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THE FRIDGE FOUNDATION PRANZO IN UFFICIO Le abitudini alimentari in pausa pranzo. TESSA GELISIO La presentatrice di Cotto e Mangiato si racconta. A FRIGO APERTO Intervista ad Alessandro Boccolini.

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Un e-magazine dedicato al frigorifero, una visione del mondo particolare: le tendenze, l'attualità, il costume, la cultura, partendo dal cibo, campo ideale dove i diversi stili di vita possano conoscersi e scambiarsi esperienze. Il cibo genera sensazioni, emozioni, bisogni, necessità, un elemento fondamentale dove esprimiamo il nostro essere, le nostre abitudini, le nostre esperrienze, i nostri gusti....qualunque essi siano. Veniamo considerati anche per il nostro stile di vita e quindi quello che scegliamo, anche in ambito alimentare, è quello che siamo e vogliamo. Guardando un frigorifero possiamo capire chi abbiamo di fronte. La cultura dell’alimentazione può essere condivisa. Dobbiamo “aprire” il frigo per conoscere, consigliare e farci consigliare.

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THE FRIDGEFOUNDATION

PRANZO IN UFFICIO

Le abitudini alimentari in pausa pranzo.

TESSA GELISIOLa presentatrice

di Cotto e Mangiato si racconta.

A FRIGO APERTOIntervista ad

Alessandro Boccolini.

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THE FRIDGE

INTERVISTA A TESSA GELISIO

ELETTRODOMESTICI DA ESIBIRE

LA CONSERVAZIONE DEI VACCINI

GENTE DA FRIGO

A PRANZO IN UFFICIO

LA SALUTE A OGNI PEDALATA

ITALIANS COOK IT BETTER

IL GALATEO DEL FRIGO

A FRIGO APERTO 46810

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THE FRIDGEFOUNDATION

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Crediamo che nella nostra società il cibo rap-presenti una cultura: il campo ideale ove di-verse civiltà possano conoscersi e scambiarsi esperienze.L’idea di realizzare questo sito è frutto di un lungo percorso di osservazione ed analisi. Le persone relazionandosi con il cibo sperimen-tano sensazioni e comportamenti che nascono da uno stato di bisogno e necessità, dal desi-derio di far proprio un bene: dall’acquisto alla sua collocazione in un luogo, fino al consumo dello stesso.La nostra missione è promuovere una vera “cultura del frigorifero” attraverso una visione su scala globale di infinte realtà locali. Attra-verso la visione dell’immagine fotografica del frigorifero non solo possiamo acquisire mag-giore consapevolezza sull’utilizzo e la con-servazione del cibo, ma diventiamo partecipi delle abitudini alimentari, dello stile di vita, dei regimi alimentari individuali qualunque essi siano. L’idea di realizzare questo progetto parte da lontano, dall’età delle scuole elementari, quando ero solito ad andare a casa dei miei

compagni di classe per fare i compiti. Il pome-riggio trascorreva tra libri, quaderni e chiac-chierate, ma il momento piú atteso era metà pomeriggio, quando la mamma o la nonna ci invitavano ad una pausa per la merenda. Se-duto sulla sedia, chino sui testi con penna alla mano, ascoltavo i suoni generati dall’apertura e dalla chiusura delle ante, del fruscio e cre-pitio della carta che avvolgevano i cibi. La mia curiosità mi portava ad attendere l’apertura dell’anta del frigo per osservarne il contenuto.Le immagini animavano in me pensieri e ri-flessioni circa le diverse tipologie di alimenti, le modalità i cui erano disposti nei ripiani, le marche presenti (elemento importante visto che negli anni ‘70 la pubblicità non assumeva il ruolo che riveste attualmente nel determi-nare i consumi).Tale abitudine mi permetteva di paragonare il mio frigo di casa con quello dei miei amici. Con il passar del tempo non ho perso questa curiosità che oggi mi ha por-tato a fondare questo progetto.

Alessandro B. - Fondatore TheFridge-Foundation.org

MANIFESTOLa nostra missione

è promuovere una vera “cultura del frigorifero”

attraverso una visione su scala globale di infinte

realtà locali.

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è la mente creativa dietro questo progetto, colui che

fin da piccolo ha sviluppato una sana curiosità per tutto

ciò che riguarda il frigorifero.

Alessandro Boccolini

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THE FRIDGE

“Come nasce questa sua passio-ne?”“La passione nasce essenzialmen-te dalla curiosità. Fin da bambini esiste una curiosità particolare per il cibo degli altri: quando da piccoli ci si ritrovava a casa di amici e la mamma apriva il frigorifero per dar-ci la merenda, subito si creava un clima di grande attesa e interesse per quello che veniva tirato fuori. E’ una curiosità comune che identifica moltissime persone, con la differen-za che oggi, rispetto al passato, è di-ventato molto più facile condividere idee, fotografie e opinioni”.“Condividere l’immagine del proprio frigorifero: perché far-lo?” “Dati alla mano, il 30% dei prodotti presenti in un frigorifero vengono buttati via senza essere consumati: mostrare il contenuto del proprio frigorifero è quindi un po’ come fotografare ciò che si mangia, crea consapevolezza e sensibilizzazione, diventando un po’ indagine sociale e un po’ discorso sull’alimentazione in generale e sulla corretta gestione del cibo”.“E lei come sceglie il cibo?”

A FRIGO APERTO

“Quando ho la possibilità di dedi-care un po’ di tempo alla spesa, ho scoperto di avere la tendenza ad ac-quistare prodotti in un certo senso affascinanti, che sappiano attirare la mia attenzione: evidentemente per me aprire il frigorifero e trovarci all’interno una cosa bella da vedere già mi ripaga dopo una giornata di lavoro o di impegni”.“C’è un alimento che non può proprio mancare?”“Senza dubbio il parmigiano. Anche la mozzarella di bufala, rimanendo in tema latticini, è una di quelle cose che non possono mancare, che mi dà proprio sollievo psicologico!”.“Da tutte queste riflessioni na-sce The Fridge Foundation. Ci racconti il progetto.”“Alla base di tutto c’è un’idea, nata

tre anni fa e ancora in fase di svilup-po: creare sul web uno spazio dove condividere idee ed immagini, una sorta di database aperto a chiunque e quindi in costante ampliamento, dove sia possibile raccogliere infor-mazioni e archiviarle, come un vero social network. Il passo successivo è stato rapido: lo sviluppo di un gior-nale online, collegato al sito, che possa quindi fungere da traino”.“Cosa può spingere una persona a condividere la fotografia del proprio frigorifero?”“Presentare il proprio frigorifero, con i suoi prodotti e la sua particola-re filosofia, può sicuramente appa-gare tutte quelle persone che hanno il piacere di condividere la propria esperienza di vita senza doversi per forza mettere in gioco al 100%. Inoltre rappresenta un utile spunto per parlare di temi altri, come ad esempio l’alimentazione, tramite lo scambio di informazioni e consigli. Rappresenta poi uno strumento, essenzialmente, per conoscere: co-noscere le culture, i cibi, le tradi-zioni alimentari, che sono davvero lo specchio della nostra identità e della nostra società”.

Il frigorifero, o meglio il suo contenuto e le sue modalità di utilizzo, possono essere lo specchio della nostra personalità? L’idea alla base di The Fridge Foundation è tanto semplice quanto affascinante: aprire la porta del proprio frigorifero per condividere le passioni, le ossessioni, i piccoli e grandi piaceri quotidiani mettendo così in mostra anche un po’ di se stessi.

di Filippo Spreafico

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Contenitori Fai raffreddare i cibi

per almeno 2 ore e riponili in

contenitori chiusi.

UovaPer conservare

meglio le uova riponile con la punta verso

il basso.

VerdureTogli sempre le verdure

dai sacchetti per evitare muffe e appassimento.

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THE FRIDGE

La temperatura del frigo è uno dei primi elementi da controllare; per una corretta conservazione dei prodotti non è necessario abbassare troppo il termostato, la temperatu-ra ottimale, infatti, deve aggirarsi tra i 4 ai 7 gradi, questo garantisce la giusta freschezza e un considerevole risparmio. Sapere che il freddo si concentra nella parte più bassa del frigo aiuta a individuare la giu-sta sistemazione dei prodotti. Nell’immagine che proponiamo alcuni alimenti sono dispo-sti nel modo corretto altri no, ecco alcune regole per mantenere intatti i sapori e le pro-prietà nutritive.In alto: yogurt, formaggi, dolci, conserve; questi, infatti, sono i prodotti più resistenti e necessitano di una temperatura più alta. Anche il burro può essere riposto in questo scomparto ma chiuso in un involucro. In centro: verdure cotte, sughi, salse e cibi cu-cinati, questi ultimi devono essere conserva-ti in contenitori ermetici. In basso: carne, pesce, pollame e alimenti crudi; i più soggetti al deterioramento. Nei cestini appositi vanno riposte frutta e verdu-

IL GALATEO DEL FRIGO

ra. È necessario tenere gli alimenti crudi e non lavati separati dai cibi cotti per evitare contaminazioni batteriche.Alcuni accorgimenti, inoltre aiutano a usare il frigo in maniera più ecologica:Evitate di introdurre cibi caldi in frigorife-ro, poiché il loro raffreddamento richiede un consumo energetico eccessivo, e i cibi rischiano di deteriorarsi. Non riempiere eccessivamente l’elettrodo-mestico e ricordarsi di chiuderlo corretta-mente controllando l’efficienza delle guar-nizioni.Anche per gli alimenti vige il detto “First in, first out”; disponi quelli appena comprati dietro e quelli con una scadenza più breve davanti, è bene fare lo stesso per i prodotti di prima necessità per evitare spre-chi e abbreviare il tempo di apertura dello sportello.Il frigorifero, inoltre, deve essere posizionar-lo lontano da fonti di calore e ad almeno 10 cm dalla parete per garantire il circolo dell’a-ria.Questi semplici consigli aiuteranno ad avere cibi genuini e una bolletta più leggera.

La disposizione degli alimenti nel frigo è un’operazione importante, esistono regole semplici per migliorare la conservazione dei cibi e ottenere un risparmio energetico.

di Antonella Armigero

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È possibile sostenere i progetti forPlanet adottando

un pezzo di foresta tropicale o un delfino rosa del Rio delle Amazzoni.

www.forplanet.org

Dai il tuo contributo

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THE FRIDGE

“Il tuo interesse per l’ambiente e le specie in via d’estinzione è una cosa che ti ha sempre ac-compagnato o è cresciuta con l’esperienza professionale?”Io sono nata ambientalista, i miei genitori mi hanno parlato sin da piccola di questi temi. Sono cre-sciuta nella natura, amando gli ani-mali, tanto da trasformare la mia casa in un piccolo zoo. Da questa passione è nata una consapevolezza che mi ha portato a militare in di-versi Enti per la tutela ambientale, impegno che dura fino a oggi.“Com’è nato il progetto forPla-net e qual è la missione che si prefigge?”forPlanet è nato dal mio bisogno di fare qualcosa di concreto per l’am-biente, grazie a un gruppo di amici ho creato l’Onlus per la tutela e la conservazione di uno degli ecosiste-mi più importanti a livello planeta-rio: le foreste tropicali.“Quali forze collaborano alla realizzazione dei progetti for-Planet? E come agiscono?”Grazie alla partnership di associa-zioni ambientaliste e istituzioni internazionali individuiamo le aree in cui intervenire e delineiamo i progetti. Ci occupiamo di raccolte fondi e campagne di sensibilizzazio-ne ambientale, oltre a organizzare

INTERVISTA A TESSA GELISIO

spedizioni nei luoghi in cui interve-niamo per la tutela delle specie in estinzione.“Di quali interventi portati a termine, ti senti più orgogliosa?”I traguardi raggiunti sono molti, per esempio abbiamo salvato molti et-tari di foresta in Argentina e Bolivia, e contribuito ad acquistare uno dei siti di nidificazione di un pappagal-lino che rischiava di scomparire. Salvare anche una sola specie rap-presenta un passo importante, nel suo piccolo può essere un esempio di come agire per preservare una popolazione.“Pensi che le scelte alimentari influiscano sull’ambiente?”Assolutamente sì, infatti, il settore agroalimentare è tra le prime fonti di emissione di Co2. La trasfor-mazione dei terreni in agricoli e il dispendio di acqua per le coltiva-zioni provocano la deforestazione e desertificazione dei territori.“L’esperienza con forPlanet ha influito sulle tue abitudini? Oggi sei più attenta nella scelta di prodotti o attui comporta-menti sostenibili?”No, non è l’esperienza con forPla-net che mi ha fatto diventare am-bientalista quindi cambiare abitu-dini. Per esempio da 13 anni ormai mi alimento solo di prodotti biolo-

gici e italiani a eccezione del caffè, il cacao e le banane che provengo-no dal mercato equosolidale. Ho ridotto drasticamente il consumo di carne e sostituito alcuni alimenti con altri più sostenibili e a km 0. È importante leggere le etichette e sapere la provenienza dei prodotti per tutelare se stessi e l’ambiente; cerco sempre di far passare questo messaggio nelle mie trasmissioni.“Se aprissimo il tuo frigorifero cosa troveremmo dentro?” Sicuramente molta frutta e verdura biologica e di stagione. Mi piaccio-no molto le patate, è un ingrediente versatile che si presta a molte ricet-te.“In Cotto e Mangiato proponi piatti semplici e veloci: qual è il tuo rapporto con il cibo? De-dichi molto tempo alla cucina?”Sono una buongustaia e amo molto cucinare, questa passione mi è sta-ta trasmessa da mia nonna, un’otti-ma cuoca che ha sempre cucinato per tutta la famiglia. Ho avuto la fortuna di trasformare le mie pas-sioni in un lavoro, grazie a Pianeta Mare ho imparato molte ricette di pesce, e ora con Cotto e mangia-to ho trasformato la cucina di casa mia in un set, invento i piatti e li testo sempre prima di proporli ai telespettatori.

Le nostre scelte, anche a tavola, possono cambiare radicalmente il Pianeta, Tessa Gelisio presentatrice di Cotto e Mangiato ci ha raccontato il suo contributo come presidente di forPlanet.

di Antonella Armigero

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SmegLa maniglia del modello

FPD34 è frutto di approfonditi studi

ergonomici.

AEGIl modello S83200

con touch screen per il controllo della

temperatura.

SmegIl modello FAB28Q è in stile anni ’50, disponibile in 16

colori.

ElectroluxLa gamma Inspiration

presenta forme architettoniche e colori

di tendenza.

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THE FRIDGE

Non solo conservazione di alimenti: oggi i frigoriferi sono oggetti multifunzionali dal design in costante evoluzione. Per stupire, risparmiare, rendere più semplice la vita.

La conservazione del cibo ha sempre rappre-sentato molto più di un’esigenza: dalle nevie-re costruite all’aperto ai moderni frigoriferi da salotto la strada è stata lunga, un’evoluzione inarrestabile costellata da continue scoperte.Tale evoluzione è andata di pari passo a un continuo modificarsi di linee, forme e ma-teriali: da oggetto funzionale alimentato da un motore rumoroso e quindi da nascondere nella taverna, il frigorifero è diventato un vero e proprio complemento d’arredo da esibire, un oggetto capace di trascendere, in una cer-ta misura, anche la sua stessa funzione.L’attenzione per il design ha permesso la na-scita di modelli di frigoriferi non solo innova-tivi, ma soprattutto belli, capaci di diventare elementi dotati di una propria autonomia di stile all’interno dell’ambiente domestico.Indesit propone soluzioni innovative e creati-ve che si rivolgono ad un pubblico che esige qualcosa di più rispetto a un classico frigori-fero: è il caso dell’ormai celebre Graffiti, il fri-gorifero dotato di una superficie speciale che lo rende simile ad una lavagna su cui è possi-bile disegnare o annotare la lista della spesa.L’italiana Smeg ha lanciato in questi anni con rinnovato successo una nuova idea di frigori-fero che punta a trasformare l’elettrodomesti-co in un elemento centrale nell’arredamento della casa: la linea Anni ’50 presenta articoli

ELETTRODOMESTICI DA ESIBIRE

in una gamma di colori inedita e dal design fortemente retrò, dalla versione tricolore al modello in edizione limitata completamente rivestito in denim e presentato all’ultimo Sa-lone del Mobile di Milano.Per LG il frigorifero è anche intrattenimento grazie a un innovativo televisore LCD a 13’’ incorporato nella struttura: la cucina viene reinterpretata come il vero cuore pulsante della casa, dove la famiglia non si riunisce solamente per mangiare, ma anche per vivere ed esprimersi.Con il suo Electrolux Design Lab fondato nel 2003, la multinazionale svedese punta alla costante ricerca di nuove linee a partire da nuove idee: i prototipi possono diventare par-te integrante del listino di vendita, come ad esempio il Flatshare Fridge vincitore dell’e-dizione 2009, completamente modulare e smontabile in sezioni distinte, ideale per chi divide la casa con altri inquilini e vuole otti-mizzare spazi ed esigenze.Non può mancare infine il frigorifero social: è Samsung a lanciare (per ora solo su suolo americano) il nuovo RF4289, il frigorifero con collegamento wireless che consente tra-mite un display di tenere sotto controllo tutti i social network, scaricare ricette o avvertire il proprietario della presenza di cibi in sca-denza.

di Filippo Spreafico

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I primi prototipi installati in Indonesia, Cuba

e Senegal funzionano grazie a un compressore

continuo collegato a pannelli solari.

Frigo fotovoltaico

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THE FRIDGE

“Ci sono vaccinazioni obbliga-torie? Quali sono le maggior-mente somministrate?”In Italia non vige più l’obbligo le-gale di vaccinazione, ma solo un obbligo formale. Ai cittadini è proposto un piano vaccinale che include il vaccino esavalente con-sigliabile nel primo anno di età, che contempla la vaccinazione per le 6 maggiori malattie di difficile curabilità in caso di contagio: anti-poliomielite, anti-difterite, anti-te-tano, anti-epatite, l’anti-pertosse, haemophilus influenzale.“Esistono altri vaccini sommi-nistrati con frequenza?”Sia per gli adulti sia per i soggetti

LA CONSERVAZIONE DEI VACCINI

in età infantile sono proposti vac-cini antimeningococco, antipneu-mococco, quelli contro il morbil-lo, la rosolia, il tifo, il tetano, per cui è necessario eseguire richiami a distanza di anni. Poi ci sono le vaccinazioni preventive per viag-gi in zone a rischio, come quelle contro la febbre gialla, il colera o l’epatite A.“La conservazione in frigo è obbligatoria per ogni tipo di vaccino?”Sì, le dosi devono essere conser-vate a una temperatura compresa tra 4-8 gradi in frigo professionali, dotati di termostati e sistemi di al-larme in caso di blackout o abbas-

samento di corrente.“Quali rischi sono collegati a una cattiva conservazione?”Il maggiore rischio è quello della non immunizzazione; il vaccino perde efficacia, per questo i frigo-riferi sono dotati di generatori au-tonomi e gruppi di continuità per evitare la variazione di temperatu-ra e inficiare la loro conservazio-ne. La cattiva conservazione è un problema molto sentito nei paesi del terzo mondo, dove l’accesso a strumentazioni professionali ed energia elettrica causa la perdita di una grande quantità di risorse preziose per l’immunizzazione del-le popolazioni.

Mantenere il ciclo del freddo in paesi del terzo mondo è l’elemento più difficoltoso, infatti, circa il 50% delle dosi di vaccino a disposizione diventa inutilizzabile a causa della scorretta refrigerazione. Cambridge Biostability sta lavorando a un vaccino che si autoconservi senza frigorifero grazie a una rivoluzionaria pellicola composta da zuccheri e amino-acidi, ma i primi risultati arriveranno tra

Solar Chill: il freddo prodotto dal sole.5 anni. La soluzione più economica ed ecologica al momento potrebbe essere Solar Chill, il frigo fotovoltaico pensato da Greenpeace, sviluppato dall’Istituto Danese di Tecnologia e dall’ONU. Il suo costo contenuto e la facilità d’installazio-ne contribuiranno a migliorare l’efficacia e la diffusione dei vaccini nelle parti più povere del mondo, dove morbillo e mala-ria causano ancora molte vittime.

La temperatura è un fattore essenziale per la conservazione dei vaccini, un medico attivo da 30 anni nella prevenzione delle epidemie ciha aiutato a capire di più su questo argomento.

di Antonella Armigero

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Key account, 31 anni. Il suo frigorifero si riempie

nel week end, quando organiz-za le cene con gli amici. Sceglie

prodotti selezionati, per dare sempre il meglio ai suoi invitati.

Prosciutto toscano, un mix di erbe fresche e il parmigia-

no, ingredienti genuini e tutti Italiani.

Luca

Manager.Nel suo frigo non possono mancare alimenti freschi

e di stagione, frutta e verdura bio, affettati magri e succhi di frutta. Ingredienti genuini per

un pasto leggero e salutare.

Chiara

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THE FRIDGE

È proprio vero che aprendo la porta del frigorifero sia possibile scoprire molto sulle abitudini, i vizi e le virtù del proprietario: non solo il cibo vero e proprio, ma anche la disposizione degli alimenti e la loro quantità e qualità raccontano i piccoli e grandi retroscena nella vita di ognuno di noi.Insomma, dimmi che frigo hai e ti dirò chi sei!

GENTE DA FRIGO

Copywriter, 28 anni.A causa dei numerosi

pasti fuori casa, il frigorifero viene utilizzato soprattutto per conservare cibi pronti, avanzi e qualche junk food: frutta e verdura nascono, crescono

e muoiono lì dentro!

Daniele

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32 anni mamma e project leader.

Il suo frigo sempre vuoto da qualche mese si riempie di pappine e omogeneizzati che prepara per-sonalmente con prodotti biologici. Mette la massima attenzione nel

bilanciare bene i nutrimenti essenziali per la sua

piccolina.

Paola

25 anni, musicista.La sua casa è un porto di mare, il suo frigo viene saccheggiato puntualmente da amici e dai

componenti della band. Cioccolato e altre golosità ipercaloriche sono

essenziali per superare le crisi di fame dopo ore in sala

prove.

Fabio

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THE FRIDGE

25 anni, studente fuori sede.

Sughi, conserve, salumi tipici e friarielli sono il bottino che gli spedisce la mamma ogni mese. Cibi preparati in casa, pronti da scaldare sono l’antidoto

contro i momenti di no-stalgia lontano dalla

famiglia.

Roberto

29 anni art director. La sua passione è il cinema,

spesso si cimenta in ricette ispi-rate a scene cult di film francesi.

Salmone affumicato e cruditè rendono sofisticati i suoi menù,

anche se spesso il risultato finale non è proprio

da oscar.

Sabrina

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Con questo termine si identifica quel fenomeno che coinvolge quei lavoratori che trascorrono la pausa pranzo guardando notiziari online o

video su YouTube tra uno snack e l’altro.

Video Snacking

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THE FRIDGE

Da un lato grande business commerciale per bar e ristoranti, dall’altro causa principale di squilibri alimentari e diete sbilanciate: da qualche tempo a questa parte, la pausa pran-zo è ufficialmente sotto attacco. Per questo motivo sempre più spesso uffici e aziende mettono a disposizione dei propri dipendenti frigoriferi, forni a microonde, bollitori e tutto quanto possa servire per far fronte alle esi-genze alimentari dei dipendenti. E’ quindi possibile mangiare bene anche fuori casa?Innanzitutto il fattore tempo ha un peso enor-me al momento del pranzo in ufficio: spesso i pasti vengono consumati in pochissimi minu-ti, magari davanti al computer o svolgendo le normali attività lavorative, un’abitudine dan-nosa e controproducente.I frigoriferi si riempiono di pasti rapidi, dai panini preparati la sera prima alle insalate già pronte e yogurt multicolore per chi non vuole rinunciare alla dieta.Ma sono i contenitori monoporzione in pla-stica a farla da padrone: confezioni traspa-renti a chiusura ermetica che permettono di conservare i cibi preparati appositamente a

A PRANZO IN UFFICIO

casa o gli avanzi della sera prima. “Io preferisco portare la classica “schiscet-ta” con gli avanzi della cena o preparare un’insalata” ci dice Antonella, copywriter di Milano. “Evito i cibi pronti, così conosco gli ingredienti e so di mangiare qualcosa di ge-nuino e sano. Nella bella stagione andiamo al parco, per staccare un po’ e concederci una pausa all’aria aperta, portiamo il telo e prendiamo un panino al bar se non abbia-mo voglia o il tempo di preparare qualcosa.”C’è invece chi non rinuncia al pranzo al risto-rante, come Luca, manager milanese: “Per me staccare dalla routine lavorativa è fon-damentale, anche in pausa pranzo. Piutto-sto uso il frigorifero dell’ufficio per tenere al fresco della frutta o qualche snack per spezzare la giornata.”In entrambi i casi il frigorifero in ufficio rima-ne un piccolo punto di riferimento per tutti i dipendenti, un luogo di incontro durante i break giornalieri. Attenzione solo a non con-fondersi e “rubare” per errore i prodotti dei colleghi: è proprio così che scoppiano le più grandi guerre in ufficio!

Per alcuni è come se non esistesse, per altri è un momento da rispettare liturgicamente: la pausa pranzo, ogni giorno croce e delizia di milioni di italiani.

Saltare la pausa pranzo è un’a-bitudine pericolosa e soprattutto

controproducente per la linea: se da una parte è importante tenere sotto

controllo quello che si mangia durante i break, dall’altra è fondamentale appor-tare calorie al corpo umano. I pasti infatti

Vietato digiunare.sincronizzano l’organismo, mantengono in azione il metabolismo e permettono di scaricare la tensione e lo stress accumu-lati durante le ore di lavoro. Saltando il pasto, tutto questo viene meno e, soprat-tutto, causa una fame “doppia” una volta che si arriva all’ora di cena.

di Filippo Spreafico

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Appagare spirito e corpo con qualche peccato di gola è concesso anche ai ciclisti, d’altronde Diego nella vita

fa il pasticcere.

Uno strappo alla regola

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THE FRIDGE

“Quando è nata in te la passio-ne per il ciclismo e da quanto tempo ti alleni con il team?”Ho sempre avuto questa passione, poi nel 2006 ho deciso di comprare una bici professionale e allenarmi con più frequenza. Quest’anno con un gruppo di amici con cui pe-dalavo da tempo abbiamo dato vita alla U.S Letimbro Cycling Team.“Che cos’è per te il ciclismo?”È un modo per rilassarsi e con-dividere questo interesse con la mia squadra, concentrandoci sugli obiettivi, pedalata dopo pedalata. Il mio stile di vita è cambiato, ho eliminato alcuni “vizi” e ne ho gua-dagnato in salute. “Nel mondo del ciclismo, e del-lo sport in generale, l’alimenta-zione è molto importante. Se-gui una dieta particolare?”Pratico questo sport da 6 anni e ho capito quali alimenti sono più in-dicati per il mio fisico, non seguo una dieta particolare e non ho par-ticolari restrizioni, evito solo alcuni cibi poco salutari. Grazie a piccoli accorgimenti sono riuscito a rego-lare il mio peso e adottare una die-ta più sana.“Se aprissimo il tuo frigorifero cosa troveremmo all’interno? Quale alimento non può man-care?”Sicuramente frutta e verdura, vi-viamo in campagna e parte della

LA SALUTE A OGNI PEDALATA

verdura proviene dal nostro orto. Altri alimenti sono lo yogurt, la marmellata, la bresaola e affettati magri. Non rinuncio mai al Parmi-giano Reggiano stagionato 30 mesi, il più digeribile, l’unico formaggio che mangio.“Come cambia la tua dieta du-rante gli allenamenti? E’ vero che i ciclisti devono mangiare durante la gara?”Quando mi alleno mangio molta pasta di farro biologica, necessa-ria per il carico di carboidrati e il giusto apporto di energia e la sera aggiungo carni bianche magre. Durante la gara è importantissimo compensare le energie perse peda-lando. Alcuni mangiano barrette energetiche, io invece preferisco qualcosa di più genuino; nella vita faccio il pasticcere quindi mi pre-paro uno snack veloce con una ri-cetta collaudata: mandorle, noccio-le, fruttosio, miele e chiare d’uovo. Un vero concentrato di energia!

“Parlaci della squadra, svolgete altre attività oltre gli allena-menti?” Siamo un gruppo eterogeneo e molto affiatato, composto da 20 persone. Ci alleniamo 3 o 4 volte alla settimana a Savona e dintorni compatibilmente con gli impegni lavorativi. Nel week end parteci-piamo a gare e organizziamo eventi per promuovere questo sport. Da qualche tempo si allena con noi an-che un ragazzo di 11 anni con suo padre, è il nostro orgoglio. Fa pia-cere che i ragazzi si appassionino al ciclismo e conoscano altri sport oltre il calcio.“Quali vittorie o traguardi avete conquistato e cosa prospettate per il futuro?”Questo è il nostro primo anno di at-tività ma abbiamo già partecipato a molte competizioni e ottenuto delle vittorie in gare di categoria. Il team ha organizzato anche la sua prima cronoscalata nella Valle del Santua-rio. Abbiamo pensato a un evento che coinvolgesse tutti i cittadini e le famiglie, includendo anche una gincana per i bambini.La partecipazione dei giovani è molto importante per la U.S Letim-bro 1945 Savona, in futuro mi pia-cerebbe creare una squadra giova-nile per far nascere questa passione anche nei ragazzi, trasmettendo i valori di uno sport intenso e sano.

Diego, caposquadra della U.S. Letimbro, ci ha raccontato la sua passione per il ciclismo e come la bici abbia cambiato in meglio il suo stile di vita.

di Antonella Armigero

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Il caffè espresso è il più grande cruccio dell’italiano

all’estero. Tra brodaglie scure, frappuccini e miscele esotiche, è la mitica tazzina bollente l’ultima

chimera tricolore: per il pros-simo viaggio ricordarsi la

moka in valigia!

Moka in valigia

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THE FRIDGE

“Le prime settimane si fa davvero fatica. Mi aggiravo tra gli scaffali cercando di decifrare i prodotti esposti. Soprattutto con i cibi pronti, le volte in cui non ho cucinato me ne sono pentito amaramente: in un supermercato comprai dei fantomatici spaghetti all’ama-triciana, peccato che al posto della pancetta trovai dei gamberetti decisamente gommosi!” Luca racconta divertito uno delle esperien-ze classiche che un italiano all’estero si trova ad affrontare, soprattutto quando si trova in Paesi dalla tradizione culinaria differente e alquanto dubbia. “Sì, direi che l’Inghilterra rientra decisamente in questa categoria. Il fatto di vivere in una metropoli cosmopolita come Londra permette di trovare qualsiasi sorta di cibo o prodotto, basta entrare in un negozio ‘etnico’. Come puoi vedere nel mio frigorifero ho sia prodotti pronti sia frutta e verdura, nonostante per via delle molte ore che passo in laboratorio i pasti casalinghi si-ano abbastanza ridotti.” Chiunque di noi ha vissuto almeno una volta il trauma di menu indecifrabili, ingredienti dal nome misterioso e premonitore di esperienze culinarie diffici-li da dimenticare. Queste paure spariscono

ITALIANS COOK IT BETTER

quando si apre il frigorifero di casa propria, dove ogni cibo o ingrediente dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, essere stato scelto e rivela moltissime informazioni su di noi, i nostri gusti e le preferenze.Nicola però, italiano a Parigi, non racconta di vivere una particolare nostalgia di casa e sottolinea come non sia difficile preparar-si un piatto di pasta: “Tutto sommato trovo buona parte dei cibi che mi occorrono, altro discorso invece per le specialità regionali o i prodotti di eccellenza che qui costano de-cisamente di più. In quei casi mi affido alla benevolenza degli amici che mi vengono a trovare, oppure alle provviste che porto con me al ritorno da un viaggio in Italia.”Le cose si fanno però più difficili se ci si tro-va fuori dall’Europa. Gaia da qualche mese è a Bangkok dove “Sorprese in cucina non ne ho avute, avendo provato diversi ristoran-ti thai a Milano e altrove. La cucina italiana mi manca abbastanza, più che altro perché la associo al concetto di ‘casa’ e quando non riesci a soddisfare un’improvvisa voglia di la-sagne – di vere lasagne – l’Italia, gli amici e i genitori, ti sembrano ancora più lontani”.

Da una parte la nostalgia per la cucina di casa, dall’altra il desiderio (o il timore?) di avventurarsi in tradizioni gastronomiche sconosciute: gli italiani all’estero, unaspecie in evoluzione.

di Paolo Borrone

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