2011 - 11 - Vita in Campagna
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NOVEMBRE 2011 - N. 11 - ANNO XXIX - ISSN 1120-3005 - MENSILE - VITA IN CAMPAGNA - CASELLA POSTALE 467 - 37100 VERONA - UNA COPIA 4,00
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tieni pronto a San Martino
(11 novembre).
ALLEGATO A QUESTO NUMERO:
I LAVORI DI NOVEMBRE E DICEMBRE
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Il mensile di agricoltura part-time con la maggior diffusione pagata in Italia (certificazione ADS)
Servizio abbonamenti: C.P. 467 - 37100 Verona - Tel. 045 8009480 - Fax 045 8012980Internet: www.vitaincampagna.it/faqQuote di abbonamento 2011 per lItalia: Vita in Campagna euro 43,00 (11 numeri + 11 supplementi) Vita in Campagna + Vivere La Casa euro 49,00 (11 numeri + 11 supplementi + 4 fascicoli Vivere La Casa).Quote di abbonamento 2011 per lestero (Europa via norma-le): Vita in Campagna euro 66,00 (11 numeri + 11 supplementi) Vita in Campagna + Vivere La Casa euro 77,00 (11 numeri + 11 supplementi + 4 fascicoli Vivere La Casa). Sono previste speciali quote di abbonamento per studenti di ogni ordi-ne e grado (per informazioni rivolgersi al Servizio Abbonamenti).Una copia (numero + supple men to): euro 4,00. Copia arretrata: euro 8,00 cadauna (per gli abbonati euro 6,00). Solo numero o solo supplemento: euro 3,00. Una guida illustrata: euro 3,00.Aggiungere un contributo di euro 3,50 per spese postali, indipen-dentemente dal numero di copie ordinate.Modalit di pagamento: conto corrente postale n. 11024379 intestato a Vita in Campa gna - C.P. 467 - 37100 Verona assegno non trasferibile intestato a Edizioni LInformatore Agrario - Verona carta di credito: Visa - Eurocard/Mastercard - American ExpressLordine di abbonamento o di copie pu essere fatto anche per tele-fono o fax rivolgendosi direttamente al Servizio Abbona men ti.
Agli abbonati: informativa art. 13 Dlgs 30/6/2003 n. 196.I dati personali da Lei forniti verranno trattati da Edizioni LInformatore Agrario srl, con sede in Verona, Via Bencivenga/Biondani, 16, sia manualmente che con strumenti informatici per gestire il rapporto di abbonamento nonch per informarLa circa iniziative di carattere editoriale e promozionale che riteniamo possano interes-sarLa. Lei potr rivolgersi ai sottoscritti per far valere i diritti previsti dallart. 7 Dlgs 30/6/2003 n. 196. Titolare del trattamento: Edizioni LInformatore Agrario srlResponsabile del trattamento: dott. Giuseppe Reali
Fondato da Alberto RizzottiDirettore Responsabile: Giorgio Vincenzi Redazione: Giuseppe Cipria ni, Silvio Caltran, Alberto LocatelliSegreteria di redazione: Laura Modenini, Elisa Guarinon, Cristina Campanini, Silvana FranconeriIndirizzo: Via Bencivenga/Biondani, 16 - 37133 VeronaTel. 045 8057511 - Fax 045 8009240E-mail: [email protected]: Edizioni LInformatore Agrario srlVia Benciven ga/Biondani, 16 - 37133 VeronaPresidente: Elena RizzottiPresidente onorario: Alberto RizzottiAmministratore delegato: Giuseppe RealiDirettore commerciale: Luciano GrilliPubblicit: Tel. 045 8057523 - Fax 045 8009378E-mail: [email protected]: Mediagraf spa - Noventa Padovana (Padova)Registrazione Tribunale Verona n. 552 del 3-11-1982. Copyright 2011 Vita in Campa gna di Edi zioni LInformatore Agrario srl. Vietata la ripro-duzione parziale o totale di testi e illustrazioni. ISSN 1120-3005 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n 46) art. 1, comma 1, DCB Verona - Contiene I.P. e I.R.
Accertamenti Diffusione StampaCertificato n. 6890 del 21/12/2010
Vita in Campagna non in edicola. Viene inviata solo su abbonamento
Unione Stampa Periodica Italiana
Con la scomparsa della Maathai abbiamo perso una donna determinata a rendere
il mondo un luogo migliore per tutti
Gentili lettrici e lettori,
con lobiettivo di darvi un servizio sempre migliore, a partire dal numero di ottobre offriamo a tutti gli abbonati la possibilit di sfogliare in anteprima su Internet il numero in uscita di Vita in Campagna attraverso il nuovo servizio gra-tuito Prima visione. Quello che state sfogliando era visibile dal 22 ottobre, mentre il prossimo di dicembre lo sar dal 22 novembre. Per accedere al servizio si veda a pag. 28.
Il 25 settembre scorso, a Nairobi (Kenya), morta Wan-gari Muta Maathai, aveva 71 anni. Nel 2004 stata la pri-ma donna africana ad aver ricevuto il Premio Nobel per la Pace per il suo contributo alle cause dello sviluppo soste-nibile. Aveva fondato in Kenya il Green Belt Movement (cintura verde), un movimento che lotta per combattere la deforestazione e per lambiente.
Dal 27 settembre scorso luomo ha consumato, con pi di tre mesi di anticipo sulla i ne dellanno, le risorse ambienta-li che la Terra produce normalmente in un anno. Secondo il rapporto annuale del Global Footprint Network dora in poi possiamo solo ricorrere alle scorte stabilite per il 2012. Sempre secondo questa organizzazione nel 2050 lumanit avr biso-gno di due pianeti per soddisfare la sua fame di risorse.
A come Acqua il titolo della sesta edizione della Set-timana di educazione per lo sviluppo sostenibile dellUne-
sco (organizzazione delle Nazioni Unite per leducazione, la scienza e la cultura) che si terr dal 7 al 13 novembre. Anche questanno centinaia di eventi animeranno le piazze, le scuole, i teatri di tutta Italia per la salvaguardia dellac-qua. Per ulteriori informazioni www.unescodess.it
Vi aspettiamo a Verona per Fieracavalli (3-6 novembre) per mostrarvi le attrezzature per lavorare i campi con i ca-valli e per vedere allopera da vicino questo splendido ani-male. A condurvi in questo mondo il nostro esperto Al-bano Moscardo che da anni impiega il cavallo in campagna (vedi n. 10/2011, pag. 53).
Per concludere, due date che hanno a che fare con la tradi-zione contadina: l11 novembre, San Martino, che segnava la scadenza dei contratti agrari e lo spostamento dei contadi-ni da unazienda allaltra, e il 13 novembre, Giornata del ringraziamento, oggi riproposta con cerimonie civili e re-ligiose, che ricorda la conclusione dellannata agraria.
Giorgio Vincenzi
La tiratura del presente numero stata di 98.500 copie
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7 Le vostre lettere 8 Le vostre idee10 Come erano illuminate le case di P.Cremonini
Politica agricola ed ambientale
13 Come nata e cosa comporta la crisi i nanziaria che tocca anche noi di P.Brera
Giardino Articoli15 I ranuncoli di L.Cretti18 tempo di mettere a dimora gli ippeastri di L.Cretti20 Risposte ai lettori Plumeria: riconoscimento specie Ortensia: potatura Lentaggine: infestazione di tripide75 Corsi: Torino75 Pubblicazioni consigliate: Dai diamanti non nasce
niente. Storie di vita e di giardini Vedi anche Supplemento lavori di novembre (11/2011)
Orto Articoli21 Coltivate adesso la valerianella di A.Locatelli25 Asparagiaia: la raccolta dei turioni di A.Locatelli27 Risposte ai lettori Compost: presenza di larve utili Melanzana: frutti di colore marrone immangiabili Cipolla: variet Dorata di Banari Vedi anche Supplemento lavori di novembre (11/2011)
Frutteto - Vigneto e Cantina Articoli30 La realizzazione di un agrumeto misto:
le specie e le variet adatte di S.Manzella
33 Le principali avversit parassitarie dellalbicocco di A.Pollini36 Risposte ai lettori Drupacee: difesa dal capnodio Ciliegio: cause della i oritura fuori stagione Marze: per linnesto meglio usare quelle da vivaio Vite: imbrunimenti fogliari Vedi anche Supplemento lavori di novembre nel frutteto (11/2011) Supplemento lavori di novembre nel vigneto (11/2011) Supplemento lavori di novembre nella cantina (11/2011)
Campo - Bosco Articoli38 La montagna che torna a vivere: gli agricoltori
della Valle San Martino (Lecco) di N.Mapelli42 Risposte ai lettori Noceto da legno: consigli per limpianto Vedi anche Supplemento lavori di novembre nel campo (11/2011) Supplemento lavori di novembre nel bosco (11/2011)
Piccola meccanizzazione Articoli43 Lacquisto di un trattore usato di M.Valer46 Valutazione del vecchio trattore: Fiat 441R versione DT46 Risposte ai lettori Imballatrice: da abbinare al motocoltivatore
Piccoli allevamenti Articoli47 Il maiale dei due agosti di M.Arduin51 Come riconoscere e prevenire le principali malattie
del coniglio di C.Papeschi53 Razze zootecniche in pericolo di estinzione:
pecora Rosset di J.Errante54 Risposte ai lettori Pesci: quali si possono allevare in un piccolo stagno Avicoli: s allalimentazione comune di un gruppo misto Cavalli: gli alberi adatti per ombreggiare il pascolo74 Fiere: Fiera autunnale di Codogno, Fieracavalli,
Mostra avicola e colomboi la75 Corsi: Breganze (Vicenza) Vedi anche Supplemento lavori di novembre allevamenti (11/2011) Supplemento lavori di novembre piccoli animali (11/2011) Supplemento lavori di novembre nellapiario (11/2011)
Sommario del n. 11/2011in un unico abbonamento un grande mensile
con allinterno i mensili specializzati
Foto: Archivio Cooperativa Solagri - SantAgnello (Napoli)
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NOVEMBRE 2011 - N. 11 - ANNO XXIX - ISSN 1120-3005 - MENSILE - VITA IN CAMPAGNA - CASELLA POSTALE 467 - 37100 VERONA - UNA COPIA 4,00
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Il proverbioCaldarroste e
nuovo vino tieni pronto a San Martino (11 novembre).
ALLEGATO A QUESTO NUMERO: I LAVORI DI NOVEMBRE E DICEMBRE
Gli agrumi, con i loro colori e profumi, sono tra le piante pi amate (pagg. 30 e 58).
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Signifi cato dei simboli riportati nei vari testi
Agricoltura biologica. Bio Prodotti ammessi nel biologico.
Molta attenzione. Attenzione.
Via libera. Guadagno, risparmio, perdita.
Azioni di solidariet. Su Internet. Curiosit, rarit.
Ambiente - Natura Articoli55 Come si alimentano gli uccelli durante
i loro lunghi viaggi di migrazione di M.Bonora57 Risposte ai lettori Lucertola: con coda doppia o bii da Natrice dal collare: riconoscimento specie Nido di rondine: abitato da passeri Acanto: specie spontanea e ornamentale
Turismo rurale Articoli58 Viaggio nella Penisola Sorrentina, la terra dei limoni di P.Cremonini60 Risposte ai lettori Agriturismo: consigli per promuoverlo in Internet
Medicina - Alimentazione Articoli61 Il vino, benei ca bevanda da consumare con moderazione di P.Pigozzi63 Come preparare confetture di castagne e conserve
di carote di R.Bacchella66 Il pane di San Martino si fa con farina di castagne
e patate lesse di G.Franchini68 Risposte ai lettori Essiccatore solare: realizzazione74 Fiere: AgrieTour75 Pubblicazioni consigliate: 101 buoni alimenti
che si prendono cura di noi
Leggi - Tributi - Finanziamenti
Articoli69 Con la permuta si ha la possibilit di accorpare
la propriet di F.Benati70 Ecco come chiudere le liti con il i sco di D.Hoffer70 Risposte ai lettori Azienda agricola: paga o incassa in contanti sino a 2.500 euro Iva: quando lazienda agricola deve applicare il 21%
74 Fiere e manifestazioni75 Pubblicazioni - Corsi76 Annunci economici
72 Le pagine dei ragazzi
Servizi e vantaggiper gli abbonaticon la Carta Verdeed i coupon
Servizi proposti nel presente numeroRanuncoli. Sconto del 5-15% sullacquisto di bulbi (pag. 17).Ippeastri. Sconto del 5-15% sullacquisto di bulbi (pag. 19).Plumeria obtusa. Sconto del 10% sullacquisto di piante (pag. 20).Valerianella. Sconto del 5% sullacquisto di semi (pag. 24).Agrumi. Sconto del 5-10% sullacquisto di piante (pag. 32).Turismo rurale. Sconto del 10% in unazienda agrituristica situa-te nella Penisola Sorrentina (pag. 59).Fiere ad ingresso scontato. AgrieTour (Arezzo) (pag. 74).Servizi proposti in altri numeri tuttora in vigoreAlbero delle lanterne cinesi. Sconto 5-30% acquisto piante (n. 7-8/2011, pag. 16).Albicocco. Sconto 5-10% acquisto piante (n. 6/2011, pag. 31).Asparago. Sconto 5% acquisto zampe o piantine con pane di terra (n. 9/2011, pag. 23).Balsamita. Sconto 5-10% acquisto piante (n. 11/2010, pag. 23).Ciliegio acido. Sconto 5-10% acquisto piante (n. 6/2011, pag. 34).Olivello spinoso. Sconto 5-10% acquisto piante (n. 10/2011, pag. 23).Ravanello. Sconto 5% acquisto semi (n. 1/2011, pag. 25).Rose. Sconto 5-10% acquisto piante (n. 3/2011, pag. 18).Scalogno. Sconto 5% acquisto bulbi (n. 10/2011, pag. 32).Tillandsia. Sconto 10% acquisto piante (n. 1/2011, pag. 17).Turismo rurale. Sconto del 10% in due aziende agrituristiche situate nella zona dellolio agrumato (Chieti) (n. 11/2010, pag. 59). Sconto del 10% in tre aziende agrituristiche situate nella zona della patata Turchesa (Abruzzo) (n. 12/2010, pag. 57). Sconto del 5-10% in due aziende agrituristiche situate nella zona del salam casalin (Manto-va) (n. 1/2011, pag. 70). Sconto del 5% in unazienda agrituristica si-tuata nella strada del mirto (Cagliari) (n. 2/2011, pag. 68). Sconto del 10% in unazienda agrituristica situata nella zona di produzione del Caciofiore (Roma) (n. 3/2011, pag. 66). Sconto del 10% in unazien-da agrituristica situata nella zona della trota friulana (n. 4/2011, pag. 64). Sconto del 10-20% in tre aziende agrituristiche situate nella ter-ra del peperone di Senise (Potenza) (n. 6/2011, pag. 59). Sconto dell8-10% in tre aziende agrituristiche situate nella Valle del Belice (Agrigento) (n. 7-8/2011, pag. 55). Sconto del 10-15% in due azien-de agrituristiche situate nella terra della mostarda mantovana di fatto-ria (n. 9/2011, pag. 64). Sconto del 5% in due aziende agrituristiche situate nella terra della nocciola nel Cuneese (n. 10/2011, pag. 65).
Guida ai Servizi e Vantaggi 2011Allegata al n. 2/2011 di Vita in Campagna vi era la Guida Servizi e Vantaggi per gli Abbona-ti - 2011 dove trovate, tra laltro, lelenco di vi-vai per lacquisto di piante da frutto e da giardi-no, attrezzature per lallevamento degli avicuni-coli e per lapicoltura, coltelli per gli innesti e in-nestatrici manuali, attrezzature per lenologia, minifrantoi.
Opportunit, facilitazioni e scontiche consentono di recuperare, in tutto o in parte, il costo dellabbonamento
GUIDA AI SERVIZI E VANTAGGI PER GLI ABBONATI
2011
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VITA IN CAMPAGNA 11/2011 7
E POI LI CHIAMANO BAMBOCCIONI
Ho 21 anni, sono perito agra-rio e nel tempo libero coltivo un pezzetto di terreno che un mio amico mi ha messo a di-sposizione. Con grande pas-sione coltivo infatti angurie, che spesso raggiungono i 16 kg ciascuna e che sono molto dolci. Ho pensato di inviare questa mia foto non perch la mia produzione sia unica, ma perch visto che noi giovani siamo etichettati bamboc-cioni volevo dimostrare che ce ne sono anche alcuni che con sacrii cio e senza red-dito, ma con grande passione lavorano la terra e non hanno paura di sporcarsi le mani o rompersi la schiena.
Filippo BaradelConcordia Sagittaria (Venezia)
Per fortuna che i bamboc-cioni come il nostro lettore sono molti, viste le lettere che ci giungono in redazione, e questo ci fa molto piacere.
IL PURO E SOLO PIACERE
DI ALLEVARE ANIMALI
Concordo con il sig. Peroni che sul n. 9/2011, pag. 7, pro-pone di avere avicoli e altri piccoli animali da cortile so-lo per il piacere di vederli, di allevarli o di nutrirsi di ci che essi producono. Trovo gratificante la loro compa-gnia e i miei amici e parenti si sono rassegnati a non po-terli assaggiare; in com-penso possono mangiare del-le ottime lasagne e frittate.
Anna MassignaniQuargnenta (Vicenza)
APPASSIONATI DELLORTO E TERRENI
IN ABBANDONO
Come Franca e Aldo appas-sionati orticoltori di Alessan-dria (vedi n. 9/2011, pag. 8) mi fa piacere segnalarvi Giu-seppe, che ha lhobby del-lorto biologico. Dopo il la-voro arriva in campagna e lo accudisce alacremente, cos come fa tutti i sabati, le do-meniche e i giorni di ferie.Il suo un orto veramente eccezionale, coltivato con
perfezione: i lari di piantine ordinata-mente parallele, ir-rigate con impianti a goccia.Sono lieta perci di avergli concesso in
comodato luso gratuito del mio terreno, perch non c pi nessuno che voglia lavo-rare in campagna e tutta lagricoltura circostante in stato di abbandono.
Chiara AmatiBari
IL 26 NOVEMBRENEI SUPERMERCATI
IL BANCO ALIMENTARE
Leggo sul numero di giugno di questanno (pag. 11) lar-ticolo di Andrioli sullo spre-
co di cibo dove a conclusio-ne si fa cenno a chi agisce concretamente su questo te-ma, citando la Societ Last Minute Market. Vorrei segnalarvi anche il Banco Alimentare che opera in Italia fin dal 1990, che non fa progetti ma, con i propri volontari, recupera cibo e lo distribuisce alle as-sociazioni che assistono i bi-sognosi. Mi sembra strano che non labbiate citato come esem-pio perch conosciuto in tutta Italia per la Giornata Nazionale della Colletta Ali-mentare (che questanno si svolge sabato 26 novembre, n.d.r). In molti supermerca-ti, quel giorno, migliaia di volontari del Banco Alimen-tare invitano i clienti a fare una spesa di solidariet per i bisognosi.
Paolo PecileCampoformido (Udine)
Prendiamo atto della segna-lazione dellabbonato. Le or-ganizzazioni che operano in questo campo sono molte e tutte benemerite. (Alberto Andrioli)
Il nuovo numero di
disponibile gratuitamentegratuitamente per gliabbonati in versione sfogliabile suInternet www.vitaincampagna.it\nuoviservizi
SEMINARE IL FUTURO
Domenica 16 ottobre per la prima volta in Italia si tenuto levento seminare il futuro, ideato in Svizzera sei anni fa e proposto in 13 Paesi del mondo, con lobiettivo di sensibi-lizzare i consumatori sul tema della provenienza del cibo e del futuro dellagricoltura, attraverso una proposta originale e coinvolgente che unisca il cuore alla terra. Nelle 11 azien-de agricole italiane che hanno aderito allevento intere fami-glie hanno potuto spargere a mano semi di cereali; la porzio-ne di terreno seminata stata poi contraddistinta da uno stri-scione, sul quale i partecipanti hanno lasciato la loro i rma: per un anno poi, i no alla raccolta, chiunque potr vedere la crescita dei cereali seminati. Promotori delliniziativa italia-na sono stati EcorNaturaS, Cuorebio e NaturaS, con il pa-trocinio di Demeter Italia e dellAssociazione per lagricol-tura biodinamica. Per ulteriori informazioni sullevento con-sultate il sito Internet www.seminareilfuturo.it
N.3 2011
EVENTI
Tempo di WineFestival a Merano
SUL FILODELLA STORIA
Melo, dono dellorsoe del cavallo
I PRODOTTIDELLA TERRA
Da Tocaia Friulanosemprevino-bandiera
I LUOGHI DI PRODUZIONE
Le collinedellAltomantovano
LE AZIENDEPRODUCONO
I vini della Tenuta Monteti
NUMERO SPECIALE VENDUTO SEPARATAMENTE E CEDUTO IN OMAGGIO A NON ABBONATI. LINFORMATORE AGRARIO - SETTIMANALE - C.P. 520 - 37100 VERONA - ANNO LXVII - ISSN 0020-0689 - UNA COPIA EURO 3,00Poste Italiane spa - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27-2-2004 n. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Verona
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8 VITA IN CAMPAGNA 11/2011
Le VostreIdee
UNATTREZZATURA ARTIGIANALE
PER LA CERNITA E LA PULIZIA DELLE OLIVE
Vi invio la fotograi a di unat-trezzatura di legno, costituita da un piano inclinato soste-nuto da quattro supporti, che ho realizzato per agevolare la cernita e la pulizia delle olive. Nella parte superiore ho ri-cavato un contenitore nel quale verso le olive raccolte. Queste escono da una stretta apertura e scendono lungo il piano inclinato; nel caso in cui la fuoriuscita di olive si arresti, sufi ciente scuotere leggermente la struttura per farla riprendere.Il piano inclinato realizzato con listelli in legno a sezione triangolare, posizionati alla distanza di 7 mm luno dal-laltro. A i ne discesa due guide, rea-lizzate con spezzoni di allu-minio ricavati da un tegame leggero da forno, convoglia-no in un contenitore le olive pulite, pronte per le successi-ve lavorazioni. Loperatore pu lavorare se-duto a i anco della struttura, per aiutare le discesa delle olive ed effettuare agevol-
mente la cernita e la pulizia delle stesse.
Silvano MariniChiavari (Genova)
Commenta Giorgio Bargio-ni (libero docente di Coltiva-zioni arboree allUniversit di Padova). Lattrezzatura realizzata dal lettore simile a quella descritta a pag. 39 della Guida illustrata alla coltivazione dellolivo alle-gata al n. 2/2010, salvo il fat-to che il piano inclinato rea-lizzato con listelli di legno triangolari anzich con ton-dini di ferro. Forse lungo i tondini di ferro le olive scivo-lano pi facilmente, mentre il legno potrebbe frenarne la discesa, ma nel complesso la realizzazione del lettore senzaltro funzionale.
UNA BICICLETTINA PER AGEVOLARE
I LAVORI NEL VIGNETO
Ho applicato un sedile (ma pu andare bene anche unas-se di legno) al posto della sel-la di una vecchia biciclettina per bambini. Posso cos stare comodamen-te seduto durante le operazio-ni di spollonatura, scacchia-tura e sfogliatura nel vigne-to. La posizione oltre a essere sufi cientemente comoda, mi permette di avere una visuale diretta sulla vegetazione e di spostarmi lungo il i lare con la semplice spinta delle gam-be. Lalternativa sopportare un certo mal di schiena, op-pure acquistare gli appositi carrellini assai costosi.
Maurizio ValerPergine Valsugana (Trento)
Vengono prese in considerazione solo le fotograi e accompagnate da autorizzazione scritta per la pubblicazione
(ai sensi del D.lgs. 196/03, legge sulla privacy)
Le vostre fotograi e
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Vengono prese in considerazione solo le fotograi e accompagnate da autorizzazione scritta per la pubblicazione
(ai sensi del D.lgs. 196/03, legge sulla privacy)
Le vostre fotograi e
Linda e i prodotti dellorto di nonno Giovanni - Roberta Donato, Battaglia Terme (Padova)
Alessandro, Giovanni e Camilla in visita al Museo della civilt contadina di Gutach (Germania) - Dario Zoppi, Verona
Eccomi tra i frutti del mio albicocco - Vito Stefano Vittore,
Sanmichele di Bari (Bari)
La zucca di pap Nello e di mamma Donatella -
Lorenzo Bellucci, Grosseto
Mio marito Giancarlo tra le sue rigogliose piante di limone -Bianca Ba, Maser (Treviso)
Il pomodoro di ben 1.200 grammi che ho raccolto nel mio orto -
Adriana Accordi, Civate (Lecco)
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10 VITA IN CAMPAGNA 11/2011
Nei secoli scorsi in molte zone del-le Alpi e dellItalia meridionale, dove erano abbondanti i boschi di conifere (quindi dal Friuli alla valle di Livigno, alla Calabria), i pastori e i con-tadini per accendere il fuoco e fare luce si servivano di legno resinoso (1).
Con singoli pezzi di legno o con rami sottili riuniti in fasci si formavano vere e proprie i accole, che venivano poi col-locate nelle crepe dei muri o in partico-lari supporti per illuminare gli ambienti chiusi, ma non solo.
Fino ai primi decenni del Novecento i accole preparate con materiali vegeta-li erano ancora il sistema di illuminazio-ne pi diffuso.
Le piante che si usavano allo sco-po erano svariate. Oltre al legno resino-so delle conifere in Calabria si utilizza-va il verbasco, una pianta erbacea infe-stante diffusa nei campi. I suoi fusti, an-cora con i semi, erano dapprima essic-cati nel forno, poi (ma non necessaria-mente) venivano avvolti con stoppa e, ini ne, imbevuti di olio o spalmati di pe-ce o resina.
In Lombardia, nel territorio di Berga-mo, per le i accole era invece frequente lutilizzo anche di corteccia di betulla: su un bastone acuminato questo mate-riale si alternava a pezzi di resina e cor-teccia di abete.
Tra i vegetali impiegati per le i acco-le cerano anche ginestre (Umbria), erica o mannelli di paglia (Toscana), ma anche carote selvatiche e rami di nocciolo.
La stragrande maggioranza delle i accole prodotte dai contadini era co-munque di stoppa, cascami di lino e co-tone impregnati di sego (oppure cera, olio, catrame, pece).
I tipi di materiali utilizzati, nonch la dimensione delle i accole stesse, ne de-terminavano lutilizzo: interno, in case
o stalle, oppure esterno, sui pascoli not-turni, durante feste patronali, nelle pro-cessioni.
Poi sono arrivati i lumi a sego, a burro, a olio...
Nelle Alpi, nelle zone di diffusio-ne dellallevamento del bestiame, co-me combustibile per lampade divenne comune limpiego del sego, ovvero del grasso fuso ricavato da bovini o ovini. Questo materiale era infatti molto adat-to ad essere sfruttato per lilluminazione e per realizzare un lume artigianale ba-stava raccoglierlo in un recipiente poco profondo e immergervi uno stoppino.
Il sego si conteneva spesso in va-schette di pietra o terracotta e queste lampade trovavano poi collocazione in supporti di legno di svariate forme. Ancor pi pratici e funzionali erano i supporti in ferro, da tavolo o da parete.
Al Nord, in alternativa al sego, si uti-lizzavano anche lolio di noce, olio di colza e olio di lino, ma anche lo strutto e il burro. Nelle zone del Centro e, so-prattutto, del Sud Italia, ricche di olive-ti, il combustibile principalmente ado-perato per i lumi era invece lolio di oli-va. Questi lumi a olio erano costituiti da piccole coppe o lucerne di terracotta (2), smaltate e non, dalle forme pi diverse, o da vaschette e padelline in lamiera di ferro montate su diversi supporti.
... e a petrolio verso la i ne dellOttocento
Come combustibile per i lumi era usato anche il petrolio (3a) che, a causa della sua elevata ini ammabilit, andava tenuto in un recipiente chiuso, una sor-ta di coppa con coperchio o unampolla sferica a forma di pera. Questa tipologia
Lilluminazione elettrica, con lavvento della lampadina
a incandescenza, giunse a coprire in modo capillare il territorio
delle campagne italiane solo nel corso degli anni Sessanta del Novecento.
Prima erano altre le fonti di illuminazione alle quali
si ricorreva: dalle i accole di legno alle candele di sego o altro materiale,
a speciali lampade a olio dei pi diversi tipi
Paolo Cremonini
Come erano illuminate
le case di campagna
Antico lume a olio costituito da una piccola lucerna di terracotta
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Due lampade dei primi decenni
del Novecento. 3a-Una lampada
a petrolio. 3b-Una lampada
ad acetilene, detta anche
a carburo, dal carburo
di calcio, composto usato
per la fabbricazione dellacetilene
3a 3b
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La resina, emessa soprattutto dalle co-nifere, consentiva al legno utilizzato per le i accole di rimanere acceso a lungo
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VITA IN CAMPAGNA 11/2011 11
di lampada era alimentata anche con combustibili di-versi, come lolio di oliva. In seguito si arriv alla dif-fusione di lampade alimen-tate a gas quale acetilene (3b), butano, propano.
Unevoluzione impor-tante dei questi primi lu-mi a petrolio si ebbe gra-zie allavvento delle lam-pade dotate di un tubo di vetro, panciuto in fondo e stretto in alto: tale inno-vazione determinava un ti-raggio pi intenso intorno alla i amma, una maggiore ossigenazione e una mag-giore luminosit.
Le lampade di questo tipo, diffuse in Italia a partire dal secondo Ottocento, potevano essere da tavolo o pensili (4).
Il lungo regno delle candele
Le prime candele, il cui utilizzo risa-le allepoca romana, venivano fabbrica-te in casa con sego o, pi raramente, con cera di api. In seguito a partire dai primi decenni dellOttocento iniziata la loro produzione industriale, la quale ha fatto s che le candele fossero pi durature e, soprattutto, meno inquinanti a livello di odori e fumi.
Per illuminare, le candele venivano sostenute da candelieri in ferro, ottone o rame dalle pi svariate forme.
Anche dopo lavvento dellillumina-zione elettrica le candele sono state uti-lizzate per lungo tempo nei luoghi dove limpianto elettrico non arrivava. Servi-vano, per esempio, per andare in cantina o a controllare il cortile e al rientro in ca-sa si posavano spente sulla mensola del camino, il loro posto abituale.
A partire dalla i ne degli anni Cinquanta del secolo scorso
la rete elettrica arriva in campagna
Alla i ne degli anni Quaranta, nel se-condo dopoguerra, le rete elettrica si dif-fuse anche nelle campagne, in un raggio di 1-2 chilometri dalle citt e dai pae-si, dove lelettricit era arrivata tra la i -ne dellOttocento e i primi due decenni del Novecento. Gi comunque nel cor-so delloccupazione del territorio italia-no durante la seconda Guerra Mondia-le (1940-1945), i tedeschi avevano con-tribuito alla diffusione della luce elettri-ca collegando con i li di acciaio volan-ti la rete dei paesi a molte case di cam-pagna isolate scelte come comandi ter-ritoriali.
Tuttavia, solo a partire dalla i ne da-gli anni Cinquanta e dai primi anni Ses-
santa la rete elettrica si diffuse in modo omogeneo per le campagne della nostra Penisola (5-5a).
Prima della nascita dellEnel (En-te nazionale per lenergia elettrica, nel 1962) ogni Regione gestiva la distribu-zione dellelettricit in modo autonomo, attraverso societ private.
Lenergia proveniva da centrali di ti-po idroelettrico e, successivamente, an-che termoelettrico. La luce domesti-ca era molto debole e i oca, con lampa-de a incandescenza della potenza di 3, 5 e 10 watt. La tensione della corrente
nelle case di campagna era inizialmen-te a 125 volt, per passare solo in segui-to a 220 volt.
In tutte le case era presente, accanto al contatore, un limitatore di corren-te che impediva, tramite linterruzio-ne del servizio di fornitura, di assorbire una potenza superiore ai 1.000 watt. Bi-sogna infatti ricordare che in quegli an-ni nelle case non cera bisogno di gran-di disponibilit di energia, in quanto non vi erano ancora gli elettrodomestici (ma questi sarebbero comunque arrivati di l a poco, con il boom economico!).
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A partire dal secondo Ottocento si diffusero particolari lampade a petrolio che po-tevano essere da tavolo o pensili, come nella foto grande e nel particolare
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La diffusione della rete elettrica (5), con larrivo della lampadina a incandescenza (5a), nella vita domestica delle campagne italiane ha rappresentato lo storico spar-tiacque tra il passato, in i n dei conti non ancora troppo remoto, e la modernit
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Politica agricola ed ambientale
VITA IN CAMPAGNA 11/2011 13
Improvvisamente lestate scorsa: ec-co il possibile titolo di un i lm dedicato al brusco choc che abbiamo avuto, noi italiani, quando siamo stati coinvolti in un vero e proprio terremoto i nanziario. Da un giorno allaltro infatti abbiamo scoperto che non eravamo affatto al ri-paro da quello che stava e sta succeden-do nei mercati del mondo, come invece ci avevano fatto credere.
Le principali vulnerabilit dellItalia sono la scarsa crescita economica degli ultimi ventanni e laltissimo debito del-lo Stato [1]. Inutile citare la cifra, basti dire che, se dovessimo ripagarlo tutto subito, lintera popolazione dovrebbe la-vorare da adesso alla i ne dellanno pros-simo senza consumare niente e passare tutto il ricavato ai creditori dello Stato.
Il nostro debito nato oltre cin-quantanni fa e in tutto questo tempo aumentato perch i governi che si sono succeduti hanno speso pi di quello che incassavano, senza preoccuparsi delle conseguenze. Anche il primo decennio del 2000, poi, stato sprecato spendendo ancora di pi e aumentando il debito anzi-ch ridurlo. Il risultato la crisi di oggi.
Leuro, nonostante la demagogia che c al riguardo, ci ha aiutati per-ch ha fatto diminuire i tassi din-teresse che il nostro Stato paga sul suo debito; con la lira i tassi sareb-bero stati ben pi alti.
Linevitabile programma di riequilibrio (pareggio) del bilan-cio dello Stato, richiesto anche dallUnione europea e allo studio, colpir tutti e in maniera pi do-lorosa di quanto sarebbe avvenu-to se si fosse posta mano prima al problema.
Certo, lItalia non la Grecia (vicina al fallimento), il cui debi-to pubblico rispetto al nostro proporzionalmente pi alto di cir-ca un terzo. Noi abbiamo anche uneconomia pi solida.
Se si considera non solo il de-bito dello Stato, ma anche quel-lo delle imprese e delle famiglie, cio il debito complessivo di tutta la nazione, la nostra situazione risulta fra le migliori del mondo sviluppato.
Inoltre, sempre con questo criterio, Stati Uniti e Gran Bretagna sono pi a rischio della Grecia. I mercati i nanziari per non ci badano: sono ipnotizzati dal prestigio di alcuni Paesi e dal loro passa-to, sicch a Wall Street (sede della Bor-sa degli Stati Uniti) e negli altri centri del capitalismo i nanziario preferiscono dare addosso alla Grecia e poi al Porto-gallo, allIrlanda, alla Grecia e alla Spa-gna. E adesso a questo elenco stata ag-giunta anche lItalia.
La via duscita non pu essere n fa-cile n comoda. I sacrii ci per tutti noi sono inevitabili. Pi ancora che a mette-re a posto i conti dello Stato, cosa per cui ci vorr comunque un bel po di tempo, il prevedibile periodo di austerit che ci aspetta dovr essere usato per mostrare ai creditori che questi benedetti conti li vo-gliamo sistemare davvero e che siamo ca-paci di farlo. Per questo occorre un go-verno forte e stabile e che i cittadini ita-liani abbiano la percezione che i sacrii ci sono distribuiti in modo equo, mentre og-gi la gente non lo crede affatto.
Quanto al nostro sistema produttivo, per qualche anno tutto ci che produrr in pi non potremo consumarlo noi, per-
Come nata e cosa comporta la crisi i nanziaria che tocca anche noi
Tra le principali cause che hanno portato lItalia nel bel mezzo delluragano della crisi i nanziariavi sono la scarsa crescita economica e laltissimo debito dello Stato.
Questultimo conseguenza degli ultimi cinquantanni in cui si speso pi di quello che si incassava
ch dovr servire a rientrare dal debito.Inoltre, sarebbe un grande aiuto se
lUnione europea desse prova di vera solidariet. Una garanzia europea per il pagamento delleventuale debito di tutti gli Stati membri, in qualunque forma, ri-durrebbe il peso degli interessi per i Pae-si in difi colt e renderebbe loro meno oneroso rimettere ordine nel bilancio. Oggi lItalia paga per gli interessi il 4% in pi rispetto a prima dellestate: prima di poter ridurre il debito dovremo quin-di ogni anno spendere in pi il 5% del reddito nazionale. Leffetto negativo non immediato (gli interessi pi alti si applicano solo alla parte del debito che viene rinnovata ogni anno), ma certo.
Quelli che in Europa hanno mag-giore nerbo sono i tedeschi. Solo che loro hanno fatto sacrii ci per anni e ades-so non vogliono pagare per chi in quegli stessi anni ha invece vissuto al di sopra dei propri mezzi. Infatti una eventuale garanzia europea, come sopra citata, non sarebbe gratuita: magari poco, ma anche la Germania alla i n i ne dovrebbe pagare di pi sul proprio debito per ga-rantire gli altri. In realt, per, sarebbe molto pi costoso per la Germania se il
resto dellUnione europea doves-se crollare sotto il fardello, perch verrebbero a mancare gli acqui-renti per le merci tedesche.
Questa crisi inl uenzer an-che lagricoltura, per non in modo diretto. Ma siccome i setto-ri economici sono tra essi colle-gati, tutti quanti ne risentiranno, nessuno escluso.
Ciascuno di noi, nel suo picco-lo, i nir per sopportare una parte della crisi. Vi sia o non vi sia un crollo produttivo, nei prossimi anni siamo tutti destinati a ridi-mensionarci. Almeno sul piano economico.
Paolo Brera
[1] limporto complessivo dei prestiti che lo Stato, le aziende statali, le Regioni, le Province, i Comuni, ecc. contraggono perio-dicamente a fronte del dei cit di bilancio (n.d.r.).
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96
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Grecia
Italia
Portogallo
Germania
Irlanda
Spagna
Francia
Belgio
Debito pubblico nel 2010 in alcuni Stati europeiche utilizzano leuro
150 %
125 %
100 %
75 %
50 %
25 %
Il debito pubblico dellItalia del 119% rispetto al Pil (Prodotto interno lordo). Il debito pubblico, tuttavia, non il solo di cui bisogna tener conto. Se si considera lintero debito di un Paese, includendo quello delle im-prese e delle famiglie, la situazione dellItalia risulta mi-gliore anche di quella di Paesi come gli Stati Uniti o la Gran Bretagna. A differenza di questi, per, il nostro Paese risente di fattori psicologici negativi Fonte: Eurostat
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GGiardino
VITA IN CAMPAGNA 11/2011 15
Gli articoli della rubrica Giardino del mese di novembre sono tutti dedica-ti al mondo delle bulbose. Tulipani, nar-cisi, crochi e giacinti sono le specie a i oritura primaverile pi conosciute che non possono mancare nel giardino di campagna. In queste pagine vi sugge-riamo di mettere a dimora anche una specie meno diffusa, ma a nostro parere degna di nota, il Ranunculus asiaticus.
Tra le bulbose vi sono poi specie che si possono coltivare anche in vaso; ci ri-feriamo agli ippeastri, ai quali abbiamo dedicato larticolo a pag. 18.
In questo periodo, se state terminan-
do la messa a dimora delle bulbose e delle tuberose a fioritura primaverile (vedi anche il supplemento i Lavori allegato a questo numero, capitolo Bul-bose e tuberose), non dimenticatevi di riservare unaiola del giardino al Ranun-culus asiaticus. Questa specie, partico-larmente decorativa per i suoi bellissimi i ori, originaria dellAsia Minore e di altre regioni limitrofe, probabilmente introdotta in Europa al tempo delle Cro-ciate (tra il Mille e il Milleduecento), ma che solo attorno al 1800 inizi a essere coltivata a scopo ornamentale.
Il termine latino ranunculus signi-i ca piccola rana e si riferisce alla predi-lezione di questa pianta per i terreni umidi, anche in prossimit di stagni, la-ghetti e piccoli corsi dacqua.
In passato il Ranunculus asiaticus era conosciuto come rosellina di Firen-ze, bottone di Persia o bottone di Turchia, per la caratteristica e incon-fondibile forma dei suoi i ori, che nella maggior parte delle variet sono a pom-pon (sia semidoppio che doppio), anche se in questi ultimi anni sono state create dagli ibridatori variet a i ore aperto, si-mile a quello della peonia. Il colore dei i ori variabilissimo: va dal bianco al giallo, dallarancio al rosa e dal rosso al violetto, in numerose tonalit.
Questa specie di ranuncolo coltiva-ta diffusamente dai l oricoltori delle re-gioni a clima mediterraneo per la produ-
I ranuncoli, bellissime bulbose da piantare nelle zone umide del giardino
Ci riferiamo al Ranunculus asiaticus, poco coltivato a livello amatoriale rispetto alle tradizionali bulbose a i oritura primaverile. Originario dellAsia Minore, questo ranuncolo ama posizioni soleggiate
e terreno fertile e umido. Non ha bisogno di particolari cure, ma solo di periodiche irrigazioni. Regala,a partire da marzo, meravigliosi e variopinti i ori, ideali anche da portare in casa una volta recisi
Continua a pag. 17
Esemplari di Ranunculus asiaticus di di-versi colori coltivati in vaso e reperibili in commercio gi in i ore a inizio primavera
Rizomi di Ranunculus asiaticus, da mettere a dimora con la punta (vedi freccia) rivolta verso lalto
Aiola di Ranunculus asiaticus in piena i oritura. Si osservi la caratteristica forma a pompon dei i ori, di colore bianco, giallo, rosso e arancione
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GIARDINO
16 VITA IN CAMPAGNA 11/2011
Alcuni esempi di Ranunculus asiaticus in diversi colori
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GIARDINO
VITA IN CAMPAGNA 11/2011 17
Tre specie selvatiche
Alla grande famiglia delle Ranunco-lacee (alla quale appartengono pi di 200 specie), oltre al Ranunculus asia-ticus del quale abbiamo parlato in questo articolo, appartengono specie spontanee, diffuse nel nostro Paese nei prati incolti e nei terreni umidi, particolarmente interessanti per le lo-ro delicate i oriture. Tra queste ricor-diamo Ranunculus acer (A), comu-nissimo nei prati e nei terreni incolti, dove non passa inosservato per i suoi fiori gialli, del diametro di circa 1 centimetro. Egualmente diffuso Ranunculus l uitans (B), il ben noto ranuncolo dacqua, che cresce lungo i fossi e nelle ac-que stagnanti. Presenta piccoli i ori bianchi di circa 1 centimetro di diametro e minute foglie i liformi, per lo pi sommerse dallacqua.Citiamo ini ne Ranunculus i caria (C), comunemente conosciuto come fava-gello, diffusissimo nelle zone pi ombrose dei terreni incolti e nei luoghi pi umidi del sottobosco. Ha portamento tappezzante, foglie di un bel verde lucen-te e i ori di colore giallo intenso che si schiudono a i ne inverno. (L.C.)
zione di i ori recisi, che vengono propo-sti sul mercato a i ne inverno-inizio pri-mavera; sono assai apprezzati, oltre che per la loro bellezza, anche perch dura-no in acqua a lungo, anche 5-6 giorni.
COME, QUANDOE DOVE PIANTARLI
Il ranuncolo provvisto di rizomi (vedi foto a pag. 15), con i quali si avvia la coltivazione. I rizomi sono reperibili in commercio (vedi indirizzi in calce al-larticolo) proprio in questo momento dellanno e sino a i ne inverno, solo allo stato secco, in miscuglio di colori.
Il ranuncolo si adatta alla maggior parte dei terreni, purch sciolti e ben drenati; i migliori risultati si ottengono in suoli fertili, ricchi di sostanza organi-ca e moderatamente umidi.
Laiola che deve ospitare questa spe-cie deve trovarsi in una posizione soleg-giata. Dopo aver lavorato il terreno sino a una profondit di circa 30 centimetri, po-nete i rizomi precedentemente messi a bagno in acqua per 2-3 giorni in modo da favorirne il germogliamento a una pro-fondit di 4-5 cm, con la punta (vedi frec-cia nella foto a pag. 15) rivolta verso lal-to, a una distanza di 20-25 cm luno dal-laltro. Copriteli quindi con un miscuglio di terra ben sbriciolata e torba in parti uguali. La messa a dimora dei rizomi si pu eseguire sino a i ne novembre nelle localit a clima invernale mite, oppure a i ne inverno in tutte le altre zone.
La i oritura, a seconda del clima e del momento dellinterramento dei ri-zomi, avviene da marzo a giugno.
Dopo aver collocato i rizomi nel ter-reno, bagnatelo e poi mantenetelo umi-do sino a inizio estate.
Una volta messi a dimora, i rizomi possono rimanere indisturbati nella stes-sa aiola per svariati anni se ci si trova in una zona a clima mite, altrimenti vanno necessariamente estirpati a i ne estate, quando la vegetazione si presenta com-pletamente secca, per essere poi ripian-tati a i ne inverno, dopo il periodo dei geli. In questo caso, dopo la i oritura la-sciate indisturbati i rizomi, in modo che possano accumulare sostanze di riserva, che verranno utilizzate nella successiva stagione. Per estirparli dal terreno, aiu-tatevi con una paletta o con un attrezzo simile, solo quando le foglie sono ben secche, cio verso fine estate. Dopo averli ripuliti dalla vegetazione esaurita e da eventuali parti guaste, fateli asciu-gare allaperto in un luogo ombroso, e poi conservateli in un ambiente asciutto e fresco (magazzino) i no al momento della piantagione.
Se non avete modo di mettere a di-mora i rizomi nei periodi sopra indicati, da i ne inverno a inizio primavera sui bancali dei garden center ma anche sul-le bancarelle dei mercati potete trovare assai facilmente vasi di ranuncoli gi in
i ore, pronti per essere messi in terrazzo o sul balcone, o da trapiantare in giardi-no in aiole e bordure. Si tratta di variet a i ore molto grande, che possono rag-giungere anche il diametro di 2-3 cm, dai colori variabilissimi, sovente sfuma-ti e/o screziati.
Luciano Cretti
Ditte che vendono rizomi di Ranun-culus asiaticus: Flora Import Olanda - Via 2 Giugno, 205 - 24040 Bonate Sotto (Bergamo) - Tel. e fax 035 992398, vende per corri-spondenza. Sconto Carta Verde 15% valido i no al 31/03/2012; F.lli Ingegnoli - Via O. Salomone, 65 - 20138 Milano - Tel. 02 58013113 - Fax 02 58012362, vende per corrisponden-za. Sconto Carta Verde 5% valido i -no al 31/03/2012.
Segue da pag. 15
CB
C O N T R O L L O I N D I R I Z Z I A L 1 5 - 1 0 - 2 0 1 1
Ranunculus acer
A
Ranunculus i cariaRanunculus l uitans
Il Ranunculus asiaticus si pu impiega-re per realizzare aiole e/o bordure con piante annuali da i ore come le viole del pensiero
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GIARDINO
18 VITA IN CAMPAGNA 11/2011
Durante i mesi invernali siamo soli-ti tenere in casa, tra le piante verdi dap-partamento, anche qualche specie da i o-re come spatii llo, anturio, violetta afri-cana e orchidee. bene sapere che nel grande gruppo delle bulbose vi una specie che, se messa a dimora in vaso in questo periodo e sino a tutto marzo, re-galer dopo 6-10 settimane meravigliosi i ori, colorando ogni ambiente di casa.
Ci riferiamo agli ibridi di Hippeastrum vittatum (conosciuto anche come giglio delle Barbados o giglio messicano, originario delle regioni subtropicali del-lAmerica del Sud). I loro i ori, a forma di tromba, possono essere semplici o doppi, di colore bianco, rosa, arancione, salmone, rosso acceso, ecc., anche variamente stria-ti (vedi foto qui sotto e a pag. 19), di dia-metro compreso tra i 15 e i 20 cm.
Durante tutto lautunno e linverno nei garden center si possono acquista-re vasi con bulbi di ippeastro gi pronti per i orire o gi in i ore, ma piantare con le nostre mani i bulbi (facilmente repe-ribili in commercio nei pi forniti gar-
tempo di mettere a dimora gli ippeastri dalla splendida i oritura
Questa specie, originaria delle zone calde dellAmerica del Sud, provvista di grossi bulbi dai qualisi originano alti steli carnosi che portano enormi i ori di rara bellezza. Ve ne sono numerose
variet, sia a i ori semplici che a i ori doppi, variamente colorati. I bulbi, dopo la i oritura, entrano gradualmente in una sorta di riposo vegetativo. Ecco come piantarli e coltivarli
Gli ippeastri sono bulbose dai meravigliosi i ori ideali da coltivare in vaso. Nella foto, Hippeastrum vittatum, dal quale sono derivati bellissimi ibridi
Alcuni esempi di ippeastro a i ore semplice in diversi colori
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GIARDINO
VITA IN CAMPAGNA 11/2011 19
den center e/o presso le ditte riportate in calce allarticolo) e seguirli passo pas-so sino alla i oritura regala sicuramente maggiori soddisfazioni. In questo arti-colo vi indichiamo perci come e quan-do metterlo a dimora e le poche cure di cui ha bisogno.
IL BULBO VA PARZIALMENTE INTERRATO
Come detto precedentemente gli ip-peastri sono piante bulbose, sono cio provvisti di bulbi carnosi, di circa 20 cm di circonferenza, anche se non raro tro-varne alcuni che presentano una circon-ferenza di oltre 25 cm.
Il bulbo va interrato per due terzi cir-ca della sua altezza (vedi disegno ri-portato in alto nella pagina) in un va-so di 18-20 cm di diametro, parzialmen-te riempito di terriccio universale (repe-ribile nei garden center o negli empo-ri agrari), sul fondo del quale va predi-sposto uno strato di argilla espansa del-lo spessore di circa 2 cm.
Dopo la messa a dimora del bulbo si pone il vaso nel locale pi luminoso del-la casa, a una temperatura di 18-20 C, avendo inizialmente cura di bagnare il terriccio una volta la settimana; in se-guito, quando inizier a spuntare lo ste-lo i orale, occorrer irrigare regolarmen-te ogni 3-4 giorni, in modo da mantene-re il terriccio moderatamente umido.
Da ogni bulbo si sviluppano uno-due steli i orali, alti circa 30-40 cm, ognu-no dei quali porta 3-4 i ori, che sboccia-
no prima della comparsa delle foglie; se la i oritura avviene a i ne inverno-inizio primavera le foglie si sviluppano invece prima o insieme ai i ori. I i ori non hanno lunga vita, in quanto durano 4-5 giorni.
COSA FARE DOPO LA FIORITURA
Una volta che i i ori sono appassiti, eliminateli, e lasciate seccare comple-tamente lo stelo: solo allora tagliatelo
alla base, facendo attenzione a non danneggiare le foglie.
Solo dopo gli ultimi periodi di fred-do ricordatevi che gli ippeastri sono di origine subtropicale portate il vaso al-laperto, in giardino o in terrazzo, in po-sizioni parzialmente soleggiate.
Bagnate moderatamente il terriccio si-no al mese di maggio, aggiungendo ogni 2-3 settimane allacqua delle irrigazioni del concime per piante da i ore (in com-
mercio ve ne sono diversi), alle dosi in-dicate in etichetta. Diradate gradualmen-te le irrigazioni, in modo che il bulbo si prepari al riposo vegetativo: le foglie in-gialliranno e poi si seccheranno.
A questo punto ponete il vaso in un luogo anche poco luminoso, e lasciate-lo allasciutto sino a novembre, quando inizierete a bagnare di nuovo il terric-cio, non prima per di averne rinnovato i primi 3-4 cm. Dopo circa 6-10 settima-ne il bulbo regaler di nuovo i suoi me-ravigliosi i ori.
Luciano Cretti
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Alcuni esempi di ippeastro a i ore doppio in diversi colori
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Il bulbo dellippeastro va interrato per due terzi circa della sua altezza
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Risposte ai lettori LA PROFUMATISSIMA
PLUMERIA OBTUSA
Vi invio la foto di un alberello in i o-re che ho fotografato la scorsa estate nellisola di Lampedusa (Agrigento). Desidererei sapere il suo nome e qual-che notizia in pi.
Antonello GalbusseraCalco (Lecco)
Si tratta della Plumeria obtusa, specie originaria delle zone tropicali dellAme-rica Centrale e dei Caraibi, meglio nota come frangipane o, in Sicilia dove si spontaneizzata, come pomeria, pomelia o plumeria. Appartiene alla famiglia bota-nica delle Apocinacee, la stessa del-loleandro. E del resto i suoi i ori assomi-gliano molto a quelli delloleandro, da cui il nome oleandro africano, ma a differenza di questi presentano un profu-mo molto intenso, tanto da essere usati anche nellindustria profumiera.
La pianta ha portamento arbustivo e nelle zone di origine raggiunge anche i 10 metri di altezza. I fusti, di consisten-za i brosa e ripieni di un latice bianco, sono molto ramii cati e portano in su-peri cie le cicatrici lasciate dalla caduta delle foglie.
Le foglie, persistenti o semipersisten-ti a seconda del clima e delle condizioni di coltivazione, sono lunghe e ovali. I i ori sono portati alla sommit dei rami e riuniti in gruppi di 4-7; hanno un aspetto ceroso, larghi da 5 a 7 cm, molto profu-mati e di colori variabili dal bianco puro al rosa, dal rosso al giallo, allarancio a seconda della variet.
Data la sua origine pu essere colti-vata allaperto solo al Sud, nelle zone in cui la temperatura minima durante linverno non scende sotto i 7-10 C.Piante di plumeria sono reperibili presso: Vivai Torre dr. Natale - Contrada Palma-
ra - 98057 S. Pietro di Milazzo (Messina) - Tel. 090 9296200 - Fax 090 9217073 - Cell. 338 7694567, vende per corrispon-denza. Sconto Carta Verde del 10%, valido i no al 30/10/2012. Vivaio Luciano Noaro - Via Vitto-rio Emanuele, 151 - 18033 Camporos-so (Imperia) - Tel. 0184 288225 - Fax 0184 287498, vende per corrisponden-za. (Francesca Moscatelli)
C O N T R O L L O I N D I R I Z Z I A L 1 5 - 1 0 - 2 0 1 1
LENTAGGINE INFESTATADAL TRIPIDE HELIOTHRIPS
HAEMORRHOIDALIS
La mia lentaggine (Viburnum tinus, n.d.r.) presenta una malattia di cui non conosco il nome e che quindi non so co-me curare. Le foglie (vedi foto allegata) vengono rose internamente e poi cado-no. Cosa devo fare?
Elisabetta CaimiVerona
Le foglie della lentaggine dellabbona-ta manifestano i sintomi di una forte infe-stazione del tripide Heliothrips haemor-rhoidalis, assai comune su Viburnum tinus.
Questo parassita attacca la pagina inferiore delle foglie e con le sue punture causa la depigmentazione (cio la perdita di colore) e largentatura delle foglie; queste vengono inoltre imbrattate dalle deiezioni, dal-laspetto bituminoso, del parassita.
Il tripide compie svariate generazioni allanno (i no a sei) e sverna allo stadio di adulto riparato in mezzo alla vegeta-zione o sotto le desquamazioni della corteccia. Alla comparsa dellinfestazio-ne si pu ricorrere al trattamento con spinosad-12 (per esempio Success della Bayer Garden, non classii cato), alla do-se di 10 millilitri per 10 litri dacqua, ri-petendo eventualmente lintervento in caso di reinfestazione. (Aldo Pollini)
La Plumeria obtusa (detta anche frangi-pane) un arbusto dalla fragrante i ori-tura che pu raggiungere anche i 10 me-tri di altezza
COME SI POTANO LE ORTENSIE CLASSICHE, QUELLE CON IL FIORE A PALLA
Desidererei sapere come e quando si potano le or-tensie classiche, quelle dai i ori a palla.
Caterina MoschiniVerona
Le ortensie con ini orescenze a palla (Hydrangea macrophylla, vedi foto qui so-pra a destra), le pi comuni nei giardini e che i oriscono sul legno dellanno pre-cedente, si potano a i ne inverno, quando sono ancora in riposo vegetativo; il pe-riodo migliore febbraio-marzo. La potatura si effettua eliminando completa-mente rami deboli, secchi, malformati, quelli rivolti verso linterno dellarbu-sto e le ini orescenze secche (1), tagliando sopra la penultima coppia di gem-me. Non vanno tagliati i rami cresciuti lanno precedente, i quali portano la gemma terminale che dar origine a unini orescenza. Negli esemplari di alme-no 5-6 anni di vita occorre eliminare nella misura di circa un terzo i fusti pi vecchi, che generalmente sono molto ramii cati, tagliandoli a livello del ceppo o poco pi in alto (2). Questa operazione (dei nita dagli esperti taglio di ritor-
no) serve a sfoltire il cespuglio, afi n-ch circolino pi luce e aria allin-terno, riduce il ri-schio di attacchi parassitari e sti-mola la pianta ad emettere nuovi rami che i oriran-no negli anni suc-cessivi. (France-sca Moscatelli)
Foglia di lentaggine interessata da un vistoso attacco del tripide
Heliothrips haemorrhoidalis (1,2 mm)
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Orto
VITA IN CAMPAGNA 11/2011 21
Le variet pi diffuse di valerianella. 1-DOlanda, 2-Verde a cuore pieno e 3-Verde di Cambrai
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Coltivate adesso la valerianella,ortaggio da foglia facile da ottenere
La valerianella fra gli ortaggi pi semplici da coltivare, per questo la consigliamo soprattutto a chi ha poca esperienza nellorto. Si adatta a qualsiasi tipo di terreno, purch privo di ristagni dacqua, non ha
bisogno di nessuna concimazione e vuole moderate irrigazioni. Si semina sotto tunnel per tutto novembree in pieno campo da met agosto a i ne ottobre. Si coltiva senza nessun intervento antiparassitario
La valerianella chiamata anche dol-cetta, gallinelle, songino, salasetti, e con altri nomi ancora un ortaggio abba-stanza conosciuto, anche se meno diffu-so rispetto ai diversi tipi di lattuga, radicchio e cicoria.
La sua coltivazione pu essere effettuata nel periodo autunno-in-vernale, meglio se con un piccolo tunnel a disposizione, e da met ago-sto a i ne ottobre in pieno campo.
In questo articolo elenchiamo le di-verse operazioni colturali da eseguire, a partire dalla semina, per avere un buon raccolto.
COME SI PRESENTA LA PIANTA
La parte della valerianella [1] che si utilizza rappresentata dalla rosetta ba-sale composta da foglie abbastanza carnose e senza picciolo. Le foglie, che possono risultare di forma al-lungata o allargata (a spatola), pre-sentano punta arrotondata e lunghezza compresa tra i 5 e i 10 centimetri. Il lo-ro colore diverso a seconda della va-riet: in genere va dal verde medio al verde scuro, con aspetto lucente.
La radice presenta un asse centrale (i ttone) pi sviluppato, dal quale si ori-ginano radichette secondarie.
Se non si raccoglie, la pianta produ-ce da i ne marzo a giugno un insieme di piccoli i ori di colore bianco raccol-
ti in ini orescenze tondeggianti porta-te da uno stelo provvisto di piccole fo-glioline.
Il ciclo di coltivazione pu essere di 60-70 giorni, nel caso si inizi la coltura a i ne inverno, o di 120-130 giorni, se si effettua la semina nel tardo autunno.
SONO POCHE LE VARIET DISPONIBILI PER IL PICCOLO
ORTICOLTORE
Le variet di valerianella reperibili in commercio per il piccolo orticoltore sono in particolare tre e possono, in li-nea di massima, essere suddivise in due gruppi in base al colore della foglia. Al primo gruppo appartengono variet a foglia di colore verde medio e tra que-ste segnaliamo DOlanda (1), con fo-glie allungate (allargate nella parte al-
ta), assai resistente al clima umido e al freddo.
Le variet del secondo gruppo hanno foglie di colore verde scuro.
Tra queste consigliamo Verde a cuo-re pieno (2), con foglie allargate e poco carnose, e Verde di Cambrai (3), simi-le alla precedente.
VUOLE CLIMA FRESCOE SI ADATTA A VARI TIPI
DI TERRENO
La valerianella presenta una buona resistenza al freddo. Nel Nord Italia vie-
Come si presenta la pianta di valerianella
a-foglia della rosetta basale, b-foglia dello stelo i orale, c-ini orescenza ra-mii cata, d-radice principale (i tto-ne), e-radichette secondarie
a
c
b
d
e
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ne coltivata soprattutto dalla tarda estate al massimo a i ne aprile, in quanto non sopporta clima caldo e asciutto: inizia infatti a vegetare con una temperatura di circa 7 C, mentre la temperatura mi-gliore per il suo sviluppo compresa tra i 15-16 e i 18 C.
Negli orti familiari viene coltivata nei pi diversi tipi di terreno, anche in quelli argillosi, a patto che siano privi di ristagni dacqua (potrebbero compro-metterne la riuscita).
La reazione (pH) del terreno pi ido-nea per la valerianella compresa tra 6 e 7, ma si pu adattare anche a un pH pi basso, pari a 5,5 (acido).
COME PREPARAREIL TERRENO PER LA SEMINA
Per la coltivazione della valerianella non necessario eseguire una vangatura profonda, ma sufi ciente smuovere il terreno poco prima della semina per 15-20 centimetri di spessore.
La vangatura addirittura sconsi-gliabile nei terreni argillosi poich, se effettuata subito prima della semina, pu comportare notevoli difi colt per il succcessivo amminutamento degli stra-ti superi ciali del suolo. In questo caso conviene effettuare unestirpatura pro-fonda tramite limpiego di un erpicato-re manuale e poi procedere alla prepara-zione del letto di semina sminuzzando gli strati pi superi ciali del terreno tra-mite un rastrello.
Durante i lavori di preparazione del terreno non occorre interrare al-cun tipo di fertilizzante. La valeria-nella infatti poco esigente in fatto di concimazione, e si accontenta delle so-stanze nutritive lasciate nel terreno dalle precedenti colture. Nel caso si dispones-
se di suoli poco fertili, la cosa migliore seminarla in aiole che hanno ospita-to ortaggi abbondantemente concimati, come per esempio pomodoro, melanza-na e zucchino.
Poco prima della semina opportuno sistemare con molta cura gli strati pi superi ciali del terreno in modo che non vi siano buche o avvallamenti dove pos-sa ristagnare lacqua, che compromette la crescita della coltura e causa lingial-limento delle foglie.
Ricordate ini ne che non consiglia-bile seminare per due anni di seguito valerianella nella stessa aiola.
A NOVEMBRE SI PU SEMINARE SOTTO TUNNEL
In Pianura Padana la valerianella va seminata sotto piccoli tunnel (1-1,20 metri di larghezza x 1 metro circa di al-tezza) a novembre, evitando periodi a lungo freddi e perturbati, e in pieno campo da met agosto a i ne ottobre.
Volendo usufruire pi a lungo del-le sue foglie, effettuate semine scalari, per esempio 3-4 passaggi alla distanza di circa 15 giorni luno dallaltro, par-tendo dalla seconda met di agosto sino a i ne novembre, a seconda che abbiate scelto la coltivazione in pieno campo o sotto tunnel.
La distribuzione del seme (vedi foto a lato) va eseguita preferibilmente a righe, scavan-do solchetti pro-fondi anche me-no di 1 cm, di-stanti tra loro 8-15 (20) cm, impie-gando 1-1,5 gram-mi di semente per me-tro quadrato; qualche pic-colo orticoltore preferisce per la semi-na a spaglio. Il seme va interrato super-i cialmente, cio a circa mezzo centime-tro di profondit. In un grammo di se-mente possono essere contenuti, a se-conda delle variet, da 450-600 semi a 800 e pi.
Per favorire la nascita delle piantine specialmente da semine autunnali (no-vembre) sotto tunnel consigliabile co-prire le aiole con un velo di tessuto non tessuto, che consente un aumento, an-che se leggero, della temperatura a livel-lo del terreno.
Dopo la semina, specialmente in as-senza di precipitazioni, bisogna interve-nire con limitate, e se necessario ripe-tute, irrigazioni i no a quando la germi-nazione completamente avvenuta. Si provveder poi solo a modeste irrigazio-ni, al i ne di tenere moderatamente umi-do il terreno. Sotto tunnel, in partico-lare nel pieno della stagione fredda,
A-La semina a i le (vedi frecce) consente di ottenere ottimi risultati. B-Per favorire la nascita delle piantine da semine autun-nali consigliabile stendere sulle aiole un velo di tessuto non tessuto. C-Aiola con piante in piena crescita
A B C
Distanze di semina tra le i le
8-15 (20) cm
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bisogna irrigare solo quando stret-tamente necessario, arieggiando poi le protezioni al i ne di far asciugare completamente le piante.
Qualora si effettui la semina a righe il metodo dirrigazione pi indicato e ra-zionale quello per scorrimento-ini ltra-zione laterale dentro solchi; nel caso in-vece si semini a spaglio si procede solo per aspersione (a pioggia).
SE NECESSARIO DIRADATELE PIANTINE ED ELIMINATE
LE ERBE INFESTANTI
La valerianella non ha bisogno di particolari cure colturali.
Talvolta consigliabile diradare le piantine in modo da impedire che su-bentrino, in seguito a una crescita sten-tata dovuta alla fittezza, ingiallimenti delle foglie e quindi scarsa qualit del-la produzione.
Questa operazione deve lasciare me-diamente, nel caso si raccolga la pianta intera, 300-400 piantine per metro qua-drato, per consentire produzioni abbon-danti e di buona qualit.
Eliminate poi le eventuali piante in-festanti che si sviluppassero nelle coltu-re. Questo lavoro facilitato dalla semi-na a i le, che consente anche di lavorare gli strati pi superi ciali del terreno che possono diventare compatti a seguito di piogge o di ripetute irrigazioni.
RIESCE MOLTO BENESOTTO PICCOLI TUNNEL
La valerianella una delle colture pi consigliabili per la coltivazione sot-to piccole protezioni, non solo per la fa-cilit di gestione, ma anche perch for-nisce un prodotto fresco durante linver-
no, stagione in cui gli ortaggi disponibi-li sono abbastanza limitati sia per nume-ro che per quantit.
I tunnel vanno arieggiati anche quan-do allesterno vi sono pochi gradi so-pra lo zero, soprattutto in giornate so-leggiate.
Volendo aumentare ancora di pi la protezione delle piante dal freddo si pu stendere la sera sulle aiole un velo di tessuto non tessuto, da rimuovere la mattina in modo che le piante ricevano durante il giorno pi luce possibile.
LA COLTURA ORGANICA (BIOLOGICA)
La coltivazione della valerianella con metodo biologico di fatto uguale a quella esposta. Non essendo necessarie concimazioni e interventi antiparassitari la sua realizzazione non comporta pro-blemi. Sono disponibili anche sementi provenienti da colture organiche.
Molto semplice risulta pure la colti-vazione in vaso, per la quale si rimanda alle stesse indicazioni date per la rucola (vedi n. 7/8-2010 a pag. 23).
RACCOGLIETE IN BASEAL CONSUMO
La valerianella si raccoglie ini lando un coltello corto e robusto sotto la ro-setta basale, nei primi strati di terreno, e recidendola dalle radici con un movi-mento deciso.
Si scuotono quindi le piantine per al-lontanare leventuale terra rimasta attac-cata e si puliscono staccando con le dita le foglie ingiallite e/o guaste.
Per avere piante pi pulite, conviene raccoglierle asciutte (meglio nel pome-riggio di giornate soleggiate) perch se le foglie sono bagnate o umide tratten-gono maggiormente la terra.
consigliabile prelevare volta per volta solo la quantit necessaria, in mo-do di avere sempre prodotto fresco. In ogni caso la valerianella, una volta puli-ta, si conserva in frigorifero, in sacchetti di materiale plastico per alimenti, anche per 7-8 giorni e pi (presenta maggiore resistenza alla conservazione in frigori-fero rispetto alle lattughe da taglio).
Da 10 metri quadrati di coltura si possono raccogliere da 5 a 10-12 kg e
Seminando a spaglio sovente la coltura presenta sviluppo meno omogeneo
La valerianella un ortaggio piuttosto resistente al freddo (nella foto A, coltura coperta da neve); volendo, in inverno la si pu proteggere dal gelo stendendo la sera sulle aiole un velo di tessuto non tessuto (B)
A B
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pi di prodotto; tali quantit dipendono dalle dimensioni che hanno le piante al momento della raccolta, dalluniformit della coltura, dalla variet e dal periodo di coltivazione.
SONO LE LUMACHE I SUOI PEGGIORI NEMICI
La valerianella una pianta rustica che solitamente non ha bisogno di nes-sun tipo di intervento antiparassitario.
Pu essere a volte danneggiata da lumache (chiocciole) e limacce, che si possono tenere lontane delimitando le aiole con lamiere zincate alte circa un metro e interrate per 20-30 cm.
COME PREPARARLA ALLUSO
Nella maggior parte dei casi si utiliz-za la rosetta basale intera; solo in alcu-ne zone vengono preferite le foglie ta-gliate.
Una cura particolare deve essere pre-stata quando si lava la valerianella, perch facile che le foglie o il cuore delle rosette lasciate intere trattengano terreno, che poi poco gradevole trovare (anche se in trac-ce minime) al momento del consumo.
Comunemente la valerianella si con-suma cruda da sola o assieme a radicchi o ravanelli. Si pu mescolare anche con la rucola e con altri ortaggi da foglia a piacere, in base ai gusti. Si pu anche utilizzare per preparare delicati risotti, allo stesso modo del radicchio rosso.
Come detto, la valerianella si conser-va a lungo, una volta raccolta e posta in frigorifero, senza subire particolari alte-razioni. Per questa caratteristica la tro-viamo sempre pi di frequente sui ban-chi dei supermercati, da sola o mescola-ta con altri ortaggi (radicchi-cicorie, in-divia riccia, scarola) in confezioni chiu-se ermeticamente con prodotto gi lava-to e pronto per il consumo (i cosiddetti prodotti di Quarta gamma).
Alberto Locatelli
[1] La valerianella appartiene alla fami-glia delle Valerianacee e il suo nome bo-tanico Valerianella locusta.
Ditte sementiere che dispongono di semi di valerianella delle variet cita-te nellarticolo (tra parentesi, in ne-retto, le variet presenti in catalogo): F.lli Ingegnoli - Via O. Salomone, 65 - 20138 Milano - Tel. 02 58013113 - Fax 02 58012362 (1-3), vende per corrispon-denza. Sconto Carta Verde 5% vali-do i no al 31/12/2011. Lortolano - Via Calcinaro, 2425 - 47521 Cesena (Forl Cesena) - Tel. 0547 381835 - Fax 0547 639280 (1-3), segna-la il rivenditore. N. Sgaravatti & C. - Via Nazionale, 62/64 - 52020 Pergine Valdarno (Arez-zo) - Tel. 0575 899551 - Fax 0575 899535 (1-2-3), segnala il rivenditore. Royal Seeds - Via Pacinotti, 10 - 41037 Mirandola (Modena) - Tel. 0535 24157 - Fax 0535 21750 (1), segnala il rivenditore.
Le caratteristiche positive della valerianella
La valerianella contiene una buona quantit di mucillagini, come testimoniato anche dalla particolare succulenza delle foglie. Queste sostanze sono assai uti-li per chi soffre di stitichezza, di colite e di bronchite poich riducono lirrita-zione intestinale, favoriscono la formazione di feci morbide e facilmente elimi-nabili e leniscono lini ammazione delle mucose respiratorie. Inoltre la ricchezza di cloroi lla e la buona presenza di sali minerali (potassio, ferro, calcio, magnesio) e di vitamine (A, gruppo B, C) fanno della valerianella
un eccellente stimolante del metabolismo e della funzione renale. La valerianella utile a tutti coloro che soffrono di artrite e artrosi, a
chi predisposto verso larteriosclerosi e le patologie cardio-vascolari, a chi tende a formare calcoli o renella (cal-coli di piccolissima dimensione) nelle vie urinarie.A proposito di cloroi lla, questo pigmento vegetale cos abbondante nella valerianella dotato di una buona azione deodorante e di varie altre propriet: cicatrizzante, batteriostatico, tonico e rivitalizzan-
te. La cloroi lla, inoltre, ha interessanti qualit antiossi-danti e anticancro. (Paolo Pigozzi)
Raccolta
Da met dicembrea met febbraio
Da met ottobre a met dicembre e da met
febbraio a met marzoNovembre
Ciclo di coltivazione della valerianella (tempi indicativi per la Pianura Padana)
Semina
Da met agostoa fine ottobre
La raccolta si esegue asportando lintera pianta, impiegando un robusto
coltello a lama corta ben afi lata
C O N T R O L L O I N D I R I Z Z I A L 1 4 - 1 0 - 2 0 1 1
Semina RaccoltaSotto tunnel In pieno campo
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Dopo avervi presentato le due varie-t di asparago con le quali avviare unasparagiaia nellorto familiare, e do-po aver parlato della preparazione del terreno, della concimazione e delle cure colturali necessarie per raggiungere buo-ni risultati, in questo ultimo articolo vi spieghiamo come anticipare ed eseguire la raccolta dei turioni. Vi suggeriamo anche come impiegarli in cucina per rea-lizzare ottimi manicaretti.
COME ANTICIPAREED ESEGUIRE LA RACCOLTA
Per anticipare la raccolta dei turioni di circa 5-6 giorni, coprite (in marzo) le aio-le pratica che mantiene oltre tutto pi sofi ce il terreno con un velo di tessu-to non tessuto. Tale copertura deve essere ben i ssata al suolo, data la sua leggerez-za, dopo ogni raccolta (per farlo si posso-no utilizzare, come per la pacciamatura, sacchi pieni di terra o sabbia).
La raccolta dei turioni nellaspara-go bianco unoperazione piut-tosto delicata e impegnativa. Per raggiungere una certa manuali-t consigliamo, le prime volte, do-po aver rimosso dalle aiole la paccia-matura, di scavare il terreno con le ma-ni (o con una palettina) attorno al turio-ne i no a arrivare quasi alla sua base pri-ma di tagliarlo ( consigliabile tagliare il turione corto per non rischiare di fe-rire radici e rizoma), risistemando poi la terra smossa e anche la pacciamatura.
Poi, una volta acquisita una certa esperienza, i turioni si raccolgono senza spostare il terreno. La raccolta facilita-ta nei cumuli ricoperti dalla pacciamatu-ra con teli scuri.
Bisogna evitare di provocare lesio-ni alle zampe, perch attraverso le
ferite pu penetrare nella pianta la pi dannosa malattia che colpisce questa coltura, cio la fusariosi, che abbrevia la vita dellasparagiaia. Per raccogliere lasparago bianco si adopera un apposi-to coltello a sgorbia (vedi foto qui sopra) [1], mentre per quello verde, pur poten-do utilizzare lo stesso attrezzo, si pu impiegare anche un comune coltello a lama sottile, purch ben afi lato.
Nellasparago verde invece la rac-
Asparagiaia: quando e come raccogliere i prelibati turioni
La raccolta, che si pu anticipare coprendo le aiole con tessuto non tessuto, va eseguita gradualmentee con delicatezza. Gli asparagi vanno maneggiati con cura, messi al fresco quanto prima
e consumati preferibilmente nella stessa giornata di raccolta. Ecco come e quando eseguirela raccolta e qualche suggerimento su come utilizzare questo ortaggio in cucina
ragiaia pu invece fornire circa 15-20 chilogrammi di turioni, tenendo presente di operare non oltre la i ne di maggio.
Al quinto-sesto anno di raccolta lasparagiaia raggiunge il massimo del-la produzione, fornendo 25-35 chilo-grammi di turioni bianchi o 30-40 chilo-grammi di verdi, sempre da 50 metri quadrati di asparagiaia.
La raccolta, mediamente, si effettua da aprile sino a met giugno (Pianura Pa-dana), anche se meglio raccogliere quel-lo verde sino a quando il turione presenta un diametro di 8 millimetri, quello bianco di 10 millimetri. Tuttavia se si vede che vi una notevole produzione di asparagi sot-tili bene ultimare la raccolta.
Nel caso in cui nellanno precedente lasparagiaia abbia subito attacchi di malattie, la raccolta deve essere limitata sia come quantitativi che durata per permettere laccumulo di sostanze di ri-serva a livello delle zampe.
I TURIONI VANNO MANEGGIATI CON CURA
I turioni sono delicati e fragili. Dopo la raccolta vanno posti in una cassetta di materiale plastico e trasportati con cau-
colta si effettua tagliando semplicemente i turioni a livello del terreno.
Prima di passare alla raccolta in al-tra coltura, bene disinfettare il coltello (immergendolo in varechina e successivamente asciugandolo), al i ne di evitare la trasmissione di malattie.
IL MASSIMO DELLA PRODUZIONE SI HA AL QUINTO-SESTO
ANNO DI RACCOLTA
Nel primo anno di raccolta che av-viene in genere al terzo anno dallim-pianto si possono ottenere, da 50 me-tri quadrati di asparagiaia, circa 8-10
chilogrammi di turioni. opportu-no non raccogliere da piante deboli, che cio emettono turioni sottili, e non ol-tre la met di maggio.
Nel secondo anno di raccolta laspa-
1-Per raggiungere una certa manualit nella raccolta dellasparago bianco, procedete le prime volte scavando il terreno con le mani attorno al turione i no a arrivare quasi alla sua base, quindi tagliatelo senza ferire radici e rizoma. 2-Nel caso dellasparago verde, la raccolta si effettua tagliando semplicemente i turioni a livello del terreno
Coltello a sgorbia per la raccolta dellasparago bianco, che
pu essere impiegato anche per quello
verde
ORTO
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tela in un locale fresco.Non vanno lasciati al sole, altri-menti si disidratano (diventano pi
i brosi; quelli bianchi possono assumere tonalit violette o verdi).
Gli asparagi bianchi dopo la raccolta si devono lavare con abbondante acqua corrente per eliminare i residui di terra.
bene che in attesa del consumo, i turioni, sia di asparago verde che di asparago bianco, si mantengano umi-di, mettendoli, in piedi, in una bacinella con un paio di centimetri dacqua.
VANNO PREFERIBILMENTE GUSTATI IL GIORNO STESSO
DELLA RACCOLTA
Una volta raccolti, consigliabile utilizzare gli asparagi il pi presto pos-sibile, altrimenti induriscono e perdono parte delle loro qualit gustative, anche se si possono tenere in frigorifero qual-che giorno (a 4-5 C) in sacchetti di po-lietilene microforato per alimenti.
La cosa migliore comunque con-sumare gli asparagi il giorno stesso del-la raccolta.
Prima della cottura i turioni si puli-scono eliminando i primi 2-4 cm del-la base (e togliendo, volendo, anche la pellicina) e si lavano. Si possono poi usare per preparare ottimi primi piat-ti (risotti, paste e minestre), anche se il consumo pi classico, previa lessatu-ra, quello di gustarli assieme a uova; asparagi e uova sode (o anche cotte al burro in tegamino) costituiscono infatti uno dei piatti pi semplici, e nello stes-so tempo pi gustosi, della nostra cuci-na. Ma le possibilit di utilizzo di que-sto ortaggio sono numerose: gli aspara-gi rientrano nelle tradizioni alimenta-ri di parecchie nostre regioni e sono an-
che ingrediente di piatti della cucina in-ternazionale.
In genere i turioni migliori sono quel-li di maggiori dimensioni, perch pi te-
neri (specialmente quel-li bianchi), che presenta-no un diametro compreso
tra i 12 e i 18-20 millimetri e, indicativa-mente, un peso di 25/30-35/40 grammi.
Comunque pure asparagi di minore diametro, che vengono chiamati aspa-ragine, dopo averli accuratamente pe-lati e aver tolto una porzione della parte bassa del turione si adattano bene a pre-parare minestre e risotti; e anche, lessa-ti e conditi, possono costituire un ottimo contorno.
Volendo le parti pi coriacee dei tu-rioni (quelle alla base) si possono uti-lizzare, una volta pulite, lessate e pas-sate con il passaverdure, per prepara-re minestre.
Gli asparagi si possono anche conge-lare, dopo scottatura di 2-3 minuti, o con-servare sottolio o sottaceto (vedi ricette pubblicate sul n. 4/2007 a pag. 76).
Dal punto di vista gustativo gli aspa-ragi verdi sono mediamente pi saporiti, quelli bianchi presentano invece un sa-pore pi delicato.
Alberto Locatelli
[1] Coltelli a sgorbia per la raccolta dellasparago bianco (e anche di quel-lo verde) sono reperibili presso:
Fratelli Ingegnoli - Via O. Salo-mone, 65 - 20138 Milano - Tel. 02 58013113 - Fax 02 58012362. Zoccarato Giampaolo - Via Cecca-
rello, 21 - 35010 Santa Giustina in Col-le (Padova) - Tel. e fax 049 9301961.
Puntate pubblicate. Asparago: pu dare un buon raccolto anche in un piccolo orto (9/2011). Asparago: dalla concimazione dim-pianto alla pacciamatura delle aiole (10/2011). Asparagiaia: quando e come racco-gliere i prelibati turioni (11/2011).
Fine
Le caratteristiche positive e negative dellasparago
Tutti gli asparagi (ma soprattutto quelli verdi) sono molto ricchi di sostanze pro-tettive e stimolanti. Un etto di asparagi fornisce quasi 25 mg di vitamina C (equivalenti a circa un terzo del fabbisogno giornaliero di un adulto) e co-pre il 75% delle necessit quotidiane di acido folico, vitamina indispen-sabile per la moltiplicazione delle cellule e la sintesi di nuove proteine. Gli asparagi verdi sono anche una buona fonte di caroteni (che nel-lorganismo vengono trasformati in vitamina A) e di vitamina B2, ne-cessaria per trasformare gli alimenti in energia.Questi pregiati ortaggi, oltre a soddisfare il gusto, hanno anche altre propriet benei che: aumentano la l uidit del sangue, ap-portano parecchi minerali (buono il contenuto in calcio e ferro, molto abbondante il potassio), regolarizzano lintestino pigro, stimolano la diuresi (grazie al gi ricordato potassio e allaspa-ragina, sostanza azotata tipica di questo vegetale) e favoriscono in dei nitiva la depurazione dellorganismo.
Non va dimenticato tuttavia che il consumo abbondante di asparagi scon-sigliato a chi soffre di insufi cienza renale, di nefrite e di gotta dato il no-
tevole contenuto di purine, sostanze ricche di azoto. (Paolo Pigozzi)
A raccolta terminata, cio da met giugno e sino a tutto luglio (e talora anche ol-tre), le zampe producono turioni che, non venendo raccolti, si trasformano in fusti (vedi n. 9/2011 a pag. 21)
Negli asparagi lunghi come
in quelli corti, la parte
inferiore coriacea del
turione (che va eliminata)
risulta essere pi o meno della stessa lunghezza
(vedi zona colorata nel
disegno)
C O N T R O L L O I N D I R I Z Z I A L 1 0 - 1 0 - 2 0 1 1
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ORTO
VITA IN CAMPAGNA 11/2011 27
Risposte ai lettoriSONO LARVE DI HERMETIA
ILLUCENS, UTILISSIMEPER IL COMPOSTAGGIO
DOMESTICO
Produco compost e la scorsa prima-vera ho notato che nel materiale in de-composizione vi erano ammassi di larve (vedi foto allegata). Di che larve si trat-ta? Sono pericolose per luomo?
Cinzia LombardiMontebelluna (Treviso)
Le larve presenti nel contenitore del compost dellabbonata sono del dittero Hermetia illucens. Queste larve, che si ali-mentano delle sostanze in decomposizio-ne, sono talora presenti in gran numero nei rii uti domestici in fase di compostaggio.
Sono pertanto molto utili, in quan-to contribuiscono alla trasforma-
zione delle sostanze organiche in hu-mus; non costituiscono alcun pericolo per luomo. (Aldo Pollini)
MELANZANE DI COLORE MARRONE E IMMANGIABILI
Da qualche anno a questa parte al-cune melanzane del mio orto assumono un colore marrone e risultano imman-giabili. Di cosa si tratta?
Paolo NardinSarmeola (Padova)
Non facile dire quale sia la causa del problema, in quanto le ragioni che com-portano tale sintomo possono essere di-verse. Innanzitutto va ricordato che le me-lanzane vanno raccolte al momento giu-sto, cio quando sono ancora belle turgi-de e lucide e al taglio si presentano bian-che, senza semi o con semi appena abboz-zati. Se si lasciano per pi tempo sulle piante, le bacche invecchiano, diventano opache e marroni allesterno e si riempio-no di semi; la polpa diventa amara.
La presenza di bacche marroni si ve-rii ca anche su piante colpite da verticil-liosi, temibile malattia fungina.
La causa pi frequente data per dalla presenza sulla pianta di diversi i o-ri che si sviluppano dallo stesso nodo. Il i ore primario (1) si presenta general-mente piegato verso il basso, mentre i i ori secondari (2), che sono pi piccoli e con peduncolo pi sottile, si sviluppa-no verso lalto. Il i ore primario quello in grado di portare a termine lo sviluppo
della bacca pi grossa, che qualitativa-mente migliore. I i ori secondari, invece, sviluppano frutti di ridotte qualit gusta-tive, che diventano marroni ancor prima di raggiungere la dimensione tipica del-la variet di appartenenza; in questo ca-so occorre raccoglierli anticipatamente e di pezzatura pi ridotta.
Spesso la pianta abortisce spontanea-mente i i ori secondari, ma nel caso ci non avvenisse consigliamo prontamente di eliminarli manualmente, in modo che le melanzane vengano prodotte solo da quelli primari. (Davide Boscaini)
In provincia di Sassari si coltiva una vecchia varietdi cipolla, la Dorata di Banari
In Sardegna, a Banari, piccolo borgo a 30 km da Sassari, si coltiva una variet locale di cipolla colorata, la Dorata di Banari. Questa cipolla si presenta esternamente di co-lore giallo-oro con interno color avorio; il bulbo appiattito e pu raggiungere un pe-so di circa 1.700 grammi. Questa variet di cipolla frutto della passione di genera-zioni di agricoltori che ne hanno selezionato la qualit, tramandato il seme i no ai no-stri giorni, mantenendo intatte le sue peculiarit. La coltivazione inizia a met agosto, seminando in semenzaio. Nel mese di agosto si preparano le aiole concimandole abbon-dantemente con letame molto maturo. Dopo circa 60 giorni dalla semina si trapiantano
le piantine, accorciando radici e foglie di qualche centimetro, a una distanza di circa 20 cm sulla i la e di 60-80 cm tra le i le. La coltura va tenuta puli-ta dalle piante infestanti e seguita con qualche zap-patura, al i ne di mantenere sofi ce il terreno. Non necessario nessun trattamento antiparassitario. La raccolta avviene a met luglio dellanno suc-cessivo. I bulbi vanno poi lasciati asciugare al-laria per qualche giorno in un posto ombreggiato e si conservano in locale buio e privo di umidit. La Dorata di Banari presenta sapore particolar-mente dolce, tant che si pu mangiare anche cruda semplicemente condita con un i lo dolio extravergine di oliva; d per il meglio cotta al forno, intera, condita con olio e un pizzico di sale. (Pasquale Falchi)
La cipolla Dorata di Banarisi conserva anche per 3 mesi
Cipolla Dorata di Banariquasi pronta per la raccolta
Larve di Hermetia illucens (15 mm): partecipano alla trasformazione della sostanza organica in humus
Melanzana con buccia di colore marrone e non pi commestibile
Fiore primario (1) e i ore secondario (2)
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Frutteto - Vigneto e Cantina
30 VITA IN CAMPAGNA 10/2011
Dopo aver visto sul numero scorso le caratteristiche botaniche e le esigenze di terreno e clima degli agrumi, illustriamo qui le specie (in ordine di importanza) e per ciascuna di esse le variet consiglia-te per la coltivazione in un piccolo agru-meto familiare.
Nel prossimo numero tratteremo specii catamente dellimpianto che il-lustreremo con un esempio di possibi-le progetto.
Ricordiamo che per tutte le specie e variet lambiente ottimale di coltiva-zione rappresentato in genere da zone calde e litoranee, soleggiate e riparate dal vento, e che gli appezzamenti devo-no offrire la possibilit di apportare ac-qua di irrigazione nel periodo da mag-gio a settembre.
La realizzazione di un agrumeto misto:le specie e le variet adatte
Le specie di agrumi consigliate per un frutteto di dimensioni familiari sono molte: si va dallarancio, che lagrume pi diffuso al mondo, al conosciutissimo limone, al mandarino,
alla clementina, al cedro, al kumquat, al pompelmo. Per ogni specie si possono scegliere diverse variet idonee alla coltivazione in un piccolo agrumeto misto
Esemplare di limone in piena produzione. Nel particolare: ara