Sport Club Magazine Dicembre 2011

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dicembre 2011 La campionessa di short track Arianna Fontana a tutto campo LA PRINCIPESSA DEL GHIACCIO... SI SCIOGLIE foto Elvis

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La campionessa di short track Arianna Fontana a tutto campoLA PRINCIPESSA DEL GHIACCIO... SI SCIOGLIE

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sommario

www.sportclubmagazine.it

Sport Club srlvia Morlupo, 51 00191 Romatel. 06 97600342fax 06 [email protected]

Direttore editoriale Luigi Capasso

Sport ClubAnno VIII - n. 76 - Dicembre 2011Reg. trib. di Roma n. 591/2004 del 30-12-2004

Direttore responsabile Luigi Capasso [email protected]

Editorialisti Paolo Cecinelli, Franco Chimenti, AlessandroCochi, Paolo Del Bene, Pino Capua, SabrinaRondonelli, Roberto Serdoz, Fabio Ingargiola

Hanno collaborato a questo numeroLorenzo Arduini, Matteo Cirelli, GianmatteoColla, Marco Trozzi, Alessandro Morucci,Enrico Morucci, Andrea Tranquilli, AndreaCecinelli, Luigia Latteri, Roberto Cundari,Valentina Altavilla, Andrea Cimbrico, Giorgio Cimbrico

Golf Simone Selli

Rugby Andrea Cimbrico

Progetto grafico e ImpaginazioneAdversign [email protected] Onorario Giuseppe Capelli

Pubblicità Adversign s.r.l.Davide CampanellaVia Morlupo, 51 - 00191 Romatel. 06 97600342cell. 335 [email protected]

Redazione Napoli Sportform - Napolitel. 081 19562785 - fax 081 [email protected]

StampaValerio Scambelluri Comunicazione Srl

Finito di stampare nel mese di novembre‘11

Salvo accordi scritti o contratti di cessione dicopyright, la collaborazione a questo periodi-co è da considerarsi del tutto gratuita e nonretribuita. In nessun caso si garantisce larestituzione dei materiali giunti in redazione.

È vietata la riproduzione anche parziale ditesti, grafica, immagini e spazi pubblicitarirealizzati dalla Adversign srl

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sommario

Sport Club dicembre 2011

editorialeNuove opportunità con lariforma di Roma Capitale

I calzettoni di Mauro Bergamasco

Volare sul ghiacciorestando se stessi

Il rugby internazionalesi vede in chiaro

La forza del cambiamentoLa maratona di NewYork parla italiano

FOCUS

RUGBY

I cani da salvataggio

COVER

ORIENTEERING

ANIMALI

MARATONA

RUGBY

SPORT INVERNALI

SPORT&TURISMO

CLUB STYLEFITNESS

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4 6

121014 20

24

8886

4856 80Rigenerare il corpo

e la mente in Kerala

Ripartono gli sport invernali

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editoriale

notizia recente il furto a mano ar-mata dell’orologio subito dalla fi-danzata della stella del Napoli La-vezzi. Come riportato da tutti i gior-nali la modella, una volta rientrataa casa sconvolta per l’accaduto,non ha perso tempo e si è connes-sa su Twitter, dove ha postato fra-si offensive per tutta la città parte-nopea ed i suoi abitanti.Queste frasi hanno scatenato unpiccolo ciclone, con risposte sde-gnate sul social network da partedi molti tifosi, fino al commento delPresidente del Napoli De Lauren-tis, che sconsigliava di esibire og-getti di valore in tempo di crisi.Pur concedendo a Yanina tutte leattenuanti, legate all’emotività delmomento, non si può che essere intotale disaccordo con quanto affer-mato dalla stessa, essenzialmenteper due motivi. Il primo naturalmen-te riguarda il fatto che non si puòincolpare un’intera città per l’aversubito una disavventura imputabilead una o due persone. Senza con-tare il fatto che furti del genere algiorno d’oggi si possono subire intutte le grandi città d’Italia, d’Euro-pa e del mondo.Il secondo è da ricercare nella par-ticolare situazione di vita che sta vi-vendo la giovane fiamma del fuori-

classe argentino. Se in questo mo-mento Yanina si trova ad essere le-gata con uno dei giocatori più ama-ti, chiacchierati e commentati d’Ita-lia, il merito è unicamente del Napo-li, di Napoli e dei napoletani. Si trat-ta infatti di una delle tifoserie più cal-de e passionali, in grado di far sen-tire i propri giocatori quasi come de-gli Dei. Questa situazione ha avutodelle conseguenze positive per laScrepante, conseguenze soprattut-

to di natura economica. Il fatto diavere alle spalle una piazza comeNapoli non può che aver giovato aLavezzi in termini di visibilità e diffu-sione delle sue giocate straordina-rie. Lavezzi oggi non sarebbe statoLavezzi se avesse giocato alla stes-sa identica maniera ma, per esem-pio, per il Chievo Verona, senza nul-la togliere ai suoi tifosi. E sono cer-to che non avrebbe avuto neanchelo stesso ingaggio.

Lady Lavezzi e l’orologio rubato

di Luigi Capasso

Yanina Screpante, la fidanzata del fuoriclasse del Napoli, ha insultato tutta la città partenopea dopo la brutta avventura subita

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Con l’approvazione del decreto legislativo è possibile uno sviluppo organico dell’impiantistica sportiva capitolina

di Alessandro CochiDelegato alle politiche sportive

di Roma Capitale

’approvazione da parte del Consi-glio dei Ministri del decreto legis-lativo per la riforma di Roma Capi-tale garantirà alle istituzioni capi-toline maggiori poteri in diversi am-biti ed uno di essi è lo Sport. La nascita di un nuovo ente, cheabbia risorse, meccanismi buro-cratici più snelli e funzionali, strut-ture e programmazione, costitui-rebbe un passo importante per tut-ti noi cittadini, un evento epocaleatteso da 30 anni, che riconoscela dimensione europea di Roma el’importanza che riveste per il Pae-

se e per la sua economia. Si trat-ta di una riforma imprescindibileper una Città tanto complessa, po-polata da 4.000.000 di cittadinie con un territorio di 1.290 chilo-metri quadrati, sede delle più im-por tanti istituzioni nazionali, delsistema diplomatico internaziona-le e di alcune importante organiz-zazioni sovranazionali. Ora sarà importante sedersi, tut-ti insieme, ad un tavolo, per pro-grammare in maniera organica lanuova struttura e la suddivisionedelle deleghe.

È nostro dovere di Amministrato-ri rendere più snella l’intera mac-china burocratica, affinché avven-ga un rilancio concreto. Nella di-mensione dello Sport ritengo siaoppor tuno concepire uno svilup-po organico dell’impiantisticasportiva, destinando fondi e risor-se al miglioramento degli impian-ti esistenti e studiare la costruzio-ne di nuove strutture, soprattuttoin quelle zone della periferia cit-tadina dove la carenza è maggior-mente tangibile. Questa città ha un patrimonio, fat-to di dirigenti, tecnici, atleti, checostituiscono una solida base eche vanno tutelati per non disper-dere la loro passione, la loro vo-glia di fare Sport. Abbiamo il dovere di sostenerli, dipermettere loro di praticare la di-sciplina preferita nelle migliori con-dizioni possibili, magari sotto ca-sa. Tutto questo supportando pro-getti chiari, che non lascino spa-zio a dubbi e speculazioni di sor-ta. È giunto il tempo che nulla va-da disperso, che le risorse sianoottimizzate e create le premesseper una crescita collettiva delloSport cittadino.

focus

Nuove opportunità con la riformadi Roma Capitale

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dell’Avv. Sabrina RondinelliSpecializzata in diritto dello sport Dottore di ricercaFac. Giurisprudenza “La Sapienza” [email protected]

diritto e rovescio

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La sottoscrizione del cartellino lega a vita alle società gli atleti dilettanti e toglie loro la libera scelta di decidere per chi gareggiare

[ ]

l diritto fondamentale dell’atleta disvolgere liberamente in Italia l’attivi-tà agonistica in forma non professio-nistica è oggi gravemente compro-messo dal vincolo sportivo, al qualeegli si assoggetta per un tempo inde-terminato o, comunque, irragionevo-le con la famigerata sottoscrizionedel “cartellino”. Infatti permane con-solidato nell’ordinamento dello sportitaliano il principio generale secondocui il tesseramento dei giovani e deidilettanti si costituisce come legameassociativo senza possibilità di esse-re sciolto se non con il consenso del-la società di appartenenza. E’ indub-bio che la firma del “cartellino” siaun atto necessario per poter pratica-re una disciplina organizzata dalle fe-derazioni che gestiscono l’attività ago-nistica in condizioni di monopolio. E’noto che il giovane dilettante è co-stretto a stipulare il vincolo, con con-seguente compressione involontariadella propria libertà agonistica. Il vin-colo, così assunto, viene stabilito sen-za un termine e lega vita l’atleta tes-serato non tanto alla federazionesportiva d’appartenenza, quanto piut-tosto alla società nella quale milita.E’ paradossale che questa situazio-ne di soggezione a tempo indetermi-

nato valga soltanto per i minori e peri dilettanti che, di regola, sono auten-tici “amatori”, che giocano senza fi-ne di lucro. A mio parere il vincolosportivo stipulato dagli atleti per untempo indeterminato deve ritenersinullo di diritto ex art.1418 c.c. per-ché contrasta con una copiosa con-gerie di norme imperative e di ordinepubblico e, dunque, realizza interes-si immeritevoli di tutela da parte del-l’ordinamento giuridico ex art.1322c.c. In particolare il vincolo sportivosi pone in contrasto con norme fon-damentali, ad esempio la libertà diassociazione o il diritto alla parità di

trattamento. Mi occupo spesso di ri-chieste di nulla osta o prestito, so-prattutto nel settore del nuoto. Quel-lo che le società sbagliano è ritene-re l’atleta una “proprietà” senza ca-pire lo stato d’animo con cui a volteegli si ritrova costretto a nuotare. Avolte le società fanno questioni diprincipio e inizia una battaglia sen-za senso. Per questo dico e invito lesocietà a riflettere che dietro un car-tellino c’è un atleta e dietro l’atletac’è una persona che segue un sogno.Dedico questo articolo ai ragazzi delTiro a Volo Nuoto che di recente hoaiutato a raggiungere il loro sogno!

Il vincolo sportivo: un diritto dellasocietà o un incubo per l’atleta?

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cultura sportiva[ ]

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di Paolo Del Bene Direttore Sportivo A.S. Università Luiss Guido Carli

La progettualità alla base delle vittorie

siste la formula magica per costrui-re una squadra vincente? Qualcu-no risponderebbe che servono i sol-di, e non avrebbe del tutto torto,ma spesso la storia dei grandisport di squadra ci ha insegnatoche le grandi vittorie nascono daun ingrediente ulteriore: un proget-to, un’idea di squadra, un obietti-vo verso il quale si costruisce ungruppo. Naturalmente il calcio è unpalcoscenico straordinario dove po-ter osservare la costruzione di unasquadra e di una mentalità. Nel2008 il Manchester City FootballClub, storica squadra di Manche-ster, è stata acquistata dall'AbuDhabi United Group o, per dirla piùsemplicemente, dal principe degliEmirati Arabi Uniti. Lo sceicco, nonavendo grande dimestichezza conil calcio, ma trovandosi più a pro-prio agio con il denaro, ha comin-ciato a spendere e ad acquistaregiocatori, trasformando la finestradi calciomercato in una forsenna-ta corsa verso i campioni di tuttaEuropa. Nel giro di qualche annoleggere la rosa del Manchester Cityfaceva seriamente impressione. Ri-guardo la formula magica a cui fa-cevamo riferimento prima, potrem-mo dire che per lo sceicco il segre-to consisteva nel mettere uno ac-canto all’altro grandi giocatori stra-pagati. Probabilmente il proprieta-

rio del City deve essere rimastosconvolto nello scoprire che que-sta operazione non dava i frutti spe-rati. Naturalmente la squadra eracostellata di talenti puri, ma nonc’era coesione, non era chiara lacollocazione di molti giocatori, nonc’era un’idea di gioco. Una squa-dra che sulla carta avrebbe dovu-to dominare, vincerà il suo primotrofeo nel 2010, una Coppa d’In-ghilterra. Oggi, dopo qualche annoin mano a Roberto Mancini, abban-donata l’idea di voler vincere tuttosubito, la squadra ha acquisito unapropria identità di gioco e si puòdire che comincia a far paura alleconcorrenti. L’avventura del Citynon è l’unica esperienza sportivache, nonostante le spese enormi,si è dovuta fermare a guardare infaccia il gioco, a capire come si co-struisce una squadra, ad accetta-re che perseguire un sistema di gio-co significa saper scegliere deter-minati interpreti, e non basta com-prare il giocatore da copertina. Asuo modo l’Inter, nell’ultimo decen-nio, ha speso un’infinità di denaroin grandi giocatori, ma all’esamenell’Europa che conta è sempre ca-duta. Quando ha scelto di dare lechiavi della squadra al tecnico Jo-sè Mourinho, non ha semplicemen-te comprato l’ennesimo allenato-re, ma ha voluto sposare un pro-

getto: il Progetto Mourinho. Dal2008 al 2010 il tecnico portoghe-se ha supervisionato ogni sceltadell’Inter, sia tecnica, sia finanzia-ria, sia comunicativa, trasforman-do società e squadra in un bloccounico, solido, con l’obiettivo preci-so di vincere in Europa. Cosa cheè riuscita il 22 Maggio 2010. Certo, ho scelto due casi piuttostoeclatanti, non tutte le squadre pos-sono vantare tali estremi. Mi pia-ce credere però che dietro le gran-di somme dello sport professioni-stico ci debbano sempre esseregrandi sportivi, persone che capi-scono il gioco, mosse da intelligen-za, da idee e obiettivi. Mi piace cre-dere che la ricchezza non possasempre vincere in modo ignoranteed arrogante, e almeno nello sportdebba per forza “capire” le mecca-niche del gioco. For tunatamenteesistono anche esperienze oppo-ste a quelle sopra citate (dico for-tunatamente, perché altrimenti losport sarebbe cosa noiosa), cioèesperienze di squadre “povere”che con il lavoro, con la progettua-lità, scoprendo giovani talenti e so-prattutto crescendo validi giocato-ri nei propri settori giovanili riesco-no a sbaragliare le logiche di mer-cato e a dimostrare che lo sport,alla fine, si gioca sempre sul cam-po e non sui portafogli.

Lo sport, in particolare il calcio, ha dimostrato che per vincere, oltre ai soldi,è indispensabile il lavoro di uomini di sport capaci di seguire un progetto

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salute[ ]

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World AIDS Day 2011: il ruolo dello Sport

l 1° dicembre si è svolto il World AIDSDay, appuntamento internazionalededicato alla lotta contro l’Aids. Istituita nel 1998 dall' Organizzazio-ne Mondiale della Sanità (OMS) edall’ONU si celebra in tutto il mondoallo scopo di:• mantenere alta l’attenzione suquesta malattia• sensibilizzare l’opinione pubblicacontro la discriminazione e lostigma nei confronti di chi ne èaffetto • fare il punto su quanto fattofinora per la cura, la prevenzione el’informazione sull’Aids. L’Aids,malgrado i risultati conseguiti, èancora un serio problema in tutto ilmondo, soprattutto nei Paesi in viadi sviluppo.“Getting to zero”, arrivare a zero, èlo slogan internazionale della Giorna-ta 2011 di lotta contro l'Aids. Per arrivare a zero nuove infezioni,zero discriminazioni e zero morti Aidscorrelate entro il 2015. Uno sloganche riguarda tutti e richiede a ogninazione un impegno convincente den-tro e fuori i propri confini.I casi di diagnosi di infezione da Hivattribuibili a trasmissione sessualesono aumentati dal 13,3% del 1998al 79% del 2009. Anche rispetto al-le diagnosi di Aids i casi attribuibili atrasmissione sessuale crescono dal42,6 % del 1998 al 69,5% nel

2009/10. (Fonte Bollettino COA/ISSnr 24 del 2011, nelle regioni/provin-ce in cui è attiva la sorveglianza).La proporzione di donne a cui vienediagnosticato l’Hiv è in crescita, nelnostro paese e più in generale nelmondo. Lo sport ci difende da mol-te malattie e in particolare da quel-le forme morbose in relazione con ilsistema immunitario: l’Aids.Secondo delle ricerche scientifichel'attività sportiva (cyclette compresa)provoca un aumento considerevoledi alcune sottopopolazioni di linfoci-ti (fra le quali le cellule NK, le Natu-ral Killer): elementi che difendono l'organismo dai virus. Infatti, spesso,

a pazienti con AIDS e non solo si rac-comanda di fare sport per aiutare amantenere forte e attivo il sistemadi difesa, per evitare il progresso del-la malattia.L’importante è che losport o l’attività siano seguiti per al-meno 1 ora di seguito, tre volte allasettimana tutte le settimane.Gli sport che di più aiutano a miglio-rare la funzione del sistema immuni-tario sono il ciclismo, il nuoto, il cam-minare, la marcia e la corsa. Ma intutti gli sport si sono evidenziati mi-glioramenti nei livelli di globuli bian-chi e linfociti T killer, per questo l’im-portante non è il tipo di attività sisvolge, ma la durata e la frequenza.

di Giuliano D’AmbrosioDirettore Sportivo U.S. Primavera Rugby

Consigliere Lazio Federazione Italiana Rugby

“Getting to zero”, arrivare a zero, è lo slogan internazionale della Giornata 2011di lotta contro l'Aids

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uesta è la storia diun paio di calzet-toni e di un bambi-no. Un giorno le lo-ro strade si divido-no per ritrovarsidopo ventuno an-

ni, in tempo per vivere un’esperien-za meravigliosa. Questa è una sto-ria di rugby, una storia che vale lapena di raccontare.Cominciamo dall’inizio. Selvazzano,provincia di Padova. A metà degli an-ni ‘80 Mauro Bergamasco cominciaa rincorrere un pallone dalla formaovale per la squadra under 11 dellapiccola frazione padovana.Nel 1990, dopo cinque intense sta-gioni di emozionanti partite, con-trassegnate sopratutto da sconfit-te, Mauro lascia il Selvazzano perandare a giocare con il più famosoe blasonato Petrarca Padova nellacategoria degli under 13. Il distac-co dalle radici è durissimo, comefosse dalla mamma, ma il momen-to è solenne. Si tratta di un promo-zione sul campo. La piccola squa-dra del Selvazzano rimarrà per sem-pre nel suo cuore.

La carriera di Mauro Bergamasco èun’autentica iperbole. In pochi annidiventa uno dei giocatori più interes-santi del vivaio italiano. La primaconvocazione in nazionale arriva perla selezione under 15, la maglia az-zurra non la lascia più. Raggiungequota 88 caps, che nel rugby signi-fica partite ufficiali giocate con lanazionale maggiore. Viene convoca-to e gioca in 4 coppe del mondo. Unrecord. Nel 2003 capisce che ilrugby italiano gli va un pò stretto.Insieme al fratello Mirco emigra inFrancia tentando l’avventura con loStade Francais di Parigi dove vinceanche uno scudetto. I fratelli Bergamasco non sono sta-ti i primi italiani ad esserre ammes-si nella difficile corte del rugby fran-cese ma sicuramente quelli che cisono rimasti più a lungo. Forse unadelle loro più grandi vittorie.E’ un successo anche fuori dalcampo di rugby. Calendari, parte-cipazioni a trasmissioni televisi-ve in Italia ma anche a Parigi. Ifratelloni d’Italia diventano l’im-magine del rugby, li conoscono ericonoscono tutti, anche quelli che

di Paolo CecinelliCaporedattore centrale

La7 Sport

RugbyLa7

rugby[ ]

[ ]10

I calzettoni di Mauro BergamascoQuel paio di calzettoni bianco e verdi

hanno fatto il giro del mondo, pochi

però ne conoscevano il significato

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non sono andati mai a vedere unapartita di rugby. Nella vita di un giocatore di rugbyperò ci sono anche gli infortuni. Avolte tanti, e ripetuti. L’ultimo diMauro arriva nel 2010, durante uncollegiale con la nazionale. In alle-namento. Alla spalla, deve operar-si e rimane fuori dalla nazionale perpiù un anno. Quando torna è cam-biato tutto. Deve riconquistarsi ilposto in squadra per i Mondiali inNuova Zelanda. Nessuno sconto.Non fa niente se ti chiami MauroBergamasco. Ma non è finita qui perchè nel frat-tempo il suo club di Parigi, lo Sta-de Francais, è sull’orlo del falli-mento ed è costretto a sfoltire dinetto la rosa giocatori. Vengonotagliati più di dieci giocatori, Mau-ro è fra questi. Non c’è tempo per pensare al pro-prio futuro, il suo unico obiettivoè vincere la corsa più importantedella sua vita. Quella per ottene-re la convocazione alla Coppa delMondo. Nulla a che vedere con la meta se-gnata nel 2007 alla Scozia al pri-

mo minuto di gioco, oppure agli AllBlacks nel 2004 all’ultimo minuto.Non vuole distrazioni, il resto si ve-drà. Due squadre francesi intantolo contattano e gli offrono un con-tratto per la stagione ma lui non ac-cetta perchè dovrebbe rinunciare al-la nazionale, per essere disponibi-le durante la Coppa del Mondo etutto il 6 Nazioni. Niente da fare.Mauro non vuole e non può abban-donare la maglia azzurra. E’ unaquestione di cuore. Anche se nullaè ancora definito, anche se NickMallet non gli ha garantito nulla, an-

che se rischia di rimanere a piedi.Nel ritiro pre-mondiale si impegnacome un novellino, accetta di gio-care con la seconda squadra untest. Non brilla ma in campo si sen-te la sua presenza, quello che Mal-lett voleva. Viene convocato, parteper la Nuova Zelanda e gioca.Quando torna in Francia però è undisoccupato. Senza club. Non lochiama nessuno ed entra a far par-te di una lista di giocatori “cassa in-tegrati” stipendiati dal governo e dal-la Lega francese (una cosa che inItalia non esiste). Passano due me-

si e non si fa vivo nessuno. Maurosi allena duramente con il prepara-tore della nazionale italiana Alex Mar-co ma non basta, deve giocare. Intanto i Barbarians, il club ad in-vito più prestigioso, lo convoca peruna partita a Twickenham control’Australia. E’ la sua occasione, de-ve farsi trovare pronto. Torna a Sel-vazzano, la sua piccola Selvazzanoe trascorre una settimana ad alle-narsi con i ragazzi della serie C. Ri-torno alle origini.Quando fa la borsa per Londra cimette dentro anche i calzettoni delSelvazzano, a strisce bianco e ver-di. Una delle regole dei Barbariansè che i giocatori devono indossarei calzettoni del proprio club. Mauro non è tesserato con nessu-no e quindi sceglie i colori della squa-dra con cui ha iniziato a giocare.Quando entra sul campo Twicken-ham la sua divisa è impeccabile. Ma-glia dei Barbarians a strisce largheorizzontali bianco-nere. Calzoncinivintage di colore nero ma di due mi-sure più grandi rimboccati con il na-stro. Calzettoni bianco e verdi delSelvazzano. Che storia!

motori

I BARBARIANS ED I CALZETTONIQuando giocano i Barbarians sono i calzettoni a fare ladifferenza. Più della maglia, che per definizione omologa. Una delle regole del prestigioso club recita che i giocatoridevono indossare i calzettoni del proprio club. A vederli inpartita, con quei polpacci uno diverso dall’altro, l’effetto è digran confusione. I colori si mischiano, sembra di assisteread una partita giocata in parrocchia. Ma non è così. Quandogiocano i Barbarians è un sogno. Se chiudi per un attimo gliocchi e li riapri ti ritrovi a Twickeham, il tempio del rugby. E di fronte hai l'Australia con lo stadio pieno.

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entre scrivo il primo

match di Rabodirect PRO

12 prodotto su suolo na-

zionale è stato appena

mandato in onda da Rai

Sport: il 26 novembre la

Benetton Treviso non è

andata oltre il 20-30 contro gli irlandesi del Lein-

ster ma la partita di Monigo rappresenta un pas-

so importantissimo per il movimento d’elite che

approda in chiaro sull’emittente di stato.

Un passo logico, dopo stagioni in cui il campiona-

to italiano d’Eccellenza è cresciuto esponenzial-

mente negli ascolti su Rai Sport.

Ora è toccato anche al Rabodirect PRO12, fu Ma-

gners League, il torneo che dall’anno scorso vede

Treviso e gli Aironi Rugby impegnati a rappresenta-

re il movimento italiano di vertice contro province

e franchigie di Galles, Scozia ed Irlanda.

Per Giancarlo Dondi – dal 1996 alla guida della

FIR – e per Eugenio De Paoli, direttore di Rai Sport

con il pallino del rugby, si tratta di un nuovo fon-

damentale accordo per dare visibilità alla palla

ovale di casa nostra: la FIR, che ha acconsenti-

to a farsi carico dei costi di produzione delle ga-

re disputate a Treviso e Viadana, nido degli Airo-

ni, ha così offerto non solo un prodotto di altissi-

ma qualità sportiva ai telespettatori, ma ha an-

che offerto alle sue due squadre di vertice una

vetrina ideale per i propri sponsor.

“Abbiamo lavorato con grande impegno al fianco

degli organizzatori del Rabodirect Pro12 per ren-

dere il più fruibile possibile questa grande compe-

tizione. Non possiamo che essere entusiasti di aver

raggiunto un accordo che porterà nelle case di tut-

ti gli italiani una competizione di altissimo livello,

che vede protagonisti moltissimi atleti della nostra

Nazionale e delle rappresentative celtiche con cui

già ci confrontiamo nell’RBS 6 Nazioni”, ha dichia-

rato il Presidente della FIR Giancarlo Dondi.

“L’impegno di Rai Sport al fianco del rugby è

cresciuto anno dopo anno nel recente passato

– ha detto il direttore del canale sportivo Euge-

nio De Paoli – e l’acquisizione del Rabodirect

Pro12 rappresenta un nuovo passo in avanti da

parte nostra nei confronti del grande rugby in-

ternazionale. Sono sicuro che i riscontri di pub-

blico ci daranno ragione: il Rabodirect Pro 12 è

una competizione di altissimo livello che saprà

entusiasmare non solo gli appassionati di lun-

go corso ma anche coloro che si stanno avvici-

nando al gioco del rugby”.

L’offerta di rugby in tv non è mai stata così ricca co-

me oggi: la Nazionale si divide tra Sky e La7, men-

tre Rai Sport con il PRO12, l’Eccellenza e l’Italia

U20 sembra decisa a candidarsi sempre più come

la tv di riferimento per il pubblico del rugby.

M

rugby[ ]

12[ ]

IL RUGBY INTERNAZIONALESI VEDE IN CHIARO

Dopo Eccellenza eNazionale U20, è

stato teletrasmessoda RAI Sport il

primo match di Rabodirect

PRO 12di Andrea Cimbrico

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14[ ]

VOLARE SUL GHIAC RESTANDO SE STESSIdi Lorenzo Arduini_foto Elvis; archivio personale Fontana

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i è parlato molto di Arianna Fon-

tana, classe 1990, la ragazzina

timida che diventa una scheg-

gia sul ghiaccio quando ha i pat-

tini ai piedi. La pattinatrice di

Short Track delle Fiamme Gial-

le, nata a Sondrio, nella sua car-

riera agonistica ha bruciato le tappe: è passato in-

fatti un tempo brevissimo dalle sue prime “pattina-

te” sul campo da calcio ghiacciato di Lanzada, il

paesino dove è cresciuta, fino alla medaglia di bron-

zo conquistata nella staffetta 3000 metri alle Olim-

piadi di Torino 2006.

Fu una medaglia storica, quella, per lei e per lo

sport italiano: Arianna, non avendo ancora compiu-

to sedici anni, in quell’occasione è diventata l’atle-

ta in assoluto più giovane ad essere salita sul po-

dio in un’Olimpiade Invernale.

Lo sport italiano conquistò invece la medaglia nu-

mero cento in assoluto nella rassegna degli sport

invernali per eccellenza. In quest’intervista per

Sport Club Arianna si è aperta parlando di tutto,

dalla sua infanzia, per arrivare alle prime vittorie

ed alle rinunce in termini di tempo libero dell’a-

dolescenza, fino al futuro, a come si vede una

volta che avrà appeso i pattini al chiodo.

Arianna, a che età hai cominciato a pattinare?“Diciamo che in realtà il primo a pattinare fu mio

fratello Alessandro, che ha due anni in più di me,

dopo qualche mese ho cominciato anch’io. Era-

vamo bambini e abbiamo imitato il nostro vicino

di casa, che faceva Short Track. I primi pattini

che ho messo ai piedi sono stati però quelli a ro-

telle, avevo quattro anni. L’inverno successivo co-

minciai a pattinare anche sul ghiaccio”.

Raccontaci le tue prime “pattinate”“Ho iniziato a pattinare per la Lanzada Ghiac-

cio, la squadra del mio paese. Fino ai sei anni

non c’erano gare vere e proprie, gli istruttori ci

facevano soprattutto giocare, in occasione del-

le cosiddette “cucciolate”, eravamo molto pic-

coli. Ho un bellissimo ricordo di quei momenti,

stavo molto bene con i miei amichetti: all’epo-

ca non c’era ancora la pista di ghiaccio e ci fa-

cevano pattinare sul campo di calcio che d’in-

verno era ghiacciato”.

Quando hai cominciato a partecipare alle pri-me gare agonistiche?“Dopo aver compiuto i sei anni, iscrivendomi nel-

le varie categorie. Ho cominciato, come detto, con

la Lanzada Ghiaccio, poi purtroppo la società ha

chiuso e sono passata alla Bormio Ghiaccio. Fino

ai dodici anni ho alternato il pattinaggio sul ghiac-

cio a quello a rotelle, che praticavo d’estate”.

Quando hai capito di poter raggiungere gran-di traguardi?“Abbastanza presto devo dire. A 13 anni ho par-

tecipato alle selezioni per le squadre nazionali e

sono subito entrata, anche se non avevo ancora

l’età per gareggiare in competizioni internaziona-

li. Quando gli impegni scolastici lo permetteva-

no, però, venivo aggregata alle ragazze più gran-

di, in modo da poter vedere come funzionava quel

mondo. In quel periodo ho pensato che, una vol-

ta raggiunta l’età per gareggiare, potevo farcela

e non vedevo l’ora di crescere”.

E infatti sei arrivata ai vertici molto presto.Che sacrifici hai dovuto affrontare, negli annidell’adolescenza, in nome della tua passione?“Sono stati molti ed hanno coinvolto anche i

miei genitori. Fino alla fine delle scuole medie,

[ ]

[ ]

S

ACCIO

Intervista ad Arianna Fontana, pattinatrice di ShortTrack, che, nonostante le vittorie e i record, è rimastagenuina, vivace e disponibile con tutti

cover

“Ultimamente mi stoappassionando di telefilm, ne

sto seguendo parecchi insiemealle mie compagne di squadra.

E’ un modo per riposarsi e per staccare. Anche il

cinema mi piace un sacco,quando riesco non perdo

l’occasione di andarci“

15

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Page 18: Sport Club Magazine Dicembre 2011

cover[ ]

16[ ]

“La fiducia che venivariposta in me qualche voltami pesava, anche nellestaffette dove il risultatofinale non dipendeva solodalla mia prestazione, ma èuna sensazione che hosuperato, anche grazie allamancanza di invidia delle mie compagne di squadra”

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Page 19: Sport Club Magazine Dicembre 2011

infatti, ho vissuto con i miei a Lanzada, ma pat-

tinavo a Bormio. Ogni giorno quindi i miei geni-

tori, alternandosi con quelli di una mia compa-

gna di squadra, anche lei di Lanzada, mi accom-

pagnavano agli allenamenti e mi venivano a

prendere.

Bormio dista un’ora di macchina da casa mia e

quindi è facilmente immaginabile che, senza i

miei genitori, non sarei qui ora e non avrei vin-

to quello che ho vinto”.

Gli anni delle superiori, invece, come sonoandati?“In prima mi sono trasferita a Bormio, è stato

un momento difficile per la lontananza con la

famiglia e gli amici. A volte ho pensato perché

stavo facendo questo, quando, nei fine setti-

mana, tornavo a Lanzada e non potevo uscire

la sera, per la stanchezza e per gli impegni ago-

nistici dei giorni successivi. Però volevo patti-

nare , era quella la mia volontà e, dopo, tutto

è stato ripagato”.

Sei stata l’atleta più giovane ad aver vintouna medaglia alle Olimpiadi Invernali. E’ sta-to un peso, negli anni successivi, in termi-ni di pressioni e aspettative che venivano ri-poste su di te?

“Ogni tanto sì ed ogni tanto no. E’ vero che nel-

le gare la fiducia veniva riposta soprattutto su

di me, anche nelle staffette dove il risultato non

dipendeva esclusivamente dalla mia prestazio-

ne. Qualche volta mi pesava, ma è una sensa-

zione che ho superato, anche grazie alla man-

canza di invidia delle mie compagne di squa-

dra con cui vado molto d’accordo”.

Quando non sei su una pista di pattinaggioche cosa ti piace fare? Quali sono i tuoi hobby?“Ultimamente mi sto appassionando di telefilm,

ne sto seguendo parecchi insieme alle mie com-

pagne di squadra. E’ un modo per riposarsi e

cover[ ]

17[ ]

IL PALMARES DI ARIANNA FONTANA

Giochi Olimpici2 Bronzi (Staffetta a Torino2006 e 500 m a Vancouver2010)

Campionati Mondiali1 Argento (500 m a Milano2007) e 1 Bronzo (staffetta aMinneapolis 2006)

Campionati Europei8 ori (staffetta, Krynica Zdrój2006; staffetta a Sheffield2007; generale, 1500 m e3000 m a Ventspils 2008;generale, 500 m, 1000 ma Torino 2009), 4 argenti(generale, 500 m, 3000 ma Krynica Zdrój 2006;1000 m a Ventspils 2008) e3 bronzi (1500 m a KrynicaZdrój 2006; 1500 ma Sheffield 2007; 1500 ma Torino 2009)

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Page 20: Sport Club Magazine Dicembre 2011

per staccare. Anche il cinema mi piace un sac-

co, quando riesco non perdo l’occasione di an-

darci. Infine la musica, amo ascoltarla a casa,

ma anche andare a ballare con le amiche, na-

turalmente quando gli impegni sportivi me lo

consentono”.

Hai mai pensato a cosa potresti fare una vol-ta appesi i pattini al chiodo?“Visto che faccio parte della Guardia di Finanza

mi piacerebbe entrare nel Soccorso Alpino. Un

futuro nel mondo del pattinaggio in questo mo-

mento non lo ritengo molto probabile, visto che

non mi vedi troppo bene nel ruolo di allenatrice”.

Come vivi il tuo rapporto con il Gruppo Spor-tivo Fiamme Gialle?“Mi trovo molto bene, loro sono sempre pronti a

risolvere ogni mio eventuale problema e mi lascia-

no vivere tranquillamente la mia vita da atleta”.

cover[ ]

18[ ]

Dicembre 2011 Pa new:sport club novembre 2011 30/11/11 20.37 Pagina 18

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sport invernali[ ]

20[ ]

RIPARTONO GLI SPORT INVERNALIOrfana di grandi eventi come Giochi Olimpici e Mondiali, la stagione 2011-2012degli sport invernali è animata esclusivamente dalla varie Coppe del Mondo sullequali è concentrata tutta l’attenzione di appassionati e addetti ai lavori.

di Marco Trozzi

Dicembre 2011 Pa new:sport club novembre 2011 30/11/11 20.37 Pagina 20

Page 23: Sport Club Magazine Dicembre 2011

ome di consueto saranno sette

le discipline che vedranno im-

pegnati gli atleti degli sport in-

vernali: sci alpino, sci di fondo,

snowboard, combinata nordica,

freestyle, telemark e slittino.

Sci alpinoLa stagione dello sci alpino è iniziata alla fine di

ottobre sulla pista austriaca di Soelden e si con-

cluderà sempre in Austria, a Schladming, nel me-

se di marzo. Una quarantina gli appuntamenti

maschili e altrettanti quelli femminili nei cinque

mesi di gare durante i quali l’Italia ospiterà quat-

tro tappe: Val Gardena, Alta Badia e Bormio per

gli uomini e Cortina d’Ampezzo per le donne. Le

discipline che assegnano punti per la conquista

della Coppa del Mondo generale sono lo slalom

speciale, slalom gigante, supergigante, discesa

libera e combinata e il regolamento prevede che

questa venga conquistata dai due atleti che nel-

l’arco della stagione abbiano conquistato il mag-

gior numero di punti. Dunque per conoscere chi

succederà al croato Ivica Kostelic e alla tedesca

Maria Riesch bisognerà attendere il mese di mar-

zo. Per i colori nostrani l’ultimo sciatore ad aver

alzato la coppa di cristallo è stato Alberto Tom-

ba nel lontano 1995 dopo i quattro successi di

Gustav Thoeni e quello di Piero Gros tra il 1970

e il 1975, diverso il discorso per le donne, inve-

ce, tra le quali mai nessuna atleta italiana è ri-

uscita ad imporsi.

Sci di fondo Sono diciannove le tappe che animano la sta-

gione della Coppa del Mondo dello sci di fon-

do iniziata lo scorso mese in Norvegia e che si

concluderà in Svezia a marzo con una tappa a

metà gennaio anche a Milano. Sono lontani gli

anni in cui gli azzurri la facevano da padroni

sia in campo maschile che femminile (ultimo

successo quello di Gabriella Paruzzi nel 2004,

Pietro Piller Cotter è arrivato terzo nel 2008),

sport invernali[ ]

21[ ]

C

Per conoscere chi succederà alcroato Ivica Kostelic e allatedesca Maria Riesch bisogneràattendere il mese di marzo. Peri colori nostrani l’ultimosciatore ad aver alzato la coppadi cristallo è stato AlbertoTomba nel lontano 1995

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Page 24: Sport Club Magazine Dicembre 2011

anche se la scorsa stagione ha regalato all’I-

talia il gradino più basso del podio con Arian-

na Follis tra le donne. Attesi protagonisti sono

gli atleti scandinavi da sempre padroni della

disciplina (in particolare i norvegesi).

Snowboard, Freestyle e TelemarkSnowboard, freestyle e telemark sono tra le di-

scipline più affascinanti del circuito bianco. Lo

snowboard è nato negli Stati Uniti negli anni

‘60 ed è diventato sport olimpico nel 1998.

L’Italia non ha una buona tradizione in questa

specialità, dove al momento sono in testa alla

classifica generale il finlandese Janne Korpi e

l’elvetica Ursina Haller.

Il circuito internazionale farà tappa anche in

Italia dove si terranno tre tappe: Carezza, Bar-

donecchia e Valmalenco. Stesso discorso per

le altre due specialità dove i nostri atleti ap-

paiono un gradino sotto gli altri.

Combinata nordicaTredici le tappe, di cui una in Vial di Fiemme

agli inizi di febbraio, che costituiscono il calen-

dario della combinata nordica, disciplina che

fino ad ora non ha ancora mai regalato all’Ita-

lia una vittoria finale. Al momento c’è il solo

Alessandro Pittin, che occupa la sesta posizio-

ne in classifica, ad essere tra i primi dieci at-

leti al mondo, ma francamente appare molto

difficile che un azzurro riesca a laurearsi cam-

pione del mondo della disciplina.

SlittinoDiverso il discorso per lo slittino dove l’Italia ha

una notevole tradizione grazie a campioni del

calibro di Armin Zöggeler capace di laurearsi

campione del mondo nelle ultime sei edizioni

alle quali si aggiungono altri quattro successi

iridati, trionfi che ne fanno l’italiano che ha vin-

to più gare di coppa del mondo negli sport in-

vernali.

Per l’Italia in totale sono diciotto i titoli conqui-

stati in circa 35 anni di competizioni, lecito dun-

que aspettarsi qualcosa di buono dalla stagio-

ne iniziata il mese scorso a Igls in Austria (do-

ve Zöggeler si è piazzato terzo) e che si conclu-

derà a febbraio in Russia.

Giochi Olimpici GiovaniliNon solo Coppa del Mondo però nella lunga

stagione degli sport invernali: Innsbruck, infat-

ti, dal 13 al 22 gennaio prossimi ospiterà i Gio-

chi Olimpici giovanili. I Giochi olimpici Giovani-

li prevedono la partecipazione di atleti compre-

si nella fascia tra i 15 e i 18 anni, raccoglie il

testimone di Singapore 2010, la versione olim-

pica giovanile estiva.

Sarà il luogo dove le promesse delle discipline

olimpiche del circuito bianco si sfideranno nel-

la speranza di diventare i campioni di domani.

sport invernali[ ]

22[ ]

Il circuito internazionale disnowboard farà tappa anche in Italia dove si terranno tretappe: Carezza, Bardonecchiae Valmalenco. I nostri atletiappaiono un gradino sotto gli altri, così come nelfreestyle e nel telemark

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Page 25: Sport Club Magazine Dicembre 2011

IN COLLABORAZIONE CON:

FORNITORI UFFICIALI:UN EVENTO A FAVORE DI:

CON IL PATROCINIO:

MANIFESTAZIONI IN CONTEMPORANEA:

ORAGANIZZATO DA:

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Nell’anno che sta volgendo al termine gli atleti azzurri hannoconquistato ottimi piazzamenti in tutte le discipline della FederazioneItaliana Sport Orientamento

di Stefano Mappa

[ ]24

ORIENTEERING,UN 2011 DA RICORDARE

Dicembre 2011 Pa new:sport club novembre 2011 30/11/11 20.37 Pagina 24

Page 27: Sport Club Magazine Dicembre 2011

25[ ]

l 2011 del movimento orientistico italia-no è stato un crescendo di emozioni chehanno regalato agli appassionati dellosport dei boschi, momenti di rara gioiagrazie alle imprese dei suoi campioni.Storiche medaglie di valore mondiale so-no arrivate grazie a Laura Scaravonati e

Riccardo Rossetto, interpreti della Mountain Bi-ke Orienteering, disciplina che vede gli atleti in

sella alla bici, impegnati a districarsi con map-pa e bussola, nella fitta rete dei sentieri.Ad agosto, nel mondiale di casa, a Vicenza, en-trambi hanno fornito le migliori prestazioni disempre aggiudicandosi rispettivamente un bron-zo ed un argento nella long distance, sfidandoun caldo torrido che in quei giorni sfiorava i 40°.Traguardi mai raggiunti prima dal movimento del-la 2 ruote con carta e bussola, confermando

così la bontà del lavoro svolto dalla Fiso, la Fe-derazione Italiana Sport Orientamento. Per lacremonese Scaravonati è stata la consacrazio-ne dopo una serie di risultati internazionali. PerRossetto invece è stata una vera e propria esplo-sione dato che il ragazzo prende parte con rego-larità a gare di questo tipo solo da un anno. Unsuccesso agonistico e promozionale per unosport in forte crescita che grazie anche agli al-

I

[ ]orienteering

Dicembre 2011 Pa new:sport club novembre 2011 30/11/11 20.38 Pagina 25

Page 28: Sport Club Magazine Dicembre 2011

[ ]orienteering

[ ]26

lori degli azzurri, ha avuto un’ottima esposizio-ne mediatica. La stagione è stata però caratterizzata anche daaltri episodi e risultati importanti. Nella specia-lità della corsa orientamento (che assieme allosci orienteering ed al trail orienteering comple-tano le discipline federali), si sono sfiorati risul-tati importantissimi. Nella prima metà di agosto,a Chambery, in Francia, la rappresentativa italia-na si è trovata ad un passo dalla conquista diuna storica medaglia nella Staffetta a squadreche assegnava il titolo mondiale. In gara 3 ita-liani, in 3 distinte frazioni: Klaus Schgaguler, al-toatesino, Alessio Tenani, bolognese, e MichailMamleev, russo naturalizzato italiano. Gli italia-ni sono passati al secondo cambio in piena zo-

na podio, ad un’incollatura dai francesi campio-ni del mondo. Una posizione inattesa che ha fat-to saltare in piedi i tifosi che hanno raggiuntol’altopiano di La Fèclaz, dove era stata allestital’arena d’arrivo. Due prime maestose frazionicon Schgaguler e Tenani, che hanno passato iltestimone a Mamleev, ex campione europeo epiù volte medagliato ai Mondiali. L’uomo più esperto del lotto ha però commes-so un grave errore e l’Italia è scivolata lontanadalle posizioni nobili. Un risultato mancato, mal’occasione è stata storica tanto da rimanere benstampata nella mente degli orientisti. Di rilievoanche il risultato raggiunto dai colori azzurri nel-la disciplina del Trail-O, aperta anche ai diversa-mente abili, dove non conta la prestazione fisi-

ca ma l’abilità nel saper leggere la mappa. Sem-pre in terra di Francia, Remo Madella, milanesetesserato per il Cus Parma, ha conquistato un9° posto Mondiale, altro risultato storico per ilmovimento italiano. Una stagione esaltante perl’Italia che si è conclusa nel migliore dei modicon il 32° Meeting Internazionale di Venezia, even-to in grado di richiamare 5.000 partecipanti datutta Europa. Un appuntamento agonistico masoprattutto una grande kermesse di fine anno incui sono confluiti tanti appassionati di orientee-ring. Anche in questa occasione, buona la pre-stazione degli atleti azzurri che hanno raccoltoun prestigioso 2° posto con Alessio Tenani (3 vol-te vincitore a Venezia nelle passate edizioni), al-le spalle del lituano Jonas Gvildys.

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Page 29: Sport Club Magazine Dicembre 2011

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Page 30: Sport Club Magazine Dicembre 2011

[ ]28

Intervista al Presidente del Tiro a SegnoNazionale Sezione Roma Carlo Mantegazza, che

ha parlato di un mondo frequentato anche dadonne e bambini dove non si promuove l’uso

libero delle armidi Lorenzo Arduini

[ ]tiro a segno

TIRO A SEGNO,UNO SPORT SICURORIVOLTO A TUTTI

Dicembre 2011 Pa new:sport club novembre 2011 30/11/11 20.38 Pagina 28

Page 31: Sport Club Magazine Dicembre 2011

l Tiro a Segno è un’attività che viene svol-te da molteplici persone per finalità mol-to differenti l’una dall’altra. Prevedendol’uso delle armi viene praticata, innan-zitutto, dai membri delle Forze Armatee delle Forze dell’Ordine, che, natural-mente, per svolgere il proprio lavoro de-

vono essere in grado di sparare con precisio-ne anche e soprattutto per tutelare l’incolumi-tà e la sicurezza della cittadinanza. In secondo luogo devono, per così dire, im-parare a sparare i civili che intendono otte-nere una licenza di por to d’armi, come peresempio i cacciatori.Infine il tiro a segno è anche una disciplina spor-tiva olimpica, che prevede diverse specialità el’uso di armi di diverso calibro e differente lun-ghezza, dalle semplici pistole ai vari tipi di fu-cili e carabine. Contrariamente a quello che sipuò pensare il tiro a segno può essere praticatoanche da bambini di otto, dieci anni di età chenaturalmente utilizzano armi ad aria compressae sono sempre seguiti da personale adulto inogni momento. Nella capitale l’ente che si occupa di tutto l’ar-co delle attività di tiro a segno, dal rilascio del-le licenze fino alla pratica sportiva, è il Tiro aSegno Nazionale Sezione Roma, nato nel 1883

come palestra sia degli sportivi che dei giova-ni che si apprestavano al servizio militare.In questo articolo abbiamo intervistato il Pre-sidente del TSN Roma Carlo Mantegazza perindagare da vicino un mondo che può apparirea qualcuno popolato da cultori dell’uso dellearmi un po’, per così dire, invasati.

Presidente, quali sono le attività del Tiro a Se-gno Nazionale Sezione Roma?“Noi svolgiamo due tipologie di attività: una di ti-po istituzionale e certificatoria per l’idoneità almaneggio delle armi. Per legge infatti coloro chesvolgono servizio armato presso pubblici o priva-ti devono svolgere annualmente un corso di ido-neità al tiro a segno, poi coloro che chiedono unadelle licenze di porto d’armi devono svolgere unatantum un corso di idoneità al tiro a segno. Poiseguiamo la parte sportiva, come una qualsiasisocietà, ai più alti livelli nazionali. Per promuove-re questa pratica coinvolgiamo anche le scuolefacendo venire gli alunni dai dieci anni in su pres-so il nostro centro per farli provare a sparare, na-turalmente con pistole ad aria compressa”.

Chi sono gli atleti agonisti di tiro a segno? Sitratta di membri o ex membri delle forze ar-mate?

“L’attività sportiva nasce con l’attività di pro-mozione giovanile, tra cui quella scolastica, co-me qualsiasi altro sport. Gli atleti di vertice ma-gari entrano nelle forze armate in un secondomomento, per avere la possibilità di portareavanti la propria attività guadagnandosi da vi-vere, come avviene per tantissimi altri sportche non prevedono il professionismo”.

Che età hanno, mediamente gli atleti di tiroa segno?“La tipologia di questo sport gli consente diessere molto longevo, si spara dai dieci aicinquanta anni, potendo ottenere prestazio-ni elevate. A differenza di molti altri sport l’at-tività agonistica, per così dire, dura abbon-dantemente oltre i trent’anni. Per quanto riguarda i giovani, i ragazzi dai die-ci ai quattordici anni possono utilizzare soloarmi ad aria compressa con la costante pre-senza di un adulto. Dai quattordici ai diciot-to possono usare anche armi da tiro speci-fiche di calibro 22, in presenza di un allena-tore abilitato”.

Viene da pensare che si tratti di uno sport to-talmente maschile. Quante sono le donne?“Smentisco subito questo luogo comune dicen-

29[ ]

I

tiro a segno[ ]

Dicembre 2011 Pa new:sport club novembre 2011 30/11/11 20.38 Pagina 29

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do che, tra i tesserati, le donne sono quasi lametà. Soffermandosi sui giovani, anche tra glialunni delle scuole riscontriamo un interesse pra-ticamente uguale tra i ragazzini e le ragazzine”.

Si può anche pensare, da profani, che sia unosport pericoloso, soprattutto per i più giovani.“Esistono statistiche, ad esempio della SPOR-TAS, che dimostrano che il tiro a segno sia unodegli sport con il numero minore di infortuni”.

I vostri atleti utilizzano armi di proprietà?“Per quanto riguarda le armi ad aria compres-sa il loro possesso per legge è libero. Per quel-le con proiettili veri i nostri soci che non pos-siedono licenze possono usarle all’interno deinostri spazi solo dopo essersi iscritti al TSN edaver ottenuto l’abilitazione tecnica”.

Qualcuno può pensare che siate dei cultoridell’uso delle armi e siate favorevoli ad unloro uso maggiormente liberalizzato.“La realtà è completamente diversa e la no-stra comunicazione sta puntando proprio suquesto. Noi puntiamo ad una maggiore rego-lamentazione dell’uso delle armi proprio peruna maggiore sicurezza di tutti i cittadini. Og-gi può detenere un’arma nella propria abita-zione anche chi non è in possesso di alcunalicenza o chi possiede una vecchia licenza, ma-gari scaduta da molti anni. Si immagina quindi i pericoli che possono con-seguire da questa situazione, noi vogliamo chechiunque possieda un’arma sia obbligato perlegge a venire qui periodicamente per potercertificare la sua idoneità all’uso della stes-sa, proprio per evitare incidenti”.

E per i più giovani?Non pensa che sia diseducativo insegnare loro a sparare?“Anche qui mi sento di dare una risposta dif-ferente. Sappiamo che tutti quanti i ragazzinihanno una pistola ad aria compressa e la usa-no per sparare per esempio dalla finestra, ma-gari ai piccioni, con il rischio di colpire qual-cuno in un occhio. Questi ragazzini potrebbero venire qui per pra-ticare lo sport del tiro a segno, soddisfandocosì la loro voglia di sparare. I nostri giovanissimi atleti quando sono a ca-sa hanno appagato i loro bisogni, se così pos-siamo dire, in maniera sana e sicura e nonsi mettono mai a sparare dalla finestra, pra-tica, come ho detto, alquanto insicura e pe-ricolosa”.

[ ]30

tiro a segno[ ]LE ATTIVITÀ SPORTIVEDI TIRO CHE SI POSSONOSVOLGERE AL TSN ROMA

• Avancarica• Bench Rest cal. .22LR• Standard (BR22 STD)• Sporter (BR22 SP)• Light Varmint (BR22 LV)• Heavy Varmint (BR22 HV)• Fucile calibro 12 e Carabinaa leva "Old West"

• Fucile a pompa• Carabina a leva• Coach gun• Tiro Informale e Istituzionale• Tiro Accademico con Carabina• Carabina libera 3 posizioni• Carabina libera a terra• Carabina sportiva 3 posizioni• Carabina sportiva a terra• Tiro Accademico con Pistola• PL - Pistola Libera• PA - Pistola Automatica• PSp - Pistola Sportiva 30+30Categoria Donne• PS - Pistola Standard 20+20+20Categoria Uomini

• PGC - Pistola Grosso Calibro• Armi ad Aria Compressa• P10 - Pistola aria compressa• C10 - Carabina aria compressa

Dicembre 2011 Pa new:sport club novembre 2011 30/11/11 20.38 Pagina 30

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l grande badminton internazionale tor-na nella capitale questo mese conl’undicesima edizione degli Italian In-ternational. La manifestazione, che quest’annoavrà particolare rilievo essendo vali-da per la qualificazione alle prossime

Olimpiadi di Londra, si svolgerà in una nuo-va location: ad ospitare le gare sarà infattiil Pala FIJLKAM di Ostia, dopo che l’annopassato gli Internazionali si erano disputati

a Bracciano, presso il Centro Sportivo del-l’Aeronautica Militare di Vigna di Valle.Si tratta del torneo, tra i 10 migliori d’Eu-ropa, che rappresenta la tappa italiana delCircuito Europeo, coordinato dalla Federa-zione Europea ed inserito nel calendario del-la Federazione Mondiale (BWF). Partecipe-ranno 240 atleti provenienti da 37 nazioni.Quest’anno la possibilità per gli atleti di ac-quisire punti validi per conquistare il passolimpico assicurerà non solo l’altissimo li-

vello tecnico del torneo ma anche uno stre-pitoso spettacolo sportivo. Nel badmintonle nazioni dalle quali provengono gli atletipiù validi sono, per quanto riguarda il vec-chio continente, quelle del Nord e dell’EstEuropa. Dimostrazione di questo sono sta-te le vittorie nei Singoli dell’ultima edizionedegli Italian International, ottenute da unpolacco (Wacha) per gli uomini e da una te-desca (Konon) per le donne. A livello extraeuropeo gli atleti più forti sono soprattutto

[ ]32

Dal 13 al 16 dicembre appuntamento al Pala Fijlkam per l’unidicesima edizionedegli Italian International, valida per la qualificazione olimpica

[ ]

di Lorenzo Arduini

badminton

IL BADMINTON MONDIALEDI SCENA A OSTIA

I

Dicembre 2011 Pa new:sport club novembre 2011 30/11/11 20.38 Pagina 32

Page 35: Sport Club Magazine Dicembre 2011

[ ]

badminton[ ]

33

asiatici, provenienti da Cina, Korea ed In-donesia. Tra gli atleti italiani ad Ostia la piùattesa è una donna, come sta avvenendoin molte discipline in questi ultimi anni: sitratta di Agnese Allegrini, prima giocatriceitaliana di badminton a qualificarsi alle Olim-piadi, traguardo raggiunto nel 2008, cheora sta puntando con tutte le sue forze al-la qualificazione per Londra. La ragazza romana, classe 1982, ha vissu-to un periodo in Danimarca dove ha segui-to il corso di formazione per allenatori di al-to livello all'"International Coach" di Aalborg.In campo internazionale a novembre unastrepitosa Agnese ha vinto il torneo femmi-nile "Bahrain International Challenge 2011",battendo al terzo set la svizzera Sabrina Ja-quet in finale. Gli altri atleti azzurri in garasaranno Giovanni Greco, Daniel Messersì(la promessa italiana del badminton, essen-do nato nel 1992) e Manuel Batista. Gli Ita-lian International non saranno solo un ap-puntamento dal grande contenuto tecnico,in grado di dare un contributo significativo

alla promozione del badminton in Italia, maanche una possibilità di promozione del ter-ritorio e di scambio culturale. Sul litorale diOstia arriveranno infatti oltre 400 persone,tra atleti, tecnici, dirigenti ed accompagna-tori che potranno quindi conoscere Romacome città di mare e non solo come metro-poli in grado di offrire bellezze storiche, ar-chitettoniche ed artistiche. Inoltre, come avviene del resto per gli even-ti internazionali dei cosiddetti “sport mino-ri”, gli atleti ed il pubblico avranno l’occasio-ne di confrontarsi e conoscere persone cheprovengono da luoghi anche molto lontani.In queste discipline infatti negli appuntamen-ti internazionali non gareggiano divi miliar-dari come avviene nel calcio o nella pallaca-nestro, bensì ragazzi assolutamente norma-li, che studiano o lavorano e che portanoavanti con costanza ed impegno la propriagrande passione. Per quanto riguarda il badminton, per esem-pio, molti tra i più validi giocatori provengo-no, come accennato sopra, dall’Asia, in par-

ticolare dall’Estremo Oriente, basti pensa-re che la Federazione Internazionale di que-sto sport ha sede in Malesia. Alle semifina-li ed alle finali assisteranno anche gli alun-ni delle scuole medie e superiori di Ostiache avranno quindi la possibilità di conosce-re uno sport nuovo e accattivante e, con-temporaneamente, assicurare agli atleti so-stegno e calore.

LE SPECIALITÀ DI GIOCOED I PARTECIPANTI

Singolo Maschile: 98 partecipantiSingolo Femminile: 66 partecipantiDoppio Maschile: 37 partecipantiDoppio Femminile: 25 partecipantiDoppio Misto: 32 partecipanti

PROGRAMMA GARE ITALIANINTERNATIONAL 2011

13 Dicembre ore 09.00 – 20.00Qualificazioni: Doppio Misto, SingoloMaschile, Singolo Femminile, DoppioMaschile, Doppio Femminile

14 Dicembre ore 09.00 – 20.00Tabelloni principali: Doppio Misto,Singolo Maschile, Singolo Femminile,Doppio Maschile, Doppio Femminile

15 Dicembreore 10.00 Quarti di finaliore 16.00 – 20.00 Semifinali

16 Dicembre ore 10.00 – 13.00 Finali

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l San Domenico Golf è stato per duesettimane al centro dell’attività ago-nistica europea ed italiana ospitan-do in sequenza due importantissimegare: l’Apulia San Domenico GrandFinal presented by Scholtès e il Cam-pionato Nazionale Open.

Nella prima, che ha concluso il Challenge TourEuropeo, si è registrato un trionfo azzurro condue eventi mai accaduti in passato: per laprima volta ha vinto un italiano e per la pri-ma volta a tre giocatori di casa nostra sonotoccate altrettante ‘carte’ delle venti che lagara distribuisce per l’European Tour ai pri-mi classificati nella money list. In tal modonella prossima stagione saranno ben sette ipro italiani nel circuito maggiore.A compiere l’impresa il 22enne romano An-drea Pavan, vincitore del torneo e secondonell’ordine di merito finale del circuito, Fede-rico Colombo e Alessandro Tadini.

ùPavan e il ventenne inglese Tommy Fleet-wood si sono battuti testa a testa per il tito-lo e per conquistare la prima posizione nellamoney list. Il romano ha prevalso nel torneoproprio sull’ultima buca, quando ha messo asegno il putt vincente da circa due metri. Co-lombo ha giocato con molta prudenza, sen-za correre rischi, pensando solo alla ‘carta’:l’ha guadagnata con l’11ª piazza finale chegli ha consentito di rimanere tra i top ten nel-l’ordine di merito. Giro finale al brivido per Tadini, che con unputt di un metro a segno sull’ultima buca, ègiunto 19° al traguardo e si è impossessatodella 20ª e ultima ‘carta’ a disposizione strap-pandola quasi dalle mani del francese An-thony Snobeck. Spazio alle nuove leve azzurre nel 72° Cam-pionato Nazionale Open, la più longeva garaitaliana, firmata dal 23enne Nino Bertasio,nato a Zurigo e cresciuto golfisticamente a

Gardagolf, che ha prevalso alla seconda bu-ca di spareggio su un altro emergente, il26enne ligure Nicolò Ravano. E’ stato il torneo che ha concluso il PilsnerUrquell Pro Tour, ossia il circuito delle garenazionali. Curiosamente Bertasio ha vinto afebbraio il primo torneo a cui ha partecipatonella nuova veste di professionista e poi quel-lo che ha chiuso il calendario: “Si è vero, que-sta particolarità è emblematica, perché de-scrive un po’ la mia annata dove in mezzonon c’è stato tanto. Ci tenevo a vincere, se non altro per dare to-no a una stagione da cui mi attendevo qual-cosa in più”. Ravano si è visto sfuggire il suc-cesso praticamente sul filo di lana. “Nel fi-nale - ha detto – mi sono un po’ smarrito,forse per la tensione. Lo spareggio è simile ai calci di rigore il cuiesito è casuale, ma ho il rammarico di aversbagliato troppo nelle ultime tre buche”.

Due eventi importantiospitati dal circolo pugliese

in due settimane

I

golf[ ]

AL SANDOMENICO

GOLF ÈDI MODA

L’AZZURRO

di Marta Centra

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golftuttincircolo

PARCO DI ROMA

Gulf’us al circoloIl meraviglioso paesaggio del cir-colo di Roma nord ha fatto da sce-nario alla tradizionale gara orga-nizzata dalla nota marca di abbi-gliamento Golf'us. La giornata non è stata delle mi-gliori per le condizioni climatiche,con la minaccia di piogge e con a

tratti forti raffiche di vento. L'or-ganizzazione al contrario è stataimpeccabile. una bellissima gior-nata di golf con la possibilità pertutti di vincere i bellissimi premiad estrazione.Ma ora veniamo ai vincitori:1^ Categoria 1^ Netto: V. Neri1^ Categoria Lordo: C. Bandini2^ Categoria Netto:P. Borghini3^ Categoria Netto: F. Reale

news dai circoli di golf a cura di Andrea Cecinelli

Responsabile comunicazione del Golf Forense

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COUNTRY CLUB CASTEL GANDOLFO

Un grande Christian Panucci anche a golf Con la quarta ed ultima prova, va inarchivio anche la seconda edizionedel Trofeo Space Lab. I premi mes-si in palio (su tutti l’agognato viag-gio in Marocco) hanno spinto i circa150 all’iscrizione.Simone Bettonidel Parco di Roma e Matteo Lupie-ri di Castelgandolfo con 38 puntihanno vinto la prima categoria. Unex grande giocatore di calcio, Chri-stian Panucci, ora giocatore di golf,ha vinto la seconda categoria con38 punti davanti a Stefano Melo-ne socio alle Rovedine (37). La ter-za categoria è stata appannaggio didue soci di Castelgandolfo (43) Ro-berto Falcone e Nicolas Walser. Al-

la simpatica premiazione RiccardoVaira ha detto: “Veramente grazieagli sponsor che hanno permessodi allestire un tavolo di premiazionecon bei premi in argento e diversifi-care nei premi.Un grazie anche alPresidente del circolo ospitante,Marco Zanetti che ha accolto conentusiasmo la manifestazione nelproprio calendario”.

LE QUERCE GOLF CLUB

Memorial Mario Pinzi: un grande successo tra Castelgandolfo e Le QuerceSi è concluso la 2° edizione dell’Eu-ropean Pro Amateur Memorial Ma-rio Pinzi con una splendida cerimo-nia di premiazione svoltasi a Castel-gandolfo al termine dell’ultima gior-nata di gara. Tutto ha avuto iniziocon lo SKIN GAME inaugurale cheha messo in campo un nutrito fielddi giocatori stellare: Costantino Roc-ca , Manuel Pinero , Josè Maria Ca-nizares, Emilio Rodriguez e Mark Ste-venson hanno incrociato i ferri conLorenzo Gagli, Alessandro Tadini ,Marco Crespi , Gregory Molteni edEmanuele Canonica. Dopo questostupendo prologo, l’appuntamentoera per il giorno seguente sul diffi-

cile percorso delle Querce prepara-to in modo eccellente per l’occasio-ne. Altra giornata di sole splendidoed un risultato che dava in prima po-sizione quel Marco Crespi già vinci-tore della prima edizione e dietro adinseguire da vicino Ale Tadini e Gre-gory Molteni Emanuele Lattanzi eCostantino Rocca. Nella seconda econclusiva giornata i pro e le lorosquadre si sono affrontati in un fi-nale entusiasmante su un campo,quello di Castelgandolfo, preparatoalla perfezione. Con una splendidarimonta l’ha spuntata AlessandroTadini con un totale di 139 (70 –69), che per un solo colpo a tolto lapossibilità di bissare il successo del-lo scorso anno a Marco Crespi (68– 72) comunque splendido secon-do. Al vincitore un assegno di €2.800,00.

ACQUASANTA GOLF CLUB

Anche i commercialisti giocano a golf Venerdì 4 Novembre scorso si èsvolto presso il circolo più antico d'I-talia, il Trofeo Nazionale dei Com-mercialisti golfisti. L'associazionecommercialisti golfisti è nata nel1987 da un'idea di alcuni commer-cialisti che decidono di unirsi perpoter praticare assieme questo

sport. Oggi questa associazioneconta un numero altissimo di iscrit-ti e assieme alla Federazione Italia-na Golf organizza in tutta Italia tor-nei per i suoi associati. A prevalerenella 1^ Categoria, 1° Netto è sta-to Marco Imperato, mentre il 1° Lor-do è andato a Bruno Mesirca. Nel-la seconda Categoria a ricevere ilpremio di 1° Netto è stato SergioCiterni. Tra le signore 1 classifica-ta Antonella Greco.

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nche quest’anno il Golf Forense è riuscito a stupire: sport,comunicazione, sponsor, giocatori, competizione e mon-danità. Un menù completo dove non è mancato proprionulla. Per tirare le somme della stagione appena conclu-sa, abbiamo incontrato il Presidente del Golf Forense, Avv.Nicola Colavita.

Allora Avv. Colavita, come giudica questa stagione?“Molto positivamente. E' stato un anno faticoso ma che ha dato gran-dissime soddisfazioni. L’edizione 2011 è stato la più ricca per parteci-pazione di giocatori, media e sponsor. Quest’anno tra gare e cocktail dipremiazione sono girate più di mille persone, frutto di un lavoro comu-

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THE GOLF FORENSE SHOW

L'Avv. Nicola Colavita

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Tutti in piedi, standing ovation!

di Andrea Cecinelli_ foto di Silvia Apice, Michela Alessia Marcato e Yulyia Galycheva

A

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nicativo molto importante che è al-la base di questa manifestazione”.

Come spiega – soprattutto in unmomento non facile come quelloche stiamo attraversando - questogrande interesse da parte deglisponsor e delle istituzioni verso ilGolf Forense? “In tutti questi anni si è lavorato pro-prio per offrire una continuità delprodotto Golf Forense. Con le Azien-de che seguono questa manifesta-zione si è creata un'importante si-nergia – che va oltre la semplice par-tecipazione alla gara come avvienemagari per altri eventi. E nella mag-gior parte dei casi sono rapporti chevanno avanti da diversi anni.Mercedes Benz Roma, per esem-pio, è da 3 anni Title Sponsor dellamanifestazione; altri partner seguo-no il Golf Forense da 5 edizioni, al-

cuni addirittura sin dall’inizio.Evidentemente lo sponsor che de-cide di affiancare questa manifesta-zione ottiene esattamente ciò checerca da questo tipo di situazioni.Lo stesso vale per le Istituzioni chein tutti questi anni si sono legate alGolf Forense, come il Presidente del-la Repubblica, la Presidenza del Con-siglio dei Ministri, il Ministero dellaGiustizia, il Tribunale Ordinario di Ro-ma, l’Ordine dei Medici e degli Av-vocati di Roma e la FederGolf Lazio:evidentemente hanno giudicato, eriscontrato, idonea questa manife-stazione per parteciparvi”.

Se dovesse fare un riassunto di que-ste sette edizioni di Golf Forense,cosa metterebbe sul podio?“Senza dare un ordine di arrivo pre-ciso, metterei la piacevole sensa-zione che ti trasmettono i giocatori

che partecipano con gioia a questegare, la quasi maniacale cura del-l’organizzazione e dell’area ospita-lità creata magistralmente dal mioamico Mauro Antonelli e l’atmosfe-ra che si respira durante il cocktaildi premiazione di fine gara.Anzi, ripensandoci, al primo po-sto metterei proprio questa ariadi festa che rende, a detta di tut-ti quelli che vi partecipano, il GolfForense una manifestazione di-versa dalle altre”.

Progetti per il futuro?“L'obiettivo è sempre quello di av-vicinare nuove persone a questocircuito, di allargare sempre di piùil movimento Golf Forense e di cre-scere. E per ottenere questi risul-tati ci aspetta un nuovo anno ric-co di lavoro. E di soddisfazioni,mi auguro...”.

Le ragazze dello Staff del Golf Forense

L'Ing. Gianni Bicchierai, DirettoreCommerciale di Mercedes Benz Roma

Il Presidente della FIG Lazio Dott. CarloScatena

Giacomo Crosa e l'Arch. Giuseppe Milliè, Direttore del Parco di Roma Golf Club

Claudio Amendola La DJ Margherita Ramacciotti Valeria Brenuani, Responsabile Marketingdi Mercedes Benz Roma

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a cura di Lorenzo Arduini

ell’ambito dellemanifestazioni pa-trocinate dal Clubdei Circoli Sporti-vi Storici, si è svol-ta domenica 13novembre, sotto

un sole quasi primaverile, la III edi-zione del Trofeo “Coppa dei Vinci-tori” di calcio a 5 organizzato dal-l’Eur Sporting Club e riservato al-le squadre finaliste dei tornei svol-tisi nel corso del 2011 tra i soda-lizi aderenti al Club.Il Torneo ha avuto luogo presso imoderni impianti dello Sporting, ri-nomato sodalizio di Roma sud, eha visto vincitori Il CT Eur nellacategoria Assoluti, la squadra delCC Roma su quella del CC Lazionella categoria over 40, la squa-

dra del CC Aniene su quella del CTEur nella categoria over 50 e, in-fine, quella del RCC Tevere Remosu quella del TC Parioli nella cate-goria over 60.Il Torneo si inserisce in una sta-gione densa di attività per tutti iCircoli aderenti al Club, che saran-no impegnati anche durante il me-se di dicembre con la prima edi-zione della “Coppa di Natale” chesi svolgerà presso il TC Parioli non-ché con altre Manifestazioni spor-tive (Maratone) aventi scopi di so-lidarietà, nel rispetto di quelli chesono i principi ispiratori del Club:favorire lo sport non solo quale ele-mento di sano e armonico svilup-po fisico della persona ma anchedi aggregazione e condivisione divalori.

Agostino De Zordo, Segretario Generale del Club Circoli Sportivi Storici

ClubdeiCircoliSportiviStorici

TUTTINCIRCOL news dai circoli sportivi storicinews dai circoli sportivi storici

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La Coppa dei Vincitori al CT Eur

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CIRCOLO CANOTTIERIANIENE

TENNIS: QUALIFICAZIONEAI PLAY-OFF INell'ultima giornata della fase a gi-roni del Campionato Italiano a squa-dre serie A1 di Tennis il Circolo Ca-nottieri Aniene ottiene una grandevittoria sull'imbattuta capolista l'A-TA Battisti imponendosi sulla for-

mazione trentina per 4 a 2.Starace - Galvani 6-1, 6-4; Cipolla - Ghe-din 6-1, 6-3; Santopadre - Stoppini 6-2, 2-6, 6-2; Gotti - Barbiero 6-0, 6-2.Nei doppi Starace/Cipolla -Azzaro/Stoppini 1-0 ritiro; Ghedin/Gal-vani - Filippucci/Santopadre 4-2 ritiro.

9 NOVEMBRE: IL RICORDO DI ROBERTO BALDINETTIL'inaugurazione del secondo galleg-giante è stata l'occasione per ricorda-re il nostro amico e consocio Rober-to Baldinetti. Alla presenza della mo-

glie, dei figli, del consiglio Direttivo edegli amici "Bostoniani" si è svoltauna piacevole cerimonia insieme a tut-ta la squadra agonistica della sezio-ne canoa. Un'uscita in barca ha vistoprotagonisti soci ed atleti a pagaiareinsieme sul Tevere. Un particolare rin-graziamento al Consiglio Direttivo, al-l'Ingegner Marcello Scifoni e a tuttii Consoci che con il loro contributohanno permesso la ristrutturazionedella struttura.

CANOTTAGGIO: CAMPIONATI NAZIONALIDI GRAN FONDOAlla sesta regata nazionale di GranFondo che si è svolta domenica 20novembre in quel di Varese i canot-

tieri dell’Aniene hanno collezionatodelle belle "doppiette", a partire daldue senza misto di Mornati e Car-boncini (Aniene - Fiamme Oro) chevincono per la categoria Senior se-guiti dall'equipaggio tutto Aniene diDe Vita e Palmisano.Altra doppietta riguarda la catego-ria Junior, il due senza di Cavicchio-li e Di Francesco giunge al primo po-sto precedendo i compagni di squa-dra Portaccio e Borsotti al secondoposto. Ad una regata dalla fine del Cam-pionato nazionale di Gran fondoil Circolo Canottieri Aniene è 1° nel-la classifica Junior maschile, 3° nel-la classifica Senior maschile e 1°nella classifica femminile totale.

LO TUTTINCIRnews dai circoli sportivi storicinews dai circoli sportivi storici

ClubdeiCircoliSportiviStorici

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CIRCOLO CANOTTIERI LAZIO

TORNEO SOCIALE DICALCETTO E’ partito con il solito grande en-tusiasmo il torneo sociale inver-nale di calcetto. Nella serata dipresentazione c’è stata una di-vertente campagna acquisti che,tra il serio e lo scherzoso, ha por-tato alla formazione di 12 squa-dre suddivise in 3 gironi. Le re-gole, naturalmente, sono quelledella Coppa dei Canottieri, quin-di falli laterali e calci d’angolobattuti con le mani per renderele giocate più spettacolari. I no-mi scelti sono quelli di alcune na-zioni: Brasile, Argentina, Francia

le più blasonate. Fin dalle primepartite è emerso come i soci sen-tano particolarmente il torneo so-ciale, infatti entrate decise edagonismo estremo hanno acce-so subito gli animi e reso diffici-le il compito dell’arbitro degli ar-bitri Armando Mariani. Vinca il mi-gliore.

MARATONA DI NEW YORK Un uno scenario mozzafiato, ec-cezionale tempo del podista bian-coceleste Carlo Ferri: 3 h, 06’,09’’, 340° di categoria. Buonoanche il tempo di Roberto Mon-tesi: 3 h, 49’, 31’’, 971° di ca-tegoria. Questi i risultati dei migliori atle-ti del canottieri Lazio che hannoaffrontato la sfida per eccellen-za dei podisti.

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Romatuttincircolo

CIRCOLO CANOTTIERI ROMA

FESTA INIZIO CORSI

Un bel pomeriggio di festa quello del12 novembre al CC Roma che ha se-gnato l’inizio ufficiale della stagionedei corsi. A tratti commovente, e mol-to emozionante. Con il presidente,Andrea Tinarelli, ad accogliere nelcampo di calcetto del Circolo tutti iragazzi delle scuole (Calcio a 5, Ten-nis, e Canottaggio): la sezione ca-nottaggio, vestita di blu; la sezionedel tennis, vestita di bianco; e la se-

zione del calcio a 5, vestita di ros-so. Con la madrina dell’evento, Sa-mantha De Grenet. Con tutti i respon-sabili delle varie sezioni, e gli alle-natori dei corsi, attentissimi affin-chè la manifestazione si svolgessenella maniera migliore. Con i genito-ri dei ragazzi, in festa insieme a noi.E con una grande partecipazione deisoci, motivo in più perchè l’eventoha avuto un così grande successo.

CIRCOLO CANOTTIERI TIRRENIA TODARO

UN COACH CON IL CANOTTAGGIONELLE VENELuigi Vanti, 38 anni, è alla guidatecnica del canottaggio al TirreniaTodaro dal 1/9/2011. E' facile in-tuire dalle sue parole l'amore cheha per questo suo nuovo incaricoe per lo sport del canottaggio.

Sei arrivato al Tirrenia poco più di2 mesi fa, perché hai deciso di ve-nirci e cosa ti ha colpito di più inquesto periodo?.“Allenare una squadra agonisticain un circolo dove lo sport in sen-so stretto è alla base della strut-tura associativa, credo sia il mas-simo per chi ha deciso di essereun allenatore. Quando si sono create le condizio-ni per iniziare la collaborazione colTirrenia, ne sono rimasto subito en-tusiasta e la cosa che mi ha sor-

preso è l’accoglienza di tutti chemi hanno fatto sentire a casa miasin dal primo giorno”.

Cosa ti aspetti dal Tirrenia, e cosasi aspetta il Tirrenia da te?“Rispetto sia della persona che peril lavoro, educazione, familiarità neirapporti e professionalità nell’ese-cuzione e assegnazione dei compitisono le prime cose che mi vengonoin mente e che so essere semprestate alla base della vita del circolo.E credo di avere comunione di inten-ti col Tirrenia perchè credo si aspet-ti le stesse cose da me”.

Come reputi la squadra che ti troviad allenare e quale obiettivi ti seiposto per questo 2012?

“La squadra è molto variegata enumerosa, abbiamo sia ragazzeche ragazzi dai 15 ai 23 anni chefanno agonismo e ragazzi dai 12 ai14 anni che praticano la scuola re-miera. Tutti coloro che rientranonelle mie competenze hanno an-che storie diverse alle spalle, trachi ha ricominciato ad allenarsi co-stantemente dopo un periodo piùo meno lungo per malattie, infortu-ni o cali motivazionali e chi invecesi è continuato ad allenare, fino adarrivare a chi ha guadagnato la ma-glia azzurra. Non posso dare unavalutazione che sia unica a tutta lasquadra dal punto di vista agoni-stico. Ma sotto l’aspetto dell’edu-cazione e del rispetto posso direche sono ragazze e ragazzi splen-didi. L’obiettivo principale che misono posto quest’anno è quello diportare il maggior numero di bar-che alle regate “importanti” comei Campionati Italiani, mantenendoil rendimento che dal Tirrenia To-daro ci si aspetta”.

Il tuo primo esame non è andatobenissimo con il terzo posto nellaCoppa Tevere: rifaresti di nuovotutte le scelte che hai fatto?

“Posso dire che il primo pensieroche mi è venuto in mente una voltaaccordatomi col Tirrenia è stato diessermi preso una bella gatta da pe-lare, per fortuna ho le spalle larghe.Per quanto riguarda quest’anno rifa-rei tutto quello che ho fatto. La si-tuazione per una gara del genere èparticolare. Far gareggiare atleti chenon si allenano più giornalmente eche comunque non hanno più il ca-nottaggio tra le loro priorità, non ècome allenare una squadra di ragaz-zi con il coltello tra i denti”.

Come è il rapporto con i tuoi piùstretti collaboratori?“Di sicuro il successo di un lavoronon dipende solamente da una per-sona, ma dal prodotto di un lavorodi squadra che stiamo riuscendo acostruire giorno dopo giorno. Mi ri-ferisco principalmente a Diana Pin-taldi l’allenatrice con la quale pen-so e studio ogni mossa che dobbia-mo fare nei confronti dei ragazzi, so-ci, dirigenti e colleghi. Anche se ciconoscevamo poco, mi ha fatto su-bito una bella impressione, sia perla preparazione che per la determi-nazione ed il carattere che ha subi-to dimostrato”.

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Romatuttincircolo

Romatuttincircolo[ ] Club

deiCircoliSportiviStorici

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TENNIS CLUB PARIOLI

IL PRESIDENTE ROMEOELETTO NEL COMITATOESECUTIVO DEI CLUBCENTENARI DEL MONDO

Il Presidente Maurizio Romeo èstato eletto nel comitato esecu-tivo dei Club Centenari del Mon-do; il Comitato Esecutivo è for-mato da cinque membri dei Clubfondatori e da quattro membridegli altri Club, viene eletto ogni

tre anni ed è attualmente forma-to da due rappresentanti spagno-li, uno inglese, uno svizzero, unosvedese, un irlandese, un tede-sco, un rappresentante della Re-pubblica Ceca ed un italiano. IlTennis Club Parioli è entrato afar parte nel 2006 del Club gra-zie all’impegno ed alla volontàdel Presidente Emanuele Scar-fiotti e nelle ultime due edizioniha vinto il Titolo Europeo a squa-dre. L’impegno del PresidenteRomeo e di tutto il Consiglio Di-rettivo nell’organizzare le com-petizioni Internazionali hannopermesso al Tennis Club Pariolidi ottenere questo prestigioso ri-conoscimento. L’associazione

che ha lo scopo di diffondere esalvaguardare le tradizioni delTennis è nata nel 1997 per vo-lontà del Presidente Juan MariaTintorè e dell’allora presidentedel CIO Juan Antonio Samaranched ha Sede Istituzionale nel Mu-seo Olimpico di Losanna. Oltre

alle competizioni a squadre ilClub organizza e promuove Tor-nei individuali, di doppio e gio-vanili in tutti i Club del mondocon i quali esistono anche accor-di di reciprocità. Tutte le infor-mazioni possono essere visua-lizzate sul sito www.centenary-tennisclubs.org.Circoli fondatori del Club: KungligaRoyal Lawn Tennis Klubben - Stoc-colma, Real Club de Tenis de Bar-celona - Barcellona, Racing Clubde France - Parigi, LTTC Rot-Weiß -Berlin, Cumberland Lawn TennisClub - Londra, Tennis Club MilanoAlberto Bonacossa, Tennis Club deGenève - Ginevra, Royal LeopoldClub - Bruxelles

REALE CIRCOLOCANOTTIERI TEVEREREMO

GRANDI PROGETTI PERGIOVANI CANOTTIERI

Sono passati quattro mesi dall'ulti-mo Festival dei Giovani in cui la Te-vere Remo ha dominato nettamen-te dimostrando di essere la primascuola giovanile remiera in Italia. Da-niela Sanna, che da molti anni ge-stisce questo settore, è in piena at-tività per cercare di continuare iltrend dello scorso anno. L'obiettivo è quello di riconquista-re l'ambito trofeo e riportare a ca-sa il maggior numero di medagliesu tutte le barche che affronteran-no l'importante evento. Per poterlofare bisognerà aumentare ancora ilnumero degli allievi e cadetti (que-ste le categorie interessate) in con-dizioni di gareggiare già alle primeregate regionali di marzo 2012 emantenere con tutti un elevato livel-

lo di preparazione. E' ripartito a set-tembre il progetto di reclutamentoscolastico, dove per l'appunto Da-niela e i suoi collaboratori stannocercando di trovare nuovi talenti dapoter inserire nella squadra già esi-stente, anche grazie all'aiuto dei do-centi delle scuole stesse che gen-tilmente si prestano per far prova-re i remergometri durante le ore diginnastica. Questo lavoro ha permesso alla sto-rica società capitolina di vincere du-rante la scorsa stagione agonisticala manifestazione indoor “Remare ascuola”, ottenendo preziosi ricono-

scimenti dalla Federazione ItalianaCanottaggio. Una folta flotta di giovani allievi èanche la base per assicurare neglianni futuri un ricambio generaziona-le delle squadre superiori junior esenior maschili e femminili, capita-nate dall'allenatore capo MarcoMassai, che si preparano ad affron-tare proprio in questi giorni le garedi fondo invernali. Di vitale impor-tanza dunque l'attività giovanile sucui la Tevere Remo ha deciso anco-ra una volta di puntare in manierapreponderante.Michele Petracci

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Romatuttincircolo[ ] Roma

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DUE PONTI SPORTING CLUB

PER LA QUINTA VOLTA ANEW YORK

Anche quest’anno, e per la quin-ta volta consecutiva, il Due Pontiha portato una rappresentativa,la più folta tra le squadre romane,a New York, sulle cui strade, do-menica 6 novembre, 47.000 atle-ti hanno corso la Maratona più bel-la del Mondo. Tra i nostri atleti, ben quattro de-buttavano nella Grande Mela: Co-stanza Martinelli, Camilla Montedu-ro (alla sua prima maratona), Ric-cardo Ruggeri, Francesco Ricci Cur-bastro. Ma erano presenti anche

dei “veterani” come Diego Cappet-ta, Mario Napoli, Andrea Redaelli,Emma Grenga, Luigia Latteri e, an-cora, Enrico e Nicola Guida, LuigiBrasili ed Elisabetta Mastrocesare,che hanno migliorato il personale.Sicuramente tutti accomunati dal-l’irresistibile fascino di una garache, sebbene molto impegnativa,è sempre avvincente, sin dalla par-tenza sul Ponte di Verrazzano, conil sottofondo di “New York, NewYork” subito dopo il colpo di can-

none e l’Inno Americano; affasci-nante, si diceva, per il pubblico,sempre accanto al runner, facen-dolo sentire un vero campione, in-citandolo, dandogli il “cinque”, so-stenendolo se mostra anche un pic-colo segno di cedimento, con unentusiasmo straordinario; per il per-corso, con la magia delle strade diBrooklyn e Manhattan, i passagginel Queens e nel Bronx, i cinqueponti, che segnano i passaggi neicinque distretti. Per concludere con

l’arrivo al Central Park, tra due alidi folla inneggiante e festosa cheti fa sentire il più forte del Mondo.Venerdì 4 novembre, Luigia Latteriha ricevuto un importante riconosci-mento come una dei 10 Top Finis-her 2010, i runners italiani con i mi-gliori tempi del 2010 che avrebbe-ro corso la Maratona anche nel2011. All’evento “tutto italiano”presso la Birreria sul rooftop di Ea-taly, mega store sulla 5 Avenue, erapresente tutta la squadra del Mon-

tecitorio Running Club, capitanatada Maurizio Lupi, i vincitori della Ma-ratona di New York Orlando Pizzola-to e Giacomo Leone, la medagliad’oro olimpica Stefano Baldini e AlexZanardi, che, poi, la domenica avreb-be vinto la categoria handbike, sta-bilendo il nuovo record di categoria.Quest’anno, a fianco della rappre-sentativa del Due Ponti c’era Fer-rero con il marchio Kinder +Sport,“progetto di promozione sportivagiovanile”.

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FUTBOLCLUBFUOCHI D’ARTIFICIONELLA FUTBOL LEAGUE:QUEST’ANNO SARÀ UNAVERA BATTAGLIA

La Futbol League ha riaperto i batten-ti e, come tutti si aspettavano, le topteam non hanno deluso le attese do-po le prime giornate, mettendo in lu-ce che non sarà facile per nessunosalire sul gradino più alto del podio.La nuova formula che prevede un’etàin campo, per ogni squadra, di 280anni che ha sostituito la vecchia, spe-rimentata lo scorso anno della valu-tazione oggettiva di ogni singolo gio-catore, sta mantenendo il prefissatoscopo: le pretendenti alla vittoria fi-nale sono aumentate in numero, li-mando il tasso tecnico, elevatissimo,

tra di loro. Non poteva essere altri-menti dato che in campo ci sono tan-ti ex giocatori per una sfida stellaretra fuoriclasse che da qualche tempohanno attaccato gli scarpini al chio-do: Angelo Di Livio, Vincent Candela,Dario Marcolin, Marco Delvecchio, Ro-

berto Baronio, Max Tonetto, Alessan-dro Cucciari . . . solo per citarne qual-cuno. Anche se la stagione è appenaagli inizi e si articolerà, come nell’e-dizione 2010-2011, passando ancheper i play off (alternati alla Futbol Cup),da queste prime giornate le illustre

candidature per arrivare sino in fon-do hanno già fatto vedere di che pa-sta sono fatte. La prima, e le spettadi diritto, è Giannini, il team Parnasidella passata edizione, che si è pre-sentato ai nastri di partenza con unarosa da capogiro (da Baronio a Del-vecchio passando per Marcolin, To-netto e, persino, Roberto Mancini!) eil solito grande stratega di Mr Cancel-lieri a dirigere la sinfonia, che ha por-tato, ma non c’erano dubbi al riguar-do, a sole vittorie nelle gare fin quidisputate, realizzando, in media, cin-que gol a incontro. Alle sue spalle larivale di sempre, il team Impara, cheha vinto ma non convinto nelle primeuscite, prima di cappottare per 6-0 ilteam Noli. Ma le altre non scherzano,e lo dimostrano i risultati: il team Gio-vannetti, in cerca più di tutti di rivin-cita dopo l’anno scorso, ha surclas-sato Giovannoni, Nussbaum e Men-cucci con 14 gol in tre gare. Ancorameglio ha fatto Palma che ne ha rea-lizzate 15 contro i malcapitati Noli eAngelucci, prima di imporsi per 4-2 suPellicelli, un’altra delle candidate adarrivare sino in fondo. Ma a destareun’ottima impressione è il team Sti-gliano dei mister della scuola calcio,guidati da Fabio Rimedio, che con An-gelo Di Livio a trainare le sorti si can-dida come sorpresa stagionale. Tan-te pretendenti per un solo posto al so-le: la sfida è appena cominciata!Gianmatteo Colla

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TUTTINCIRCOLO TUTTINCIRCORomatuttincircolo news dai circoli sportivi

news dai circoli sportivi

Romatuttincircolo[ ]

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Detto: CiccoRuolo: DifensorePiede Preferito: DestroPezzo Forte: Recuperi fulmineiSquadra del Cuore: SS Lazio

Il socio del mese Nome: PIETRO CICCOTTI

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Primi posti per- Daniela Petracchi nei 200MI con 3'04"45. Per leipersonale e nuovo primato Salaria F45(precedente sempre suo con 3'05"74 del 14Maggio 2011). Danielona si ripete nei 50RA corsiin 41"17, nuovo personale e nuovo primatoSalaria F45 (precedente sempre suo con 41"69del 15 Maggio 2011).- Fulvio Ramelli nei 200MI con 2'56"77.- Elena Piccardo nei 50SL con 31"49.- Andrea Dicandia nei 50SL con 26"30.- Patrizio Napolitano nei 100FA con 1'40"97, nuovopersonale e nuovo primato Salaria M60(precedente sempre suo con 1'42"51 del 4Giugno 2011).- Drahomira Biligova nei 50RA con 55"76, nuovoprimato Salaria F65 (titolo vacante), e nei 50FAcon 50"79, nuovo primato Salaria F65 (titolovacante).- Maurizio Schiavoni nei 50RA con 36"20.- Cecilia Schiavoni nei 50FA con 35"57.- Francesco Viola nei 50FA con 27"77, nuovoprimato Salaria M30 (precedente di MarcoMessedaglia con 28"27 del 29 Giugno 2007).

Secondi posti per- Maurizio Schiavoni nei 200MI con 2'33"74.- L'esordiente Salaria Fabrizio Vannarelli nei 50SLcon un ottimo 25"95.- Patrizio Napolitano nei 50SL con 33"22.- Gianluca Bruzzese nei 50FA con 31"29, nuovopersonale (p.p. 31"48 del 19 Marzo 2006).

Terzi posti per- L'esordiente Salaria Irene De Paolis nei 50SL con34"80.- Fulvio Ramelli nei 100FA con 1'25"76.- Cecilia Schiavoni nei 400SL con 6'03"20, nuovoprimato Salaria F45 (precedente di Claudia Verzullicon 7'54"40 del 21 Giugno 2010).- Gianluca Bruzzese nei 400SL con 5'01"12.- Andrea Dicandia nei 50RA con 34"25.

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SALARIA SPORT VILLAGE

L'ULTIMA GARA DELLASTAGIONE

Grande partecipazione e succes-so per la prima manifestazioneMaster di nuoto organizzata nelcircolo di Settebagni, il 1° Memo-

rial Paolo Costoli, svoltosi il 20novembre.Si ringraziano in par ticolare Pa-trizio Napolitano e Francesco Vio-la per i tanti sforzi fatti, oltre atutta l'organizzazione che ha co-involto lo staff anche personal-mente.Vediamo nel dettaglio i migliori ri-sultati degli atleti della squadradel Salaria, che hanno portato ilcircolo al 7° posto complessivocon 25305.06 punti.

TUTTINCIRCOLOnews dai circoli sportivi news dai circoli sportivi

Romatuttincircolo[ ]

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l Futbolclub la squadra più at-

tesa quest’anno è natural-

mente il team di Parnasi e

Cancellieri, chiamata nel

compito più difficile: ripetere

la stagione scorsa e lo straor-

dinario tris di successi (Fut-

bol League, Futbol Cup e Caravella Tricolore). Ab-

biamo scambiato due parole con Carlo Cancellie-

ri, l’allenatore ed il manager della squadra, per

capire le aspettative riposte in quest’annata.

Carlo, quali sono le novità di quest’anno?“Quella più importante riguarda l’allargamento

societario, che ha comportato il cambio del no-

me della squadra e, di conseguenza della maglia

da gioco. Quest’anno non ci chiameremo Futbol-

club United, bensì Real Futbol Giannini e la ma-

glia sarà più faraonica, accattivante, galattica, sul-

lo stile del Real Madrid. Il Patron è sempre Parna-

si, mentre il Presidente è Giuseppe Giannini, scel-

to anche per l’immagine che può dare a tutto il

team. Per concludere nella società è entrato an-

che un imprenditore che lavora nel campo dei mo-

tori, Aureli Moto”.

Invece a livello di squadra?“Allo straordinario gruppo dello scorso anno ho

voluto aggiungere altre importanti pedine, che

hanno un passato illustre in Serie A, come Can-

dela, Baronio e Chiappara. Quindi il gruppo è for-

mato da un mix formato da ex campioni e dai mi-

gliori giocatori in circolazione a livello amatoriale.

Il segreto del nostro valore però non è nel valore

dei singoli, bensì è da trovare nell’amicizia che le-

ga tutti noi”.

Non sarà difficile ricominciare a livello menta-le per una squadra che ha vinto tutto?“Questo è un aspetto a cui ho pensato molto. Pen-

so che i cambiamenti a livello societario possano

infondere la necessaria motivazione. Anche i cam-

biamenti nella maglia e nei palloni possono toc-

care il lato infantile della personalità di tutti noi

ed infondere la necessaria spinta a fare bene”.

Qual è il tuo pronostico?“Non parlo mai prima, posso solo dire che ce la

metteremo tutta per riconfermarci, anche se sa-

rà molto difficile. Vediamo anche se si confer-

meranno le voci di mercato che ci avvicinano a

nomi del calibro di Roberto Mancini, Vieira e Mi-

hajlovic”.

A

calcio[ ]

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CANCELLIERICHIAMATO ALLACONFERMA

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Il Real Futbolclub Giannini, il Futbolclub United della scorsa stagione, chiamato a ripetere il triplette

dell’anno passatodi Marta Centra

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di Lorenzo Arduini

I NUMERI DELLA MARATONADI NEW YORK 2011

46.795 atleti partecipanti

160 nazioni rappresentate

3.760 runners italiani iscritti

3.390 runners italiani arrivati

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La Maratonadi New Yorkparla italiano

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o scorso 6 novembre si è svoltala Maratona per eccellenza, quel-la più affascinante, quella che co-involge il maggior numero di run-ners, quella che non può accetta-re le più di 100.000 richieste dipartecipazione che arrivano ogni

anno da tutto il mondo. Stiamo parlando ovvia-mente della Maratona di New York, la cui edizio-ne 2011 è stata indubbiamente il più grande suc-cesso di sempre: 46.795 atleti, record del per-corso (2:05.05, due minuti e mezzo meglio delprecedente record) e 190 charitiy che hanno rac-colto oltre 30 milioni di dollari. Il successo di que-

st’anno è stato tale, per la manifestazione chesi svolge dal lontano 1970, che gli organizzatoristanno seriamente pensando di sdoppiarla: unagara al sabato e una la domenica. Se ne sta par-lando da tempo, il nodo centrale è ovviamente lareazione della città ad un’ipotesi del genere.La maratona di New York non è una gara ameri-cana, come Chicago o Los Angels, ma è una ga-ra del mondo, con 160 nazioni rappresentate. Diqueste 160 la prima come numero di partecipan-ti dopo gli Stati Uniti è proprio l’Italia, con i suoi3.760 runners iscritti, di cui 3.390 arrivati. Vichiederete il motivo dell’appeal che esercita laGrande Mela proprio sui nostri connazionali: per

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[ ]maratonaclubstyle

L

Nell’edizione 2011 della corsa più affascinante l’Italia,un Paese che annovera sempre più podisti, è stata lanazione straniera più rappresentata

Foto Courtesy / NYRRFoto Courtesy / NYRR

Foto Courtesy / NYRR

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pallanuoto

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i runners nostrani New York è un autentico mito,e sappiamo che l'italiano quando può non badaa spese per garantirsi un'esperienza impareggia-bile. E questa lo è. Inoltre il legame che l'Italiaha con la città è senza dubbio forte, lo dimostrail fatto che la partenza della maratona è dal pon-te di Terrazzano. Si tratta infatti di una metropo-li costruita di fatto dagli emigrati italiani, insiemeagli irlandesi, ai polacchi ed agli inglesi. E poi,forse, il maratoneta italiano, come molti abitan-ti del Bel Paese, ama seguire le mode, e la Ma-ratona di New York lo è per tutti i podisti del mon-do. In questo articolo vogliamo prendere spuntodalla Maratona di New York per cercare di capi-re che persone siano i maratoneti e che generedi preparazione fisica sia necessaria per esserecapaci di correre per oltre 40 km. A livello di etài maratoneti coprono pressoché la totalità dellafascia adulta, sono tanti anche coloro che corro-no pur avendo passato i sessanta anni. Per quan-to riguarda il numero delle donne il dato è che inEuropa (e in Italia soprattutto) la corsa femmini-le è indietro, ma sta rimontando forte. Alla Ma-ratona di Roma quest’anno le donne erano 2.158su 12.614, un numero che si deve assolutamen-te migliorare, pensando al fatto che a Chicago,ad esempio, le partecipanti donne sono oltre il50%. Esistono diverse tipologie di maratoneti:naturalmente ci sono i professionisti, ovvero quel-li che corrono per guadagnarsi da vivere puntan-do ai montepremi in palio e dedicando all’allena-mento la maggior parte del loro tempo. Poi esi-ste un numero vastissimo di amatori, infatti la

maratona è forse l’unico evento sportivo doveprofessionisti e dilettanti, campioni e corridori“della domenica” gareggiano insieme. Soffer-mandoci sui dilettanti possiamo dire che ad unamatore medio servono 4 mesi, in linea genera-le, per preparare una Maratona. Poi naturalmen-te ci sono i fenomeni che ne fanno una al mesee vanno forte, quelli che non si allenano e ina-nellano solo gare una dopo l'altra e poi quelli iper-focalizzati che magari ne fanno una all'anno, peresempio quella di New York, che è quella più pre-

stigiosa. In linea di massima, comunque, la mag-gior parte dei dilettanti ne fanno due ogni anno.Chi scrive ha avuto l’occasione di parlare con unodei tanti podisti amatori che ha corso a New yorklo scorso 6 novembre. “E’ stata la prima voltache ho corso una Maratona ed ho scelto la Gran-de Mela per tutte le belle cose che mi ha dettochi c’era già stato: il fascino, l’ambiente, la par-tecipazione dei cittadini. Ho cominciato ad alle-narmi a maggio, quindi sei mesi prima, sempretre volte alla settimana: i primi tempi l’allenamen-to durava circa un’ora, poi sono salito fino adun’ora e mezza, per scendere un pochino l’ulti-mo mese. Prima di New York avevo partecipatoper tre volte ad una Mezza Maratona e una vol-ta alla Roma Ostia, una gara di 30 chilometri”.

LA BELLEZZA DI CORRERE A ROMAI vantaggi di correre, sia che si voglia partecipa-re ad una maratona, sia che lo si faccia sempli-cemente per mantenersi in forma, sono molte-plici: si corre appunto per fare sport, ma ancheper confrontarsi con sé stessi cercando di miglio-rarsi e per stare in compagnia, nel caso si corracon gli amici.Roma, pur essendo una metropoli, presenta mol-teplici fattori attrattivi per gli amanti della corsa,e lo dimostra la continua crescita in termini diiscritti e di performance che caratterizza la suaMaratona. E’ una città il cui clima consente di fa-re attività fisica all’aperto per la maggior partedell’anno, in secondo luogo è una città verdissi-ma, la seconda al mondo dopo Oslo (Rapporto

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maratona

COSA MANGIARE PRIMA E DURANTE LA MARATONASera precedente: un buon piattodi pasta o con olio extra vergined'oliva e parmigiano reggiano o alpomodoro.

Colazione il mattino della gara:un paio di fette biscottate o dipane con marmellata o miele,con tè o caffè, un frutto o dellafrutta secca.

Durante la corsa: sostanzedisciolte in acqua especificatamente zuccherine, chesiano anche molto rapidamentedigeribili

Foto nella pagina di Michele D'Annibale/Maratona di Roma

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pallanuoto[ ]

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Osservasalute 2010: per ogni abitante 131 me-tri di parco a disposizione).La capitale dispone di infinite possibilità per ilrunning: c'è una rete capillare di società di cor-sa, che fanno di questo sport un mezzo aggre-gativo potente e democratico. Ciascuno dei gran-di parchi di Roma (Villa Pamphili, Ada, Glori, Bor-ghese, Parco della Caffarella, Parco di Tor Tre Te-ste) ha uno o più running club lì basati. Ciascu-no dei grandi negozi sportivi di Roma ha il suorunning club. E poi ci sono molti club "indipen-denti". Ogni società ha la sua più o meno fittaattività organizzativa, anche senza arrivare adeventi grossi quali Corsa di Miguel, RomaOstiao Maratona di Roma. Quindi per i podisti, Romaè un paradiso "sociale", in quanto offre occasio-ni di incontro quotidiano e di competizione setti-manale. C'è poi l'aspetto "nasoni", le famosefontanelle di Roma. In tutto il mondo chi si alle-na per gare di distanza è condannato a traspor-tarsi dietro borracce. A Roma no, da bere si tro-va sempre. Il tempo è favorevole, si accennavasopra. Assolutamente! Il calendario del podismoromano non si ferma mai. Dalle corse dell'Epifa-nia a quelle di San Silvestro, ogni stagione è buo-na per scarpinare. Infine, molte persone alla cor-sa nei parchi prediligono quella in città. Bisognastare attenti, ci sono gli incroci e l'aria è più spor-ca. Ma quali città possono ripagarti con immagi-ni come quelle che offre Roma? Quali città, allafine di una serie di ripetute in salita, ti offronoun Campidoglio, un Gianicolo, o un Aventino dalquale poterla ammirare?

L’ALIMENTAZIONE DI UN MARATONETAL'alimentazione quotidiana è importantissimae non solo in previsione della maratona; il ci-bo è il primo carburante del nostro motore psi-cofisico, occorre sempre fare attenzione allaqualità dei cibi ed ad una sana attività fisica,che significa seguire un corretto stile di vita.Per quanto riguarda la dieta specifica da segui-re i giorni precedenti la gara qualche tempo faera molto in voga, con lo scopo di incrementa-re le scorte di zuccheri disponibili, la cosiddet-

ta "dieta dissociata". Tale dieta consisteva,nell'ultima settimana prima della gara, in unregime povero di carboidrati per tre giorni (conlo scopo di affamare i muscoli), seguito da tregiorni con un apporto di zuccheri esagerato.A distanza di tanti anni la "dissociata" ha an-cora diversi cultori, ma molti preparatori non laconsigliano poiché i rischi di tale dieta sonosuperiori agli effettivi vantaggi ottenibili.Il consiglio è semplicemente quello di mangia-re in modo equilibrato e completo, conceden-do negli ultimi giorni qualche porzione più ge-nerosa del solito di pane, pasta e riso o pata-te. L'ultima sera dovrà essere dedicata al ca-rico dei carboidrati, senza esagerare, un buonpiatto di pasta o con olio extra vergine d'olivae parmigiano reggiano o al pomodoro.Questo è il sistema che garantisce un sonnotranquillo, disteso e sereno. La colazione peril mattino della gara dovrà essere sufficien-temente digeribile, o sufficientemente lonta-na dal via, perché è buona norma cercare dipartire a stomaco vuoto. In altre parole, sesi ha il tempo sufficiente è bene mangiareun paio di fette biscottate o di pane con mar-mellata o miele, con tè o caffè, un frutto odella frutta secca. L'alimentazione durantela gara deve contare solo di sostanze disciol-te in acqua e specificatamente zuccherine,che siano anche molto rapidamente digeribi-li. Una volta terminata la prova è necessariorestituire rapidamente all'organismo l'acqua,sali minerali e zuccheri.

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[ ]maratonaclubstyle

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IL VERDE A ROMA

6 grandi parchi: Villa Pamphili,Ada, Glori, Borghese, Parcodella Caffarella, Parco di Tor Tre Teste

131 metri di parco adisposizione per abitante(Rapporto Osservasalute 2010)

2^ città più verde al mondodopo Oslo (RapportoOsservasalute 2010)

Foto nella pagina di Michele D'Annibale/Maratona di Roma

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l fiume Tevere è il fiume della città di Roma, ma non si può dire che sia il fiume deiromani. La maggioranza degli abitanti della Città Eterna infatti lo vede quasi comeun intralcio alla mobilità, sporco, pieno di topi e portatore di malattie. Questa con-vinzione ha poche eccezioni, che si possono ritrovare nei frequentatori dei circoli spor-tivi sul Lungotevere, in particolare nei canoisti e nei canottieri. Le cose non sono sempre state così, purtroppo è stata la costruzione dei Muraglio-ni sabaudi, edificati con lo scopo di evitare le inondazioni, ad allontanare i romani

dal loro fiume, impedendone di fatto il contatto diretto. Nonostante tutto sono in corso deiprogetti che hanno come obiettivo la restituzione del celebre fiume ai cittadini della capita-

[ ]clubstylesport&ambiente

Circolo del Soletra sport e natura

A Saxa Rubra, sullesponde del Tevere, è

sorta un’area doverilassarsi e fare sport

immersi nel verde

Idi Lorenzo Arduini

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le, riqualificando le aree verdi che lo circon-dano anche attraverso lo sport.Uno di essi è il Progetto sportivo / ricreati-vo del “Circolo del Sole”, che si trova a Sa-xa Rubra, tra la stazione ferroviaria ed il Te-vere, vicino al Gran Teatro, ed ha aperto ibattenti lo scorso settembre. Si tratta di un luogo ideale per essere fre-quentato nei mesi primaverili ed estivi, es-sendo immerso nel verde, adatto in partico-lare a famiglie con bambini che vogliano stac-care dalla quotidianità passando una gior-nata immersi nella natura, tra svago e re-lax. Abbiamo intervistato il Presidente Naz-zareno Neri, per indagare meglio la naturadel progetto e le attività che si possono svol-gere in questo nuovo circolo.

Presidente, quando ha preso il via il pro-getto del Circolo del Sole?“Tre anni fa, quando la mia associazione, la

Saxa Sport, ha ottenuto in concessione dal-la Regione per 19 anni quest’area da riqua-lificare. La condizione era quella che la riqualifica-zione doveva passare attraverso la realizza-zione di uno spazio sportivo e ricreativo”.

Come è nata l’idea?“E’ nata dalla volontà di restituire ai roma-ni il loro fiume, dal quale si sono allontana-

ti dai tempi della costruzione dei Muraglio-ni. Voglio sottolineare, poi, che questo trat-to si trova più a monte rispetto alla confluen-za con l’Aniene, di conseguenza le sue ac-que sono molto pulite. Il nostro obiettivo èche questo riavvicinamento avvenga anchee soprattutto attraverso lo sport. In questo momento sono già attivi e funzio-nanti la piscina, i campi da beach soccer,beach tennis e beach volley e l’area riser-vata ai più piccoli. E’ già pronto poi il circui-to interno al circolo di 2,5 km da percorre-re in mountain bike”.

Quali altre attività si potranno fare una vol-ta terminato il progetto?“In programma c’è innanzitutto la costruzio-ne di campi da calciotto. Poi abbiamo intenzione di posizionare deibarconi, una sorta di chiatte, direttamentesull’acqua e metterci delle attrezzature per

[ ]sport&ambienteclubstyle

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“L’idea è nata dallavolontà di restituire airomani il loro fiume, dalquale si sono allontanati dai tempi della costruzionedei Muraglioni.”

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il fitness. Infine questo tratto di fiume è idea-le anche per la canoa ed il canottaggio”.

Quali erano le condizioni di quest’area pri-ma dell’inizio dei lavori?“La predisposizione dell’area è stata moltoimpegnativa. La zona infatti era abbandonata al degrado,c’erano rifiuti, scarti di rame ed un insedia-mento abusivo. Una volta sistemata l’area abbiamo costrui-to come prima cosa la piscina ed i campi insabbia dove praticare gli sport da spiaggia”.

E per chi volesse semplicemente rilassarsi,senza praticare obbligatoriamente sport?“Abbiamo predisposto delle piazzole con pan-chine, tavoli per pic nic ed ombrelloni dovegodersi la natura di questo luogo, a contat-to con tante specie di animali tra le quali nu-trie, fagiani ed aironi”.

Che impatto ambientale può avere questoprogetto?“Lo stiamo realizzando in ossequio alla norma-tiva sull’impatto ambientale, ai vincoli archeo-logici e fluviali.

Il paesaggio non è stato e non sarà assolu-tamente deturpato. A dimostrazione di ciò inostri uffici al momento si trovano all’inter-no di prefabbricati e lì resteranno”.

Una curiosità: come mai il nome “Circolodel Sole”?“Il nome ci è venuto in mente proprio per lafelice posizione di quest’area. Infatti nei mesi primaverili ed estivi, il solebatte a lungo per tutta la giornata ed è un ve-ro spettacolo”.info 3312086602 - [email protected].

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[ ]clubstylesport&ambiente

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I cani da salvataggio,una preziosa sicurezzaper chi sta in acqua

Gli amici a quattro zampevengono utilizzati nellespiagge, per la sicurezzadi tutti i bagnanti,ma anche in occasionedelle manifestazioni deglisport acquatici

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[ ]clubstyleanimali

di Michele Petracci

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ei giorni terribili delle piog-ge alluvionali che hanno col-pito l'Italia da nord a sud, liabbiamo visti spesso al fian-co dei volontari della Prote-zione Civile; sono i cani dasalvataggio. Labrador, Gol-

den Retriver e Terranova sono le razze chemeglio si prestano a questo tipo di lavoro eche meglio apprendono i metodi di addestra-mento specifico per il salvataggio in acqua.Sono presenti ogniqualvolta si verifichi unevento eccezionale di tipo disastroso comeappunto alluvioni e nubifragi, ma li si incon-tra spesso anche durante lo svolgimento digare sportive in un numero elevato di disci-pline che vanno dal nuoto al canottaggio, dal-la canoa allo sci. Sovente li si ritrova anched'estate accanto ai bagnini che fanno servi-zio sulle nostre spiagge. Proprio pochi giornifa ho avuto l'occasione di intervistare un ra-gazzo che si è reso protagonista di una vicen-da importante nel mese di luglio. Lorenzo Sac-chi è un istruttore della “SICS (Scuola Italia-na Cani da Salvataggio)” che svolge volonta-riato per la Protezione Civile e collabora conla Guardia Costiera. “Quest'estate come ogniestate da ormai molti anni a questa parte sta-vo svolgendo servizio di salvataggio con il miocane Rudy, un labrador di 4 anni, a Castel Por-ziano presso il I Cancello. Domenica 24 lu-glio intorno alle 11 di mattina il mare di Ostiaera mosso, ma la spiaggia era comunque gre-mita di romani che si facevano il bagno in tut-ta tranquillità. Ad un certo momento con il ba-gnino ci accorgiamo che due ragazzi con unmaterassino si stavano allontanando troppoe cosi iniziamo a fischiare, facendogli segnodi tornare verso riva. I due però non riusciva-no a fare ritorno e la corrente li stava spin-gendo sempre più a largo in pochissimo tem-po. Uno dei due riuscì a fare ritorno nuotan-do for temente, mentre l'altro in stato di pa-nico era rimasto aggrappato al materassino.Vedendo la tragica situazione io e Rudy ci sia-mo buttati in acqua e abbiamo raggiunto il ra-gazzo ormai in balìa delle onde. Grazie allaforza inesauribile di Rudy siamo riusciti a trai-narlo a riva salvandogli la vita. Inutile dire cheè stata un' esperienza unica, che mi ha resoorgoglioso di fare questo tipo lavoro e di ave-re accanto una creatura magnifica comeRudy”. Ovviamente non mi faccio sfuggire l'oc-casione di chiedere che tipo di addestramen-to si svolge per avere poi risultati di questotipo. “L'addestramento dura diversi mesi emolto dipende dalle capacità di apprendimen-to del cane e del padrone che lo conduce.

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Non è una cosa semplice, ma si può fare aqualunque età. Ci si deve iscrivere a un cor-so come ad esempio quello organizzato dal-la Scuola Italiana Cani da Salvataggio, di cuifaccio parte, e poi si suddivide il periodo diaddestramento in diverse fasi. Intanto si co-mincia con l'addestramento a terra che pre-vede un'educazione del cane, la condotta sen-za guinzaglio, la tenuta di controllo, la socia-lizzazione con altri cani e la concentrazioneanche in ambienti dove ci sono moltissimedistrazioni. Una seconda parte di corso com-prende invece tutte le tecniche di interventoin acqua previste per l'ottenimento del bre-vetto di salvataggio, riconosciuto dal Ministe-ro dei Trasporti e della Navigazione e validosu tutto il territorio nazionale. Durante l'ad-destramento in acqua, il cane e il suo con-

duttore mettono a frutto la strettissima rela-zione costruita nella prima fase dell'addestra-mento per lavorare in assoluta sintonia e si-curezza, che vanno dal semplice nuoto con ilcane, all'invio sulla richiesta di aiuto, al tra-sporto a riva di più persone contemporanea-mente, all'intervento su lunga distanza. LeUnità Cinofile Operative, vengono addestra-te ad operare in qualsiasi condizione meteo-marina e su ogni tipo di mezzo, dalla moto-vedetta, all'acquascooter, fino all'elicottero,dal quale possono anche lanciarsi diretta-mente in acqua per effettuare operazioni disalvataggio.La potenza di traino del cane per-mette all'operatore (conduttore) di effettua-re interventi impossibili da realizzare per ilsolo bagnino, come ad esempio, trainare ariva fino a tre persone contemporaneamen-

te”. Insomma un servizio sociale importan-tissimo dettato dalla passione, dal volonta-riato e dalla voglia di fare qualcosa per il pros-simo. Ci auguriamo che vengano sempre piùincrementati i progetti per i servizi di sicurez-za balneare e durante lo svolgimento di garesportive in tutte le regioni italiane. Che sia-no sempre più richieste le unità cinofile a ter-ra e in acqua sui mezzi di soccorso per ga-rantire una maggiore sicurezza per l'organiz-zazione, ma anche per gli atleti coinvolti. Mol-ti sottovalutano o non sono a conoscenza del-le potenzialità del proprio amico a quattrozampe, troppo spesso maltrattato o abban-donato. Alle volte basta davvero poco per fa-re qualcosa di utile per il prossimo e vivereesperienze indimenticabili come quelle di unsalvataggio.

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a longevità sportiva èquel complesso di in-tensa vitalità, potenzafisica e volontà che per-mette all’atleta di com-petere ad alti livelli per

un periodo piuttosto lungo. La sto-ria abbonda di esempi di lampan-te longevità sportiva: FrancescoMoser e George Foreman, Merle-ne Ottey, Josefa Idem e ValentinaVezzali, passando per i “sempre-verdi” Zanetti, Del Piero, Inzaghi.Il segreto di una straordinaria te-nuta fisica negli anni dipende dadeterminati fattori tra cui genetica,stile di vita, alimentazione corret-ta, normali livelli ormonali e una vi-ta sessuale soddisfacente.

Dott. Aversa, l’endocrinologia tro-va sempre più spazio in ambito spor-tivo. Con quali benefici?“L’endocrinologia funzionale con-trasta il rischio di malattie endo-crine, responsabili dell’invecchia-mento fisico e muscolare dell’at-leta. Attraverso il controllo di fe-nomeni patologici quali ipotiroidi-smo, riduzione dei livelli di testo-sterone nell’uomo, disturbi me-struali, fragilità ossea e muscolotendinea, l’endocrinologia aiuta aconservare una buona tenuta fi-sica nel tempo”.

In che modo?“Occorre adottare una precisa scel-ta terapeutica: prevenzione delle ma-

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di Paolo Brandimarte

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Dott. Antonio AversaSpecialista in Endocrinologia:indirizzo Andrologia

[ ]clubstylesalute[ ]

Eterno Javier Zanetti: 38 anni e non sentirli

Endrocrinologia e Sport

LA LONGEVITÀ SPORTIVA

L'endocrinologia alservizio dello sport:obiettivo, conservare una buona tenuta fisica nel tempo.Il Dott. Antonio Aversa:"Occorre prevenirel'insorgenza di malattieendocrine"

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lattie endocrine e normalizzazionedei livelli ormonali alterati”.

Quali sono le patologie endocrinepiù ricorrenti nell’atleta?“Nel fisiologico processo d’invec-chiamento dell’atleta si assiste auna riduzione dei livelli di testoste-rone circolante ed un possibileesaurimento ‘funzionale’ dell’ormo-ne della crescita. Nelle donne chepraticano sport, la condizione piùfrequente è rappresentata dalle ti-roiditi autoimmuni, mentre l’uso deicontraccettivi orali deve essere va-lutato attentamente. La ridotta tol-leranza ai carboidrati (diabete laten-te, ndr), in genere si riscontra negliindividui geneticamente predispo-sti. Le suddette condizioni posso-no determinare fragilità ossea e mu-scolo tendinea. Ancora, nel sogget-to non allenato e/o esposto a so-vraccarico, l’eccessiva produzionedi radicali liberi può incidere nega-tivamente sulla performance”.

Lo sportivo può essere danneggia-to dall’eccessiva produzione di ra-dicali liberi?“Nel corso dell’attività spor tiva,l’aumento del consumo di ossige-no ha un duplice risvolto: soddi-sfa le richieste energetiche ed alcontempo, intensifica la produzio-ne di agenti ossidanti (radicali li-beri). Per questa ragione, l’ecces-siva produzione di radicali liberiinduce all’indolenzimento musco-lare, minando al tempo stesso ledifese dell’organismo”.

Una condizione fisica invidiabile eduratura. Quali consigli si sente didispensare?“L’assunzione di antiossidanti (vita-mina E, C, acido lipoico), è una stra-tegia efficace per migliorare le pre-stazioni sportive. Non dimentichia-mo che un utilizzo improprio di an-tiossidanti può determinare effettiopposti a quelli indicati. Non va poitrascurato il valore di un’alimentazio-

ne corretta, basata sui principi del-la dieta mediterranea (largo consu-mo di legumi, frutta, verdure, cerea-li e ridotto consumo di grassi satu-ri). Anche un’ attività sessuale sod-disfacente rappresenta un metodonaturale per mantenere il benesse-re delle ghiandole endocrine”.

IL MEDICO RISPONDE

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Medaglia d'oro a 37anni: Valentina Vezzaliha conquistato il 6° titolo iridato aiMondiali di Catania(2011)

Capitano di lungo corso.Alessandro Del Piero(37 anni), bandiera

della Juventus

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Intervista a EmanuelaVergnano, Responsabiledi Slight Wave Studio e trainer Gyrotonic®, che ha illustrato questainnovativa metodologiadi allenamento

resso lo Slight Wave Studio si puòpraticare questa nuova tecnica diallenamento, rivolta sia a chi fasport, sia a chi vuole soltanto sen-tirsi più in forma.Per saperne di più, abbiamo par-

lato con Emanuela Vergnano, Responsabile diSlight Wave Studio e trainer Gyrotonic®.

Come è nata l’idea di creare Slight Wave Stu-dio?L’idea è nata dall’osservazione che tante personehanno bisogno non solo di sentirsi in forma, ma an-che di percepire una sensazione di benessere, che

spesso viene persa, trascorrendo tante ore sedutiin auto o dietro una scrivania e subendo i continuistress quotidiani; è nata così l’idea di un centro mul-tifunzionale che accanto a un’area chinesiologica,dedicata all’allenamento Gyrotonic®, comprendes-se anche un’area medica per la soluzione di even-tuali problemi metabolici, per la consulenza dieteti-ca, per il trattamento della ritenzione idrica, etc..

Quando è nato il Gyrotonic®?“L’ideatore è stato Juliu Horwath, atleta e balleri-no, che, una ventina di anni fa, in seguito a un gra-ve infortunio al tendine d’Achille studiò un meto-do per il proprio recupero funzionale, unendo le

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Gyrotonic Expansion Sistem®:più forti con leggerezza

Particolare della pulley tower

Pulley TowerCombination Unit

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di Lorenzo Arduini

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tecniche di respirazione yoga con le caratteristi-che biomeccaniche del nuoto ,delle arti marzialie della danza."

Di cosa si tratta precisamente?“E’ una tecnica di allenamento guidata da mac-chinari e ogni praticante è assistito da un Trai-ner certificato. Ci si allena su macchinari come laPulley Tower, la Leg Extension Unit, la JumpingStreching Board, effettuando dei movimenti circo-lari e a spirale contro resistenze variabili, cercan-do di ottenere sempre il massimo allungamentodei segmenti corporei. La caratteristica è che, sen-za sovraccaricare il sistema cardiovascolare, siva ad agire prevalentemente su articolazioni, mu-scoli e tendini; in altre parole vengono a unirsi ibenefici della ginnastica posturale e dello stret-ching dinamico con i risultati dell’allenamento diforza."

Quali sono i vantaggi di questa disciplina?“Essenzialmente è una modalità di allenamentoche incrementa la forza migliorando anche la fles-sibilità, per questo è la tecnica preferita da ginna-sti , danzatori e da molti professionisti dello sporte dello spettacolo. La maggior parte delle discipli-ne incrementa la capacità aerobica o la forza, cau-sando spesso una perdita dell’elasticità e una iper-tonia muscolare che impediscono al soggetto lacompleta escursione articolare; il risultato è chemolti atleti perdono fluidità nel movimento a dis-capito della prestazione; molti sportivi, nella fles-sione del tronco in avanti, non arrivano a toccarecon le mani la punta dei piedi, ma si fermano a10-15 cm dal suolo, per l’accorciamento da iper-tonia dei muscoli posteriori di coscia e bacino. Que-

sto è ancora più evidente col trascorrere degli an-ni. Questo tipo di allenamento è in grado di resti-tuire la normale elasticità alle strutture muscolo-tendinee con un miglioramento del rendimento in-dividuale; nella corsa, ad esempio, ottenere unamaggiore ampiezza della falcata comporterà an-che una maggiore velocità".

Ci spieghi meglio i vantaggi che può trarne unpraticante sportivo.“Oltre al miglioramento delle performances , ilmiglioramento dell’elasticità di tendini e muscolipreviene gli infortuni riducendo , soprattutto in chisi allena intensamente, la rigidità muscolare dasovraccarico . Vi sono poi delle applicazioni spe-cifiche per alcuni sport, quali il calcio, il basket e,soprattutto, per le discipline asimmetriche comeil tennis, il golf ed il polo dove è necessario rista-bilire il corretto equilibrio posturale, la cui perditaè causa di sintomatologie dolorose a carico dellaschiena, delle spalle, delle ginocchia. Nel nostrocentro operano comunque anche un Medico del-lo Sport e un Osteopata per la soluzione delleproblematiche articolari ”.

E per chi non è un praticante assiduo, ma vuolecomunque tenersi in forma?“È rivolto anche alle persone che non amano fre-quentare le palestre di fitness ma vogliono recu-perare una buona efficienza fisica; esse troveran-no un sistema di allenamento più equilibrato edestremamente efficace. Se necessario si può usu-fruire della consulenza di un Dietologo, per consi-gli alimentari o per l'assegnazione di regimi diete-tici idonei. Perdere peso, preservando la massamuscolare, è infatti uno dei nostri primi obiettivi".

E’ utile anche agli anziani o a chi è vittima di par-ticolari problematiche, come, per esempio il maldi schiena?“Certamente sì: a chi è affetto da mal di schienail Gyrotonic® ripristina il corretto allungamento del-la colonna e l’allineamento delle vertebre, infattiè utilizzato nella correzione degli atteggiamentiscoliotici, anche nei soggetti più giovani. E’ con-sigliato anche agli anziani perché non sovraccari-ca il sistema cardiovascolare: essi si sentirannopiù saldi sulle gambe e , aumentando forza e co-ordinazione, acquisteranno sicurezza nella deam-bulazione e saranno più protetti dal rischio di even-tuali cadute”.

In sintesi in cosa si differenzia il Gyrotonic®?“Nel Gyrotonic® si lavora a 360°, tridimensional-mente, in ogni direzione in cui può muoversi il cor-po, in maniera coordinata con la respirazione, inmassimo allungamento e contro resistenze per in-crementare la forza.

Come si diventa Trainer?“Per avere la certificazione occorre seguire un iterche prevede prima un Pre training e, successiva-mente, una fase di approfondimento della tecni-ca (Fondation course) con un Master Trainer. Infi-ne bisogna superare un esame teorico e praticoa Eaglesnest, in Germania, oppure a Miami, in Flo-rida, le due sedi Gyrotonic Expansion Sistem®. InGermania infatti il Gyrotonic® è una branca ricono-sciuta della fisioterapia e della riabilitazione mo-toria ed è erogato come servizio dal sistema sa-nitario nazionale. Va detto inoltre che il metodoGyrotonic® e' in continua evoluzione, con esten-sione dei campi di applicazione, e tutti i Trainershanno l’obbligo di seguire periodicamente dei cor-si di aggiornamento in città europee o negli StatiUniti, affinché il metodo non perda la sua unifor-mita' e non sia soggetto a libere interpretazioni.

Cosa le dicono i suoi allievi al termine di una le-zione?Che si sentono più leggeri e con più energia.

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SLIGHT WAVE STUDIOSlight Wave Studio si trova a Roma invia Flamina Vecchia 811, collinaFleming. E’ uno studio multifunzionaledotato di un' area chinesiologica, dedi-cata al Gyrotonic®, con Trainers chesvolgono lezioni individuali e di un'area medica in cui operano un Medicodello Sport, un Endocrinologo, unDietologo, una Specialista in medicinaestetica e un Osteopata.

Jumping streching board

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Manuel SchollmeierE I BARBARI

ROMA NORD65

di Marco Oddino

Intervista all’allenatore - giocatore della plurititolata compagine di football capitolina

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iglio di un padre olimpioniconel nuoto e dotato di un carat-tere di ferro, da sempre Ma-nuel Schollmeier ha voluto di-mostrare nelle sue tante sfidela voglia di emergere più deglialtri “comuni mortali”. Questo

grazie a grandi sacrifici e allenamenti este-nuanti che lo hanno visto protagonista in mol-te delle discipline sportive nelle quali si è ci-mentato. Manuel ha vinto molte sfide perso-nali, fino a quella più bella che ancora oggiaccompagna le sue giornate, la passione peril football americano e la sua squadra capi-tolina, i Barbari di Roma Nord. Qui ricopre iruoli anomali di allenatore e giocatore, pro-ducendo risultati da medaglia d’oro, nel mo-do migliore che si possa fare in Italia. Il foot-ball americano è uno sport fatto di contattofisico e tanto spirito di squadra e, da sem-pre, ambiente ideale per insegnare ai giova-ni la disciplina ed il rispetto. Purtroppo in Ita-lia meriterebbe molto di più rispetto ad altrisport meno spettacolari e televisivi, dove gli

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investimenti degli sponsor non giustificanoassolutamente il ritorno sugli stessi e soprat-tutto non garantiscono quella adrenalina nelgiocare o seguire da spettatore una partitaall’ultimo sangue, dove alla fine il fair play lafa da padrone come nel rugby. Ma cerchia-mo di capirne di più con Manuel, che a cuo-re aperto ci ha raccontato di questo mondopoco patinato e fatto di “lacrime” e sudore.

Come nasce la tua passione per questo sport?“L’elmo e l’armatura, come i cavalieri pala-dini di giustizia che affollavano i miei sognidi gioventù, non mi hanno mai fatto crederead un campo da football come ad un luogodove si svolgesse uno sport come un altro,bensì mi hanno fatto sempre vedere questadisciplina come una metafora di mondi anti-chi, dove si esaltavano alcuni valori, come lalealtà ed il legame tra compagni”.

Cosa significa allenare e giocare con i Barbari?“Giocare nei Barbari significa sposare la fi-losofia del sacrificio, dell’onore e del cuore.

La nascita di questo team, voluta insieme algrande Daniele Napoli, è servita per profes-sare alle nuove leve e future generazioni l’u-nicità di uno sport dove si è sempre in com-petizione con se stessi”.

Cosa distingue i Barbari dalla altre squadredella lega?“La nostra filosofia, applicata negli anni, èstata decisamente sancita da risultati da me-daglia d’oro, che ci ha contraddistinto daglialtri team, avendo dimostrato nel corso deltempo di stravolgere tutti i tipici atteggiamen-ti adottati dalle altre squadre”.

Raccontaci la tua filosofia nuda e cruda.“Ho sempre praticato lo spor t con il cuoreed il sacrificio. Ho sempre esaltato il mio av-versario in quanto tale, poiché ho avuto lapossibilità di confrontarmi lealmente ogni fi-ne settimana in ogni campionato disputato,facendo crescere in me quella speciale sen-sazione che si prova ogni qualvolta sei mes-so di fronte ad una nuova sfida”.

Come vengono visti i Barbari fuori del campo?“Con il passare degli anni i ragazzi dei Bar-bari sono stati visti in qualche occasione co-me un gruppo che giocava in modo troppoaggressivo. Eppure la realtà è ben diversa,fatta di responsabilità e di estrema serietàda parte di quei pochi giocatori capaci di co-prire più ruoli, attraverso un metodo da meinsegnato, sinceramente molto difficile, checi ha portato a vincere in modo seriale unaserie di campionati”.

Qual è il tuo pensiero da allenatore?“Sono anni che studio e approfondisco le tec-niche di allenamento dei professionisti ame-ricani sperimentandole, prima ancora che suiragazzi, su me stesso, per cercare di miglio-rare ed avere verso questo sport un approc-cio sempre più specifico e professionista”.

Che approccio hai prima di una partita?“Ho insegnato da sempre al team che pos-siamo vincere o perdere tutti gli incontri, ladif ferenza sta nel come vinciamo o perdia-

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mo, si può uscire perdenti da una vittoria evincenti da una sconfitta. Questo è il footballche voglio dai Barbari, per ognuno di loro so-no disposto ad essere il primo a scendere incampo e l’ultimo ad uscirne: cose che ho di-mostrato ogni anno pur subendo i classiciturn over generazionali, che mi hanno obbli-gato spesso a rimboccarmi le maniche”.

Oggi dopo 12 anni, qual è il tuo bilancio?“Il mio personalissimo bilancio è quello di es-sere ancora l’unico allenatore-giocatore indoppio ruolo in Italia a ottenere successi im-portanti. Ma ho sempre dichiarato che se ungiocatore da solo non fa la differenza, ancheper un allenatore, senza un gruppo coeso epreparato, non si va da nessuna parte”.

Infatti il bilancio è molto positivo, con 5 scu-detti alle spalle di cui 3 consecutivi.

“Nel 2010, con la squadra decimata, la vit-toria è stata bella e soffer ta: alcuni giocato-ri, per mancanza di cambi, hanno fatto insie-

me a me doppi ruoli, riuscendo a vincere ognipartita con almeno 20 punti di scarto, sen-za mai perdere un match. Ma la soddisfazione più grande è stata quel-la nel campionato di quest’anno, dove i Bar-bari hanno dovuto far fronte all’ennesimocambio generazionale. Ma questa volta il no-stro spirito è stato abbracciato in modo mol-to più concreto rispetto alle precedenti com-pagini; infatti le nuove leve, in soli due mesidi formazione sul campo, sono riuscite adesprimere il vero spirito che da sempre hocercato di far sentire nella pelle ai miei ra-gazzi”.

E’ cambiato qualcosa dal famoso 29 dicem-bre 1999?“Nonostante oltre un decennio sia ormai tra-scorso, pochi sono stati i cambiamenti in que-sti anni: sia sulla filosofia, sulla quale si ba-sa la nascita del team bianconero, sia sullefinalità che questa squadra ha sempre rispet-tato nei confronti dei suoi atleti. Queste finalità si riassumono nell’estremo

rispetto verso quei valori che possono farmarciare su due binari paralleli sport e vita,mettendosi ogni giorno in discussione e so-prattutto non scegliendo la via più semplice”.

E per il futuro?“C’è tanto da fare, in primis per lo sviluppodi questo fantastico sport, che merita sicu-ramente un palcoscenico diverso ed un sup-porto più concreto da parte di tutti quelli checi credono”.

Se dovessi dire qualcosa ai giovani romaniche vogliono avvicinarsi a questa speciali-tà, quale sarebbe il tuo pensiero?“Beh, intanto quello di venire a fare una espe-rienza indimenticabile e poi di condivideregioie e dolori con dei compagni di “viaggio”che non ti abbandoneranno mai e che sonoentrati nella storia di questo sport.Permettetemi di ringraziare in primis Danie-le Napoli, con cui da sempre ho condivisoquesta sfida, ed i pochi indistruttibili vetera-ni fedeli alla nostra filosofia”.

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I BARBARI ROMA NORD

Una piccola start up capitolinache, nata nel 1999, ha in pochianni surclassato gli altri teamitaliani, vincendo praticamentetutto nella loro lega. L’avventura èiniziata il 29 dicembre del 1999,da una idea di Daniele Napoli(attuale presidente della società epersona indispensabile nella guidadella società) e di Manuel, chegrazie alla loro caparbietà e senzail supporton di giocatori super-blasonati “Made in Usa” sonoriusciti a mettere insieme ragazzinormali "presi dalla strada” chehanno trovato nello spirito disquadra e nella filosofia bianco-nera dei suoi fondatori, i realivalori sportivi e veri obiettivi pertracciare un percorso vincente,che più volte li ha portati altraguardo dello scudetto,rappresentando la città di Romacon fierezza in tutta Italia.

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l wrestling è una disciplina sportivamolto particolare, a metà tra un com-battimento ed una esibizione spetta-colare, ed ha l’obiettivo di coinvolgeree divertire il pubblico presente. Moltidi noi si ricorderanno certamente delboom che ebbero gli incontri statuni-

tensi di wrestling teletrasmessi in Italia nellaprima metà degli anni Novanta: incontri che, gra-zie alla loro spettacolarità ed al fatto che vi lot-tavano non tanto degli atleti, ma dei veri perso-naggi di fantasia, quasi dei fumetti, fecero brec-cia nel cuore di coloro che all’epoca erano bam-bini o adolescenti. La maggioranza di noi iden-

tifica il wrestling come uno spettacolo esclusi-vamente americano ed ignora il fatto che si trat-ta di una disciplina praticata in molti Paesi delmondo, Italia compresa. Nella capitale operada alcuni anni la Rome Wrestling Academy, Fe-derazione con sede a Ostia che, oltre ad esse-re una scuola per preparare futuri wrestler, hainiziato a fare show nel 2009. Abbiamo intervi-stato il suo Presidente Pier Paolo Pollina, 27anni, atleta che si è perfezionato negli StatiUniti presso la Texas Wrestling Academy, percapire da vicino questo mondo, affascinante perqualcuno, ma anche basato esclusivamente sul-la finzione per qualche altro.

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Il wrestlinga Roma

Intervista a Pier Paolo Pollina, presidente di RomeWrestling Academy, uno sport a metà tra lotta espettacolo che viene praticato anche nella capitaledi Lorenzo Arduini

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Pier Paolo, parlaci del wrestling in Italia.“Il wrestling nel nostro Paese ha cominciatol’attività con piccoli appuntamenti amatoriali apartire dal 2000. Fino al 2008 sono però rima-sti eventi fini a sé stessi, una sorta di manife-stazioni interne paragonabili ai saggi di danzadei bambini. Nel 2008 sono tornato dagli Sta-ti Uniti e ho voluto dare una struttura al movi-mento nel nostro Paese: ho aperto l’Accade-mia e, insieme ad altri due allenatori, ho mes-so a disposizione il mio tempo e le mie cono-scenze”.

Quanti ragazzi sei riuscito a coinvolgere inquesti anni?“All’inizio avevamo sei iscritti. Oggi l’accade-mia è frequentata da venticinque persone fis-se, più quelli occasionali, per un totale, in me-dia, di 35 ragazzi”.

Che età hanno i frequentatori dei tuoi corsi?“L’arco d’età è molto ampio, va dai 16 ai 37anni. Quelli che hanno voglia e motivazionepossono praticare il wrestling anche in etàavanzata, dato che in questo sport la com-ponente spettacolo è fondamentale. Bisognaperò essere bene allenati per ricevere colpie cadere senza farsi male”.

Che tipo di eventi organizzate?“Mensilmente organizziamo degli AcademyShow, per un certo verso simili alle dimostra-zioni pre 2008 a cui ho accennato. Esistonoperò delle differenze: la prima è che si trattadi eventi aperti al pubblico, la seconda è cheforniamo una preparazione idonea al lottato-re di wrestling. Con questo intendo parlaredella costruzione dei personaggi che i lotta-tori devono interpretare, iniziando dai costu-mi, dato che in questo sport è fondamentaleanche creare un rapporto con il pubblico. Ol-tre a questi appuntamenti ne organizziamo al-tri più grandi come entità, come, ad esempio,l’European Pro Wrestling in programma a Mo-rena a dicembre (vedi box, n.d.r.). Qui si af-fronteranno 13 lottatori italiani e 6 europei”.

In Italia i più pensano che il wrestling siaun fenomeno esclusivamente americano. Co-sa dici a proposito?“Non solo in Italia, ma in tutta Europa si pen-sa che solamente in America si possano crea-re dei lottatori, ma io non sono d’accordo conquesta visione. Certamente negli Stati Unitici sono indubbi vantaggi di natura mediatica,relativi alla grafica, alla produzione ed allapost produzione, ma da noi ci sono sicura-mente delle potenzialità da poter sfruttare”.

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Che tipo di pubblico assiste ai vostri eventi?“Noi abbiamo cominciato da una ristretta cer-chia di amici e conoscenti. Poi abbiamo la-vorato bene nella promozione e nel passapa-rola, anche tramite Facebook, e oggi agli Aca-demy assistono tra le cento e le trecento per-sone, con punte di cinquecento. Ai nostrieventi assistono ovviamente molti bambini,ma anche molti ragazzi e ragazze di età com-presa tra i 18 ed i 30 anni, gli ex bimbi de-gli anni Novanta. D’altro canto oggi il wrest-ling è cambiato rispetto a 20 anni fa, è me-no, per così dire, giocoso, però noi puntiamomolto al coinvolgimento dei più piccoli”.

Per quale motivo?“Il wrestling è essenzialmente uno spettaco-lo, per questo appassiona i piccoli. Noi oraci siamo fatti le ossa e ci siamo presi un po’di mercato, ora dobbiamo crescere par ten-do dai personaggi, che devono avere uno sta-tus, un’identità ed una propria vita sul ring”.

Che importanza ha la narrativa in questosport?“E’ fondamentale, all’Accademia mi occupoin prima persona della costruzione dei per-sonaggi. Osservo le attitudini dei ragazzi sulring e, anche da piccoli particolari, ottengodelle indicazioni che mi permettono di spie-

gare loro come comportarsi sul ring. In questomodo, partendo dal loro carattere e dalla loropersonalità si arriva al dunque, ossia alla co-struzione del personaggio”.

I tuoi ragazzi hanno attitudine alla recitazio-ne fin da subito?“La maggior parte no, c’è chi all’inizio non è ingrado e chi lo è ma è timido ed inibito. Noi ilprimo mese puntiamo esclusivamente sulla lot-ta, sulle tecniche e sulle cadute, insomma sul-le basi per affrontare un match. In questo tem-po i ragazzi tendono ad acquisire un approcciodiverso, più sicuro e sono in grado di interpre-tare dei siparietti. E’ quindi proprio l’allenamen-to a formare prima il carattere e, in un secon-do momento, il personaggio”.

Possono praticare il wrestling anche atletiprovenienti da altre discipline di lotta e com-battimento?“Nel wrestling la particolarità è che bisognadare più attenzione al pubblico che alla sfida

uno contro uno vera e propria. I lottatori chevengono da altre discipline spesso arrivanomolto sicuri, ma basta poco tempo a farli cam-biare, a renderli più umili”.

Si pensa che nel wrestling la lotta sia fattaquasi per finta. Cosa dici a proposito?“Il wrestling è uno spettacolo ed i suoi attorinon si devono fare troppo male. Ma da qui adire che facciano finta di lottare ne corre. Noinon portiamo mai le tecniche di lotta fino al li-mite, ma i pugni non sono finti, bensì vengonodati in punti dove non fa male”.

Qual è il wrestler italiano più forte?“Si chiama King Danza, è ospite fisso anchedi Federazioni non italiane e, il prossimo an-no, dovrebbe fare un provino per entrare nellaTNA”.

Per concludere, tornando ai bambini, il wrest-ling può essere diseducativo, come pensanoin molti?“I bambini hanno bisogno fondamentalmentedi essere seguiti ed educati, i genitori devonoprestare loro tempo e attenzioni. Vietare a prio-ri il wrestling perché violento può causare l’ef-fetto contrario, meglio sicuramente educarenon attraverso i divieti, ma magari accompa-gnandoli nella fruizione dello spettacolo”.

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Il wrestling europeo a RomaDall’11 al 13 Dicembre 2011presso Stazione Birra, Morena(RM),si svolgeranno per la prima volta inItalia 3 spettacoli di wrestlingEuropeo dal vivo con la neonatafederazione European Pro Wrestling(EPW). Queste tre serate sarannoriprese e prodotte per esseredistribuite alle reti nazionali edinternazionali e vedranno in azionelottatori da tutta Europa e grandinomi dello sport da combattimentocome Pasquale "El Puma" Di Silvio,Vic Antico, Alessio "Legionarius"Sakara. Per info e prevenditebiglietti 06/79845959 oppurewww.stazionebirra.it.

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“Nel wrestling la particolarità è che bisogna dare più attenzione al pubblico che alla sfida uno contro uno vera e propria”

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Il wrestling è stato trasportato in diverse occasioni sul grande schermo,con film nei quali azione e commedia la fanno da padrone, ma dove anchela personalità dei lottatori ha un ruolo

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clubstyle[ ]cinema

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l wrestling è uno sport a metàstrada tra la lotta e lo spettaco-lo. Il suo primo obiettivo infattiè quello di divertire il pubblicoed intrattenerlo, finalità che vie-ne prima anche della stessa vit-toria. In Italia e nel mondo il

wrestling ha appassionato soprattutto gio-vani e giovanissimi, e questo dato lo sivede nella maggioranza dei casi in cui il

wrestling è stato trasportato sul grandeschermo. Molti film su questa disciplinasono infatti delle commedie, a volte grot-tesche ma anche divertenti, oppure del-le pellicole dove l’azione ed i combatti-menti regnano sovrani. Ma ci sono anche delle eccezioni, con filmche indagano l’esistenza e la psicologiadei lottatori: di questo ultimo genere è ilcapolavoro forse più famoso tra le opere

cinematografiche nelle quali il wrestlingha un ruolo centrale: stiamo parlando na-turalmente di “The Wrestler”, che ha avu-to un grande successo al momento dellasua uscita, nel 2008. Oltre ad esso inquesto articolo abbiamo selezionato al-tri due film dove invece prevalgono, co-me accennato sopra, l’azione e l’ironia,per rendere il più possibile completa que-sta disanima.

Idi Lorenzo Arduini

sul grande schermoLotta e spettacolo

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Due giovani fans assistono costernati all'umiliante sconfitta del lorocampione di wrestling, Jimmy King. L'uomo scompare dal ring dopol'incontro per il titolo mondiale. I due decidono di rintracciarlo e, quandolo ritrovano ad Atlanta ubriaco e inferocito, si impegnano a restituire alloro King la dignità e la gloria di un tempo. Fortemente consigliato agliamanti del wrestling. Il fim è una successione di combattimenti con pauseamene e divertenti. All'interno del film compaiono tutte le maggiori stardella WCW: Diamond Dallas Page ricopre il ruolo del cattivo, Sting e BillGoldberg sul finire del film aiutano il buono a vincere la sua battaglia,Macho Man Randy Savage fa una breve apparizione a inizio film. In bilicofra commedia e melodramma, il film tratteggia un mondo di perdenti chetuttavia riescono in qualche modo a non soccombere del tutto. Platt èsimpatico, ma decisamente fuori posto nel ruolo del campione.

Nacho è un giovane monaco che, per salvare il decadenteorfanotrofio in cui è cresciuto e fare colpo su una giovane ebella novizia, si dà alla lotta libera. Le cose però,prenderanno una piega diversa da quella che lui credevainizialmente. Talento eclettico, capace di cantare e ballare,nonostante un fisico non certo longilineo o attraente,l’attore ha dimostrato una notevole versatilità e una innatacapacità di fondersi letteralmente con i personaggi cheinterpreta. Jared Hess, autore di Napoleon Dynamite,prende l’umorismo grottesco del film che lo ha resofamoso e lo riversa in una pellicola ancora più demenziale,assurda, in cui la comicità fisica e stralunata di Black èsfruttata a dovere. Il film è un trionfo di lottatorimascherati, corpi flaccidi, ring polverosi, squallidi ecombattimenti arrangiati alla bell’e meglio. Le sequenze dilotta sono le più riuscite e divertenti ma è tutta la pellicolaa offrire a Black un palcoscenico per le sue trovate.

Negli anni '80 Randy "The Ram" Robinson era un eroe del pro wrestlingall'apice della carriera. L'incontro con il rivale Ayatollah, sconfitto il 6 aprile1989, sarebbe rimasto per sempre nella storia dello spettacolare sport.Tuttavia, venti anni dopo, "l'ariete" porta sul corpo i segni della lotta.Appesantito e decaduto, lavora part time in un grande magazzino e pratica ilwrestling nelle palestre dei licei, ogni fine settimana, per la gioia dei (pochi)fan che gli sono rimasti. Il personaggio di The Ram (interpretato da unMickey Rourke in stato di grazia) rappresenta infatti l'essenza stessa delfallimento. Colpito da un infarto in seguito a un incontro mortificante, ilvecchio wrestler inizia a riflettere sulla sua esistenza e trova nellaspogliarellista Marisa Tomei un'affabile confidente che gli suggerisce dimettersi in contatto con la figlia. Durante la sua personale ricerca di unarinascita, The Ram affronta a testa alta la vita fuori dal ring, provando conogni strumento a sua disposizione a diventare l'uomo che non è mai stato.A sostenerlo è il ricordo del boato della folla.

PRONTI ALLA RISSA (TITOLO ORIGINALE:READY TO RUMBE)

SUPER NACHO (TITOLOORIGINALE: NACHO LIBRE)

THE WRESTLER

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che piace agli sponsor e alla tv!

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on è propriamente uno sport,almeno cosi non viene definitodai suoi tifosi ed appassionati.Il wrestling è più che altro emo-zioni, forza fisica e spettacolo,tanto spettacolo. Forse è per lacomponente dell’entertainment

che lo caratterizza, ma una cosa è certa: i wrest-ler sono delle vere e proprie star, protagonisti del-lo show a 360°. E tanti sono i soldi che copronoletteralmente d’oro questo sport; basti pensare

solo ai dati d’ascolto (40 milioni di americani se-guono il wrestling ogni settimana) e al grandemerchandising tra maschere, bambolotti, magliet-te, dvd e videogiochi.Naturale che con queste cifre, gli atleti sono pro-babilmente più famosi su altri palcoscenici, chevanno aldilà del solito ring.Ma partiamo con qualche nome: uno per tutti,John Cena, uno dei wrestler più rappresentatividella WWE e del wrestling contemporaneo. JohnCena ha lavorato con la Ford ed è stato anche

N

[ ]clubstylesponsoring

di Valentina Altavilla

Wrestling, la lotta show

Sarà anche uno sportfinto e molto “teatrale”,ma il giro d’affari che c’è intorno è assolutamente vero e reale

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testimonial della Gillette, celebre marca di pro-dotti da barba. Inoltre, ha sponsorizzato anche ilristorante fast food in franchising di sandwich(chiamati "Sub") ed insalate, Subway Restau-rants. John Cena è noto anche nel campo musi-cale e cinematografico: ha realizzato un disco incollaborazione con il rapper Tha Trademarc daltitolo You Can't See Me ed è stato protagonistadei film Presa mortale, 12 Round e Legendary.È apparso in numerosi programmi televisivi sta-tunitensi ed è stato ospite al Festival di Sanre-mo del 2006. Il campione è attivo anche nellabeneficenza: ha infatti organizzato delle cene a

favore dei bambini affetti da malattie gravi alloShowcase of Immortals tramite la fondazioneMake a Wish. Un altro atleta molto conosciuto nell’ambiente èDwayne Johnson, meglio noto come “The Rock”.Figlio e nipote d’arte, il wrestler milita nella WWE,nel roster di Raw, ed è anche lui molto ricercatodagli sponsor e dal piccolo schermo. Recente-mente, grazie al suo sorriso, è stato testimonialdel nuovo dentifricio della Colgate ed è semprein prima linea quando si tratta di aiutare i menofortunati. The Rock infatti ha fondato nel 2006la “Rock Foundation”, un ente benefico che si ri-

volge ai bambini malati terminali e a rischio, men-tre nel 2009 è stato l’ambasciatore dell’Enter-tainment Industry Foundation, per la campagnaDiabete Aware, volta ad educare le famiglie cir-ca la prevalenza del diabete e l'importanza di unattivo e sano stile di vita.Tanti poi i film che lo hanno reso celebre, come“La mummia - Il ritorno”, “Be cool” (dove lavoròcon attori del calibro di John Travolta, Uma Thur-man e Danny DeVito) e “Southland Tales”, soloper citarne alcuni.E poi c’è Mark William Calaway, in arte “Under-taker”, wrestler professionista, classe 1965.È un veterano di questo sport, cosi come delleapparizioni al cinema e in tv. Oltre a lui dobbia-mo ricordare però anche Rob Van Dam e Paul Mi-chael Levesque, al secolo Triple H.Quest’ultimo, in particolare, è apparso in film co-me “Blade” ed “Inside Out”.Senza dimenticare Cm Punk che forse molti ri-corderanno per il suo caratteristico tattoo sullaspalla sinistra, raffigurante il logo della Pepsi; lo-go che però non è il suo sponsor, ma semplice-mente la sua bibita preferita; un modo originalee insolito, se vogliamo, di fare un’indiretta pub-blicità al famoso brand.Insomma, questi atleti hanno davvero grinta edenergia da vendere, non solo quando si tratta dicombattere, ma anche quando si tratta di appa-rire e farsi notare. D’altronde, in uno sport cosiscenografico e teatrale, i suoi protagonisti nonpotevano essere da meno.

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clubstyle[ ]motori

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Land Rover Discovery4 SDV6 HSE

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a Discovery 4 MY 2012 è una vet-tura straordinaria e potendo spen-dere quanto Land Rover chiedeper avere le chiavi (più piccole nelnuovo modello) in mano, qualun-que appassionato non le potreb-be mai preferire nessun altra. A

far da contorno al nostro test drive, le terre fa-volose della Scozia, con i suoi colori splendididell'autunno, il suo clima freddo ma non troppo,le sue strade pulitissime e poco trafficate, maanche e soprattutto per i suoi incredibili percor-si off road. La nuova Discovery presenta all'e-sterno, piccole modifiche estetiche, con le nuo-ve maniglie e le prese d'aria laterali rinnovate,un frontale rivisto e che ai nostri occhi la rendesempre più vicina alla grande Range Rover, in ter-

mini di fascino puro. All'interno, i nostri sedili inpelle ci accolgono come la poltrona di casa e ciassicurano una visibilità eccellente sia anterio-re, che posteriore, che, udite udite, nella tre quar-ti posteriore. Questa è una berlina grandiosa sot-to forma di Suv. Un tempo poteva essere sicura-mente considerata quasi solamente per le suedoti fuoristradistiche, ma con le ultime evoluzio-ni, possiamo dire con certezza che la guidabili-tà non può e non deve essere messa su un pia-no inferiore rispetto ad una BMW Serie 5 o unaMercedes Classe E. Inserisci la modalità Drivedello straordinario cambio automatico a 8 rap-porti e ti rilassi: è come se tutto il resto non esi-stesse. Le sospensioni, divorano le imperfezio-ni dell'asfalto e l'agilità in curva, malgrado la mo-le, è sbalorditiva. Nemmeno forzando un po' la

[ ]motoriclubstyle

L

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Nuovo motore da 256 cavalli e piccole modifichestilistiche, rendono questo Suv ancora più appetibile.Siamo volati in Scozia per un test drive on e off roaddavvero entusiasmante

La rivista mensileCAR ha provatoil fuoristrada di casaLand Rover

di David Di Castro

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mano e il piede sull'acceleratore, si ricevono se-gnali di sottosterzo o sovrasterzo. L'incrementodella cavalleria, passata ora a 256 cavalli per ilmodello che abbiamo provato noi, non si perce-pisce se non in fase di allungo. Ma questa nonè una macchina fatta per correre. È un Suv fat-to per viaggiare con tutta la famiglia, bagagli com-presi. E anche per andare a fare un fuoristradaclamoroso. Ed è quello che è successo a noi,sui terreni accidentati della Scozia. Attraversoun'antica strada romana, abbiamo affrontato ter-reni davvero ostici. Fin dall'inizio, ci siamo stupi-ti della facilità con la quale la Discovery4 è ri-uscita a calpestare quel tipo di fango, ancora ba-gnato e scivoloso in virtù delle grandi piogge deigiorni precedenti, semplicemente impostando ilTerrain Response nella modalità apposita. In di-scesa, anche nelle più ripide e scivolose, ci hapensato il Discent Hill a rendere più facile il tut-to. A tratti la sensazione è di potersi limitare aregolare la direzione del veicolo con il volante,mentre a tutto il resto pensa la trazione integra-le, che beneficia anche delle marce ridotte, e l'in-credibile sistema di assistenza alla frenata. Unapiccola incertezza l'abbiamo avuta salendo undosso fangoso e con qualche metro quadrato dierba bagnata intorno, ma una volta trovato l'ap-poggio giusto per le ruote posteriori, ce ne sia-mo venuti via dall'impaccio agevolmente. Il gran-de pregio che ha questa Discovery4, è quello difar apparire semplici anche le manovre apparen-temente impossibili. Nemmeno nell'acqua la Dis-covery ha manifestato incertezze, malgrado in

alcuni guadi, siamo arrivati quasi a ricoprire illungo cofano. Rimettere le ruote sull'asfalto del-le strade intorno ad Edimbrurgo, ci pesa e nonpoco. La Discovery torna ad essere una super-berlina, alta e grossa, ma egualmente brillantee confortevole nella guida. La nostra prova in ter-ra scozzese, ci ha lasciato la netta sensazioneche le previsioni di vendita ottimistiche su que-sto modello comunicate da Land Rover, malgra-do la crisi economica internazionale, possanotranquillamente essere confermate dai conces-sionari, se non addirittura superate, in quantobasterà un piccolo test drive per innamorarseneimmediatamente.

Land Rover Discovery4 SDV6 HSE

Scheda tecnicaPrezzo 59.986 Euro

Motore 2.993 cc V6 256 cv a 4.000 g/min,

600 Nm a 2.000 g/min.

Trasmissione cambio automatico a 8 rapporti,

trazione integrale

Prestazioni 0-100 km/h in 9,3 secondi,

180 km/h,

11,4 km/l,

230 g/km di CO2

Peso 2.700 kg

In vendita ora

]motori[clubstyle

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Page 81: Sport Club Magazine Dicembre 2011

L’emozionedal sedile di guida delleauto più belle del mondo

A SOLIEURO

3,50

pub car 230X260.indd 1 22-09-2011 9:46:54

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Nella Regione dell’Indiapatria dell’Auyrveda,

vengono organizzati viaggiche alternano la visitadi luoghi meravigliosi

alle pratiche ayurvedichecome lo yoga

di Marta Centra

e la mente in KeralaRigenerare il corpo

clubstyle[ ]sport&turismo

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uyrveda vuol dire India e so-prattutto Kerala che ne è lapatria, e per comprenderla afondo è necessario darci iltempo di assaporare questaterra e la sua cultura ayurve-da. Capirne il significato vuol

dire darsi un tempo per ascoltare, per annu-sare, per guardare, per gustare, per esserci.La regione del Kerala è conosciuta in Indiacome il “Paese Personale di Dio”, ricca dispiagge tranquille e di baie di acqua blu che,con il suo clima piacevole tutto l’anno, fan-no di questa località balneare un piccologioiello dell’India.

Le bianche spiagge con palme di cocco, l’atmo-sfera calda e l’aria pulita inducono al relax e asalubri passeggiate sulla battigia e, per i dina-mici, la possibilità di divertirsi con altre attivitàdi mare: i pescatori del posto, infatti, organiz-zano deliziose gite in barca sia al tramonto cheall’alba. Per questa ragione le spiagge di Kova-lam sono la destinazione perfetta per personeche vogliono passare vacanze di sogno, di re-lax e di ringiovanimento attraverso massaggiayuervedici. Senza contare i cibi, i profumi ed icolori che fanno di questa esperienza ricca di“indianità” un ricordo indimenticabile.In volo dall’Italia raggiungiamo Trivandrum eci sistemiamo per una settimana in un acco-

gliente resort, immerso nel verde tropicale.Inizieremo cure offerte dalla medicina ayur-vedica ed i nostri incontri, facoltativi, di me-ditazione e yoga. Ci lasceremo massaggiare,infine, dalle esperte mani di maestri ayurve-dici professionisti.In escursione arriveremo a Padmanabbapu-ram dove potremo visitare lo splendido palaz-zo che tra il XV e il XVIII secolo ospitò il rajadi Travancore.Obbligatoria escursione a Cape Comorin, lapunta dell’India: ci sveglieremo all’alba e rag-giungeremo Kanyakumari (Cape Comorin, 130Km, circa 5 ore) conosciuta come l’estremacuspide dell’India, dove si incontrano i tre ma-

A

[ ]sport&turismoclubstyle

e la mente in KeralaIL VIAGGIODurata 16 giorniPeriodo consigliato tutto l’annoPernottamenti alberghettiTrasporti mezzi localiPasti ristorantiniDifficoltà facile

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ri: Golfo del Bengala a est, Mare Arabico aovest ed Oceano Indiano a sud. Qui visitere-mo il Gandhi mandapa, punto in cui vennerodisperse le ceneri di Mahatma Gandhi.Da Trivandrum arriveremo a Kollam (Quillon,71 Km), dove proseguiremo, su un ferry boat,nelle backwaters, la rete di canali e laguneche si estende nell’entroterra keralese in unasplendida cornice di vegetazione tropicale eraggiungeremo Aleppy. Con un ulteriore tragit-to nautico (circa 3 ore), dove potremo ammi-rare un susseguirsi di terreni coltivati a riso,cocco e banane caucciù potremo arrivare al-le alture coperte da piantagioni di tè “Tara-vancore”. Arriveremo a Kottayam e da qui ef-fettueremo un’escursione al Periyar WildlifeSanctuary, la splendida riserva naturale alconfine con il Tamil Nadu. Il Parco è ricchissi-

mo di animali tra cui il macaco dalla coda dileone e, se saremo fortunati, potremo anchevedere il langur del Nilgiri, i sambar e i caprio-li maculati. Berremo il feni, fatto dalla fermen-tazione delle noci di cocco ed il vino locale,che sembra Porto. E mangeremo gamberetti,granchi, aragoste ed ostriche. Assisteremoagli spettacoli di teatro – danza Kathakali, cheviene danzato da soli uomini che interpreta-no anche ruoli femminili. Noleggeremo bici-clette, motorini o moto e gireremo per visita-re chiese riccamente decorate, monumenti evestigia storiche, templi induisti, case e mer-cati coloratissimi, ci inoltreremo nelle collineper poter ammirare i fantastici tramonti.

Se volete rigenerarvi nel corpo e nello spiri-to, questa è la vacanza ideale.

[ ]

L’AUYRVEDAMedicina tradizionale utilizzata in India findall'antichità, diffusa ancora oggi nel sub-continente più della medicina occidentale.

Sistema medico molto vasto e complessocomprendente aspetti di prevenzione, oltreche di cura, che permetterebbero, seapplicati rigorosamente, di vivere più alungo, migliorare la propria salute erispettare il proprio corpo.

Prevede anche esercizi differenti secondolo stato di salute, tipicamenteposizioni yoga e tecniche di respirazioneprofonda.

LO YOGATecnica ascetica o meditativa avente comescopo l'unione mistica con la Realtàultima e tesa ad aggiogare, controllare,governare i sensi (indriya) e i vissuti daparte della coscienza (buddhi).

Il termine yoga si riscontra già nel piùantico dei Veda, il Ṛgveda, con ilsignificato di unire, attaccare, imbrigliare.

Le tecniche insegnate dallo yoga sifondano sulla fisiologia indiana secondo laquale il corpo umano è attraversato dacanali energetici, le nadi, nei quali scorreil prana, l'energia universale. Le nadi sonooltre 40.000 (forse 72.000) ed irradianotutto il corpo dell'energia dell'universo, itre canali più importantisono ida, pingala e sushuma che scorronointorno alla colonna vertebraleincrociandosi in alcuni punti.

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[ ]clubstylesport&turismo

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a vita ci propone ogni giornoscelte difficili da affrontare incui bisogna essere lungimiran-ti equilibrati, immaginando co-sa e come influenzeranno il no-stro futuro. Anche nel golf, fan-tastica parodia della vita, è

sempre così. Ogni giorno, ad ogni buca ci trovia-mo a fare i conti con delle scelte, combattuti tranoi stessi, le nostre ambizioni e le reali capaci-tà di gioco. Già dal tee della prima buca. Tenta-re subito un lungo driver e cercare immediata-mente un par mirabolante o giocare con saggez-za e puntare magari ad un boghey meno brillan-te ma più sicuro e realizzabile? Per non parlaredelle situazioni difficili in cui le soluzioni sono agliantipodi. Dopo un gancio con il driver la pallinafinisce dietro ad un fitto boschetto di alberi. Ilgreen è lontano e anche lo sguardo fa fatica a

scorgere la bandierina, dietro quei mille impieto-si tronchi neri. Pochi secondi per decidere cosasarà di questa buca e forse dell’intera giornata.La testa corre veloce e si sintonizza subito suSKY dove stanno per trasmettere il colpo dell’an-no. Un colpo fantastico ad aggirare quel plotoneverde di soldati nemici. La palla percorre una per-fetta curva di un gancio intenzionale, sfiora le fo-glie più alte di querce secolari, atterrando mor-bidamente sul gremì. Il pubblico in visibilio. Pur-troppo però la verità è diversa, non siamo gioca-tori del tour, il gancio intenzionale mi viene mol-to peggio dello slice, ho 28 di hcp e l’unica tra-smissione che potrebbe collegarsi oggi è la pro-va del cuoco visto che la frittata, se tento quelcolpo, è quasi fatta... Bisogna in questi casi ri-manere freddi ed equilibrati in modo che la ra-gione possa valutare obiettivamente la difficoltàdel colpo con le reali capacità di gioco cercando

anche di valutare in relazione allo score, la veranecessità di un tale rischio, tipo: "o la va o laspacca". Quasi sempre l’opzione della sicurez-za e del saggio equilibrio risulta la migliore, do-ve l’utopia del par sensazionale viene giustamen-te barattata con un boghey, più certo e realizza-bile. Quando vi trovate in queste situazioni, il con-siglio è di resistere alle tentazioni del diavolettoche vi spinge di osare, a cercare il colpo dei so-gni, della gloria e degli applausi. Ascoltate la ra-gione, l’angioletto che vi consiglia all’altro orec-chio quel piccolo colpo in sicurezza che lasciaaperte le porte al par. Perdete quindi 10 secon-di per pensare al colpo che state tirando, nonsiate impulsivi ne superficiali, scegliete la cosagiusta. Sul campo di gara giocate come la formi-ca e non come la cicala, farete score più bassifinendo sempre con la sacca piena di palline.Meditate… Buona pratica.

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di Simone Selli

clubstyle[ ]golf

Il dubbio...Qual è la cosa giusta da fare?

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di Fabio Ingargiola Personal Trainer

[email protected]

ell’industria delfitness ruotanomolti interessi in-torno agli addo-minali: punto cru-ciale degli sforzidi molti uomini

nel tentativo di ottenere il tantoagognato six pack, o addomina-le a tar taruga.Ribadisco ancora una volta l’inef-ficacia di creme, fasce che fannosudare e promesse televisive da 5minuti al giorno, se fosse così fa-cile tutti avremmo un addominaleperfetto e quadrettato.Prima di tutto è necessario nonfocalizzare tutti i nostri sforzi so-lo sugli addominali: una ricercadell’università di Virginia dice chesarebbero necessari 250mila ad-dominali per bruciare solo 450 grdi grassi.Troppa gente invece è ancora con-vinta che basta fare gli addomina-li per vedere calare o sparire la pro-pria pancia .In realtà i muscoli sono i principa-li brucia grassi del corpo: una so-la sessione di allenamento con so-vraccarichi può accelerare il tuo me-tabolismo per più di due giorni.Però è necessario far lavorare tut-to il corpo, ogni singolo musco-lo. E questo conta doppio per le

gambe. Invece la maggior partedegli uomini allena le propriegambe una volta a settimana onon le allena affatto.Un allena-mento per le gambe consumamolte più calorie di un allenamen-to intenso per la par te superio-re, questo perché la par te infe-riore contiene numero maggioredi muscoli e di una grandezza su-periore.Un altro mito da sfatare riguardail tapis roulant: bisogna eviden-ziare come a parità di tempo unallenamento di potenza con i pe-si brucia più grassi di una corsaa passo decisamente veloce, nel-la stessa unità di tempo. Mi spie-go meglio: a meno che tu non siaun atleta evoluto, l’intensità deituoi 40 minuti di corsa non sa-ranno abbastanza intensi per ot-tenere un cambiamento significa-tivo nel tuo metabolismo, meglioutilizzare il tuo tempo per una rou-tine più completa, in modo da sti-molare il tuo corpo a liberare piùenergia dai grassi stimolando nel-lo stesso tempo la produzione dimassa muscolare magra.Quindi se hai poco tempo come30 o 40 minuti, non “perderetempo” a corricchiare sul tapisroulant, le opzioni seguenti sonodecisamente migliori:

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clubstyle

Il modo migliore per allenare

fitness

Scopriamo i modi migliori per togliere grasso e mostrare un addominale perfetto

Ngli addominali

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1) Serie alternate: alterna un eser-cizio per la parte superiore del cor-po (una serie di panca per esem-pio) a uno per la parte inferiore (unesercizio per i glutei per esempio).L’idea è che mentre recupera il pet-to, intanto lavora il gluteo con il ri-sultato di dimezzare o eliminare itempi morti.2) Circut training: il concetto è si-mile a quello delle serie alterna-te, però implica una catena più lun-ga di esercizi, sia con pesi liberiche con macchine o con entram-bi. Puoi fare un circuito ripetendotre serie dello stesso esercizio epoi passare al successivo o fareuna serie di ogni esercizio e poi ri-cominciare da capo.3) Serie alternate o circuito con in-tervalli aerobici: si tratta di inseri-re dei mini spot di 3/5 minuti dilavoro aerobico dopo una coppia diesercizi alternati o alla fine di uncircuito di 6/8 esercizi. Come po-trai capire in questo modo si apro-no molte più possibilità di allena-mento, e 40 minuti saranno sicu-ramente più proficui di una sempli-ce camminata o corsa.4) Utilizza esercizi di tipo funziona-le, ovvero esercizi che coinvolgo-no sia l’equilibrio che la forza e lacoordinazione. Un esempio ? Inve-ce di allenare semplicemente i bi-

cipiti con un curl alternato sedutosu panca, svolgi lo stesso eserci-zio seduto su una fitball alzandouna gamba e chiudendo gli occhi:un esercizio del genere oltre far la-vorare i tuoi bicipiti stimolerà mol-to di più il tuo muscolo addomina-le che un semplice crunch su tap-petino. Quindi tutti gli esercizi conpesi tradizionali possono esserecombinati, riformulati, mischiati in-sieme in modo da ottenere più ri-sultati, più divertimento e menotempi di recupero.Tutto questo perché è necessario ri-cordare che l’addominale è un mu-scolo stabilizzatore che ha la funzio-ne di mantenere l’equilibrio e la po-stura del corpo, quindi ogni volta chesvolgi un esercizio in disequilibriostai utilizzando il COR ovvero la fa-scia addominale e lombare, con ri-sultati evidenti sia dal punto di vistaestetico che funzionale.Inoltre, come dico spesso ai miei al-lievi, se vuoi cucinare una buona tor-ta non puoi utilizzare solo lo zucche-ro, sebbene sia uno degli ingredien-ti fondamentali: per ottenere un ad-dominale perfetto bisogna miscela-re molto bene il lavoro aerobico, illavoro muscolare e curare moltissi-mo l’alimentazione: se solo una diqueste tre cose non viene svolte nelmodo corretto, addio tartaruga!

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Il modo migliore per allenaregli addominali

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