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The Death of ExpertiseOxford University Press - 2017

• La morte della competenza“Un numero crescente di persone comuni è convinta di essere più e meglio informata dei cosiddetti esperti, anche se in molti casi non hanno idea di cosa stiano parlando”

The Death of ExpertiseOxford University Press - 2017

• Il tema non è la loro ignoranza, ma la “profonda convinzione di saperne di più”

• È una sorta di narcisismo dell’ignoranza• É come dire che siamo “orgogliosi di non

sapere le cose, così come vengono raccontate dagli esperti” ovvero dalle élite, dalla scienza, dalla cultura istituzionale

The Death of ExpertiseOxford University Press - 2017

• É in questa luce che vanno inquadrate la sfilza di gaffe, svarioni, strafalcioni che molti rappresentanti di punta, di vari ambienti, ci offrono come segni tangibili della loro onestà intellettuale, innescando una sconfinata empatia intellettuale

The Death of ExpertiseOxford University Press - 2017

• Sembra che dicano: “Siamo come voi, non fingiamo, quindi potete fidarvi”. Con la scomparsa delle mediazioni, l’ostensione di sincerità funziona assai meglio dell’arroganza della conoscenza

The Death of ExpertiseOxford University Press - 2017

• Un esempio tra gli infiniti possibili: la fashion-blogger Chiara Ferragni, all’inaugurazione del suo negozio a Milano, nel mese di luglio scorso, è entrata sbattendo la testa contro la porta d’ingresso, come in una scena comica da film muto. La scena è stata ripresa , messa su Instagram e subito è diventata virale. Alla domanda ingenua dell’intervistatrice: “come mai ha postato anche quella figuraccia?” Lei ha risposto, “Perchè quella sono io, mi succede spesso di inciampare”

• Questa è O-ne-stà! Oggi, sembra che questi atteggiamenti vengano premiati

Sociologia del Lavoro

gianni maria stradaUTE

CINISELLO BALSAMOAnno accademico 2017 - 2018

Ricerca: Lavoro 2025

La ricerca ha adottato il metodo Delphi e si è avvalsa dei contributi di undici prestigiosi esperti della materia: Leonardo Becchetti, Federico Butera, Nicola Cacace, Luca De Biase, Donata Francescato, Diego Fusaro, Fabiano Longoni, Walter Passerini, Umberto Romagnoli, Riccardo Stagliano, Michele Tiraboschi

Il Metodo Delphi

• É un metodo d'indagine iterativo, particolarmente utilizzato nella ricerca scientifica in materia di business, che si svolge attraverso più fasi di espressione e valutazione delle opinioni di un gruppo di esperti ed ha l'obiettivo di far convergere l'opinione più completa e condivisa in un'unica "espressione”

Il Metodo Delphi

• Con questo metodo si ottengono risposte ad un problema da un gruppo (panel) di esperti indipendenti attraverso due o tre round. Dopo ogni round un amministratore fornisce un anonimo sommario delle risposte degli esperti e le loro ragioni. Quando le risposte degli esperti cambiano leggermente tra i vari round, il processo è arrestato, infine tra le risposte al round finale viene eseguita una sorta di media matematica

Il lavoro in tutto il mondo è uno dei problemi cruciali

Causa ed effetto della trasformazione del lavoro, della società

e della nostra vita

Un po’ di dati

• Alla TIM:- l’orario contrattuale è di 38h di lavoro

settimanali per 7,6h giornaliere- le persone sono 50.000- tutti hanno rinunciato a 2,5 gg di lavoro al mese- la riduzione è stata di 760.000h complessiveIl risultato è stato il salvataggio di 20.000 posti di lavoro

Un po’ di dati

ITALIA$ 35.836

12%1.725

FRANCIA$ 42.719

10%1.482

GERMANIA$ 48.032

3.8%1.371

PIL Disoccupaz.

Ore lav. anno

Un po’ di dati

• In Italia 1

- 1891: popolazione 40.000.000, h lavorate 70 miliardi- 1991: popolazione 57.000.000, h lavorate 60 miliardi hanno prodotto 13 volte di più- 2016: popolazione 61.000.000, h lavorate 40 miliardi hanno prodotto 59 volte di più• Il PIL nel 1991 era $1.268 miliardi e nel 2016 $2.142miliardi

1. Fonte Nicola Cacace

Un po’ di dati

• Nella metà dell’800 Mancester, la città industriale per eccellenza in Inghilterra, aveva il 94% della sua popolazione operaia

• Oggi in Italia solo il 33% dei nostri concittadini è operaio, il 33% sono impiegati con un elevato rischio di sostituzione da parte delle “macchine” come gli operai con i robot. Il restante 33% svolge attività creative per ora questi sono difficilmente sostituibili con le “macchine”

• Il dato interessante (forse più curioso che interessante) è che tutte e tre le categorie sottostanno alle stesse leggi del lavoro e hanno le stesse regole per la pensione…

Un po’ di dati

Qualche considerazione

• L’attività intellettuale risponde alla motivazione, senza motivazione non “funziona”

• Nel mondo del lavoro persistono criteri organizzativi connessi all’unità di tempo e di luogo

Qualche considerazione

• Le politiche occupazionali non possono più ignorare:

- l’evoluzione demografica - la mobilità geografica - la tecnologia - lo sviluppo delle organizzazioni - la globalizzazione - la scolarizzazione - …

Qualche considerazione

• Il passaggio della popolazione mondiale da 6 miliardi a 7 miliardi è durata 14 anni

• Ora per passare da 7 a 8 miliardi la previsione è di 17 anni

Dunque, la crescita demografica sembra abbia iniziato a rallentare

Qualche considerazione

• Nei prossimi anni l’AIDS e molti tipi di cancro saranno debellati, la fecondazione artificiale e la clonazione umana saranno all’ordine del giorno, il biossido di carbonio presente nell’atmosfera sarà reso innoquo, i ciechi potranno vedere attraverso apparati artificiali

• Potremo vivere 750.000h rispetto alle attuali 700.000

Qualche considerazione

• Gli anziani con più di 65 anni saranno 910 milioni rispetto ai 420 milioni di oggi

• La maggioranza delle persone diventa “vecchia” negli ultimi due anni della propria vita, in quel periodo essi spenderanno in medicine l’equivalente di quello che hanno speso in tutta la loro vita precedente

Il cutural gap1

•Come Lorenz Von Stein definì la società industriale solo dopo 100 anni dal suo inizio, era la metà del 1700, così la società postindustriale negli anni 80, del secolo scorso, ha iniziato ha delinearsi più coerentemente rispetto ai fattori che la caratterizzano: progresso tecnologico, globalizzazione, diffusione dei media, scolarizzazione di massa. È proprio in quegli anni che alcune aree metropolitane negi USA hanno puntato sulla conoscenza ed innovazione

1. Trattare le nuove reltà servendosi delle vecchie categorie

Il cutural gap1

•Moretti, della Berkeley University, sostiene che il destino delle città dipenderà sempre più dal livello di istruzione dei suoi cittadini (Stanford, Washington, Boston, Madison, San Jose hanno più del 50% di cittadini laureati e Merced, Yuma, Visilia, Flint, Vineland solo il 15%. Moretti ha verificato che queste ultime attraggono meno le hight tech, hanno più divorzi, più criminalità, bassi salari, scarsa vitalità culturale, più astensionismo nelle elezioni e modesta qualità della vita)

1. Trattare le nuove reltà servendosi delle vecchie categorie

Tecnologie

• Secondo la legge di Moore la potenza del microprocessore raddoppia ogni 18 mesi. Cio significa che oggi un chip è circa 70 miliardi di volte più potente di quello del 1970. Fra una decina d’anni sarà di migliaia di miliardi di volte superiore a quello di oggi e sarà più piccolo, avrà la dimensione di un neurone umano

Tecnologie

• Le stampanti 3D ed il SW ci consentiranno di costruire in casa i pezzi di ricambio dei nostri elettrodomestici, mobili, ecc.

• Le case produttrici venderanno il SW per la loro realizzazione, anzichè i pezzi di ricambio

Tecnologie

• Le nuove tecnologie ICT fra 10 anni avranno trasformato il mondo in un’enorme agorà

• Teleapprenderemo, telelavoreremo, teleameremo, ci teledivertiremo

• Il rischio sarà di diventare obesi e astratti per mancanza di contatti “materiali”

Tecnologie

• L’intelligenza artificiale potrà risolvere problemi con dimostrazioni a noi incomprensibili

• Il concetto di privacy tenderà a scomparire• Grazie alla chirurgia modificheremo a

piacimento il nostro corpo e con la farmacologia inibiremo i sentimenti o li alimenteremo, li simuleremo,…

Economia

• Il PIL mondiale pro capite crescerà almemo il 150% rispetto ad oggi

• I paesi emergenti produrranno soprattutto beni materiali e il terzo mondo fornirà materie prime e manodopera a basso costo

• L’Africa sarà il continente più povero• L’Europa sarà il più grande blocco economico,

con la migliore qualità della vita

Economia

• La Cina avrà un Pil più alto degli USA, avrà maggiori riserve valutarie, sarà al primo posto nell’acquisto di autoveicoli, avrà le maggiori banche mondiali, avrà 15 megalopoli, ciascuna con più di 25 milioni di abitanti

Economia

• Accanto ai BRIC (Brasile, Russia, India, Cina) ci saranno i CIVETS (Columbia, Indonesia, Vietnam, Egitto, Turchia, Sud Africa)

Economia

• L’economia avanzerà, anche grazie alle stampanti 3D, il fai da te per le attività di manutenzione domemestica e per la produzione di energia ad uso domestico

Economia

Attualmente gli otto personaggi più ricchi del mondo posseggono la stessa ricchezza condivisa complessivamente da 3,6 miliardi di poveri

Economia

• Nel caso in cui la quota di PIL destinata a remunerare il capitale finanziario crescerà ancora , quella destinata a remunerare il lavoro continuerà a diminuire

• La ricchezza si accentrerà sempre più, con conseguenze disastrose per l’equilibrio economico, ecologico e sociale

I gap

• Fra dieci anni, ogni ventenne avrà davanti a sè 580.000h di vita, coloro che saranno addetti a mansioni esecutive ne occupereranno non più di 60.000h, cioè circa un dodicesimo della loro vita, altre 200.000h saranno dedicate alla cura del corpo (sonno, care,...), 120.000h, poi, alla formazione. Le restanti 200.000h (pari a 8.300 giorni o a 23 anni) saranno disponibili, queste sono quasi quattro volte più del tempo destinato al lavoro

Le 200.000 h

Queste 200.000h sono la concreta rappresentazione della metamorfosi in atto. Le risposte a queste domande sono cruciali dal punto di vista dell’organizzazione della futura società:• Come occuparle? • Come evitare la noia e la depressione?• Come crescere intellettualmente?

Le incognite

• Aumenterà la violenza o ci sarà la pace sociale?• La violenza sarà virtuale o reale?• La differenza dipenderà del nostro livello

culturale• Da subito è urgente, necessario e indispensabile

formarci per il tempo libero, dobbiamo impegnarci più di quanto abbiamo fatto fino ad oggi, per il tempo di lavoro

La società androgina

• Le donne in Italia vivono mediamente sei anni in più degli uomini

• Fra 10 anni nel mondo le donne vivranno mediamente tre anni in più degli uomini

• Le donne sono il 60% degli studenti universitari e sono il 60% dei laureati, sono poi il 60% delle persone con un master

La società androgina

• Molte donne sposeranno un uomo più giovane

• Altre avranno un figlio pur essendo single • Questa possibilità non ci sarà ancora per gli

uomini• Le donne saranno al centro del potere e

saranno tentate di gestirlo con durezza per “rivalsa” dei 10.000 anni precedenti

L’etica

• Attualmente in Europa una mucca da latte riceve un sussidio di $ 913, mentre un abitante dell’Africa subsahariana solo $ 8.

• Fra 10 anni il mondo sarà più ricco, ma ineguale

Probabilmente aumenteranno i conflitti

L’etica

• Il reddito del mondo supera i 65 trilioni di dollari e aumenta del 3% all’anno

• Secondo il “Rapporto sullo sviluppo umano” dell’ONU basterebbero $ 100 miliardi ogni anno per sradicare dal mondo la fame e la povertà estrema

• Il “Bruntland report del 1987” ci ricordava: “…non va compromessa la possibilità delle future generazioni…”

L’etica

• Sempre più persone lavoreranno nel terziario• Saranno importanti le qualità delle

prestazioni e l’affidabilità dei professionisti sarà apprezzata

• La società industrile è stata più onesta e trasparente della società agricola, quella postindustriale lo sarà più di quella industriale

L’estetica

• L’estetica sarà più importante della perfezione tecnica, che è già molto sofisticata

• I laici si rifaranno a questa disciplina e all’etica più che ad altre

La cultura

• Fra 10 anni l’omologazione globale prevarrà sull’identità locale

• Gli stati nazionali conteranno meno e prevarrà sempre più l’aspetto globale (questo aiuterà ad aumentare la sensibilità alla preservazione del globo)

• Cio non significherà che ciascuno si differenzierà per i desideri, i gusti e i comportamenti

La cultura

• La cultura digitale soppianterà quella analogica• L’invadenza delle tecnologie non intaccherà la

creatività, l’estetica, l’etica, la collaborazione, il senso critico e il problem solving

• Il Washington Consensus (mercato + pluralismo + libertà) sarà insidiato dal Beijing Consensus (socialismo di mercato + partito unico + autoritarismo)

La cultura

• La distribuzione ineguale di ricchezze, lavoro, sapere, potere, opportunità e tutele provocherà conflitti

• L’Africa sarà il continente con il maggior numero di monoteisti: 640 milioni di cristiani e 700 milioni di islamici

• L’istruzione sarà permanente e occuperà 120.000 h della “nuova vita”

La cultura

• Il sapere avverrà secondo la modalità molti per molti (Wiky, facebook, Sistema Abreu,..)

• Ci sarà maggiore sensibilità verso il patto sociale: tra uomini e donne, tra giovani e vecchi, tra autoctoni e immigrati, tra datori di lavoro e lavoratori per distribuire equamente ricchezza, sapere, potere, lavoro, opportunità e tutele

Sistema Abreu

• El Sistema ("Il Sistema") è un modello didattico musicale, ideato e promosso in Venezuela da José Anonio Abreu, che consiste in un sistema di educazione musicale pubblica, diffusa e capillare, con accesso gratuito e libero per bambini di tutti i ceti

• Questo sistema didattico ed educativo è gestito e promosso da una fondazione

Sistema Abreu

• Questo metodo mira ad organizzare sistematicamente l'educazione musicale ed a promuovere la pratica collettiva della musica attraverso orchestre sinfoniche e cori, come mezzo di organizzazione e sviluppo della comunità

Il lavoro

• Tutto influisce sul lavoro • Progresso, tecnologie e produttività del lavoro

crescono a velocità esponenziale• Fra 10 anni ci sarà un’ulteriore “Job Less Growth”

con la perdita del 60% degli attuali posti di lavoro• Le macchine assorbiranno il lavoro manuale e il

lavoro intellettuale esecutivo• Il restante, non assorbito, sarà trasferito o affidato

agli immigrati

Il lavoro

• La Cina sarà la fabbrica più grande del mondo• L’India l’uffico più grande del mondo

I paesi avanzatiti

In questi paesi:• il 20% degli occupati svolgerà attività operaia• il 30% saranno impiegati esecutivi • il 50% svolgerà attività creative, queste

saranno le attività meglio retribuite e più garantite

L’“ozio creativo”

• I creativi non saranno assoggettati ad un orario di lavoro, l’attività sarà ad elevata informatizzazione

Questa condizione lavorativa è l’“ozio creativo” di cui spesso abbiamo parlato

Il lavoro

• Nell’ “ozio creativo” il lavoro, lo studio e il gioco si confonderanno tra loro, destrutturati nel tempo e nello spazio

• L’attività sarà organizzata per obiettivi, la motivazione condizionerà fortemente la produttività ed i risultati in genere

• Gli operai e gli impiegati addetti a attività esecutive lavoreranno con meno garanzie e per un massimo di 60.000 h

Il lavoro

• Se il lavoro ripetitivo non sarà ridistribuito la disoccupazione aumenterà e aumenteranno i NEET (Not Engaged in Education, Employment or Training)

• Così ci saranno meno consumi e più conflitti sociali, sarà difficile redistribuire il lavoro, ancor più complessa sarà la redistribuzione della ricchezza, del sapere e del potere, delle opportunità e delle tutele

Il contesto dell’Italia

• L’Italia è 30 volte più piccola degli USA o 28 volte più piccola dell’emergente Brasile e non ha giacimenti di materie prime

• L’italiano è parlato da circa 100 milioni di persone nel mondo, contro il 1,4 miliardo di persone che parlano il cinese, il miliardo che parla l’inglese, i 594 milioni che parlano l’Hindi-Urdu e i 410 milioni che parlano lo spagnolo

Il contesto dell’Italia

Di seguito ci sono tutte le ragioni per cui dovremmo essere orgogliosi di essere italiani:• Tra 196 paesi dell’ONU siamo all’ottavo posto

per il PIL, al 34° per il PIL pro capite $35.686, al 10° posto come paese esportatore, all’ottavo per il commercio di beni, al quinto per incoming turistico, al settimo per l’industria manufatturiera e servizi

Il contesto dell’Italia

Da qui iniziano i nostri problemi:• Su 196 paesi dell’ONU siamo al 183° posto per il

tasso di natalità 9,2 nati ogni 1.000 abitanti• Se continueremo così fra 10 anni saremo

64.000.000• La speranza di vita è 83 anni per gli uomini e 88

per le donne, la percentuale degli over 60 sarà oltre il 30% e la percentuale degli under 15 sarà 13%

Il contesto dell’Italia

• La percentuale dei laureati in Italia è il 23%, come nelle aree metropolitane USA più disastrate

• La percentuale degli iscritti all’università tra i giovani dai 19 ai 25 anni è del 34,4% per i maschi e del 40,8% per le femmmine ( in Corea del Sud 95%,in USA 89%, in Spagna 85%)

Il contesto dell’Italia

• La Germania incentiva l’iscrizione dei diplomati all’università, noi al contrario abbiamo aumentato le facoltà con il numero chiuso di iscrizioni

• Nel 2026 se le percentuali non cambieranno, solo il 60% dei diplomati si iscriverà all’università e solo il 23% delle donne e il 17% degli uomini conseguirà la laurea magistrale

Il contesto dell’Italia

• La conseguenza è che il tasso di disoccupazione giovanile è il 40%

• A cinque anni dalla laurea solo l’84% dei pochi laureati trova un’occupazione

• Nel 2016 su 100 giovani gli occupati in Italia sono il 56% ( il 73% in Danimarca, 74% in Germania, il 75% in Svezia)

• In Italia i NEET (Not Engaged in Education, Employment or Training) sono il 23%, siamo al 10 posto nel mondo. 186 paesi sono meglio di noi

Il contesto dell’Italia

• Non solo il settore pubblico è stato sordo, anche le imprese private sono state “miopi” sul tema della formazione. Malgrado tutti gli addetti ai lavori da anni sostengano l’importanza della formazione, tutte le migliori aziende hanno disinvestito in quest’area chiudendo le loro Business school, che dagli anni 60/70 sono state il loro fiore all’occhiello e un prezioso network: Fiat, Telecom, Olivetti, ENI IBM, ex IRI, Unicredit,…

La società postindustriale

• Il nuovo decennio sarà un nuovo Rinascimento che farà fare un balzo ai media, all’arte, alle scienze sociali

• Prevarranno meno i valori del “fordismo” come:- Protezione del posto di lavor inteso come proprietà- Modello del posto fisso a vita - La sicurezza economica del lavoro subordinato- Del lavoratore maschio e della femmina PT per badare ai figli- La settimana di 40 h- La fabbrica come luogo di lavoro- La dialettica tra “otium e negotium”

La società postindustriale

• Sarà sempre meno opprimente l’identificazione del lavoro con la fatica fisica e con il sacrificio

• Emergerà con forza il valore dell’autonomia e della soggettività

La socieatà postindustriale

• I valori emergenti saranno: - La ricerca dell’inovazione e della qualità per competere

nel mondo- L’annullamento della distanza, l’aumento della mobilità

d’informazione, delle persone e delle merci- La creazione di reti della conoscenza- La dematerializzazione di tutte le produzioni, l’hardware e

il software tenderanno a pareggiarsi- L’intelletto e il pensiero saranno un binomio integrato

La socieatà postindustriale

• Verranno progettati nuovi paradigmi di società, di organizzazioni e di lavoro

• Il digital divide sarà discriminante, per l’accesso a posizioni lavorative sono fondamentali le competenze ICT

• Chi non avrà competenze ICT lavorerà nel mondo dei servizi alla persona

• Il confine tra agricoltura e industria, campagna e città non ci sarà più (ci saranno orti cittadini e serre cittadine, elettrodomestici idroponici)

La socieatà postindustriale, in Italia

• Anche il nostro paese si svilupperà fortemente nel senso di società postindustriale, sarà una lunga transizione perchè è un paese disomogeneo

• La disomogeneità è: - Geografica- Tecnologica- Anagrafica• Entro il 2025 avremo un approccio più moderno e ci sarà

ancora una crisi socio politica come negli ultimi decenni

La società postindustriale, in Italia

• Si intensificherà la globalizzazione: le città cambieranno, diverremo un paese multietnico, i valori e le culture dei diversi segmenti di popolazione muteranno profondamente

• I prossimi 10 anni saranno di progettazione. La configurazione delle organizzazioni e dei lavori richiederà integrazione tra più soggetti e si baserà su metodologie e tecniche di progetto (reti di organizzazione orientate ai risultati) e su negoziazione degli interessi (più forti)

La società postindustriale, in Italia

• Si formerà una rete di soggetti pubblici e privati che integrerà le iniziative esistenti, ma disperse, farà emergere i “Best Cases” in corso. Ne diffonderà i modelli, le soluzioni e i metodi; le persone che avranno fatto queste esperienze saranno valorizzate

• Ci sarà ancora un’economia illegale gestita in parte dalla criminalità che sarà sempre più uno stato nello stato

La società postindustriale, in Italia

• Viste le sproporzioni tra debito pubblico e PIL, si acuirà la frattura generazionale a discapito delle nuove generazioni, che non potranno trarre vantaggio dal welfare centrale statale, ormai scassato e senza margini da distribuire

La società postindustriale, in Italia

• Le difficoltà del sistema produttivo a recuperare competitività internazionale spingeranno i governi, sprovvisti di un progetto di rilancio industriale, a puntare sul turismo culturale come volano della ripresa economica

La socieatà postindustriale, in Italia

• Crescerà la tipicità e la biodiversità economica, con forte caratterizzazione territoriale

• Le comunità rurali si ripopoleranno parzialmente grazie a coloro che per anticonformismo abbandoneranno le città

• La ricerca applicata continuerà a modificare la natura stessa delle colture

• Le coltivazioni OGM continueranno a cambiare il DNA delle sementi , per renderle resistenti ai parassiti, con effetti sconosciuti sul sistema della vita e della salute umana

La produzione e i servizi

• Da qui al 2025 avverà una profonda riconversione economica industriale in cui l’innovazione modificherà il mix dei settori, cio renderà indispensabile una profonda azione di educazione e formazione

• Le differenziazioni saranno in prevalenza costituite da produzioni a basso volume e ad alto valore aggiunto e produzioni ad alto volume e basso valore aggiunto

La produzione e i servizi

• Con l’attuale crescita demografica la forza lavoro sarà scarsa avremo bisogno di alcuni milioni di persone tra italiani e stranieri

• La società deindrustrializzata farà si che l’Italia sarà attrattiva, riposante ed istruttiva

• L’Italia produrrà a bassi volumi ad alto valore aggiunto• Il ruolo dell’industria sarà ancora rilevante ma in

rapida trasformazione e cresceranno i settori agroalimentare, culturale e il turismo

La produzione e i servizi

• La produzione industriale rappresenterà il 20% dell’intera economia

• Il settore terziario(compreso quello interno ai settori produttivi) crescerà dall’attuale 68%, sia per quanto concerne l’attività che per il livello occupazionale

Omologazione ed identità

• La conservazione e la capacità innovazione delle radici culturali regionali favorirà il successo economico del territorio

• Sarà favorita la territorialità agroalimentare , soprattutto al sud e nelle isole

• Il recupero territoriale come valore dell’identità produrrà convivenza sul piano etnico, religioso, culturale con i flussi migratori

Omologazione ed identità

• La nostra sarà una società plurale. Manterrà il valore della famiglia e della micro comunità sociale. Cio favorirà gli arrivi dal sud del mondo ove questi valori hanno un ruolo rilevante nelle culture locali

• Non verranno meno le differenze culturali e treadizionali delle regioni (dialetti, divari culturali, tradizioni, folklore,…)

La nostra società potrà mantenere inalterato il valore della famiglia?

• Nel mondo una delle metamorfosi più rilevante in atto è quello della vita umana

• L’immagine della vita umana è mutata perchè stanno per cambiare e o sono mutate la maternità, la paternità, la genitorialità che sussistevano da millenni1

1. Ulrich Beck La metamorfosi del mondo 2017

La nostra società potrà mantenere inalterato il valore della famiglia?

• L’atto considerato intimo e quasi “sacro” è diventato, per metamorfosi, un campo d’attività globali

• Fino a pochi anni fa due fatti erano considerati punti fermi:

1. l’impossibilità di controllare la riproduzione umana

2. la cura e la responsabilità dei figli era una “legge morale”

La nostra società potrà mantenere inalterato il valore della famiglia?

• Per tutti e in tutte le situazioni la “legge di natura” era l’unione biologica tra madre e figlio, segnava l’inizio della vita umana

• Questa unione si poteva manifestare in molti modi e si adattava alle più varie ideologie

• Oggi sta nascendo la maternità transnazionale: madri che migrano in paesi lontani e lasciano a casa i figli per guadagnare di più e offrire loro opportunità di vita migliori

La nostra società potrà mantenere inalterato il valore della famiglia?

• I cambiamenti sono nati e visti come conseguenze del cambiamento sociale

• La metamorfosi del mondo, per quanto concerne la maternità e la paternità, è accaduta con il concepimento plasmato dalla tecnologia medica

• La genesi della vita umana è esposta all’intervento e alla volontà creativa dell’uomo

La nostra società potrà mantenere inalterato il valore della famiglia?

• Il risultato di tutto cio è che il concepimento della vita umana è diventato un campo da gioco per la varietà di attori e d’interessi disseminati per il mondo (Beck – Gernsheim 2015)

• È la combinazione tra medici, genetica, e biologia che ha fatto varcare la soglia della metamorfosi

La nostra società potrà mantenere inalterato il valore della famiglia?

• Possiamo considerare l’inizio di questa metamorfosi il 1978, ove per la prima volta, in Inghilterra un bambino era nato, dopo esser stato concepito fuori dal grembo materno, in una provetta

• Tutto nacque dalla ricerca avviata per superare i problemi di fertilità di talune mogli (si badi bene non delle donne in genere)

• Non c’era un obiettivo rivoluzionario, non si pensava e, tanto meno, si voleva modificare l’immagine dell’umantà

La nostra società potrà mantenere inalterato il valore della famiglia?

• Tutto lo sforzo della ricerca era stato concepito per consolidare l’immagine tradizionale della famiglia e al contrario con il passare del tempo la discrepanza tra pensiero e azione è andata crescendo

La nostra società potrà mantenere inalterato il valore della famiglia?

• L’atto della procreazione non avviene più faccia a faccia, tra uomo e donna

• Non è più necessaria la compresenza in uno stesso tempo e in uno stesso luogo (sembra incredibile, è come per lo smart working)

• Il padre e la madre potrebbero essere vissuti in tempi diversi, non contemporaneamente, ormai anche i defunti possono concepire e far nascere figli

Produzione industriale e maternità permanente

• Tutto il tema della “sacralità della famiglia” come base della società è stato superato e anche questo concorre (come il cambiamento del lavoro) a mutare la società nelle sue radici

• Il fatto poi che il tutto accada anche in modo transnazionale rende ancor più globale l’impatto, con tutte le conseguenti implicazioni normative e legislative, le norme locali non solo sono superate dai fatti ma possono essere evitate scegliendo lo stato più conveniente per ottenere cio che si desidera

Produzione industriale e maternità permanente

• Nasce così la cosmopoliticizzazione invisibile che crea e integra nei destini dei figli forme territoriali e sociali di paternità e maternità biologica a distanza

• Il figlio in fase prenatale diventa oggetto di attenzione, dibattito e conflitto globale, legale, politico, etico e religioso

• È questo un altro ambito ove si evdenzia l’impossibilità del governo locale a regolamentarlo

Produzione industriale e maternità permanente

• In questo contesto è fallita la nostra concezione di morale e etica, questa è la metamorfosi, infatti in una simile circostanza tutte le norme e le regole esistenti connesse alla nostra storia cambiano e vengono distrutte da nuove prassi e nulla di cio che era cardine nella società tradizionale ha più la stessa valenza e valore

• Contemporaneamente si generano pressioni sulle istituzioni esistenti per accelerare la definizione di nuove regole per le nuove pratiche, del tutto inimmaginabili fino a pochi anni fa

Produzione industriale e maternità permanente

• A questa pressione è necessario rispondere con con concetti e strumenti innovativi, il risultato sarà una riforma dell’ordine moderno basato sullo stato nazione

Un esempio per tutti

• Il conflitto tra madri surrogate che dopo il parto contravvengono al patto sottoscritto e vogliono tenere il figlio e i genitori committenti che, per contro, avviano un’azione legale per averlo. Spesso poi le due controparti si trovano in stati diversi

• Chi ha il diritto di avere il bambino? Spesso ancora non ci sono leggi e quelle che ci sono nei singoli stati spesso non collimano e sono inconciliabili. Non c’è neppure il sostegno e la saggezza di vita dell’esperienza

• La domanda è: “Quali leggi e quali disposizioni vanno seguite?”

Un esempio per tutti

• Se poi gli stati coinvolti sono soggetti alla common law la situazione si complica ancor di più

• Ricordo un episodio relativo ad una nascita surrogata di una madre indiana (sono spesso donne indigenti di paesi poveri) che aveva partorito in India e i committenti erano cittadini tedeschi, in Germania c’è poi un’ulteriore complicazione determinata dal divieto di surroga della maternità. Malgrado il rifiuto della madre naturale indiana i committenti volevano esertitare il diritto contrattuale ma il neonato in India era cittadino tedesco perchè i genitori per contratto erano tedeschi. Ma in Germania, come ricordato, non è possibile la pratica esercitata in India e quindi il bambino non poteva avere alcuna cittadinanza, perchè non era riconosciuto dalla Germania

Conseguenze sul lavoro

• Il progresso tecnologico continuerà a far crescere il valore economico aggregato

• I costi dei robot saranno più abbordabili e non sarà più richiesta una elaborata programmazione informatica per insegnargli un nuovo compito, basterà prendergli il braccio meccanico e fargli vedere come si fa

• Le innovazioni sranno rivoluzionarie, ci cambieranno il modo di lavorare e di vivere

Conseguenze sul lavoro

• Entro il 2025 i robot creeranno 13 milioni di nuovi lavori, con un saldo negativo di 9 milioni

• L’automazione non affrancherà l’uomo dalla fatica, entro il 2025 e i robot non rimpiazzeranno 250 milioni di knowledge worker

• Le macchine saranno più competitive nelle attività di routine e ripetitive, mentre l’uomo sarà ancora vincente nel problem soving, nei servizi alla persona, nel settore della ricerca, nella sperimentazione, nella comunicazione e creatività, nell’intrattenimento, nel coodinamento e gestione del lavoro delle macchine

Conseguenze sul lavoro

• Da qui al 2025 l’occupazione crescerà ne: - le attività per il tempo libero- i servizi alla persona- l’innovazione- l’industria 2.0, 3.0 e 4.0

Conseguenze sul lavoro

• Dall’analisi delle 702 occupazioni, censite nel mercato del lavoro USA, si prevede che entro il 2033 il 47% dei mestieri considerati saranno a rischio estinzione/sostituzione

• Questa tendenza è indicativa per tutti i paesi industrializzati del mondo

Conseguenze sul lavoro

• Nel 2025 in Italia si ridurrà di 10 punti percentuali il divario del tasso di occupazione rispetto al tasso UE, oggi secondo l’ISTAT l’Italia è al 56% e la media UE al 65%

• Saranno 4 milioni i lavoratori che punteranno su innovazione e qualità della produzione

• Non si investirà molto sulla modernizzazione della terziarizzazione per cui la crescita nell’ambito culturale, ambientale e esternalizzazione sarà meno incisiva che in altri paesi occidentali e si farà poco anche sul controllo dei tempi di lavoro: straordinari e flessibilità nei tempi per accedere alla pensione

Conseguenze sul lavoro

• Oggi su 100 giovani in età universitaria in USA 80 accedono all’università, 70 in Russia, solo 36 in Italia

• Solo il 23% degli italiani ha una laurea• Nei giovani tra i 25 e i 34 anni siamo gli ultimi

in Europa come percentuale di laureati• In Italia solo 3 su 10 diplomati si iscrivono

all’università

Impatto sull’organizzazione

• Da qui al 2025 in Italia cambieranno profondamente l’organizzazione ed il lavoro. Più specificatamente si produrranno progetti che riguarderanno:

- Le piattaforme produttive- Le reti di imprese e istituzioni- L’organizzzione di singole imprese- L’organizzazione dell’amministrazione- I mestieri- Le professioni

Impatto sull’organizzazione

• Saranno questioni nazionali:- La rigenerazione- L’innovazione delle organizzazioni e del lavoro- Lo sviluppo di nuovi paradigmi- Si avvieranno nuovi piccoli e grandi progetti

Impatto sull’organizzazione

• Le PMI subiranno i maggiori cambiamenti anche a causa dell’impatto della quarta rivoluzione industriale

• Sarà elevato il richio per coloro che non sapranno innovare e rinnovare, saranno attaccabili dai paesi con basso costo di manodopera

Impatto sull’organizzazione

• Il lavoro nei prossimi 10 anni sarà sempre meno dipendente e sempre più intraprendente

• L’apprendimento continuo di nuove competenze sarà dominante , ci saranno meno posti di lavoro, non ci sarà più l’orario di lavoro vincolante e non ci sarà più un luogo di lavoro

Impatto sull’organizzazione

• Si accentueranno le differenze tra nord e sud, si accentuerà la vocazione industriale al nord, si accentueranno anche le differenze tra le regioni

• Il triangolo industriale e il nord-est manterranno la loro forte capacità produttiva , continueranno ad innovare anche con prodotti di nicchia

Impatto sull’organizzazione

• Accresceranno la tipizzazione dei distretti, con produzioni dedicate in prevalenza all’espostazione più che al mercato nazionale

• Gli investimenti saranno disomogenei e l’evoluzione frastagliata

• La sostituzione degli uomini con i robot prima al nord e al centro sud si ricorrerà al lavoro a basso costo degli immigrati, poi anche là sarà il tempo delle macchine

Impatto sull’organizzazione

• Le sinergie nei e tra i distretti saranno stategiche

• I tassi di disoccupazione saranno più bassi nelle regioni più sviluppate ad alto capitale sociale e con istituzioni di qualità

• I tassi di occupazione al sud saranno inferiori del 20% rispetto al nord (specialmente per donne e giovani)

Impatto sull’organizzazione

• Al sud, solo la regione Puglia sarà più aperta al cambiamento, con forte crescita turistica, con sviluppo imprenditoriale specialmente nelle nuove tecnologie

• Di qui al 2025, i grandi gruppi internazionali abbandoneranno il sud a causa della scarsa competitività industriale

• Le regioni del sud avranno qualche opportunità nei settori: del turismo, della cultura, dell’agroalimentare

Crescita o decrescita

• La crescita infinita e il consumismo saranno impossibili a cusa delle risorse limitate, produzione e consumo cozzeranno contro l’equilibrio ecologico

Crescita o decrescita

• Nel medio e lungo periodo non si puo parlare di decrescita ma di riallineamento

Crescita o decrescita

• Entro il 2015 cessarà l’attuale influenza del binomio interdipendente finanza consumerismo, saremo costretti a pensare con maggiore attenzione alla decrescita, al riuso, all’economia circolare e alla durata dei materiali. Tutto cio potrà consentire lo sviluppo di nuove attività/professioni e ridurrà lo smaltimento dei rifiuti

Crescita o decrescita

• I temi che saranno sempre più inderogabili, a livello globale, per quanto attiene la loro soluzione saranno, o meglio, continueranno ad essere: fame, povertà, clima, ambiente,…

Crescita o decrescita

• La necessità di soluzione a livello globale dei temi qui sopra accennati saranno il terreno per vere e proprie guerre militari e o commerciali

Crescita o decrescita

• È prevedibile una crescita che renderà possibile la soddisfazione di bisogni fino ad ora insoddisfatti, migliorerà la qualità della vita, valorizzerà conseguentemente il sistema produttivo globale

• Genererà nuove fonti di ricchezza economica e sociale che creeranno esigenze/aspettative nuove che imporranno in modo ancor più pressante cambiamenti della società

Crescita o decrescita

• Come è facilmente intuibile, la crescita non sarà solo economica bensì istituzionale, politica e organizzativa

• Cio non potrà accadere in tempi brevi

Crescita o decrescita

• Da subito il modello di riferimento sembrerebbe essere quello della “acrescita”

• Nel prossimo decennio si punterà prevalentemente su beni relazionali che si fonderanno su un maggior benessere (salute, conservazione ambientale, convivenza sociale) e meno sul consumo di beni a basso valore aggiunto

Crescita o decrescita

• Il riferimento inderogabile costante sarà: “Non dovrà essere compromesso il futuro delle prossime generazioni”

Crescita o decrescita

• Il controllo delle natalità e l’invecchiamento della popolazione saranno ancora, e se possibile ancor di più, il fenomeno da governare per cercare di risolvere il problema della sostenibilità dei sistemi di welfare in tutto il mondo industrializzato

Crescita o decrescita

• Si dovranno superare i problemi del riallineamento delle disparità salariali e la ridistribuzione dei lavori ridefinendo nuovi ruoli/mansioni in modo tale da consentire la gestione della contrazione occupazionale

• Nel prossimo decennio nasceranno nuove politiche transnazionali per i capitali: finanziario, umano e naturale

Crescita o decrescita

• Il ruolo e l’investimento del PIL dovrà essere riconsiderato per consentire la crescita e creazione di nuove occupazioni e, soprattutto, per soddisfare i bisogni del pianeta (cibo, sanità, sanità, srvizi sociali, protezione ambientale, …)

Crescita o decrescita

• La deindustrializzazione impatterà sui paesi del settore estrattivo, in via di sviluppo. La diversificazione e o il rinnovo delle fonti energetiche implicherà l’abbandono del ruolo prioritario degli idrocarburi (e non solo il carbone, l’urnio,…). Cio impatterà in modo rilevante su tutti i paesi che hanno l’economia che si basa prevalentement, sulla loro estrazione

Crescita o decrescita

• Da qui al 2025 il trend tecnologico aumenterà, non diminuirà la domanda dei beni

• I livelli di produttività, grazie all’innovazione tecnologica, aumentranno in maniera esponenziale rispetto a quanto eravamo abituati

• Molte attività umane saranno assorbite dalle innovazioni

Crescita o decrescita

• Per la gestione dei processi produttivi saranno necessarie nuove competenze

• La cirolarità: ricerca, innovazione e formazione garantirà all’uomo un futuro occupazionale

Crescita o decrescita

• Nel prossimo decennio, la prospettiva è meno cupa perchè sarà fondata sull’analisi dei compiti eseguiti dal lavoratore, piuttosto che sul conteggio di posti di lavoro

• Sarà impossibile una sostituzione uno a uno tra lavoratore e macchina

L’occupazione

• Su fronte dell’occupazione, come già accaduto in altri paesi occidentali, si modificherà il diritto del lavoro, iniziando dalla riduzione delle ore di lavoro settimanali

• L’imperativo categorico del futuro sarà la creazione di posti di lavoro e contestualmente si privilegerà il “capitale sociale”

L’occupazione

• La competizione globale imporrà una rigorosa gestione dei costi del lavoro con l’importazione della filiera di lavoratori a basso costo e alla delocalizzazione, in patria si terrà solo la gamma più alta di qualità

• Ci saranno lavori precari (agricoltura, cantieristica, il distretto di Prato,…) che verranno affidati agli immigrati regolari e no

L’occupazione

• Una buona occupazione arriverà dai settori della qualità e da cio che non è delocalizzabile (il made in Italy)

• Il nord sarà prossimo alla piena occupazione, mentre il sud continuerà ad essere critico (meglio andrà la Puglia, la provincia di Salerno e la provincia di Ragusa peggio andranno la Calabria e la Sicilia)

L’occupazione

• L’occupazione sarà stabile nel settore degli armamenti e della siciurezza, ove ci sarà un po’ di incremento

L’occupazione

• Il lavoro regolare e dignitoso non crescerà e i robot saranno utili per combattere l’analfabetismo e l’ignoranza

• La crescita occupazionale si concentrerà nei settori con alto valore aggiunto delle competenze umane

• Queste competenze resteranno necessarie allo svolgimento dei processi produttivi

• Le mansioni routinaririe verranno assorbite dalla digitalizzazione e dall’automazione

L’occupazione

• Sarà elevata la contrazione della forza lavoro richiesta dalla produzione

• Nei prossimi cinque anni aumenteranno gli investimenti nel settore dell’immigrazione e della protezione ambientale

Globalizzazione e posti di lavoro

• La condizione di lavoro sarà un mix tra produttività e orari flessibili. Più che una riduzione secca dell’orario di lavoro ci sarà una flessibilità condizionata dai cicli di vita delle persone

• Cresceranno le opportunità lavorative per l’assistenza agli anziani salute e benessere psicofisico, nei settori innovativi marketing on line e social network, nella gestione dei rapporti interattivi

• Dovrà aumentare l’attenzione del management per integrare le modalità organizzative occidentali e le altre culture

Globalizzazione e posti di lavoro

• A seguito della muticulturità sarà rilevante la differenza culturale da gestire. I formatori dovranno usare approcci culturali ibridi meno centrati sui singoli e più sul benesserre organizzativo globale

• Nella formazione aumenteranno i corsi per migliorare le capacità relazionali e per progetti formativi blanded

Globalizzazione e posti di lavoro

• I paesi con livelli di prodotto interno lordo più elevato continueranno la via della deindustrializzazione in favore dei servizi

• Aumenterà la ricrca di soluzioni ecosostenibili nel settore dell’automotive

• Le relazioni industriali saranno focalizzate sui bisogni di lavoratori e imprese

Globalizzazione e posti di lavoro

• Il 97% de tessuto imprenditoriale italiano di piccole e medie imprese aumenterà l’export, la dimensione internazionale e produttiva. Il made in Italy punterà all’agroalimentare, abbigliamento e moda, arredamento e design, automazione e processi di nobilitazione estetica (bellezza)

Globalizzazione e posti di lavoro

• Ci saranno nuove condizioni di lavoro coworking, lavoro modulare, forme di collaborazione attraverso software collaborativi…

I sindacati

• I sindacati nel 2025 non saranno spariti ma resteranno deboli, si salveranno quelli che si internazionalizzeranno e punteranno sulla fianza etica e i fondi pensione

• Il sindacato farà riforme interne, la partecipazione dei lavoratori alla gestione d’impresa (art.46 della Costituzione) e favorirà nuove vie di accordo

Art. 46 della Costituzione

• Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende

I sindacati

• Finirà il sindacato di matrice ideologica, portatore di interessi di partito, sarà più sociale e orientato agli outsider

• I sindacati saranno costretti a trattative aziendali e si occuperanno più di oggi della formazione, riconversione, ricollocamento e occupabilità

• Si formeranno comitati d’appello per fare ricorso contro i licenziamenti ingiustificati

• Aumenterà l’impegno dei sindacati nei confronti dei lavoratori autonomi e on demand

La dimensione internazionale

• L’aumento della scolarizzazione sarà il volano della globalizzazione che dovrebbe migliorare la qualità della democrazia globale e influelenzerà la fertilità femminile evitando il rischio del boom demografico

La dimensione internazionale

• Il rischio di default del sistema di equilibri politici attuali è elevato, l’unica via d’uscita sarà quella di creare le condizioni per una autorità mondiale (riforma o rifondazione dell’ONU) con reale capacità sanzionatoria, difficile pero da realizzare a breve

La dimensione internazionale

• L’attrattività dell’economia per gli investimenti esteri sarà determinata dalla qualità delle infrastrutture digitali e dal sistema legale e fiscale

• I beni culturali saranno il petrolio italiano (luoghi di bellezza naturali unici, gioielli culturali, ottimo cibo, opportunità di convivialità)

La dimensione internazionale

• Forte sviluppo del terzo settore (imprese sociali, società di benefit, onlus, fondazioni)

• Nel prossimo decennio l’Italia, più del resto dell’Europa, attrarrà investitori per strategie globali attraverso, turismo, artigianato, agricoltura, abbigliamento, arredamento e automazione industriale

Tre tipi di lavoro

• Da qui al 2025 cambieranno le proporzioni tra le tre tipologie di lavoro gli:

- Operai passeranno dal 33% al 25%- Impiegati dal 33% passeranno

temporaneamente al 25% per poi sparire- Creativi dal 33% cresceranno continuamente e

costantemente (sarà una condizione simile a quella degli artigiani nel periodo preindustriale)

Tre tipi di lavoro

• Gli impiegati vedranno le loro retribuzioni diminuire, le attività creative saranno quelle di riferimento nella società, l’operaio farà meno fatica nell’espletamento della sua attività. Sarà molto più focalizzato sulle competenze organizzative e logistiche. Questa nuova condizione della categoria operaia implicherà una crescita della scolarizzazione

Tre tipi di lavoro

• Il lavoro sarà ricomposto in professioni attive in organizzazioni innovative, saranno utili per generare processi di servizio sempre più complessi che configureranno nuove identità professionali

• I mestieri e le professioni saranno concentrate su: servizi basati sulle conoscenze , rafforzamento di identità personali, protezione della qualità della vita di lavoro.

• Avverà l’unificazione tra lavoro astratto e lavoro artigiano. • Ci sarà una sorta di ciclo virtuoso di crescita di conoscenza

Tre tipi di lavoro

• Ci saranno due grandi grupppi di mestieri e professioni: 1. Mestieri e Professioni autonomi:- Le tradizionali libere professioni - Le professioni sociali (badanti, assistenti sociali,

informatici)2. Mestieri e Professioni all’interno di organizzazioni:- Professionisti ICT, progettisti, Marketing e commeciale,

pianificatori, amministrativi, venditori, manager professionisti…

Tre tipi di lavoro

• Sorgeranno professioni strategiche che saranno il motore della mutazione del modello economico organizzativo:

- Produzione: aerospaziale, meccatronica, chimica, farmaceutica, moda

- Servizi: sanità, istruzione, giustizia, turismo, ICT, logistica, portualità, agroalimentare, water management,…

Tre tipi di lavoro

• Le nuove professioni saranno protagoniste della:

- Condivisione- Conoscenza- Cooperazone- Comunicazione- Promozione della comunità

Tre tipi di lavoro

• Si andrà creando un processo/percorso di costruzione di un futuro professionale per tutti

• Scaturirà in metodi di job and professional design che si attiveranno in programmi formativi di nuova concezione nelle scuole di ogni ordine e grado che collaboreranno con le organizzazioni diverse centri di ricerca, artisti, istituzioni, imprese, sindacati, persone stesse che con tecnologie interattive coprogetteranno la loro formazione come prosumer1

1. un utente che, svincolato dal classico ruolopassivo, assume un ruolo più attivo nel processo che coinvolge le

fasi di creazione, produzione, distribuzione e consumo

Cresce l’imporanza delle skill cognitive

• Gli operai fordisti delle linee di montaggio, le cassiere della GDO e gli operatori dei call centre diminuiranno in percentuale, avranno scarsi bisogni formativi e saranno inchiodati ai tempi delle macchine e o dei loro clienti

Cresce l’imporanza delle skill cognitive

• Gli operai e gli impiegati diventeranno operatori di processo, ossia controlleranno il processo produttivo (fisico e informatico) attivando processi di comunicazione, cooperazione e condivisione di conoscenza con altri nodi dell’organizzazione

Cresce l’imporanza delle skill cognitive

• Saranno gli artigiani digitali a cui sono affidate le responsabilità di confezionare un prodotto che richiede la loro maestria

• A causa della dematerializzazione del lavoro aumenteranno notevolmente le attività creative rispetto a quelle operaie e impiegatizie

Cresce l’imporanza delle skill cognitive

• Gli insegnanti dovranno padroneggiare le nuove tecnologie legate alla didattica

• I manager intermedi saranno sempre più coach e sempre meno figure gerarchiche