraverso una partnership di natura gestionale/commerciale.Si attua così un esempio concreto di network tra nodi infrastrutturali, arricchito sottol’aspetto delle funzioni e dei servizi, coerente con il disegno delle regioni affacciatesull’Adriatico in cui si lavora per aggregare porti ed interporti, connettendoli alle RetiTEN-T ed ai corridoi europei come l’Helsinki-La Valletta ed il Corridoio Baltico-Adriaticoche oggi, a seguito della determina della Commissione Trasporti del ParlamentoEuropeo dello scorso 18 dicembre, si estende fino ad Ancona. L’integrazione dei portie degli interporti del medio e alto Adriatico nella prospettiva dei corridoi europei, edin particolare del Baltico-Adriatico, sono la condizione essenziale per rendere concre-ta la Macroregione Adriatico-Ionica sotto l’aspetto logistico e trasportistico.Ovviamente questa strategia vale anche per l’altra sponda dell’Adriatico, dove sistanno realizzando importanti investimenti infrastrutturali.L’obiettivo è quello di far entrare in Europa, tramite l’Adriatico, le merci provenientidall’estremo oriente e collegare i nostri territori con i mercati dell’est Europa, che neiprossimi anni avranno uno sviluppo maggiore.

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INTERPORTO MARCHE, PARTNER DI PROGETTO Interporto Marche si estende su una superficie di 54 ettari già urbanizzati. La società Interporto MarcheSpA ha programmato ed in parte realizzato investimenti in opere infrastrutturali, impianti, immobili per130 milioni di euro. E’ in corso di realizzazione la stazione ferroviaria ”Jesi-Interporto” che consentiràl'instradamento diretto dei treni merci lungo la linea Orte-Falconara. L'obiettivo è progettare e realizzareopere infrastrutturali finalizzate alla ricezione, movimentazione e smistamento di merci, favorire lo svi-luppo dell’intermodalità nel centro-Italia integrando i nodi infrastrutturali logistici regionali (porto-aeroporto-interporto) e gli attori della supply-chain. TCI - Terminal Centro Italia è la business unit di Interporto Marche SpA, che si occupa della gestione delleinfrastrutture ferroviarie interportuali con l'obiettivo di intensificarne i traffici. In una regione in cui il tra-sporto delle merci avviene quasi esclusivamente su gomma, TCI rappresenta un partner per gli operatorilogistici e per il tessuto imprenditoriale manifatturiero dell’Italia centrale. In coerenza col proprio pianoindustriale, TCI si occupa di organizzare e gestire le operazioni di movimentazione dei container e deiconvogli ferroviari, oltre che del relativo flusso documentale, con l'obiettivo di costruire soluzioni di tra-sporto intermodali e/o co-modali. TCI ha ottenuto l'autorizzazione ad attivare il deposito doganale ditemporanea custodia nell'area terminal-container. E' possibile, quindi, trasferire container da altri portio terminal container senza effettuare le procedure di sdoganamento, che potranno essere effettuatesuccessivamente nel tempo limite di 45 giorni. L'attivazione del servizio consente di rendere operativoil corridoio doganale offrendo un servizio agli operatori in attesa che sia data alle merci una destina-zione doganale o che siano, le stesse, rispedite fuori del territorio doganale.

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IL LEGAME

TRA UOMINI

E MAREDa Anversa a Saigon, da New York finoad Ancona, dieci porti per raccontareil sodalizio con il mare

“Sono nata a pochi metri dal porto e tutta la mia infanzia l'ho passata nelle strade dietro il portodi Ancona. Da casa mia la notte si sentiva il suono della sirena della nebbia.

È per questo, credo, che ho imparato ad amare questo ambiente particolare, fatto di navi,di acqua, di traffici, di gente di nazionalità diversa che coesiste col porto. Da grande, neimiei viaggi, mi è capitato di trovarmi in molti porti, tutti diversi, che mantenevano però tuttila stessa caratteristica: quella di essere luoghi di passaggio, di transito, ma anche di raccor-do tra genti, culture, storie. E' questo che ho voluto raccontare con il mio libro”. Inizia cosìl’incontro con Renta Mambelli, autrice del libro “I Porti”, edito da Castelvecchi che presentadieci porti di diverse parti del mondo e che racconta il legame tra uomini e mare, maanche di traffici e mercati, di fughe e di speranze.Come sono stati scelti i porti?“Ho scelto – continua l’autrice - i porti che ho raccontato in base ad alcune caratteristicheche mi avevano colpito. Angra do Heroismo, alle Azzorre, è stato il luogo in cui si inrociavanonegli anni d'oro della scoperta delle americhe le rotte che arrivavano dall'Europa e finodall'Oriente con le nuove terre occidentali. New York per quasi un secolo, dalla metà dell'800alla metà del 900, è stato il porto dell'immigrazione europea, in fuga dal vecchio continente.Byblos, in Libano, il porto più antico della storia, quello di cui si hanno i documenti più antichi.In tutto i porti che racconto sono dieci e quasi tutti sono speciali per un aspetto, per un par-ticolare. Non hanno in comune che una cosa, essere sul confine tra la terra e il mare, essereil punto da cui arrivano e partono navigazioni e storie: le due cose spesso coincidono”.Qual è il suo background per quanto attiene le città – porto e i servizi che si svolgono nellearee portuali?“La mia unica competenza, in fatto di porti, è la mia storia personale, come dicevo prima:sono nata in un porto e ne ho frequentati molti. Finisce qui. Durante la ricerca di documen-tazione per scrivere questo libro ho però potuto incontrare molte persone che vivono e lavo-rano nei porti, e molte delle loro storie e dei loro racconti sono confluiti in queste pagine. Hoimparato molte cose frequentando queste persone anche perchè avevamo qualche cosain comune, la passione per un luogo-non luogo che è un po' il riassunto del mondo delmondo che ci circonda”.Ha visitato personalmente tutti i porti descritti? Se si quale dei dieci le ha lasciato sensazionipiù forti?“Questi porti li ho visti tutti e li ho amati tutti. Alcuni li ho potuti frequentare di più, in altri ci hopotuto passare solo poche ore. Ma hanno tutti un aspetto, un ricordo, un'impressione chehanno finito col creare un rapporto: se invece che porti fossero persone direi un'amicizia. Nellibro parlo di dieci porti. Sono Admiralty Bay, nell'isola di Bequia, ai Caraibi, Ancona, Angrado Heroismo alle Azzorre, Anversa, in Balgio, New York, Paradise Harbor, in Antartide,Ushuaia, in Argentina, Byblos in Libano, Venezia e Saigon. Tutti mi hanno colpito, ma credoche quelli che ricordo con più emozione sono Paradise Harbour e Anversa. Il primo perchèè un vecchio attracco di navi baleniere, testimonianza di un mondo eroico e scomparso, ilsecondo perchè ad Anversa ho avuto modo di sperimentare per la prima volta che cos'èun porto commericale moderno”.

.Porti, trasporti & logistica32

Renata Mambelli

Il porto di Anversa

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ABBIAMO BISOGNO DI UN SOGNO!Nuova linea Ancona - Spalato per migliorare i servizi e aumentare la concorrenza

Èstata inaugurata lo scorso 27 aprile la nuova linea Snavche collegherà Ancona con Spalato. Quindi una nuovanave, la Snav Adriatico, opererà all’interno del porto di

Ancona effettuando il servizio verso l’opposta spondadell’Adriatico contendendo i passeggeri alla volta della Croaziaagli altri operatori.

Abbiamo raccolto le opinioni di Stefani Vago responsabi-le dell’azienda nonché sorella di Pierfrancesco Vago CEOdi MSC Crociere sempre facente parte del gruppo del-l’armatore Gianluigi Aponte.Ma come mai la sostituzione del catamarano super velo-ce con un vero e proprio traghetto?“Diciamo - conferma Stefania Vago - che è stata la naturaleevoluzione della nostra storia in Adriatico. Sono cambiati gliscenari a partire dal costo del petrolio che agli esordi era a45 $ al barile mentre oggi si attesta su livelli di circa il doppioe anche il tipo di turismo che oggi oltre a quello standardiz-zato delle vacanze è fortemente rappresentato dal turismoreligioso. Con la nuova nave offriamo un servizio di primissi-mo livello a iniziare dalla garanzia di livelli di sicurezzaall’avanguardia, spazio per quasi 2000 passeggeri, cabinetutte sopra il livello del mare e tutte munite di servizi e docce.A dimostrazione dell’elevata qualità del servizio per il clientesono presenti una piccola spa, una discoteca e il ristorantee pizzeria con menù alla carta”.Pronostici per la stagione?“Possiamo dire che, abbiamo già un numero di prenota-zioni molto più elevato di quello che ci aspettavamo, conun booking proveniente dal centro e dal sud della nostrapenisola. Vorrei poi aggiungere che oltre al passaggionave, in considerazione del forte sviluppo del turismo reli-gioso, abbiamo realizzato diversi pacchetti, insieme altour operator Le Grand Bleu Tours, per gestire al meglioquei turisti che si recano a Medjugorje e che oltreall’esperienza spirituale vogliono vivere anche un

momento di classica vacanza”.A luglio la Croazia sarà ufficialmente un membrodell’Unione Europea, cosa cambierà?“In realtà questo passaggio nel pieno della stagione turi-stica creerà sicuramente alcuni problemi di tipo burocra-tico amministrativo ai vettori ma non credo che possacausare disagi per i viaggiatori. La vera novità ci saràquando anche la Croazia aderirà agli accordi diShengen”. La vostra famiglia è molto legata alla città di Ancona?“In effetti c’è sempre stata molta attenzione alla città. Inporto, circa l’80% delle attività coinvolge in qualchemodo il gruppo e io stessa, sono molto vicina a questacittà sentendomi quasi adottata”.Cosa manca alla città?“La città avrebbe bisogno di vivere una stagione di cam-biamenti e ci auguriamo che ciò possa avvenire quantoprima. Occorre riappropriarsi del porto che deve vivere insimbiosi completa con la stessa. Mi permetto di lanciareuna provocazione, un sogno: liberiamo il porto dallemerci e lasciamoci solo i passeggeri delle crociere, rilan-ciamo il waterfront e riportiamo gli anconetani all’internodi un’area che da sempre affascina chiunque vi si trovi atransitare”.A proposito di infrastrutture si avvicina al definizione del-l’uscita Ovest…“Direi che questa opera è un miraggio che sopravvive dacirca 30 anni. È vero sarebbe estremamente importanteper lo sviluppo del porto ma è meglio non fare troppi pro-clami fino a quando non partiranno i lavori”.In attesa di poter valutare l’effetto che la nuova lineaavrà sull’andamento dei traffici del porto di Ancona, spe-riamo che il primo passo sia la maggiore concorrenzache, come sempre, abbassa il costo e aumenta i serviziper chi viaggia.

Luigi Gagliardi

www.snav.it.Porti, trasporti & logistica34

Stefania Vago

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UNA “FRECCIAROSSA”

DA ANCONA A MILANO

Da domenica 14 aprile è operativo il nuovo collegamentoFrecciarossa Ancona – Milano. Il treno inaugurale è partitoil 09 aprile scorso da Ancona alla volta di Rimini con a

bordo l'Amministratore Delegato di FS Italiane Mauro Moretti el’assessore ai trasporti della Regione Marche Luigi Viventi. statainaugurata lo scorso 27 aprile la nuova linea Snav che collegheràAncona con Spalato. Quindi una nuova nave, la Snav Adriatico,opererà all’interno del porto di Ancona effettuando il servizio versol’opposta sponda dell’Adriatico contendendo i passeggeri allavolta della Croazia agli altri operatori.

Dopo la fermata di Pesaro, il Frecciarossa è giunto a Riminidove ad attenderlo c’erano il Sindaco Andrea Gnassi ealcuni rappresentanti delle Amministrazioni locali interessa-te. Due le corse giornaliere uniranno Ancona, Pesaro eRimini con Milano, percorrendo la linea AV da Bologna epermettendo ai clienti marchigiani e romagnoli di raggiun-gere la capitale finanziaria del paese nelle prime ore dellamattina e di rientrare in serata. Trenitalia ha inoltre allo studio un potenziamento di que-st’offerta Frecciarossa, a partire da giugno, con un collega-mento estivo mattutino da Milano verso la costiera roma-gnola e marchigiana e ritorno in serata.Nonostante la ritrovata attenzione per l’area adriatica, daparte di Trenitalia non ci sarà l’auspicato prolungamentoverso Bari, che in molti auspicavano in funzione del prossimoavvio della strategia per la Macroregione Adriatico Ionica. “In quella tratta - ha detto - ''non c'è abba-stanza concentrazione di clientela e questi sono treni che si pagano solo con il prezzo del biglietti deiclienti. Per quell'area ci sono i Frecciabianca, un servizio che fino a due anni fa non c'era''. Con questa nuova offerta Trenitalia prosegue nella sua strategia di estendere i benefici e i plus dell’AltaVelocità di Ferrovie dello Stato Italiane anche oltre i territori attraversati dalla nuova infrastruttura,come è già accaduto con i Frecciargento in Puglia, in Calabria, in Veneto, a Trento e a Bolzano. Conla nuova coppia di Frecciarossa crescono anche i collegamenti veloci tra Milano e Bologna che diven-tano 53 al giorno.Grande soddisfazione traspare anche dalle parole dell’assessore ai trasporti della Regione MarcheLuigi Viventi che durante il viaggio inaugurale ''ha confermato che si tratta di un risultato insperato''specie nell'attuale contesto economico. E anche se il servizio ''si può ancora migliorare'', si tratta di''una possibilità di crescita che ci fa ben sperare per il futuro''. Per altro la possibilità di raggiungere ilcentro di Milano in tre ore in treno, secondo l'assessore mette ''una pietra tombale'', in quanto più con-correnziale e vantaggioso, al collegamento aereo tra Ancona e il capoluogo lombardo, oggi assente.Anche il il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi si è dimostrato entusiasta dell’avio del servizio e ha aggiuntoche “Rimini ha riaffermato la propria centralità di questa grande piattaforma dell’ospitalità con i suoi1200 alberghi e che ora si collega a Milano in due ore, a Venezia in due e mezzo, in un’ora e 40 conFirenze. Adesso abbiamo una carta in mano per dire a tanti mercati, a quelli tedeschi, a quelli russi edanche ai cinesi “siamo al centro dell’Italia e siamo collegati con il centro dell’Italia”.

Porti, trasporti & logistica.www.trenitalia.com 35

Mauro Moretti A. D. di FS Italiane

Inaugurato il servizio Trenitalia Ancona – Rimini – Milano che porta nelle Marche e in Romagna l'alta velocità

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Iniziata poco meno di un anno fa, l’avventura di NTV spa ha già datoi primi risultati in termini di concorrenza e miglioramento del servizio.Grazie ad Italo, l’azienda sta collegando quasi tutta l’Italia alle linee

ad alta velocità e, ultimo tratto che entro dicembre sarà attivato è quellosulla dorsale adriatica con l’avvio della linea Ancona Milano.“I risultati di questi primi mesi di attività sono molto positivi –conferma Gianluca Pinto Responsabile Marketing e Servizi diNuovo Trasporto Viaggiatori - anche superiori alle nostre pre-visioni. L’avvio del servizio commerciale di Italo è avvenuto inmaniera regolare, secondo il calendario stabilito dal rampup, anticipando addirittura l’avvio di alcune tratte e riceven-do feedback molto positivi proprio dai nostri viaggiatori. Nel luglio 2010 scrivemmo che la dorsale Adriatica era taglia-ta fuori dall’alta velocità... Che cosa è cambiato in questianni?“È il bene della concorrenza. È bastato che Italo annuncias-se, nel dicembre scorso, di voler fare servizio sull’Ancona-Milano, che anche le Ferrovie hanno rivisto e riscoperto lepotenzialità della dorsale Adriatica. Insomma, abbiamo dato

una “scossa” positiva e riacceso i riflettori sull’importanzasocioeconomica di questa direttrice. Ma più in generale l’ar-rivo di Ntv ha determinato finalmente una positiva competi-zione sulla qualità e varietà dei servizi e sulle offerte commer-ciali. Tutto a vantaggio dei consumatori con un calo di circail 30% del costo dei biglietti e il conseguente aumento deiviaggiatori di circa il 15% in un anno”.È di pochi giorni fa l’inaugurazione della linea TrenitaliaMilano – Ancona con alta velocità, a quando la prima diItalo?“Ntv, d’intesa con gli Enti locali, ha deciso di spostare al 15dicembre 2013, in occasione del lancio del nuovo orario2014, l’avvio dei collegamenti sulla Milano-Ancona. Una scel-ta fatta per le difficoltà sono sorte all’annuncio del nostro arri-vo ma anche, e soprattutto, per non creare impatti negativiai treni regionali delle Marche e dell’Emilia Romagna. Questadecisione consentirà anche il rispetto dei tempi necessariall’esecuzione dei lavori sul marciapiede della Stazione diRimini per permettere a Italo la sosta in stazione. L’interventosarà completamente a carico di Ntv, a dimostrazione dellanostra determinazione e del nostro interesse per l’adriatica”.Quale sarà l’offerta di Italo su questa tratta?“La Ancona-Milano sarà servita da sei collegamenti (3 inandata e 3 in ritorno) programmati al mattino, fine mattinatae tardo pomeriggio. I treni percorreranno la tradizionale lineaadriatica da Ancona fino a Bologna, per poi immettersi nelnodo emiliano sulla nuova linea ad Alta Velocità. In questomodo il tempo di viaggio da Ancona a Milano si ridurrà ameno di 3 ore”.C’è in programma il completamento verso Sud della dorsaleAdriatica?“La partenza di Italo sull’adriatica è determinata dall’impor-tanza strategica di questo quadrante del Paese, con un set-tore produttivo e turistico molto significativo. Il nostro primoobiettivo è quello di consolidare l’attuale servizio, seguendola via maestra di una politica di piccoli passi. Abbiamo peròle antenne all’erta e siamo pronti a cogliere le opportunitàche si possono creare”.

ITALO TI ACCOGLIE

AD ALTA VELOCITÀIl quadrante sud-est europeo che ricomprende

l’area della Macroregione Adriatico Ionica al centro delle novità nel settore del trasporto persone

www.ntvspa.it.porti, trasporti & logistica36

Gianluca Pinto Responsabile

Marketing e Servizi di NuovoTrasporto

Viaggiatori

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L'ESA (Agenzia Spaziale Europea), incontra la Puglia e laPuglia offre le proprie competenze e l'eccellenza rag-

giunta nel settore aerospaziale per avviare una proficuacollaborazione. Dal 2012, infatti, l'Agenzia, ha deciso di

avviare una collaborazione diretta con le Regioni e inquest'attività la Puglia, attraverso i suoi due distretti aero-

spaziali (produttivo e tecnologico) e il suo sistema delleimprese e della ricerca, vuole essere pioniera. La RegionePuglia, inoltre, già collabora con l'Agenzia spaziale italia-na (Asi), con la quale ha sottoscritto una Convenzione e

alla quale ha già presentato un "Piano di sviluppo spazia-le regionale" basato su sei linee strategiche: rafforzamen-

to del potenziale produttivo e tecnologico pugliese; svi-luppo della domanda regionale di servizi spaziali; coope-

razione interregionale; cooperazione internazionale, svi-luppo di capitale umano; diffusione e trasferimento tec-nologico. "L'aerospazio è per noi uno dei modi di coniu-gazione delle politiche dell'innovazione e dell'industria -

ha detto il Presidente Nichi Vendola - occorre tenere ipiedi ben piantati nell'idea che non c'è sviluppo econo-

mico se s’inseguono le idee naif dell'economia del brico-lage. Il Sud non si salva con l'artigianato o il turismo, tuttecose fondamentali, ma credo che al di fuori di un'artico-lazione dei settori produttivi che integri l'industria, che è ilsettore primario, il terziario e poi i settori innovativi, non cisia salvezza. E l'aerospazio è uno dei settori in cui ci pos-

siamo veramente reinventare".

L’AGENZIA SPAZIALE

EUROPEA SBARCA

IN PUGLIA

Con la conclusione dell’accordo traMirgolio e QBell, riparte un pezzo di storiaindustriale nell'area tarantina. Non capitaspesso, di questi tempi, di chiudere positiva-mente un tavolo cosi difficile che ha vistocoinvolta una importante fabbrica del tessi-le come la Miroglio e durato quattro anni.L’accordo raggiunto con il gruppo cheviene dal Friuli, rappresenta un forte segna-le perchè prevede investimenti che riqualifi-cano un’area industriale storica e riconver-tono la produzione di una vecchia fabbri-ca. La Regione Puglia farà la sua parte peraccompagnare tutto il processo di riqualifi-cazione che vede impegnato un gruppo distraordinaria serietà come QBell che porte-rà in Puglia il valore aggiunto di un'impresasana, che si è trovata a trattare la Miroglioche, al pari dell’azienda friulana si è dimo-strata capaci di grande sensibilità nei con-fronti del territorio e di grande rispetto neiconfronti dei lavoratori e delle pubblicheistituzioni. In sintesi l'accordo prevede 105assunzioni entro novembre 2013, (70 assun-zioni entro luglio e 35 entro novembre). Glialtri 85 ex lavoratori della Miroglio entreran-no nella mobilità con l'impegno dell'azien-da subentrante, la QBell, ad attingereesclusivamente a questa platea di lavora-tori per l'implementazione della occupazio-ne che potrà seguire ad ulteriori investimen-ti e ulteriori commesse attese nell'immedia-to futuro. L'azienda QBell produrrà televisorie schermi LCD di ultima generazione e tec-nologicamente avanzati. Dagli ultimi datinel mercato, QBell è al quarto posto inItalia nella produzione di tv.

Aree dell’Adriatico PUGLIA. .www.regione.puglia.it

SOTTOSCRITTO

ACCORDO

MIROGLIO/QBELL

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Aree dell’Adriatico MOLISE .www.regione.molise.it38

Ancora una bocciatura, questa volta definitiva,per il parco eolico offshore da 162 MW proposto

da Effeventi al largo del Molise, nonostante lemodifiche al progetto originario effettuate dallasocietà milanese sulla base delle richieste deglienti locali. Il Consiglio di Stato ha infatti convali-dato la sentenza con cui alla fine del 2011 il Tar

del Molise ha accolto i ricorsi presentati dallaRegione, con il conforto di alcune associazioni edei comuni costieri, tra cui quello di Termoli (QE

28/12/11). La sentenza ha scatenato le ire diLegambiente, che sin dall'inizio ha sostenuto il

progetto. "È stata una scelta miope, quella delleamministrazioni che hanno fatto ricorso contro un

progetto di energia pulita a 8 km dalla costa eipocrita da parte di chi oggi si fa paladino del-

l'ambiente ma continua a dare autorizzazioni pervillette e porti turistici che stanno distruggendo le

coste abruzzesi e molisane", hanno commentato ipresidenti di Legambiente Abruzzo e

Legambiente Molise, rispettivamente Angelo Di

Matteo e Maria Assunta Libertucci. “In dueRegioni dove il problema della precarietà di

lavoro diventa ogni giorno più drammatico, sirinuncia a 2-300 posti occupazionali che la realiz-zazione dell'impianto eolico offshore e la sua suc-cessiva gestione avrebbero reso possibili", hannoaggiunto Di Matteo e Libertucci, ricordando che

grazie all'impianto "si sarebbe prodotta energiapulita capace di soddisfare i fabbisogni di alme-no 120.000 famiglie, con vantaggi ambientali ed

economici che gli enti locali avrebbero potutofar ricadere sul territorio". I due esponenti di

Legambiente riscontrano infine un "paradosso":l'impianto "era stato allontanato dalla costa,

come chiedevano gli enti Locali, e i cavidottierano stati spostati per evitare di arrecare danni

alle dune, con attenzioni ambientali che mai sierano viste in Abruzzo e Molise per progetti di tra-

sformazione del territorio".

EOLICO OFFSHORE MOLISE

BOCCIATO

DAL CONSIGLIO DI STATO

Il primo vertice a Roma per laverifica degli adempimentidel Piano di Rientro si risolveper il nuovo governo regio-nale con un’azione di assolu-ta importanza in materia disanità. Dopo anni di vuoto,arriva l’atteso sì allo sbloccodelle risorse spettanti allaRegione Molise ma trattenutefinora in sede centrale pervia dei continui esiti negativiai Tavoli tecnici dei Ministeridi Economia e Salute. Nellaserata di oggi, al termine diun lungo, serrato e attentoincontro, durante il qualesono stati analizzati anche gliultimi atti posti in essere dalla struttura commissa-riale nell’ambito del recupero del disavanzo sani-tario, il Tavolo Massicci ha concesso parere favo-revole allo sblocco di 55 milioni di fondi Fas e dialtri 63 milioni a valere dalle premialità del Fondosanitario. Nel totale, 118 milioni di euro. A incideresu tale decisione, che dà al Molise l’attesa boc-cata di ossigeno per un comparto stretto da rigi-dissimi limiti derivanti dalle gestioni passate, in par-ticolare il fatto che i tecnici del Ministero hannovoluto prendere atto del cambiamento dovuto alrinnovo della maggioranza e del governo delMolise. Si tratta, a ben vedere, di un’iniezione difiducia alla Regione. “Sono contento dell’esito diquesta verifica – è il commento del presidenteFrattura –. Lo sblocco di queste risorse, richiesto epretesto da anni da chi ci ha preceduti e a loromai concesso, è ascrivibile anche a una diversacredibilità e a una maggiore affidabilità cheabbiamo dimostrato ai Tavoli ministeriali”. Con ilgovernatore Frattura, presenti a Roma i verticidella struttura commissariale, Filippo Basso eNicola Rosato, il soggetto attuatore dell’Asrem,Carmine Ruta, il direttore generale della RegioneMolise, Antonio Francioni, accompagnato da unadelegazione di dirigenti dell’assessorato alla sani-tà, e i rappresentanti dell’advisor Kpm.

ROMA SBLOCCA

118 MILIONI

DA INVESTIRE PER

LA SANITÀ MOLISANA

Paolo Fratturapresidente Regione Molise

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Aree dell’Adriatico ABRUZZO. .www.regione.abruzzo.it 39

"Per quanto riguarda la Cassa Integrazione inderoga riguardante i lavoratori della Marineriadi Pescara, nel corso dell'incontro al Ministero

abbiamo ricevuto parere favorevole alle nostrerichieste e questa è sicuramente una buonanotizia". È fiducioso l'assessore regionale alla

Pesca, Mauro Febbo, al termine della riunioneche si è svolta gli uffici della Direzione Generale

della pesca marittima e dell'acquacoltura aRoma e nel corso della quale è stata affrontata

anche la questione del fermo biologico. Nelcorso della riunione, tutte le Organizzazioni pro-fessionali e sindacali hanno votato la modifica

relativa alla CIG destinata agli operatori delPorto di Pescara e per la quale si erano profilate

alcune difficoltà in quanto nel corso del 2012non avevano praticamente effettuato nessuna

giornata di lavoro. "Se il Decreto Interministerialeavesse mantenuto inalterato il dispositivo del2012 – ha confermato Mauro Febbo -, con la

Cassa integrazione riconosciuta per un periodonon superiore alle giornate retribuite al lavorato-

re nell'anno precedente, ben 166 marittimisarebbero rimasti senza nessun sostegno". Ora

però, grazie al lavoro portato avanti i questimesi, siamo riusciti a ottenere questo risultato

importante in attesa del tavolo tecnico che siriunirà il 7 maggio e nel corso del quale si discu-teranno le modalità per reperire i fondi destinatiproprio alla copertura della Cassa Integrazione

in deroga". Per quanto riguarda la deroga alFermo biologico, secondo Febbo "anche in

questo caso abbiamo registrato il sostegno una-nime delle Organizzazioni e i vertici del Mipaaf sisono impegnati ad effettuare tutte le valutazioniscientifiche del caso per arrivare ad una risposta

ne più breve tempo possibile. Chiaramente orabisognerà lavorare anche presso gli uffici di

Bruxelles, dove la partita appare certamentepiù insidiosa in virtù dei regolamenti comunitari e

non è escluso nei prossimi giorni un nuovo con-fronto tra il Ministero e la Regione Abruzzo".

MARINERIA PESCARA:

BUONE NOTIZIE

PER LA CIG IN DEROGA

È stata firmata, questa mattina, a Pescara, la conven-zione da parte dei professionisti che si sono aggiudicaticon avviso pubblico l'ultima fase relativa alla fusionedei sei consorzi industriali, alla presenza dei Commissaridei Consorzi industriali e della dirigenza delle commis-sioni. "I professionisti - spiega il vicepresidente della Giunta Abruzzocon delega allo SviluppoEconomico Alfredo Castiglione -avranno sei mesi di tempo, impro-rogabili, per procedere alla fusio-ne. Per cui, dal 31 ottobre, si avrà ilsuperamento della fase commissa-riale dei consorzi industriali abruz-zesi. Contemporaneamente - pro-segue Castiglione - entro fine annosi procederà alla costituzionedell'ARAP (Agenzia RegionaleAttività Produttive), che andrà agestire con un'unica regia tutti iservizi delle nostre aziende. Serviziche ora, il più delle volte, sonodeficitari. Riguardo a chi ancora siostina ad essere critico verso il pro-cedimento da noi adottato, - precisa Castiglione -ricordo che l'Abruzzo, con circa 10 mila km quadrati,ha sette consorzi che catalizzano solo 42 comuni, solo1.600 aziende, che forniscono servizi spesso diversi daconsorzio a consorzio, per non parlare del fatto che, daventi anni circa, sono commissariati e non svolgono piùazione di attrazione verso nuove aziende.Riconosciamo - prosegue l'assessore - quanto di buono,in fase di costituzione, hanno svolto i Consorzi ma l'at-tuale necessità è di rendere più snello ed efficace l'in-sediamento di nuove attività che usufruiscano di servizitecnologicamente avanzati. Ricordo - spiega ancoraCastiglione - che il Consorzio Pescara-Chieti staseguendo il processo di liquidazione per debiti accu-mulati nel corso degli anni per 45 milioni di euro circa.Certamente, le aziende che rientrano in questo com-prensorio non subiranno alcun contraccolpo negativoe saranno servite come le altre dall'ARAP. Non si tratta,quindi, di una fusione a freddo, come qualcuno affer-ma, ma di un'ottimizzazione di situazioni che oggi sononotevolmente differenti da consorzio a consorzio, doveripeto i dipendenti non ne risentiranno. Per ultimacosa? conclude Castiglione - voglio ricordare che iritardi che si sono verificati sono ascrivibili ai ricorsi diuna sigla sindacale e di un Comune, nonché dallaricerca della somma utile alla fusione, circa 480.00euro, somma indispensabile per le sei fusioni".

CONSORZI INDUSTRIALI:

PROFESSIONISTI FIRMANO

CONVENZIONE

Alfredo Castiglione, vice presidente della Giunta Abruzzo

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Recapiti: Simone Bocconi 3479128638Viviana Cunegondi 3425443021

Chanel ha due anni. Soffre di fibromatosi, una rara forma tumorale incurabile in Italia.I suoi genitori abitano in località Vallone di Senigallia e le uniche speranze di guarigione per la lorobimba sono a Boston negli USA.I loro nomi sono Simone Bocconi e Viviana Cunegondi. Vogliamo aiutarli a reperire fondi per affrontareil viaggio e le prime visite.Il tempo è poco. Se non si agirà rapidamente le condizioni di Chanel potrebberorapidamente peggiorare.Di seguito diamo alcune istruzioni per poter dare una mano a Chanel e ai suoi familiari a non perdere la speran-za di una vita normale.

Coordinate IBAN per Chanel: IT 33 0 0307501603 CC8000501923 Banca Generali - BocconiSimone e Cunegondi Viviana.Nella causale: Contributo per le cure di Chanel

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Siglata i primi giorni di maggio la “Carta di Bologna 2012” tra Paolo Eusebi e Paola Gazzolo, assessori alla Difesa del suolo edella costa delle Regioni Marche ed Emilia-Romagna. “Un documento importante per la realizzazione di nuove buone pratiche,per costruire una piattaforma europea condivisa che può essere il presupposto per l’avvio di collaborazioni future e in particolare

per una strategia di interventi comuni sulla costa dell’Adriatico” è stato il commento dei due assessori al termine dell’incontro.

Collaborare alla difesa della costa, dello spazio marittimo e del litorale: fa appello alla costruzione di una rete di forze trai Paesi che si affacciano sul Mediterraneo la ‘Carta di Bologna 2012’ elaborata nell’ambito del progetto di cooperazionetransnazionale ‘Maremed’ di cui la Regione Marche è partner. La Giunta regionale aderisce al documento, condividen-do finalità e contenuti, e demanda all’assessore per la difesa del suolo e della costa, Paolo Eusebi, la sottoscrizione: “La‘Carta di Bologna 2012’ rappresenta un valido strumento di cooperazione tra le Regioni mediterranee – evidenzia l’asses-sore Eusebi – per la definizione di azioni comuni sulla gestione integrata delle zone costiere e dello spazio marittimo”. Trai maggiori obiettivi: la costruzione di una rete di collaborazione fra gli osservatori costieri esistenti per analizzare le dinami-che morfologiche costiere nel Mediterraneo, la costituzione di specifiche strutture a livello regionale per il monitoraggiocostiero, la gestione dei rischi e dei fenomeni erosivi e la gestione dei sedimenti; rilevare lo stato del fenomeno erosivo edel rischio di ingressione marina lungo le coste del Mediterraneo; promuovere l’uso sostenibile della risorsa strategicacostituita dal territorio costiero per una corretta urbanizzazione costiera e di una pianificazione integrata; individuare,caratterizzare e promuovere l’uso sostenibile della risorsa strategica costituita dai depositi sedimentari costieri e sottoma-rini nel Mediterraneo per far fronte al fenomeno erosivo e agli effetti dei cambiamenti climatici lungo le zone costiere; pro-muovere strumenti di pianificazione territoriale integrati che consentano, tra l’altro, la tutela del paesaggio; progettare erealizzare interventi strutturali per una concreta politica di adattamento ai rischi naturali e antropici delle zone costiere efavorire la riqualificazione dei territori costieri; promuovere iniziative di cooperazione tra le Regioni, l’Università e i portatorid’interesse favorendo le possibili sinergie.

L’IMPEGNO PER

LA SALVAGUARDIA DEL MARE

41Aree dell’Adriatico MARCHE.www.regione.marche.it

Paola Gazzolo e Paolo Eusebi, assessori alla Difesa del suolo e della costa delle Regioni Marche ed Emilia-Romagna

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UN “SISTEMA COSTIERO”

PER DIFENDERCI

DALL’INQUINAMENTOIl Consigliere dei Verdi Adriano Cardogna avanza una proposta di legge per intervenire subito

“Di fronte alle coste marchigiane in un anno si regi-strano circa 2.000 passaggi di navi delle qualicirca il 50% trasportano sostanze classificate

come pericolose”. Sono queste le semplici cifre che hanno spinto ilcapogruppo dei Verdi dell’Assemblea Legislativadelle Marche, a presentare la proposta di leggen. 303 denominata “Sistema regionale per la dife-sa dall’inquinamento di idrocarburi o altre sostan-ze nocive causati da incidenti marini”. L’iniziativaprevede la predisposizione di un sistema integra-to di vari sensori installati, in mare e sulla costa, ingrado di rilevare eventuali sostanze inquinanti edi prevederne gli spostamenti attivandosi in casodi spiaggiamenti. “Il nostro gruppo consigliare -spiega Adriano Cardogna - promuove da tempoiniziative finalizzate alla tutela del mare e dellacosta: ora serve un impegno diretto promuoven-do un sistema da avviare, in futuro per l’interaMacroregione Adriatico - ionica”. Come mai vi siete attivati? “Affinché la Regione si doti di un pronto sistemadi risposta. La vulnerabilità dell’Adriatico è notasia per le caratteristiche intrinseche del bacino -bassi fondali e lento ricambio idrico - sia per l’ele-vata pressione antropica cui è sottoposto. E’ inte-

ressato da un intenso traffico marittimo e in particolare di petroliere, una costanteminaccia per l’intera area. Inquinanti di varia natura possono essere rilasciati acci-dentalmente o intenzionalmente interessando, per il gioco delle correnti, la nostracosta. Inoltre ci sono 10 porti petroliferi, 7 terminali, 3 oleodotti, 13 raffinerie, 100 piat-taforme offshore e numerosi terminali di rigassificazione, in fase di realizzazione o pro-gettazione, oltre all’avvio di nuove prospezioni petrolifere”. Quali sono gli obiettivi? “Lo scopo è mettere a 'sistema' una serie di attività ora in fase di prova contenendogli effetti dell’inquinamento a terra. Un'adeguata preparazione degli Enti locali chia-mati a intervenire, stretta collaborazione con le Autorità marittime, sostegno ecopertura normativa alle attività esistenti. A livello regionale, la proposta prevede unsistema di archiviazione informatica di dati georiferiti, il miglioramento degli interven-ti in caso di emergenza e una rete di allertamento costiero mediante sensori mobilidi rilevamento. Tutelare il mare e la costa significa tutelare la qualità della vita del-l’intera comunità marchigiana. Si può fare molto anche per lo sviluppo del turismoe della pesca. Prevenzione e gestione di questo tipo di rischio saranno ancora piùincisive rafforzando strategie condivise all’interno della Macroregione Adriatico -ionica”.

Giulia Jorini

www.adrianocardogna.it - www.consiglio.marche.it.Aree dell’Adriatico MARCHE42

Adriano CardognaConsigliere dei Verdi

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L’esposizione delle opere abruzzesi restaurate dopo il sisma del 2009 aveva già annunciato una poli-tica che continua a caratterizzare l’attività del Corso di Restauro dell’Università di Urbino: una strettacollaborazione con le amministrazioni locali per il recupero e il restauro delle opere dei piccoli comu-

ni marchigiani. La mostra Il restauro per una didattica dell’arte, dal 22 marzo al 30 giugno, nell’Oratoriodella Grotta della Cattedrale a Urbino, presenta dipinti su tela e manufatti lignei, restauratidagli studenti con la supervisione di restauratori professionisti e docenti, e provenientidall’Arcidiocesi di Urbino, Urbania e Sant’Angelo in Vado. Si tratta di opere d’arte difficil-mente visibili al di fuori dei loro contesti locali, che, a causa della mancanza di finanziamen-ti, non potrebbero essere recuperate in tempi brevi, peggiorando così le condizioni conser-vative. Come sottolineato da Mons. Tonti, vicario episcopale, le opere d’arte sono corpi vivie il restauro non è una dinamica definitiva fine a se stessa, ma un intervento necessario,parte di una continuità di operazioni volte a restituire il lavoro allo stato iniziale, concepitodall’autore. Gli artisti in mostra non sono tra i nomi più conosciuti dell’arte rinascimentale ita-liana, ma appartengono alla storia locale e rappresentano il “codice genetico” di ricercadel bello dei cittadini. In mostra sono presenti diversi oli su tela come Madonna con Bambino e i Santi Rocco eSebastiano (sec. XV) del museo Diocesano Albani o Lavanda dei piedi di Antonio Viviani,proveniente dalla cappella del SS. Sacramento della Cattedrale di Urbino. Diverse le scultu-re lignee prelevate dal Museo Civico di Santa Maria Extra Muros di Sant’Angelo in Vado:Beato Servo di Maria del secolo XVIII, Beata Giuliana Falconeri, i santi Antonio da Padova eFrancesco.Tra i manufatti più interessanti Il passaggio del Mar Rosso, dipinto su tela attribuito a LudovicoViviani, prelevato dalla cappella del Santissimo Sacramento della Cattedrale urbinate, pre-sentava in origine una superficie pittorica rovinata da depositi incoerenti e da una cretta-tura che ne impediva la fruizione. Gli studenti e i docenti del laboratorio di restauro sonointervenuti con lo spianamento del supporto per diminuire la deformità della tela e abbas-sare i cretti della pittura, hanno poi sostituito la struttura di sostegno non originale e ripulitola superficie pittorica prima di procedere con la protezione superficiale finale. Altro impor-tante intervento è stato quello eseguito sul Portale ligneo della Chiesa di San Bernardino inS. Angelo in Vado, lavorato con decorazioni fitomorfe, figure e stemmi, che presentava inpartenza sostanze di varia natura ossidatesi nel tempo, zone di rigonfiamento che non per-mettevano la corretta percezione della lavorazione ad intaglio e parti degradate a causadelle acque piovane. Il restauro è consistito nella pulitura dalle sostanze sovrapposte, inter-venti di ebanisteria, eliminazione delle parti compromesse con il risanamento delle fessurefino alla patinatura e alla protezione finale del portone. All’inaugurazione della mostra sonointervenute le rappresentanze dei comuni, dell’Università, dell’Assessorato al Turismo e dellaSoprintendenza per i Beni delle Marche, con l’obiettivo di una politica di partecipazioneche, superati i particolarismi, punti alla tutela e alla promozione del patrimonio.

Silvia Badon

IL RESTAURO PER UNA

DIDATTICA DELL’ARTEUna mostra illustra il frutto della collaborazione tra Università e comuni locali

Aree dell’Adriatico MARCHE.www.uniurb.it

Il passaggio del Mar Rosso e la pulitura a tampone

Portone di S. Bernardino prima e dopo intervento

CITTÀ STORICHE UNESCO,PATRIMONIO DI PACE

Nel 1972 venne approvata la Convenzione UNESCO sulla pro-tezione del patrimonio culturale e naturale mondiale. Firmatada 175 paesi membri, la Convenzione internazionale ha loscopo di individuare e conservare il patrimonio consideratotesoro dell’umanità. Finora sono stati riconosciuti 936 siti in153 stati, ma è l’Italia il paese che ne detiene il maggior nume-ro. Alla fine degli anni ‘90 anche il centro storico di Urbinoentrò a far parte del patrimonio UNESCO, come simbolo di artee architettura rinascimentale. Oltre al riconoscimento, l’organointernazionale incoraggia i paesi membri all’adozione di unapolitica che dia al patrimonio culturale una funzione strategica.Con lo stesso intento di stimolare la conoscenza e la conserva-zione dei beni culturali, il Distretto 2090 del Rotary Club Urbinoha organizzato il convegno Città storiche UNESCO, patrimoniodi pace, in programma il 20 e 21 aprile nella bella cornice delPalazzo Battiferri. L’Università, rappresentata dalla Scuola diConservazione e Restauro, ha partecipato portando l’esperien-za del ruolo della formazione nelle attività di restauro e salva-guardia del patrimonio locale. Su Urbino è stato anche l’inter-vento dell’arch. Paolo Ceccarelli, per la conservazione e lo svi-luppo futuro della città ideale del Rinascimento, mentre CarloFrancini, Coordinatore Comitato Tecnico Scientificodell’Associazione Città e Siti Italiani Patrimonio Mondiale UNE-SCO, ha parlato della città di Firenze, esempio del vivere con-sapevolmente un sito patrimonio dell’umanità. Dopo il discorsodell’arch. Francesca Riccio del Mibac riguardo alle ipotesi digestione e protezione dei siti, le relazioni si sono concluse conun momento di confronto su possibili progetti di recupero evalorizzazione da attuare nei centri storici e il tema per la pros-sima edizione del convegno. Come indicato nella presentazioneda Mauro Bignami, governatore del Distretto, questo appunta-mento si propone di costruire una sorta di vademecum cheriporti le caratteristiche, i problemi, le necessità, ma anche lepotenzialità che ogni sito esprime, e creare una sinergia conaltri Rotary Club presenti nei luoghi UNESCO per adottare ini-ziative comuni.

www.rotaryurbino.org

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“OLI MONOVARIETALI D’ITALIA”Un coinvolgente viaggio nel mondo dell’olivicoltura italiana come sinonimo di territorio:

l’identità degli oli raccontata dal binomio varietà e ambiente di coltivazione

L’edizione permette, infatti, di tracciare una completa e sistematica panoramica sulle potenzialitàdi questo patrimonio fortemente legato alla storia, religione, cultura e alle tradizioni gastronomi-che del paesaggio in cui insistono le varietà autoctone.

Un’Italia rivisitata attraverso la sua vasta biodiversità varietale di oli extravergini di oliva che,nella loro diversificazione delle caratteristiche organolettiche e sensoriali, rappresentano apieno titolo la reale identità di un prodotto di “sicura e certa” origine italiana. Una pubblicazionecurata da quattro autori per conto della Gabbiano Editore, con la collaborazione dell’ASSAM –Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche – e della stessa Regione Marche. Lo stru-mento editoriale funzionale per il lettore, sempre più attento, che ricercando i prodotti, riscopreanche i territori d’appartenenza. Una vision di marketing territoriale sulla quale sono inseriti verie propri itinerari turistici: dall’origine delle varietà autoctone d‘olivo attraverso gli oli monovarie-tali, ovvero ottenuti a partire da olive 100% della stessa varietà, sino alle aree di coltivazionecome fantastici paesaggi d’ammirare. Un singolare progetto atto a celebrare il decennale della Rassegna Nazionale degli OliMonovarietali che si festeggerà nel prossimo giugno 2013. L’appuntamento dell’elite degli oliextravergini di oliva italiani di elevata qualità e fortemente tipicizzati, sia dal punto di vista ana-litico sia da quello sensoriale, e ottenuti da varietà autoctone. Organizzata da ASSAM e RegioneMarche in collaborazione con CRA – OLI sez. Spoleto e Sole24ore Business Media, nel corso dellediverse edizioni, la manifestazione ha richiamato l’attenzione degli operatori economici e tecni-ci del settore e dei consumatori. L’ASSAM, in 10 anni di lavoro, ha analizzato oltre 2000 campionidi olio monovarietale, provenienti da 18 regioni italiane, descrivendone le caratteristiche orga-nolettiche e nutrizionali di oltre 130 varietà censite e catalogate. È inoltre supportata da un’arti-

44 www.olimonovarietali.it; www.vetrinaolimonovarietali.it.Aree dell’Adriatico MARCHE

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colata attività di ricerca e di sperimentazione nel campo olivicolo,svolta con costanza e impegno quotidiano dagli operatori e tecnicidel settore agroalimentare. Da quest’anno, la Rassegna opererà insinergia con la neo costituita Associazione Nazionale OliMonovarietali, senza scopo di lucro e fortemente voluta dalla stessaASSAM: gli iscritti sono produttori singoli o associazioni/consorzi il cuiolio è stato ammesso almeno una volta alla Rassegna. “Oli Monovarietali d’Italia” corona insomma, un progetto comunecon l’obiettivo di valorizzare a 360 gradi l’olivicoltura italiana e i carat-teri peculiari delle varietà autoctone attraverso gli oli monovarietali,compresi quelli certificati Dop, Igp, Stg, biologici e biodinamici, tipicidel territorio, promuovendone la diffusione sui mercati nazionali einternazionali; stimolare l’aggiornamento e il confronto tra operatorie, non per ultimo, educare il consumatore e incrementare i consumidi oli di qualità. Una pronta risposta alla politica del settore che tienenella dovuta considerazione la produzione oleicola monovarietale:non una nicchia di mercato, ma le fondamenta per creare blenddotati di una spiccata tipicizzazione della qualità e dell’identità sen-soriale. “Un’eccellenza quale quella degli oli monovarietali – dichiaraGianluca Carrabs, Amministratore Unico dell’ASSAM – va protetta,custodita e soprattutto promossa concretamente. Questo libro èun’ottima opportunità per definire standard di qualità dove s’identifi-chino le caratteristiche distintive, garantendo ai consumatori la qua-lità del prodotto agroalimentare, la tracciabilità dal campo alla tavo-la e tutte le notizie utili per una completa informazione e fruizionedello stesso. Inoltre, voglio ricordare che l’adattabilità delle varietàd’oliva autoctone al territorio, acquisita nel corso dei secoli, consenteuna coltivazione ecocompatibile e con ulteriori potenzialità di svilup-po. Negli ultimi anni, gli operatori della filiera olivicola hanno intensifi-cato le superfici investite a olivo e, puntando sulla presenza di varietàautoctone, hanno incrementato i redditi. Un esempio da seguire e danon sottovalutare visti i tempi di crisi che stiamo vivendo”.

Giulia Jorini

45Aree dell’Adriatico MARCHE.www.olimonovarietali.it; www.vetrinaolimonovarietali.it

Gianluca CarrabsAmministratore Unico dellʼASSAM

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www.visitsanmarino.com. .Aree dell’Adriatico REPUBBLICA DI SAN MARINO

Rivedere il costo del lavoro anche modificando lenorme che attualmente regolano gli accordi di soli-

darietà. Questa la ricetta degli industriali contro lacrisi economica che non risparmia il sistema San

Marino e che porta l’Anis a una serie di proposte.“Dobbiamo salvaguardare le imprese ed i livelli

occupazionali – scrivono gli industriali – e per farequesto occorrono strumenti giuridici straordinari che

consentano di rivedere, in accordo i sindacati, ilcosto del lavoro”. E gli ammortizzatori sociali?

“Andrebbero potenziati, ma presentano un contoinsostenibile. Occorre quindi ragionare su comerazionalizzarne l’uso e come reperire altre risorse

economiche. Da subito vanno individuate e messequelle misure già delineate al tavolo strategico per

lo sviluppo per rilanciare la competitività del sistemapaese anche con interventi straordinari di liberalizza-

zione degli investimenti. Decisivo in tal senso è anchela moratoria sui mutui così come peraltro indica l’ulti-

ma legge di bilancio”. Al centro della discussionepolitico-economica del Titano in queste settimane

c’è la patrimoniale e Anis chiarisce tutti i suoi dubbi.“Un provvedimento che non condividiamo, perché

creerebbe altra recessione in quanto andrebbe aincidere sui valori degli immobili che già hanno subi-

to un forte deprezzamento con le conseguenze eco-nomiche a tutti ben note”. Insomma, le risorse

andrebbero reperite in altre maniere. “Innanzituttocon i risparmi ed eliminando vecchi interventi a

pioggia. Cedendo seriamente i cosiddetti ‘frustoli’ diproprietà dello Stato e non per ultimo riducendo da

subito il costo dell’amministrazione pubblica”.

LA RICETTA ‘ANTI-CRISI’

DEGLI INDUSTRIALI

A San Marino non ci sono numeri ufficialisulla diffusione della povertà ma molti indi-catori “sociali”, oltre a quelli della disoccu-pazione e del Pil, fanno capire che la crisi siè radicata prepotentemente anche tra lemura domestiche delle famiglie del Titano.Alla casa San Michele della Caritas nel 2012è stato attivato un centro d’ascolto e il mer-coledì mattina di ogni settimana ci sonosammarinesi che per poter mangiare si met-tono in fila per farsi consegnare provviste ali-mentari di base. L’età media è di 42-43 anni,e rispetto all’anno passato sono più che rad-doppiati, ci racconta il direttore della CaritasDiocesana Giovanni Ceccoli. Altro sintomodell’impoverimento dei sammarinesi, il cre-scente ricorso al credito sociale erogatodallo Stato a cui può accedere chi ha unreddito inferiore agli 8.500 euro. Quasi 500 ledomande presentate, 315 quelle accolteche danno diritto ad un aiuto che varia dai740 ai 2000 euro.

LA POVERTÀ

A SAN MARINO

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Aree dell’Adriatico EMILIA ROMAGNA. .www.regione.emilia-romagna.it 47

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto leggeche proroga lo stato di emergenza dopo il sisma del

20 e 29 maggio 2012 e riapre i termini dei finanzia-menti agevolati anche per i tributi. Nel dettaglio vieneprorogato lo stato di emergenza al 31/12/14 e si con-ferma la possibilità di ricorrere al prestito per le impre-

se per il 2013. "Un altro passo positivo e doveroso, necessario alla

prosecuzione degli interventi” ha commentato il com-missario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani.

Confermata anche l’opportunità per le imprese diricorrere al prestito (con garanzie e interessi a carico

dello Stato) per il 2013 grazie alla riapertura fino alprossimo 15 giugno dei termini per la presentazione

delle domande per accedere ai finanziamenti agevo-lati anche per il pagamento dei tributi, contributi pre-videnziali e assistenziali, nonché dei premi per l'assicu-

razione obbligatoria. Viene previsto di conseguenzal'adeguamento della convenzione tra Cassa Depositi

e Prestiti e Abi.“Il presidente Errani continuerà a lavorare in questa

direzione. Adesso è necessario in primo luogo il com-pletamento del pacchetto fiscale: l’inserimento - fra ibeneficiari - delle imprese con pesanti cali di fattura-

to; la sospensione e revisione degli studi di settore;l’eliminazione di ogni interpretazione equivoca sulla

detassazione dei contributi pubblici e dei rimborsi assi-curativi e la possibilità di spalmare le perdite del 2012

nei cinque bilanci successivi”.La Regione chiede in secondo luogo l’irrinunciabile

modifica, da parte del Parlamento, del patto di stabi-lità dei Comuni e la correzione delle norme sulle

assunzioni del personale per consentire alla Strutturacommissariale, ai Comuni e alle Prefetture di far frontealla mole di lavoro legata al riconoscimento dei con-

tributi e al controllo della legalità.

STATO DI EMERGENZA

FINO AL 2014

Rusconi Viaggi, operatore turistico leader nazionalenell’organizzazione di pellegrinaggi su Medjugorje concirca 15.000 passeggeri trasportati nel 2012, presenta ilnuovo volo che permetterà di raggiungere la piccolalocalità della Bosnia Erzegovina direttamente daBologna.“Questo nuovo volo rappresenta la novità principaledella nostra già ampia e curata programmazione suMedjugorje e siamo certi che il mercato di riferimentoaccoglierà con piacere l’iniziativa. La notevole esperien-za acquisita in ben trent’anni d’attività, l’approfonditaconoscenza degli eventi e di tutta la complessa realtàlocale, la formazione di accompagnatori particolarmen-te esperti e l’attenzione alle esigenze e alle aspettativedei partecipanti, ci consente inoltre di garantire la migliorriuscita di tutti i pellegrinaggi per Medjugorje che propo-niamo” commenta il Presidente Eliseo Rusconi.Il volo decollerà dall’aeroporto Guglielmo Marconi diBologna alle ore 12:00 con arrivo a Mostar alle ore 13:10.Il rientro da Mostar è invece in programma alle ore 10:00con arrivo a Bologna alle 11:10. Da Bologna, RusconiViaggi prevede pellegrinaggi di 3 giorni con quote apartire da 455 euro a persona, di 4 giorni con un prezzo apersona di 530 euro e di 5 giorni con un costo pari a 560euro a persona. La quota di iscrizione è di 30 euro. Sonoinoltre previste interessanti riduzioni per bambini, religiosi,viaggi di nozze e anniversari (25° e 50°). I prezzi proposti dall’operatore comprendono il viaggioaereo in classe unica con voli speciali, tasse aeroportualie di sicurezza, trasferimento dall’aeroporto a Medjugorjee viceversa, autopullman a disposizione per tutta ladurata del pellegrinaggio, soggiorno a Medjugorje inpensioni o hotel 3 stelle, trattamento di pensione com-pleta, bevande incluse a tutti i pasti, mance, assicurazio-ne medico/bagaglio e annullamento viaggio, materialea supporto viaggio e auricolari durante il soggiorno.

DECOLLA DA BOLOGNA

IL NUOVO VOLO

SPECIALE PER MEDJUGORJE

Vasco Errani, Presidente regione Emilia-Romagna

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Aree dell’Adriatico VENETO. .www.regione.veneto.it48

La Regione ha messo a disposizione degli Enti locali delVeneto circa 50 milioni di euro di ‘spazio finanziario’ appro-

vando in Giunta la deliberazione relativa al cosiddetto Pattoverticale incentivato, secondo quanto previsto dalla Legge

di Stabilità 2013 e sulla base dell’intesa definita inConferenza Stato-Regioni il febbraio scorso. Il plafond sarà

così suddiviso: 37 milioni e mezzo di euro a favore di 341Comuni (sono esclusi quelli con popolazione inferiore ai mille

abitanti) e 12 milioni e mezzo di a favore delle setteProvince. Contestualmente la Regione ha provveduto a ride-

terminare i propri obiettivi programmatici in termini di com-petenza finanziaria, riducendoli dello stesso importo. “Sia

chiaro: non è che la Regione trasferisce risorse a Comuni eProvince – spiega l’assessore al bilancio e agli Enti locali,

Roberto Ciambetti –, ma consente loro di spendere quelleche già sono nelle loro casse ma risultano immobilizzate a

causa dei vincoli imposti dal Patto di Stabilità. Le amministra-zioni potranno così effettuare pagamenti da tempo bloccatie onorare gli impegni assunti con le aziende che attendeva-

no la corresponsione per le opere e i lavori eseguiti, immet-tendo così nuova liquidità nel sistema economico”.

PATTO DI STABILITÀ

VERTICALE INCENTIVATO

PER GLI ENTI LOCALI

Al turista di ultima generazione e a quelli del futuro,cresciuti con le nuove tecnologie e padroni dellenuove forme di comunicazione, il Veneto propone iti-nerari culturali antichi nel tracciato e nuovi nel modo divisitarli. Si tratta dell’antica Via Annia e della lineacostiera che, partendo da Adria e passando per Altinoe Concordia Sagittaria, proseguono verso la mitteleuro-pa, i Balcani e la costa dalmata, storici riferimenti diVenezia e del Veneto, i cui principali monumenti, imusei ed i siti archeologici si potranno visitare sia fisica-mente sia virtualmente. È questo il maggiore risultato diTech-Tour, progetto transnazionale con partner serbi,italiani, croati e sloveni, finanziato dalla CommissioneEuropea nell’ambito del Programma quadro per lacompetitività e l’innovazione CIP 2007-2013, del qualesi svolge oggi a Venezia la conferenza conclusiva dedi-cata al tema “La tecnologia al servizio della cultura -un’opportunità per il turismo”.“Tech Tour è un progetto con budget molto limitato(poco più di 10 mila euro le risorse attribuite al Veneto),che ha tuttavia permesso – conferma l’assessore al turi-smo Marino Finozzi – realizzazioni di elevata qualità:pannelli interattivi e multimediali che informano il turistae la creazione di una app per tablet e smartphoneche guidano virtualmente il turista nell’interazione con isiti archeologici. Il Veneto – ha aggiunto l’assessore – èimpegnata in quattro progetti a finanziamento comuni-tario: Tech Tour appunto, Adristorical Lands, CHARTS eVeRo Tour, finanziati da tre diversi programmi europei,ciascuno con finalità differenti. Quello dei progettieuropei è un settore di attività in forte crescita, rappre-senta una fonte di finanziamento strategica e ci dàmodo di raggiungere risultati importanti e duraturi perl’ulteriore sviluppo del turismo regionale, in un contestotransfrontaliero che collega i percorsi idealmente e fisi-camente, ad altri Paesi, creando ulteriori sinergie”.

TURISMO, CULTURA

E PROGETTUALITÀ

EUROPEA

Roberto Ciambetti, assessore al bilancio e agli Enti locali, Regione Veneto

Comune di Barbona, Padova

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49Aree dell’Adriatico FRIULI VENEZIA GIULIA. .www.regione.fvg.it

Il nuovo presidente del Friuli Venezia Giulia, DeboraSerracchiani, ha già le idee chiare su come inten-de governare la Regione, Lo si evince dall’intervi-

sta rilasciata all'ANSA della quale riportiamo i pas-saggi salienti. Per ridare credibilità alla politica e

risparmiare risorse, il primo provvedimento, sarà ''iltaglio ai costi della politica. Ridurremo drastica-

mente i costi di funzionamento del Consiglio regio-nale – ha annunciato la neo presidente - verranno

tagliati fondi in dotazione ai gruppi consiliari eindennità degli eletti per equipararle a quella deisindaci dei Comuni capoluogo; sarà eliminata la

quota con cui il Consiglio integra l'indennità di finemandato e azzerato il fondo per i presidenti di

giunta e Consiglio. Via la quota di indennità desti-nata al vitaliziò”. Nei primi gironi di governo, poi,

sembra sarà necessario “andare a Roma per rine-goziare il Patto di stabilità, per ridare fiato alle

nostre imprese”. Altri provvedimenti importanti sonola sburocratizzazione dell’amministrazione, la sem-

plificazione delle procedure, l’apertura delloSportello unico per il cittadino e le attività produtti-

ve e, infine, abolizione del ticket da 10 euro sulleimpegnative per le prestazioni sanitarie. Il contrastoalla disoccupazione giovanile avverrà attraverso “ilricorso alla 'garanzia giovani': attraverso fondi Ue –

ha aggiunto la neo presidente - si può dare unimpiego o uno stage agli under 25 entro 4 mesi

dalla fine degli studi o dalla perdita del lavoro”. Undeciso no viene invece sottolineato rispetto alla

Macroregione del Nord e un convinto si, invece, aun vecchio all'euroregione “Senza confini” magari

guidata dal presidente del Veneto Luca Zaia. Sucome poter restituire un ruolo internazionale allaregione la giovane presidente è stata fin troppo

dichiarando che ''è fondamentale far uscire il Fvgda marginalità e isolamento. Abbiamo una posizio-ne geopolitica e una naturale vocazione europeaancora tutte da sfruttare. L'UE offre molte opportu-

nità, a partire dai Corridoi europei, primo quelloBaltico-Adriatico, presupposto per la valorizzazione

del sistema portuale Fvg”.

SI PARTE DA

TAGLIO COSTI POLITICA

Il Consiglio delle Autonomie Locali, riunitosilunedì 15 aprile a Udine, ha dato parerepositivo (15 favorevoli, 5 astenuti, nessuncontrario) alla delibera approvata in viapreliminare dalla Giunta regionale con laquale, nell'ambito del Patto di stabilità conlo Stato, la Regione cede a Comuni eProvince del Friuli Venezia Giulia un ulterio-re "spazio finanziario" di 90 milioni di euro.Lo "spazio finanziario" è un nuovo termine,introdotto per la prima volta proprio dalPatto di stabilità. Con questo si intendel'entità della spesa che viene consentitaagli enti locali.Con la delibera, 15 milioni di "spazio finan-ziario" - ovvero quindi di possibilità di spen-dere - vengono destinati alle Province, glialtri 75 milioni ai Comuni. Il 60% della quotariservata ai Comuni sarà assegnata "in pro-porzione al saldo obiettivo di ciascunComune in base all'accordo Stato-Regione" e dovrà servire con priorità asso-luta al pagamento di opere per le quali ilcontratto è stato stipulato entro lo scorsoanno. Il restante 40% sarà messo a disposi-zione dei Comuni che, dopo la prima asse-gnazione, non sono riusciti a pagare tutto ilpregresso, con priorità a quelli più piccoli.

ALLARGATA

LA POSSIBILITÀ

DI SPESA

PER I COMUNI

Debora Serracchiani, Presidente del Friuli Venezia Giulia

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.Avviso ai naviganti50

Cinghiali, vigili urbani, code stradali, alcolizzati, tos-sicodipendenti, inquinamento ambientale grave.Anche nel 2013 questo è il panorama usuale della

nostra riviera e non solo, per le tanto agognate ferie estiveper noi, i nostri anziani e, soprattutto, i nostri bambini! Ilturismo italiano negli anni ’70 era il numero 1 al mondooggi siamo al 25° posto!

Noi indigeni che la bella Italia ce la godiamo tuttol’anno, almeno d’estate abbiamo il diritto e il dove-re di respirare, di non essere scippati in continuazio-ne nei luoghi pubblici o, peggio, di essere aggreditie violentati nelle nostre case o, comunque, deru-bati nelle pompe di benzina dalle compagniepetrolifere e, da ultimo, dal rapace fisco italiano.Giacché il panorama del turismo mondiale è pro-fondamente cambiato dal secolo scorso ad aggi ela cosa è avvenuta a livello globale, così come itedeschi nostri clienti per decenni, dobbiamolasciare il posto a russi, arabi, cinesi e guardarli sem-

plicemente intorno, vicino, lontano solamente confrontando il prezzo dell’ombrellone conquello di una camera d’albergo e del posto che ci potrebbe interessare.La scelta è ormai obbligata, perché in estate nel nostro territorio, soprattutto lungo le coste, ilsovraffollamento è paragonabile solo a paesi come India e Cina: per cui il raffronto per perso-ne per metro quadrato e, soprattutto, sanitariamente è inaccettabile!Lo spostamento turistico di molti milioni d’italiani all’estero potrebbe apparentemente sembra-re disastroso per chi riscuote le tasse di soggiorno, per i soliti “benzinai”, per gli incassi delleautostrade, alberghi, ristoranti ecc… Ma, di fatto, innalzerebbe la qualità dell’offerta turistica italiana per i 44 milioni di Rockefellercinesi, indiani, russi, bricks piuttosto che piiggs.Il fenomeno è già ampiamente in essere nella fascia giovanile, ma ancora tutto da organizzareper le atre fasce sociali.Di fatto stiamo parlando di un esodo di massa tipo quello vissuto da fine ottocento ai primi delnovecento quando 90 milioni di europei abbandonarono la propria patria affamata per trasfe-rirsi negli Stati Uniti d’America. In conclusione, con una sola espressione in lingua inglese, “Global Village”, si deduce che il tra-dizionale, profondo, congenito provincialismo italiano è terminato.

Leone di San Marco

GLOBAL VILLAGE

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