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FONDAZIONE DEL SACRO CUORE CESENA Scuola Primaria - Secondaria di I grado Scuola dell’Infanzia QUADERNO del 2011-2012

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FONDAZIONE DEL SACRO CUOREC E S E N A

Scuola Primaria - Secondaria di I gradoScuola dell’Infanzia

QUADERNO del 2011-2012

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«In the vacant placesWe will build with new briks...Where the word is unspoken

We will build with new speech».

«In luoghi abbandonatinoi costruiremo con mattoni nuovi...Dove parole non sono pronunciate

costruiremo con nuovo linguaggio».

(T. S. ELIOT)

In questo anno scolastico, che si è dipanato in un momento di partico-lare crisi per il nostro paese e si è concluso nel segno di eventi dolorosi perla nostra Regione e la nostra scuola, abbiamo voluto introdurre ilQuaderno di documentazione (divenuto quaderno unitario per tutto ilprimo ciclo) con la vivacità esplosiva dei pastelli de La creazione diChagall e l’energia dei versi eliotiani per ribadire che, se tutto sembra “tre-mare” intorno a noi, più forte diventa la volontà di consolidare i fonda-menti della nostra responsabilità educativa.

Ci rilancia ogni giorno il percepire negli occhi e nei cuori dei nostriragazzi l’«infinito» di un desiderio di Bene, di Bellezza e di Felicità, chepalpita in ogni pagina di questo libretto, e ci chiama ad una risposta seria ecreativa, che dilati la cura che la famiglia esercita nei loro confronti.

Il seguire la maggior parte di loro dall’infanzia alle medie, guidandoliverso il traguardo delle scuole superiori nel Liceo della Fondazione o altro-ve, ci permette di seguirne gli slanci e le fatiche, le difficoltà e le conqui-ste, accompagnando i passi di una crescita globale delle loro persone, di cuil’acquisizione degli strumenti e dei contenuti della conoscenza rappresen-ta un aspetto sicuramente centrale.

Per questo vi invitiamo a scorrere con simpatia queste pagine, in cui sicondensa la loro risposta alle proposte attente e puntuali degli insegnanti.Proprio a questi va il nostro più grande ringraziamento, per la generositàcon cui si sono prodigati, pur nella consapevolezza delle fragilità che sem-pre accompagnano la “sfida educativa”. A voi genitori la gratitudine peraver condiviso con noi il pezzo di strada che abbiamo fatto insieme.

La presidePaola Ombretta Sternini

INTRODUZIONE

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SCUOLA PRIMARIA

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Classi Prime

“Una strada di parole...per arrivare al cuore”

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La strada che abbiamo voluto insegnare e intraprendere assieme ainostri bambini è stata quella del cuore.

Ci siamo mosse spinte dal desiderio di aprirli alla realtà, così comesi presenta ai loro occhi, per ri-scoprirla come tesoro di bellezza esegno della presenza di un Padre buono che ci ha donato tutto e ciaccompagna sempre lungo il nostro cammino.

… e così è incominciata la nostra avventura!In un fantastico regno vive un re di nome Alfabeto. Porta sempre

con sé non una spada, non uno scettro, non una regina, non un meda-glione ma… un grosso libro di mille colori.

Un meraviglioso libro di fiabe che lui scrive e conserva nel cuorecon il desiderio di poterle regalare un giorno ai bambini di tutto ilmondo.

Che bello volare con la fantasia!Ma… una notte re Alfabeto si dimenticò di chiudere il libro e le let-

terine ne approfittarono per scappare dalle pagine e dare una sbirciati-na al mondo fuori.

Che catastrofe! Al risveglio, le pagine del libro di re Alfabeto sonocompletamente bianche, senza le sue letterine non potrà più scriveredelle storie.

Così è iniziata la nostra caccia alla ricerca delle letterine scomparse!

Ogni mattina, dopo aver salutato il nostro angelo custode, con ilnostro re alfabeto siamo andati ad aprire una finestra del suo castello.“Quale sarà la lettera che dobbiamo conoscere e recuperare?”.

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Evviva! La prima storia di re Alfabeto è stata recuperata.La nostra caccia è proseguita anche fuori… con gli occhi spalanca-

ti, ci siamo accorti che attorno a noi si trovano tante letterine!

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Ecco la lettera “A”, l’abbiamo osservata, l’abbiamo imparata e cisiamo divertiti a farne diverse... con le matite, con la carta, con i sassi,con il corpo e la musica.

È stato veramente divertente giocare con le lettere.

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Siamo andati a visitare il Castello di Re Alfabeto alla Rocca Mala-testiana e travestiti da dame e cavalieri abbiamo scoperto tante coseinteressanti: le mura, i camminamenti, le prigioni sotterranee, gli arre-di di una volta e le armature dei cavalieri…

Ma la scoperta più bella e straordinaria è stata il ritrovamento diuno scrigno con all’interno la nostra prima parolina: I+O = IO!

Una parola vera, che dà senso alla nostra realtà.

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Poco alla volta abbiamo ritrovato tutte le letterine sparite a reAlfabeto, le abbiamo trascritte sui nostri quaderni e abbiamo risistema-to dentro al suo librone le sue storie.

Una parola molto speciale che parla di me.

Recuperate tutte le lettere e formate le prime paroline ci siamoaddentrati nel mondo delle storie.

Abbiamo scoperto che leggere è bellissimo!

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Quante storie!

Da ascoltare…

… da guardare

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Sono nati i primi pensierini attraverso i quali abbiamo incomincia-to a raccontare la realtà e ad esprimere noi stessi.

Abbiamo scoperto che ogni parola dentro alle frasi e alle storie staal proprio posto in maniera ordinata e svolge il proprio compito (nome,articolo, azione, qualità) e così ci siamo resi protagonisti e abbiamorealizzato il nostro primo testo.

… da raccontare

… e da mimare

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Con la collana di re Alfabeto abbiamo costruito i recinti chiamatipropriamente insiemi per imparare i numeri e per contare.

Quanti insiemi…Abbiamo scoperto che i numeri sono tanti e si possono raggruppa-

re, mettere insieme, aggiungere, togliere e nascondere… e abbiamogiocato in vari modi: con le caramelle, con i maccheroni, con le mac-chinine, con i pupazzi.

PERCORSO MATEMATICA

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Ci siamo divertiti a giocare con le nostre macchinine nella città del10 e abbiamo così scoperto il concetto di decina.

Abbiamo imparato a contare con le dita, con i regoli, con l’abaco esiamo diventati velocissimi con lo stop al 10!

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È stato bello imparare a contare sulla linea dei numeri, poi dentrole tabelle e infine dentro le casette con le operazioni in colonna.

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Assieme alla nuvola Olga e ai suoi amici ci siamo divertiti adinventare delle piccole storie coi numeri da risolvere e così abbiamoscoperto che la matematica in modo creativo indaga, osserva, rappre-senta e solo alla fine cerca il modo migliore per raccontarsi.

PERCORSO DI SCIENZEUn albero per amico!

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Siamo partiti dall’osservazione diretta degli alberi, siamo uscitifuori, abbiamo esplorato i luoghi vicini alla scuola e insieme abbiamodeciso quale albero volevamo adottare. Gli abbiamo dato un nome edurante l’anno lo siamo andati a trovare per esplorare con i nostri occhii suoi cambiamenti durante le stagioni.

Lo abbiamo visto carico di foglie verdi, lo abbiamo visto colorarsidi giallo e marrone, lo abbiamo trovato completamente spoglio con irami rivestiti di brina e infine, dopo il lungo freddo inverno, rivestitonuovamente con tenere foglioline verdi…

Abbiamo scoperto la bellezza e i ricami della brina sulle piante e ifili d’erba del prato e ci siamo divertiti con la coperta bianca che harivestito tutta la città come una bianca sposa.

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Abbiamo seminato dei chicchi di grano e abbiamo osservato easpettato la nascita dei primi germogli e con pazienza abbiamo attesoil più grande miracolo: lo spuntare di una spiga di grano.

Sono passate poche settimane e il nostro grano è già alto circa 14 cm.

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Abbiamo saputo attendere e il grande miracolo è avvenuto: ecco laprima spiga di grano!

INGLESE

Sai un segreto? Tante parole si possono dire anche in inglese.

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In Palestra abbiamo conquistato lo spazio e tra corse, lanci, rotola-menti, arrampicate e salti siamo diventati più padroni… del nostrocorpo.

Nei giochi di squadra ci siamo sfidati. Perdere è stato duro!... mal’importante è partecipare.

CORPO IN MOVIMENTO

LE NOSTRE USCITE

Nel nostro viaggio, lo stupore e la bellezza della realtà che ci cir-conda sono stati stimolo nella scoperta del nostro essere protagonisti diuna storia più grande e hanno maturato in noi la consapevolezza diessere persone uniche e irripetibili dentro il grande girotondo dei com-pagni.

Campo dei fioriAlla scoperta del mondo delle api

Insieme all’ape Margherita abbiamo ammirato e con grande mera-viglia scoperto i segreti della società delle api: vere e proprie educatri-ci in organizzazione e laboriosità!... Anche un piccolo insetto può esse-re maestro di vita e quotidianità.

È stato meraviglioso osservare le api all’opera grazie all’arnia divetro, provare gli attrezzi dell’apicoltore e capire la vera origine delbuon miele che gustiamo, imparando le giuste tecniche di un’ottimasmielatura.

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… e che GUSTO poter assaggiare il miele appena fatto dall’apeMargherita e dalle sue amiche operaie. Che natura meravigliosa…

Ma la nostra avventura non si è conclusa e, per meglio comprende-re le grandi novità, i panni delle api abbiamo indossato e per un giornola loro fatica abbiamo sperimentato. Api regine, api operaie, fuchi eguardiane, in un’arnia gigante tutti al lavoro con grande armonia e col-laborazione: che bello sognare e con la fantasia nel mondo delle apiapprodare…!!!

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Ape regina

Fuchi

Api operaie

E per concludere una danza cerimoniale…

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Prima del rientro non poteva mancare il saluto agli animali dellafattoria, così abbiamo passeggiato nel sentiero e incontrato cavalli, asi-nelli, caprette e persino nidi di rondine.

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Uno scenario paradisiaco dove arte e natura si uniscono in unincanto che fa brillare gli occhi e gioire il cuore.Luogo ideale per noi piccoli esploratori alla ricerca di tutto ciò

che di più bello il mondo ci può donare.

È stata una grande occasione che ci ha permesso di vivere per ungiorno le emozioni dei veri pittori che sanno cogliere le magie del crea-to e per incanto le regalano ad una tela che magicamente diviene qua-dro artistico

... questa volta parliamo del nostro quadro e della nostra arte.

Pennellata dopo pennellata l’incantesimo si compie.

Gita ad Artexplora

Immagine dopo immagine ci prepariamo a lasciare nella memoriail nostro capolavoro.

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Poi ci immergiamo nel fantastico mondo della fantasia volando trafiabe classiche e immedesimandoci nei più grandi protagonisti dellastoria.

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Felici, abbiamo apprezzato e sperimentato la famosissima giostrache le parole di Gianni Rodari ci hanno descritto e raccontato con unapoesia.

I fiori... mille modi per disegnarli ed un bellissimo domino perdivertirci.

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Che bello giocare con l’arte!

Laboratorio all’aria apertaCiao, Artexplora!Stanchi ma contenti torniamo a casa ricchi di natura, arte, fantasia

e corse in libertà. Che bello imparare il mondo!

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“Tutti per uno uno per tutti”I nostri cinque sensi: finestre aperte sulla realtà

LABORATORIO TEATRALE(condotto da Giorgia Perini e Laura Montanari)

… anzi sono porte, perché dalle porte si può entrare, uscire e por-tare dentro qualcosa, delle sensazioni che hanno toccato il cuore, per-ché oltre la porta c’è sempre una casa e qualcuno che ci abita!(Giampiero Pizzol)

Attraverso l’esperienza del laboratorio teatrale i bambini si sonoaccorti che c’è un modo personale e originale di rispondere all’incon-tro con la realtà. La realtà non è solo una serie di stimoli o episodi, maè una piccola e grande storia, un mondo bello, ricco di profumi, suoni,sapori… che attendono di essere guardati, scoperti e accolti.

Le nostre esperte hanno creato situazioni in cui ognuno ha trovatoun modo personale di rispondere: col corpo, la parola, la danza… masoprattutto li hanno aiutati a cogliere la ricchezza dei particolari, delleparole e dei gesti con cui, pian piano, hanno riscoperto il loro cuore.

LA VISTA

“Se alzo gli occhi vedo cose belle,mi illuminano e mi sorprendono le nuvole, la luna e le stelle…se li abbasso vedo il mondo, facce, forme e colori,ammicco, guardo a fondo e piango i miei dolori.Castani, azzurri e neri: finestre dei miei pensieri!

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I NOSTRI OCCHI HANNO IMPARATO AD AMMIRARE LE COSEBELLE

Con la vista abbiamo scoperto le magie dell’inverno…

NELL’ARTE ABBIAMO SCOPERTO LA BELLEZZA E CI SIAMODIVERTITI AD AMMIRARE LE STATUE.

UDITO

Con le orecchie io sento tuoni o bisbigli finirubo la voce al vento,ascolto gli uccellini.Se piove mi fan compagnia le gocce che picchiano sui vetriE prati e ruscelli colorano di allegria.E tra il fruscio delle foglie che volano per magiacorrono le ali di farfalleE i nostri sogni si portano via.

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Con l’udito abbiamo ascoltato meglio la natura e scoperto le suevoci: il tuono, l’acquazzone, le onde del mare, il vento, lo scrosciaredell’acqua…

È stato bello accorgerci che anche le orecchie ci possono aiutare ascoprire il mondo che ci parla!

ASCOLTANDO LAMUSICA HO SOGNATO…

Ho sognato un cantante che cantava in un’orchestra e una perso-na cantava al microfono, io mi ero infilato nel sogno.

Mi ero infilato in un sogno, c’ero io che cantavo e solo due signo-ri che mi ascoltavano. Mi vergognavo.

Ero in una dimensione parallela seduta con il mio cane, lo sentivoabbaiare, era giovane e aveva tutte le energie come non mai, ora èmorto perché era vecchio. Mi è preso un colpo.

Mi sembrava di essere dall’altra parte del mondo e non riuscivopiù a sentire niente a parte quella musica.

Ero a Venezia sulla gondola con dei ricchi signori, era una seracon le luci e c’erano delle maschere appese, era la festa di carnevale.

Era estate. C’era un mostro che voleva mangiare tutte le cose, poiè arrivato un chitarrista che cantando ha fatto cantare il mostro e cosisi è tranquillizzato.

C’erano i cacciatori che volevano sparare a un uccellino, sonoarrivati dei cavalieri e hanno arrestato i cacciatori. E gli uccelliniintanto li prendevano in giro.

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OLFATTO

Col naso sento odori, respiro,faccio etciù!Annuso i profumi e i fiori,tengo gli occhiali su…Gratto dov’è proibita…… l’entrata delle dita!

Nel laboratorio abbiamo annusato molti strani profumi racchiusi inun sacchettino; in realtà erano profumi di fiori, sapone, rosmarino…ma anche odori sgradevoli, come: l’aglio e l’aceto…

Noi abbiamo preferito i profumi… ci piacciono di più!

L’ODORE CHE MI PIACE DI PIÙ

L’odore che mipiace di più è quellodello zucchero filato: èmolto dolce e mi favenire in mente uncuscino.

Mi piace la ciocco-lata perché è nellamimosa che è la miatorta preferita.

L’odore del rosma-rino mi piace moltissi-

mo perché mi ricorda il giardino della mia nonna che ama le piante ei fiori. Il formaggio è buono da mangiare. Il suo odore mi fa venire inmente un libro che mi legge la nonna dove c’è un cane che si chiamaPimpa che va dalla capretta Betta a prendere il formaggio insieme altopino Lino.

L’odore del formaggio mi piace tanto perché mi fa venire in mentela pasta con il formaggio.

Le fragole mi fanno venire l’acquolina in bocca. Mi piace anche ilghiacciolo alla fragola.

A me piace l’odore delle lasagne perché le lasagne sono il mio piat-to preferito. Mi fanno venire in mente i giorni di festa.

Mi piace l’odore della gomma perché è dolce. Mi ricorda la scuola.

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TATTO

Con la mia mano tocco,tengo, mi gratto, arraffo;se fai troppo il birichino può darti uno schiaffo,se invece c’è dolcezza…… la mano ti accarezza.

CON LE MANI ABBIAMO…

… toccato la brina sulle foglie (è fredda, bagnata, liscia)

… accarezzato la corazza della tartaruga, in gita (è dura, ruvida,grossa)

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… ma ancor più la mano ha guidato il compagno che aveva gliocchi chiusi e si è fidato.

Abbiamo scoperto che il cuore vede e sente e che l’essenziale spessoè invisibile agli occhi!

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GUSTO

Con la mia bocca parlo,mangio mele e focaccia,e, quando occorre farlo,io faccio una boccaccia:buco per sorsi e morsi,la piego per il dolore,invento bei discorsi,bacio quando batteil cuore.

GUSTARE... FA BENE ALL’ANIMA!

E noi siamo andati alla scoperta dei buoni sapori, realizzando dellebuonissime e dolcissime palline di cacao, mascarpone e cocco.

E per finire… i deliziosi pop corn!Siamo tornati a casa felici e appagati!

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IL SESTO SENSO…

ALLA SCOPERTA DELL’INVISIBILE!

Un giorno a scuola è arrivato un pacco…Conteneva un cuscino e una collana che hanno aiutato il nostro re

Alfabeto a cambiare il cuore. A poco a poco, grazie a quei doni, ha pre-ferito essere gentile e amico di tutti.

Con lui abbiamo capito che, oltre ai cinque sensi, ce n’è uno moltopiù sottile che, per esistere, ha bisogno di tutti gli altri: il sesto senso.

È lui che ci aiuta a sentire quelle “cose” invisibili che, se anche nonsi vedono, ci fanno emozionare:

– L’AMICIZIA, quando diamo la mano a qualcuno… si SENTE l’a-micizia

– LA GENEROSITÀ quando diamo i colori o la merenda ad uncompagno che non ce l’ha…

– L’AMORE quando QUALCUNO, come Gesù sta sempre con noio quando diamo un bacio a qualcuno

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Ci sono cinque strade che vanno sempre usate:guardare e ascoltare, gustare e odoraree poi anche toccare.Son cinque i nostri sensiMa son smarriti e persiDi fronte al gran mistero dell’universo intero.Di fronte al bene e al male,ai sogni e alle paure,di fronte alle parole,a Dio e al nostro cuore,ci vuole un sesto sensopiù tenero e profondoper rendersi un po’ contodi ciò che muove il mondo.

Noi abbiamo scelto quella cosa che ci rende più felici:– quando la mamma ci abbraccia…: si vede che ci vuole bene!!!Ecco il nostro cuore per te! Grazie, mamma!

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È BELLO SENTIRSI ABBRACCIATI ED AMATI!

Anche i miei genitori mi abbracciano: la mattina o la sera, quandosono a letto, la mia mamma e il mio babbo arrivano e mi stringonoforte forte.

Io urlo: “Basta, mi soffocate!”.Ma io sono felice e rido!… quando i miei genitori mi coccolano, mi sento felice, allegra e

la più amata di tutto il mondo.Quando mi baciano mi sembra di volare sopra le nuvole e mi sento

una farfalla!

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MA PIÙ DI TUTTO CI RENDE FELICI…QUEL CUORE GRANDE CHE CI UNISCE OGNI GIORNO!

Caro re Alfabeto, ora che sappiamo leggere e scrivere, ora che sap-piamo vedere il mondo con gli occhi e il cuore, abbiamo conquistato latorre del tuo castello e siamo diventati “Re”!

Arrivederci al prossimo anno per altre nuove e grandi AVVENTURE!

Le insegnanti tutor:Sara Corbelli

Elena BravacciniEmanuela Casali

L’insegnante di scienze:Cecilia Cecchin

L’insegnante di sostegno:˙ Gloria Zani

L’insegnante d’inglese:Alga Geminiani

L’insegnante di motoria:Andrea Biondi

Classi Seconde

“C’era una volta un falegname...che aveva le mani piene di certezza”

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La certezza che passa attraverso le mani di un falegname diventeràbellezza e tenerezza nella sua creatura.

Da questa certezza siamo partiti, raccontandola ai bambini attra-verso la narrazione di storie che ne destano il desiderio per la propriavita.

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Abbiamo scelto tre libri:

I tre alberi, Le avventure di Pinocchio, Tu sei speciale

La narrazione è cominciata ai piedi dell’albero di San Francesco,a Villa Verucchio, con la lettura del primo libro.

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C’erano una volta tre piccoli alberi,che avevano tre grandi desideri.

I TRE ALBERI

Riflessioni e attività proposte:– dal seme... all’albero: abbiamo scoperto la storia del desiderio di

un piccolo seme, che diventa un grande albero, attraverso i dise-gni e racconti;

– la semina: abbiamo piantato alcuni semi ed osservato le variefasi di crescita; abbiamo imparato i nomi delle parti della piantae le loro funzioni.

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– l’albero delle stagioni: abbiamo realizzato l’albero, vestendolonelle quattro stagioni;

– le canzoni: abbiamo cantato “In un albero grande” e “L’alberonel prato”.

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LE AVVENTURE DI PINOCCHIO

C’era una volta un pezzo di legno che, fra le mani di un falegname,diventò un capolavoro!

Pinocchio è diventato un bambino: la Fata ha fatto la grazia,Pinocchio ci ha messo il desiderio!

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Riflessioni e attività proposte:

– Gli attrezzi del falegname: immagina di essere un attrezzo delfalegname che sta per costruire la culla di Gesù; racconta.* Io sono il martello. Prima di incominciare il lavoro avevo unagran paura. Quando il falegname mi ha preso fra le mani, hosentito che mi voleva bene e mi sono fidato.* Io sono un chiodino piccolo e grigio. Prima che il falegnamemi prendesse, pensavo di non servire a nulla e quando mi hapreso, tremavo dalla paura. Poi il martello ha picchiato sullamia testolina dura e io sono andato dentro al legno. Io tenevo sule gambe della culla e mi sentivo forte e importante. Quando ilbimbo si è appoggiato ero tanto felice.* Io sono la sega. Quando il falegname mi ha preso tra le maniho iniziato a tremare, avevo paura di sbagliare, ma la gioia dellasega nel tagliare il legno, le risate dei chiodi che giocavano anon farsi prendere dal martello, mi hanno subito tranquillizzata.Niente di male mi poteva accadere... con me c’erano i miei amicie mi sono fatta trasportare dal falegname, ho spianato la super-ficie, ho rimosso i trucioli, e tutto era più bello.

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– Pinocchio e suo babbo Geppetto: quali sono le cose belle che faicon tuo babbo e che ti fanno sentire bene?* Io non sto molto tempo col babbo perché lavora tutto il giorno,ma quando è domenica posso stare con lui; ridiamo, scherziamoe giochiamo tanto. È fantastico.* È bello quando mio babbo mi racconta le storie, perché fa dellevoci strane che mi fanno ridere un sacco!* A me piace quando vado fuori con il mio babbo perché, mentrelui fuma, io gli faccio compagnia e mi sento molto felice.

– Pinocchio e la Fata: chi sono le persone che ti perdonano e tiabbracciano quando sei birichino?* Una volta è successo che al mio amico Matteo avevo rubato la“psp”, quando gliel’ho ridata lui mi ha perdonato e mi ha fattoun abbraccio.* Quando faccio il birichino o combino qualche guaio, lamamma e il babbo mi rimproverano, ma poi mi perdonano e miabbracciano.* La nonna è la mia fata: io delle volte la faccio arrabbiare eallora lei mi sgrida e poi mi abbraccia.

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– Pinocchio e il Grillo: chi è il “grillo” nella tua vita?* È la mia famiglia.* Sono i miei genitori, i miei nonni, la mia maestra e i miei zii.

– Il desiderio di Pinocchio: quali sono i più grandi desideri del tuocuore?* Il mio più grande desiderio è di essere immortale, perché nonvoglio morire. Poi vorrei essere il presidente dell’America che èmolto potente, così aiuterei tutti i bambini poveri. Vorrei ancheessere un cuoco perché mi piace cucinare; ho già imparato a farela frittata!* Il mio desiderio più grande è essere felice e stare in pace colmondo e vorrei poter volare come un uccello.* Un mio desiderio è quello di non essere mai lasciata da sola,perché ho paura.

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– La canzone “C’era una volta un pezzo di legno...” racconta lastoria di quel pezzo di legno che è diventato un capolavoro...pieno di fragilità.

– Le tabelline di Pinocchio: con i suoi pasticci e le sue birichina-te, Pinocchio ci ha aiutato ad imparare giocosamente le tabelline.

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La nostra avventura con Pinocchio si è conclusa con la visione delfilm “Pinocchio” di Benigni al teatro di San Carlo, per dar volto eimmagine alla lettura del libro fatta in classe.

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C’era una volta uno scultore che, posando le mani sulla sua creatura,disse: “Io penso che tu sia davvero speciale”.

Riflessioni e attività proposte:

– Le stelle d’oro e i pallini grigi: sei contento che Pulcinello abbiai pallini grigi? Perché?* Non sono contento: mi viene da piangere vedendolo così pienodi pallini e così triste! Non è giusto!

– E tu come vorresti essere?* Vorrei essere come Lucia, senza pallini e senza stelle!

– Eli lo vide pieno di pallini e disse...* Disse: “Non mi importa niente dei pallini!”.

– Che cosa vuol dire essere speciale? Tu ti senti speciale? Perché?* Io mi sento speciale per tre motivi: uno, perché ho un ditino,due, perché ho un amico fantastico: Giacomo, tre, perché tutti infondo sono speciali.

TU SEI SPECIALE

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IL GIARDINO DELLAGRAMMATICA

Tutto quello che noi diciamo e scriviamo è fatto di parole che ser-vono per raccontare la realtà. E allora è importante conoscere il signi-ficato esauriente di ogni parola, per usarla in modo esatto ed appro-priato.

Ci è piaciuto presentare le prime basi della struttura grammaticale(il nome, l’articolo, l’aggettivo, il verbo, il soggetto e il predicato)come parti di un giardino, dove ogni cosa svolge una funzione ben pre-cisa.

Così il bruco Frasillo e il gioco del “Dimmi cos’è” ci hanno aiu-tato a riconoscere e gustare le parole, poiché ogni singola parola meri-ta tutta la nostra attenzione!

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Le parole servono per “raccontare” e diventano:– i pensieri, che nascono dall’osservazione della realtà, dalle

riflessioni nate in classe, dai loro vissuti: dedica un pensiero a...

– La descrizione è raccontare la realtà dopo averla osservata conattenzione.

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* Il mio babbo è un tipo magro, alto e bello. Ha un viso rotondocon occhi verdi e molto attenti, come un leone… ma non ha nes-sun capello, una volta li aveva ricci e neri. Ha sempre un’e-spressione divertente e la sua voce è leggera, ma quando siarrabbia la casa crolla...* Gli occhi della mia mamma sono delle perle e quando li guar-do mi sembra di sognare. La sua espressione è sempre felice e lasua voce è dolce come una canzone... Mamma, sei la cosa piùbella che mi sia capitata!

– Le brevi storie, da inventare, da concludere, da cambiare, darappresentare graficamente, che mettono in moto la fantasia, dasoli o in coppia o insieme.

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– Il riassunto, che insegna a cogliere le parti essenziali di un rac-conto: riscrivi con poche parole, quelle più importanti!

– Le parole della matematica, quelle che servono per contare (lequattro operazioni), e quelle che servono per risolvere piccoliproblemi.

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LE BELLE PAROLE FAN BENE AL CUORE

Per poter raccontare qualcosa di bello, le parole devono essere“belle”, corrette, ben scritte.

Per educare i bambini al desiderio di bellezza, abbiamo proposto unlavoro sulla bella calligrafia, nato da una storia che li mette in giocoin vari esercizi di ordine e precisione.

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I NOSTRI LABORATORI

Alcuni argomenti sono “usciti” dai quaderni di italiano e matema-tica, per diventare piccoli fascicoli di approfondimento, in cui abbiamoraccolto storie, pensieri, esperimenti, giochi, disegni, canzoni...:

– Il signor Tempo (laboratorio di storia)La storia del signor Tempo contiene in sé il tema della scansione tem-

porale: i mesi dell’anno, le stagioni, i giorni della settimana, l’orologio...

Dedica un pensiero a...

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– un mese dell’anno: * Caro Dicembre, tu hai avuto la perla piùpreziosa, la venticinquesima, in quel giorno è nato Gesù; ammettilo, tusei il più fortunato!

– la stagione che ti assomiglia di più: * Io assomiglio all’Estateperché sono allegra e vivace, quando litigo con mia sorella facciamoa botte, proprio come i temporali dell’estate.

– il giorno della settimana che preferisci: * È la Domenica perchévado a messa a pregare e proprio nel momento in cui mi inginocchiopenso alla storia di Gesù.

– Il mago Babalù (laboratorio di geometria)Un mago un po’ disordinato ci ha portato nel suo mondo fatto di

segni e di colori. Ci ha fatto giocare con le linee rette, curve, aperte,chiuse... Ci ha fatto scoprire piccoli segreti che stanno dentro le figureintorno a noi: piane, solide... e con le punte.

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– L’acqua (laboratori di scienze, geografia, arte, musica, poesia)La storia di una goccia d’acqua è “scivolata tra la realtà”, toccan-

done varie pagine, per farsi conoscere nei suoi molteplici aspetti e perfarci gustare la sua bellezza:

1. La goccia in scienze: il ciclo dell’acqua, i suoi stati, il suo uti-lizzo.

2. La goccia in geografia: la goccia che sgorga dalla sorgentediventa ruscello, torrente e fiume, creando così un paesaggioricco e caratteristico.

3. La goccia in arte: abbiamo realizzato la goccia con la tecnica delcollage; abbiamo ampliato sul nostro foglio un piccolo quadro diMonet.

4. La goccia in musica: abbiamo ascoltato il brano musicale “Lagoccia” di Chopin, da cui sono nate riflessioni e attività.

5. La goccia in poesia: abbiamo letto e imparato poesie sull’acquae abbiamo inventato la nostra poesia “dentro una goccia”.

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La gita conclusiva alMonte Fumaiolo (alla sorgente del Tevere) ciha permesso di toccare con mano il lavoro svolto in classe;

poi alla baita del signor Natale, sul Montecoronaro, abbiamo potutovedere le piccole e grandi “opere di un falegname”, circondati da unpaesaggio meraviglioso.

Il laboratorio teatrale con il maestro Roberto Galvani è stata un’espe-rienza bella, che ha messo in gioco ciascun bambino.

Le cose più belle che il maestro ci ha detto:Facciamo questo laboratorio per fare qualcosa di bello, che faccia

bene al nostro cuore e al cuore di chi ci guarda e ci ascolta.Michelangelo scolpiva il marmo e realizzava delle statue che sem-

bravano persone vere. Un giorno una donna gli ha chiesto: “Come faia tirar fuori da un pezzo di marmo un capolavoro?”.

E lui ha risposto: “È facile, basta togliere quello che non c’entra”.Proprio come ha fatto Geppetto con quel pezzo di legno.La bellezza è già nella realtà: basta guardarla per riconoscerla.Ogni volta che un adulto (la mamma, il babbo, la maestra...) mi dice

qualcosa, io devo prendere la decisione di ubbidire, non per paura o perforza, ma per amore di chi sa qual è il mio bene.

Ciascuno di noi è parte di una classe; allora non posso dire: “Mifaccio i fatti miei”, perché renderei quel momento brutto per tutti! Seognuno nel cuore si porta dentro gli amici, tutti vinciamo!

Grazie, Roberto.

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IL LABORATORIO TEATRALE “UN FAZZOLETTO PER AMICO”

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Le insegnanti tutor:Vania Pederiva

Cristina PiracciniCecilia Cecchini

L’insegnante di sostegno:Sara Morigi

L’insegnante di inglese:Nadia Marini

Gli insegnanti di educazione motoria:Elisabetta Bazzocch

Andrea Biondi

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Classi Terze

“Sguardi curiosi, cuori accesi...rapiti da una Bellezza senza pari”

Benedetto XVI

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Gli uomini primitivi guardavano il sole, la luna e le stelle, li teme-vano e li adoravano, intuivano che erano legati alla loro vita di tutti igiorni, immaginavano potessero influenzarla e desideravano entrare inrelazione con loro.

Da allora migliaia di uomini hanno alzato gli occhi sopra l’oriz-zonte e si sono sforzati di penetrare i misteri della natura, ponendosicontinue domande. Anche noi ci siamo messi, insieme ai nostri bambi-ni, sulla stessa scia: siamo fatti per incontrare il mondo attraverso inostri occhi, le nostre mani, la nostra mente, il nostro cuore...

Provocati, anzi “rapiti” dalla meravigliosa essenza della realtàabbiamo tenuto aperto il nostro sguardo per vedere “più da vicino” ciòche ci circonda: come se fosse la prima volta. Solo così i nostri cuori sisono infiammati di passione, per introdurci nella dimensione delMistero che tutto muove e per il quale il nostro cuore è fatto.

L’incontro con tutto ciò che c’è, e che genera stupore, ci ha per-messo di condurre i nostri bambini a esplorare la realtà.

Insieme ci siamo messi in cammino per scoprire nel nostro cuorerispecchiato l’universo pieno di stelle.

“Ogni volta che provo una profondaemozione la provo perché uno spettacolodella natura mi ha fatto conoscere,insieme a una novità oggettiva, la mianovità”.

Mi guardo intorno e...

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Con i nostri occhi attenti e curiosi ci siamo guardati attorno e congrande stupore abbiamo “incontrato” la realtà, il mondo, la storia…

Abbiamo iniziato il nostro percorso scolastico con la gita inValcamonica, dove siamo rimasti per due giorni a contatto con la civiltàdei Camuni.

Anche noi abbiamo vissuto alcune esperienze tipiche dell’uomopreistorico e abbiamo provato grandi emozioni.

Abbiamo ascoltato un esperto del mestiere: un archeologo! Ci haraccontato tante cose di questo popolo antico e soprattutto ha fattonascere dentro di noi delle grandi domande.

All’alba ci siamo diretti ai piedi di Pizzo Badile e abbiamo “guar-dato” il sole sorgere: il meraviglioso spettacolo che si è proposto ci hafatto proprio pensare a quanto è grande Dio…

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Abbiamo visitato i luoghi in cui l’uomo camuno viveva: le capanne,

il villaggio…

abbiamo preparato ciotole,

Abbiamo vissuto proprio comeveri uomini primitivi:

macinato il grano

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cotto il pane (lo abbiamo anche mangiato!).

Con l’aiuto delle nostre guide abbiamo fuso i metalli e creato deigioielli

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Abbiamo scoperto che, già tanto tempo fa, erano stati costruiti stru-menti molto elaborati: abbiamo usato il trapano!

Ci siamo dipinti il volto…

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Di fronte ai graffiti, ci siamo avvicinati al cuore degli uomini anti-chi, abbiamo intuito il loro desiderio di essere aiutati, di pregare peressere ascoltati da dio, di affidarsi a Qualcuno di più grande.

Abbiamo “guardato”, stupiti ed ammirati, tutti gli strumenti, glioggetti degli uomini antichi e abbiamo capito che sono simili a noi.

Questo incontro ha mosso il nostro cuore e la nostra mente e da lì ènata la passione per lo studio verso la conoscenza delle civiltà del pas-sato.

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Come è bello il mondo e come è grande Dio!

Il cammino è proseguito con gioia, sempre “guardandoci” attorno,e abbiamo scoperto che il mondo è proprio bello!

In geografia…

i paesaggi d’acqua…

La montagna…

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In scienze, la realtà con i suoi colori e le sue forme ci ha attirati ecatturati…

Il nostro amico albero è cambiato rispetto all’anno scorso e ci hainsegnato molte cose.

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Guidati dalle maestre i bambini si sono lasciati condurre con fidu-cia verso nuove esperienze di conoscenza. È la maestra che li muovecon il suo: “Guarda là!”.

Poi, una volta tornati in classe, l’osservazione passa sempre attra-verso modalità concrete. Il modo migliore per imparare è “fare”, cosìanche attraverso gli esperimenti abbiamo capito tanto.

Abbiamo conosciuto l’acqua, il suo colore, il suo odore…

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L’autunno è entrato in classe…

“Ma le piante respirano?”

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MATEMATICA

In matematica l’approccio è stato graduale e progressivo, partendosempre dall’osservazione della realtà siamo poi arrivati alla sua rap-presentazione sul quaderno attraverso una progressiva astrazione.

È stato necessario imparare e saper usare i termini delle operazioni(addendo, sottraendo…); saper raccontare i passaggi nei ragionamenti,nel calcolo, soprattutto grazie allo studio delle proprietà delle opera-zioni.

Abbiamo lavorato con i problemi, cercando di comprenderne i testi,le parole chiave, le domande, lavorando con ordine e precisione.

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Abbiamo osservato le forme della realtà e le abbiamo rappresenta-te. È stato necessario conoscere i termini delle prime forme di rappre-sentazione grafica.

Ci siamo divertiti con le misure

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ITALIANO

La cura della denominazione avviene in tutte le discipline, anche setrova un suo campo privilegiato nell’ambito del linguaggio.

I bambini si sono sentiti stimolati alla ricerca delle parole che piùesprimono le varie situazioni. Questo lavoro li ha portati a dare unnome alle cose.

La parola evoca la realtà quindi imparare a denominare significausare le parole per descrivere un’esperienza vissuta. Dar nome è quin-di una conquista. Da qui poi siamo passati a racconti sempre più preci-si e articolati.

Abbiamo osservato:– la realtà che ci circonda per descrivere la natura che cambia;

– la “mia vita”: ciò che mi succede ogni giorno, ciò che sono, ciòche desidero per imparare a conoscermi sempre meglio;

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– le strutture gramma-ticali, le regole orto-grafiche per raccon-tare in modo più cor-retto.

Abbiamo da subito favorito e stimolato la lettura dei racconti pre-senti nel nostro libro, in cui le attività di comprensione e di produzio-ne hanno permesso l’arricchimento lessicale e testuale, nonché il desi-derio di leggere storie anche personalmente.

La lettura del libro “Il mago di Oz” da parte della maestra ha per-messo il confronto personale con i vari personaggi del libro e ha aiuta-to la riflessione.

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Ha, anche, sottolineato l’importanza dell’espressività in ciò che silegge.

I bambini si sono cimentati con i primi testi personali in cui rac-contare e raccontarsi. La scrittura è stata favorita anche dalla propostadi tracce (i mattoncini di Dorothy), che fungono da filo conduttore delracconto: seguendole essi hanno iniziato le prime esperienze di scrittu-ra di vari generi letterari (i miti, le leggende, il testo narrativo, il testofantastico, le favole e le fiabe). Questi primi testi esprimono il deside-rio di “parlare di sè”, di esprimere la propria opinione rispetto ai fatti eai personaggi, di creare avventure, storie.

DAI QUADERNI DEI BAMBINI…

Alcune descrizioni

“Guardando dalla finestra in una giornata invernale, mi sembraquasi di vedere un quadro dove il pittore ha fatto delle sfumature di bian-co nell’erba e negli alberi, dal tanto ghiaccio che si è formato durantela notte. La nebbia per un po’ nasconde il paesaggio poi, per fortuna, ilsole risplende nel cielo azzurro e a volte vado fuori a giocare…

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Alla sera si torna in casa, il cielo diventa sempre più scuro fino anon fare vedere più niente, solo nelle serate più limpide appaiono laluna e i pianeti.

L’inverno mi piace soprattutto quando nevica perché è bello gio-care con la neve ed osservare il paesaggio imbiancato. Dell’inverno,però, mi piace poco il freddo ed il fatto che mi devo coprire molto”.

“Ciao! Sono la porta di terza B e sono molto antica: abito in que-sta scuola da molto tempo. Sono contenta di stare con i bambini, mipiace ascoltarli e guardarli. A volte mi offendo perché mi sbattono efanno finta che io non ci sia. Per colpa degli urti, quasi non mi chiudopiù.

Sono di forma rettangolare, sono alta e larga. Sono fatta di legno esono di colore marrone chiaro. La maniglia è “all’antica” e di ottone.Sono liscia e profumo di legno…”.

“Io, da piccola, ero paffuttella e amavo mangiare il riso con il latte.Avevo i capelli corti e le mani piccoline. Ero molto buona e delle voltebirichina. Volevo sempre imitare mia sorella e volevo fare le coseprima del tempo. La mamma dice che piangevo poco e che volevo faresempre tutto da sola…”.

“Il mio amico Pietro è un bambino molto alto, con i capelli scuri elisci, i suoi occhi sono azzurri. È un bambino intelligentissimo e gene-roso con gli amici, sempre attento alla lezione, socievole e simpati-co…”.

Racconti di fantasia…

“Un mattino mi alzai dal letto e aprii la finestra. C’era un bruttis-simo temporale e allora la richiusi e andai a fare colazione. Ad uncerto punto sentii il vento che si alzava e, all’improvviso, la casetta sistava alzando: era un ciclone!

Andai di sotto e mi addormentai. Dopo due ore aprii la porta e mitrovai nel regno dei dolci che era in mezzo a tutto il regno della fanta-sia. Allora dissi: “Sono in paradiso!”…

“Se fossi con Dorothy e potessi esprimere un desiderio chiederei diessere sempre un bambino e di non morire da grande e di avere unaarmatura super tecnologica…”.

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Testi di immedesimazione…

“Io vivo in un villaggio vicino ad un lungo fiume: il Nilo. La miacapanna è grandina ed è fatta di paglia e di legno. Vedo attorno alfiume tanta gente che lavora: alcuni tagliano il grano e lo macinanoper fare il pane; alcuni seminano per avere verdure e frutta; gli scribiscrivono sul foglio di papiro che cresce vicino al fiume Nilo; alcunilavorano la terra … Da tanto tempo il fiume non tracima, il terreno èarido, il grano manca…”.

Testi di riflessione…

“Il mio primo giorno di scuola ero molto emozionata perché avevopaura di non riuscire a superare la terza ma insieme ai miei amici hoaffrontato la paura e mi sono resa conto che non era così difficile,bastava studiare e imparare e tutto diventava facile.

Mi sono piaciute tante cose: le gite, il teatro, i giochi, le materie...Soprattutto mi è piaciuto stare con i miei amici e l’unica cosa che

non mi è piaciuta è quando i miei amici litigavano per nulla. Grazie aloro ho imparato ad affrontare le cose e ad andare avanti …

Ho realizzato tanti miei desideri come avere conosciuto amici stu-pendi, divertirmi tutti i giorni, conoscere nuove cose.

Ci sono ancora tante cose che stanno aspettando di uscire dal miocuore, come diventare tutti amici…

Ho trascorso un anno bellissimo e spero che in quarta sia lo stesso”.

Si è cercato di dar spazio all’oralità in cui poter curare la capacitàdi espressione, nel dialogo giornaliero e nell’esposizione delle materiedi studio.

Questa esperienza è stataappassionante anche se a volteun po’ faticosa perché si è resonecessario capire e seguire unmetodo: ascoltare la maestrache racconta, leggere insieme iltesto e ritrovare le parole chia-ve, curare l’esposizione oralea casa, ripetendo più volte laparte consegnata, esporre l’ar-gomento in classe, seguendo ladomanda.

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INGLESE

Apprendimento del lessico in L2 attraverso le flashcard.

LABORATORIO TEATRALE

Nel secondo quadrimestre abbiamo intrapreso una nuova avventu-ra: siamo entrati nelle storie del “mare”.

Insieme a Laura, la nostra “esperta teatrale”, ci siamo messi in cam-mino per cercare etrovare un tesoronella nostra vita.Abbiamo capitoche, anche quandoci sembra di nonpossedere niente,in realtà siamo noistessi un grandetesoro per noi eper chi ci sta intor-no. Il nostro cuore,la nostra mente, ilnostro coraggiosono i doni che più di altri ci permettono di affrontare la vita con “unpizzico di sale”, che la sa rendere saporita, frizzante e gioiosa.

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Il percorso è stato bello, ricco e ha regalato a ciascuno di noi unaconsapevolezza maggiore di chi siamo e di cosa siamo capaci di fare,spronandoci a non arrenderci di fronte alle difficoltà.

Grazie Laura!

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Al termine di questo bellissimo anno ci siamo guardati indietro e cisiamo scoperti cresciuti e uniti più che mai.

Abbiamo raggiunto dei traguardi importanti, ma abbiamo soprat-tutto capito che la cosa più bella non è arrivare ad una mèta (anche senecessaria), ma vivere il viaggio con apertura, affetto, gioia e scoprirenel cammino tanti amici.

Accompagnati e guidati dai nostri maestri abbiamo seguito la stra-da proposta con entusiasmo, certi di avere in loro un punto di riferi-mento sicuro per non perdere le tracce del Maestro.

Ciascuno ha aiutato gli altri a realizzare le attese e i desideri cheportava nel cuore così ci si è trovati più ricchi e più felici. È stato neces-sario compiere un cammino per comprendere che tutto ciò che siamo eche abbiamo è un tesoro prezioso da custodire e apprezzare.

Grazie a tutti per questo stupendo anno vissuto insieme!

Le insegnanti tutor:Serena Sacchetti

Fabiola Orlati

L’insegnante di sostegno:Cecilia Cecchini

Le insegnanti di inglese:Nadia Marini

Alga Geminiani

L’insegnante di motoria:Elisabetta Bazzocchi

L’ insegnante di informatica:Alessandro Coppari

Classi Quarte

“Bella come la realtàche incontra la mia fantasia”

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In questo anno ci siamo mossi incontro alla realtà attraverso unacapacità di sguardo e di ascolto sempre più attento e siamo diventaticapaci di raccontare di noi e del mondo attorno: la nostra fantasia unitaai nostri occhi attenti è diventata potente e ci ha permesso di conosce-re e diventare creativi, così ci siamo accorti di essere diventati grandi.

Abbiamo imparato ad osservare

Con la gita a Cesenatico di inizio anno sono nate le prime doman-de che riguardanti la storia dei popoli che sono andati per mare, l’aiu-to della forza del vento, la bellezza del volo degli aquiloni, che ha affa-scinato Giovanni Pascoli e Mirò prima di noi, la forma e le proporzio-ni delle vele, il mare…

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… perciò tornati in classe, ci siamo messi al lavoro.

Due sono i sensi che ci hanno aiutato in questo lavoro di conoscen-za: la vista e l’udito.

Esiste una relazione tra il mondo esterno e me che passa attraversogli organi di senso, che sono da conoscere.

Attraverso una serie di esperimenti e con l’aiuto di esperti, abbia-mo capito che esiste anche quello che non si tocca, come le onde di lucee le onde sonore.

Abbiamo imparato che ogni cosa ha un suo nome specifico e sevogliamo parlarne, dobbiamo conoscere le parole giuste.

SCIENZE, STORIA E GEOGRAFIA

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Lo studio della civiltà greca, così importante perché ha gettato lefondamenta della nostra cultura, ci ha affascinato particolarmente, per-ché l’uomo greco ha amato la sua Patria, la libertà, la conoscenza, labellezza, fino a dare la propria vita perché questi grandi valori nonandassero perduti in seguito alle invasioni.

Una piccola nazione come la Grecia ha saputo combattere, unire leforze e tenere per tanto tempo lontano i Persiani.

“Quest’anno in quarta abbiamo studiato i Greci. Quello che mi hacolpito sono state le guerre: la guerra di Troia, quella tra Greci ePersiani, le lotte fra Atene e Sparta e le battaglie fra Greci e Macedoniche hanno rinnovato la falange”.

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“Studiando storia mi sono piaciute molto anche le battaglie e tuttele strategie militari dei Greci, dei Persiani e dei Macedoni. Le loro tat-tiche mi hanno entusiasmato!”.

Attraverso lo studio della civiltà greca sono stati fatti confronti ericonoscimenti con le nostre strutture sociali all’interno della classe,della scuola, della società italiana, giungendo ad affermare che lanostra cultura ha ricevuto tanto dalla storia che ci ha preceduto.

Lo studio della geografia non è stato subito una nostra passione,fino a quando è venuto a scuola uno dei nostri papà che ci ha racconta-to il suo lavoro, legato alla nostra terra. Nella sua azienda si fabbrica-no mattoni, ma abbiamo capito che non tutta l’argilla è adatta, occorreche sia molto fine e plastica, come quella che si trova lontano dalle col-line. Subito dopo abbiamo iniziato a studiare la nostra regione e abbia-mo capito di più l’importanza del territorio e delle sue caratteristichenella nostra vita.

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Abbiamo imparato a denominare

Le maestre ci hanno letto un bellissimo libro: “Il leone, la strega el’armadio”.

Abbiamo subito capito che era una cosa importante: la prima cosache ci ha affascinato, tanto che nessuno fiatava, è stata ascoltare la vocedella maestra.

Ci è venuto voglia di dedicare a questa lettura un quaderno cheabbiamo chiamato “IL QUADERNO DI NARNIA”. Dopo ogni capi-tolo scrivevamo le parole speciali, quelle che ci colpivano di più, per-ché erano parole nuove, curiose, misteriose, affascinanti…

ITALIANO

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In questo quaderno dovevamo scrivere senza errori, con una calli-grafia bella e ordinata, e piano piano tutti i nostri quaderni sono diven-tati belli, curati e colorati come quello di Narnia.

Le cose che scrivevamo, tratte dal libro, erano così belle che a voltele abbiamo imparate a memoria e le abbiamo riconosciute, anche lettein Inglese, dalla maestra Nadia.

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Col tempo, proseguendo nella lettura, abbiamo cominciato ad usarele belle parole imparate da Lewis anche nei nostri testi, che sono diven-tati sempre più belli e ricchi. Ma le Cronache di Narnia sono entratedappertutto, anche nell’analisi dei verbi e delle frasi di grammatica chenoi abbiamo chiamato “Narnianalisi”!

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Il nostro lavoro è risultato così ricco, creativo ed originale che èstato esposto alla prima mostra di “LibrAperto”, nella cripta di SanLorenzo, a Firenze!

Abbiamo educato la nostra ragione

Grazie alla musica, al canto, al ritmo, al movimento espressivo delcorpo, abbiamo percorso la storia di Robin Hood attraverso quella deipersonaggi.

Così si sono aperte nuove prospettive, nuove possibilità per cresce-re insieme nel lavoro. Partendo dall’essenziale siamo arrivati a giocarecon i personaggi e la storia per diventare GRANDI.Seguire le indicazioni del maestro è ragionevole per individuare

la strada e giungere alla meta, non seguire il maestro, genera il caos.Questa è stata un’esperienza reale vissuta durante le prove:“Robin Hood s’impegnava solo a mangiare e il suo desiderio era

diventare stilista; dopo è diventato coraggioso, forte e molto simpati-co: il suo coraggio è fiorito. È stata Marian che lo ha fatto cambiare.

Io non parlavo quasi mai, avevo paura, ero timida: quando dove-vo dire una poesia, le mie guance diventavano rosse. Ora grazie aRoberto e alle mie maestre sono diventata coraggiosa”.

“Robin Hood ha rischiato la sua stessa vita per Lady Marian. Io hoimparato quanto si può voler bene a una persona: tanto da dare la pro-

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TEATRO

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pria vita per lei. Ho imparato anche che bisogna stare insieme perchéda soli non si riescono a fare le cose, insieme sì”.

“Robin Hood prima di diventare un eroe era un ragazzo sganghe-rato e cieco come una talpa: è cambiato grazie all’amore e ha capitoche insieme si è più forti.

Io prima dello spettacolo credevo di poter fare tutto da solo, ma poiho capito: stare da solo non è divertente e quando hai bisogno gli amiciti aiutano”.

“A far cambiare Robin è stata Lady Marian, gli ha aperto una fine-stra sul mondo che Robin non aveva mai aperto prima, l’ha fatto cre-scere. Io prima dell’esperienza passata con il maestro Robi ero scioc-co e poco concentrato, è stata una crescita per me”.

“L’esperienza che quest’anno mi è piaciuta di più è stata quella delteatro, perché ho imparato a vincere la timidezza e a superare le paure.

Le cose che mi sono rimaste più impresse sono state la voglia diimparare e la voglia di crescere, poiché non s’impara per imparare,ma per diventare ogni giorno un po’più grandi. Grazie alle venti favo-lose lezioni di teatro mi sono aperta agli altri: adesso con la maestrariesco ad esprimermi senza balbettare e a parlare senza diventarerossa, come il pesce che abbiamo visto nella gita a Ravenna”.

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GEOMETRIA E GITAA RAVENNA

Abbiamo imparato a lavorare bene:

Dopo aver osservato e dato un nome agli elementi della geometria,li abbiamo riconosciuti nel cortile della scuola, riuscendo a collegare larealtà a quello che era stato studiato.

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Partendo da esperienze concrete, dividendoci una tavoletta di cioc-colata, abbiamo scoperto che esistono numeri più piccoli dell’intero: lefrazioni. Abbiamo riconosciuto che le frazioni hanno a che fare con lavita quotidiana (euro, misure di peso, di lunghezza…).

Durante la gita a Ravenna abbiamo osservato lo splendore deimosaici, le storie che ancora oggi ci raccontano, storie dell’Antico e delNuovo Testamento, storie di Imperatori e Regine, storie scritte con tes-sere di vetro da uomini che hanno tanto amato la bellezza.

A naso all’aria abbiamo riempito i nostri occhi e scoperto che lageometria entra anche qui!

“A Ravenna siamo stati pochi giorni fa: era una bella giornata,piena di sole. Delle cose che abbiamo visitato mi sono rimasti impres-si il Mausoleo di Galla Placidia, la Basilica di San Vitale, il laborato-rio di mosaico e la Tomba di Dante.

Di Galla Placidia mi è piaciuto l’edificio piccolo e raccolto aforma di croce e, dentro, il cielo stellato con i mosaici di colori blu eoro brillante, e alcune scene come quelle del martire San Lorenzo conla graticola, dove le fiamme sembravano vere. Di San Vitale mi ha col-pito la chiesa a pianta ottagonale e la parte di pavimento con i mosai-ci più antichi e le figure dell’Imperatrice Teodora che portava il calicecol vino e dell’Imperatore Giustiniano col pane”.

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“Una volta che si è stati re e regine di Narnia,si è re o regine per sempre!”.“Tenete gli occhi aperti!Che Dio mi benedica,

ma cosa insegnano a questi ragazzi nelle scuole?”.C. S. LEWIS

Le insegnanti tutor:Carla Agostini

Nicoletta TonelliFederica Zoffoli, Carla Gasperoni

L’insegnante di sostegno:Simona Topi

Le insegnanti specialiste:Elisabetta Bazzocchi

Nadia Marini

Classi Quinte

“Se cercavi una stella...”

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I bagagli sono pronti, gli orari ed i tempi sono stati consultati, lamèta è stabilita da tempo, il cuore è trepidante… Il traguardo è segna-to come in un grande cartello che sembra campeggiare davanti agliocchi dei bambini delle classi quinte: “FINE DELLE ELEMENTARI,INIZIO DELLA SCUOLA MEDIA!”. È cominciato così il viaggiodella classe V… e all’inizio dell’ultimo anno della scuola elementare ildesiderio di noi insegnanti è che l’orizzonte per ognuno dei nostri alun-ni sia ancora più in là, sia l’infinito, sia un cielo vasto e senza nuvole,sia la felicità piena, sia il compiersi del destino di ognuno. In Quinta siguardano i propri alunni, immaginandoli già grandi, ci si chiede conintensità “che ne sarà di loro” e si desidera consegnare loro, in modoancor più chiaro ed esplicito, un’ipotesi positiva e di significato sullarealtà, si desidera comunicare con certezza uno sguardo positivo sulmondo e su ognuno di loro.Il percorso didattico di quest’anno è stato iltentativo di concretizzare tali obiettivi.

Il viaggio è cominciato con lo sguardo rivolto al cielo… L’uscita alplanetario di Ravenna, la lettura de “Il Piccolo Principe”, lo studio delcielo dal punto di vista astronomico hanno aperto un orizzonte sconfi-nato davanti ai nostri occhi.

Ecco alcuni dei passi significativi che abbiamo fatto nelle diversediscipline.

L’OPEN DAY

In occasione dell’Open Day alcuni pianeti, rappresentati in palestrada tre diverse casette dipinte di blu e unite fra loro da strade argentee,hanno visto come protagonisti i nostri alunni nell’accoglienza dei bam-bini più piccoli della scuola materna. È stato un appuntamento signifi-cativo, in cui gli alunni di Quinta hanno messo a frutto le loro compe-tenze nel ruolo di “piccoli maestri” che spiegano ciò che hanno impa-rato. Le conoscenze dei grandi numeri hanno permesso loro di fare unasintesi delle caratteristiche del Sistema di numerazione decimale, lostudio del Sistema solare ha consentito di illustrare ai bambini piccoli imovimenti della Terra attorno al Sole; la lettura de “Il PiccoloPrincipe” è stata l’occasione per introdurre i nostri piccoli ospiti nel

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mondo della narrazione fantastica attraverso un percorso sintetizzatodai bambini stessi, che hanno illustrato gli incontri più significativi delPiccolo Principe.

Abbiamo fatto il nostro augurio accogliendo i nostri piccoli ospiticon la narrazione di una Fiaba i cui protagonisti stanno cercando la feli-cità… Infine, la maestra Lilli li ha accompagnati a superare le loro paureattraverso un percorso fantastico di psicomotricità nel “Paese del Buio”.

In occasione dell’open day alcuni bambini cantano What’s TheWeather like today? dopo aver tenuto una simpatica lezione in inglesesul tempo atmosferico nel Regno Unito.

ITALIANO

SE CERCAVI UNA STELLA... ECCOTI IL CIELO

Ricominciare un cammino significa rimettere a tema il desiderio delproprio cuore. Esso, infatti, ci spinge a cercare qualcosa di grande…grande come il mondo, grande come il mare, grande come… IL CIELO.

Abbiamo imparato il canto “Se cercavi una stella” di A. Mascagnie abbiamo capito che cercare una stella, una goccia, un amore signifi-ca cercare qualcosa di piccolo, che ci rimanda e ci spinge a cercarequalcosa di PIÙ GRANDE.

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Noi cerchiamo QUALCOSA, madesideriamo TUTTO. Che cosa c’ènella parola TUTTO? La parolaTUTTO è la somma di tantissime cose oè qualcosa di più?

LA BELLEZZA DELLA NATURA

Lo sguardo dei poeti sulla natura ciha fatto scoprire la bellezza della realtà,permettendoci di osservarla con piùattenzione e meraviglia. Le abbondantinevicate di quest’anno ci hanno per-messo di esprimere il nostro stupore difronte la natura, così come il manife-starsi della primavera, che abbiamo paragonato alla giovinezza, dopoaver studiato la poesia Primavera brilla nell’aria di G. Leopardi.

Descrivi un luogo che conosci bene, in cui l’inverno si manife-sta in tutto il suo fascino e la sua bellezza.

L’inverno è arrivato; ha travolto all’improvviso ogni cosa privan-dola di colori. A me piace questo fenomeno perché mi fa pensare allacalma e al silenzio. Secondo me un posto meraviglioso su cui cade ognianno l’inverno è il giardino di mia nonna. Quando entro nel cortilesento subito il buon profumino della speciale focaccia della nonna;non aspetto, entro in casa e corro in cucina. La televisione è accesa, leluci pure, la nonna mi abbraccia e mi offre subito un po’ di focaccia.Mi siedo vicino alla stufa mentre mangio quella rara prelibatezza, conil gatto sulle ginocchia, avvolta in una calda coperta color violetto.Quando ho finito, guardo i cartoni mentre gioco con Giulia, il miofedele amico gatto! È stupido giocare mentre si guarda la TV, ma a me

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piace e mi diverto tanto. Verso il pomeriggio mi precipito nell’armadioe mi vesto pesantemente per andare fuori, in giardino a giocare. Aipiedi porto dei moon-boot rossi. Indosso una tuta blu con delle sfuma-ture lilla; guanti verdi, sciarpa nera e berretta bianca che mi pizzicaalla nuca. Esco fuori in giardino chiudendomi la porta alle spalle. Ètutto ghiacciato, non c’è alcun rumore, sento soltanto il gocciolio delghiaccio sciolto che viene dalla grondaia. Guardo a destra e vedo tuttoghiacciato. Guardo a sinistra, lo stesso.Vado nel retro ed ecco, vedo lamagia!Gli alberi sono ricoperti di brina, l’erba è di cristallo e la recin-zione è tutta ingemmata... Il cielo, tutto nuvoloso e cupo, sembraminaccioso; le nuvole mutano continuamente la loro forma… è bellis-simo!!! Sono stupita, incredula e felice di trovarmi in quel luogo cosìmagico e per me speciale. Mi lascio scappare dalla bocca un risolinodi gioia. Ecco che all’improvviso arriva la nebbia e poi il vento… tuttie due insieme! È proprio vero che l’inverno è imprevedibile; io para-gonerei questa stagione a un’aquila bianca e solitaria che, volandosilenziosa, passa e imbianca tutto. Secondo me l’inverno assomigliaanche a un vecchio che passa piano e senza fretta fa diventare ognicosa di marmo bianco e di cristallo. Ad un certo punto sento la vocedella nonna che mi chiama. Corro in casa e mi lascio cadere sul diva-no, soffice e bianco, proprio come la neve.La primavera è come… la giovinezza

PRIMAVERA

– La natura cambia aspetto

– tutto attorno è gioioso

– la natura è piena di canti e dirumori

– le gemme sono pronte ad aprirsi

GIOVINEZZA

– c’è un cambiamento evidenteanche nel corpo e nei desideri

– si è pieni di voglia di vivere e sidesidera la felicità, la bellezza

– si ha voglia di cantare e di faretante cose

– il cuore è pronto ad aprirsi anuovi orizzonti e incontri

Primavera nell’aria

Appena nasce il giornoLa primavera esplode intorno.Il sole sorge sorridentee regala la sua luce splendentea ai colli, ai campi e alla naturacolorando gli alberi di una nuova fioritura.

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Osservo nei prati io cavalli galoppare,odo gli uccelli nel cielo cinguettare.Festeggian il loro tempo migliore,aprendo agli uomini la porta del cuore.Come un fiore esplode l’animo mio:qualcosa di grande cerco io.

(Poesia composta dai bambini)

Come vivi la tua giovinezza? A cosa la paragoneresti?

In questo periodo nel mio cuore sento tanta gioia. Ho voglia diesplorare il mondo, di scoprire la natura e i suoi segreti. La mia giovi-nezza la paragonerei ad una barca che ha appena lasciato il porto edeve affrontare un lungo percorso. Sicuramente incontrerà delle tem-peste e delle difficoltà, ma alla fine giungerà a destinazione con gran-de soddisfazione.

(La risposta di un bambino di V)

LA FAVOLA

Leggendo e inventando alcune favole abbiamo capito che lo scopodella favola è quello di trasmettere un insegnamento: la morale. Lafavola è un breve racconto che ha come protagonisti gli animali, che sicomportano come gli esseri umani e ne simboleggiano i vizi e le virtù.

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Così sono nate in noi alcune domande e riflessioni:

– Le favole mi aprono gli occhi sulla realtà, perché mi spingono achiedermi: “Che cosa desidero veramente? Che cosa vale nella vita?Che cosa mi rende davvero felice?

– Nella favola di Esopo sia il leone che il topolino si dimostranobisognosi di aiuto. Io mi sento più simile al topolino, perché riconoscedi avere bisogno di qualcuno. Infondo tutti gli esseri umani hanno sem-pre bisogno di qualcosa e di qualcuno, nelle situazioni più diverse.

– Se ascoltiamo bene il nostro cuore, scopriamo che c’è sempre QUALCOSA CHE CI MANCA… Questa è la natura del nostro essere: NOI SIAMO FATTI COSÌ: SIAMO PIENI DI UN BISOGNO INFINITO.

– Dopo aver letto la favola La rana ed il bue di Fedro, ho capito chebisogna essere felici di quello che siamo, perché un Altro ci ha voluticosì.

– Io a volte faccio fatica ad accettare me stesso, anche se so che èDio che mi ha voluto così. Quando mi ricordo di questo, allora sonofelice e mi sento libero. Non ho bisogno di dimostrare chissà che cosacome ha tentato di fare la rana davanti al bue, che riteneva più grossoe più forte di lei. (Le risposte dei bambini)

Il leone Safary

Una volta, nella savana, viveva un leone che si chiamava Safary.Viveva con sua moglie Lea e i suoi due figli gemelli Kao e Oky, due

giocherelloni “non stop”!Safary era molto potente, coraggioso e giusto.Viveva nella savana,

un posto meraviglioso: c’erano tante erbe fresche, cascate, ma soprat-tutto l’orizzonte continuava sempre! Quel posto era infinito. Il leone,però, non si era accontentato di tutto quel ben di Dio e voleva scoprire,andare via, trovare un posto migliore. Allora, dopo aver annunciato allafamiglia il suo viaggio, partì. Percorse due chilometri, dopo di che,incontrò due aquile. Le due aquile lo indirizzarono in un’altra direzio-ne: verso la terra del male. Camminò per tanto, tanto tempo, finchèarrivò davanti ad una cascata dove, invece di scendere acqua, scendevavino. Il leone non resistette e ne bevve un sorso. Il vino lo fece addor-mentare e Safary dormì per tre giorni di fila. Quando si svegliò si trovòdavanti un bue che gli spiego che quella era la terra del male e che dove-va tornare indietro subito! Ma il leone, ostinato, volle continuare a cer-care un posto migliore che potesse soddisfarlo. Riprese il suo camminoe incontrò un’ape. Il leone spaventato corse via ed entrò nella cavernadella “volpe”. La volpe si innamorò di lui e volle convincerlo a restare.Safary, non sapendo cosa dire, se ne andò via. Corse per quattro giorni

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e, alla fine, stanco, si fermò; ma prima di chiudere gli occhi vide unacolomba azzurra che lo invitò a seguirla. Safary la seguì e soltanto allo-ra vide la bellezza assoluta; un luogo con una bellissima cascata; c’e-rano cento ghirlande di fiori multicolore, le piante luminose e l’erbamorbida sulla quale si poteva dormire serenamente. Trascorse lì cinquemesi, ma non era felice; dentro di sé sentiva un vuoto.

Ad un certo punto capì: per essere pienamente felice doveva torna-re dalla sua famiglia! Con il desiderio di tornare dalla sua famigliaarrivò in un giorno solo! Safary era a casa sua, con la sua famiglia equesto gli bastava!

Da quel momento lì visse felice, per sempre.

Il rospo e il cigno

Era estate nella fattoria.Il sole brillava alto nel cielo e tutti gli animali provavano caldo e

sudore. Solo gli animali nello stagno stavano freschi e beati nella loroacqua limpida. Il rospo stava sguazzando con la sua solita agilità e isuoi movimenti simmetrici. Improvvisamente si presentò, in un angoloombroso dell’acqua, un cigno, l’animale più bello e aggraziato di tuttoil mondo acquatico. Aveva piume bianche e lucenti, il collo legger-mente incurvato e gli occhi lucidi e verdi. Somigliava ad un angelo, un“angelo acquatico”. Il rospo si sentì imbarazzato a presentarsi cosìbrutto e goffo davanti a tanta maestosità ed eleganza. Volle diventarebello come l’altro animale, quindi si diresse verso un cespuglio,strappò qualche fogliolina e le depose sul terreno. Poi si attaccò lefoglioline sul suo corpo verdastro e, dato che la sua pelle era viscida eumida, non fu un’azione troppo complicata per lui.

Poi si diresse verso il bue, che si stava abbeverando dell’acquadello stagno e gli chiese: “Bue, amico mio, somiglio ad un cigno conqueste belle piume lucenti?”. Il bue rispose: “Mi spiace, ma somiglipiù a una pallina di piume che a un cigno!”. Allora il rospo prese unpo’ di marmellata di albicocche e se la spalmò sulla bocca e sulle sueesili zampe. Infine chiese al bue: “Ora somiglio ad un cigno con que-sto becco e queste zampe arancioni?”.

Il bue ridendo esclamò: “Ah! Un cigno? Sembri un brutto pulcinocosì conciato!”. Poi si diresse verso il rospo la tartaruga Guendalina,animale saggio e paziente, che disse al rospo:“Perché vuoi somigliaread un cigno? Così somigli più ad un pagliaccio! Non devi cercare di“trasformarti” in qualcun’altro: tu sei e sarai sempre il rospo verdo-gnolo di questa fattoria”. Il rospo si tolse la marmellata e le foglie,capendo che ognuno deve essere felice di ciò che è.

(Favola inventata da un alunno di V)

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LA FIABA

Esploriamo F antastiche

il I nimmaginabili

mondo A vventure

delle B ellissime

E splorazioni

Abbiamo scoperto che le fiabesono racconti fantastici che vengo-no narrate in tutto il mondo ai bam-bini, per intrattenerli e coinvolgerliin avventure piene di emozioni, che si concludono con UN LIETOFINE.

La fiaba è una strada che ha una forma ad U.Nella fiaba c’è un momento iniziale che possiamo rappresentare

con un puntino, ed il punto segna sempre l’inizio di qualcosa. Questopunto è pieno di ATTESA, di DESIDERI GRANDI, di PAURE, diSPERANZE.

Dal punto comincia a delinearsi una linea, che è la linea della vita;essa incontra delle difficoltà, delle fatiche e quindi scende, va verso ilbasso...

Succede poi qualcosa di inaspettato, di gradito, di gratuito: è ILPUNTO GRATIS. Si tratta di un momento in cui interviene qualcosache fa mutare direzione alla linea della vita. Succede qualcosa di belloche permette alla linea di riprendere la sua traiettoria verso l’alto, versoil LIETO FINE.

Questo momento è pieno di GIOIA, di FESTA, di SODDISFA-ZIONE. Infatti ogni fiaba si conclude con la frase “E vissero felici econtenti”.

Il Principe Felice

C’era una volta la statua di un principe situata al centro della piaz-za di un villaggio. Quell’uomo era nobile e ricco, ma non aveva maisorriso in tutta la sua vita.

Era morto da molti anni e adesso era li immobile con il solito bron-cio. Si chiamava Oscar e da giovane era stato un principe sempre tri-

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ste ed egoista. Il villaggio in cui viveva era famoso per la produzionedi statue, ma quella del principe Oscar non era stata curata come tuttele altre, infatti era sporca e polverosa.

Una mattina,quando il sole padroneggiava sulla città, una colom-ba bianca si posò sulla spalla di Oscar ed iniziò a danzare.

Quando, però, il principe la guardò, l’uccello scappò dalla paura.Il principe ci rimase male e continuò ad avere il suo broncio. La mat-tina seguente pioveva e la statua del principe era bagnata dalle goccedi pioggia. All’improvviso Oscar vide una piccola civetta che si posòsul suo braccio; essa iniziò a cantare,ma quando la guardò lei scappovia velocemente.

Il principe diventava sempre più triste. La gente che passava di licontinuava a pensare che fosse la solita statua brutta e polverosa. Essadiventò ancora più triste. Iniziò a pensare a quando era giovane: eraegoista e non rideva mai! Non era mai felice. Ad un certo punto unalacrima gli rigò il viso. Voleva qualcuno che gli cambiasse la vita. Il gior-no dopo vide posarsi sulla sua mano una rondine che iniziò a fissarlo. Ilprincipe fu colpito da quello sguardo perché si sentì abbracciato.

Ad un tratto vide che la piccola rondine era ferita al petto. E il prin-cipe le disse “Tu chi sei?”. E la rondine rispose: “Sono qualcuno cheti vuole bene!”. Oscar fu colpito da quella frase e pensò: una volta erotriste ma ora sono felice! La statua disse alla rondine: “Portami conte” e la rondine rispose: “Ti porterò nel giardino della felicità, chia-mato Paradiso”. La rondine portò il principe Oscar in Paradiso e lavecchia statua, dopo molti anni, divenne finalmente sorridente!

(Fiaba inventata da un alunno di V)

Il piccolo principe di Antoine De Saint-de Exupéry

Leggendo il libro Il piccolo principe di Antoine De Saint-de Exupéry,abbiamo incontrato uno strano personaggio che abbandona il minuscolopianeta in cui vive per sfuggire a una rosa che lo tiranneggia. Nel suoviaggio spaziale visita sei pianeti abitati da stravaganti personaggi:

IL RE simboleggia il POTERE

IL VANITOSO IL SUCCESSO

L’UBRIACONE L’UOMO CHE DIVENTA SCHIAVODI QUALCOSAL’UOMO CHE VUOLE DIMENTICARELE DOMANDE CHE HA

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L’UOMO D’AFFARI IL POSSESSO

IL LAMPIONAIO L’UOMO CHE CONFIDA SOLONEL PROPRIO LAVORO

E NON HA TEMPO PER NIENT’ALTROIL GEOGRAFO è il simbolo di una CULTURA astratta,

effimera, non basata sull’esperienza

Dopo questi strani incontri, finalmente il piccolo principe giungesulla Terra, dove incontra una volpe.L’amicizia è il tema dominante dell’incontro tra il piccolo principe

e la volpe. Dalla volpe, infatti, il piccolo principe verrà ad apprendereche cos’è l’amicizia, come può nascere e quali sentimenti, stati d’ani-mo provano due veri amici quando si lasciano.

– Abbiamo scoperto che l’amicizia è un’esperienza che rende lietala vita.

– Ognuno di noi ha bisogno di amicizia, ognuno di noi ha nel cuorela stessa domanda che esprime la volpe: “Per favore... addomestica-mi!”.

– Addomesticare significa creare dei legami, avere qualcosa incomune, vivere un’esperienza speciale che fa dell’amico l’unico almondo.

È solo dentro ad un rapporto e grazie ad un legame profondo conQUALCUNO che ci ama che è possibile vivere l’avventura della cono-scenza del mondo e vivere l’esperienza di una vera amicizia che tiaccompagna

Abbiamo percorso insieme cinque anni di cammino e abbiamovoluto riflettere sul valore che ha l’amicizia per noi..

Ci siamo interrogati sul modo con cui ci guardiamo negli occhi, sucome ci trattiamo; abbiamo raccontato quali esperienze di amiciziafacciamo e cosa desideriamo per il nostro futuro.

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Ecco quali domande sono sorte in noi: – Chi è il vero amico perme?Qual è l’esigenza profonda del mio cuore? Esiste un amico chesappia colmare pienamente il mio desiderio di amicizia?

Avere un amico è molto più che avere un tesoro!

Abbiamo capito quanto sia importante per ciascuno avere unosguardo pieno di amore verso di sé, proprio come lo sguardo che avevaGesù con i suoi amici: gli apostoli. Tale sguardo è segno di una veraamicizia ed è facile riconoscerlo, perché uno se lo sente addosso.

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Seguendo alcuni brani delle “Udienze generali” del mercoledì, cheil Papa Benedetto XVI ha dedicato ai dodici Apostoli, abbiamo cono-sciuto i primi compagni di Gesù. Abbiamo capito che ognuno di loroaveva un lavoro, una famiglia, un carattere diverso… ma c’è stato unistante preciso in cui tutta la loro vita è cambiata perché hanno incon-trato uno sguardo e una presenza eccezionale che ha trasformato il loroessere e la loro esistenza. Ognuno degli apostoli ha trovato UN VEROAMICO: GESÙ.

RELIGIONE

Aritmetica e geometria quest’anno sono state viste come strumentiattraverso cui esplorare e conoscere il mondo. Osservare ci ha messo indiretto rapporto con la realtà in modo personale e creativo, fino a giun-gere all’utilizzo di un linguaggio specifico della matematica.

Dall’osservazione dell’ambiente circostante...

MATEMATICA

... al lavoro in classe

SCIENZE

Nella prima parte dell’anno il laboratorio di astronomia è iniziatoseguendo lo sguardo di Leonardo Da Vinci nell’osservazione e nellascoperta dei pianeti del sistema solare in modo semplice ma affasci-nante. Il cielo stellato è stato un indispensabile strumento per conosce-re le nostre origini, la nostra storia e per capire la natura che ci circon-da. La volta celeste del Planetario di Ravenna ci ha introdotti nel fan-tastico viaggio tra le stelle.

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Il giro della Terra e di Venere intorno al Sole: L’orologio di Venere

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Nella seconda parte dell’anno siamo partiti dall’osservazione dellacellula per arrivare a conoscere il nostro corpo come una unità di ele-menti diversi che funzionano insieme. Abbiamo posto l’accento sull’a-limentazione, la cura di noi stessi e la nascita di una nuova vita, avva-lendoci del supporto di esperti.

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La disciplina di arte e immagine, quest’anno in modo particolare,ha svolto una funzione trasversale permettendoci di “fermare”, attra-verso le forme e il colore, tutte le nostre sensazioni. Ogni spunto, ogniriflessione, si è trasformata in esperienza artistica che ha reso ognipagina di quaderno, un capolavoro d’autore.

ARTE

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Dalle Alpi agli Appennini, dai monti alle pianure, dalle pianure aimari, passando per i quattro punti cardinali, le regioni d’Italia per noialunni delle classi quinte, non hanno più segreti! Ci siamo divertiti a cono-scere le tradizioni di ogni singola regione attraverso le varie leggende.

Ci siamo appassionati durante la costruzione della nostra Italiaripercorrendo ogni regione attraverso le sue bellezze artistiche.

... Abbiamo costruito l’Italia

GEOGRAFIA

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Il percorso di storia quest’anno è stato bello ed emozionante perchéabbiamo conosciuto e ci siamo immedesimati nei protagonisti chehanno reso Roma Caput Mundi. Attraverso la lettura delle loro vite edelle loro gesta ci siamo resi conto che ognuno di noi può FARE LASTORIA se, come Annibale e Scipione, si cammina per raggiungere undesiderio, un ideale o una passione. Dalla Fondazione, passando attra-verso la Repubblica e l’Impero, per arrivare alla nascita di Gesù, che èla risposta ad ogni nostro desiderio. Anche lo studio di questa discipli-na, perciò, è stato un mezzo per crescere e per andare SEMPRE UNPO’ PIÙ IN LÀ. La gita a Roma di due giorni ci ha ricondotti allenostre origini e ha ricucito concretamente tutto quanto studiato in clas-se rendendolo attuale e vivo.

“Racconta con le tue parole la vita straordinaria di Annibale”.

Siamo nel terzo secolo a. C.Lo studio del predominio sul mar Mediterraneo impone di scoprire

le grandi gesta di Annibale, valoroso comandante cartaginese.Annibale era un abile condottiero cartaginese, acclamato coman-

dante dal suo esercito all’età di ventisei anni, dopo la morte di suocognato Asdrubale.

Era figlio di Amilcare Barca che aveva preceduto lui e suo generonella conduzione del valoroso esercito cartaginese. Annibale era forte,robusto, era capace di sopportare ogni difficoltà, era intelligente,colto, conosceva il greco, il latino e aveva studiato a lungo la storia;era bello e affascinante, era coraggioso e in battaglia andava avantisempre per primo; era umile perché vestiva come i suoi soldati, man-giava con loro, dormiva sulla nuda terra come loro. All’età di noveanni aveva giurato odio eterno verso i Romani davanti alla statua deldio Baal, signore della casa e del destino.

Annibale era a capo di un esercito molto forte, grande e valoroso.Da sempre aveva voluto sconfiggere i Romani per dominare il mar

Mediterraneo.Voleva andare a combattere i Romani “a casa loro”.Non poteva passare per il mar Mediterraneo perché in quel

momento era in mano ai Romani così decise di oltrepassare il fiumeEbro, che confinava con i territori cartaginesi e quelli romani, i Pireneiche si trovano tra la Spagna e la Francia, il fiume Rodano costruendo

STORIA

delle zattere enormi con erba, alberi e arbusti capaci di sostenere ilpeso di trentasette elefanti ricoperti di ferro e del suo esercito che con-tava migliaia di uomini armati.

Voleva anche attraversare le Alpi creando piccoli incendi e versan-do sopra le rocce dell’acido per frantumarle. Tutti credevano cheAnnibale fosse pazzo, ma lui era sicuro di portare a termine il suopiano. Una notte fece uno strano sogno: gli apparve un giovane chediceva di essere un messaggero del dio Baal e gli ordinava di marcia-re verso l’Italia alla conquista di Roma.

Il mattino seguente Annibale era pienamente sicuro di portare atermine il suo piano.

Aveva però bisogno di immense quantità di cibo per sfamare tuttiquelli che lo seguivano.

Per compiere questa impresa aveva bisogno di un esercito costitui-to da trentasette elefanti, dodicimila cavalli e novantamila uomini.

La difficoltà più grande che Annibale incontrò fu l’attraversatadelle Alpi: molti uomini precipitarono dai dirupi, altri morirono dimalattia, altri scomparvero, altri scapparono, altri si persero neiboschi, altri ancora furono uccisi dai barbari montanari.

Quando Annibale arrivò in Italia, aveva con sé la metà degli uomi-ni con cui era partito e i sopravvissuti erano messi in pessime condi-zioni. Quasi tutti i cavalli erano morti; gli unici animali rimasti in vitaerano gli elefanti a cui era stata data un’attenzione speciale.

Annibale vinse molte guerre come quelle della Trebbia, del Ticinoe del Trasimeno, ma la vittoria più grande fu a Canne, in Puglia, nel216 a. C.

Fu la sconfitta più dolorosa che i Romani subirono in tutta la lorostoria, fu tra le guerre più sanguinose di tutti i tempi.

Scipione l’Africano, che guidava l’esercito romano, vinse a Zama,in Africa, nel 202 a. C.

Annibale e il suo esercito avevano perso la seconda Guerra Punicae Cartagine dovette accettare durissime condizioni di pace: dovetteconsegnare la flotta ed alcuni elefanti, dovette cedere le isole delMediterraneo e non poteva né dichiarare guerra né difendersi senza ilconsenso di Roma.

Nel 143 a. C., Massinissa, re della Numidia e vecchio alleato diZama, estese il suo regno a danno di Cartagine.

Secondo il trattato di pace, Cartagine non poteva difendersi e tantevolte chiese aiuto a Roma che non accettò. Cartagine violò il trattatodi pace ed i Romani reagirono.

Iniziò la terza Guerra Punica che durò tre anni.

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In questa guerra Roma collezionò tante brutte figure ma alla fine ilcomando venne dato a Scipione Emiliano, nipote di Scipionel’Africano, e, nel 146 a. C., Cartagine venne distrutta definitivamente.Vennero tutti uccisi. L’unico sopravvissuto fu Annibale che, per noncadere in mano nemica, si suicidò e raggiunse nell’aldilà suo padreAmilcare, i suoi fratelli Asdrubale, Annone, Magone e tutti i suoi sol-dati. Trovo molto affascinante la vita di Annibale: le sue gesta sonostate un po’ pazze e un po’ estreme, ma trovo il suo comportamentomolto coraggioso e sicuro di sé. Ha dato sempre dimostrazione digrande sicurezza e di grande coraggio.

Trovo sia stato un bell’esempio di cultura e umiltà (sapeva starevicino ai suoi soldati), la sua voglia di vincere però non teneva contoche molti uomini morivano inutilmente.

Di Annibale vorrei avere il coraggio e l’autostima con cui simostrava agli altri, invece non vorrei avere di lui la mancanza di pro-tezione per le persone che difendevano il proprio popolo.

Annibale ha segnato la storia per il suo comportamento da un latoforte e prepotente, dall’altro umile e attento.

... In classe

Nel cortile della scuola... la legione romana e i combattimenti deigladiatori

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LA NOSTRAGITAA ROMA

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Le insegnanti tutor:Mirella AmadoriSimona TisselliMarina Censoni

L’insegnante di inglese:Nadia Marini

L’insegnante di motoria:Elisabetta Bazzocchi

L’insegnante di informatica:Alessandro Coppari

Ed ora, che abbiamo raggiunto il traguardo a cui puntavamo, abbia-mo davanti a noi un nuovo orizzonte… L’avventura continua verso laScuola Media e ciò che abbiamo sperimentato e abbiamo riconosciutovero, bello e interessante per noi, continueremo a perseguirlo… SEM-PRE PIÙ IN LÀ.

Foto di classe

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