Vaccinazione antirotavirus

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Vaccinazione antirotavirus e utilizzo dei servizi sanitari per diarrea da parte dei bambini negli USA Cortes JE, Curns AT, Tate JE, et al. Rotavirus Vaccine and Health Care Utilization for Diarrhea in U.S. Children N Engl J Med 2011;365:1108-17 Background. Nel 2006 la European Medicines Agency ha approvato l’immissione in commercio di due nuovi vaccini contro la diarrea da Rotavirus, il Rotarix (GlaxoSmithKline Biologicals) ed il Rotateq (Sanofi Pasteur MSD). Una linea guida dell’ESPGHAN del 2008 raccomanda questa vaccinazione nel territorio europeo (JPGN 2008;46: S38-S48). Negli USA questa vaccinazione è presente dal 2006. Scopi. Valutazione dei ricoveri, visite al Pronto Soccorso e visite presso gli ambulatori pediatrici per diarrea dopo l’introduzione della vaccinazione antirotavirus e confronto con gli anni precedenti. Metodo. Raccolta dati dei bambini vaccinati entro tre mesi dalla nascita attraverso un database raccolta informazioni di assicurazioni pubbliche e private. Rilevamento dei ricoveri ospedalieri per diarrea e diarrea causata da rotavirus, visite presso il Pronto Soccorso e visite ambulatoriali per diarrea. Confronto dati tra le stagioni 2007-2008 e 2008-2009 caratterizzate dalla vaccinazione universale antirotavirus con le cinque stagioni precedenti dove non vi era stata campagna vaccinale. Risultati. La copertura vaccinale ha raggiunto il 73% dei bambini al di sotto di un anno alla fine del 2008 con una riduzione delle ospedalizzazioni per diarrea non altrimenti specificata in bambini <5aa del 33% nella stagione 2007-2008 e del 25% nel 2008-2009 rispetto agli anni precedenti. In particolare i ricoveri per diarrea da rotavirus sono crollati del 75% nella prima stagione e del 60% nella seconda stagione. Nel confronto tra bambini vaccinati e non vaccinati nella stagione 2008- 2009 si è avuta una riduzione del 58% di ricoveri per diarrea, del 89% per diarrea causata da rotavirus, del 48% per visite di Pronto Soccorso e del 12% di visite ambulatoriali con un risparmio sanitario stimato in 278 milioni di dollari Conclusioni. Dall’introduzione della vaccinazione antirotavirus si è assistito ad un sostanziale riduzione di utilizzo di servizi sanitari per diarrea negli USA. Commenti Questo è il primo importante lavoro epidemiologico a nostra disposizione per la valutazione dell’impatto della vaccinazione universale antirotavirus in una nazione occidentale. L’ampia e vasta raccolta dei dati su tutto il territorio statunitense (ad esclusione degli Stati che non hanno attuato l’universalità della vaccinazione) e l’indipendenza delle Agenzie che hanno collaborato alla realizzazione di questo studio ( Epidemic Intelligence Service, Office of Workforce and Career Development ed il Immunization Service Division, Centers for Disease Control and Prevention) sono senza dubbio due importanti punti di forza. Un altro dato significativo è la raccolta dei dati di oltre due milioni di bambini nei 13 Stati che hanno aderito alla vaccinazione universale. Purtroppo sono stati esclusi i bambini afferenti all’assicurazi one sanitaria federale Medicaid e i bambini senza assicurazione medica. Inoltre, mancano dati in riferimento al gruppo etnico e alla situazione socioeconomica che potevano meglio caratterizzare gruppi a rischio. La verifica delle diagnosi di rotavirus potrebbe non essere frequentemente praticata nella pratica clinica, alterando parzialmente i risultati. L’analisi due sole stagioni vaccinali potrebbe non evidenziare un secular trend legato a diverse incidenze tra i diversi patogeni negli anni. Il fatto che alcuni Stati non abbiano fino ad ora partecipato alla vaccinazione universale rende difficoltosa un’analisi su macro- aree.

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Cortes JE, Curns AT, Tate JE, et al. Rotavirus Vaccine and Health Care Utilization for Diarrhea in U.S. Children N Engl J Med 2011;365:1108-17

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Vaccinazione antirotavirus e utilizzo dei servizi sanitari per diarrea da parte dei bambini negli USA

Cortes JE, Curns AT, Tate JE, et al. Rotavirus Vaccine and Health Care Utilization for Diarrhea in U.S. Children

N Engl J Med 2011;365:1108-17 Background. Nel 2006 la European Medicines Agency ha approvato l’immissione in commercio di

due nuovi vaccini contro la diarrea da Rotavirus, il Rotarix (GlaxoSmithKline Biologicals) ed il Rotateq (Sanofi Pasteur MSD). Una linea guida dell’ESPGHAN del 2008 raccomanda questa vaccinazione nel territorio europeo (JPGN 2008;46: S38-S48). Negli USA questa vaccinazione è presente dal 2006. Scopi. Valutazione dei ricoveri, visite al Pronto Soccorso e visite presso gli ambulatori pediatrici per diarrea dopo l’introduzione della vaccinazione antirotavirus e confronto con gli anni precedenti. Metodo. Raccolta dati dei bambini vaccinati entro tre mesi dalla nascita attraverso un database

raccolta informazioni di assicurazioni pubbliche e private. Rilevamento dei ricoveri ospedalieri per diarrea e diarrea causata da rotavirus, visite presso il Pronto Soccorso e visite ambulatoriali per diarrea. Confronto dati tra le stagioni 2007-2008 e 2008-2009 caratterizzate dalla vaccinazione universale antirotavirus con le cinque stagioni precedenti dove non vi era stata campagna vaccinale. Risultati. La copertura vaccinale ha raggiunto il 73% dei bambini al di sotto di un anno alla fine del 2008 con una riduzione delle ospedalizzazioni per diarrea non altrimenti specificata in bambini <5aa del 33% nella stagione 2007-2008 e del 25% nel 2008-2009 rispetto agli anni precedenti. In particolare i ricoveri per diarrea da rotavirus sono crollati del 75% nella prima stagione e del 60% nella seconda stagione. Nel confronto tra bambini vaccinati e non vaccinati nella stagione 2008-2009 si è avuta una riduzione del 58% di ricoveri per diarrea, del 89% per diarrea causata da rotavirus, del 48% per visite di Pronto Soccorso e del 12% di visite ambulatoriali con un risparmio sanitario stimato in 278 milioni di dollari Conclusioni. Dall’introduzione della vaccinazione antirotavirus si è assistito ad un sostanziale riduzione di utilizzo di servizi sanitari per diarrea negli USA. Commenti Questo è il primo importante lavoro epidemiologico a nostra disposizione per la valutazione dell’impatto della vaccinazione universale antirotavirus in una nazione occidentale. L’ampia e vasta raccolta dei dati su tutto il territorio statunitense (ad esclusione degli Stati che non hanno attuato l’universalità della vaccinazione) e l’indipendenza delle Agenzie che hanno collaborato alla realizzazione di questo studio (Epidemic Intelligence Service, Office of Workforce and Career Development ed il Immunization Service Division, Centers for Disease Control and Prevention) sono senza dubbio due importanti punti di forza. Un altro dato significativo è la raccolta dei dati di oltre due milioni di bambini nei 13 Stati che hanno aderito alla vaccinazione universale. Purtroppo sono stati esclusi i bambini afferenti all’assicurazione sanitaria federale Medicaid e i bambini senza assicurazione medica. Inoltre, mancano dati in riferimento al gruppo etnico e alla situazione socioeconomica che potevano meglio caratterizzare gruppi a rischio. La verifica delle diagnosi di rotavirus potrebbe non essere frequentemente praticata nella pratica clinica, alterando parzialmente i risultati. L’analisi due sole stagioni vaccinali potrebbe non evidenziare un secular trend legato a diverse incidenze tra i diversi patogeni negli anni. Il fatto che alcuni Stati non abbiano fino ad ora partecipato alla vaccinazione universale rende difficoltosa un’analisi su macro-aree.

Non ultimo, non viene considerata la possibile influenza dell’allattamento al seno sia sulla malattia che sulla vaccinazione, considerando il fatto che il latte materno è ricco di anticorpi antirotavirus. Nonostante varie limitazioni rimane indiscutibile l’efficacia del vaccino sui ricoveri ospedalieri nel bambino piccolo con la presenza di una elevata sicurezza: negli USA non è stato segnalato un aumento significativo di intussuscezioni dall’immissione in commercio del vaccino. Per una corretta analisi costi-benefici di una vaccinazione universale, tuttavia, dovrebbe essere considerato anche il costo della vaccinazione: insomma, un health technology assessment ad hoc che ancora manca in Italia. In assenza di questa analisi il singolo pediatra deve fornirsi delle migliori informazioni da offrire alle famiglie che dovranno decidere se sostenere privatamente il costo della vaccinazione (circa 200 euro tra prezzo del farmaco ed onorario medico) a fronte di una malattia curabile, talvolta a rischio di ricovero ma raramente a rischio di vita o sequele invalidanti. Messaggio conclusivo: In assenza di una politica di vaccinazione universale contro il rotavirus, al

pediatra è richiesto di offrire alla famiglia le notizie necessarie per offrire la possibilità di una scelta informata. Una sfida difficile che richiede un continuo aggiornamento libero da condizionamenti e la capacità di confrontarsi con la famiglia.