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169 (1) Titolo originale: «Teè Works of Pioneering Psycho- analyst Sabina Spieirein. "Destruction as a Cause of coming into Being"», in The Internazional Review of Psy- cho-Analysis 19: 4, 1992. (2) Lettere tra Freud e Jung, Torino, Boringhieri, 1974, p.7. (3) A. Carotenuto, Diario di una segreta simmetria. Sabina Spieirein tra Jung e Freud, Roma, Astrolabio, 1980. (4) Nell'edizione consultata dall'autrice dell'articolo, non nell'edizione italiana (N.d.T.). «La distruzione come causa della nascita». Peperà d'una pioniera della psicoanalisi: Sabina Spieirein. Addine Van Waning, Amsterdam (1) Spieirein, Jung, Freud Ottantasei anni fa circa, nel settembre del 1907, Jung presentò una relazione al primo Congresso Internaziona- le di Psichiatria, Neurologia e Trattamento dei Malati di Mente ad Amsterdam. La relazione, intitolata «Teoria freudiana dell'isteria», riguardava la paziente con cui Jung aveva portato a termine il suo primo trattamento psicoanalitico: Sabina Spielrein. Jung in precedenza aveva scritto di lei a Freud (23-10-1906): «Devo abreagire su di Lei un'esperienza recente, a rischio di annoiarLa. Sto applicando attualmente il Suo metodo alla cura di un'isteria. È un caso difficile: una studentessa russa ventenne, ammalata da sei anni» (2). La Spielrein sarebbe comparsa più di venti volte nella corrispondenza tra Freud e Jung, in un primo momento come paziente di Jung, successivamente come sua collega. Il passaggio può apparire di notevole portata, eppure non avremmo saputo molto di lei, se un ritrovamento casuale non avesse portato alla luce il suo diario e la sua corrispondenza con Freud e Jung. Aldo Carotenuto, un analista junghiano italiano, ha pubblicato e commentato questi documenti nel suo libro Diario di una segreta simmetria. Sabina Spielrein tra Jung e Freud (3), cui segue (4) l'accattivante sottotitolo «La storia non detta di una donna che cambiò la psicoanalisi delle origini». Il diario copre il periodo che

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(1) Titolo originale: «TeèWorks of Pioneering Psycho-analyst Sabina Spieirein."Destruction as a Cause ofcoming into Being"», in TheInternazional Review of Psy-cho-Analysis 19: 4, 1992.

(2) Lettere tra Freud e Jung,Torino, Boringhieri, 1974, p.7.

(3) A. Carotenuto, Diario diuna segreta simmetria.Sabina Spieirein tra Jung eFreud, Roma, Astrolabio,1980.(4) Nell'edizione consultatadall'autrice dell'articolo, nonnell'edizione italiana (N.d.T.).

«La distruzione comecausa della nascita».Peperà d'una pionieradella psicoanalisi:Sabina Spieirein.Addine Van Waning, Amsterdam (1)

Spieirein, Jung, Freud

Ottantasei anni fa circa, nel settembre del 1907, Jungpresentò una relazione al primo Congresso Internaziona-le di Psichiatria, Neurologia e Trattamento dei Malati diMente ad Amsterdam. La relazione, intitolata «Teoriafreudiana dell'isteria», riguardava la paziente con cuiJung aveva portato a termine il suo primo trattamentopsicoanalitico: Sabina Spielrein. Jung in precedenzaaveva scritto di lei a Freud (23-10-1906): «Devoabreagire su di Lei un'esperienza recente, a rischio diannoiarLa. Sto applicando attualmente il Suo metodo allacura di un'isteria. È un caso difficile: una studentessarussa ventenne, ammalata da sei anni» (2). La Spielreinsarebbe comparsa più di venti volte nella corrispondenzatra Freud e Jung, in un primo momento come paziente diJung, successivamente come sua collega. Il passaggiopuò apparire di notevole portata, eppure non avremmosaputo molto di lei, se un ritrovamento casuale nonavesse portato alla luce il suo diario e la suacorrispondenza con Freud e Jung. Aldo Carotenuto, unanalista junghiano italiano, ha pubblicato e commentatoquesti documenti nel suo libro Diario di una segretasimmetria. Sabina Spielrein tra Jung e Freud (3), cuisegue (4) l'accattivante sottotitolo «La storia non detta diuna donna che cambiò la psicoanalisi delle origini». Ildiario copre il periodo che

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va dal 1909 al 1912; delle lettere undici sono scritte aFreud (1909-1914), venti sono di Freud (1909-1923) ediciotto sono state indirizzate da Spielrein a Jung (1911-1918). Nella prima edizione apparsa in italiano nel 1980 le34 lettere di Jung a Spielrein (dal 1908 al 1919) non eranostate ancora incluse; dal 1986 ne sono stati ceduti i dirittiper la pubblicazione e si possono leggere in una nuovaedizione (5). Oltre alla notizia della relazione con Jungdalle lettere apprendiamo che la Spielrein esercitò unainfluenza unica sulla sua vita e sulla sistematizzazionedelle sue idee, che svolse un ruolo nello sviluppo dellapsicoanalisi sia junghiana sia freudiana e che contribuìall'avvicinamento e, successivamente, all'allontanamentotra Jung e Freud. Nel 1909 Freud aveva 53 anni, Jung 34e la Spielrein 24. Non erano destinati a essere ricordaticome un trio storico: sull'opera della Spielrein sarebbecalata la dimenticanza, Jung e Freud sarebbero andatiognuno per conto proprio. Non è comunque la prima voltache una figura non di primo piano si è dimostrata a talpunto influente da offrire, con la propria «petite histoire»,un contributo ragguardevole al corso della storia. Ma chiera Sabina Spielrein, la donna? Nel libro e nei commenti,essa è soprattutto presentata nella sua funzione storica dimediatrice, fonte di ispirazione, catalizzatrice. Non si trattacerto d'un ruolo di poco conto e, tuttavia, che ne è del suocontributo personale alla formazione della teoriapsicoanalitica? Ciò susciterà forse l'irrisione degli scettici, iquali diranno che, se la sua opera ha raccolto polvereprima che Carotenuto scrivesse il suo libro, essa non deveaver comunque avuto un gran valore. Valore che, tuttavia,se non nella tenuta temporale, può benissimo risiederealtrove: considerati in una diversa prospettiva gli scrittidella Spielrein sono forse in grado di aprire inattesipercorsi. In ogni caso sia il libro sia i commenti rivolgonopoca attenzione al suo lavoro analitico. La maggior partedei riferimenti nella letteratura riguardano il suo articolo«Die Destruktion als Ursache des Werdens» (La distru-zione come causa della nascita} nel quale viene anticipatala teorizzazione freudiana della pulsione di morte.Carotenuto descrive questo studio nel contesto delle re-lazioni intercorse tra la Spielrein, Jung e Freud. Soltanto

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(5) Carotenuto, Tagebucheiner heimlichen Symmetrìe.Sabina Spieirein zwischenJung und Freud, in S.Spieirein, Tagebucher, Briefeund Sch-riften, Freiburg imBresiau, Kore, Verlag TrauteHensch, Band I,1986.

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5 pagine del suo libro sono dedicate al resto del lavoroscientifico della Spielrein, lavoro che consisteva di 32articoli.

Alcune recensioni di altri autori che saranno discusse piùavanti si concentrano soprattutto sul tenore del libro diCarotenuto e sulla posizione della Spielrein. Tenterò divalutare il suo ruolo sulla base della sua opera. Il mate-riale a nostra disposizione include i suoi scritti, il suo diarioe la corrispondenza, mentre un'altra utilissima fonte ècostituita dalle lettere tra Freud e Jung. Iniziarne da unbreve profilo biografico.

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(6) S. Spielrein, «Contributialla conoscenza della psicheinfantile» (1912), in Compren-sione della schizofrenia e altriscritti, Napoli, Liguori, 1986, p.133 sgg.

(7) A. Carotenuto, Diario diuna segreta simmetria, op.cit., p. 43.

VitaSabina Spielrein nacque a Rostov sul Don nel 1885, figliamaggiore di un ebreo rappresentante d'una compagniastraniera che vendeva fertilizzanti in Russia. La madre,che pure aveva studiato odontoiatria, si dedicò completa-mente ai figli. Sabina aveva tre fratelli minori, Isaak, Jeaned Emile, e una sorella, Emilia. I bambini, cui fu impartitauna vasta educazione, appresero il russo, il tedesco,l'inglese e il francese. Sin da piccola la Spielrein condus-se una esuberante vita fantastica (6). Dopo aver compiuto14 anni, l'anno in cui morì la sorella Emilia, alcuniproblemi concernenti la ritenzione delle feci e la mastur-bazione peggiorarono; soffriva di «pavor nocturnus», diallucinazioni, accessi di riso, urla e pianto e, infine, de-pressione. Nel 1904, a diciannove anni, entrò nell'ospe-dale Bürghölzli a Zurigo dove fu presa in cura dal dottorCari Gustav Jung. Diagnosi: psicosi isterica. Rimase inospedale un anno e la terapia ebbe successo; iniziò i suoistudi musicali e continuò la sua analisi con Jung fino al1908. Aiutò Jung nei suoi esperimenti associativi e questi,favorevolmente colpito dalla sua intelligenza e capacità,la incoraggiò a diventare una psichiatra. L'intenso legamediventò amore e Jung - secondo Carotenuto - entrò in unostato di «controtransfert psicotico», nel quale Spielreindivenne per lui «quel paradiso perduto... e tutta questapassione, come un fiume, scendeva inesorabilmenteverso Sabina che, con lentezza, ma con esito sicuro,procedeva verso la guarigione» (7). Nel 1908-9,

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1983). Solo recentemente i parenti hanno scoperto che laSpielrein fu uccisa dai tedeschi nel giugno o nel luglio del1942. Un così breve profilo non è ovviamente in grado diriflettere il dramma, le emozioni e la complessità deiprotagonisti.

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(9) A, Carotenuto, La colombadi Kant. Problemi del transferte del controtransfert, Milano,Bompiani, 1986.

Un più ampio contesto: transfert e controtransfertQuello di Carotenuto è un libro accattivante e sincero; lerecensioni (di Bettelheim, Raphael-Leff e Homans) sonoin genere positive. In un successivo libro di Carotenuto,dedicato alla storia del transfert, la relazione tra laSpielrein e Jung è spesso menzionata (9). Quandogodiamo del notevole privilegio di partecipare agli esordidella psicoanalisi dal punto di vista di una singolapersona, il resoconto acquista in genuinità emotivarispetto a una relazione che abbracci un punto di vista piùampio ma anche più distante nel tempo. E vedereattraverso gli occhi e gli scritti di tré persone -letteralmente a tre dimensioni - il modo in cui le lororeciproche relazioni si dipanano, quasi giorno dopogiorno, è veramente un'avventura affascinante. Dopo il1909, l'anno in cui gli eventi culminarono, le nostre tredramatis personae avevano ancora davanti a loro una vitalunga e creativa, la costruzione di concetti teoricidirettamente tratti dalla loro pratica, dalle loro vite, dallaloro esperienza. Direttamente e indirettamente Spielreinoffrì un contributo fondamentale alla teorizzazione deltransfert e del controtransfert. Poche righe ci aiuteranno achiarire la nostra immagine della sua opera di scrittrice. Alconcetto di «transfert» Freud conferì per primo il nome nel1905; se ne occupò per iscritto dopo il 1912, l'anno in cuifu pubblicato Dinamica del transfert. Poco tempo dopo larottura con Jung, nelle prime pagine del suo Osservazionisull'amore di transfert (1914), egli fa riferimento a quantoscritto quello stesso anno sulla discrezione (in Perla storiadel movimento psicoanalitico). Parlando dell'infatuazionedelle pazienti nei confronti dei loro analisti egli affermòche il problema della discrezione aveva ritardato losviluppo della terapia psicoanalitica nei suoi primi diecianni di storia. Per dirla con le famose parole di Freud: «Lacura deve essere condotta in stato

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di astinenza». Il 1912 fu anche l'anno in cui egli parlò perla prima volta di controtransfert. Secondo Carotenuto fuprecisamente a causa della relazione con la Spielrein cheforze inconsce e dimensioni archetipiche dell'anima (l'im-magine inconscia femminile presente negli uomini, la loroparte femminile) e dell'ombra (la struttura che contiene inostri tratti più deboli e contrastati) divennero a tal puntotangibili che misero Jung in grado di dar loro un nome euna elaborazione teorica. Nello stesso periodo dell'articolosulla «Distruzione» della Spielrein, Jung stava lavorandoal suo lungo studio intitolato Trasformazioni e simboli dellalibido (1911-1912). Ciascuno dei due fa estesi riferimenti allavoro dell'altro. I concetti chiave nello studio di Jung sonola presenza dell'immagine materna in molte mitologie, lareincarnazione, la lotta per la differenziazione dalla madree l'incesto. Bettelheim evidenzia come Freud e Jung,ognuno a suo modo, concordassero nel ritenere che ilpunto di maggior contrasto teorico tra loro risiedeva nelrifiuto da parte di Jung di attribuire alla sessualità quellapreminenza che le assegnava Freud. Egli collega il puntodi vista di Jung a eventi precedenti: quello che in origineera un bisogno personale di negare l'importanza dellasessualità condusse a un disaccordo sul piano della teoria.Si avverte subito che molti brani della Psicologia deltransfert (1946) di Jung veicolano qualcosa di quellaprecoce esperienza che fu al tempo stesso così dolorosa ecosì feconda di insegnamenti. «Il terapeuta, addossandosicon pronta intelligenza e buona volontà la carenzapsichica del paziente, si espone lui stesso ai contenuti chepremono dall'inconscio, e quindi anche alla loro azioneinduttiva; il caso comincia a "interessarlo"» (10). La stessaSpielrein osservò profondamente in una lettera a Jung (16-1-1918): «Probabilmente il comportamento neutrale daparte del medico, raccomandato da Freud, sarà la cosamigliore per la maggioranza dei pazienti; se, infatti, ildottore manifesta la sua disapprovazione, fa aumentare leresistenze e la rimozione; se mostra troppa compiacenza -incoraggia il malato nel suo rimuginare inferiore e"abbevera di sangue" i suoi desideri. Questi due estremisono pericolosi nell'analisi con persone dell'altro sesso»(11). Jung si rendeva conto dell'importanza

(10) C.G. Jung, La psicologiadella transazione (1946), inOpere, voi. 16, Torino, Bo-ringhieri, 1981, p. 187.

(11) A. Carotenuto, Diario diuna segreta simmetria, op.cit., p. 128.

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della Spielrein e le scrisse in data 1-9-1919 che il suoamore per lui lo aveva reso consapevole di qualcosa cheprima egli non era in grado di sentire molto chiaramente,vale a dire di una forza dell'inconscio diretta dal destinoche lo spinse successivamente a importantissimeacquisizioni. Per tutta la vita la Spielrein lavorò indireziono dell'integrazione rimanendo in contatto conJung e Freud, il che non fu sempre accolto favorevol-mente. Pochi accenni basteranno a tratteggiare il clima diquegli anni. Spielrein scrisse a Freud (15-4-1914) :«Voglio bene a Jung nonostante tutte le sue confusioni evorrei riportarlo tra i nostri. Lei, signor Professore, e lui,non sapete affatto di essere legati molto più intimamentedi quanto si possa pensare. Questo devoto augurio non èun tradimento della nostra associazione! Tutti sanno chemi dichiaro appartenente alla associazione di Freud, eJung non me lo può perdonare. Niente da fare!» (12).Essa tentò di persuadere Jung a riprendere i contatti colgruppo di Freud, il che le procurò la sua risentitareazione (10-10-1917): «Sì, mia carissima signora, sonostato calunniato, irriso e criticato a sufficienza, e tuttoperché aderisco alle mie rune e a ognuna di quelleevanescenti, esili, piccole idee a cui ho accennato nelmio studio sulla libido [...] Non intendo consegnare il miosegreto per vederlo calpestato a morte da chi noncomprende». La Spielrein cercò di chiarire la faccenda aJung: «Lei vede nella nevrosi principalmente un processoregressivo. Freud vede principalmente un arresto dellosviluppo. Se si considera la definizione in sensogenerale, tutti e due avete decisamente ragione. Lei diceche uno scopo di vita non realizzato porta alla nevrosi,cioè alla regressione. Freud dice che in seguito a unarresto dello sviluppo non si riesce a trovare lo scopo divita; cioè non si raggiunge una sufficiente sublimazione.In ciò dove vede una contraddizione?» (27/28-1-1918)(13). Carotenuto sembra suggerire che la Spielrein, acausa della sua patologia, non potesse operare unascelta; non lascia aperta la possibilità che essa, forse,non desiderò scegliere e fondare idee che meglio le siconfacessero promuovendola in ambedue i gruppi. Lasua opera parlerà da sé.

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(12) Ibidem, p. 170.

(13) Ibidem, pp. 141-142.

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L'Opera Preliminari

«Die Destruktion als Ursache des Werdens», il titolo dellavoro più importante di Sabina Spielrein, potrebbe benfigurare come il motto della sua vita; molto doveva essereinfranto perché si rendesse possibile la fioritura.Incontriamo questa idea nelle sue fantasie dell'infanzia,nel suo interesse per la filosofia, interesse manifestatonei primi articoli della sua carriera di scrittrice sulpotenziale teleologico della psicoanalisi, dell'ermeneutica,della mitologia. L'idea si lascia inoltre riconoscere inmodo concreto e «minore» nei suoi brevi articoli eosservazioni sui bambini che trattano di vita e di morte,conscio e inconscio, sessualità, ambivalenza, e, spesso,di forze e controforze. Il 26-11-1910 la Spielrein scrivevanel suo diario: «Sì, la prima meta che voglio raggiungereè assicurarmi un posto nell'Associazione psicoanalitica[...] Ma per me è ancora più importante il secondo lavoro"Sull'istinto di morte"» (14). Nel suo primo lavoro «Ueberden psychologischen Inhalt eines Falles vonSchizophrenie-Delentia Praecox» (1911) veniva discussoil materiale delle sue conversazioni con una intelligenteparanoide. Sebbene la donna sembrasse dire cose senzasenso, la Spielrein si comportò in modo davveroinconsueto per quei tempi: mostrò interesse per le paroledi una persona disturbata piuttosto che limitarsi achiuderla in questa o quella categoria. Fu in grado didecodificarne i significati e dimostrò il parallelo esistentetra i meccanismi di pensiero della donna e le strutture sucui si fondano le mitologie -aspetto quest'ultimofortemente ispirato da Jung. È significativo che i sogni ele manie della paziente coinvolgessero non di rado lostesso «Dr. J.», Jung, assurto al rango di Gesù Cristo,che a quel tempo studiava la sessualità sperimentandolasu lei! Il termine «Poesie» (poesia), derivato da questapaziente, fu impiegato dalla Spielrein e da Jung perriferirsi alla loro relazione. Jung scrisse alla Spielrein (21-9-11): «Mi permetto di scriverLe francamente erimproverarLa perché, dopo averci riflettuto a lungo, hoeliminato dal mio cuore tutta l'amarezza nei Suoi confrontiche ancora vi si trovava. Amarezza che certamente non èderivata dalla Sua dissertazione [...] ma risale, piùindietro

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(14) Ibidem, p. 199.

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L'esistenza d'un istinto di distruzioneL'articolo, che consta di 38 pagine, comincia nel modoseguente: «Nell'occuparmi di argomenti sessuali un pro-

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(15) Ibidem, p. 199.

(16) Lettere tra Freud e Jung,op. cit., p. 537. La citazionelatina è tratta da Grazio, ArtePoetica, 4.

nel tempo, a tutta l'intima angoscia che ho sopportato acausa Sua e che Lei ha sopportato a causa mia. FreudL'accoglierà certamente. Più d'una volta ha parlato dellaSua dissertazione, prova del fatto che Lei lo ha favorevol-mente colpito [...] Si rivolga a lui come a un grandemaestro e rabbi e tutto andrà bene». La Spielrein in effettisi stava dirigendo a Vienna dove, il 29 novembre, dovevatenere un discorso su «Die Destruktion». Essa confidò alproprio diario (26-11-1910) (15) «Devo ammettere che homolta paura che il mio amico, che voleva accennare aquesta mia idea nel suo lavoro di luglio, menzionando lamia priorità a riguardo, ora invece si appropri dellosviluppo del mio pensiero, dato che è sua intenzione farneaccenno a gennaio. Perché sento in me questa sfiduciasenza motivo? Vorrei tanto che fosse infondata poiché ilmio secondo lavoro sarà dedicato al mio stimatissimomaestro, ecc. Come potrei stimare una persona chemente, che ruba le mie idee, che non mi è amico, masoltanto un meschino rivale senza scrupoli? Amarlo? Malo amo! Il mio lavoro sarà colmo d'amore! Lo amo e loodio, poiché non mi appartiene. Non posso stare di frontea lui come una stupida ochetta. No, in alto, orgogliosa estimata da tutti! Devo essere degna di lui, e il pensieroche ho creato deve essere legato al mio nome».Successivamente (25-3-1912) Jung le scrisse: «II lavoro èstraordinariamente intelligente e contiene idee eccellentila cui priorità sono felice di riconoscere come Sua». Unasettimana dopo, comunque, in una lettera a Freud il tonodi Jung muta notevolmente:«Ho ricevuto il lavoro della Spielrein proprio prima dellamia partenza. È il caso di dire "desinit in piscem mulierformosa superne". Dopo l'inizio assai promettente lacontinuazione e la chiusa calano notevolmente di tono [...]Ha letto troppo poco [...] Per il resto il lavoro èenormemente complessato» (16). Dal momento che sitratta del più importante articolo della Spielrein, ed è cosìfondamentale per la nostra immagine di lei, occorreràesaminarlo in dettaglio.

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blema mi ha particolarmente interessato: perché l'istintoalla riproduzione, questo istinto potentissimo, insieme alleprevedibili sensazioni positive ne contiene di negativecome la paura e la nausea, che devono essere eliminateaffinché si possa raggiungere una sua positiva realizza-zione? [...] Alcuni hanno notato la frequenza di rappre-sentazioni di morte legate con desideri sessuali» (17). Econtinua: «Nella mia esperienza con ragazze posso direche normalmente è la sensazione di paura quella cheemerge in primo piano fra i sentimenti di rimozione quandoper la prima volta si prospetta la possibilità di realizzare undesiderio, e in effetti si tratta di una forma molto specificadi paura: s/' avverte il nemico in se stessi, ed è il nostrostesso ardore amoroso che ci costringe con ferreanecessità a fare qualcosa che non vogliamo; si avverte lafine, la caducità da cui invano vorremmo fuggire versoignote lontananze» (18). E conclude: «Ritengo che i mieiesempi dimostrino abbastanza chiaramente, comeprovano alcuni fatti biologici, che l'istinto riproduttivo ècostituito anche dal punto di vista psicologico da duecomponenti antagonistiche ed è perciò altrettanto unistinto di nascita quanto di distruzione» (19). La Spielreindescrive la reciprocità all'interno d'un individuo di forzedistruttive e costruttive; ogni nuova situazione psichicadeve succedere alla perdita di un equilibrio trovato inprecedenza. Essa postula una connessione tra leimmagini della morte e della generazione, tra l'istinto diriproduzione e l'ist into di morte, tra l'affermazione di sé e ildesiderio di perdersi in una più estesa totalità. Evidenzial'antagonismo tra l'«ego individuale» e l'«ego dellaspecie», che è collegato alla spinta perl'autoconservazione e la continuazione della specie.Riconduce il sadomasochismo e l'ambivalenza odio-amorealla componente distruttiva. In numerose fantasie chesimbolizzano l'atto sessuale la Spielrein ha modo dimostrare il suo tema fondamentale, e cioè che ladistruzione conduce alla generazione. E si tratta di untema che compare anche in diverse mitologie, nella teoriatipica dell'infanzia, secondo cui i vecchi che muoionoritornano bambini, e nella fede nella rinascita e nell'eternoritorno. Concordiamo con Carotenuto che «ogni teoriapsicologica, a prescindere dalla sua reale validità,

(17) S. Spielrein, «La distru-zione come causa della na-scita», in Comprensione dellaschizofrenia e altri scritti, op.cit; p. 77.

(18) Ibidem, p. 78.

(19) Ibidem, p. 114.

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(20) A. Carotenuto, Diario diuna segreta simmetria, op.cit., p. 27.

(21 ) Ibidem, p. 26 e nota 2.

(22) Z-effere fra Freud eJung, op. cit., p. 131.

esprima comunque un problema dell'autore» (20); e fac-ciamo un ulteriore passo in avanti se, insieme a lui,citiamo la feconda affermazione di Atwood e Tomkins:«L'indagine psicobiografica delle teorie della personalitàattualmente rappresenta soltanto una diramazione di unadisciplina più ampia che si pone come obiettivo lo studiodei fattori soggettivi nella struttura della conoscenza del-l'uomo» (21).La Spielrein non si limitava a descrivere, assimilava. Sipossono distinguere nella sua vita almeno due periodi digrande «Distruzione» per i quali il titolo può servire dametafora: i suoi crescenti problemi emozionali che reseronecessario il ricovero in ospedale e il modo in cui la suastoria d'amore con Jung ebbe fine. In quest'ultimo casoera in gioco la sua lotta inferiore per conservare la propriafiducia nell'umanità, nell'«oggetto interiorizzato», chedall'esterno esigeva da lei il suo tributo. L'introduzione aquesto articolo riflette molto della vita della Spielrein;sembra che essa guardi indietro nel tempo, costruttiva-mente e, ora, in prospettiva, per interrogarsi, cercare,voler capire. Nella relazione transferale psicotica essaprovò intense passioni e intensi desideri, voglia di fusionee paure distruttive che erano molto più opprimenti diquanto ci si potesse attendere in una relazione 'ordinaria':sentimenti che avrebbero potuto distruggere una personaoppure offrire - col talento e la forza della Spielrein - uninsegnamento valido e di ampia portata se tradotto sullacarta con maggiore sistematicità. Forse il riferimento diJung alla «progenie che diventa la più pericolosa deinemici» preludeva alla lotta per il potere con Freud alquale chiese di permettergli «di godere della Sua amicizianon come un'amicizia fra uguali, ma come dell'amicizia trapadre e figlio» (22), ma del quale scrisse alla Spielrein nel1913, allorché le nuvole avevano iniziato ad addensarsi«Voglio essere un amico alla pari, mentre lui vuole avermicome un figlio»? Quando, «dalle sue esperienze conragazze», la Spielrein descrisse l'amore appassionato chedettava legge in modo così inesorabile, possiamo inferireche, in accordo con una non inconsueta pratica analitica,essa si riferisse all'oggetto delle sue esperienze piùintime: se stessa. In quello stesso anno il

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1912, raccontò di più delle proprie esperienze a contattocon bambine e bambini in «Beiträge zur Kenntnis derkindlichen Seele» (Contributi alla conoscenza della psicheinfantil)}, lavoro nel quale si presentò apertamente comeoggetto di analisi.

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ReazioniCome fu accolto l'articolo? Dall'ottobre del 1911 al marzodel 1912 Spielrein si trattenne a Vienna prendendo parteagli incontri del Mercoledì sera della Società PsicoanaliticaViennese. In una lettera a Jung (12-11-1911), Freud scris-se che nell'ultimo incontro essa aveva parlato per la primavolta; «è stata molto intelligente e ordinata» (23). Il 29novembre 1911, davanti alla Società, la Spielrein tenneuna conferenza sull'istinto di distruzione dal titolo «UeberTransformation» (Sulla trasformazione). Tra gli ascoltatoripresenti, in numero di venti, figuravano Freud, Federn,Rank, Reik, Sachs, Sadger, Stekel e Tausk. Nelle MinuteRank ricorda in una nota «La dottoressa Spielrein è statamia collega alla scuola di medicina. È stata enormementeinfluenzata da Jung; durante i suoi studi ha sofferto acausa di un episodio psicotico» (24). La discussione chefece seguito alla conferenza fu vivace. Nel leggere leMinute ci si sorprende di quale alto livello culturale fosseroin possesso i partecipanti, di quanta facilità avessero nelcitare dalle letterature e dalla mitologia. Può essereilluminante citare in modo più diffuso le osservazione diFreud: «La relazione stessa offre la possibilità di unacritica a Jung dal momento che egli, nei suoi recenti lavorimitologici, si serve indiscriminatamente di qualsiasimateriale mitologico a disposizione. Ora, il materialemitologico si può utilizzare in tal senso soltanto quando sipresenta nella sua forma originale e non nei suoi derivati.Il fatto è che esso ci viene consegnato in uno stato tale danon consentirci di utilizzarlo per risolvere i nostri problemi.Occorre al contrario sottoporlo ai chiarimenti dellapsicoanalisi» (25). Attraverso la Spielrein egli affonda icolpi in direziono di Jung, situandolo di fatto al di là deilimiti della «vera» psicoanalisi; oltre a ciò si ricava la noninfondata impressione che la Spielrein e le

(23) Ibidem, p. 493.

(24) H. Nunberg & P. Federn(a cura di), Minutes of theVienna Psychoanalytic So-ciety, IV Volumes, New York,Int. Univ. Press, 1962-1975,p. 329.

(25) Ibidem, p. 335.

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(26) J. Kerr, «Beyond thepleasure principle and backagain: Freud, Jung, and Sa-bina Spielrein», in Freud-Ap-praisais and Reappraisais,voi. 3, ed. P.E. Stepansky,1988, pp. 3-79.

(27) Lettere tra Freud e Jung, op.cit.,p. 505.

(28) Ibidem, pp. 532-533.(29) P. Federn, «Ueber dieDestruktion als Ursache desWerdens, Sabina Spieirein»,in Int. Zeitschrìft tur AertziichePsychoanalyse, I, 1913.

(30) Con il quale ci si riferiscealla cosiddetta «prima teoriapulsionale».

(31) S. Freud, «Al di là delprincipio di piacere» (1920), inOpere, voi. 9, Torino, Borin-ghieri, 1980, p. 240, nota 2.

sue idee non fossero ancora prese sul serio. SecondoKerr (26) la relazione tra Freud e Jung era diventata cosìtesa, a motivo delle divergenti idee di Jung sulla teoriadella libido, che Freud, per così dire, stava semplicementeaspettando il momento propizio e approfittò della con-ferenza della Spielrein per attaccare Jung sul terrenodella metodologia. Freud scrisse di quella sera e delle suecritiche a Jung, aggiungendo: «[...] questa del resto èveramente brava e io comincio a capire» (27). In unasuccessiva lettera a Jung (21-3-1912) Freud espresse lapropria opinione sulla parte di manoscritto che conosceva:«Del lavoro della Spielrein conosco solo un capitolo,quello che lei ha letto alla Società. È una donna moltointelligente; tutto quanto dice ha un significato, la suapulsione distruttiva mi piace poco, perché la ritengo con-dizionata personalmente. Mi sembra che essa abbia piùambivalenza di quanto sarebbe normale» (28). Federnrecensì l'articolo sull' Internationale Zeitschrìft (29). Seb-bene esprimesse qualche riserva critica, il tono generalefu positivo. Federn vi lodava la finezza dell'autrice neldescrivere la dialettica dei sentimenti. Ma gli sembravadiscutibile che il far discorso d'un «lo specie», quale entitàpsichica in contrasto con un lo individuale, costituisse unpasso avanti. Per quanto il termine sia scomparso,incontriamo le idee ad esso sottese - in varie forme- nel concetto di inconscio collettivo che sarebbe statosviluppato da Jung. L'Istinto di distruzione fu tempora-neamente messo da parte dal gruppo di Freud. A queltempo si pensava in termini di pulsioni sessuali oppostealle pulsioni di autoconservazione, le «Ich-Triebe» (30).Freud non avrebbe introdotto il concetto di «Todestrieb»- pulsione di morte - prima del 1920, in Al di fa delprincipio di piacere. In quello scritto egli citò Sabina Spiel-rein in una nota a pie di pagina: «Una parte notevole diqueste speculazioni è stata anticipata da SabinaSpielrein, in un lavoro ricco di contenuto e di idee chepurtroppo non mi è del tutto chiaro;» (31). Una nota d'uncerto rilievo fu successivamente aggiunta alle minute del29 novembre 1911 : «A prima vista potrebbe sembrareche, sotto l'influenza di Jung, la dottoressa Spielrein abbiaformulato, molti anni prima di Freud, l'ipotesi che la pul-

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sione di vita consista di due opposte spinte: la pulsione divita e la pulsione di morte. Un esame più approfondito,comunque, rivela che l'autrice non esprime affatto questateoria, ma piuttosto ritiene che l'istinto sessuale, ovvero lapulsione di vita. lo stesso istinto creativo, contiene unacomponente distruttiva» (32). Le opinioni a riguardo furonoe rimangono ancora oggi discordanti. Katan (33) ha citatoFreud: «Ricordo come io stesso rifuggii all'idea d'unapulsione distruttiva per la prima volta nella letteraturapsicoanalitica e quanto tempo ci volle prima che fossidisposto ad ammetterla» (34). Secondo Katan questaosservazione si riferisce chiaramente alla pubblicazionedella Spielrein. Robert (35) ha scritto che «il concetto dipulsione di morte si trova anticipato, fin quasi nei dettagli,nell'articolo della Spielrein e anche Carotenuto è di questoavviso (36). Nel suo illuminante studio «Beyond thepleasure principle and back again: Freud, Jung andSabina Spielrein» Kerr (37) ha discusso in modo appro-fondito lo sviluppo del concetto di pulsione di morte, icontesti e le interrelazioni sottese all'articolo sulla «Di-struzione» della Spielrein, allo studio su Simboli e tra-sformazioni della libido di Jung e al più tardo Al di là delprincipio di piacere di Freud. Secondo questo autorel'articolo della Spielrein, sebbene prenda in esame temiquali la morte e la distruzione, non è una teorizzazionedella pulsione di morte. Considerando i diversi approccisviluppati in questi tre lavori una delle sue conclusioni èche «sia per Jung, sia per la Spieirein, anche se in modidiversi, la sessualità è caratterizzata da una intrinsecaambivalenza e la morte è contenuta nella sua dialettica. Lecose stanno diversamente per Freud. I fenomeni dellamorte e della regressione sono consegnati alla lorodolente cifra; essi sono manifestazioni primarie dellapulsione di morte e non hanno assolutamente nulla a chevedere con la libido» (38). Molti libri sono stati dedicati allosviluppo del concetto di pulsione di morte. Sebbene Freudvi aderisse fino al termine della propria vita, l'idea di unapulsione di morte non è mai stata accettata dai suoisuccessori al pari di altre idee e risulta ancora oggi uno deiconcetti psicoanalitici più controversi.

(32) H. Nunberg & P. Federo(a cura di), Minutes of theVienna Psychoanalytic So-ciety, op. cit., p. 330.(33) M. Katan, «Precursors ofthe concept of the deathinstinct», in Psychoanalysis:A General Psychology, ed.R.M. Loewenstein et al., NewYork, Int. Univ. Press, 1966,p. 86.(34) S. Freud, «II disagio del-la civiltà», in Opere, voi. 10,Torino, Boringhieri, 1980,p.607.(35) M. Robert, The Psycho-analytic Revolution, NewYork, Harcourt, Brace &WorI, 1966, pp. 330-331.(36) A. Carotenuto, Diario diuna segreta simmetria, op.cit., p. 192.(37) J. Kerr, «Beyond thepleasure principle and backagain: Freud, Jung, and Sa-bina Spielrein», op. cit.

(38) Ibidem, p. 52.

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Su nascita, morte e molto altro nel mezzo

Nella seguente rassegna degli altri scritti della Spielreinabbiamo adottato il tema «Nascita e Distruzione», dalmomento che esso spesso compare, ad esempio, nellesue descrizioni delle fantasie dei bambini sulla gravidan-za e sulla nascita. Oltre a ciò, e in una più vasta prospet-tiva, il tentativo è quello di verificare in che misura la suaopera sia stata originale e innovativa. Gli articoli dellaSpielrein, la cui lunghezza varia da mezza a 71 pagine,spesso redatti in risposta a un'osservazione originale,sembrano quasi continuare, talvolta, divertite riflessioni.La grande diversità dei temi affrontati appare già dai titoli,una cui scelta viene offerta qui di seguito. Nel 1912, oltreall'articolo sulla «Distruzione», fu pubblicato «Beiträgezur Kenntnis der kindlichen Seele» {Contributi allaconoscenza della psiche infantile). In questo articolo,basato sulle «analisi» di tre bambini (ovvero suconversazioni con bambini che avevano turbe emotive),la Spielrein tentò di trovare una conferma alle ipotesisviluppate da Freud nel «Piccolo Hans». Scrisse sullefantasie di nascita e sessuali di Otto, un tredicenne, diValli, un bambino di quattro anni e mezzo e, in«Mädchenanalyse» {Analisi d'una bambina}, sulle propriefantasie.Questo documento, davvero meritevole d'esser letto, èscritto con una toccante sincerità e non è privo dihumour. Anche qui figurano numerose concessioni tra ilfunzionamento della mente infantile e le mitologie.Dall'età di tre o quattro anni, vi scriveva la Spielrein, latenevano occupata le domande: Da dove provengono ibambini? Qual è l'inizio dell'inizio e la fine di tutte le fini?In particolare essa sentiva che l'idea di infinito erainsopportabile. La Spielrein descrisse una propriaprecoce fantasia di nascita. Aveva sentito dire che laterra era rotonda e che gli americani camminavanodall'altra parte con le teste rivolte all'in giù. Per moltotempo e con tutte le sue forze si mise a scavare unabuca nella terra, chiedendo alla madre quanto temposarebbe occorso prima che potesse tirar via unamericano dalle gambe. All'età di cinque anni venne asapere che i bambini crescevano nelle pance delle loromadri; ma quando ne venivano estratti, si chie-

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deva, uscivano dall'ombelico? E soprattutto come c'eranoentrati? Le dissero che Dio faceva i bambini e cominciò daallora a desiderare ardentemente di poter fare lo stesso.L'esperimento d'uno zio chimico attrasse la sua im-maginazione; diventò una «alchimista» e si mise a lavo-rare mescolando ogni cosa le venisse tra le mani. «Spar-pagliavo sulla tavola resti di cibi e di bevande, poi mesco-lavo il tutto accuratamente facendo grandi porcherie,perché volevo vedere che cosa ne veniva fuori. Provavogrande gioia se un colore trasmutava in un altro oppure seemergeva una forma o consistenza nuova. Non potrò maidimenticare quel misto di felicità e di angoscia che miprese quando un pezzette di stoffa, per la misteriosapotenza di un liquido, si trasformò in carta. Non credevo aimiei occhi. Avevo una quantità di boccette con liquidi'segreti', 'pietre magiche' e simili, da cui attendevo lagrande 'creazione'» (39). Il piccolo Valli credeva d'esserenato dal sangue della madre. Pensava che sua madreavesse avuto per figlio suo padre, ma che il padre avessegenerato la madre. Successivamente ritenne che le madrigenerassero le figlie e i padri i figli. Otto riferiva sogni cheesprimevano la sua grande paura di ciò che noi oggichiameremmo la madre fallica e il timore di essere so-praffatto dai suoi aumentati stimoli sessuali. La Spielrein,elaborando il fondersi di piacere e paura, pervenne al suonuovo tema secondo cui la nuova vita si originerebbe allespese della vecchia e le fantasie sessuali sarebbero in-timamente intrecciate con le fantasie di distruzione. Leconversazioni con i bambini sono spesso citate alla lettera;la Spielrein poneva l'accento sul fatto che non si potevaessere troppo cauti nel porre domande provocatorie. Unarticolo del genere può senz'altro essere definito unico peril suo tempo. // caso clinico del piccolo Hans di Freudapparve nel 1909; Jung scrisse Conflitti dell'anima infantilenel 1910, la prima pubblicazione della Hug-Hellmuth risaleal 1912, mentre gli articoli, ad esempio, di Lou AndreasSalomé sulla psiche del bambino sono successivi. Leprime pubblicazioni di Anna Freud e Melanie Kleinrisalgono rispettivamente al 1922 e al 1921.Sostiamo brevemente sulla questione delle fantasie dinascita, dal momento che la Spielrein non solo descrisse,

(39) S. Spielrein, «Contributialla conoscenza della psicheinfantile», in Comprensionedella schizofrenia e altri scrit-ti, op. cit., p. 136.

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(40) S. Spieirein, «La teoriadella nascita dell'uomo dellapiccola Renata», in Com-prensione della schizofrenia ealtri scritti, op. cit., p. 166.

al suo primo insorgere, la propria curiosità e le proprieidee circa le origini dei bambini nel 1912, ma registròanche le fantasie di sua figlia Renata (nata nel 1913). Loscritto «Renatchen's Menschentstehungstheorie» (La teo-ria della nascita dell'uomo della piccola Renata) fu pub-blicato nel 1920. All'età di quattro anni e mezzo Renatamostrò per la prima volta nel gioco e, successivamente,comunicò a parole l'opinione secondo cui gli esseri umanisi riprodurrebbero dividendosi e moltiplicandosi: seRenata cadeva, sarebbero nate due Renate e se le dueRenate fossero a loro volta cadute, altre due sarebberonate e così via. La Spielrein riferisce che Renata si eraistintivamente costruita una teoria della riproduzione checorrisponde effettivamente a quanto accade tra gli orga-nismi inferiori. Più tardi, avendo sentito parlare di bambininella pancia della madre, Renata adottò un atteggiamento'cannibalistico': «Mamma ingoiami senza masticarmi, cosìtu morirai e io verrò fuori da tè», riformulato succes-sivamente nel modo seguente: «Vorrei che la madre...morisse ... no, non che vivesse o morisse, vorrei chediventasse di nuovo una bambina» (40), col che si dimo-strò una degna figlia di sua madre. In queste fantasie laSpielrein vede una prova ulteriore del fatto che, nell'intimodi noi stessi, noi equipariamo la nostra origine con lanostra fine. Descrizioni di fantasie di nascita figuranoanche in «Zwei Mensesträume» (Due sogni sulla me-struazione, 1914) e «Einige kleine Mitteilungen aus demKinderleben» (Alcune brevi comunicazioni dalla vita in-fantile, 1923). Per quanto riguarda la tecnica, nelle primepubblicazioni sulle analisi dei bambini, che comprendonoanche «Tiersymbolik und Phobie bei einem Knaben»(Simbolismo animale e fobia di un bambino, 1914) e «DieAeusserungen des Oedipus-komplexes im Kindesalter»(Le manifestazioni del complesso di Edipo in età infantile,1916), la Spielrein descrisse le sue osservazioni e con-versazioni con i bambini e i loro sogni alle quali aggiunsele sue spiegazioni psicoanalitiche. E in «Schnellanalyseeiner kindlichen Phobie» (Analisi rapida di una fobia in-fantile) fu ancora più esplicita riguardo al proprio metododi lavoro: descrisse un esame fisico, un test d'intelligenzache si avvaleva della Scala Binet-Simon e di un esame

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psicoanalitico, e il conseguente trattamento. Organizzò ungioco facendo un papa, una mamma e un Rudi di carta.Aggiungendovi «un bambino arrabbiato e cattivo» essaresa possibile a Rudi (un bambino di sette anni) di agirefantasie aggressive che non sono normalmente tollerate.Un importante lavoro, presentato al CongressoInternazionale di Psicoanalisi all'Aia nel 1920, apparve nel1922: «Die Entstehung der kindlichen Worte Papa undMarna. Einige Betrachtungen ùber verschiedene Stadienin der Sprachentwickiung» (L'origine delle parole infantilipapa e mamma. Considerazioni sui vari stadi dellosviluppo linguistico). Nei suoi primi suoni e diversi modi dipiangere il bambino parla una lingua primitiva e melodica.Secondo la Spielrein le prime parole e le primevocalizzazioni traggono la loro origine dalla suzione.Vengono distinte una fase autistica, durante la quale ilbambino è in grado di trattenere la sua voglia di succhiareanche in assenza della madre, e una seconda fase, la fasemagica, durante la quale il bambino utilizza i suoni per faraccorrere la madre. La Spielrein collega il suono «mö-mö»con il desiderio di bere, mentre i suoni «pö-pö» e «bö-bö»corrispondono al momento in cui il bambino, soddisfatto,gioca con seno lasciandolo andare e afferrandolo dinuovo. Si trattava di un'idea originale, sulla base dellaquale venivano messe in relazione la parola «papa» con lagioia e la parola «mamma» con il desiderio, il bisogno, ildolore. Nel clima di entusiasmo che accompagnava lacomunicazione di osservazioni originali, non sono daescludere possibili contrasti sulla priorità di questa o quellascoperta. Nel discutere i significati dei suoni «papa» e«mamma» la Spielrein citava dal proprio diario su Renata(a partire dal 1914). In un contesto analogo: «Parla ancheStern, a proposito della sua bambina, e, mi pare, ancheSully. Da allora varie madri mi hanno dato la stessainformazione. La dottoressa Hug-Hellmuth, dopo averascoltato la mia relazione al congresso, disse che le avevoquasi tolto la parola di bocca... (Ich habe ihr dieseTatsache aus dem Munde ge-griffen...)» (41). L'importanzaattribuita al seno ricorda Melanie Klein, anch'essapresente alla conferenza della Spielrein. Le parole dellaSpielrein, che citiamo qui di

(41) S. Spieirein, «L'originedelle parole infantili papa emamma», in Comprensionedella schizofrenia e altri scrit-ti, op. cit., p. 189.

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(42) Ibidem, p. 190.

(43) H. Segai, Introduzioneall'opera di Melanie Klein, Fi-renze, Martinelli, 1984, p. 48.

seguito, sembrano anticipare gli studi della Klein: «L'attodel succhiare è importante come nessun altro per leesperienze fondamentali della vita del bambino: egli im-para a conoscere la beatitudine della fame placata, maimpara anche che questa beatitudine ha un termine edeve essere conquistata da capo» (42). È notevole chefosse proprio l'istinto di distruzione a svolgere un ruolorilevante per la Klein. La quale, però, fece il passo cheSabina non fece: unì i due concetti. Così la Segai pre-senta le idee della Klein a riguardo: «L'Io immaturo dellattante è esposto fin dalla nascita all'angoscia stimolatadalla innata polarità degli istinti [...] L'Io scinde se stesso eproietta fuori quella parte di sé che contiene l'istinto dimorte, nell'oggetto esterno originario, la mammella» (43).Anche Carotenuto ha rilevato il legame tra la Spielrein e laKlein. Dopo il bambino e il seno occorrerà adessorivolgere l'attenzione alla madre. In «Mutterliebe» (Amorematerno), del 1913, viene descritta l'inconscia fissazioneincestuosa (per le antiche imago materne) che influenza irapporti successivi. In «Die Schwierigmutter» (La suoce-ra), dello stesso anno, la Spielrein discusse l'avversioneper le suocere chiedendosi perché si sente così spessoparlare di suocere «cattive» e così poco di suoceri «cat-tivi» e perché alle suocere da parte paterna e a quelle daparte materna sono ascritti ruoli così diversi. Individuò unadifferenza tra i sessi nell'atteggiamento psicologico che siesprime nella creatività artistica. Sostenne che le donnegodono minori opportunità di soddisfare i loro desideripersonali nella realtà quotidiana. Per compensare tutto ciòesse possiederebbero una capacità di gran lungasuperiore nell'empatizzare con gli altri e nel vivere le lorovite, per così dire, vicariamente. La Spielrein vedeva nelforte sviluppo di questo talento empatico la ragione per laquale le donne, che non sono certamente da meno degliuomini per intelligenza e immaginazione, non hannocreato importanti opere d'arte. Per creare un'opera d'arteoccorre oggettivare la propria esperienza (o quella deglialtri) in misura tale che possa essere assimilata comequalcosa di impersonale tra le manifestazioni del mondoesterno. Questa capacità, stando alla Spielrein, è menosviluppata nelle donne, nelle quali risulta invece domi-

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nante il meccanismo opposto: le donne sentono i desiderie le paure altrui e le fanno proprie. Si deve a questacapacità empatica il loro grande valore sociale. LaSpielrein aggiungeva inoltre di non sapere se fosse utileo persino possibile che le donne imitassero il modomaschile di sentire, considerato «più elevato». Pensavain effetti che fosse pressoché impossibile.

Linguaggio e segnoLa Spielrein scrisse intorno allo sviluppo del pensiero edel linguaggio, trattando sia la grammatica sia il contenu-to, nel suo articolo del 1923 «Quelques analogies entre lapensée de l'enfant, celle de l'aphasique et la penséesouscosciente» (Alcune analogie fra il pensiero del bam-bino, quello dell'afasico e il pensiero subconscio) e in«Die Zeit im unterschwelligen Seelenleben» (// temponella vita psichica subliminale} apparso lo stesso anno.Grazie al suo background culturale essa era in grado dioperare confronti tra le lingue russa, tedesca, francese einglese. In quegli anni soggiornò a Losanna e Ginevra elavorò insieme a un noto linguista, il prof. Bally. La lorocollaborazione, secondo Carotenuto, anticipa successivisviluppi nei suoi interessi per la ricerca psicoanalitica.Anche in questo caso molte delle osservazioni le deriva-rono dalla figlia. Nello stesso periodo la Spielrein si occu-pò dello sviluppo dei concetti di spazio, causalità e temponei bambini. Nel 1921 ebbe in analisi Jean Piaget, ilquale condivideva tali interessi e dei cui figli facciamo laconoscenza attraverso i suoi scritti. In un articolo intitolato«Die Drei Fragen» (Le tre domande), del 1923, Spielreinriferì d'un esperimento, da lei condotto con alcuni studentiall'« Istituto Rousseau», inteso a verificare i confini traconscio e inconscio. Gli studenti dovevano immaginare dipoter porre tre domande del massimo interesse a sestessi, a Dio, o al Fato o comunque volessero chiamarlo;era consentita ogni domanda che riguardasse passato,presente e futuro e a tutte si sarebbe data una risposta.La settimana seguente l'esperimento fu ripetuto, ma sta-volta gli studenti dovevano prima star seduti, fermi e congli occhi chiusi, per due minuti. La prima serie evocò

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domande esistenziali, filosofiche, morali, spesso con rife-rimento al futuro; la seconda serie suscitò domande alta-mente concrete, «egocentriche» - più lontane dal pensareconscio e socialmente adattato. La Spielrein ritornò inRussia nel 1923. Nel suo ultimo lavoro, pubblicato nel1931, «Kinderzeichnungen bei offenen undgeschlossenen Augen» (Disegni infantili a occhi chiusi eaperti) mostrò lo stesso interesse, elaborato stavoltacome segue. Chiese a bambini ed adulti, divisi in varigruppi sperimentali con diverse consegne riguardo altener aperti o chiusi gli occhi, di disegnare una persona.Secondo la Spielrein il pensiero visivo-allucinatorio, inquanto opposto al pensiero astratto-logico, sioriginerebbe nell'esperienza cinestesica. Nei disegni ciòtrovò una più chiara espressione nei bambini più piccoli enei disegni a occhi chiusi dei bambini più grandi e degliadulti. Con gli occhi chiusi una persona rimaneva piùvicina alla sensazione originaria e primaria del corpo perciò che riguarda la posizione, il movimento e la caricaemozionale, la personalità si manifestava piùdirettamente e, nello stesso tempo, una talerappresentazione risultava di gran lunga più primitiva.

(44) R. Dyer, Her Father'sDaughter. The Work of AnnaFreud, New York - London,Jason Aronson, 1983.

CostruzioneII significato della Spielrein per lo sviluppo della psico-analisi dei bambini si ricava non soltanto dai suoi articoli,ma anche dal fatto che diresse, a partire dal 1924, unKinderseminar a Mosca con trenta iscritti (44). Il Kinder-seminar di Anna Freud a Vienna iniziò soltanto tré annidopo. Nel 1921 fu inaugurata a Mosca una casa perbambini diretta da Vera Schmidt e basata sui principidella psicoanalisi. Si tratterebbe, secondo Carotenuto,della prima del genere nel mondo. Nel 1911, in occasioned'un breve ritorno in patria, Spielrein tenne la sua primaconferenza sulla psicoanalisi a Rostov sul Don.Carotenuto cita Lampl-De Groot con la quale si è messoin contatto per sapere cosa fosse avvenuto alla Spielreindopo il 1923: «L'unica cosa di cui sono a conoscenza èche essa aveva fondato in Russia una casa per infanti ebambini, nella speranza di offrire loro in una comunità unavita migliore di quanto potessero avere nelle loro famiglie.

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Questo significa che essa fondò la sua casa per bambiniavendo in mente le idee originarie e idealistiche dellasocietà sovietica. Non so a che età sia morta, comunquenegli anni '30 ci furono voci che essa fosse rimasta moltodelusa per il fatto che l'analisi fosse proibita e che la suacasa di bambini dovesse essere chiusa» (45). In unaconversazione privata la signora Lampi disse di averesoltanto vaghi ricordi di brevi incontri avuti con la Spielrein;quando arrivò a Vienna, nel 1922, la Spielrein si era giàtrasferita a Ginevra e sarebbe ritornata in Russia pocotempo dopo (46). Negli scritti a noi noti la Spielrein non hadetto praticamente nulla della sua vita privata e del suomatrimonio. Comunque la musica occupava chiaramenteun posto importante nella sua vita; suonava il piano,cantava e componeva. Nel 1921 Wulff e Ermakovfondarono la Società Psicoanalitica Russa a Mosca; nel1921 fu fondato un Istituto Statale di Psicoanalisi. I parenti,più giovani di una generazione, raccontano che SabinaSpielrein probabilmente lavorò in questo istituto dal 1923al 1925, data in cui venne chiuso. La Spielrein visse perqualche tempo nella Casa degli Scienziati a Mosca primadi far ritorno a Rostov. Qui si stabilì in una casa vicino aquella del padre, ancora vivo, e lavorò in un ambulatorioper bambini. Ambedue le figlie, Renata ed Èva, eranomusicalmente molto dotate. Renata studiò violoncello alLiceo Musicale Professionale di Mosca; Èva suonava ilviolino. Il marito della Spielrein, Paul Scheftel, morìimprovvisamente per strada a causa di un attacco di cuorenel 1937. La Spielrein, a detta degli amici, daval'impressione di essere una donna di profonda cultura,capace di difendere con tenacia le proprie opinioni. Sem-plice nei modi, la sua vita fu, dal punto di vista finanziario,piuttosto difficile. Sabina Spielrein non poteva credere chela Germania, la dotta nazione nella quale era vissutafelice, avesse potuto generare quei fascisti criminali chedavano la caccia agli ebrei. Nessuno fu in grado di per-suaderla a lasciare Rostov. Quando i nazisti presero lacittà, nel 1941, in un primo momento non fecero del malealla Spielrein e alla sua famiglia. Quando ritornaronoSabina Spielrein fu uccisa nel giugno o nel luglio del 1942,insieme a Renata e, probabilmente, anche ad Èva.

(45) A. Carotenuto, Diario diuna segreta simmetria, op.cit., pp. 88, 89.

(46) Conversazione del 25settembre 1983 della signoraJ.A. Lampl-de Groot conChristien Brinkgreve e Ade-line van Waning.

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Corre voce comunque che Èva si sia salvata e abbiavissuto fuori della Russia. E anche in Russia stacrescendo l'interesse per Sabina Spielrein.

ConclusioneQuale significato ha avuto Spielrein per la psicoanalisi?Quale posto le è stato assegnato e quale le spetta? Lastoria l'ha confinata, alla stregua d'una loro appendice,tra Jung e Freud, lasciandole poche possibilità di farsiascoltare. Se la Spielrein ha occupato una posizione cosìspeciale, ciò si deve certamente alla sua forte capacitàempatica e - vedi le sue osservazioni ne La suocera - alsuo saper sentire i desideri e le paure degli altri e farlisuoi, ovvero corrispondervi. Se i suoi temi riguardano ildualismo, la dialettica di forza e controforza, la Spielreinaspirò per tutta la vita all'integrazione. L'opinione diHomans, uno storico, è che Carotenuto sopravvaluti laSpielrein. Nella sua descrizione la Spielrein appare figuradi rilievo, sensibile, tragica e talvolta coraggiosa, cuiforse spetta, in ultima analisi, una posizione che non le èstata ancora accordata. A tutto ciò soltanto un accuratostudio della sua opera potrà fornire una risposta.Bettelheim è più esplicito. Secondo lui la Spielrein non fusoltanto brillante ed estremamente sensibile, ma dotataanche di una straordinaria intuizione psicologica. Egliscrive nel pieno rispetto di ciò che va scoprendo: larelazione della Spielrein con Jung, la loro interazione e ilruolo che il nome stesso della Spielrein può avervi svolto(Spielrein, owero «gioca pulito!»), circostanza di grandesignificato psicologico in considerazione della suasintomatologia. Bettelheim afferma che, comunquepossiamo giudicare il comportamento di Jung neiconfronti della Spielrein, non dovremmo dimenticare cheegli la curò della malattia che ne aveva determinato ilricovero. Jung fu un maestro che incoraggiò la Spielreinad andare nella direzione delle sue naturali capacità; conFreud essa trovò la propria vocazione. Cosa potrebbeaver contribuito a relegare la Spielrein in un relativoanonimato? Le ragioni si possono ricercare nella suaopera, nei contenuti in essa affrontati, nella sua vitapersonale e nello stadio di sviluppo del

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«movimento analitico». Iniziamo dalle ultime due. La Spiel-rein probabilmente attraversò una psicosi isterica, una crisiadolescenziale, reagendo, almeno in parte, alla mortedella sorella. Il suo esordio nella psicoanalisi fu notevole.Le sue «duplici radici» esercitarono senza dubbio un'in-fluenza negativa. Inizialmente appartenne al «campo jun-ghiano», luogo della sua intima relazione con Jung, suc-cessivamente si unì al gruppo freudiano senza interrom-pere i contatti con Jung: una ragione certamente suffi-ciente perché ambedue i campi le si avvicinassero almenocon qualche riserva. «Die Sache» vide la Spielrein (che sitrattenne solo per breve tempo nei più conosciuti centrianalitici) sempre piuttosto in disparte. Nel periodoimmediatamente precedente a/e durante //suo soggiorno aVienna, a causa dei forti dissensi che incombevano sulmovimento di Freud, il clima era divenuto incandescente.Con Adler e Stekel si arrivò alla rottura; la relazione conJung si sarebbe gradualmente deteriorata. Per Freud laSpielrein avrebbe continuato a sollecitare la memoria diJung e la propria delusione nei confronti di Jung oltre chedel ruolo, ambivalente e scomodo, svolto in relazione allafine della relazione tra Jung e la Spielrein. Nell'articolo diCremerius «Sabina Spieirein - ein frühes Opfer der psy-choanalytischen Berufspolitik» (Sabina Spielrein, una vit-tima precoce della politica della professione psicoanalitica)(47) l'attenzione è rivolta al modo in cui Freud si resecomplico di Jung nel coprire la verità. La motivazione e lo«scotoma» di Freud stavano nel fatto di aver stabilito incuor suo che Jung doveva essere il suo successore.Sebbene non affronti i contenuti dell'opera della Spielrein,Cremerius afferma con decisione che la sua dissertazionee il suo articolo sulla «Distruzione» meritano di esserericonosciuti quali contributi fondamentali alla letteraturapsicoanalitica. Eppure, a dispetto della loro importanza,l'autrice è stata pressoché dimenticata. «Il fatto che i suoiscritti siano stati dimenticati mostra come il meccanismoproiettivo di difesa messo in atto da Freud e Jung neiconfronti della sua opera abbia esercitato il suo effettonell'ambito della comunità psicoanalitica e continui a eser-citarlo ancora oggi». Ciò corrisponde al nostro modo diintendere l'opera della Spielrein. L'atmosfera junghiana

(47) J. Cremerius, «SabinaSpielrein, una vittima precocedella politica della profes-sione psicoanalitica» (1987),in Materiali per il piaceredella psicoanalisi, XII, 1990.

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(48) C. Brinkgreve, A. Mooy &A. van Waning, «HermineHug-Hellmusth and SabinaSpielrein: suppressed pio-neers of psychoanalysis?, inZeitsch. f. Psychoanalyt.Theorìe u. Praxis 5, 1990.

che pervadeva il suo articolo sulla «Distruzione» lo ren-deva piuttosto sospetto a Vienna. In un tempo in cui lenuove elaborazioni teoriche erano considerate alla stre-gua di trasgressioni, i concetti che l'articolo sviluppavapotevano senz'altro apparire una minaccia. Più tardiFreud riconobbe la parte svolta dalla Spielrein nellosviluppo del concetto di pulsione di morte, anche se leconcesse soltanto una nota a pie di pagina; altri invececercarono di oscurare il suo contributo. I primi lavori dellaSpielrein nel campo dell'analisi dei bambini non furonocosì estesi come quelli di Hug-Hellmuth. Specialmente inun primo momento essi riguardarono la vita emozionaledei bambini piuttosto che lo specifico della tecnicaanalitica. Anche Hug-Hellmuth, comunque, sebbene permotivi diversi, fu cancellata dalla storia della psicoanalisidei bambini (48). È forse inevitabile che quando siconcentra la propria attenzione su una persona, sicontragga un pregiudizio in positivo; da un diverso puntodi vista ci risulta difficile attribuire il giusto valore allepubblicazioni analitiche considerate nel loro contesto. LaSpielrein non era forse una persona facile con cui trattare,ma era leale, tenace e originale. Non figurò tra i «grandinomi» della psicoanalisi, ma si può ugualmenteconcludere che i suoi primi lavori contribuironoall'impetuosa corrente dei processi di consapevolezza ealle formulazioni teoriche che col tempo sono venute aformare il «corpo della conoscenza analitica». LaSpielrein sviluppò nuove idee nel campo della vitainstintuale, dello sviluppo e analisi dei bambini e dellapsiche femminile; si mostrò anche creativa nella ideazionedi programmi di ricerca. I brevi ritratti che abbiamo di leirivelano in particolare una intensa curiosità, meraviglia eun bisogno di condividere. I temi dell'amore, delladistruzione e della creatività si trovano intrecciati tantonella sua opera quanto nella sua vita. La diversità deipartners con cui scelse di collaborare - Jung, Freud,Piaget - e, più avanti nella sua vita, gli interessi nellalinguistica e nella neurofisiologia ce la mostrano nellevesti d'una pioniera versatile e volitiva. Fino ad oggiSabina Spielrein non ha ancora ricevuto l'attenzione chemerita.

[Traduzione di Giorgio Antonelli)