Ticino7

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L’appuntamento del venerdì » Corriere del Ticino laRegioneTicino Tessiner Zeitung CHF 3.– con Teleradio dal 24 al 30 gennaio 22 I 10 04 numero Reportage - Lago Lemano Il tramonto di ghiaccio Agorà Adolescenza propulsiva Salute La virtù del carciofo Vitae Andrea Jacot Descombes

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Numero 4 - Settimanale della Svizzera italiana

Transcript of Ticino7

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Reportage - Lago Lemano

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Agorà Adolescenza propulsiva DI NICOLETTA BARAZZONI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

Salute La virtù del carciofo DI GIULIO CARRETTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

Vitae Andrea Jacot Descombes DI GIORGIA RECLARI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8

Reportage Lemano. Il tramonto di ghiaccio DI G. FORNASIER; FOTO DI D. GILARDINI . . . . 33

Giochi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38

Astri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39

Ipocrisie occidentali

Cari lettori,per ragioni tecniche, come abbiamo in altreoccasioni sottolineato, la chiusura del nostrosettimanale, almeno nelle sue pagine patina-te, avviene esattamente una settimana primadella sua distribuzione al pubblico. Un arcodi tempo che non permette a chi scrive e aicollaboratori di Ticinosette una tempestività in-formativa paragonabile ad altre testate. Ma lacosa non rappresenta di per sé uno svantaggio,dato che consente di lavorare maggiormentesugli aspetti di riflessione e commento. E lanotizia di cui oggi tratto riguarda la racco-mandazione suggerita dalla Commissione dipolitica di sicurezza del Nazionale al Consigliofederale secondo cui risulterebbe altamentesconsigliabile accogliere i due prigioniericinesi di etnia uigura (quindi di religionemusulmana… e, se due più due fa quattro,certamente dei “terroristi”) attualmente re-clusi nel lager di Guantanamo.Le ragioni a sostegno del “suggerimento”, asentire Jacob Büchler presidente della Com-missione ed esponente del Pdc, sarebbero daricondurre in primo luogo a ragioni di sicu-rezza. Evidentemente per Büchler i due uigurisono soggetti pericolosi oltre che esponentidella maggioranza relativa della popolazio-ne dello Xinjiang, minacciata e costretta dadecenni in uno stato di dura repressione daparte del governo cinese. In secondo luogo,in uno slancio di doppiezza davvero encomia-bile, Büchler ha motivato la posizione dellaCommissione in base a ragioni di opportunità

diplomatica e commerciale nei rapporti con laCina. I due “terroristi” fanno parte del gruppodei 17 uiguri rinchiusi a Guantanamo dopol’11 settembre e dichiarati “non pericolosi” giàdall’amministrazione Bush nel 2003. La Cina,per timore che il loro rientro in patria sia fontedi disordini e destabilizzazione dello Xinjiang,non li rivuole, mentre i paesi occidentalivoltano le spalle per il timore di alienarsile simpatie di Pechino. Il Canton Giura si èdetto disponibile ad accoglierli, dimostrandoche qualcosa sopravvive della capacità diaccoglienza e dello spirito umanitario deglisvizzeri. Dick Marty è intervenuto a riguardoin modo deciso e, almeno da parte di chiscrive, pienamente condivisibile. Accamparemotivazioni di opportunismo economico nonpuò infatti rappresentare in alcun modo uncontrappeso a questioni di natura umanitaria.Pensare poi che l’accoglienza delle due perso-ne di etnia uigura possa provocare irritazioneda parte della Cina non solo è improbabile(e, aggiungo, quanto meno falsamente in-genuo) ma crea l’immagine di una Svizzeramoralmente debole e ricattabile sul pianointernazionale. In conclusione, consiglio atutti la visione del bel film di Mat Whitecrosse Michael Winterbottom, The Road to Guan-tanamo del 2006, Orso d’argento al Festival diBerlino, opera assai istruttiva per comprenderela “logica” che i nostri Stati hanno sposatodopo l’11/9.

Cordialmente, Fabio Martini

numero 422 gennaio 2010

Tiratura controllata89’345 copie(72’303 dal 4.9.2009)

Chiusura redazionaleVenerdì 15 gennaio 2010

EditoreTeleradio 7 SAMuzzano

Direttore editorialePeter Keller

Redattore responsabileFabio Martini

CoredattoreGiancarlo Fornasier

Photo editorReza Khatir

Amministrazionevia Industria6933 Muzzanotel. 091 960 33 83fax 091 960 31 55

Direzione, redazione,composizione e stampa

Società Editrice CdT SAvia IndustriaCH - 6933 Muzzanotel. 091 960 31 31fax 091 968 27 [email protected]

Stampa(carta patinata)Salvioni arti grafiche SABellinzonaTBS, La Buona Stampa SAPregassona

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In copertinaRondini di ghiaccioFotografia di Daisy Gilardini

Impressum

Agorà

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L’adolescenza èunperiododi svi-luppo biologico e psicologico delgiovane durante il quale egli sisvincola dai legami familiari. Inquesta fase, un movimento pro-pulsivo verso l’esterno lo spingea costruire una sua propria iden-tità. Ma come gestire un adole-scente problematico?

Nel periodo adolescenziale il puntodi riferimento non è più soltanto

“la famiglia”. Durante l’adolescenza siviene infatti a creare un movimentoverso l’esterno, verso il mondo, con dellealternanze in cui il giovane ha bisogno dideterminarsi, di guardare oltre e di indi-vidualizzarsi, allontanandosi dal vincolostretto della struttura familiare, con tuttii dogmi che essa impone. Il momentocoincide con la ricerca della stabilità nelladinamica di coppia. La mamma esce dalruolo materno mentre il padre dovrebbeimpartire degli ordini, indicando deilimiti normativi. Ma la coppia, che haalle spalle tanti anni di matrimonio, nonsempre riesce a ritrovarsi. La fotografiadella famiglia classica, con figli in etàadolescenziale, è tratteggiata da unmari-to che ha avuto la possibilità di costruirsiuna carriera ricca di stimoli. La moglie,rimasta a casa ad accudire la famiglia,proprio nel momento in cui il figlioadolescente è alla ricerca della sua auto-nomia e della sua libertà, viene a trovarsiconfinata in uno spazio isolato, in uncammino solitario, senza contenimentidettati dal ruolo precedente di nutrice eallevatrice. Abbiamo dunque, sullo stessoasse relazionale, due movimenti: quellopropulsivo dell’adolescente e quello delladifficoltà familiare, più limitante dellerichieste di autonomia del giovane. Duemovimenti, adolescenziale e di richiamoverso i legami genitoriali, che risultanospesso antitetici.

Lo spettro del divorzioSe in questa fase di cambiamento si in-sinuano problematiche nella relazionedi coppia, come una separazione o undivorzio, si determina uno scombusso-

lamento che peggiora ulteriormente lasituazione. Da un lato, abbiamo l’invi-schiamento dell’adolescente all’internodelle dinamiche genitoriali e dall’altrola sua impossibilità a svincolarsi. In altreparole è come voler frenare, schiaccian-do al contempo sull’acceleratore. Nelmalessere si rafforzano le patologie delladipendenza. L’adolescente rivive la fasedel bambino problematico, tornando inuna regressione infantile A livello incon-scio, egli pensa che se lui costituisce unproblema, i genitori non si separeranno.Oppure rimane imbrigliato all’internodel sistema familiare in subdoli giochi dialleanza e connivenza. In questa fase ilfiglio diventa paladinoma anche tirannodei propri genitori. Per questa ragione essidovrebbero restare dei punti di riferimen-to solidi perché dai figli non si divorzia.Malgrado non ci sia più la coppia marito/moglie non si può rinunciare a esseregenitori.

Alcuni motivi di discordia filialeSe ci immaginiamo uno spaccato condue genitori che sono profondamentein crisi e un figlio in età evolutiva, pos-siamo ipotizzare che l’aggressività e laviolenza siano la risposta allo scompensofamiliare. Il giovane infatti rispecchia lasituazione contingente, proprio perchéè lo spettatore muto di un gioco psico-logicamente drammatico. Gli si imponeuna visione quotidiana ma lui non faràaltro che rimetterla in scena, al cospettodei propri genitori, come testimonianzastrillata del proprio dolore interiore.L’adolescente rimanda al mittente quelloche lui stesso recepisce. Spesso i figli,in situazioni simili, sono triangolati ingiochi di alleanza che non permettono

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loro di essere obiettivi. Protestandoin modo evidente, l’adolescente portaavanti la sua giusta causa, che è la suasofferenza.

Egoismi, ricatti e sensi di colpaI genitori dovrebbero evitare le in-congruenze, restare loro stessi, nonmentire, esponendo sempre la realtàpiuttosto che occultarla, o peggio ancoramisconoscerla. Non deve esserci unabattaglia tra i due per la sopravvivenzadel singolo, proprio perché quando unamore finisce non è mai un gioco asomma zero: si vince e si perde su en-trambi i fronti. L’adolescente spesso è lospettatore di una pièce drammatica chefa comunque parte della vita. Nutrire ipropri figli di elementi di chiarezza edi realtà è sinonimo di salute mentale.Meglio ammettere che negare, perchénel silenzio e nell’opacità si alimentanoambiguità e incertezza.

Cambiare punto di vistaCome genitori ci auguriamo che i figlinon abbiano problemi di salute, non fi-niscano nella dipendenza, non abbianoincognite scolastiche perché altrimentici mettono in croce. Quando la lorocondotta non rientra negli schemi so-

ciali, essi disturbano la nostra quietemettendo a giudizio il nostro operatocome genitori, l’unica vera e affettivamissione di vita. Quando il figlio citocca nei nostri centri nevralgici, legatialle nostre aspettative, si innesca la de-lusione. Chiamiamoli pure giovani so-ciopatici, giovani disadattati e viziati daltroppo benessere. Ma proviamo anchea chiamarli ragazzi emotivamente per-spicaci che si confrontano con un’epocadisidratata, o intrisa di falsi valori. Sonofigli orfani che vivono in una comunitàdisgregata e individualista.

Il primo bacioCon la fase puberale iniziano anche leprime relazioni amorose, le prime cotte,il primo amore che non si scorda mai.Iniziano anche i primi attaccamentiossessivi, quelli autodistruttivi, vissutinel tormento dell’anima. Si disperano,chiudendosi in camera, struggendosiper l’abbandono. Vogliono compensarela relazione con gli adulti che però nonsanno portare avanti con equilibrio econgruenza. In tali circostanze, puòavvenire l’incontro sbagliato che nonappaga la loro esaltazione d’amore. Al-dilà del fatto che le relazioni in generalevanno sempre a compensare e a risarcire

una parte mancante, il figlio mette inscena, nella sua relazione affettiva conl’altro sesso, le stesse dinamiche deisuoi genitori. Si allontana dal disagiofamiliare nel momento della crisi perfinire nella tana del lupo. Nel momentoin cui inizia a desiderare la sua libertà,esprimendosi con tutte le mode delmomento, egli si sente richiamato all’in-terno della famiglia che pretende il suoamore. Freno e acceleratore, desiderio erinuncia sono reazioni antietiche chegiustificano la sua difficoltà a gestirese stesso.

Speranze di rinascitaL’importante è notare e osservare qual-siasi comportamento inusitato. Bisognacogliere il loro grido di tristezza, doloree impotenza. Se non si riesce a entrarein relazione, a comunicare con loro, ese la situazione degenera, è costruttivorivolgersi a degli specialisti sensati.Essersi resi conto della loro sofferenza,percependo il loro cambiamento, decre-ta l’inizio di una rinascita perché l’avereindividuato il problema è il primo passorisolutivo che ne preannuncia altri. Nondimenticando che un figlio prima di po-tersi allontanare dalla propria famiglia devepoter sentire un senso d’appartenenza.

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»La stagione è quella giustaanche in relazione alle festedi fine anno, periodo in cuiun po’ a tutti capita di esa-gerare con il cibo e con qual-che bicchiere di troppo. Cosac’è di meglio dunque cheavviare una dieta a base dicarciofi, una verdura squisitae dalle marcate e moltepliciproprietà depurative. Cer-to, non tutti lo apprezzano,anche se spesso l’avversionenei confronti del carciofonasce da una certa pigriziaa prepararlo e dalla paura adaffrontare quell’involucro co-riaceo e spinoso (caratteristicasolo di alcune varietà) al cuiinterno si nasconde la veraprelibatezza.Pianta erbacea tipica dell’areamediterranea – il suo nomederiva dalla parola araba al-kharshûf – secondo Teofasto,risulta essere stato coltivatoin Sicilia fin dal I secolo a.C.anche se in realtà la mitolo-gia greca gli riserva un postopreciso nella personificazionecon Cynara, donna della Tes-saglia, che Giove trasformò incarciofo dopo averla sedot-ta. Le figlie di Cynara – cheera poi il nome che i greciutilizzavano per indicare lapianta, con un probabile ri-

ferimento all’uso della cenerecome fertilizzante per colti-varlo –, furono a loro voltatrasformate nei gradini di untempio, per essersi vantatedi essere più belle di Era (laGiunone romana). Ma miti aparte, le proprietà colagoghe,coleretiche e digestive delcarciofo erano già ben noteda tempo se Columella, nel Isecolo d.C., lo cita nel suo DeRustica come alimento parti-colarmente amato da Bacco epiù in generale dai bevitori divino. Ampiamente diffuso inEuropa nel corso del Medio-evo, è entrato a far parte dinumerose tradizioni gastro-nomiche soprattutto in Italia,Francia e Spagna. Ma al di làdel valore culinario del car-

ciofo, ci interessa qui segnala-re al lettore la grande varietàdi applicazioni terapeuticheche contrassegnano la pianta.Quest’ultima contiene infatticinarina (il principio attivodal caratteristico sapore ama-

ro), inulina, pectina, minerali (ferro, calcio,potassio, magnesio, sodio, manganese, zincoecc.), carboidrati, vitamine del gruppo B e C,derivati dell’acido caffeico, flavonoidi e latto-ni sesquiterpenici. L’organo del nostro corpochemaggiormente beneficia nell’assunzionedi preparati ed estratti di questa pianta è inparticolare il fegato. Come ricorda GabrielePeroni, nel suo ampio repertorio sulle piantemedicinali (vedi Apparato): “Al rimedio sonoriconosciute proprietà stimolanti le funzioniepatiche e biliari (per azione degli o-difenolie dei flavonoidi), con riduzione del tassoematico di colesterolo, dei lipidi e degli azo-tati. Le membrane del parenchima epaticosono protette, in particolare, dai flavonoidie dagli alcoli terpenici; la diuresi e l’elimi-nazione delle scorie in generale, dell’acidourico e degli azotati in particolare, sonostimolate dai metabolici dei polifenoli e deiflavonoidi”. Oltre alla tintura madre, moltocomoda da utilizzare e facilmente reperibilenelle erboristerie, i principi del carciofopossono essere assunti attraverso decotti sia

delle radici sia dellefoglie che rispetto allaprima risultano peròparticolarmente amarie quindi in generalemeno graditi. L’assun-zione di 30-60 gocce ditintura madre per tre

volte al giorno può contribuire sensibilmen-te a ridurre non solo le disfunzioni epatobi-liari ma anche la percentuale di colesteroloe zuccheri nel sangue, caratteristica cherende il medicamento adatto ai soggetti conproblematiche cardiovascolari riconducibilia ipercolesterolemia e iperglicemia.

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Entrato nella mitologia greca, ed esaltato intempi più recenti da un celebre spot pubblici-tario, il carciofo vanta proprietà terapeutichedavvero speciali oltre a rappresentare unaautentica ghiottoneria per i palati più fini

Radiografia di un carciofo (immagine tratta dal sito www.group.adobe.com)

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Èdurante il liceo cheho scoperto una cosa

fondamentale: la dimensionesociale della musica. Mi sonoreso conto che la musica eraqualcosa che si poteva fareanche e soprattutto per glialtri. È stata una svolta signi-ficativa se penso a tutto quel-lo che è successo in seguito.Da bambino avevo imparatoa suonare la fisarmonica damio papà e la chitarra dasolo (non ho mai preso lezio-ni, preferisco avvicinarmi aibrani soltanto secondo lamiasensibilità). Ma è al liceo cheho compreso l’importanzadel pubblico. Con alcuni ami-ci abbiamo fondato il gruppofolk rock dei Boves Insani(Mucche Pazze in latino). Gi-ravamo i locali, eseguendobrani ideati da noi. Io suona-vo la fisarmonica e scrivevo itesti di alcune canzoni, anchein dialetto. Il mio legamecon la musica popolare risaleall’infanzia: uno dei primiricordi che ho è mia nonnache mi cantava le canzonitradizionali ticinesi. Quan-do non si ricordava i testili cambiava, reinventandolie adattandoli alla melodia.Questa è una delle peculia-rità della tradizione orale.L’avventura dei Boves Insaniè terminata con la fine dellascuola; alcuni membri hannocontinuato e ora suonano neiVad Vuc. Io mi sono invecededicato alla musica cantau-torale, componendo canzonied esibendomi da solo neilocali e in alcuni festival.Ho sempre evitato concorsie grandi eventi, preferiscoconfrontarmi con un pubbli-co ridotto, in un’atmosferadi intimità in cui il dialogoe lo scambio sono più facili.All’epoca non sapevo ancorache strada intraprendere; hoseguito per tre anni i corsi diScienze della comunicazionepresso L’USI a Lugano, per poiabbandonare e svolgere unostage come assistente socialea Chiasso, occupandomi del-la gestione amministrativadi persone in difficoltà. Nelfrattempo coltivavo la miapassione musicale, che si era

piuttosto trasformata in uninteresse nei confronti del-lo strumento musicale comeoggetto. Mi sonomesso a col-lezionare strumenti, in granparte appartenenti all’ambitodellamusica popolare, ma an-che provenienti da altri paesie culture. Ora ne ho più disessanta. Li scelgo non in baseal valore economico ma perquello storico e sociale e li hosuonati tutti almeno una vol-ta. Secondome uno strumen-to deve essere inserito nellasocietà, avere un proprio ruo-lo e funzione, vivere. Quandoho visitato una mostra sugliStradivari a Cremona ho pro-vato tristezza nel vedere i vio-lini “rinchiusi” nelle teche.Dopo lo stage ho pensatodi poter diventare assistentesociale, così mi sono iscritto aSociologia e Storia all’Univer-sità di Neuchâtel. Il giorno diaccoglienza delle matricole,però, ho seguito per caso lapresentazione del corso dilaurea in Antropologia, chenon sapevo assolutamentecosa fosse. Dopo un’ora dilezione sono uscito e mi sonodetto: “Voglio diventare an-tropologo”. Una rivelazione.Ho rinunciato a storia e mi

sono iscritto. La vera rivela-zione è stata però l’etnomusi-cologia, la scienza che studiala musica come un aspettodella cultura nella quale èeseguita e i condizionamentireciproci che ne derivano. Hoseguito tutti i corsi che pote-vo perché per la prima voltaavevo trovato una strada chemi permetteva di unire i dueinteressi fondamentali nellamia vita: la sfera sociale equellamusicale, fino ad alloraparallele ma senza contatti.Poi un giorno, navigando suInternet, sono capitato sulsito di Ilario Garbani, un ri-cercatore che stava tentandodi reintrodurre la piva (untipo di cornamusa, ndr.) inTicino, perché era convintoche in passato fosse suonataanche qui. Io sono rimastoaffascinato da questo tema eho deciso di dedicarvi la miatesi. Per prima cosa mi sonocomprato una piva, natural-

mente. Anche perché mi serve per entrarenella realtà che devo studiare. Partecipoalle manifestazioni, suono ai mercatini na-talizi, mi inserisco nei gruppi di musicisti econdivido la loro esperienza. Così facendoapprofondisco il legame fra lo strumento e lasocietà. È quella che chiamano osservazionepartecipata. Ciò che in origine gli antropo-logi facevano con le tribù aborigene, perintenderci. Ecco, io lo faccio in Ticino con isuonatori di piva.Ora – mi sono appena laureato – sembrache tutti i tasselli della mia vita si stianoincastrando perfettamente. Il lavoro di assi-stente sociale part-timemi permette un certastabilità economica e il tempo necessarioper dedicarmi alla mia passione, la ricerca.Collaboro a diversi progetti in Ticino e inSvizzera, tra cui la progettazione della mostra“Sentite buona gente” dedicata a RobertoLeydi, per la quale mi occupo anche dellevisite guidate. Lavorare nella ricerca non èfacile, è molto raro trovare attività durature,tutti i progetti sono a tempo determinato.Io sono solo all’inizio e mi piacerebbe ungiorno potermici dedicare completamente,perché per ora sono piuttosto un antropolo-go freelance. Oltre alla ricerca, nel tempo chemi rimane faccio il cantautore, il cantastorieinsieme alla mia compagna, suono la pivae sto per iniziare il dottorato, in cui vorreistudiare la diffusione delle cornamuse invari paesi europei. In effetti nella mia vita èun po’ tutto mescolato, nel senso che nonriesco a scindere il lavoro, dagli hobby, dallapassione. Per fortuna.

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Ha cercato la propria strada per anni.Ora vorrebbe fare della ricerca la pro-pria vita. Grazie alla musica popolare ealla scoperta di uno strumento antico emisterioso…

Lago Lemano

Il tramonto di ghiaccioLe cronache di queste settimane raccontano di unContinente stretto nella morsa del freddo e della neve.Proponiamo in queste pagine alcune fotografie scattatecinque anni or sono a Ginevra; la testimonianza diuna gelata “memorabile” e la prova di quanto temibilee meravigliosa riesce a essere la Natura con le suesorprendenti stagioni

di Giancarlo Fornasier; fotografie di Daisy Gilardini

T ra l’inizio e la metà dell’Otto-cento si diffondeva in Europal’utilizzo dell’acqua come tera-

pia, anche se bagnarsi per ragioni “noncurative era ancora un’eccentricità”. Cosìscrive Lawrence Wright in Clean andDecent (Civiltà del bagno, Vallardi, 1987;p. 221 e sgg.), un saggio pubblicatonegli anni Sessanta dedicato alla storiadel bagno e dell’igiene personale. Tra levarie “invenzioni” esaminate, la doc-cia e le cascate d’acqua – terapie basatesullo shock termico, note anche comeBagno Doccia o Cataclisma, appella-tivo in verità per nulla invitante… –andavano per la maggiore: consistevanel far cadere masse d’acqua che dove-vano colpire le parti malate del pazien-te. Narra Wright di alcuni curiosi epi-sodi riguardanti questi procedimenti,in particolare uno avvenuto presso lostudio di un medico inglese, tale Wil-son: “Un signore che fece una doccia inpieno inverno venne pugnalato alla schie-na da un ghiacciolo che si era formato,all'insaputa degli inservienti, sulla boc-chetta (il foro di uscita del getto d'ac-qua, ndr.); ma per fortuna il poverino era

già tanto intirizzito da non avvertire nul-la e si accorse che qualcosa non andavasolo quando vide il sangue”.Un episodio per certi versi comico,frutto della mente insonne di unonarratore a corto di idee oppure unesempio della malvagità della Natu-ra? O ancora, segni dell'incoscienzae dell'ignoranza dell'uomo di frontealle leggi che regolano la solidificazio-ne dell'acqua a temperature prossimeagli zero gradi centigradi?

La neve possiede cinque caratteristicheprincipali.È bianca.Congela la natura e la protegge.Si trasforma continuamente.È sdrucciolevole.Si muta in acqua.*

Un “teatro cristallino”Ancora oggi nelle tavole di chimica efisica non è raro osservare cumuli pira-midali di atomi sospesi in aria; “Stan-no lì, così, autonomi, divini, perfetti, men-tre non sempre ciò accade. Alcune volte icristalli giacciono su piani che appaiono

reali, fisicamente tattili, ma altre su sem-plici superfici simboliche (...) Attorno aessi vediamo solo il bianco omogeneo delfoglio che li porta e ce li mostra. Sarebbemolto difficile ambientarli. Cosa infattisi sarebbe potuto disegnare come sfondo,come quinta di questo teatro cristallino?”.Sono parole di Ruggiero Pierantoni,studioso e docente universitario, trat-te dal suo affascinante Vortici, atomi esirene (Electa, 2003; p. 44 e sgg.).L'autore per la verità non si riferiscealla neve e al ghiaccio – la sua rifles-sione verte in generale sulla rappre-sentazione della materia nei secoli –,ma l'immagine del “teatro cristalli-no” è perfetta per descrivere un pae-saggio freddo e innevato, e ci permet-te di introdurre alcune considerazionilegate agli eventi naturali e al biso-gno insito nell'uomo di comprender-li. Pierantoni infatti evidenzia comeda sempre si cerchi di dare una for-ma precisa e codificata agli oggetti eai fenomeni, non solo quando que-sti non hanno una realtà percepibile,tangibile, ma anche quando non esi-stono, “come nel caso delle creature fan-

in queste pagine e in prima di reportage:Nel gennaio del 2005 Ginevra fu colpita da un'inusuale ondata di freddo, con raffiche di gelido ventoche toccarono i 100 km/h. Per l'occasione il giornale “La Tribune de Genève” organizzò anche unconcorso fotografico intitolato “Genève sous la glace” che invitava a immortalare un paesaggio tantoinusuale, affascinante e... ghiacciato. Le cronache sul maltempo di questi giorni provenienti da mezzaEuropa paiono però smentire la particolarità e la singolarità di quello “storico” evento

* Brano tratto dalla favola Neve di Maxence Fermine (Bompiani, 1999; p. 21)

tastiche”... oppure nel caso dei fiocchidi neve, aggiungiamo noi. “Al momen-to di cercare di comprendere la natura diun fulmine, la forma di un'onda, il cade-re di una foglia, il vibrare di un atomo, ilcollasso di una galassia, altro non resta-va che tracciare un segno decentemen-te sottile su qualche superficie” scriveancora l'autore. Una modalità opera-tiva per cercare di fare almeno un po'di ordine rispetto a tutto quel “serra-glio insensato di oggetti colorati che cor-rono da tutte le parti”: avveniva tra gliegizi come nelle culture greche e lati-ne, avveniva tra i trattatisti medieva-li così come nei tentativi seicenteschidi rappresentazione della struttura deicristalli di neve (Robert Hooke,Micro-graphia, Osservazione Tredicesima,schema VII; Londra, 1655).Ma i fiocchi di neve, come ben sappia-mo, sono tanto affascinanti quanto“inconsistenti” una volta scesi a terrao a contatto con il calore della nostramano: una caducità e una “immate-rialità” che forse li avvicina proprioalle “creature fantastiche” tanto careal mondo della mitologia.

I Giganti del GeloL'acqua ghiacciata è “spontaneamenteassociata al freddo e all'estremo Nord, allaPatria dei Giganti del Gelo” ci dice HansBiedermann nella suo Lexicon der Symbo-le (Knaur, 1989). Dallo scioglimentodell'acqua “nacque la vacca primigeniaAudhumla, che leccò il ghiaccio finché nonne usci Buri, l'uomo preistorico”. Secondol'autore nell'immaginario del meridioned'Europa il ghiaccio non avrebbe inchiave simbolica alcun significato.In molte culture, invece, i Giganti rap-presentano una Natura forte e primor-diale, precedente alla civilizzazione.“Tradizioni mitologiche ancora più arcai-che considerano i Giganti come personi-ficazione del potere distruttivo delle forzenaturali”, ci dice Biedermann; i Gigantierano ritenuti, per esempio, la causa del-le valanghe e di altri eventi catastrofici.Eventi interpretati come l'espressionedella lotta tra dei ed eroi contro i Gi-ganti e l'affermazione dell'uomo suglielementi. Ma, sappiamo, la Natura nonsi fa per nulla dominare. Per fortunanostra, delle sue meraviglie e del futurodel nostro a volte fragile pianeta ■

il ghiaccio in Oriente...“In Cina il ghiaccio (ping) è messo in relazione con l'amore filiale; un apologo racconta infatti di un bambino,la cui madre malata desiderava una carpa, che si mise a sedere in pieno inverno su di una fiume ghiacciatofino a quando il ghiaccio non si sciolse e ne saltò fuori il pesce (i pesci sono simboli tradizionali; la carpa,per esempio, è in Oriente la quintessenza del coraggio, della resistenza e della perseveranza poichépuò vincere le correnti contrarie e le cascate, ndr.). Quel che sta sopra il ghiaccio lo si considera maschile(yang), l'acqua che sta sotto, invece, femminile (yin)”. (da H. Bidermann, 1989, op. cit.)

ringraziamenti:Ad Alessio e Daniela per i preziosi suggerimenti

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umero6 Orizzontali 1. Mori-

gerato, paziente • 11. Al-lenato, addestrato • 12.Rivoltati • 13. I confini diMogno • 14. Mezzo muro• 15. È ghiotto di miele •17. Astio • 19. Si dà moltearie • 20. Spinarello • 22.Trampolieri sacri • 24. Ilnoto dei tali • 25. Puòesser mancino • 26. Laparte più elevata del dorsodei quadrupedi • 29. Cubae Portogallo • 30. Emiratoarabo • 31. Il rilancio delpokerista • 32. Martin,riformatore religioso •34. La West del cinema• 35. Dolorosa infiamma-zione delle cartilagini •37. Consonanti in Teseo• 38. Alcoolisti Anonimi• 39. La candida spia! •41. Cuor di bimbo • 43.Diminuzione di peso • 44.

Un condimento • 46. Unalinea • 48. Stato asiatico •50. Tu, in altro caso • 51.La coppiera degli dei • 52.Il simpatico Yor.

Verticali 1. Permetteall’organismo di adattarsiall’ambiente • 2. L’autoredella Teogonia • 3. Unadelle Piccole donne • 4.Il pugile di Sequals • 5.Un lavoro all’uncinetto •6. Cattiva • 7. Stupefatte• 8. La capitale del Kenya• 9. Le iniziali di Tasso •10. Il Dio dei venti • 16.Osservati di nascosto • 18.Non lo si prende neanchecon le pinze! • 21. Risuonanell’arena • 23. Valutataattentamente • 27. Fiu-me dell’Estremo Oriente• 28. Cambiare posizione• 31. Cassa Malati • 33. I

confini di Rovio • 36. Im-barcazione da regate • 40.L’architetto della chiesa diMogno • 42. Consonantiin miele • 45. Dittongo inboato • 47. Un graduato •49. Pari in forma.

Soluzione n. 2»

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P R A S S I T E L E

O I D I O O L I

L E D A P R O V A

I M O G R I G I O

G E M E R E I A

O R E F I C I D M

N S E D I T O R I

I O L A P O U S

R L I T I E S T

E R U D I T I I R

G A M E A S O L A

O R I A Z A L L

L I N O I D E A

A T O Z O O M B

R A S E N R I C O

I A R N I A N E

ariete

Tra il 26 e il 27 del mese la vostraterza casa solare sarà interessatadal transito lunare. Grazie a questoaspetto e al concomitante transitocon Saturno si potrà risolvere unavecchia questione.

bilancia

Mentre Venere, con il suo transitofavorisce l’improvvisa nascita di unastoria sentimentale dai toni mar-catamente originali, Marte spingei nati nella seconda decade versol’adozione di nuove iniziative.

vergine

Tra il 24 e il 25, grazie ai transiti diLuna e Mercurio, riuscirete a focaliz-zare l’idea giusta, quella che fa pervoi, in grado di risolvere tutti i vostriproblemi. L’energia necessaria persmuovere le acque è in arrivo.

pesci

Tra il 28 e il 29, il passaggio dellaLuna nella quinta casa solare favoriràil sorgere di atmosfere romantichee sensuali. Possibili cambiamentinel settore immobiliare favoriti daltransito di Giove.

toro

Rapida evoluzione della vostra vitaprofessionale. State comunque at-tenti a mantenere la vostra serenità,perché intorno al 24 potreste esserecolti da un immotivato attacco di an-sia. Giove e Mercurio sono con voi.

scorpione

Per i nati nella prima decade novitàsentimentali. Maggior spazio al di-vertimento, all’amore e soprattuttoall’eros. Giornate frenetiche tra il 24e il 25 per i nati nella seconda decadesempre sollecitati da Marte.

gemelli

Grazie a Venere e a Saturno positivipotrete gettare le basi di una rela-zione nata al di fuori delle regole.Favoriti i settori più innovativi per inati nella terza decade. Marte sem-pre favorevole.

sagittario

Grazie al transito di Saturno nellavostra undicesima casa solare questoperiodo sarà caratterizzato dalla na-scita di un importante progetto peril futuro. Incontri sentimentali conpersone originali e divertenti.

cancro

Favorite tutte quelle situazioni ri-conducibili a un posto lontano odiverso dal luogo di nascita. Problemidi comunicazione con il partner.Cambiamenti positivi per i nati nellaprima decade.

capricorno

Grazie ai passaggi di Giove e Plutonepotrete scoprire improvvisamentenuove risorse in voi stessi. Stateattenti agli scatti d’ira. Notizie trail 24 e il 25 gennaio per i nati nellaseconda decade.

leone

La vita affettiva dei nati nella primae nella seconda decade continua aricevere aspetti contrastanti. Passionee indulgenza favorite dal transito diVenere, ma anche irascibilità promos-sa dal lungo passaggio di Marte.

acquario

L’ultima settimana di gennaio potràessere segnata dal transito Lunare del26 e 27. Grazie a questo passaggio,e a Saturno in Bilancia, potresteiniziare un rinnovamento dei vostriambienti familiari.

orno

ggi di Gi Pluton

» Astri

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radiE

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Leggere i foglietti illustrativi.

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Nella vita c ’è molto di più di una Volvo. C ’è ilfine settimana di shopping a Milano. Il bat-tesimo del bambino della migliore amica. Ilpercorso dopo la prima notte trascorsa in-sieme. I sentimenti d’amore che dal tettuccioapribile di vetro svolazzano fino al cielo. Ec’è un’automobile che Ti è sempre vicina. Eccoperché ne guidi una.

Volvo. for lifewww.volvocars.ch

LA NUOVA VOLVO C30. GIÀ A PARTIRE DA CHF 29800.–*

*Prezzo netto non vincolante della VolvoC30 1.6 Kinetic: CHF 29800.–. 100 PS (74 kW).Consumo in ciclo misto (a norma 1999/100/UE): 7,0 l/100 km. Emissioni diCO2: 167 g/km (204 g/km: lamedia di tutti i modelli nuovi).Categoria d’efficienza energetica: C.Il modello riportato sulla foto contiene opzioni con sovrapprezzo. Volvo Swiss Premium® assistenza gratuita fino a 10 anni** oppure 100000 chilometri** e riparazioni gratuite fino a 3 anni** oppure 100000 chilometri**. (**Vale ciò che vieneraggiunto prima.)