Tim burton

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TIM BURTON

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INDICEBIOGRAFIA pag 4

FILMs PAG 7

PAG 24PERCHé TIM BURTON

LINKs VIDEO PAG 25

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BIOGRAFIA

T imothy William Burton nasce il 25 agosto 1958 a Burbank, in California, primo figlio di Jean e Bill Burton.Sebbene faccia parte di Los Angeles, Burbank è una tranquilla e ordinata cittadina

americana stile anni cinquanta, non troppo distante dagli studi di Hollywood, dai depositi della Disney, della Columbia, della NBC e della Warner Bros. Ma nonostante questo, rimane la tipica zona residenziale americana per le classi medie. Un ambiente nel quale Tim si trovò a disagio fin da piccolo, disagio che descrisse nella realizzazione del personaggio Edward mani di forbice. Tim era un bambino molto introverso e moderatamente distruttivo. Staccava la testa hai soldatini e gli piaceva terrorizzare il ragazzino della porta accanto cercando di convincerlo che gli alieni erano già sbarcati. All’età di dodici anni, per l’incompatibilità che sentiva verso i genitori, preferì andare a vivere con la nonna; a sedici, ha già una casa tutta per sé. Il timido ed eccentrico Tim non aveva molti amici e, sebbene non nutra nessun tipo di particolare rancore verso Burbank (il cui luogo preferito è il cimitero, nel quale, da bambino, si recava spesso a giocare affascinato dalla sua atmosfera), trova la piccola città americana troppo mediocre ed eccessivamente “normale” per i suoi gusti. Fin da giovane Tim mostra una portentosa vena artistica nel campo del disegno; a quattordici anni, è autore del logo della nettezza urbana di Burbank, e a 18 anni vinse una borsa di studi per la California Institute of Arts (Cal Arts) a Valencia (California), una scuola fondata nel 1961 da Walt Disney, che proponeva un programma mirato alla formazione dei futuri dise-gnatori. Realizzò anche molti film in super 8 da bambino, scaturiti per la sua passione per il cinema: tra le sue preferenze, i cosiddetti film di serie B, gli horror della Hammer Film Productions; creature mostruose come Godzilla o Frankenstein; l’animazione in stop motion di Ray Harryhausen (Gli argonauti 2, 1963); nonché le pellicole degli italiani Mario Bava e Federico Fellini e, principale tra i suoi idoli, l’attore statuni-tense Vincent Price, interprete di numerosi adattamenti cinematografici dei racconti di Edgar Allan Poe. Nel 1979 diventa ufficialmente uno degli animatori Disney e prese parte alla realizzazione del lungome-traggio Red e Toby - Nemiciamici (The Fox and the Hound) del 1981. Tuttavia la sua idea di cinema non era in sintonia con i lavori ai quali doveva partecipare e molto presto riuscì ad ottenere la possibilità di lavorare ai suoi progetti personali.

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FILMS

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VINCENT

FRANKENWEENIE

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razie al finanziamento di 60.000 dollari da parte di Tom Wilhite, capo della sezione

creativa della Disney, il quale aveva incominciato a trovare nei disegni di Tim Burton un talento singolare, il giovane ventiquattrenne Tim dà vita al suo primo cortometraggio in veste di regista: Vincent. Vincent è un corto d’animazione di circa cinque minuti realizzato in bianco e nero con l’amata tecnica dello stop motion o passo uno (fotografare un fotogramma per volta di piccolissimi movimenti compiuti da modellini in modo da dare l’illusio-ne del movimento) basato su una poe-sia che Burton aveva scritto nello stile del Dr. Seuss, il suo autore preferito di narrativa per l’infanzia. Narra la storia di un ragazzino che fantastica su av-venture horror e sul suo mito, Vincent Price. È molto forte l’autobiografia di Tim: Vincent Malloy altri non è che Burton bambino con la sua passione per le storie horror, Edgar Allan Poe e, soprattutto, Price. Lo stile del corto-metraggio si rifà al cinema espressio-nista tedesco dei primi del Novecento, del quale se ne rinvengono tracce in tutta la cinematografia successiva di Burton. Sebbene la Disney non ap-prezzi particolarmente il lavoro, il corto viene invece gradito dalla cri-tica, vincendo due premi al Chicago Film Festival e uno al Festival di Ani-mazione di Annecy nel 1983.

ue anni dopo Vincent, nel 1984, Burton riceve dalla Disney la possibilità di gi-

rare un nuovo corto di 25 minuti in bianco e nero: Frankenweenie, nel quale il regista californiano ri-prende il mito dell’inventore Vic-tor Frankenstein di Mary Shelley e

lo trasforma in un bambino che ri-costruisce il suo cagnolino Sparky, morto dopo un incidente, con cu-citure e marchingegni elettronici.

Disegno del cagnolino Sparky

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merica incontrando ogni tipo di archetipo cinematografico americano. Un viaggio che, in due scene del film, permette a Burton di sfoggiare il suo amore per l’animazione a passo uno. Nonostante l’esiguo budget e i rapidissi-mi tempi di produzione, Pee-wee’s Big Adven-ture ottiene un ottimo successo commerciale

PEE-WEE’S BIG ADVENTURE

BEETLEJUICE

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eppur non apprezzato largamente da pubblico e casa produttrice, con Frankenweenie Burton cominciò a far parlare di sé negli ambienti cinematografici fino

ad arrivare sotto gli occhi dell’attore Paul Reubens, inter-prete del personaggio Pee-wee Herman di una fortunata serie televisiva per ragazzi Pee Wee’s Playhouse, che pro-pone Burton alla Warner come regista per la versione ci-nematografica delle avventure dello strambo personaggio, Pee-wee’s Big Adventure, realizzata nel 1985. Film pie-namente in linea con la sua sensibilità artistica e creativa.Il film racconta il tentativo di recuperare una bicicletta ru-bata. Una ricerca che porta Pee-Wee lungo le strade d’A-

tre anni dal suo primo fortunato lun-gometraggio, Burton accetta di diri-gere un nuovo importante progetto

della Warner con la sceneggiatura di Michael McDownell, esperto dell’horror: Beetlejuice - Spiritello porcello, una macabra commedia fantasy/horror. Il film narra la storia di una coppia del New England che muore in un in-cidente stradale e che si trova a infestare con la propria presenza la casa in cui abitava. Ma questo non basta per spaventare la volgare fa-miglia newyorkese che è andata a viverci. Allo-ra i Maitland, per sbarazzarsi degli intrusi, ri-corrono all’aiuto del bio-esorcista Beetlejuice. Trovare, tuttavia, attori disponibili a rea-lizzare e a capire fini in fondo l’essenza del film fu molto difficile, in quanto il copio-ne “non si capiva bene cosa fosse”; la sto-ria era quasi inesistente, priva di logica, una specie di monologo interiore. Insomma, un film fuori dai classici schemi hollywoodiani. Beetlejuice, con i suoi effetti speciali realiz-zati esclusivamente in stop motion (effetti che richiesero una cifra risibile per la realiz-zazione. Ma l’idea di Burton era sempre stata

Tim Burton e Pee-wee Herman sul set di Pee-wee’s Big Adventure

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quella di ricreare effetti speciali poco costosi, il-lusioni anche rozze piuttosto che effetti sofisticati e supertecnologici), alla fine risulta un eccellente successo al botteghino, vince un Oscar come Mi-glior Trucco, e nel 1989 diventa una serie televisi-va animata di cui Burton è produttore esecutivo.

prestigio e quindi aver maggior libertà sui suoi lavo-ri. Tuttavia gli scontri con i produttori Jon Peters e Peter Guber, e gli stessi fan del celebre fumetto, non tardano ad arrivare: la principale causa è la scelta del cast. Burton era infatti fermamente deciso ad affida-re il ruolo dell’uomo pipistrello a Michael Keaton, già suo collaboratore in Beetlejuice, nonostante l’at-tore non possieda un fisico particolarmente adatto al ruolo, non abbia esperienza con i film d’azione e sia noto come attore comico. Le critiche parlano già di flop. La Warner decide così di mettere mano pesantemente al progetto, cambiando spesso la sce-neggiatura e imponendo le proprie scelte più “flui-de” al regista che, con l’appoggio artistico degli attori Keaton e Jack Nicholson e l’amicizia con lo sceno-grafo Anton Furst, accoglie l’immenso successo di Batman, gradito anche agli appassionati del fumetto.

Tim Burton e Geena Davis sul set di Beetlejuice

BATMAN

L’ abilità di Burton nel realizzare grandi suc-cessi con un basso budget fa sì che la Warner gli affidi pochi giorni dopo l’uscita di Beet-

lejuice un grosso progetto: Batman, celebre fumetto creato da Bob Kane. Nonostante Burton sia piuttosto restio a tali kolossal commerciali, decide di accettare l’incarico, con l’intento di guadagnarsi un posto di

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BATMAN RETURNS

Vvisto il successo di Batman, la Warner Bros. tormenta il regista per un sequel. Burton, anche se ancora un po’ restio da quel Bat-

man che sentiva poco suo, decide di accettare, ma alla condizione che gli venga affidato il controllo totale, prendendone in mano anche la produzione. Accanto a Michael Keaton nuovamente nel costume da uomo pipistrello, Burton pone un cast compo-sto da Danny DeVito (il Pinguino), Michelle Pfeiffer (Catwoman) e Christopher Walken (Max Shrek). Realizzato nei teatri nella Warner proprio a Bur-bank, nonostante la ricchezza di un mondo spic-catamente burtoniano, il film, data la sua poca ine-renza al fumetto di riferimento, scene troppo oscure e una protagonista troppo sensuale e aggressiva, ottiene un buon successo, ma non come il primo.

Tim Burton su set di Batman

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EDWARD SCISSORHANDS

D opo lo straordinario successo di Batman, Burton era diventato uno dei giovani registi più ricercato. Ma stanco dei compromessi

con le major cinematografiche, Burton, grazie all’aiu-to economico della Twentieth Century Fox, fonda la Tim Burton Productions, con la quale nel 1990 pro-duce, con l’aiuto di Caroline Thompson per la sce-neggiatura, il suo primo lungometraggio di cui è lui stesso l’autore del soggetto: Edward Mani di Forbice (Edward ScissorHands). La storia è ispirata da vec-chi bozzetti che Tim scarabocchia sin dal liceo. Parla di Edward, una creatura lasciata a metà da un padre inventore che muore prima di poterlo terminare, che viene costretto da Peg Boggs (Dianne Wiest), ad ab-bandonare il suo castello per andare a vivere con lei in un quartiere residenziale di villette unifamiliari dai colori pastello. Qui Edward conosce e si inna-mora di Kim (Winona Ryder), la giovane figlia di Peg, che lascia il suo atletico fidanzato per mettersi con il protagonista. Inoltre Edward deve affrontare l’iniziale diffidenza dei vicini, che in seguito, grazie alla sua abilità nell’utilizzare le forbici, riescono ad accettarlo. Ma in seguito ad un incidente, Edward fu costretto da una folla inferocita a ritornare al castel-lo a consumare il suo amore per Kim. Il ruolo di protagonista, Edward, è occupato da un allora esordiente e inquieto giovane attore, costretto nella parte di idolo per le teenager per il ruolo nella serie TV 21 Jump Street, ovvero: Johnny Depp. L’a-mato Vincent Price, inoltre, torna nell’opera di Bur-ton nella parte dell’inventore di Edward. Quella di Price sarà l’ultima partecipazione ad un film prima della morte.

Disegno del giovane Tim Burton di Edward

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THE NIGHTMARE BEFORE CHRISTMAS

N el 1991 Tim Burton torna ad occuparsi di un vecchio progetto del 1982: The Nightmare Before Christmas, concepito negli studi Disney e allora non approvato. Affida nuovamente la sceneggiatura dell’opera da lui ideata e prodotta a Caroline Thompson e Michael McDowell, la musica a Danny Elfman e la regia all’amico Henry Se-

lick. La Disney si accorse di avere un tesoro nascosto nei suoi archivi ( in quanto i diritti del film era ancora della Disney) e così colse la palla al balzo e accettò di produrre il film. Un lungometraggio in stop motion popolato da creature macabre e grottesche come il re di Halloween Jack Skellington, che dopo aver scoperto casualmente l’esistenza di Christmastown, si mette in testa di mettere le mani sul Natale. Il film ottenne un eccezionale successo.

Tim Burton con i due personaggi Jack e Sally

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ED WOOD

D opo l’estenuante produzione contemporanea di due film, Tim Burton trova un nuovo progetto: una biografia su Edward D. Wood Jr., regista degli anni cinquanta etichettato come “il peggior regista di tutti i tempi”. Con Johnny Depp nel ruolo protagonista e Martin Landau nei panni di Bela Lugosi. il film vuole essere un omaggio

a un uomo particolarmente positivo e deliziosamente ottimista nonostante la scarsità del suo lavoro e ai sui film, che, nonostante tutto, Burton era molto legato. Anche in Ed Wood non mancano dei rimandi autobiografici: il rapporto tra Wood e Lugosi appare a Burton come l’amicizia artistica e umana tra lui e Price. La Columbia rifiuta di produrlo, così il progetto approda ancora una volta alla Disney. In bianco e nero, con la colonna sonora di Howard Shore, Ed Wood riscuote un discreto successo.

MARS ATTACKS !

M ars Attacks!, uscito nel 1996, è un film che prende spunto dalle didascalie di una popolare rac-

colta di figurine di fantascienza. Nonostante un cast di altissimo livello, composto, tra gli altri, da Jack Nicholson, Glenn Close e una giovanissima Natalie Portman, il film non viene particolarmente apprezzato né dal-la critica né dal pubblico: incentrato su una minaccia aliena che sta per abbattersi sulla terra, il film cela un parodistico e ironico at-tacco alla politica e alla società americane.

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SLEEPY HOLLOW

I l mistero di Sleepy Hollow è un film basato sul famoso ro-manzo americano di Washington Irving, prediletto da Bur-ton ai tempi delle elementari e tuttora considerato uno dei

più significativi della letteratura americana. La parte del protago-nista di Ichabod Crane è affidata a Johnny Depp, qui un detecti-ve anziché un maestro elementare come nel racconto originale; co-protagonista è la giovane Christina Ricci. Con la precisa vo-lontà di omaggiare i vecchi film horror della Hammer Film Pro-

ductions, Burton recluta Christopher Lee per la parte del Borgomastro. Il film, uscito nel 1999, fu il più “tradizionalmente” gotico di Burton. Riceve svariati premi e nomination, nonché un eccellente riscontro su pubblico e critica.

PLANET OF THE APES

N el 2000 la Fox propone a Burton una nuova versione del Il pianeta delle scimmie (Planet of the Apes)

del 1968 di Franklin Schaffner. Uscito nel 2001, il film riceve critiche e venne consi-derato decisamente inferiore al primo. Tut-tavia, il film, un’apocalittica storia su come, un giorno, le scimmie avrebbero governato la terra e l’uomo sarebbe stato loro subordi-nato, nonostante sia inusuale per l’ormai ri-conoscibilissimo e raffinato stile di Burton, ottiene un ottimo successo commerciale.

Tim Burton e Johnny Depp sul set di Sleepy Hollow

Disegno di Tim Burton

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BIG FISH

I nvece nel 2002, la Columbia affida a Tim Bur-ton un progetto sceneggiato da John August e basato sul romanzo di Daniel Wallace: Big Fish.

Il film arriva a Burton come qualcosa di fortemente personale: la storia è quella di Edward Bloom (inter-pretato nella sua veste giovane da Ewan McGregor e in quella anziana da Albert Finney), un uomo famo-so per i racconti delle straordinarie avventure avute durante la sua vita che, in punto di morte, riallaccia il rapporto con il figlio che a sua volta sta per diven-tare padre. Il padre di Tim, infatti, è da poco morto, e il regista sta per avere il suo primo figlio da He-lena Bonham Carter. Il film conquista quattro no-mination al Golden Globe nonché una all’Academy Award come Miglior Colonna Sonora.

Disegno di Tim Burton

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CHARLIE AND THE CHOCOLATE FACTORY

N el 2003 il progetto della realizzazione di un film sul famoso libro di Roald Dahl, La fabbrica di cioccolato, arriva nelle mani di Tim Burton. Il libro era già stato trasposto al cinema da Mel Stuart nel 1971 ma, nuovamente, quello di Burton non si limita ad essere un remake: la storia, più cupa e dal ritmo più sostenuto, diverge dal libro

stesso soprattutto nell’idea di dare al protagonista Willy Wonka un passato tramite la burtoniana modalità del flashback. Ancora una volta Johnny Depp venne scelto per interpretare i panni del protagonista, un eccentrico cioccolatiere. È Depp invece a proporre nel ruolo di Charlie Freddie Highmore. Christopher Lee interpreta l’invenzione burtoniana del padre dentista di Wonka. Il film, oltre all’amato stop motion come effetto speciale, è costretto a utilizzare altri effetti speciali in post-produzione. Inoltre presenta molti riferimenti a film di Burton (la tosatura delle pecore rosa, come i maglioni d’angora che Ed Wood non indossava che in privato) e non, come il monolite di 2001: Odissea nello spazio, per l’occasione trasformato in tavoletta di cioccolata. Il film viene nominato agli Oscar come Miglior Costume, opera dell’italiana Gabriella Pescucci.

Johnny Depp nelle vesti di Willy Wonka

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CORPSE BRIDE SWEENEY TODD

I Nn contemporanea a La fabbrica di cioccolato Burton presenta La sposa cadavere (Corpse Bri-de). Un lungometraggio in stop motion da lui

ideato e diretto, insieme a Mike Johnson. La storia, che rispecchia perfettamente lo stile e le atmosfere di Burton, con le voci di Johnny Depp per Victor e Helena Bonham Carter per Emily la sposa cada-vere, è un altalenante scambio tra luci e ombre, tra il tetro mondo dei vivi e quello spassoso dei mor-ti. La sposa cadavere riceve una nomination all’O-scar come Miglior Lungometraggio d’Animazione.

Nel 2007 la DreamWorks/Warner Bros. produce un’opera che Burton aveva in men-te di realizzare da molto tempo: Sweeney

Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street, un’opera basata sul popolare musical di Stephen Sondheim. Per la prima volta, Burton dà vita a un vero e pro-prio musical, riutilizzando la colonna sonora e le canzoni di Sondheim. Il lavoro viene pluripremiato: Johnny Depp, nel ruolo di Sweeney Todd, un dia-bolico e sanguinario barbiere in cerca di vendetta, riceve una nomination all’Oscar come Miglior At-tore e vince il Golden Globe come Miglior Attore in un Musical o Commedia, nonché al 2008 MTV Awards il premio come Miglior Cattivo. Helena

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Tim Burton e alcuni personaggi del film Corpse Bride

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Bonham Carter, nel ruolo della folle fornaia Mrs. Lovett, vince un Evening Standard British Film Award. Il musical riceve inoltre un Oscar come Miglior Scenografia, la cupa e stilizzata Londra di Dante Ferretti, nonché la nomination a Miglior Re-gia al Golden Globe. Inoltre il regista riceve la sua prima consacrazione ai Golden Globe ricevendo il premio per il miglior film commedia o musicale.

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ALICE IN WONDERLAND

S empre nel 2007, la famosa sceneggiatrice Di-sney Linda Woolverton lavora a una trasposi-zione cinematografica tratta dai due romanzi

celebri e atipici di Lewis Carroll: Le avventure di Ali-ce nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò. La Disney chiama come regista del progetto proprio Burton, stipulando un accordo per un lungometraggio in 3D. Girato nel 2008 nel sudest di Cornwell per le scene live-action e poi ultimato in post-produzione con l’aggiunta di effetti speciali, la storia narra di Alice, interpretata dall’australiana Mia Wasikowska, che tredici anni dopo la sua avventura a Wonderland, segue il Coni-glio Bianco nella tana e piomba di nuovo nel Paese delle Meraviglie, dove l’aspetta un’avventura tra am-

Tim Burton e Johnny Depp sul set del filmSweeney Todd

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bientazioni e personaggi che la Woolver-ton lascia maggiormente simili a quelli di Carrol. Il cast è composto da affezio-nati collaboratori di Burton, come John-ny Depp nel ruolo del Cappellaio Matto, Helena Bonham Carter in quello della Regina Rossa. Il film, dai primi ciak, si presenta pregno di grandissima aspetta-tiva, tanto da vincere uno Scream Award nel 2009 come Film più Atteso dell’Anno Venturo. Tuttavia, le prime critiche non sono troppo entusiaste: pare che il film si distacchi dallo stile gotico e interioriz-zato di Burton per una produzione mag-giormente commerciale con la quale, per la prima volta, Burton sembra aver tro-vato un placido accordo con la Disney.

Disegno di Tim Burton

Helena Bonham Carter sul set del film Alice in Wonderland

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PERCHéTIM BURTON

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PERCHéTIM BURTON

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PERCHÈ QUESTA SCELTA

H o posto la mia scelta sul regista statunitense Tim Burton perché grazie ai suoi lavori, alle sue idee e alla sua immensa immaginazione, è riuscito a creare una nuova forma di comunicazione e uno sti-le cinematografico caratteristico. Infatti da regista visionario col tocco di re Mida, Burton si è or-

mai trasformato in un aggettivo. Il termine “burtoniano” sta ad indicare ormai qualunque regista o stile di comunicazione che si presenta abbastanza cupa o eccentrica o contorta, o tutte e tre le cose insieme. Se pur i suoi film hanno incassato milioni di dollari in tutto il mondo, difficilmente posso-no essere etichettati come “commerciali”. Questo perché in ogni suo lavoro Tim Burton mantie-ne costante la sua voce originale, creativa e inconfondibile. Il modo di lavorare di Burton rimane sem-pre lo stesso: sempre basato sui sentimenti più intimi; e l’utilizzo dell’amata animazione a passo uno. Per lui, infatti, dedicarsi a un qualsiasi progetto, che sia cinematografico, artistico o di vita, vuol dire instaurare una relazione emotiva con i suoi personaggi, che spesso sono degli emarginati, de-gli incompresi visti sotto una luce sbagliata, degli spostati segnati da un dualismo: persone che vivo-no, tollerati, ai margini della società, ma proprio per questo indotti a vivere nel loro persona-le mondo. In un certo senso le stesse contraddizioni che vivevano, e che tuttora vivono, in Tim Burton.Inoltre in un’era ormai dominata dalla computer graphic, Burton continua a insiste-re con la sua tecnica minuziosa e complicata dello stop motion, un’arte totalmen-te artigianale, capace, secondo lui, di trasmettere delle emozioni vere. Dice lo stesso regista:

“C’è un effetto tattile magico e misterioso. Lo so che con un computer puoi ottenere le stesse cose, o anche di più, ma questo aspetto artigianale, produce in me un eco emotivo. L’animazione a passo uno per me vuol dire questo” (cit. Tim Burton)

Per me lui è davvero un genio. È impossibile definire quello che fa. Non è magia, perché vorreb-be dire che da qualche parte c’è un trucco. Non è abilità, perché quella è una cosa che si può im-parare. È riduttivo definirlo regista. Il nome più impegnativo di “genio” gli si adatta meglio, e que-sto non soltanto per i film, ma anche per i disegni, le fotografie, i pensieri, le intuizioni, le idee.Lui è lui e basta. Non ho mai visto una persona così palesemente fuori posto trovarsi così perfettamente al posto giusto. A modo suo.

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LINKS VIDEO• Vincent : cortometraggio di cinque minuti in bianco e nero (1982) https://www.youtube.com/watch?v=PJI7WsCwy-Y

• Frankenweenie:cortodi25minutiinbiancoenero(1984) https://www.youtube.com/watch?v=HWRB-VqKPJs

• TrailerdelfilmPee-wee’sbigadventure(1985) https://www.youtube.com/watch?v=mrRi4saj1q8

• TrailerdelfilmBeetlejuice(1988) https://www.youtube.com/watch?v=xTaJWaDJlFk

• TheMakingofBatman(1989) https://www.youtube.com/watch?v=uKjra8i2XTw

• TheMakingofBatmanReturns(1992) Parte 1: https://www.youtube.com/watch?v=AzGj48kKmcY Perte 2: https://www.youtube.com/watch?v=f-E7gx4tNBI Parte 3: https://www.youtube.com/watch?v=rHbXBSl30Xs

• EdwardScissorhands-HollywoodBackstories(1990) Parte 1: https://www.youtube.com/watch?v=uaPob-C7Z3E Parte 2: https://www.youtube.com/watch?v=WwF08JlauAY Parte 3: https://www.youtube.com/watch?v=6GVHETrcu3s

• TheMakingOfTheNightmareBeforeChristmas(1993) https://www.youtube.com/watch?v=kLw-Fo8uhis

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• TheMakingofEdWood(1994) https://www.youtube.com/watch?v=fSkxJcbSeTA • TrailerdelfilmMarsAttacks!(1996) https://www.youtube.com/watch?v=VYHeZCEFwhI

• TheMakingofSleepyHollow(1999) Parte 1: https://www.youtube.com/watch?v=NdVYPQLhn-s Parte 2: https://www.youtube.com/watch?v=fu25XTyqJM8 Parte 3: https://www.youtube.com/watch?v=Vo7pRrk4sJ0

• TrailerdelfilmIlpianetadellescimmie(2001) https://www.youtube.com/watch?v=I1lZ3un-kcg

• TheMakingofBigFish(2003) https://www.youtube.com/watch?v=GBfXUiuQAmw

• TheMakingofcharlieandthechocolatefactory(2005) https://www.youtube.com/watch?v=XqV1ZA0-zEE

• TheMakingofCorpseBride(2005) https://www.youtube.com/watch?v=XBEjYF9e8JI

• SweeneyTodd-visualeffects(2007) https://www.youtube.com/watch?v=-f3XLSkWEvc

• BehindtheScenesofAliceInWonderland(2007) https://www.youtube.com/watch?v=aYDTT7iRzuY

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