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terra cruda

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terracruda

serie ALBUM DI ESPERIENZA n. 1a cura del CEA, Centro di Educazione Ambientale del Comune di Reggio Emilia

CEA Centro Educazione AmbientaleVia Emilia San Pietro 1242100 Reggio [email protected]://www.comune.re.it/infoambiente

Ecoistituto GRTAVia Germanazzo 18947°23 [email protected]://www.tecnologieappropriate.it

Laboratorio del RestauroGiovanni Gazzotti Via Provinciale Ovest 942010 Toano (RE)[email protected]://www.fondazionegnudi.it

Ecomuseo delle Erbe PalustriMaria Rosa Bagnari48020 Villanova di Bagnacavallo (RA)[email protected]://www.racine.ra.it/erbepalustri

Maurizio CamillettiTegliaio di Montetiffi47030 Sogliano al Rubicone (FC)www.piadinaonline.com/piadinaonline/tegliaia_montetiffi.htm

Arte SellaCorso Ausugum 55-5738051 Borgo Valsugana (Tn)[email protected]://www.artesella.it/organizzazione.html

VivoVerdedi Gabriele Meneguzzi e Vincenzo [email protected]://www.vivoverde.com

Maritin StoppelFumistaLoc. Upacchi 4652031 Anghiari (AR)tel e fax 0575 7493322

CRATerre VillefontaineMaison Levrat, Parc FallavierRue de la Buthière – BP 5338092 Villefontaine Cedex [email protected]@grenoble.archi.frhttp://terre.grenoble.archi.fr/grainsdisere/

riferimen

ti

nascita di un progetto

voce del verbo dire, fare... giocare

incontri ravvicinati

architetture altre

un’idea, un progetto, un’opera d’arte

poetare la terra

i protagonisti

Il progetto "Terra cruda", curato dal CEA del Comunedi Reggio Emilia e vincitore del bando regionale Infea,costituisce un esempio interessante sia diprogettazione partecipata, nell'ambito di un percorsodi educazione ambientale, nonchè di valorizzazione,attraverso la pratica dei laboratori, di materialinaturali, elementi quali terra, acqua e fibre vegetaliche assumono valenze impensate, grazie allacreatività dei ragazzi. Inoltre, la possibilità diprogettare, costruire, trasformare idee in interventi conal centro il recupero della dimensione della naturalitàschiude orizzonti nuovi ed mutidisciplinari perl'educazione ambientale.Come Assessore all'Ambiente e Città Sostenibile sonolieta che questo prezioso materiale sia diffuso, certadell'interesse che saprà suscitare.

Pinuccia dott.ssa MontanariAssessore all’Ambiente e Città Sostenibile

Questo sappiamo: la terra non appartiene all’uomo;è l’uomo che appartiene alla terra. Questo sappiamo.Ogni cosa è correlata.

Capo Seattle

nascita diun progetto

premessa

Il progetto ha trovato la suaorigine nel desiderio di farconoscere in modo ludico,ma scientificamentecorretto, le tecnicheecologiche di costruzioneche l’uomo ha affinato perrealizzare le proprieabitazioni. Attraverso lamanipolazione deimateriali quali terra, acqua,fibre vegetali e altrobambini e ragazzi hannoavuto l’opportunità disperimentare le modalitàcon cui i nostri antenati,anche i più remoti, hannoedificato città, palazzi,edifici rurali consentendoche giungessero fino a noi.Sono testimonianza dellosforzo del “genius loci”,lasciandoci in ereditàprincipi perun’antropizzazione correttadell’ambiente che ospitanon solo l’umanità, ma

ogni essere vivente.Questi temi hanno radice comune negli studicondotti sul materiale terra e sulle tecniche dicostruzione delle architetture di terra cruda;impasti di argilla, sabbia, acqua e paglia con cuile civiltà della storia e realtà a noicontemporanee hanno costruito città, diecimilaanni fa come oggi.Fare conoscere eriscoprire la terracruda, il contatto egli usi possibili dialtri materialinaturali, le tantetradizioni ad essilegati e connessi, ciha portato a formulare un percorso didatticointerdisciplinare e a proporre variegate attività dilaboratorio per ragazzi di ogni età. Il progetto che ha caratteristiche fortementepluridisciplinari e interculturali, ha permesso disviluppare piste di lavoro legate alla storia, agliusi e costumi delle comunità umane, alletecniche e alle risorse territoriali che i popolidella terra hanno a disposizione.Le attività pratiche sono state elaborate secondoun percorso “universale”, cioè per tutti, in cui lasoggettività di ognuno ha potuto esprimersi

liberamente una volta acquisita la conoscenzadei materiali, delle tradizioni, dei precisi valoridelle tante e diverse gestualità necessarie.La manipolazione degli elementi è l’attività pereccellenza con cui i bambini conoscono il mondo:i laboratori strutturati proposti altro non sono statiche un ausilio per riordinare idee, formulare

ipotesi, sperimentaresoluzioni stimolatedalle esperienzematurate in classe esul campo attraversol’incontro con i“maestri di bottega”.

molteplicità di forme comunicative

I temi sono stati presentati e trattati nelle classiutilizzando una molteplicità di strumenti eforme comunicative: seminari, filmati, incontricon artigiani e professionisti, fotografie, visiteguidate, manufatti e plastici messi adisposizione dagli esperti. Tutto questo hafacilitato la comprensione di concetti complessie agevolato l’acquisizione di competenze siacognitive che emozionali.

Dalle risorse delle tradizioni e dei luoghialle tecnologie dell’uomo: soluzioni perun vivere sano e moderno

terra cruda

condivisione delle esperienze in rete

Il progetto era strutturato per essere un ‘Progetto diRete’. Le scuole che avevano aderito, infatti, eranochiamate a condividere e scambiare quantoandavano sperimentando, nel rispetto delle diverserealtà scolastiche e territoriali, dell’età deibambini, degli strumenti a disposizione.Nonostante gli sforzi fatti questo rimane unobiettivo ancora difficile da raggiungere perquestioni oggettive, in particolare strumenti emezzi non sempre adeguati e mancanza di tempoper “dialogare” in internet con i partner diprogetto.Questo non ha impedito lo scambio sullo stato diavanzamento dei percorsi didattici, dei laboratori eun costante rilancio dell’attività progettuale inun’ottica di ricerca, di confronto e di apertura adaltre realtà.

laboratori ambientali

Le attività di laboratorio hanno soddisfatto lanecessità dei bambini e dei ragazzi diconcretizzare quanto illustrato teoricamente dagliesperti permettendo loro di “mettere le mani inpasta” in terre di diverse composizioni e coloriper:

• imparare a selezionarle, • accorpare negli impasti le giuste dosi di ognimateriale e realizzare gli adobe - i mattoni di terracruda; • costruire piccole pareti in torchis, la tecnica concui rivestire strutture di legno, e capanne di legno eterra; • sperimentare intonaci a base di argille coloratesu piccoli supporti; • realizzare una personale opera artistica conpitture a base di argilla, o bassorilievi.

Il diapason dei laboratori è stata l’indagine delterritorio e il percepire che le sue apparentipovertà materiali sono invece intime ricchezze.I laboratori hanno puntato a far intuire aibambini e ai ragazzi quanto la semplicità deimateriali naturali locali abbiano stimolato espesso obbligato l’uomo a inventare soluzioniingegnose ed ecologiche per rispondere ai suoibisogni; soluzioni nate da un profondocontatto con quanto aveva a disposizioneintorno a sé e alla sua conoscenza.

realizzazioni di pregio per l’ambiente circostante

Un progetto come questo non poteva non avere un obiettivo ambizioso cioèconcludersi con la realizzazione da parte di tutti i partecipanti di una macrostrutturaideata, progettata e fatta con le tecniche di costruzione in terra cruda. Queste piccole opere d’arte hanno il significato della testimonianza di un percorso elo scopo di rendere più bello un luogo come il cortile di una scuola. Il pregio ed il valore non stanno tanto nella perfezione costruttiva, ma nel fatto chesono frutto di un lavoro condiviso tra tanti soggetti, sono la sintesi estetica di incontricon artigiani che hanno trasmesso e fatto sperimentare agli studenti la passione el’amore per le tecniche antiche di intreccio, di bioedilizia, di trasformazione deimateriali; la pazienza, ma anche la soddisfazione, richiesta dai tempi del fare con leproprie mani. Infine l’importanza che ha la cura delle proprie opere nel tempo. Pensare gli Istituti Scolastici come cantieri di costruzione autentica del saper fare, aiquali far accedere anche i genitori e realtà locali ci è sembrato coerente con i Pianid’Azione per la Sostenibilità Ambientale, un modo concreto di promuoverecomportamenti e stili di vita più sani per sé stessi e le comunità in cui le scuole sonoinserite, e la pedagogia della “cura” tanto cara a don Lorenzo Milani, Ivan Illich,Paulo Freire e Edgar Morin.Tutto questo naturalmente e soprattutto giocando con la materia.

documentazione finale

Questa modesta pubblicazione non ha la pretesa di essere esaustiva della ricchezzache le Scuole hanno prodotto in termini di idee, di interrelazioni, di letteratura; èsemplicemente un omaggio “in primis” a quanti hanno creduto al Progetto, lo hannocondiviso e realizzato; e poi un dono alla città di Reggio Emilia per una diffusione econdivisione delle esperienze delle Scuole della sua Comunità.

Luciana Pederzoli

voce del verbodire, fare...giocare

Ho imparato che con la sabbia,l'argilla, la terra e la paglia sipossono costruire tante cose.Prima non lo sapevo.

(Kaouthar)

costruire

filare

scrivere

impastare

appallottolare

toccare

sbriciolare

piegare

martellare

attorcigliare

tracciare

girare

spaccare

intrecciare

intonacare

modellare

mescolare

raccogliere

plasmare

lisciare

sminuzzare

tessere

premere

pigiare

incontriravvicinati

Gli incontri con uomini e donne custodi dimemoria e tradizione, di saperi antichi e maestrid’arte utili ad una modernità più sobria e sana,sono stati l’anima delle gite scolastiche.A Montetiffi di Sogliano al Rubicone, Maurizio hadato forma alle teglie per la cottura della piadina;a Toano di Reggio Emilia, Giovanni ha mostratocome si fa la calce per gli intonaci, come sirealizzano i chiodi, come si fanno i colori naturali;a Bagnacavallo di Ravenna, Maria Rosa e unesercito di nonne e nonni hanno insegnato acostruire giocattoli della tradizione, a “filare” lefoglie di canna palustre, ad intrecciarle perottenere corde, ceste, tappeti; a Cesenaall’Ecoistituto GRTA, Daniele ha illustrato lacoltivazione biologica per rispettare Madre Terra.

Maurizio ci ha fatto le teglie con l’argilla.(Xiang)

A me è rimasto in mente il momento in cui ci hafatto vedere come si possono creare le teglielavorando la terra cruda.(Emrah)

...con il dito ci ha fatto sentire il rumore delle teglie:quando il rumore della teglia era piacevole, volevadire che la teglia era cotta. Se il rumore invece nonera piacevole, Maurizio la rompeva e la mettevanegli scaffali.(Alex)

Rossella e Maurizio ci hanno insegnato delle bellecose…(Martina)

mmoonntteett ii ff ff ii

Quando abbiamo pranzato al saccoera emozionante, perché c’era unbel panorama e si vedeva anche unlago.(Andrea)

C’era anche un museo lì a Montetiffi condei quadri, e degli “omini” di argilla.(Riccardo)

La Rossella ci ha raccontato la storia di unprete famoso che faceva cose bellissimecon l’argilla. Per esempio sapeva fare lestatuine, le maschere, gli animali. Sichiamava Agostino Venanzio Reale.(Martina)

Mi ricordo........quel giorno pioveva, ma è stata

molto interessante la nostra visita a Toano, dal

Sig. Gazzotti. Lui è un bravissimo artigiano e ci

aveva fatto partecipi di molti laboratori: ci

avevano dato delle tavolette di legno su cui

disegnare con dei colori naturali, fatti da lui e

ricavati dalla terra. Ci avevano spiegato che

molti colori, come ad esempio il blu, non

esistono in natura, mentre il marrone sì. Io, su

questa tavoletta ho disegnato dei fiori.

Ci hanno dato anche dei sassi che brillavano e

colorati. Io ce li ho ancora. Con quei sassi

abbiamo fatto la calce.(Anna Chiara)

toanolaboratoriodel restauro

... All’arrivo siamo sbarcati nellapiazza del mercato di Villanovadove una signora dall’aspetto e daimodi molto decisi ci aspettava: erala nostra guida.Dopo pochi minuti abbiamo capitoche con lei non si poteva scherzare:era mora, con una voce rauca, mache arrivava comunque alle nostreorecchie.Ci siamo rifocillati poi la guida ciha interrogato sulle nostretradizioni, su quello che è tipiconella nostra città. Non sapendorispondere abbiamo fatto unafiguraccia. La guida, attraverso unfilmato, ci ha mostrato come eral’ambiente nel tempo passato;quindi ci siamo recati al piano disopra, all’ecomuseo, dove ci hamostrato i giochi di una volta. C’eradi tutto e di più: armi, giocattoli etovaglioli trasformati in pupazzi;oggetti costruiti con materialinaturali…ma, adesso parliamo dellearmi: fucili, pistole e fionde, tuttofatto a mano. I fucili erano didiversi tipi: il più interessante era

quello di bambù e sambuco, altriinvece erano di legno con molle dicopertone di bicicletta. C’eranomolte altre armi: ad esempio lefionde a forca e quelle a due dita;le più interessanti erano quelle lacui potenza di lancio era dovutaalla rotazione e alla tensione dellacorda. C’erano anche spade dicorteccia e coltelli di quercia:erano vere e proprie armi! Peròc’erano anche giochi di stoffa, datavolo, come il bikini, le mutande, itopini, le ranocchie e le tartarughe:erano giochi fatti con l’ingegno econ la creatività usando unsemplice tovagliolo.Erano giocattoli semplici e allostesso tempo divertenti. La maggiorparte dei giocattoli di una voltaerano di legno: il manubrio, itrampoli, il carretto, il monopattinoe il triciclo, giochi divertenti dausare esclusivamente all’aperto.Forse un po’ antiquati o forsetroppo semplici, ma sarannosempre alcuni dei giochi più belliche ci siano.

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Il povero paese non ci davache giochi vegetali: la minuscolafascina di sterpaglialungo la teleferica di spagoda una finestra della casa all’aia,archi e frecce di giunco e di bambùper le accese avventure nel boscodivenuto la giungla di furtivetrasognate letture.E ci dava le pale d’un mulinonella canna affidata al pelo d’acquadel ruscello in un giro vorticosoe lunghe cerbottane di sambucoe spade di duellidi incruente battaglie furibonde.

(D. Manichini)

e c o i s t i t u t o

g r t agruppo ricercatecnologie appropriate

L’ecoistituto è un posto bellissimo! Daniele ci ha fatto vedere le piante

delle ciliegie, l’ erba cipollina che serve per fare da mangiare.(Mauro)

…E poi ci ha fatto annusare le foglie profumate.(Salvatore)

C’era anche un alberobucato, perché tutte lemattine lì ci veniva unpicchio. (Chiara)

Stefano ci ha dato iquaderni di campagna edelle penne strane.(Emrah)

…sì, erano fatte con lecanne del bambù!(Irene)

Ci ha fatto vedere lostagno con le rane chestavano nella “ploccia”.(Cecilia)

aarrcchhiitteettttuurreeaallttrree

Le scuole italiane registrano da anni caratteristiche sempre piùmultietniche e multiculturali.Questo progetto è riuscito a guardare oltre le difficoltà innegabiliche questa “evoluzione” porta con sé cogliendo un aspettopeculiare di tutti i popoli: l’arte dell’abitare un territorio e dicostruire una dimora per la propria famiglia. Ci si accorge presto che popoli e culture hanno molti “saperi” incomune e tutti hanno qualcosa da insegnare.

È venuto a trovarci ascuola l’ingegnerGuido Moretti che havissuto alcuni anni inAlgeria assieme allamoglie. Ci ha parlatodei materiali naturalicon i quali si possonocostruire le case e glioggetti con quello cheti offre la natura.Abbiamo parlatosoprattuttodell’elemento terra,indispensabile percostruire i mattoni perle case.

(Anna)

Ci ha mostrato delle diapositive delle case dei Saharawi, in particolarela casa di Hatra, una donna che abita in una casa molto povera, mapiena di segreti per vivere meglio: piccole finestre posizionate in altoo rasoterra per non far entrare troppo caldo di giorno e il freddo dellanotte; colori bianchi alle pareti esterne per respingere il caldo eriflettere luce all’interno; tetti a cupola che assorbono meno raggisolari, o piatti perché ci si possa camminare sopra. (Mattia)

Per fare queste abitazioni i mattoni vengono fatti lì sul luogo, e siccome sono nel desertobisogna scavare nella sabbia e trovare la terra. Questa si impasta con l’acqua poi viene

messa negli stampi e fatta seccare al sole.(Stefano)

La cosa che mi ha colpito è che prima di costruire le case, pensano a molte strategie: comeposizionarla, come e dove mettere le porte e le finestre, come colorarle e che forma dare, tuttoin base alla natura per sfruttare al meglio quello che il luogo offre: la luce, il vento, la rugiadanotturna.(Luca)

Non sapevo chec’erano case fatte diterra.(Chiara)

Con la creta si possono faredelle case per gli uccellini eper fare il tetto Alberto usala paglia.(Benedetta)

Quando la sabbia, l’argilla o la terrasono bagnate diventano una speciedi colla e quando si seccano non sipossono più modellare, perchédiventano dure e si possonospezzare.(Alex)

un’idea,un progetto,un’operad’arte

Il simbolo scelto è quello del 'Mausoleo del deserto'.Si tratta di due semplici cerchi concentrici di pietre, che sitrovano spesso lungo i sentieri carovanieri del Sahara e chesono utilizzati per raccoglier la rugiada del mattino tramite ilnaturale fenomeno della condensa.La realizzazione presenta alla base questo disegno di pietre,e, sospese su di esse, una struttura di legno composta dadue corone circolari di terra cruda: l’interna fatta da unaparetina circolare di torchis e quella esterna è formata dadodici pannelli con intonaco a base di argilla coloratalievemente decorati.Al centro dell'opera uno degli alberi del parco la cui chiomaripara la terra dalle crepe prodotte dal sole estivo e daldilavamento delle piogge più intense.

Alberto Rabitti

Io lo so bene perché il papà mi favedere i suoi progetti. Ti fa vedereanche dentro cosa c’è, ma sedentro non vuoi farci niente alloranon ci metti dentro niente.Andiamo dentro per raccontarcidelle storie o delle barzellette.(Rosalinda)

Io un po’ di cose le so,perché la mia nonnafaceva i mattoni.(Lisa)

Con l’argilla modellata si possono fare deicastelli, con l’aiuto di stanghe di legno, e se tuhai un vaso che non ti interessa più, conl’argilla lo poi ricoprire, poi lo dipingi ediventa un capolavoro e poi puoi venderlo.(Cecilia)

Non sapevo checon l’argilla sipotevano fare letavolette.(Martina)

proviamoa fare unprogetto?

c o m es i f a unprogetto?

Io ho visto una capanna dilegno per guardare gliuccelli con il binocolo. Sista zitti e fermi, sennò lorosi possono spaventare eandare via.(Luisa)

Io a casa mia sto facendoun castello con la neve,ma la notte è piovuto e siè rotto; invece se lofacciamo con la terraquando piove diventa piùdura.(Dante)

Prima pensavo checostruire una casa fossesemplice, ma adesso soche devo guardarmiintorno e valutare imateriali disponibili(Federica)

ppooeettaarreellaa tteerrrraa

Rendersi conto di ciò che ci sta intorno, coglierne la bellezza ein questa ritrovare pensieri, esperienze trascorse e desiderio diprevederne future, nell’armonia di uno stare insiemespontaneo e giocoso che un ambiente buono e generosocome quello del cortile della scuola permette: da qui lanascita di parole sincere e luminose in semplici creazionipoetiche degli alunni delle classi quinte elementari di Rivalta.

Anna Maria Bazzani

Parlano le foglie

Grazie soleche ci spruzzi addosso l’oro della vita!Con questo raggio potente ci ricordiamo ancoradi quando eravamo appese lassù, allegre sugli alberi.Oggi c’è un triste autunno senza di te.Il grigio invade il cieloche ora quasi sempre lacrima.

Emanuele, Martina, Giovanni

Tappeto di luce

Sopra un tappetodi foglie variopinte,s’innalzano cedri,alti e seri.Penetra il fascio,di luce,fra le chiomegrandiosee tutto cambia:macchie di luce,rischiarano fogliedoratementre altre,pallide e cupe,se ne sono già andate.

FedericoMatteoAlessia

Colori d’autunno

Un raggio di solepenetra e si allarganel boschetto disempreverdi.Ora una coperta difogliedi mille coloricopre il terrenoprima scuro e triste.Con quel raggio ognicosa si rallegra:macchie d’ombra e dilucedanzano insieme.Da quel soles’intuisce il caloredell’aria.Ora il prato in silenzioattendeil gioco festoso dibimbi.

ValentinaTommaso

Margherita

Raggio solitario

Una distesa dorata,illuminata da un solo raggio,solitario, in mezzo a decine di alberi.Pallido, illumina il terreno dove felici giochiamoogni giorno.Scure ora sono le nostre giornate,perché, settimane or sono ci hai abbandonato,L’autunno purtroppo è ora arrivato,e tu,come un fuoco sotto la pioggia,te ne sei andato.Tristi, ti diciamo addio,ma felici siamo di rincontrartinel tempo dove le vacanze e l’allegriason sempre presenti.

FIlippo, Martina, Dario

Voglia d’estate

Un raggio di luce:che voglia d’estate!Richiamo per bimbiper farli giocare;illumina foglieche voglion brillaree allontanare il freddoinvernale.

Nicol, Giada,Federico, RIchard

Emozioni d’autunno

Gioiaper le foglie dorate e scaldate da un raggiodi sole.

Tristezzaper quelle sparse nell’ombra della terra.

Nostalgiaper il caldo sole estivo ormai lontano.

Silenzioper i bimbi che non sono a giocare.

Questa giornata così variopinta e serena,porta ora con sé il dolore nel mondo.

FIolla, Debora, Giulia, Sara

Raggio di luce

Raggio di luce,penetri tra gli alberi gigantiche sembrano proteggere bambini.Raggio di felicitàin un cupo giorno d’autunnoche rattrista i cuori.Risvegli le foglie sul suolo,donando accoglienza e colore.

Camilla, Matteo, Riccardo, Alessandro

Luce d’estate

Raggio di sole solitarioche illumini alcune foglie morte del nostro cortile,cosa fai ancora qui?Non dovresti essere partitocon il sole dell’estate?Invece ancora ci chiami con il tuo bagliorementre noi in classe ti guardiamo dalla finestra.Ma quando scenderemo nell’intervallogiocheremo dentro la tua luce.

Lorenzo, Mario, Martina

i protagonisti

Scuola primaria “Elsa Morante”classi 1A, 2A, 2B, 3A, 3B, 4A, 4B, 5A, 5B

Scuola primaria “Don Borghi” Rivaltaclassi 4A, 4B, 5A, 5B

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Salvatrice Matarazzo, ElenaPieracci, Ivana Vaccari, MariaRita Ruozzi, Francesca Morea,Franca Panetta, Iolanda Esposito,Enrico Pellegrini, LorettaCaminati, Angela Marino, LetiziaUgoletti, Loretta Maffoni, MariaClaudia Bugli, Elisa Valerio,Stefania Carlucci, AlbertoVellani, Donatella Scoccola,Anna Maria Bazzani, CarmenMosca, Anna Bizzarri, RenataWallì Gregori, Luciana Tosti,Marilù De Marco gl

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nti

In principio la terra era tutta sbagliata,renderla più abitabilefu una bella faticata.Per passare i fiumi

Non c’erano i ponti.Non c’erano sentieriPer salire sui monti.

Ti volevi sedere?Neanche l’ombra di un parchetto.

Cascavi dal sonno?Non esisteva il letto.

Per non pungersi i piedi,né scarpe né stivali.Se ci vedevi poco

non trovavi gli occhiali.Per fare una partita

non c’erano palloni.Mancava la pentola

e il fuoco per cucinare i maccheroni,anzi a guardar bene

mancava anche la pasta.Non c’era nulla di niente.

Zero via zero, e basta.C’erano solo gli uomini

con due braccia per lavorare,e agli errori più grossi

si poté rimediare.Da correggere però ne restarono ancora tanti:

rimboccatevi le mani,c’è lavoro per tutti quanti.

GGiiaann

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Assessore all’Ambiente Sostenibilità e Verde Pinuccia Montanari

Dirigente Politiche per la Sostenibilità Ambientale Laura Montanari

Referente di Progetto Luciana Pederzoli – C.E.A. di Reggio Emilia

Dirigenti ScolasticiGelsomina De Leo – X Circolo Didattico – REBarbara Ghiaroni – I.C. Don P. Borghi - RE

Questa pubblicazione nasce dal lavoro didattico legato al Progetto “TERRA CRUDA –dalle risorse delle tradizioni e dei luoghi alle tecnologie dell’uomo – soluzioni per unvivere sano e moderno”.Il Progetto ha vinto il Bando INFEA SCUOLE 2005 promosso dalla Regione Emilia-Romagna ed ha visto coinvolte 14 classi della Scuole Primarie “Elsa Morante” e “DonPasquino Borghi” di Reggio Emilia.

Il C.E.A. Centro Educazione Ambientale del Comune di Reggio Emilia ha sostenuto ilProgetto a livello economico, organizzativo, culturale e pedagogico coerentementecon le politiche di ricerca e sperimentazione di Buone Pratiche per la SostenibilitàAmbientale, la Cura e la Valorizzazione del Territorio, la Progettazione Partecipata.

Docenti Referenti di ProgettoMaria Claudia Bugli – Scuola Primaria “Elsa Morante” – Reggio EmiliaAnna Bazzani – I.C. “Don Pasquino Borghi” – Reggio Emilia

Responsabile di Progetto INFEA SCUOLA 2005 Gianfranco Zavalloni – I.C. Sogliano al Rubiconde (FC)

Ideatore e conduttore dei laboratoriAlberto Rabitti

Partner e sostenitori di ProgettoGRTA – Ecoistituto delle Tecnologie Appropriate – Cesena – FCC.E.A. – Centro Educazione Ambientale – Comune di Reggio EmiliaProvincia di Reggio EmiliaComune di Gualtieri – REComune di Poviglio – REComune di Reggiolo – REComune di Sant’Ilario d’Enza – RE

Collaborazioni e consulenze Laboratorio del Restauro di Giovanni Gazzotti di Toano – RECEA “Oasi ex Cave Corazza” – Poviglio – REFornace Brioni – Gonzaga – (MN)Ecomuseo delle erbe palustri – Bagnacavallo – RAMaurizio Camilletti – tegliaio di Montetiffi – FCGuido ing. Moretti Mina arch. Bardiani

Ideazione e progettazioneLuciana Pederzoli

Realizzazione graficaAzzurra Pini

CoordinamentoChiara Landini e Luciana Pederzoli

FotografieLuciana Pederzoli – Alberto Rabitti – Gianfranco ZavalloniMaria Rita Ruozzi – Guido Moretti – Maria Claudia Bugli

StampaGrafitalia

Anno 2007

Un ringraziamentoparticolare:

agli ausiliari delle scuole che hannosopportatopazientemente lapresenza della “terra”nelle classi

all’Amministrazione Provinciale di ReggioEmilia per ilcontributo alle gitescolastiche nelterritorio reggiano

"Questo progettoTerra Cruda mi haproprio colpito e dagrande mi piacerebbefare l'architetto"(Antonia)

serie ALBUM DI ESPERIENZA n. 1a cura del CEA, Centro di Educazione Ambientale del Comune di Reggio Emilia

CEA Centro Educazione AmbientaleVia Emilia San Pietro 1242100 Reggio [email protected]://www.comune.re.it/infoambiente

Ecoistituto GRTAVia Germanazzo 18947°23 [email protected]://www.tecnologieappropriate.it

Laboratorio del RestauroGiovanni Gazzotti Via Provinciale Ovest 942010 Toano (RE)[email protected]://www.fondazionegnudi.it

Ecomuseo delle Erbe PalustriMaria Rosa Bagnari48020 Villanova di Bagnacavallo (RA)[email protected]://www.racine.ra.it/erbepalustri

Maurizio CamillettiTegliaio di Montetiffi47030 Sogliano al Rubicone (FC)www.piadinaonline.com/piadinaonline/tegliaia_montetiffi.htm

Arte SellaCorso Ausugum 55-5738051 Borgo Valsugana (Tn)[email protected]://www.artesella.it/organizzazione.html

VivoVerdedi Gabriele Meneguzzi e Vincenzo [email protected]://www.vivoverde.com

Maritin StoppelFumistaLoc. Upacchi 4652031 Anghiari (AR)tel e fax 0575 7493322

CRATerre VillefontaineMaison Levrat, Parc FallavierRue de la Buthière – BP 5338092 Villefontaine Cedex [email protected]@grenoble.archi.frhttp://terre.grenoble.archi.fr/grainsdisere/

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ti

terracruda