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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PARMA FACOLTA’ DI MEDICINA VETERINARIA CORSO DI LAUREA IN MEDICINA VETERINARIA INDAGINE SULLE CONDIZIONI DEL TRASPORTO IN RELAZIONE ALLA PROTEZIONE E AL BENESSERE DEGLI ANIMALI SURVEY ON ANIMAL WELFARE AND PROTECTION DURING TRANSPORT RELATORE: Chiar.ma Prof.ssa EMANUELA ZANARDI Laureanda: VANESSA MUSSINI ANNO ACCADEMICO 2005-2006

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PARMA

FACOLTA’ DI MEDICINA VETERINARIA

CORSO DI LAUREA IN MEDICINA VETERINARIA

INDAGINE SULLE CONDIZIONI DEL TRASPORTO IN RELAZIONE ALLA PROTEZIONE E AL BENESSERE DEGLI

ANIMALI

SURVEY ON ANIMAL WELFARE AND PROTECTION DURING TRANSPORT

RELATORE: Chiar.ma Prof.ssa EMANUELA ZANARDI Laureanda: VANESSA MUSSINI

ANNO ACCADEMICO 2005-2006

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INDICE Abstract:………………………………………………………………... 1

Capitolo 1: Il trasporto degli animali………………………………… 3

Capitolo 2: Lo stress da trasporto negli animali in vita……………. 5

Capitolo 3: Il microclima dei mezzi di trasporto……………………. 9

3.1: Temperatura…………………………………………………... 9

3.2: Umidità………………………………………………………… 12

3.3: Movimento dell’aria…………………………………………… 14

3.4: Gas ambientali………………………………………………... 14

3.5: Sistemi di ventilazione dei mezzi di trasporto……………... 15

Capitolo 4: Effetto dello stress da trasporto sulla qualità delle carni………………………………………………………. 18

Capitolo 5: Normativa in materia di protezione degli animali durante il trasporto……………………………………….

25

5.1: Mezzi di trasporto…………………………………………….. 29

5.2: Punti di sosta………………………………………………….. 31

5.3: Trasportatore………………………………………………... 34

5.4: Controlli………………………………………………………… 45

Capitolo 6: Il Regolamento CE N. 1/2005 sulla protezione degli animali durante il trasporto e le operazioni correlate...

47

6.1: Modifiche previste dal Regolamento CE n. 1/2005 49

Capitolo 7: Scopo della tesi………………………………………….. 55

Capitolo 8: Materiale e metodi………………………………………. 56

8.1: Indagine……………………………………………………….. 56

8.2: Questionario…………………………………………………... 56

8.3: Analisi statistica………………………………………………. 57

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Capitolo 9: Risultati e discussione………………………………… 59

Capitolo 10: Conclusioni…………………………………………….. 73

Allegato I……………………………………………………………….. 76

Bibliografia……………………………………………………………… 83

Ringraziamenti…………………………………………………………. 91

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ABSTRACT

Environmental conditions during transport and lairage of live animals upon

arrival at the slaughterhouse are of effect on meat quality. Animal handling,

distance, road quality, type of lorry and weather conditions are a number of

factors which affect the mortality rates and meat quality aspects such as colour,

water-holding capacity and other sensory characteristics, resulting in

considerable economic losses.

Both welfare and health of animals can be substantially affected in the course of

and as a result of transport. The unloading and subsequent reloading of animals

represent a source of stress for animals and contact at the control post can in

certain conditions lead to the spread of infectious diseases.

The EU legislation on animal welfare during transport has been widely modified

in the last three decades with the aim to improve the protection of animals

during transport. The last EU provision is the Council Regulation (EC) n. 1/2005

on the protection of animals during transport and related operations, adopted

from 5th January 2007. The Regulation amounts to a radical overhaul of the

existing EU rules on animal transport and identifies the chain of all those

involved in animal transport thus facilitating more effective enforcement of the

new rules. The Regulation introduces new and more efficient monitoring tools

such as checks on vehicles via a satellite navigator systems and much stricter

rules for journeys of more than 8 hours, including a substantial upgrading of

vehicle standards. Because poor welfare is often due to lack of education, the

Regulation introduces obligations regarding animal welfare extended to any

operator involved in the transport of animals (farmers, transporters, traders,

assembly centres and slaughterhouses).

The aim of this study was to assess the enforcement of the new European

animal welfare Regulation; the research has been carried out by a survey

conducted in the animal trucking firms located in the province of Modena (Emilia

Romagna region, Italy). 364 animal trucking enterprises were involved and

asked to answer to a specific questionaire drawn up for this study. Statistical

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analysis of the collected data allowed to asses whether the animal trucking

sector conforms to the legislation in force.

The results shows that the animal trucking enterprises comply with the new

European animal welfare Regulation. In particular, animal transport road

vehicles for long journeys are equipped with adequate ventilation systems,

temperature control systems, connections to water supply during stops,

partitions to separate compartments. Systems such as spraying for hydrating

pigs are occasionally missing, in particular in small enterprises.

Training courses seems lacking and their number should be increased to

provide a good level of competence of drivers. The provisions for loading

density are always observed whereas loading and unloading operations last too

long and the time required for these operations should be decreased to ensure

animal welfare.

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CAPITOLO 1

IL TRASPORTO DEGLI ANIMALI

Il numero di capi di bestiame complessivamente trasportati nell’ambito

dell’Unione Europea è stato stimato attorno ai 289 milioni all’anno, di cui circa

25 milioni di bovini e 7 milioni di vitelli, 171 milioni di suini, 75 milioni tra pecore

e agnelli e 9 milioni di capre (Nagel, 1994). A ciò si aggiunge il volume annuo

esportato verso Paesi Terzi che ammonta a circa 771.600 animali di cui 71.400

suini, 40.200 tra pecore e capre e 660.000 tra bovini e vitelli (SAEG, 1995).

In tema di trasporto degli animali, uno degli aspetti di maggiore interesse

nella normativa comunitaria riguarda la loro protezione. Durante il trasporto,

soprattutto su strada, il carico è sottoposto ad innumerevoli fattori

potenzialmente stressanti tra i quali possiamo elencare i movimenti e le

vibrazioni dell’automezzo, le repentine variazioni di luce, temperatura, la scarsa

qualità dell’aria, la possibile mancanza o insufficienza di mangime ed acqua.

Tutti questi fattori sono riconosciuti come le maggiori cause del calo di

benessere e salute degli animali, con conseguente decremento della qualità dei

loro prodotti e, in alcuni casi, morte degli animali stessi. Tutto questo si traduce,

inevitabilmente, anche in un danno economico per gli operatori del settore.

Il tasso di mortalità durante il trasporto non è stato ancora calcolato con

esattezza. Nel caso dei suini, sono state pubblicate alcune stime ottenute da

ricerche effettuate nell’ambito di alcuni Stati Membri dell’Unione Europea.

Christensen (1994), ricercatore del Meat Research Institute di Copenhagen

(Danimarca), ha stimato che, nell’ambito dei Paesi aderenti ad una ricerca

coordinata dallo stesso (Portogallo, Italia, Belgio, Olanda, Germania, Inghilterra

e Danimarca), l’intervallo di mortalità è compreso tra un minimo dello 0,03%,

registrato in Danimarca, ed un massimo dello 0,05%, registrato in Germania. A

supporto di questi dati, vi è pure uno studio svolto da Warriss (1996) nel quale

le suddette percentuali sono confermate solo per viaggi a breve percorso di

durata inferiore alle 8 ore.

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E’ stato inoltre dimostrato che il 70% delle morti durante il trasporto avviene

all’interno dell’automezzo mentre solo il restante 30% avviene dopo lo scarico

degli animali al macello o nei mercati (Christensen e Barton Gade, 1997). Nel

caso di suini di peso intorno a 100 kg, è stato dimostrato che il tasso di

mortalità durante il trasporto incrementa quando la densità di carico è inferiore

a 0.40 m2/animale (Gispert et al., 1996).

Altri autori (Van Logtestijn et al., 1982; Abbott, 1995) hanno messo in

evidenza la correlazione tra mortalità e condizioni climatiche. Si è notato, infatti,

che il tasso di mortalità ha un picco maggiore durante la stagione estiva, in

presenza di alte temperature e alti tassi di umidità. Questa tendenza è stata

confermata anche da uno studio condotto in Francia (Collen e Chevillon, 1999)

nel quale si è constatato che nei Paesi in cui i trasporti vengono effettuati

mediamente ad una temperatura ambientale intorno ai 5°C, la mortalità degli

animali risultava dello 0,07% mentre, in Paesi con una temperatura ambientale

media attorno ai 15°C, il tasso saliva allo 0,11%. Le percentuali di mortalità

aumentano passando da viaggi a breve percorrenza (inferiori ai 75 km), dove le

perdite ammontano allo 0,084%, a viaggi a lunga percorrenza (superiori ai 150

km) per i quali le perdite risultano attorno allo 0,12% (Palacio, 1996; Guardia,

1996).

Le ricerche sopra menzionate hanno evidenziato la possibilità di migliorare le

condizioni di trasporto degli animali sia per motivi etico-morali che economici-

commerciali. Per questo motivo la normativa in materia di protezione degli

animali durante il trasporto si è evoluta di continuo negli ultimi decenni ed è

tuttora in fase di revisione. Poiché le conseguenze di natura economico-

commerciale conseguenti all’applicazione di modifiche sostanziali alla

normativa vigente (quale, ad esempio, la proposta di limitare al massimo il

trasporto di animali vivi e consentire solo il trasporto di animali già macellati tra

gli Stati Membri) sono molto pesanti, la discussione tra i vari Paesi dell’Unione

Europea si è fatta recentemente molto aspra e gli accordi, in molti casi, non

sono stati raggiunti all’unanimità a causa di forti resistenze da parte di alcuni di

essi.

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CAPITOLO 2

LO STRESS DA TRASPORTO NEGLI ANIMALI IN VITA

Lo stress può essere definito come una risposta di adattamento dell’organismo

a condizioni esterne avverse. Esso è da considerare sempre una situazione di

malessere nella quale vengono alterate o represse molte attività fisiologiche

dell’animale.

Se il soggetto, in un certo intervallo di tempo, riesce a reimpostare un proprio

equilibrio, si ritorna ad una condizione di normalità fisiologica; in caso

contrario e se i fattori stressanti persistono, si giunge presto ad una fase

cronica dove l’animale diminuisce tutte le sue difese contro patologie,

infestazioni parassitarie, stati tossici o allergici, ecc. Inoltre esso diventa

improduttivo essendo depressi, come conseguenza alla situazione di

malessere, l’accrescimento, l’attività sessuale, la fertilità, la produzione lattea,

la capacità di lavoro, ecc.

Quando il soggetto viene sottoposto a stress, il sistema nervoso reagisce

repentinamente attivando l’asse ipotalamo-ipofisario e rilasciando in circolo

corticotropina (ACTH). Quest’ultima stimola la funzione della corteccia

surrenale la quale produce ormoni corticosteroidi, ovvero ormoni a struttura

steroidea suddivisi, in base all’attività biologica prevalente, in glicoattivi

(cortisolo e corticosterone), mineralattivi (aldosterone e desossicorticosterone)

e ormoni sessuali (androstenedione e testosterone). La liberazione di ACTH è

sottoposta ad un controllo a feed-back negativo esercitato dagli stessi ormoni

corticosteroidi sull’asse ipotalamo-ipofisario.

I corticosteroidi glicoattivi influenzano il metabolismo glucidico, inibendo

l’utilizzazione del glucosio da parte dei tessuti e stimolando la gluconeogenesi,

provocano una maggior sintesi di proteine e un maggior utilizzo di colesterolo

ematico. Questi ormoni agiscono anche sul metabolismo lipidico provocando

una ridistribuzione dei depositi lipidici: questi ultimi diminuiscono negli arti,

nell’addome e nel sottocute mentre aumentano a livello pelvico, nel collo, nel

torace e a livello intraddominale. L’iperlipemia riguarda tutte le componenti

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lipidiche cioè i trigliceridi, gli acidi grassi liberi, il glicerolo e il colesterolo

indistintamente.

I corticosteroidi mineralattivi influenzano anche il metabolismo minerale

deprimendo l’assorbimento intestinale di calcio e fosforo e comportando la loro

mobilitazione a livello osseo per ovviare alla loro carenza in circolo. Hanno

inoltre proprietà antinfiammatorie, antiallergiche ed immunosoppressive.

I livelli degli ormoni corticosteroidi glicoattivi, cortisolo in particolare, sono stati

utilizzati da diversi ricercatori come parametri per verificare l’effetto del

trasporto degli animali da reddito sulla manifestazione di stress degli animali

stessi.

Una prima sperimentazione è stata condotta da un gruppo di ricerca ungherese

(Abraham et al., 2004) su 40 suini sottoposti ad un trasporto della durata di

circa un’ora e mezza e distanza 70 km. Oltre al cortisolo, i livelli di acidi grassi

non esterificati (NEFA), acido lattico e glucosio sono stati determinati nel

plasma degli animali prima e dopo il trasporto. Nella stessa sperimentazione

sono stati indagati pure i parametri coinvolti nei processi di perossidazione

lipidica, quali la malondialdeide (MDA), e nel sistema di difesa antiossidante,

quali glutatione ridotto (GSH), attività della glutatione perossidasi (GSHPx) e

l’acido ascorbico. Dai dati raccolti risultava che il trasporto induceva un

aumento significativo del glucosio e dei valori plasmtici di cortisolo che

aumentavano di circa il 25%. Come precedentemente accennato, questo

ormone regola la gluconeogenesi, inibisce la glicolisi ed ha un effetto catabolico

sui lipidi, come confermato dai valori dei NEFA che aumentavano del 100%

circa. L’indagine ha dimostrato anche un incremento dell’acido lattico indotto

dallo sforzo fisico causato dal trasporto che ne promuove la mobilitazione dai

muscoli al sangue.

Il trasporto sembrava indebolire anche il sistema di difesa antiossidante poiché

provocava un significativo calo di GSH in circolo e di acido ascorbico. La

GSHPx ed i livelli di MDA non aumentavano significativamente in seguito al

trasporto.

Uno studio analogo a quello effettuato sui suini è stato condotto su un gruppo

di bovini sottoposti a trasporti di breve (4,6 ± 2,3 ore) o lunga (9,5 ± 2,7 ore)

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durata (Honkavaara, 1999). In questa sperimentazione, da un livello basale pari

a 47,6 mmol/l, i livelli ematici di cortisolo incrementavano maggiormente in

seguito al trasporto di breve durata (100,8 mmol/l) rispetto a quello di lunga

durata (71,9 mmol/l). Il numero dei battiti cardiaci risultava mediamente

maggiore negli animali sottoposti al trasporto di breve durata (Figura 1).

Fig. 1 Frequenza cardiaca dei Bovini sottoposti a trasporti di breve e lunga durata

L’influenza della durata del viaggio sullo stress da trasporto è comunque

oggetto di opinioni contrastanti poiché alcuni autori hanno dimostrato uno

stress maggiore indotto dai viaggi a lunga percorrenza (Newman et al, 2004)

mentre altri hanno dimostrato che i viaggi di breve percorrenza e durata sono

quelli maggiormente stressanti per l’animale in quanto, in questi casi, essi non

hanno il tempo necessario per adattarsi alla nuova condizione in cui si trovano

(Bradshaw et al., 1996).

Lo stress indotto dal viaggio negli animali sottoposti a trasporto può essere

superato mediante opportuni periodi di stabulazione dopo l’arrivo presso i

luoghi di destinazione. Questi ultimi non devono essere né troppo brevi, in

quanto non consentirebbero il ripristino dei valori fisiologici di glucosio e

cortisolo, né troppo lunghi, soprattutto dopo trasporti di lunga durata, in quanto

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l’animale si trova molto spesso in una già grave condizione di affaticamento

(Abraham et al., 2004). Un ulteriore fattore che influisce profondamente sulle

condizioni del trasporto ed al quale si è posto notevole importanza è

rappresentato dalle caratteristiche dei mezzi di trasporto con particolare

riferimento alle condizioni microclimatiche degli stessi.

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CAPITOLO 3

IL MICROCLIMA DEI MEZZI DA TRASPORTO

Secondo quanto riportato in letteratura, lo stress da trasporto è fortemente

influenzato dal microclima dei mezzi utilizzati per il trasporto.

I fattori più rilevanti che contribuiscono al microclima del mezzo di trasporto

sono:

- temperatura del mezzo

- umidità del mezzo

- movimento dell’aria all’interno del mezzo

- gas ambientali

3.1 Temperatura Gli animali hanno un organismo isotermico, ovvero sono in grado, entro certi

limiti, di mantenere costante la loro temperatura corporea nonostante le

variazioni di quella esterna; per fare questo, producono e perdono calore in

eguale quantità.

La temperatura corporea risulta innalzata quando la perdita di calore è

insufficiente e si instaura conseguentemente uno “stress da calore”. Viceversa,

quando il calore perso è maggiore di quello prodotto dall’organismo, si entra in

uno stato di ipotermia che può anche portare a morte.

I soggetti possono adeguarsi alle variazioni di caldo e freddo modificando la

loro fisiologia e le loro caratteristiche fisiche (Berbigier, 1998). Questo spiega

perché sia importante porre l’attenzione al microclima in cui vengono tenuti gli

animali.

Ogni specie è capace di dissipare calore attraverso la sudorazione o con una

respirazione affannosa; inoltre, i soggetti evitano di compiere attività fisiche,

riducono l’assunzione di cibo, incrementano il loro fabbisogno idrico. Questi

parametri variano anche a seconda dell’età dell’animale, dal suo stato psichico,

dal lavoro per cui è utilizzato e dalla singola capacità di adattamento.

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Sulla base dei risultati di uno studio effettato da Yousef (1985) si è sviluppato

un grafico per descrivere la relazione tra produzione di calore e temperatura

ambientale (Figura 2):

Fig. 2 Relazione tra produzione di calore e temperatura ambientale

Dalla curva risultante emerge che la temperatura corporea è tenuta costante in

zone ambientali isotermiche; se la temperatura esterna si innalza o si abbassa

maggiormente rispetto alla zona termoneutrale del grafico, allora la produzione

di calore da parte dell’animale aumenta. Come emerge chiaramente dal

grafico, la zona di termoneutralità è delimitata da due valori di temperatura

denominati rispettivamente “temperatura critica inferiore” (LCT=lower critical

temperature) e “temperatura critica superiore” (UCT=temperatura critica

superiore).

Le diverse specie animali hanno diverse zone di termoneutralità, ciascuna

caratterizzata da una LCT ed una UCT; queste ultime possono modificarsi

considerevolmente soprattutto in relazione all’età dei soggetti; ad esempio, i

suinetti necessitano di una più elevata temperatura ambientale rispetto ai vitelli

o alle scrofe.

I bovini adulti sono animali che riescono sufficientemente ad adattarsi alle

variazioni della temperatura ambientale. Il raggiungimento della temperatura

ottimale, tuttavia, è fortemente influenzato da periodi di tempo variabili

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necessari alla acclimatazione (Webster, 1981). Yousef et al. (1987), ad

esempio, hanno osservato un periodo di acclimatazione di 36 ore per alcuni

soggetti di questa specie esposti al freddo. Le temperature ambientali attorno

allo 0°C sono ben accettate dai bovini adulti ma sono necessarie 2-3 settimane

affinché l’acclimatizzazione sia completa. Questo implica che i trasferimenti o i

trasporti in cui le condizioni ambientali cambiano repentinamente, possano

causare stress acuti da caldo o da freddo. Gli stessi animali sono più tolleranti

alle condizioni più calde anche se è consigliabile non esporli a temperature

superiori alla UCT della curva di termoneutralità. Generalmente, sopra i 30°C i

bovini sono comunque sufficientemente acclimatati. Alcuni autori (Shrama et

al., 1993) hanno riportato che la LCT dei vitelli aumenta dopo 6 giorni di

esposizione a temperature rigide. Secondo Wathes et al. (1983) le temperature

ideali a cui stabulare i vitelli si aggirano in generale attorno ai 20°C e attorno ai

25°C per i vitelli di un mese d’età.

I suini sono molto influenzati dai fattori ambientali quali la temperatura. Durante

il trasporto, soprattutto, va posta particolare attenzione per evitare di superare

la UCT della curva di termoneutralità di questa specie. Una temperatura di

32°C dovrebbe essere considerata come soglia massima da non oltrepassare.

Anche per questo è consigliato l’uso dei vaporizzatori d’acqua che aiutano gli

animali a refrigerarsi (Lambooij ed Engel, 1991).

Per quanto riguarda le pecore, le temperature ambientali accettabili sono difficili

da stabilire perché subiscono maggiormente gli effetti della lunghezza della

lana. Le pecore non tosate hanno una LCT attorno ai -10°C mentre, con il

manto tosato hanno una LCT attorno ai 20°C. Per quanto riguarda la UCT,

quelle tosate riescono ad adattarsi anche a temperature ambientali attorno ai

40°C (Alexander, 1974), ma si riduce a 28°C circa se invece sono ricoperte da

un fitto manto di lana. Questi dati si modificano se si considerano razze diverse

(Degun, 1977). Si è comunque stabilito che la temperatura di trasporto ottimale

per le pecore debba aggirasi tra i 25°C ed i 30°C ma solo se gli animali hanno

potuto acclimatarsi precedentemente (Webster, 1981). Non sono disponibili dati

bibliografici riguardanti gli agnelli.

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Le capre sembrano risultare più sensibili al freddo rispetto alle pecore,

soprattutto quelle di razza Angora. Esse, infatti, perdono calore non attraverso

la sudorazione ma ansimando. Riescono ad adattarsi alle alte variazioni di

temperatura perchè il loro manto non è generalmente così lungo come quello

delle pecore e le variazioni di calore risultano più veloci, ma sono molto

sensibili all’umidità e ai venti freddi (Constantinou, 1987). Dai dati estrapolati

dalla letteratura emerge che i valori di temperatura utili a non creare stress

termici nelle capre sono compresi tra 27°C e 66°C con una umidità relativa

attorno al 60-80% (Smith e Sherman, 1994).

3.2 Umidità Oltre alla temperatura, anche l’umidità relativa risulta cruciale per la perdita o

l’aumento di calore, sia in inverno che in estate. Le alte temperature e l’alto

tasso di umidità ostacolano il rilascio di calore da parte dell’organismo; le basse

temperature e l’alto tasso di umidità combinati assieme aumentano invece la

dissipazione di calore e portano l’animale a “soffrire il freddo”.

Entrambe le situazioni si possono riscontrare quando la ventilazione è troppo

scarsa e l’isolamento termico del mezzo di trasporto è insufficiente. Parimenti,

l’alta densità di carico può incrementare i problemi sopra esposti.

L’effetto combinato di temperatura e umidità sul benessere animale è stato

schematizzato da un modello proposto da McArthur (1987, 1991) (Figura 3):

.. Fig. 3 L’effetto combinato di temperatura e umidità sul benessere animale

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Tale modello è sicuramente applicabile a situazioni ambientali riconducibili alla

stabulazione mentre presenta alcune limitazioni per l’applicazione alla fase di

trasporto a causa di numerosi altri fattori che non vengono considerati nel

modello stesso.

Durante il trasporto, alcuni autori (Müller e Baumüller, 1978) raccomandano di

non superare l’85% di umidità relativa mentre altri (Esmay e Dixon, 1986)

forniscono indicazioni per limitare tale parametro al 75-80%. A differenza di

altre specie, per i suini il valore di umidità relativa non è particolarmente

importante nei casi in cui la temperatura sia inferiore a 30°C; per questa specie

i valori di umidità relativa possono essere accettabili fino a 95% (Bruce, 1981)

mentre per le altre specie valori fino a 80% risultano più appropriati.

Sulla base dei dati bibliografici disponibili, sono state fornite raccomandazioni a

livello comunitario sulle temperature minime e massime da non superare sui

veicoli durante il trasporto che tengono conto dei diversi tassi di umidità

eventualmente presenti (Report of the Scientific Committee on Animal Health

and Animal Welfare of the European Commission, 1999). Tali raccomandazioni

sono riportate nella seguente tabella1:

Tab.1 Temperature massime e minime proposte nei veicoli adibiti al trasporto di animali

tenendo conto dell’influenza dell’umidità su questi limiti

SPECIE TIPO/

PESO/ ETA’

TEMPERATURA

MINIMA* C°

TEMPERATURA

MASSIMA C°

TEMPERATURATA

MASSIMA ADATTATA PER

UMIDITA’

RH <95% RH >95%

SUINI 10-30 Kg 30 + Kg

14 12

32 32

29 29

RH <80% RH >80%

BOVINI 0-2 sett. 2-26 sett. 26+ sett.

10 5 0

30 30 30

27 27 27

RH <80% RH >80%

OVINI Totalmente tosati

0 10

28 32

25 29

RH <80% RH >80% CAPRINI 6 30 27

*Se gli animali sono acclimatizzati a 10°C di Temperatura Minima, non devono essere bagnati.

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3.3 Movimento dell’aria Un altro parametro che influisce sulla dissipazione di calore degli animali è il

movimento dell’aria sulla superficie corporea. A –7°C e ad una velocità dell’aria

pari a 4.44 m/s, la dispersione del calore corporeo è maggiore del 25% rispetto

ad una velocità di 0.22 m/s (Esmay e Dixon, 1986).

La velocità dell’aria influisce sulla capacità di dispersione del calore dei suini

soprattutto a temperature ambientali elevate. A 32°C la perdita di calore

aumenta del 10% passando da una velocità dell’aria di 0.18 a 1.52 m/s (Esmay

e Dixon, 1986).

In conclusione, tutte le sperimentazioni presenti in letteratura dimostrano che

un’alta velocità dell’aria aiuta gli animali a superare lo stress da caldo, in

particolare in condizioni di temperature ambientali superiori a 30°C.

3.4 Gas ambientali Gli animali immettono nell’aria biossido di carbonio attraverso l’espirazione ed

ammoniaca e solfuro di idrogeno mediante le feci.

Per quanto riguarda il biossido di carbonio, gas dalle proprietà asfissianti a

concentrazioni relativamente elevate, sono stati proposti dei limiti massimi per

la sicurezza della salute animale ed umana. Usando i dati raccolti dal German

Standard (DIN 18910, 1974) alcuni studiosi (Müller e Baümuller, 1978)

raccomandano che la concentrazione massima di biossido di carbonio durante i

trasporti a lunghe distanza non debba superare il 3.5%. Studi più recenti,

tuttavia, indicano come un valore dello 0.3% debba essere considerato come

valore massimo di accettabilità (Randall, 1983).

Per quanto riguarda l’ammoniaca, concentrazioni superiori al 2% dovrebbero

essere evitate (CIGR, 1984).

Il solfuro di idrogeno non rappresenta generalmente un grave problema per la

fase del trasporto in quanto la sua produzione, mediante decomposizione

anaerobica delle feci, richiede tempi molto lunghi.

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3.5 Sistemi di ventilazione dei mezzi di trasporto I sistemi di ventilazione dei mezzi di trasporto possono essere distinti in due

tipi: sistemi di ventilazione naturale e forzata.

Nei sistemi di ventilazione naturale, la velocità del veicolo è il primo fattore che

regola il grado di ventilazione del veicolo. Oltre a questo, la direzione di

ingresso dell’aria può creare condizioni differenti a seconda che l’aria entri

anteriormente o lateralmente nel veicolo. I sistemi di ventilazione naturale sono

costituiti da alette flessibili che possono coprire le aperture laterali del veicolo in

situazioni di temperature rigide o, viceversa, possono essere rimosse per

provvedere il massimo della ventilazione in casi di temperature elevate. Queste

operazioni sono gestite direttamente dall’autista. L’esperienza mostra che l’uso

corretto di questo sistema crea condizioni di ventilazione adeguata sia in estate

che in inverno. D’inverno, quando le aperture vengono chiuse, l’aria nelle

vetture può talvolta diventare altamente contaminata da gas e umidità, in

funzione della durata del viaggio e della qualità della lettiera. Per contro, se la

ventilazione è eccessiva, la temperatura corporea dell’animale può scendere al

di sotto della temperatura critica minima. Questa situazione può verificarsi

soprattutto quando gli animali sono inumiditi ed esposti alle correnti d’aria. I

sistemi di ventilazione naturale possono presentare situazioni problematiche

nei casi di veicoli in sosta sia per le operazioni di carico e scarico sia per il

traffico o le pause durante lunghi viaggi, soprattutto nei mesi estivi. In tali

situazioni si raccomanda di assicurare la ventilazione dei mezzi mediante

l’apertura delle alette flessibili, delle porte e delle rampe di accesso. Molti

autoveicoli hanno l’opportunità di alzare il tetto di 20-30 cm, operazione che

permette agli animali dei piani superiori di avere una maggiore aerazione

quando il mezzo è fermo. Altri sistemi in grado di ridurre lo stress da caldo sono

rappresentati dalla vaporizzazione regolare di acqua del tetto del veicolo e l’uso

di materiali isolanti per la realizzazione del veicolo.

Nei sistemi di ventilazione forzata l’apporto di aria nel veicolo è assicurata e

regolata in qualsiasi stagione e condizione mediante l’uso di ventole. Un

ulteriore vantaggio di questo tipo di sistemi è una migliore distribuzione dell’aria

fresca durante le soste del veicolo.

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Una ventilazione di almeno 319 m3/h per capo bovino di peso medio attorno ai

500 kg è raccomandabile quando la temperatura esterna supera i 26°C. Per i

suini tale parametro deve essere di almeno 106 m3/h per soggetto di peso

attorno ai 100 kg, con una differenza termica tra ambiente interno ed esterno di

circa 2°C. Se la differenza di temperatura tra ambiente interno ed esterno è

superiore a 3°C, è sufficiente una ventilazione di 71 m3/h per capo.

Uno dei problemi del sistema di ventilazione forzata può essere rappresentato

dal fatto che l’aria deve attraversare tutta la lunghezza dell’automezzo e deve

essere distribuita in modo più uniforme possibile. Nei veicoli dotati di questo

sistema le ventole principali sono installate sulle pareti laterali in modo che

l’aria passi da un lato all’altro invece che dalla parte anteriore al retro del

veicolo. Oltre a questa, diverse soluzioni costruttive sono state realizzate ai fini

di ottimizzare i sistemi di ventilazione forzata. In Finlandia, ad esempio, sono

stati costruiti veicoli per il trasporto bovino dotati di sistemi di climatizzazione

che provvedono al riscaldamento in inverno e al raffreddamento d’estate. In tali

veicoli possono essere trasportati solo 16 capi per viaggio in quanto gli

automezzi sono dotati di diversi scomparti, ciascuno dei quali può ospitare 2

bovini; ogni scomparto è dotato di una ventola situata all’altezza della testa

degli animali o leggermente più in alto per permettere una perfetta rimozione

del calore e dell’umidità prodotti dagli animali stessi.

Nonostante il Regolamento CE n. 411/1998 imponga che ogni mezzo di

trasporto sia dotato di un sistema di controllo dell’ambiente del vano di carico ai

fini del benessere animale, attualmente non esistono sistemi universalmente

riconosciuti per la misura della temperatura e dell’umidità. Sono stati proposti

sistemi di ventilazione collegati a sensori che misurano l’umidità relativa e la

temperatura nei box e capaci di registrare i dati sul tachigrafo per i mezzi di

trasporto dei broiler (Mitchell e Kettlewell, 1998). Questi sistemi sono

indipendenti dal motore per assicurare una perfetta aerazione ed il relativo

controllo anche durante le soste del veicolo. Nei mezzi non forniti di

ventilazione forzata sono stati proposti sensori ed allarmi nella cabina di guida

allo scopo di controllare le condizioni degli animali e porre rimedio il più

rapidamente possibile in caso di necessità da parte dell’autista.

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I sistemi descritti, tuttavia, non sono talvolta sufficienti a garantire il benessere

del carico trasportato. L’autista deve pertanto seguire alcune norme, dettate

spesso dal buonsenso, come, ad esempio, sostare possibilmente all’ombra,

fornire un adeguato abbeveraggio al carico, nebulizzare acqua sugli animali se

necessario e tenere al massimo le fessurazioni aperte in caso di soste forzate a

temperature molto elevate (Lambooij ed Engel, 1991).

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CAPITOLO 4

EFFETTO DELLO STRESS DA TRASPORTO SULLA QUALITÀ DELLE CARNI

Per quanto riguarda gli animali destinati alla macellazione, va ricordato che lo

stress da trasporto può influire in maniera variabile sulla qualità delle carni.

Diversi parametri sono stati impiegati per valutare strumentalmente la qualità

delle carni fresche; tra questi, i più utilizzati sono la determinazione del pH,

della capacità di trattenere l’acqua (WHC, Water Holding Capacity), del colore

e, per quanto riguarda il tessuto adiposo, la determinazione dello spessore e

della consistenza.

Il pH è un parametro di base per giudicare qualitativamente le carni ed

acquisisce un’importanza particolare per la diagnosi di carni PSE (pale, soft,

exudative) e DFD (dark, firm, dry), soprattutto sulle carni suine. Il pH viene

misurato attraverso un pHmetro, strumento che si basa sul rilevamento della

differenza di potenziale elettrico esistente tra due elettrodi di cui uno di misura

ed uno di controllo. La differenza di potenziale è determinata dalla

concentrazione di ioni idrogeno della soluzione nella quale l’elettrodo è

immerso.

Per le carni le misurazioni possono essere effettuate o su omogenati o

direttamente sul muscolo con elettrodi ad infissione. Se si legge il pH

direttamente dalla carcassa, i punti di repere convenzionali sono rappresentati

dai muscoli Longissimus dorsi e Semimembranosus poiché sono quelli sui quali

si possono meglio apprezzare le variazioni indotte da diversi fattori (Novelli et

al., 1991).

Il pH viene calcolato a 45 minuti dall’abbattimento (pH45) e dopo 24-48 ore

(pHfinale). Il valore soglia discriminante per la carne DFD è pHfinale > 6.20

mentre il valore per quella PSE è pH45 < 5.80 (Stumpe et al., 1990).

Solitamente il pHfinale, indipendentemente da queste sindromi, influisce sulla

capacità delle proteine muscolari di instaurare e mantenere legami idrofili, con

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ripercussioni molto evidenti sull’attitudine alla lavorazione delle carni

(Campanini et al., 1987; Dazzi et al., 1987; Madarena et al., 1988).

La capacità di trattenere l’acqua (WHC) è una misura del potere di ritenzione

idrica ed è uno dei parametri che maggiormente influenza i processi di

trasformazione delle carni fresche. La capacità di trattenere l’acqua può essere

misurata attraverso svariate metodiche tra cui la principale è la misurazione

della perdita per sgocciolamento (dripp loss), cioè la percentuale di calo di peso

che presenta un campione di carne fresca sottoposto a condizioni

standardizzate di temperatura e umidità relativa per 48 ore. Tale procedura

necessita di tempi abbastanza lunghi e non sempre risulta facilmente

praticabile; per questo motivo si ricorre a metodi indiretti che si basano sulla

misura di altri parametri correlati alla WHC quali, ad esempio, il pH45 e pHfinale.

Una previsione precoce della WHC della carne può essere effettuata al termine

della macellazione dell’animale mediante l’utilizzo di uno strumento che si basa

sulla misura della dispersione della luce denominato Fibre Optical Probe

(FOP). Lo strumento consta di una sonda che convoglia, per mezzo di fibre

ottiche, un fascio di luce monocromatica di 900 nm. La luce viene trasmessa

all’interno della carne tramite la sonda che è dotata, in prossimità della punta,

di una finestra di 3 mm di diametro. Quest’ultima è in grado di recepire la luce

riflessa e portarla al rivelatore, il quale provvede a misurare la quantità di luce

dispersa ad opera dei fasci muscolari. Il risultato viene tradotto in un valore

numerico che appare sul display incorporato. Il parere di chi ha condotto le

ricerche è che la misura della capacità di dispersione della luce sembra essere

uno dei migliori metodi di valutazione del potere di ritenzione idrica della carne

(Mac Dougall, 1984).

Nel contesto dei metodi di valutazione strumentale della qualità della carne,

con riferimento specifico alla valutazione del potere di ritenzione idrico, sono

stati messi a punto metodi di tipo elettrico. Questi si basano essenzialmente sul

fatto che la struttura e l’integrità delle membrane delle fibre muscolari sono

responsabili di variazioni nelle proprietà elettriche dei muscoli. Lo strumento

che misura l’entità della perdita dielettrica è rappresentato dal Meat Structure

Tester (Ms-Tester). Tale strumento è costituito da due elettrodi a forma di lama

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di bisturi disposti parallelamente e collegati ad una robusta struttura con

impugnatura a forma di pistola in cui è incorporato un accumulatore. La misura

viene effettuata 30 minuti dalla macellazione ma non più tardi di 24 ore post

mortem. La misura determina l’accensione di una serie di 9 diodi luminosi

suddivisi in tre livelli di qualità della carne:

-strutture cellulari intatte: accensione dei primi 3 diodi di colore verde;

-strutture cellulari intermedie: accensione dei 3 successivi diodi di colore giallo;

-struttura di tipo PSE: accensione degli ultimi 3 diodi di colore rosso.

Il colore della carne fresca è un altro dei parametri più diffusamente considerati

per esprimere un suo giudizio qualitativo. Al colore viene attribuito un valore

previsionale sul colore del prodotto finito ottenuto dalla sua trasformazione ma

anche sul calo di peso che subirà e sulla consistenza finale. Nel caso della

carne suina, come già accennato relativamente al pH, le due alterazioni

classiche (PSE e DFD) sono caratterizzate anche da alterazioni di colore.

Nonostante l’incidenza di queste miopatie sia piuttosto scarsa, la tendenza

verso animali a più rapida crescita, più magri e con masse muscolari

particolarmente sviluppate, specie nella coscia e nel lombo, fa sì che si

incontrino carni considerate insufficienti da un punto di vista cromatico. Il

fenomeno sembra da ascriversi al fatto che sia l’aumento delle masse

muscolari, sia il più favorevole ritmo di crescita sono la conseguenza di un

maggior sviluppo ed incidenza delle fibre bianche a danno di quelle rosse. La

misura del colore può quindi assumere un significato di valutazione indiretta

della conformazione e delle caratteristiche biochimiche-fisiologiche

dell’animale. Superando il semplice aspetto visivo, il colore assume così una

valenza strutturale e biochimica. Tutto ciò non è trascurabile ai fini della

valutazione tecnologica delle carni.

Per la determinazione strumentale del colore si utilizza un colorimetro che si

basa su misure di riflettanza ovvero sull’analisi della luce riflessa dalla

superficie campione. La carne viene illuminata da luce policromatica e la luce

riflessa viene fatta passare attraverso tre o quattro filtri prima di giungere ad

una fotocellula. I dati raccolti dalla fotocellula contengono tutte le informazioni

relative al colore della carne ma devono essere matematicamente sviluppati. Il

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sistema tristimolo è l’elaborazione matematica più utile che è stata messa a

punto dalla Commision Internationale de l’Eclairage (C.I.E.) (McLaren, 1980).

Secondo questo sistema il colore viene definito attraverso tre grandezze L*, a*,

b*. L* esprime la luminosità effettiva mentre a* e b* sono delle coordinate

cromatiche che possono essere utilizzate per esprimere la cromaticità globale

del campione se inserite nella formula:

Croma = (a*2 + b*2)1/2

Le stesse grandezze sono usate per esprimere la Tinta, che è la migliore

traduzione oggettiva del colore reale del campione, nella formula:

Tinta = Arctg b* / a*

Il grasso di deposito, ed in particolare quello sottocutaneo, da sempre è

utilizzato come indice di qualità della carcassa. I grassi devono possedere

specifiche proprietà chimiche (composizione) e fisiche (spessore e

consistenza) tali da mantenersi inalterati nelle varie trasformazioni fino al

prodotto finito.

La consistenza del grasso, espressione della composizione degli acidi grassi,

è un parametro importante in quanto indicatore dell’attitudine del grasso a

subire ossidazione e del fenomeno conseguente di irrancidimento. La

consistenza può essere valutata sperimentalmente attraverso

un’apparecchiatura detta Carcass Fat Hardness Meter (Meat Research

Institute, Bristol, UK) anche se essa non sembra garantire dati obiettivi.

Lo spessore del grasso può essere valutato strumentalmente con diverse

apparecchiature ma principalmente col Fat-o-Meter (FOM) con il quale

generalmente in macello si misura lo spessore del grasso di copertura dorsale

della carcassa suina. Le misurazioni vengono successivamente elaborate in

un’equazione da cui si ricava il tenore di carne magra della carcassa stessa e

quindi la sua classificazione commerciale di carnosità secondo la griglia

SEUROP.

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Gli indicatori sopra citati sono stati ampiamente impiegati per valutare l’effetto

dello stress indotto dalle modalità e condizioni del trasporto e della

stabulazione dopo lo scarico e prima della macellazione sulla qualità delle

carni.

Newman et al. (2004) hanno presentato un’indagine prendendo a campione un

gruppo di circa 400 suini sottoposti a trasporti di vario tipo e verificandone le

caratteristiche qualitative delle carni. Queste ultime sono state valutate dopo

trasporti di breve (50 minuti) o lunga durata (3 ore), associati a periodi di

stabulazione pre-macellazione brevi o lunghi. Lo studio ha messo in evidenza

che un trasporto di lunga durata, associato ad una breve stabulazione prima

dell’abbattimento, provocava un aumento significativo del pH 3h post mortem; il

pHfinale non veniva influenzato dalla durata del trasporto e della stabulazione

successiva e risultava compreso in un intervallo di normalità (5,3 - 5,7) per tutte

le carni testate. La temperatura misurata sul muscolo Longissimus dorsi 40

minuti post mortem incrementava lievemente dopo viaggi di breve durata e

brevi periodi di ricovero all’arrivo degli animali. Riguardo al colore, i parametri

L* ed a* non venivano influenzati significativamente dalle diverse condizioni di

trasporto; le carni provenienti da animali stabulati per lunghi periodi di tempo

prima della macellazione mostravano, invece, valori significativamente maggiori

di L* e quindi risultavano complessivamente più pallide. I parametri

maggiormente influenzati dalle condizioni sperimentali erano la conduttività

elettrica e la drip loss che risultavano minori nelle carni ottenute da animali

sottoposti a trasporti di breve durata e lunghi periodi di stabulazione(Tabella 2).

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Tab.2 Confronto parametri trasporto e stabulazione

Trasporto Stabulazion

e

Viaggi

Corto Lungo Corto

Lungo

N° Animali 174 184 179 179 PH

3 ore 6.10 6.05 6.01 6.14 24 ore 5.55 5.55 5.54 5.57 Temperatura

40 minuti 39.4 39.1 39.0 39.4 3 ore 21.2 21.3 21.2 21.3 Conduzione Elettrica

8.0 8.5 7.9 8.6

% Perdita di grasso

Giorno 1 1.96 2.01 1.89 2.08 Giorno 3 4.34 4.44 4.27 4.52 Giorno 7 6.19 6.30 6.01 6.48 Valore L* 53.9 53.7 54.3 53.3

Valore a* 19.4 19.1 19.4 19.1

Valore b* 5.5 5.3 5.5 5.2

Complessivamente, oltre alla durata del trasporto, lo studio citato ha mostrato

quanto il periodo di stabulazione ante mortem possa modificare in modo più o

meno positivo le conseguenze indotte dal trasporto sulla qualità della carne.

L’effetto del periodo di stabulazione prima della macellazione sull’incidenza di

carni PSE è stata dimostrata da un altro studio condotta da Abraham et al.

(2001). In questa ricerca, un gruppo complessivo di 101 suini ibridi commerciali

sono stati sottoposti a trasporti dall’allevamento al macello distanti tra loro 130

km mediante due tipi di automezzi (a singolo e a doppio ponte) e stabulati

prima della macellazione per 24 o 30 ore. La stabulazione prolungata a 30 ore

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diminuiva l’incidenza delle carni PSE rispetto alla stabulazione di 24 ore (18%

vs 34%). Il trasporto dei suini mediante singolo ponte appariva migliore in

quanto mostrava un’incidenza PSE inferiore (18%) rispetto al trasporto con

veicoli a doppio ponte (34%), probabilmente a causa del tempo maggiore

impiegato per le operazioni di carico e scarico nel secondo caso.

Maria et al. (2004) hanno studiato gli effetti delle condizioni climatiche (estate o

inverno) e della durata del trasporto (1 ora o 7 ore) sulla qualità delle carni di

coniglio. La durata del trasporto non influiva significativamente sul pHfinale e la

WHC mentre influenzava leggermente il colore; il parametro a*, infatti, risultava

maggiore nel caso di trasporti di 7 ore rispetto a quelli di 1 ora. Le condizioni

climatiche avevano effetti maggiori. Il pHfinale era significativamente più alto

nelle carni ottenute dagli animali trasportati durante l’inverno pur risultando

sempre inferiore a 6. La WHC mostrava un comportamento analogo. La

luminosità (L*) ed il colore rosso (a*) mostravano un comportamento opposto:

L* era significativamente maggiore in estate mentre a* risultava più alto in

inverno. Complessivamente, la qualità della carne di coniglio veniva influenzata

maggiormente dalle condizioni di temperatura piuttosto che di durata del

trasporto (Tabella 3).

Tab.3 Confronto parametri trasporto e stabulazione dei conigli

Estate Inverno

Viaggi 1 ora 7 ore 1 ora 7 ore

pH 24 5.75 5.77 5.97 5.90

WHC 12.61 12.12 14.93 14.57 Stress Massimo

(N/cm2)

21.90

20.61

24.02

20.74

Colore

Valore L* 58.46 59.36 58.44 57.95

Valore a* 2.34 2.49 3.45 4.19

Valore b* 4.09 4.18 2.92 3.18

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CAPITOLO 5

NORMATIVA IN MATERIA DI PROTEZIONE DEGLI ANIMALI DURANTE IL TRASPORTO

Il primo strumento normativo europeo relativo al benessere animale durante il

trasporto è rappresentato dalla “Convenzione europea per la protezione degli

animali durante il trasporto internazionale (CETS n. 065)” firmato a Parigi nel

1968 ed entrato in vigore il 20/02/1971. La normativa in materia di protezione

degli animali durante il trasporto si è evoluta di continuo a partire da quella

data. Le norme che attualmente regolano tale settore sono la Direttiva

91/628/CEE, recepita nel nostro ordinamento dal Decreto Legislativo n. 532/92,

e la Direttiva 95/29/CE, recepita nel nostro ordinamento dal Decreto Legislativo

n. 388/98, che apporta modifiche ed integrazioni alla precedente.

Il corpus normativo europeo prosegue con una serie di regolamenti che

riguardano ambiti particolari e che sono di seguito riportati.

- Regolamento CE n. 1255/97 riguardante i criteri comunitari per i punti di sosta

e che adatta il piano di marcia previsto dall’allegato della Direttiva 91/628/CEE;

- Regolamento CE n. 411/98 che stabilisce norme complementari relative alla

protezione degli animali applicabili agli autoveicoli adibiti al trasporto di animali

su percorsi di durata superiore a 8 ore;

- Regolamento CE n. 615/98 recante modalità particolari di applicazione del

regime delle restrizioni all’esportazione per quanto riguarda il benessere degli

animali vivi della specie bovina durante il trasporto;

- Regolamento CE n. 1041/2003 che modifica il Regolamento CE n. 1255/97

per quanto concerne l’utilizzo dei punti di sosta.

Inoltre, il Consiglio d’Europa, in data 6 novembre 2003, ha firmato una nuova

“Convenzione europea per la protezione degli animali durante il trasporto

internazionale (CETS n. 193)” che aumenta gli obblighi sulle misure di

protezione degli animali trasportati.

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Infine, l’ultimo atto normativo relativo al trasporto degli animali vertebrati vivi

all’interno della Unione Europea è l’importante Regolamento CE n. 1/2005 sulla

protezione degli animali durante il trasporto e le operazioni correlate. Tale

regolamento, a decorrere dal 5 gennaio 2007, è andato a modificare il

Regolamento CE n. 1255/97 ed abrogherà la Direttiva 91/628/CEE ed il

Regolamento CE n. 411/98.

I punti salienti del corpus normativo attualmente in vigore sono di seguito

riportati.

La normativa si applica al trasporto di:

1. animali domestici della specie bovina, ovina, caprina e suina, nonché di

solipedi;

2. pollame, volatili, conigli, cani e gatti domestici;

3. altri animali vertebrati e animali a sangue freddo.

Non si applica invece al trasporto di animali:

1. privi di ogni carattere commerciale, né ad ogni singolo animale

accompagnato da una persona fisica responsabile dell’animale durante il

tragitto;

2. domestici di compagnia, che accompagnano il loro padrone nel corso di un

viaggio privato;

3. effettuato su una distanza non superiore a 50 km;

4. effettuato dagli allevatori, impiegando veicoli agricoli in occasione della

transumanza, senza scopo di lucro.

Sono considerati idonei al trasporto animali in buona salute. Non sono

considerati idonei al trasporto:

1. gli animali gravidi che devono figliare durante il trasporto o che hanno

figliato nelle 48 ore precedenti;

2. gli animali appena nati il cui ombelico non sia del tutto cicatrizzato;

3. gli animali malati o feriti salvo quelli per i quali il trasporto non sia causa di

sofferenze inutili.

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Gli animali che si ammalano o si feriscono durante il trasporto devono ricevere,

appena possibile, cure di pronto soccorso; è consentito il trasporto di animali

destinati ad un trattamento veterinario di emergenza o alla macellazione

d’urgenza.

Disposizioni generali stabiliscono che:

1. gli animali devono disporre di spazio sufficiente per restare eretti e di

barriere che li proteggano dai movimenti dei mezzi di trasporto; devono inoltre

avere la possibilità di coricarsi; a tal proposito sono previste dei valori di densità

massima di carico dei mezzi di trasporto in funzione della specie, età e peso

dell’animale nonché del tipo di trasporto (stradale, ferroviario, marittimo,

aereo).(Tabella 4) Tab.4 Densità di carico da Decreto Legge

CAVALLI

Categoria Superficie in m2 per animale Adulti 1.75 (0.7 x 2.5 m) 6-24 mesi(viaggi < 48ore)

1.2 (0.6 x 2 m)

6-24 mesi(viaggi > 48ore)

2.4 (1.2 x 2 m)

Pony (altezza <144 cm)

1 (0.6 x 1.8 m)

Puledri (0-6 mesi)

1.4 (1 x 1.4 m)

BOVINI

Categoria Peso in kg Superficie in m2 per animale Vitelli d’allevamento

50 0.30-0.40

Vitelli medi 110 0.40-0.70 Vitelli pesanti 200 0.70-0.95 Bovini medi 325 0.95-1.30 Bovini di grandi dimensioni

550 1.30-1.60

Bovini di grandissime dimensioni

> 700 > 1.60

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POLLAME

Categoria Superficie in cm2

Pulcini di 1giorno 21-25 cm2 per pulcino < 1.6 kg 180-200 cm2/kg 1.6-3 kg 160 cm2/kg 3-5 kg 115 cm2/kg >5 kg 105 cm2/kg

OVICAPRINI

Categoria Peso in kg Superficie in m2 per animale

<55 0.20-0.30 Montoni tosati e agnelli >26kg >55 > 0.30

<55 0.30-0.40 Montoni non tosati >55 > 0.40

<55 0.40-0.50 Pecore in gestazione avanzata

>55 > 0.50

<35 0.20-0.30 35-55 0.30-0.40

Capre

<55 0.40-0.75 <55 0.40-0.50 Capre in

gestazione avanzata

>55 > 0.50

SUINI

Tutti i suini devono almeno potersi coricare e restare naturalmente in

posizione eretta.

Per soddisfare questi requisiti minimi, durante il trasporto su strada la

densità di carico dei suini del peso di 100 kg non deve essere

superiore a 235 kg/m2.

Può essere necessario aumentare la superficie al suolo minima

richiesta. Essa può essere aumentata fino al 20% anche in base alle

condizioni meteorologiche e alla durata del viaggio.

2. durante il trasporto gli animali devono essere abbeverati e ricevere una

alimentazione adeguata ad intervalli stabiliti in funzione della specie; non

devono comunque essere lasciati senza alimenti e acqua per periodi superiori

a 24 ore;

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3. gli animali non devono essere legati per le corna o con un anello nasale;

4. i solipedi devono essere muniti di una cavezza e devono essere trasportati

in stalli o recinti individuali; possono tuttavia essere trasportati in gruppi con gli

zoccoli posteriori non ferrati;

5. qualora animali di specie diverse sono trasportati in uno stesso veicolo, essi

devono essere separati per specie e gli adulti dai giovani. Tale restrizione non

si applica alle femmine che viaggiano con i loro piccoli nel periodo di

allattamento; nei compartimenti in cui viaggiano animali, inoltre, non devono

essere caricate merci che possano nuocere al benessere dei medesimi;

6. le mucche in lattazione devono essere munte ad intervalli di circa 12 ore e

comunque non superiori a 15 ore.

5.1 Mezzi di trasporto I mezzi di trasporto ed i contenitori devono essere costruiti in modo da

proteggere gli animali dalle intemperie. La ventilazione e la cubatura d’aria

devono essere adeguate alle condizioni di trasporto e alla specie di animali

trasportata. Essi devono essere di facile pulitura, muniti di chiusura per evitare

fughe, costruiti in modo da evitare qualsiasi lesione o sofferenza inutile agli

animali.

Per caricare e scaricare gli animali si devono utilizzare apposite attrezzature,

come ponti, rampe o passerelle, dotate di pavimento antisdrucciolevole e, se

necessario, di protezione laterale. Durante le operazioni di trasporto gli animali

non devono essere mantenuti in sospensione con mezzi meccanici né essere

sollevati o tirati per la testa, le corna o le zampe, la coda o il vello. E’ inoltre

opportuno evitare quanto più possibile l’utilizzazione di apparecchi a scarica

elettrica.

Il contenitore deve essere abbastanza solido da resistere al peso degli animali

e non deve essere sdrucciolevole; se munito di interstizi o perforazioni, non

deve presentare asperità che possano causare ferite agli animali. Disposizioni

speciali sono previste per il trasporto ferroviario, per via navigabile ed aereo.

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Norme complementari relative alla protezione degli animali applicabili agli

autoveicoli adibiti al trasporto di animali su percorsi di durata superiore a 8 ore

sono stabiliti dal Regolamento CE n. 411/98. La necessità di norme

complementari per gli autoveicoli è nata dal fatto che il trasporto degli animali

della specie bovina, suina, ovina e caprina e dei solipedi domestici si svolge

per la maggior parte su strada.

Tali norme riguardano la lettiera, l’alimentazione e l’abbeveraggio, l’accesso al

veicolo, la presenza di tramezzi e l’aerazione. In particolare, per quanto

riguarda l’abbeveraggio, i veicoli devono essere provvisti di un dispositivo che

consenta l’allacciamento ad un punto d’acqua durante le soste e di dispositivi

fissi o mobili per l’abbeveraggio degli animali a bordo del veicolo. Per il

trasporto di suini, i veicoli devono essere provvisti di serbatoti di capacità

sufficiente per consentire l’abbeveraggio degli animali durante il percorso in

funzione delle loro esigenze; parallelamente al dispositivo sopra previsto, può

essere utilizzato un sistema di idratazione dei suini quale la nebulizzazione.

Relativamente all’accesso, i veicoli adibiti al trasporto devono essere attrezzati

in modo da consentire in qualsiasi momento un accesso diretto a tutti gli

animali trasportati per poterli ispezionare e prestare loro tutte le cure adeguate,

compresi l’alimentazione e l’abbeveraggio. Inoltre, i veicoli devono essere

provvisti di tramezzi che consentano di formare dei compartimenti separati e

costruiti in modo da poter essere variamente posizionati, onde adattare le

dimensioni dei compartimenti al numero, tipo, corporatura e particolari esigenze

degli animali.

Infine, per quanto concerne l’aerazione, il veicolo deve essere munito di un

sistema di aerazione adeguato, tale da assicurare le condizioni di benessere

degli animali trasportati, tenendo conto del percorso previsto, delle

caratteristiche del veicolo utilizzato (aperto o chiuso), della temperatura esterna

in funzione delle condizioni atmosferiche, delle esigenze fisiologiche proprie

alle diverse specie trasportate ed alla densità di carico. Tale sistema deve

essere concepito in modo da poter essere utilizzato in qualsiasi momento

quando gli animali sono all’interno del veicolo, sia in sosta che in movimento.

Per poter raggiungere tale obiettivo, gli operatori devono porre in essere un

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sistema di aerazione forzata o un sistema di aerazione che garantisca

all’interno del veicolo un intervallo di temperatura compreso tra 5 e 30°C per

tutti gli animali, con una tolleranza di ±5°C in funzione della temperatura

esterna. Inoltre, tale sistema deve essere munito di un dispositivo di controllo

adeguato.

5.2 Punti di sosta I punti di sosta devono essere situati in una zona non soggetta a divieto o

restrizione secondo la pertinente legislazione comunitaria. Devono essere

riconosciuti ed approvati dall’autorità competente dello Stato Membro che

rilascia un numero di riconoscimento. Tale riconoscimento può essere limitato

ad una o più specie o ad alcune categorie di animali e di qualifica sanitaria. Gli

Stati Membri notificano alla Commissione l’elenco dei punti di sosta approvati.

(Tabella 5) Tab.5 Elenco punti di sosta

Codice

Punto Sosta

Indirizzo Capacità

CE 01/PS Mercato bestiame Montichiari Brescia

500 bovini 2000 ovicaprini 300 cavalli

CE 02/PS Tomaso Prioglio s.p.a. Stazione di Prosecco (TS)

800 bovini 2000 vitelli 1500 ovicaprini 100 cavalli

CE 03/PS F.lli Prioglio s.p.a Stazione di Prosecco (TS)

700 bovini 2000 vitelli 6000 ovicaprini 1200 suini 500 cavalli

CE 04/PS Italsempione s.p.a. Stazione di Prosecco (TS)

500 bovini 1400 vitelli 2500 ovicaprini 200 cavalli

CE 05/PS T.P service s.r.l Punto Franco Vecchio Magazzini n°24 e 25 Porto di Trieste

1800 bovini 1000 ovicaprini

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CE 06/PS Tomassetti Andrea Inport/Export Manzaria (RM)

600 bovini 250 cavalli 1000 ovicaprini 1000 suini

CE 07/PS F.lli Siciliani Bitritto (BA)

1200 bovini adulti 1200 suini >50kg 720 suini >100kg 1850 ovicaprini

CE 08/PS S.D.A.G. Gorizia Servizi logistici Integrati s.p.a. Stazione confinaria S. Andrea (Gorizia)

300 cavalli 170 bovini <150 kg o 150 bovini >150 kg 500 ovicaprini o 1400 ovicaprini <12 settimane

CE 09/PS A.L.I.C.A. s.r.l Modugno (BA)

250 bovini 3000 ovicaprini 600 suini

CE 11/PS Euro Italia s.p.a. Carpaneto Piacentini (PC)

200 cavalli 950 bovini 3200 ovicaprini 4200 suini >20kg 1100 suini >=150kg

CE 12/PS Caponi Carlo Autotrasporti Passaggio di Bettona (PG)

270 bovini 450 vitelli 270 cavalli 700 suini 1000 suini da ingrasso 1000 ovicaprini 3000 agnelli

CE 13/PS Macellari Trasporti s.p.a. Aeroporto S. Egidio Petrignano di Assisi (PG)

85 bovini 270 vitelli 270 cavalli 855 suini da ingrasso 1080 ovicaprini 1800 agnelli

CE 14/PS IMBE sas Tombolo (PD)

400 bovini 1000 vitelli

I punti di sosta sono posti sotto il controllo di un veterinario ufficiale che

provvede ad ispezioni regolari per controllare che le condizioni di

riconoscimento continuino ad essere soddisfatte.

I punti di sosta devono essere utilizzati esclusivamente per accogliere, nutrire,

abbeverare, far riposare, alloggiare, accudire e inoltrare a destinazione gli

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animali che vi transitano. Il proprietario o la persona fisica o giuridica che

gestisce un punto di sosta è responsabile dell’osservanza delle pertinenti

disposizioni. A tal fine è tenuto ad immettere unicamente gli animali certificati e

identificati secondo le normative comunitarie pertinenti, provvedere affinché gli

animali che soggiornano nei punti di sosta siano nutriti ed abbeverati al

momento opportuno, accudire gli animali per assicurare il loro benessere,

rivolgersi ad un veterinario in caso di necessità, utilizzare personale che

possieda le attitudini conoscenze e capacità professionali adeguate, segnalare

il più rapidamente possibile le anomalie riscontrate.

Relativamente alle costruzioni ed agli impianti, i punti di sosta devono essere

muniti di pavimenti antisdrucciolevoli e concepiti in modo tale che gli animali

non possano ferirsi; avere una tettoia munita di una adeguata protezione

laterale per proteggere gli animali da condizioni climatiche avverse; disporre di

adeguati impianti per tenere, ispezionare, nutrire e abbeverare gli animali e per

conservare i mangimi; disporre di illuminazione naturale o artificiale di intensità

sufficiente a consentire l’ispezione di tutti gli animali in qualsiasi momento;

disporre di apparecchiature per legare gli animali per i quali esista tale

necessità; disporre di sufficiente spazio per consentire agli animali di coricarsi e

di arrivare agevolmente agli impianti di abbeveraggio e alimentazione; disporre

di adeguati impianti che consentano l’alloggio separato di animali ammalati,

feriti o bisognosi di particolari attenzioni.

Per quanto riguarda le misure sanitarie e di igiene, ogni punto di sosta deve

avere le apparecchiature idonee alla pulitura e alla disinfezione di tutti i

fabbricati, attrezzature, impianti e veicoli. Inoltre deve essere pulito e

disinfettato prima e dopo ogni utilizzazione secondo le istruzioni del veterinario

ufficiale; le lettiere devono essere rimosse quando una partita di animali viene

allontanata da un recinto e sostituite con lettiere fresche. I punti di sosta

devono essere completamente evacuati dagli animali per un periodo di almeno

24 ore dopo un massimo di 6 giorni di utilizzazione e prima dell’arrivo di un’altra

partita di animali, dopo che sono state effettuate le operazioni di pulitura e di

disinfezione.

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5.3 Trasportatore

Il trasportatore deve essere provvisto di un certificato, rilasciato dal Ministero

delle Infrastrutture e dei Trasporti, attestante il possesso delle capacità

professionale per dirigere l’attività di trasporto di merci (animali vivi) su strada

per conto terzi. Inoltre, la normativa stabilisce che ogni trasportatore di animali

deve essere iscritto in un apposito registro presso l’Autorità Sanitaria Locale

territorialmente competente in ragione della sua residenza o sede legale. Ogni

trasportatore deve essere in possesso, se residente nel territorio comunitario,

di una autorizzazione valida per tutti i trasporti di animali vertebrati e, se

residente in un Paese Terzo, di una autorizzazione rilasciata dall’autorità

competente di uno Stato Membro, previa sottoscrizione di impegno a rispettare

le prescrizioni della normativa veterinaria comunitaria.

Ogni trasportatore non deve esporre gli animali che trasporta a lesioni o a

sofferenze inutili; deve utilizzare mezzi di trasporto tali da garantire il rispetto

delle prescrizioni comunitarie in materia di benessere durante il trasporto. La

persona alla quale viene affidato il trasporto deve possedere una formazione

specifica acquisita presso l’impresa o un organismo di formazione o avere una

esperienza pratica equivalente per procedere alla manipolazione e al trasporto

di animali, comunque attestata dall’Azienda Sanitaria locale che ha concesso

l’autorizzazione al trasportatore.

Nel caso in cui la durata del viaggio sia superiore alle 8 ore, il trasportatore

deve stabilire un piano del viaggio, denominato “ruolino di marcia” che deve

accompagnare il certificato sanitario e nel quale vengono precisati i punti di

sosta e di eventuale trasferimento; un solo ruolino di marcia deve essere

compilato per coprire tutta la durata del viaggio. Ogni ruolino di marcia deve

essere conservato per un periodo di almeno 2 anni, da presentare, su richiesta,

all’autorità competente per eventuali verifiche. (Figura 4):

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Fig.4 Ruolino di Marcia e documenti di trasporto

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L’importazione, il transito ed il trasporto attraverso il territorio della Unione

Europea di animali vivi provenienti da Paesi Terzi sono autorizzati soltanto se il

trasportatore si impegna in forma scritta a rispettare le prescrizioni della

Direttiva 95/29/CE.

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5.4 Controlli Le Autorità competenti (Servizi Veterinari dei posti di ispezione frontaliera e

delle Unità Sanitarie Locali e Polizia stradale), secondo le rispettive

competenze, vigilano affinché il trasporto di animali nel territorio comunitario sia

effettuato secondo le prescrizioni della normativa vigente. In particolare essi

vigilano affinché lo spazio per gli animali, inteso come densità di carico, sia

conforme alle disposizioni in funzione degli animali e dei mezzi di trasporto; le

durate del trasporto e del periodo di riposo nonché gli intervalli di alimentazione

e abbeveraggio per taluni tipi di animali sia conforme; siano trasportati solo

animali idonei al trasporto; i mezzi di trasporto durante il trasporto stradale, nei

luoghi di partenza e di arrivo, nei mercati, nei punti di sosta e di trasferimento

siano conformi.

Chiunque constati, durante il trasporto, che le disposizioni vigenti non sono o

non sono state rispettate informa l’Autorità competente del luogo in cui si è

accertato il fatto; quest’ultima chiede al responsabile del trasporto di adottare i

provvedimenti necessari per la tutela del benessere degli animali interessati.

Tali misure possono prevedere che venga terminato il viaggio o che gli animali

siano riportati al luogo di partenza seguendo il percorso più diretto o che siano

adeguatamente stabulati e beneficino delle cure appropriate o che si proceda

alla macellazione degli animali senza causare sofferenze inutili. Qualora il

responsabile del trasporto non ottemperi alle ingiunzioni dell’Autorità

competente, quest’ultima procede alla esecuzione coattiva con spese a carico

dell’interessato. Le decisioni adottate devono essere comunicate, con

l’indicazione delle relative motivazioni, allo speditore nonché, attraverso il

sistema ANIMO e secondo le modalità, incluse quelle finanziarie, da

determinarsi in sede comunitaria, alla competente Autorità dello Stato Membro

speditore.

Coloro che violano le norme relative alla protezione durante il trasporto

possono incorrere pure all’articolo 727 del Codice Penale che recita:

“chiunque incrudelisce verso animali senza necessità o li sottopone a strazio o

a sevizie o a comportamenti e fatiche insopportabili per le loro caratteristiche,

ovvero li adopera in giuochi, spettacoli o lavori insostenibili per la loro natura,

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valutata secondo le loro caratteristiche anche etologiche, o li detiene in

condizioni incompatibili con la loro natura o abbandona animali domestici o che

abbiano acquisito abitudini della cattività, è punito con l’ammenda da euro

1.032 a euro 5.164”….“la pena è aumentata se il fatto è commesso con mezzi

particolarmente dolorosi, quale modalità del traffico, del commercio, del

trasporto, dell’allevamento, della mattazione,…”.

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CAPITOLO 6

IL REGOLAMENTO CE N. 1/2005 SULLA PROTEZIONE DEGLI ANIMALI DURANTE IL TRASPORTO E LE OPERAZIONI

CORRELATE

Come riportato nel capitolo precedente, la Direttiva 95/29/CE, recepita nel

nostro ordinamento dal Decreto Legislativo n. 388/98, rappresenta la norma di

riferimento nel settore del benessere nella fase di trasporto degli animali. Tale

Direttiva prevede che la Commissione trasmetta al Consiglio ed al Parlamento

Europeo una relazione sull’esperienza acquisita dagli Stati Membri

nell’attuazione della Direttiva stessa. La prima relazione, redatta e presentata

nell’anno 2000 sulla base di informazioni fornite dagli Stati Membri e dall’Ufficio

Alimentare e Veterinario sui controlli effettuati, e dalle denunce delle

organizzazioni non governative, ha mostrato che i principali problemi rilevati a

livello comunitario sono i seguenti:

− i ruolini di marcia irregolari ed inosservanza dei limiti relativi alla durata del

viaggio;

− negligenza e trattamento inadeguato degli animali;

− sovraccarico;

− trasporto di animali non idonei al trasporto;

− autoveicoli inadeguati;

− aerazione insufficiente all’interno dei mezzi di trasporto;

− difficoltà a controllare le autorizzazioni dei trasportatori di animali.

Nello specifico, dal testo presentato risulta che gli Stati Membri hanno avuto

difficoltà a garantire una piena applicazione della Direttiva da parte delle

Autorità nazionali competenti; il fatto che i trasportatori spesso operino in

diversi Stati Membri nell’ambito di una catena di trasporto alquanto complessa,

ha generato notevole confusione sulle responsabilità dei diversi operatori. I

Paesi hanno denunciato una difficoltà oggettiva nell’uso corretto dei ruolini di

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marcia che sono stati considerati, per la loro impostazione, non funzionali ai

trasporti in più fasi nell’ambito degli scambi comunitari. Gli scarsi controlli alla

partenza per verificare se suddetti ruolini rispettassero i limiti stabiliti dalla

Direttiva, ha fatto sì che gli animali venissero trasportati per periodi di tempo

eccessivamente lunghi e che l’abbeveraggio, l’alimentazione ed i periodi di

riposo risultassero insufficienti. L’insufficienza dei controlli al momento della

partenza ha dato origine al problema frequentemente riscontrato dei veicoli

sovraccarichi. Per quanto riguarda il trattamento degli animali, è stata

riscontrata una scarsa cura durante il trasporto soprattutto per la mancanza di

sufficienti attrezzature per l’abbeveraggio dei suini. Nella relazione è stata

menzionata l’assenza di cibo e di strame; per i bovini è stata riferita una

mancata separazione degli animali adulti dai giovani. Inoltre, sono stati

registrati numerosi casi di trasporto di animali con diverse forme di zoppia e

ferite di vario tipo, soprattutto tra i suini, gravidanze avanzate e precarie

condizioni di salute, soprattutto per i cavalli. Da questo punto è emersa quindi

la necessità di meglio definire le condizioni di trasporto degli animali gravidi e

molto giovani. Per quanto riguarda gli autoveicoli, i problemi comunemente

segnalati sono stati l’uso di veicoli mal progettati, in cattivo stato di

manutenzione, con una scarsa aerazione e sporchi. La mancata pulizia è stata

una delle carenze più importanti poiché può compromettere la salute degli

animali trasportati. Anche l’aspetto relativo al controllo delle autorizzazioni ha

fatto emergere notevoli problematiche legate al fatto che, attualmente i

trasportatori non hanno l’obbligo di portare con sé un documento che comprovi

il possesso della necessaria autorizzazione. Le lacune della norma in materia

di autorizzazione dei trasportatori e l’insufficiente scambio di informazioni tra

Stati Membri diminuiscono l’efficacia dei controlli e l’effetto dissuasivo delle

sanzioni applicabili. Ciò ha creato distorsioni di concorrenza, svantaggiando i

trasportatori corretti rispetto a quelli irresponsabili. Da ultimo, occorre

sottolineare che l’applicazione delle normativa è apparsa spesso poco rigorosa

nei casi dei trasporti di animali provenienti da Paesi Terzi per via di una certa

confusione sulla possibilità giuridica, per le Autorità competenti, di insistere sul

rispetto delle disposizioni comunitarie. Non vi è dubbio che le norme

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comunitarie si applichino dal momento in cui gli animali entrino in uno Stato

Membro ma, numerosi sono i casi registrati di lunghi viaggi iniziati dall’Europa

Centrale ed Orientale con animali che arrivano al confine con l’Unione Europea

dopo aver viaggiato per un numero considerevole di ore. Da questo aspetto è

emersa la necessità di collaborare maggiormente con i Paesi Terzi dell’Europa

Centro-Orientale ed incoraggiare gli stessi ad attuare provvedimenti che siano

compatibili con il contesto normativo europeo.

In base ai risultati emersi dalla relazione, la Commissione Europea ha istituito

un tavolo di lavoro aperto a tutti gli operatori del settore. Le proposte ed i

suggerimenti enunciati da questo tavolo di discussione hanno costituito le

fondamenta sulle quali è stato redatto il Regolamento CE n. 1/2005 del

Consiglio del 22 dicembre 2004 sulla protezione degli animali durante il

trasporto e le operazioni correlate che è entrato in vigore a partire dal 5

gennaio 2007.

Il Regolamento rappresenta una profonda riforma delle norme del trasporto

degli animali in Europa. Innanzitutto, esso individua la catena di tutti gli

operatori del trasporto animali ed i vari responsabili anche nei centri di raccolta,

mercati, porti, macelli ed introduce strumenti di attuazione efficaci, come i

controlli tramite tachigrafo. Esso introduce anche norme molto più severe per i

trasporti di durata superiore alle 9 ore, anche per i trasporti nazionali, che

riflettono altre norme comunitarie relative ai tempi di guida.

6.1 Modifiche previste dal Regolamento CE n. 1/2005 a) Un Regolamento consente, rispetto ad una Direttiva, un’applicazione più

efficace delle norme

Oggi:

Direttiva (possibilità di interpretazione nazionale)

In futuro:

Regolamento (garanzia di armonizzazione in tutti gli Stati membri)

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b) Che cos’è il trasporto su lunghe distanze?

Oggi:

Più di 8 ore su camion attrezzati

In futuro:

9 ore (durata corrispondente a quella prevista per i conducenti dalla

legislazione del lavoro e quindi di facile applicazione). Il conducente deve

sostare per 12 ore dopo 9 ore di guida. La durata del viaggio è definita come

l’intera operazione di trasporto dalla partenza alla destinazione finale, compresi

i punti intermedi

c) Durata dei viaggi – riduzione dello stress per gli animali

Oggi – lunghe distanze:

• Animali molto giovani (ancora lattanti): 9 ore + 1 ora di riposo

(abbeveraggio) + 9 ore

• Suini: 24 ore (accesso permanente all’acqua)

• Cavalli: 24 ore con abbeveraggio ogni 8 ore

• Bovini, ovini e caprini: 14 ore + 1 ora di riposo (abbeveraggio) + 14 ore

Le sequenze suddette possono essere ripetute se gli animali sono scaricati,

nutriti, abbeverati e si riposano per almeno 24 ore in un posto di tappa

autorizzato

In futuro – lunghe distanze:

• Tutte le specie: massimo 9 ore di viaggio + minimo 12 ore di riposo

La sequenza può essere ripetuta. Non è richiesto alcun posto di tappa. Gli

animali si riposano nel veicolo

d) Gli animali più giovani e quelli gravidi non possono viaggiare

Oggi:

Divieto di trasporto degli animali neonati il cui ombelico non è completamente

cicatrizzato. Nessuna disposizione per le diverse specie

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In futuro:

• Divieto di trasporti superiori a 100 km di animali giovani (suini di meno di 4

settimane / agnelli di meno di 1 settimana / vitelli di meno di 2 settimane /

cavalli di meno di 4 mesi, solo per lunghe distanze)

• Divieto di trasporto di femmine nella settimana precedente ed in quella

seguente il parto (10% del tempo di gestazione stimato)

e) Attrezzature migliori per condizioni migliori

Oggi – lunghe distanze

Spazio diviso in compartimenti, possibilità di accesso agli animali, ma senza

spazio supplementare per i viaggi su lunghe distanze

In futuro – lunghe distanze

• Temperatura specifica secondo le specie (con sistema di controllo della

temperatura, registrazione di dati, cabina del conducente con sistema di

allarme)

• Accesso permanente all’acqua

• Più spazio secondo le specie e la durata del viaggio, p. es. 40% in più per i

suini, 16% in più per i bovini, 32% in più per gli ovini

• Divieto di legare gli animali (gli animali possono spostarsi o accovacciarsi; la

definizione precisa dello spazio permette un’applicazione migliore delle norme)

• Migliori condizioni sulle navi (p. es. inclinazione delle rampe, attrezzatura

per l’abbeveraggio, sistema di approvazione)

f) Migliori condizioni per i cavalli

Oggi:

Prescrizione sullo spazio minimo

In futuro:

• Spazio minimo aumentato per i trasporti di breve distanza

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• Box individuali per trasporti su lunghe distanze

• Accesso permanente al fieno

g) Chi è responsabile?

Oggi:

L’operatore del trasporto ed i trasportatori (le imprese)

In futuro:

Come sopra, ma anche i commercianti (organizzatori) ed i conducenti, nonché i

vari addetti (personale dei centri di raccolta, dei mercati e dei macelli e gli

agricoltori)

h) Garantire una migliore applicazione

Oggi:

Applicazione tramite ruolino di marcia (i ruolini di marcia sono obbligatori solo

se si varca un confine e se il viaggio supera le 8 ore)

In futuro:

• Applicazione tramite giornale di bordo se il viaggio supera le 9 ore; non solo

se si varca un confine. Richiesta la firma di tutti, relazione al termine del

trasporto

• Tramite tachigrafo – strumento efficace che non permette di falsificare i dati

• Una persona responsabile per l’intero trasporto

i) Maggiore responsabilità personale in caso di violazioni

Oggi:

Sospensione/ritiro del permesso del trasportatore, ecc.

In futuro:

• Controlli supplementari in caso di violazioni

• Sospensione / ritiro del certificato di idoneità del conducente e

dell’autorizzazione del mezzo di trasporto

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• Divieto di transito sul territorio di uno Stato membro

• E’ richiesta una formazione specifica per i responsabili della protezione

degli animali

l) Autorizzazione: norme migliori per facilitare l’applicazione

Oggi:

Autorizzazione mediante registrazione del trasportatore

In futuro:

• Norme di registrazione rafforzate, formato di registrazione armonizzato

(base dati europea)

• Obbligo di rintracciabilità e di piani d’emergenza per il trasportatore

• Obbligo per il trasportatore di avere con sé una copia dell’autorizzazione

• Limite di durata di 5 anni per l’autorizzazione dei veicoli per i trasporti su

lunghe distanze (9 ore); anche per le navi (per le quali è prescritta

un’attrezzatura specifica)

• Formazione approvata obbligatoria per i conducenti ed i commercianti di

bestiame

m) Nuove responsabilità per le pause intermedie (centri di raccolta, mercati,

ecc.)

Oggi:

Nessuna responsabilità per mercati, centri di raccolta e porti

In futuro:

Gli “addetti” hanno precise responsabilità di controllo e di applicazione delle

norme di protezione degli animali. I responsabili dei centri di raccolta devono

provvedere alla formazione del personale

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n) Controlli successivi al trasporto: un aspetto importante dell’applicazione della

normativa

Oggi:

• Controllo del ruolino di marcia (solo se il trasporto è di durata superiore a 8

ore e se si varca un confine)

• Informazioni limitate

In futuro:

Giornale di bordo completo per le lunghe distanze / 9 ore (ad esempio sul luogo

di destinazione devono essere effettuati controlli e descritto lo stato degli

animali, indicando il numero di animali che arrivano morti o in cattive

condizioni)

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CAPITOLO 7

SCOPO DELLA TESI Il presente studio aveva lo scopo di valutare le condizioni attuali in materia di

trasporto degli animali alla luce della recente entrata in vigore (nel 5 gennaio

2007) del Regolamento CE n. 1/2005 sulla protezione degli animali durante il

trasporto e le operazioni correlate.

Lo studio è stato svolto attraverso una indagine condotta presso aziende di

trasporto di animali vivi situate principalmente nel territorio modenese.

L’elaborazione statistica dei dati ottenuti dall’indagine ha permesso di verificare

in quale misura il settore trasporti si è adeguato alle cogenti disposizioni in

materia.

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CAPITOLO 8

MATERIALI E METODI

8.1 Indagine Nello studio sono state prese in considerazione le aziende di autotrasporto di

animali vivi con sede nella provincia di Modena. Una lista delle aziende è stata

preparata in collaborazione con i Servizi Veterinari delle Aziende Unità Sanitarie

Locali (AUSL) di Modena e provincia e comprendeva complessivamente 364

nominativi costituiti da ragione sociale dell’azienda, indirizzo, recapito telefonico

e fax.

Ogni azienda presente nella lista è stata contattata telefonicamente al fine di

portare a conoscenza dell’iniziativa e per chiedere la disponibilità a collaborare.

A fronte di un certo numero di aziende che non ha mostrato interesse e

disponibilità, un discreto numero di ditte ha accolto positivamente l’invito a

partecipare all’indagine. A queste ultime è stato recapitato un questionario

appositamente redatto per lo svolgimento della ricerca e volto a fornire le

informazioni necessarie. Il numero complessivo di aziende che ha provveduto a

restituire il questionario debitamente compilato è stato pari a 42.

8.2 Questionario Il questionario redatto per le aziende di trasporto di animali era costituito da 42

domande complessive organizzate in 5 diverse sezioni: identificazione,

caratteristiche dell’azienda, conducenti dei mezzi di trasporto, mezzi di

trasporto, condizioni di viaggio. Il questionario completo è riportato

nell’AllegatoI.

La distribuzione e la raccolta dei questionari sono avvenute nel periodo

compreso tra luglio 2005 e novembre 2006.

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8.3 Analisi statistica L’analisi statistica è stata eseguita con il programma SPSS versione 11.5.1.

(SPSS Inc, Chicago, Illinois).

Le informazioni raccolte mediante i questionari distribuiti alle aziende erano

costituite da una serie di dati articolati in casi e variabili. I casi erano

rappresentati dalle singole aziende che hanno risposto ai questionari ed erano

pari a 42. Le variabili erano rappresentate dall’insieme delle caratteristiche

dell’azienda, dei conducenti dei mezzi di trasporto, dei mezzi di trasporto e delle

condizioni di viaggio, ed erano pari a 55.

Le 55 variabili erano distinguibili in variabili continue (20), variabili nominali (25)

e variabili a risposta aperta (10). L’elenco delle variabili e la loro descrizione

sono riportate nella Tabella n. 6.

Sulle variabili continue si è proceduto al calcolo della media, mediana,

deviazione standard, minimo e massimo mentre sulle variabili nominali si sono

calcolate la frequenza e la frequenza percentuale.

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Tab. 6. Elenco delle variabili e loro descrizione

VARIABILE DESCRIZIONE 0 data

IDENTIFICAZIONE 1.1 ragione sociale 1.2 provincia

CARATTERISTICHE DELL’AZIENDA 2.1 numero persone 2.2 numero mezzi 2.3 tipo trasporto 2.4 numero trasporti nazionali

2.4.1 numero trasporti internazionali 2.5.1 % trasporti <50 km 2.5.2 % trasporti 51-200 km 2.5.3 % trasporti 201-1000km 2.5.4 % trasporti >1000 km 2.6.1 % trasporti in primavera/estate 2.6.2 % trasporti in autunno/inverno 2.7.1 % trasporti su strada statale/provinciale 2.7.2 % trasporti in autostrada 2.9.1 numero totale suini trasportati per anno 2.9.2 numero complessivo bovini trasportati per anno 2.9.3 numero complessivo ovi-caprini trasportati per anno 2.9.4 numero complessivo avi-cunicoli trasportati per anno 2.9.5 quantità complessiva pesci trasportati per anno 2.9.6 numero complessivo ratiti trasportati per anno 2.9.7 numero complessivo selvatici trasportati per anno 2.9.8 numero complessivo equini trasportati per anno 2.9.9 numero complessivo ovini trasportati per anno

CONDUCENTI DEI MEZZI DI TRASPORTO 3.1 sono dotati di autorizzazione personale 3.2 devono rispondere a requisiti specifici 3.3 sono istruiti mediante corsi di formazione 3.4 se sì, frequenza dei corsi 3.5 chi organizza i corsi di formazione 3.6 i conducenti sono istruiti per gestire emergenze 3.7 stabiliscono ruolino di marcia per viaggi sup. 8h

3.7.1 se no, perché 3.7.2 se no, il conducente organizza tappe in base alla destinazione

3.8 i conducenti utilizzano punti di sosta per viaggi sup. 8h 3.9 giudizio sulla disposizione e organizzazione dei punti di sosta

MEZZI DI TRASPORTO 4.1 sono dotati di sistemi di controllo della temperatura 4.2 sono dotati di sistemi di aerazione 4.3 il sistema consente una buona aerazione sia in sosta che in

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movimento 4.4 sono dotati di coibentazione con materiale isolante

4.4.1 se sì indicare il tipo di materiale

4.5 sono dotati di dispositivi per l'allacciamento all'acqua durante le soste

4.6 sono dotati di dispositivi per abbeverare gli animali 4.7 nel caso di trasporto suini, sono dotati di sistemi di idratazione 4.8 sono dotati di adeguate lettiere 4.9 di quale materiale si compongono il pavimento e le pareti

4.10 nei viaggi di lunga durata, sono dotati di sufficiente alimento per gli animali

4.11 sono attrezzati per consentire un accesso diretto agli animali 4.12 sono dotati di tramezzi per formare comparti separati 4.13 sono dotati di cronotachigrafo 4.14 sono dotati di sistemi di controllo satellitare 4.15 sono dotati di autorizzazione sanitaria dell'ausl

CONDIZIONI DI VIAGGIO 5.1 la densità di carico è sempre nei limiti di legge 5.2 tempo che intercorre dall'arrivo in macello allo scarico

5.3 tasso di mortalità % rispetto al numero totale di animali trasportati

LEGENDA:

RISPOSTE APERTE

VARIABILI CONTINUE

VARIABILI NOMINALI

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CAPITOLO 9

RISULTATI E DISCUSSIONE

I 364 nominativi forniti dall’AUSL corrispondevano ai titolari di autorizzazione

sanitaria per il trasporto animale residenti a Modena e provincia. I titolari di tale

autorizzazione erano rappresentati da allevatori, commercianti di bestiame e

aziende di autotrasporto di dimensioni piccole, medie o grandi.

Come specificato nel Capitolo 8 – Materiali e Metodi, l’indagine voleva essere

ad ampio raggio ed ha coinvolto tutti i 364 titolari di autorizzazione sanitaria.

Tuttavia, solo il 12% di essi ha partecipato attivamente rispondendo al

questionario redatto appositamente per l’indagine. I risultati presentati di seguito

rappresentano, quindi, un compendio dei dati raccolti grazie alla collaborazione

prestata da una minoranza delle persone coinvolte.

La Tabella n. 7, riportata nella pagina seguente, mostra i risultati ottenuti

dall’analisi statistica operata sulle variabili continue. Per la descrizione delle

variabili continue si consiglia di fare riferimento alla Tabella n. 6.

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Tab.7 Risultati dell’analisi statistica delle variabili continue

VARIABILE* MEDIA MEDIANA DEVIAZIONE

STANDARD

MINIMO MASSIMO

2.4 134 28 24,8 25 980

2.4.1 38 25 48,8 20 250

2.5.1 66 (8/42) 70 32,3 5 100

2.5.2 43 (11/42) 30 34,4 5 100

2.5.3 36 (7/42) 20 31,8 5 90

2.5.4 99 (16/42) 100 2,9 90 100

2.6.1 51 50 14,0 30 100

2.6.2 50 50 11,8 10 70

2.7.1 38 20 27,9 20 100

2.7.2 65 80 24,7 10 80

2.9.1 5667 200 635 200 1.300

2.9.2 4.677 2.500 7.865 50 30.000

2.9.3 26.817 400 46.059 50 80.000

2.9.4 1.300.000 1.300.000 989.950 600.000 2.000.000

2.9.5 - - - - -

2.9.6 - - - - -

2.9.7 - - - - -

2.9.8 127 130 25 100 150

2.9.9 - - - - -

5.3 0,20 0 0,4 0 1 * la descrizione delle variabili è riportata nella Tabella n. 6

Dalla variabile 2.4 emerge che il numero dei trasporti effettuati annualmente sul

territorio nazionale dalle aziende intervistate è pari mediamente a 134, con un

minimo di 25 ed un massimo 980. L’ampio intervallo di valori di risposta è

dovuto alla diversa tipologia delle aziende ed al numero di mezzi di trasporto

impiegati. Allevatori e commercianti di piccole dimensioni, spesso dotati di un

solo mezzo di trasporto, effettuano un numero limitato di trasporti annui;

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aziende di trasporto di grandi dimensioni, invece, effettuano trasporti quotidiani

con più mezzi di trasporto.

La stessa motivazione giustifica i valori della variabile 2.4.1 dalla quale risulta

che i trasporti internazionali effettuati nel corso dell’anno sono mediamente 38,

con un minimo di 20 ed un massimo di 250.

Dalla variabile 2.5.1 alla 2.5.4 si evince che le aziende si identificano in base ad

una propria specializzazione in termini di chilometraggio del trasporto. Il 38%

delle aziende effettua trasporti a lunghissima percorrenza (superiori a 1000km);

il 17% a lunga percorrenza (compresi tra 200 e 1000km); il 26% a media

percorrenza (compresi tra 50 e 200km) ed il 19% a breve percorrenza (inferiori

a 50km). La differenza tra le aziende in base al tipo di percorrenza (breve,

media, lunga e lunghissima) è legata al tipo di trasporto (nazionale o

internazionale) che la ditta effettua.

Il trasporto degli animali vivi viene effettuato lungo tutto il periodo dell’anno

senza particolari differenze di stagionalità. Dalle variabili 2.6.1 e 2.6.2, infatti, si

nota che i trasporti si distribuiscono al 50% tra due periodi dell’anno

(primavera/estate ed autunno/inverno).

La variabile 2.7.1 vede che, in media, il 38% dei viaggi viene compiuto su

strade statali e provinciali, con un minimo del 20% ed un massimo del 100%.

Dalla variabile 2.7.2, per contro, risulta che il 65% dei trasporti viene effettuato

su autostrade, con un minimo del 10% ed un massimo dell’ 80%. Tale risultato

dipende sempre dalla tipologia aziendale ed è legato al fatto che i viaggi siano

effettuati a livello nazionale o internazionale.

Nel questionario, ogni azienda è stata invitata a specificare le specie animali

trasportate ed a riportare il numero medio di animali trasportati annualmente.

Dalla variabile 2.9.1 risulta che le aziende di trasporto suini movimentano

mediamente 567 animali per anno, con un minimo di 200 ed un massimo di

1300. Le aziende di trasporto bovini spostano mediamente 4677 animali, con

un minimo di 50 ed un massimo di 30.000. (variabile 2.9.2). Gli ovi-caprini

trasportati annualmente da ciascuna azienda risultano pari a 26.817, con un

minimo di 50 ed un massimo 80.000 (variabile 2.9.3). La variabile 2.9.4 mostra

che gli avicunicoli trasportati sono in media 1.300.000, con un minimo di 60.000

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ed un massimo di 2.000.000. Infine, dalla variabile 2.9.8 si nota che,

mediamente, gli equini trasportati annualmente dalle aziende specializzate al

loro trasporto sono 126, con un minimo di 100 ed un massimo di 150 unità. Le

variabili 2.9.5, 2.9.6 e 2.9.7 non sono state elaborate poiché nessuna delle ditte

intervistate compie trasporti di pesci, ratiti e selvatici.

Il tasso di mortalità degli animali durante il trasporto risulta essere mediamente

pari a 0,20%, con un minimo di 0 ed un massimo di 1 (variabile 5.3). Tali valori

risultano superiori a quelli riportati da alcuni autori che hanno studiato l’effetto

delle condizioni ambientali di trasporto sul tasso di mortalità degli animali

(Christensen, 1994; Palacio, 1996; Guardia, 1996; Collen e Chevillon, 1999).

Di seguito si riportano i risultati ottenuti dalla elaborazione statistica delle

variabili nominali e quelli desunti dalle variabili a risposta aperta. Per la

descrizione delle variabili nominali si consiglia di fare riferimento alla Tabella

n.6.

Come riportato in precedenza, l’indagine è stata ristretta al territorio modenese.

Il 97,6% delle aziende intervistate erano dislocate tra Modena e provincia

mentre il restante 2,4% era della provincia di Reggio Emilia (variabile 1.2).

Le aziende di trasporto del territorio modenese si configurano come aziende di

piccole dimensioni: il numero di addetti che lavorano nelle aziende è compreso

tra 1 e 5 nel 92,9% dei casi, tra 6 e 10 nel 4,8% dei casi ed è superiore a 10 nel

rimanente 2,4% dei casi (variabile 2.1). Spesso si tratta di ditte individuali o di

aziende a conduzione familiare.

Fig.5 Distribuzione percentuale delle aziende in base al numero di addetti.

0

20

40

60

80

100

%

fino a 5persone

da 5 a 10persone

più di10persone

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La variabile 2.2 indica il numero degli automezzi per il trasporto animale

presenti in ciascuna azienda. Nel 95,2% dei casi gli automezzi impiegati sono

da 1 a 5 e solo nel 2,4% dei casi ne sono utilizzati da 6 a 10. Anche questo dato

dipende dalle caratteristiche delle azienda di trasporto che, come già riportato

precedentemente, sono prevalentemente a gestione familiare.

Fig.6 Distribuzione percentuale delle aziende in base al numero di automezzi dell’azienda.

La variabile 2.3 indica la tipologia dei trasporti effettuati. Le aziende che

trasportano animali si distribuiscono in modo omogeneo tra quelle che operano

in ambito nazionale e quelle che operano in ambito internazionale; dai dati

dell’indagine emerge che il 45,2% delle aziende effettua trasporti solo in ambito

nazionale mentre il 54,8% solo in ambito internazionale.

Fig.7 Distribuzione percentuale delle aziende in base alla tipologia di trasporto.

La variabile 2.8 descrive la distribuzione delle aziende in base alla specie

animale trasportata. Il 71,4% dei trasporti riguardano bovini; il 2,4% ovi-caprini;

il 4,8% avicunicoli; il 7,1% sia bovini che suini; il 2,4% suini, equini e bovini; il

0

20

40

60

80

100

%

nazionale internazionale

0

20

40

60

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%

tra 1 e 5 tra 6 e 10

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2,4% suini e ovi-caprini; il 2,4% bovini ed ovini ed, infine, il 7,1% trasporta

esclusivamente equini. Queste caratteristiche derivano soprattutto dalla zona

geografica in cui si trovano le aziende e nella quale prevale l’allevamento di

alcune specie rispetto ad altre e, di conseguenza, il loro trasporto.

Fig.8 Distribuzione percentuale delle aziende in base alle specie animali trasportate. (1=bovini;

2=ovicaprini; 3=avicunicoli; 4=bovini+suini; 5=bovini+suini+equini; 6=suini+ovicaprini;

7=bovini+ovini; 8=equini).

Il 97,6% dei rispondenti è dotato di un’autorizzazione personale al trasporto di

animali mentre il 2,4% dichiara di esserne sprovvisto (variabile 3.1). La totalità

dei rispondenti ha dichiarato che l’ottenimento della suddetta autorizzazione è

subordinata alla rispondenza a requisiti specifici (variabile 3.2).

Il 33,3% degli intervistati risponde di aver seguito corsi di formazione inerenti il

benessere animale propedeutici al rilascio dell’autorizzazione al trasporto

mentre il restante 66,7% ha dichiarato di non averli seguiti (variabile 3.3).

Questo dato evidenzia in modo marcato un fenomeno di mancata applicazione

delle disposizioni di legge. Tuttavia, tutti gli intervistati si dichiarano comunque

istruiti a gestire situazioni di emergenza (variabile 3.6). La maggioranza di

coloro che ha frequentato corsi di formazione dichiara di aver partecipato a

corsi organizzati una volta all’anno dall’AUSL. Alcune aziende di trasporti,

inoltre, hanno provveduto autonomamente alla formazione degli addetti al

trasporto.

-5

5

15

25

35

45

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65

75

%

1 2 3 4 5 6 7 8

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Fig.9 Addetti al trasporto che hanno seguito corsi di formazione inerenti il benessere

animale.(1=ha seguito corsi; 2=non ha seguito corsi).

Dalla variabile 3.7 si evince che il 59,5% dei trasportatori stabilisce un ruolino di

marcia per viaggi superiori alle 8 ore. Il restante 40,5% risponde no od omette

la risposta in quanto non effettua trasporti superiori alle 8 ore di viaggio..

Una giustificazione analoga si applica alla variabile 3.8 inerente l’utilizzo dei

punti di sosta. Infatti, il 50% circa degli intervistati dichiara di utilizzare i punti di

sosta mentre il rimanente 50% dichiara di non utilizzarli od omette la risposta

poiché compie viaggi di breve percorrenza. Il giudizio sui punti di sosta da parte

di coloro che li utilizzano risulta molto negativo. Da parte degli operatori si

lamenta una scarsa funzionalità, la difficoltà di reperimento geografico e la

scarsa igiene (variabile 3.9).

Per quanto riguarda le caratteristiche dei mezzi di trasporto, il 54,8% di essi

risulta dotato di sistemi per il controllo della temperatura mentre il 42,9% ne è

privo. Il 2,4% dei rispondenti ha omesso la risposta (variabile 4.1).

0

10

20

30

40

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%

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304050

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%

1 2 3

Fig.10 Sistemi di controllo della temperatura nei mezzi di trasporto animale (1=presenti;

2=assenti; 3=non risponde).

Per quanto riguarda il tipo di ventilazione adottata sui mezzi di trasporto, il

23,8% dei rispondenti utilizza sistemi di aerazione naturale, il 2,4% sistemi di

aerazione forzata mentre la maggior parte, pari al 71,4%, utilizza entrambi i

sistemi (variabile 4.2). Questo dato evidenzia che gli automezzi attualmente in

uso per il trasporto animale sono mezzi di nuova concezione e rispettano

pienamente la normativa in vigore.

Fig.11 Sistemi di aerazione dei mezzi di trasporto animale (1=aerazione naturale; 2=aerazione

forzata; 3=aerazione naturale + forzata; 4=non risponde).

Il 97,6% delle aziende giudica molto buona l’aerazione garantita dal tipo di

ventilazione del mezzo di trasporto; solo il 2,4% non esprime opinione a

riguardo (variabile 4.3).

Il 66,7% degli automezzi è munito di sistemi di coibentazione mentre il 28,6%

non li possiede; il 4,8% non risponde (variabile 4.4). Se presente, la

coibentazione è costituita soprattutto da materiali plastici e compensato

(variabile 4.4.1)

0

10

20

30

40

50

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0102030405060708090

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%

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Fig.12 Sistemi di coibentazione dei mezzi di trasporto animale (1=presenti; 2=assenti; 3=non

risponde).

Il 50% dei mezzi di trasporto è dotato di dispositivi che consentono

l’allacciamento ad un punto d’acqua durante le soste. Il 45,2% dei rispondenti

dichiara di non essere dotato di tali dispositivi poiché non richiesti per le specie

animali che trasporta e per i viaggi di breve percorrenza che effettua; il 4,8%

non risponde (variabile 4.5).

Fig.13 Dispositivi per l’allacciamento a punti di acqua (1=presenti; 2=assenti; 3=non risponde).

Il 54,8% dei mezzi di trasporto è dotato di dispositivi per l’abbeveraggio a bordo

degli animali mentre il 40,5% ne è sprovvisto poiché impiegato per trasporti di

breve percorrenza (variabile 4.6). Questo dato indica che una percentuale

significativa dei mezzi non è attrezzata secondo quanto disposto dalla nuova

normativa.

0102030405060708090

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%

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%

1 2 3

Fig.14 Dispositivi per l’abbeveraggio a bordo degli animali (1=presenti; 2=assenti; 3=non

risponde).

Alle aziende che trasportano suini (14,3% degli intervistati) è stata rivolta la

domanda circa la presenza sui mezzi di trasporto di sistemi di idratazione per gli

animali quali nebulizzatori di acqua (variabile 4.7). In base alle risposte fornite

risulta che il 17% dei mezzi possiede questi dispositivi mentre ben l’83% ne è

sprovvisto. Anche questo dato indica che, nonostante gli automezzi siano di

nuova generazione, non viene posta sufficiente attenzione a questo requisito.

Fig.15 Sistemi di idratazione (nebulizzatori d’acqua) sui mezzi adibiti al trasporto di suini

(1=presenti; 2=assenti).

L’83,3% degli intervistati dichiara di utilizzare adeguate lettiere per gli animali

mentre il 2,4% dichiara di non utilizzarle a causa della brevità del percorso che

effettua; il 14,3% non risponde (variabile 4.8).

0

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Fig.16 Uso della lettiera per animali sui mezzi di trasporto (1=sì; 2=no; 3=non risponde).

Oltre che dalla presenza di adeguata lettiera, la protezione degli animali durante

il trasporto e le operazioni di carico e scarico dipende anche dai materiali di cui

si compone il mezzo di trasporto (variabile 4.9). Le aziende di trasporto equino

dichiarano di possedere mezzi dotati di rampe in gomma e truciolati per i

pavimenti; in un caso è stato dichiarato l’utilizzo della vetroresina. Per tutti gli

altri intervistati, i materiali di cui si compongono i mezzi di trasporto sono acciaio

ed alluminio.

Tutte le aziende che effettuano trasporti di lunga o lunghissima percorrenza

(55% degli intervistati), dichiarano di utilizzare automezzi dotati di alimenti

sufficienti per il fabbisogno degli animali (variabile 4.10).

Il 92,9% dei mezzi di trasporto è attrezzato in modo da consentire un accesso

diretto da parte del conducente agli animali trasportati mentre il 2,4% non è

attrezzato in tal senso. Anche in questo caso la risposta è giustificata dalla

brevità del percorso effettuato (variabile 4.11).

0

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%

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Fig.17 Accesso diretto agli animali sui mezzi di trasporto (1=sì; 2=no; 3=non risponde).

La variabile 4.12 indica se gli automezzi sono dotati di tramezzi per formare

comparti separati. Il 90,5% dei mezzi risulta dotato di questi dispositivi mentre il

2,4% ne è sprovvisto poiché impiegati per il trasporto di un numero molto

limitato di animali che non esige il ricorso a tali sistemi (variabile 4.12).

Fig.18 Tramezzi per formare comparti sui mezzi di trasporto (1=presenti; 2=assenti; 3=non

risponde).

Il 92,9% dei mezzi di trasporto è dotato di cronotachigrafo a bordo mentre il

7,1% non monta questo dispositivo (variabile 4.13). Questi ultimi sono

rappresentati dai mezzi inferiori alle 7,5 tonnellate di massa complessiva che

sono esentati dall’obbligo a possederlo.

0102030405060708090

100

%

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%

1 2

Fig.19 Cronotachigrafo sui mezzi di trasporto (1=presente; 2=assente).

Circa la metà degli intervistati (47,6%) dichiara di possedere mezzi di trasporto

dotati di dispositivi di controllo satellitare; il 52,4% degli intervistati che risponde

negativamente è rappresentato da allevatori o commercianti che effettuano

trasporti di breve percorrenza in numero limitato durante l’anno (variabile 4.14) .

Fig.20 Dispositivi di controllo satellitare (1=presente; 2=assente).

I mezzi di trasporto di tutti gli intervistati sono dotati di autorizzazione sanitaria

rilasciata dall’AUSL, come confermato dall’iscrizione nei registri ufficiali delle

AUSL di competenza territoriale che hanno fornito gli elenchi (variabile 4.15).

Per quanto riguarda le condizioni di viaggio, il 97,6% degli intervistati dichiara di

rispettare sempre la densità di carico durante i viaggi mentre il 2,4% dichiara

che, occasionalmente, i valori di densità massima stabiliti dalla normativa

vengono leggermente superati (variabile 5.1). Questo fenomeno si verifica

soprattutto presso le aziende di trasporto di maggiori dimensioni che compiono

0

10

20

30

40

50

60

%

1 2

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numerosi viaggi per anno ma che, spesso, non hanno un numero sufficiente di

automezzi a disposizione.

Fig.21 Rispetto della densità di carico (1=sì; 2=no).

Il 28,6% degli intervistati indica che il tempo che intercorre tra l’arrivo dei mezzi

a destinazione e lo scarico degli animali è inferiore a 60 minuti, mentre il 64,3%

indica che tutte le operazioni avvengono in un tempo superiore a 60 minuti

(variabile 5.2). Questo dato viene confermato da tutti i conducenti che

trasportano animali principalmente verso i macelli.

Fig.22 Tempi per le operazioni di scarico a destinazione (1=più di 60min; 2=meno di 60min;

3=non risponde).

0

20

40

60

80

100

%

1 2

0

20

40

60

80

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%

1 2 3

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73

CAPITOLO 10

CONCLUSIONI

L’indagine oggetto della presente tesi ha incontrato alcune difficoltà legate,

inizialmente, alla compilazione dell’elenco completo delle aziende che operano

nel settore del trasporto animale di Modena e provincia, a causa

dell’incompletezza di alcuni elenchi ufficiali reperiti presso le AUSL. A questo si

è aggiunta, successivamente, la diffidenza da parte delle aziende contattate

singolarmente le quali, in numerosi casi, non si sono rese disponibili a

collaborare. Il numero di aziende che ha partecipato all’indagine, mediante la

compilazione del questionario opportunamente preparato, è risultato pari a 42;

tale numero è piuttosto limitato se rapportato alla totalità delle aziende che

opera nel settore ma sufficientemente ampio per elaborare un quadro generale

in materia di protezione e benessere animale in relazione al trasporto. Le

aziende che hanno collaborato operano soprattutto nel settore del trasporto

bovino, sia in ambito nazionale che internazionale; ciò ha permesso di valutare

la rispondenza ai requisiti di protezione e benessere per trasporti a breve e

lunga percorrenza, ovvero inferiori e superiori alle 8 ore, ed effettuati su strade

statali/provinciali ed autostrade.

Il quadro complessivo che ne risulta è piuttosto confortante.

La grande maggioranza delle aziende opera in linea con la normativa

recentemente entrata in vigore. Le aziende non ancora perfettamente in linea

hanno mostrato apprezzamento per le nuove disposizioni, ritenute necessarie

per molti aspetti, e si sono dichiarate prossime all’ adeguamento. Le aziende

leggermente in ritardo rispetto alle indicazioni della normativa sono quelle di

piccole dimensioni come, ad esempio, alcuni piccoli allevatori di vacche da latte

o di scrofe riproduttrici che utilizzano saltuariamente il trasporto animale per

portare al macello gli animali a fine carriera. In molti casi si tratta di aziende con

un solo addetto, con un unico mezzo di trasporto e che effettuano trasporti su

distanze inferiori ai 50km. Per questa tipologia di aziende i requisiti imposti dalla

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normativa sono più limitati rispetto a quelle che operano trasporti superiori alle 8

ore.

I mezzi di trasporto rispondono in buona misura ai requisiti previsti dalla

normativa. Elevata è la percentuale dei mezzi dotati di sistemi di controllo della

temperatura dell’ambiente di carico, sistemi di ventilazione forzata e naturale,

dispositivi che consentono l’allaccio a punti di distribuzione dell’acqua,

dispositivi per l’abbeveraggio, adeguate lettiere, alimenti sufficienti per il

fabbisogno animale, tramezzi per formare comparti separati, attrezzati in modo

da consentire l’accesso diretto da parte del conducente, cronotachigrafo e

controllo satellitare. Gli aspetti più carenti sono rappresentati dalla scarsità di

materiali coibentanti del vano carico e, nel caso dei trasporti di suini, dalla

presenza ridotta di sistemi di idratazione degli animali quali nebulizzatori

d’acqua.

Le maggiori discrepanze dalle disposizioni della normativa si riscontrano in

materia di corsi di formazione. Il numero dei corsi di formazione inerenti il

benessere animale, organizzati dalle AUSL o dalle associazioni di categoria,

risulta molto limitato e quindi pochi sono gli addetti al trasporto opportunamente

addestrati in materia.

Le problematiche maggiormente lamentate dalle aziende, tuttavia, sono legate

alla inadeguatezza di molte strade ed autostrade che, a causa del traffico,

portano a sforare gli orari di guida e che non sono attrezzate in modo opportuno

per intervenire sugli animali in caso di sosta forzata (incidenti, blocchi del

traffico per lavori, code). Una problematica ulteriore riguarda i punti di sosta,

utilizzabili per trasporti superiori alle 8 ore, che vengono giudicati molto

negativamente poiché ritenuti in numero insufficiente, poco funzionali, difficili da

trovare e inadeguati dal punto di vista igienico-sanitario.

Per quanto riguarda la densità di carico, dall’indagine emerge che tale

parametro viene sempre rispettato tranne rare eccezioni. Ancora troppo lunghi

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ed inadeguati, invece, risultano i tempi necessari per le operazioni di scarico

presso i macelli o i luoghi di destinazione. La maggioranza degli addetti al

trasporto lamenta che il tempo per tali operazioni supera ampiamente i 60

minuti. La durata di questa fase, oltre alla durata complessiva del viaggio,

rappresenta un punto molto importante per la comparsa di stati di malessere

dell’animale.

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ALLEGATO I

QUESTIONARIO PER LE AZIENDE DI TRASPORTO ANIMALE

Data dell’intervista

………………………….

1) IDENTIFICAZIONE

1.1) Ragione sociale dell’azienda

…………………………………………………………………….…………………

1.2) Provincia

……………………………………………………………………………………….

2) CARATTERISTICHE DELL’AZIENDA 2.1) Numero di persone coinvolte nell’azienda (titolare, familiari, dipendenti,

esterni)

1-5 □ 6-10 □ 11-20 □ 21-50 □ > 50 □

2.2) Numero dei mezzi impiegati per l’attività di trasporto (propri e non)

1-5 □ 6-10 □ 11-20 □ 21-50 □ > 50 □

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77

2.3) Tipo di trasporto

solo nazionale □ solo internazionale □ entrambi □

2.4) Numero di trasporti annui

nazionali………………………..

internazionali…………………..

2.5) Distribuzione % dei trasporti in base al chilometraggio

< 50 km 51-200 km 201-1000km >1000km

………… . ………… ………… …………

2.6) Distribuzione % dei trasporti in base al periodo dell’anno

primavera-estate autunno/inverno

………… . …………

2.7) Distribuzione % dei trasporti in base tipo di percorso

strada statale/provinciale ………. autostrada ………

2.8) Tipologie di animali trasportati

suina □ bovina □ ovi-caprina □ avi-cunicola □

ittica □ ratiti □ selvatici □

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2.9) Numero annuo di animali trasportati

suini….. bovini…….. ovi-caprini………

avi-cunicoli……… pesci……… ratiti…….. selvatici………

3) I CONDUCENTI DEI MEZZI DI TRASPORTO

3.1) Sono dotati di autorizzazione personale al trasporto animale?

si □ no □

3.2) Devono rispondere a requisiti specifici per potere ottenere l’autorizzazione

al trasporto?

si □ no □

3.3) Sono istruiti mediante corsi di formazione inerenti il benessere animale?

si □ no □

3.4) Se si, con quale frequenza?

…………………………….…..

3.5) Chi organizza i corsi di formazione?

………………………………….

3.6) I conducenti sono istruiti per gestire situazioni di emergenza?

si □ no □

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3.7) Stabiliscono un ruolino di marcia per viaggi superiori alle 8 ore secondo

quanto previsto dalla normativa vigente?

si □ no □

3.7a) Se no, indicare la motivazione

……………………………………………………………………………………………

……………………………………………………………………………………………

3.7b) Se no, il conducente organizza il viaggio prefissando delle tappe in base

al luogo di destinazione?

si □ no □

3.8) I conducenti utilizzano i punti di sosta per i viaggi superiori alle 8 ore

secondo quanto previsto dalla normativa vigente?

si □ no □

3.9) Come giudicano la distribuzione geografica e l’organizzazione

(attrezzature, pulizia) dei punti di sosta

……………………………………………………………………………………………

……………………………………………………………………………………………

……………………………………………………………………………………………

4) I MEZZI DI TRASPORTO

4.1) Sono dotati di sistemi di controllo della temperatura?

si □ no □

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4.2) Sono dotati di sistemi di aerazione?

naturale (fessure apribili e chiudibili) □ forzata (ventilatori) □

entrambi □

4.3) Il sistema consente una buona circolazione dell’aria all’interno del veicolo

sia in sosta che in movimento?

si □ no □

4.4) Sono dotati di coibentazione con materiale isolante?

si □ no □

4.4a) Se si, indicare il tipo di materiale isolante

……………………………………………………………………………………………

4.5) Sono dotati di dispositivi che consentono l’allacciamento ad un punto

d’acqua durante le soste?

si □ no □

4.6) Sono dotati di dispositivi per l’abbeveraggio a bordo degli animali?

si □ no □

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4.7) Nel caso del trasporto di suini, sono dotati di un sistema di idratazione degli

animali (nebulizzatori d’acqua)?

si □ no □

4.8) Sono dotati di adeguate lettiere per gli animali?

si □ no □

4.9) Di quale materiale si compongono il pavimento e le pareti del mezzo di

trasporto?

………………………………………

4.10) Nei casi di viaggi di lunga durata, sono dotati di una quantità sufficiente di

alimenti appropriati per soddisfare il fabbisogno alimentare degli animali?

si □ no □

4.11) Sono attrezzati in modo da consentire un accesso diretto in qualsiasi

momento a tutti gli animali trasportati per poterli ispezionare e prestare loro tutte

le cure adeguate?

si □ no □

4.12) Sono dotati di tramezzi che consentano di formare compartimenti

separati?

si □ no □

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4.13) Sono dotati di cronotachigrafo?

si □ no □

4.14) Sono dotati di sistemi di controllo satellitare?

si □ no □

4.15) Sono dotati di autorizzazione sanitaria rilasciata dall’ASL?

si □ no □

5) CONDIZIONI DI VIAGGIO

5.1) La densità di carico rientra sempre nei limiti previsti dalle norme legislative

attualmente in vigore?

si □ no □

5.2) Quanto tempo intercorre mediamente dall’arrivo in macello allo scarico

degli animali?

meno di 1 ora □ più di 1 ora □

5.3) Qual è il numero di animali che arrivano morti al macello a confronto del

numero totale di animali trasportati?

……………………………

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