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    Jess Villagrasa

    MMEETTAAFFIISSIICCAA

    II -- LLuuoommoo ee llaa mmeettaaffiissiiccaa

    AteneoPontificioReginaApostolorum

    METHEXIS

    M

    ETHEXIS

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    CA

    Methexis

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    VILLAGRASA, JessMetafisica : 1 - Luomo e la metafisica / Jess VillagrasaPisa - Roma : Methexis, [2002]

    144 p. ; 24 cm. (Methexis Didattica; 1)

    I. Villagrasa, Jess

    1. metafisica

    Il volume stato curato da IF - Informacin Filosfica nellambito del progetto Methexis

    2002 MethexisFacolt di Scienze Politiche - Dipartimento di Scienze della Politicavia Serafini, 3 56100 PISAtel. +39 050 2212 412 fax +39 050 2212 400E-mail: [email protected]

    Finito di stampare nel mese di novembre 2002 da Grafo Edit

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    Presentazione

    Questo libro un sussidio per seguire il corso di Metafisica nel ciclodi Baccalaureato in filosofia nellAteneo PontificioRegina Apostolorum;un testo, quindi, di iniziazione filosofica, che serve di base, per, per unostudio approfondito della filosofia nel ciclo di Licenza. Richiede, in alcu-ni momenti, conoscenze basiche di logica aristotelica.

    Il suo contenuto di diverso tipo: parte non sar riproposto a lezioneper evitare inutili ripetizioni; parte riassume ci che sar spiegato durante

    il corso; parte sono approfondimenti di ci che sar visto in classe. La na-tura di queste parti sar evidente per lo studente che partecipa alle lezioni.

    Obiettivi

    Gli obiettivi generali da acquisire sono di due tipi: contenuti e compe-tenze. Il libro offre, anzitutto, contenuti, ma la sua struttura pensata inordine a favorire lacquisizione di certe competenze. Ecco i principali o-

    biettivi:

    1) Conoscenza e comprensione organica e ragionata dei contenutifondamentali della metafisica.

    2) Scoperta ed acquisizione di un personale metodo di lavoro intel-lettuale che sia confacente con la natura della metafisica.

    3) Capacit scientifica di cogliere la struttura logica del corso, ilrapporto tra le parti e la sostanziale unit delloggetto di studio.

    4) Capacit scientifica di compiere analisi riflessive e critiche di

    testi, problemi ed argomenti metafisici classici, ma anche disaper analizzare criticamente problemi significativi della realtcontemporanea. Lanalisi unattivit complessa; per esempio,analizzare un testo implica: a) riconoscere teorie e concezioni,

    problemi e soluzioni, b) individuare il problema filosofico ogget-to del testo, anche in correlazione con altri testi, contesti e pro-

    blematiche, c) ricostruire la coerenza lineare e complessiva deltesto, d) individuare analogie e differenze fra due testi di argo-mento affine, ecc.

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    5) Capacit scientifica di produrre unasintesi critica e personale,fondata e circostanziata; quindi, saper ricostruire il pensiero deifilosofi non soltanto in relazione al contesto storico e culturale deltempo dellautore, ma anche allattualit.

    6) Capacit di esporre argomenti metafisici in modo adeguato, logi-camente coerente, con un uso preciso e proprio del lessico metafi-sico. Nei primi anni di studio filosofico, lo studente dovr conso-lidare la capacit di argomentazione e di produzione di testi filo-sofici scritti nella forma di saggio breve.

    7) Capacit di effettuare connessioni tra il corso e altre discipline filosofiche o meno , e tra la metafisica e i problemi perenni edattuali degli uomini.

    8) Capacit di selezionare, utilizzare e rielaborare le conoscenze ac-quisite in funzione di un nuovo tema di studio, e farlo con auto-nomia, competenza ed opportunit.

    Struttura del libro

    La struttura del libro sar giustificata nei primi capitoli; qui solo in-dicata. Tre saranno i volumi. Il primo, Luomo e la metafisica, compo-

    sto da tre capitoli che hanno carattere generale e introduttorio. Il capitolo1,Animal metaphysicum, vuole offrire agli studenti che cominciano studifilosofici una cornice di riferimento ampia, in modo che sappiano vederei rapporti che ci sono tra metafisica, da una parte, e studi teologici, cultu-ra odierna e vita, dallaltra. Il capitolo 2, La natura della metafisica,

    propriamente una introduzione alla metafisica. Dopo un veloce ripassodella storia di questa scienza, si ricerca la sua natura tramite lo studio deisuoi nomi, della sua definizione, delle distinzioni e divisioni che le appar-tengono, e si conclude con unaltro scorcio storico che analizza, questavolta, le obiezioni che sono state fatte alla metafisica come scienza. Il ca-

    pitolo 3, di non facile lettura, ma che pu essere di grande aiuto per lacomprensione della logica del corso, versa sul metodo della metafisica.

    Il secondo volume,La comunanza dellente, sar composto di due par-ti. La prima, dedicata alla determinazione delloggetto della metafisica,alle peculiarit del concetto trascendentale e analogico di ente e al primo

    principio derivato da questa nozione, il principio di non contraddizione.La seconda parte uno studio delle propriet dellente in quanto ente,cio, dei trascendentali: res, unum, aliquid, verum, bonum (et pulchum);lo studio dei trascendentali permette di approfondire ed interpretare il

    senso di essere.

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    Il terzo volume,Le cause dellente, sar suddiviso in tre parti. La pri-ma, sulle cause intrinseche dellente finito: con laiuto delle categorie diatto epotenza, diversi capitoli spiegano, senza ricorrere a principi estrin-seci allente, fenomeni come il cambiamento accidentale o sostanziale, la

    molteplicit in genere o intraspecifica, la finitudine e la contingenza. Trai principi costitutivi (o cause intrinseche) hanno una importanza fonda-mentale la sostanza (forma sostanziale) e lesse (actus essendi). La se-conda parte approfondisce la spiegazione della realt grazie alla determi-nazione della causalit estrinseca (efficiente, finale ed esemplare) che ,appunto, la ragione ultima della realt e dellesperienza. La terza parte, dicarattere sintetico, raduna intorno alla persona tutti i capitoli del corso.

    Struttura dei capitoliAllinizio di tutti i capitoli ci sono tre paragrafi da leggere attentamente:

    - Obiettivi: dopo le lezioni corrispondenti e lo studio del capitoloquesti obiettivi devono essere stati raggiunti, al meno quei conte-nutistici. Sarebbe un errore, soprattutto in chi comincia studi filo-sofici, non prestare sufficiente attenzione allacquisizione e svi-luppo di competenze o capacit.

    - Logica del capitolo: spiega il motivo della collocazione del capi-tolo allinterno del corso e i nessi e passaggi logici che sarannocompiuti allinterno del capitolo; quando risulta necessario si of-frono le nozioni basiche e indispensabili per capire il modo di ar-gomentare proprio del capitolo.

    - Domande iniziali: non sono forse quelle pi importanti, ma ser-vono per svegliare lintelletto con qualche problema. La formula-zione di solito molto semplice, perch corrispondente a doman-de che pu farsi una persona senza conoscenze specifiche in filo-sofia. Serve anche a mostrare il rapporto che pu darsi tra le e-speculazioni metafisiche e i problemi reali della vita.

    Laspiegazione dellargomento il cuore del capitolo. Essendo un cor-so di natura sistematica, sono state fatte delle scelte:

    - I brevipercorsi storici che si trovano allinizio di alcuni capitolihanno lunico scopo di favorire unimpostazione pi chiara del

    problema e di offrire la cornice storica nella quale il problema stato posto per la prima volta e le varie proposte di soluzione.

    - Nelle spiegazioni si dato molto spazio al pensiero di Aristotelee di san Tommaso dAquino, sia per il valore intrinseco delle sue

    proposte, sia per lutilit che ha in vista di una presentazione coe-

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    rente e sistematica del corso. In molti casi ad un testo di Aristote-le o ad un riferimento a questautore, si affianca, in una nota, ilcommento che san Tommaso f di questo brano, o un altro suo

    pensiero che pu aiutare alla comprensione del testo aristotelico o

    che significa uno sviluppo di pensiero importante per la metafisi-ca. Non sorprenda, quindi, il trovare citazioni di san Tommasoquando si sta parlando di Aristotele.

    - La memorizzazione di qualcosa che non si capito assoluta-mente inutile, particolarmente in filosofia. Quando un argomentoo un problema non chiaro utile ricorrere alle note della lezioneo consultare un manuale di metafisica, un dizionario filosofico ounenciclopedia filosofica. Questi strumenti sono imprescindibili

    per unintroduzione ai concetti filosofici e per acquistareuniniziale cultura filosofica.

    - Il ricorso ad esempi limitato e motivato: si tratta, come spiegaAristotele, di un mezzo pedagogico per adattare il discorso a chiascolta e alloggetto1.

    - Le note a pi di pagina sono abbondanti. Alcune forse non sononecessarie, ma sempre utile ascoltare la voce dei grandi pensa-tori, in particolare in quelle formulazioni molto precise, e in alcu-ne occasioni brevi, dove hanno condensato il loro pensiero. Il la-tino scolastico non stato tradotto perch di facile comprensione.

    Le letture proposte sono di diverso genere:

    - Necessarie (precedute da due asterischi: **): sono testi scelti operch sono dei classici sullargomento che lalunno non pu nonconoscere, o perch espongono brevemente e in modo chiaroqualche argomento che non stato sviluppato sufficientementenel capitolo.

    - Raccomandate (precedute da un asterisco: *): sono articoli o capi-toli di libri la cui lettura sar molto utile.

    - Per aproffondire (senza asterisco): testi pi difficili dovelargomento studiato con la profondit che merita e si aprono al-

    lo studente orizzonti per il suo studio personale.La lettura filosofica deve essere attenta, rispettosa e critica:- attenta: le parole appartengono al gioco linguistico della filosofia

    e vanno usate in questo contesto; hanno una storia e si trovano nelsolco di una lunga tradizione; sono dense di significato; un buon

    1 Alcuni non sono disposti ad ascoltare se non si parla con rigore matematico; altri

    invece non ascoltano se non chi parla per esempi, mentre altri ancora esigono che si adduca latestimonianza dei poeti (ARISTOTELE, Metafisica, II, 995 a 6-8). Tutte le citazioni della

    Metafisica di Aristotele saranno prese dalledizione bilinge a cura di Giovanni Reale(Bompiani, Milano 2000).

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    filosofo non fa un uso retorico o meramente stilistico del linguag-gio; ama la chiarezza, il rigore, la precisione e la sobriet perchla filosofia stessa una chiarificazione2;

    - rispettosa: davanti ad un grande filosofo non c posto per il di-

    sprezzo, s per il dissenso e la critica; ma per essere in grado didissentire o criticare bisogna prima leggere e comprendere il suopensiero3. Questo rispetto espressione del cosiddetto principiodi carit4;

    - critica: per poter criticare necessario acquisire al pi presto al-cune competenze: a) conoscere e utilizzare il lessico filosoficospecifico; b) riconoscere i diversi sistemi e paradigmi filosofici edi vari modelli di spiegazione della realt,; c) cogliere le connes-sioni logiche nellambito di un sistema di pensiero, la coerenzainterna di unargomentazione, i principi fondanti di un tema filo-

    sofico; d) operare confronti tra contenuti e paradigmi di pensiero;e) ricostruire la visione dinsieme di un autore.

    Lautovalutazione pu essere di diverso tipo:- rispondere ad alcune domande con le quali lo studente si pu con-

    frontare per valutare lassimilazione del capitolo. Le risposte, ov-viamente, si trovano nel corpo del capitolo o nelle letture neces-sarie e non vanno riproposte;

    - fare analisi e lettura critica di alcuni testi la cui comprensione ga-rantir lassimilazione del capitolo;

    - i contenuti dellautovalutazione non sono molto diversi della va-lutazione finale del corso che sar fatta dal professore nellesameconclusivo, ordinariamente scritto.

    Mi riterr soddisfatto se queste note riusciranno ad accendere nellostudente lamore per la verit, quel fuoco che anima lo studio e la ricerca;

    possano, inoltre, vincere la vana illusione di chi vuol trovare tutto, a unaprima lettura, in un testo. vero, le cose capitali sono poche; ma non so-no di facile comprensione. Le verit metafisiche, una volta comprese,

    possono essere dette in poche parole, e consegnate facilmente alla memo-

    ria. Non c pericolo che uno dimentichi queste cose [i Principi primi e

    2 Una descrizione di queste qualit si trova in J. V ILLAGRASA, Metafsica e irrealidad.Contribuciones al realismo metafsico de la Teora del objeto puro de Antonio Milln-Puelles,Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, Roma 2002 (Serie Tesi Dottorato, 1), pp. 25-28.

    3 Frente a todo gran filsofo no caben desprecios; s han lugar las refutaciones, pero stasexigen el esfuerzo previo del estudio. Y entonces la actitud no ser nunca de desprecio, sinode respetuoso disentimiento (S. RBADE, La gnoseologa tomista a la luz del pensamientoactual, en Estudios Filosficos 23 (1974), p. 217).

    4 Students are typically instructed to follow the principle when interpreting passages and

    formulating the arguments they contain (Charity, Principle of inRoutledge Encyclopediaof Philosophy, vol. II, Routledge, Cornwall 1998, p. 282).

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    supremi della realt], una volta che siano state comprese dallanima, datoche si riducono a brevissime proposizioni5. La metafisica un discorsoessenzialmente breve. Ma per arrivare a questa conoscenza c bisogno diun lungo itinerario di intensa e paziente riflessione. Serva ci a giustifica-

    re la lunghezza di un discorso che dovrebbe essere breve. Ci che impor-ta che alla fine non soltanto si sappia qualcosa di filosofia, ma si diventifilosofi e si possa filosofare soli:

    Dobbiamo esortare i pigri di cui parlavamo a mettere insieme il resto dasoli, una volta che lintelligenza abbia fatto loro comprendere i punti es-senziali, tenendo a mente quanto hanno ascoltato perch sia loro da guidanel proseguimento della ricerca e accogliendo la parola altrui como prin-cipio e seme da sviluppare ed accrescere. La mente non ha bisogno, come

    un vaso, di essere riempita, ma piuttosto, come legna, di una scintilla chelaccenda e vi infonda limpulso della ricerca e un amore ardente per laverit6.

    5 PLATONE, Lettera VII, 344e, Tutti gli scritti, Bompiani, Milano 20002; tutte le citazioni

    di Platone saranno di questa edizione a cura di G. Reale.6 PLUTARCO, Larte di ascoltare, n. 18, Edizioni Biblioteca dellImmagine, Pordenone

    1991, p. 34.

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    Bibliografia basica

    FontiPLATONE, Tutti gli scritti, Bompiani, Milano 20002 (a cura di G. Reale); in particolareRepubblica

    V-VII, Sofista eParmenide.ARISTOTELE,Metafisica, Bompiani, Milano 2000 (Collana testo a fronte n. 1. A cura di G. Reale).

    Il testo greco a fronte riproduce, con alcune variazioni, la maggiore edizione critica di riferimento(W.D. Ross). La traduzione, fedele al testo greco, propone una terminologia moderna e una scan-sione ben articolata dei vari paragrafi, grazie anche alla novit delle intitolazioni. Le note al testo,brevi ed essenziali, rispondono allesigenza di chiarire i passi pi controversi e difficili. Negliapparati finali sono raccolti in sintesi i contenuti, per libro e per capitolo, della Metafisica. Unabibliografia sistematica raccoglie gli studi pi importanti sulla Metafisica degli ultimi trentanni.Ledizione trilingue, a cura V. Garca Yebra,Metafsica, Gredos, Madrid 19902, contiene la tra-duzione latina fatta da Moerbeke su richiesta di Tommaso dAquino.

    THOMAE AQUINATIS, Opera Omnia, ed. Leonina; edizione elettronica Opera Omnia cum hiperte-xtibus in CD-ROM, auctore Roberto Busa, Editoria Elettronica Editel, Milano, 1992; In librosMetaphysicorum, ed. Marietti, Roma 1950 (ancora non stata pubblicata ledizione critica leoni-na); Ente ed Essenza, Rusconi, Milano 1995 (testo latino a fronte); Logica dellenunziazione,Commento al libro di AristotelePeri Hermeneias, ESD, Bologna 1997;Lessere e la partecipa-zione, Commento al libro di BoezioDe Ebdomadibus, ESD, Bologna 1995.

    KANT I., Critica della Ragion Pura, U.T.E.T, Torino 1995; in particolare la prefazione alla secondaedizione.Prolegomeni ad ogni futura metafisica, Laterza, Bari 1996.

    HEIDEGGERM., Che cos metafisica? (1929),Poscritto a Che cos metafisica? (1943),Introdu-zione a Che cos metafisica? (1949), in Segnavia, Adelphi Edizioni, Milano, 19943 (Tradu-zione di Franco Volpi) pp. 59-77, 257-266, 317-334.Introduzione alla metafisica (1935), Mur-sia, Milano 19944.

    Manuali e introduzioni

    AGUILAR GONZLEZ A.,Il significato della vita, Introduzione alla metafisica, Ateneo PontificioRegina Apostolorum, Roma 2002.

    ALESSI A., Sui sentieri dellessere, Introduzione alla metafisica, LAS, Roma 1998.ALVIRA T. - CLAVELL L. - MELENDO T., Metafsica, EUNSA, Pamplona 19987; traduzioni della

    prima edizione: Metafisica, Armando Paoletti, Firenze 1987; Metaphysics, Sinag Tala Publi-shers, Manila 1991.

    BERTI E.,Introduzione alla metafisica, UTET, Torino 1993.DE FINANCE J., Connaissance de ltre. Trait dontologie, Paris, DDB 1966; Conoscenza

    dellessere. Trattato di ontologia, PUG, Roma 1987; Conocimiento del ser. Tratado de ontolo-

    ga, Gredos, Madrid 1971.DE RAEYMAEKERL.,Philosophie de ltre. Essai de synthse mtaphysique, Editions de lInstitutSuprieur de Philosophie, Louvain 1945;Filosofa del ser, Gredos, Madrid 1968. In forma sco-lastica: Metaphysica generalis, Tomus I. Doctrinae expositio, Tomus II. Notae historicae, E.Warny, Lovaina 1935.

    ELDERS L.J., The Metaphysics of Being of St. Thomas Aquinas in a Historical Perspective, A.Brill,Leiden 1993;La metafisica dellessere di san Tommaso dAquino in una prospettiva storica, I.Lessere comune, Lib. Ed. Vaticana, Citt del Vaticano 1995.

    GILBERT P.P.,La semplicit del principio. Introduzione alla metafisica, Piemme, Casale Monferrato1992.La patience dtre. Mtaphysique, Culture et vrit, Bruxelles 1996; Corso di metafisica.La pazienza di essere, Piemme, Casale Monferrato 1997.

    GONZLEZ ALVAREZ A., Tratado de Metafsica I. Ontologa, Gredos, Madrid, 19872.

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    GREDT I.,Elementa philosophiae aristotelico-thomisticae, v. II. Metaphysica - Ethica, Herder, Bar-celona 19468.

    GRENET P.B., Ontologia, Paideia, Brescia 1967; Ontologa, Herder, Barcelona 19856.HENRICI P.,Introduzione alla metafisica, PUG, Roma 1982;Introduccin a la metafsica, Colegio

    Salesiano de S. Jos, Rosario (Argentina) 1990.

    KRAPIEC M.,Metaphysics. An Outline of the History of Being, Peter Lang Pub. Inc., New York1991.MOLINARO A.,Metafisica, Corso sistematico, San Paolo, Milano 1994.MONDIN B.,Manuale di filosofia sistematica, III. Ontologia e metafisica, ESD, Bologna 1999. Sto-

    ria della Metafisica, ESD, Bologna 1998 (3 volumi).VAN STEENBERGHEN F., Ontologie, Publications Univ. de Louvain, Louvain 19522; Ontologa,

    Gredos, Madrid 1965.

    Enciclopedie e dizionari

    Enciclopedia filosofica, Sansoni, Firenze 19672 (6 volumi).Encyclopedie philosophique universelle, PUF, Paris 19912 (4 volumi).MILLN-PUELLES A.,Lxico filosfico, Rialp, Madrid 1984.Routledge Encyclopedia of Philosophy, Routledge, Cornwall 1998 (10 volumi).

    Letture raccomandate

    AERTSEN J.A.,Method and Metaphysics. The via resolutionis in Thomas Aquinas, in The NewScholasticism 63 (1989), pp. 405-418;Medieval Philosophy & the Transcendentals, The Caseof Thomas Aquinas, E. J. Brill, Leiden 1996;Nature and Creature. Thomas Aquinass Way ofThought, Brill, Leiden 1988.

    BERTI E.,Aristotele nel Novecento, Editori Laterza, Bari 1992.FABRO C.,La nozione metafisica di partecipazione secondo s. Tommaso dAquino, Societ Editrice

    Internazionale, Torino 1950; Intorno al fondamento dellessere, in Giornale di Metafisica 5(1983), pp. 227-237; The intensive hermeneutics of thomistic philosophy. The Notion of Partici-

    pation, in Review of Metaphysics 27 (1974), pp. 449-491; The Trascendentality of Ens-Esseand the Ground of Metaphysics, in International Philosophical Quarterly 6 (1966), pp. 389-427.

    FORMENT E.,Filosofa del ser, PPU, Barcelona 1988.GILSON .,Ltre et lessence, Librairie philosophique J. Vrin, Paris 1948; Lessere e lessenza,

    Massimo, Milano 1988. Being and some Philosophers, Pont. Inst. of Mediaeval Studies, Toronto1949; El ser y los filsofos, EUNSA, Pamplona 19963 (il contenuto quello di Ltre etlessence, ma in una presentazione pi breve e con capitoli rifatti).

    HENRICI P.,Per una rilettura del discorso metafisico, in AA. VV.,Metafisica, oggi, Morcelliana,Brescia 1983, pp.15-30. Contributi al XXXVII Convegno del Centro di Studi filosofici di Galla-rate 7, 8, 9 aprile 1982.

    IZQUIERDO LABEAGA J.A.,Ente: il crocevia di ogni ragionamento, in Il Cannocchiale (1996), pp.

    101-135.LLANO A.,Metafsica y Lenguaje, EUNSA, Pamplona 19972.MARITAIN J., Court trait de lexistence et de lexistant, Hartmann, Paris 1947; Breve trattato

    dellesistenza e dellesistente, Morcelliana, Brescia 19843.

    MELENDO T.,Metafsica de lo concreto, Sobre las relaciones entre filosofa y vida, Eiunsa, Barce-lona 1997.

    MILLN-PUELLES A.,La lgica de los conceptos metafsicos. Tomo I: La lgica de los conceptostrascendentales, Rialp, Madrid 2002.

    PASCUAL R.,Lo separado como objeto de la metafsica, in Alpha Omega 1 (1998), pp. 217-242.REALE G., Guida alla lettura della Metafsica di Aristotele, Laterza, Bari 1997.ROSSITTO C.,Metafisica, in BERTI E. (a cura di), Guida ad Aristotele, Editori Laterza, Bari 1997,

    pp. 199-239.

    WIPPEL J.F., The Metaphysical Thought of Thomas Aquinas, From Finite Being to Uncreated Be-ing, Catholic University of America, Washington 2000.

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    1. Animal metaphysicum

    Obiettivi

    - Comprendere che la metafisica non una disciplina filosofica a-stratta, avulsa dalla realt; al contrario, aperta e in armonia con lafede, la pi alta espressione della speculazione puramente ra-zionale delluomo.

    - Collocare la metafisica nella sua cornice pi ampia nella vitadella Chiesa Cattolica e nellambiente culturale odierno per co-gliere lappello che da differenti parti oggi riceve.

    - Riflettere sui motivi che pu avere chi chiamatoallevangelizzazione per dedicarsi allo studio della metafisica.

    Logica del capitolo

    In qualche modo, tutti gli uomini sono filosofi perch tendono al sape-

    re. Ci sono molte forme e livelli di sapere. La metafisica ricerca, con leforze della ragione, una spiegazione ultima di tutta la realt e di ogni real-t. Giovanni Paolo II, nellenciclica Fides et Ratio (FR), ha meditato suldesiderio umano di sapere, sulle vie che pu percorrere, sulle forze a di-sposizione delluomo, ed ha offerto indicazioni alla metafisica sulla suanatura, sulle sfide odierne e sui servizi che pu prestare alluomo, allacultura e alla teologia.

    Domande iniziali

    Perch studiare filosofia?Perch la filosofia e i filosofi sembrano cos lontani dalla realt e dai

    problemi della gente?Dice Aristotele che tutte le altre scienze saranno pi necessarie di

    questa, ma nessuna sar superiore (Metaphysica, I, 2, 983a11). La meta-fisica serve a qualcosa?

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    1.1. Luomo naturalmente filosofo (FR n. 64)

    Che lo spirito umano abbandoni una volta completamente le ricerche me-

    tafisiche da sperar cos poco, quanto da sperar che noi, per non respirarsempre aria impura, preferissimo di smettere del tutto di respirare. Vi sarsempre adunque nel mondo e, ci che pi, in ciascuno e specialmentenelluomo riflessivo, una metafisica, che ciascuno si former a suo modoin mancanza di un criterio pubblico1.

    Finch rimane animal razionale, luomo animal metaphysicum. Finchluomo si considera un essere vivente dotato di ragione, la metafisica, co-me dice Kant, appartiene alla natura delluomo2.

    Luomo nel mondo e si pone nel mondo. Ancor prima di porsi do-mande sulla vita, luniverso e i loro valori, luomo si ritrova nel mondo efa molteplici esperienze. un soggetto intelligente e attivo, libero e re-sponsabile, capace di riflettere e porsi domande sulle esperienze vissute,sulla verit delle cose, sul valore delle sue scelte e azioni. Unesperienzaspecifica delluomo il suo desiderio di sapere. Aristotele inizia la suaMetafisica con questaffermazione: Tutti gli uomini per naturatendonoal sapere3. Luomo non solo desidera sapere, ma sa di sapere, e si inte-

    ressa, quindi, della verit del suo sapere

    4

    ; luomo non aspira ad una qual-siasi conoscenza, aspira alla conoscenza vera. Questaspirazione lorigine di una ricerca.

    1 I. KANT, Prolegomena, IV, 367. Ledizione citata sar Prolegomeni ad ogni futura

    metafisica, Laterza, Bari 1996, pp. 262-263.2 M. HEIDEGGER, Introduzione a Che cos metafisica? (1949), in IDEM, Segnavia,

    Adelphi Edizioni, Milano 19943

    , p. 320.3 ARISTOTELE, Metafisica, I, 1, 980a 20. San Tommaso commenta che la tendenza

    naturale per tre ragioni: 1, luomo tende al sapere perche desidera la sua perfezione, larealizzazione delle sue potenzialit; 2, perche ogni ente ha una inclinazione naturale allapropria operazione, che nelluomo il conoscere; 3, perche il fine al quale luomo tende persua natura la felicit soltanto si ritrova in quella unione con Dio che si da grazieallintelletto, onde si segue che il desidero naturale di sapere segue al desiderio naturale difelicit (cf. TOMMASO DAQUINO, InI Metaph., lc. 1 nn. 1-4; dora in avanti, tutte le operedove non sia indicato lautore sono di Tommaso dAquino).

    4 Luomo lunico essere in tutto il creato visibile che non solo capace di sapere, ma saanche di sapere, e per questo si interessa alla verit reale di ci che gli appare. Nessuno pu

    essere sinceramente indifferente alla verit del suo sapere. Se scopre che falso, lo rigetta; sepu, invece, accertarne la verit, si sente appagato (FR n. 25).

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    1.1.1. Luomo colui che ricerca la verit (FR n. 28)

    I sofisti non amavano la verit per se stessa; il loro interesse era rica-vare profitto dalluso della parola e da una parvenza di verit. I sofisti in

    un contesto di crisi culturale (ascesa al potere dei commercianti; demo-cratizzazione e dissacralizzazione della vita pubblica e delle leggi; crisidelle tradizioni e della religione mitica) facevano commercio di una sa-

    pienza utilitaria che era in loro posseso: larte del discorso (la retori-ca) che sapeva persuadere ed aveva cos la meglio nelle assemblee e da-vanti ai tribunali. Socrate (470-399 a.C.) contrappone il filosofo al sofi-sta. Il filosofo amante del sapere. Amare il sapere, secondo Platone(427-347 a.C.), una via di mezzo tra possederlo e non averlo raggiunto.La filosofia si trova fra lignoranza totale di chi non arriva neanche a ren-dersi conto della propria ignoranza e la sapienza ideale degli dei. La filo-sofia una partecipazione umana alla sapienza ideale verso la qualeluomo pu e deve aspirare. La filosofia in quanto sapienza un saperenon solamente teorico, astratto e parziale, ma un sapere sulle realt ulti-me, capace quindi di dare un senso e una direzione totale alla vita.

    Lozio una condizione necessaria alla filosofia ma non n la causa.La causa remota e fondamentale della filosofia il desiderio di sapere; lacausa immediata, il movente effettivo della filosofia, lammirazione, lostupore e la meraviglia5.Lammirazione un riconoscere la propria igno-ranza; non una conoscenza che ci da informazioni sulla cosa ammira-ta, ma sul non saperci spiegare come sia possibile ci che suscita la no-stra meraviglia. La meraviglia, che principio della filosofia, pu essere

    provocata da fatti comuni. Basta che dia origine al dinamismo intellettua-le della domanda: perch qualcosa cos e non in altro modo?, ocom possibile che qualcosa sia cos e non in modo diverso?.

    Il filosofo pertanto qualcuno che cerca e ama la verit per se stessa.In quanto sapere sapienziale, la filosofia implica a) un certo distaccocritico o disinteressato, che permette al filosofo prendere le cose e la vi-ta con filosofia; b) un non disinteressarsi di alcunch perch tutto lo in-

    teressa; non vuole raggiungere una conoscenza enciclopedica, ma una vi-sione globale e approfondita della realt che gli permetta di collocare lecose al loro posto; c) una ricerca di una verit fondata e fondante delperch, che spieghi le cose e gli avvenimenti, che sveli il lorosignificato, che serva ad orientare la propria vita e a regolare il propriocomportamento. Lammirazione suscita domande; il filosofo ricercarisposte.

    5

    Cf. PLATONE

    , Teeteto, 155d; ARISTOTELE

    ,Metafisica, I, 2, 982b-983a.In I Metaph., lc. 3n. 4, Summa contra Gentiles (CG) III, c. 25 n. 11, Super Evan. Matthaei, c. 5 lc. 2.

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    1.1.2. Domande e risposte

    Le esperienze che si fanno e gli interrogativi che ne derivano sono di-versi; i differenti modi di porre domande corrispondono ad altrettante

    forme e prospettive davvicinamento ad una realt eterogenea, e a diversiinteressi pratici o speculativi; da qui che nascano differenti modi per ri-spondere a tali domande. La profondit della percezione di un problema edella formulazione di una domanda dipende, in gran parte, dalla propriacapacit di meraviglia e dal livello nel quale ciascuno si colloca. Ecco al-cuni livelli:

    - Edonismo pratico: si ricerca uno stile di vita piacevole, light, sen-za grandi complicazioni; non raggiunge altro che la mal definitafilosofia del carpe diem.

    - Edonismo semirazionale: una giustificazione intellettualedelledonismo pratico per mezzo di risposte semplici e immediatea quegli interrogativi che, se presi sul serio, potrebbero creare in-quietudine a chi vuole vivere una vita superficiale6.

    - La reazione naturale di ciascuno di fronte alle esperienze vis-sute; il dolore, linsuccesso o la contrariet possono dar forma adun sistema o ad uno stile di vita: ribellione, scetticismo, cini-smo

    - Lo stupore filosofico: la meraviglia, la sorpresa e lo stupore difronte alla vita, lesistenza e i suoi misteri che principio della fi-losofia provocano domande di questo tipo: cos il mondo? chisono io? che facciamo, noi uomini, in questo mondo? perch ac-cadono queste cose? Che senso ha tutto ci? Queste importanti efondamentali domande non sono proprie soltanto dei grandi filo-sofi o di una minoranza diniziati gnostici, ma patrimonio e inte-resse di tutta lumanit: Un semplice sguardo alla storia antica,daltronde, mostra con chiarezza come in diverse parti della terra,segnate da culture differenti, sorgano nello stesso tempo le do-

    mande di fondo che caratterizzano il percorso dellesistenza uma-na: chi sono? da dove vengo e dove vado? perch la presenza delmale? cosa ci sar dopo questa vita? [] Sono domande che han-no la loro comune scaturigine nella richiesta di senso che da sem-

    6 Cf. EPICURO,Lettera a Meneceo: Il pi rabbrividente dei mali, la morte, nulla per noi,

    perch, quando noi siamo, la morte non presente, e quando presente la morte, allora noinon siamo. Nulla dunque la morte per i vivi, nulla per i morti perch negli uni essa non ,

    gli altri non sono pi (in DIOGENE

    LAERZIO

    , Vite dei filosofi, Laterza Editori, Roma-Bari1991, p. 441).

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    pre urge nel cuore delluomo: dalla risposta a tali domande, infat-ti, dipende lorientamento da imprimere allesistenza (FR n. 1).

    - La ricerca di risposte gi una risposta. La filosofia la ricercadi risposte ultime: la ricerca di un principiante che ha, s,unidea di ci che ricerca, ma che spera di trovare unulteriorespiegazione; la ricerca dellamico del sapere (filosofo appun-to) che sperimenta tutte le vie, analizza e discute tutte le opinioni

    per trovare quella vera, e che disposto ad abbandonare le picco-le e fugaci certezze iniziali, non per trovare unulteriore opinionetransitoria, ma la verit; una verit universale e necessaria, valida

    per lui e per tutti, ora e sempre, che sia spiegativa, non una sem-plice ipotesi, un fondamento di ogni verit e certezza7.

    Diversi tipi di conoscenza. Dai diversi modi di avvicinarsi alla realt erispondere al suo appello derivano diversi livelli di conoscenza8, uno deiquali proprio la filosofia9.

    a) Conoscenza prescientifica spontanea o ingenua (nave): si d nelcontatto esistenziale ingenuo con un oggetto, nel nostro approccio quoti-diano alla realt, normale, non problematico, sempre prevedibile; pu es-sere di diversi tipi:

    - inconsapevole: percezione casuale di pi oggetti che non sono alcentro della mia attenzione, perch attento ad altri interessi parti-colari; non sono tematici n gli oggetti percepiti, n la conoscenzadi questi oggetti. Esempio: cose attorno a me mentre leggo un li-

    bro;

    - consapevole: quando qualcosa diventa oggetto della mia conside-razione posso impadronirmi intellettivamente di dati che appar-tengono a questo oggetto: accoglienza ingenua dellesistenza di

    7 Ci che vero, deve essere vero per tutti e per sempre. Oltre a questa universalit,

    tuttavia, luomo cerca un assoluto che sia capace di dare risposta e senso a tutta la sua ricerca:

    qualcosa di ultimo, che si ponga come fondamento di ogni cosa. In altre parole, egli cerca unaspiegazione definitiva, un valore supremo, oltre il quale non vi siano n vi possano essereinterrogativi o rimandi ulteriori. Le ipotesi possono affascinare, ma non soddisfano. Viene pertutti il momento in cui, lo si ammetta o no, si ha bisogno di ancorare la propria esistenza aduna verit riconosciuta come definitiva, che dia certezza non pi sottoposta al dubbio (FR n.27).

    8 Cf. D. VON HILDEBRAND, Che cos la filosofia, Bompiani, Milano 2001, cap. III Lanatura della conoscenza filosofica rispetto alla conoscenza prescientifica.

    9 Molteplici sono le risorse che luomo possiede per promuovere il progresso nellaconoscenza della verit, cos da rendere la propria esistenza sempre pi umana. Tra questeemerge la filosofia, che contribuisce direttamente a porre la domanda circa il senso della vita

    e ad abbozzarne la risposta: essa, pertanto, si configura come uno dei compiti pi nobilidellumanit (FR n. 3).

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    un oggetto insieme alla sua natura; tematicit tacita delloggetto edella conoscenza. Esempio: il bambino che vede per la prima vol-ta un panorama;

    - pragmatica: loggetto preso in considerazione perch un beneche mi interessa al fine di soddisfare un desiderio o raggiungereun fine; la temacit delloggetto secondaria perch subordinataal fine pratico. Esempio: il cuoco vede che lacqua sta bollen-do;

    - pratica non pragmatica: quando colgo un fatto dotato di un valoreo antivalore importante che suggerisce unazione immediata da

    parte mia; la tematicit delloggetto piena e drammatica, noncos quella della conoscenza delloggetto. Esempio: vedo un uo-mo che sta annegando;

    - estetica o contemplativa: rivolta a oggetti dellesperienza che su-scitano la mia approvazione perch rivelano una bellezza degnadi essere contemplata e ammirata. Esempio: guardo dal finestrinodi un treno per il semplice piacere di guardare;

    - esperienze filosofiche: in alcuni momenti della vita lessenza diqualcosa di importante si manifesta con grande chiarezza: sono imomenti filosofici della vita. La tematicit delloggetto e dellaconoscenza acritica e non sistematica. Esempio: cogliere

    lessenza della caducit della vita o del valore etico della veridici-t; il contatto prefilosofico con lessere da parte di autentici filo-sofi.

    A differenza di questi tipi di conoscenza, la conoscenza filosofica esplicitamente tematica delloggetto e della conoscenza, critica e siste-matica, rivolta a ci che generale e fondamentale, ed interessata adogni oggetto senza restrizioni pragmatiche.

    b) Conoscenza prescientifica teorica: a partire dai dati della cono-

    scenza spontanea-ingenua e delle esperienze accumulate, si fannno gene-ralizzazioni teoriche: i proverbi, brevi massime, saggezza popolareConstata avvenimenti e fatti, constata anche la regolarit con la quale al-cuni fenomeni, come le maree e le stagioni, si presentano; ma non giungead offrire una spiegazione n a dare forma concreta ad un sistema criticoe serio, ad un sistema propriamente scientifico. La conoscenza pre-scientifica pu essere definita, con termini aristotelici, esperienza10. Si pudistinguere fra:

    10 Cf. ARISTOTELE,Metafisica, I, 1, 980b29, 981a28, 981b7-9.

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    - organica: mantiene il contatto con le cose stesse come fa la cono-scenza ingenua; acritica in quanto non riesce a verificare la ge-neralizzazione teoretica;

    - inorganica: conoscenza extrascientifica ed extrafilosofica: la teo-ria ha perso contatto organico con la conoscenza ingenua e diconseguenza attinge da fonti completamente diverse da quelle u-sate nel contatto ingenuo. Questa conoscenza prescientifica teo-retica inorganica la patria di ogni forma di dilettantismo, di tuttele proposizioni apparentemente evidenti in s, di tutte le scorcia-toie per la conoscenza, di ogni misera teorizzazione razionalisti-ca11. Questa conoscenza acritica, inoltre, per linfondatezzadegli assiomi (proposizioni generali autoevidenti) assunti: infon-dati perch avulsi dal proprio contesto e non autoevidenti.

    A differenza di questi tipi di conoscenza, in quella filosofica ci deveessere sempre una consapevolezza metodica; ci vuol dire che le questio-ni del grado di datit ed evidenza di uno stato di fatto e del rigore dellaconclusione devono essere poste esplicitamente. A differenza della cono-scenza teoretica inorganica, la filosofia non elimina il contatto ingenuocon loggetto; al contrario, lo approfondisce e lo purifica.

    c) Conoscenza scientifica teorica: con mezzi e metodi esatti e definiti,la conoscenza scientifica si avvicina al suo oggetto con il fine di collocar-

    lo in un sapere sistematico universale e necessario. La scienza secondo ilsignificato aristotelico conoscenza certa di qualcosa, per le sue cause, econoscenza di quelle propriet che gli appartengono in modo necessarioe universale; la conoscenza scientifica, in senso aristotelico, raggiun-ta attraverso la dimostrazione; conoscenza mediata, e per ci non c

    propriamente scienza delle verit evidenti ed immediate su cui si basala scienza12. Attualmente si attribuiscono alla conoscenza scientifica que-ste caratteristiche: razionale, metodica, oggettiva, verificabile e sistemati-ca, espressa in leggi e teorie, comunicabile e soggetta alla critica e

    alleliminazione degli errori13

    .d) Conoscenza filosofica: ha carattere scientifico e, come scienza,

    razionale, rigorosa, sistematica, metodica e critica14; procede dal contatto

    11 D. VON HILDEBRAND, Che cos la filosofia, p. 157.12 Cf. ARISTOTELE,Analitici secondi, I, c. 2.13 Cf. J.L. LPEZ CANO,Mtodo e hiptesis cientficos, Trillas, Mxico 1978, pp. 18-23.14 La capacit speculativa, che propria dellintelletto umano, porta ad elaborare,

    mediante lattivit filosofica, una forma di pensiero rigoroso e a costruire cos, con la

    coerenza logica delle affermazioni e lorganicit dei contenuti, un sapere sistematico (FR n.4).

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    pieno, purificato e non pragmatico, con loggetto. In quanto sapienza lafilosofia si distingue dalle scienze che si occupano di aspetti parziali dellarealt. La filosofia la scienza umana pi universale e radicale. Nella suaorigine greca, la scienza (episteme) includeva sia la filosofia che le scien-

    ze. Lepisteme si distingueva dalla conoscenza volgare, perchquestultima non aveva un fondamento rigoroso. Nellet moderna la co-noscenza scientifica si specializza e si suddivide in scienze particolari. InGrecia la filosofia non era una raccolta enciclopedica di conoscenze o dinozioni di scienze parziali; era piuttosto una conoscenza universale cheintegrava tutte le altre scienze. Oggi le scienze particolari godono diunautonomia propria nel loro ordine, si presentano come a-filosofiche, ealloccasione si trovano in una fondamentale e costitutiva tensione e op-

    posizione alla filosofia15. Oggi nella stessa filosofia c il rischio della

    frammentazione, un pericolo non facilmente evitabile della progressivaspecializzazione.

    Nella sua episteme (scienza-filosofia) Aristotele distingue una filoso-fia prima, pi tardi chiamata Metafisica. Si dice prima perch cercale cause prime di tutte le cose. Queste cause prime (nellessere) leconosciamo alla fine della ricerca delle cause, e in questo senso sono an-che chiamate cause ultime (nel conoscere). La metafisica la scienzadi tutte le cose per le sue cause ultime, ed per questo la chiave di voltadelledificio filosofico. Una conoscenza che perdesse di vista questoriz-

    zonte ultimo e metafisico, non sar filosofica. La filosofia , nel suosignificato pi rigoroso e profondo, ontologia16, studio dellente lentepu essere descritto provvisoriamente come ci che esiste , di ogniente e della totalit degli enti, dellente in quanto ente e del fondamentodellente. Qualsiasi parte della filosofia ha uno stretto legame con lametafisica, perch occupandosi di determinati tipi di ente, non perde divista il fatto che sono enti e che le loro forme di essere-speciali sonoforme di essere.

    Le scienze particolari cercano, come la metafisica, di arrivare alla co-

    noscenza della realt; si limitano, per, alla determinazione delle causeimmediate allinterno di un settore specifico (oggetto), mentre la metafi-sica ricerca le cause ultime di tutta la realt.

    Coloro che negano alla filosofia il suo status di scienza solitamenteassumono un concetto moderno e restrittivo di scienza: quella conoscenzasperimentale che pu essere sottoposta a verifica empirica. La metafisica

    15 Cf. A. MILLN-PUELLES,Fundamentos de filosofia, Rialp, Madrid 200013, p. 49.16

    Cf. A. MILLN

    -PUELLES

    ,Lxico filosfico, Rialp, Madrid 1984, p. 134; A. MOLINARO

    ,Metafisica, San Paolo, Milano 1994, p. 7. Non far distinzione tra ontologia e metafisica.

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    , in senso aristotelico, scienza e fondamento delle scienze: come ogniscienza una conoscenza universale, necessaria e fondata, ma a differen-za delle altre massimamente universale, autofondata perch tratta ilfondamento ultimo della realt e della conoscenza; offre infatti una base e

    giustifica i principi primi della conoscenza, che tutte le altre scienze par-ticolari usano e necessitano per il loro sviluppo17.

    In sintesi: Spinto dal desiderio di scoprire la verit ultimadellesistenza, luomo cerca di acquisire quelle conoscenze universali chegli consentono di comprendersi meglio e di progredire nella realizzazionedi s. Le conoscenze fondamentali scaturiscono dalla meraviglia suscitatain lui dalla contemplazione del creato: lessere umano colto dallo stupo-re nello scoprirsi inserito nel mondo, in relazione con altri suoi simili deiquali condivide il destino. Parte di qui il cammino che lo porter poi alla

    scoperta di orizzonti di conoscenza sempre nuovi. Senza meraviglialuomo cadrebbe nella ripetitivit e, poco alla volta, diventerebbe incapa-ce di unesistenza veramente personale (FR n. 4).

    1.2. Metafisica umana

    Luomo un animale metafisico, dice Heidegger, perch la metafisicaappartiene alla natura delluomo. Per indagare sulle diverse relazioni cheintercorrono tra la metafisica e la natura umana, assai utile analizzarequattro espressioni,prima facie, paradossali.

    1.2.1. Metafisica prefilosofica

    Metafisica prefilosofica pu sembrare unespressione contradditto-ria, ma svolge unutile funzione: concentra lattenzione sul fatto che leverit metafisiche non si limitano alle sole dottrine, talvolta effimere,dei filosofi di professione. Ogni uomo, come gi ho detto, in certo qualmodo un filosofo e possiede proprie concezioni filosofiche con le quali

    orienta la sua vita. In un modo o in un altro, egli si forma una visioneglobale e una risposta sul senso della propria esistenza: in tale luce egliinterpreta la propria vicenda personale e regola il suo comportamento(FR n. 30).

    Luomo si trova nel mondo; non posto como una cosa; eglistesso si pone e propone come uomo aperto, per mezzo della sua intelli-genza, alla conoscenza di se stesso e di ogni cosa. Lo ricerchi o meno,luomo ha bisogno di avere una visione globale della realt e di se stesso,

    17 Cf. ARISTOTELE,Metafisica, IV, c. 3.

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    una visione sinottica o panoramica di tutte le realt, nella quale sia inclu-so ogni oggetto che rientra in questo colpo docchio intellettuale; per ave-re una visione globale non necessario rivisitare previamente ognunodegli oggetti. Lintelligenza umana schematizza questa visione sinottica

    nel concetto di realt. Qualsiasi uomo usa, con consapevolezza, la no-zione di realt per rappresentarsi globalmente, in un unico pensiero, ilcomplesso delle realt, entit o esseri; la pi universale di tutte le no-zioni di cui abbiamo conoscenza, quella che necessariamente implicitain tutte le nostre conoscenze.

    Tutte le riflessioni filosofiche presuppongono questa nozione prefilo-sofica. Linterpretazione prefilosofica della realt una condizione indi-spensabile per fare filosofia e coincide con questultima per lampiezzaillimitata del suo oggetto e per la radicalit del suo significato, senza che

    ci implichi che sia giusta. La sua esattezza o il suo errore possono esserevalutati con la riflessione e precisamente con una riflessione che filoso-fica, se si fa in modo critico e rispettando lampiezza e profondit con laquale questa previa interpretazione viene esercitata18.

    1.2.2. Filosofia implicita

    Sebbene nellesercizio filosofico e nella storia della filosofia si possa-no rinvenire realizzazioni molto diverse, possibile riconoscere, nono-

    stante il mutare dei tempi e i progressi del sapere, un nucleo di conoscen-ze filosofiche la cui presenza costante nella storia del pensiero. Si pensi,solo come esempio, ai principi di non contraddizione, di finalit, di cau-salit, come pure alla concezione della persona come soggetto libero eintelligente e alla sua capacit di conoscere Dio, la verit, il bene; si pensiinoltre ad alcune norme morali fondamentali che risultano comunementecondivise. Questi e altri temi indicano che, a prescindere dalle correnti di

    pensiero, esiste un insieme di conoscenze in cui possibile ravvisare unasorta di patrimonio spirituale dellumanit. E come se ci trovassimo di-nanzi a unafilosofia implicita per cui ciascuno sente di possedere questi

    principi, anche se in forma generica e non riflessa. Queste conoscenze,proprio perch condivise in qualche misura da tutti, dovrebbero costituirecome un punto di riferimento delle diverse scuole filosofiche. Quando laragione riesce a intuire e a formulare i principi primi e universalidellessere e a far correttamente scaturire da questi conclusioni coerentidi ordine logico e deontologico, allora pu dirsi una ragione retta o, comela chiamavano gli antichi, orths logos, recta ratio (FR n. 4).

    18 Cf. A. MILLN-PUELLES,Lxico filosfico, pp. 316-317.

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    1.2.3. Filosofia religiosa

    Filosofia religiosa esprime in forma paradossale una dimensionepropria della natura delluomo, una verit di cui la Chiesa ha sempre fat-

    to tesoro: nel pi profondo del cuore delluomo seminato il desiderio ela nostalgia di Dio (FR n. 24). Questo desiderio naturale non pu esserevano19; responsabilit delluomo percorrere il cammino che porta allasua soddisfazione.

    Questo cammino prende il via dalla capacit della ragione di innal-zarsi al di sopra del contingente per spaziare verso linfinito. In differentimodi e in diversi tempi luomo ha dimostrato di saper dare voce a questosuo intimo desiderio. La letteratura, la musica, la pittura, la scultura,larchitettura ed ogni altro prodotto della sua intelligenza creatrice sono

    diventati canali attraverso cui esprimere lansia della sua ricerca. La filo-sofia in modo peculiare ha raccolto in s questo movimento ed ha espres-so, con i suoi mezzi e secondo le modalit scientifiche sue proprie, questouniversale desiderio delluomo (FR n. 24). In parte, per questo elevarsiverso Dio, necessario, semplice, infinito, la metafisica fu chiamata da A-ristotele scienza divina20. La dimensione religiosa della filosofia portaa compimento la ricerca sapienziale del senso della vita e la ricerca spe-culativa di una giustificazione razionale del mondo e dellesperienza.Latto religioso il culmine dellagire umano, lespressione pi alta delladignit della persona.

    Una filosofia priva della domanda sul senso dellesistenza incorre-rebbe nel grave pericolo di degradare la ragione a funzioni soltantostrumentali, senza alcuna autentica passione per la ricerca della verit[] La parola di Dio rivela il fine ultimo delluomo e d un sensoglobale al suo agire nel mondo. E per questo che essa invita la filoso-fia ad impegnarsi nella ricerca del fondamento naturale di questo sen-so, che la religiosit costitutiva di ogni persona. Una filosofia chevolesse negare la possibilit di un senso ultimo e globale sarebbe nonsoltanto inadeguata, ma erronea (FR n. 81).

    1.2.4. Metafisica di persone

    Luomo, animal metaphysicum, persona. Colui che fa filosofia, lapersona, , per la sua povert e per la sua ricchezza, un essere sociale. Acausa dei suoi limiti, deve fidarsi delle conoscenze gi acquisite ed e-splicitate da altre persone. Ha bisogno di aver fiducia negli altri sia per-

    19 Cf. CG III, c. 44 n. 2;In I Ethic., lc. 2 n. 3;In I Metaph., lc. 1 n. 4.20 ARISTOTELE,Metafisica, I, 2, 983a 6-11.

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    ch non pu raggiungere da solo la sua perfezione21, sia ai fini dello svi-luppo di quella capacit di comunicazione, grazie alla quale luomo pudonarsi e aiutare gli altri a perfezionarsi22.

    Nella ricerca della verit non importa tanto il fatto della comunicazio-ne delle opinioni per quanto personali esse siano ma la conoscenzadella verit stessa23, un fine, questo, al quale si affianca il preziosissimoaiuto che possiamo ricevere dagli altri. Poich il pensiero umano ha i suoilimiti, la voce di diversi autori permette di scoprire aspetti complementaridi una questione gi esaminata, i possibili spiragli per la sua soluzione e

    profondit inizialmente insospettate24. Inoltre si pu imparare dagli erroridegli altri25.

    Esiste tuttavia una ragione pi profonda per sviluppare una metafisi-ca comunicativa. Luomo non vive solo di idee; la perfezionedelluomo, infatti, non sta nella sola acquisizione della conoscenza astrat-ta della verit, ma consiste anche in un rapporto vivo di donazione e difedelt verso laltro. In questa fedelt che sa donarsi, luomo trova pienacertezza e sicurezza (FR n. 32). Le autentiche relazioni sociali tra perso-ne si possono basare soltanto sulla fiducia. Luomo, essere che cerca laverit, dunque anche colui che vive di fede (FR n. 31). Nella sua ricer-ca di una verit assoluta ed universale, luomo aspira anche allincontrocon la persona assolutamente fedele e degna di assoluta fiducia. Il suocammino filosofico culminer nellapertura a tale Persona. A

    questuomo, che va in cerca di una verit assoluta ed disposto ad averfiducia nella persona che gli dia garanzie di fedelt, si fa incontro la rive-lazione personale di Dio, in Cristo26. Questa conoscenza si pu raggiun-

    21 Cf. CG III, c. 129 n. 5, In I Ethic., lc. 1 n. 4,De Regimine principum, c. 1.22 Cf. CG III, c. 147 n. 2; In I Periherm., lc. 2 n. 2.23 Cf.In I Ethic., lc. 6 n. 5. Non si deve, inoltre, dimenticare che lapporto peculiare del

    pensiero filosofico permette di discernere, sia nelle diverse concezioni di vita che nelleculture, non che cosa gli uomini pensino, ma quale sia la verit oggettiva (San TommasodAquino,De Coelo, 1, 22). Non le varie opinioni umane, ma solamente la verit pu essere

    di aiuto alla teologia (FR n. 69).24 Cf.In II Metaph., lc.1 n. 4. La dialettica in senso aristotelico consiste propriamente nel

    dare inizio alla riflessione filosofica su un argomento analizzando le opinioni comuni e leopinioni degli esperti. Hoc solum est de intentione dialectici, ut procedat ex his, quae suntmaxime opinabilia, et haec sunt ea, quae videntur vel pluribus, vel maxime sapientibus (In IPost. Anal., lc. 31 n. 4). Dialecticam [] procedit ex probabilibus quae sunt secundumopinionem omnium vel plurium sapientum (De Fallaciis c. 3; questo opuscolo diautenticit dubbiosa).

    25 Cf.In I Metaph., lc. 1 n. 4.26 La fede cristiana gli viene incontro offrendogli la possibilit concreta di vedere

    realizzato lo scopo di questa ricerca. Superando lo stadio della semplice credenza, infatti, essa

    immette luomo in quellordine di grazia che gli consente di partecipare al mistero di Cristo,nel quale gli offerta la conoscenza vera e coerente del Dio Uno e Trino. Cos in Ges Cristo,

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    gere soltanto attraverso la rivelazione, attraverso la fede, ma una voltaraggiunta, illuminer quei momenti del cammino filosofico dovelintelligenza con difficolt riusciva a malapena a ravvisare lesistenza diuna Causa Ultima esplicativa dei fenomeni, e dove solo debolmente

    percepiva un ammirabile mistero, inaccessibile alle sue facolt raziona-li27. Contrario alla fiducia il sospetto, che non degno delluomo28.

    Sebbene la Chiesa non proponga una filosofia propria n canonizziuna qualsiasi filosofia particolare a scapito di altre (FR n. 49), giustifi-cata la stima del Magistero per la filosofia di san Tommaso (cf. FR nn.43-44), e implicitamente di Aristotele. Questi sono due esponenti di unafilosofia che, anzitutto, riflette in forma rigorosa su questo patrimoniodellumanit presente nellafilosofia implicita; in secondo luogo, capacedi dialogare e fondare il realismo delle scienze, bench trascenda la mera

    dimensione fisica; offre un quadro di riferimento capace di integrare icontributi della filosofia moderna e contemporanea; infine, in grado dioffrire una risposta alla dimensione religiosa naturale delluomo e di di-sporre allatto di fede sovrannaturale.In sintesi:

    Luomo, per natura, ricerca la verit. Questa ricerca non destinata soloalla conquista di verit parziali, fattuali o scientifiche; egli non cerca sol-tanto il vero bene per ognuna delle sue decisioni. La sua ricerca tendeverso una verit ulteriore che sia in grado di spiegare il senso della vita;

    perci una ricerca che non pu trovare esito se non nellassoluto29

    . Grazieche la Verit, la fede riconosce lultimo appello che viene rivolto allumanit, perch possadare compimento a ci che sperimenta come desiderio e nostalgia (FR n. 33).

    27 Questa conoscenza diretta dellEssere totale non pu provenire che dallo stesso Esseretotale. Ed soltanto quando lEssere totale, per una sua iniziativa benevola, si manifesta inPersona svelando orizzonti inaspettati alla intelligenza, nella profondit del mistero, soltanto allora che la conoscenza dellessere, abbozzata nella ontologia, raggiunge la propriaperfezione: una visione penetrante e unificante che afferra tutti gli esistenti nel pi intimo dise stessi, contemplandoli tutti insieme nella loro sorgente e nel loro esemplare, nella Ideaconcreta dellEssere che , nellorizzonte della pura ragione, lessenza divina e, piprecisamente, nellorizzonte della fede, il Verbo di Dio (J. DE FINANCE, Conoscenzadellessere,paragrafo ultimo).

    28 P. Ricoeur in De lInterpretation: Essai sur Freud (Seuil, Paris 1965) parla dei tremaestri del sospetto: Marx, Nietzsche, Freud.

    29 E questa unargomentazione che perseguo da molto tempo e che ho espresso in diverseoccasioni. Che luomo e a che pu servire? Qual il suo bene e qual il suo male? (Sir 18,7) []. Queste domande sono nel cuore di ogni uomo, come ben dimostra il genio poetico diogni tempo e di ogni popolo, che, quasi profezia dellumanit, ripropone continuamente ladomanda seria che rende luomo veramente tale. Esse esprimono lurgenza di trovare unperch allesistenza, ad ogni suo istante, alle sue tappe salienti e decisive cos come ai suoimomenti pi comuni. In tali questioni testimoniata la ragionevolezza profonda dellesistere

    umano, poich lintelligenza e la volont delluomo vi sono sollecitate a cercare liberamentela soluzione capace di offrire un senso pieno alla vita. Questi interrogativi, pertanto,

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    alle capacit insite nel pensiero, luomo in grado di incontrare e ricono-scere una simile verit. In quanto vitale ed essenziale per la sua esistenza,tale verit viene raggiunta non solo per via razionale, ma anche mediantelabbandono fiducioso ad altre persone, che possono garantire la certezza

    e lautenticit della verit stessa. La capacit e la scelta di affidare se stes-si e la propria vita a unaltra persona costituiscono certamente uno degliatti antropologicamente pi significativi ed espressivi. Non si dimentichiche anche la ragione ha bisogno di essere sostenuta nella sua ricerca da undialogo fiducioso e da unamicizia sincera. Il clima di sospetto e di diffi-denza, che a volte circonda la ricerca speculativa, dimenticalinsegnamento dei filosofi antichi, i quali ponevano lamicizia come unodei contesti pi adeguati per il retto filosofare. Da quanto ho fin qui detto,risulta che luomo si trova in un cammino di ricerca, umanamente inter-

    minabile: ricerca di verit e ricerca di una persona a cui affidarsi (FR n. 33).

    1.3. Fides et Ratio e Metafisica

    Dio studiato dalla filosofia e dalla teologia. Nella metafisica, Diooccupa un posto ben preciso: studiato come causa di tutti gli enti.Laffermazione della sua esistenza il culmine metafisico, poich qual-siasi scienza raggiunge il suo fine quando in grado di spiegare il suooggetto per le sue cause; e soltanto Dio la causa dellente in quantoente. Nellorganizzazione degli studi filosofici si soliti assegnare ad unadisciplina specifica, la teologia naturale o filosofica, il compito di appro-fondire la conoscenza razionale che possiamo avere della natura di Dio inquanto possiamo conoscerla come causa dellente in quanto ente.

    Il compito della metafisica non provare lesistenza di Dio, per in-teresse apologetico. di sua competenza dare la spiegazione razionaleultima della realt e fornire una risposta alla domanda ontologica fonda-mentale, perch lente e non invece il nulla?30. Nello svolgimento diquesto compito la metafisica viene a trovarsi razionalmente obbligata

    costituiscono lespressione pi alta della natura delluomo: di conseguenza la risposta ad essemisura la profondit del suo impegno con la propria esistenza. In particolare, quando il perchdelle cose viene indagato con integralit alla ricerca della risposta ultima e pi esauriente,allora la ragione umana tocca il suo vertice e si apre alla religiosit. In effetti, la religiositrappresenta lespressione pi elevata della persona umana, perch il culmine della suanatura razionale. Essa sgorga dallaspirazione profonda delluomo alla verit ed alla basedella ricerca libera e personale che egli compie del divino: Udienza generale del 19 ottobre1983, 1-2: Insegnamenti VI, 2 (1983), 814-815 (nota aFR n. 33).

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    La domanda metafisica radicale nellaFides et Ratio ha questa formulazione: Perch vi qualcosa? (FR n. 76).

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    ad affermare lesistenza dellIncondizionato, lAssoluto, Dio, come ori-gine di tutti gli enti.

    Dio altres oggetto di fede soprannaturale. Alle relazioni tra fede eragione, tra filosofia e teologia, dedicata lenciclica di Giovanni PaoloII,Fides et Ratio (1998); in essa ci sono alcune considerazioni di partico-lare interesse per comprendere la natura della metafisica e la sua ubica-zione nel curriculum di studi insieme alla teologia.

    1.3.1. Armonia tra fede e ragione

    Lenciclica si apre con laffermazione della necessit che luomo hadella fede e della ragione per raggiungere il suo fine: La fede e la ragio-ne sono come le due ali con le quali lo spirito umano sinnalza verso lacontemplazione della verit. Dio ad aver posto nel cuore delluomo ildesiderio di conoscere la verit e, in definitiva, di conoscere Lui perch,conoscendolo e amandolo, possa giungere anche alla piena verit su sestesso (FR, inizio).

    Il fine ultimo delluomo oggetto di studio sia da parte della filosofiasia della teologia. Entrambe sono, in questo senso, saperi sapienziali (cf.FR n. 15). Tra la fede e la ragione esiste una armonia fondamentale:la fede chiede che il suo oggetto venga compreso con laiuto della ra-gione; la ragione, al culmine della sua ricerca, ammette come necessarioci che la fede presenta (FR n. 42).

    Fede e ragione sono distinte ma non devono essere separate. Come lagrazia suppone la natura e la porta a compimento (Cum enim gratia nontollat naturam sed perficiat: ST I, q. 1 a. 8 ad 2) cos la fede suppone e

    perfeziona la ragione. Pur sottolineando con forza il carattere sopranna-turale della fede, il Dottore Angelico non ha dimenticato il valore dellasua ragionevolezza; ha saputo, anzi, scendere in profondit e precisare ilsenso di tale ragionevolezza. La fede, infatti, in qualche modo eserci-zio del pensiero; la ragione delluomo non si annulla n si avviliscedando lassenso ai contenuti di fede; questi sono in ogni caso raggiunti

    con scelta libera e consapevole (FR n. 43). Agostino diceva che nessunocrede qualcosa se prima non ha pensato di doverlo credere; che crederenon altro che pensare assentendo, che la fede se non oggetto di pen-siero non fede31.

    31 Necesse est tamen ut omnia quae creduntur, praeveniente cogitatione credantur [].

    Quamquam et ipsum credere, nihil aliud est, quam cum assensione cogitare [] cogitat omnisqui credit, et credendo cogitat, et cogitando credit [] fides si non cogitetur nulla est

    (SANT

    AGOSTINO

    , De praedestinatione sanctorum, 2,5: PL 44, 963; edizione bilingue inOpere di santAgostino, vol. XX. Citt Nuova Editrice, Roma 1987, pp. 228-229).

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    La separazione o ancor peggio il contrasto tra fede e ragione pregiudi-cano entrambe. illusorio pensare che la fede, dinanzi a una ragionedebole, abbia maggior incisivit; essa, al contrario, cade nel grave perico-lo di essere ridotta a mito o superstizione. Alla stessa stregua, una ragione

    che non abbia dinanzi una fede adulta non provocata a puntare losguardo sulla novit e radicalit dellessere. Non sembri fuori luogo, per-tanto, il mio richiamo forte e incisivo, perch la fede e la filosofia recupe-rino lunit profonda che le rende capaci di essere coerenti con la loro na-tura nel rispetto della reciproca autonomia. Alla parresia della fede devecorrispondere laudacia della ragione (FR n. 48).

    Larmonia e il reciproco ausilio non snaturano la filosofia n la teolo-gia. La filosofia, anche quando entra in rapporto con la teologia, deve

    procedere con autonomia secondo la sua natura, secondo i suoi metodi e

    le sue regole; non vi sarebbe altrimenti garanzia che essa rimanga orien-tata verso la verit e ad essa tenda con un processo razionalmentecontrollabile. Di poco aiuto sarebbe una filosofia che non procedesse allaluce della ragione secondo propri principi e specifiche metodologie. Infondo, la radice della autonomia di cui gode la filosofia da individuarenel fatto che la ragione per sua natura orientata alla verit ed inoltre inse stessa fornita dei mezzi necessari per raggiungerla. Una filosofiaconsapevole di questo suo statuto costitutivo non pu non rispettareanche le esigenze e le evidenze proprie della verit rivelata (FR n. 49).

    Nellambito dellattuale contesto culturale e filosofico che ha perso lafiducia nelle forze della ragione, sono la fede e la teologia a confortare osupportare la ragione invitandola ad un incisivo esercizio delle sue poten-zialit. la fede che provoca la ragione a uscire da ogni isolamento e arischiare volentieri per tutto ci che bello, buono e vero. La fede si facos avvocato convinto e convincente della ragione (FR n. 56). Come lateologia deve recuperare il suo genuino rapporto con la filosofia, cos lafilosofia, per il bene e il progresso del pensiero, recuperi la sua relazionecon la teologia (FR n. 101). A questa doppia relazione sono dedicati i

    seguenti paragrafi.1.3.2. Apporti filosofici alla teologia

    Lapporto della filosofia alla teologia cos necessario che se il teo-logo si rifiutasse di avvalersi della filosofia, rischierebbe di far filosofia asua insaputa e di rinchiudersi in strutture di pensiero poco adatteallintelligenza della fede (FR n. 77). La filosofia, quindi, necessariaalla teologia:

    a) Per la comprensione delle fonti della teologia: per una migliore

    comprensione della parola di Dio e del Magistero richiesto al teologo

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    non solo di esporre concetti e termini con i quali la Chiesa riflette ed ela-bora il suo insegnamento, ma anche di conoscere a fondo i sistemi filoso-fici che hanno eventualmente influito sia sulle nozioni che sulla termino-logia, per giungere a interpretazioni corrette e coerenti (FR n. 65). La

    parola di Dio non si indirizza ad un solo popolo o a una sola epoca. U-gualmente, gli enunciati dogmatici, pur risentendo a volte della culturadel periodo in cui vengono definiti, formulano una verit stabile e defini-tiva []. Lapplicazione di unermeneutica aperta allistanza metafisica,invece, in grado di mostrare come, dalle circostanze storiche e contin-genti in cui i testi sono maturati, si compia il passaggio alla verit da essiespressa, che va oltre questi condizionamenti. Con il suo linguaggio sto-rico e circoscritto, luomo pu esprimere verit che trascendono leventolinguistico. La verit, infatti, non pu mai essere limitata al tempo e alla

    cultura; si conosce nella storia, ma supera la storia stessa (FR n. 95).b)Per largomentazione speculativa: la filosofia necessaria affinch

    sia possibile argomentare nella teologia dogmatica mediante espressioniconcettuali, formulate in modo critico e universalmente comunicabile.Senza lapporto della filosofia, infatti, non si potrebbero illustrare conte-nuti teologici quali, ad esempio, il linguaggio su Dio, le relazioni perso-nali allinterno della Trinit, lazione creatrice di Dio nel mondo, il rap-

    porto tra Dio e luomo, lidentit di Cristo che vero Dio e vero uomo.[] La teologia dogmatica speculativa, pertanto, presuppone ed implica

    una filosofia delluomo, del mondo e, pi radicalmente, dellessere, fon-data sulla verit oggettiva (FR n. 66). Per quel che concerne il problemadella perenne validit del linguaggio concettuale usato nelle definizioniconciliari, si deve riconoscere che la storia del pensiero mostra che, at-traverso levoluzione e la variet delle culture certi concetti di base man-tengono il loro valore conoscitivo universale e perci la verit delle pro-

    posizioni che li esprimono. Se cos non fosse, la filosofia e le scienze nonpotrebbero comunicare tra loro n potrebbero essere recepite da culturediverse da quelle in cui sono state pensate ed elaborate (FR n 96).

    c)Per dare ragione della fede: la teologia fondamentale, per adempie-re la sua missione di dare ragione della fede, deve giustificare che esi-stono verit conoscibili naturalmente, e quindi filosoficamente. La loroconoscenza costituisce un presupposto necessario per accogliere la rive-lazione di Dio. [] Si pensi, ad esempio, alla conoscenza naturale diDio, alla possibilit di discernere la rivelazione divina da altri fenomeni oal riconoscimento della sua credibilit, allattitudine del linguaggio uma-no a parlare in modo significativo e vero anche di ci che eccede ogni e-sperienza umana. Da tutte queste verit, la mente condotta a riconoscere

    lesistenza di una via realmente propedeutica alla fede, che pu sfociare

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    nellaccoglienza della rivelazione, senza in nulla venire meno ai propriprincipi e alla propria autonomia (FR n. 67).

    d) Per elaborare la teologia morale: la teologia morale, come il cri-stiano, per poter applicare i principi generali della condotta cristiana quali gli insegnamenti e i precetti concreti del Vangelo alle circostanze

    particolari della vita individuale e sociale, deve essere in grado di impe-gnare a fondo la sua coscienza e la forza del suo ragionamento. Ci si-gnifica che la teologia morale deve ricorrere ad una visione filosoficacorretta sia della natura umana e della societ che dei principi generali diuna decisione etica (FR n. 68). Molti problemi presenti nel mondo con-temporaneo derivano da una crisi intorno alla verit. Persa lidea di unaverit universale sul bene, conoscibile dalla ragione umana, inevitabil-mente cambiata anche la concezione della coscienza: questa non pi

    considerata nella sua realt originaria, ossia un atto dellintelligenza dellapersona, cui spetta di applicare la conoscenza universale del bene in unadeterminata situazione e di esprimere cos un giudizio sulla condotta giu-sta da scegliere qui e ora; ci si orientati a concedere alla coscienzadellindividuo il privilegio di fissare, in modo autonomo, i criteri del benee del male e agire di conseguenza. Tale visione fa tuttuno con uneticaindividualistica, per la quale ciascuno si trova confrontato con la sua veri-t, differente dalla verit degli altri (Veritatis Splendor n. 32).

    Nellintera Enciclica ho sottolineato chiaramente il fondamentale ruolo

    spettante alla verit nel campo della morale. Questa verit, riguardo allamaggior parte dei problemi etici pi urgenti, richiede, da parte della teo-logia morale, unattenta riflessione che sappia mettere in evidenza le sueradici nella parola di Dio. Per poter adempiere a questa sua missione, lateologia morale deve far ricorso a unetica filosofica rivolta alla verit del

    bene; a unetica, dunque, n soggettivista n utilitarista. Letica richiestaimplica e presuppone unantropologia filosofica e una metafisica del bene(FR n. 98).

    1.3.3. Fede e filosofia: la filosofia cristiana

    La fede aiuta, a sua volta, la filosofia. Pi che unanalisi sulla possibi-lit di un supporto della fede alla filosofia, si tratta di costatare che, difatto, tale apporto si verificato in quella che stata chiamata filosofiacristiana, e tramite questa, in buona parte della filosofia.

    Con lespressione filosofia cristiana si intendono abbracciare tuttiquegli importanti sviluppi del pensiero filosofico che non si sarebbero re-alizzati senza lapporto, diretto o indiretto, della fede cristiana. Due sono,

    pertanto, gli aspetti della filosofia cristiana: uno soggettivo, che consiste

    nella purificazione della ragione da parte della fede. [] Vi poi

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    laspetto oggettivo, riguardante i contenuti: la Rivelazione propone chia-ramente alcune verit che, pur non essendo naturalmente inaccessibili al-la ragione, forse non sarebbero mai state da essa scoperte, se fosse stataabbandonata a s stessa32 [] Speculando su questi contenuti, i filosofi

    non sono diventati teologi, in quanto non hanno cercato di comprendere edi illustrare le verit della fede a partire dalla Rivelazione. Hanno conti-nuato a lavorare sul loro proprio terreno e con la propria metodologia pu-ramente razionale, allargando per la loro indagine a nuovi ambiti del ve-ro. Si pu dire che, senza questo influsso stimolante della parola di Dio,

    buona parte della filosofia moderna e contemporanea non esisterebbe(FR n. 76).

    Il Magistero ha elogiato a pi riprese i meriti di san Tommaso. Lui anzitutto un teologo; ma anche un esempio di filosofo cristiano; un au-

    tentico modello per quanti ricercano la verit. Nella sua riflessione, infat-ti, lesigenza della ragione e la forza della fede hanno trovato la sintesi

    pi alta che il pensiero abbia mai raggiunto, in quanto egli ha saputo di-fendere la radicale novit portata dalla Rivelazione senza mai umiliare ilcammino proprio della ragione (FR n. 78). Questa sintesi possibile

    perch teologi e filosofi hanno lunica autorit della verit (FR n. 79),e perch non ammissibile la dottrina della doppia verit, essendo incontrasto con il principio di non contraddizione (cf.FR 34).

    1.3.4. Attuali sfide per la filosofiaFides et ratio segnala alcuni tratti dellambiente filosofico e culturale

    odierno non favorevoli ad una filosofia rigorosa di portata metafisica.a) La filosofia relegata: nella cultura moderna, la filosofia corre il ri-

    schio di essere relegata ad un settore secondario del sapere: Da saggezzae sapere universale, essa si ridotta progressivamente a una delle tante

    32 Alcune di queste verit riportate dalla enciclica: questioni come il concetto di un Dio

    personale, libero e creatore, che tanto rilievo ha avuto per lo sviluppo del pensiero filosofico

    e, in particolare, per la filosofia dellessere. A questambito appartiene pure la realt delpeccato, cos comessa appare alla luce della fede, la quale aiuta a impostare filosoficamentein modo adeguato il problema del male. Anche la concezione della persona come esserespirituale una peculiare originalit della fede: lannuncio cristiano della dignit,delluguaglianza e della libert degli uomini ha certamente influito sulla riflessione filosoficache i moderni hanno condotto. Pi vicino a noi, si pu menzionare la scoperta dellimportanzache ha anche per la filosofia levento storico, centro della Rivelazione cristiana. Non a caso,esso diventato perno di una filosofia della storia, che si presenta come un nuovo capitolodella ricerca umana della verit. Tra gli elementi oggettivi della filosofia cristiana rientraanche la necessit di esplorare la razionalit di alcune verit espresse dalla Sacra Scrittura,come la possibilit di una vocazione soprannaturale delluomo ed anche lo stesso peccatooriginale. Sono compiti che provocano la ragione a riconoscere che vi del vero e del

    razionale ben oltre gli stretti confini entro i quali essa sarebbe portata a rinchiudersi. Questetematiche allargano di fatto lambito del razionale (FR n. 76).

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    province del sapere umano; per alcuni aspetti, anzi, stata limitata a unruolo del tutto marginale. Altre forme di razionalit si sono nel frattempoaffermate con sempre maggior rilievo, ponendo in evidenza la marginali-t del sapere filosofico. Invece che verso la contemplazione della verit e

    la ricerca del fine ultimo e del senso della vita, queste forme di razionali-t sono orientate o almeno orientabili come ragione strumentale alservizio di fini utilitaristici, di fruizione o di potere []. Sulla scia diqueste trasformazioni culturali, alcuni filosofi, abbandonando la ricercadella verit per se stessa, hanno assunto come loro unico scopo il rag-giungimento della certezza soggettiva o dellutilit pratica. Conseguenzadi ci stato loffuscamento della vera dignit della ragione, non pimessa nella condizione di conoscere il vero e di ricercare lassoluto (FRn. 47). Da pi parti si sentito parlare, a questo riguardo, di fine della

    metafisica: si vuole che la filosofia si accontenti di compiti pi modesti,quali la sola interpretazione del fattuale o la sola indagine su campi de-terminati del sapere umano o sulle sue strutture (FR n. 55).

    b)Disprezzo fideista della filosofia classica: una forma meno radicaledi rifiuto, che espressione di una sorta di fideismo attuale, consiste neldisprezzo per la filosofia classica, alle cui nozioni sia lintelligenza dellafede sia le stesse formulazioni dogmatiche hanno attinto i loro termini(FR n. 55). Questo disprezzo porta alloblio della tradizione filosofica eallabbandono delle terminologie tradizionali.

    c) Sfiducia di fronte alla intollerante metafisica: si avverte ancheuna diffusa diffidenza verso gli asserti globali e assoluti, soprattutto da

    parte di chi ritiene che la verit sia il risultato del consenso e nondelladeguamento dellintelletto alla realt oggettiva (FR n. 56). Alcunevolte si diffida di un raziocinio forte poich considerato indizio o fontedi intolleranza: Credere nella possibilit di conoscere una verit univer-salmente valida non minimamente fonte di intolleranza; al contrario, condizione necessaria per un sincero e autentico dialogo tra le persone.Solamente a questa condizione possibile superare le divisioni e percor-

    rere insieme il cammino verso la verit tutta intera (FR n. 92). Comeconseguenza della sfiducia nella ragione, gran parte della filosofia con-temporanea abbandona la ricerca metafisica sulle domande ultimedelluomo, per concentrare la propria attenzione su problemi particolarie regionali, talvolta anche puramente formali (FR n. 61).

    d) Giovanni Paolo II avverte del pericolo che si nasconde in alcunelinee di pensiero, oggi particolarmente diffuse (FR n. 86) non solo inambienti accademici ma anche nella societ e nella vita culturale:

    - leclettismo: unerrore di metodo: designa latteggiamento di

    chi, nella ricerca, nellinsegnamento e nellargomentazione, an-

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    particolare, vi si venuta affermando una concezione della de-mocrazia che non contempla il riferimento a fondamenti di ordineassiologico e perci immutabili: lammissibilit o meno di un de-terminato comportamento si decide sulla base del voto della

    maggioranza parlamentare (FR n. 89);- e, come sintesi di tutte, il nichilismo che insieme il rifiuto di

    ogni fondamento e la negazione di ogni verit oggettiva (n.90)33.

    1.3.5. Necessit di una metafisica oggi

    Quale filosofia sar in grado di rispondere alle esigenze della fede edella teologia, ai richiami e alle sfide del contesto culturale e filosoficoattuale ed alle aspettative profonde delluomo di sempre? Soltanto unafilosofia forte, di portata metafisica, un sapere autentico e vero, cio ri-volto non soltanto ad aspetti particolari e relativi siano essi funzionali,formali o utili del reale, ma alla sua verit totale e definitiva, ossiaallessere stesso delloggetto di conoscenza. [] Una filosofia radical-mente fenomenista o relativista risulterebbe inadeguata a recare questoaiuto nellapprofondimento della ricchezza contenuta nella parola di Dio.La Sacra Scrittura, infatti, presuppone sempre che luomo, anche se col-

    pevole di doppiezza e di menzogna, sia capace di conoscere e di afferrarela verit limpida e semplice. Nei Libri Sacri, e in particolare nel Nuovo

    Testamento, si trovano testi e affermazioni di portata propriamente onto-logica. [] La teologia, quando si applica a comprendere e spiegare que-ste affermazioni, ha bisogno pertanto dellapporto di una filosofia chenon rinneghi la possibilit di una conoscenza oggettivamente vera, perquanto sempre perfezionabile (FR n. 82). necessaria una filosofia di

    portata autenticamente metafisica, capace cio di trascendere i dati empi-rici per giungere, nella sua ricerca della verit, a qualcosa di assoluto, diultimo, di fondante [] Non intendo qui parlare della metafisica come diuna scuola specifica o di una particolare corrente storica. Desidero solo

    affermare che la realt e la verit trascendono il fattuale e lempirico, evoglio rivendicare la capacit che luomo possiede di conoscere questadimensione trascendente e metafisica in modo vero e certo, bench im-

    perfetto ed analogico (FR n. 83).Ci sono, due passaggi obbligatiper superare lodierna crisi culturale:

    33 Per approfondire largomento, cf. V. POSSENTI, Terza navigazione. Nichilismo e

    metafisica, Armando, Roma 1998; Il nihilismo teoretico e la morte della metafisica,

    Armando, Roma 1995; La filosofia dopo il nichilismo, Rubbettino Editori, Soveria Mannelli2001.

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    1 Passare dal fenomeno al fondamento: la metafisica non dipendetanto dal punto di partenza che si sceglie n dalle vie che si seguono per ilsuo svolgimento che possono essere molteplici, tante quante i fenomeniche suscitano lammirazione, che il principio della filosofia ma dal

    riuscire a fare il passaggio dal fenomeno alla causa, a percorrere le vie diricerca delle cause senza soffermarsi su risposte immediate che non sod-disfano il desiderio di sapere n la ricerca di una giustificazione ultima:

    Ovunque luomo scopre la presenza di un richiamo allassoluto e al tra-scendente, l gli si apre uno spiraglio verso la dimensione metafisica delreale: nella verit, nella bellezza, nei valori morali, nella persona altrui,nellessere stesso, in Dio. Una grande sfida che ci aspetta al termine diquesto millennio quella di saper compiere il passaggio, tanto necessario

    quanto urgente, dal fenomeno al fondamento. Non possibile fermarsi al-la sola esperienza; anche quando questa esprime e rende manifestalinteriorit delluomo e la sua spiritualit, necessario che la riflessionespeculativa raggiunga la sostanza spirituale e il fondamento che la sor-regge. Un pensiero filosofico che rifiutasse ogni apertura metafisica, per-tanto, sarebbe radicalmente inadeguato a svolgere una funzione mediatri-ce nella comprensione della Rivelazione. [] La metafisica, pertanto, si

    pone come mediazione privilegiata nella ricerca teologica. Una teologiapriva dellorizzonte metafisico non riuscirebbe ad approdare oltrelanalisi dellesperienza religiosa e non permetterebbe allintellectus fideidi esprimere con coerenza il valore universale e trascendente della veritrivelata (FR n. 83).

    Pur se le vie metafisiche possono essere molteplici e facoltative, ilpassaggio verso la causa-fondamento non una scelta facoltativa; ilcammino per superare lattuale crisi della filosofia e della cultura: Setanto insisto sulla componente metafisica, perch sono convinto chequesta la strada obbligata per superare la situazione di crisi che pervadeoggi grandi settori della filosofia e per correggere cos alcuni comporta-

    menti erronei diffusi nella nostra societ (FR n. 83).2 Passare dallinterpretazione alla verit: cio, dallinterpretazionedei significati linguistici alla domanda sulla verit delle affermazioni:Limportanza dellistanza metafisica diventa ancora pi evidente se siconsidera lo sviluppo che oggi hanno le scienze ermeneutiche e le diverseanalisi del linguaggio. I risultati a cui questi studi giungono possono esse-re molto utili per lintelligenza della fede, in quanto rendono manifesti lastruttura del nostro pensare e parlare e il senso racchiuso nel linguaggio.Vi sono cultori di tali scienze, per, che nelle loro indagini tendono adarrestarsi al come si comprende e come si dice la realt, prescindendo dalverificare le possibilit della ragione di scoprirne lessenza. Come non

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    vedere in tale atteggiamento una conferma della crisi di fiducia, che il no-stro tempo sta attraversando, circa le capacit della ragione? Quando poi,in forza di assunti aprioristici, queste tesi tendono ad offuscare i contenutidella fede o a negarne la validit universale, allora non solo umiliano la

    ragione, ma si pongono da se stesse fuori gioco. La fede, infatti, presup-pone con chiarezza che il linguaggio umano sia capace di esprimere inmodo universale anche se in termini analogici, ma non per questo menosignificativi la realt divina e trascendente. Se non fosse cos, la paroladi Dio, che sempre parola divina in linguaggio umano, non sarebbe ca-

    pace di esprimere nulla su Dio. Linterpretazione di questa Parola nonpu rimandarci soltanto da interpretazione a interpretazione, senza maiportarci ad attingere unaffermazione semplicemente vera; altrimenti nonvi sarebbe rivelazione di Dio, ma soltanto lespressione di concezioni

    umane su di Lui e su ci che presumibilmente Egli pensa di noi (FR n.84)34.

    C bisogno quindi, di una metafisica, unautentica filosofiadellessere che sappia ricuperare la sua dimensione analitica e sapienziale(cf.FR n. 83). Lenciclica, nella conclusione, chiede ai filosofi che ab-

    biano il coraggio di ricuperare, sulla scia di una tradizione filosofica pe-rennemente valida, le dimensioni di autentica saggezza e di verit, anchemetafisica, del pensiero filosofico. Si lascino interpellare dalle esigenzeche scaturiscono dalla parola di Dio ed abbiano la forza di condurre il lo-

    ro discorso razionale ed argomentativo in risposta a tale appello. Sianosempre protesi verso la verit e attenti al bene che il vero contiene (FRn. 106).

    La Chiesa considera la filosofia un aiuto indispensabile per appro-fondire lintelligenza della fede e per comunicare la verit del Vangelo aquanti ancora non la conoscono (FR n. 5). Ma perch sia un aiuto deveessere unafilosofia dellessere: Se lintellectus fidei vuole integrare tuttala ricchezza della tradizione teologica, deve ricorrere alla filosofiadellessere. Questa dovr essere in grado di riproporre il problema

    dellessere secondo le esigenze e gli apporti di tutta la tradizione filosofi-ca, anche quella pi recente, evitando di cadere in sterili ripetizioni dischemi antiquati. La filosofia dellessere, nel quadro della tradizione me-

    34 C.S. Lewis racconta che un anziano diavolo, Berlicche, dando istruzioni al suo nipote

    nellarte della seduzione degli uomini colti linsegna un qualcosa che si pu definire ilpunto di vista storico che agisce nel modo seguente: Il punto di vista storico significa, inpoche parole, che quando un uomo dotto incontra una qualsiasi affermazione in un librovecchio, la domanda che non si far mai se tale affermazione sia vera. Si chiede chi ha fattosentire il suo influsso sus vecchio scrittore, e fino a qual punto laffermazione si accorda con

    ci che ha detto in altri libri, e quale fase essa illustra nello sviluppo dellautore, o nella storiagenerale del pensiero (C.S. LEWIS,Le lettere di Berlicche, Mondadori, Milano 1947, p. 112).

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    tafisica cristiana, una filosofia dinamica che vede la realt nelle suestrutture ontologiche, causali e comunicative. Essa trova la sua forza e

    perennit nel fatto di fondarsi sullatto stesso dellessere, che permettelapertura piena e globale verso tutta la realt, oltrepassando ogni limite

    fino a raggiungere Colui che a tutto dona compimento (FR n. 97).

    Letture

    (**) Giovanni Paolo II, Enciclica Fides et Ratio.(*) La voce Metafisica in dizionari ed enciclopedie filosofiche.

    Autovalutazione

    Quali sono i tratti propri della conoscenza filosofica e metafisica?Quali sono, nellaFides et Ratio, le caratteristiche auspicabili della metafisica?Che cosa pu offrire la metafisica alla cultura odierna e alla teologia?Quali sono alcune tesi principali dellaFides et Ratio?

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