Sportivissimo Luglio Agosto

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La rivista dello sport vicentino

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il 21 dicembre 2005 n.1124

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editoriale

Negli anni ’90, una campagna pubblicitaria per Benetton Sport System fir-mata da Oliviero Toscani fu un clamoroso insuccesso. Nel momento di maggior notorietà del duo industrial-artistico, quella pubblicità “sportiva” fu bloccata e non uscì mai sui giornali italiani. Se la si cerca oggi su In-ternet, non la si trova. Se la si cerca sulle tante pubblicazioni che studiano

quello che è stato il fenomeno di comunicazione pubblicitaria più eclatante degli anni Novanta, neppure. Scomparsa! Era scandalosa, come il bacio tra la giovane suora e il giovane prete? Era provocatoria, come i tre cuori umani identici anche se di tre uomini dal diverso colore della pelle, scura, gialla e bianca? Era di denuncia politica, come l’abbraccio tra il giovane israeliano e il giovane palestinese? Di polemica, come il giovane morente di HIV attorniato dai parenti con il volto della passione del Cristo? L’immagine era di uno scarpone da sci vicino a una siringa e la frase diceva: “sport dipendenza”. La pubblicità uscì in Germania, ma in Italia no. Evidentemente il nesso sport-siringa-dipendenza, quindi droga, era nell’Italia cattolica, nell’Italia divisa tra nord e sud, nell’Italia politicamente e socialmente indifferente più inaccettabile dell’e-spressione di sentimento tra due religiosi, dell’immagine che mostrava agli italiani razzisti come i cuori umani sono tutti oggettivamente uguali, del pacifismo duro e puro dei giovani idealisti, infine più blasfema del dire che la passione del Cristo oggi è la passione dei malati di Hiv e delle loro famiglie. Eppure quella pubblicità rivolta agli sportivi voleva esprimere un’idea semplice: dopo aver provato materiali così presta-zionali, non riuscirai più a farne senza. Tutto qua. In sostanza era la pubblicità meno scandalosa, provocatoria, irriverente di Toscani-Benetton. Ma l’aver usato la siringa fu un errore. Ci furono subito quelli che vi videro il doping. Ovvio, il doping non c’entra-va nulla, ma tanto valse a farla scartare. Invece quella pubblicità, di là da quello che voleva esprimere, diceva una cosa vera. Lo sport crea dipendenza. Più se ne fa e più se ne farebbe. Appena s’inizia, si esagera subito con le dosi. Ci sono quelli che stanno male se non fanno il loro allenamento quotidiano, e anche quando sono stanchi o non ne hanno la minima voglia, devono farlo comunque. Temono che, stando fermi qualche giorno, svanisca quello che con fatica sono riusciti a fare. E poi vogliono crescere, migliorarsi sempre, non sono mai soddisfatti. Domani si dovrà sempre essere migliori di oggi. E allora via ad accumulare ore su ore, magari trascurando il lavoro, la famiglia, perfino la cura di altri loro inte-ressi. Il rischio della dipendenza da sport è che si viva chiusi nel mondo della propria disciplina, interessandosi solo a ciò che la riguarda, diventando dei monaci sopra una bici, un paio di sci, attorno a un pallone, avulsi da tutti e da tutto. Però c’è un rischio anche peggiore: dalla dipendenza per il proprio sport si può passare all’overdose e da un momento all’altro mollare tutto e smettere per sempre. E questo è un rischio tipico del nostro modo occidentale di considerare l’impegno - non solo quello sportivo ma anche quello lavorativo - come performance, come crescita continua, mentre in culture come quella giapponese l’impegno non è volto al risultato in sé ma al mantenimento più a lungo possibile di una condizione che si ritiene ottimale. Vince, insomma, non chi continua a migliorarsi, ma chi non peggiora mai.

noi ragazzi dello zoodello sport

di Luigi Borgo

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4 sempre in Sella

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I telecronisti Rai che seguono il ci-clismo sono bra-vissimi. Vengono da una scuola il-

lustre, quella del mitico Adriano De Zan. Oggi Cassani & C. sono ca-paci di raccontarci le imprese dei campioni della bici con grande efficacia. Nel 2008, quando Emanuele Sella ha centrato due fantasti-che vittorie, anche loro, come tutti noi vicentini, si entusiasmarono del-la grinta e dell’agilità in salita del campione berico, e cominciarono a chiamarlo “el salba-neo”, che è quel folletto dei nostri boschi, capa-ce di muoversi come un lampo da essere inafferrabile. Nessuno, infatti, riusciva a pren-dere Emanuele in quel Giro del 2008. Solo i grandi campioni hanno l’onore di avere un so-prannome: Coppi, detto il campionissimo; Mer-ckx, il cannibale; Ulrich, il kaiser, Indurain, el Miguelon; Chiappucci, il diablo; Pantani, il pi-rata; Cipollini, re leone.

Averlo potuto conoscere da vicino, Emanuele, è un campione un vero e un ragazzo con la testa a posto, per nulla mon-tato, disponibile e affa-bile come me l’aveva descritto il nostro reci-proco amico, Gero, a cui devo la cortesia di aver-melo fatto incontrare.Fare di cognome“Sella” è statoun destino?Veramente un caso, ave-vo iniziato con il calcio, ero bravino, niente di che, poi mi hanno fatto provare con la bici. La passione è scattata su-bito. Ero predisposto fin da piccolo. Con il mio fisico leggero sulle salite facevo meno fatica degli altri e in pianura, come si dice, avevo motore. Che ciclista sei?Sono uno scalatore, an-che se sono considerato un ciclista completo; forse ho qualche limite nelle cronometro. Le tue misure?Peso 55 chili per un’al-tezza di 166 cm.Bisogna allenarsiin salita per andare

forte in salita?Non necessariamente. Io ho un programma di alle-namento per la salita che prevede sedute in piano.Quanti chilometrifai all’anno?35.000 in media!E da quanti annifai tutti questichilometri?Sono professionista da 8 anni. Prima da dilet-tante ne facevo un po’ di meno, circa 30 mila. Sono stato dilettante per 4 anni.Li segni,i chilometri che fai?Certo, adesso ne ho più di 25 mila.Per fare un girod’Italia, quantice ne vogliono?Circa 15 mila.Esci tutti i giorni?Se piove no, ma se pio-ve per tre giorni, al terzo esco.Cioè, quandonon piove, sempre?Sì.La tua più bella gara?Tutte quelle che ho vin-to, anche se l’emozione più grande l’ho vissuta

al mio primo giro nel 2004, quando ho fatto il passo Manghen a tutta per andare a vincere a Pampeago, dopo 50 km di fuga.Ma con tutti questichilometri, non sei mai stanco?Sono sempre stanco; una stanchezza strana, ogni giorno diversa: qualche volta solo ap-parente e, infatti, dopo i primi chilometri vado alla grande, altre vol-te una stanchezza che prende la testa e allora non vado proprio.Quest’annohai iniziato benee poi…Ho corso tanto all’inizio di stagione. Volevo fare bene: ho vinto una gara importante, la Coppi e Bartali, aggiudicandomi anche una tappa. E poi sono arrivato secondo nel giro del Trentino, dell’Appennino e della Sardegna. Alla partenza del Giro d’Italia avevo fatto già fatto 52 gare, troppe per un giro duro come quello di quest’an-no.

Emanuele Sella, il campione di ciclismo di Vicenza, cresciuto sui Berici, oggi vive ai piedi del Grappa; lo abbiamo incontrato per conoscere da vicino un fuoriclasse del ciclismo

Come ti trovinella tua squadra?Bene, l’Androni Giocat-toli non è una squadra protour, ma siamo bene organizzati. Il gruppo è affiatato e abbiamo vin-to molto, siamo in testa al campionato italiano a squadre che permette alla squadra vincitrice di iscriversi di diritto al prossimo Giro d’Italia.Quanto è difficileper un giovaneentrare nel ciclismo professionistico?Quando sono entrato io, forse, era più duro, il livello era più alto, però c’erano più soldi, più sponsor. Oggi la se-lezione viene più dalle ristrettezze economiche del mercato che dalla strada. Lo si vede per esempio dalla nazionali-tà dei campioni. Ai miei tempi il grande ciclismo parlava italiano, mentre oggi è spagnolo, france-se, americano... austra-liano. Hai 30 anni,il tuo futuro?Sempre in sella, non mi chiamo forse così?

di Luigi Borgo

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A poco più di un mese e mezzo dall’ultima gara ufficiale dispu-tata comincia il

precampionato del nuovo Vicenza calcio targato Silvio Baldini. Il tecnico toscano, succeduto sulla panchina a Rolando Maran, ha confer-mato la durata e la location previste per il ritiro estivo della squadra biancorossa a Gallio, divenuto un appunta-mento ormai classico nell’e-state Asiaghese. Il raduno della squadra è previsto per lunedì 18 luglio a Vicenza con immediato trasfeimento sull’altipiano e permanenza che si protrarrà fino alla mat-tina del 6 agosto. I giocatori e tutto lo staff tecnico e diri-genziale alloggeranno presso

l’Hotel Gaarten di Gallio. Gli allenamenti si svolgeran-no presso l’adiacente campo sportivo comunale, rimesso a nuovo per l’occasione. Il ritiro di Gallio ospiterà anche due amichevoli: la prima il pomeriggio del 24 luglio con-tro la formazione locale, la seconda domenica 31 luglio contro la GISS che schiere-rà una selezione di giocatori professionisti svincolati. Al termine di quest’ultima gara la squadra prenderà parte all’annuale raduno di auto storiche organizzato nel cen-tro di Gallio. Per i tifosi ed il pubblico sarà possibile assi-stere alle quotidiane sessioni di allenamento acquistando in loco un biglietto al prezzo di 5 euro mentre per le due gare amichevoli il prezzo d’acqui-

Per il sesto anno consecutivo il ritiro dei biancorossi si terrà nella splendida cornice

dell’altopiano di Asiago

il Vicenza a Gallio

di Fabio Landi

sto salirà a 10 euro.Per quanto riguarda gli impegni ufficiali l’esordio ufficiale è previsto per il 14 agosto, quando la squa-dra scenderà in campo nel secondo turno preliminare di Coppa Italia (in gara unica); in caso superamen-to del turno il 21 agosto sarà la volta del terzo tur-no preliminare di coppa Italia, sempre in partita secca. Poi il 27 agosto l’at-tesissimo debutto in cam-pionato. Con un mercato ancora tutto da decifrare la formazione berica si avvia a disputare la sua undice-sima stagione consecutiva nella cadetteria. Nonostan-ti i pochi innesti apportati fino a questo momento il direttore sportivo Cristalli-ni ha più volte assicurato che fino alla chiusura del mercato la società si muo-verà a caccia di potenziali occasioni, anche se proba-bilmente sarà necessario rimpolpare le casse socie-tarie con qualche cessio-ne eccellente. I tifosi si augurano che il sacrificato non sia il beniamino Elvis Abbruscato, le cui 19 reti nella passata stagione han-no avuto un ruolo cruciale per la salvezza dei bianco-rossi.L’articolo dedicato agli arbitri di Schio intitolato “una nuova casa per i fischietti scledensi” pubblicato nel numero 56 diSportivissimo è di Fabio Landi.

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the hurricanes Il football americano nel Vicentino

Che a Vicenza ci fosse una squa-dra di Football americano lo avevamo sapu-

to anche grazie a Sportivis-simo, un anno fa, ma non se n’era più sentito parlare. Abbiamo così pensato di andare ad intervistare il presidente ed il suo vice, due giovani dirigenti gio-catori: classe 1977 e 1986 rispettivamente.Ci tengono subito a chiari-re che anche se nell’imma-ginario collettivo il foot-ball americano è uno sport violento, d’impatto, duro; nella realtà non lo è. E’ uno sport eterogeneo, adatto a fisici diversi. Non ci sono preclusioni per alcuno: at-leti veloci, atleti pesanti, alti, bassi, ognuno può tro-vare il suo ruolo, importan-te essere determinati. Infat-ti chi partecipa alle fasi di attacco deve avere caratte-ristiche completamente di-verse dal team che opera in difesa. Proprio per avere la migliore squadra in campo, per ogni sequenza di gioco, e per coprire i vari ruoli e i numerosi schemi tattici predisposti, sono necessari i 60 atleti che compongono la squadra.

Come è andata la stagione?Il campionato italiano, serie B, girone nord-est a cui abbiamo partecipato si è appena concluso. Sia-mo contenti della stagione appena trascorsa. Siamo sempre stati sconfitti, ma

difendendoci e attaccando spesso alla pari. In alcu-ne partite, abbiamo anche sfiorato la vittoria. Peccato che alcuni errori si siano rivelati fatali.

Quali altre squadre ci sono a Vicenzae nel Triveneto?Gli Hurricanes sono l’uni-ca squadra di football ame-ricano in tutta la provincia. Gli atleti che la compongo-no vengono da Vicenza, e da numerose località della provincia (Arzignano, Val-dagno, Creazzo, Montec-chio, Cornedo, Bassano), ma anche da Verona e Trento. Alla squadra ap-partengono anche tre mili-tari della Caserma Ederle.Nel Triveneto ci sono nu-merose squadre: in A1 milita il Bolzano, in A2 il Venezia, Verona (due squadre), Trieste (2 squa-dre), Udine, Padova. In B, assieme a noi, milita il Ca-stelfranco.

Quante persone seguono le vostre partite?Le partite sono seguite da un numeroso pubblico, ol-tre 200 spettatori con punte di 300-350. Ad ogni partita casalinga gli spalti dello stadio del Laghetto sono sempre gremiti. Trattandosi di uno sportamericano, come sonoi rapporti con i militari della Caserma Ederle?Molto buoni. Ci sono i militari che giocano con

noi e abbiamo avuto degli incontri con i comandanti della base per concretiz-zare delle gare di allena-mento tra noi e loro e per gettare le basi su un’idea che abbiamo: un quadran-golare tra gli Hurricanes, una squadra esterna e le due squadre militari che ci sono nella base. Purtroppo questo richiede una piani-ficazione ed una agibilità delle strutture di gioco che deve ancora concretizzarsi.

Attività estiva?Nessuna, purtroppo, per la ragione sopra detta. Non siamo mai riusciti a concretizzare nessuna ini-ziativa estiva perche non vi è la disponibilità di un adeguato campo sportivo. Ad esempio, sono già due anni che dobbiamo rifiuta-re gli incontri tra la nostra squadra ed alcuni college universitari americani, in trasferta in Italia, perché non disponibile un cam-po di gioco. Ovviamente i giocatori universitari sono andati in altre città: Trieste, Roma per citarne un paio.

Se un giovane volesseavvicinarsi a questo sport cosa dovrebbe fare?Se desidera partecipare at-tivamente può mettersi in contatto con noi. Ci si alle-na 2-3 volte alla settimana, alla sera. Qualora deside-rasse leggere qualcosa sul Football americano, riviste specializzate non ce ne sono; suggeriamo “Il pro-

fessionista” di John Gri-sham, in cui i protagonisti sono i Panthers Parma che questo mese hanno vinto il Superbowl italiano per il secondo anno. Rai sport tratta di football america-no tutti i giovedì sera alle 22.00 nelle sintesi. A Vi-cenza se ne parla talvolta su TVA Sport.

Per il prossimo annoquali attività?Si ricomincerà a settembre, sempre nel campionato di B, con la stessa squadra di quest’anno. Tuttavia non sappiamo ancora dove. Finora abbiamo giocato le partite allo stadio La-ghetto, mentre per gli al-lenamenti abbiamo usato il campo S. Paolo, in via Goldoni a Vicenza.Il prossimo anno potenzie-remo anche il settore gio-vanile dai 13 ai 18 anni.

Desideri?Più che un desiderio, una necessità: avere un punto di riferimento fisso o pro-grammato, possibilmen-te comunale, in modo da poterci organizzare e non vivere alla giornata

Concludendo, gli Hurri-canes sono giovani, nati da soli due anni ed hanno tutto il tempo per cresce-re. Chiedono, tuttavia, uno spazio per poter fare sport e, data la loro peculiarità di sportivi, potrebbero essere un ponte verso l’esterno. Vicenza ne avrebbe pro-prio bisogno. Se si vuole far conoscere una città e stimolarne la vocazione turistica, le attività sporti-ve sono sempre state uno dei veicoli pubblicitari mi-gliori.

Chi sono gli HurricanesLa società nasce nell’estate del 2009 e trova con-cretezza la prima domenica di agosto 2009 con oltre 40 presenze (ed oltre 40 gradi!) in via Ca da Mosto da un’idea di Alessandro Beggio e Vincenzo Carbone, rispettivamente Presidente e Vicepresidente. Prendono vita gli HURRICANES Vicenza.In pochi mesi, 70 associati, tra giocatori e dirigenti di prima squadra, giovanile, e flag. La squadra vanta un coaching staff di qualità, composto da allenatori pre-parati, coadiuvati da ex giocatori di grande esperienza. Gli Hurricanes sono affiliati alla FIDAF (Federazione Italiana di American Football) e partecipano al Campi-onato Italiano Football a 9. Per informazioni http://www.hurricanes.it - [email protected]. oppure, direttamente al Presidente, al 339 5979596.

di Antonio Rossofoto archivio Hurricanes

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Nell’estate valda-gnese, fitta di even-ti per tutti i gusti, non potevano man-care le proposte

sportive. Ha preso il via sabato 9 luglio il corso gratuito di fitness al Parco La Favorita. Appunta-mento ogni sabato di agosto e settembre, dalle 10 alle 11.30, presso l’area fitness installata lo scorso anno, con la dott.ssa Va-leria Mecenero, personal trainer e responsabile del corso.Il 16 luglio si è tenuta la prima uscita gratuita notturna all’in-segna del nordic walking. Ad accompagnare gli interessati c’erano gli istruttori della Scuo-la Italiana Nordic Walking. Oc-casione da non perdere per avvi-cinarsi a questa speciale attività o per incrementare la propria abilità nella “camminata nordi-ca”. I bastoncini saranno forniti gratuitamente e si replicherà a fine agosto e a metà settembre.Domenica 17 luglio hanno inaugurato anche le uscite in mountain bike lungo i sentieri segnalati sul sito www.gpsval-dagno.com, a cura del gruppo escursionistico amatoriale “Or-ticamica”. Anche in questo caso le uscite saranno riproposte a metà agosto, fine agosto e metà settembre. Attenzione! L’uso del casco e di un abbigliamento adeguato è obbligatorio!«L’obiettivo di questi appunta-menti – spiega l’assessore allo sport del Comune di Valdagno, Alessandro Grainer - è quello di avvicinare più persone pos-sibili alla pratica di attività mo-torie. Se anche uno solo tra i partecipanti a queste iniziative si orienterà verso uno stile di vita più attivo e quindi sano, il nostro obiettivo sarà comunque raggiunto. Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno dato il loro prezioso contributo per la realizzazione e la buona riuscita del progetto.»Valdagno si muove 2011Il gruppo di lavoro dell’Asses-sorato allo Sport, l’Associa-zione “Valdagno Sport” e tutte le società che hanno deciso di aderire, organizzeranno duran-te l’ultimo week-end di agosto l’evento “Valdagno si muove 2011”.Non sarà la classica vetrina del-

Valdagnosi muove

le società sportive, ma un modo per le stesse di collaborare per un obiettivo comune, che vuole essere quello di avvicinare più persone possibili al mondo dello sport.Durante l’evento ci sarà spazio per esibizioni di attività non presenti o poco presenti in città, come il cricket o il mountain bo-ard. E poi spazio per attività col-lettive come pedalate, escursioni in mountain-bike, escursioni di nordic walking.In programma, domenica mat-tina, la marcia podistica non competitiva “1° Memorial Da-rio Savi”, per ricordare quello che è stato il “papà sportivo” di molti valdagnesi e che ci ha la-sciati pochi mesi fa.

Le proposte sportive per l’estate

Nei giorni di sabato e domenica inoltre, Valdagno verrà divisa in quattro zone e le squadre sportive delle stesse si affronteranno in un quadrangolare che comprenderà sport tradizionali come calcio, pallavolo e pallacanestro e giochi popolari. Ad ogni squadra verrà abbinata una organizzazione di volontariato alla quale verrà de-voluto il premio in denaro offer-to da Banca San Giorgio e Valle Agno.Infine non potrà mancare lo stand gastronomico che funzionerà du-rante tutta la manifestazione.Le colline valdagnesi a portata di GPSÈ in piena funzione il nuovo sito www.gpsvaldagno.com, il portale curato dall’Assessora-

to allo Sport e al Tempo Libero del Comune di Valdagno, grazie al contributo fondamentale di bikers e runners locali. Proprio questi hanno permesso la map-patura GPS di numerosi percorsi percorribili in mountain-bike, a piedi o a cavallo. Sul sito potrete trovare le mappe dei percorsi con profilo altimetrico allegato ed è possibile scaricare le tracce da inserire nel proprio GPS e poi... non vi resta che partire! Cinque i percorsi che potrete trovare per ora: Valli del Pasubio-Malunga; Val del Boia-Ciocchi; Val del Boia; Staro Mille-Raute-Parlati; Sette Roccoli-Faedo.Buono sport e buona estate a tutti!

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Negli ultimi dieci anni tantissi-mi settori giovanili del calcio nella provincia di Vicen-za, hanno gestito le proprie

squadre ponendosi due principali obiet-tivi: 1. il risultato che deve essere a tutti costi; 2. la ricerca nei propri vivai del “ fenomeno calcistico” del futuro. L’osti-nazione di voler primeggiare sempre e la ricerca del massimo della performance in tutte le occasioni, si sono rivelati ne-gativamente fatali. Questo atteggiamen-to ha comportato infatti un alto numero di abbandoni da parte dei giovani dello sport di squadra in particolare nei setto-ri giovanili del calcio. Questi malposti principi sportivi hanno causato negli ul-timi anni un fiasco social-sportivo! Così i tecnici per raggiungere risultati a tutti i costi hanno fatto, per esempio, giocare sempre gli stessi giocatori in quasi tutte le partite togliendo agli altri ragazzi il diritto di giocare. I giovani calciatori a parer mio devono avere la possibilità di giocare, di sentirsi partecipi e di diver-tirsi senza il timore di essere allontanati perché non bravi. Oggi si assiste ad un fatto senza precedenti cioè molte società per mancanza di giocatori, sono costrette a fondersi con altre per formare le squa-dra del proprio settore giovanile, senza contare la scomparsa, negli ultimi anni, di moltissime società. Ciò potrebbe es-sere dovuto ad “annate con poche nasci-te” o alla concorrenza di altri sport! Per-sonalmente credo che questa situazione sia riconducibile al frequente numero di abbandoni dell’attività sportiva da parte di giocatori che si ritrovano a fare i conti con l’unico obiettivo della vittoria a tutti i costi e che deve essere raggiunta con tutti i mezzi. Il giovane giocatore se non gioca e prova piacere si annoia e smette.La competizione è portata così a livel-li insopportabili e troppo esasperati. Si rischiano di trascurare nel giocatore la capacità di sopportazione e di rielabo-razione della sconfitta che viene invece vissuta come totale fallimento, dimenti-cando che il giovane calciatore ha come unico vero obiettivo il voler giocare, il voler sentirsi parte e partecipe del grup-po. In questi anni i mister hanno col-pevolmente trascurato l’insegnamento alla corretta educazione prediligendo, invece, la pura competizione. Tutto ciò ha comportato un fallimento educativo nell’avviamento dei giovani al calcio e come detto sopra l’abbandono da parte di tantissimi giovani del calcio stesso. Il voler ignorare che il calcio sia prima di tutto un gioco e per giunta divertente e coinvolgente ha fatto dimenticare che il bambino gareggia per natura e il suo fine quindi non è solo la vittoria ma il gioco stesso… “Non vengo più perché giocano sempre gli stessi!’’ frase che

ho sentito dai ragazzi troppe volte! Non posso non riconoscere che gli allenatori hanno grandi responsabilità in questo fallimento… troppi tecnici e pochi mi-ster preparati sensibili e capaci.Il calcio è una metafora della vita: si vin-ce e si perde come succede nella vita… questo è il suo insegnamento più profon-do. Non ci si deve scoraggiare o avere paura del risultato; non conta quanto si perde ma l’importante è giocare e mette-re il giovane giocatore nelle condizione di continuare a giocare.Penso che ci sia bisogno di cambiare rotta, di riscoprire il valore educativo e formativo della competizione, dello sport: una buona educazione e forma-zione al gioco di squadra fanno sì che i risultati e la competizione stessa di-ventino occasione di crescita dove lo spirito competitivo si trasforma in uno stimolo necessario e positivo ma non unico e predominante! Sono d’accordo con chi afferma: “la competizione è un impareggiabile forma di dialogo e di co-municazione con se stessi e con gli altri avversari e compagni…’’ non ho mai conosciuto un giocatore che andasse in campo per perdere!!!!!Questa educazione alla “buona e sana competizione” è responsabilità del mi-ster che ha l’importante compito di ac-compagnare la crescita del giovane gio-catore, in un clima disteso, stimolante e positivo aldilà dei risultati. Troppo spes-so ci si dimentica dell’aspetto ludico, del divertimento fine a se stesso, della socia-lizzazione che il gioco del calcio invece favorisce e porta con sé. Forse è da queste premesse che si deve ripartire per rimettere al centro il gio-catore e il suo desiderio “di giocare”. Il mister deve accompagnare il ragazzo nella crescita calcistica e umana ma con equilibrio e serenità, ricordando sempre che se lo sport è vissuto come diverti-mento e passione, si raggiunge il più alto impegno.Mi permetto un ultima considerazione, noto con tristezza che il livello di prepa-razione dei mister, si è abbassato molto di qualità negli ultimi anni… c’è poca predisposizione allo studio, all’aggior-namento, al confronto, al coraggio, alla creatività... Ci sono troppi ‘Tecnici’ su-perficiali e pochi allenatori veramente preparati! Io penso che nei settori giova-nili dobbiamo curare maggiormente la “relazione educativa” intesa come rap-porto interpersonale con i ragazzi. Tutti vogliamo che il giovane calciatore mi-gliori, cresca calcisticamente in modo appropriato e sereno, e per ottenere dei cambiamenti, dei miglioramenti, l’alle-natore deve avere nel suo metodo di la-voro INTENZIONI EDUCATCATIVE SEMPRE

Molti giovani abbandonano il calcio: troppa ricerca del risultato e poca attenzione al gioco, al divertimento, alla crescita sportiva: riflessioni appassionate di un mister educatore

nel nomedei giovanie del calcio di E. L.

di E. L.

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12valdagno

L’ Ironman è una gara lunghissima in cui ti possono succedere tante cose, ti passano per la testa mille pensieri e mille emozioni, la fatica aumenta ma scavando a fondo trovi anche le ener-

gie che pensi di non avere...questo in sintesi il mio Ironman France 2011 di domenica 26 giugno 2011 a Nizza.La partenza era alle 6.30 ed è stata subito una guer-ra! Il nuoto infatti è stato peggio di un incontro di boxe con 2600 concorrenti agitati dall’adrenalina

accumulata nei mesi e mesi di preparazione. Ho preso tantissime botte e non sono mai riuscita a prendere il mio ritmo, però sono uscita in terza posizione in poco più di 57’ che per me è un buon tempo. Sono partita in bici decisa ma i primi 100km sono stati

un calvario: avevo tanto male alla pancia e alla schie-na, in salita non riuscivo ad alzarmi sui pedali e mi

hanno superato praticamente tutte le altre Pro. Ovviamente mi sono scoraggiata e in più di

un’occasione ho pensato di mollare e fer-marmi. Però avevo promesso la medaglia ad Adriano (mio suocero!) e sapevo che sulla Promenade des Anglais dove si sarebbe svolta la corsa finale c’era tutto il mio Fan Club. E poi a casa erano tutti davanti al pc per seguire la gara dal sito ufficiale e non potevo deluderli... ho tenuto duro, pedala-ta dopo pedalata è passata anche la crisi e ho recuperato qualche posizione, merito soprattutto di una discesa a regola d’arte (l’importanza di conoscere le strade e non rischiare la vita in curva ai 60km/h) Dopo una bici eterna (5h39m) final-mente ho posato la bici in 9° posizio-ne e ho iniziato a correre la marato-na finale con la testa libera. Il gap dalla testa della gara era di 22’ ma la gara era ancora lunga. Ho pro-vato a partire forte, rischiando di scoppiare ma volevo provare ad entrare almeno nelle prime 5. Mi sono concentrata sulla mia cor-

sa senza pensare a nient’altro: “corri, bevi, mangia, bagnati, corri e soffia!”...solo questo pensavo mentre i miei ami-ci si accendevano in un tifo scatenato. Pian pianino ho

cominciato a rimonta-re posizioni. All’inizio dell’ultimo dei 4 giri ero quarta con la terza a meno di 2’ e la seconda a circa 5’. Ho continuato

a spingere cercando quelle energie che pensavo di non avere

più. Il tifo di tutti gli spettatori e dei volontari mi ha aiutato tantissimo e sono ri-uscita prendere e superare prima la francese Johanna Daumas e poi la tedesca Britta Mar-tin e mantenere questa bellissima seconda po-sizione fino al traguardo dove mi aspettava la vincitrice Silvia Felt!Il secondo posto qui a Nizza era l’unico che mi mancava dopo i due terzi posti del 2006 e del

2009 e il primo posto del 2008...non mi posso certo lamentare!

Martina di Francia

Strepitoso secondo posto di Martina Dogana nell’IRONMAN FRANCE – NIZZA; cronaca in direttadi una rimonta super

di Martina Dogana

Page 13: Sportivissimo Luglio Agosto

13recoaro

Fine di una sta-gione super per

il volley Real Recoaro che an-che quest’anno ha dimostrato il

suo valore nei vari campionati AICS, malgrado la piccola realtà

dove opera.

Terzi provincia-li nell’Under 18, Quarti provincia-li nell’Under 14, Terzi provinciali

nell’Under 13 ed assoluti pro-tagonisti in tutti i raduni del mini volley, quanto basta per affermare che questa Socie-tà è sicuramente al top dello sport recoarese. Sicuramente questi risultati non sono ca-suali, bensì frutto del lavoro

dello staff tecnico che ha avu-to il merito di saper gestire ed allenare le nostre ragazze e cogliere dei risultati impor-tanti, anche contro squadre sulla carta più quotate. Il no-stro motto è creare emozioni e sono convinto che in questa stagione sportiva ne abbiamo create parecchie. Devo ringra-ziare per l’ottimo lavoro svol-to, in primis dal responsabile e coordinatore del settore volley il sig. Davide Stocchero ed a seguire Alessandro Busellato per l’Open, Giorgio Caneva per l’Under 18, Elisa Zaupa per l’Under 14, Stefano Cana-le per l’Under 13 ed infine Jen-ny Busellato per il mini volley. La nostra voglia di migliorare non si ferma qui, visto che la società ha ben tre dei nostri allenatori che stanno frequen-tando il corso allenatori FIPAV al fine di poter migliorare il loro bagaglio tecnico, che sarà poi messo a disposizione delle varie squadre, assicurandone un salto di qualità. Ringrazio infine chi a vario titolo ha con-tribuito a questa stagione di successo. Come non ricordare l’importante lavoro svolto da-gli arbitri e segnapunti fonda-mentali per svolgere le varie partite che in questa stagione sportiva sono state moltissime.

Un ringraziamento particolare ai nostri sponsor e sostenitori che anche quest’anno con il Loro sostegno hanno permes-so di presentare le varie squa-dre, sui vari campi, in maniera ottimale da un punto di vista anche di immagine. Conclu-do la parte dedicata al volley, raccontandovi un sogno che ho fatto: Ho visto una piastra polivalente vicino all’oratorio di Recoaro Terme, con una bellissima copertura in legno, totalmente chiusa ai lati, illu-minata a giorno, riscaldata, con una splendida pavimen-tazione di lucido parquet e le mie ragazze che volteggiavano felici sotto una bellissima rete nuova, incitate dal pubblico seduto comodamente in tribu-na……poi mi sono svegliato. Questo sogno l’ho raccontato al nostro Assessore allo Sport, a buon intenditor…. Mi ha risposto che a volte i sogni si avverano, speriamo!! perché le nostre ragazze hanno dimo-strato di meritarselo. Ma come sapete il Real Recoaro non è solo Volley: abbiamo con noi un folto gruppo di marciatori coordinati dal responsabile del settore marce Antonio Lovato che si sta adoperando per la realizzazione della V edizio-ne della marcia “ Le Contrà

De Recoaro Terme “ pro-grammata per il 14 AGOSTO 2011, marcia che richiede un grosso sforzo organizzativo, viste le 2000 presenze dello scorso anno e le previsioni per quest’anno, ma conoscendo la forza e la grande voglia di appartenenza al Real Recoaro da parte dei nostri marciatori, non ho dubbi che anche questa edizione sarà un successo. Si prevede, tempo permettendo, la presenza di circa 3000 per-sone, che dopo la chiamata di marzo risulta essere la manife-stazione più importante della nostra cittadina. Ringrazio An-tonio Lovato e suoi collabora-tori per quanto stanno facendo per la riuscita della manifesta-zione.. Volley, marcia ed altre attività connesse, mi portano a pensare senza paura di smen-tite, che il Real Recoaro ha assunto in questa ultimi anni, un’importanza fondamenta-le per la nostra cittadina. Un cordiale saluto a tutti i nostri simpatizzanti e sostenitori ed un ringraziamento all’Ammi-nistrazione Comunale per il riconoscimento dato, per me-riti sportivi, alla nostra Asso-ciazione nel mese di giugno ed al Patrocinio per la nostra marcia.

...tu chiamale, se vuoi, emozionidi Francesco Preto

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14

fotosubacquee

in quota

di Antonio Rosso

foto subacqueedi Stefano Scortegagna

Page 15: Sportivissimo Luglio Agosto

15asiagoCi voleva una

mostra fotogra-fica realizzata da un gruppo di Asiago per

rivedere, in una esposizione pubblica, fotografie subac-quee realizzate da subac-quei vicentini.Invitato il 1° luglio dai pro-motori, all’inaugurazione della prima mostra foto-grafica del Club Fotogra-fico Altopiano 7 Comuni dal titolo “Emozioni dietro l’obiettivo: i fotografi rac-contano la magia dietro uno scatto”, con piacevole sorpresa ho notato a destra dell’ingresso un pannello con otto scatti subacquei.Le foto erano tutte opere di uno stesso autore, una vec-chia conoscenza di Sporti-vissimo: Stefano Scortega-gna, istruttore subacqueo, che da numerosi anni si è dedicato a questa specializ-zazione, ora anch’egli socio del club.La mostra è stata allestita presso la sede della Comu-nità Montana, ad Asiago ed è stata costruita per rea-lizzare un percorso dentro la fotografia illustrandone le potenzialità. Fotografia, quindi, non solo come do-cumento, ma come arte e strumento espressivo che, attraverso tecniche e stili diversi, raccontasse le emo-zioni di un unico istante.Il percorso, così sviluppa-tosi, ha spaziato dalla fo-tografia naturalistica alle immagini sportive, dalla fotografia subacquea ai ri-tratti, passando attraverso visioni oniriche, paesaggi e macro-fotografie. Stefano Scortegagna ha re-alizzato le immagini subac-quee con una apparecchia-tura digitale, Canon G11, scafandrata, attrezzata con un grandangolo ed una cop-pia di flash.Ci racconta che, per le ri-prese a distanza ravvicinata, è stato importante averla equipaggiata con flash dai bracci più lunghi del nor-male in modo da poter avere la luce in posizione ottimale sia per poter usare diafram-mi chiusi per la massima profondità di campo sia per dare al soggetto la giusta dose di contrasto esponendo in parziale controluce.Le foto, esposte in un solo pannello e raggruppate tra loro, hanno interessato molti visitatori che si sono soffermati ad esaminarle da vicino. Tutte le foto sono state scattate a distanza rav-vicinata, nelle Filippine, e hanno presentato come sog-getti crostacei e pesci. La

Stefano Scortegagna firma un’importante mostra di fotografia subacquea a Asiago

di Antonio Rosso

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scelta è stata soggettiva, senza alcun tema da svolgere. Tre foto raffiguravano gamberetti Periclimenes e Bubble Coral Shrimp, comuni nelle acque dell’indo-pacifico. Uno scatto aveva come soggetto un cro-staceo della specie Odonto-dactilus scyllarus, la versione tropicale della nostra “cano-cia”, che vive nelle scogliere coralline.Non potevano mancare i cro-stacei nudibranchi: è stata esposta una foto del Chromo-doris Kune’s che vive nell’o-ceano Indo-pacifico mentre ha

completato la serie dei crosta-cei il granchio Quadrella ma-culosa dell’Oceano Indiano. La serie delle otto foto è sta-ta chiusa da due istantanee di pesci tropicali, l’Amphiprion perideraion ed il Synchiropus splendidus diffusi nelle lagune e barriere coralline del Pacifi-co orientale, forse più cono-sciuti come pesce pagliaccio rosa, il primo e come pesce mandarino, il secondo.Abbandonato per un istante Stefano, abbiamo cercato il presidente di questo club nato da neppure un anno, ma che

conta circa quaranta soci per conoscere le prossime attività. Roberto Rossi, davanti all’ot-timo buffet, ha confermato che quest’estate hanno già in cantiere una mostra dal 22 lu-glio al 5 agosto presso la Sala Consiliare del Comune di Ro-ana ed una serata interamente dedicata alle immagini più belle dell’Altopiano, il 31 lu-glio, nella sala Grillo Parlante, ad Asiago.Nel futuro dell’Associazione, ha proseguito Roberta Straz-zabosco, vi sono, inoltre, progetti di diversa natura che

Stefano Scortegagna

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17schio

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spaziano dall´organizzazione di corsi di fotografia e post-produzione agli incontri con fotografi professionisti, dall´organizzazione di concor-si e mostre ad eventuali inizia-tive o collaborazioni editoria-li. Il tempo di scambiare altre due parole, di augurarci che la foto subacquea non venga di-menticata, poi tutti di corsa a farsi fare la foto di gruppo.Per informazioni:www.clubfotograficoaltopia-no.it

Per il secondo anno consecutivo la scledense Eleonora Moro in coppia con il bolognese Alessandro Amadesi è salita sul gradino più alto del podio conquistando la medaglia d’ oro nella specialità. L’ avvicinamento a questo importante avvenimento non è stato privo di difficoltà per entrambi gli atleti a causa di qualche infortunio e di piccoli problemi di salute che alternativamente hanno creato non poche difficoltà per i loro allenamenti. Ma

una volta superato tutto hanno saputo con impegno e costanza portare a termine il loro programma di allenamento. Forse determinante per l’ ottimo risultato è stato il cambio della musica e della coreografia del Programma Lungo (una musica molto coinvolgente tratta dalla colonna sonora del film Tron Legacy) . Il banco di prova ( in tutti i sensi ) è stato il campionato italiano UISP svoltosi a Bologna quindici giorni prima del campionato italiano FIHP; primo impatto con il pubblico e soprattutto con i giudici, risultato: buona impressione sia per difficoltà che per coreografia . Hanno conquistato anche quest’anno il titolo italiano UISP. Questo risultato ha dato loro la carica giusta per la successiva gara FIHP. La gara non è stata priva di emozioni: secondi dopo lo Short Progam (anche quest’ anno la coppia Luca Lucaroni Giulia Pascolini ha dato del filo da torcere ) hanno però saputo eseguire il Programma Lungo con eleganza e velocità e proporre delle difficoltà sia singole che di coppia ad alto livello. Risultato finale: Eleonora Moro, Alessandro Amadesi Campioni Italiani!Eleonora ha ben saputo figurare anche nella specialità di singolo: quarto posto in combinata e nono posto in libero. Alessandro è anche quest’ anno campione italiano di singolo. Un sentito ringraziamento va agli allenatori di singolo: Michela Castellan, Michele Terruzzi. All’ Allenatrice di coppia Maria Rita Zenobi. Ai Coreografi: Gabriele Quirini e Boris Mazziero (coreografie dello short e long program di coppia) per-ché senza di loro questo risultato non si sarebbe potuto raggiungere. In bocca al lupo per i loro prossimi impegni: Campionati Europei che si svolgeranno a Friburgo la prima settimana di settembre.

Dal 02 al 06 luglio 2011 presso il Palaevangelistidi Perugia si sono svolti i Campionati Italiani AssolutiFIHP pattinaggio a rotelle per la specialità di CoppieArtistico e specialità di Singolo per la categoria Jeunesse:la sclendese Eleonora Mora in coppia con il bolognese Alessandro Amadesi vincono la medaglia d’oro del titolo italiano.

Eleonora d’oro

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È un argomento attualissimo la sicurezza nel mondo del ciclismo

e il tema, dopo quanto successo a Wouter Wey-landts all’inizio del Giro d’Italia 2011, è diventato uno degli argomenti più approfonditi tra gli ap-passionati delle due ruo-te. Già, finalmente se ne parla anche se il più delle volte la parola, a parte qualche caso sporadico (ne citiamo qualcuno tan-to per far onore a chi alla sicurezza tiene oltremo-do: Martina Dogana, Sara Fortuna, Renato Larentis, Egiziano Villani, Stefano Tronca che in vari modi hanno dimostrato la loro vicinanza a ciclismosi-curo.it), non è seguita da reali impegni concreti che dimostrino la voglia di cambiare le cose. Mi spiego meglio: rispetto al volume degli appas-sionati di ciclismo, avere poco più di 500 iscritti sul sito ciclismosicuro.it de-dicato a Thomas, Nicola e Tommaso, sono poca cosa rispetto al potenzia-le movimento delle due ruote e ancora meno se lo scopo del sito è informare gli utenti della strada su quanto prevede l’articolo n.9 del codice della stra-da. Si va comunque avan-ti nel progetto e questa è una riflessione che faccio a titolo personale dopo l’impegno intrapreso dal 30 dicembre 2010 e cioè parlare di sicurezza al mondo del ciclismo e non solo. Anche nei quattro giorni in cui ho assistito alle tappe del Giro 2011,

ho cercato di veicolare il messaggio sulla sicurezza e il mio impegno e quello di Stefano Retis, è stato premiato da Alessandra De Stefano che nel pro-cesso alla tappa della Rai, in occasione della cro-no Belluno-Nevegal, ha presentato l’iniziativa di ciclismosicuro.it invitan-do il pubblico della Rai a sostenere l’iniziativa sor-ta dopo la morte in gara di Thomas Casarotto. In un Giro d’Italia domina-to da Contador e che nel finale ha cancellato anche il Crostis nella tappa dello Zoncolan deludendo gli appassionanti del Friuli, e che ha visto l’abban-dono annunciato dei ve-locisti, nonostante tutto, il tema della sicurezza è stato uno degli argomenti più postivi dell’edizione del centocinquantesimo dell’Unità d’Italia e a tal proposito sono stati molti i personaggi che si sono prestati e che al micro-fono di ciclismosicuro.it hanno riservato le loro attenzioni sul tema. Del-le tante testimonianza ve ne presentiamo qualcuna iniziando da quella del Direttore del Giro Angelo Zomegnan , passando per Beppe Conti, lo sciatore Christof Innerhofer, Auro Bulbarelli, Marino Bar-toletti e concludendo con Gianni Motta.Angelo Zomegnan. “La nostra attenzione per la sicurezza degli atleti è costante e non soltanto sporadicamente sia per le strutture, sia per le strade, sia per i suggerimenti da dare ma la sicurezza è fi-glia anche della “cultura”

dei Team manager, dei di-rettori sportivi e della sco-larizzazione dei ragazzini in giovane et;à senza tutti questi elementi messi in fila non si potrà mai avere una gara sicura”. – E nella categorie giovanili e infe-riori? “E’ li dove bisogna lavorare perché voglio dire il professionista è professionista e noi rite-niamo di essere profes-sionisti del nostro lavoro e quindi nell’affrontare e cercare di risolvere i pro-blemi della sicurezza ma è la scolarizzazione dei ragazzini piccoli e degli organizzatori delle corse piccole che sono impor-tanti”. – Ora bisogna fare un ulteriore passo modi-ficando il Codice della Strada…. “Ma no! Basta il buon senso, non c’è bisogno, il Codice della strada c’è si di che biso-gna viaggiare a destra e viaggiano tutti a sinistra, si dice che i freni sono obbligatori e le città sono piene di biciclette senza freni, si dice che bisogna mettere il giubbetto cata-rifrangente, il casco non ce l’ha nessuno… è una questione di educazio-ne non di Codice Civile, non c’è scritto da nessuna

parte che non bisogna an-dare a rubare, non si deve rubare. Punto!” - Forse però bisogna divulgare ciò che prevede l’articolo 9. “Le corse bisogna farle in sicurezza, le corse del-la categorie minori devo-no essere fatte nei circuiti chiusi al traffico. Punto”.“Speriamo che serva molto per tutti quelli che vanno in bicicletta – esor-disce Beppe Conti opi-nionista del Processo alla Tappa di Alessandra de Stefano – che si ricordi-no che ci vuole il casco, che ci vuole attenzione e come ha detto anche Eddy Merckx in una di queste trasmissioni, biso-gna anche saper frenare quando è il caso, i corri-dori devono anche loro non prendere rischi ecces-sivi, io ho visto dei giova-ni che rischiano troppo e quindi anche di questo bisogna tenerne conto, devono essere loro, poi ci devono essere tutte le misure di sicurezza degli automobilisti, di tutti e bi-sogna rispettare i ciclisti però anche i ciclisti alla loro volta devono andare più cauti”. – Le buone no-tizie non fanno mai testo, fa testo che nei 5 giorni di coma di Thomas l’o-

pinione pubblica ne parli, poi il fatto di Lamezia in cui sono stati falciati ben otto corridori insieme, adesso c’è una buona no-tizia, con ciclismosicuro.it e con altre iniziative si riesce ad entrare nel me-rito, manca anche una co-noscenza dell’articolo n.9 per i neo patentati, finora non si fa nulla per infor-mare i giovani sul tema, a loro che in futuro saranno automobilisti. “Sarebbe molto importante questo, molto importante pro-prio per i neo patentati che sono loro i primi che devono rendersi conto e io spero che tutto quello che sta accadendo, faccia riflettere gli automobilisti e faccia riflettere tutti: un momento di riflessione è sufficiente e quando si vedono i ciclisti bisogna fare molta, molta atten-zione”. - La stampa rico-pre un ruolo importante e anche di Beppe Conti il sito ciclismosicuro.it ha bisogno. “Ma io sono ben lieto di fare qualcosa perché anch’io ho corso in bicicletta e ha corso anche mio figlio, vado in bicicletta quando posso e mi sento più che mai parte in causa e da parte mia c’è tutta la buona volontà per fare qualcosa di bello”.

Dopo la fatale caduta di

Wouter Weylandts, il tema della

sicurezza è stato l’argomento

più importante del Giro d’Italia edizione 2011

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19schio

un giro in sicurezza-La sicurezza anche nello sci è fondamentale per garantire il grande spet-tacolo del Circo Bianco. “La sicurezza è sempre molto fondamentale - af-ferma Christof Innerho-fer Campione del Mondo di Super G; Medaglia d’argento Supercombina-ta; Medaglia di Bronzo discesa libera - purtroppo ogni tanto è così che deve succedere qualcosa per migliorare sulla sicurez-za, certamente può suc-cedere sempre qualcosa e sicuramente c’è bisogno di fortuna come sem-pre nella vita però ogni tanto ci sono delle cose che si possono miglio-rare prima che succeda, da noi prima delle gare facciamo la ricognizione del percorso e vediamo se c’è qualche situazione particolare di pericolo poi anche il grande capo del-la Coppa del Mondo ha qualche orecchio aperto. Se veramente c’è qualco-sa che non ci piace poi si discute e si cerca di risol-vere questo problema”. – Hai fatto lo sci perché è troppo duro andare in

bici soprattutto in salita? “Certamente io non sono un ciclista e quindi per me le salite sono faticose però anche noi sciatori dobbiamo allenarci tanti, ci alleniamo 5 ore al gior-no e sicuramente la nostra fatica è diversa ma ne fac-ciamo tanta anche noi”.La sicurezza è impor-tante su tutti i fronti non ultimo per l’attività mi-nore e giovanile, la Rai ha iniziato a parlarne ma non bisogna fermarsi ai 25 giorni del Giro. “Con-divido senz’altro questo pensiero– sostiene Auro Bulbarelli - e amplierei il discorso alla sicurezza sulle strade per la gen-te che va in bicicletta e non solo che corre in bicicletta. Noi come Rai in questo Giro d’Italia abbiamo promosso una campagna relativa alla sicurezza a pedali in cui hanno aderito tutti i più forti corridori del Mondo, sono delle norme, degli accorgimenti che sia gli automobilisti che i cicli-sti devono seguire e qui ripeto lo slogan: andare in bicicletta è bellissimo ma va fatto in sicurezza”. - Noi di ciclismosicuro.

it sosteniamo che siano i grandi personaggi che ci possono veicolare alla grande platea la richiesta di sicurezza che fanno tutti dai cicloamatori alle squadre che svolgono attività giovanile; ci può aiutare in questo? “Io per quel che posso vi aiuto senz’altro, l’unico ap-pello che mi sento di di-vulgare personalmente è quello che ci vuole rispet-to nei ciclisti sia corridori che normale appassionati ma ci vuole rispetto anche nei confronti degli auto-mobilisti perché spesso s’incontrano sulla strada gruppi di ciclisti che oc-cupano buona parte della carreggiata e giustamente gli automobilisti si ar-rabbiano quindi ci vuole conoscenza delle regole e rispetto reciproco”. Marino Bartoletti è in Rai uno dei personaggi più sensibili anche rispetto al tema della sicurezza. “Io mi rivolgo da ciclo-amatore ai cicloamatori, ogni tanto ci lamentiamo perché gli altri non ci portano rispetto però dob-biamo essere i primi noi a meritare questo rispetto e a portare rispetto agli altri, lo so che è molto

bello fare questi gruppi fra 40-50 amici affiancati fra di loro, ricordiamoci che sulla strada c’è un Codice stradale da rispet-tare che va oltre ai nostri entusiasmi, se ci compor-tiamo bene abbiamo il diritto che anche gli altri si comportino bene con noi. Il diritto!”. – Dopo il fatto di Thomas Casa-rotto e quanto successo a Lamezia, il tema della sicurezza deve essere primaria. “Si la sicurez-za deve essere primaria come dimostra questo Giro sfortunatissimo per quanto riguarda la sicu-rezza perché quello che è accaduto nell’unico gior-no in cui la sicurezza era fuori discussione; quando si è fatto veramente qual-cosa per la sicurezza tipo il Crostis poi non si è vo-luto gareggiare, insomma sono tante contraddizioni però la sicurezza deve es-sere la precondizione fon-damentale perché questo sport abbia la sua finali-tà”. – Qual è il suo mes-saggio? “Il messaggio è: si va in bicicletta per di-vertirsi ragazzi, le corse le facciamo fare agli altri!”. “Guarda che comun-que quando si è in gara i corridori sono sempre al

limite – afferma Gianni Motta che il Giro lo ha vinto nel 1966 - ci sono sempre state le cadute, io non riesco a capire come mai ci sono così pochi casi mortali per il rischio che corriamo noi ma non solo quando si corre ma anche quando siamo in allenamento perché è ba-stata una svista che entri in una buca e ti salta via il manubrio e quando si cade non si sa mai dove si va a sbattere e purtroppo qualcuno ci rimane den-tro ma guarda che que-sto lo dico pensando che prima o poi può darsi, mi auguro di no, che succe-da anche a me”. – La Rai ha iniziato con gli spot ed è importante continuare. “Prima di tutto bisogna stare attenti quando si va in bicicletta di non infa-stidire troppo gli automo-bilisti ma comunque certi automobilisti dovrebbero avere un po’ più di rispet-to per noi perché bene o male siamo gente che è in cerca di salute e vorrei che chi fa sport e non solo il ciclista, dovrebbe es-sere un po’ più rispettato perché chi fa sport prima di tutto è una brava perso-na”. – In Italia su questi argomenti manca il “buon senso”. “Sicuro, io che giro abbastanza con dei gruppi in bicicletta, vai in certi paesi che man-co suonano per passarti e neanche ti fanno degli scherzi, noi purtroppo in Italia troviamo degli au-tisti e dei camionisti che hanno fretta di lavorare che ti stringono dentro per dirti che gli fai fasti-dio quindi a volte non ti toccano e ti va bene ma qualche volta ti toccano e ti tirano sotto e non è che ci sia troppa cultura rispetto a noi ciclisti”. La sicurezza nonostante tutto e grazie anche agli spot della Rai ha final-mente avuto il suo mo-mento importante; ora bisogna continuare su questo filone e non sen-tirsi appagati per quanto fatto finora.

di Enzo Casarotto

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20ironman

CRONACA DI VALDAGNOschio

Non è bastato per tutti, ma proprio per tutti i nuota-tori scledensi,

migliorare il proprio per-sonale, non è bastato ot-tenere un oro con Matteo Greselin nei 100 m stile libero (52”15), non sono bastati un argento, quel-lo di Filippo Gasparin nei 400 m misti (4’47”18) ed i quat-tro bronzi di Marta Fontana nei 100 m rana (1’16”24), ancora di Ga-sparin nei 1500 m stile li-bero (16’57”19), di Nicola Retis nei 100 m delfino (57”22) e della Staffet-ta 4 x 100 m stile libero maschile con Nicola Re-tis, Denis Savio, Jacopo Sambo e Matteo Greselin (3’36”54) per andare oltre il 5° posto nella finale 2011 del Campionato Nazionale di serie “C” vinta dalla Ve-neto Banca Montebelluna che ha preceduto Nottoli Nuoto e Centro Nuoto To-rino.Non demerito ma la con-sapevolezza di avere dato il massimo ed il giusto

riconoscimento alla forza espressa dagli avversari sabato 11 giugno a Monte-belluna (TV), palcoscenico di questo importante even-to nazionale.Uno dei 3 concentramenti, gli altri sono stati Roma e Pesaro, dove si sono confrontate le 24 squa-dre partecipanti e dove il 1° di ogni girone passerà alla serie B, il 2° ed il 3° rimar-ranno di diritto in serie C anche per la pros-sima stagione, mentre le altre 15 squadre do-vranno rimettersi in gioco con il migliaio di squadre italiane associate alla FIN per rien-trare nelle “Top 40” iscritte nelle serie A, B e C.Un ritorno, dopo l’assen-za della scorsa edizione, a questa importante mani-festazione na-zionale che ne vedeva la costante pre-senza dall’edizione 2006 e che ha visto Famila Schio Nuoto come unica squadra vicentina qualificata nella fase eliminatoria. Siamo orgogliosi che una piccola realtà come Famila Schio Nuoto sia riuscita a

confermasi tra società rap-presentative di città molto più grandi e quindi con un bacino di atleti da cui at-tingere molto più am-pio del nostro o tra quelle, ormai molto diffuse, nate come frutto di fusione di vari impianti, ma senza una precisa identità territoriale, con squadre ottenute sele-zionando i migliori atleti dalle diverse piscine asso-ciate, sì, siamo proprio or-gogliosi della nostra storia e del nostro percorso.Girone di ferro quello toc-cato agli scledensi dove grossi gruppi, che vantano presenze na-zionali come il Centro Nuoto Torino con Loris Facci, il Nottoli Nuoto, per non parlare del-la squadra ospite il Veneto Banca Montebelluna con Federico Colbertaldo, già in partenza avevano tutte le carte in regola per ipoteca-re i primi 3 posti.Sulla carta Famila Schio Nuoto, Team Insubrika, Gorizia Mediacom Nuoto e Leosport (1ª squadra ri-serva recuperata per defe-zione di una squadra clas-

sificata) rimanevano poche possibilità di scalzare le avversarie dalle prime po-sizioni. Forfait per l’8 squadra qualificata, il President Bo-logna, che ha disertato la manifestazione.Come detto l’impegno profuso dalla selezione scledense formata da 15 elementi messi in acqua dal responsabile tecnico Manuel Borga e dall’alle-natore in seconda Lorenzo Dec-chino, composta da Alessandra Abbenite, dal-le sorelle Anna, Giulia e Marta Fontana, da Michela Pietribiasi, Giulia Tomiello e Chiara Retis per le fem-mine e da Filippo Gaspa-rin, Matteo Greselin, Gio-vanni Mioni, Nicola Retis, Denis Savio, Jacopo Sam-bo, Marco Alberto Sartori e da Matteo Zampese per i maschi, è stato grande e questo attenua l’amarezza del risultato finale.Il meglio che il nuoto scle-dense potesse esprimere sulle 4 specialità e staffet-te con l’inseri-mento della matricola Anna Fontana,

di più non si poteva fare

per la prima volta impe-gnata in una competizione nazionale. Nelle 4 stagioni che hanno visto la presenza di Famila Schio Nuoto in serie C dal 2006, eccetto il 3° posto ottenuto a Pesaro nel 2007 e che l’ha riconfermata per la Stagione 2008, la socie-tà scledense è giunta 4ª a Trieste nel 2006 e 6ª nella finale di Schio del 2009 dovendo quindi rimettersi in gioco sempre con suc-cesso e quindi i nuotatori giallorossi non si spaventa-no e sono pronti a fare una grande “Coppa Brema” il prossimo dicembre.

Le comunque lusinghiere prestazioni segnate a Mon-tebelluna fanno ben spera-re nel proseguo stagionale in vista poi degli importan-ti appuntamenti regionali e nazionali di luglio ed agosto quali i Campionati Regionali di Categoria ed Assoluti ed i Campionati Italiani Assoluti e di Cate-goria.

Il Famila Nuoto Schio dà una grande prova di sé contro i colossi del nuoto nazionale di Franco Decchino

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21di più non si poteva fare

Il Famila Nuoto Schio dà una grande prova di sé contro i colossi del nuoto nazionale

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il solo impiego delle capacità del proprio corpo e senza utiliz-zare nella progressione mezzi artificiali. Clessidre e spuntoni di roccia, sassi incastrati, chiodi normali, nut e friend, nell’ar-rampicata libera vengono in-

fatti impiegati al solo scopo di garantire la sicurezza della cor-data. Fra la fine degli anni ’70 e gli inizi degli anni ’80, al fine del superamento di difficoltà arrampicatorie sempre mag-giori, dall’arrampicata libera è nata l’arrampicata sportiva, ovvero la salita di una parete o di un breve tratto di parete, in completa arrampicata libera, ma con l’impiego di protezioni fisse sicure, inamovibili, mu-tuate dall’edilizia e solitamen-

te infisse calandosi dall’alto. Inizialmente vennero utilizzati chiodi ad espansione (spit) e successivamente protezioni an-cor più affidabili come tasselli ad autoespansione e tasselli resinati. L’arrampicata sporti-va, sviluppatasi inizialmente soprattutto in particolare sulle falesia francesi, con l’avvento delle gare di arrrampicata (all’i-nizio su roccia ed in seguito su pareti artificiali di resina sinte-tica con prese di varie forme), con gli anni ’90 è divenuta a

tutti gli effetti una disciplina sportiva, con le proprie regole “sportive”, modalità di salita e tecniche di preparazione fisica e mentale al fine del raggiun-gimento di una prestazione. All’arrampicata sportiva si è subito affiancato il bouldering, ovvero l’arrampicata sui massi, una disciplina conosciuta già ai primi anni del ’900, che ha tro-vato in Francia, a Fontaineble-au, la propria culla. La Francia è stata la “culla” dell’arrampi-cata sportiva e le autorità pre-

Page 23: Sportivissimo Luglio Agosto

23schio

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quelli de “El Maneton”

poste allo sport e all’educazio-ne ne hanno compreso sin da subito l’enorme importanza formativa per i ragazzi (questa disciplina sportiva favorisce il potenziamento di schemi moto-ri di base, stimola positivamen-te la componente cognitiva, fa-vorisce il controllo e la gestione delle emozioni e l’assunzione di responsabilità verso se stessi e gli altri) e per questo è stata sostenuta e praticata. Anche in Gran Bretagna, l’arrampicata aveva trovato da lungo tempo una propria collocazione con

una pratica abbastanza diffusa e schiere di appassionati sulle falesie, alcune salite con soli mezzi classici, altre con le pri-me protezioni fisse e inamovibi-li. Negli altri paesi della cerchia alpina (Svizzera, Germania, Austria, Italia), maggiormente inclini all’alpinismo, l’arrampi-cata sportiva è stata per un certo periodo mischiata e un po’ con-fusa con l’arrampicata libera, ma già a metà degli anni ’80 aveva trovato una propria di-mensione e dignità, al punto da divenire uno sport molto prati-cato dalle giovani generazio-

ni. Tuttavia, la realtà italiana, un po’ chiusa e per certi versi troppo condizionata dall’errata convinzione che l’arrampica-ta fosse una sorta di alpinismo “in versione minimalista”, ha faticato un po’ a comprenderne l’essenza “sportiva” e i princì-pi su cui essa si basa, ovvero quello di sport e di “prestazione sportiva”. Ma alla fine, seppur con qualche ritardo, anche in Italia l’arrampicata sportiva e il bouldering hanno mietuto con il tempo grandi consensi non solo tra i giovani, ma anche tra qualche “vecchio” alpinista. A

questo hanno contribuito an-che i successi sportivi in cam-po nazionale ed internazionale degli atleti della nazionale, fra i quali Dino Lagni, campione del mondo a Birmingham nel 1999 e campione italiano 2001, Lisa Benetti, campionessa italiana nel 2001, Davide Zavagnin, at-leta azzurro, con ottimi risultati nelle competizioni nazionali e tra i primi al mondo ad aver sa-lito un 8b a vista. Attualmente, arrampicata sportiva su parete artificiale e su pannello boulder rappresentano una bellissima realtà del panorama verticale mondiale e il CIO (Comitato

di Augusto Angriman e Davide Zavagnin

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24

sponibilità di Dino e Lisa a dedicarsi all’insegnamen-to dell’arrampicata ai più giovani (e non solo) e, con la realizzazione nel 2008 assieme a Davide della Palestra boulder di arram-picata “Monkey Island”, questo progetto sembra aver trovato la propria giusta dimensione e col-locazione. I risultati non si sono fatti attendere, tant’è che nel 2010 l’associazio-ne ha avuto 20 iscritti nel gruppo “Giovani”, di cui 12 ragazzi under 12 (cioè con meno di 12 anni). Lisa e Dino, Istruttori Federali, hanno gestito 8 corsi base di arrampicata per bam-bini e ragazzi, che hanno poi partecipato ad attività agonistiche Regionali e Nazionali di arrampicata sportiva in tutte le catego-rie. In particolare, nell’an-no 2010, con i propri ra-gazzi “El Maneton” è stato presente a tutte le 4 tappe del Trofeo Regione Veneto giovanile under 12 con 11 atleti e a tutte le 5 tappe del Trofeo Regione Vene-to giovanile under 20 con

7 atleti, ottenendo risultati di tutto rilievo: primo po-sto al Trofeo Regione Ve-neto giovanile per Davide Leonardi nella categoria under 8 e primo anche per il fratello, l’under 10 Ales-sandro, secondo posto per l’under 12 per Matteo Dal Maso e primo per l’under 20 Rocco Micheletto nello stesso trofeo. Non sono poi mancati i successi in cam-po nazionale, con il secon-do posto al Campionato Italiano giovanile under 10 di Alessandro Leonardi nella specialità LEAD (dif-ficoltà con corda) e il quar-to posto nella specialità boulder. L’atleta Francesco Sartore è sempre salito sul podio, anche se per un sof-fio, è rimasto escluso dal Campionato italiano e così è accaduto per la bravissi-ma Lisa Montanaro, prima delle escluse per i play off. Luca Marzari, salito recen-temente alla ribalta delle cronache dell’arrampicata con la salita di due impe-gnativi “8a” a Lumignano Classica (Passo Falso e El Somaro) è giunto terzo ai

l’associazione “I Sogati” di Valdagno. “El Maneton” ha partecipato con ben 19 atleti a tutte le 6 tappe del Trofeo Regione Veneto giovanile under 12 e con 8 atleti a tutte le 4 tappe del Trofeo Regione Veneto giovanile under 20. I risul-tati hanno confermato la bontà dell’impianto didat-tico messo in atto dall’as-sociazione, con il primo posto al Trofeo Regione Veneto giovanile under 8 di Irene Lagni, il primo posto al Trofeo Regione Veneto giovanile under 10 di Davide Leonardi, il pri-mo posto al Trofeo Regio-ne Veneto giovanile under 12 di Alessandro Leonardi, il primo posto al Trofeo Regione Veneto giovanile under 14 di Giorgio Ben-dazzoli e il primo posto al Trofeo Regione Veneto giovanile under 16 di Ca-milla Bendazzoli, il secon-do posto specialità boulder e il terzo posto nella spe-cialità difficoltà al cam-pionato Italiano giovanile per Giorgio Bendazzoli, la partecipazione al cam-pionato Italiano giovanile con 5 atleti. Siamo infine fieri di confermare che Simone Salvagnin, nostro atleta affetto da retinite pigmentosa, una malattia degenerativa della retina che porta alla quasi totale cecità, è stato selezionato per i mondiali paraclimb di Arco che si disputeranno a luglio. Ma i risultati sportivi nul-la sarebbero se non si ac-compagnassero ad una cre-scita psicologica, sociale ed educativa dei ragazzi. Insomma, una bella realtà quella de “El Maneton”, affiancata da partner che ne sostengono concreta-mente l’attività come il ne-gozio Valli Sport di Schio con cui si è instaurato e consolidato negli ultimi anni uno stretto rapporto di collaborazione.(www.elmaneton.com)

play off under 18. Ma la cosa più importante è che il Maneton è composto da un bellissimo gruppo di ragazzi che, pur non parte-cipando alle gare, sono co-munque motivatissimi ed esaltano al meglio l’aspet-to più importante, ossia quello ludico e di gruppo.Grazie anche a questi suc-cessi e all’entusiasmo del gruppo giovanile, nell’an-no in corso, il 2011, “El Maneton” ha avuto un incremento notevole di iscrizioni, che attualmente hanno raggiunto il nume-ro di 40 iscritti al gruppo giovanile, di cui 27 sono under 12. Sono già stati svolti presso la palestra di riferimento, Monkey Island, ben quattro Corsi base di arrampicata per Bambini, che hanno godu-to anche di alcune uscite in altri centri di arrampicata indoor, per apprendere la salita di itinerari di arram-picata con corda. Inoltre, l’associazione ha organiz-zato la prova Regionale Veneto under 20 a Valda-gno, in collaborazione con

Olimpico Internazionale) ne hanno già previsto la partecipazione ai Giochi Olimpici. A Schio e in Val Leogra, feconde terre di alpinisti e arrampicatori, poste alla base delle pareti del Pa-subio e delle Piccole Do-lomiti, non poteva man-care un’associazione di arrampicata sportiva che raccogliesse il desiderio dei giovani di partecipare alle gare di arrampicata: Dino Lagni, Lisa Benetti e Davide Zavagnin, fin dal 1995 hanno fondato l’as-sociazione di atleti di ar-rampicata sportiva e boul-der “El Maneton”, iscritta alla F.A.S.I. (Federazione Arrampicata Sportiva Ita-liana, associata al CONI), con i propri Istruttori Fe-derali (Dino Lagni, Lisa Benetti, Donatella Lagio-ni). Questa associazione ha avuto un positivo impatto sulla realtà dell’arrampica-ta vicentina, al punto che i suoi atleti sono stati spesso al vertice delle classifiche nazionali. Ma l’aspetto più qualificante è stata la di-

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25laghi

A Laghi la decima edizionedella GARA DI TIRO CON LA CARABINA “Circuito Armi e Tiro TROFEO BAILO”

X festadel cacciatoredi montagna

di Dorino Stocchero

Dopo nove edizioni l’asso-ciazione Faunambiente ha organizzato quest’anno la decima Festa del Cacciato-re di Montagna – Gara di

Tiro riservata ai cacciatori che utilizzano fucili a canna rigata e che rientra nel cir-cuito Armi e Tiro.La gara si è svolta nei giorni 11 e 12 giugno 2011 in località Lunardelli nello splendido comune di Laghi dal paesag-gio assai caratteristico per la presenza di due suggestivi laghetti, incastonati tra le magnifiche montagne del Pasubio e del monte Maggio.Potevano partecipare alla gara tutti i cac-ciatori muniti di idoneo porto di fucile e assicurazione validi, ogni cacciatore doveva prendere visione del regolamen-to esposto sul campo dall’organizzazio-ne e rispettarlo. Il regolamento era adottato in sintonia alle direttive fissate da Armi e Tiro.Le categorie erano suddivise in: Open, Sport, Ex Ordinanza, Cacciatori, Master e Faunambiente-Uncza-Fidc.Nella categoria Armi e Tiro Cacciato-ri, Master, Faunambiente-Uncza-Fidc e Open erano ammesse le armi standard a canna rigata e le caratteristiche tecniche delle armi dovevano essere le medesime con le quali i fucili e le carabine avevano ottenuto l’inserimento nel Catalogo Na-zionale delle Armi.Nella categoria Ex Ordinanza erano am-messe tutte le armi antecedenti all’an-no di produzione 1945 prive di ottica purché di serie, con l’obbligo di essere esclusivamente in configurazione origi-nale come erano in dotazione agli eser-citi regolari nazionali ed esteri (erano escluse quelle impiegate da forze specia-li e/o di polizia) con scatto in due tempi non inferiore a Kg 1,5.Infine nella categoria Sport erano am-messe armi legalmente detenute aventi

calibro, peso ed ottica senza limitazioni.I calibri ammessi erano quelli consentiti dall’attuale legislazione sulla detenzione e il porto d’armi (carabine, combinati e basculanti).Le ottiche dovevano avere al massimo otto ingrandimenti con bloccaggio ob-bligatorio a tale valore per i cannocchiali con ingrandimenti variabili .A tutti i partecipanti della categoria Ex Ordinanza era consentito sparare otto colpi su un unico barilotto mentre a tutti i partecipanti delle altre categorie era con-sentito sparare cinque colpi su barilotti numerati dal n°1 al n°5, più i tiri di prova su apposito barilotto contrassegnato con la lettera “P”; il tempo massimo a dispo-sizione di tutti i tiratori era di 8 minuti e i bersagli erano posti a circa 150 metri dal punto di tiro.Le piazzole di tiro, numerate e coper-te, erano costituite da tavoli e tutte le categorie sparavano appoggiandosi su sacchetti di sabbia forniti dall’organiz-zazione.Il risultato dei centri era misurato a punti.La gara, nonostante le condizioni atmo-sferiche incerte con qualche piovasco, ha avuto un grande successo anche per la massiccia partecipazione dei tiratori provenienti, oltre che dalla Provincia di Vicenza, anche e sopratutto da altre Pro-vince e Regioni.L’edizione ha avuto una perfetta realiz-zazione grazie all’ottima organizzazione della gara, promossa dai collaboratori di Faunambiente e da tutte quelle persone che collaborano e sostengono l’associa-zione nel mantenere viva una passione che ha ragione di esistere solo se guidata dalla responsabilità e da una grande at-tenzione alla gestione dell’ambiente e della fauna selvatica.Le classifiche sono risultate come di se-guito elencato:

Con il numero di mouche (centro bersaglio) uguali, si procede alla valutazione dei re-stanti tiri misurati in millimetri dal centro bersaglio per stabilire la classifica. Più vicini essi sono al centro del bersaglio migliore è la posizione in classifica. A fine manifestazione i primi cinque tiratori classificati in ogni singola categoria sono stati premiati con ricchi premi.

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CATEGORIA CACCIATORI1. LORENZ LUCIANO PUNTI 50 CON 2 MOUCHE

2. LISSA LEOPOLDO PUNTI 50 CON 1 MOUCHE

3. LONGHI MARINO PUNTI 49 CON 2 MOUCHE

4. MATTEUZZI STEFANO PUNTI 49 CON 1 MOUCHE

5. RIZZATO FLAVIO PUNTI 49 CON 1 MOUCHE

CATEGORIA SPORT1. SALVADOR FRANCESCO PUNTI 50 CON 5 MOUCHE

2. D’ASSIE ELIO PUNTI 50 CON 4 MOUCHE

3. TESCARO MARILIANO PUNTI 50 CON 4 MOUCHE

4. DA PIAN ROBERTO PUNTI 50 CON 4 MOUCHE

5. VANZELLA FRANCESCO PUNTI 50 CON 4 MOUCHE

CATEGORIA FAUNAMBIENTE1. LORENZ LUCIANO PUNTI TOTALI 50 CON 2 MOUCHE

2. NICOLUSSI FERDINANDO PUNTI TOTALI 49 CON 1 MOUCHE

3. CORA’ FRANCESCO PUNTI TOTALI 48 CON 1 MOUCHE

4. BRUNELLO GIOVANNI PUNTI TOTALI 48 CON 1 MOUCHE

5. FABRIS ORAZIO PUNTI TOTALI 48 CON 0 MOUCHE

CATEGORIA EX ORDINANZA1 TAMIAZZO DARIO PUNTI TOTALI 50 CON 5 MOUCHE

2. DAL MOLIN SILVIO PUNTI TOTALI 50 CON 5 MOUCHE

3. OSTI ANGELO PUNTI TOTALI 50 CON 5 MOUCHE

4. BRUSCHETTA PAOLO PUNTI TOTALI 50 CON 5 MOUCHE

5. BENETTI G. TESEO PUNTI TOTALI 50 CON 5 MOUCHE

CATEGORIA MASTER1. PIAZZA VIRGILIO PUNTI TOTALI 50 CON 2 MOUCHE

(gara non dichiarata armi e tiro)

2. NICOLUSSI FERDINANDO PUNTI TOTALI 50 CON 1 MOUCHE (dichiarata armi e tiro)

3. D’ASSIE ELIO PUNTI TOTALI 50 CON 1 MOUCHE (dichiarata armi e tiro)

4. SCHIVO DOMENICO PUNTI TOTALI 50 CON 0 MOUCHE (dichiarata armi e tiro)

5. DA PIAN ROBERTO PUNTI TOTALI 49 CON 1 MOUCHE (dichiarata armi e tiro)

CATEGORIA OPEN1. SCHIVO DOMENICO PUNTI TOTALI 50 CON 3 MOUCHE

(dichiarata armi e tiro)

2. TOCCHIO FAUSTO PUNTI TOTALI 50 CON 3 MOUCHE (non dichiarata armi e tiro)

3. D’ASSIE ELIO PUNTI TOTALI 50 CON 3 MOUCHE (dichiarata armi e tiro)

4. TESCARO MARILIANO PUNTI TOTALI 50 CON 3MOUCHE (non dichiarata. armi e tiro)

5. SCARATO GRAZIELLA PUNTI TOTALI 50 CON MOUCHE (dichiarata armi e tiro)

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fosse il seguito… le puntate sbancherebbero la posta. “Abbiamo fatto un tempo strato-sferico è ho ottenuto il record assoluto per quanto riguarda gli esordienti battendo con 9 giorni e 21 ore battendo di due ore il prece-dente record e anche in questo caso qualcu-no dovrà impegnarsi a fondo per sostituire il mio nome sull’albo d’oro della RAAM”. E’ andato tutto oltre le aspettative e il mio fisico ha retto alla grande senza mai un problema con 10 giorni andati lisci come l’olio con gli unici disturbi dovuti alla prolungata perma-nenza in sella e negli ultimi giorni un gon-fiore ai piedi, per il resto, grazie anche alle bici che mi ha preparato il team Bonetti che ringrazio, non ho avuto alcun problema”. – A proposito di ringraziamenti a chi vanno? “L’impresa è della squadra perché mi hanno gestito alla grande e mi hanno dato una se-renità in tutte le occasioni, a parte la fatica, è stato un divertimento più che una gara”. – Ora ti senti più superman? “Diciamo che qui da noi questo tipo di gare è un po’ sco-nosciuto mentre in America, in Slovenia, in

E’ un’impresa leggendaria quella che ha compiuto il trentenne valligiano Paolo Aste che dal 15 al 25 giugno ha parteci-pato alla Raam 2011 che è la gara cicli-stica più impegnativa al mondo. Si tratta di attraversare dalla costa del pacifico a quella dell’Atlantico in bicicletta rispet-tando una tabella minima che ti esclude dalla competizione in caso di forte ritardo cercando di concludere la traversata en-tro i 12 giorni previsti dagli organizzatori. Anche quest’anno dei 58 partenti, solo in 18 hanno concluso la prova. In tutte le 30 edizioni della Raam, solo 300 sono stati gli atleti in grado di concludere la mas-sacrante prova. Per preparare tale evento Paolo Aste con tanti sacrifici e altrettanta determinazione si è confrontato in prece-denza nel 2009 con la Raadmarathon in Svizzera (720 km.) chiudendo al 15esimo posto e nel 2010, i suoi impegni lo hanno visto trionfare sia al campionato italiano che in quello europeo della 24 in Mtb vincendo gli appuntamenti di Val Rende-na e di Roma con la partentesi della Race Arround Slovenia (5° assoluto nel 1230 km. di gara con 20.000 metri di dislivello percorsi in 53 ore sotto un diluvio che ha portato al traguardo in quell’occasione so-lamente 16 concorrenti. Paolo Aste oltre alla tanta fatica, in questa esperienza americana, ha potuto ammirare paesaggi straordinari partendo dalla Cali-fornia, attraversando l’Arizona verso l’U-tah (Monument Valley) al Colorado con tre passi superiori ai 3000 metri da scalare; poi l’Arkansas, il Kansas (e siamo a metà percorso…) quindi il Missouri, Illinois (a due terzi di gara), l’Indiana, l’Ohio, la Pen-sylvenia per chiudere con il Maryland. Tra il Kansas e il Missouri ha incontrato anche un tornado che prontamente la sua equipe ha filmato come del resto tutte le fasi sa-lienti dell’impresa. Per la cronaca il primo concorrente a chiudere l’evento nel 2011 è stato Cristoph Strasser l’austriaco che ha impiegato 8 giorni, 8 ore e 6’. E’ il momento di sentire il protagonista assoluto dell’impresa, il trentenne Pao-lo Aste: “Siamo andati oltre le più rosse aspettative, l’idea era di chiudere la mia prima esperienza in meno di 11 giorni e invece siamo arrivati alla fine in meno di 10 giorni; è stata un’esperienza fantastica, si è corso con un clima molto diverso dal nostro senza umidità ma il caldo torrido introno ai 48-50 gradi in una cornice di pa-esaggi spettacolari che saranno sempre nei miei ricordi. Una gran bella gara!” – Avevi previsto tutto ciò, ci racconti… “E’ andato veramente bene, ho sofferto un po’ di sonno soprattutto negli ultimi giorni però lo staff e il coach Mauro sono stati bravissimi e mi hanno seguito al meglio e sono stati giorni fatti bene”. – Con quale aggettivo definire-sti questa impresa? “E’ difficile riassumere tutto quello che ho provato in gara: tutti di-cono che è una gara “folle”, tutti dicono che è la gara più folle al mondo e desso posso dirlo anch’io, la voglia di arrivare sovrasta comunque ogni tipo di fatica e pedalare 505 km. al giorno sei costretto a cercare anche le forze che non hai”. – Sei all’esordio e quindi nessuno ha puntato si di te, ma se ci

Paolol’americano

di Enzo Casarotto

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La “folle” impresa di Paolo

Aste: il coast to coast del

continente americano, 4800

km con tappe giornaliere di

più di 500 km. Con il tempo di

9 giorni, 21 ore e 19’ Paolo Aste

fa segnare il miglior

risultato per un esordiente

in 30 anni di storia!

Austria, in Svizzera c’è un’altra visibilità anche perché queste nazioni hanno più specialisti, In più occasioni si sono avvicinati a me tifosi che volevano l’autografo sulla mia foto e con un sorriso ed un ringraziamento si proseguiva per la tappa del giorno seguente e anche questi episodi ti fanno piacere. Non è cambiato asso-lutamente nulla, sono solo soddisfatto per aver capito che ho superato un bel traguardo e che per ora questo è il mio limite che diventa un punto di partenza per la prossima avventura”. – Già, hai in mente qualcosa? “… dopo qualche attimo di pausa… vedremo, le richie-ste per ripeterla ci sono, però intanto godiamoci questa soddisfazione, poi ci penserò anche perché non c’è solo la RAAM in un paese lontano c’è qualcosa che mi lu-singa ma è presto per parlarne”. Un ringraziamento alla cicli Bonetti che mi ha messo a disposizione due fuori-serie (soprattutto quella in titanio) era come viaggiare in

business Class, sono stati veramente bra-vi, un grazie va anche ad Alexander e a tutti quelli che hanno collaborato”. – Ora dovrai fare l’ambasciatore della RAAM. “La RAAM non ha eguali non è faci-le parlarne perché le emozioni che vivi durante l’attraversamento dell’America le puoi vivere solo li, giorno per giorno, attimo dopo attimo, io con la fortuna di essere seguito da un super team, mi sono anche divertito al massimo e ho avuto la serenità massima di archiviare la fatica molto tempestivamente”. E’ questa una tappa intermedia perché con il fisico ed il motore che si ritrova, unito ad una grande dedizione ed impegno nell’allenarsi co-stantemente, per lui di sicuro nel 2012 sa-remo a raccontare l’ennesima impresa che in questo momento è nei programmi ma non si può ancora svelare…

Il percorso della Raam: da Ocean Side (Los Angeles – California) a Annapolis (Maryland) per un totale di 3 mila miglia pari a 4800 km. (media giornaliera di oltre 500 km.) Paolo Aste ha impiegato 9 gior-ni, 21 ore e 19’ per completare il percorso giungendo al termine della sua impresa al 7° posto e ottenendo il record per quanto

schio

riguarda gli esordienti superan-do di 2 ore il precedente limite che resisteva dal 2003 entrando così di diritto al primo posto in questa graduatoria. Lo staff: A supportare le esi-genze del ciclista dall’Italia si sono mosse altre 9 persone: Mauro Farabegoli (capo squa-dra), Alberto Salgarolo, Andrea Braghittoni, Carlo Corrà, Enri-co Maria Grondini, Francesco Sami, Marino Balzani, Stefano Pento, Vincenzo D’Altri e con Massimiliano Dall’Ara respon-sabile del sito www.paoloaste.it ha aggiornato il portale che dalla propria sede. Lo sponsor: Cicli F.lli Bonetti – Campo San Martino (PD) e Alexander Confezioni di Gat-teo (FC).

Page 30: Sportivissimo Luglio Agosto

30schio

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bici e corsa

La società Asd Schio Bike presieduta da Edoardo Sandri, reduce dalla par-tecipazione al Giro d’I-talia in veste di respon-

sabile della sicurezza per i Vigili del Fuoco vicentini, ha dato spazio nel 2011 ad una nuova disciplina sportiva: il running e grazie alla collaborazione con la “Valli Sport”, che ha fortemente appoggiato l’i-niziativa, anche sotto il profilo economico, è stato possibile iscri-vere il nuovo gruppo di atletica alla FIDAL. La nuova Polisportiva (ci-clismo e running), che conta già al suo attivo oltre 160 iscritti, abbrac-

di Enzo Casarotto

Grazie a “Valli Sport”la Schio Bike si sdoppia:nasce il gruppo running.

cia la filosofia dello sport a 360 gradi: c’è spazio sia per l’attività agonistica che per i momenti di aggregazione e convivialità, cre-de nello sport come sano stile di vita e collabora fattivamente con l’amministrazione comunale di Schio per promuovere progetti rivolti alla formazione e all’e-ducazione sportiva di bambini e adulti partecipando ad iniziative quali “Più bici per Schio” e “Gio-co sport”. La squadra agonistica è impegnata in circuiti di rilevan-za regionale e nazionale quali la “Serenissima Coppa Veneto” per il mountain bike, lo “Challenge

Giordana” per il ciclismo su stra-da e i trofei “Terre Alte” e “Scala-tore d’Oro” per il settore running. Gli atleti della Schio Bike hanno ottenuto anche importanti risulta-ti con i ciclisti Renato Fochesato (1° nella Coppa Veneto), Paolo Nervo, Sergio e Giancarlo Storti, Eddy Boscoscuro, Marco Man-zardo e Maurizio Negroponte, e con i podisti Maria Pia Chemello, Maurizio Novello, Ivan Vallarsa, Vitaliano Sartori, Giuliano De Pretto che hanno ottenuto ottimi piazzamenti nei due trofei e nelle gare nazionali a cui hanno parte-cipato. Per il gruppo è importante

anche l’attività ricreativa rivolta a tutti i soci e alle loro famiglie, ricca di uscite domenicali su per-corsi che permettono di fruire appieno delle bellezze paesag-gistiche delle montagne locali e non solo. Tra le iniziative il G.S. Schio Bike ha in cantiere per fine anno l’organizzazione di una gara di ciclocross, valida quale prova del Giro del Veneto di speciali-tà, e di una corsa campestre. Un segnale concreto, quest’ultimo, per dare sempre maggiore credito alla neofita disciplina del “Run-ning Schio Bike Valli Sport”.

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31Questo Il programma:Venerdì 2 settembre - 20.30salone conferenze Oasi RossiIncontro con l’autore Umberto D’Annapresentazione del libro “In un cerchio di vita”

Sabato 3 settembrePrati Cooperativa Nuovi Orizzontidalle 16.00 Apertura chioschi cooperative/associazioniContest musicale - a cura di Soundoors ore 21.00 Concerto conclusivo

Domenica 4 settembrePrati della Cooperativa Nuovi Orizzontiore 10.00 S. Messa - con la partecipazione del Coro Voci bianche Santorsoore 11.00 apertura chioschi CooperativeApertura iscrizioni - Festa dello sportivoTornei e Giochi sportivi per bambini e ragazzidai 6 ai 19 anniore 11.00 Tavola rotonda con testimonianze di atleti straordinari:

Silvana ValenteTom e Gerry(Gianmaria Dal Maistro e Tommaso Balasso)

dalle 14.30Tornei e Giochi sportivi per bambini e ragazzi – Festa dello sportivo con tornei di pallavolo, basket, calcio, bocce, montain bike, bici da corsa, tennis e ginnastica artistica.dalle 15.00Laboratori per bambini e ragazzi a cura dei Musei della Rete Giornata della Rete musealeOre 18.30Dimostrazione di Basket in carrozzinaAssociazione H81Ore 20.30Spettacolo teatraleTARGATO H – con David Anzalone Diego Longano – Paolo SeveriniSpettacolo comico in cui si tratta il tema dell’handicap.

santorso

Dopo il successo dello scorso anno, prenderà il via la 2^ Festa dello Sportivo, un momento di socializzazione e in-

clusione in cui condividere i valori dello sport, riconoscere le diversità fisiche tra individui e le differenze valoriali che assumono le discipline nelle diverse culture che attraver-sano il nostro territorio. Quest’an-no infatti la Festa dello Sportivo di Santorso troverà la sua collocazione all’interno della 17^ Giornata della Solidarietà un appuntamento ormai consolidato per il territorio vicen-tino. “La giornata della Solidarietà è un’occasione per approfondire le tematiche legate alla solidarietà, al sociale, al volontariato e per valoriz-zare le diverse esperienze sul territo-rio – afferma l’Assessore alla cultura Alessandra Bonotto - la manifesta-zione rappresenta oramai da tempo, per il numero di realtà coinvolte e l’interesse crescente che gli Enti locali hanno dimostrato, uno degli eventi di spicco nel Vicentino sulle tematiche della solidarietà”. Negli anni la festa si è caratterizza-ta per avere un filo conduttore, l’e-dizione 2011 della manifestazione avrà come titolo “Straordinariamen-te abili” e vuole dar parola a tutte quelle situazioni straordinarie in cui la disabilità ha fatto emergere delle abilità stra-ordinarie con particolare attenzione a sportivi eccezionali.La domenica 4 settembre infatti, prima di iniziare con i tornei della Festa dello sportivo è prevista una tavola rotonda con alcuni personaggi sportivi che hanno dimostrato delle abilità davvero straordinarie per cui tra gli altri saranno presenti: Silvana Valente pluricampionessa, argen-to alle Paraolimpiadi di Sydney del

2000 bronzo nel ciclismo su tandem già campionessa mondiale nel ’98. Poi mountain bike, sci di fondo, escursionismo, pratica tante e diver-sità attività, fino alle prime piccole scalate. Gianmaria Dal Maistro e Tommaso Balasso atleti paralimpi-ci. Plurimedagliati che recentemente hanno realizzato un libro fotografico “SCIE” che racconta la straordinaria storia di TOM&JERRY. Una storia di amicizia, passione, determinazio-ne e sacrifici attraverso un anno di fotografie, dalla preparazione atleti-ca ai successi della Paralimpiade di Vancouver 2010.“L’iniziativa si pone diversi obietti-vi – sostiene l’Assessore allo sport di Santorso Elena Zavegnin - quello di realizzare un’iniziativa promoziona-le mirata alla socializzazione e alla promozione del benessere psicofisi-co; quello di fare dello sport un ele-mento comunitario, capace di costru-ire e rafforzare relazioni e quello di far conoscere atleti con abilità e doti davvero straordinarie ecco perché la Festa dello Sportivo s’inserisce all’interno della Giornata della So-lidarietà “Straordinariamente abili. Uno sguardo particolare viene dato alla pluralità degli sport presenti all’interno dell’iniziativa; a fianco degli sport più praticati – come il calcio, la pallavolo tennis e il basket – saranno infatti inseriti nel tabello-ne delle discipline anche il ciclismo\gimcana, il gioco delle bocce e le acrobazie della Ginnastica artistica”.L’scrizione ai tornei è gratuita ma obbligatoria; ci si può iscrivere il giorno stesso, domenica 4 settembre dalle ore 11.00 in poi o via e-mail scaricando il modulo dal sito inter-net:www.comune.santorso.vi.it

2 ̂festa dello sportivoTutto pronto a Santorso per la festa dello sportivo che si terrà domenica 4 settembre

di Enzo Casarotto

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Attività, corsi, brevetti, manifestazioni. La Geko Bike non si fer-ma mai: quest’anno ha deciso di impe-

gnarsi nell’organizzazione di una gara di mountain bike che non si tratta di una semplice competizio-ne bensì il gran finale del circuito Blubike Superchallenge MBT. La società sportiva valdagnese stu-pisce ancora e secondo gli addetti ai lavori di sicuro si distinguerà per un coordinamento impeccabi-le. Sono già parecchi mesi che la macchina organizzativa è in moto e le linee guida sono già tutte ben delineate. La “Mediofondo Geko Bike”, questo è il nome della competizione, sarà disputata il 9 ottobre a Valdagno e si prevede un flusso di atleti davvero consistente.In questa fase organizzativa preli-minare il consiglio direttivo si sta impegnando molto: “Stiamo cu-rando ogni piccolo aspetto con la massima attenzione -ha dichiarato Marco Cracco- Presidente della Geko Bike. Si tratta di una manife-stazione decisiva per gli atleti che hanno disputato tutte le altre tappe del Circuito; qui si giocheranno il tutto e per tutto. Motivo per cui ogni cosa deve essere gestita in modo perfetto e noi ce la stiamo mettendo tutta affinché questo av-venga”.Il Superchallenge si svolge in 11 tappe disputate nel territorio Ve-neto di cui l’ultima quest’anno sarà organizzata dalla Geko Bike sulle zone montuose della vallata dell’Agno. Aperte a tutti i tesserati FCI, le prove sono come di con-sueto suddivise per categorie e la lunghezza dei percorsi è, ad ecce-zione di alcune tappe, compresa tra un minimo di 25 Km e un massimo di 35 Km. Ogni atleta per ciascuna gara disputata raccoglie dei punti che saranno sommati al termine delle dieci prove con il seguente criterio: i punti per la classifica fi-nale vengono assegnati ai primi 30 di ogni categoria, 40 al primo, 37 al secondo, 35 al terzo, 33 al quar-to, 31 al quinto, 29 al sesto e quindi

Domenica 9 ottobre a Valdagno l’Associazione Sportiva Dilettantistica Geko Bike organizza la competizione finale “Mediofondo Geko Bike”. La gara lunga 35 Km che si districherà lungo i territori montuosi della vallata, decreterà il Campione assoluto Blubike!

schio

Per il secondo anno consecutivo il Fuji San Judo si aggiudica il Trofeo Internazio-nele di kata di Por-

denone con il Kodokan Goshin jutsu (Kata di autodifesa, forma e tecniche)La coppia formata da Giulio Dalla Costa ed Alberto Lagni, ha dato una interpretazione ma-gistrale del kata sebbene abbia-no avuto pochissimo tempo per provarlo, in quanto Giulio è su-bentrato a Daniela, all’ultimo momento dovuto all’infortunio al ginocchio durante una gara di combattimento.La competizione non è stata priva di emozioni e preoccupa-zioni, infatti durante le fasi di riscaldamento Alberto si infor-tunava una spalla, e lo svolgi-mento del loro Kata è stato in-certo fino all’ultimo momento, quando radunate tutte le forze possibili la coppia ha deciso di eseguire comunque il Kata.Nonostante il dolore di Alber-to e la ovvia preoccupazione di Giulio, la concentrazione è sempre stata al massimo. La coppia ha eseguito la serie di tecniche in modo eccellente, vincendo il trofeo.Un’altra coppia di elevato va-lore tecnico composta da Mi-chele Dal Cortivo e Davide Fabris ha conquistato uno stre-pitoso secondo posto al trofeo internazionale di Pederobba con il Nage No Kata.Anche questa gara non è stata priva di suspance, Davide quel giorno non si sentiva bene,il viaggio verso Pederobba è sta-to parecchio tribolato con nu-merose soste.Al momento della gara comun-que è emerso tutto il valore di questi due atleti, che eseguen-do le loro serie di tecniche in maniera eccellente, si sono aggiudicati il secondo posto,a pochissimi punti dalla meda-glia d’oro.Grazie a questi risultati il movi-mento del Kata all’interno del Dojo sta prendendo sempre più piede,con nuove coppie che si approcciano.Le ambizioni sono grandi, con il valore dimostrato, sognare in grande non è poi così proibitivo.Anche gli atleti di combat-timento nelle competizioni affrontate sono quasi sempre

andati al podio, quest’anno in particolar modo il settore fem-minile si è distinto.Il trofeo di Pederobba ha visto la partecipazione di Daniela ed Emanuele,saliti entrambi, sul terzo gradino del podio per le loro rispettive categorie.Il proseguire della stagione ha portato buoni piazzamenti ai piedi del podio.Al trofeo città murata di Cit-tadella ci si aspettava una ri-scossa, con la partecipazione di otto atleti dagli esordienti B ai cadetti.Dal settore maschile ci si aspet-tava dei risultati entusiasmanti, come dalle passate edizioni, purtroppo i podi non sono ar-rivati. Nonostante gli atleti abbiano combattuto con molto impegno il podio lo si è sola-mente sfiorato.Il settore femminile invece con Giorgia ed Anna nella catego-ria esordienti B fini hanno con-quistato uno splendido secondo e terzo posto.Nella categoria under 23, Da-niela con estremo coraggio, determinazione, ha conquistato un favoloso terzo posto, nono-stante l’infortunio al ginocchio patito nel secondo combatti-mento.Maestri e compagni di Dojo rivolgono a Daniela un un ca-loroso augurio di pronta guari-gione. Bravo anche Jsham che al suo ritorno alle competizioni dopo un lungo periodo di inattività nella categoria senioresSebbene abbia combattuto con buona volontà, tecnica e corag-gio, il podio gli è sfuggito, for-se è mancata un po’ di fortuna.Un ringraziamento particolare ai Maestri Francesco e Massi-mo che oltre che essere degli ottimi insegnanti con la loro passione e preziosi consigli, riescono a trasmettere fiducia, coraggio, concentrazione, “ed il non mollare mai” di fronte alle avversità che in uno sport come questo capita a volte di incontrare.Buone vacanze a tutti e arri-vederci a settembre, quando vi racconterò il mio viaggio nella Cina del grande Taiji Quian.

trofeointernazionale di kata

Infortuni e avversità non fermano il Fuji San Judo sempre

più forte nel Katadi Massimo Neresini

di Chiara Guiotto

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33valdagno

a scalare di un punto fino al 30° classificato. Ad ogni partecipante inoltre verrà assegnato 1 punto. Hanno diritto al premio finale gli atleti che han-no partecipato ad alme-no 6 prove. Per quanto riguarda gli scarti, non verranno conteggiate le due gare con il minor punteggio ed è obbliga-torio partecipare all’ul-tima tappa per essere ammessi alla classifica finale.Oltre ai premi indivi-duali per categoria e al trofeo per il vincitore assoluto Blubike, al ter-mine della “Mediofon-do Geko Bike” saranno premiate anche le prime 5 società con i 5 tempi migliori ottenuti dai pri-mi 5 atleti della squadra di appartenenza, calco-lando i tempi su tutte le prove senza scarti.

Informazioni utiliCategorie:Debuttanti, Primavera,Cadetti, Junior, Super A,Super B, Senior, Veterani, Gentleman.Ciascuna categoriaanche per le donne;Località di partenza e arrivo: Pala Soldà, ValdagnoLunghezza percorso: 35 kmPartenza gara: ore 10:00Iscrizioni: obbligatorietramite e-mail o fax entro venerdì 7 ottobreContatti: cell. 347.0057392fax 0445.431492email:[email protected] ulteriori informazioni: www.gekobike.orgwww.superchallenge.it Al termine della manifestazione un ricco stand gastronomico sarà realizzato e offerto a tutti i partecipanti in collaborazione con alcune at-tività commerciali locali.

f inale blubike

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Potete scrivere al Senatore Alberto Filippiinviando le vostre e-mail a:

[email protected]

Il Gruppo Alpini di Novale ha partcipato alla Adunata Nazionale di Torino raggiungendola in bici: 425 km in tre giorni.Ad attenderliil sindaco,Alberto Neri,con il vice sindaco, Giancarlo Acerbi,e il presidentedi Sezione, Nazario Campi, semprevicini agli Alpinie agli sportivi

Le vostre lettere possono essere letteanche nel sito: albertofilippi.it

Caro Francesco,

quando correvi tu, dieci e più anni fa, per le persone che ti ve-devano farlo, tu eri uno sportivo, cioè un atleta che si allenava in vista di qualche gara che avresti dovuto fare da lì a qualche mese e, capitava anche a me quando mi vedevano correre, c’era sempre qualcuno che ti chiedeva per quale disciplina e evento ti stavi preparando. Correre e basta per tenersi in forma non era pensabile. La corsa al mare era sempre finalizzata a una gara, una gara importante, se ti allenavi anche nei week end o in vacanza. Oggi invece tutti corrono per stare bene e questa è una gran cosa. Tu mi chiedi che cosa è successo, quali persuasori più o meno occulti si siano messi in moto per far capire come lo sport faccia star meglio le persone. Non te lo so dire e francamente non mi sono accorto che tv o giornali o altri abbiano fatto particolari campagne per la promozione dello sport come fonte di benessere, né tanto meno la scuola mi sembra abbia cambiato i suoi storici modelli d’insegnare l’educazione fisica, tuttavia è vero, la società è cambiata, lo sport è sempre più praticato come divertimento, come pratica antistress, come via per una vita più sana. A chi il merito? Forse allo sport stesso, all’evidenza della sua forza vitale che prima o poi affascina e coinvolge tutti.

Tanti saluti e un augurio di buone vacanze a tee a tutti i lettori di Sportivissimo, Alberto

lettere

tempo di sportCaro Senatore,

sono stato al mare, dove vado da sempre, e ho notato che tut-ti si sono messi a correre. La mattina presto oppure verso il tardo pomeriggio, tutti corrono. Dieci anni fa, non incontravo nessuno mentre correvo lungo la battigia o sul marciapiede dell’arenile, mentre oggi è quasi difficile passare. Ci sono persone di tutte le età e molte donne, alcune delle quali con un fisico che non fa immaginare trascorsi da atleta. Cosa è successo che in così poco tempo i costumi delle persone sono tanto cambiati? Non mi sembra che di fronte a questo evidente cambiamento sociale ci sia stato un altrettanto evidente muta-mento da parte dei media o della scuola nella diffusione della cultura della pratica sportiva. Che ne pensa?

Distinti saluti e complimenti, Francesco T.

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Il Gruppo Alpini di Novale ha partcipato alla Adunata Nazionale di Torino raggiungendola in bici: 425 km in tre giorni.Ad attenderliil sindaco,Alberto Neri,con il vice sindaco, Giancarlo Acerbi,e il presidentedi Sezione, Nazario Campi, semprevicini agli Alpinie agli sportivi

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